DRAMATOWN di Atypical Mind (/viewuser.php?uid=318947)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto 1 : Prologo ***
Capitolo 2: *** Sogni. ***
Capitolo 3: *** Gangster ***
Capitolo 4: *** La scintilla. ***
Capitolo 1 *** Atto 1 : Prologo ***
Dramatown I
ATTO I :
Lo scrittore.
L’appartamento era disordinato, puzzava di vecchio e
marcio e c’erano fogli , fogli sparsi ovunque . Immaginate quale creatura
potesse abitarlo ; una molto particolare e in via d’estinzione , uno scrittore.
Bill, era quello il nome che i suoi genitori gli avevano dato e gli calzava a
pennello , non era un tipo da Tom , Johnny o Walter ; era Bill, punto e
basta. La notte precedente era già
seppellita negli anfratti della mente del nostro uomo ; aveva bevuto , fumato
erba , visto la tv e poi si era
addormentato su quel lurido divano; la bella vita , il sogno americano.
Non è
che scrittori ci si nasca , lui aveva avuto il suo contorto percorso di
formazione, che aveva generato il macchia carta che ora era . Una volta Bill
aveva ottenuto il successo , non
si parla di molto tempo fa , Bill non era un
vecchio cavallo con la passione per la scrittura ormai pronto ad essere
soppresso, aveva solo trentotto anni , era la sua fantasia che sembrava
essere
ormai seppellita da tempo. Aveva prodotto tre libri , il primo pressoché ignoto
, il secondo noto solo a una piccola cerchia di lettori affezionati , ma era il
terzo , a differenze dei fratelli
minori era il terzo che aveva ottenuto un
successo inaspettato , diventando uno di quei libri da esibire sotto i neon
accecanti delle librerie nei centri
commerciali . Al denaro arrivato rapidamente
erano seguiti tutta quella serie
di bizzarre cerimonie a cui è soggetto uno pseudo-emergente ; improvvisi
editori che si presentavano come cultori della sua narrativa erano comparsi qua
e la
chiedendo di continuare a generare successi a loro titolo; era seguita
qualche intervista alla radio che nessuno avrebbe ricordato e infine il nostro
scrittore era comparso anche sul piccolo schermo .
Jimmy Multon , il
presentatore televisivo l’aveva infatti invitato alla sua trasmissione per un ‘
intervista con domande che dovevano sembrare personali e spontanee, anche se già
prestabilite. Tornando al risveglio di Bill , avvenuto in contemporanea a un completo e
totale dopo sbornia , con tanto di conato di vomito nel cesso, il nostro uomo
uscì per fare
colazione , andò al bar dalla parte opposta della grigia strada
di fronte a casa sua e ordinò da mangiare : uova , bacon , succo di pompelmo
, caffè, 6 dollari di conto e via . A casa aveva riprovato
il suo rituale
mattiniero , si era messo davanti alla macchina da scrivere ; preferiva
quest’ultima ai più comodi portatili , gli piaceva la vecchia scuola ;
sigaretta alla bocca e carta disposta e pronta
per l’uso , la sua mente creatrice aveva generato la sua
materia primordiale : il nulla , foglio bianco e altra giornata buttata nel
cesso.
Giornata di merda a parte , era quello che sarebbe
successo la notte successiva , che avrebbe cambiato per sempre il nostro
moderno antieroe.
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Capitolo 2 *** Sogni. ***
Capitolo II
Sogni.
Altra carta lasciata immacolata, altre ventiquattro ore che erano passate senza nulla che le rendesse diverse dal solito , Bill ci si stava abituando , forse era quello
il suo destino ; “Dopotutto in molti se la passano peggio di me “ , questa è solo una fase passeggera , passerà, prima o poi “ .
La televisione trasmetteva la solita spazzatura , al giorno d’oggi era veramente arduo trovare qualcosa che valesse veramente la pena d’ esser visto , qualcosa per il quale
emozionarsi , da sognare la notte e da ricordare con un sorriso durante la giornata . Rimase seduto su quel lurido divano per circa quattro ore , poi si stancò , gli occhi
li facevano male , bruciavano ;si diresse verso il letto e vi ci si lanciò sopra . Poiché nemmeno il sonno sembrava quel giorno essere a lui concesso , si mise ad ascoltare
vecchi vinili che conservava avidamente , erano ricordi , pezzi indelebili di quella che era stata la sua vita passata ; adorava la musica .
La serata finì nel solito modo , prese delle cartine , quelle non mancavano mai , prese l’erba , filtri e arrotolò il tutto ; anche se era esperto nel fingere un’indifferenza
quasi totale , si rendeva conto che la sua vita stava andando lentamente a rotoli e che avrebbe dovuto rimediare prima di precipitare per sempre nel baratro oscuro.
Cadde in un sonno profondo , diverso dal solito, etereo . Di colpo fu immerso nel flusso del tempo , era spettatore e rivedeva il suo passato , non poteva far nulla , erano
solo vacue e sfumate immagini che si presentavano una dopo l’altra in una sequenza senza senso apparente ; rivide la sua infanzia , rivide suo padre, sua madre , rivide la
piccola città di periferia , poi un ragazzo che cresceva , le superiori , il college , le prime parole comparse su carta , il primo manoscritto , il secondo , il terzo , il successo , le
interviste , i soldi , il sogno americano ; rivide quella che doveva essere la sua vita ,era destinato a quello; in quel sognò ritrovò se stesso .
Quella notte il quel corpo ormai vuoto ritrovò spazio un ‘ anima , fu un’esperienza che lo illuminò.
Si risvegliò , aveva sudato , era stravolto , corse in bagno e si lavò , aveva la faccia di chi aveva appena visto la morte , al contrario però , aveva appena ritrovato la vita . Era strano, ma
si sentiva euforico e addolorato allo stesso tempo e quello che aveva fumato qualche ora prima ormai aveva perso effetto , erano tutte emozioni reali , il suo cervello mandava segnal
i e lui stava incominciando a cogliergli .
Decise di riprovare quello che ormai era divenuto quasi un ricordo , prese la macchina da scrivere , aveva già fogli e inchiostro , si mise alla scrivania , fissò il foglio , anche quel
bianco visto ovunque per Bill era qualcosa di nuovo , lo guardò ancora per qualche secondo, sorrise , avvicinò le dita ai tasti e scrisse .
Le parole uscirono come proiettili da una mitragliatrice , si era ritrovato , il vero scrittore aveva preso il posto dello spettro di poche ore prima , che ormai sembrava già un oscuro
ricordo ; iniziò a scrivere alle quattro del mattino , andò avanti fino alle dieci.
Quando si fermò dita e mani erano doloranti , pulsavano ; forse era masochista, ma gradiva quel dolore , era il suo dolore , se l’era scelto lui e dopo tanto tempo era bellissimo
riprovarlo ; seppe subito cosa fare , si alzò ,corse al telefono e dopo molto tempo ricompose quel numero.
Dall’altra parte di Los Angeles un telefonò squillò, un uomo , sulla quarantina alzò la cornetta ,
-Pronto Chuck , sono Bill .
-Ehi bello da quanto tempo! Dimmi ,come stai ?
-Io sono sempre il solito , come stanno Clare e le ragazze?
-Clare si è fissata con delle stupide arti orientali, ora si è messa a fare yoga , devo pagarle un tailandese del cazzo che viene ogni giovedì , dice che
la rilassa, che fa bene al corpo e allo spirito …
-Amico sono queste le conseguenze del tanto amato matrimonio …
-Suppongo di si, ehi Bill, sai che sono felice se mi telefoni , ma è parecchio insolito , non ti fai mai sentire , vivi ancora in quel buco a West Side?
-Si, ad ogni modo chiamavo per…
-L’affitto riesci a pagarlo , chiami per soldi?
-No , volevo informarti che…
-Ti serve qualcosa , se vuoi ho un contatto a Venice che può trovarti un lavoro …
-Ti ringrazio , in realtà però…
-Fumi ancora ?
-Cazzo amico vuoi stare zitto per due secondi e farmi parlare ?
-Si scusa …
-E’ successo un miracolo…
-Di che parli?
-Il blocco è sparito , non ho fatto altro che scrivere per tutta la notte , ho smesso pochi minuti fa.
-Dimmi un po’, non è che mi stai prendendo per il culo ? Se è uno scherzo sappi che non fa ridere…
-No sono serio , se non ci credi ti porto i primi capitoli , sono tutti su carta .
-Capitoli? Quanto hai scritto ?
-Circa cento pagine , so che non è molto , ma a questo ritmo in qualche settimana avrò finito…
Ci fu un rumore incomprensibile dall’altra parte, sembrava un urlo.
- Ehi bello ci sei ancora ?
-Si ci sono , diavolo se ci sono, è fantastico Bill veramente , ci penso io a contattare l’editore , tu rilassati e continua a scrivere .
-Va bene graz…
-Il romanzo com’è , al pari di tu sai cosa ? Di che parla ?
-Si credo che verrà un bel libro , è una specie di storia di formazione , una via di mezzo tra Salinger ed Ellis ,parlerò di quando ero
ragazzo , del college, di primi lavori , primi scritti…
-Sarà fantastico vedrai , ne sono sicuro , ora vado dall’editore , fanculo gli appuntamenti di stamattina , esco e vado dritto dall’editore !
-Non è necessario , puoi anche andare do…
Chuck riattaccò.
Il legame fra Bill e Chuck era molto forte , quest’ultimo non era solo l’agente del primo , i due erano grandi amici , si conoscevano dal college , Bill lo aveva incontrato ai primi
anni di Stanford , lui aveva mollato dopo il primo , C invece aveva proseguito e si era laureato , ora lavorava per la “Ink and soul” , la più grande agenzia di cinema e letteratura di L.A.
Qualche ora prima , da tutt’altra parte , in un cantiere ancora chiuso, un uomo ben vestito puntava una pistola con silenziatore , nera e letale , alla testa di un poveraccio con
polsi e caviglie legate , che piangeva e chiedeva pietà.
Dopo pochi secondi sparò , non si sentì nulla ; il silenzio avvolse l’intero luogo e l’uomo ripose l'arma nella fondina , guardò il cielo, era l’alba di un nuovo giorno.
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Capitolo 3 *** Gangster ***
dramatown cap 3
Capitolo III
Gangster.
Poco dopo un telefono squillò da qualche parte a L.A
,
una voce domandò
-Allora?
- Il lavoro è stato portato a termine , cosa vuole
che ne faccia del corpo?
Rispose il killer con la sua solita freddezza .
-Di ai tuoi di abbandonarlo sulla Rodeo .
- Sarà fatto.
-Ah e lascia un messaggio sul corpo , qualcosa che
non lo colleghi direttamente a noi.
Riattaccò.
Richard O’Neil era nato americano, suo padre era
irlandese , sua madre del New Jersey . A soli due anni
aveva seguito famiglia a Belfast , ci aveva passato quindici anni poi in seguito al divorzio
dei suoi era tornato in
America con l’unico genitore rimasto , un padre trafficante
d’armi . I due spostavano strumenti di morte di ogni
tipo dall’Isola di
Smeraldo alla Terrà delle opportunità , in pochi anni erano riusciti a
costruire un piccolo impero .
Quando Richie aveva vent’anni il suo vecchio era
morto suicida , forse stanco di quel tipo di vita, forse
strafatto , questo non
è importante , il figlio aveva ereditato la nave e l’aveva trasformata in una
flotta , aveva espanso
le sue attività con il commercio di droga , la
prostituzione , l’estorsione e altre oneste occupazioni .
Dopo vent’anni di
continuo lavoro O’Neil era riuscito a entrare nel settore edile , si era fatti
amici giudici e avvocati
ed era diventato uno tra i boss della mafia irlandese
più temuti in California e dell’America centrale .
Saper che l’assassinio era andato a buon fine era un
sollievo dopotutto , aveva ben altro a cui pensare , a volte il bastardo
che
doveva esser fatto fuori era armato o scortato e si venivano a creare bagni di
sangue difficili da insabbiare , in questo
caso però, era tutto andato liscio come
l’olio , il testimone si era preso tre pallottole nel cervello , il killer era
stato pagato e il
caso di traffico di droga contro gli irlandesi era stato
chiuso ; la giornata non poteva cominciare meglio.
Prese un sigaro , lo trinciò e lo accese , stava da
poco assaporando il sublime sapore di quel raffinato tabacco quando
entrò Mike
, uno dei suoi tre uomini più fidati .
-Vuoi un cubano Mike ?
-Signore, Howard mi ha ricordato che dobbiamo essere
tra mezz’ora all’incontro con l’architetto e quel suo amico.
-Howard , Howard , certo che quel maggiordomo non si
scorda mai un cazzo !
-La aspetto in macchina signore .
-Arrivo Mike , arrivo.
Le entrate legali, le coperture in caso di crimini venuti
a galla ,comportavano anche quello, presenziare agli incontri con i
progettisti
edili , andare a raccolte di beneficienza , cenare con il giudice di turno ,
mettere una buona parola per il figlio di un
avvocato ;quelle scocciature gli
consentivano di avere un terreno sicuro su cui agire da dieci anni , ora era un
pezzo
grosso , era la sua città.
Bill era uscito , aveva preso la vecchia Mustang, il suo agente gli aveva
chiesto di procurarsi un abito decente per l’incontro
con l’editore , che era
sicuro di riuscire a prendere per il giorno stesso. Era una sensazione
veramente strana l’essere tornato
in pista , il mondo era cambiato e Bill lo
sapeva bene , la letteratura si stava letteralmente lasciando trasportare
verso
l’abisso ; i veri scrittori erano una razza in via d’estinzione che
difficilmente poteva essere salvata , regnava il tempo
delle abbreviazioni
,degli SMS privi di qualsiasi regola grammaticale e di internet preso come
modello di scrittura , stava andando
tutto a puttane .
Il cellulare vibrò verso le tre , un messaggio di C
,aveva ottenuto il colloquio e sarebbe passato a prenderlo alle sei .
Fu puntuale , il campanello e l’ora scattarono
all’unisono , Chuck era sulla soglia.
Si abbracciarono , si volevano bene .
-Ehi Billy ti trovo in forma.
-Non prendermi per il culo, tu piuttosto non sembri
passartela male .
-Non mi lamento , ora sono vice-capo della sezione
letteraria , lavoro per Ralphie , te lo
ricordi quel pezzo grosso?
-Vagamente , ma non lo reputavi un coglione?
-Una volta forse , ora però è una persona diversa ,
da quando ha perso la moglie mi vede come una sorta di figlio .
-Sono contento per te , ma forse è meglio andare
adesso.
-Si certo, sali in macchina .
Partirono.
-A che ora hai preso l’appuntamento ?
-E’ tra quaranta minuti , se il traffico non ci
inghiottisce dovremmo arrivare in anticipo.
-Menomale , mi sono dimenticato di andare al cesso e
credo che ne avrò per un po'.
-Diavolo Bill , non ti fai mai sentire , vivi in una
topaia e poi di colpo rispunti e con un nuovo romanzo anche , se questo non è
un miracolo.
-Non dirlo a me , fossi restato un giorno in più in
quello schifo sarei morto , ma non era il mio destino evidentemente.
-Amico , questa volta Dio ti ha salvato il culo.
-No , io sono l’ultima persona che potrebbe
suscitare la clemenza divina ; è stata fortuna , pura e semplice fortuna.
-Chiamala come vuoi , allora , ripassiamo cosa dire dopo.
-Va bene però …
-Allora parlerai
un po’ della trama e poi…
-Charlie devi…
-Non mi chiamare così , sai che lo odio !
-Frena!
Le ruote stridettero sull’asfalto e per poco la loro
auto non urtò una macchina ferma a pochi metri.
-Ma che cazzo fa impalato in mezzo alla strada !
-Calma Charlie, guarda c’è una coda.
Una decina di veicoli erano fermi e da lontano si
vedevano delle luci , probabilmente sirene.
-Cazzo , hai ragione, scendo un attimo e vedo che
cos’è che blocca, tu resta qui,torno subito.
Dopo qualche minuto ritornò affannato di corsa .
-Faccio retromarcia, se non cambiamo strada perderemo
l’incontro.
-Cos’è che blocca?
-Polizia , è pieno di volanti e di uomini della
scientifica.
-Chiediamogli di farci passare .
-Sarebbe inutile.
-Ma non possono bloccare la Rodeo !
-Lo so , sembra assurdo , ma fra i poliziotti c’era
un certo Ted che lavorava da noi qualche anno fa come guardiano all’entrata e
mi ha
detto che qualcuno stamattina ha lasciato sul marciapede un corpo ,
decapitato e con dei simboli incisi sulla pancia, un vero macello .
-E si sa chi può essere stato ?
-Si pensa che sia opera di un cartello della droga che ha da poco
preso contatti a Los Angeles.
-Che sfiga , non ci voleva , chiama e di a Ralphie
che arriveremo in ritardo.
-Si certo lo faccio subito.
Compose in numero e chiamò.
-Signor Bell, sono Charles.
-Ma dove siete , vi aspetto da venti minuti .
-Mi scusi , ma hanno chiuso la Rodeo , abbiamo
cambiato percorso e saremmo da lei in pochi minuti .
-La Rodeo bloccata ,ma che storia è questa ?
-So che può suonar strano ,ma è la verità , c’è
stato un omicidio.
-In questo caso non ti preoccupare , io sarò qui
ancora per un’ora
-La ringrazio.
- E’ un’ ottima proposta…
-Mi scusi?
-No , scusami tu stavo parlando con un mio socio in
affari, a dopo.
-Dove eravamo rimasti Tom e signor?
-O’Neil prego .
-Si certo , mi perdoni , allora siamo d’accordo per
quell’edificio giù a Venice?
-La contatterò io signor Bell , fino ad allora non
ci pensi, arrivederci.
-Arrivederci a lei , è stato un vero piacere.
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Capitolo 4 *** La scintilla. ***
Dramatown IV
Capitolo 4.
La scintilla.
L’incontro fu un successo. L’editore come previsto accettò
senza
esitazioni di pubblicare il nuovo scritto di Bill,
non appena fosse stato
completo. Il futuro sembrava preannunciarsi
decisamente luminoso per
il nostro scrittore
da poco ritornato in queste vesti.
Il matrimonio di O’Neil poteva considerarsi come una realtà a se
stante ,uno Yin e Yang dell’amore e del sesso. Per i primi anni infatti era
stato uno dei più felici, il desiderio implodeva nel cuore del gangster e di
sua moglie Joanna ,conosciuta per essere stata un pezzo di carne veramente
invidiabile negli anni in cui era modella e per aver mantenuto questo titolo
fino ad oggi .
Dopo breve questa aveva dato alla luce Claire, la
prima e unica figlia dei due, quest’ultima era entrata a Stanford nel 90 ,
casualmente negli anni esatti in cui due studenti , l’uno con la passione per
la scrittura , l’altro del cinema , si erano finalmente decisi ad iscriversi al
college, dopo aver passato parecchi anni a sbronzarsi.
Claire era arrivata vicino al conseguire una laurea
in lingue , in parte grazie al proprio impegno , in parte grazie alla posizione
del padre , anzi forse quasi solamente grazie a quest’ultimo. Aveva però
lasciato il college relativamente presto a causa della scarsa voglia e della
sicurezza di un futuro sicuramente soddisfacente dal punto di vista materiale ;
dopotutto suo padre era uno degli uomini più ricchi di L.A e Jerry , il suo
ragazzo, era un giovane sceneggiatore diventato molto richiesto dalle maggiori
case cinematografiche.
Quel pomeriggio Clare si trovava sul lungomare di Venice Beach con Jerry , la
giornata si sarebbe dovuta concludere come al solito , lui le avrebbe comprato
un vestito o un gioiello del quale lei , all’inizio fortemente felice di esso,
si sarebbe dimenticata dopo poco tempo , giusto in tempo per poter ripetere
questa misera scenetta.
Era evidente che però quel giorno il naturale ordine delle cose sarebbe stato in
parte stravolto ; qualcuno dall’alto aveva rivolto le sue attenzioni a un
comune mortale e si sarebbe divertito a giocare con questo , fino a che le sue
voglie non fossero state placate.
J aveva appena ricevuto dal suo agente una chiamata ed ora
si era animato e insisteva per andare a sentire qualcosa di “grande” in una libreria li
vicino.
Clare aveva a sua volta insistito per restare in
giro e godersi quel che rimaneva del pomeriggio , ma il suo uomo era stato
irremovibile e ora fremeva come un bambino per qualcosa che desidera
fortemente.
-Sai non te ne pentirai , è davvero bravo.
-Lo so amore , me lo avrai ripetuto già un centinaio
di volte , ma di chi si tratta?
-Quando lo vedrai capirai, ora andiamo , non
dobbiamo arrivare in ritardo e poi si tratta giusto di un’oretta, dopo ti
prenderò quello che vorrai , ma prima devo andare in quella libreria , ne va
della mia soddisfazione presente e futura.
-Come vuoi tu.
Arrivarono alla fantomatica libreria , c’erano
numerose persone disposte su delle piccole sedie di quelle pieghevoli con lo
schienale in tessuto, davanti a queste , su una sorta di palchetto ,un
microfono e delle bottiglie d’acqua.
Era evidente che qualcuno avrebbe dovuto esporre
qualcosa , ma la persona restava ignota; J intanto si era già sistemato su una
sedia nella terza fila , dopo aver convinto una coppia a lasciargli due posti
liberi in cambio di un buono per un tour
degli Studios .
I due si erano da poco seduti quando salì sul
palchetto un signore sui cinquanta che dopo aver preso il microfono annunciò –
E’ con grandissimo piacere che vi presento Bill , il grande scrittore.
Ci furono degli applausi e sul palco salì il
romanziere.
-Salve a tutti , so che probabilmente siete tutti
qui per sentire alcune letture di qualche mio vecchio scritto e farmi domande
sulla mia gioventù oscura , ma questa sera ho qualcosa di meglio .
Il pubblico si fece attento , Clare notò come il suo
ragazzo fosse quasi sotto una specie di ipnosi a differenza di lei ,che come
ogni esponente delle nuove generazioni era ipnotizzata davanti allo schermo del
suo cellulare , impegnata a rispondere a messaggi con abbreviazioni e stronzate
simili.
Ad un certo punto un brivido la percorse .
-Cazzo , io lo conosco quello.
-Come hai detto amore ?
-Io l’ho già visto quello li sul palco.
-E’ uno scrittore abbastanza conosciuto , potresti
averlo visto di sfuggita su qualche manifesto in libreria o su delle riviste ,
il suo ultimo lavoro aveva riscosso parecchio.
-No , io lo conosco bene quello, o cazzo…
-Cosa ?
-Era al college , si ora ricordo , seguiva il mio
stesso corso di lettere a Stanford.
-Sul serio?
- Si , sono sicura .
-Che fortuna , in quanti possono dire di aver avuto
qualcuno di famoso come compagno di banco.
-Siamo a L.A , praticamente chiunque.
-In effetti , ora scusa ma voglio ascoltare .
Bill che nel frattempo aveva risposto a qualche
domanda del pubblicò , riprese il discorso precedente e proseguì :
-Come vi dicevo , questa sera sono qui , oltre che
per i soldi generosamente offertimi dal proprietario di questa magnifica
libreria , anche per dirvi che non dovrete aspettar molto per vedere nuovamente
sugli scaffali qualcosa di mio ; tra meno di un mese infatti, sarà rilasciato
il mio nuovo romanzo intitolato “We are Nobody”.
Ci furono delle urla e un clamore pazzesco e la gente
incomincio a fare domande , creando un forte baccano; a loro volta i
responsabili del posto urlarono di smetterla e di far continuare il discorso;
alla fine l’obbiettivo venne raggiunto e il silenzio tornò nella sala.
-Questo mio nuovo romanzo- continuò lo scrittore ,
-Sarà diviso in tre parti , distanziate cronologicamente le une dalle altre. Questa
sera, io vi leggerò dalla bozza qualche pagina da ognuna delle tre parti .
Ancora altre urla di gioia , J fremeva e sorrideva ,
sembrava un po’ ritardato a dirla tutta.
Bill incominciò la lettura su dei fogli bianchi che
aveva con se ; il tutto procedeva con ritmo incalzante , ma Claire lo ignorava
, continuando a consumarsi il cervello e gli occhi davanti a quel piccolo
rettangolo luminoso . Ad un certo punto però , la batteria si esaurì e lo
schermo divenne nero , lasciando irrimediabilmente la ragazza con un'unica cosa
da fare per passare il tempo , ascoltare .
Era stata da poco catturata dal ritmo narrativo ,
quando iniziò la parte relativa al periodo che l’autore aveva trascorso in
numerosi college , cambiandoli frequentemente e venendone a volte cacciato. Cominciò
quindi a parlare delle sue avventure sessuali , descrivendole e citando tra le
varie ragazze, sempre sotto nomi differenti da quelli reali , anche una che per
molti era solo qualche pagina di inchiostro , ma che per Claire era molto di
più , in questa vi si riconobbe appieno , era lei. Come se questo piccolo shock
non bastasse , anche il modo in qui parlava di lei non era dei migliori ; era
li descritta come una giovane ragazza che cercava il sesso , ma che era
completamente negata per esso , che aveva la fama della troia all’interno del
campus e che otteneva ottimi voti inspiegabilmente , data la sua scarsa
intelligenza , venendo definita da Bill come un’altra figlia di papà capace
solo di succhiare spendere soldi mentre intanto il mondo andava a rotoli . Il
coronamento dell’opera di completa distruzione della sua immagine avvenne con
Jerry che si girò verso di lei e le disse -Da come la descrive doveva essere
proprio una gran troia .- ridendo tra se e se e tornando poi a seguire la
lettura .
Qualcosa avvenne dentro Clare , un’esplosione
atomica di rabbia e vergogna , senza pensarci si alzò e se ne andò ; Jerry fu
costretto a seguirla anche se visibilmente innervosito.
-Mi dici che ti è preso , perché sei uscita ?
-Non mi sento bene , riportami a casa.
-Sei proprio sicura? Guarda che tra poco è finito.
-Cazzo , ti ho detto di riportarmi a casa - urlò
come in preda a un attacco di pazzia.
-Va bene , va bene , ma vedi di calmarti ok?
-Si.
Tornarono velocemente davanti alla villa di O’Neil e
Claire uscì di corsa dalla macchina , J allora ripartì domandandosi cosa le
fosse preso.
Era in camera a piangere da quasi due ore , quando
Howard , il vecchio maggiordomo entrò ad avvisarla che mancava poco e la cena
sarebbe stata pronta; vedendola però in quello stato le chiese cosa fosse
successo , ma lei gli urlò di uscire, mandandolo via a male parole.
Si diresse allora verso lo studio di Richard O’Neil
, che era intento a trinciare un sigaro , al contempo estasiato dal suo profumo
. Stava per accenderlo , ma Howard entrò.
-Cazzo , riuscirò mai a fumarmi uno di questi
cubani.
-Mi scusi signore , ma volevo avvisarla che la cena
è quasi pronta e poi ci sarebbe un’altra
cosa.
-Di che si tratta?.
-Beh , vede , ero entrato in camera di sua figlia
per avvisarla della cena e l’ho trovata a piangere sul letto , le ho chiesto
quindi se stava bene , ma lei mi ha sbattuto fuori mandandomi a fare in culo.
-Donne , avrà le sue cose.
-Le consiglio di parlarle.
-Vada a dirlo a sua madre , è lei quella che si
occupa di questo genere di cazzate.
-La signora non è ancora rientrata , è per questo
che sono venuto da lei.
-Al diavolo allora , aspetta che torni e dillo a
lei.
-Come desidera.
Stava per accendersi il tanto desiderato cubano,
quando senti qualcosa al piano di sopra che si rompeva , dopo essere stato
evidentemente gettato per terra.
-Ora basta , cazzo.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta ed andò quindi
a bussare alla porta di sua figlia .
Si ripetè la scena già vista con Howard , ma al
fanculo di sua figlia , aprì la porta ed entrò.
-Senti so che non sono affari miei e a dirla tutta non me ne importa nemmeno visto che ormai hai
trent’anni cazzo, ma che diavolo è successo? Questo casino che stai facendo fa
avanti da ore ormai.
-Non ho voglia di parlarne.
-E invece lo farai , oppure qualcuno dovrà pagarsi il
prossimo mutuo della sua stracazzo di porsche.
Clare raccontò tutta la storia , dal principio alla
fine , parlando anche di Bill e di come si fossero conosciuti a Stanford.
A fine racconto si abbracciarono e sue padre le
disse – Non preoccuparti ci penserò io , ora ti prego però smettila va bene ?
-Si, ok.
Richie infine tornò nel suo studio , si risiedette ,
portò il sigaro alla bocca e l’accendino davanti ad esso, infine bestemmiò, poiché
quest’ultimo era scarico.
Le recensioni sono fortemente gradite.
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