Ed
ecco qui il chap-extra che vi avevo promesso. Spero vi piaccia!Questo
chap lo dedico a tutti i miei recensori e anche a chi ha solo letto.
Grazie mille a tutti. Me commossa. 50 recensioni...grazie mille!vi
voglio tanto bene. Volevo dirvi, inoltre, che questo capitolo, mi è
uscito fuori così, ho fatto del mio meglio...beh, vi lascio
alla lettura. Arrivederci ragazzi!^_________^
La
Leggenda
di
Santa
Clause
Molto
tempo fa, viveva in Inghilterra, un uomo chiamato Jean Claude. Sua
madre era una strega francese mentre suo padre un mago inglese;
eppure Jean Claude poteva vantare nonni, bisnonni,zii e cugini,
originari di ogni parte del mondo: una cosa più unica che
rara.
Il
mondo Magico era in crisi, economica ma soprattutto politica: si
rischiava una guerra civile.
Ma
a Jean Claude, questo non importava molto. Lui si limitava a vivere
bene, e a svolgere, brillantemente come al solito, il suo lavoro di
falegname , nel piccolo paesino di Rainbow Falls, ai confini con la
Scozia.
Il
paese aveva preso il suo nome da delle grandi cascate, denominate
appunto, Rainbow Falls, che si trovavano nelle vicinanze. Le cascate
avevano quell'appellativo, per via di uno strano fenomeno che si
verificava in un preciso giorno d'inverno: le cascate assumevano
tutte le tonalità di colore dell'arcobaleno, creando così
uno spettacolo meraviglioso e molto suggestivo.
Jean
Claude era benvoluto da tutti, oltre che per la sua grande abilità
nel fabbricare oggetti in legno, soprattutto per la sua innata bontà.
Se un bambino si avvicinava alla sua bottega, e contemplava i sui
giocattoli, con aria triste, lui gliene regalava uno.
Ma
Jean Claude, era in realtà un esempio, una guida, per la gente
del paese. I bambini gli volevano bene per la sua faccia bonaria e
per i suoi regali. I giovani lo ammiravano, per la sua abilità
nel lavorare il legno a mano(non usava la magia, perché
altrimenti l'oggetto avrebbe perso tutto il suo valore). E infine,
gli anziani, lo ritenevano un uomo colto e per bene, un esempio per
tutti i loro figli e nipoti.
Ogni
anno nel pieno dell'inverno, Jean Claude, si recava nel bosco vicino
alle cascate e abbatteva alcuni preziosi pini innevati. E quell'anno
non andò diversamente.
Era
il 25 Dicembre e Jean Claude, camminava lentamente nella notte,
esaminando gli alberi, bacchetta alla mano. Dietro di lui, venivano
una serie di tronchi tagliati, sospesi magicamente ad un metro dal
suolo.
Aveva
lavorato tutto il pomeriggio e la sera, ed ora, a notte fonda stava
ultimando il suo lavoro.
D'un
tratto gli parve di scorgere un bagliore colorato nella notte. Jean
Claude si guardò intorno ma il bagliore non si ripeté.
Continuò a camminare e all'improvviso, eccolo di nuovo, ancora
più luminoso. Ma stavolta il vecchio mago era stato attento.
Si volse e iniziò a camminare verso la fonte del bagliore,
dopo pochi minuti era arrivato a destinazione.
Uno
spettacolo meraviglioso gli si presentò davanti agli occhi: la
cascata riluceva della luce di mille colori, i colori
dell'arcobaleno.
Jean
Claude si avvicinò alla cascata fino a toccare l'acqua con una
mano, attirato da un forza invisibile.
E
allora successe: la stessa forza misteriosa, stavolta più
forte, lo risucchiò verso il getto d'acqua e lui, troppo
sorpreso per reagire, si lasciò trascinare via.
Chiuse
gli occhi quasi involontariamente, e quando li riaprì, una
landa ghiacciata si apriva ai suoi occhi meravigliati, convinti di
trovare solo pietra, al di là della cascata.
"Salve
signore, la stavamo aspettando”
Il
vecchio mago abbassò lo sguardo e vide un esserino
cicciottello e bassetto, con un grosso cappello verde con un pompon
bianco sulla punta, e una lunga barba bianca.
"Dove
sono?Chi sei tu?E che vuol dire che mi stavi aspettando?”
L'esserino
sorrise.
"Sei
al Polo Nord. Io sono il folletto custode e mi chiamo Rin. Ti stavo
aspettando perché ci è giunta voce che quando la porta
si sarebbe aperta, un umano sarebbe passato da questa parte, per
aiutarci a compiere il nostro dovere. Come hai detto che ti chiami?”
"Jean
Claude”
"Bene Jean Clause...”
"No,
Jean Claude”
"E
io che ho detto!Jean Clause!”
All'improvviso,
l'uomo vide arrivare di corsa un altro folletto.
"Rin,
Rin, presto dobbiamo andare alla Casa! I folletti stanno per
andarsene perché non credono che l'uomo verrà mai, e a
dire il vero, neanche io sono molto conv- Per tutti i
folletti!!Scusatemi!Non vi avevo visto!Io sono Bin, il fratello di
Rin.”
"Questo
è Jean Clause, presto andiamo! Se i folletti se ne vanno è
un bel guaio!”
Rin
prese un Jean Claude completamente senza parole e lo strascinò
a forza verso una slitta.
Dopo
che gli ebbe spiegato come si doveva mettere e si fu assicurato che
tutti erano stabili, Rin fece un sorrisetto.
"Nessuno
guida la slitta meglio di me...ma neanche più veloce di me!”
E
infatti in meno di cinque minuti di corsa sfrenata arrivarono ai
piedi di un palazzo, a detta di Jean Claude, alquanto strano.
"Mai
più sulla slitta con mi fratello alla guida. Mai più!
E' un suicidio!”
Jean
Claude annuì mentre Rin sbuffò.
"Non
lamentarti Bin, piuttosto, non perdiamo altro tempo!”
I
tre entrarono e videro una grande e rumorosa massa di folletti che al
loro passaggio ammutolirono.
Arrivati
al centro, Rin esordì:
"Amici!Ecco
l'umano che ci aiuterà. Lui è Jean Clause e fa il...-
che lavoro fai?” chiese sottovoce a Jean Claude.
"Falegname.”
"....-il
Falegname!La profezia diceva il vero!” poi si rivolse a Jean
Claude.
"Tu,
ogni anno, il 25 Dicembre, uscirai dalla porta della cascata e andrai
a consegnare i regali a tutti i bambini del mondo che ne hanno
bisogno o che lo desiderano. Avrai in dotazione una slitta
volante(incantata naturalmente) e sei renne volanti. In più,
noi folletti, ti aiuteremo per tutto il resto dell'anno a fabbricare
i regali che ti servono.”
Un
applauso si levò da tutta a sala.
"Diventerai
immortale come tutti noi,e il tuo nome, non sarà più
Jean Clause ma...Santa Clause!!!”
Un
grido scaturì da tutti i presenti: “Santa Clause!Santa
Clause!Santa Clause!”
"Allora
accetti?” tornò a dire Rin, quando fu disceso il
silenzio.
Jean
Claude, stavolta, era perfettamente cosciente della situazione e gli
piaceva l'idea di far felici migliaia di bambini...
"Si,
accetto!”
Il
grido di giubilo dei folletti si udì fin da fuori: “EVVIVA,
EVVIVA, EVVIVA SANTA CLAUSE!!!”
Da
allora, se la notte del 25 Dicembre , a mezzanotte, guardi il cielo
stellato, forse riuscirai a scorgere una slitta trainata da renne,
con a bordo un vecchio dalla barba bianca, che grida ogni tanto: “OH
OH OH!”
Ma
purtroppo, è passato molto tempo...e la gente...i bambini, non
credono più a Santa Clause, o meglio, a Babbo Natale(come lo
hanno rinominato poi).
Così
la lista delle persone a cui consegnare doni, si è ridotta
alle sole persone che credono...
Questo
però, a lui non importa, perché ci sono ancora tante
persone bisognose al mondo.
L'unica
cosa di cui risente, in effetti, è la diminuzione dei biscotti
che mangiava quella notte...
The**
**End
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