DUE LACRIME
DUE LACRIME
parte quarta
La regina Serenity sapeva perfettamente
che un giorno avrebbe visto l'uomo che amava morire di vecchiaia, ben prima che
quel momento giungesse per lei. Avrebbe potuto sopportare di vederlo invecchiare
così come aveva imparato a sopportare il dolore della distanza. Non avrebbe mai
smesso di amarlo, nemmeno quando di lui sarebbe rimasto solo un uomo vecchio e
stanco. Non era per il suo aspetto che si era innamorata così perdutamente di
lui, né per il suo valore o le sue ricchezze, no... Lei lo amava perchè lui era
l'unica persona nell'universo che l'avesse trattata come un essere umano, amando
di lei ogni suo pregio e difetto, amandola in quanto viva e non venerandola in
quanto dea. Lei non era una dea. Aveva grandi poteri, ma non era una dea. Lei
era una donna. Ed era questo che Endymion aveva visto in lei; quando lui la
guardava i suoi erano gli occhi di un uomo che guarda la sua donna. Solo questo,
e nient'altro...
- Perchè quello sguardo? - domandò una
voce maschile, leggermente raschiante - Sono vecchio, vero?
- No, non è vero. - rispose la donna in
un sorriso, la voce sottile nello sforzo di trattenere le lacrime - Non mi
importerebbe.
La regina Serenity strinse forte la
mano dell'uomo e l'accostò alla sua guancia. Inginocchiata accanto al suo letto
osservava il suo viso pallido e sofferente con una stretta allo stomaco. Avrebbe
potuto sopportare la vecchiaia, ma la malattia... La malattia era una cosa che
il suo popolo non conosceva. La malattia era quella cosa sconosciuta che lo
stava consumando da dentro e che lentamente lo stava allontanando da lei,
definitivamente.
- Endymion... Se tu... Se tu me
l'avessi detto prima, io avrei potuto aiutarti. Il Cristallo d'Argento ti
avrebbe guarito e...
- Va bene così. Serenity, non ho paura.
Tu sei...sei bellissima... Sono felice che tu sia qui. - un debole sorriso si
dipinse sulle sue labbra, mentre con le dita le sfiorava la guancia.
- E' stata tua moglie a chiamarmi. E'
davvero una brava donna.
- Sì, lo è. Ho reso infelice anche
lei... Io, pensavo sempre a te, Serenity...
- Anch'io; pensavo sempre a te...
- E lei; com'è lei?
- E' una brava bambina. E'
intelligente, molto intelligente. Come suo padre... E...
- E?
- E' qui fuori, che aspetta.
- Davvero? - il viso del re si illuminò
- Falla entrare. Voglio vederla. Una sola volta...
La regina Serenity riuscì appena ad
annuire. Le sue labbra soffocarono un singhiozzo, perchè non poteva vedere come
il soffio caldo della vita stesse lentamente abbandonando gli occhi ed il cuore
del re.
Gli posò un delicato bacio sulle dita
fredde e si alzò, dirigendosi a passi incerti verso la porta.
***
Endymion sapeva che il tempo si stava
contraendo inesorabilmente. Non riusciva più a mascherare il dolore che ogni
singolo respiro gli costava. Ma erano quasi otto primavere ormai che desiderava
poterla vedere, anche solo per l'attimo fuggevole di un abbraccio, e non seppe
resistere al desiderio di guardarla negli occhi per quella prima ed ultima
volta.
Così abbassò le palpebre, per riposare il
suo corpo stanco per il breve tempo di quell'attesa. Quando le riaprì vide una
bambina con due buffi codini rosa e un visino imbronciato che lo fissava. Egli
le sorrise, reprimendo a stento un affannoso respiro quando il dolore e le
lacrime rischiarono di inondargli il viso.
Le amorevoli mani di Serenity si
posarono sulle spalle della piccola mentre le sussurrava un incoraggiamento.
- Piccola Lady, lui è il tuo papà.
- Sì, lo so.
- Fai la timida?
La piccola scosse il capo e fece un
piccolo passo verso il bordo del letto. Rimase in silenzio a scrutare il volto
dell'uomo sdraiato fra le coperte che la fissava a sua volta senza dire niente.
Endymion pensò che se ne avesse avuta la forza avrebbe stretto sua figlia forte
al petto e l'avrebbe fatta volteggiare nell'aria ubriacandosi del suo riso. Ma
non poteva fare nulla di tutto ciò, solo attendere; soffocare il dolore,
sorridere e attendere.
- Ho letto tutte le tue lettere, sai?
- Anch'io ho ricevuto le tue. Sei...
Sei molto brava a scrivere. - ma il re non era bravo a mascherare la sofferenza
che si faceva strada dentro di lui.
Finalmente la principessina ricambiò il
suo sorriso e si gettò fra le braccia del padre. Nel sentire il piacevole peso
di sua figlia sul petto e il suo profumo fresco Endymion si sentì al tempo
stesso felice e triste. Aveva così poco tempo ormai...
- Perchè stai male papà? Mi avevi
promesso che quando ci saremmo visti mi avresti fatto vedere tutte le cose belle
della Terra.
- Lo so piccola mia. Mi dispiace... Ma
tuo...tuo fratello lo farà per me.
***
- Madre, perchè l'avete chiamata qui?
Cosa vuole? Usare quella bambina per impadronirsi della Terra? - l'ira nella
voce del principe Aaren era palese mentre consumava il pavimento con grandi
falcate. Era rabbia, rancore e gelosia - Tanti anni di finzione e sotterfugi per
farsi smascherare alla fine? Vuole la guerra?
- Aaren, calmati. Non avverrà nulla di
tutto ciò.
- Ma siete cieca? Quella donna l'ha
stregato? E ha stregato anche voi!
- Aaren, smettila.
- Ma come ha potuto? Come ha potuto il
re essere così cieco e tradirvi e dare a quella strega una figlia?
- Aaren, adesso basta! - la voce della
regina Eos si sollevò così forte da riecheggiare per le mura di pietra.
Il principe si fermò, meravigliato dal
tono mai così severo della madre e sbigottito dall'atteggiamento successivo: la
regina si coprì gli occhi con una mano per nascondere il pianto e con voce
sommessa disse - Endymion è sposato con lei. Prima di sposare me ha sposato lei.
Il silenzio cadde sopra ogni cosa.
Asciugate le lacrime col dorso della mano la madre avvicinò il figlio e con la
punta delle dita sfiorò un piccolo cerchio d'oro che recava al suo interno una
goccia di diamante, incastonato al centro del fermaglio che gli chiudeva il
mantello. Quindi, guardò negli occhi suo figlio e ripeté - Ha sposato lei.
***
- Aaren, avvicinati. - chiamò il padre
il figlio, rimasto immobile sulla soglia.
Continuava a guardare Serenity come se
fosse la creatura più infima dell'universo. Così giovane e così bella riusciva a
vedere in lei solo la causa del dolore della sua famiglia. Nonostante le parole
di sua madre non poteva credere che i suoi sentimenti fossero sinceri. Se sua
madre si era arresa lui non avrebbe potuto fare altrettanto. Rivolse alla
bambina seduta accanto a suo padre appena un'occhiata, poi, si avvicinò a lui
dal lato opposto.
- Ricordi cosa ti dissi quando eri
ancora un bambino?
La voce del re si era fatta così fioca.
La bambina alla sua sinistra gli strinse forte la mano continuando a sorridere,
ma Serenity, nascosta all'ombra di un angolo, sentì il suo cuore andare in mille
pezzi mentre soffocava un singhiozzo tra le dita tremanti. Questa volta il suo
cuore non si sarebbe ricomposto. Ma era orgogliosa della loro figlia, del suo
coraggio. Spostò gli occhi sul giovane principe e percepì la freddezza nei
suoi confronti. Non voleva portargli via niente; voleva solo restare vicino al
suo amore almeno negli ultimi istanti, come non aveva potuto fare per tutta la
vita passata e per i lunghi secoli che ancora l'attendevano.
La risposta del giovane arrivò dopo
molto tempo.
- Mi avete detto molte cose, padre.
- Aaren, non hai mai
voluto...ascoltarmi ma...tu sai che...
- Padre, conservate le energie.
- Aaren, - per un breve momento nella
voce dell'uomo era tornata l'antica scintilla di profondità e autorità - io...ti
voglio bene, Aaren.
Il giovane non seppe capire come, ma
quelle parole e la smorfia di dolore sul viso del padre lo spiazzarono. Quando
mormorò di sederglisi accanto non esitò un solo istante.
- Tu sai chi è lei, vero Aaren?
Il principe guardò la principessina
negli occhi per la prima volta. Nonostante il sorriso quegli occhi erano tanto,
tanto tristi. Distolse lo sguardo e tornò a rivolgere l'attenzione al padre.
- Sì, lo so.
- Bene. Allora promettimi che ti
prenderai cura di tua sorella.
Endymion prese nella sua la mano di suo
figlio e l'avvicinò a quella di sua figlia. Aaren vide sparire la piccola mano
bianca della bimba nella sua. La piccola le rivolse un dolce sorriso che
ricambiò con uno più tirato. Cominciò a sentirsi confuso.
- Te lo prometto, papà...
- Grazie. Io...vi voglio bene...
Andate...ora...
Il re chiuse gli occhi stanco, così non
poté vedere i suoi figli allontanarsi, ancora mano nella mano. Ma percepì
all'istante il lieve tocco delle dita di Serenity sulla sua fronte e la sua voce
sussurrare - Andrà tutto bene.
***
Il principe Aaren condusse la
principessina lunare ai giardini, deserti. Tutti gli abitanti del castello erano
in attesa di ricevere notizie sulla salute del loro amato re. Egli aveva capito
che ormai era giunta la fine, ma non era stata questa consapevolezza a spingerlo
ad accettare senza repliche la sua richiesta. Si chiese se quella buffa bambina
chiacchierona non lo avesse stregato...
- Com'era giocare con papà? Ti
raccontava tante storie? La mamma dice che conosce tante leggende. Me ne ha
scritta qualcuna in qualche lettera. Mi piace leggerle. E tu? Noi due dobbiamo
rimanere un segreto, lo sai? Che sono tua sorella intendo. E tu sei mio
fratello. Sono tanto felice di averti conosciuto. La tua mamma è stata molto
buona e gentile. Mi piace la tua mamma.
Quel turbine di parole vorticavano
nella sua testa dando il ritmo ai suoi stessi pensieri: ricordi vicini e lontani
di lui e di suo padre, del suo grande affetto per lui, delle fiabe raccontate di
giorno e di notte. Poi, guardò verso il basso quella bimba che aveva appena
parlato così bene di sua madre. Era un trucco? O era la realtà? E mentre si
fermava ad ascoltare il suo cuore e la sua mente un rumore più cupo e profondo
spezzò il filo dei suoi pensieri: il corno del re stava suonando il suo lamento
funebre.
Suo padre non c'era più.
- Perchè gli uomini muoiono, Aaren?
- Perchè ogni cosa finisce. Chi prima,
chi dopo. - le rispose inginocchiandosi di fronte a lei per poterla guardare
negli occhi.
Non seppe mai se quella risposta
l'aveva soddisfatta oppure no, ma la vide allungare una manina verso di lui e
posarsi sul suo fermaglio.
- Eccola! L'altra lacrima...
- Cosa? - quella era la seconda volta
che qualcuno gli sfiorava il diamante che portava sempre con sé.
- Io ho l'altra. - sorrise dolcemente
la piccola mostrandogli il ciondolo che portava al collo.
Appeso ad una catenina sottile brillava
un piccolo cerchio d'oro con una goccia di diamante al suo interno, identico al
gioiello che lui portava incastonato nella sua spilla. E allora si ricordò del
giorno in cui suo padre glielo aveva donato.
"Questa è la lacrima che rappresenta il
dolore della guerra e la gioia dell'amore. E' un dono ed un ricordo molto
importante, per questo voglio che sia tu a custodirla: una persona molto
importante."
"Perchè sono un principe?"
"No. Perchè sei mio figlio, ed io ti
amo per questo."
- Sono due? - le chiese con voce
tremante.
- Sì, due: due lacrime. Sono il dono
che la mia mamma e papà si sono scambiati quando si sono sposati. Non te l'ha
mai raccontato? - sembrava stupita.
- E' una storia che non ho mai voluto
ascoltare. - mormorò - E ormai, non posso più.
- Posso raccontartela io se vuoi.
- Davvero?
- Sei il mio fratellone.
Aaren fissò il riso di sua sorella
nella sua mente, accanto al ricordo di suo padre. Adesso anche lui aveva un
dolce e doloroso segreto da custodire. Si alzò in piedi e le tese la mano.
- Ti va di raccontarmela in riva al
mare?
***
Si narra che nessuna amicizia fu più
forte e duratura di quella che legò il re Aaren del Golden Kingdom e la
principessa Lady Serenity del Silver Millennium. Girarono molte voci su di loro:
che fossero amanti, che fossero fratelli... Ma nessuno seppe mai qual era la
verità.
E dopo mille anni quello che si dice di
loro è che fossero solo due lacrime.
FINE
Ed anche questa storia
è giunta al termine ^^ Grazie a Giu84, Sailor83, Sailormoon81, Xstellaluna,
Strega Morgana, Miki90 per i loro commenti ^^ Vi abbraccio tutti forte e buone
vacanze a chi è in partenza!
Alla prossima, Silvia^^
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