Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    24/10/2011    3 recensioni
I moschettieri sono impegnati nella battaglia contro gli Ugonotti a La Rochelle. D'artagnan parte, sperando in una grande e nuova esperienza, quella guerra di cui tanto ha sentito parlare e che mai ha vissuto sulla sua pelle. Ma ci metterà poco a capire che la guerra non è un'avventura da romanzo... Il suo mondo, i suoi affetti, la sua anima finiranno risucchiati in un incubo buio come la notte...
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi quì, dopo un pò troppo tempo!

Lavoro sette giorni su sette ultimamente, anche dodici o tredici ore al giorno e non sono riuscita ad aggiornare prima, mi spiace! Però ho approfittato di questo week end relativamente tranquillo per mettermi in pari, sia con la scrittura, sia con la lettura! Un pò ci sono riuscita, ora devo leggere solo gli ennemila capitoli che mi mancano della splendida fics di Phoenix e sono alla pari XD

Grazie a chi mi lascia recensioni o anche a chi solo perde un pò di tempo a leggere questa storia!

Come sempre, recensioni e critiche sono più che graditi!

Grazie a tutti, un bacione e a presto, spero!!!






D'artagnan o Denis?



Athos spronava i cavalli a galoppare sempre più forte. Aramis e Porthos erano giunti di corsa, portando con se un d'Artagnan privo di coscienza che pendeva a peso morto dalle immense spalle di Porthos.

Jean, sul retro del carro, controllava che non ci fossero inseguitori durante la fuga e, man mano che si allontanavano a spron battuto da Rouen, sia il bambino che i moschettieri cominciarono a tirare un sospiro di sollievo.

L'operazione era stata abbastanza facile. La donna che teneva prigioniero d'Artagnan era stata colta di sorpresa e messa fuori gioco, il loro amico era stato ritrovato vivo ed erano riusciti a recuperarlo e a portarlo via da quell'assurda situazione.

La missione poteva dirsi perfettamente riuscita!!!

I cuori di Athos, Porthos e Aramis grondavano di gioia! Per settimane, mesi, avevano pianto il loro giovane amico, disperandosi, chiedendosi come avrebbero fatto senza quello sbruffoncello guascone, senza la sua allegria, il suo coraggio, il suo cacciarsi nei guai da bravo scavezzacollo quale era, senza la sua amicizia e la sua lealtà. Era entrato nelle loro vite come un uragano e ormai faceva parte integrante dei moschettieri. Non erano più i TRE moschettieri ormai, ma i QUATTRO moschettieri. Così li conoscevano tutti a Parigi e così sarebbero tornati ad essere!

Certo, c'era da capire cosa fosse successo al loro amico, aiutarlo a ritrovarsi e a tornare in se... Ma erano insieme, d'Artagnan era con loro, la sua rapitrice era stata messa fuori gioco e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Athos condusse il carro finché i cavalli ebbero fiato in corpo. Poi si fermò in aperta campagna, in un grande prato che delimitava un bosco, ormai a parecchie miglia di distanza da Rouen.

D'artagnan era ancora esanime e pareva non essersi accorto di nulla.

Non appena Athos ebbe legato il cavalli e procurato loro un pò d'acqua, i tre amici e il piccolo Jean lo tirarono giù dal carro, adagiandolo sulla morbida erba del prato. Un pò di aria fresca, il profumo di campagna, gli avrebbero fatto sicuramente bene, ne erano certi!

"Allora, come lo svegliamo il bell'addormentato?" - chiese Porthos, ancora inebriato dalla gioia di aver recuperato l'amico.

Athos sorrise. "Direi che un pò d'acqua fresca in viso gli farà solo bene!". Il moschettiere aveva urgenza che d'Artagnan si svegliasse. Athos era da sempre la mente del gruppo, l'osservatore, quello che capiva il problema ed elaborava le soluzioni. Ma ciò che aveva circondato il giovane guascone negli ultimi mesi era un mistero e se non si fosse svegliato in fretta, se non avesse parlato, se non l'avesse ascoltato, difficilmente avrebbe capito come aiutarlo.

Jean annuì alle parole di Athos e, preso un secchio dal carretto, corse verso il vicino ruscello a riempirlo d'acqua. Poi tornò dagli amici.

Porthos afferrò il secchio e, trionfante... "Ci penso io!!!". Poi buttò l'acqua sul viso dell'amico.

D'artagnan sobbalzò, al contatto con l'acqua fredda. Poi tossì con forza e infine, finalmente, riaprì gli occhi.

Il guascone si guardò attorno, spaesato. Dov'era? Chi erano le persone che lo circondavano? E Grethel? La sua testa prese a fargli immensamente male, mentre nella sua mente i pensieri si confondevano... Era un sogno? Oppure no? DECISAMENTE no!!! Era bagnato fradicio!!!

"D'artagnan...!" - lo chiamò la vocina infantile di Jean.

"D'artagnan..." - ripeterono uno dopo l'altro, commossi, i tre moschettieri.

Il giovane riaprì a fatica gli occhi. D'artagnan... Quella parola, quel nome... L'aveva già sentito da qualche parte... Però... Non ci stava capendo un accidenti! Si guardò attorno spaesato, poi... "E... E voi chi siete? Dove mi trovo? E cosa è successo?". Era intimorito e tramortito, spaesato e circondato da persone sconosciute che lo chiamavano con un nome che non era il suo ma che gli suonava famigliare... Si sentiva confuso... Ma non spaventato, come chiunque in quella strana e assurda situazione, si sarebbe sentito... Strano ma, non percepiva pericolo in quel momento.

Aramis sorrise amaramente. "Non ci riconosci, è?".

D'artagnan guardò quel fine uomo biondo, spaesato. "No... Non so chi siate signore!". Già... Non sapeva chi fossero quei tre uomini e quel bambino, non sapeva dov'era, cosa volessero da lui... I suoi ultimi ricordi erano a casa, con sua moglie, tranquilli nel loro piccolo salotto. Dov'era Grethel? "Dov'è mia moglie? E perchè mi trovo quì?" - chiese tirandosi su e sedendosi sull'erba.

"Moglie, è?" - chiese Porthos grattandosi la guancia – "Ah, quella streghetta dai capelli neri? Fuori gioco, non ti creerà nessun guaio ormai!".

D'artagnan, a quelle parole, scattò in piedi. Fuori gioco? Che significava??? Che era successo a Grethel??? Improvvisamente quei tre strani tipi divennero nemici. Le forze riconfluirono in lui in un'istante e con un balzo si lanciò contro Porthos. "Cosa volete dire? Che gli avete fatto? Cosa volete da me???" - urlò, stringendo l'amico per il collo della camicia.

Aramis e Athos, presi alla sprovvisata dal movimento repentino di d'Artagnan, intervenirono a separare i due poi, una volta divisi, gettarono a terra il guascone, immobilizzandolo col loro corpo. "Fermo e tranquillo! Ora ti spieghiamo ma tu, mantieni la calma!".

"LASCIATEMI!!!" - urlò d'Artagnan dimenandosi.

Athos, con presa ferrea, lo strinse ancora di più, intimandolo con voce ferma a tranquillizzarsi. "Ti lascierò quando mi giurerai che starai tranquillo e non darai di matto! Lei sta bene ma non è quì. Questo voleva dire il mio amico Porthos. E, se mi ascolterai, risponderò a tutte le tue domande! Allora, collabori?".

D'artagnan annuì, sconfitto. Quegli uomini erano forti, non aveva possibilità di scappare e non aveva con se nemmeno una spada. "D'accordo" – rispose, sconfitto.

"Bene!" - esclamò ridacchiando Porthos mentre si rialzava – "Comunque, ottima ripresa mio caro, mi fa piacere! Non hai perso il tuo smalto!".

D'artagnan lo guardò torvo, poco propenso a scherzare. "Allora? Chi siete? Cosa volete da me? E dov'è mia moglie?" - chiese nuovamente.

"Tua moglie non è tua moglie! E tu non sei chi credi di essere!" - disse, semplicemente, Athos.

"Cosa?". D'artagnan non ci stava capendo niente.

Il piccolo Jean gli si avvicinò. "Già! Quella donna ti chiamava Denis, ma il tuo nome non è quello! Tu sei d'Artagnan, un nostro amico e moschettiere del re! Non ti ricordi di me?".

D'artagnan li guardò con sguardo allucinato. Non ci stava capendo un accidente! Quei quattro tipi, di certo, erano pazzi da legare! Moschettiere del re? Lui??? Era stato dalla parte degli Ugonotti, era stato nemico dei moschettieri!!! Quelle persone dovevano averlo confuso per qualcun altro... "Io... credo che ci sia uno scambio di persona signori. Non sono chi credete, mi spiace!".

Fece per alzarsi ma la voce seria e allo stesso tempo gentile di Athos lo fece desistere. "Ascoltaci solo per un pò, noi possiamo aiutarti!" - disse il moschettiere dai lunghi capelli neri, fissandolo negli occhi.

D'artagnan rimase fermo, rapito da quello sguardo acuto, intelligente, sapiente... Strano, quell'uomo gli dava fiducia, sicurezza... Parlava lentamente, elegantemente, sicuro di se stesso... "Vi ascolterò qualche minuto! Ma poi lasciatemi andare! Devo tornare a casa!".

Athos sospirò. "Casa tua non è a Rouen ma a Parigi. Da Monsieur Bonacieux! Ti ricordi di lui? E di Marta? E di Constance, la TUA Constance ti ricordi? Da sempre, ti dichiari innamorato follemente di lei...".

D'artagnan fissò Athos. Quei nomi gli erano sconosciuti ma anche, in un certo senso noti. Anche se nella sua mente non gli si affacciava nessun ricordo di loro. "No, non so chi siano!" - si risolse infine a dire.

Intervenne Aramis. Lei si sentiva in colpa per quanto era successo e lei doveva, VOLEVA risolvere le cose. "Ascolta d'Artagnan, tu sei un nostro compagno d'arme e uno dei nostri migliori amici. Hai lottato tanto per essere un moschettiere e ormai da un bel pò sei uno di noi! Uno dei moschettieri più valenti che sua maestà possa avere, uno di quelli più stimati e arditi. In te, molti vedono un futuro radioso fra il nostro corpo di combattenti. Siamo partiti insieme per La Rochelle per combattere gli Ugonotti e purtroppo sei stato ferito e catturato dai nemici. Pensavamo che fossi morto, eravamo disperati! Finché ti abbiamo visto con una donna. Siete scappati e non capivamo... Se non fosse stato per Jean, non saremmo riusciti a ritrovarti. Non sappiamo cosa ti sia successo ne il perchè, ma probabilmente nel ferimento hai battuto la testa e perso la memoria".

"E per qualche motivo che noi non conosciamo, ti hanno fatto credere di essere quello che non sei!" - concluse con semplicità Porthos.

D'artagnan fissò i quattro con gli occhi sbarrati dallo stupore. Quella che gli avevano raccontato, era la storia più fantasiosa che avesse mai sentito! Insomma, era assurdo!!! Oppure... no? Ricordò i giorni trascorsi a La Rochelle e la strana sensazione che aveva provato, il trasporto, quando aveva visto le divise dei moschettieri. Uno strano senso di appartenenza che mai era riuscito a spiegarsi e che aveva catalogato come semplice ammirazione per un corpo di combattenti tanto elegante e organizzato... E se quella storia fosse stata vera, forse avrebbe potuto spiegarsi il perchè, un tassello sarebbe tornato a posto. E magari anche altri... Quelle strane immagini di persone sconosciute che a volte affollavano i suoi sogni e quei lunghi capelli biondi di donna che ogni tanto, come in un miraggio, lo tormentavano. "Avete detto che c'è una ragazza che mi piace, giusto?!" - chiese semplicemente, per metterli alla prova – "Di che colore ha i capelli?".

"Biondi, lunghi capelli biondi..." - rispose Athos, stupito per quella domanda strana.

D'artagnan spalancò gli occhi. Ecco, questo coincideva! Però... era tutto assurdo lo stesso! Insomma, che senso aveva quello che stavano dicendogli quegli uomini? Che interesse avrebbero avuto Marcel e Grethel a mentirgli? Grethel... il pensiero della donna tornò prepotentemente in lui... Lei lo amava, gliel'aveva detto! E anche lui la amava... Non poteva essere tutta una bugia, non poteva, non dopo quello che avevano condiviso!!! "Perchè dovrei credervi? Insomma, chi mi dice che non siete voi quelli che mentono, quelli che mi vogliono far credere di essere chi non sono?".

Athos si inginocchiò davanti a lui. Si era aspettato quella domanda! Anche senza memoria, d'Artagnan rimaneva un tipo arguto e attento. "So che sei confuso e ti giuro, lo siamo anche noi. Hai tante domande e non sappiamo rispondere a tutte perchè non sappiamo cosa volessero da te i tuoi rapitori. Ne sappiamo chi era la donna che tu chiami 'moglie' che ti teneva con se. La nostra unica preoccupazione è stata ritrovarti e metterti in salvo e così abbiamo fatto! Vogliamo portarti a Parigi e aiutarti a recuperare la memoria!".

D'artagnan non era convinto, come poteva esserlo? Si alzò in piedi con uno scatto. "Come posso credere a una storia tanto assurda? Insomma, perchè dovrei venire con voi a Parigi, lasciando mia moglie, una moglie che si prende cura di me da quando ho avuto... l' incid...". D'artagnan si bloccò. Un momento, un momento, un momento!!! C'era qualcosa che gli era sfuggito! Quei quattro avevano ragione, LUI aveva perso la memoria in un combattimento. Si era svegliato in quel letto con Marcel che lo teneva sotto scacco. E Grethel era arrivata solo in un secondo momento... Grethel gli aveva detto che si erano sposati ma lui in effetti non aveva nessun ricordo dei momenti precedenti al suo ferimento. Ne immagini che, nella mente, potessero ricordarglielo... Mentre di quello che i moschettieri gli stavano dicendo, sì, qualcosa la sua mente gli suggeriva, insistentemente, da settimane...

Crollò a terra. Allora era tutta una bugia, se le sue supposizioni erano giuste... Grethel non era usa moglie, l'aveva usato per qualche strano motivo, lo aveva ingannato e raggirato... "Perchè Grethel?" - si chiese, prendendo a pugni il terreno. Si sentiva stupido. Umiliato e stupido!!!

Porthos gli pose una mano sulla spalla. "Non crucciarti troppo! Son donne e quando son belle, ci fanno fare cose da scemi! Ci girano, rigirano e raggirano come vogliono! E' anche piacevole è, a volte! Ma poi quando ti rendi conto di tutto, ti senti immensamente cretino! Era una donna bella e molto astuta, per quel poco che ho visto! E probabilmente ti ha spinto a fare cose che tu non faresti! Ma non è colpa tua, non potevi fare nulla. Mentre in condizioni normali, ti conosco e lo so, non ti saresti fatto ingannare!".

"Ho bisogno di parlare con lei!" - sussurrò d'Artagnan. Ancora non sapeva se credere completamente ai moschettieri, ma alla luce di quello che gli avevano detto, la loro era la storia più plausibile. Piccoli tasselli della sua vita tornavano a posto, forse...

"Lascia stare, che senso avrebbe? Ti mentirebbe ancora, probabilmente..." - lo consigliò Athos.

Già, che senso aveva? Se era vero che era stata tutta una farsa, quel saggio moschettiere aveva ancora ragione, constatò d'Artagnan. Si alzò di nuovo in piedi. "Signori, posso sapere i vostri nomi per intero? E chi sono io, per davvero?".

"Io sono Athos, il membro più anziano del nostro gruppo" – disse Athos.

"Porthos, quello a cui piace banchettare, come puoi notare!" - esclamò Porthos strizzandogli l'occhio e accarezzandosi la pancia.

"E io, sono Aramis" – disse la donna moschettiere, impossibilitata a dire altro circa la sua identità.

"Io sono Jean, il tuo amico! Ne abbiamo fatte un sacco insieme!" - disse il bimbo, allegramente, ricordando i vecchi tempi.

"E io... io chi sono?" - chiese il guascone alla ricerca di risposte.

Fu Athos a rispondere per tutti. "D'artagnan De Batz De Castelmore (1), giovane moschettiere guascone, figlio di un altrettanto valoroso moschettiere, Charles De Batz!".

D'artagnan lo fissò. Aveva un nome lungo e sembrava anche importante! E soprattutto, gli era meno sconosciuto di come gli era sembrato il nome Denis all'inizio delle menzogne di Grethel. "Grazie!" - rispose mestamente.

"Allora ti abbiamo convinto, tornerai a Parigi con noi?" - chiese Porthos.

"Verrò e tenterò di ricordare! Non dico che mi fido di voi ma vi do il beneficio del dubbio... Molte cose che mi avete detto, corrispondono a quel poco di realtà che io so. E per il resto, cercherò di dimenticare questa storia assurda che ho vissuto e le persone che ne hanno fatto parte!". Il suo pensiero corse a Grethel... Era furibondo! Se davvero le cose stavano come gli avevano appena comunicato, avrebbe dovuto odiarla. Eppure... il pensiero di non rivedere più quella donna, di non poterla più toccare, stringere... Era una strana specie di tortura. Il suo corpo e la sua mente reagivano in maniera diversa davanti alla realtà. La sua mente aveva capito cosa era successo, il suo corpo continuava ad essere attratto da quella donna.

"Ok, allora si torna a Parigi!!!" - esclamò Porthos, all'oscuro di quanto si agitava nelle giovane mente del guascone.


....


Grethel riuscì a liberarsi. I suoi occhi erano iniettati d'ira verso quei guastafeste che l'avevano colta di sorpresa e verso se stessa che si era fatta fregare.

Era tutto perso! Denis era stato ripreso dai suoi amici!

Ma non si sarebbe arresa!

Oh si, l'avrebbe ripreso con se!

Sapeva, immaginava, che lo avrebbero riportato a Parigi, viste le sue condizioni. E lei a Parigi sarebbe andata, per riprenderselo!

Gli serviva, doveva ritrovarlo!!! Magari lui conoseva che lei stata cercando, magari sapeva come contattarlo, come indirizzarla a lui!

E col suo aiuto, lei lo avrebbe ritrovato sicuramente il moschettiere che odiava: Charles De Batz De Castelmore...




1. Il nome completo di d'Artagnan l'ho preso dal romanzo, nell'anime non si fa menzione al suo cognome infatti!



  
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