Eccomi
quì, dopo un pò troppo tempo!
Lavoro
sette giorni su sette ultimamente, anche dodici o tredici ore al
giorno e non sono riuscita ad aggiornare prima, mi spiace!
Però ho
approfittato di questo week end relativamente tranquillo per mettermi
in pari, sia con la scrittura, sia con la lettura! Un pò ci
sono
riuscita, ora devo leggere solo gli ennemila capitoli che mi mancano
della splendida fics di Phoenix e sono alla pari XD
Grazie
a chi mi lascia recensioni o anche a chi solo perde un pò di
tempo a leggere questa storia!
Come
sempre, recensioni e critiche sono più che graditi!
Grazie
a tutti, un bacione e a presto, spero!!!
D'artagnan
o Denis?
Athos spronava i cavalli a galoppare sempre
più forte.
Aramis e Porthos erano giunti di corsa, portando con se un d'Artagnan
privo di coscienza che pendeva a peso morto dalle immense spalle di
Porthos.
Jean, sul retro del carro, controllava che
non ci
fossero inseguitori durante la fuga e, man mano che si allontanavano
a spron battuto da Rouen, sia il bambino che i moschettieri
cominciarono a tirare un sospiro di sollievo.
L'operazione era stata abbastanza facile.
La donna che
teneva prigioniero d'Artagnan era stata colta di sorpresa e messa
fuori gioco, il loro amico era stato ritrovato vivo ed erano riusciti
a recuperarlo e a portarlo via da quell'assurda situazione.
La missione poteva dirsi perfettamente
riuscita!!!
I cuori di Athos, Porthos e Aramis
grondavano di gioia!
Per settimane, mesi, avevano pianto il loro giovane amico,
disperandosi, chiedendosi come avrebbero fatto senza quello
sbruffoncello guascone, senza la sua allegria, il suo coraggio, il
suo cacciarsi nei guai da bravo scavezzacollo quale era, senza la sua
amicizia e la sua lealtà. Era entrato nelle loro vite come
un
uragano e ormai faceva parte integrante dei moschettieri. Non erano
più i TRE moschettieri ormai, ma i QUATTRO moschettieri.
Così li
conoscevano tutti a Parigi e così sarebbero tornati ad
essere!
Certo, c'era da capire cosa fosse successo
al loro
amico, aiutarlo a ritrovarsi e a tornare in se... Ma erano insieme,
d'Artagnan era con loro, la sua rapitrice era stata messa fuori gioco
e tutto sarebbe andato per il verso giusto.
Athos condusse il carro finché i
cavalli ebbero fiato
in corpo. Poi si fermò in aperta campagna, in un grande
prato che
delimitava un bosco, ormai a parecchie miglia di distanza da Rouen.
D'artagnan era ancora esanime e pareva non
essersi
accorto di nulla.
Non appena Athos ebbe legato il cavalli e
procurato loro
un pò d'acqua, i tre amici e il piccolo Jean lo tirarono
giù dal
carro, adagiandolo sulla morbida erba del prato. Un pò di
aria
fresca, il profumo di campagna, gli avrebbero fatto sicuramente bene,
ne erano certi!
"Allora, come lo svegliamo il
bell'addormentato?"
- chiese Porthos, ancora inebriato dalla gioia di aver recuperato
l'amico.
Athos sorrise. "Direi che un pò
d'acqua fresca in
viso gli farà solo bene!". Il moschettiere aveva urgenza che
d'Artagnan si svegliasse. Athos era da sempre la mente del gruppo,
l'osservatore, quello che capiva il problema ed elaborava le
soluzioni. Ma ciò che aveva circondato il giovane guascone
negli
ultimi mesi era un mistero e se non si fosse svegliato in fretta, se
non avesse parlato, se non l'avesse ascoltato, difficilmente avrebbe
capito come aiutarlo.
Jean annuì alle parole di Athos
e, preso un secchio dal
carretto, corse verso il vicino ruscello a riempirlo d'acqua. Poi
tornò dagli amici.
Porthos afferrò il secchio e,
trionfante... "Ci
penso io!!!". Poi buttò l'acqua sul viso dell'amico.
D'artagnan sobbalzò, al contatto
con l'acqua fredda.
Poi tossì con forza e infine, finalmente, riaprì
gli occhi.
Il guascone si guardò attorno,
spaesato. Dov'era? Chi
erano le persone che lo circondavano? E Grethel? La sua testa prese a
fargli immensamente male, mentre nella sua mente i pensieri si
confondevano... Era un sogno? Oppure no? DECISAMENTE no!!! Era
bagnato fradicio!!!
"D'artagnan...!" - lo chiamò la
vocina
infantile di Jean.
"D'artagnan..." - ripeterono uno dopo
l'altro,
commossi, i tre moschettieri.
Il giovane riaprì a fatica gli
occhi. D'artagnan...
Quella parola, quel nome... L'aveva già sentito da qualche
parte...
Però... Non ci stava capendo un accidenti! Si
guardò attorno
spaesato, poi... "E... E voi chi siete? Dove mi trovo? E cosa
è
successo?". Era intimorito e tramortito, spaesato e circondato
da persone sconosciute che lo chiamavano con un nome che non era il
suo ma che gli suonava famigliare... Si sentiva confuso... Ma non
spaventato, come chiunque in quella strana e assurda situazione, si
sarebbe sentito... Strano ma, non percepiva pericolo in quel momento.
Aramis sorrise amaramente. "Non ci
riconosci, è?".
D'artagnan guardò quel fine uomo
biondo, spaesato.
"No... Non so chi siate signore!". Già... Non sapeva chi
fossero quei tre uomini e quel bambino, non sapeva dov'era, cosa
volessero da lui... I suoi ultimi ricordi erano a casa, con sua
moglie, tranquilli nel loro piccolo salotto. Dov'era Grethel?
"Dov'è
mia moglie? E perchè mi trovo quì?" - chiese
tirandosi su e
sedendosi sull'erba.
"Moglie, è?" - chiese Porthos
grattandosi la
guancia – "Ah, quella streghetta dai capelli neri? Fuori
gioco, non ti creerà nessun guaio ormai!".
D'artagnan, a quelle parole,
scattò in piedi. Fuori
gioco? Che significava??? Che era successo a Grethel???
Improvvisamente quei tre strani tipi divennero nemici. Le forze
riconfluirono in lui in un'istante e con un balzo si lanciò
contro
Porthos. "Cosa volete dire? Che gli avete fatto? Cosa volete da
me???" - urlò, stringendo l'amico per il collo della camicia.
Aramis e Athos, presi alla sprovvisata dal
movimento
repentino di d'Artagnan, intervenirono a separare i due poi, una
volta divisi, gettarono a terra il guascone, immobilizzandolo col
loro corpo. "Fermo e tranquillo! Ora ti spieghiamo ma tu,
mantieni la calma!".
"LASCIATEMI!!!" - urlò
d'Artagnan
dimenandosi.
Athos, con presa ferrea, lo strinse ancora
di più,
intimandolo con voce ferma a tranquillizzarsi. "Ti lascierò
quando mi giurerai che starai tranquillo e non darai di matto! Lei
sta bene ma non è quì. Questo voleva dire il mio
amico Porthos. E,
se mi ascolterai, risponderò a tutte le tue domande! Allora,
collabori?".
D'artagnan annuì, sconfitto.
Quegli uomini erano forti,
non aveva possibilità di scappare e non aveva con se nemmeno
una
spada. "D'accordo" – rispose, sconfitto.
"Bene!" - esclamò ridacchiando
Porthos mentre
si rialzava – "Comunque, ottima ripresa mio caro, mi fa
piacere! Non hai perso il tuo smalto!".
D'artagnan lo guardò torvo, poco
propenso a scherzare.
"Allora? Chi siete? Cosa volete da me? E dov'è mia moglie?"
- chiese nuovamente.
"Tua moglie non è tua moglie! E
tu non sei chi
credi di essere!" - disse, semplicemente, Athos.
"Cosa?". D'artagnan non ci stava capendo
niente.
Il piccolo Jean gli si avvicinò.
"Già! Quella
donna ti chiamava Denis, ma il tuo nome non è quello! Tu sei
d'Artagnan, un nostro amico e moschettiere del re! Non ti ricordi di
me?".
D'artagnan li guardò con sguardo
allucinato. Non ci
stava capendo un accidente! Quei quattro tipi, di certo, erano pazzi
da legare! Moschettiere del re? Lui??? Era stato dalla parte degli
Ugonotti, era stato nemico dei moschettieri!!! Quelle persone
dovevano averlo confuso per qualcun altro... "Io... credo che ci
sia uno scambio di persona signori. Non sono chi credete, mi
spiace!".
Fece per alzarsi ma la voce seria e allo
stesso tempo
gentile di Athos lo fece desistere. "Ascoltaci solo per un
pò,
noi possiamo aiutarti!" - disse il moschettiere dai lunghi
capelli neri, fissandolo negli occhi.
D'artagnan rimase fermo, rapito da quello
sguardo acuto,
intelligente, sapiente... Strano, quell'uomo gli dava fiducia,
sicurezza... Parlava lentamente, elegantemente, sicuro di se
stesso... "Vi ascolterò qualche minuto! Ma poi lasciatemi
andare! Devo tornare a casa!".
Athos sospirò. "Casa tua non
è a Rouen ma a
Parigi. Da Monsieur Bonacieux! Ti ricordi di lui? E di Marta? E di
Constance, la TUA Constance ti ricordi? Da sempre, ti dichiari
innamorato follemente di lei...".
D'artagnan fissò Athos. Quei
nomi gli erano sconosciuti
ma anche, in un certo senso noti. Anche se nella sua mente non gli si
affacciava nessun ricordo di loro. "No, non so chi siano!"
- si risolse infine a dire.
Intervenne Aramis. Lei si sentiva in colpa
per quanto
era successo e lei doveva, VOLEVA risolvere le cose. "Ascolta
d'Artagnan, tu sei un nostro compagno d'arme e uno dei nostri
migliori amici. Hai lottato tanto per essere un moschettiere e ormai
da un bel pò sei uno di noi! Uno dei moschettieri
più valenti che
sua maestà possa avere, uno di quelli più stimati
e arditi. In te,
molti vedono un futuro radioso fra il nostro corpo di combattenti.
Siamo partiti insieme per La Rochelle per combattere gli Ugonotti e
purtroppo sei stato ferito e catturato dai nemici. Pensavamo che
fossi morto, eravamo disperati! Finché ti abbiamo visto con
una
donna. Siete scappati e non capivamo... Se non fosse stato per Jean,
non saremmo riusciti a ritrovarti. Non sappiamo cosa ti sia successo
ne il perchè, ma probabilmente nel ferimento hai battuto la
testa e
perso la memoria".
"E per qualche motivo che noi non
conosciamo, ti
hanno fatto credere di essere quello che non sei!" - concluse
con semplicità Porthos.
D'artagnan fissò i quattro con
gli occhi sbarrati dallo
stupore. Quella che gli avevano raccontato, era la storia
più
fantasiosa che avesse mai sentito! Insomma, era assurdo!!! Oppure...
no? Ricordò i giorni trascorsi a La Rochelle e la strana
sensazione
che aveva provato, il trasporto, quando aveva visto le divise dei
moschettieri. Uno strano senso di appartenenza che mai era riuscito a
spiegarsi e che aveva catalogato come semplice ammirazione per un
corpo di combattenti tanto elegante e organizzato... E se quella
storia fosse stata vera, forse avrebbe potuto spiegarsi il
perchè,
un tassello sarebbe tornato a posto. E magari anche altri... Quelle
strane immagini di persone sconosciute che a volte affollavano i suoi
sogni e quei lunghi capelli biondi di donna che ogni tanto, come in
un miraggio, lo tormentavano. "Avete detto che c'è una
ragazza
che mi piace, giusto?!" - chiese semplicemente, per metterli
alla prova – "Di che colore ha i capelli?".
"Biondi, lunghi capelli biondi..." -
rispose
Athos, stupito per quella domanda strana.
D'artagnan spalancò gli occhi.
Ecco, questo coincideva!
Però... era tutto assurdo lo stesso! Insomma, che senso
aveva quello
che stavano dicendogli quegli uomini? Che interesse avrebbero avuto
Marcel e Grethel a mentirgli? Grethel... il pensiero della donna
tornò prepotentemente in lui... Lei lo amava, gliel'aveva
detto! E
anche lui la amava... Non poteva essere tutta una bugia, non poteva,
non dopo quello che avevano condiviso!!! "Perchè dovrei
credervi? Insomma, chi mi dice che non siete voi quelli che mentono,
quelli che mi vogliono far credere di essere chi non sono?".
Athos si inginocchiò davanti a
lui. Si era aspettato
quella domanda! Anche senza memoria, d'Artagnan rimaneva un tipo
arguto e attento. "So che sei confuso e ti giuro, lo siamo anche
noi. Hai tante domande e non sappiamo rispondere a tutte
perchè non
sappiamo cosa volessero da te i tuoi rapitori. Ne sappiamo chi era la
donna che tu chiami 'moglie' che ti teneva con se. La nostra unica
preoccupazione è stata ritrovarti e metterti in salvo e
così
abbiamo fatto! Vogliamo portarti a Parigi e aiutarti a recuperare la
memoria!".
D'artagnan non era convinto, come poteva
esserlo? Si
alzò in piedi con uno scatto. "Come posso credere a una
storia
tanto assurda? Insomma, perchè dovrei venire con voi a
Parigi,
lasciando mia moglie, una moglie che si prende cura di me da quando
ho avuto... l' incid...". D'artagnan si bloccò. Un momento,
un
momento, un momento!!! C'era qualcosa che gli era sfuggito! Quei
quattro avevano ragione, LUI aveva perso la memoria in un
combattimento. Si era svegliato in quel letto con Marcel che lo
teneva sotto scacco. E Grethel era arrivata solo in un secondo
momento... Grethel gli aveva detto che si erano sposati ma lui in
effetti non aveva nessun ricordo dei momenti precedenti al suo
ferimento. Ne immagini che, nella mente, potessero ricordarglielo...
Mentre di quello che i moschettieri gli stavano dicendo, sì,
qualcosa la sua mente gli suggeriva, insistentemente, da settimane...
Crollò a terra. Allora era tutta
una bugia, se le sue
supposizioni erano giuste... Grethel non era usa moglie, l'aveva
usato per qualche strano motivo, lo aveva ingannato e raggirato...
"Perchè Grethel?" - si chiese, prendendo a pugni il
terreno. Si sentiva stupido. Umiliato e stupido!!!
Porthos gli pose una mano sulla spalla.
"Non
crucciarti troppo! Son donne e quando son belle, ci fanno fare cose
da scemi! Ci girano, rigirano e raggirano come vogliono! E' anche
piacevole è, a volte! Ma poi quando ti rendi conto di tutto,
ti
senti immensamente cretino! Era una donna bella e molto astuta, per
quel poco che ho visto! E probabilmente ti ha spinto a fare cose che
tu non faresti! Ma non è colpa tua, non potevi fare nulla.
Mentre in
condizioni normali, ti conosco e lo so, non ti saresti fatto
ingannare!".
"Ho bisogno di parlare con lei!" -
sussurrò
d'Artagnan. Ancora non sapeva se credere completamente ai
moschettieri, ma alla luce di quello che gli avevano detto, la loro
era la storia più plausibile. Piccoli tasselli della sua
vita
tornavano a posto, forse...
"Lascia stare, che senso avrebbe? Ti
mentirebbe
ancora, probabilmente..." - lo consigliò Athos.
Già, che senso aveva? Se era
vero che era stata tutta
una farsa, quel saggio moschettiere aveva ancora ragione,
constatò
d'Artagnan. Si alzò di nuovo in piedi. "Signori, posso
sapere i
vostri nomi per intero? E chi sono io, per davvero?".
"Io sono Athos, il membro più
anziano del nostro
gruppo" – disse Athos.
"Porthos, quello a cui piace banchettare,
come puoi
notare!" - esclamò Porthos strizzandogli l'occhio e
accarezzandosi la pancia.
"E io, sono Aramis" – disse la
donna
moschettiere, impossibilitata a dire altro circa la sua
identità.
"Io sono Jean, il tuo amico! Ne abbiamo
fatte un
sacco insieme!" - disse il bimbo, allegramente, ricordando i
vecchi tempi.
"E io... io chi sono?" - chiese il guascone
alla ricerca di risposte.
Fu Athos a rispondere per tutti.
"D'artagnan De
Batz De Castelmore (1), giovane moschettiere guascone, figlio di un
altrettanto valoroso moschettiere, Charles De Batz!".
D'artagnan lo fissò. Aveva un
nome lungo e sembrava
anche importante! E soprattutto, gli era meno sconosciuto di come gli
era sembrato il nome Denis all'inizio delle menzogne di Grethel.
"Grazie!" - rispose mestamente.
"Allora ti abbiamo convinto, tornerai a
Parigi con
noi?" - chiese Porthos.
"Verrò e tenterò di
ricordare! Non dico che mi
fido di voi ma vi do il beneficio del dubbio... Molte cose che mi
avete detto, corrispondono a quel poco di realtà che io so.
E per il
resto, cercherò di dimenticare questa storia assurda che ho
vissuto
e le persone che ne hanno fatto parte!". Il suo pensiero corse a
Grethel... Era furibondo! Se davvero le cose stavano come gli avevano
appena comunicato, avrebbe dovuto odiarla. Eppure... il pensiero di
non rivedere più quella donna, di non poterla più
toccare,
stringere... Era una strana specie di tortura. Il suo corpo e la sua
mente reagivano in maniera diversa davanti alla realtà. La
sua mente
aveva capito cosa era successo, il suo corpo continuava ad essere
attratto da quella donna.
"Ok, allora si torna a Parigi!!!" -
esclamò
Porthos, all'oscuro di quanto si agitava nelle giovane mente del
guascone.
....
Grethel riuscì a liberarsi. I
suoi occhi erano
iniettati d'ira verso quei guastafeste che l'avevano colta di
sorpresa e verso se stessa che si era fatta fregare.
Era tutto perso! Denis era stato ripreso
dai suoi amici!
Ma non si sarebbe arresa!
Oh si, l'avrebbe ripreso con se!
Sapeva, immaginava, che lo avrebbero
riportato a Parigi,
viste le sue condizioni. E lei a Parigi sarebbe andata, per
riprenderselo!
Gli serviva, doveva ritrovarlo!!! Magari
lui conoseva
che lei stata cercando, magari sapeva come contattarlo, come
indirizzarla a lui!
E col suo aiuto, lei lo avrebbe ritrovato
sicuramente il
moschettiere che odiava: Charles De Batz De Castelmore...
1.
Il nome completo di d'Artagnan l'ho preso dal romanzo, nell'anime non
si fa menzione al suo cognome infatti!
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