Ciao a tutte!
Ho scritto tanto la prima parte quanto la seconda
e se riesco anche la terza così di getto.
In realtà doveva essere una one-shot (non sono
molto portata per le storie troppo lunghe, non mi fido molto della mia
costanza... Infatti anche le altre che ho in ballo ho sempre paura di lasciarle
a metà...), poi però ho pensato che ci stava bene anche un
"seguito". visto poi che anche qualcun altro era d'accordo...
"Seguito" è tra virgolette perchè non
è proprio un seguito quanto più un cambio di prospettiva.
Credo si capisca, ma ve lo dico ugualmente: la
prima aveva un punto di vista abbastanza generale, questa invece è più che
altro un flusso di pensieri di Roy e la prossima dovrebbe essere la stessa vista
attraverso gli occhi di Riza.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e
ovviamente aspetto con ansia le opinioni su questa seconda parte.
Grazie mille.
Baci
Alex
Un
tantinello..."geloso"?!?!?
Finalmente
quello scocciatore se ne era andato.
Ne
aveva sentite fin troppe per oggi.
Lui
“geloso”… sì, ma che sciocchezza… e di Hawkeye poi…certo che la nazione poteva
star proprio tranquilla con un esercito così…
Scosse
la testa tentando di concentrarsi sul rapporto che teneva tra le mani.
Spostò
con fare infastidito i pezzettini di mina rotta sparsi sul foglio ricominciando
a leggere da dove era rimasto prima di venir interrotto.
…il
sospettato si è avviato verso l’appartamento in…
Certo
che non hanno proprio niente da fare se continuano a pensare a queste assurdità
invece di concentrarsi sul lavoro. Dovrò caricarli maggiormente, almeno la
pianteranno di perder tempo osservando il didietro dei colleghi!
Per
un secondo un’immagine del tutto inappropriata attraversò la mente del
colonnello. Ma che cavolo sto pensando!?!?!?!
Scosse
la testa rituffandosi nel documento davanti a lui.
…verso
l’appartamento in cui abitava l’am…
E
poi, in fondo, non era certo una questione personale... ovviamente si
trattava esclusivamente di una questione puramente professionale. Il tenente
non solo era una loro collega, se non addirittura un loro superiore, era anche
una sua diretta sottoposta e lui aveva l’obbligo di difenderne l’onore ed
esigere che le venisse portato tutto il rispetto che meritava!!!
Sì.
La questione di base era quella. E lui se la stava prendendo in quel modo solo
ed esclusivamente per quel motivo.
Niente
altro…
Quindi,
d’ora in poi tutti quei, come li aveva definiti quell’impiastro?!?!?ah sì,
tutti quei “mosconi”… (lui avrebbe avuto senz’altro un termine più
adeguato…)…da domani avrebbero fatto meglio a sparire, altro che “farsi
avanti”…
Se
solo gli fossero capitati tra la mani...
Sorrise
sicuro della sua “decisione”, rimettendosi con nuova lena al lavoro.
…
l’appartamento in cui abitava l’amante. Una giovane donna bionda di circa una
trentina d’anni…
Il
colonnello lasciò cadere il plico sul piano della scrivania con fare
esasperato.
Non
era proprio giornata.
Si
appoggiò con tutto il suo peso allo schienale della poltrona lasciando cadere
le braccia a peso morto.
Mentre
chiudeva gli occhi cercando di riprendere il controllo, uno strano treno di
immagini e voci decise di corrergli avanti e indietro per la mente.
Hakweye
circondata da ammiratori che sorridevano maliziosi e lascivi, fischi e battute
al suo passaggio, uomini che le chiedevano di uscire, qualcuno che la abbracciava,
il segretario del generale Fargunt che le porgeva dei fiori ricevendo un grazie
appena sussurrato, quel ruffiano del secondo piano che le baciava la mano
guadagnadoci un sorriso, il bellimbusto che lavora alla mensa che la stringeva
a sé lasciando scorrere le mani tra i suoi capelli d’oro, quell’impertinente di
Havoc che le teneva la mano osservandola ridere dopo una battuta scontata,…
Dio
mio, doveva esserci lui in tutte quelle immagini, non certo quel branco di
incapaci!!!!
Scattò
in piedi tirando una manata alla scrivania e spargendo fogli ovunque.
Sbuffò
esasperato dirigendosi verso la finestra.
…
…Sexy…
Il fatto che Havoc avesse usato l’aggettivo “sexy” riferendosi a Riza,
l’aveva abbastanza colpito… certo non come quando aveva parlato di “un uomo”
e “sua donna”…
“sua
donna”…
Hakweye
era il suo tenente, la sua guardia del corpo, il suo
braccio destro, non era e non sarebbe mai stata la donna di nessuno!!!
…di
nessun altro almeno…
Sospirò
sconsolato.
In
fondo perché no, non aveva mai considerato questo punto di vista. Non l’aveva
mai guardata come una donna, lei era Hawkeye, non era certo una donna come
tutte le altre. Non aveva bisogno di essere sexy o simili, era Hawkeye e basta…
Certo
che però ogni tanto…
Mentre
osservava il sole scendere lento oltre gli alberi del parco del quartier
generale un secondo treno di immagini e voci attraversò la mente di Mustang: Riza
fradicia sotto la pioggia accanto a lui, una mano che si sposta una ciocca
d’oro colato oltre l’orecchio, "l'uomo che aspetta da sempre", un sorriso appena accennato dopo una sua
discussione con Fullmetal, "Fino alla fine, glielo prometto", la sensazione di sicurezza nel saperla sempre lì,
l’ombra di una carezza mentre sonnecchiava sulle pratiche ancora da firmare,…
Questa
volta però erano immagini reali: ricordi dimenticati, scene quotidiane, momenti
dati per scontati…
Mustang
si scoprì sorridere riflesso nel vetro davanti a lui.
Doveva
ammetterlo, l'idea di qualcun altro insieme a Riza lo faceva impazzire...
Il
pensiero di qualcuno che la sfiorasse gli faceva ribollire il sangue nelle
vene…
“Un
tantinello…geloso” avevano detto?!?!?
Sorrise
di nuovo.
Incoscienti…
Anzi,
sorrise perfido, folli…
D’un
tratto tutti i suoi sensi si misero all’attenti: era lì, aveva sentito la sua
voce e riconosciuto il suo passo…
Ne
era certo, non si sarebbe mai sbagliato su una cosa del genere: il suo
tenete era lì, dietro quella porta, in mezzo ai suoi uomini…
-HAWKEYE!!!!-