Bloodlines

di rosewhite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Inizio ***


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Ci sono linee di sangue che non possono essere cancellate con un colpo di spugna.

 Linee che vanno oltre il visibile, ma che in un certo senso vedi, se vuoi.

Ed a volte il tempo è fondamentale, anche se pensavi di avere a disposizione l’eternità, ti accorgi che ti scivola via dalle mani come sabbia.

Ma lei non voleva fare quell’errore.

Avrebbe afferrato il tempo e conosciuto chi doveva conoscere.

Perché il sangue chiama il sangue e non stiamo parlando di omicidi.

 

Il sole primaverile batteva sui monotoni palazzi squadrati di mattoni rossi.

Una ragazza camminava lentamente godendosi la vista, non che ci fosse molto da vedere, sempre monotoni palazzi ovunque, ma con il calore del sole che le riscaldava le ossa le andava bene anche quello.

Si fermò e controllò velocemente se sul citofono ci fosse chi cercava. Bingo pensò aprendo il portone e salendo le scale.

Bussò all’unica porta di legno scuro ed aspettò.

Le venne ad aprire un ragazzo con capelli neri ed occhi azzurri con indosso pantaloni sportivi ed una maglietta a mezze maniche dello stesso colore degli occhi.

<< Ciao >> gli disse sorridendo.

<< Magnus penso sia per te >> disse lui facendosi da parte per farla entrare. La ragazza non se lo fece ripetere due volte ed oltrepassò la soglia ringraziandolo con un gesto del capo.

Il salone era in stile vittoriano, ma non analizzò tutti i pezzi d’arredo perché la sua attenzione venne catturata da Magnus, che arrivò con indosso jeans chiari ed una maglia gialla canarino. I capelli castani sparati in alto e quegli occhi felini che la studiavano.

Lui l’osservò da capo a piedi.

I capelli lisci castano scuro che le arrivavano fino a metà schiena, labbra rosa, pelle olivastra, una semplice maglietta verde militare a mezze maniche con scollo a V e jeans scuri. Una ragazza come altre. Ma quando si tolse gli occhiali da sole mostrando gli occhi a mandorla di un viola acceso, lei sentì il ragazzo con gli occhi azzurri trattenere per un secondo il respiro.

<< Non penso di conoscerti. Chi sei? >> domandò il sommo stregone di Brooklyn. Lei gli sorrise.

<< Tua sorella. – lui alzò un sopracciglio scettico – Ok, ok.. Mi correggo – disse alzando le mani in segno di resa e sorridendo - la tua sorellastra. Il mio nome è Megan. – poi si voltò verso il ragazzo dagli occhi azzurri. -  E tu devi essere Alec – s’inchinò dolcemente sempre sorridendo – piacere di conoscerti. >>

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1

 

Scintille azzurre uscirono dalle dita di Magnus mentre avanzava di un passo in modo minaccioso.

<< Te lo ripeto per l’ultima volta. Chi sei? >> La ragazza incrociò le braccia e sollevò un sopracciglio.

<< Sei forse sordo? >>

<< Io non ho sorelle >> ripeté facendo un altro passo.

<< E la magia non esiste >> controbatté lei, poi sciolse le braccia ed infilò le mani nelle tasche dei jeans.

<< Non mi aspettavo una festa di benvenuto, certo, ma mi stai addirittura minacciando? – sospirò – Lascia perdere. E’ stato un piacere fare la tua conoscenza Alexander – si rivolse al fratello facendo un cenno col capo in segno di saluto – Magnus >> si rimise gli occhiali da sole e se ne andò, ma non prima di aver lasciato un foglietto di carta sul tavolino vicino all’ingresso.

 

Megan passeggiò ancora un po’ sotto il sole godendosi la vita dei mondani ignari di tutto ciò che li circondava.

Vide una bambina di circa quattro anni mano nella mano con la madre. Rideva ed i capelli biondi le splendevano come oro. La pizzicò qualcosa dentro. Delusione? Rabbia? Invidia?

Lei non avrebbe potuto avere figli.
Perché si sa che gli stregoni sono sterili, tutti. Come i muli. Incroci che non possono procreare.

Sei a New York ragazza mia, cosa puoi fare in pieno giorno? Pensò camminando senza meta, baciata dal sole che faceva rispendere i suoi capelli con mille riflessi color cioccolato e rame.

Meg avrebbe voluto dare a Magnus la brutta notizia di persona. Le brutte notizie ad essere onesta.

<< Lui non vuole avere a che fare nè con me nè con voi. >> Le aveva detto il padre.

<< Ma padre, perché parlava con Andrew e non dovrebbe farlo con me? >> aveva chiesto lei ingenuamente.

<<Perché ci odia >>  Le persone normali vivono in famiglia e Magnus era tutto ciò che le era rimasto oltre il padre, abitante degli inferi e quindi non facilmente reperibile.

Alzò gli occhi al cielo dopo aver comprato qualcosa per la cena e, visto che il crepuscolo si avvicinava, decise di tornare a casa.

 

<< Secondo me sei stato troppo duro con quella ragazza Magnus >> disse Alec tamponandosi i capelli con un asciugamano bianco mentre lo raggiungeva in cucina.

<< E’ una bugiarda. Io non ho sorelle. >> Alec guardò il suo ragazzo, delle scintille azzurre e verdi gli volavano intorno al capo.

<< Hai almeno visto cos’è quel foglietto? >>

<< Un indirizzo >> disse lo stregone facendo svolazzare il pezzo di carta fino a lui.

<< Non è molto lontano da qui >> osservò analizzandolo

<< Cosa ti fa pensare che andrò lì Alexander? >> Lo Shadowhunter si avvicinò allo stregone e gli accarezzò il viso chinandosi su di lui, sfiorargli le labbra con le proprie.

<< Farai la cosa giusta >> Magnus lo tirò per farlo sedere sulle sue gambe.

<< Al momento questa mi sembra l’unica cosa giusta >> lo baciò con passione buttando l’asciugamano sul pavimento passandogli la mano tra i capelli umidi.

<< Ci andrai? >> domandò Alec sorridendo.

<< Sei un maledetto testardo, uccellino >>

<< Uccellino? >> il tono scettico del ragazzo fece ridere Magnus.

<< Ci sto provando >>

<< Prova ancora >> Risero insieme.

<< Un altro nomignolo sprecato >>

<< Così sembra >>






Ok fanciulle e fanciulli. E' la prima ff su Shadowhunters e so di non saper scrivere, ma avevo quest'idea in mente e boh.. ho pensato di metterla tanto per scrivere qualcosa di diverso.
A presto e mi raccomando. Ditemi se fa troppo schifo per continuare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


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Capitolo 2

 

La casa era buia quando Megan vi entrò.

Poggiò le chiavi che tintinnarono rumorosamente nello svuotatasche all’ingresso.

Una luce si accese in camera da letto, nella loro camera da letto, e sentì il rumore di passi avvicinarsi.

Poggiò la busta con la spesa sull’isola di marmo bianco in cucina, da piccola ne aveva sempre desiderata una immaginandola esattamente lì, nella casa dei suoi sogni.

Aprì il frigo ed iniziò a posare uova e frutta con una punta di delusione.

Aveva pensato di poter dimostrare che il padre aveva torto, che si sbagliava quando diceva che Magnus li odiava, ma aveva evidentemente fallito. I suoi occhi verdi da gatto l’avevano guardata con una freddezza disarmante, non aveva lasciato spazio a dubbi. Aveva semplicemente deciso che lui non aveva e non poteva avere sorelle.

<< Hey piccola, com’è andata la tua passeggiata? >> Megan sorrise alla sua voce e si voltò.

Jason era poggiato con la spalla, a braccia conserte, vicino lo stipite della porta, a torso nudo con indosso solo i jeans chiari che sembravano fondersi con il candore della pelle del ventre.

Dimostrava circa ventidue anni, anche se in realtà ne aveva più di duecentocinquanta.

I capelli biondo oro gli ricadevano in dolce onde sfiorandogli le spalle, gli occhi grigi come i cieli primaverili che promettono pioggia ma che sai nascondono il sole, una piccola cicatrice sullo zigomo intaccava la perfezione da film che avrebbe avuto senza, ma che lei amava esattamente per questo motivo, la mascella un po’ squadrata la faceva impazzire, doveva ammetterlo, e quelle labbra.. oh quelle labbra.

Le sorrise come faceva sempre. Come se fosse la donna più bella e più dolce del mondo, anche se lei sapeva che non era così.

<< Allora? >> le domandò mentre il sorriso gli si allargava.

<< Cosa? >> Megan cadde dalle nuvole, si era persa a contemplarlo come faceva spesso. Jason rise e le andò in contro a piedi scalzi.

<< Ti ho chiesto com’è andata la tua passeggiata? >>

<< Non puoi chiedermelo mezzo nudo ed aspettarti veramente che io ti risponda >> lui rise di nuovo ed allargò le braccia permettendo alla strega di rifugiarcisi. Lei gli avvolse le braccia intorno al ventre e poggiò la guancia contro il suo petto freddo e sordo mentre lui l’avvolgeva in un abbraccio come una rassicurante coperta e le poggiava il mento sui capelli.

 << Ancora non mi hai risposto, piccola. >> le ricordò facendo vibrare il petto.

<< New York me l’aspettavo diversa. Magari con più colori o cose stravaganti. Ti ho svegliato? >>

Si spostò un po’ ed alzò il viso per guardarlo negli occhi e lui la baciò dolcemente.

<< No >> la baciò di nuovo ma vennero interrotti da un miagolio dall’altra parte della stanza.

Ombra, il gatto tartarugato adottato l’anno prima dalla coppia, strusciava con la coda alzata contro la porta. Li guardò con gli occhi color ambra e miagolò di nuovo.

<< Mi sa che qui qualcuno ha fame >>

<< E non è l’unico >> disse Jason aprendo il frigo e prendendo una bottiglietta di sangue. Quella roba sapeva di cibo precotto ma, purtroppo, doveva accontentarsi. La svitò e la mise nel fornetto a microonde mentre la sua ragazza svuotava una scatoletta di cibo per gatti nella ciotola viola di Ombra.

Viola, come gli occhi della ragazza che amava. L’aveva comprata esattamente per quel motivo, perché anche in quel negozio, anche se era solo, c’era sempre qualcosa che le ricordava lei. Qualche volta, andando per negozi, sentiva una canzone che gliela ricordava oppure pensava “ questo le piacerebbe”. Lei era sempre con lui, anche quando erano lontano chilometri.

 Il timer del fornetto suonò, lui si voltò solo per prendere la bottiglia e poi tornò a guardarla mentre metteva a posto le cose che aveva comprato nutrendosi sia del sangue che della sua vista.





Perdonatemi se il primo capitolo e l'intro fanno un po' schifo. Se non lo faccio ora, appena possibile provo a migliorarli un po'.
Nel frattempo.. Cosa ne pensate di questo?
Le recensioni, anche negative, servono per migliorarsi.
Grazie a tutti. A presto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3

 

Meraviglia delle meraviglie alla fine Magnus era andato a quell’indirizzo. Più per esasperazione che per altro. Alec l’aveva in pratica spinto per la strada e poi l’aveva lasciato fuori quella porta.

Ed ora era in un salotto con le pareti azzurre seduto su un divano così bianco da far male agli occhi con Megan di fronte.

<< Allora… >> disse la ragazza.

<< Se sei veramente mia sorella, perché non ho mai saputo niente di te? >> Il Sommo Stregone era stato diretto ed era intenzionato ad andare fino in fondo a quella maledetta storia. Voleva smascherare quella che per lui era solo una ciarlatana. Però il sopracciglio di Meg scattò all’insù.

<< Come pretendi di sapere qualcosa se non parli con nessuno dei nostri fratelli da prima che nascessi? >>

<< Non ho notizie dei miei fratelli da molto molto tempo. >>

<< Non per scelta loro. >>

<< Ma tu cosa ne sai? >> Lui si stava iniziando a scaldare e lei prese un respiro profondo per calmarsi. O per calmare entrambi.

<< Sono stata cresciuta da Mark. Non parlava spesso di te, anzi quasi mai in realtà, ed ogni volta che gli facevo qualche domanda che ti riguardava anche solo da lontano, lui cambiava discorso. Andrew era dall’altra parte del mondo e nostro padre… è completamente inutile dirtelo. Però un giorno l’ho evocato e sai cosa mi ha detto? >>

Magnus aveva raddrizzato la schiena improvvisamente interessato alla conversazione. Certo, tutti i Nascosti potevano conoscere i nomi dei suoi fratelli, ma nessuno sano di mente avrebbe nominato suo padre tanto alla leggera.

<< Bugie come suo solito? >>

Megan si ritrovò a ridacchiare senza allegria. << Questo puoi dirmelo solo tu. >>

<< Cosa ti ha detto? >> la strega prese coraggio, una boccata d’aria ed andò al balcone spalancandolo. Cacciò dalla tasca del jeans un pacchetto di sigarette ed un accendino. Rispose solo dopo aver preso una generosa boccata di fumo ad occhi chiusi.

<< Mi ha detto che ci odiavi, tutti. E quando gli ho chiesto perché mai avresti dovuto odiarmi ha risposto che ero sua figlia, e che questo bastava. >> Lo sguardo che gli lanciò trafisse Magnus.

<< Perché sei venuta da me, allora? >>

<< Dopo quello che è successo ad Andrew.. >> Tutti i campanellini d’allarme di Magnus suonarono in contemporanea.

<< Cos’è successo ad Andrew? >> Meg rimase in silenzio per un tempo che sembrò infinito.

<< Non lo sai? >>

<< Non so COSA? >> si alzò dal divano rischiando di urtare il tavolino in vetro a portata di ginocchio.

<< Magnus.. Andrew è stato ucciso circa cinque anni fa. >>

Silenzio. Un silenzio così pesante che alzando la mano potevi toccarlo. Megan era completamente immobile e lo fissava, attenta ad ogni suo movimento. Come poteva non saperlo? Mark non gli aveva inviato una lettera o un messaggio di fuoco con la notizia?

Era stata indelicata? Ma c’è veramente un buon modo per dire a qualcuno che suo fratello è stato brutalmente ucciso?

La cosa che la spaventava di più era lo sguardo perso nel vuoto di Magnus. Era lo stesso sguardo che aveva Mark quando aveva appreso la notizia.

<< Non è possibile. >> Ricadde pesantemente sul divano. Meg spense la sigaretta e gli andò vicino, sedendosi al suo fianco.

Nel cervello del Sommo Stregone c’era un tornado di pensieri. Non era possibile. O forse sì? Andrew era il più grande dei fratelli, il primo di tre ( o forse quattro? ) figli. Aveva imparato le basi della stregoneria da lui ed ora…. Era morto?

<< Chi è stato? >> domandò in un sussurro. Megan poggiò la mano sulla sua gamba per dargli conforto.

<< Non lo sappiamo.. sono cinque anni che indaghiamo e non siamo riusciti a trovare nulla. >> Ancora silenzio.

<< Mark dov’è? >>

<< Non so nemmeno questo. È per questo che sono venuta qui, Magnus. – si inginocchiò sul tappeto per poterlo guardare negli occhi e gli prese le mani. – Ascoltami, lo so che tu probabilmente non volevi sapere niente di me, e che sono una grandissima testa di cazzo perché mi sono presentata in quel modo, e fattelo dire, se fossi stata al tuo posto mi sarei presa a calci in culo, ma Mark mi ha cresciuto ed ora è sparito. Ho mandato dei demoni Shax a cercarlo in qualsiasi dannato angolo del mondo, ho provato qualsiasi incantesimo di localizzazione e non ho trovato assolutamente niente. So che non è morto, me lo sento, però non so dov’è e non so chi l’ha preso. – Gli strinse le mani tra le proprie. – Tu e lui siete la mia famiglia ed io do molta importanza alla famiglia, ti sto chiedendo di fare quest’unica cosa. Aiutami a ritrovarlo e, se vorrai, sparirò dalla circolazione. Non mi rivedrai mai più, non avrai più mie notizie. Ma ti prego… ti prego… aiutami a ritrovare mio fratello. >>

Magnus guardò quei due fari viola pieni di speranza e dolore e riuscì a pensare ad una sola cosa. Se era vero tutto quello che quella ragazzina gli aveva appena detto, allora quella che in quel momento era inginocchiata davanti a lei era l’ultimo pezzo della sua famiglia.

Andrew era morto e Mark sparito.

<< Come faccio a sapere che non sono tutte bugie? >> Megan si alzò e dicendogli di aspettare un attimo sparì nell’altra stanza.

Immagini di lui e dei suoi fratelli gli comparvero davanti come pietre lanciate contro un vetro. Strano come gli immortali prendano sotto gamba l’eventualità di sparire da un giorno all’altro. D’altra parte se si dice immortale evidentemente una ragione c’è.

Ma l’essere uno stregone, una strega o un vampiro non ti salva dall’omicidio. Perché di questo si trattava. Suo fratello maggiore era stato ucciso ed ora Mark era svanito nel nulla. Puff. Un macabro gioco di prestigio.

Megan ritornò nel salotto con una scatola di legno scuro tra le mani e lo poggiò sul tavolino di fronte a lui.

<< Cos’è? >> chiese sfiorando il coperchio intagliato.

<< L’ho trovato in Germania, a casa di Mark dopo la sua scomparsa. Stavo cercando indizi ed ho trovato questo con…. -  Gli passò un cartoncino dall’aspetto antico. – questo sopra. >>

Magnus lo prese e leggendo il suo nome rimase per un attimo interdetto.

Per Magnus, forse un giorno vorrai sapere cosa ti sei perso.

La calligrafia era quella di Mark, su questo non c’erano dubbi, o di un imitatore veramente bravo. Ci passò le dita sopra godendo del piccolo fosso delle lettere.

<< Può aprirlo solo uno della famiglia. Ed io non l’ho fatto per rispetto. Prendilo e fa quello che vuoi. >>

Magnus si alzò e prese quella scatola di legno con il cuore che gli batteva così forte che probabilmente tutta New York riusciva a sentirlo.

<< Vedrò e ti farò sapere. Grazie per il tuo tempo. >>

Quello era un arrivederci senza data di scadenza. Megan lo sapeva e sospirò. Era tempo che la vita facesse il suo percorso, gli aveva dato tutto ciò che poteva.

La vita di Mark, ora, era nelle mani di Magnus.

 

 

 

 Demone Shax .. olfatto fine, alcuni stregoni li usano per cercare persone scomparse

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Seduto sul suo comodo divano blu, Magnus continuò a rigirarsi la scatola tra le mani. 
Aprirla o non aprirla?
<< Al diavolo! >>
Fece comparire un coltellino e si tagliò lievemente un dito, facendo cadere le gocce di sangue nei ritagli sulla scatola. 
Il sangue iniziò a spargersi ed una volta riempito tutto il complicato motivo, la scatola si aprì in completo silenzio. 
Magnus deglutì rumorosamente, disturbando la quiete assoluta che aveva regnato fino a quel momento, e sollevò il coperchio. 
All'interno c'erano dei dvd, delle foto e qualche foglio. 
Il sommo stregone iniziò a sfogliare le foto, una tenera bambina dagli occhi viola compariva in ognuna di esse. 
In una con davanti una torta con un enorme 5 sopra, lo sguardo felice ed un pacco regalo sulla testa, in un'altra era al parco con lo sguardo imbronciato ed una salopette sporca di terra.
Magnus sorrise guardandone una dove ormai la bambina era cresciuta, in quel momento era un'adolescente che sfoggiava un mazzo di chiavi mentre abbracciava il fratello. 
Il cuore gli mancò un battito quando incrociò gli occhi gialli ed immobili di Mark. 
"Quindi è tutto vero fratello? Perchè non me ne hai mai parlato?" pensò rimettendo a posto le foto. 
Mise uno dei dvd nel riproduttore e partì un filmato. 
C'era ancora la bambina dagli occhi viola, questa volta con un cappellino da festa in testa, che ballava con Mark come se fosse una piccola principessa. 
<< Allora Megan, ti stai divertendo?>> disse la voce di Andrew mentre riprendeva la scena. 
<< Sì! >> Urlò la bambina facendo una giravolta. 
<< E fammi sentire, quanti anni compi oggi?>> 
<< Quattro! >> disse segnando il numero con le piccole dita.
<< Andrew dammi il cambio >> disse Mark mentre si avvicinava alla telecamera. Lo stregone biondo entrò nell'inquadratura, sembrava ancora più alto vicino a quello scricciolo di bimba, e si inginocchiò per potervici ballare. 
Dopo un paio di volteggi e di risate improvvisamente la bimba divenne seria. 
<< Secondo te arriverà Magnus? >> chiese teneramente.
<< Non credo meine Kleine. >> rispose Mark.
<< Ma tu gli hai mandato il mio invito vero? >> 
<< Megan che ne dici di aprire i regali? >> Intervenne prontamente Andrew facendo comparire un enorme regalo. Lo sguardo della bimba si illuminò. 
<< Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii >> Urlò a squarciagola. 
Magnus sentì come una coltellata allo stomaco mentre un senso di tristezza lo soffocava. 
Controllò nello scatolo e vide un cartoncino ripiegato, aprendolo scoprì il famoso "invito" ovvero uno scarabocchio che, con molta immaginazione, poteva sembrare una torta e sopra, scritto da Andrew "Per Magnus da Megan". 
Chiuse la scatola di scatto. Non poteva sopportare altro in quel momento. 

ANGOLO AUTRICE

Volevo continuare questa storia, anche se ho scritto questo capitolo in pochissimo tempo e quindi già so che è scritto male. scusate. Bye!

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