La Mezzelfa e il Principe

di Scarl_Bloom 94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhi nocciola contro occhi blu ***
Capitolo 2: *** Il Consiglio Segreto ***
Capitolo 3: *** La Compagnia dell'Anello ***
Capitolo 4: *** Primi ostacoli ***
Capitolo 5: *** Lo sbocciare di un Fiore ***
Capitolo 6: *** Le Miniere di Moria ***
Capitolo 7: *** Ombra e fiamme ***
Capitolo 8: *** Verità rivelate ***
Capitolo 9: *** La Dama Dei Boschi ***
Capitolo 10: *** Le sorprese non finiscono mai ***
Capitolo 11: *** Partenza ***
Capitolo 12: *** Spaccatura ***
Capitolo 13: *** Il ghiaccio negli occhi ***
Capitolo 14: *** La Foresta di Fangorn ***
Capitolo 15: *** Lo Stregone Bianco ***
Capitolo 16: *** Mezzelfa gelosa, Mezzelfa pericolosa! ***
Capitolo 17: *** Rivelazioni ***
Capitolo 18: *** Più avanzavo nel buio e più indietreggiava la paura ***
Capitolo 19: *** Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte ***
Capitolo 20: *** La notte prima della battaglia ***
Capitolo 21: *** La ragazza di fuoco ***
Capitolo 22: *** Un piccolo prezzo da pagare ***
Capitolo 23: *** Abbiamo tutti bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo ***
Capitolo 24: *** 24. Elwen ***
Capitolo 25: *** Abbi il coraggio di seguire il tuo cuore ***
Capitolo 26: *** A volte basta un attimo per dimenticare una vita.... ***
Capitolo 27: *** Ci sono abissi che l'amore non può superare ***
Capitolo 28: *** I doveri di un Principe ***
Capitolo 29: *** La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero ***
Capitolo 30: *** Non ci può essere trionfo senza perdita ***
Capitolo 31: *** Ci sarà un giorno, ma non oggi ***
Capitolo 32: *** L'alba di un giorno nuovo ***
Capitolo 33: *** Il Ritorno del Re ***
Capitolo 34: *** L'eternità sarà solo l'inizio ***



Capitolo 1
*** Occhi nocciola contro occhi blu ***


La Mezzelfa e il Principe

 
 

Capitolo 1 -  Occhi nocciola contro occhi blu
 

«Ma tu guarda! perché sta arrivando tutta questa gente?  » domandai curiosa, a mia sorella maggiore
«Vieni via dalla finestra Fëawen!  Sai che nostro padre non vuole che ti metti a curiosare! »
 
«Tu e nostro padre siete solo dei guastafeste » sbuffai e andai a sedermi sul letto.

Arwen si avvicinò piano e con un sorriso dolce dei suoi. «Non fare così, forse è vero che si preoccupa troppo, ma lo fa solo per il tuo bene. »
 
«Per il mio bene? Mi tiene rinchiusa qui dentro! Come per nascondermi dal resto del mondo, non capisco il perché. Io voglio uscire. Andare per mille avventure, conoscere altre persone. Invece, sono costretta a stare tutto il giorno qui, ad annoiarmi a morte! »
 
Ed era proprio quello che avevo in desiderio di fare: vivere un’avventura! Gli altri però non capivano questo mio desiderio, soprattutto mio padre Elrond, signore di Gran Burrone. Proprio lui che di avventure ne aveva vissute a bizzeffe, proprio lui che aveva combattuto contro nemici pericolosi, non capiva questo mio desiderio.

Avevo capito da tempo che non ero come gli altri elfi, ma non capivo cosa avessi di sbagliato. Le mie orecchie erano a punta proprio come a tutti gli altri, la mia chioma color biondo ramato si distingueva, invece, dal resto del mio popolo e i miei occhi color nocciola, avevano una luce diversa. Mio padre non faceva altro che ripetermi che ero un Elfo normale, per rassicurarmi, ma sapevo bene che mi stesse nascondendo qualcosa.
 
Mi alzai di nuovo per andare verso la finestra. Ero troppo curiosa, non ce la facevo proprio a trattenermi.
«Fëawen. Sei incorreggibile. »  mi riprese Arwen.
Non mi girai, poiché il mio sguardo venne attirato da qualcuno che stava passeggiando, in quel momento, proprio sotto la mia finestra.
 
«Ah, c’è anche Aragorn! Ecco perché hai una strana luce negli occhi, sorella cara» le dissi per prenderla in giro.
 
«Non capisco, non ho nessuna luce speciale, sono come tutti gli altri giorni » rispose, cercando di controllare il rossore sulle sue guancie.
 
«Beh, se ne sei convinta tu! » mi lasciai scappare una piccola risata.
 
Arwen, con una piccola scusa, uscì dalla stanza.

Sapevo benissimo dove stava andando. Aragorn e mia sorella si amavano da sempre, non poteva nascondere i suoi sentimenti davanti a me. Mi ero sempre chiesta cosa si provasse ad amare qualcuno. Il mio cuore, fino a quel momento, non aveva mai battuto per nessuno. Non avevo l’intenzione di scoprire cosa fosse l’amore o di innamorarmi, semplicemente m'incuriosiva molto l’argomento, come tutto del resto.
 
Non ce la facevo più a rimanere lì, a guardare tutte quelle persone arrivare, dovevo scoprire cosa stava succedendo. Tirai fuori il lenzuolo dal letto e ne ricavai una corda. Non era la prima volta che facevo una cosa del genere. Del resto, era colpa loro se ero costretta a simili comportamenti. Mi calai dalla finestra, facendo attenzione a non fare alcun rumore. Quando arrivai a metà strada, però, il lenzuolo cominciò a cedere. Mi resi conto che probabilmente non l’avevo legata bene. Non mi restava altro che chiudere gli occhi e sperare di raggiungere il suolo in tempo. Come non detto, il lenzuolo si staccò ed io caddi a terra. Durante la caduta rimasi con gli occhi chiusi. All’improvviso, però, invece, di sentire sotto di me la terra, percepì delle braccia possenti tenermi. Aprì pian piano gli occhi, mi ero messa un po’ di paura, unitile nasconderlo.
 
«Cosa vedono i miei occhi … una dolce fanciulla che dal cielo è caduta fra le mie braccia » disse l’elfo biondo che mi teneva in braccio.
 
Appena incontrai i suoi occhi blu, non riuscì a proferire parola. Notai che un piccolo sorrisetto aveva preso forma sulle sue labbra. Era bello, maledettamente bello.


Spazio "autrice"

Salve a tutti! E' la mia seconda FF  quindi sono ancora inesperta :/ Spero vi piaccia questo primo capitolo. So che è molto breve, però vorrei vedere le vostre considerazioni prima di proseguire con la storia :D

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Capitolo 2
*** Il Consiglio Segreto ***


 

Capitolo  2 – Il Consiglio Segreto

 

Rimasi fra le sue braccia, muta come un pesce. Mi ero persa in quei suoi occhi blu.
 
« Siete la sorella di Arwen,vero? » domandò l’Elfo.
 
« Si, come avete fatto a capirlo? » replicai curiosa, riuscendo a recuperare la facoltà di parlare.
«Avete dei lineamenti simili ai suoi, anche se, devo ammettere che siete anche molto diversa da lei »  proseguì quello sorridendo. « I miei occhi non hanno mai visto un Elfo femmina con questo colore di capelli, non riesco a capire se sia rosso o biondo. »
 
« Biondo rame! E adesso, se non vi dispiace, potreste farmi scendere? » gli dissi con tono alterato.
 L’Elfo sorrise e obbedì al mio ordine. Anche se, a dire la verità, non mi dispiaceva affatto stare fra le sue braccia.

* Ma che vai a pensare Fëawen!?* Dissi fra me e me.
 
« Potrei almeno sapere il vostro nome? » chiese ancora, rompendo il silenzio che si era creato.
 
« Non è affare vostro! » risposi, un istante prima di voltarmi per andarmene.
 

L’Elfo, però afferrò il mio braccio, facendomi voltare di scatto verso di sé. Rimasi colpita da quel suo gesto.

*Ma chi si crede di essere??!* Pensai.
 
«Dimenticate che vi ho vista mentre ve la svignavate via dalla finestra ? »  disse con un tono di voce che a me parve tanto da prepotente.
 
« Siete odioso! » sbraitai, calpestando, con tutta la forza che avevo, il suo piede.

 Ne approfittai per scappare via.
 
Per fortuna, non mi inseguì. Fermai, dopo qualche minuto, la mia corsa sfrenata, poiché venni interrotta da una melodia. Girai l’angolo, verso il giardino e lì, vi trovai due dei quattro Hobbit che erano arrivati a Gran Burrone pochi giorni prima.
 
« Merry, Pipino! Come mai siete così allegri?? » chiesi loro curiosa.
 
« Il nostro caro amico Frodo si è finalmente svegliato » Rispose Merry tutto allegro.
 
« Già! E’ tutto merito di vostra sorella Arwen. Se non fosse stato per lei a quest’ora  » proseguì Pipino.
 
« Uffa, mi perdo tutte le avventure! Comunque, adesso vado a conoscere il vostro amico » comunicai ai due Hobbit « C’è qualcun altro con lui? »
 
« Si c’è Gandalf adesso, mi sembra » m’informò Pipino.
 
« Gandalf? E quando sarebbe arrivato? » domandai più che stupita.
 
« Ieri pomeriggio » rispose Merry.
 
« Veramente era notte » lo corresse l’altro.
 
« Era pomeriggio,Pipino! » continuò l’amico.
 
« Oh va bene, va bene. Non mettetevi a battibeccare adesso » mi misi in mezzo per farli tacere.
 
« Comunque, principessa Fëawen, se non vi dispiace, noi continuiamo a parlare  dei nostri affari » concluse Pipino.
 Merry annuì e, insieme, proseguirono la loro passeggiata.

 

*I loro affari? Cos’ avranno in mente quelle due piccole pesti??* Mi chiesi incuriosita.
 
Ricominciai a correre verso l’entrata del giardino. Non avevo nessun motivo di andare così di corsa, però era bello sentire tutta quell’ebbrezza venirmi addosso. All’improvviso  un uomo mi apparve davanti. Non riuscì a fermarmi in tempo e ci scontrammo.
 
« Ehi! Dove vai così di corsa? » chiese quello.
 Alzai gli occhi, curiosa di sapere di chi si trattasse . Riuscì a riconoscerlo subito. Lo abbracciai forte. Era il mio Aragorn.
 
«Mi sei mancato tanto! » esclamai, mentre lo stringevo forte a me.
 
« Anche tu, piccola Fëawen. »
 
« E’ bello averti di nuovo qui con noi! Sono felice » proseguì staccandomi da lui.
 
« Dove stavi andando così di corsa? »  chiese divertito.
 
« A salutare Gandalf, e a conoscere quel piccolo Hobbit » lo informai «comunque, sai per caso del perché tutta questa gente sia venuta a Gran Burrone? »
« Fëawen. Sempre la solita curiosa, non cambi mai. Tuttavia non posso dirtelo. » rispose ridacchiando.
 
Cercai in tutti i modi di farmi dire da Aragorn cosa stesse succedendo, ma non ci riuscì. Lo salutai sbuffando e continuai la mia corsa.

Arrivai, dopo qualche minuto, nella stanza dove stava riposato il piccolo Hobbit. Appena entrai vidi Gandalf intento a raccontargli qualcosa. Di sicuro qualche storiella delle sue.
 
« Gandalf! Arrivi e nemmeno vieni a salutarmi? »  dissi interrompendoli.
« Oh, mia piccola Fëawen! Devo dire che sei cresciuta tantissimo, sei sempre più bella! » si complimentò il mago.

Si alzò e io gli andai incontro. Subito gli saltai addosso abbracciandolo. Adoravo quando, da piccola, mi raccontava quelle storie meravigliose, era sempre stato tanto buono con me.
 
« Dove sei stato per tutto questo tempo? » gli chiesi,fingendomi arrabbiata.
« A vagabondare per il mondo, naturalmente! » rispose allegro il vecchio mago.
 Mi scappò una piccola risata. Era bello avere tutti i miei vecchi amici lì, con me. Quanto li invidiavo, loro potevano andare in giro per la terra di mezzo indisturbati, mentre io ero costretta a restare a Gran Burrone.
 
« Vieni, ti presento uno degli Hobbit più coraggiosi che io abbia mai conosciuto. Fëawen, lui è Frodo Baggins, Frodo lei è Fëawen, la figlia minore di Re Elrond . »

«Finalmente ci conosciamo Frodo, sono felice che ti sia ripreso » dissi sorridendo al piccolo Hobbit, che ancora stava nel letto.
« Il piacere è tutto mio, principessa Fëawen. »
« Non chiamarmi principessa, per te sono solo Fëawen » continuai io.
« Chissà a quanti Elfi avrai già fatto perdere la testa » ci interruppe lo Stregone.
E mi fece arrossire come non mai.
 
Rimasi lì, con loro, per qualche minuto, poi li salutai, ricordando che dovevo assolutamente scoprire perché era venuta tutta quella gente a Gran Burrone. Non lo chiesi a Gandalf, perché sapevo benissimo che avrei ricevuto da lui la stessa risposta che avevo ricevuto da Aragorn.
 
Andai nuovamente fuori. Fortunatamente, mio padre non era nei paraggi, altrimenti si sarebbe messo ad urlarmi contro. Mi misi a pensare, ma non riuscivo proprio a trovare il perché di tutte quelle persone lì da noi. Rimasi un po’ con i miei pensieri, e ricordai all’improvviso dell’elfo a cui avevo pestato il piede. Anche se lo nascondevo, quell’elfo mi aveva davvero colpita.

 

D un tratto rividi i due piccoli hobbit. Mi avvicinai pian piano ai due, senza rischiare di farmi sentire. Stavano farfugliando qualcosa, sentì parlare di “Un consiglio segreto”. Li afferrai per le orecchie e, alzandoli per aria, domandai loro di cosa stessero parlando.
 
« Se te lo diciamo, ci rimetti giù? » domandò Pipino spaventato.
 
« Certamente. Avanti, sputate il rospo. »
 
« Abbiamo sentito parlare che oggi si terrà un Consiglio Segreto, ecco perché è venuta tutta questa gente » spiegò Merry.
 
« Un consiglio segreto? E sapete anche dove si terrà? » domandai.
 
« Mettici giù e te lo mostreremo » concluse Pipino.
 
Obbedì e  rimisi i due hobbit a terra. Ero eccitata al massimo, stavamo andando ad un Consiglio Segreto, a origliare naturalmente, e questo mi rendeva ancora più impaziente.

Arrivammo alla terrazza più grande e, subito, vidimo seduti a cerchio tutte quelle persone che avevo visto arrivare a Gran Burrone. Io e i due hobbit ci nascondemmo per non farci vedere. Notammo che dall’altra parte della terrazza, vi era nascosto anche un altro hobbit, Sam.
 
« Certo che questo consiglio segreto non è poi così segreto » dissi divertita.
 
Mio padre, Re Elrond, cominciò a parlare. Erano tutti lì, Aragorn, Gandalf e anche Frodo. Guardai ad una ad una tutte quelle persone. Poi, intravidi anche lui, l’elfo a cui avevo pestato il piede.
 
*Oh mio Dio, c’è anche lui!*
 
 
« Stranieri di remoti paesi, amici di vecchia data. Siete stati convocati per rispondere alla minaccia di Mordor. La Terra di Mezzo è sull'orlo della distruzione. Nessuno può sfuggire. O vi unirete o crollerete. Ogni razza è obbligata a questo fato, a questa sorte drammatica. Porta qui l'Anello, Frodo» disse mio padre, aprendo il consiglio.
 
Gli occhi di tutti erano puntati su Frodo. Egli aveva in mano un anello che ripose al centro della terrazza.
 
« Cos’è quello? » domandai.
« E’ un anello malvagio, almeno così ho capito » m’informò Merry
 
« Questo è un dono » disse d’un tratto uno di loro « un dono ai nemici di Mordor. Perché non usare l'Anello? A lungo mio padre, Sovrintendente di Gondor, ha tenuto le forze di Mordor a bada. Grazie al sangue del nostro popolo, tutte le vostre terre sono rimaste al sicuro.
Date a Gondor l'arma del nemico. Usiamola contro di lui!
»
« Non potete servirvene. Nessuno di noi può » lo interruppe Aragorn «l'Unico Anello risponde soltanto a Sauron. Non ha altri padroni. »
« E cosa ne sa un Ramingo di questa faccenda? » domandò quello infastidito.
 
« Non è un semplice Ramingo! » disse, alzandosi, l’Elfo biondo che mi aveva salvata dalla caduta. « Lui è Aragorn, figlio di Arathorn. Si deve a lui la vostra alleanza. »
 
«Aragorn? Questo è l'erede di Isildur? » chiese quello in tono sprezzante.
 
« Ed erede al trono di Gondor » proseguì l’Elfo.
 
« Siediti, Legolas » lo fermò Aragorn.
 
 
« Legolas? Legolas il principe di Reame Boscoso? » dissi stupita.
 
« Abbassa la voce, ci sentiranno! » mi riprese Pipino.
 
 
« Gondor non ha un Re. A Gondor non serve un Re! » borbottò  infine l’Uomo, sempre con lo stesso tono sprezzante.
 
« Ha ragione Aragorn. Non possiamo servircene »  intervenne Gandalf.
 
« Non esiste altra scelta, l’anello deve essere distrutto » aggiunge mio padre.
 
« Allora, cosa aspettiamo? » chiese un Nano alzandosi, un istante prima di scaraventare la sua ascia contro l’Anello.

 Causò soltanto un forte boato, ma di certo non riuscì a distruggerlo.
 
« L'Anello non può essere distrutto qui, Gimli, figlio di Gloin, qualunque sia l'arte che noi possediamo» li informò mio padre, Elrond « l'Anello fu forgiato tra le fiamme del monte Fato. Solo lì può essere annientato. Dev'essere condotto nel paese di Mordor, e va ributtato nel baratro infuocato da cui è venuto. Uno di voi deve farlo. »
 
In quell’istante, nessuno parlò. Il silenzio era calato sul Consiglio. Sentivo l’odore dell’avventura, sentivo che era giunto il mio momento, quel momento che tanto avevo atteso e desiderato.
 
« E allora? Cosa aspettiamo? Andiamo a distruggere l’anello! » intervenni io portando gli occhi di tutti su di me.
« Una femmina? Adesso lasciamo anche che le femmine ci consiglino cosa fare davanti a problemi di questo genere? » commentò quell’Uomo odioso.
« Lei è la figlia di Re Elrond » intervenne, alzandosi, Legolas «non ti permetto di mancarle di rispetto! »
Rimasi colpita da quella sua reazione. Restai come immobile ad osservarlo. Sembrava volesse sbranarsi quell'uomo con gli occhi.
« Mantenete tutti la calma, vi prego » li interruppe mio padre « Fëawen, questo non è posto adatto a te, è un consiglio segreto. »
 
« Ma padre, l’intera terra di mezzo rischia di essere distrutta per sempre. Io, come tutti, ho il diritto di sapere » gli dissi, armandomi di coraggio.
« E va bene, siediti » concluse mio padre esasperato.

« Non si entra con facilità a Mordor » riprese a parlare l’Uomo « i suoi cancelli neri sono sorvegliati da più che meri Orchi. Lì c'è il male che non dorme mai. E il grande Occhio è sempre all'erta. È una landa desolata, squassata da fiamme, cenere e polvere. L'aria stessa che si respira è un'esalazione velenosa. Neanche con diecimila uomini sarebbe possibile. È una follia. »
« Non avete sentito Re Elrond? » disse Legolas alzando il tono di voce «L’anello deve essere distrutto! »
« E suppongo che pensi che sarai tu a farlo! » intervenne il Nano, infastidito.
 
« E se falliamo, cosa accadrà? Cosa accadrà quando Sauron si riprenderà ciò che è suo? » continuò l’Uomo, colmo di timore.
 
« Sarò morto prima di vedere l’anello nelle mani di un Elfo! » concluse il nano, dando inizio a una vera e propria lite « nessuno si fida di un Elfo! »
 
Un enorme vociare si levò pian piano nell’aria. Si erano tutti alzati e avevano iniziato a parlarsi di sopra. Non si capiva più nulla. Io me ne stavo lì, seduta a godermi la loro litigata come se niente fosse.
 
All’improvviso, una voce, una frase, interruppe quella lite senza senso.
 
« Lo porterò io! Lo porterò io! » sentì dire da Frodo Baggins « porterò io l’anello a Mordor,  solo … non conosco la strada » concluse il piccolo hobbit.
«Ti aiuterò a portare questo fardello, Frodo Baggins. Finché dovrai portarlo» gli promise Gandalf mettendo una mano sulla sua spalla.
« Se con la mia vita o la mia morte riuscirò a proteggerti, io lo farò. Hai la mia spada » proseguì Aragorn.
« E hai il mio arco » aggiunse Legolas.
« Due archi sono sempre meglio di uno! Hai anche il mio, Frodo Baggins » dissi alzandomi.
« Fëawen! Ma cosa … » cercò di dire mio padre sconvolto.
« E hai la mia ascia » continuò Gimli, il Nano.
« Reggi il destino di tutti noi, piccoletto. Se questa è la volontà del Consiglio, allora Gondor la seguirà » concluse infine l’Uomo.
« Ehi! Padron Frodo non si muoverà senza di me! » intervenne Sam, uscendo fuori dal nascondiglio.
« No, certo, è quasi impossibile separarvi. Anche quando lui viene convocato ad un Consiglio segreto e tu non lo sei » commentò mio padre stupito nel vedere il piccolo hobbit.
« Ehi! Veniamo anche noi! Dovrete mandarci a casa legati in un sacco per fermarci! » Urlò Merry, uscendo anche lui dal nascondiglio insieme a Pipino.
« Comunque, ci vogliono persone intelligenti per questo genere di... missioni. Ricerche. Cose » aggiunse l’altro Hobbit.
« Ma così ti autoescludi, Pipino » rifletté ironicamente Merry.
« Per me va bene, per tutti, tranne per te Fëawen! » ammise mio padre « tu non partirai. Io non lascerò mia figlia andare verso un probabile destino di morte. »
« Ma padre, io devo partire! Io ….. » Cercai di replicare, ma non sapevo cosa dire.

Guardai Gandalf, poi Aragorn, cercavo un loro aiuto. Nessuno parlava, nessuno prendeva le mie difese, ma io dovevo partire, dovevo andare.

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Capitolo 3
*** La Compagnia dell'Anello ***


Capitolo 3 –  La Compagnia dell’Anello

 


Mio padre restava fermo sulla sua decisione. Non potevo farcela da sola nel convincerlo a lasciarmi partire, avevo bisogno d’aiuto.
 

« Re Elrond » disse d un tratto l’Elfo, per poi spostare il suo sguardo su di me « giuro solennemente che questo mio corpo diventerà lo scudo di vostra figlia.»
 
*Ma chi te l’ha chiesto??* cominciai a pensare mentre lo guardavo.
 
« Anche il  mio » proseguì Aragorn.
 
Mi voltai verso di lui rivolgendogli un sorriso di gratitudine.
 
« E anche questo vecchio mago, darà la sua vita pur di proteggerla » aggiunse Gandalf.
 
Ringraziai con lo sguardo anche lui. Poi, tornai a guardare mio padre. Non sapeva cosa dire, non voleva separarsi da me, ma sapeva bene che un giorno sarebbe accaduto. Non poteva costringermi a stare per l’eternità a Gran Burrone.
 
« Padre, vi supplico, lasciatemi andare » lo implorai.
 
Ci fu un momento di silenzio angosciante. Mio padre aveva gli occhi fissi su di me. Capì dalla luce che emanavano che finalmente aveva capito, era giunto il momento di separarci. Gli doleva il cuore, lo sentivo.
 
« Figlia mia » disse con una punta di commozione « sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, solo speravo non così presto. »
« Oh padre, io resterò sempre vostra figlia, e continuerò a volervi bene, ma ho bisogno di andare, di vivere la mia avventura. Voi capite » risposi.
 
Un grande sorriso prese forma sulle mie labbra. Corsi ad abbracciare mio padre. Non ci potevo credere, aveva acconsentito, potevo finalmente partire per un’avventura e lasciare Gran Burrone!

Anche se amavo quel posto, era arrivato il momento di lasciarlo. Lo avrei conservato per sempre nel mio cuore, con tutti i miei ricordi.

« Dieci compagni. Così sia! Voi sarete la Compagnia dell’Anello » annunciò mio padre.

« Bene,dove andiamo? » domandò Pipino, causando un breve istante di sconcerto generale.
 
Ero felicissima. Andai di corsa a dirlo a mia sorella Arwen. Appena la vidi l’abbracciai forte. Le dissi che nostro padre aveva acconsentito alla mia partenza. Lei non si mostrò tanto felice, probabilmente perché conosceva i rischi che comportava quella missione.
 
«Oh, Fëawen. Questo significa che dovrò stare in pena per due persone» disse Arwen con un velo di tristezza.
« Noi torneremo. Non perdere mai la speranza. Ti prometto che al tuo Aragorn non succederà niente di niente » le promisi.
« Non voglio perderti, sorella cara,  sei ancora così giovane, vuoi davvero partire per questa missione? »
« Certo che voglio! E’ quello che ho sempre desiderato, voglio andare a scoprire tutti i posti della terra di mezzo, voglio combattere, voglio fare qualcosa per questa terra, voglio rendermi utile! » risposi con tutta l’allegria che avevo in corpo.
« Bene, se è questa la tua scelta, io l’accetterò » continuò Arwen « mi mancherai « ammise per poi abbracciarmi.
 

Lasciai mia sorella per andare a preparare le mie cose. Saremmo partiti l’indomani presto. Andai a prendere la cosa più importante: il mio arco. Ero l’arciera più brava di Gran Burrone, non ero mica una dilettante.  Legolas, Aragorn e Gandalf avevano giurato di proteggermi, ma io non avevo bisogno di nessuna protezione, avrei saputo cavarmela alla grande.

Mentre mi preparavo a tirare con l’arco, per allenarmi, mi venne in mente proprio Legolas, il principe di Reame Boscoso. Sganciai la freccia pensando a lui. Inutile dire che finì dalla parte opposta a quella a cui avevo mirato. *Tutta colpa di quell’elfo!* Dissi fra me e me.
 
Verso sera, quando ormai avevo finito di sistemare il tutto, andai a passeggiare nel giardino. Notai subito che anche altri avevano avuto la mia stessa idea. Aragorn e Arwen stavano parlando tenendosi mano nella mano.
 
« Abbi cura di mia sorella, ti prego » lo supplicò Arwen.
« Sai bene che tengo a lei quanto te » rispose l’altro.
« Lo so, ma lei non deve sapere » proseguì mia sorella.
 
Io ero lì, nascosta per non farmi vedere dai due. Grazie alle mie orecchie da Elfo avevo ascoltato tutto. Rimasi lì, per scoprire cos’era che io non dovevo sapere. Proprio quando Aragorn parlò, venni interrotta da qualcuno.
 
« Non lo sapete che non si origliano le conversazioni altrui? » sentì dire alle mie spalle.
 
Mi girai spaventata. E il mio stupore aumentò ancora di più quando vidi davanti a me Legolas. Grazie a lui non avevo sentito quello che aveva detto Aragorn a mia sorella.
 
« Vi ho spaventata? Se è così, mi scuso con voi » continuò l’Elfo dispiaciuto.
 
« No, tranquillo. Anzi, approfitto per scusarmi io con voi, per oggi, mi dispiace per …. il piede » ammisi, colorandomi il viso di un rosso acceso.
« Non vi preoccupate, sono stato troppo invadente » rispose quello, disarmandomi con il suo sorriso.
 
Quel suo sorriso era qualcosa di spettacolare. Sentivo un forte calore al petto, le mie guancie erano ormai diventate rosse. Mi girai dall’altra parte  per non farmi vedere da lui in quello stato. Vidi di nuovo Aragorn e a Arwen.
 
« Abbi anche cura di te, mio amore » sussurrò mia sorella baciandolo.
 
Vedere quella scena, con accanto Legolas, mi fece rabbrividire. Mi girai di scatto e vidi lui. Anch’egli aveva assistito a quel bacio. I nostri sguardi si erano incrociati. Un imbarazzo abissale si fece largo fra di noi. Lentamente, Legolas, fece scorrere i suoi occhi blu sulle mie labbra. Stavo tremando come non avevo mai fatto. Il mio cuore, per la prima volta, iniziò a battere più veloce del normale. Non capivo cosa mi stesse succedendo, ero come stordita da quell’Elfo che mi stava accanto.
 
« Forse, è meglio lasciarli soli, non trovate? » disse rompendo quel fastidioso silenzio.

« … Si, lo trovo giusto. »
 
Iniziammo a passeggiare insieme. Cercavo di tenermi ad una giusta distanza da lui, senza farglielo capire. Com’era bello. Non avevo mai visto un Elfo così. Ogni tanto mi giravo per guardarlo, ma non appena lui si voltava, volgevo il mio sguardo da un’altra parte. Nessuno dei due parlava, eravamo molto impacciati e, soprattutto, imbarazzati.
 
« Vi ringrazio per oggi, per quello che avete detto a mio padre, per fortuna se l’è bevuta, e posso partire insieme a voi. »
« Bevuta? Io parlavo sul serio, vi proteggerò a costo della mia vita » replicò l’Elfo, fermandosi per guardarmi.

« Io non ho bisogno di essere protetta » insistetti fermandomi anch’io.
« Ed io vi proteggerò lo stesso » proseguì, avvicinando sempre di più il suo viso al mio.
« Non ve lo permetterò! » alzai un tantino il tono di voce.
« L’ho promesso a vostro padre, ed io mantengo sempre le promesse. »
« Non vi sopporto! » urlai sbattendo il piede per terra.
« Per lo meno, questa volta, avete risparmiato il mio povero piede » sorrise chinandosi « siete capricciosa, principessa Fëawen, ma devo ammettere che … »
 Sussurrò quelle parole a pochi centimetri dalla mia bocca. Si era chinato su di me, dato che era più alto. Si fermò di colpo, senza concludere quello che stava per dire. Deglutì, mentre avevo il suo sguardo fisso su di me. Di nuovo quelle emozioni presero il sopravvento. Ero come immobile, non riuscivo a muovermi, a dire qualcosa, niente.
 
« Ehi,voi! Che state facendo? » sentimmo all’improvviso.
 
Subito, cercammo di ricomporci. Legolas tornò dritto, mentre io mi allontanai di qualche centimetro, quasi come se ci avessero colto con le mani nel sacco.
 
«Passeggiavamo » fu pronto a dire Legolas.
«E’ tardi, dovreste essere a riposare » disse Aragorn, avvicinandosi insieme ad Arwen.
« Stavo giusto per dirlo alla principessa Fëawen » proseguì l’Elfo voltandosi verso di me.
 
Avevo le guancie rosse, come il sangue. La situazione di prima mi aveva stordita ancora di più. Legolas mi guardava, come anche gli altri due, ma non avevo la forza di parlare.
 
« Fëawen stai bene? Hai un forte rossore in viso » sottolineò Arwen, facendo crescere in me la voglia di ucciderla.
 
*Per tutti gli Orchi! Questa umiliazione no!*
 
Guardai per un attimo Legolas. No, non potevo far credere che fossi rossa in viso per lui, assolutamente no. Mi avvicinai all’Elfo e, senza pensarci due volte, gli sferrai un calcio per poi andarmene via correndo.
 
Legolas si accasciò a terra. In lontananza sentì Aragorn e Arwen andargli incontro.
 
« Ma che le prende? » domandò Aragorn esterrefatto.
« Arwen, tua sorella mi ucciderà presto » rifletté l’Elfo alzandosi, ancora dolorante.
 
« Devi scusarla, Legolas, Fëawen agisce sempre d’impulso, non l’ha fatto apposta , ne sono sicura » cercò di giustificarmi.
« Ma io non le ho fatto proprio niente » ammise quello ridendo.
 
 
*Non mi hai fatto niente??! Stupido di un Elfo!!*
 
Andai di corsa a chiudermi nella mia stanza. Mi buttai sul letto e misi la testa sotto il cuscino. Volevo morire, sprofondare nell’abisso più oscuro. Dopo qualche minuto arrivò anche Arwen.
 
« Ma si può sapere che ti è preso? » domandò mia sorella togliendomi via il cuscino.
«Lasciami in pace! E’ tutta colpa tua! » le urlai.
«Colpa mia? E cos’ ho fatto? »
« Perché hai detto che ero rossa in viso? » le chiesi, mettendomi seduta sul letto.
«Scusami, non pensavo di ferirti, ma ti senti male? » continuò Arwen, senza capire.
« Mi sento la testa scoppiare, il cuore andare a mille, sento qualcosa dentro lo stomaco, mi tremano le gambe. Sono malata, ne sono sicura! »
 
Arwen rimase colpita. Era da quando ero piccola che non mi vedeva piangere. Mi ero sempre dimostrata forte in ogni occasione, anche quando mi facevo male, trattenevo le lacrime e mi facevo forza. Adesso però era diverso. Mi trovavo davanti a una situazione che mi lasciava completamente disarmata.
 
« Sorella cara, non ti ho mai vista così. Tutte queste cose che mi hai detto, non sono sintomi di malattia, ma … » cercò di spiegarmi accarezzandomi il viso.
« Ma cosa? » chiesi impaziente.
« Ecco perché ti sei comportata in quel modo, Legolas ti piace, è così? »
« … Io, ecco, non lo so! So solo che quando lui si avvicina a me, io sento tutto questo » le rivelai esasperata « e penso anche che … sia bello! Non ho mai pensato una cosa del genere di un Elfo! Ho sempre pensato fossero forti, bravi arcieri, ottimi guerrieri, ma un Elfo bello …. »
 
Arwen scoppiò a ridere. Non capivo cosa ci trovasse di spiritoso in quella mia dichiarazione.
 
« Ti piace, ho capito » sorrise  « Glielo dirai oppure lo picchierai ancora? »
« Dirglielo? Cosa? No,no, nessuno deve venire a saperlo! Tanto meno l’Elfo. No, assolutamente no! Scaccerò via questi pensieri dalla testa, devo solo concentrarmi sulla missione » risposi convinta di me stessa.
 
« Pensieri? Mm, come vuoi tu, adesso dormi altrimenti domani non ti alzerai»

 

Detto questo, ci mettemmo finalmente a dormire.
 
 
Il mattino giunse presto. Era arrivato il momento di partire. Mio padre e mia sorella erano dispiaciuti e anche io lo ero un pochino, ma soprattutto ero felicissima di iniziare la mia avventura.
Erano tutti venuti per salutare la Compagnia e per augurarci la vittoria sul male.
 
<< Il portatore dell’Anello si avvia alla ricerca del Monte Fato. A voi che viaggiate con lui non viene imposto alcun giuramento e obbligo di andare oltre quanto potrete
» prese a parlare mio padre  « Addio. Attenetevi al vostro scopo e possa la benedizione degli Elfi, degli Uomini e di tutta la gente Libera, accompagnarvi » concluse infine.
 
Mio padre mi guardò ed io feci lo stesso.
 
« Tornerò, padre. E’ una promessa. »
 
« La Compagnia attende il portatore dell’Anello » disse Gandalf guardando Frodo.
 
Il piccolo Hobbit guardò tutti noi, per poi varcare i cancelli di Gran Burrone.

E noi iniziammo a seguirlo. Mi voltai, per l’ultima volta, a guardare mio padre e mia sorella. Poi, mi girai e vidi Legolas al mio fianco. L’Elfo mi sorrise. Seguimmo gli altri anche noi, mentre Aragorn rimase qualche secondo in più per guardare Arwen. Poi, anche lui voltò le spalle e prese a camminare.
 
« Mordor, Gandalf, è a sinistra o a destra? » chiese il piccolo Hobbit.
 
« A sinistra » rispose il mago.
 

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Capitolo 4
*** Primi ostacoli ***


Capitolo 4 –  Primi ostacoli

 

E così la missione per distruggere l’Anello del male ebbe inizio. Non potevo ancora crederci, a poco a poco mi stavo allontanando sempre di più da Gran Burrone. Vidi Aragorn un po’ triste, sapevo quanto fosse difficile per lui e mia sorella stare lontani.
 
<< Noi torneremo, vero Aragorn? >> Chiesi all’uomo.
 
<< Eh? Ma certo che torneremo, che domande >> Rispose quello sorridendo.
 
Camminavamo insieme, mantenendo tutti lo stesso passo. Tutto sommato l’inizio del viaggio sembrava fosse tranquillo. Legolas mi stava sempre dietro e per questo motivo non mi giravo per paura di guardarlo negli occhi. Quella situazione mi innervosiva un tantino. All’improvviso mi venne di fianco.
 
<< Possiamo darci del Tu, principessa Fëawen? >> Mi chiese avvicinandosi.
 
<< Si, basta che non mi chiami principessa, va bene? >> Gli risposi, senza nemmeno voltarmi verso di lui.
 
<< Come vuoi tu >>  sorrise  << Allora si può sapere perché ieri sera mi hai dato un calcio? >>
 
<< Perché…perché mi andava di farlo e basta! >> Accelerai il passo.
 
<< Cosa significa “perché mi andava di farlo” ? >> Accelerò il passo anche lui.
 
<<  …Mi hai infastidita, ecco >> Dissi alla fine, sperando che la finisse lì.
 
<< Infastidita? Non capisco >> Continuò lui confuso.
 
Senza accorgercene avevamo lasciato gli altri indietro. Io andavo sempre più veloce con la speranza che lui si stancasse. Legolas non capiva il perché del mio comportamento e continuava a seguirmi.
 
<< Oh sentimi bene, Elfo! Adesso mi hai stancata! Se ti dico che ieri sera mi hai infastidita, mi hai infastidita e basta! Va bene??! >> Ero un tantino alterata.
 
<< Ah, ho capito cosa ti ha infastidito >> mi si parò davanti bloccandomi
 
<< Spostati, per piacere >> Continuavo a non guardarlo negli occhi.
 
<< E’ perché non ti ho baciata, è per questo no? >> Disse d’un tratto con quel suo tono da “so tutto io”.
 
In quel momento il mio cuore prese a battere all’impazzata, le mie guancie diventarono rosse come il sangue,sentivo le mie gambe tremare. Gli altri ci stavano raggiungendo, ormai erano vicini. Sentivo l’elfo avvicinarsi sempre di più.
 
<< Allora, è per questo? >>  Mi sussurrò,avvicinandosi sempre di più.
 
Dovevo reagire e subito anche. Gli sferrai un pugno in pieno viso, cogliendolo alla sprovvista. L’elfo si allontanò portandosi la mano dove l’avevo colpito.
 
<< Stammi a sentire, stupido di un Elfo! Non poggerei le mie labbra sulle tue nemmeno sotto tortura!!! E’ chiaro??? >> Gli urlai contro.
 
<< Stavo solo scherzando >> Si teneva ancora la mano sul viso.
 
<< Stammi alla larga,Elfo! >> Continuai a camminare.
 
Intanto gli altri ci avevano raggiunti e assistendo alla scena erano scoppiati a ridere. Ovviamente del bacio non sapevano niente, ma io avevo steso l’Elfo con un pugno e questo li divertiva parecchio.
 
<< Il principino dalle orecchie a punta è stato messo KO da una ragazzina >> Disse Gimli, ridendo di gusto.
 
<< Sta zitto,nano! >> Rispose Legolas levando la mano dal viso.
 
<< Legolas, amico mio, non stare così addosso a Fëawen, altrimenti la prossima volta il pugno sarò io a dartelo >> Aggiunse Aragorn.
 
Legolas guardò l’amico per qualche secondo. Non capiva perché aveva detto quelle parole e soprattutto perché era così protettivo nei miei confronti. Proseguimmo il nostro viaggio e naturalmente mi tenni lontana dall’Elfo. Non lo sopportavo più.
 
I primi giorni di viaggio passarono in fretta, io continuavo a non parlare l’Elfo, mi limitavo ad osservarlo di nascosto. Eravamo a buon punto e quindi decidemmo di prenderci una bella e meritata pausa. Per me non c’erano problemi, solo che non mi andava di stare a contatto con Legolas e quindi rimasi in disparte. Merry e Pipino invece chiesero a Boromir se poteva insegnare loro l’arte del combattere con la spada. L’uomo acconsentì sorridendo e si misero così a giocherellare.
 
<< Seguiremo questa direzione ad Ovest delle Montagne Nebbiose per quaranta giorni. Se la fortuna ci assiste, la Breccia di Rohan sarà ancora aperta, e da lì volteremo verso Est, per Mordor >> Disse Gandalf a tutti noi.
 
<< Due, uno, cinque. Bene! Molto bene >> Boromir stava insegnando come muoversi ai due piccoli hobbit.
 
<< Muovi i piedi >> Consigliò Aragorn a Pipino.
 
<< Bravo, Pipino! >> Si congratulò Merry.
 
Io osservavo la scena da lontano. Erano davvero buffissimi quei piccoletti. Spostai il mio sguardo verso Legolas. Anche lui era in disparte, guardava il cielo. Forse mi stavo comportando male con lui, tutto sommato non se lo meritava, ma che potevo farci, mi mandava in bestia ogni volta che si avvicinava e mi parlava in quel modo. All’improvviso si girò e mi sorprese mentre lo stavo osservando. Vidi formarsi sulle sue labbra un sorrisetto. Mi voltai subito dall’altra parte. Quanto era bello quando sorrideva.
 
<< Se qualcuno chiedesse la mia opinione, e noto che nessuno la chiede, direi che abbiamo preso la strada più lunga >> Disse d’un tratto Gimli << Gandalf, potremmo attraversare le Miniere di Moria. Mio cugino Balin ci darebbe un benvenuto regale >>
 
<< No, Gimli. Non prenderei la strada attraverso Moria a meno che non avessi altra scelta >> Gli rispose il mago.
 
Gandalf non voleva per nessuna ragione andare a Moria, nessuno sapeva il perché. Qualcosa lo preoccupava, era ovvio, ma non riuscivo a capire cosa di preciso.
All’improvviso Merry e Pipino riuscirono a mettere KO Boromir. Gli saltarono addosso gridando “ Per la Contea!” . Stavo morendo dalle risate guardandoli. Aragorn si era alzato per aiutare Boromir, ma i due piccoli Hobbit gli afferrarono il piede e lo fecero cadere all’indietro. La scena si era fatta ancora più buffa, non ce la facevo più dal ridere. D’un tratto vidi il viso di Gandalf irrigidirsi mentre guardava nella mia direzione. Mi voltai per vedere cosa stava accadendo. Con mio grande stupore Legolas era accanto a me. Stavo giusto giusto per dirgli che diavolo ci faceva lì, quando vidi qualcosa avvicinarsi a grande velocità verso di noi.
 
<<  Che cos’è? >> Domandò Sam.
 
<< Niente. Solo una nuvoletta >> Rispose Gimli.
 
<< Si sposta velocemente. E controvento >> Aggiunse Boromir alzandosi da terra.
 
<< I Crebain da Duneland! >> Urlò Legolas.
 
<< Merry,Pipino! >> Boromir afferrò i due piccoletti.
 
<< Frodo, Sam! Al riparo! >> Urlò Aragorn ai due piccoli Hobbit.
 
Tutti corsero ai ripari. Io non ci stavo capendo più niente. Non avevo mai visto una cosa del genere, non sapevo ne cosa fosse e ne perché tutti gli altri si stavano nascondendo.
 
<< Presto, nascondiamoci! >> L’Elfo afferrò il mio braccio.
 
Legolas mi portò con sé sotto una roccia. Gli altri avevano fatto altrettanto.  Quegli strani uccellacci ci passarono di sopra per poi tornare indietro.
 
<< Spie di Saruman! Il passaggio a Sud è sorvegliato >> Disse Gandalf uscendo dal nascondiglio.
 
Io mi trovavo spiaccicata contro il corpo di Legolas. Mi voltai leggermente e mi scontrai col suo viso. L’Elfo aveva gli occhi puntati nei miei. Sentivo il suo respiro addosso. La sua bocca era solo ad un centimetro dalla mia. Ci guardammo ancora per qualche secondo. L’attrazione verso quello stupido di un Elfo aumentava sempre di più.
 
<< Non ti avevo detto di starmi alla larga? >> Gli diedi una spinta e uscì allo scoperto.
 
Legolas rimase per qualche secondo ancora lì sotto. Si era bloccato, come se qualcuno gli avesse fatto un sortilegio.
 
<< E adesso che facciamo? >> Chiesi
 
<< Dobbiamo prendere il Passo di Caradhras >> Rispose Gandalf.
 
E così ripartimmo di nuovo. Dovevamo cambiare strada, il nemico stava iniziando ad ostacolare la nostra missione. Ogni tanto mi voltavo verso Legolas e lo sorprendevo a guardarmi anche lui. Quando eravamo sotto quella roccia, stretti l’una all’altro, mi sono sentita morire. Non doveva accadere mai più.
 
Proseguimmo il viaggio. Questa volta l’unico ostacolo era la neve, non per me ovviamente, più che altro per i piccoli hobbit. Mentre stavamo salendo lungo la montagna, Frodo scivolò e rotolò giù. Io riuscì ad afferrarlo in tempo. Come il piccolo hobbit si alzò si rese conto di non avere più l’Anello addosso. Ci guardammo intorno e vidimo Boromir prendere qualcosa da terra. Era proprio l’Anello del male.
 
<< Che strano destino. Dobbiamo provare tanti timori e dubbi per una cosa così piccola. Un oggettino.. >> Disse l’uomo osservando l’Anello che teneva in mano.
 
<< Boromir! Dà l’Anello a Frodo! >> Gli ordinai pronta.
 
Legolas e Aragorn, vedendo la scena, tornarono indietro per venire da me e il piccolo hobbit.
 
<< Non prendo ordini da una femmina >> Fu pronto a dire quello.
 
<< Ti ho già detto che devi avere rispetto per lei, mi sembra ! >> Gli urlò contro l’Elfo.
 
Mi girai per guardarlo. Nonostante era da giorni non gli rivolgevo la parola e mi mostravo sempre scorbutica nei suoi confronti, lui era sempre pronto a difendermi, in qualsiasi circostanza.
 
<< Restituisci l’Anello a Frodo! >> Replicò Aragorn.
 
<< Come desideri.  Non mi interessa >> L’uomo restituì finalmente l’Anello al piccolo Hobbit.
 
Sia Legolas che Aragorn però avevano le mani ferme sulle proprie armi. Capì che Boromir era attratto dall’Anello e che probabilmente prima o poi avrebbe ceduto al suo richiamo. Come potevamo viaggiare tranquilli, sapendo che anche fra di noi potevano benissimo esserci dei nemici?
 
Proseguimmo a camminare lungo la montagna. Poco dopo però una bufera di neve si abbattè su di noi. Solo io e Legolas riuscivamo a muoverci con naturalezza. Tutti gli altri erano provati dal freddo e dal vento infuriato che ci veniva contro.
 
<< C’è un’empia voce nell’aria >> Disse Legolas.
 
<< E’ Saruman! >> Urlò Gandalf cercando di muoversi contro la bufera.
 
D’un tratto degli ammassi di ghiaccio si staccarono dalla montagna e caddero. Riuscimmo a non farci colpire, ma la montagna stava crollando.
 
<< Vuole buttare giù la montagna! Gandalf, dobbiamo tornare indietro! >> Urlò Aragorn mentre teneva stretti a sé Frodo e Sam.
 
Gandalf cercò di ostacolare la magia nera di Saruman con la propria, ma invano.
 
<< Dobbiamo abbandonare la montagna! Verso la Breccia di Rohan! Prendete la via Ovest per la mia città! >> Disse Boromir, mentre cercava di tenere Merry e Pipino.
 
<< La Breccia di Rohan ci porta troppo vicini a Isengard >> Rispose Aragorn.
 
<< Non possiamo passare sopra le montagne. Passiamoci sotto! Attraverso le Miniere di Moria >> Propose invece Gimli.
 
Guardai per un attimo Gandalf. Non voleva andare alle Miniere di Moria, qualcosa lo preoccupava. * Che cosa nasconde?* Mi chiesi.
 
<< : Colui che porta l'Anello decida. Frodo? >> Disse Gandalf, rivolgendosi al piccolo Hobbit.
 
<< Attraverseremo le Miniere >> Rispose Frodo, dopo qualche esitazione.
 
<< Così sia fatto >> Concluse Gandalf.
 
In quel momento però dalla montagna si staccò via un altro enorme ammasso di ghiaccio. Cercammo di tenerci tutti, ma Frodo non resistette. Riuscì ad afferrarlo. Con tutte le mie forze cercai di tirarlo su. Il pezzo di montagna ai miei piedi stava per cedere, feci volare Frodo su Aragorn, ma non feci in tempo per spostarmi. Stavo per cadere nel vuoto, quando all’improvviso le mani di qualcuno mi afferrarono. Avevo gli occhi chiusi. Appena li riaprì vidi un Elfo davanti a me.
 
<< Non ti lascerò cadere, per nessuna ragione al mondo >> Disse Legolas tenendomi stretta.
 
Facendo molta attenzione L’Elfo riuscì a tirarmi su. Appena misi di nuovo i piedi al suolo mi accorsi di essere estremamente vicina a lui.
 
<< Grazie, mi hai salvato la vita >> Furono le uniche parole che riuscì a dire.
 
<< Te l’avevo detto no? Che ti avrei protetta >> Disse l’Elfo sorridendo.



SPAZIO "AUTRICE"

Ehilà! Ecco il 4 capitolo! Spero vi piaccia ^^ Dite pure la vostra, così se non vi piace qualcosa vedrò di cambiarla ;D
Baci a tutti.

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Capitolo 5
*** Lo sbocciare di un Fiore ***


Capitolo 5 –  Lo sbocciare di un Fiore

 

Rimasi come impalata a guardarlo. Quell’Elfo mi aveva salvato la vita, nonostante tutte le brutte parole che gli avevo detto, nonostante i calci e i pugni che gli avevo dato. In quel momento mi resi conto che avevo sbagliato con lui, non si meritava affatto tutte quelle cose. All’improvviso mi sentì tirare dal braccio da qualcuno.
 
<< Oh Fëawen!Ho temuto il peggio! >> Aragorn mi strinse forte a se.
 
<< E’ tutto apposto, adesso >> Lo tranquillizzai.
 
Mentre ero fra le braccia di Aragorn continuavo a guardare Legolas. Gli sorrisi come per ringraziarlo ancora. In un certo senso il fidanzato di mia sorella era stato veramente inopportuno in quella circostanza. Legolas ricambiò il sorriso ma d’un tratto diventò cupo. Qualcosa lo aveva infastidito e molto anche.
 
<< Piccola Fëawen non farci più spaventare in questo modo, soprattutto a me! >> Gandalf mi abbracciò.
 
<< Grazie Fëawen , per avermi salvato la vita >> Disse avvicinandosi il piccolo Hobbit.
 
<< Siamo una squadra, giusto? >> Gli risposi sorridendo.
 
<< Giusto! >> Replicò Frodo ricambiando il sorriso.
 
Proseguimmo il viaggio. Dovevamo cambiare di nuovo strada, che grande seccatura! Avrei preso volentieri quel mago da strapazzo per i capelli e glieli avrei strappati uno ad uno. Oppure gli avrei strappato la barba, dovevo riflettere quale di queste due torture fosse meglio. Così mentre mi perdevo in quelle sciocchezzuole infantili, non mi accorsi che Legolas stava camminando fianco a fianco a me.
 
<< Si si meglio i capelli, ho deciso! >> Dissi ad alta voce, senza nemmeno accorgermene.
 
<< Cosa meglio i capelli? >> Sentì dire alla mia destra.
 
Mi girai lentamente e sorpresa. Guardai per un momento L’Elfo sorridermi. Dopo capì che non avevo pensato quelle parole ma bensì le avevo pronunciate a voce alta. *Ma per tutti gli Orchi della terra di mezzo!!!*
 
<< Scusa, non dico più niente >> Continuò L’Elfo fraintendendo la mia espressione.
 
<< No, puoi dire tutto ciò che vuoi, cioè, non mi ero resa conto di aver parlato a voce alta, per questo ti guardavo in quel modo >> Mi giustificai.
 
<< E a cosa stavi pensando? >> D’un tratto era tornato tutto contento.
 
<< Ehm..ai miei capelli..vorrei tagliarli >> Mentì io.
 
<< E perché mai? Sono così stupendi >> Portò una mano ad accarezzarmeli.
 
 A quel suo tocco, il mio cuore non potè fare a meno di iniziare a battere all’impazzata. Subito arrossì per il complimento che mi aveva fatto. Maledettamente lui se ne accorse.
 
<< Perché le tue guance si sono colorate, di colpo, di un rosso acceso? >> Mi chiese senza smettere di sorridere.
 
*Perché?? Ma allora sei un’Elfo idiota!!!*
 
<< Legolas! Non stare sempre appiccicato a Fëawen ! Lasciacela un po’ anche a noi >> Sentimmo dire da qualcuno alle nostre spalle.
 
<< Boromir, hai forse qualche problema? >> Legolas era molto irritato per la sua intrusione.
 
<< Io no, e tu Elfo? Hai per caso una motivazione in più rispetto a noi altri per stare con? >>  Fëawen ? >> Contrattaccò quello.
 
Quella situazione non mi piaceva per niente. Certo, Boromir mi aveva salvata da quella piccola domanda imbarazzante che Legolas mi aveva appena fatto, bisognava ammetterlo. Non avevo nessuna intenzione di arrossire di nuovo e quindi preferivo di gran lunga andare a passeggiare un po’ con quell’antipatico di Boromir. Magari l’avrei conosciuto meglio.
 
<< Va bene, state calmi. Boromir ha ragione, se non ti dispiace Legolas, vorrei stare un po’ sola con lui, adesso >> In verità non volevo restare sola con Boromir per nessuna ragione al mondo.
 
L’Elfo rimase stupito e quasi male a quelle mie parole. Se fosse stato per me sarei rimasta per tutto il tempo appiccicata a lui, ma quegli stupidi dei miei comportamenti erano ingovernabili. Ogni volta che mi stava vicino il mio cuore partiva, era impossibile fermarlo. Dovevo trovare una soluzione a quel problema se volevo scambiare almeno due parole con lui.
 
<< Sei davvero molto graziosa, lo sai? >> Boromir interruppe i miei pensieri.
 
<< Si? Non ci avevo mai fatto caso >> Risposi senza nemmeno pensare a quello che dicevo.
 
Non ero arrossita davanti al suo complimento, per quale motivo?? Avrei tanto voluto avere accanto a me mia sorella Arwen, lei sapeva tutto riguardo a queste faccende. L’uomo non faceva che parlare  e parlare, non lo stavo nemmeno a sentire. Ogni tanto annuivo e mi voltavo per sorridergli. La mia testa però era occupata, non potevo non pensare a quell’Elfo, a quanto fosse bello e gentile nei miei confronti, anche quando non lo meritavo.
 
<< Oh le Mura di Moria >> Sentimmo dire d’un tratto da Gimli.
 
Finalmente eravamo arrivati. La mia “discussione” con Boromir poteva dirsi conclusa, ringraziando il cielo. Cercai con gli occhi Legolas. Appena lo trovai, i nostri sguardi si incrociarono. Notai qualcosa di diverso, i suoi occhi non erano più sorridenti come prima, mi guardava come se ce l’avesse con me. Si voltò subito dall’altra parte, mentre io rimasi a guardarlo ancora.
*E adesso che gli prende???*
 
 << Dunque, vediamo... Ithildin. Riflette solo i raggi del Sole e della Luna. C'è scritto: "Le porte di Durin, Signore di Moria. Dite amici ed entrate” >> Disse Gandalf, leggendo le scritte sulla porta.
 
<< E che cosa vorrebbe dire? >> Chiese il piccolo Merry.
 
<<  Oh, è semplice. Se uno è amico dice la parola magica, e le porte si aprono >> Rispose il mago.
 
<< Sei sicuro,Gandalf? >> Ero piuttosto scettica.
 
<< Per caso stai mettendo in dubbio le mie capacità? >>  Si voltò verso di me con aria da saccente.
 
<< No, no come potrei >> Trattenni una risata.
 
<< Annon Edhellen edro hi ammen! Ando Eldarinwa a lasta quettanya, Fenda Casarinwa! >> Pronunciò il mago.
 
Non successe un bel niente, nessun cambiamento. Le mura non si erano spostate di un millimetro.
<< E allora? >> Dissi io divertita.
 
<< Dammi tempo, vedrai adesso….succederà qualcosa >> Rispose il mago poco sicuro di se stesso.
 
<< Fëawen! non deconcentrarlo >> Aragorn si stava divertendo anche più di me.
 
<< Una volta conoscevo gli incantesimi in tutte le lingue degli Elfi, degli Uomini e degli Orchi >> Borbottò Gandalf mentre spingeva con le mani la porta.
 
<< E cosa farai adesso? >> Chiese ingenuamente Pipino.
 
<< Sbatti la testa contro queste porte, Peregrino Tuc, e se questo non le fracassa e mi viene dato un attimo di pace dalle domande sciocche, tenterò di trovare le parole giuste >> Si voltò irritato.
 
<< Ops, non prendertela Pipino. La vecchiaia purtroppo comincia a farsi sentire >> Dissi al piccolo hobbit.
 
<< Ti ho sentito >>  Il suo udito funzionava ancora bene.
 
La cosa si faceva lunga e quindi ci mettemmo comodamente a sedere. Sam dovette lasciar libero il suo pony, non poteva addentrasi con noi nelle miniere. Io intanto non avevo occhi che per Legolas. Non si era più girato, il suo sguardo ed il mio non si erano più incrociati. Non gli avevo fatto niente, non aveva nessun motivo per avercela con me . Decisi di avvicinarmi, non sopportavo quella situazione.
 
<< Per caso, ti ho fatto qualcosa ? >>  Gli chiesi timidamente.
 
<< No, cosa te lo fa pensare? >>  Non si girò nemmeno.
 
<< Mi eviti…eviti il mio sguardo, non capisco >> Ero abbastanza confusa.
 
<< Non sei il centro dell’universo, principessa, non ruota tutto intorno a te >> Era freddo da far rabbrividire.
 
Quelle parole mi ferirono. Avevo gli occhi lucidi, non sapevo cosa rispondere. Mi voltai e tornai a sedermi nel posto in cui ero seduta poco prima . Quanto poteva essere stupido quell’Elfo. Non capivo il perché di quelle parole. D’un tratto Pipino si avvicinò a me.
 
<< Fëawen che ti succede? Perché te ne stai in disparte? >> Mi chiese il piccolo.
 
<< Preferisco stare da sola che con certi individui >> Risposi.
 
<<  Secondo me è geloso >> continuò Pipino.
 
<< Chi? >> Non capivo cosa volesse dirmi.
 
<< ma come chi? L’Elfo! Si vede lontano un miglio! >> Aggiunse lo hobbit.
 
<< E per quale motivo dovrebbe esserlo? >> continuavo a non capire.
 
<< Ma Fëawen! Ogni volta che Aragorn o Boromir si avvicinano a te lui si trasforma di colpo, non te ne sei accorta? >> Pipino se la rideva.
 
<< No, ma non può essere, Legolas geloso, ma dai >> Scacciai via quel pensiero ridicolo.
 
<< Come vuoi tu, ma sappi che per me è geloso >> Concluse Pipino.
 
 
<< È un enigma. Dite amici ed entrate. Qual è la parola elfica per "amici"? >>  Disse d’un tratto il piccolo Frodo.
 
<< Uhm…Mellon! >> Pronunciò il mago.
 
La porta magicamente si aprì. Era solo uno stupido enigma, il viaggio cominciava a confonderci un po’ le idee. Entrammo dentro. Io non stavo più nella pelle.
 
<< Presto, Mastro Elfo, gusterai la leggendaria ospitalità dei Nani! Grandi falò, birra di malto, carne stagionata con l'osso! >> Parlò Gimli rivolgendosi a Legolas  << Questa, amico mio, è la casa di mio cugino Balin. E la chiamano una miniera. Una miniera! >>
 
Era buio pesto e Gandalf fece luce col suo bastone.
 
<< Non è una miniera. È una tomba! >> Disse Boromir guardandosi attorno.
 
E infatti intorno a noi non c’erano che scheletri. Io stavo camminando proprio su uno di essi ed emisi un urlo appena me ne resi conto. Legolas mi venne subito accanto.
 
<< I Goblin! >> Prese una freccia conficcata nella testa di uno di quei scheletri.
 
<< Dirigiamoci alla Breccia di Rohan. Non saremmo mai dovuti venire qui. E ora andiamocene. Fuori! >> Urlò Boromir a tutti noi.
 
Nemmeno il tempo di girarci che dei tentacoli enormi provenienti dalle acque vicine afferrarono Frodo per le gambe.
 
<< Frodo!! >> Urlai con tutta la mia voce!
 
<< Lascialo stare! >> Urlò Sam cercando di tagliare con la spada i tentacoli di quel mostro.
 
All’improvviso però i tentacoli aumentarono e sollevarono il piccolo hobbit per aria. Aragorn e Boromir cercavano di tagliarli con le proprie spade mentre Legolas mirava alla testa del mostro. Non potevo rimanere in disparte senza far nulla. Iniziai a correre verso quella specie di polpo gigante. Mi lanciai sui suoi tentacoli per cercare di raggiungere Frodo e liberarlo.
 
<< Vieni via da lì! >> Urlò Aragorn.
 
<< Pensate a Frodo! >> Cercavo di indebolirlo colpendolo nel punto dove c’era il piccolo hobbit.
 
Finalmente lo lasciò andare e Frodo cadde in acqua. Sam e gli altri due hobbit si buttarono per prenderlo. Adesso il mostro se la doveva vedere solo con me. Riuscì a farmi volare via l’arco, senza che nemmeno me ne rendessi conto. D’un tratto aprì la sua gigantesca e orrenda bocca. Voleva mangiarmi.  Cercai di liberarmi con tutte le mie forze, ma invano.
 
<< Lasciala andare, mostro! >> Legolas sganciò contemporaneamente due frecce dritte alla bocca dell’ orrenda creatura.
 
Riuscì finalmente ad abbatterlo. I suoi tentacoli mi lasciarono andare. Caddi e Legolas fu pronto a prendermi. Fra le sue braccia mi sentivo al sicuro e protetta. Scesi dopo qualche secondo.
 
<< Perché l’hai fatto? >>  L’unica cosa che riuscì a dire.
 
<< Perché tu per me sei importante! >> Era serio, serissimo.
 
Mi sentì morire. Io per lui ero importante. Che diavolo voleva dire con quella frase?
 
<< Legolas! presto nelle miniere! potrebbe tornare! >> Urlò Boromir.

 
 

SPAZIO "AUTRICE"

EHILA'! ECCO IL 5 CAPITOLO!  PER CHI NON AVESSE CAPITO IL SENSO DEL  TITOLO "LO SBOCCIARE DI UN FIORE" STA A INDICARE CHE TRA I DUE PROTAGONISTI UN DOLCE SENTIMENTO STA PER SBOCCIARE ;D
SPERO VI PIACCIA! FATEMI SAPERE! BACI!

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Capitolo 6
*** Le Miniere di Moria ***


Capitolo 6 – Le miniere di Moria
 


 Non potevamo stare lì a chiacchierare, dovevamo correre subito nella miniera prima che il mostro ritornasse. Legolas afferrò il mio braccio e mi trascinò dentro dagli altri, al sicuro . Io ero ancora che pensavo alle parole che mi aveva detto poco prima. Cosa significava che io ero importante per lui?
 
<< Non abbiamo altra scelta >> Disse il mago facendo luce col suo bastone  << Dobbiamo affrontare le lunghe tenebre di Moria. State in guardia. Ci sono cose più antiche e più malvagie degli Orchi, nelle profondità della terra. >>
 
<< Dimmi cosa significa ciò che mi hai detto!?d >> Afferrai Legolas violentemente.
 
<<  Ora silenzio. È un viaggio di quattro giorni fino all'altra parte. Speriamo che la nostra presenza passi inosservata >>  Disse Gandalf guidandoci.
 
<< Hai sentito Gandalf? Dobbiamo fare silenzio >> Rispose L’Elfo divertito.
 
*E ride anche lo stupido di un Elfo!*
 
Proseguimmo il viaggio all’interno delle miniere. Non capivo più se era giorno o se era notte stando li dentro. Ci riposavamo solo quando ne sentivamo la necessità.  Legolas mi stava vicino e ogni tanto si voltava per sorridermi. Quel suo sorriso così bello e meraviglioso  stava cominciando ad irritarmi. Dietro di noi c’erano Aragorn e Boromir. Mi stavano tutti appiccicati, non sopportavo più quella situazione. L’amato di mia sorella era protettivo, anche troppo, nei miei confronti. Non capivo, va bene che ero la sorella di Arwen, ma stava esagerando. Boromir aveva del tutto cambiato atteggiamento con me. Prima era tutto “ Maschi in guerra e donne a casa” e adesso invece mi sorrideva anche. Per me restava sempre un antipatico e insopportabile uomo. E poi c’era Legolas. Mi piaceva sempre di più, non potevo negarlo a me stessa. Quelle parole che mi aveva detto non avevano fatto altro che peggiorare ancora di più la situazione.
 
<< Principessa, cosa ti preoccupa? >> Qualcuno interruppe il mio flusso di pensieri.
 
<<  Eh?..Boromir… No nulla. Stavo solo pensando che questa miniera mette paura  >> Mentì all’uomo.
 
<< Hai ragione in effetti  >> Sorrise  <<  Sai, quando quella bestia stava per mangiarti, mi sono sentito perduto! >> Aggiunse Boromir.
 
<< Pensa io!  no cioè, volevo dire, grazie per esserti preoccupato >>  Cercai di sorridergli.
 
Vidi Legolas girarsi verso me e Boromir. Gli dava fastidio, questo lo si vedeva bene. Magari Pipino aveva ragione dicendo che l’Elfo era geloso, ma geloso di cosa?! Stavo letteralmente per impazzire. Boromir continuava a parlarmi ed io a guardare Legolas osservarci. Una scena da far sbellicare dalle risate, per chi la osservasse dall’esterno ovviamente.
*E va bene. Vediamo se fa qualcosa* Volevo capire fin dove si sarebbe spinto.
 
<< Dimmi Boromir, lì a Gondor, hai qualche ragazza che attende il tuo ritorno? >> Gli misi una mano intorno al braccio mentre con lo sguardo osservavo la reazione dell’Elfo.
 
<< Non proprio >> Rispose quello sorridendo.
 
Legolas continuava a camminare con lo sguardo rivolto verso di noi. All’improvviso però si scontrò con Gandalf. Scoppiai in una risata.
 
<< Guarda avanti, principe! >> Disse il mago all’Elfo <<  Sempre che i tuoi occhi non possano fare a meno di guardare una certa principessa  >> Aggiunse.
 
<< Non so di cosa tu stia parlando >>  Guardava ancora me e Boromir.
 
<< No certo  >> Sorrise << Ti consiglio solo di agire, mio caro! >>
 
Legolas non se lo fece di certo ripetere due volte. D’un tratto lo vidi davanti a me. Afferrò il mio braccio e scusandosi con Boromir mi trascinò con se, senza darmi il tempo per poter replicare.
 
<< Ma che ti salta in mente? >> Gli chiesi a bassa voce e un tantino irritata.
 
<< Mi…mi da fastidio >> Fu l’unica risposta che riuscì a darmi.
 
Non gli chiesi più niente. Non potevamo metterci a parlare, c’erano anche gli altri. Proseguimmo il cammino seguendo Gandalf. Io e Legolas restammo in silenzio. Camminavamo fianco a fianco e ogni tanto i nostri sguardi si incontravano, ma nulla di più.
 
<< Non ho memoria di questo posto >>  Gandalf si fermò di colpo.
 
Non si ricordava più la strada che dovevamo prendere. Non ci rimase altro che fermarci a riposare. Aragorn si sedette accanto a me e mi mise una mano intorno al collo. Ovviamente questo gesto irritò Legolas.
 
<< Riposa, Fëawen, il viaggio è ancora lungo >> L’uomo mi accarezzò piano il viso.
 
<< Aragorn, mi manca mia sorella >> Gli dissi all’improvviso.
 
<< Anche a me >> Mi diede un piccolo bacio sulla fronte.
 
Legolas se ne stava in disparte con le braccia conserte ad osservare tutto. Aveva ammesso che gli dava fastidio che io parlassi con Boromir ora si irritava anche se parlavo con Aragorn? Lo guardai per qualche secondo, ma lui per evitare il mio sguardo chiuse gli occhi. Mi addormentai fianco a fianco ad Aragorn. Quando mi risvegliai notai che Legolas era nella stessa posizione di quando mi ero addormentata. Mi alzai all’improvviso facendo attenzione a non svegliare l’uomo che stava a fianco a me e andai verso l’Elfo.
 
<< Adesso possiamo riprendere la nostra conversazione >> Mi avvicinai a lui.
 
<< Quale conversazione? >> Aprì lentamente gli occhi.
 
<< Ah dai, adesso non fare finta di niente. Perché mi hai detto quella cosa? E perché ti da fastidio se parlo con Boromir o con Aragorn? >> Gli domandai.
 
<< Ci sono gli altri >> Rispose richiudendo gli occhi.
 
<< Sono tutti occupati o a dormire o a mangiare. Non fare il codardo adesso. >>
 
<< Io codardo? E va bene, dimmi, cosa vuoi sapere? >>  Riaprì gli occhi e li affondò dritti nei miei.
 
<< Ahm… Perché hai detto che io per te…sono importante? >> Chiesi, tutta rossa in viso.
 
<< ..Magari lo sapessi >> Sorride <<  Io per te lo sono? >>
 
<< Non…non hai risposto alla mia domanda >> Cercai di non sprofondare nell’insopportabile imbarazzo.
 
Legolas si avvicinò a me piano piano. Alzò la sua mano e la portò ad accarezzarmi il viso. Appena la sentì sulla mia pelle il mio cuore prese a battere ancora più forte. Arrossì di nuovo e l’Elfo accorgendosene iniziò a sorridere dolcemente. Chiusi gli occhi per assaporare meglio quel momento per me indescrivibile. Lentamente fece scorrere le sue dita sulle mie labbra. In quel momento aprì gli occhi di scatto. Lo vidi a pochi centimetri dal mio viso mentre cercava di avvicinarsi ancora.
 
<< Ti prego, non picchiarmi >> mi sussurrò, avvicinandosi ancora con quel sorriso meraviglioso.
 
Picchiarlo? Anche se avessi voluto farlo non ne avrei avuto la forza. Ero completamente immobile, non riuscivo  ne a muovermi e ne a parlare. Sentivo il suo respiro sulla mia bocca, il suo profumo entrarmi dentro. Chiusi gli occhi di nuovo e mi abbandonai completamente a quel dolce momento.
 
<< Ah! Quella è la via ! >> Sentimmo dire all’improvviso.
 
 Io e Legolas aprimmo di scatto gli occhi e ci allontanammo. Per fortuna nessuno si era accorto di niente. Gandalf finalmente aveva ricordato la strada che dovevamo prendere. Poteva aspettare un altro pochino però a dirlo. Mi voltai versol’Elfo con un mezzo sorriso dipinto sulle labbra.
 
<< Salvata in calcio d’angolo, nuovamente >> Sorrise.
 
<< Se l’è ricordata >> Disse Merry raggiante.
 
<< No, ma laggiù l'aria non ha un odore così fetido. Quando sei in dubbio, Meriadoc, segui sempre il tuo naso >> Rispose il mago al piccolo hobbit.
 
Ci apprestammo tutti a seguire Gandalf giù per delle scale. Io e Legolas eravamo vicini e lui non smetteva di guardarmi e sorridere. Mi faceva diventare ancora più rossa di quanto già non  fossi. Il mago fece ancora più luce col suo bastone.
 
<< Ammirate il grande reame e la città dei Nani: Nanosterro >> Fece notare a tutti noi.
 
Guardammo intorno a noi come estasiati da tutta quella meraviglia. Delle colonne enormi e imponenti si ergevano dal suolo verso un punto impossibile da vedere da dove eravamo noi. Era immenso e spettacolare.
 
<<  Ti fa spalancare gli occhi, certo >> Commentò Sam.
 
Ero incantata, non facevo che guardare da una parte all’altra. Fino ad incontrare gli occhi di Legolas. Guardare tutta quella meraviglia accanto a lui rendeva ancora più speciale quel momento. Non capivo perché mi sentivo così bene quando l’Elfo si trovava vicino a me. Perché il cuore e le gambe partivano all’improvviso, perché arrossivo come niente. Non capivo perché sentivo tutte quelle cose ogni volta che avevo i suoi occhi addosso. Di una cosa ero certa, l’avrei scoperto di lì a poco.
 
<< No! Nooo!! >> Sentì urlare di colpo.
 
<< Gimli!! >> Lo richiamò Gandalf.
 
Il Nano entrò in una specie di grande stanza urlando disperato. Lo seguimmo anche noi. Lì a terra non c’erano altro che scheletri. In mezzo alla stanza vi era posta una lapide, doveva essere una persona importante.
 
<< “Qui giace Balin, figlio di Fundin, Signore di Moria” >> Gandalf lesse le scritte sulla lapide  << È morto, dunque >> Aggiunse il mago.
 
<< Gimli, forza, rialzati >> Mi abbassai per consolare il Nano.
 
<< E’ come temevo >> Gandalf era preoccupato, molto preoccupato.
 
<< Che sta succedendo? >> Chiesi confusa.
 
<< Dobbiamo proseguire. Non possiamo indugiare >> Legolas stava parlando con Aragorn.
 
<< "Hanno preso il ponte, e il secondo salone >> Gandalf iniziò a leggere una specie di diario che uno di quei scheletri ai piedi della lapide teneva in mano << Abbiamo sbarrato i cancelli, ma non possiamo resistere a lungo. La terra trema. Tamburi. Tamburi negli abissi. Non possiamo più uscire. Un'ombra si muove nel buio. Non possiamo più uscire. Arrivano" >>
 
In quel preciso istante Pipino fece cadere in un pozzo uno scheletro con tutta l’armatura causando un boato immenso. Io ero mezza morta dalla paura, tanto che mi ero aggrappata al braccio di Legolas senza nemmeno accorgermene.
 
<< Tranquilla, non è niente >> Sorrise.
 
<< Oh..scusa >> Mi allontanai subito.
 
<< Idiota di un Tuc! Gettati tu la prossima volta e liberaci della tua stupidità ! >> Disse Gandalf irritato.
 
Non dovevamo fare rumore, solo di questo ci aveva raccomandato Gandalf. Il piccolo hobbit non l’aveva fatto apposta, solo che era molto curioso. Lo capivo benissimo, anche io ero fatta così.
All’improvviso sentimmo dei rumori, delle grida, dei versi, non sapevo nemmeno io cosa di preciso.
 
<< Gli orchi! >> Disse Legolas ascoltando attentamente.
 
Boromir scattò fuori dalla camera. Una freccia gli sfiorò il viso. Erano lì, erano arrivati.
 
<< Indietro! State vicini a Gandalf! >> Urlò Aragorn ai quattro hobbit.
 
<< Mettiti al sicuro anche tu >> Legolas stava parlando a me.
 
<< Io? E perché? Voglio combattere ! >> cercai di protestare.
 
<< Non voglio che ti succeda qualcosa >> Mi stizzì con quelle dolci parole.
 
Aragorn e Boromir chiusero le porte mentre Legolas lanciava loro qualsiasi materiale per bloccare meglio l’entrata. Indietreggiarono per preparare le armi per la battaglia. Quegli esseri stavano cercando di buttare giù la porta. Tirammo tutti quanti fuori le nostre spade. Legolas, Aragorn e Boromir stavano davanti a noi. I nemici riuscirono ad entrare. Erano tantissimi e mostruosi. Dietro tutti loro comparve un enorme e orrendo Troll. Mi si parò davanti ed io rimasi paralizzata. Cercai di ferirlo con la mia spada, ma me la scaraventò via. Cercò di colpirmi ma evitai tutti i suoi colpi. All’improvviso ne arrivò un altro. Eravamo persi, io mi sentì persa. Mi voltai per cercare Legolas, per vedere se stesse bene. Lo vidi mentre uccideva due orchi contemporaneamente. Era bravo, davvero bravo. Il troll approfittò della mia distrazione e mi colpì. Fui scaraventata via. Intanto l’altro orrendo mostro aveva preso di mira Frodo. I piccoli hobbit cercarono di nascondersi. Aragorn andò in loro soccorso. Il troll però colpì anche lui facendogli perdere i sensi. Vidi la scena e cercai di rialzarmi per andare a salvarlo. L’altro troll però me lo stava impedendo. Evitai un altro suo colpo. Intanto Frodo cercava con la sua spada di difendere Aragorn.
Il mostro non mi dava tregua. All’improvviso mi si parò davanti Legolas. Gli sferrò due frecce , ferendolo.  Dopodichè salì su una trave e riuscì a saltare addosso al troll. Lo guardavo con ammirazione, non avevo mai visto un Elfo muoversi come faceva lui. Gli diede il colpo di grazia e finalmente il mostro cadde a terra.
 
<< Non posso distrarmi un secondo che ti cacci subito nei guai >> Si avvicinò.
 
Gli sorrisi timidamente. Era la terza volta che mi salvava la vita, era diventato una specie di angelo custode per me. Ricordai all’improvviso di Frodo e Aragorn. Mi voltai e vidi il Troll infilzare il piccolo hobbit con la sua arma.
 
<< Frodo! >> Urlai disperata.
 
Aragorn riprese i sensi e si scaraventò sull’enorme bestia. Legolas e Boromir fecero altrettanto. Alla fine riuscirono ad abbatterlo.
 
Andai correndo verso Frodo. Gli altri lo avevano già circondato. Mi portai una mano sul viso, non poteva essere morto. Il piccolo hobbit riaprì inaspettatamente gli occhi lasciando tutti noi stupiti.
 
<< Sto bene. Non sono ferito >> Informò tutti noi.
 
<< Dovresti essere morto. Quella lancia avrebbe trafitto un cinghiale >> Aragorn era sbalordito.
 
<< In questo Hobbit c'è più di quanto non colpisca la vista >> Aggiunse Gandalf.
 
Frodo si aprì leggermente la camicetta. Non avevo visto niente del genere, non capivo di cosa era fatta quella strana armatura.
 
<< Mithril! Tu sei pieno di sorprese, Frodo Baggins >> Disse Gimli guardandolo.
 
Il piccolo hobbit si rialzò per la felicità di tutti. Non era morto e questo era un gran sollievo. Avevamo vinto quella piccola battaglia.
 
<< E tu stai bene? >> Mi chiese Legolas di colpo.
 
<< ..Si, credo di si >> Lo guardai fisso negli occhi.
 
<< Bene. Non me lo sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa >> Mi accarezzò la guancia.
 
Rimasi a guardarlo come incantata. Era così premuroso e gentile, perché si comportava in quel modo? Portai la mia mano sulla sua e chiusi gli occhi.
 
<< Sono felice che anche tu stia bene >> Riuscì a dire.
 
<< Allora anche per te io sono importante >> Sorrise.
 
Riaprì gli occhi. Aveva quel solito sorrisetto compiaciuto. Si, per me lui era importante, ma non volevo per il momento che lui lo sapesse. Era troppo imbarazzante per me.
 
<< Non ho detto questo >> cercai di salvare il salvabile.
 
<< Sei sicura? >> Si avvicinò.
 
<< Certo che sono…>> Non riuscì a finire la frase poichè si era avvicinato troppo a me.
 
<< E allora? Che ti prende? >> Sorrideva divertito.
 
Mi faceva quell’effetto strano, mi immobilizzava. Non era possibile. Avvicinò le sue labbra e le posò sulla mia guancia arrossata. Tirai su un sospiro profondo. Le mie mani cominciarono a sudare e le mie gambe a tremare. Come si staccò un sorriso si dipinse sul suo volto.
 
<< Ehi, non vorrei disturbare questo scambio di effusioni, ma dovremmo andare >> Ci interruppe Pipino.
 
Non avevo la forza di rispondergli. I miei occhi si erano completamente persi nei suoi. Dopo qualche secondo notammo il piccolo hobbit che ci stava fissando.
 
<< Dobbiamo andare >> Continuò Pipino scioccato.
 
Mi voltai per vedere dove fossero gli altri. Erano già tutti usciti. Legolas mi afferrò dal braccio e sorridendomi dolcemente mi trascinò fuori insieme al piccolo hobbit.
 
*Cos’è questo strano calore che sento? Non mi starò mica innamorando dell’Elfo??!*


Spazio "Autrice"

Ciao a tutte! Per pubblicare questo capitolo ho sudato sette camicie! Non mi caricava la pagina T.T Coooomunque ecco il 6 capitolo! Spero vi piaccia! Attendo le vostre considerazioni! Baci baci! :D

 

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Capitolo 7
*** Ombra e fiamme ***


Capitolo  7 – Ombra e fiamme

 

Raggiungemmo gli altri fuori dalla stanza. Sentì dei versi in lontananza. Stavano arrivando altri Orchi.
 
<<  Al ponte di Khazad-dûm ! >> Ordinò Gandalf.
 
Iniziammo a correre tutti quanti. Mi voltai e vidi centinaia di Orchi correre dietro di noi. Legolas mi afferrò dal braccio trascinandomi con se. Altri orrendi mostri apparivano alla nostra destra e alla nostra sinistra. L’unica cosa che ci rimaneva da fare era correre, non potevamo di certo affrontarli, erano troppi e saremmo morti di sicuro. Alzai lo sguardo verso l’alto e vidi altri Orchi sbucare come vermi dalle mura e scendere arrampicandosi sulle colonne. Eravamo circondati. Non avevamo più via di uscita. Legolas afferrò l’arco puntandolo verso quei mostri. All’improvviso però lo abbassò, forse si era reso conto che non avremmo avuto nessuna possibilità di vittoria. Non sapevo bene il motivo di quel suo gesto, fatto sta che afferrò di colpo la mia mano. Era la prima volta che la mia mano e la sua si toccavano. Sentì qualcosa di strano nello stomaco.
 
<< Fëawen…devo dirti una cosa >> Spostò il suo sguardo su di me.
 
*Ma ti pare il momento???*
Lo guardai negli occhi confusa. Non riuscì a dire niente, ero completamente bloccata. Stavamo per morire e lui se ne veniva che doveva dirmi una cosa? Non lo capivo proprio. Da una parte c’erano quei mostri che volevano ucciderci, dall’altra l’Elfo che mi guardava con quei suoi occhi meravigliosi, non era una bella situazione la mia. Come stava per muovere la bocca qualcosa lo interruppe. In fondo vidimo una strana luce rossa, erano delle fiamme. Tutti gli Orchi fuggirono via facendo quei loro riluttanti versi. Non ne capivo il motivo.
 
<<  Cos’è questa nuova diavoleria? >> Domandò preoccupato Boromir.
 
<< Un Balrog. Un demone del mondo antico >> Rispose Gandalf << E’ un nemico al di là delle vostre forze >> Aggiunse.
 
<< E…adesso? >> Chiesi con la paura a mille.
 
<< Fuggiamo! >> Urlò il mago.
 
Ci rimettemmo di nuovo a correre. Adesso alle calcagna non avevamo più degli orrendi Orchi ma un demone che di certo non potevamo sconfiggere con frecce e spade. Andavamo di male in peggio. Io mi ero del tutto dimenticata che Legolas aveva da dirmi qualcosa. In quel momento l’unica nostra preoccupazione era di correre. Scendemmo giù per delle scale, alla fine delle quali la strada si interrompeva. Boromir non riuscì a bloccare la sua corsa e perse l’equilibrio. Pronta lo afferrai e finimmo entrambi a terra. Subito Legolas prese la mia mano per aiutarmi a rimettermi in piedi.
 
<< Conducili fuori, Aragorn. Il ponte è vicino >> Disse il mago all’Uomo.
 
Aragorn non capiva le sue parole. Lo guardava con sguardo confuso.
 
<< Fai come ti dico! Ormai le spade non sono più utili! >> Urlò Gandalf.
 
<< E’ per questo che non volevi passare dalle Miniere?? E’ per questo!? >> Gli urlai contro.
 
<< Fëawen , calmati >> Aragorn cercava di tranquillizzarmi.
 
<< Perché  non ce l’hai detto?! >> continuai ad urlargli.
 
<< Si, è per questo >> Rispose dispiaciuto il mago.
 
Non ebbi il tempo di rispondere perché l’Elfo afferrò nuovamente il mio braccio trascinandomi  via nella sua corsa.
 
Prendemmo altre scale senza smettere un attimo di correre. Arrivammo in un punto dove la strada era spezzata. Dovevamo saltare dall’altra parte. Senza nemmeno rendermene conto Legolas mi prese in braccio.
 
<< Ehi! Non osare… >> Non riuscì a finire di dire la frase che subito saltammo.
 
Delle frecce cercarono di colpirci. Mi voltai di scatto e vidi alcuni Orchi. Non ci lasciavano un attimo di tregua. Presi l’arco e ne uccisi uno. Intanto Gandalf era appena saltato dalla parte mia e dell’Elfo. Dovevano sbrigarsi anche gli altri, il nemico si stava avvicinando.
 
<< Merry, Pipino! >> Urlò Boromir afferrando i due piccoli Hobbit e saltando anche lui.
 
Come saltarono però il terreno sotto i loro piedi cedette. Riuscirono lo stesso a venire dalla nostra parte, ma adesso gli altri erano nei guai seri. Aragorn afferrò Sam e lo lanciò mentre io e Legolas sferravamo frecce contro gli Orchi.
 
<< No! Nessuno può lanciare un Nano! >> Urlò Gimli all’Uomo per poi lanciarsi.
 
Arrivò proprio sul ciglio della roccia e stava per cadere nel vuoto. Legolas lo afferrò dalla barba e mentre il Nano urlava lo tirò su.
 
Dall’altra parte rimanevano soltanto Frodo e Aragorn. All’improvviso dei massi enormi caddero e il terreno ai piedi dei due si spaccò.
 
<< Aragorn, Frodo!! >> Urlai, portandomi una mano sul viso.
 
Erano ancora vivi, ma troppo lontani per poter saltare. Il demone si stava avvicinando, vedevo delle fiamme ergersi. Il terreno cominciò a muoversi.
 
<< Chinati >> Ordinò Aragorn a Frodo.
 
Inaspettatamente la loro parte si avvicinò alla nostra. Eravamo pronti per prenderli. Come le due parti si scontrarono Aragorn e il piccolo hobbit ci vennero addosso. Finalmente eravamo tutti salvi. Continuammo la nostra corsa sfrenata verso il ponte. Il nemico però era riuscito a raggiungerci. Era a dir poco mostruoso. Delle fiamme circondavano tutto il suo corpo.
 
<< Al ponte! Avanti! >> Urlò Gandalf.
 
 Attraversammo di corsa il ponte. Mi voltai e vidi che il mago si era fermato. Voleva affrontare il demone, voleva distrarlo per permetterci di fuggire.
 
<< Tu non puoi passare! >> Urlò contro il mostro.
 
<< Gandalf! >> Urlai.
 
<< Sono un servitore del Fuoco Segreto, e reggo la fiamma di Anor! Il fuoco oscuro non ti servirà a nulla, fiamma di Udun! >>  Disse Gandalf alzando il suo bastone.
 
Il demone cercò di colpirlo ma la magia del mago era più potente. Restammo tutti a guardarli. Appena Gandalf l’avrebbe sconfitto saremmo ripartiti insieme a lui. Dovevamo aspettarlo, era un nostro compagno, era il mio Gandalf, era troppo importante per me.
 
<< Torna nell’ombra! Tu non puoi passare! >> Urlò il mago sbattendo il suo bastone per terra.
 
Metà del ponte crollò e il demone cadde nelle ombre della terra. Gandalf si voltò verso di noi. L’aveva battuto. Subito un sorriso si dipinse sul mio volto.
All’improvviso però la coda del demone arrivò ai piedi del mago afferrandolo. Lo trascinò con se. Per qualche secondo rimase aggrappato al ponte.
 
<< No Gandalf!! >> Urlammo io e Frodo dirigendoci verso di lui.
 
Boromir riuscì a bloccare il piccolo hobbit afferrandolo. Io continuai a correre mentre nella mia testa non facevo che ripetermi “No,non puoi morire,no!”.
 
<< Fuggite sciocchi >> Disse Gandalf guardandoci per l’ultima volta per poi lasciarsi cadere nel vuoto.
 
<< Nooo! >> Urlai disperata mentre un braccio mi cingeva la vita, bloccando la mia corsa.
 
<< Lasciami andare!! >> Continuai ad urlare mentre l’Elfo mi trascinava via.
 
Cercavo di liberarmi dalla sua stretta, ma era impossibile.  Come uscimmo dalle miniere gli hobbit si accasciarono a terra rotti dal dolore. Io continuavo ad urlare in preda alla disperazione. L’Elfo mi attirò,con un gesto violento, a se, abbracciandomi. Mi lasciai andare a quel dolce abbraccio. Le mie lacrime presero il sopravvento. Lo strinsi forte a me mentre lui mi accarezzava piano i capelli. Era la prima volta che io e l’Elfo ci abbracciavamo. Fra le sue braccia mi sentivo protetta, nessuno avrebbe potuto farmi del male.
 
<< Alzatevi ! >> Ordinò Aragorn.
 
<< Concedi loro un momento, te ne prego! >> Lo supplicò Boromir.
 
<< Stanotte queste colline brulicheranno di Orchi! Dobbiamo arrivare ai boschi di Lothlorien! >> Rispose Aragorn cercando di far alzare Sam.
 
All’improvviso sentì qualcuno afferrarmi e portarmi via dalle braccia di Legolas.
 
<< Avanti Fëawen , non piangere più >> Aragorn mi stringeva forte a se.
 
Dopo qualche secondo mi lasciò andare ed io mi asciugai il viso dalle lacrime. Voltandomi vidi Legolas guardare Aragorn come non aveva mai fatto. Compresi subito che forse il gesto di strapparmi dalle sue braccia lo aveva irritato e non poco. Spostai lo sguardo per cercare Frodo. Si era allontanato da noi.
 
<< Frodo, stai bene? >> Lo raggiunsi.
 
<< E’ morto, Fëawen, è morto >> Le sue parole erano fredde.
 
<< Non lasciamo che la sua morte sia stata vana! >> Urlai al piccolo hobbit.
 
<< No, hai ragione, dobbiamo distruggere l’Anello >> Si voltò sorridendo con una lacrima che gli scendeva sul viso.
 
<< Per lui, per Gandalf! >> Ricambiai sorridendo.
 
Ricominciammo il viaggio. Non potevamo indugiare. Ci accampammo in un posto sicuro, dove gli Orchi non sarebbero arrivati a noi. Gli hobbit si addormentarono subito mentre io non facevo che pensare a Gandalf mentre cadeva nelle oscurità della terra.
 
<< Pensierosa? >> Mi sentì chiedere.
 
<< Non riesco…a cancellare l’immagine di Gandalf mentre cade >> Risposi ad Aragorn.
 
<< Neanche io >> Mi diede un bacio sulla fronte.
 
Vidi Legolas diventare verde in viso. La luce del fuoco lo illuminava e mi permetteva di vedere ogni dettaglio.
 
<< Aragorn! Devo parlarti ! >> Disse L’Elfo all’improvviso.
 
<< Dimmi, Legolas >> Si voltò verso di lui.
 
<< Non qui >>  Disse guardandomi.
 
*Non qui?? Volevi dire non davanti a me,forse???!! Ma che sta succedendo??!* Pensai  mentre spostavo il mio sguardo un po’ sull’Elfo e un po’ sull’Uomo.
 
Aragorn annuì e li vidi andare via. La voglia di seguirli era tanta, ma misi un freno alla mia curiosità e cercai invece di riposare.
 
<< E se si picchiano? >> Mi sentì dire.
 
<< Pipino!...ma non stavi dormendo? >> Chiesi al piccolo hobbit.
 
<< Mi sono svegliato appena in tempo per assistere alla scena! >> Era alquanto divertito.
 
<< Comunque, perché dovrebbero picchiarsi? >> Lo guardai confusa.
 
<< Beh, Legolas è geloso, questa è ormai cosa certa e Aragorn….ha degli atteggiamenti troppo affettuosi nei tuoi confronti, non trovi? >> Era sicuro di se.
 
<< Ma come ti vengono in mente certe cose? >> Scoppiai a ridere.
 
<< Non credermi se vuoi, però al posto tuo io sarei andato a vedere cosa combinano quei due >> Ritornò a dormire.
 
Le sue parole erano ferme nella mia testa. E se si picchiavano per davvero? Non mi sarei persa per nulla al mondo una scena del genere! Cioè, non l’avrei permesso, per me, poi. Mi alzai e lì seguì. Non erano andati troppo lontani, riuscì a trovarli subito.
Cercai di non farmi sentire. Quando finalmente si fermarono mi nascosi dietro un albero.
 
<< Allora ? Che hai di così importante da dirmi ? >> Domandò curioso Aragorn.
 
<< Tu ami Arwen? >> Si voltò per guardarlo negli occhi.
 
<< Ma che domande sono? Certo che la amo! >> Cominciava a non capire.
 
<< E allora perché….perchè hai….degli atteggiamenti così…..così strani nei confronti di Fëawen ?! >> Abbassò lo sguardo per l’imbarazzo.
 
<< Adesso ho capito. Sei geloso, è chiaro >> Scoppiò a ridere.
 
<< Cosa? No, ti sbagli! Solo…non voglio che le facciano del male >> Cercò di giustificarsi.
 
*Geloso?? Ma che…!* Guardavo la scena confusa.
 
<< Amico mio, non è da te mentire >> Lo guardò stupito.
 
<< …E va bene! Hai ragione, sono geloso! Mi sento…uno stupido! >> Ammise alla fine.
 
*E’ geloso??? L’ha amesso??!! Oh DioDioDioDioDio!!* Il mio cuore era partito. Non capivo il motivo della mia felicità, cosa c’era di bello in quello che aveva ammesso???!
 
<< Non hai di che preoccuparti, per me lei è… >> Aragorn si bloccò.
 
<< Cos’è lei per te??! >> Si avvicinò all’uomo.
 
Non stavo capendo più niente. Che voleva dire Aragorn? Per non parlare poi di Legolas, era geloso, ma perché? Dio! non capivo un bel niente di quelle cose. Magari avessi avuto Arwen accanto a me, lei avrebbe di certo capito la situazione.
 
<< E’ mia sorella, Legolas! >> Urlò d’un tratto << E’ sorella mia e di Arwen >> abbassò il tono di voce.
 
Legolas era senza parole. Io rimasi con gli occhi spalancati, persi nel vuoto. Ero la sorella di Aragorn e di Arwen, ma com’era possibile tutto quello??! Ecco cosa mi avevano nascosto per tutti quegli anni.
 
<< Vuoi dire che lei è…. >> Cercò di dire l’Elfo.
 
<< E’ una Mezzelfa >> Concluse Aragorn.
 
Quella notizia fu per me come un fulmine a ciel sereno. Mi sentivo ingannata, tradita, presa in giro. I miei occhi divennero di colpo lucidi. La mia vita era una menzogna, tutti quelli vicino a me e che mi volevano bene mi avevano mentito da sempre.
 
*Cosa sono io? Cosa sono??!!!*

DITE LA VOSTRA! PLEASE ^^

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Capitolo 8
*** Verità rivelate ***


Capitolo 8 -  Verità rivelate


Sentivo la testa scoppiare. Non sapevo cosa fare, come reagire. D’impulso tirai un calcio all’albero. Aragorn e Legolas si voltarono di colpo. Mi girai per vedere se avevano sentito qualcosa. Il mio sguardo si incontrò con quello dei due. Subito senza nemmeno pensare scappai via.

<< Feawen! >> Legolas fece per venire da me.

<< No, fermo. E’ meglio che vada io >> Lo bloccò Aragorn.

Correvo alla cieca, senza sapere dove andare. Le lacrime volevano uscire, ma io non glielo permettevo. Ero forte, non potevo continuare a piangermi addosso. All’improvviso qualcuno afferrò il mio braccio e la mia corsa si interruppe.

<< Lasciami! Stupido di un Elfo! >> Urlai senza nemmeno voltarmi.

<< Non sono un Elfo >> Rispose quello.

<< Aragorn…sei tu! >> Mi voltai sorpresa.

<< Speravi fosse qualcun altro? >> Sorrideva.

<< No, ma che vai a pensare!? Ho…ho sentito tutto! >> Ero arrabbiata, molto arrabbiata.

<< Mi dispiace >> Abbassò lo sguardo.

<< Ti dispiace? Mi avete mentito per tutto questo tempo!Sono stata tradita dalle  uniche persone che credevo mi volessero bene! >> Gli urlai contro.

<<  Noi l’abbiamo fatto solo ed esclusivamente per il tuo bene, Feawen! >> Si giustificò l’Uomo afferrandomi per le spalle.

<<  Cosa c’è di bene in tutto questo?? La mia vita è tutta una menzogna! Sono una…una MEZZELFA!!!! >> Pronunciai quella parola con disgusto.

<< E’ proprio per questo che avevamo preferito tacere >>  Disse Aragorn guardandomi negli occhi.

<< Per non farmi sentire diversa??! E beh è proprio come mi sento adesso… DIVERSA! >> Cominciai a dargli spintoni.

<< Tu non sei diversa…..Anche tuo padre, Re Elrond è un Mezzelfo! >>  Aragorn aveva ormai perso il controllo.

<<  Cosa? >> Ero esterrefatta.

<< Si,ed è il più saggio e il più bravo combattente che io abbia mai visto tra gli Elfi >> Era ritornato calmo.

<<  ….Aragorn, ti va di raccontarmi tutto? >> Gli chiesi con sguardo implorante.

Aragorn annuì sorridendo. E così iniziò a raccontarmi tutta la storia, la mia, di mio padre e di nostra madre. Re Elrond aveva fondato insieme ai Noldor sopravvissuti, Gran Burrone. Si era sposato con Celebrían dalla quale nacque Arwen Undomìel. In seguito sua moglie morì e lui preferì  non unirsi più a nessun’altra. Un giorno però arrivarono a Gran Burrone Aragorn e sua madre Gilraen. Il suo sposo Arathorn era morto e lei si ritrovava da sola con il figlioletto di appena due anni. Col passare del tempo Aragorn e Arwen si legarono moltissimo e presto scoprirono di amarsi.

<< Ma scoprimmo anche che non eravamo gli unici >> Si lasciò scappare un sorriso.

<< Mio padre e….nostra madre ? >> Chiesi col cuore in gola.

Aragorn riprese il racconto. Ebbene si, Re Elrond e Gilraen si innamorarono perdutamente. E il frutto del loro amore fui proprio io, Faewen Andúnë. Ma purtroppo la loro felicità durò poco, poiché Gilraen morì dandomi alla luce. Quella parte di racconto mi rattristò enormemente, leggevo il dolore negli occhi di Aragorn.

<< E’ morta per….causa mia !? >> Le lacrime presero il sopravvento su di me.

<< No! Non dire questo! E’ morta perché doveva! Perché era già stato scritto! Tu sei il più bel regalo che ci poteva lasciare! >> Mi abbracciò forte.

<< Oh Aragorn, sei stato e continui ad essere così buono con me. Adesso capisco >> Ricambiai l’abbraccio asciugandomi il viso.

<< Sei la mia sorellina e non voglio che qualcuno ti faccia del male >> Pronunciò quelle dolci parole lasciandomi senza fiato.

<< Ti voglio bene,fratello! >> Lo strinsi ancora di più a me.

E in quel momento capì anche il perché volevo così bene ad Aragorn. Era mio fratello e non potevo di certo sperare di avere un fratello migliore di lui. Ricordai d’un tratto quando ero piccola e correvo da una parte all’altra per il giardino. Aragorn e Arwen erano sempre con me, attenti che io non mi facessi male. Non capivo la sua apprensione, non poteva essere soltanto perché ero la sorella di Arwen e perché lui la amava, c’era qualcos’altro. Io ero sua sorella, questo spiegava tutto. Restammo ancora un po’ soli e Aragorn mi spiegò il perché mio padre non aveva voluto dirmi sin da subito che ero una Mezzelfa. Non voleva che io mi sentissi diversa rispetto agli altri Elfi, anche se io l’avevo sempre sentito in cuor mio. Nonostante le belle parole di Aragorn continuavo lo stesso a sentirmi a disagio sapendo di non essere un Elfo come tutti gli altri. Questa mia doppia natura non mi piaceva, ma proprio per niente.

<< Adesso torniamo dagli altri o qualche Elfo verrà a cercarci >> Rise di gusto.

<< Aragorn, perché Legolas è geloso? >> Domandai con le guancie arrossate e il cuore che andava a mille solo perché avevo pronunciato il suo nome.

<< Chiedilo a lui, non posso risponderti io  >> Rispose mio fratello sorridendo.

Tornammo da tutti gli altri. Stavano dormendo per fortuna, tranne ovviamente Legolas. *Ma non dorme mai??* Pensai scocciata. Appena ci vide arrivare un sorriso si dipinse sulle sue labbra. Stava venendo verso di noi, verso di me. Non potevo affrontarlo in quel momento. Lui sapeva tutto e la cosa non mi andava giù. Mi sentivo terribilmente a disagio.

<< Siete tornati finalmente, sono stato in pensiero >> Disse l’Elfo sorridendo.

Gli passai dritta, facendo finta di non vederlo neppure. Andai a coricarmi vicino agli Hobbit, lontano da lui. Legolas ci rimase malissimo.

<< Non prendertela, amico! >> Aragorn mise una mano sulla spalla dell’Elfo ridendo come un matto.

Il mattino seguente dovevamo riprendere il nostro viaggio. Appena riaprì gli occhi la prima cosa che vidi fu l’Elfo davanti a me. Chissà da quanto tempo mi stava fissando?...

<< Ben sveglia! Dobbiamo ripartire >> Sorrise.

<< Si, lo so >> Ero fredda.

Mi alzai senza più dirgli niente e andai verso mio fratello. I piccoli hobbit non facevano altro che fare domande su domande, erano come dei bambini piccolini.

<< Dove andiamo adesso? >> Chiese Pipino con quella sua aria buffa.

<< Ai boschi di Lothlorien  >> Risposi io sorridendo.


Non potevo non essere sorridente e gentile con quei piccoletti, erano così dolci e buffi. Non potevo dire lo stesso dell’Elfo, mi istigava ad essere scorbutica e fredda con lui. Nonostante tutto però era sempre pronto a mostrarmi quel suo sorriso meraviglioso, anche se non capivo il perché. Sarebbe stato un altro per quante gliene dicevo non mi avrebbe voluta vedere per il resto dei suoi giorni, invece lui era diverso, così buono e così stupido al contempo!! Forse si è capito che non può passare minuto,ora o secondo senza che io pensi a quel deficiente di un Elfo!

<< Perché mi eviti? Ho detto o ho fatto qualcosa ? >> Mi sentì dire d’un tratto.

<< Eh? …No, non ti sto evitando è che…tu adesso sai tutto….e quindi >> Cercai di farfugliare.

<< Ti da fastidio? >> Era confuso << Per quale motivo ? >>

<< Io…ecco, vedi..sono diversa da te e per questo non mi sento a mio agio quando tu mi stai vicina!! >> Lo ammisi alla fine.

<< Tu non sei diversa….tu sei speciale! >> Disse fermandosi di colpo e mettendomi le mani sulle spalle.

Gli altri proseguirono non accorgendosi della nostra “Piccola” sosta. Guardai l’Elfo dritto negli occhi e capì che quello che mi aveva appena detto lo pensava realmente.

<< Grazie >> Riuscì a dire imbarazzata.

<< Non sentirti a disagio con me, mi fa star male >> Continuò a dire portando la sua mano ad accarezzarmi il viso.

<< Non…non lo dirò più >> Abbassai lo sguardo inerme.

<< Sei così…>> Non riuscì a continuare la frase.

<< Così? >> Chiesi io confusa.

<< ….No niente >> Sorrise << Raggiungiamo gli altri >>

<< Legolas >> Lo afferrai da un braccio << Perché sei geloso? >>

L’Elfo era rimasto senza parole, mai si sarebbe immaginato quella domanda. Restai a guardarlo fisso negli occhi. Dovevo sapere il perché della sua gelosia, dovevo saperlo ad ogni costo.



EHILA’! QUESTO CAPITOLO E’ BREVE RISPETTO AGLI ALTRI! OGGI PERO’ HO L’AUTOSTIMA SOTTO AI PIEDI! T.T
DITE LA VOSTRA MI RACCOMANDO! PURE SE VI FA SCHIFO! L’IMPORTANTE E’ CHE LO DICIATE : )

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Capitolo 9
*** La Dama Dei Boschi ***


Capitolo 9 – La Dama Dei Boschi




L’Elfo non rispose alla mia domanda, sembrava fosse rimasto vittima di un sortilegio. Se ne stava a fissarmi senza aprire bocca. Poi all’improvviso cercò di dire qualcosa.

<< Perché mai si prova gelosia per qualcuno? >> Riuscì a dire non senza una buona dose di imbarazzo.

<<  Non saprei, magari me lo puoi spiegare tu  >> Risposi ingenuamente.

<<  La verità è che non lo so neppure io >> Si avvicinò a me serio  << O fingo di non saperlo >> Sorrise avvicinandosi sempre di più.

<< E perché dovresti fingere? >> Domandai col cuore che mi martellava nel petto.

<< Forse perché è più facile non ammettere alcune cose, ma devo dire che ultimamente sta diventando molto difficile >>  Si fermò a un paio di centimetri  da me.

<< Non…non ti capisco. Di cosa stai parlando ? >> Abbassai lo sguardo.

<< Vorrei provare a … >> Avvicinò il suo viso al mio.

*Ma cosa diavolo sta cercando di fare? Perché si avvicina tanto???!!!*

Quella situazione mi stava facendo impazzire. Non facevo altro che tremare come una foglia. Sentì molta vergogna in quel momento. Io, Fëawen Andúnë, figlia di Re Elrond, Signore di Gran Burrone, tremavo come una bambinetta dinnanzi  ad un qualsiasi stupido Elfo??! E va bene che era un Principe, ma non potevo permettermi di tremare nemmeno davanti ad un Re!

<< Spostati! Vorrei respirare, se non ti dispiace! >> Ripresi le redini della situazione.

<< Come vuoi  >> L’Elfo si scostò con un’ amara delusione dipinta sul volto.

<< Raggiungiamo gli altri >> Gli passai di fianco << E non mi stare sempre appiccicato! Quante volte te l’ho detto!? >>

Ero tornata fredda e scontrosa, ma era più forte di me. Avevo paura di provare tutte quelle sensazioni che lui provocava in me. Mi piaceva sempre di più e così il mio iniziale proposito di scacciare via quei pensieri era andato ormai in fumo. Era troppo bello quell’idiota di un Elfo, ma questo non voleva dire che sarei stata cortese e gentile con lui. Se magari se ne stava buono e zitto invece di venirsene ogni volta con le sue frasette da “Elfo-so-tutto-io” avrei anche potuto riterere simpatico. Per non parlare del fatto che ogni volta che rimanevamo da soli mi sentivo male da morire e lui non perdeva occasione di avvicinarsi e di appiccicarsi a me. Come poteva starmi simpatico se quando mi stava vicino mi faceva scoppiare il cuore e tremare le gambe? Ovvio che non poteva starmi simpatico, ma per nulla al mondo!

Il viaggio era ancora lungo e per fortuna Legolas non ebbe la meravigliosa idea di venirmi a rompere ancora le uova nel paniere. Anche se sinceramente avrei voluto che me le rompesse. Ero confusa, di questo ne ero sicura al 101%.
Giunti ai boschi di Lothlorien cercavamo di camminare il più cautamente possibile. L’Elfo mi stava dietro,cominciavamo proprio bene.

<<  Giovani Hobbit statemi vicini, in questo bosco si nasconde una terribile fattucchiera. Una strega Elfo con poteri straordinari. Tutti quelli che la guardano, cadono sotto il suo incantesimo >> Disse Gimli guardandosi attorno preoccupato.

*Ma di quale fattucchiera-strega-Elfo- sta parlando???*

Guardai Aragorn e lo vidi ridere divertito. Mi fermai di colpo perché sentì la voce di qualcuno.

<<  Frodo >> Sentì dire d’un tratto << La tua venuta tra noi è come le orme della rovina. Rechi un grande male qui, portatore dell'Anello >>.

Guardai il piccolo hobbit. Era strano in viso, ma chi era che stava parlando? Avevo la vaga idea di conoscere quella voce.

<< Aragorn! Hai sentito? >> Afferrai mio fratello per un braccio.

<< No,cosa? >> Rispose quello stupito.

Avevo visto bene, quella voce era nella mia mente, gli altri non avevano sentito nulla. Guardai ancora una volta Frodo e lui ricambiò lo sguardo. Solo noi due avevamo sentito quelle parole e quella voce. Chiunque sia stato si stava riferendo a lui e non a me, non capivo il perché avevo anche io sentito nella mia testa quella voce. Mi fermai di colpo. L’Elfo non se ne accorse e mi venne addosso.

<< Scusami, Fëawen ! Non ti avevo vista! >>  Si giustificò Legolas.

Non avevo neppure sentito le sue scuse. Ero completamente persa nei miei pensieri. A chi apparteneva quella voce? E perché l’avevo sentita anch’io?

<<  Tutto bene? Ci sei? >> L’Elfo alzò la mano muovendola davanti al mio viso.

Di colpo tornai alla realtà e vedendo la scena di Legolas che sventolava la sua mano come un perfetto idiota davanti a me,  mi irrititai incredibilmente.

<< Ma si può sapere che stai facendo??! E levami quella tua orrida mano davanti,per piacere! >>  Gli urlai contro come un’ossessa.

<< Vade retro Satana! >> disse Merry sconvolto dalla mia reazione.

Tutti soffocarono una piccola risata, tranne Gimli, ovviamente. Era ancora preoccupato a guardarsi intorno dalla fattucchiera-strega-Elfo.

<<  Beh, ecco un Nano che lei non intrappolerà tanto facilmente. Ho gli occhi di un'aquila e le orecchie di una volpe, io >> Bofonchiò il Nano ,stra- arci- mega sicuro di se.

Come disse quelle esatte parole  delle frecce appuntite fermarono il suo cammino…e anche il nostro!

<< Il Nano respira così forte che potevamo colpirlo al buio >> Sentimmo dire da uno di loro.

Era biondo, con gli occhi scuri. Dalle sue orecchie a punta capì immediatamente che si trattava di un Elfo. Era carino, bisognava ammetterlo, ma Legolas era molto più bello, certo.
Non volevano ucciderci, per fortuna. Finalmente qualcuno di amico, non ne potevo più di creature varie che cercavano in tutti i modi possibili e immaginabili di farci crepare per quell’odiosissimo Anello del male.
 Haldir, l’Elfo dagli occhi scuri, ci fece strada. Non sapevo bene dove ci avrebbe portati.
Con lui c’erano un sacco di altri Elfi che ci stavano appiccicati. Inutile dire che Legolas mi stava dietro come un cane da guardia. Il sole ormai stava tramontando e quindi ci stavano accompagnando verso un luogo sicuro in cui passare la notte.
Ci fermammo dopo poco e Aragorn insieme a Legolas si misero a parlare in disparte con Haldir. Cercavo di sentire cosa diavolo si stavano dicendo, ma non era un problema grazie al mio udito. Parlavano in elfico.

<< Benvenuto, Legolas, Figlio di Thranduill >> Lo accolse quello.

<< La nostra compagnia ti è debitrice, Haldir di Lòrien  >>  Ringraziò l’Elfo.

<< Ah.. Aragorn, dei duneidan, sei a noi familiare >> Si voltò rivolgendosi all’Uomo.

<< Haldir >> Aragorn ricambiò il saluto.

<< Alla faccia della leggendaria cortesia degli Elfi! >> Li interruppe Gimli irrritato << Dii parole che possiamo capire! >>

<< Non osiamo trattare con i Nani, sin dai giorni oscuri >> Haldir Si voltò guardando il Nano.

<< E sai cosa ti risponde ora questo Nano? >> Gimli pronunciò una serie di parole nella sua lingua natia.

Non capimmo un accidenti, ma Aragorn riprese il Nano sgridandolo per aver mancato di rispetto ad Haldir, quindi capì che non aveva di certo detto qualcosa di gentile.
Haldir si voltò verso tutti noi. Rimase un po’ con lo sguardo su di me, il che irritò Legolas ovviamente, poi però spostò lo sguardo su Frodo.

<< Portate grande malvagità con voi >> Disse al piccolo hobbit << Non potete proseguire >> Aggiunse.

Frodo rimase a guardarlo impassibile. Non capiva perché tanto disprezzo.

La conversazione continuò fra Aragorn e Haldir. Praticamente l’Elfo non voleva permetterci di proseguire a causa di quel “ male “ che ci portavamo dietro. Intanto me ne stavo buona buona a sentire cosa dicevano gli altri componenti della Compagnia. In particolare Boromir, dopo la morte di Gandalf era, come dire, cambiato! Tutti eravamo molto provati dal dolore, ma lui sembrava soffrire più di tutti. Cominciavo a temere che aveva abbandonato la speranza e aperto le porte alla disperazione.

<< La morte di Gandalf non è stata vana >> Disse d’un tratto Boromir alzandosi << ne ti avrebbe permesso di perdere speranza >> Si stava rivolgendo al piccolo hobbit << Porti un grande fardello Frodo. Non portare il peso dei morti >>.
In quel momento vidi il vero Boromir. Forse non tutto era perduto. Stava cercando di dire a Frodo che la speranza ancora era tra noi, ma lui ce l’aveva questa speranza? Oppure cercava solo di risollevare il morale agli altri?
Questo mio flusso di pensieri venne interrotto da qualcosa o meglio da qualcuno.
Legolas si voltò verso di me e piano piano si avvicinò. Non aveva ancora capito che lo volevo a minimo dieci metri di distanza.

<< Ti piace l’Elfo? >> Mi pose questa ridicola domanda.

<< Cosa? Quale Elfo? >> Ero allibita.

<< Non fare finta di niente! Sto parlando di Haldir! Ti piace? >>  Era irritato, molto irritato.

<< Pensavo fossi idiota, ma non fino a questo punto! >> Gli parlai in elfico per non permettere agli altri di capire.

<< Se lo guardi vuol dire che ti piace! >> Continuò l’Elfo con le sue idiozie.

<< E anche se fosse? Che ti importa?! >>  Lo guardai con sfida.

<< Ma lo vuoi capire che io muoio di gelosia per te?! >> Urlò alla fine.

Rimasi quasi a bocca aperta. Non riuscivo a trovare le parole per rispondere a quella sua improvvisa e inaspettata confessione. Aveva urlato quella frase e questo attirò l’attenzione di tutti gli altri. Tranne Aragorn e Haldir che stavano chiacchierando lontani per i fatti loro. Avevamo parlato in lingua elfica quindi non sapevano cosa c’eravamo detti. Comunque il tono delle nostre voci non era di certo tranquillo e quindi si avvertiva una certa tensione nell’aria.

<< Anche voi adesso vi mettete? Parlate la nostra lingua, per l’amor del cielo ! >> Ci interruppe Gimli.

Legolas si girò per fulminare con gli occhi il Nano. Approfittai per fuggire via da quell’orrenda situazione. L’Elfo appena notò che me ne ero andata via strinse i pugni e i denti.
Non ero fuggita per vigliaccheria, o almeno lo credevo. Solo che dovevo riflettere sulle parole che mi aveva detto. Moriva di gelosia per me, perché era convinto che a me piacesse Haldir. Quindi la sua gelosia nasceva dal fatto che io guardavo altri Uomini o Elfi?? Ma che stupido, a me piaceva lui e solo lui, nessun’altro. Questo era il classico Elfo possessivo e maschilista,ecco cos’era! Mica io ero un oggetto a sua disposizione! E che diamine, tutti uguali erano sti Elfi!

Intanto Aragorn e Haldir si erano avvicinati alla Compagnia. Ritornai anch’io da loro,curiosa di sapere cosa avevano deciso di fare infine.

<< Mi dispiace,ma non potete andare avanti >> Disse Haldir.

<< Ah, adesso mi hai proprio stufata! Dobbiamo vedere La Dama Dei Boschi, lei sa di sicuro la gravità della situazione! E comunque io la conosco,quindi non ci sono problemi! >> Gli urlai contro.

<< Pipino, secondo me Fëawen ha una doppia identità, non fa che cambiare umore in continuazione  >> bisbigliò  Merry.

<< Tu dici? Io dico che è soltanto femmina >> Rispose l’altro dando l’impressione di saperne molto sull’argomento.

<< E tu chi saresti? >> Haldir si avvicinò a me.

<<  Sono Fëawen Andúnë , figlia di Re Elrond, nonché nipote di Dama Galadriel >> Gli risposi con tutta la tranquillità di questo mondo.

Beh, in un certo senso non è che ero proprio sua nipote, ma l’avevo considerata mia nonna fino a qualche giorno fa. Lei era la madre di Celebriàn, la prima sposa di mio padre. Comunque nessuno a parte la mia famiglia e Legolas sapeva della faccenda.

<< Principessa Fëawen , mi scuso con voi >> Haldir prese la mia mano e la baciò.

*Ma che diamine!!* Pensai mentre Haldir baciava la mia mano.

Involontariamente spostai il mio sguardo verso Legolas. Era molto irritato e Aragorn cercava di calmarlo. Era una scena davvero buffa e quindi per divertirmi un po’ pensai di mostrare ad Haldir il più bello dei miei sorrisi.

<< Perdonato, Haldir di Lòrien. E adesso ci farete strada presso la dimora della Dama dei boschi? >> Misi su un sorriso raggiante.

<< Con molto piacere >> Ricambiò il sorriso.

Ecco,adesso dovevano ringraziarmi tutti quanti, se non fosse stato per me, stavamo ancora a discutere. Boromir venne a congratularsi con me, per le mie doti adulatorie, che stolto che era quell’Uomo. Poi venne la volta di Gimli e dei quattro hobbit, loro per lo meno si erano dimostrati più gentili. Io e Aragorn battemmo il cinque e ci scambiammo un sorrisetto da complici. L’ultimo restava Legolas. Avrei preferito andare dietro agli altri ma stranamente rimasi lì ad aspettare anche il suo passaggio.

<< Complimenti, vedo che non hai perso tempo >> Legolas disse quelle parole in elfico senza nemmeno darmi il tempo per poter rispondere.

*E’ proprio un’idiota, non c’è niente da fare!!*

Lungo il tragitto Legolas non diede parola a nessuno, se ne stava zitto zitto con un’espressione tra l’arrabbiato e….l’arrabbiato! Che poi non avevo fatto niente di male, mica io ero di sua proprietà e non potevo parlare o scherzare con altri maschi. Continuavo a non capire quel comportamento strano dell’Elfo.
All’alba finalmente arrivammo a destinazione.

<< Il cuore del Regno degli Elfi sulla terra >> Haldir guardava quel posto con gli occhi pieni di luce << Il reame di Sire Celebròn e di Galadriel…la Dama della Luce .>>

*Beh io so chi sono, non c’è bisogno di tutte queste presentazioni,comunque,ti ringrazio lo stesso!* Pensai annoiata.

Entrammo finalmente nel Regno. Era la prima volta per me, i miei “nonni” li avevo visti solo quando venivano a trovarci a Gran Burrone, non ero mai andata io a trovare loro.
Salimmo su per delle scale infinite. Dovevo proprio ammettere che quel posto era qualcosa di paradisiaco, lo trovavo molto confortevole. Mi dava un senso di pace.
Arrivammo in cima e finalmente ci fermammo. Vidimo arrivare verso noi Celebriòn e Galadriel e una luce immensa quasi ci accecò. Erano come due angeli.

<< Il nemico sa che siete giunti qui >> Iniziò a parlare Celebròn << Qualunque vostra speranza di segretezza,ora è svanita >> Ci stava dando proprio delle buone notizie << Nove sono qui eppure Dieci si sono allontanati da Gran Burrone. Dimmi dov’è Gandalf? Perché molto desidero parlare con lui. Non riesco a vederlo da lontano >>.
Galadriel guardava ad uno ad uno tutti noi. Sapeva leggere nella mente di ogni creatura. Avrebbe saputo subito della morte di Gandalf.

<< Gandalf il grigio non ha varcato i confini di questa terra. E’ caduto nell’ombra >> Disse Galadriel fermandosi a guardare Legolas.

<< E’ stato preso sia dall’ombra che dalle fiamme >> Aggiunse l’Elfo << Un Baldrog di Morgoth. Siamo finiti inutilmente nella rete di Moria >>.

<< Mai inutile è stata un’azione di Gandalf nella vita. Ancora non conosciamo appieno il suo scopo >> Ribattè Galadriel.

La Dama spostò lo sguardo su tutti noi. Ancora a me non aveva detto niente e per fortuna aggiungerei, mi faceva paura il suo potere di guardare nella mente delle persone.

<< Non lasciare che il grande vuoto di Khazad- Dum riempia il tuo cuore  Gimli, figlio di Gloin. Perché il mondo è diventato colmo di pericoli. E in tutte le terre ora l’amore si mescola con l’angoscia >> Galadriel aveva visto tutta la disperazione e il dolore che teneva il Nano dentro di se.

<< Fëawen Andúnë . Siamo felici di vederti >> Riprese a parlare Celebòrn << Finalmente vieni a trovarci nel nostro Regno >>.

<< Sono felicissima di vedervi anch’io >> Sorrisi.

<< Cosa avverrà ora a questa Compagnia? Senza Gandalf non c’è più speranza >> Domandò Celebròn alla sua compagna.

<< La vostra missione è sulla lama di un coltello. Una piccola deviazione ed essa fallirà, per la rovina di tutti >> Galadriel faceva scorrere il proprio sguardo su ognuno di noi << Ma la speranza permane, fin quando la Compagnia sarà fedele >>

La Dama della Luce pronunciò quelle parole soffermandosi su Boromir. La Compagnia dovrà dimostrarsi fedele. L’Uomo era tentato dall’Anello, la dama dei boschi l’aveva letto nella sua mente.

<< Che i vostri cuori non si turbino. Ora andate a riposare , perché siete logori dal dolore e dalla molta fatica. Stanotte dormirete in pace. Andate vi sarà dato del cibo affinchè recuperiate le forze >> Concluse Galadriel non togliendo il suo sguardo su di noi.

<< Tranne tu, Fëawen Andúnë . Abbiamo delle cose da dirci >> Sorrise  guardandomi.

<< C’era da aspettarselo >> Borbottai.

Notai che lo sguardo di Galadriel si spostava velocemente da me a Legolas. La nonna aveva capito tutto quanto era ovvio.

Mentre gli altri andarono a riempirsi la pancia io e Galadriel ci dirigemmo verso un immenso giardino. Era a dir poco straordinario.

<< Come vanno le cose a Gran Burrone? >> Chiese per rompere il ghiaccio.

<< Oh Benissimo! Mio padre sta benone e mia sorella Arwen…beh, anche lei tutto sommato. O almeno spero >> Risposi con un velo di tristezza.

<< Ho guardato nei pensieri di Aragorn. Lui la ama molto >>  Galadriel ne era felice.

<< Si, si amano davvero tanto >> Un dolce sorriso rianimò il mio volto.

<< Ho guardato anche nei tuoi pensieri, cara Fëawen Andúnë  >> Si voltò per guardarmi << E anche in quelli del Principe Legolas . >>

*Oh fantastico!* Pensai.

<< Non è come sembra nonn…>> Mi bloccai nel pronunciare la parola “Nonna”.

<< Perché indugi nel pronunciare quella parola, mia cara? >> Domandò stupita << So bene che hai scoperto tutta la verità, ma io resto dopotutto tua nonna >> Sorrise abbracciandomi.

<< Grazie, per me è stata una vera…botta! Diciamo. Sto cercando di accettare questa mia doppia natura >> Le dissi ricambiando l’abbraccio.

<< Non sentirti diversa, tu sei speciale, mia cara. Te ne accorgerai molto presto >> Sciolse l’abbraccio e mi accarezzò dolcemente il viso.

<< Me l’ha detto anche l’Elfo…che sono speciale >> Dissi a bassa voce quasi per paura che qualcuno mi sentisse parlare di Legolas.

<< Tiene molto a te. Non trattarlo come se per te lui non contasse niente. Sappiamo entrambe che non è così . >>

<< Tiene a me? Ma se io per lui sono soltanto un oggetto che non vuole toccato da nessuno! Ma per piacere! >> Borbottai.

<< Il sentimento che lui prova per te è molto intenso, Fëawen  >> Riprendemmo a camminare.

<< Il..sentimento? >> Domandai confusa.

<< Certo, così si chiama quello che entrambi sentite l’un per l’altra >>  Sorrise.

<< Tu dici? E’ che non so, è una cosa nuova per me. Non so come comportarmi >> Ammisi alla fine.

<< Sei ancora una bambina. Comunque ho quello che fa per te. Torniamo dagli altri >> Concluse Galadriel.

Quello che fa per me, chissà che aveva in mente. Mi sentivo meglio, con un peso in meno. Avevo confessato a qualcuno i miei problemi con l’Elfo. Adesso sapevo di provare qualcosa per lui, un sentimento, che strana parola. Lui teneva a me, ma era possibile?
Entrammo in una sala immensa, dove c’erano tutti i miei compagni a mangiare. Al centro del banchetto vi era mio nonno, Celebròn. Come arrivammo tutti si stizzirono.

<< Vi voglio comunicare che domani siete tutti invitati alla festa in onore di mia nipote, Fëawen Andúnë  >> Annunciò la dama dei boschi.

<< Una festa in mio onore? >> Domandai stupita.

<< E’ quello che serve adesso a te >> Sorrise spostando il suo sguardo su di me.

Di colpo i miei occhi si incontrarono con quelli di Legolas. Mia nonna,Galadriel, rideva di gusto.

 

SPAZIO "AUTRICE"

HEILA'A'A'A'A'!!! ECCO IL NONO CAPITOLOOO! SPERO VI PIACCIA!! DITE LA VOSTRA, MI RACCOMANDO!! MI INTERESSA MOLTO LA VOSTRA OPINIONE :)
BACI.

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Capitolo 10
*** Le sorprese non finiscono mai ***


*Angolo "autrice"*

Hola! Prima di lasciarvi alla lettura di questo capitolo vorrei dirvi che ho iniziato a pubblicare una nuova storia (sempre in questa sezione) "La luce dell'Angelo" con protagonisti Legolas, Aragorn, Haldir e Faramir. Per chi volesse leggere una storia diversa dalle altre, sempre se vi va naturalmente ^^

Capitolo 10 –  Le sorprese non finiscono mai
 

In quel momento avrei preso volentieri mia nonna per i capelli. L’aveva fatto apposta, voleva che io dichiarassi i miei sentimenti a Legolas. Non l’avrei fatto lo stesso, i suoi tentativi sarebbero andati in fumo. Tutti furono contenti dell’idea di una festa in mio onore, l’unico che ebbe da ridere fu Boromir. Voleva riprendere subito il viaggio, ma per fortuna Aragorn lo fece ragionare dicendogli che una piccola pausa ci avrebbe fatto più che bene. L’Elfo invece si era dimostrato impassibile, per lui non faceva alcuna differenza festa o non festa.
*Quanto mi irrita quello stupido!!* Pensai arrabbiata.
 
Quando venne l’ora di andare a dormire ci vennero date ad ognuno di noi delle stanze. Finalmente potevo dormire in un letto morbido e soffice, non ne potevo più della terra fredda e arida. Prima di andare buttai un’occhiataccia a mia nonna, provocandole una risata.
 
<< Sarà il tuo momento, Fëawen Andúnë , non lasciartelo scappare >> Si intromise nella mia mente.
 
*Ma cosa non mi devo lasciar scappare??? Quello stupido di un Elfo?? Sai che grande premio!*
 
Mi chiusi nella mia stanza, ma non riuscì a dormire. Non facevo che pensare all’indomani sera, alla festa, a lui, non riuscivo a smettere di pensarlo. Presi un cuscino e lo strinsi forte a me. Se non fosse che era così bello quel dannato Elfo…
All’improvviso sentì bussare alla mia porta. Ero così persa nei miei pensieri che mi spaventai sentendo quei piccoli colpi. Tremante dissi “avanti” e dalla porta entrò proprio lui, Legolas.
 
<< Ti disturbo? >> Disse entrando.
 
<< Che….che ci fai qui? >> La mia voce tremava.
 
<< Devo parlarti, posso? >> Domandò chiudendo la porta alle sue spalle.
 
Piena di timore annuì e lui piano, piano si avvicinò . Man mano che la distanza fra me e lui veniva annullata il mio cuore prendeva a battere sempre più forte. Si sedette accanto a me sul letto. Stavo per crepare.
 
<<  Volevo chiederti scusa,per come mi sono comportato oggi >> Prese a parlare << Sono stato un idiota. >>
 
<< Ti…ti perdono >> Dissi io mentre stringevo il cuscino che ancora tenevo sulle gambe.
 
<< Grazie >> Sorrise << Ma sono venuto anche per dirti qualcos’altro >> Continuò l’Elfo.
 
Lo vedevo avvicinarsi a me lentamente. Avvicinò la mano per prendere il cuscino e lo scostò via. Io rimasi immobile, osservandolo. Aveva gli occhi fissi sulla mia bocca. Il cuore mi martellava nel petto.
 
<< Mi comporto così solo perché non voglio che ti succeda qualcosa, non voglio vederti soffrire, non voglio che qualcuno si avvicini a te >> Mi Sussurrò ad appena qualche centimetro dalle nostre bocche.
 
<< Come, come Aragorn >>  Risposi stordita.
 
<< No, non come Aragorn >> Sorrise dolcemente per la mia ingenuità  << Io per te provo qualcosa di diverso >> Continuò avvicinandosi ancora.
 
<< E allora mostrami quello che provi >> Dissi chiudendo gli occhi.
 
Non potevo credere a quello che stava per accadere. Mi stavo lasciando andare, stavo acconsentendo ad un bacio. Volevo quelle labbra sulle mie più di ogni altra cosa al mondo. Bramavo quella bocca con tutta me stessa. Qualcosa si accese dentro di me, qualcosa che non riuscivo a governare. Sentivo la sua mano appoggiarsi delicatamente sulla mia spalla provocandomi un brivido per tutta la schiena.
E appena le nostre bocche si sfiorarono sentì un dolore immenso alla testa. Mi portai entrambe le mani sul punto in cui sentivo quel dolore, mi contorcevo, sentivo una voce nella mente.
 
<< Fëawen ! Che ti prende?!! >> Urlò Legolas spaventato.
 
<< Vuoi guardare nello specchio? >> Sentì dire da una voce familiare.
 
<< Cosa vedrò? >> Rispose un’altra voce.
 
<< Nemmeno il più saggio può dirlo >> Continuò la donna <<  Lo specchio mostra molte cose. Cose che furono, cose che sono, e alcune cose che devono ancora verificarsi >>
 
Non sentivo soltanto delle voci, nella mia testa lentamente si delineava tutta la scena. Erano Galadriel e Frodo. Stavano parlando, le voci erano le loro.
Mi alzai dal letto e mi accasciai a terra. Faceva un male tremendo. Riuscivo a sentire e a vedere tutto. Non capivo se tutto quello fosse la realtà o solo un qualcosa di oscuro che stava prendendo vita nella mia mente. Legolas si accasciò accanto a me stringendomi forte per farmi calmare.
 
<< No! >> Urlò Frodo dopo aver visto cosa c’era nello specchio.
 
Li avevo visti anch’io. Morte e distruzione. Saremmo tutti caduti, il male avrebbe vinto.
 
<< Io so cos'è che hai visto. Perché è anche nella mia mente. È ciò che si verificherà se tu dovessi fallire. La Compagnia si sta disperdendo >> Continuò  a dire Galadriel  << La cosa è già cominciata. Tenterà di prendere l'Anello. Tu sai a chi mi riferisco. >>
 
Stava parlando di Boromir. Tenterà di prendere l’Anello! Quindi non era una mia immaginazione, quello che stava accadendo era tutto reale.
 
<< Uno ad uno l’Anello li distruggerà tutti >> Proseguì mia nonna.
 
Ci distruggerà tutti.* No, il mio Elfo, no!* Continuavo a contorcermi tenendo le mani sulla testa. Le braccia di Legolas mi stringevano sempre di più. Era tremendamente preoccupato e voleva chiamare aiuto, ma non aveva intenzione di lasciarmi.
 
<< Se me lo chiedi, io ti darò l'Unico Anello >> Disse d’un tratto Frodo.
 
Non capivo cosa diavolo stesse facendo quel piccolo Hobbit, perché mai mia nonna doveva accettare di prendere l’Anello? Cosa c’era dietro tutto quello? Confusione, una tremenda confusione si delineava dentro di me e il dolore continuava.
 
<< Me lo offri di tua iniziativa? Non nego che il mio cuore l'ha desiderato a lungo >> Continuò Galadriel avvicinandosi a lo hobbit.
 
Anche lei era attratta e tentata da quell’Anello del male. Non potevo crederci.
 
<< Al posto dell'Oscuro Signore tu avresti una Regina! Non oscura, ma bellissima e terribile come l'alba! Infida come il mare! Più forte delle fondamenta della Terra! E tutti mi ameranno, disperandosi! >> Urlò quelle parole circondata da una strana e immensa luce.
 
Per un attimo non riconobbi più mia nonna. Era diventata un mostro! E tutto per opera di quell’odiosissimo Anello del potere. Urlai anch’io di colpo, perché il dolore si era fatto più acuto. Sentì aprire la porta della mia stanza. Aragorn e Boromir erano arrivati in mio soccorso. Videro me e Legolas accasciati a terra. Io con le mani sulla testa che mi contorcevo dal dolore, mentre l’Elfo mi abbracciava e cercava di calmarmi.
 
<< Ho superato la prova. Perderò i poteri, me ne andrò all'Ovest, e rimarrò Galadriel >> Disse mia nonna tornando alla normalità.
 
Il dolore d’un tratto scomparve. Continuavo a sentire le loro voci e a vederli, ma senza soffrire.
 
<< Non posso farcela da solo >> Continuò a dire Frodo.
 
<< Sei il portatore dell'Anello, Frodo. Portare l'Anello del Potere vuol dire essere soli >> Gli spiegò Galadriel <<  Questo incarico è stato affidato a te, e se tu non troverai il modo, nessuno potrà. >>
 
<< Allora so cosa devo fare. È solo... che ho paura di farlo >> Disse pieno di timore il mezzuomo.
 
<< Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro >> Gli disse mia nonna sorridendo.
 
La visione finì lì. Potevo finalmente tornare alla mia realtà. Ero fra le braccia di Legolas, Boromir e Aragorn erano accanto a noi preoccupati.
 
<< Fëawen  ! Tutto bene? Che ti è successo? >> Domandava di continuo mio fratello.
 
<< Ho sentito delle voci….e ho visto anche delle persone >> Cercai di spiegargli confusa.
 
<< Cosa stai dicendo? >> Boromir mi guardava scioccato.
 
<< Dama Galadriel le ha trasmesso i suoi poteri >> Rivelò Aragorn.
 
<< Cosa?! >> Domandai io stupita.
 
<<  Dovevano andare a te, avevi già questo dono. Tu potevi sentirla mentre parlava nella mente delle persone, vero? >> Mi chiese Aragorn.
 
<< Si, la sentivo >> Risposi cercando di capire.
 
<< Adesso tu hai il suo potere >> Concluse l’Uomo.
 
Lo guardai per un attimo inorridita. Quindi potevo leggere nella mente delle persone, potevo comunicare con loro. Era un potere che metteva i brividi solo a pensarci. Cercai di entrare nei pensieri di Legolas, ma non ci riuscì. In quel momento non capivo.
 
<< Ancora è presto perché tu acquisisca in pieno la facoltà di gestire questi tuoi poteri >> Sentì dire da qualcuno sulla porta.
 
<< Nonna! Io, non capisco >> Le dissi sconvolta.
 
<< Capirai col tempo >> Sorrise << E’ difficile controllare un potere così grande, e il tuo è molto più grande di quanto fosse il mio >> Aggiunse.
 
<< Perché io? >> Le domandai.
 
<< Sei la mia erede, pur non avendo il mio sangue >> Rispose Galadriel << Eri destinata ad esserlo >> Concluse.
 
<< Oh per tutti gli Orchi della Terra di Mezzo non ci sto capendo più niente!! >> Urlai disperata portandomi le mani ai capelli.
 
<< Adesso riposa, il passaggio dei poteri da me a te è stato molto faticoso >>  Disse voltandosi.
 
<< Ha ragione, Fëawen, meglio che tu adesso riposi >> Intervenne l’Elfo.
 
Mi voltai per guardarlo. Legolas! Ricordai che stavamo per baciarci. Arrossì di colpo ed essendo molto imbarazzata afferrai quei tre e li spinsi fuori dalla mia stanza.
 
<< Come osate entrare nella stanza di una donna nel pieno della notte?! Eh?!! Andate via e non permettetevi più di fare una cosa del genere!! >> Urlai sbattendo la porta alle mie spalle.
 
Mi buttai nel letto stremata. Bene, adesso avevo pure dei poteri, peggio di così… Però potevano essere molto utili, specialmente per sapere a cosa diavolaccio pensava quel deficiente di un Elfo. Sorrisi ripensando a lui e al momento di prima. Quando avevo sentito il suo profumo invadermi completamente, il suo sapore sfiorarmi la bocca, le sue mani toccarmi. Ripresi il cuscino e lo abbracciai forte a me. Mi addormentai col sorriso sulle labbra pensando a Legolas.
 
Il mattino dopo fui svegliata sgarbatamente da mia nonna. Voleva a tutti i costi che io provassi un vestito. Io volevo dormire ancora un po’ ma visto le sue insistenze decisi di accontentarla e mi alzai sbuffando.
 
<< Questo era mio, vedrai sarai bellissima stasera! >> Disse Galadriel porgendomi il vestito << Legolas non avrà occhi che per te . >>
 
<< Nonna! Ma che vai a pensare ? Figurati se a me interessa cosa pensa di me quel deficiente di un Elfo! >> Borbottai.
 
<< Anche se non ho più i miei poteri, non mi incanti,cara! >> Proseguì lei.
 
Sbuffai di nuovo e andai a mettermi il dannato vestito. Era azzurro cielo, lungo, non si vedevano nemmeno le scarpe. Il classico vestito da principessa. Gonna voluminosa e bustino stretto. L’effetto che faceva era spettacolare. E la sua bellezza stava proprio nella sua semplicità.
 
<< E’ bello, davvero >> Dissi guardandomi allo specchio << Anche se è strano vedermi con questo vestito addosso . >>
 
<< Ti sta divinamente, nipote mia >> Si complimentò Galadriel.
 
In quel momento pensai a cosa avrebbe detto Legolas. Arrossì di colpo e mi scappò anche una piccola risata. Mia nonna se ne accorse, ma non disse niente.
 
All’improvviso nella stanza entrarono di corsa i tre piccoli hobbit. Rimasero impalata a guardarmi.
 
<< Chi sei tu? E che ne hai fatto della nostra compagna? >> Domandò Merry incredulo.
 
<< Ma che dici Merry? sono io! >> Risposi ridendo.
 
<< Sei a dir poco incantevole  >> Intervenne Sam.
 
<< Grazie >> Arrossì << ma che siete venuti a fare qui? >> Domandai.
 
<< Il Principe Legolas! >> Disse Pipino << Ci ha mandati per vedere se stavi bene >> Aggiunse.
 
 
<< Pipino! Non dovevamo dire che….aah lasciamo stare! >> Gli rispose Merry.
 
<< Legolas? E non poteva venire lui?? >> Continuai io incredula.
 
<< Aveva paura, credo >> Rispose Pipino << che lo cacciassi via >> Rise di gusto.
 
*Ma che stupido quell’Elfo!!!* Pensai irritata.
 
<< Poverino, si è perso un panorama bellissimo! >> Aggiunse Sam.
 
<< Ecco, bravi, andate a dirglielo! >> Ordinai ai tre hobbit.
 
I piccoli corsero via ridendo come matti. Io guardai mia nonna per un attimo. Si stava anche lei sbellicando dalle risate.
 
<< Spero che stasera vada come io ho previsto >> Disse guardandomi.
 
<< Io spero solo di non inciampare. >>
 
 
Finalmente era arrivato il momento della festa. Nella grande sala c’erano un sacco di Elfi. Notai con piacere che tra tutti quelli vi era anche Haldir. Lo salutai sorridendo da lontano. Giravo fra tutta quella gente alla ricerca di qualcuno. Si, va bene, stavo cercando il mio Elfo. Non appena lo vidi, il mio cuore perse un battito. Era bellissimo,dannazione. Lui si fermò a guardarmi incantato, per poi proseguire verso di me.

<< Sei bellissima >> Disse, una volta avermi raggiunta << La più bella creatura che questi miei occhi abbiano mai visto >>
 
Rimasi senza fiato all’ascoltare quelle dolci parole. Non riuscì a rispondere perché arrivarono anche tutti gli altri. Dovevo proprio ammettere che mia nonna aveva fatto proprio un bel lavoro. Erano tutti vestiti elegantemente. Poi Legolas era magnifico con quel vestito blu. Notai solo in quel momento che avevamo addosso lo stesso colore.
 
*Questa deve essere stata sicuramente mia nonna* Pensai divertita.
 
<< Sorella, sei stupenda >> Sentì dire da Aragorn.
 
<< Stupenda è dire poco >> Aggiunse Boromir.
 
<< L’Elfa più bella che io abbia mai visto, dopo Dama Galadriel ovviamente >> Continuò Gimli.
 
<< Ah ma adesso basta, ragazzi! Mi farete arrossire! >> Li fermai, poiché ero diventata rossa come il peperone.
 
Voltai lo sguardo verso l’Elfo. Mi stava ancora fissando con quel sguardo ammaliato. Dovevo ringraziare mia nonna assolutamente. Le danze si aprirono. Tutti si avviarono verso il centro della sala per ballare.
 
<< Potrei aver l’onore di ballare con la mia sorellina? >> Chiese Aragorn porgendomi la mano.
 
<<  Oh ma certo >> Risposi sorridendo.
 
E così ballai insieme a mio fratello. Per fortuna non inciampai e non gli pestai nemmeno il piede. Era strano : Io con un abito da principessa, bella come non mai, mentre ballo ad un….ballo! Mi veniva da ridere a pensare che tutto quello fosse la realtà, la mia realtà.
 
Ballai con tutti. Anche con i piccoli hobbit e con Gimli. Poi, finalmente venne la volta di Legolas. Mi sentivo tremendamente impacciata. Tremavo sotto le sue braccia e lui ovviamente se ne accorse.
 
<< Perché tremi? >> Mi sussurrò piano all’orecchio.
 
<< Perché tu mi fai quest’effetto >> Riuscì a dire.
 
<< Non devi, io non ti farò alcun male >> Accarezzò piano il mio viso con le sue dita << Devo dirti una cosa, Fëawen. Non ce la faccio più ad aspettare. Il mio cuore sta scoppiando. >>
 
<< Dimmi pure >> Alzai il viso tremante, per guardarlo.
 
<< Dal primo giorno in cui ti ho vista, da quando mi sei caduta fra le braccia, io…non faccio che pensare a te. Ogni secondo, minuto, ora, giorno e notte della mia vita immmortale >>  Si dichiarò l’Elfo.
 
Rimasi bloccata. Quelle parole mi avevano tolto il fiato. Lo guardai dritta in quei suoi occhi blu, belli e meravigliosi. Fece scendere le dita dalla mia guancia fino alla mia bocca. Mi sentì morire.
 
<< Io mi sono innamorato >> Continuò  << di te . >>
 
All’improvviso sentì come se in quella sala ci fossimo soltanto lui ed io. Abbracciati, concentrati a guardarci negli occhi. L’aveva detto, era innamorato di me. Ero così felice, da poter toccare il cielo con un dito.
Attendeva una mia risposta, ma io non riuscivo a trovare le parole, anche se erano semplici e facili da dire.
 
<< Principe, non vorrei tenertela tutta per te. Ci sono altri che attendono >> Sentimmo dire da qualcuno.
 
<< Haldir >> Pronunciai il suo nome con incredulità.
 
<< Posso avere l’onore di ballare con questa bellissima principessa? >> Domandò gentilmente.
 
Legolas voleva mangiarselo con gli occhi. Non volevo si azzuffassero e quindi accettai di ballare con Haldir. Questo però non piacque per niente al Principe. Mi guardò per un secondo con un’aria ferita. Abbassò lo sguardo e si allontanò.
Mi sentivo male. Non volevo ferirlo. Era soltanto un ballo dopotutto. Mentre Haldir mi faceva svolazzare di qua e di là io non facevo altro che seguire con lo sguardo Legolas. All’improvviso si voltò verso di noi per guardarci ancora. Mi concentrai per provare ad entrare nei suoi pensieri.
 
<< Non è innamorata di te, Legolas, accettalo e lasciala libera >> Si ripeteva fra se.
 
Se ne andò via scomparendo fra la folla. In quel momento capì quanto ero stata stupida. Lui mi aveva detto che era innamorato di me, che non fa che pensarmi sempre ed io? Non dico niente  e mi metto a ballare con un altro, ma Dio, quanto potevo essere deficiente,idiota, stupida!
 
<< Scusami, ma non è qui che desidero stare >> Fermai di colpo il ballo con Haldir.
 
<< Va da lui, principessa >> Rispose quello sorridendomi.
 
Lasciai perdere la risposta che mi aveva dato Haldir, anche se molto strana. Mi misi a correre verso l’uscita della sala. Per fortuna nessuno degli invitati se ne accorse, tranne ovviamente….mia nonna. Uscì e lo vidi nel giardino, intento ad osservare la luna.
 
<< Legolas! >> Urlai col cuore che andava a duemila.
 
L’Elfo si voltò di scatto. Alzò lo sguardo e vide me in cima alle scale. Era sorpreso, non se lo aspettava.
 
<< Anch’io sono innamorata di te! >> Gli dichiarai  a squarciagola in Elfico.
 
Lo lasciai a bocca aperta. Poi piano, piano un sorriso meraviglioso prese forma sulle sue labbra. Presi a scendere di corsa le scale, alzandomi il vestito per non rischiare di inciampare. Legolas mi venne incontro anche lui correndo.
Appena ci incontrammo mise una mano intorno alla mia vita. Non la smettevamo di sorriderci. Poi finalmente, lo fece. Avvicinò le sue labbra e le posò sulle mie. Era dolce e gentile e non prepotente. Mi lasciai andare a quel dolce bacio pieno di calore. Lasciò cadere la sua lingua nella mia bocca fino ad incontrare la mia. Sentivo uno strano formicolio allo stomaco. Non avevo mai provato una cosa simile. Mi attirò di più a se baciandomi con sempre più desiderio e dolcezza. Portai la mano sui suoi meravigliosi capelli dorati, tremava anche lui, potevo sentirlo.
Il nostro cuore che batteva all’unisono, le sue braccia che mi stringevano forte, le gambe che non facevano che torturarmi, quella dolcezza e quel desiderio incontrollabile, era quello il grande potere dell’amore? E beh credo che nessuna creatura del mondo, mortale o immortale, possa sfuggire ad un potere così immenso.





SPERO VI SIA PIACIUTO! ATTENDO LE VOSTRE CONSIDERAZIONI

Scarl.

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Capitolo 11
*** Partenza ***



ANGOLO "AUTRICE"

HEILA’! SALVE A TUTTE! PRIMA DI LASCIARVI ALLA LETTURA DEL CAPITOLO VORREI RINGRAZIARE TUTTE COLORO CHE SEGUONO QUESTA STORIA E UN GRAZIE DI CUORE A CHI HA MESSO QUESTA FF NELLE SEGUITE (WOW SIETE BEN 17 :D) NELLE RICORDATE E ANCHE NELLE PREFERITE! GRAZIE! DAVVERO!    

HO SCRITTO QUESTO CAPITOLO IN PREDA AD UN’EUFORIA ACCECANTE! HO VISTO IL TRAILER DEL NUOVO FILM DI ORLANDO BLOOM (ZULU) E QUESTO GRAN PEZZO D’UOMO IN UNA SCENA ERA COMPLETAMENTE E STUPENDAMENTE  NUDO!!  E’ DA TIPO 24 ORE CHE NON LA SMETTO DI ANDARE IN IPERVENTILAZIONE! MA OKOKOK, ORA BASTA SBAVARE!

VI LASCIO AL CAPITOLO!       PS : GRAZIE, GRAZIEISSIMO A CHI RECENSISCE OGNI CAPITOLO! NON SAPETE LA FELICITA’ CHE MI DATE! GRAAAAAAZIE!

 
 
 
Capitolo 11 – Partenza
 
 

Continuammo a baciarci sotto la luna splendente.   Lui portò la sua mano ad accarezzarmi delicatamente la guancia. Io poggiai la mia mano sulla sua e continuammo quel bacio così dolce e passionale al tempo stesso. Era come se per noi il tempo si fosse fermato. 
 
<<  Non posso crederci >> Disse Legolas staccandosi da me.
 
<<  E perché? >> Domandai sorridendo mentre accarezzavo lentamente quei suoi lineamenti così perfetti.
 
<<  E’ come se stessi vivendo un sogno >> Proseguì l’Elfo sfiorando le mie labbra con le sue.
 
A quel leggero contatto mi sentì impazzire.  Non dissi niente, non volevo parlare. Avvicinai di nuovo la mia bocca alla sua e lo baciai. Continuammo senza fermarci, con una lentezza forzata ma appagante.  Tremavo sotto al suo tocco. L’Elfo mi avvolse dentro il suo abbraccio, come se avesse paura che scappassi via.  Quel momento così magico fu sfortunatamente interrotto da qualcuno…
 
<< 
Fëawen! Legolas! >>  Sentimmo urlare da lontano.
 
Ci staccammo di colpo. Sentivo ancora il suo sapore nella mia bocca.  Mi voltai per vedere chi era stato l’imbecille che aveva interrotto il nostro momento. Era Gimli!
 
<< Che state facendo qua fuori? Venite dentro! >> Continuò ad urlare il Nano.
 
<< Si, adesso entriamo. Tu va pure,Gimli >> Rispose Legolas, cercando di essere il più gentile possibile.
 
*Per fortuna non ha capito che ci stavamo baciando!!!*  Pensai tirando su un sospiro di sollievo.
 
Gimli ci osservò curioso e allo stesso tempo confuso. Aggrottò un sopracciglio e poi se ne ritornò dentro. Chissà che gli era passato per la testa. Mi voltai di nuovo verso il mio Principe. I suoi occhi emanavano una luce stupenda, il suo sorriso era come la stella più luminosa nell’immensità del cielo, la sua bocca così perfetta, morivo solo guardandolo.
 
<<  Sei così bella,
Fëawen . Sei sicura di essere innamorata di me? >> Domandò l’Elfo prendendomi le mani e portandosele fino alle sue labbra.
 
<< Sei davvero uno stupido Elfo >> Sorrisi dolcemente e al contempo il tocco delle sue labbra sulle mie mani mi fece rabbrividire.
 
<< Vorrei passare tutta la notte con te, ma gli altri potrebbero accorgersi della nostra assenza >> Continuò Legolas  portando la sua mano ad accarezzarmi il viso, per poi scendere lentamente sul mio collo.
 
*Ahhh ma che dolce questo Elfo*
 
Ci guardammo per qualche secondo sorridendo. Le mie guancie erano ormai andate a fuoco. Tornammo dentro a malincuore. Appena mettemmo piede nella sala, notammo con molta sorpresa che tutti i nostri compagni si erano dati alla pazza gioia. Gimli era ormai ubriaco fradicio, Merry e Pipino ballavano al centro della pista applauditi da tutti gli altri. Erano davvero buffi quei piccoletti.
 
<< Legolas,
Fëawen ! Ma dove vi eravate cacciati? >> Ci chiese Aragorn avvicinandosi.
 
<< Ahm…Ehm…Ecco…il…lo….>>  Balbettai in modo ridicolo.
 
<< A guardare la luna >> Intervenne Legolas sorridendo.
 
<< A guardare ..la luna? >> Replicò l’Uomo confuso.
 
<< Si, aveva una luce speciale questa sera. Era più bella >> Continuò l’Elfo mantenendo lo sguardo su di me.
 
<< La luna, certo >> Concluse Aragorn abbastanza sospettoso.
 
La serata finì e ritornammo tutti alle nostre stanze, stremati.  Salutai mia nonna, era orgogliosa di me, glielo leggevo negli occhi . Legolas mi accompagnò fino alla porta della mia stanza. Finchè tutti non entrarono nelle proprie, facemmo finta di parlare o di litigare scherzosamente come al solito.
 
<< Bene, se ne sono andati tutti. Adesso sei tutta mia >> Disse L’Elfo facendomi appoggiare dolcemente alla porta.
 
<<  Come sono felice Legolas! >> Lo abbracciai lasciandolo di stucco.
 
<< Posso sapere una cosa? >> Mi chiese gentilmente << Perché mi trattavi così male? >>
 
<< Perché mi piacevi e ..avevo paura di questo nuovo sentimento >> Ammisi stringendolo ancora di più a me.
 
<<  Sei così dolce e indifesa. Allo stesso tempo però così aggressiva >> Rise ripensando a tutte le botte che gli avevo dato ingiustamente.
 
<< Adesso sarà meglio che vada a dormire. E anche tu dovresti andare >> Sorrisi arrossendo leggermente.
 
<< Solo se mi da un altro bacio >> Disse l’Elfo con quei suoi occhi pieni di desiderio.
 
<< Va bene, ma solo uno >> Risposi, per poi alzarmi sulle punte e appoggiare le mie labbra sulle sue.
 
Aprì velocemente la porta e volai dentro la mia stanza. La richiusi subito appoggiandomi contro essa con la schiena. Portai le mie mani sulle labbra, per risentire il suo dolce calore e sapore, per ricordarmi di quel  magico momento che avevamo vissuto. Iniziai a ridere senza motivo, a portarmi le mani ai capelli scompigliandomeli, ero totalmente persa per quell’Elfo.
 
 
L’indomani dovetti alzarmi presto perché era giunto il momento per noi di ripartire. La nostra missione era appesa ad un filo, non dovevamo dimenticarlo. Mi vestì velocemente e raggiunsi gli altri. Come vidi Legolas il mio viso si illumino d’improvviso. Lui ricambiò sorridendo, non poteva correre da me, prendermi in braccio e baciarmi, così come se niente fosse. Dovevamo fingere quando stavamo insieme agli altri della Compagnia e sarebbe stata un’impresa trovare qualche piccolo momento solo per noi. Mia nonna mi prese in disparte per potermi salutare.
 
<< E così ci salutiamo,
Fëawen Andúnë  >> Disse abbracciandomi, Galadriel.
 
<< Grazie nonna, per tutto quello che hai fatto per me >> Risposi sorridendo.
 
<< Per mia nipote, questo ed altro. Però, piccola mia, promettimi di stare attenta. Il tuo potere è qualcosa di immenso, non sottovalutarlo >>  Mi spiegò Galadriel preoccupata.
 
<< Non mi sembra tanto pericoloso. So leggere nella mente degli altri, anzi per adesso non riesco nemmeno a utilizzare questo potere quando voglio >> La tranquillizzai io.
 
<< Non puoi leggere soltanto quello che c’è nella mente delle persone. C’è dell’altro, Feawen >> Rivelò mia nonna abbassando tristemente lo sguardo.
 
<< Dell’altro? Posso fare altre cose? >> Domandai timorosa.
 
<< Moltissime altre cose. Adesso però non turbarti, piano,piano scoprirai tutte le tue capacità e sono sicura che saprai usarle  nel modo giusto . >>
 
Salutai mia nonna. Dopodichè ritornai dagli altri. Gli Elfi diedero ad ognuno di noi dei mantelli.
 
<<  Mai prima d’ora abbiamo vestito stranieri con indumenti della mia gente >> Disse a noi Celeborn << Che questi mantelli  vi facciano da scudo contro occhi ostili. >> Ci augurò posando infine lo sguardo su di me.
 
Diedero a noi anche tre piccole barche. Mio nonno chiamò in disparte Aragorn, chissà che aveva da dirgli. Mentre aspettavamo mi sedetti insieme a Merry e a Pipino. Notai che stavano mangiucchiando qualcosa e dato che non avevo fatto colazione mi unì a loro. Dopo qualche minuto Legolas si avvicinò. Tirò fuori dai nostri sacchi qualcosa.
 
<< Lembas >> Disse dandogli un  morso  << Pane da viaggio Elfico. Un piccolo morso riempie lo stomaco di un uomo adulto >> Concluse rimettendolo a posto e sorridendoci.
 
<< Quanti ne hai mangiati? >> Domandò Merry a Pipino una volta che Legolas fosse stato abbastanza lontano.
 
<< quattro >> Rispose il piccolo hobbit preoccupato.
 
<< Io ne ho mangiati sei! >> Dissi io scioccata << ma non dite niente all’Elfo, siamo intesi?! >>
 
I due piccoli annuirono spaventati. Sapevo essere convincente quando volevo.
 
Appena Aragorn tornò da noi, fummo raggiunti sia da Celeborn che da Galadriel. Mia nonna si avvicinò ad ognuno di noi.
 
<<  Il mio dono a te, Legolas, è un arco di Galadhrim.  Degno della maestria della nostra famiglia del bosco >> Disse porgendo l’arco all’Elfo << E ti affido anche qualcos’altro. Qualcosa di fragile, un cuore. Tu sai di chi >> Aggiunse sorridendo.
 
*Guardatelo, sembra un bambino col nuovo giocattolo! Che cucciolo di un Elfo!!*
 
<<  Questi sono pugnali di Noldorin. Hanno prestato già servizio in guerra >>  Proseguì offrendo i doni ai piccoli Merry e Pipino << Non temere, Peregrino Tuck : Troverai il tuo coraggio. >>
 
I piccoli afferrarono quei pugnali guardandoli stupiti.
 
<< E per te Samvise Gamgee, corda elfica,fatta di hitlhain >> Continuò rivolgendosi al piccolo Sam.
 
<< Grazie, mia Signora >> Disse lo hobbit afferrando la corda << Non avete altri bei pugnali lucenti? >> Domandò gentilmente.
 
Si rassegnò guardando l’espressione sorridente di mia nonna.
 
 
<<  E quale dono chiederebbe un Nano agli Elfi? >> Domandò Galadriel una volta aver raggiunto Gimli.
 
<<  Nessuno. A parte di guardare la signora di Galadhrim per l’ultima volta. Perché lei è più bella di tutti i gioielli sotto la terra >> Rispose Gimli guardandola ammaliato << Oh! Beh…in verità ci sarebbe una cosa, dico sciocchezze. E’ impossibile, sono stupido a chiedere >> Farfugliò il Nano arrossendo.
 
Vidi Galadriel chinarsi sul Nano e questi parlargli nell’orecchio. Chissà che le stava dicendo.
 
<<  Non ho nulla di più prezioso da dare dei doni che avete già >> Disse rivolgendosi ad Aragorn. <<  Per amore di lei, temo che la grazia di Arwen Undomìel diminuerà >>
 
<< Le farei lasciare queste rive e la farei stare con la sua gente. Le farei prendere la nave per Valinor >> Rispose Aragorn con un velo di tristezza sul viso.
 
 
<< E’ una scelta che spetta a lei. Tu hai la tua scelta da fare, Aragorn. Innalzarti al di sopra di tutti i tuoi padri  fin dai giorni di Elendìl, o cadere nell’oscurità con i resti della tua stirpe >> Galadriel lo guardò profondamente  << Addio, hai ancora molte cose da fare. Non ci incontreremo di nuovo,Elessar. >> Portò la sua mano ad accarezzargli dolcemente il viso.
 
<<  Addio Frodo Baggins. Ti dono la luce di Earendil, la nostra stella più amata.  Possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne >> Disse porgendo la Luce a Frodo e salutandolo con un piccolo bacio sulla testa.
 
<< E a te, 
Fëawen Andúnë... >>  Arrivò a me.
 
<< Mi sembra che mi hai già dato abbastanza doni >> La interruppi ridendo.
 
<<  Ti starò sempre accanto, nipote mia, io so che tu porterai a termine questa missione >> Si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte  << Abbi cura di Legolas >>.
 
Le sorrisi, per l’ultima volta. Dopodichè partimmo. Io,Legolas e Gimli salimmo sulla stessa barca. L’Elfo remava mentre io l’osservavo incantata. Per fortuna Gimli era girato dall’altra parte pensieroso.
 
<< Che hai da guardare? >> Domandò arrossendo.
 
<< Mi piace tanto guardarti, non riesco a farne a meno >> Risposi non togliendo lo sguardo su di lui nemmeno per un secondo.
 
<<  Ah, ma per favore! Potete parlare in una lingua che io possa capire?! >> Disse all’improvviso il Nano.
 
<< Scusaci Gimli >> Mi voltai verso di lui << Ma che ti succede? >>
 
Il Nano era pensieroso,triste, malinconico. Era la prima volta che lo vedevo così.
 
<< Ho ricevuto la ferita più grande con questa partenza. Ho guardato per l’ultima volta la cosa più bella..Ah..d’ora in poi non ci sarà più nulla di bello oltre il suo dono  a me >> Rispose Gimli riferendosi al regalo che mia nonna aveva fatto a lui.
 
<< che cosa ti ha donato? >> Gli domandò Legolas curioso.
 
<<   Le avevo chiesto un capello della sua chioma dorata >> Ammise triste il Nano << Me ne ha dati tre. >>
 
In quel momento quel piccolo essere mi fece provare una tenerezza immensa. Lo abbracciai forte e lo strinsi a me. Poi alzai lo sguardo fino ad incontrare quello di Legolas.
 
<< Per fortuna che io posso ancora guardare …>>  Prese a dire l’Elfo << La cosa più bella >>
 
Mi fece arrossire come non mai.





DITE LA VOSTRA, MI RACCOMANDO! CI TENGO MOLTO! :)

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Capitolo 12
*** Spaccatura ***


 *"Angolo "Autrice"*

Eccovi il dodicesimo capitolo! Con questo si conclude la prima parte della storia! Mi raccomando recensite! Se volete che continui fatemelo sapere ;)



Capitolo 12 -  Spaccatura


 
Navigammo a lungo su quelle piccole barche.  Mi sentivo tranquilla e serena, per la prima volta da quando avevamo intrapreso quel duro viaggio. Continuavo ad osservare Legolas, all’improvviso però il suo sguardo venne attirato da qualcosa.
 
<< Tutto bene? >> Domandai osservando la sua espressione preoccupata.
 
<<  Qualcosa si avvicina >> Rispose a bassissima voce.
 
<< Altri nemici? >>  Dissi tremante.
 
<<  Può darsi >> Replicò l’Elfo riposando lo sguardo su di me.
 
Ero diventata tesa di colpo, ma Legolas con quei suoi occhi meravigliosi fece volare via ogni preoccupazione. Gli sorrisi e lui ricambiò dolcemente.
 
Approdammo sulla terra ferma per riposare, visto che ormai stava per diventare buio. Mentre ero seduta ad osservare il fiume notai qualcosa di strano muoversi nell’acqua.  Non sapevo se fosse un altro nemico e quindi portai la mano sul manico della mia spada.
 
<< E’Gollum >>  Sentì dire alle mie spalle.
 
<< Aragorn, sei tu? … Gollum dici ? >> Domandai confusa.
 
<< Ci sta seguendo da Moria. Speravo di liberarmene sul fiume, ma è un barcaiolo troppo astuto >> Rispose mio fratello con tutta la calma di questo mondo.
 
<< E tu sei così..tranquillo? >> Quell’essere mi faceva paura e non poco.
 
<< Non preoccuparti, Fëawen .  Non ci farà del male >> Cercò di tranquillizzarmi.
 
<< Se lo dici tu  >> Continuavo ad osservare attentamente lo strano essere.
 
<< Minas Thirit è la strada più sicura, e tu lo sai >>  Sentì dire all’improvviso.
 
Mi voltai e vidi Boromir parlare rivolgendosi a mio fratello. Voleva andare a Minas Thirit, ma qualcosa mi diceva che le sue azioni non erano di certo fra le più nobili.
 
<<  Da lì possiamo riunirci e raggiungere Mordor con maggiore forza >> Continuò l’Uomo.
 
<< Non c’è forza a Gondor che possa giovarci >> Rispose calmo Aragorn.
 
<<  Sei stato lesto a fidarti degli Elfi. Hai così poca fede nel tuo popolo? >>  Domandò alterato Boromir << Si, c’è debolezza, c’è fragilità, ma c’è anche coraggio e onore da scovare negli Uomini. Ma tu questo non lo vedi. Hai paura >> Cominciò a dargli spintoni per farlo reagire.
 
<< Boromir! Basta! >>  Cercai di farlo smettere, ma invano.
 
<<  Per tutta la vita ti sei nascosto nell’ombra! Spaventato da chi sei, cosa sei! >> Continuava l’Uomo alzando sempre di più il tono di voce.
 
<<  Io non porterò l’Anello entro cento leghe dalla vostra città! >> Rispose infine Aragorn facendo stizzire Boromir.
 
Tutti si girarono verso di loro. Era una situazione pesante, eravamo tutti stanchi per il viaggio, e soprattutto era una missione troppo importante quella. Bastava soltanto un nostro piccolo errore e l’intera terra di mezzo sarebbe stata distrutta, quindi non potevamo permetterci il lusso di sbagliare.
 
Io e Legolas non potevamo stare troppo tempo insieme, per non fare insospettire gli altri. Certamente non potevo dormire  fianco a lui e quindi la situazione per me era ancora più insopportabile. Provai ad entrare nei pensieri dell’Elfo per vedere se stava pensando a me, ma niente non ci riuscì.
 
Il giorno dopo ripartimmo con le nostre barche percorrendo il fiume. Finalmente potevo stare un po’ con Legolas, anche se c’era Gimli, noi parlavamo in Elfico. Il Nano si lamentava di continuo perché non riusciva a capire un tubo di quello che dicevamo.
 
<< Legolas, cosa sono quelle statue enormi? >> Domandai curiosa.
 
<< Gli Argonath. Gli antichi Re.  La stirpe di Aragorn >> Rispose l’Elfo sorridendo.
 
Dovevo proprio ammettere che quelle statue erano davvero imponenti. Mettevano i brividi solo a guardarle.
Proseguimmo il viaggio lungo il fiume. Dopo qualche ora ci fermammo per riposare e per mangiare qualcosa.
 
<< Attraversiamo il lago al calar del sole. Nascondiamo le barche e andiamo avanti a piedi. Raggiungiamo Mordor da Nord >> Ci informò Aragorn.
 
<< Ah si? Un modo semplicissimo di farci strada tra gli Emyn Muil! >> Rispose Gimli << Un labirinto impossibile di rocce affilate come lame. Dopodichè, va ancora meglio! Un suppurato, puzzolente terreno paludoso fin dove occhio può vedere! >> Si lamentò ancora il Nano.
 
<< Questa è la nostra strada >> Disse Aragorn guardandolo << Ti consiglio di riposare e di recuperare le forze, mastro Nano .>>
 
<< Recuperare.. le?? Uh >> Mugugnò Gimli.
 
<< Partiamo adesso >> Intervenne Legolas avvicinandosi ad Aragorn.
 
<< No. Gli orchi pattugliano la sponda orientale.  Aspettiamo che ci copra l’oscurità >> Rispose l’Uomo sicuro di se.
 
<< Non è la sponda orientale che mi preoccupa. Un’ombra e una minaccia crescono nella mia mente >> Continuò l’Elfo guardandosi attorno << Qualcosa si avvicina. Lo sento. >>
 
<<  Ma dov’è Frodo? >> Domandò Merry all’improvviso.
 
Io e Aragorn ci guardammo in faccia. Mancava anche Boromir. Dall’espressione di mio fratello capì che quello non era proprio un bel segno.
 
<< Legolas,  Fëawen! Andate a cercarli per quella via! >> Ordinò prontamente Aragorn << Io andrò per quest’altra .>>
 
L’unica cosa buona era che finalmente io e il mio Elfo potevamo stare un po’ da soli. Appena fummo abbastanza lontani dagli altri sentì le sue mani posarsi sui miei fianchi. Delicatamente mi fece girare verso di se.
 
<< Finalmente soli >> Disse sorridendo.
 
<< Dobbiamo cercare Frodo >> Gli ricordai.
 
<< Frodo può aspettare. Io invece no, non ce la faccio più >> Continuò l’Elfo spingendomi sempre di più contro il suo corpo << Dammi un bacio. >>
 
<< Ma Legolas..>>
 
Non riuscì nemmeno a finire la frase che mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Non opposi la ben che minima resistenza, mi abbandonai subito a quel dolce bacio. D’un tratto però qualcosa mi disturbò e mi scostai.
 
<< Che ti succede, Fëawen ? >>  Mi domandò Legolas preoccupato.
 
<< Sento…delle…voci  >> Risposi lentamente e confusa.
 
<< Nessuno di noi dovrebbe vagare da solo e tu meno di tutti >> Era la voce di Boromir << Tante cose dipendono da te, Frodo >> Stava parlando al piccolo hobbit.
 
*Allora sono insieme?! Oh Dio!*
 
<< Di chi sono le voci? >> Continuava a chiedermi Legolas.
 
<< Boromir! >> Risposi cercando di concentrarmi ancora di più.
 
Piano, piano nella mia mente si delineò l’intera scena. L’Uomo stava raccogliendo della legna. Frodo sembrava abbastanza preoccupato, non parlava, si limitava ad osservarlo.
 
<< So perché cerchi la solitudine >> Continuò Boromir <<  Soffri, lo vedo giorno dopo giorno. Sei sicuro di non soffrire inutilmente? Ci sono altri modi, Frodo, altre vie che possiamo prendere. >>
 
<< So già cosa mi diresti. Sembrerebbe un consiglio saggio, ma il cuore mi mette in guardia >> Rispose d’un tratto il piccolo hobbit.
 
“Tenterà di prendere l’Anello” le parole di mia nonna mi risuonavano nella mente. Era quello il momento, Boromir avrebbe agito e nessuno era lì per difendere Frodo. Speravo con tutto il cuore che Aragorn li raggiungesse in tempo.
 
<<  In guardia? Contro cosa? Abbiamo tutti paura, Frodo, ma lasciare che la paura ci faccia distruggere ogni speranza che abbiamo…. >> Avanzava lentamente verso il mezz’uomo << Non capisci. Questa è pazzia. >>
 
<< Non esiste altro modo ! >> Disse deciso Frodo.
 
<< Chiedo solo di avere la forza per difendere il mio popolo! >>  Buttò violentemente le legna a terra  << Se solo tu mi prestassi l’Anello . >>
 
<< No! >> Frodo indietreggiò.
 
<< No!! Sta tentando di prendere l’Anello!! > >Urlai portandomi le mani alla testa.
 
<< Dove sono? Non riesci a capirlo? >> Legolas mi teneva stretta per le spalle.
 
<< No! Non conosco queste terre! >>
 
 
<< Perché indietreggi? Non sono un ladro >> Continuò Boromir.
 
<< Perché non sei te stesso >> Rispose calmo Frodo.
 
<< Quante possibilità credi di avere? Loro ti troveranno. Prenderanno l’Anello >> l’Uomo cominciava a perdere completamente il controllo << E tu invocherai la morte prima della fine!! >> Gli urlò contro mentre il piccolo hobbit gli voltò le spalle per tornare dagli altri.
 
 
<< Che succede?? >> Continuava a chiedermi l’Elfo.
 
<< No! Frodo! >> Urlai.
 
 
<< Idiota!! >> Boromir prese a correre dietro di lui << E’ tuo soltanto per un malaugurato caso! Poteva essere mio! >> Lo raggiunse e lo afferrò dai piedi << Dammelo! Dammelo! >> Continuava ad urlare mentre entrambi erano a terra.
 
<< No! >> Urlò Frodo per poi mettersi al dito l’Anello e scomparire nel nulla.
 
 
<< E’ scomparso! >> Dissi guardando l’elfo esterrefatta.
 
<< Capisco le tue intenzioni. Vuoi portare l’Anello a Sauron! >> Sbraitava l’Uomo guardandosi attorno << Ci tradirai! Andrai incontro alla tua morte! Alla morte di tutti noi! Maledetto! Maledetto! Tu e tutti i mezzuomini! >>
 
 
<< E’ completamente impazzito! >> Scuotevo la testa sconcertata.
 
<< E’ l’Anello che l’ha fatto impazzire >>  Disse l’Elfo accarezzandomi.
 
<< Per fortuna Frodo è riuscito a scappare >> Tirai su un sospiro di sollievo.
 
<< Andiamo avanti, magari lo incontriamo. Hai finito di vedere o sentire? >> Mi domandò preoccupato Legolas.
 
<<  No, Boromir adesso sembra pentito. Chiede scusa a Frodo. Accidenti è completamente andato! >>
 
 
Io e l’Elfo andammo avanti. Non incontrammo ne Frodo e ne Boromir. All’improvviso vidi nella mia mente il piccolo hobbit parlare con Aragorn. Fu una visione veloce però ne fui contenta, per fortuna era al sicuro. Lo dissi a Legolas e quest’ultimo tirò su un sorriso semplicemente meraviglioso e mi attirò di nuovo a se.
 
<< Bene, quindi possiamo riprendere quello che abbiamo lasciato in sospeso >> Mi sfiorò la bocca con la sua.
 
<< Non dovremmo tornare dagli altri? >> In realtà non volevo tornare per nessuna ragione al mondo.
 
<< Scherzi? >> Sorrise dandomi un piccolo bacio.
 
Portai le mie mani intorno al suo collo e lo baciai anch’io con lo stesso desiderio che aveva lui. Nella foga del bacio indietreggiai fino a toccare con la schiena un albero. Legolas mi spinse ancora di più trascinandosi insieme a me. Non riuscivamo a fermare quel bacio famelico. Lasciare le sue labbra sarebbe stata una tremenda tortura per me.
 
<< Ci siamo allontanati troppo. E’ meglio tornare >> Dissi staccandomi per riprendere fiato.
 
<<  Ti prego, un altro bacio >> Mi supplicava l’Elfo.
 
<<  Ma tu non ti accontenti mai >> Gli sorrisi baciandolo ancora.
 
In quel momento però una voce risuonava terribilmente nella mia testa. “ Trovate il mezz’uomo!”. Fermai all’improvviso il bacio, afferrai Legolas dal braccio e lo trascinai insieme a me in una corsa sfrenata.
 
<< Che succede? >> Domandò stupito.
 
<< Gli Orchi! Gli Orchi! Dannazione!! >> Correvo sempre più forte.
 
Ci eravamo allontanati troppo. Qualsiasi cosa stesse succedendo, non riuscivo a vederla, nonostante i miei continui sforzi. Speravo soltanto che i nostri compagni stessero bene. Durante la corsa d’un tratto sentì come se avessi una freccia conficcata nel torace. Mi fermai di colpo accasciandomi a terra.
 
<<  Fëawen ! Che ti prende,adesso!? >> Urlava disperato Legolas.
 
<< Mi…mi sono concentrata ….sui..nostri compagni….ho sentito…come…se avessi una freccia..conficcata…nel ..petto >> Respiravo a fatica.
 
Mi rialzai e dopo aver regolarizzato il mio respiro riprendemmo a correre. Avevo un peso terribile sul cuore.  All’improvviso sentimmo un suono.
 
<<  Il corno di Gondor >> Disse Legolas ascoltando attentamente.
 
<< Boromir! >> Urlai riprendendo la corsa.
 
 
Arrivammo nel luogo della battaglia dopo una decina di minuti. Aragorn stava combattendo con uno degli Orchi. Il mostro l’aveva immobilizzato e con la sua arma stava per tagliarli la testa.
 
<< No! Aragorn!! >> Urlai con tutta la voce che avevo in corpo.
 
Non so come, ma d’improvviso il mostro si bloccò. Aragorn riuscì a spostarsi  e con la lama della sua spada lo trafisse.
 
<<  Fëawen! I tuoi occhi…. >> Disse L’Elfo guardandomi stupito.
 
Aragorn corse subito verso Boromir. Era lì a terra, morente. Io e Legolas ci apprestammo ad andare da loro.
 
<< Hanno preso i piccoletti. Frodo! Dov’è Frodo?  >> Cercò di dire sofferente l’Uomo.
 
<< L’ho lasciato andare >> Rispose Aragorn.
 
<< Hai fatto quello che io non ho potuto. Ho cercato di portargli via l’Anello >> Ammise Boromir.
 
<< L’Anello adesso è lontano da noi >> Lo rassicurò mio fratello.
 
Non stavo capendo niente. Per quale motivo Aragorn aveva lasciato andare via Frodo? Quali piccoletti avevano preso?! Merry e Pipino!
 
<< Perdonami. Non l’avevo previsto. Vi ho delusi tutti >> Continuava l’Uomo mentre ai lati della sua bocca si vedeva uscire del sangue.
 
<<  No, Boromir! Hai dimostrato coraggio. Hai conservato il tuo onore >> Lo consolò Aragorn.
 
<<  Lascia stare! E’ finita.  Il mondo degli Uomini cadrà. Su tutto cadrà il buio, e sulla mia città la rovina >> disse amareggiato l’Uomo.
 
<<  Io non so quanta forza c’è nel mio sangue, ma ti giuro :  non lascerò che Minas Thirit cada, né che il nostro popolo fallisca >> Gli promise .
 
<< Il nostro popolo….Io ti avrei seguito fratello mio. Mio capitano, mio Re >> Disse queste ultime parole dopodiché chiuse gli occhi per sempre.
 
<< Riposa in pace figlio di Gondor >> Pronunciò queste parole per poi baciargli la fronte.
 
In quel momento vidimo arrivare alle nostre spalle Gimli. Vedendo la scena rimase stupito e amareggiato. Boromir era morto. Una rabbia accecante mi possedeva totalmente. Mi voltai verso l’Elfo. Era tutta colpa nostra. Se noi fossimo tornati prima avremmo potuto salvarlo! Avremmo potuto evitare quella brutta fine.
 
<<  Fëawen . Grazie per avermi salvato >> Mi sentì dire da mio fratello.
 
<< Ti ho salvato? >> Mi voltai di scatto verso di lui.
 
<< Hai bloccato tu quel mostro per impedirgli di colpirmi >> Disse alzando lo sguardo su di me << I tuoi occhi, che ti è successo? >>
 
<< Cos’hanno i miei occhi? >> Domandai confusa.
 
<< Sono diventati color ghiaccio >> Intervenne Legolas.
 
<< Il tuo potere >> Aggiunse Aragorn << Sta lentamente prendendo vita. >>
 
Non risposi, spostai il mio sguardo sul corpo senza vita di Boromir. Non era giusta quella morte, morire in quel modo brutale.  Lo avremmo vendicato, io l’avrei vendicato.
 
Mettemmo il suo corpo su una delle piccole barche insieme alla sua spada e al suo scudo. Lo lasciammo andare affinchè la corrente del fiume lo riportasse a casa sua.
 
<< Presto! Sam e Frodo stanno raggiungendo la sponda orientale! >> Disse Legolas correndo verso una delle barche.
 
Nessuno di noi però si mosse. Non avremmo seguito Frodo e Sam.
 
<< Frodo deve continuare da solo >> Avevo lo sguardo fisso sull’acqua.
 
<< Non intendi seguirli? >> Domandò l’Elfo ad Aragorn.
 
<< Il destino di Frodo non è più nelle nostre mani >> Rispose l’Uomo.
 
<< Allora è stato tutto vano >>  Intervenne Gimli << La Compagnia ha fallito. >>
 
<<  No, se siamo fedeli l’un l’altro >> Rispose Aragorn <<  Non abbandoneremo Merry e Pipino al tormento e alla morte, non finchè ci rimarrà forza. >>
 
<< Sono con te, fratello >> Dissi posando la mia mano sulla sua spalla.
 
<<  Lasciate tutto ciò che non vi occorre >> Sorrise << Viaggeremo leggeri. Andiamo a caccia di Orchi! >>
 
Il viso dell’Elfo e del Nano si illuminò d’improvviso. Buttammo giù tutto ciò che era di troppo e seguimmo Aragorn. Mi voltai casualmente verso Legolas con quel mio sguardo gelido che adesso mi ritrovavo. Mai più sarebbe successa una cosa del genere. Mai più io, Fëawen Andúnë , mi sarei lasciata sopraffare dal potere dell’amore. Nel mio animo oramai regnavano soltanto  l’odio e la rabbia.



 
FINE PRIMA PARTE

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Capitolo 13
*** Il ghiaccio negli occhi ***


LA MEZZELFA E IL PRINCIPE

2 PARTE




Capitolo 13 –  Il ghiaccio negli occhi
 
 
Andammo alla ricerca dei piccoli Merry e Pipino per giorni e giorni. Non riposammo mai, non avremmo potuto avere pace fin quando non li avremmo trovati. Dal giorno in cui è morto Boromir io e l’Elfo non avevamo più parlato. L’amore che provavo per lui era scomparso, volato via come il vento. Nel mio cuore c’era posto soltanto per l’odio e per nient’altro.
 
Aragorn  posò il suo orecchio al suolo per sentire in lontananza i passi degli Orchi.
 
<< Affrettano il passo. Ci devono aver fiutati >> Bisbigliò mio fratello << Presto! >>
 
<< Avanti Gilmli! >>  Lo esortai correndo.
 
Mentre guardavo il Nano mi scontrai con Legolas. L’Elfo si era fermato all’improvviso.  In quel momento, per la prima volta da non ricordavo nemmeno quanto, i miei occhi e i suoi si incontrarono. Per un attimo mi persi nel suo blu immenso, ma subito scansai via quel suo sguardo ipnotico.
 
<< Non metterti sul mio cammino! >> Gli urlai e me ne andai via correndo.
 
Legolas mi seguì con lo sguardo. Sentivo i suoi occhi su di me. Parecchie volte l’avevo beccato a guardarmi, ma il suo sguardo non era più quello di una volta. Forse erano i miei occhi che lo spaventavano.
*Meglio così* Pensai mentre correndo mi dirigevo verso mio fratello.
 
<< Tre giorni e tre notti di inseguimento. Niente cibo. Niente riposo. E nessuna traccia della preda, solo quello che può dire la nuda roccia ! >> Urlava in lontananza Gimli.
 
<< Forza Gimli! >> Insistette Legolas.
 
Corremmo ancora per molto. Gimli non ce la faceva più e non la smetteva di lamentarsi. L’Elfo mi stava sempre con gli occhi addosso, io cercavo di non dargli troppa importanza concentrandomi invece sui due piccoli hobbit. Sapevo benissimo che loro erano vivi, li sentivo. A dirla tutta da quel giorno sapevo gestire benissimo il mio potere. Riuscivo a sentirli tutti, tutti tranne uno, tranne l’Elfo. Non sapevo il perché, ma non potevo o non riuscivo sentire i suoi pensieri. D’un tratto Aragorn si fermò per raccogliere qualcosa da terra. Non mi accorsi nemmeno che l’Elfo mi aveva superato nella corsa.
 
<< Non a caso cadono le foglie di Lorìen >> Disse Aragorn raccogliendo una delle spille che ci aveva donato mia nonna.
 
<<  Potrebbero essere ancora vivi >> Rispose Legolas guardando quello che mio fratello teneva in mano.
 
<< L’ha lasciata cadere Merry, di proposito >> Dissi io senza nemmeno girarmi.
 
<< A meno di un giorno da noi! Venite! >> Aragorn ricominciò a correre.
 
D’un tratto sentì un rumore dietro le mie spalle. Mi girai di scatto : Era Gimli che era rotolato giù da una roccia.
 
<< Vieni Gimli! Guadagniamo terreno! >> Urlò l’Elfo seguendo mio fratello.
 
<< Sono sprecato per la corsa campestre  >> Borbotto quello << Noi Nani siamo scattisti nati. Pericolosissimi sulle brevi distanze! >>
 
Quella corsa sembrava non avesse più fine.  Da una parte volevo superare l’Elfo, ma dall’altra no, perché sapevo benissimo che si sarebbe messo a correre più veloce. E correre fianco a fianco a lui non era nei miei desideri. Ad un certo punto mio fratello e Legolas si fermarono. Li raggiunsi, stavano guardando qualcosa…
 
<< Rohan >> Disse mio fratello << Dimora dei Signori dei Cavalli. Qualcosa di strano è all'opera qui. Un demone dà rapidità a queste creature. Ci contrappone la sua volontà. >>
 
<< C’è tanto male in queste terre >>  Guardavo attentamente il panorama che si offriva ai miei occhi
 
L’Elfo andò più avanti. Poi si fermò a guardare.
 
<< Legolas! Cosa vedono i tuoi occhi di Elfo? >> Domandò Aragorn.
 
<<  Il sentiero volta a Nord Est!  >> Rispose l’Elfo << Stanno portando gli Hobbit a Isengard! >>
 
<< Saruman >> Bisbigliò mio fratello.
 
<< I due hobbit sono ancora vivi >> Intervenni .
 
<< Tu li puoi sentire? >> Chiese Aragorn col cuore in mano.
 
<< Certo > > Risposi dopo qualche esitazione.
 
<< Basta! Vi prego, morirò con tutto questo correre! >> Gimli ci aveva appena raggiunti.
 
<< Riposiamoci >>  Disse Aragorn guardandoci.
 
<< Cosa? Non possiamo indugiare ! >> Protestai incredula.
 
<< Se non recuperiamo le forze come pensi di salvare Merry e Pipino?! >>  Aragorn mi guardava  dritto negli occhi, lui non aveva paura di guardare il ghiaccio dentro di essi.
 
<< Io sono d’accordo con lui ! >> Intervenne Gimli sedendosi su una roccia, completamente esausto.
 
Legolas non pronunciò parola. Lo guardai per un attimo, come per cercare un appoggio in quella situazione, ma da lui non ricevetti nemmeno uno sguardo, niente. Lasciai perdere e andai per conto mio a fare una passeggiata.
 
*Da non credere! Quei piccoli hobbit sono in mano a quei mostri e noi ce ne stiamo qui a riposare!  Il Nano non riesce nemmeno a reggersi in piedi! Ma per favore, sono circondata da dei buoni a nulla! Per non parlare dell’Elfo! Non ha detto una parola! Niente! Zero assoluto! Ma io dico, ce l’hai con me? Dillo! Così la facciamo finita una volta per tutte! Non lo sopporto! E’ uno stupido Elfo! Ma che mi era saltato in mente di pensare che ero innamorata di lui? Sono stata davvero una stupida, una deficiente, una mentecatta! *
 
Continuavo a pensare a tutte quelle cose. Ero stanca, arrabbiata, accecata da un odio implacabile e ovviamente  anche confusa. Mi accasciai a terra portandomi le ginocchia fino a toccare il petto. Chiusi gli occhi e cominciai a vedere qualcosa..
 
<< Il mondo sta cambiando. Chi, ora, ha la forza di opporsi agli eserciti di Isengard e di Mordor? Di opporsi al potere di Sauron e di Saruman, e all'unione delle due Torri? Insieme, mio signore Sauron, regneremo su questa Terra di Mezzo. Il Vecchio Mondo brucerà tra le fiamme dell'industria. Le foreste cadranno. Un nuovo ordine sorgerà. Guideremo la macchina della guerra con la spada, la lancia e il pugno di ferro degli Orchi. Dobbiamo solo rimuovere coloro che si oppongono a noi >>  La voce che parlava era di Saruman.
 
Lentamente lo vidi, un vecchio con una barba bianca, con un bastone. Stava parlando a della gente. Un Uomo gridava “Assassini!”. Li stava mettendo contro di noi. Stava avvelenando le loro menti.
 
<< Gli Uomini dei Cavalli vi hanno preso le terre! Hanno spinto il vostro popolo sulle colline a rimediare da vivere sui sassi! >> Continuava ad incitarli.
 
*Ma vedi tu a sto mago da strapazzo!  Lo prenderei da quella barba lungo metrica che si ritrova e gli farei passare la voglia di fare cazzate!!*
 
<< Assassini!! >> Continuava ad urlare il popolo.
 
<< Riprendetevi le terre rubate! Bruciate i loro villaggi! Inizierà a Rohan >> Riprese a parlare il mago << Troppo a lungo questi contadini ti hanno contrastato. Ma ora non più >> Concluse il malvagio essere.
 
Interi villaggi bruciati. Donne e bambini uccisi senza alcun ritegno. Non avevano pietà per nessuno. Urlai per la scena colma di disperazione che ero costretta a guardare, senza avere la possibilità di fare qualcosa.
 
<< Rohan, mio signore, è pronta a cadere >> Le parole di Saruman continuavano ad echeggiare nella mia mente.
 
Portai le mani alla testa per scacciare via quelle immagini terrificanti.  Sentivo i miei occhi prendere fuoco. Stavano bruciando dalla rabbia e dall’odio. Urlai infine accasciandomi a terra. Respiravo affannosamente . All’improvviso vidi dei piedi davanti a me. Alzai lo sguardo lentamente.
 
<< Un’altra visione? >>  Mi chiese con un’espressione indecifrabile l’Elfo.
 
<< Che ci fai tu qui? >> Non potevo credere che mi aveva seguita.
 
<< Aragorn, mi ha mandato a cercarti >> Rispose.
 
<< Beh, non mi serve la guardia del corpo, te ne puoi anche andare adesso >> Mi rialzai e gli voltai le spalle per andarmene.
 
<< Aspetta >> Mi prese di colpo il braccio bloccandomi << Voglio parlare con te. >>
 
<< Non ho niente da dirti >> Dissi senza nemmeno girarmi.
 
<< Io invece si! >> Rispose alterato << E tu mi ascolterai, che ti piaccia o no! >>
 
<< Ma chi ti credi di essere, principino!? >> Mi voltai e lo guardai con sfida.
 
<< Tu… non sei la mia 
Fëawen >>  Pronunciò quelle parole stracolme di delusione  <<  Dov’è la ragazza di cui mi sono perdutamente innamorato? Dove sono i suoi occhi nocciola così innocenti? Dov’è il suo sguardo puro?! Dove sono le sue guancie arrossate?! >> Non la smetteva più.
 
<< Basta!! >> Lo fermai di botto << Lasciami in pace una volta per tutte! >>
 
<< Credevo fossi innamorata di me >> Allentò un po’ la presa.
 
<< Lo credevo anch’io, ma dopotutto se ne fanno tanti errori nella vita >>  Mi scappò una risata isterica.
 
<<  Il tuo sguardo. Com’è possibile che uno sguardo così puro e meraviglioso si sia trasformato in ghiaccio!? >>  Mi attirò a se di colpo.
 
<< Questa è la mia vera natura >> Risposi stringendo i denti.
 
<< Non è vero. Ti sei soltanto fatta sopraffare dall’odio e dalla disperazione! Hai abbandonato la speranza! >> Urlò prendendomi il viso tra le mani.
 
<< Lasciami andare!! >> Gli tirai uno schiaffo fortissimo.
 
Vidi uscire del sangue al  lato sinistro della sua bocca. Non disse e non fece niente. No si portò nemmeno la mano sulla guancia, anche se gli avevo fatto davvero male. Rimase a guardarmi, dopo qualche secondo mi lasciò andare. Indietreggiai di qualche passo. Poi gli voltai le spalle e presi a camminare per andare da Gimli e Aragorn.
 
<< Ma lo vuoi capire che io Ti amo!!!?? >> Urlò a squarciagola all’improvviso.
 
 
Mi fermai di colpo. Avevo sentito un colpo al cuore. I miei occhi ripresero a bruciare ancora più ardentemente. Strinsi i pugni, deglutì, rimandai indietro le lacrime che erano apparse sui miei occhi. Presi a correre a più non posso. Non potevo girarmi e guardarlo negli occhi dopo quello che mi aveva detto, non avevo la forza.
 
Scappai via rifiutando il suo amore.

 
 
 
 
SAAAAAAAAALVE ( ALLA BRUNO VESPA XD) ECCO A VOI LA 2 PARTE DI QUESTA FF !
PER PIACERE RECENSITE T.T  VI AMO LO STESSO SE NON LO FATE XD
PERO' FATELO AHAHHAHA OK, BASTA, VI SALUTO!
SCARL.

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Capitolo 14
*** La Foresta di Fangorn ***


Capitolo 14 -  La Foresta di Fangorn
 

 
Ritornai da Aragorn e Gimli. Non parlai, rimasi zitta. Dopo circa mezz’ora tornò anche Legolas. Chiusi gli occhi per non guardarlo e cercai di dormire.
Sognai o meglio dire ebbi un’altra visione. C’erano un sacco di Orchi. All’improvviso vidi a terra anche i piccoli Merry e Pipino.
 
<<  Muoio di fame! Sono giorni che mangio solo pane pieno di vermi schifosi! >> Cominciò a lamentarsi uno di quei mostri.
 
<<  Si! Perché non possiamo avere carne? >> Intervenne un altro << Perché non loro? Eh!? Sono freschi! >> Continuò guardando i piccoli hobbit.
 
<<  Loro non sono da mangiare ! >> Li fermò uno degli Uruk-hai.
 
<< Oh..magari le gambe! Non ne hanno bisogno. Oh sembrano gustose! >>  Si avvicinava lentamente ai piccoli mezzuomini.
 
<<  Non ti avvicinare! >> L’Uruk-hai si parò davanti.
 
<< Trinciamoli!  Solo un boccone! >> Insistette  l’Orco.
 
<< No! >> Urlò l’altro per poi decapitarlo con la sua spada.
 
Il corpo senza vita dell’Orco cadde a terra.
 
<<  La carne è arrivata di nuovo, amici! >> Annunciò l’Uruk-hai.
 
Quei mostri disgustosi cominciarono a cibarsi delle carni dell’Orco. Era una scena inquietante. Merry e Pipino ne approfittarono per sgattaiolare via.
Un orco però li bloccò posando il suo piede sulla schiena del piccolo Merry.
 
<< Coraggio, gridate aiuto. Guaite. nessuno vi salverà, adesso! >>  Li minacciò il mostro per poi essere colpito alla schiena da un’ascia.
 
Il corpo dell’Orco cadde a terra senza vita. Merry e Pipino alzarono lo sguardo e videro dei cavalieri galoppare verso di loro. Stavano uccidendo uno ad uno tutti quegli Orchi. I due ne approfittarono per slegare le corde che tenevano legate le loro mani. Cercarono di evitare di essere travolti dai cavalli dei cavalieri. Pipino rotolò via e come poggiò la schiena al suolo si vide davanti un cavallo furioso che stava per metterlo di sotto.
 
<< Pipino!! >> Urlai svegliandomi.
 
<< Fëawen ! Che ti succede?! >> Domandò preoccupato Legolas.
 
<< Dobbiamo proseguire! >>  Mi alzai spingendo via l’Elfo.
 
<< Merry e Pipino sono in pericolo? >> Aragorn avanzava verso di me.
 
<< Dobbiamo muoverci! >> Non volevo pensare al peggio.
 
<< Sorge un sole rosso. Stanotte è stato versato del sangue >> Commentò Legolas guardando il cielo.
 
<< Ah tieni per te queste frasette odiose, per l’amore del cielo! >> Gli dissi per poi mettermi a correre.
 
<< Su, seguiamola! >>  Ordinò Aragorn venendomi in contro.
 
E così ricominciammo la nostra corsa sfrenata per salvare i piccoli hobbit. Non volevo pensare che forse era troppo tardi, che oramai non c’era più niente da fare. Vidi Aragorn correre fianco a me.
 
<< Non devi essere così fredda con lui >> Mi disse all’improvviso.
 
<< Cosa? Con chi? >> Feci finta di non capire.
 
<< Tu sai a chi mi riferisco . Ti vuole molto bene, perché lo tratti male? >> Continuò mio fratello non smettendo di correre.
 
<<  Forse non  merito il suo affetto >> Gli risposi abbassando lo sguardo << Troverà la persona giusta . >>
 
<<  Non continuare a farti del male… >> Aragon si fermò all’improvviso.
 
<< Che ti prende? >> Gli chiesi guardandolo.
 
Mi afferrò dal braccio, dopodiché avverti anche Legolas e Gimli e ci nascondemmo dietro una roccia. Dei cavalieri avanzavano verso di noi. Ricordai d’un tratto che li avevo visti nella mia visione.
 
<< Sono i cavalieri che ho visto stanotte! >> Avvertì io.
 
<< Cavalieri di Rohan! >> Urlò mio fratello uscendo dal nascondiglio << Quali notizie dal Mark?! >>
 
L’esercito notandoci tornò sui suoi passi e venne verso di noi. Ci circondarono completamente. Io e L’Elfo eravamo appiccicati . Odiavo a morte quella situazione.
 
<< Cosa ci fanno due Elfi, un Nano ed un Uomo nelle terre del Mark?! >> Domandò uno di loro << Parlate in fretta! >>
 
<< Ehi,Ehi! Ma chi ti credi di essere?! Prima dicci chi sei tu e forse  dopo risponderemo alla tua domanda >> Risposi io irritata dalla sua prepotenza.
 
Il cavaliere scese da cavallo e si avvicinò piano,piano a me.
 
<< Ti taglierei la testa, se solo non fossi un’Elfo femmina >>  Disse quello minaccioso.
 
<<  Moriresti prima di vibrare il colpo! >> Intervenne Legolas puntando l’arco sul cavaliere.
 
Lo guardai stupita. Potevo trattarlo male fin quanto volevo ma lui era sempre pronto a difendermi. Quanto poteva essere stupido quell’Elfo. Aragorn abbassò col braccio l’arco di Legolas.
 
<<  Sono Aragorn, figlio di Arathorn. Lui è Gimli, figlio di Gloin. Lei è Fëawen di Gran Burrone, mentre lui è Legolas del Reame Boscoso >> Disse Aragorn presentandoci << Siamo amici di Rohan e di Theodèn, vostro Re . >>
 
Il cavaliere lo guardò per un momento << Theodèn non sa più riconoscere gli amici dai nemici. Nemmeno la propria stirpe >> Si tolse l’elmo.
 
Era un Uomo giovane, biondo, con gli occhi scuri. Dovevo ammettere che era davvero affascinante. Troppo prepotente per i miei gusti però.
 
<< Saruman ha avvelenato la mente del Re e stabilito il dominio su queste terre. La mia compagnia è di quelle fedeli a Rohan >> Continuò l’Uomo << E per questo veniamo banditi. Lo Stregone Bianco è astuto. Vaga qua e là, dicono, come un vecchio con mantello e cappuccio. E ovunque le sue spie sfuggono alle nostre reti. >>
 
<< Noi non siamo spie. Inseguiamo un gruppo di Urok-hai >> Rispose Aragorn << Hanno fatto prigionieri due nostri amici . >>
 
<< Gli Uruk-hai sono stati distrutti, li abbiamo trucidati stanotte >> Ci informò l’Uomo.
 
<<  Ma c’erano due hobbit! >> Intervenni io disperata.
 
<<  Sono piccoli. Dei bambini ai vostri occhi >> Aggiunse Aragorn.
 
<< Non ci sono vivi >> l’Uomo posò lo sguardo su di me, come se non avesse sentito le parole di  mio fratello << Abbiamo ammassato le carcasse e dato fuoco . >>
 
<< Morti? >> Borbottò Gimli .
 
<< Mi dispiace >> Guardava ancora me << Hasufel! Arod! >> Chiamò qualcuno.
 
Alcuni cavalieri portarono due cavalli.
 
<< Vi conducano a una sorte migliore di quella dei loro precedenti padroni! >> Continuò l’Uomo non togliendo lo sguardo su di me per nemmeno un secondo << Principessa Fëawen, mi scuso con voi per prima. Vi saluto >> Aggiunse porgendomi la mano.
 
Nel momento in cui io stavo per allungare il braccio per ricambiare il saluto, la mano di Legolas mi fermò.
 
<< Ti ringraziamo per la tua generosità! >> Disse l’Elfo guardandolo minaccioso.
 
L’Uomo ritrasse subito la mano << Addio! >> Urlò per poi andarsene via con gli altri cavalieri.
 
<< Sei stato scortese! >> Mi voltai verso l’Elfo.
 
<< E lui troppo invadente! >> Contrattaccò.
 
<< Io non sono di tua proprietà è chiaro? >> Continuai sempre più irritata.
 
<< Non mi importa! Tu sei mia e nessuno deve osare a toccarti! >> Urlò infine lasciandomi a bocca aperta.
 
 
<< Aragorn, ma che sta succedendo? Mi sono perso qualcosa? >> Domandò confuso Gimli.
 
<< Si amano, mastro Nano, che c’è da capire? >> Rispose sereno Aragorn << Forza, sali con me >> Aggiunse per poi salire sul cavallo.
 
 
<< Io, non sono tua! >> Gli diedi un piccolo colpo sul petto.
 
<<  Lo sarai presto! >> Disse afferrandomi dalla vita << Non ho intenzione di rinunciare a te. >>
 
Cercai di uscire dalla sua stretta, ma invano. Era troppo forte per me e i miei poteri con lui non avevano nessun effetto.
 
<< Legolas! Fëawen ! Forza, sbrigatevi! >> Sentimmo urlare da qualcuno.
 
Mi girai e vidi Aragorn e Gimli a cavallo a una ventina di metri da noi. Mi voltai verso l’Elfo e lo vidi mentre saliva sull’altro cavallo. Dovevo salirci insieme a lui. Dalla padella alla brace, quella Aragorn me l’avrebbe pagata.
 
<< Dove preferisci? Avanti o dietro? >> Sorrise compiaciuto.
 
<< Voglio guidare io, il cavallo! >> Risposi infastidita.
 
<< Come preferisci >> Sorrise e mi porse una mano per aiutarmi a salire.
 
Lo scansai e salì da sola. Bene, adesso lui era dietro di me, appiccicato al mio corpo. Per me quel viaggio sarebbe stato una tortura bella e buona. L’Elfo portò le sue mani alla mia vita per tenersi. Sussultai sentendolo.
 
<< Devi proprio mettere le mani lì? >> Domandi scocciata.
 
<< Si, se non voglio cadere >> Sussurrò dolcemente al mio orecchio.
 
*No,no,no, nooo! Non ti sopportoooo!!!!*
 
Afferrai di botto le redini del cavallo e raggiunsi in fretta gli altri. Galoppammo per molto. Sentivo il respiro dell’Elfo addosso, mi stordiva quello stupido. Voleva farmi sua, ma in che senso? Cioè, non capivo un bel niente. Non volevo dargli alcuna speranza e quindi pensai di contrattaccare.
 
<< E’ stato un vero peccato non aver potuto stringere la mano a quel cavaliere >> Dissi d’un tratto << Era molto affascinante. >>
 
<<  Smettila >> Mi strinse ancora di più << Lo sai che sono geloso. >>
 
*Bene e adesso?? Cosa accidenti dico??! Ma porca miseria, lo odio!!*
 
Dopo qualche minuto scendemmo da cavallo. Arrivammo nel luogo in cui i cavalieri di Rohan avevano sterminato e bruciato gli Orchi. Di Merry e Pipino non vi era nessuna traccia. Aragorn si accasciò a terra buttando un pugno al suolo.
 
<<  Non possono essere morti!! >> Urlai in preda alla disperazione mentre sentivo i miei occhi bruciare.
 
<< Possano essi trovare la pace dopo la morte >> Pronunciò Legolas chinando il capo.
 
<< Ma la vuoi smettere?! Sono ancora vivi! >>  Gli urlai contro.
 
<<  Non eravamo con loro >> Intervenne Gimli per consolare Aragorn.
 
Mio fratello guardò per qualche secondo un punto. Si avvicinò lentamente.
 
<< Hanno strisciato >> Toccava la terra sotto di se << Avevano le mani legate >> Proseguì << Hanno tagliato le corde >> Trovò a terra le corde tagliate <<  Sono scappati fin qui, sono stati inseguiti! >> Concluse mentre noi lo seguivamo.
 
<< La foresta di Fangorn! >> Disse stupito Legolas.
 
<< Quale pazzia li ha condotti lì dentro? >> Aggiunse Gimli.
 
<< Forza! Che aspettiamo?! >> Intervenni io per poi mettermi a correre verso la foresta.
 
Qualcuno però bloccò la mia corsa. Mi voltai stupita e vidi l’Elfo.
 
<< Ah ma si può sapere che diavolo vuoi da me? E fatti una vita, dannazione! >> Gli urlai in faccia scocciata al massimo.
 
<< Cosa devo farmi? >> Sorrise scioccato << Comunque, andiamoci cauti. Quella foresta è pericolosa >>  Aggiunse preoccupato.
 
E così ci addentrammo dentro la foresta camminando piano e attenti al ben che minimo rumore.  Non conoscevo la zona, come tutte le altre zone della Terra di Mezzo d’altronde.
L’Elfo mi stava sempre appiccicato , non c’era verso di allontanarlo. Mi stava davvero facendo impazzire.
 
<< Sai perché non voglio darmi per vinto? >> Mi disse d’un tratto.
 
<< Si, vorrei tanto sapere cosa ti passa per la testa! >> Risposi voltandomi verso di lui.
 
<< Ma come? Non riesci a leggere nella mia mente? >> Continuò l’Elfo sorpreso e divertito allo stesso tempo.
 
<<  ..Certo che ci riesco! >> Mi aveva preso alla sprovvista e quindi mentì sfacciatamente.
 
<< Sempre la solita bugiarda >> Sorrise avvicinandosi << Non voglio darmi per vinto perché..quando quel cavaliere ti guardava, mi sono sentito morire. Non sopportavo il suo sguardo su di te. E allora ho capito : Io non voglio perderti, perché non saprei come vivere senza di te . >>
 
*Ecco, ma perché devi fare sempre il deficiente di un Elfo??! Per quale motivo??!*
 
Sentivo che piano, piano il fuoco che bruciava dentro i miei occhi scompariva. Il ghiaccio che avevo dentro si stava sciogliendo al solo udire quelle dolci parole.
 
L’Elfo sorrise avvicinandosi sempre di più. Qualcosa però ci interruppe.
 
<< Cos’è stato? >> Domandai spaventata.
 
<< Proveniva da lì >> Rispose l’Elfo.
 
Ci avviamo insieme. I miei occhi erano rimasti di ghiaccio, quel momento magico era stato rovinato. Nel mentre pensai che stavo ricascando ai suoi piedi e che non andava affatto bene.
 
<< Finalmente! Ma dove vi eravate cacciati?! >> Disse Gimli spuntando da dietro un albero.
 
<< Gimli! Mi hai fatto morire! Dannazione! >>  Dissi portandomi una mano sul petto.
 
<< Aragorn ci sta aspettando, su venite! >> Continuò Il Nano facendoci strada.
 
Proseguimmo per quella tetra e inquietante foresta. Ripensavo alle parole che mi aveva detto prima Legolas. Era geloso si, questo si era capito da molto, ma la sua testardaggine era qualcosa di irritante. Se io volevo stare alla larga da lui un motivo valido c’era, non doveva insistere in quel modo.
<< Questa foresta è vecchia, molto vecchia. Piena di ricordi e rabbia >> Commentò Legolas guardandosi attorno.
 
<< Sento una voce! >> Dissi all’improvviso.
 
<< Sono gli alberi. Stanno parlando >> Rispose L’Elfo.
 
<< Cosa? Gli alberi parlano? Oh bene! >> Ero esterrefatta.
 
<< Aragorn, lì c’è qualcosa! >> Disse Legolas all’Uomo.
 
<< Cosa vedi? >>  Domandò all’Elfo.
 
<< Lo stregone bianco, si avvicina. >>
 
<< Sbaglio o…mi sta rubando la scena!? >> Guardavo il tutto sorpresa.
 
<< Fëawen ! Stai vicina a me! >> Ordinò Legolas prendendomi per il braccio.
 
<< Non lasciare che parli. Ci farebbe un incantesimo. Dobbiamo agire in fretta >> Ci raccomandò Aragorn.
 
Prendemmo tutti le nostre armi. All’improvviso dietro di noi apparve una luce immensa. Ci voltammo di scatto pronti a colpire lo stregone. Le nostre armi però vennero scaraventate via. Non mi diedi per vinta e attraversai la luce immensa per buttarmi sopra a Saruman. Il mago però col suo potere mi sollevò in aria ed io finì addosso all’Elfo.
 
Quando riaprì gli occhi vidi Legolas sotto di me e le nostre labbra unite.

 

Spazio "autrice"

Salve salvino (muahsuahs basta okay)
Ecco il capitolo 14 ;D Spero vi piaccia!
Vorrei ringraziare tutte coloro che recensiscono :
  giu97lia - Mutny_Hina - Venice93 - Haldiriel -  Anna Love - Likeapanda e la nuova arrivata .... Jane_sfairytales !!!

Grazie anche alle lettrici "silenziose" vi amo e vi ringrazio anche a voi!!!! ;)

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Capitolo 15
*** Lo Stregone Bianco ***


Capitolo 15 – Lo stregone bianco


 
Come riaprì gli occhi e mi resi conto della situazione mi alzai subito e scansai via Legolas.
 
<< Che tu sia maledetto,Elfo!! >> Urlai alzandomi.
 
Legolas rideva compiaciuto. Si alzò anche lui e accecati da una luce immensa portammo le mani a coprire i nostri occhi.
 
<<  State seguendo le tracce di due giovani Hobbit >> Sentimmo dire da qualcuno.
 
<< Dove sono? >> Domandò Aragorn coprendosi gli occhi.
 
<< Sono passati di qua l'altro ieri. Hanno incontrato qualcuno che non si aspettavano >> Rispose quello ancora nascosto dall’immensa luce << Questo vi conforta? >>
 
<< Chi sei??! Fatti vedere?! >> Urlò infine mio fratello.
 
 
All’improvviso la luce diminuì e davanti a noi si presentò l’ultima persona che ci aspettavamo di vedere.  Un piccolo sorriso si delineò sulle sue labbra mentre ci scrutava lentamente col suo sguardo saggio. Aveva dei lunghi capelli, era vestito completamente di bianco e con se portava un bastone. Gandalf era tornato fra noi. Non ci potevo credere. Sgranai gli occhi più volte, per paura che fosse tutto frutto della mia fantasia. Quando mi resi conto che era tutto reale qualcosa si riaccese in me, sentì come se il fuoco che bruciava nei miei occhi d’un tratto si fosse calmato. Presi a correre verso Gandalf, felice più che mai.
 
<< Non può essere >> Disse Aragorn esterrefatto << Tu sei caduto. >>
 
<< Attraverso l'acqua e le fiamme. Dal torrione più basso alla cima più alta ho lottato con lui, il Balrog di Morgoth >>  Prese a raccontare il mago.
 
Appena lo abbracciai, successe qualcosa. Rividi la scena che il mago stava raccontando a tutti noi. Lui che affrontava il demone avvolto dalle fiamme mentre entrambi precipitavano nelle tenebre della terra. Era una visione terrificante. Chiusi gli occhi e lo strinsi forte a me.
 
<< Alla fine ho abbattuto il mio nemico e ho scaraventato la sua carcassa contro il fianco della montagna >> Continuò il mago << L'oscurità mi ha avvolto e ho errato fuori del pensiero e del tempo. Le stelle compivano il loro giro e ogni giorno era lungo come una vita terrena. >>
 
Continuai a vedere tutto quello che Gandalf aveva vissuto e tutto il dolore che aveva patito. Sentì uno strano calore agli occhi, una piccola speranza si era accesa nel mio cuore.
 
<< Ma non era la fine >> Riprese a parlare lo stregone  << Ho sentito la vita in me, di nuovo. Sono stato rimandato qui a terminare il mio compito  >> Aggiunse.
 
<< Oh Gandalf >> Dissi io sciogliendo l’abbraccio per guardarlo dritto negli occhi.
 
<< Gandalf?  >> Rispose quello come se non ricordasse il suo nome << Si. È così che mi chiamavano. Gandalf il Grigio. Era quello il mio nome >> Disse poco dopo.
 
<< Perdonami Gandalf. Non ti ho riconosciuto >> Disse l’Elfo inginocchiandosi.
 
<<   Rialzati Principe. Io sono Gandalf il bianco. E ritorno da voi, ora, al mutare della marea >> Rispose quello guardandolo.
 
<< Sono felice che tu sia tornato >> Intervengo io con le lacrime agli occhi.
 
<< Mia cara Fëawen Andúnë. Sei molto cambiata >> Disse il mago guardandomi <<  Il ghiaccio dei tuoi occhi non promette niente di buono. >>
 
Rimasi colpita dalle sue parole. Il ghiaccio nei miei occhi spaventava a molti, compreso lui. Feci qualche passo indietro, mi voltai e vidi l’Elfo guardarmi. Ricordai all’improvviso il bacio di prima, lui rise mentre io arrossì e mi girai nuovamente verso il mago.
 
<< Vedo che nulla è cambiato >> Disse Gandalf sorridendo.
 
<< Che vuoi dire? >> Domandai stupita.
 
<< Parleremo lungo il viaggio, mia cara >> Rispose il mago sempre col sorriso sulle labbra << Una fase del vostro viaggio è terminata, un'altra inizia. >>
 
Ci apprestammo a proseguire il viaggio. Dovevamo andare a Rohan, anche se non avevo capito bene il motivo. Uscimmo in fretta e furia dalla foresta, guidati da Gandalf. Cercavo il più possibile di non stare vicino all’Elfo e così camminavo fianco a fianco al mago. Appena mi voltavo però sorprendevo Legolas ridere, molto probabilmente per quel maledettissimo bacio. Lo odiavo a quel dannato di un Elfo!
 
<< Gandalf, perché andiamo così di corsa? >> Domandi per intraprendere una qualsiasi conversazione che potesse farmi uscire dall’imbarazzo in cui purtroppo ero intrappolata.
 
<< La guerra è giunta a Rohan. Dobbiamo andare a Edoras di volata >> Rispose lo stregone bianco accelerando il passo.
 
D’un tratto, Gandalf si fermò e iniziò a fischiettare. Pensavo si fosse ammattito. Poi all’improvviso apparve un cavallo bianco all’orizzonte. Veniva verso di noi. Era a dir poco meraviglioso.
 
<< Quello è uno dei Mearas, se un incantesimo non inganna i miei occhi >>  Disse Legolas incantato dalla stupenda visione.
 
<< Ombromanto. È il signore di tutti i cavalli, ed è stato mio compagno in molti pericoli >> Rispose Gandalf accarezzando il muso del tenero cavallo.
 
<< Ehi, potrei salire con te, sul cavallo? >> Domandai imbarazzata allo stregone.
 
<< Sali principessa >> Disse dopo qualche momento di esitazione << Ma non pensare di risolvere in questo modo i tuoi problemi >> Aggiunse porgendomi la mano per salire.
 
Per fortuna l’Elfo non parlò. Ero sicura al cento per cento che in quel momento si stava sbellicando dalle risate. Non mi girai nemmeno per paura di vedere un altro dei suoi sorrisi compiaciuti del cavolo che io tanto odiavo. Appena si fece buio ci fermammo per riposare. Legolas e Aragorn andarono a cercare della legna, mentre Gimli schiacciava un pisolino. Io e Gandalf ne approfittammo per parlare un pò.
 
<< E così il tuo potere si è risvegliato. Devi stare attenta >> Gandalf sembrava essere molto preoccupato.
 
<< Cos’è che ti spaventa? >> Domandai curiosa.
 
<< E’ un potere grande, forse anche troppo per te. Non puoi soltanto leggere nella mente delle persone o immobilizzare il nemico, o ancora proteggere qualcuno proiettando una specie di scudo immaginario impedendo agli altri di colpirlo >> Spiegò il mago.
 
<< L’ultima ancora non la sapevo. So di saper leggere nella mente, di poter immobilizzare chiunque voglia. L’ho sperimentato quando Aragorn era in pericolo, ma lo scudo immaginario, non ne ero a conoscenza >> Dissi stupita.
 
<<  Questo è soltanto l’aspetto positivo del tuo potere, Fëawen >> Continuò lo stregone << Se tu non riuscirai a controllarlo, potresti far del male anche alle persone a te care. >>
 
<< Oh… >> L’unica cosa che riuscì a dire.
 
<< Questo ghiaccio che adesso è nei tuoi occhi, è segno che tu hai perso parte di questo controllo >> Portò una mano ad accarezzarmi il viso << Devi sciogliere il ghiaccio. Devi usare questo potere col cuore puro, senza rabbia e odio . >>
 
<< E come posso fare? >> Portai le mani alla testa disperata << Non voglio far del male ai miei amici! >>
 
<< Sai bene cosa devi fare. Finchè tu rifiuti l’amore, il ghiaccio non si scioglierà mai. >>
 
<< Cosa? Io, non voglio. Non mi piace l’amore! Non fa per me >> Risposi scuotendo la testa.
 
<< Il tuo unico desiderio adesso è la vendetta. Nel tuo animo risiedono soltanto l’odio e la rabbia scellerata >> Continuò il mago << Ferma questo sentimento di distruzione. Dii al Principe che anche tu lo ami! >>
 
<< No,mai!! >> Urlai alzandomi << Io, non amo nessuno. >>
 
<< … Puoi usare il tuo potere su chiunque tu voglia? >> Domandò all’improvviso lo stregone.
 
<< Perché questa domanda? >> Replicai stupita.
 
<< Rispondi! >> Insistette Gandalf.
 
<<  Posso usare il mio potere su tutti >> Risposi  << Tranne sull’Elfo >> Abbassai lo sguardo.
 
<< Certo, perché su di lui il tuo potere non ha nessun effetto finchè non libererai il cuore dall’odio >> Sorrise << Perché tu lo ami e spero vivamente che te ne accorga prima della fine . >>
 
Non riuscì a rispondergli poiché Legolas e Aragorn tornarono da noi. L’Elfo posò delicatamente la legna ai miei piedi, poi alzò lentamente la testa, fino ad incontrare i miei occhi. Sorrise ancora una volta, facendomi irritare. Mi spostai e andai a coricarmi lontana da lui, lontana da tutti. Vidi lo sguardo di Gandalf guardarmi severamente.
 
Chiusi gli occhi e feci finta di dormire per uscire fuori da quella situazione irritante e imbarazzante. Dopo circa mezz’ora sentì Gandalf e Legolas parlare. Mio fratello e Gimli stavano riposando tranquilli.
 
<<  Soltanto tu puoi sciogliere il gelo che ormai regna nel suo animo >> Sentì dire dal mago.
 
<< E in che modo? Farei di tutto per farla tornare com’era un tempo >> Rispose l’Elfo amareggiato.
 
<< L’amore, mio caro Principe. Solo l’amore può salvare il mondo >> Continuò lo stregone.
 
<< Questa missione è troppo ardua, Gandalf. Io ho paura di perderla . >>
 
<< Nessuno può dirci se riusciremo o no a sconfiggere il male, ma dopotutto ci resta la speranza >> Disse sorridendo il mago.
 
<< Lei l’ha persa già da tempo e questo mi da molto dolore >>  Ammise l’Elfo dispiaciuto.
 
 
E a quel punto mi addormentai per davvero. I due smisero di parlare. Le loro parole mi avevano colpito molto. Legolas ci teneva davvero a me, però le cose non cambiavano. Avevo solo timore di non riuscire a controllare il mio potere. Non volevo far del male ad Aragorn o a Gimli o a Gandalf….e soprattutto all’Elfo. Ma il ghiaccio dentro di me sembrava non volesse sciogliersi per nessuna ragione al mondo. Non riuscivo a placare ne l’odio e ne la rabbia.
Nel sonno vidi di nuovo qualcosa. Una battaglia. Piano,piano la scena si delineò e riuscì a vedere chi era a combattere. Vidi Aragorn, poi Legolas. Non capivo in quale luogo della terra di mezzo mi trovavo. All’improvviso una freccia colpì il mio Elfo. Urlai disperata svegliandomi.
 
<< Fëawen !! Calmati, era solo un brutto sogno! >> Mi sentì dire appena riaprì gli occhi.
 
<< Gandalf…io ho visto… >> Cercai di dire ciò che avevo sognato.
 
<< Hai visto Frodo e Sam? >> Domandò Aragorn.
 
<< No, non è ancora successo. Non capisco >> Mi rialzai confusa.
 
<< Il dono di Elrond. Ha ereditato anche quello >> Disse Gandalf più a se stesso che agli altri.
 
<< Il dono della preveggenza >> Ribattè mio fratello.
 
<< Ahh ma adesso basta! Ne ho fin sopra i capelli di poteri! >> Borbottai mettendomi in piedi.
 
<< Cosa hai visto? >> Domandò Gandalf preoccupato.
 
<< Una battaglia, niente di che >> Cercavo di sfuggire alle sue insistenti domande.
 
<< E perché mai allora hai urlato come se qualcuno ti stesse morendo sotto agli occhi!!? >> Disse Gandalf alterato dal mio atteggiamento.
 
<< Sarà stato per lo spavento di vedere migliaia di persone uccidersi, non so >> Mentì ancora.
 
<< Aragorn, tua sorella è veramente la ragazza più testarda che io abbia mai incontrato! >> Urlò rivolgendosi a mio fratello.
 
<< Sorella? >> Domandò scioccato Gimli.
 
<< E tu come fai a saperlo? >> Mi rivolsi al mago.
 
<< Io so tutto di te. Anche quello che tu ancora non sai o che rifiuti di sapere >> Disse infine sorridendo.
 
Rimasi a guardarlo stupita. In quel momento mi resi conto che Legolas non aveva aperto bocca. Lo cercai con lo sguardo. Non riuscivo a trovarlo. All’improvviso mi voltai e me lo ritrovai ad un paio di centimetri da me.
 
<< Ti sono mancato? >> Sorrise compiaciuto.
 
<< Mi stavo domandando dove fossi finito dato che ancora non avevi pronunciato parola >> Dissi sfottendolo.
 
<< Non volevo irritarti di prima mattina. Comunque dovremmo ripartire adesso >> continuò l’Elfo << …Ah e volevo dirti, se ti dava così fastidio cavalcare insieme a me potevi anche proseguire il viaggio a piedi.  >>
 
Appena finì di dire quelle parole se ne andò via senza nemmeno darmi il tempo per poter replicare. *Oh ma che vada al diavolo!* Pensai scocciata.
 
Proseguimmo il viaggio cavalcando. Questa volta l’Elfo portò il suo cavallo fianco a fianco a quello di Gandalf. Non capivo se l’aveva fatto apposta o se era stato un caso.  Comunque lo guardai per molto tempo, senza nemmeno rendermene conto. Quella visione mi aveva spaventata. Non volevo perderlo. Quando lui si voltò verso di me io abbassai di colpo lo sguardo. L’Elfo se la rideva. Quanto poteva essere stupido.
Dopo un lungo cavalcare arrivammo finalmente a destinazione.
 
<<  Edoras e il Palazzo d'Oro di Meduseld. Dimora di Théoden, Re di Rohan, la cui mente è ottenebrata >> Ci spiegò Gandalf << La presa di Saruman su Re Théoden ora è molto forte. >>
 
Il palazzo era ancora un po’ lontano, ma da dove eravamo noi si vedeva benissimo. Non ci restava altro che percorrere altri pochi metri.
 
<< Chi siete voi?! >> Sentimmo dire all’improvviso.
 
<< Amici di Re Thèoden >> Rispose pronto Gandalf alzando lo sguardo.
 
<< Dite la verità? >> Era una ragazza, dai lunghi capelli biondi.
 
<< Tu sei Eowyn, vero? >> Domandò il mago << La nipote di Re Thèoden. >>
 
<< Si, sono io. Se volete posso farvi strada >> Si offrì la ragazza.
 
<< Ci farebbe molto piacere >> Intervenne d’un tratto l’Elfo scendendo da cavallo.
 
*Cosa sta osando fare????!!!!*
 
<< Venite mia Signora. Salite con me, non vorrete mica farci da guida a piedi? >> Sorrise dolcemente porgendogli la mano.
 
*Cosa aaaaaaccidenti si è azzardato di fare????!!*
 
La ragazza afferrò la mano dell’Elfo e proprio in quel momento la mia stretta su Gandalf si intensificò facendo sobbalzare il povero mago. I due salirono sul cavallo, l’Elfo dietro e la ragazza davanti, con entrambe le gambe da un lato, poichè indossava un vestito.
 
<< Siete molto graziosa, lo sapete? >> Disse Legolas stringendola a se.
 
*Ma per tutti gli Orchi della Terra di Mezzo adesso io l’ammazzzooo a questa qui! Quello è il mio Elfoooooo!!!!!!!!*
 
<< Ne vedremo delle belle >> Bofonchiò  Gandalf ridendo di gusto.

 
 
*Angoletto    “Autrice”*
 
Saaaaaaalve salvino salvetto ^^  Ecco a voi il capitolo 15 :D Spero vi piaccia! Fatemi sapere ^.^ Vi amo tutte! Se recensite vi amerò di più xD No dai, scherzo ;D
Approfitto per ringraziare di nuovo
... Likeapanda - Mutny_Hina - Jane_sfairytales - Venice93 - Anna Love - Haldiriel - giu97lia
 
E grazie anche alle nuove arrivate  Lady in the Isengard - Gioillarm - veraveggie e naria_13051 !!!!!

GRAZIE DI CUOREEE!

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Capitolo 16
*** Mezzelfa gelosa, Mezzelfa pericolosa! ***


Capitolo 16 –  Mezzelfa gelosa, Mezzelfa pericolosa !


 
Ci avviammo verso il palazzo. Quella smorfiosetta non faceva altro che sorridere sfacciatamente al mio Elfo. Non gli toglievo lo sguardo di sopra. Legolas se ne accorse immediatamente. Lo stupido mi sorrise compiaciuto. Lo stava facendo apposta, non avevo dubbi, ma io ero Fëawen Andúnë e non potevo di certo stare ai suoi stupidi giochetti. Del resto però la sgualdrina continuava a sorridergli e a guardarlo come una gatta morta, quindi anche se lui lo faceva per farmi ingelosire, a lei probabilmente piaceva. Decisi di provare ad entrare nei pensieri della stupida e insignificante ragazza.
 
<< E’ davvero bello, ed è anche molto gentile >> Riuscì a sentire questi suoi pensieri.
 
<<  Questo non lo posso sopportare!! >> Urlai all’improvviso senza nemmeno accorgermene.
 
Tutti si voltarono verso di me guardandomi con estremo stupore. Mi resi subito conto che avevo parlato ad alta voce e cominciai a balbettare inventando scuse varie.
 
<< Stava parlando con me >> Intervenne d’un tratto Gandalf salvandomi dalla situazione imbarazzante che io stessa mi ero creata.
 
Proseguimmo tranquilli. Legolas ovviamente non se l’era bevuta e continuava a fissarmi con l’aria di chi si sta divertendo da matti.  Chiusi per un secondo gli occhi e presi un respiro profondo. Dovevo calmare la mia furia omicida. Avevo l’irrefrenabile desiderio di allungare la mano verso il mio arco, prendere con l’altra mano una freccia e colpire la biondina, gatta morta per allontanarla dal mio Elfo. Il mio piano non era però molto sano e quindi optai nel calmarmi, dimenticarmi di quell’idiota e concentrarmi invece sulla nostra missione.  Non mi girai più, anche se di tanto in tanto sentivo i pensieri di quella sguattera e stringevo violentemente il corpo del povero Gandalf.
 
<< Per piacere, principessa, potresti allentare leggermente la presa? >> Mi disse a bassissima voce << Mi stai uccidendo . >>
 
<< Oh, scusami, Gandalf >> Risposi imbarazzata.
 
<<  Tieni a freno i tuoi istinti omicidi, ragazza >> Proseguì il mago divertito.
 
<< Non so di cosa stai parlando >> Mentì sfacciatamente.
 
 
Scendemmo finalmente da cavallo. Legolas porse la mano alla gatta morta per aiutarla a scendere. Mi sentì stringere lo stomaco. Afferrai Gandalf dal braccio con un’immensa rabbia e glielo stritolai. Il poveretto emise un piccolo gemito di dolore. Legolas si accorse anche di questo piccolo gesto e quel sorrisetto del cavolo fastidioso ricomparve di nuovo sul suo viso. Strinsi maggiormente il braccio del povero mago. Lo stavo uccidendo.
 
<<  Non potete stare dinnanzi a Re Théoden così armati, Gandalf il Grigio >> Disse una delle guardie << Per ordine di Gríma Vermilinguo. >>
 
Lo stregone Bianco rivolse uno sguardo a tutti noi incitandoci a consegnare le nostre armi. Immediatamente togliemmo tutto quello che era in nostro possesso. Spade, pugnali, archi, frecce e cose varie. Fatto ciò ci avviammo per entrare nel palazzo.
 
<< Il tuo bastone >> Intervenne la guardia di prima fermandoci.
 
<< Oh, non vorrai separare un vecchio dal suo appoggio per camminare? >> Rispose Gandalf recitando la parte del vecchietto malato.
 
Dopo qualche momento di esitazione la guardia ci permise di proseguire. Entrammo in una grande sala. Seduto sul trono vidi una figura. Sembrava un vecchio trasandato. Vicino a lui c’era qualcuno. Anche se parlava a bassa voce potevo sentire benissimo ciò che diceva all’altro.
 
<< Mio signore, sta arrivando Gandalf il Grigio >> Gli disse quello all’orecchio << È messaggero di sventura. >>
 
<< La cortesia del tuo palazzo è alquanto diminuita ultimamente, Re Théoden >> Prese a parlare Gandalf mentre io  guardavo il tutto con stupore.
 
*Chi accidenti è quell’essere? E’ decisamente inquietante* Pensai man mano che ci avvicinavamo ai due.
 
<< Non è il benvenuto >> Continuò quello sempre parlando all’orecchio dell’Uomo.
 
<<  Perchè dovrei darti il benvenuto, Gandalf Corvotempesta? >> Disse d’un tratto il Re già affaticato nel dire solo quelle brevi parole.
 
<< Una giusta domanda, mio signore >> Intervenne l’essere disgustoso parlando ad alta voce  << Tarda è l'ora in cui questo stregone decide di apparire. Láthspell, io lo chiamo. Il malaugurio è un cattivo ospite >> Aggiunse avvicinandosi minaccioso verso di noi.
 
<< Silenzio! >> Urlò Gandalf stizzendolo << Tieni la tua lingua forcuta fra i denti >> Continuò il mago << Non ho attraversato fiamme e morte per scambiare parole inconsulte con un insulso verme >>  tirò fuori il suo bastone.
 
<< Il bastone ! >> Disse quello impaurito << Vi avevo detto di prendere il bastone dello stregone! >> Indietreggiò chiamando con gli occhi le guardie.
 
Degli uomini ci assalirono ma contro di noi non avevano nessuna speranza. Ero abbastanza arrabbiata e fuori di me per prendere qualsiasi uomo o elfo o nano o chi che sia a calci e a pugni. Gimli bloccò la fuga di Grima e mentre noi altri tenevamo a bada le guardie, Gandalf andava incontro al Re.
 
 << Théoden, figlio di Thengel, troppo a lungo sei rimasto nell'Ombra >> Disse lo stregone avvicinandosi sempre di più.
 
In quel momento ebbi un attimo di distrazione e una delle guardie riuscì a prendermi da dietro le spalle. Cercai di liberarmi dalla sua stretta, ma non ci riuscì. All’improvviso sentì la presa dell’Uomo allentare sempre di più fino a che cadde a terra ai miei piedi. Mi voltai immediatamente e vidi l’Elfo accanto a me.
 
<< Stai bene? >>  Mi domandò preoccupato.
 
<< Non ho chiesto il tuo aiuto! >> Risposi furiosa << Vai ad aiutare qualcun altro! >> Aggiunsi buttando un’occhiataccia a quella biondina ruba Elfi altrui.
 
Legolas stava per dire qualcosa ma fummo entrambi catturati da quello che stava succedendo nella sala. Lo stregone Bianco stava facendo un incantesimo per liberare Re Thèoden.
 
<< Ascoltami! Io ti libero dall'incantesimo >> Pronunciò queste parole chiudendo gli occhi e alzando la mano in corrispondenza dell’Uomo.
 
Non successe un bel niente. Rimasi stupita, confusa, e del resto anche….abbastanza arrabbiata per i fatti miei. Come aveva osato quell’Elfo idiota,stupido,scemo,deficiente.. difendermi?!  Prima faceva il galletto con quell’ochetta e poi veniva anche a chiedermi “come stai?” . Ma per me poteva andare benissimo a buttarsi fra le fiamme del monte Fato.
 
<< Non hai alcun potere qui, Gandalf il Grigio! >> Disse il Re ridendo come un assatanato.
 
*Quest’altro poi. Ma ci sarà qualcuno che non inquieta in questo mondo???!* Ero ampliamente nervosa.
 
<< Io ti estirperò, Saruman, come il veleno viene estirpato da una ferita >> Pronunciò il Mago buttando ai propri piedi il mantello, provocando una luce immensa che illuminò l’intera sala.
 
Mi voltai senza rendermene conto verso l’Elfo. La luce rendeva i suoi occhi ancora più belli.  Rimasi ad osservarlo come incantata. All’improvviso però quella stupida di Eowyn si mise a correre verso il Re. L’Elfo la vide e subito si buttò per afferrarla.
 
<< No, aspetta! >> Le disse stringendola a se.
 
Quella scena mi fece perdere completamente le staffe. Sentivo un fuoco immenso, mai provato prima, bruciare ardentemente nei miei occhi. Il tutto si univa col ghiaccio che ormai risiedeva dentro me. La rabbia e l’odio si erano intensificati in un solo secondo, con una sola scena. Strinsi i pugni ferocemente. Per fortuna l’incantesimo che Gandalf stava facendo al Re riuscì a distrarmi.
 
<< Se io me ne vado, Théoden morirà! >> Continuò Saruman impossessato del povero Re, mentre il corpo di quest’ultimo si contorceva.
 
<< Non hai ucciso me. Non ucciderai nemmeno lui! >> Proseguì Gandalf puntandogli il bastone addosso.
 
<<  Rohan è mia!! >> Urlò infine Saruman uscendo dal corpo del Re.
 
<< Vattene! >> Gandalf riuscì a scaraventarlo via liberando finalmente il povero Thèoden.
 
Eowyn scappò via dalle braccia dell’Elfo per correre dallo zio che ancora stava seduto sul trono. Nel frattempo Saruman riuscì a scomparire nel nulla.
 
<< Tutto bene, Gandalf? >> Domandai al mago vedendolo affaticato.
 
Lo stregone annuì sorridendo per poi spostare il suo sguardo verso il Re. Il corpo di quest’ultimo si era trasformato. Era tornato l’Uomo di un tempo. Saruman gli aveva avvelenato la mente e il corpo.
 
<< Respira di nuovo l'aria libera, amico mio >> Disse il mago rivolgendosi al Re.
 
<< Cupi sono stati di recente i miei sogni >> Rispose quello alzandosi e guardando le proprie mani incredulo.
 
<<  Le tue dita riconoscerebbero meglio la tua forza se afferrassero la tua spada >> Continuò il mago sorridendo.
 
La guardia che aveva permesso a Gandalf di tenere il bastone e ad entrare si fece largo e portò la spada al Re. Thèoden l’afferrò e la tenne per alcuni secondi nelle sue mani osservandola. Di colpo il suo volto si irrigidì e volse lo sguardo verso Grima.
 
L’essere disgustoso venne cacciato a calci dal palazzo. Re Thèoden era furioso, voleva ucciderlo.
 
<< No, mio signore! No, mio signore! Lascialo andare! >> Intervenne Aragorn << Troppo sangue è stato versato a causa sua. >>
 
Grima ne approfittò per scappare via. Mio fratello diventava ogni giorno sempre più saggio, sarebbe diventato un buon Re, ne ero certa.
 
<< Dov’è Theodred? Dov’è mio figlio?! >> Chiese d’un tratto Re Thèoden guardandosi attorno.
 
 
Per sua disgrazia suo figlio era caduto in battaglia. Potevo sentire chiaramente quanto profondo era il suo dolore e il suo senso di frustrazione per non aver potuto fare niente per salvare la vita del proprio erede. Pochi giorni dopo si tennero i funerali del giovane Theodred. Lasciammo il Re a piangere sulla lapide del figlio. Aveva bisogno di sfogare il suo immenso dolore.
 
Nel frattempo io lasciai il gruppo per allenarmi un po’ da sola. Presi l’arco e le frecce e incominciai a fare esercizio. La guerra era imminente come aveva detto Gandalf, quindi dovevo tenermi pronta. In realtà avevo bisogno anch’io di sfogarmi. Avevo un’insana voglia di uccidere la biondina gatta morta. Sferrai, una,due,tre,quattro frecce. Il mio esercizio venne interrotto da qualcuno.
 
<< Ti stavo cercando >> Sentì dire alle mie spalle.
 
<< Che ci fai qui?! >> Mi voltai di scatto e vidi l’Elfo << Hai lasciato da sola la principessina? >>
 
<< Che ti prende? Sei gelosa? >> Domandò divertito.
 
Alzai l’arco e puntai minacciosa una freccia al suo viso << Prova a dirlo un’altra volta e giuro che non esiterò nemmeno un istante a lanciarti questa freccia! >>
 
<< Sei una bambina >> Spostò col braccio l’arco << Ammetti di essere gelosa! >> Continuò afferrandomi di colpo facendomi cadere l’arco a terra.
 
<< Lasciami andare!  >> Urlai mentre cercavo di liberarmi dalla sua stretta d’acciaio.
 
<< Non sopporto più questa situazione >> Proseguì l’Elfo avvicinando il suo viso al mio << Muoio dalla voglia di baciarti! >>
 
Continuavo a sbraitare fra le sue braccia mentre Legolas lentamente e con molta difficoltà cercava di avvicinare la sua bocca alla mia. Riuscì alla fine a posare le sue labbra sulle mie e spinse per far entrare la sua lingua affinchè potesse incontrare la mia. Appena ebbe libero accesso, mi lasciai andare per un attimo, subito però presi in mano la situazione e gli diedi un super morso sulle labbra. L’Elfo emise un piccolo gemito di dolore per poi staccarsi e indietreggiare lentamente portandosi una mano sul labro.
 
<< Sei una stupida! >> Disse per poi voltarsi e andarsene.
 
Dalla rabbia che avevo tirai un pugno all’albero che mi trovavo vicino. Il colpo fu così forte che mi feci un male immenso alla mano. Una lacrima scivolò sul mio viso. Era calda. La raccolsi e con grande stupore vidi che non era una lacrima normale, era ghiaccio. All’improvviso però la lacrima gelata si sciolse nel palmo della mia mano. Sentì uno strano calore al petto. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Quel bacio era riuscito, in qualche modo, a far sciogliere un pò del ghiaccio che tenevo dentro di me. Tirai su un sospiro profondo. 
Ero gelosa, lo dovevo ammettere. Volevo l’Elfo solo per me. Ovviamente se io lo rifiutavo lui aveva tutte le ragioni del mondo per provarci con qualcun’altra. Ma solo il pensiero di Legolas abbracciato con Eowyn mi metteva in bestia.

*BastaFëawen  ! Devi pensare alla missione!*
 
<< Dove sei Fëawen  ? Ti sto cercando! >> Sentì una voce parlarmi.
 
<< Gandalf? Sei tu? >>  Risposi confusa << Non ti vedo >> Mi guardai intorno stupita.
 
<< Ti sto parlando nella mente, ascolta devi venire subito da me >> Proseguì il mago << Devo avvertirti di alcune cose che tu devi sapere . >>
 
Senza pensarci due volte mi misi a correre per tornare da tutti gli altri. Dovevo dimenticare Legolas, Eowyn, il bacio, il ghiaccio, il sentimento che si risvegliava ogni qualvolta lui mi stava accanto e concentrarmi invece su altre cose ben più importanti.  Quando entrai nel palazzo vidi Aragorn parlare con Re Thèoden, Gimli abbuffarsi come al suo solito e …Legolas parlare con Eowyn.
*Calma e sangue freddo* Ripetei fra me e me.
 
<< Gandalf, mi cercavi? >> Andai verso lo stregone cercando di fare finta di niente.
 
<< Si, andiamo a parlare fuori >> Gandalf sembrava essere molto preoccupato.
 
Appena uscimmo dal palazzo lo stregone iniziò a parlarmi. Quello che lo turbava era il fatto che mentre stava facendo l’incantesimo a Re Thèoden aveva sentito il mio potere farsi sempre più grande e malvagio.
 
<< Temo che potresti perdere completamente il controllo di te stessa >> Proseguì lo stregone turbato.
 
<< Credo che tu abbia ragione >> Ammisi alla fine << Aiutami, cosa devo fare!? >> Afferrai implorante le sue mani.
 
<< Non imprigionare i tuoi sentimenti. Urla al mondo intero quello che senti! >> Disse il mago accarezzandomi il viso.
 
<< Questo mi aiuterà? >> Domandai preoccupata.
 
<< Il ghiaccio sta cominciando a sciogliersi fortunatamente, dobbiamo agire finchè ancora siamo in tempo! >> Continuò guardando i miei occhi << Impara ad usare il tuo potere senza odio e senza rabbia . >>
 
La nostra conversazione fu interrotta dall’arrivo di tutti gli altri. Eravamo all’entrata delle stalle. Senza che io me ne accorgessi Gandalf entrò insieme ad Aragorn. Io rimasi lì impalata, incerta sul da farsi. Abbassai lo sguardo e vidi davanti a me Gimli  guardarmi sospettoso.
 
<< Non trovi che l’Elfo stia troppo appiccicato alla signora? >> Mi domandò quello ingenuamente.
 
<< Tu…..tu dici? >> Risposi spostando lo sguardo verso i due.
 
Stavano parlando ancora. La gatta morta non faceva che sorridere. Lui ad un certo punto prese ad accarezzargli i capelli. Mi sentì morire vedendo quella scena. Non sentì rabbia o odio, solo dolore.  Le parole di Gandalf echeggiavano nella mia mente. Dovevo imparare ad usare il mio potere senza odio e senza rabbia. Ma cosa voleva dire? Non capivo.
Legolas si voltò e mi sorprese a guardarli. Non sorrise, agì. Prese fra le sue mani il viso di Eowyn e lentamente si avvicinò a lei.
 
*No,no,no!!!* Sentivo la  testa scoppiare.
 
In quel momento Gandalf e Aragorn uscirono dalle stalle . Il mago aveva gli occhi puntati su di me. Dall’espressione del mio volto sembrava che stessi per scoppiare da un momento all’altro. Gandalf si incupì di colpo e provò ad avvicinarsi a me. Senza rendermene conto mi misi a correre all’impazzata verso i due. Sentì il mago pronunciare il mio nome, ma era troppo tardi. Correvo ad una velocità inaudita. Arrivai in tempo per salvare il salvabile. Afferrai Eowyn per i capelli allontanandola da Legolas.
 
<< L’Elfo è mio, chiaro?! >> Le dissi con tutta la semplicità di questo mondo.
 
 
SAAAAAAAAAALVE!
 
STO MORENDO DAL SONNO T.T MA DOVEVO PUBBLICARE QUESTO CAPITOLO U.U !
RINGRAZIO COME SEMPRE TUTTE LE LETTRICI CHE RECENSISCONO ^^ VI AMO ALLA FOLLIA! :D
UN GRAZIE IMMENSO ANCHE ALLE LETTRICI SILENZIOSE ^^ AMO ANCHE VOI! ;)
 
URCAAAA CI AVVICINIAMO ALLE 100 RECENSIONI *.* GRAAAAZIEISSSIMOO!!!
 
BACI!!
SCARL.

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Capitolo 17
*** Rivelazioni ***


Capitolo 17 –  Rivelazioni
 


Eowyn portò le mani alla testa per cercare di liberarsi dalla mia stretta d’acciaio. Io non avevo nessuna intenzione di lasciarla andare, doveva capire che l’Elfo era mio e solo mio.
 
<< Hai sentito oppure no??! >> Continuai stringendo ancora di più i suoi capelli nel mio pugno.
 
<< Lasciala stare, Fëawen! >> Intervenne Legolas d’un tratto << Non prendertela con Eowyn, perché lei non c’entra in questa faccenda ! >>
 
<< Ah no? Sono giorni che non fa altro che sorriderti, parlarti, starti attaccata, appiccicata!! >> Urlai infuriata mentre la biondina- gatta morta cominciava a lamentarsi per il dolore che le stavo provocando.
 
<< E quindi? Ti da fastidio,vero? >> Continuò l’Elfo alzando il tono di voce << Dillo una volta per tutte che sei gelosa,  che ti infuria il fatto che io parli o baci un’altra donna! >>
 
Intanto anche gli altri erano appena giunti da noi. Ero così fuori di me che nemmeno mi accorsi della loro presenza . Ero concentrata solo nel tirare i capelli alla gatta morta e ad urlare tutta la mia rabbia all’Elfo. Anche altri uscirono fuori per vedere cosa stava succedendo. In effetti urlavamo un po’ troppo.
 
<< Si, mi da enormemente fastidio!! >> Continuai  mollando finalmente i capelli di Eowyn.
 
<<  No,no, devi ammettere che sei gelosa, super gelosa! >> Disse Legolas con un espressione fra il divertito e l’arrabbiato.
 
<< ….Ho detto che mi da fastidio, non ti basa?! >> Mi avvicina irritata.
 
<< E perché  se tu tieni a me ti sei allontanata, rifiutando il mio amore?! Io ti ho urlato TI AMO e tu mi hai voltato le spalle e te ne sei andata via! >>  Proseguì l’Elfo arrabbiato e avvicinandosi sempre di più a me.
 
<< Io avevo paura! >> Risposi con le lacrime agli occhi.
 
<< Paura? Paura di che? Che un giorno ti saresti stancata di me? E’ così? >> Continuava infuriato ad avvicinarsi.
 
<< no.. >> Bisbigliai.
 
<< Io morivo di gelosia ogni volta che parlavi con un altro Uomo, ho sofferto! Io mi sono messo in gioco per te! Ho preso calci, pugni, schiaffi, e…morsi! Tutto questo solo perché Ti amo! >> Sorrise isterico << Sono uno stupido, per te io non conto nulla, sono stato solo un gioco, nient’altro . >>
 
<<  Non è vero >> Risposi abbassando di colpo lo sguardo.
 
<< Sono un’idiota e tu sei una bambina. Non puoi capire cosa vuol dire amare qualcuno con tutto se stesso, non lo capirai mai. Sei un blocco di ghiaccio. >>
 
Legolas mi voltò le spalle e fece per andarsene. Sentì gli occhi bruciare, ma non per odio, non per rabbia, erano lacrime. Il mio viso cominciò a bagnarsi all’improvviso. Allungai la mano per raccogliere una lacrima. Non era ghiaccio. Spalancai gli occhi stupita. Poi alzai gli occhi verso Legolas.
 
<< Si, hai ragione sei un’idiota!! >> Urlai e l’Elfo si fermò di colpo << Quando Boromir è morto qualcosa è scattato dentro di me, mi sono sentita terribilmente in colpa! Ho pensato che se noi non ci fossimo mai innamorati, se noi in quel momento fossimo rimasti con i nostri amici, tutto quello non sarebbe mai accaduto! >> Mi fermai per riprendere fiato << Ho cercato di rifiutare l’amore che  provavo per te, di nasconderlo dietro l’odio e la rabbia, diventando fredda come il ghiaccio! >> l’Elfo si voltò verso di me  << Ma non posso sfuggire a questo potere così grande e immenso, come l’amore, non posso. In questi giorni ho sofferto molto vedendoti insieme a lei, perché…perché sono gelosa! Terribilmente e stupidamente gelosa!! >>
 
L’Elfo mi guardava con occhi sbalorditi. Non capivo se era per quello che gli avevo urlato o per chissà quale altra cosa. Fatto sta che appena si era voltato e il suo sguardo si era posato su di me, era rimasto stupito. Scoppiai a piangere come una stupida. Quasi non mi ricordavo più com’era piangere. Mi voltai casualmente e vidi Gandalf, Aragorn e Gimli guardarmi con commozione. Rimasi stupita nel vedermeli lì a pochi passi da me. Avevano sentito e visto tutto. Volevo sotterrarmi nelle profondità della terra.
 
<< Fëawen  >> Gandalf pronunciò il mio nome sorridendo << I tuoi occhi. >>
 
Non capivo cosa volesse dirmi. Cosa avevano adesso i miei occhi? Di certo io non potevo saperlo. Le lacrime non facevano altro che scendere lungo il mio viso, bagnandolo incessantemente. Non riuscivo più a placare il dolore.
 
<< Che hanno i miei occhi? >> Riuscì a chiedere.
 
<< Sono stupendi >> Sentì dire dall’Elfo.
 
Mi voltai verso di lui e lo vidi con un espressione indecifrabile dipinta sul volto. Ecco perché quando mi aveva vista era rimasto stupito. Non sapevo che dire, mi sentivo così indifesa in quel momento, così debole. Chiusi gli occhi per un secondo dopodiché presi a correre per scappare via da quella situazione. Avevo urlato i miei sentimenti all’Elfo davanti a tutti. Mi sentivo una deficiente. Avevo ammesso di essere gelosa, di non sopportare che quella gatta morta si avvicinasse a Legolas. E per di più tutta la forza che prima era in mio possesso, era di colpo scomparsa.
 
Ritornai dagli altri solo molte ore dopo. Dovevo stare un po’ da sola, riflettere su quello che volevo realmente. Appena entrai nel palazzo capì che stavano parlando di cose importanti e serie. Notai che Legolas era poggiato ad una colonna con le mani conserte, mentre Eowyn era seduta vicino a Re Thèoden. Vicino a loro vi erano due bambini impegnati a mangiare. Entrai nelle loro menti per capire chi fossero.
Erano sopravvissuti ad un attacco da parte di Saruman. I nemici stavano avanzando verso di noi.
 
<< Questo è solo un assaggio del terrore che Saruman scatenerà >> Sentì dire da Gandalf  << Sarà sempre più spietato perchè ora è spinto dalla paura di Sauron >> Continuò il mago preoccupato << Monta a cavallo e affrontalo. Allontanalo dalle donne e dai bambini. Devi combattere! >> Concluse rivolgendosi a Re Thèoden.
 
<< Hai duemila bravi soldati che vanno a nord mentre parliamo >> Intervenne Aragorn << Éomer ti è fedele. I suoi uomini torneranno e combatteranno per il loro Re. >>
 
<< Saranno a trecento leghe da qui, ormai >> Rispose il Re << Éomer non può più aiutarci >> Proseguì Thèoden amareggiato  <<  Lo so cosa vuoi da me, ma non arrecherò ulteriore morte al mio popolo. Non rischierò una guerra aperta. >>
 
<<  La guerra aperta incombe, che tu la rischi o no >> Continuò mio fratello con la speranza di poterlo convincere.
 
<< Se ricordo bene, Théoden, non Aragorn, è il Re di Rohan >> Disse infastidito Re Thèoden.
 
<< E allora se sei il Re di Rohan, combatti per il tuo regno! >> Intervenni io suscitando lo stupore di tutti << Combatti per la tua gente, per le donne e i poveri bambini. Il nemico non risparmierà nemmeno loro! >>
 
<< Non è così facile principessa >> Rispose il Re guardandomi.
 
<< Niente è facile, mio Re, ma bisogna trovare il coraggio e la forza >> Pronunciai quelle parole spostando lo sguardo verso l’Elfo.
 
<< E allora? Quale è la decisione del Re? >> Domandò infine Gandalf.
 
 
Niente, non eravamo riusciti a convincere Thèoden. Aveva ordinato alle guardie di avvertire il popolo che saremmo tutti andati al Fosso di Helm per scampare all’imminente guerra. Ero certa che avremmo combattuto ugualmente.
 
<< ll Fosso di Helm! Fuggono sulle montagne quando dovrebbero farsi avanti e combattere! >> Borbottò incredulo Gandalf mentre si dirigeva verso le stalle seguito da me e Aragorn << Chi li difenderà se non il Re? >>
 
<< Fa solo ciò che ritiene meglio per la sua gente >> Gli rispose mio fratello cercando di tenere il suo passo << Il Fosso di Helm li ha salvati in passato. >>
 
<< Non c'è via di scampo da quella gola. Théoden si dirige verso una trappola. È convinto di condurli alla salvezza, ma andranno incontro ad un massacro. Théoden ha una volontà forte, ma temo per lui. Temo per la sopravvivenza di Rohan >> Proseguì lo stregone mentre saliva sul suo cavallo << Egli avrà bisogno di te, prima della fine, Aragorn. La gente di Rohan avrà bisogno di te. Le difese devono reggere. >>
 
<< Reggeranno >> Promise mio fratello.
 
<< E tu mia cara, Fëawen , sono orgoglioso di te. Hai sciolto il ghiaccio che ti tormentava >> Disse il mago rivolgendo il suo sguardo su di me << I tuoi occhi sono ritornati come un tempo, adesso potrai fare quello che prima non riuscivi a fare >> Concluse sorridendo.
 
<< Che vuoi dire? >> Domandai confusa.
 
<< Lo scoprirai presto >> Sorrise accarezzandomi la fronte << Per trecento vite degli uomini ho vagato su questa terra e ora non ho tempo >> Alzò lo sguardo verso l’alto <<  Se ho fortuna, la mia ricerca non sarà vana. Attendi il mio arrivo, alla prima luce del quinto giorno >> Proseguì rivolgendosi ad Aragorn  <<  All'alba guarda a est >> Concluse il mago per poi andare via insieme al suo cavallo.
 
<< Dove va? >> Chiesi a mio fratello << Perché ci lascia? >>
 
<< Non ci sta lasciando >> Rispose Aragorn sorridendo << Abbiamo bisogno d’aiuto. >>
 
Uscì dalle stalle per andare a fare una passeggiata. Mancavo poco e  avremmo dovuto incamminarci per il Fosso di Helm. Mentre camminavo riflettevo sulle parole che mi aveva detto Gandalf. Non capivo a cosa si riferisse di preciso. All’improvviso però i miei pensieri furono interrotti dall’udire delle voci familiari. Vidi Legolas e Eowyn parlare. Mi nascosi per non farmi vedere.
 
<< Lei non ti merita, Legolas >> Sentì dire dalla boccaccia di quella gatta morta.
 
<<  Io non posso evitare di amarla con tutto me stesso, anche se mi ha fatto del male, io non riesco ad odiarla >> Le rispose l’Elfo guardando un punto fisso.
 
<< Se tu vuoi, io posso aiutarti a dimenticarla >> Disse d’un tratto la serpe bionda.
 
<< Forse hai ragione tu >> l’Elfo portò la sua mano fra i capelli di Eowyn << Dovrei provare a dimenticarla, ma non vorrei farti del male. >>
 
<< Non lo farai >> Rispose quella sorridendo << Vedrai. >>
 
Sentivo che il mio cuore aveva ormai smesso di battere. Quella serpe velenosa l’aveva convinto a dimenticarmi.  Mi sentivo a pezzi, mi sentivo morire, mi sentivo la più grande idiota di tutta la Terra di Mezzo. Mi ero lasciata scappare Legolas dalle mani. Lui era mio, avevo il suo amore, e l’avevo lasciato andare. Andai via e li lasciai stare. Non volevo più sentire niente. Udire altre parole mi avrebbe uccisa completamente. Mentre vagavo senza meta incontrai mio fratello. Mi stava cercando.
 
<< Aragorn! >> Mi buttai e lo abbracciai forte << L’ho perso, l’ho perso! >>
 
<< Ehi, piccola, che ti prende? >> Mio fratello mi accarezzò piano,piano i capelli.
 
<< Vuole dimenticarmi, ed è tutta colpa mia! >> Continuai piangendo.
 
<< Oh Fëawen , Legolas ti ama, anche se prova a dimenticarti, non ci riuscirà >> Cercò di consolarmi.
 
<< Non so che fare, mi sento come se avessi il cuore a pezzi >> Proseguì sciogliendo l’abbraccio.
 
<< Ti capisco, sorellina >> Aragorn mi sorrise dolcemente << Vedrai che le cose si aggiusteranno. >>
 
<< Non credo >> Risposi rassegnata << Ma tu, perché mi stavi cercando? E’ forse successo qualcosa? >>
 
<< Devo parlarti di una cosa molto importante che mi è stata detta da Gandalf >> Aragorn si incupì di colpo << Uno dei Nazgùl, il più terribile e potente, non può essere ucciso da nessun Uomo, Elfo o Nano >> Proseguì mio fratello << Tu sei destinata a scontrarti contro lo Spettro, lui sa che tu esisti e sa che il giorno del giudizio arriverà presto. >>
 
<< Ehi,Ehi,Ehi, aspetta un attimo! >> Lo fermai inorridita << Mi stai dicendo che io devo scontrarmi contro questo spettro dell’Anello e che solo io posso ucciderlo? E per di più lui sa della mia esistenza e mi sta aspettando?! >> Domandai confusa.
 
<< Esatto >> Rispose Aragorn preoccupato.
 
<< Oh bene! >> Dissi io scocciata << Di bene in meglio! >>
 
Dopo la breve chiacchierata io e Aragorn tornammo a palazzo. I preparativi per la partenza erano quasi finiti. Dopo qualche minuto vidimo Legolas ed Eowyn arrivare insieme. Strinsi forte la mano di mio fratello, lui si voltò verso di me per farmi forza.
 
Legolas mi guardava, nonostante la gatta morta gli parlasse, lui non aveva occhi che per me. In quel momento mi venne in mente che sarebbe stato davvero utile sapere cosa diavolo stesse pensando. E fu allora che capì le parole di Gandalf.
Adesso potevo fare quello che prima non potevo.
 
Mi concentrai e senza alcuna difficoltà entrai nella mente dell’Elfo.
 
<< Non posso mentire a me stesso, non smetterò mai di amarti, nemmeno fra mille anni, Fëawen  >>
 
All’udire questi pensieri, una piccola speranza si riaccese nel mio cuore.
Avevo due missioni da compiere  : Riavere il mio Elfo e uccidere il Nazgùl. Niente di più facile.
 
 

SAAAALVE SALVINOOOOOO!
 
ECCOMI CON IL CAPITOLO 17 :D!
VORREI RINGRAZIARE TUTTE COLORO CHE RECENSISCONO SEMPRE :D GRAZIE RAGAAA! MI DATE TANTA GIOIA!!

ANCHE TUTTE LE LETTRICI CHE HANNO MESSO LA MIA FF NELLE PREFERITE E NELLE RICORDATE ^^ GRAAAAAAZIEISSIMO

E VORREI ANCHE RINGRAZIARE UNA NEW ENTRY  ….
carola chiodini !!! Grazie davvero!!

SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA ^^ DITE LA VOSTRA :)

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Capitolo 18
*** Più avanzavo nel buio e più indietreggiava la paura ***


Capitolo 18 – Più avanzavo nel buio e più indietreggiava la paura
 

 
Legolas non poteva dimenticarmi, non con quella stupida ragazzina da quattro soldi. Cosa poteva lei contro un amore così grande come il nostro? Non poteva contrastarlo. Nessuno poteva distruggerlo, nemmeno Saruman con la sua pazzia. Niente poteva separarci, perché io non l’avrei permesso. Dovevo solo pensare come e quando agire per riprendermi il mio Elfo.
 
Finalmente iniziammo il nostro viaggio verso il Fosso di Helm, per volere di Re Thèoden. Io, come altri, non condividevo questa sua decisione, ma d’altronde lui era il sovrano di Rohan e ad egli spettava l’ultima parola. Il cammino era abbastanza lungo, saremmo arrivati dopo qualche giorno. Dovevamo stare al passo anche delle donne, dei bambini, degli uomini anziani, non potevamo di certo lasciarli dietro. Molti di noi guerrieri viaggiavano a cavallo, avevamo il compito di scortare la gente sana e salva a destinazione. Probabilmente avremmo incontrato dei nemici lungo la strada.
Cavalcavo fianco a fianco ad Aragorn. In quel momento, solo accanto a lui mi sentivo serena e tranquilla. Davanti a noi vi erano Gimli, Eowyn e …Legolas. I tre parlavano allegramente mentre io ascoltavo facendo finta che non mi importasse di nulla. L’Elfo diceva poco e niente, quelli che parlavano di più sembravano essere il Nano e la stupida oca.
 
<< E’ vero, non si vedono molte donne fra i Nani >> Diceva Gimli << In effetti, sono talmente simili nella voce e nell’aspetto, che spesso vengono scambiate per Uomini Nani . >>
 
<< Hanno la barba >> Bisbigliò Legolas facendo in modo che il Nano non sentisse e provocando un’irritante risata da parte della giovane oca- gatta morta- usurpatrice di Elfi.
 
<< Questo a sua volta , ha dato origine alla credenza che non esistono donne tra i Nani >> Continuò il povero Gimli mentre quelli se la ridevano <<  E che i Nani spuntino dalle buche del terreno, il che è naturalmente ridicolo >> Aggiunse il Nano per poi perdere il controllo del proprio cavallo ed essere scaraventato a terra.
 
Eowyn corse in suo soccorso ridendo come ad una matta.  Quanto la odiavo. Gimli non faceva che ripetere che l’aveva fatto di proposito, poverino non voleva fare brutte figure.
All’improvviso il cavallo di Aragorn mi venne addosso e per evitarlo dovetti spostarmi in avanti. Non capivo che diamine gli avesse preso. Fatto sta che mi ritrovai a cavalcare fianco a fianco all’Elfo. Ci girammo contemporaneamente e per un attimo i nostri sguardi si incontrarono, ma spostammo subito i nostri occhi. Mi voltai verso mio fratello, lo beccai mentre soffocava una risata mettendosi una mano davanti alla bocca. L’aveva fatto apposta quello stupido. Ma a cosa voleva arrivare?
Io e Legolas non ci guardammo per il resto del viaggio. Verso sera ci accampammo per riposare.  Eowyn portò una zuppa, da lei preparata, all’Elfo. L’aveva prima offerta a Gimli, ma non so per quale motivo, il Nano rifiutò categoricamente.
 
<< Legolas, è per te >> Disse Eowyn alias gatta morta, porgendo la zuppa all’Elfo.
 
<< Oh grazie, mia signora >> Ringraziò quello sorridendo gentilmente.
 
<< Che strazio! >> Sbuffai credendo di non essere sentita da nessuno.
 
<< Che ti prende, Fëawen ? Qualcosa non va? >> Domandò Gimli sgranando gli occhi.
 
Mi voltai e vidi tutti gli altri guardarmi stupiti. Persino Legolas. Feci cenno con la mano che andava tutto bene e finalmente tolsero lo sguardo da me e ripresero a fare le loro cose. Appena l’Elfo bevve la zuppa lo vidi diventare di mille colori in viso. La gatta morta gli domandò se gli piacesse e lui da per niente bravo attore annuì. Eowyn si allontanò per andare da Re Thèoden e a quel punto Legolas sputò la zuppa a terra.
 
<< Te l’avevo detto che era micidiale >> Commentò divertito Gimli.
 
<< Accidenti, non volevo ferirla, ma questa cosa è disgustosa! >> Continuò L’Elfo rovesciando l’intera zuppa per terra.
 
<< Ah che mi tocca sentire! >> Dissi io all’improvviso alzandomi e lasciando tutti senza parole.
 
Volevo fare un po’ di passi da sola. Non ce la facevo più a vedere quella stupida fare tutte quelle smorfie e quei sorrisetti inutili ed irritanti a Legolas. E come se non bastasse lui faceva di tutto per non ferirla, per non trattarla male, qualsiasi cosa lei facesse.
Mi fermai dopo un po’ e mi distesi appoggiandomi ad un albero. All’improvviso sentì toccarmi la spalla da qualcuno. Mi voltai spaventata.
 
<< Posso sedermi accanto a te? >> Domandò Gimli cortesemente .
 
<< Oh, ma certo, siediti pure >> Risposi dopo qualche esitazione dovuta allo stupore nel vederlo.
 
<<  Mi dispiace vederti così >> Disse dopo essersi messo comodo << Lo vedo che soffri, lo vedo nei tuoi occhi >> continuò guardandomi con occhi commossi << Come riesci a sopportare tutto questo? >>
 
Lo guardai esterrefatta. Quel piccolo Nano mi capiva. Sentiva il mio dolore, non capivo come, ma lo sentiva << Ti ringrazio, Gimli >>  Risposi sorridendogli << Ma vedi..Ho imparato così bene a rialzarmi che cadere non mi fa più paura. E non solo! La paura di cadere non mi trattiene più. Adesso posso scegliere di andarmene anche da dove mi fa male andarmene se credo che non sia più meritata la mia presenza. Ora posso farlo, posso permettermelo perché sono sicura che resterò comunque in piedi >> Conclusi alzando lo sguardo verso il cielo stellato.
 
<< Mi hai commosso, accidenti a te >> Piagnucolò Il Nano portandosi le mani agli occhi.
 
<< Mi sono resa conto che più avanzavo nel buio e più indietreggiava la paura >>  Mi alzai leggermente per mettermi seduta.
 
<<  Ti ammiro molto, principessa degli Elfi >> Continuò Gimli << Sei l’unica donna di razza Elfica che ha la mia ammirazione. Compresa Dama Galadriel, ovviamente >> Aggiunse sorridendo.
 
Quel piccoletto riuscì a farmi scappare una risata << Grazie amico! >> Lo abbracciai.
 
<< Che pensi di fare,adesso? >> Domandò ricambiando l’abbraccio.
 
<< Ho amato, ho lottato, ho sperato e ho perso >> Risposi prolungando quel dolce contatto fisico <<  Ma sono ancora in piedi e continuo ad andare avanti >> Avevo gli occhi lucidi <<  Mentre fiera e piena di coraggio difendo ciò che sono e le persone che amo! Sempre e comunque >> Sciolsi l’abbraccio e sorrisi al Nano.
 
<<  Comunque quel principino dalle orecchie a punta è uno stupido! >> Rise di gusto contagiandomi.
 
<< Hai ragione! >> Ricambiai sorridendo, ma mi bloccai all’improvviso.
 
L’Elfo era dietro di noi. Non si era nemmeno preoccupato di nascondersi per bene quello stupido. Appena i nostri sguardi si incontrarono restammo immobili. La luce dei suoi occhi blu brillava come quella notte in cui si era dichiarato alla festa in mio onore che aveva organizzato nonna Galadriel. Mi alzai di scatto e gli andai incontro. Gimli mi osservava stupito e confuso. Appena si voltò e vide Legolas, capì tutto.
Arrivai a pochi centimetri da lui col cuore che mi martellava nel petto, con le gambe che tremavano all’impazzata, con l’amore che provavo per quello stupido che mi scoppiava dentro.
 
<< Fëawen , ho sentito tutto >> Prese a parlare l’Elfo.
 
<< E non lo sai che non si origliano le conversazioni degli altri?! >> Risposi irritata, ma non troppo.
 
<< Perdonami >> Abbassò lo sguardo dispiaciuto << Ma è vero quello che hai detto? >> Domandò per poi alzare lo sguardo e puntarlo nei miei occhi.
 
<< Cosa? >>  Replicai confusa.
 
<< Che hai amato >> Sorrise lievemente << Tu mi hai amato? >> Domandò ancora << Tu, mi ami? >> Si corresse guardandomi con quegli occhietti così dolci.
 
Lo guardai stupita. Mi aveva messo all’angolo. Dovevo dire qualcosa,ma non sapevo che rispondere.
 
<< Tutto quello che ho detto prima a Gimli è vero >> Risposi evitando di guardarlo negli occhi << Ma non ti dirò quello che ti aspetti di sentire >> Aggiunsi abbassando lo sguardo.
 
<< Quindi non è vero >> Disse l’Elfo più a se stesso che a me << Mi sono illuso per niente . >>
 
<< Sei il solito idiota! >> Sbuffai mettendo le mani sui fianchi << Perché non torni dalla tua amata, eh?! >>
 
<<  Perché forse mi piace farmi del male >> Avanzò verso di me << Potrei andare da lei, si, Eowyn se lo meriterebbe. >>
 
<< E allora? Cosa aspetti? Va da lei, sarete molto felici insieme! >> Gli diedi una spinta perché non sopportavo che si avvicinasse troppo a me.
 
<< Potevamo esserlo noi due >> Si avvicinò di nuovo << Se solo non fossi così testarda. >>
 
<< Vorrei andare a dormire >> Abbassai lo sguardo disarmante.
 
<< Vai! Sei libera! >> Si scostò per permettermi di passare << ma ricorda : Il mio cuore non appartiene più a te, io non Ti amo >> Aggiunse voltandosi.
 
<< Bene… >> Farfugliai per poi mettermi a correre << Stupido!! >> Gli urlai contro spingendolo con tutta la forza che avevo in corpo e facendolo cadere per terra mentre io me ne andavo via correndo.
 
Tornai da tutti gli altri. Andai a cercare mio fratello Aragorn e appena lo trovai mi coricai fianco a lui e lo abbracciai forte, forte. Mi addormentai dopo poco con una lacrima che scendeva solitaria sul mio viso.
 
Il mattino seguente proseguimmo il viaggio. Sentivo lo sguardo dell’Elfo addosso. Cercai di andare avanti, di superare tutti quanti e cavalcare per conto mio. Dopo poco però ritrovai l’Elfo accanto a me e tutti gli altri parecchio lontani da noi.
 
<< Dobbiamo parlare >> Disse d’un tratto.
 
<< Non abbiamo più niente da dirci >> Risposi senza nemmeno guardarlo.
 
<< E invece si! >> Bloccò il mio cavallo col suo << Non può finire così, Fëawen  . >>
 
<< Tu hai detto che è finita! >> Replicai irritata.
 
<< Ieri sera ho mentito >> Ammise avvicinandosi.
 
Mi perdetti nel blu dei suoi occhi. Non riuscì più a dire e a fare niente. Volevo dirgli di andarsene via, ma non ne ebbi la forza. L’Elfo allungò la mano per accarezzare il mio viso. Quel dolce contatto mi fece rabbrividire.
Il nostro momento però venne interrotto dalle grida di qualcuno.
 
<< I mannari! >> Sentimmo urlare da lontano.
 
<< Resta qui! >> Mi ordinò per poi cavalcare velocemente verso l’Uomo che aveva urlato.
 
Mi voltai non sapendo cosa fare. Vidi gli altri venire verso di me. All’improvviso sentì l’Elfo urlare.
 
<< Un esploratore! >>
 
<< Tutti i cavalieri in testa alla colonna! >> Ordinò pronto Thèoden << Devi condurli al Fosso di Helm , e in fretta! >> Disse poi alla nipote.
 
Attesi timorosa il ritorno di Legolas. Appena lo vidi sorrisi felice. Come lui mi raggiunse arrivarono anche tutti gli altri cavalieri. Il popolo aveva preso un’altra strada guidato da Eowyn. Dovevamo distrarre il nemico.
 
Ed eccoli arrivare all’orizzonte. Dei mostruosi Orchi alla guida di giganteschi Mannari. L’Elfo ed io ci guardammo un attimo, prima di cavalcare insieme agli altri verso il nemico. E così cominciò la battaglia. Afferrai l’arco e puntai contro uno di quegli enormi animali. Lo colpì dopodiché puntai all’Orco, uccidendolo. Andai avanti a tirare con l’arco per un bel po’ fino a quando un mannaro non mi venne addosso facendomi cadere a terra. Mi ritrovai l’enorme bestia di sopra. Cercai di tirarlo su, ma invano. Intanto un Orco era apparso dietro l’animale. Voleva uccidermi. Come sollevò in alto la spada però una freccia lo colpì al cuore. Mi voltai e vidi Legolas con l’arco in mano. Riuscì a rialzarmi e tirai fuori la mia spada. Uccisi tutti gli Orchi che mi si paravano davanti. Schivai un colpo e ne assestai un altro. Il mio viso era sporco del sangue di quei mostri. Mi voltai per vedere se l’Elfo stesse bene. Appena lo vidi mi tranquillizzai. Quella distrazione però permise al nemico di ferirmi ad un braccio. Urlai per il dolore, ma riuscì lo stesso ad ucciderlo. Eravamo in vantaggio. Restavano pochi mostri in vita.
Uccisi l’ultimo Orco che mi venne davanti dopodiché mi accasciai a terra stanca dalla fatica e provata dal dolore.
La battaglia era finita. Avevamo vinto fortunatamente.
Non mi accorsi però che un Orco mi stava attaccando da dietro. Sentì un urlo. Mi voltai e vidi Legolas a terra mentre cercava di uccidere il mostro. I due rotolarono via. In fondo vi era una sporgenza piena di rocce. Non capì più niente.
 
<< No! Legolas!! >> Urlai correndo verso di lui.
 
L’Elfo cadde insieme all’Orco. Appena arrivai alla sporgenza sentì delle braccia afferrarmi.
 
<< No! Lasciami! >> Urlavo disperata << Legolas!!! Io Ti amo!! Legolas!!! >> Continuavo ad urlare mentre Aragorn cercava di allontanarmi dalla sporgenza rocciosa.
 
 
 
SALVEEEEEEEE!!!!

ECCO IL CAPITOLO 18 ^^
SPERO VI PIACCIAAAAA! RINGRAZIO, COME SEMPRE, TUTTE COLORO CHE RECENSISCONO!
MI FA PIACERE SAPERE LA VOSTRA OPINIONE!

UN GRAZIE ANCHE ALLE LETTRICI SILENZIONE….^^ MI FAREBBE PIACERE SE QUALCHE VOLTA ANCHE VOI DICESTE LA VOSTRA. GRAZIE :D
 

BACI.
SCARL.

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Capitolo 19
*** Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte ***


Capitolo 19 –  Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte
 

 
Riaprì gli occhi piangendo, lui se ne era andato. Non avevo fatto in tempo ad aiutarlo, l’avevo lasciato andare via. Le lacrime salate bagnavano le mie guancie. Il mio viso era fradicio e i miei sogni, i miei sogni erano morti assieme a lui.
Mi accasciai a terra portando le mie mani sulla testa.  Urlavo e piangevo mentre Aragorn cercava di farmi alzare.
Alla fine mi prese delicatamente in braccio. Lo strinsi forte mentre ancora piangevo lacrime di disperazione. Ce l’avevo con me stessa per non avergli detto prima che lo amavo, che per me era l’unico, ma ero stata così stupida. Adesso lui se ne era andato lasciandomi un dolore acuto dentro che non riuscivo in nessun modo a placare.
Arrivammo al Fosso di Helm e per tre giorni rimasi chiusa in una stanza. Non volevo vedere nessuno. Avevo bisogno di piangere il mio dolore in segreto, perché solo io potevo capire quanto stavo soffrendo.
Quando ritornammo ed Eowyn vide che Legolas non era tornato insieme a noi, scoppiò subito a piangere. In quel momento la odiai con tutta me stessa.
La guardai con rabbia, ma il dolore era troppo forte e mi rinchiusi a piangere in segreto. Mi ero accorta di amarlo solo quando ormai l’avevo perso. O meglio sapevo bene già da prima che lo amavo, ma non ero stata abbastanza coraggiosa da ammetterlo.
 
*Non ti dimenticherò mai, Principe. Sarai per sempre nei miei pensieri. Sfoglierò i miei ricordi e vedrò te sorridere, come solo tu sapevi fare. Ed io sono qui, su questo letto, in questa stanza buia. Cerco di sopportare questo male, ma non ci riesco. Non mi scorderò mai di te, sarai come una stella, che durante le notti buie, mi aiuterà a trovare la strada di casa.  Sento i miei occhi chiudersi lentamente, forse per il sonno. E’ il dolore che rimarrà sempre vivo in me . Come posso continuare questo viaggio senza di te? *
 
Mentre cercavo di ricordarlo nella mia mente, sentì dei colpetti alla porta. Riaprì gli occhi e dopo qualche istante di esitazione risposi. Era Gimli.
 
<< 
Fëawen , come ti senti oggi ? >> Domandò il Nano entrando preoccupato.
 
<< Meglio >> Mentì cercando di mettere su un falso sorriso.
 
<< Non dirmi bugie >> Continuò il Nano avvicinandosi << Si vede che soffri, ma perché non vuoi farti aiutare? >>
 
<< Nessuno può aiutarmi, Gimli >> Proseguì abbassando la testa << E’ il mio dolore. >>
 
<< Io ti capisco, ragazza ma… >> Cercò di parlare ma non glielo permisi.
 
<< Tutti sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano. >>
 
<< Ma un amico può aiutarti ad affrontare questo dolore ! >> Intervenne d’un tratto qualcuno.
 
Alzai la testa di scatto e vidi Aragorn << Io voglio stare da sola, non, non ce la faccio. >> Fu l’unica cosa che riuscì a dire.
 
<< I tuoi occhi sono diventati più scuri >> Disse Aragorn avvicinandosi << Quasi come se fossero vuoti . >>
 
<< Basta!! Andate via!! >> Urlai all’improvviso e la porta si chiuse sbattendo.
 
I due rimasero stupiti. Si voltarono per guardare la porta. Ero stata io a chiuderla. Il mio potere stava crescendo sempre di più. Il colore dei miei occhi cambiava assieme al mio stato d’animo.  La rabbia e l’odio erano scomparsi insieme al ghiaccio, e adesso l’oscurità prendeva vita con la disperazione e il dolore.
 
<< Vi prego >> Ripresi a parlare << Andate via, voi non potete aiutarmi. >>
 
<< Nemmeno tua sorella può? >> Sentì dire all’improvviso da una voce familiare.
 
Spostai lo sguardo e vidi piano, piano la porta aprirsi. Avevo le lacrime davanti agli occhi che non mi permettevano di focalizzare bene la scena. Poi all’improvviso la vidi. Arwen Undomìel era lì, in quella stanza.
 
<< Le ho chiesto io di venire >> Intervenne Aragorn porgendo la mano alla sua amata.
 
<< Lasciateci sole >> Disse mia sorella ai due per poi dare un piccolo bacio ad Aragorn.
 
Appena la porta si chiuse alle spalle di Arwen, andai di corsa ad abbracciarla. Non potevo credere che lei era venuta da me. Piansi mentre la stringevo forte e lei ricambiava dolcemente.
 
<< Sorella cara, basta piangere >> Mi accarezzò lentamente il viso raccogliendo le mie lacrime << Adesso ci sono io qui, con te. >>
 
<< Oh Arwen, come posso non piangere? Legolas è morto! >> Le lacrime invece di calmarsi si intesificarono maggiormente << Ed io non sono stata capace di dirgli che lo amavo quando ancora era vivo. >>
 
<< Piccola mia, il dolore che senti è così profondo e lacerante che riesco a sentirlo sulla mia pelle >> Rispose Arwen posando i suoi occhi nei miei << Sfogati, sono qui per questo. Dimmi cosa senti. >>
 
La guardai e vidi i suoi occhi diventare di colpo lucidi. Non avevo dubbi che stava sentendo tutto il mio dolore << Arwen, io lo sento ancora qui con me. Lo sento in quell’ultimo bacio che ci siamo dati, lo sento benché lui ormai non ci sia! >> Piangevo senza riuscire a fermarmi << Lo sento nei rottami di questo amore che mi sta riempiendo di dolore, lo sento nelle cose che ho dimenticato, lo sento nei miei ricordi, lo sento in ogni angolo di questa stanza >>  Arwen mi prese il viso fra le sue mani << Lo sento dentro di me. >>
 
Vidi mia sorella scoppiare a piangere per poi abbracciarmi forte.  La stringevo fra le mie braccia. In quel momento avevo bisogno del suo affetto. Lei era l’unica che poteva aiutarmi. Restammo abbracciate per molto tempo dando libero sfogo al nostro dolore. Arwen riuscì a convincermi ad uscire da quella stanza. Restando lì, non potevo di certo migliorare e superare il mio male. Andammo a fare una piccola passeggiata nei pressi del Fosso di Helm. I miei occhi però diventavano sempre più scuri, erano diventati di un solo colore.
 
*Forse  in un’altra vita potremmo rincontrarci. Ti sento così lontano da me, ma al contempo così vicino.  Il mondo è diventato freddo da quando tu te ne sei andato via. I tuoi sorrisi, i tuoi baci, le tue carezze, le tue dolci parole, tutto questo è nei miei ricordi. Le parole confortanti di Aragorn, di Gimli e di mia sorella possono aiutarmi a sopportare, in qualche modo, il dolore, ma non possono di certo ridarmi indietro ciò che mi è stato strappato : Legolas. *
 
 
Dopo la piccola passeggiata tornammo all’interno della fortezza.  Incontrammo Eowyn e mdovetti presentare mia sorella a lei e viceversa. Era una cosa scocciante per me. La nipote del Re aveva ancora gli occhi rossi, ma nessuna traccia di lacrime. Di certo soffriva, ma non quanto potevo soffrire io. Arwen si accorse della mia antipatia nei confronti della ragazza. Ne aveva intuito anche il motivo.
Fortunatamente proseguimmo. Mia sorella mi portò con se in una delle tante stanze. Voleva che riposassi un po’, visto che era ormai da tre giorni che non riuscivo a trovare pace. Lei si mise accanto a me e mentre mi accarezzava dolcemente i capelli chiusi gli occhi e mi lasciai andare.
D’improvviso mi ritrovai in un mondo incantato. Intorno a me non c’era altro che nebbia. Provai a camminare non sapendo nemmeno dove stavo andando. Dopo poco vidi una figura. Una donna con una lunghissima veste bianca. Era bellissima. Lentamente la Dama si voltò verso di me.
 
<< Bene arrivata, 
Fëawen Andúnë >> Disse quella all'improvviso.
 
<< Nonna? >> Domandai stupita << Sei tu? >>
 
<< E chi altri sennò? >> Sorrise avvicinandosi << Sono qui perché tu hai bisogno del mio aiuto. >>
 
<< Oh nonna, non so che fare >> Mi sentì bruciare gli occhi << Mi sento così persa senza di lui. >>
 
<< Ti sei accorta di amarlo, solo quando ormai l’avevi perduto >> Disse Galadriel accarezzando il mio viso.
 
<< Lo so, sono una stupida >> Abbassai lo sguardo per la vergogna.
 
<<  La vita è una lunga battaglia tra le tenebre >> Portò la sua mano a sollevarmi il viso <<  Ma il fatto che ci troviamo al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce. >>
 
<< Non capisco, cosa vuoi dirmi? >> Domandai confusa mentre le lacrime cominciavano a bagnarmi il viso.
 
<< Non aver paura dell’oscurità >> Si allontanò piano da me << Perché significa che vicino, da qualche parte, c’è una luce che illumina. >>
 
<< Non andare via, per favore! >> Cercai di avvicinarmi a lei << Aiutami, devo affrontare tante cose ancora, ma non ne ho la forza! >>
 
<< Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte >> Pronunciò queste parole per poi scomparire nel nulla.
 
Riaprì gli occhi e trovai accanto a me mia sorella. Mi alzai di scatto con lo sguardo confuso di Arwen addosso. Andai di corsa alla finestra. Quel giorno il sole splendeva. Era da tre giorni che non vedevo un sole così splendente. In lontananza vidi una figura a cavallo avvicinarsi. In quel momento il mio cuore si fermò . Chiamai mia sorella dicendole di correre subito alla finestra. Anche lei vide la figura e si portò lentamente una mano davanti alla bocca. Scoppiai a piangere e senza rendermene conto uscì di corsa dalla stanza e presi a correre freneticamente con le lacrime che uscivano all’impazzata. Scoppiai a ridere mentre cercavo di accelerare la corsa.
Anche Aragorn e Gimli avevano visto la stessa figura.  Arrivammo fuori e sfortunatamente vidi anche Eowyn con un sorriso raggiante sulle labbra. Non ci feci troppo caso e continuai.
Era il mio Principe, il mio Legolas, il mio stupido Elfo, il mio idiota di un Elfo, il mio amore.
 
All’improvviso però l’Elfo cadde da cavallo. Mi fermai di colpo portandomi le mani al petto. Forse era ferito. Ripresi a correre e arrivai da lui.
 
<< Legolas, Legolas! >> Lo accarezzavo lentamente per cercare di rianimarlo.
 
<< E’ solo svenuto >> Disse Aragorn non appena ci raggiunse << Deve essere ferito, su portiamolo dentro. >>
 
Non feci nemmeno caso alle parole di mio fratello e presi ad accarezzargli dolcemente il viso. Non potevo crederci. Era ancora vivo, era lì, davanti a me. All’improvviso l’Elfo aprì gli occhi. Quei suoi occhi blu meravigliosi. Ci guardammo per un istante interminabile.
 
<<
Fëawen, sto sognando? >> Domandò sorridendo come un matto.
 
<< No, non stai sogn.. >> Fui interrotta dall’arrivo inopportuno della gatta morta nonché Eowyn.
 
<< Legolas ! Oh che gioia, sei vivo! >> Urlò quella trapanandomi l’orecchio.
 
<< Ancora tu? Ah ma allora non l’hai proprio capito che l’Elfo è mio?! >> Le dissi infuriata.
 
<< Basta litigare, non vedete che sta male? >> Cercò di calmarci Aragorn.
 
<< 
Fëawen  >> Disse l’Elfo sorridendo << Io…..io….io >> Svenne di nuovo senza concludere la frase.
 
*Ma nooooo, proprio adesso, accidentiiii. L’importante però è che sei vivo!!!*
 
Aragorn e le altre guardie del Re portarono Legolas dentro la fortezza. Io gli andai dietro seguita da Eowyn naturalmente. Quella gattaccia non aveva nessuna intenzione di mollarlo.
Appoggiarono l’Elfo a terra mentre Arwen si apprestava a raggiungerci. Era molto brava, conosceva molte cure elfiche. Lei sicuramente avrebbe trovato una cura per l’Elfo. Era ferito al braccio, aveva perso molto sangue.
Arwen toccò un punto della ferita e lo fece sussultare. D’istinto afferrò la mano di Eowyn e la strinse forte. Spalancai gli occhi nel vedere quella scena. La biondina gatta morta era tutta felice e allegra mentre cercava di consolarlo dicendogli parole dolci, ma in verità per me erano nauseabonde.  Sentì una rabbia immensa pervadermi. Mi alzai e andai via altrimenti avrei preso Eowyn di nuovo per i capelli e sta volta glieli avrei strappati tutti.
 
Dopo qualche oretta Arwen piombò nella mia stanza. Sembrava avesse terminato il suo compito.
 
<< Perché sei andata via? >> Esordì entrando nella stanza.
 
<< Mi da fastidio quella sciacquetta ! >> Risposi senza nemmeno girarmi verso di lei << Quando ho visto che lui le ha afferrato la mano ho sentito una morsa terribile allo stomaco >> Portai la mia mano su quest’ultimo << Avrei voluto ucciderla. >>
 
Arwen scoppiò a ridere senza controllo << Credeva fossi tu, stupida . >>
 
<< Che stai farneticando Arwen Undomìel?! >> Mi voltai esterrefatta.
 
<< Quello che ho appena detto >> Sorrise avvicinandosi << Dopo che tu te ne sei stupidamente andata, ha cominciato a pronunciare il tuo nome e a ripetere le seguenti parole : “ 
Fëawen non lasciarmi, non lasciarmi “ , afferrato il concetto? >>
 
<< Ah >> Sorrisi leggermente << E adesso dov’è? >> Domandai raggiante.
 
<< E’ con Aragorn, si è subito ripreso. Devono organizzarsi per l’imminente battaglia, il nemico si avvicina sempre più velocemente >> Rispose mia sorella con tono triste.
 
<< Ah quindi non è il caso che io lo disturbi >> Dissi fra me e me << E comunque dovrebbe venire lui da me! >> Mi voltai di nuovo verso la finestra.
 
<< Tu sei tutta strana, fammi vedere i tuoi occhi >> Proseguì Arwen avvicinandosi.
 
Mi voltai lentamente << Sono ancora scuri? >> Domandai.
 
<< Si, sono davvero inquietanti, non vi è altro colore oltre che le tenebre >> Rispose mia sorella preoccupata.
 
Rimasi colpita da quelle parole. Avevo sperato che con la notizia che lui non era morto i miei occhi sarebbero diventati di nuovo color nocciola. Invece erano ancora persi nell’ oscurità e nel vuoto.
Rimasi un bel po’ alla finestra. Fuori c’erano Aragorn, Legolas e Gimli. Osservavo il mio Elfo in ogni suo minimo particolare. Mi concentrai per sentire quello che si dicevano. Gimli era andato a prendere qualcosa e aveva lasciato l’Uomo e l’Elfo da soli.
 
<< Questa sarà l’ultima notte prima della battaglia >> Prese a parlare Aragorn.
 
<< Potrebbe essere l’ultima notte per alcuni di noi >> Aggiunse l’Elfo << L’ultima. >>
 
<< Non essere così pessimista, andiamo >> Aragorn poggiò una mano sulla spalla dell’amico.
 
<< Da quello che mi è accaduto ho imparato tanto >> Proseguì l’Elfo << Devo cogliere l’attimo finchè sono in tempo. >>
 
<< Ehi, di cosa state parlando?! >> Intervenne d’un tratto Gimli interrompendo la loro conversazione.
 
I due amici risposero che parlavano in generale della battaglia. Io intanto riflettevo sulle parole di Legolas. Chissà che aveva voluto dire.  Cominciavo a pensare che quella notte sarebbe stata veramente l’ultima notte in cui potevamo stare tranquilli e sereni. E per molti quella avrebbe potuto essere anche l’ultima notte della loro vita. Abbandonai la postazione della finestra e mi buttai di peso sul letto.
*Devo parlargli prima che sia troppo tardi!!* Dissi fra me e me alzandomi di scatto e andando verso la porta.
 
Uscì fuori dalla fortezza e appena vidi Legolas cominciai ad andare verso di lui. All’improvviso però vidi Eowyn avvicinarsi all’Elfo. Mi fermai di colpo. Stavano parlando.
 
<< Ti senti bene adesso? >> Domandò quella toccandogli il braccio << Dovevi riposare, Legolas. >>
 
<< Sto bene, non preoccuparti >> Le rispose l'Elfo tutto sorridente.
 
<< Legolas, io sono stata davvero male >> Continuò Eowyn avvicinandosi sempre di più << Ho sofferto tanto perché credevo che tu fossi morto. >>
 
*Ahh quella gattaccia! Non la sopporto!!!*
 
<< Ti ringrazio, sei molto gentile a preoccuparti per me >> l’Elfo le prese dolcemente la mano.
 
Sentì di nuovo una morsa micidiale allo stomaco. All’improvviso però Legolas voltò lo sguardo verso di me. Mi vide e in quel momento mi sentì morire. Spostò lo sguardo sulla sua mano e quella di Eowyn per poi riposarlo su di me. Lasciò andare la mano della ragazza. Io mi misi a correre con l’intenzione di andare a rinchiudermi nella mia stanza. Era una situazione troppo imbarazzante per me. Sentivo l’Elfo urlare il mio nome e ripetere continuamente di fermarmi. Mi stava rincorrendo ed io non avevo nessuna intenzione di porre fine alla mia corsa.
Riuscì ad arrivare fino alla mia stanza e mi chiusi a chiave. L’elfo non riuscì ad arrivare in tempo.
 
<< Avanti, apri questa porta >> Disse col fiatone << Dobbiamo parlare. >>
 
<< Adesso no >> Risposi appoggiando la schiena al muro.
 
<< Non fare la bambina, apri >> Continuò Legolas sbattendo il pugno alla porta << Quello che hai visto prima non era niente. >>
 
<< Non ho voglia di parlare in questo momento >> Risposi chiudendo gli occhi << Per favore, va via. >>
 
Non lo sentì più parlare e quindi dedussi che si era rassegnato e se ne era andato. Tirai su un sospiro di sollievo. Non era il momento per parlare, quella situazione era talmente imbarazzante, non ne avrei avuto il coraggio.
 
Verso sera uscì dalla stanza per andare da mia sorella. La beccai mentre stava “Parlando” con Aragorn. Pensai che non era affatto giusto rovinare quel loro momento di intimità e quindi me ne andai senza dirle niente. Ritornai in camera mia e cominciai a togliermi i vestiti per mettermi a dormire.
Ero solita dormire con solo addosso una fasciatura che mi copriva il seno e un’altra che fungeva da pantaloni, ma molto corti.
All’improvviso la mia porta si aprì. L’Elfo era entrato nella mia stanza. Portai le mie braccia a coprire il mio corpo. Cominciai a tremare per l’imbarazzo.
 
<< Che ci fai qui?! >> Urlai spaventata mentre cercavo di coprirmi.
 
Legolas si voltò per chiudere la porta a chiave. Quel suo gesto mi fece rabbrividire. Vidi l’Elfo avvicinarsi lentamente a me. Io indietreggiai spaventata. Il cuore mi andava all’impazzata. Le mie gambe traballavano. Finì con le spalle al muro, ero in trappola. L’Elfo bloccò ogni mio tentativo di fuga.
 
<< Nel momento in cui stavo per cadere da quella scogliera >> Disse d’un tratto << Ho sentito qualcuno urlare un Ti amo. >>
 
<< Non dovresti essere qui >> Risposi abbassando lo sguardo.
 
<< Tu mi hai urlato quel Ti amo, 
Fëawen >> Sollevò il mio viso con la sua mano << Anche se probabilmente tu adesso lo negherai, io so >> Proseguì sorridendo << So che mi ami. >>
 
Avvicinò lentamente il suo viso al mio. Sentivo le sue labbra sfiorare dolcemente le mie. Ero inerme, non avevo la forza di dire o fare nulla.
 
<< Voglio passare la notte con te,
Fëawen >> Mi sussurrò dolcemente, sfiorando la mia bocca con la sua.
 
 
HOLA !!!!!!!!!
Dunque, devo dirvi una cosa. Mi duole molto dirvelo T.T il fatto è che da lunedì inizio l’università ( :O) e per tutta la settimana non sarò a casa, ma in un’altra città e sfortunatamente per il momento non abbiamo  internet (le linee sono tutte protette per ndindirindina! )  E quindi potrò aggiornare la storia solo una volta a settimana e cioè il sabato. Spero di risolvere al più presto questo problema :) !
 
Cooomunque passiamo a ringraziare tutte le mie lettrici e in particolare tutte coloro che recensiscono ogni capitolo di questa Fan Fiction! Grazie ragazze !!
 
E inoltre vorrei riservare un piccolo spazio alle “lettrici silenziose”.
Care mie lettrici prendete parola, per l’amor del cielo xD Inebriatemi con le vostre parole piene di saggezza e allegria, ve ne prego !  Un vostro cenno mi farà estremamente felice ! Soprattutto farà felici 
Fëawen e Legolas :D !
 
Bene è tutto ! Alla prossima.
Baci
Scarl.

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Capitolo 20
*** La notte prima della battaglia ***


Capitolo 20 – La notte prima della battaglia
 
 


Mi lasciai andare all’udire quelle dolci parole sussurratemi ad un centimetro dalla mia bocca. Sentivo il suo sapore dentro di me. Posò le labbra sulle mie, lentamente. Dopo qualche secondo il bacio si fece più insistente, sentì la lingua dell’Elfo entrare nella bocca per trovare la mia. Appena si incontrarono sentì un fuoco bruciare dentro di me, sempre più ardente.  La mano di Legolas scivolò improvvisamente sulle mie braccia,occupate ancora a coprire il mio corpo seminudo.  Cercava di spostarle e questo suo gesto mi fece rabbrividire.
 
<< Basta! >> Urlai all’improvviso scansandomi << Va via! >>
 
<<  Io non me ne vado >> Rispose Legolas avvicinandosi  << Non questa volta. >>
 
<< Se non te ne vai, giuro che ti prendo a calci ! >> Indietreggiai riuscendo a prendere qualcosa per coprirmi.
 
<< Voglio fare l’amore con te >> Proseguì ignorando le mie minacce << Perché Ti amo e perché questa potrebbe essere l’ultima notte che posso tenerti fra le mie braccia. >>
 
<<  Fare cosa? >> Domandai stupita con voce tremante .
 
<< L’amore >> Si avvicinò afferrandomi per i fianchi << con te. >>
 
Sgranai gli occhi confusa, appoggiando la schiena al muro. Sentivo lo stomaco sotto sopra, le gambe traballavano, la testa mi stava per scoppiare, ero come stordita.L’Elfo portò la sua mano ad accarezzarmi il viso per poi scendere lungo il collo e sulla spalla. Afferrò la coperta che avevo addosso e lentamente la fece scivolare lungo il mio corpo.  Sentì un brivido immenso lungo la schiena. Alzai lo sguardo e incontrai il suo. Vidi nei suoi occhi accendersi il desiderio. All’improvviso quel momento così profondo per noi due venne interrotto dal bussare di qualcuno alla porta.
 
<< Accidenti, chi sarà mai a quest’ora? >> Borbotto Legolas scocciato.
 
<< Chi è? >> Chiesi avvicinandomi alla porta.
 
<< Sono io, Eowyn >> Sentimmo dire dall’altra parte.
 
<< E…e….e…cosa ci fai qui? >>  Le domandai senza aprire la porta.
 
<< Ti volevo di che .. >> Proseguì la ragazza << io Amo Legolas e farò di tutto per averlo ! >>
 
<< Ancora con questa storia? Ma allora non ci senti?!  >> Continuai scocciata << quante volte ancora ti dovrò ripetere che Legolas è mio e solo mio?! >>
 
<< Vedremo >> Concluse la ragazza per poi andarsene via.
 
Nemmeno il tempo per voltarmi verso l’Elfo che subito mi afferrò dalla vita facendomi sbattere violentemente al muro. Mi inchiodò con un bacio pieno di passione a desiderio.
 
<< Sono tuo, tutto tuo, fanne di me ciò che vuoi >> Disse Legolas staccandosi per riprendere fiato << Fammi completamente tuo. >>
 
Tornò a baciarmi ancora e ancora. Non riuscivo a  resistergli.  La coperta scivolò per terra.  Cercai le sue mani per stringerle forte alle mie. Lasciò la mia bocca per scendere a baciare il mio collo. Sentivo delle scosse interminabili percorrermi l’intero corpo. Mi lasciai scappare piccoli gemiti di piacere. Portai le mani nei capelli biondi dell’Elfo facendoli scorrere fra le mie dita  mentre lui continuava a tartassarmi di piccoli e ardenti baci per tutto il mio corpo .
 
<< Voglio farti mia per sempre  >> Proseguì alzando la testa per incontrare il mio sguardo.
 
<< Legolas, io… >> Cercai di parlare ma l’Elfo non me lo permise.
 
<< Ti prego non dire niente >> Portò le sue dita alla mia bocca << Lasciati andare. >>
 
Mi diede un altro bacio pieno d’amore. In quel momento però mi venne in mente la scena di poche ore prima, di quando Legolas stringeva la mano di Eowyn nella sua. Misi fine al bacio e recuperai velocemente la coperta.
 
<< Che ti prende? >> Domandò riavvicinandosi.
 
<< Ti prego, esci >> Risposi abbassando lo sguardo.
 
<< Ti ho già detto che non ho nessuna intenzione di andare via, questa notte >> Proseguì l’Elfo avvicinandosi sempre di più.
 
<< E invece dovrai ! >> Riuscì a fuggire da lui spostandomi dall’altra parte della stanza.
 
<< Fëawen , andiamo, non fare la bambina >> Disse portandosi una mano fra i capelli << E’ per Eowyn,vero? >>
 
<< Cosa? >> Risposi nervosa << Ma no, certo che no. >>
 
Legolas sorrise e lentamente si avvicinò a me. Ero pronta per fuggire di nuovo, ma l’Elfo con uno scatto improvviso riuscì ad afferrarmi. Cominciai a sbraitare e ad urlare di lasciarmi andare.
Legolas mi buttò sul letto con violenza. Riuscì a tenermi stretta la coperta al mio corpo.
 
<< Mi costringi a comportarmi così >> Disse l’Elfo chinandosi su di me mentre con le braccia continuava ancora a stringermi per impedire ogni mio tentativo di fuga.
 
 Cercò di togliermi via la coperta, ma a quel punto gli sferrai un calcio, colpendolo ai suoi “gioielli”. Legolas emise un piccolo gemito di dolore e io ne approfittai per sgattaiolare via dal letto. Sfortunatamente riuscì a riprendersi subito e corse subito a bloccare la mia corsa. Afferrò il mio braccio e mi vece voltare violentemente facendomi sbattere contro il suo corpo.
 
<< Adesso basta giocare >> Sembrava serio << Perdonami se ti ho fatta star male, ma io per Eowyn non provo niente, è solo un’amica per me >> Proseguì puntando i suoi occhi dritti nei miei << Io amo te, solo te . >>
 
Mi sciolsi di nuovo mentre guardavo quei suoi occhi meravigliosi.
In quel momento però sentimmo di nuovo qualcuno bussare alla porta della mia stanza. Legolas sbuffò mentre io ringraziai il cielo. Quella situazione era talmente imbarazzante che non sapevo proprio come comportarmi. Da una parte avrei voluto davvero passare la notte insieme  a lui, ma dall’altra avevo una paura immensa.
 
<< Fëawen , ci sei? >> Sentimmo la voce di Aragorn << Posso entrare? >>
 
<< No ! >> Si lasciò scappare Legolas per poi mettersi una mano sulla bocca.
 
<<  C’è qualcuno con te? >> Domandò ancora mio fratello.
 
<< Non dirgli che sono qui con te perché altrimenti mi uccide >> Disse a bassa voce l’Elfo.
 
<< No, non c’è nessuno >> Risposi impaurita << Stavo per mettermi a dormire. >>
 
<< Volevo solo dirti due parole >> Proseguì Aragorn << Posso anche dirtele da qui. >>
 
<< Dimmi >> Risposi curiosa e confusa allo stesso tempo.
 
<< E digliele! >> Sentì dire da un’altra voce << Su, forza ! >>
 
<< Arwen? Ma ci sei anche tu? >> Domandai perplessa.
 
<< Ehm… Si, sorellina, ci sono anch’io ! >> Rise come una matta << Tuo fratello deve dirti un paio di cosette. >>
 
<< Si, ecco >> Riprese a parlare << Adesso che Legolas è di nuovo qui fra noi, pensavo che dovreste parlare, voi due, soli, per chiarire i … >> Si bloccò e sentì Arwen incitarlo << i vostri sentimenti. >>
 
<< Sta dicendo che dovreste dirvi una volta per tutte che vi amate alla follia >> Intervenne mia sorella <<  che tu sei gelosissima di Eowyn, che muori dalla rabbia ogni volta che lui le prende la mano o parla con lei >> Proseguì facendomi diventare rossa dall’imbarazzo << Che quando credevamo che lui fosse morto tu sei stata malissimo, non mangiavi, non dormivi, non vivevi ! E che non puoi vivere senza di lui, ecco dovresti dirgli tutto questo. >>
 
Chiusi gli occhi per la disperazione. Non potevo crederci, ancora una volta mia sorella era riuscita a svergognarmi davanti all’Elfo. Non osavo girarmi verso di lui perché sicuramente l’avrei sorpreso con quel suo sorrisetto compiaciuto del cavolo. Portai una mano fra i miei capelli, scompigliandomeli per la rabbia di essere stata smascherata davanti a Legolas. Tutti i miei sentimenti erano stati messi in mostra davanti a lui. Era una situazione insopportabile.
 
<< Va bene >> Dissi per bloccare la lista di cose che dovevo confessare all’Elfo << Gli parlerò, promesso. >>
 
*Non c’è nemmeno bisogno di parlargli, perché grazie a te sorellina, adesso sa tutto!!!!* Pensai furiosa.
 
<< Oh bene, così mi piaci >> Rispose quella tutta allegra << Ti ricordi quando la prima volta che l’hai incontrato, ti ha colpita così tanto che non capivi perché lo ritenevi… bello?! >> Scoppiò in una risata scellerata.
 
Rideva solo lei. Aragorn sembrava non essere contento della notizia rivelata, io volevo sprofondare nelle oscurità della terra e non fare mai più ritorno mentre sicuramente l’Elfo stava sorridendo, come al solito.
 
<< Grazie per avermelo ricordato >> Le dissi ironica <<  Senza di te sarei stata persa. >>
 
<< E beh hai ragione >> Rispose Arwen fiera di se stessa << Adesso io e il tuo bel fratellino andiamo >> Proseguì mia sorella << E vi lasciamo soli. >>
 
Spalancai gli occhi al sentire quelle sue parole. Sapeva sin dall’inizio che io ero insieme a Legolas in quella stanza. Aragorn cominciò a chiedere spiegazioni ma Arwen riuscì a tirarselo via. Ero rossissima in volto, non volevo voltarmi, ma prima o poi dovevo farlo per forza, mica potevo stare tutta la notte a fissare la porta. Non dovetti far nemmeno tanta fatica, perché Legolas mi afferrò delicatamente dai fianchi e mi fece lentamente voltare verso di lui. Il mio cuore stava per esplodere.
 
<< I tuoi occhi sono così bui >> Disse all’improvviso .
 
<< Leg…olas…io…non… >> Cercai di dire qualcosa ma non ci riuscì << Mi dispiace. >>
 
<< E per cosa ? >> Domandò l’Elfo stupito <<  Per essere così bella da farmi impazzire? Per essere così dolce e piena di energie allo stesso tempo? Per farmi provare tutti questi sentimenti meravigliosi? >> Continuò accarezzandomi lentamente il viso << Come puoi dirmi di perdonarti ? Se è grazie a te che io sono sopravvissuto, è grazie a te se sono riuscito a sopravvivere alla morte, ed è grazie a te se io mi sento così vivo e pieno di voglia di amare ! >> Concluse baciandomi.
 
Mi lasciai andare definitivamente e la coperta scivolò a terra. Quel bacio mi stava facendo perdere tutte le forze. Avevo solo voglia di sentire le sue labbra sulle mie, la sua lingua lottare insieme alla mia, il suo sapore mescolarsi con il mio, al fine di diventare una cosa sola.
 
Mi prese in braccio continuando a baciarmi con veemenza. Misi le mie braccia intorno al suo collo per tenermi stretta a lui. Lentamente si avvicinò verso il letto. Ci staccammo per qualche secondo per poter riprendere fiato.
 Mi sorrideva  mentre ad ogni suo passo il mio cuore accelerava sempre di più. Mi fece stendere delicatamente sul letto per poi appoggiarsi su di me.  Riprese a baciarmi con sempre più foga. Lentamente portò la mano sulla fasciatura che copriva il mio seno.  La fece scivolare a terra provocando in me un imbarazzo immenso. Cominciai a tremare ad ogni suo tocco, ad ogni suo bacio sulla mia pelle, ad ogni sorriso che mi regalava. Pensai che non era giusto che quella nuda fossi solo io e quindi portai le mie mani sulla sua casacca. Legolas sorrise compiaciuto e mi aiutò nell’impresa di toglierla. Rimase a petto nudo mentre io lo osservavo incantata. Aveva un corpo perfetto. Accarezzai i suoi pettorali lasciando su di essi anche piccoli baci caldi.
 
<< Senti >> Disse prendendo la mia mano e portandola sul suo petto << Senti come batte il mio cuore, come muore d’amore per te. >>
 
Mi si strinse lo stomaco. Non riuscì a dire niente, anche perché Legolas passò subito all’azione. Si mise seduto sul letto e mi prese in braccio. Mi baciò di nuovo accarezzando il mio corpo. Tremavo come mai avevo fatto in tutta la mia vita.
 
<< Tranquilla, va tutto bene >> Mi sussurrò.
 
<< Legolas io…. >> Risposi imbarazzata << Io non ho mai fatto… >>
 
L’Elfo sorrise << Ti amo >> e mi baciò ancora e ancora.
Mi distese di nuovo sul letto e ricominciò a torturarmi con i suoi baci. Arrivò lentamente alla mia intimità e a quel punto il mio cuore perse un battito. Legolas alzò lo sguardo per incontrare il mio. Avevo paura, ma al contempo fremevo dalla voglia di unirmi a lui.
Lentamente fece scivolare via la fasciatura. Era una tortura interminabile. Mentre scopriva l’ultimo pezzo del mio corpo prese ad accarezzarmi la gamba con l’altra mano.
Quando rimasi completamente senza veli cercai di coprire il mio corpo con le mie braccia. Era troppo per me, restare nuda davanti ai suoi occhi. Legolas sorrise.
 
<< Non coprirti >> Portò la mano sul mio braccio scostandolo via << Sei bellissima. >>
 
Spostò anche l’altro mio braccio e rimasi immobile mentre avevo il suo sguardo addosso. Si chinò su di me e riprese a baciarmi in bocca, poi scese e passò a torturarmi l’orecchio e via via scese lungo il mio corpo. Emisi piccoli gemiti di piacere incontenibili. Non mi ero mai sentita così.
Legolas si alzò leggermente e portai le mie mani sui suoi pantaloni. Slegai le piccole corde vicino alla sua intimità e questo lo fece impazzire. Sentì qualcosa premere sui suoi pantaloni e ritrassi le mani imbarazzata e impaurita.
 
<< Scusami >> Sorrise ingenuamente << Mi fai perdere il controllo. >>
 
Sorrisi e portai di nuovo le miei mani sui suoi pantaloni per toglierglieli. Agì lentamente mentre sentivo il suo corpo fremere e tremare sotto al mio tocco. Glieli sfilai e li feci scivolare a terra. Adesso aveva addosso soltanto una piccola fasciatura che copriva la sua intimità. Rimasi a guardarlo indecisa sul da farsi. Avevo paura, non avevo mai visto un Elfo completamente nudo. Il suo sesso era pienamente visibile e sembrava volesse liberarsi da quella stoffa che teneva prigioniera la sua brama. Restammo per qualche secondo a guardare i nostri corpi, poi l’Elfo cominciò a togliersi lentamente la fasciatura. Sapeva benissimo che io non avrei mai avuto il coraggio di farlo.
Quando rimase completamente nudo il mio cuore accelerò d’improvviso. Era una creatura magnifica, non trovavo altre parole per descrivere la sua bellezza. Si distese su di me per darmi un altro piccolo bacio sulle labbra.
 
<< Sei stupendo >> Riuscì a dire ammirandolo.
 
<< Tu sei più che stupenda >> Rispose l’Elfo sorridendo.
 
E in quel momento portò le mani sui miei fianchi facendomi sussultare. Ricoprì il mio corpo di baci bollenti, dopodiché si rialzò di nuovo e arrivò al livello del mio viso.
 
<< Dimmelo se senti dolore >> Mi disse dolcemente.
 
Annuì deglutendo. Stavo per morire. Rimasi a guardare i suoi occhi e lentamente l’Elfo entrò dentro di me. Sentì un dolore atroce attraversarmi il bacino. Soffocai un gemito e portai una mano sul suo viso, accarezzandolo. Legolas cominciò a muoversi su di me, prima lentamente per poi aumentare il ritmo delle spinte. Il dolore ben presto scomparve lasciando spazio solo ad un immenso piacere. Respiravo ritmicamente insieme a lui, e dopo qualche minuto ci ritrovammo sudati fradici. Non riuscì a trattenere i miei gemiti come lui non riuscì a trattenere i suoi.
 Ci stavamo unendo, un solo battito, un solo respiro, eravamo diventati una cosa sola. Cercai le sue mani per stringerle alle mie. Lo baciai dolcemente per poi diventare sempre più insistente e desiderosa. Lo sentivo dentro di me, lo sentivo muoversi dentro di me. Il bacio esplose alla fine quando raggiungemmo insieme il piacere. I nostri gemiti morirono ognuno nella bocca dell’altro. Legolas appoggiò la testa sulla mia spalla mentre piano,piano cercava di riprendere fiato.
Lentamente uscì da dentro di me e si distese al mio fianco. Mi sentivo strana,diversa, qualcosa in me era cambiato.
 
<< Fëawen… >> Disse col fiatone << Te l’ho mai detto che Ti amo da impazzire? >>
 
<< Si >> Risposi semplicemente << Tante volte. >>
 
E in quel momento compresi che anch’io lo amavo, lo amavo come mai avevo amato in vita mia. Però non ero ancora riuscita a dirglielo guardandolo negli occhi, nonostante lui mi avesse donato il suo cuore.

 


HOLAAA RAGHIIII!!!
 
Sono tornata prima :D Yeeee ! Comunque spero di non aver fatto questo capitolo troppo volgare :/ cioè volevo che del loro momento scaturisse di più la dolcezza :))
Coooomunque ringrazio le mie lettrici che ogni capitolo recensiscono ^^ GRAZIEEE RAGAAA, VI AMO, VI AMISSIMO!! *-*
E vorrei dare il benvenuto a due new entry :
Aprile12 e Carmaux_95 !!! :D
 
E per le lettrici silenziose getto la spugna xD Non parleranno mai, ok, mi sono rassegnata xD ! Il vostro silenzio mi andrà più che bene !


PS : SE VOLETE LEGGERE UN'ALTRA STORIA CON IL NOSTRO LEG PROTAGONISTA VI CONSIGLIO DI LEGGERE "NEVE E FIAMME" DI ANNALOVE :D

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Capitolo 21
*** La ragazza di fuoco ***


Capitolo 21 – La ragazza di fuoco


 
Legolas mi afferrò dolcemente e mi fece voltare verso di lui. Mi sentivo terribilmente in colpa per non riuscire a dirgli quelle due paroline così importanti. Ero una vigliacca e lo sapevo benissimo. Quando mi sollevò il mento con le sue dita e incontrai i suoi occhi blu sentì una fitta allo stomaco. Il suo sguardo si fece sempre più intenso, guardava dentro i miei occhi con insistenza, quasi come se volesse addentrarsi nella mia anima.
 
<< Fëawen  >> Disse all’improvviso << I tuoi occhi sono bellissimi. >>
 
<< Sono tornati color nocciola? >> Domandai risollevata.
 
<< No >> Rispose l’Elfo sorridendo << Sono rossi e bellissimi. >>
 
<< Rossi? >> Replicai sbalordita << Ma è mai possibile che cambiano colore ogni secondo della mia esistenza?!! >>
 
<<  Credo che cambino a seconda del tuo stato d’animo >> Rise Legolas << E’ il colore dell’amore. >>
 
<< Eh? Tu dici? >> Abbassai lo sguardo imbarazzata .
 
<< Non spostare il tuo sguardo, per favore, guardami  >> l’Elfo abbassò il suo viso per incontrare il mio << E’ stata la notte più bella di tutta la mia vita immortale. >>
 
Quelle parole arrivarono dritte al mio cuore. Quanto poteva essere dolce quello stupido di un Elfo. Mi diede un piccolo bacio sulle labbra dopodiché mi attirò fra le sue braccia e ci addormentammo l’una abbracciata all’altro.
Non gli avevo detto che per me quella notte era stata la più bella in assoluto, mi ero limitata a sorridergli. Non riuscivo a esprimere i miei sentimenti con facilità, c’era sempre qualcosa che mi bloccava. Forse la paura di perderlo. Si, avevo una tremenda e immensa paura che l’avrei perso. Non potevo vivere una vita senza di lui, soprattutto dopo quella notte. Solo l’idea di separarmi da Legolas mi faceva sentir male.
 
Non appena chiusi gli occhi rividi la scena che avevo visto in precedenza. In una battaglia Legolas veniva trafitto da una freccia. Subito mi svegliai. Il mio respiro era irregolare. Per fortuna non avevo svegliato Legolas. Lo guardai per qualche secondo. Non poteva  e non doveva succedere quello che avevo appena visto in sogno. Io avevo dei poteri, come aveva detto Gandalf, dovevo imparare ad usarli per proteggere le persone che amavo. Mi alzai e dopo essermi rivestita uscì piano dalla stanza, facendo in modo di non svegliarlo.
Mi misi a correre per i corridoi della torre. Incontrai inaspettatamente qualcuno : mia sorella.
 
<< Ehi, ma dove vai così di corsa? >> Domandò Arwen stupita.
 
<< Devo allenarmi per la battaglia >> Risposi con l’intento di togliermela dai piedi il più velocemente possibile.
 
<< Sei cambiata >> Disse sorridendo << I tuoi occhi sono diventati rossi e i tuoi capelli brillano di un rosso acceso. >>
 
<< Lo so, questo è un male? >> Domandai preoccupata.
 
<< Non lo so se sia un male oppure un bene, ma sei te stessa >> Rispose semplicemente << Stai lasciando definitivamente Fëawen Andúnë . >>
 
<< Non capisco, cosa vuoi dire? >> Ero sempre più confusa.
 
<< Capirai col tempo >> Portò la sua mano sul mio viso << Sei la ragazza di fuoco. >>
 
<< La ragazza di che? >> Esclamai inorridita << Oh senti non mi starai prendendo in giro? >>
 
<< No, anzi ho già parlato troppo >> Arwen si guardò per un secondo intorno << Quello che vuoi sapere lo scoprirai proseguendo questo viaggio. >>
 
Mia sorella proseguì verso il corridoio mentre io rimasi per qualche minuto con gli occhi spalancati a guardare un punto nel vuoto. Non finivo mai di scoprire cose nuove. Adesso chi accidenti era “La ragazza di fuoco”?  Andavamo di male in peggio.
Scacciai subito via quei pensieri e corsi fuori per cercare di imparare a utilizzare al meglio i miei poteri. Dovevo proteggere mio fratello, mia sorella, i miei amici, e soprattutto dovevo proteggere il mio Elfo. Quello su cui dovevo concentrarmi era lo scudo protettivo. Gandalf mi aveva spiegato che anche se ero a diversi metri di distanza da una persona potevo utilizzare uno scudo e proteggerla dagli attacchi del nemico. Sarebbe stato faticoso e mi avrebbe portato via un sacco di energie, ma dovevo farlo.
 
Provai a estendere il mio scudo fino ad una roccia lì vicina. Presi una pietra e la lanciai su di essa. Non riuscì a proteggerla, il sasso colpì la roccia. Non mi diedi per vinta e provai di nuovo. Provai e riprovai continuamente finchè non venni interrotta da qualcuno.
 
<< Devi essere stimolata per usare lo scudo >> Sentì dire alle mie spalle.
 
Mi voltai di scatto e vidi di fronte a me Aragorn << Che vuoi dire? Spiegami. >>
 
<< Devi desiderare con tutta te stessa proteggere la persona che sta per ricevere un colpo da un qualsiasi nemico >> Mi fece capire mio fratello << Una roccia non può suscitare interesse nei tuoi confronti. >>
 
<< Ho capito >> Riflettei per qualche secondo e dopo parlai << Allora fai tu la mia cavia. >>
 
<< Con molto piacere >> Sorrise e si posizionò sulla roccia pronto per il mio attacco.
 
Chiusi gli occhi e dopo qualche istante lanciai la pietra addosso ad Aragorn. Riuscì ad espandere il mio scudo e a farlo arrivare da mio fratello. Il sasso rimbalzò contro la barriera trasparente e cadde a terra. Aragorn era sbalordito mentre io ero felice per essere riuscita nel mio intento.
 
<< Aragorn, chi è la ragazza di fuoco? >> Domandai d’un tratto.
 
<< E’ stata Arwen a parlartene, vero? >> Disse mio fratello avvicinandosi sospettoso.
 
<< Non ha importanza >> Risposi abbassando lo sguardo << Dimmi, ne sai qualcosa? >>
 
<<  Non posso dirti molto, ma ho notato in te un certo cambiamento >> Proseguì fissandomi <<  Tu sai perché tuo padre, Re Elrond, ti teneva chiusa a Gran Burrone? >> Domandò Aragorn per poi rispondersi immediatamente << Certo che non lo sai >> Sorrise << Non voleva che tu provassi tutte quelle emozioni che tutti gli esseri, sia mortali che immortali, potevano sentire e vivere nel corso della loro esistenza. >>
 
<< Le emozioni? >> Deglutì spaventata << Spiegati meglio. >>
 
<< Il dolore, la rabbia, l’angoscia, la sofferenza, l’odio >> Aragorn si fermò improvvisamente e poi alla fine concluse << E l’amore. >>
 
<< Per quale motivo io non dovevo conoscere tutte queste cose? >> Domandai ancora.
 
Mio fratello alzò lo sguardo su di me e dopo qualche momento di esitazione, rispose << Perché potevano far nascere in te delle cose, che potevano essere sia un bene che un male. Credo che hai raggiunto l’apice. >>
 
Ripensai in quel momento alla notte trascorsa con Legolas. Avevo fatto l’amore con lui, avevo provato un emozione indescrivibile, che fosse quella l’apice di cui parlava Aragorn?
 
<<  E adesso? Cosa mi succederà? >> Domandai impaurita.
 
<< Questo non lo so >> Mio fratello baciò dolcemente la mia fronte << Ma qualsiasi cosa accadrà io non ti lascerò mai. >>
 
Aragorn mi strinse forte fra le sue braccia. Avevo paura, tanta paura. Il terrore di poter far del male a qualcuno di loro mi tormentava.  Dovevo concentrarmi sulla battaglia, non importava chi ero, se Fëawen Andúnë o la ragazza fuoco, dovevo proteggerli e soltanto io potevo farlo. Sapevo che sin da quando ero piccola mio padre e tutti gli altri mi nascondevano delle cose sulla mia vera natura, ma credevo di aver scoperto tutto quando ero venuta a conoscenza di essere una Mezzelfa. A quanto pare c’erano altre cose che ancora non sapevo, tanti misteri da svelare. Mio padre ha cercato per quanto gli era stato possibile di tenermi lontana dal resto del mondo, ma sapeva benissimo che un giorno avrei dovuto andarmene. E l’aveva dimostrato quando aveva permesso la mia partecipazione all’impresa. Avevo tante domande da porgli, ma sapevo benissimo che quei miei dubbi e quelle mie perplessità potevano esser svelati solo da tre persone : mio padre, mia nonna e Gandalf. Loro erano a conoscenza di tutto.
 
Più tardi cominciammo i preparativi per la battaglia. Aragorn cercava di convincere il Re di inviare richieste d’aiuto, ma Theodèn non voleva di che saperne. Non capiva che così ci stava condannando tutti ad una morte certa.
 
<< Voglio che gli Uomini e i ragazzi forti, capace a reggere le armi, siano pronti per la battaglia entro stasera! >> Ordinò alle sue guardie.
 
<< Sissignore! >> Risposero quelli obbedendo.
 
<< Noi sorveglieremo la strada rialzata e il cancello dall’alto >> Proseguì il Re << Nessun esercito ha mai creato una breccia nelle Mura o messo piede nel Trombatorrione. >>
 
<< Questi non sono una marmaglia di stupidi Orchi! >> Intervenne Gimli <<  Questi sono Uruk-hai. Hanno armature spesse e scudi imponenti. >>
 
<<  Io ho combattuto molte guerre, mastro Nano. So come difendere il mio bastione >> Rispose Thèoden << Irromperanno su questa fortezza, come l’acqua sulle rocce . Le orde di Saruman saccheggeranno e appiccheranno il fuoco, una cosa già vista >> Proseguì il Re << Le colture si possono riseminare, le case ricostruire. All’interno di queste mura noi sopravviveremo. >>
 
<< Non vengono a distruggere le colture o i villaggi di Rohan, ma vengono a distruggere la popolazione! >>  Dissi io all’improvviso << Fino all’ultimo bambino! >>
 
<< Che cosa dovrei fare io? >> Chiese il Re guardandomi << Guarda i miei uomini. Il loro coraggio è appeso a un filo.  Se deve essere la loro fine, allora farò fare a loro una grande fine, che venga ricordata per sempre. >>
 
<<  Invia messaggeri, mio Signore! >> Insistette Aragorn << Devi chiedere aiuto. >>
 
<< E chi verrà? Gli Elfi ? >> Posò lo sguardo su di me << I Nani? >> Guardò Gimli <<  Non siamo fortunati come te, nelle amicizie. Le vecchie fratellanze sono morte. >>
 
<< Gondor risponderà  >> Disse mio fratello sicuro di quel che diceva.
 
<<  Gondor?! >> Esclamò il Re << Dov’era Gondor quando cadde l’Ovestfalda?  Dov’era Gondor quando i nostri vicini ci hanno circondato? Dov’era Gondor…. >> Si fermò all’improvviso per qualche secondo e poi riprese a parlare <<  No, mio signore Aragorn, noi siamo soli. >>
 
La guerra incombeva, non c’era più tempo, ripeteva Theoden ai suoi soldati. E aveva ragione. Al calar della notte sarebbero arrivati. Un esercito di circa 10 mila Orchi sarebbe giunto da noi. Non avevamo speranze di vittoria, eravamo solo 300, e la maggior parte erano vecchi e ragazzini. Mi si stringeva il cuore a guardare quei visi colmi di timore. E in quel momento capì che la guerra non aveva senso se non quello di creare dolore e sofferenza .
Mentre osservavo il tutto vidi Eowyn avvicinarsi a Legolas. Non avevamo ancora parlato da ieri notte.
 
<<  Legolas !  ti prego di stare molto attento >> Disse quella posando la sua mano su quella dell’Elfo.
 
<< Lo farò, grazie dell’interessamento, mia signora >> Rispose Legolas scansando gentilmente la sua mano.
 
<< Pregherò per te >> Proseguì Eowyn portandosi le mani sul petto.
 
<< Prega per tutto il popolo, sono loro ad averne bisogno >> Concluse l’Elfo << Scusa ma ho da fare, adesso. >>
 
Eowyn si alzò sulle punte e diede un piccolo bacio sulla guancia dell’Elfo. Volevo ucciderla. Tenni a bada i miei istinti omicidi con tutta la forza che avevo in corpo. Per fortuna scappò via altrimenti l’avrei presa di nuovo per i capelli.
 
Legolas si voltò verso di me. Volsi immediatamente il mio sguardo da un’altra parte, ma l’Elfo aveva capito che avevo assistito all’intera scena. Si avvicinò lentamente a me, sentivo il mio cuore scoppiare.
 
<< Dovresti andare anche tu nelle grotte con le donne e i bambini >> Disse appena mi raggiunse.
 
<<  Cosa? Stai scherzando, vero? >> Scoppiai a ridere.
 
<< No >> Era serio << Non sto scherzando >> Aggiunse << Non voglio perderti. >>
 
<< Io combatterò che ti piaccia o no >> Risposi guardandolo dritto negli occhi.
 
<< Non posso combattere sereno se so che ci sei anche tu ! >> Disse dopo qualche secondo di esitazione << Lo capisci questo? >>
 
<< Beh dimenticami >> Risposi << Per tutta la durata della battaglia fai finta che io non esista, facile no? >>
 
<< Sei una stupida, Fëawen !  >>  Alzò il tono di voce << Come puoi scherzare su queste cose? Dopo quello che è successo ! >>
 
<< Perché?  Cos’è successo? >> Abbassai lo sguardo facendo finta di non sapere.
 
Legolas si allontanò di qualche centimetro. Aveva l’aria di chi era abbastanza confuso. Non capiva perché mi stavo comportando in quel modo. Io non volevo che lui morisse a causa mia, se per tutta la durata della battaglia facesse a meno di pensarmi, questo lo gioverebbe. Pensavo di averlo stizzito con quelle mie parole fredde, invece ritornò di nuovo sui suoi passi e riprese a parlare.
 
<< Io e te ieri notte abbiamo fatto l’amore >> Disse avvicinandosi << Te lo ricordi? >>
 
Non urlò nel dire quelle parole, ma le persone che stavano lì vicine sentirono. Tutti si voltarono verso di noi, compresi Aragorn e Gimli. Diventai rossa dall’imbarazzo. Avevo già sia occhi che capelli di un rosso acceso, figuriamoci il mio viso in quella situazione. Sembravo un pomodoro.
 
<< Ma allora sei proprio un idiota!! >> Gli urlai sferrandogli uno schiaffone fortissimo da farlo sbattere contro la parete.
Trattenni le lacrime e corsi via per fuggire da quella situazione imbarazzante.
*Ma come ha potuto quel deficiente dire davanti a tutti cos’è successo l’altra notte fra me e lui!!!!!?? Ma come si fa a fidarsi dei maschi? Non si può e basta!!!*
Fermai la mia corsa sfrenata poiché vidi una persona e mi incuriosì talmente tanto che mi avvicinai. Era Theoden, Re di Rohan.
 
<< Mio Re, qualcosa vi preoccupa? >> Domandai improvvisamente.
 
<< Principessa >> Disse voltandosi << Non è niente >> Aggiunse poi << E’ la vita, nient’altro. >>
 
<< Possiamo farcela >> Proseguì posando una mano sulla sua spalla in segno di incoraggiamento.
 
<< Chi sono io, Fëawen  ? >> Domandò il Re posando la sua mano sulla mia.
 
<< Siete Re Theoden, Signore di Rohan >> Risposi immediatamente sorridendo.
 
<< E vi fidate di questo Re? >> Chiese nuovamente guardando verso l’orizzonte.
 
<< I vostri Uomini, Sire Theoden, vi seguiranno verso qualunque sorte. >>  
 
<<  Verso Qualunque sorte… >> Replicò il Re << Dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov’è il corno che suonava? Sono passati come la pioggia sulle montagne. Come il vento nei prati. I giorni sono calati a Ovest dietro le colline, nell’Ombra. Come siamo giunti a questo? >>
 
Non sapevo cosa rispondere per risollevargli il morale. Aveva ragione, c’era solo Ombra e nient’altro. Rimasi lì con il Re, in silenzio, ad ascoltare il vento, mentre il nemico avanzava sempre di più verso di noi. Ripensavo a quei poveri ragazzi ancora troppo giovani per indossare elmo e armatura e per afferrare armi da guerra. Ripensavo ai loro visi, alle lacrime delle loro madri, alle urla di disperazione. Tutto quello a causa della pazzia scellerata, di un odio insensato, della brama di potere, di un male incontrollabile. Come siamo giunti a questo? Appunto.
 
Ritornai dopo qualche ora dagli altri. Vi trovai Aragorn, Legolas e Gimli parlare, mentre tutti gli altri Uomini si preparavano, indossando le armature.
 
<< Stallieri, maniscalchi, coltivatori >> Commentò mio fratello osservandoli << Questi non sono soldati. >>
 
<<  Molti hanno visto troppi inverni >> Aggiunse Gimli.
 
<< O troppo pochi >> Proseguì Legolas << Guardateli, sono spaventati.  E hanno ragione. Trecento contro diecimila?  >>  
 
<< Hanno più speranza di difendersi qui che a Edoras >>  Intervenne mio fratello.
 
<<  Aragorn, non possono vincere questa battaglia, moriranno tutti! >>  Continuò l’Elfo alzando il tono di voce.
 
<< Allora io morirò come uno di loro ! >> Urlò Aragorn infine per poi andarsene via.
 
Legolas fece per andare da lui, ma Gimli lo fermò << Lascialo andare, lascialo stare. >>
 
Decisi di correre a cercare mio fratello. Legolas mi vide, ma abbandonai immediatamente il suo sguardo. Non avevo voglia di parlare con lui. Corsi nella ricerca di Aragorn, non l’avevo mai visto arrabbiarsi con Legolas, era il suo migliore amico, erano tutti molto nervosi, forse era per questo. L’Elfo era arrabbiato anche per colpa mia, lo dovevo ammettere.
Bloccai la mia corsa quando vidi Arwen abbracciare teneramente mio fratello. Mi nascosi per non farmi vedere dai due, ero curiosa di sentire quello che si stavano dicendo.
 
<< Mi dispiace, io e Legolas non abbiamo mai discusso, non so cosa mi sia preso >> Disse Aragorn a mia sorella.
 
<< Lui è molto preoccupato per Fëawen, mentre tu sei nervoso per questa battaglia, è normale >> Lo consolò accarezzandogli i capelli.
<< Forse abbiamo sbagliato a lasciare che accadesse ieri notte >> Proseguì l’Uomo sciogliendosi dall’abbraccio.
 
<< L’amore non è mai sbagliato, Elessar >> Lo corresse Arwen sfiorandogli le labbra.
 
<<  Ho paura per lei e sono preoccupato anche per il mio amico >> Continuò Aragorn  << Non voglio che la sua trasformazione continui, voglio la mia Fëawen  . >>
 
<< La ragazza di fuoco dovrà arrivare, è scritto ormai, non ci resta che sperare per il meglio >> Lo rassicurò mia sorella.
 
<< Hai ragione >> Le prese una mano e la portò  alla sua bocca per baciarla << Perché non sei partita, Arwen? >> Domandò mio fratello << Perché non hai lasciato la Terra di Mezzo per un mondo migliore? >>
 
<< Perché questo è il mio posto ed è qui che voglio restare >> Rispose pronta mia sorella.
 
<< Qui c’è solo morte >> La informò Aragorn.
 
<< Ma c’è anche vita e speranza, mio amore. >>
 
Aragorn baciò Arwen. Si amavano alla follia e invidiavo mia sorella per il fatto che diceva liberamente quello che provava per lui, mentre io non riuscivo nemmeno a dire un “ti amo” all’Elfo. Pensai alla loro discussione riguardo alla ragazza di fuoco e mi incupì di colpo. Aragorn non voleva che completassi la mia trasformazione, ma non capivo di cosa diavolo stesse parlando. E per di più nessuno voleva darmi spiegazioni a riguardo. Riflettei su loro due, su tutta la loro conversazione e capì che dovevo parlare a Legolas e dirgli una volta per tutte quello che provavo per lui, prima che fosse troppo tardi.
Quando tornai da tutti gli altri vidi l’Elfo parlare con mio fratello. Stavano facendo pace e questo mi rallegrò enormemente. Quei due si volevano un bene dell’anima, non potevano stare senza parlarsi.
 
Si strinsero la mano e quindi pensai che fosse il momento adatto per agire. Aragorn si stava allontanando. Legolas alzò lo sguardo e mi vide avanzare verso di lui. Sorrise leggermente e lo stesso feci io. All’improvviso però fummo interrotti dall’udire di un suono. Era un corno.
 
<< Non è il corno degli Orchi >> Disse Legolas sorridendo.
 
Corremmo tutti per vedere chi era che stava arrivando. Era un esercito di Elfi. Il cancello si aprì per permettere al mio popolo di entrare.
 
<< Ma com’è possibile?  >> Domandò Theoden esterrefatto.
 
<< Porto notizie da Elrond di Gran Burrone >> Intervenne uno di loro facendosi strada. Era Haldir !
 
<< Haldir!! >> Esclamai sorridendo << Non ci credo, tu qui?! >> corsi ad abbracciarlo.
 
<< Principessa,che piacere rincontrarvi >> Mi baciò gentilmente la mano.
 
Mi voltai con la coda dell’occhio e intravidi Legolas sbuffare e lo sentì borbottare qualcosa irritato. Sorrisi leggermente per poi voltarmi verso il Re.
 
<< Un’alleanza esisteva una volta fra Elfi e Uomini >> Riprese a parlare Haldir << Molto tempo fa abbiamo combattuto e siamo morti insieme. Siamo qui per onorare questa lealtà. >>
 
<< Sei più che benvenuto ! >>  Lo accolse Aragorn mettendo una mano sulla spalla dell’Elfo.
 
<< Siamo fieri di combattere per gli Uomini ancora una volta >> Concluse Haldir.
 
Era ormai notte tarda e gli Orchi sarebbero arrivati da un momento all’altro. Prendemmo tutti posizione all’interno e all’esterno della fortezza. Io , Legolas e Gimli restammo insieme.
 
<< Potevi scegliere un posto migliore! >> Borbottò Gimli che non riusciva a vedere niente a causa della sua altezza << Beh, qualunque sia la vostra fortuna, che superiate questa notte! >>
 
<< Grazie, Gimli >> Risposi sorridendo.
 
<< Tutto bene qui? >> Domandò Aragorn.
 
<< I tuoi amici sono con te >> Rispose Legolas.
 
<< Che superino la notte anche loro >> Aggiunse Gimli.
 
In quel momento vidimo l’esercito degli Orchi avanzare verso di noi. Erano migliaia, non avevamo speranze di salvezza. Accidentalmente strinsi forte la mano di Legolas. Lui si voltò verso di me stupito.
 
<< Ti amo >> Disse semplicemente.
 
Strinsi ancora di più la sua mano e nel momento in cui stavo per aprir bocca l’incitamento alla battaglia di Aragorn, mi interruppe.
 
<<  Non abbiate per loro alcuna pietà, perché voi non ne riceverete! >> Urlava  mio  fratello a tutti noi.
 
<< Che sta succedendo? >> Chiese impaziente Gimli.
 
<< Vuoi che te lo descriva?  O preferisci avere un rialzo? >> Lo prese in giro l’Elfo.
 
L’esercito di Orchi si fermò. Aspettavamo che loro dessero inizio alla battaglia.
 
<< Fermi ! >> Urlò Aragorn, ma un anziano signore non riuscì a trattenere la mano e sferrò una freccia, la quale colpì uno degli Orchi.
 
L’esercito di mostri rispose all’attacco e cominciò a sferrare frecce.
 
<< E così ha inizio >> Sentenziò Re Theoden.
 
<<  Pronti a colpire ! >> Continuò mio fratello.
 
<<  La loro armatura è sottile sul collo e sotto le braccia  >>  Disse Legolas per poi sferrare due frecce contemporaneamente.
 
Anch’io cominciai a sferrare frecce a più non posso, ne avevo già uccisi parecchio. Ci dividemmo e entrammo nel vivo della guerra.
 
<< Legolas ! Io ne ho già uccisi due! >> Urlò Gimli fiero di se stesso.
 
<< Io diciassette >> Rispose l’Elfo facendo rimanere di stucco il Nano.
 
<< Eh? Non permetterò a orecchie a punta di battermi! >> Borbottò Gimli per poi buttarsi di nuovo ad uccidere mostri.
 
Afferrai la mia spada e riposai l’arco. Scesi più sotto e cominciai a trafiggere gli Orchi, senza nemmeno guardarli in faccia. Non volevo guardare chi uccidevo. Faceva troppo male.
 
<< Lanciate al cancello! Lanciate! >> Ordinò Aragorn per cercare di fermare alcuni Orchi che cercavano di sfondare l’entrata.
 
Andai di corsa lì sotto per fermarli. Uno degli Uruk-hai aveva in mano qualcosa, nella confusione non capì. Poi all’improvviso mi resi conto che la loro intenzione era quella di far saltare in aria il cancello ed entrare.
 
<< Legolas ! Abbattilo! Abbattilo ! >> Urlò Aragorn incitando l’Elfo ad uccidere quell’Uruk-hai.
 
Il mostro cadde e riuscì a far esplodere un pezzo dell’entrata. Molti Uomini caddero, altri riuscirono a tenersi. Io ero lì che cercavo con gli occhi il mio Legolas. Dovevo accertarmi che stesse bene. Appena lo vidi i nostri sguardi si incrociarono per un attimo. All’improvviso vidi un Orco avvicinarsi a lui con un’ascia. Attivai all’istante il mio scuso e l’ascia del nemico rimbalzò contro la barriera. Legolas si voltò e riuscì ad abbatterlo. Non gli era successo niente, potevo continuare a combattere. La situazione però per noi si stava facendo sempre più difficile. Dovevamo ritirarci nella fortezza. Io, Aragorn e Gimli eravamo lì fuori a combattere. Estesi il mio scudo e avvolsi anche loro due. Adesso riuscivo a padroneggiare meglio il mio potere.
 
<< Aragorn ! Ritiratevi nella fortezza! >> Sentimmo urlare da una delle guardie del Re.
 
Mio fratello annuì e raccolse tutti i suoi Uomini. Poi intravide Haldir. Dovevamo avvertire anche lui.
 
<< Haldir! Nella fortezza! >> Urlai per farmi sentire dall’Elfo.
 
Mentre tutti tornavamo indietro vidi un Orco dietro ad Haldir. Lo stava per trafiggere alle spalle. Mi concentrai e feci espandere il mio scudo fino ad arrivare a lui. Fortunatamente ci riuscì e l’Elfo ebbe l’opportunità di uccidere l’Orco. Corremmo per entrare dentro alla fortezza. Legolas ci buttò giù una corda per farci salire. Uno ad uno ci arrampicammo. Io arrivai per prima e lo aiutai a tirare su anche gli altri.
D’un tratto vidi un Uruk-hai puntare il suo arco contro il mio Elfo. Ricordai la visione. Non capì più niente in quel momento, la freccia era stata scoccata. Gli altri erano tutti saliti. Di scatto mi misi davanti all’Elfo. Senza pensare, senza riflettere. La freccia mi colpì in pieno petto. Caddi all’indietro perdendo i sensi.
 
<< Fëawen!!! >> Urlò Legolas prendendomi in braccio << No! No! No! >>
 
<< Portiamola dentro!! >> Urlò Aragorn disperato.
 
Ci rifugiammo tutti all’interno della fortezza. Legolas mi posò a terra. In un lampo arrivò mia sorella Arwen. Tutti mi circondarono. Perdevo molto sangue, in quantità per niente rassicuranti.
 
<< La freccia l’ha colpita al cuore! >> Sentì dire da mia sorella in preda alla disperazione.
 
<< I tuoi poteri non possono fare niente?! >> Domandò Aragorn urlando.
 
<< Fëawen, per favore, rispondimi >> Legolas mi accarezzò piano il viso.
 
Ripresi per un attimo conoscenza << Legolas, io, io >> Cercai di parlare ma mi mancava il fiato << Ti amo. >>
 
Calò un improvviso silenzio. Se non fosse per il boato che c’era fuori delle mura, si poteva dire che non si sentiva più alcun rumore, solo i miei lamenti e il mio sangue che sgorgava all’infinito.
 
<< Perché mi dici questo?! >> Rispose l’Elfo mentre cercava di trattenere le lacrime.
 
<< Perché è finita per me >> Continuai singhiozzando << E te lo dovevo dire prima della fine. >>
 
<< No! Ascoltami, non è finita! Tu vivrai ancora >> l’Elfo non riusciva a darsi per vinto. Le sue mani erano piene di sangue << E noi saremo finalmente felici,insieme. >>
 
<< Mi dispiace per tutto >> Continuai cercando di sorridere << Sono stata talmente cieca, non volevo ammettere che ti amavo più di ogni altra cosa al mondo. >>
 
<< Smettila, non dire così, risparmia le energie. Devi sopravvivere, hai capito? >> Una sua lacrima cadde sul mio viso. Stava piangendo, non potevo crederci. Mi amava veramente.
 
<< Addio >> Dissi e poi vidi un bagliore immenso pervadermi completamente.
 
Sentì le urla disperate di Legolas e di tutti gli altri farsi sempre più lontane.
E poi il nulla. Solo Ombre.
 


Hola raghi!
Questo capitolo è un po’ più lungo rispetto agli altri ^^ Ma dato che starò via una settimana e aggiornerò quasi sicuramente o venerdì o sabato mi sembrava giusto metterne uno più lungo :D
Ringrazio, come sempre tutte le lettrici ^^ Siete sempre molto gentili e soprattutto chi recensisce ogni capitolo ^^ Grazie infinite !
In particolare ringrazio una new entry :
Giuli_Urban !!!
 
Lettrici silenziose… Vi prego dite qualcosa ahahhaah Lo so avevo detto che mi ero rassegnata, ma non è vero! Non getterò mai la spugna u.u ! Avanti parlate, dite qualsiasi cosa, pure “LA STORIA FA SCHIFO” Basta che dite qualcosa xD !
Okay, vi saluto, buona settimana a tutti ^^ Buona scuola, Buon lavoro e che Dio ce la mandi buona!

Alla prossima!! :D

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Capitolo 22
*** Un piccolo prezzo da pagare ***



                                                          


<< Alatariel, svegliati >> Udì una voce richiamarmi dalle tenebre in cui mi ritrovavo.
 
Mi chiamava Alatariel. Non capivo del perché sentivo di essere io Alatariel se il mio nome era Fëawen . Di scatto riaprì gli occhi. Davanti a me vidi Gandalf. Il vecchio mago sorrideva.
 
<< Ben svegliata, Alatariel >> Disse lo stregone << Ci hai fatto preoccupare molto. >>
 
<< Alatariel? >> Risposi cercando di riaprire meglio gli occhi.
 
<< E’ il tuo nome >> Si fermò per un secondo << Alatariel Celebrindal. >>
 
Quel nome per me era così familiare. Non capivo più nulla. L’unica cosa che ricordavo era che una freccia aveva trafitto il mio cuore e di aver detto a Legolas di amarlo. E poi niente, il nulla totale. Portai una mano sulla fronte. Ero in una confusione immensa. Guardai i miei capelli all’improvviso. Erano rossi come il fuoco. Il mio biondo ramato era sparito. Ero cambiata, così, tutto d’un tratto, dall’oggi al domani.
 
<< Che sta succedendo, Gandalf? >> Domandai confusa al mago << Ti prego, dimmi tutto, altrimenti scoppierò! >>
 
<< Ti dovrò raccontare tutto, non ho altra scelta >> Sorrise leggermente << Doveva accadere prima o poi, lo sapevamo tutti che doveva accadere. >>
 
 
Gandalf prese a raccontare tutta la storia << Moltissimi anni fa, tua nonna, dama Galadriel, diede alla luce una creatura : Alatariel Celebrindal. Era un Elfo femmina meraviglioso, dai lunghi capelli rossi >> Sorrise per poi proseguire << Già da piccola aveva dimostrato di essere diversa rispetto agli altri Elfi, lei era speciale, possedeva un potere immenso, ma al contempo spaventoso. Non riusciva a controllare le proprie emozioni, la rabbia, l’odio, la troppa allegria e tante altre cose ancora. Il suo potere era incontrollabile. >>
 
<< Alatariel è figlia di Galadriel? >> Replicai al limite della confusione << Non ci sto capendo più niente! Io sono figlia di Galadriel?! >>
 
<< Calma, ragazza. Lasciami continuare   >> Mi fermò lo stregone <<  Alatariel col passare del tempo cominciò a perdere il controllo del proprio potere. Non riusciva a tenere a bada le proprie emozioni, l’odio, l’amore, la rabbia. In lei si scatenava qualcosa di incontrollabile. Quando raggiunse la tua età si innamorò perdutamente di un Elfo. Lo voleva ed era pronta a tutto pur di ottenerlo. Però l’Elfo in questione era Elrond, Re di Gran Burrone. >>
 
<< Mio padre??! >> Replicai sbalordita << Alatariel era innamorata di mio padre? >>
 
Gandalf mi fece tacere alzando leggermente la sua mano . Poi Riprese a raccontare << Col tempo l’amore divenne un capriccio. Lei voleva lui. Ma il caso volle che Elrond fosse già innamorato di un’altra persona : Celebrian, sorella di Alatariel. I due si innamorarono perdutamente e presto convolarono a nozze. Dietro tutta quella felicità e tutto quell’amore però, l’odio di Alatariel, nei confronti della sorella, cresceva sempre di più >> Il mago chiuse gli occhi per qualche secondo, quasi come se stesse ricordando nella propria mente tutto  quello che mi stava raccontando << Dopo il matrimonio e la nascita di Arwen Undomìel, Alatariel non riuscì più a tenere a bada l’odio e il risentimento, il suo potere esplose e uccise Celebrìan. >>
 
<< Ha ucciso sua sorella?! Io, non capisco, cosa c’entro  in tutto questo?! >> Domandai al limite dell’esasperazione.
 
<< Dopo quell’episodio, Alatariel impazzì, scappò via. Aveva perso completamente la lucidità, uccidendo la sorella. Non riuscì a reggere la situazione. Un male, a poco, a poco si impossessò di lei. La Terra di Mezzo era in pericolo. Il suo potere divenne ancora più grande e ingovernabile. Galadriel  alla fine affrontò sua figlia. Doveva ucciderla per il bene di tutti. >>
 
<< E cosa successe dopo? >> Continuai a domandare curiosa.
 
<< Galadriel non ebbe il coraggio di uccidere Alatariel, era un dolore troppo grande per una madre, uccidere la propria figlia >> Riprese Gandalf con tono pacato << Ed è qui che entri in gioco tu. Tua madre Gilraen ti diede alla luce e quel giorno Alatariel arrivò a Gran Burrone con lo scopo di ucciderti. >>
 
<<  Uccidermi? E perché? Ce l’aveva anche con mia madre? >>
 
<< L’amore per Elrond era scomparso e si era trasformato in odio. Voleva uccidere qualsiasi persona lui amasse per procurare lo stesso dolore che lui aveva procurato a lei, scegliendo di sposare sua sorella >> Mi spiegò Gandalf << E quel giorno tua nonna fece di tutto pur di proteggerti, affrontò Alatariel. Lo scontro fu durissimo, e alla fine ce la fece >> Mi guardò per qualche secondo << Confinò Alatariel Celebrindal nel corpo di una neonata, nel corpo di Fëawen Andúnë.  >>
 
<< Lei è dentro di me? >> Dissi stupita << Ma chi sono io? Alatariel o Fëawen Andúnë  ? >>
 
<< Alatariel sta prendendo il sopravvento. La tua trasformazione è ultimata, come vedi il tuo corpo è cambiato, i capelli e gli occhi sono del suo stesso colore, il tuo sguardo è diverso, non è più quello di Fëawen, dolce e puro e di questo me ne rammarico. >>
 
<< Prenderà il sopravvento anche nella mia mente? >> Domandai impaurita << Smetterò completamente di essere Fëawen? >>
 
<< Questo non lo posso sapere >> Continuò Gandalf << Quel che è certo è che il potere che possiedi può far si del bene, salvando la gente. Ma puoi fare anche del male alle persone a te care. Devi evitare di provare emozioni di qualsiasi genere, non arrabbiarti, non … >>
 
<< Non amare >> Aggiunsi io con lo sguardo perso nel vuoto.
 
<< Si, era quel che volevo dire >> Proseguì il mago prendendo all’improvviso la mia mano e stringendola << Devi dimenticare il Principe. >>
 
<< Dimenticarlo? >> Inghiottì le lacrime << Come posso dimenticarlo? >>
 
<< Sei salva, ed è quello che importa per il momento >> Rispose il mago dispiaciuto.
 
<< Ma a quale prezzo?! >> Alzai il tono di voce << Se non posso toccarlo, non posso baciarlo, non posso amarlo!? >>  Urlai e le finestre della stanza in cui mi trovavo cominciarono a tremare.
 
<< Non avevo altra scelta, dovevo accelerare la trasformazione. Solo così avresti potuto salvarti >> Cercò di calmarmi ma invano.
 
<< Dovevi lasciarmi morire, Gandalf! >> Urlai di nuovo << Come posso adesso rinchiudere tutto l’amore che provo? Come posso guardarlo e tacere? >>
 
<< Alatariel, calmati ! >> Cercò di tranquillizzarmi ancora.
 
<< Non chiamarmi in quel modo! Io non sono il mostro di cui mi hai raccontato ! >> Mi alzai portandomi le mani ai capelli << Io sono Fëawen ! >>
 
<< Ho tentato di risvegliarti chiamandoti più e più volte Fëawen >> Disse d’un tratto qualcuno entrando << Ma hai aperto gli occhi solo al sentire il nome di Alatariel. >>
 
Mi voltai e vidi sulla soglia della porta Arwen e Aragorn << Arwen! Io… >> Cercai di dire qualcosa, ma niente.
 
<< Stai tranquilla, andrà tutto bene >> Si avvicinò lentamente.
 
<< No! Stammi lontana! >> Indietreggiai spaventata << Non voglio farti del male. >>
 
<< Ma sono io, sono tua sorella >> Proseguì Arwen continuando ad avvicinarsi.
 
<< Io ho ucciso tua madre! >> Urlai scoppiando a piangere e provocando la rottura dei vetri di tutte le finestre della stanza.
 
<< Non sei stata tu, è stata Alatariel ! >> Intervenne Aragorn.
 
<< Ma io sono Alatariel! >>  Risposi accasciandomi a terra.
 
<< Lei vive in te, ma non è tua la colpa di tutto il male che ha compiuto >> Proseguì mia sorella.
 
<< Tieni a bada il tuo potere e vedrai che il male che è dentro di te non prenderà piede >> Aggiunse Gandalf.
 
<< Perché l’ha dovuta rinchiudere dentro il mio corpo??! Perché??! >> Urlai disperata stringendo le mani intorno alla testa.
 
<< Perché non ha avuto altra scelta! >> Rispose Gandalf alzando il tono di voce << Per salvare te e per non vivere col rimorso di aver ucciso la propria figlia! >>
 
<< Lasciateci sole, adesso >> Interenne Arwen << Per favore, andate via. >>
 
Gandalf e Aragorn uscirono dalla stanza sentendo alle loro spalle il mio pianto disperato. I vetri erano a terra frantumati e fuori un temporale sembrava stesse per iniziare. Arwen si sedette a terra accanto a me. Mi abbracciò forte e dopo qualche secondo mi lasciai andare e piansi sulla sua spalla.  Intanto nel cielo fulmini e saette presero vita. Mi resi conto che a causare quella tempesta ero proprio io. Abbracciai mia sorella sempre con più forza. Sapevo benissimo che dovevo trovare il coraggio di fermarmi, ma non ci riuscivo. Avevo bisogno di piangere il mio dolore. D’altronde non era una notizia come un’altra. Mi avevano appena detto che un Elfo sanguinario e pericoloso è stato rinchiuso dentro di me quando ancora ero una neonata e che a poco, a poco stava prendendo il sopravvento su di me. Il mio corpo si era già trasformato, anche se non di molto, giunsi quindi alla conclusione che io e Alatariel assomigliavamo abbastanza anche da prima che iniziassi la mia trasformazione. Tutto quello che ero in grado di fare, tutti i poteri che possedevo, non erano i miei, non erano di Fëawen Andúnë,, ma di Alatariel. Ero per metà una persona e per metà un’altra.
 
<< Arwen, dov’è Legolas? >> Le domandai dopo esser riuscita a calmarmi.
 
<< Non lo so, è stato tutto il tempo vicino a te, non ti ha mai lasciata >> Rispose mia sorella accarezzando i miei capelli.
 
<< Lui sa? >> Continuai mentre le lacrime non la smettevano di bagnarmi il viso.
 
<< Si, sa tutto >> mia sorella prese il mio viso fra le sue mani << Ha reagito male, proprio come te, è scappato via, non so dove sia andato. >>
 
<< Scappato via?! >> Dissi alzandomi di scatto << Devo andare da lui. >>
 
<< No, Ala… >> Si fermò nel pronunciare quel nome << Scusami, Fëawen, ma non puoi andare da lui, per il tuo bene e per il suo. >>
 
<< Devo parlargli >> Dissi voltandomi verso di lei << Per favore, Arwen, concedimi solo pochi minuti, solo per questa volta. Ti giuro che non mi avvicinerò mai più a lui. >>
 
<< Non giurare, Fëawen, non farlo >> Prese la mia mano << Vai, ma non fare niente di avventato, stagli il più possibile alla larga. >>
 
<< Lo farò >> Dissi abbassando lo sguardo.
 
<< E tornate presto, dobbiamo partire >> Aggiunse poi << Andiamo da Saruman. >>
 
<< Ah…senti ma la guerra? >> Mi ricordai d’un tratto.
 
<< Abbiamo vinto noi >> Rispose sorridendo << E adesso vai, prima che ti veda qualcuno! >>
 
Presi alla lettera le parole di Arwen e corsi via facendo in modo di non farmi vedere da nessuno. Il temporale era scomparso, ma la pioggia continuava a scendere. Probabilmente perché il dolore che avevo dentro non si era per niente placato. Salì in sella al mio cavallo e andai alla ricerca dell’Elfo.
Cavalcai per molto, la pioggia continuava incessante. Poi ai margini di un fiume lo vidi. Un Elfo dai lunghi capelli biondi era lì’, fermo, con la pioggia che scendeva dritta sul suo viso.
Scesi subito da cavallo. Legolas era di spalle. Mi avvicinai lentamente. Avevo paura della sua reazione vedendomi lì.
 
<< Perché sei venuta? >> Disse all’improvviso lasciandomi spiazzata << Non dovresti essere qui. >>
 
<< Voglio parlare con te >>  Trovai il coraggio di rispondere.
 
<< E di cosa? >> Si voltò e vidi i suoi occhi blu feriti << So già tutto e suppongo anche tu, no? >>
 
<< Mi dispiace << Riuscì a dire << Io non volevo farti del male. >>
 
<< Sei viva, Fëawen , e questo è quello che conta >> Rispose abbassando per qualche secondo il viso.
 
<< No, non è vero! >> Dissi avvicinandomi << Sono viva, si, ma a quale prezzo? >>
 
<< Ti prego, non ti avvicinare >> Indietreggiò << Non potrei sopportarlo. >>
 
<<  Legolas, io… >> Stavo per dire quelle parole, quelle uniche parole che ero riuscita a confessargli in punto di morte.
 
<< Non lo dire >> Mi interruppe l’Elfo << Non facciamoci ancor di più del male. >>
 
<< Il male lo sento lo stesso, non cambia niente dirlo o non dirlo >> Aggiunsi avvicinandomi a lui.
 
<< No >> Indietreggiò di nuovo .
 
<< Hai paura che possa farti del male? >> Domandai dispiaciuta.
 
<< No >> Rispose semplicemente << Ho paura di fartene io. >>
 
Il cuore mi prese a battere all’impazzata. Contemporaneamente il fiume vicino a noi cominciò ad agitarsi inspiegabilmente. Non dovevo provare più nessun tipo di emozione, dovevo mettermelo bene in testa. Cercai di calmarmi.
 
<< Ti amerò per sempre, Fëawen >> Disse alzando la testa e posando i suoi occhi nei miei << E forse in un’altra vita potremmo stare insieme >> Aggiunse << Ma in questa non possiamo. >>
 
<< Se solo… >> Arrivai lentamente da lui << Potessi distruggerla >> alzai la mia mano << Se solo potessi liberarmene >> toccai il suo viso accarezzandolo.
 
<< Distruggeresti te stessa >> Disse poggiando la sua mano sulla mia << Ed io non potrei permettere che questo accada. >>
 
<< Ma ci deve pur essere un modo >> Le lacrime ricominciarono a scendere << Non posso credere che sono obbligata a stare lontana da te! >>
 
<< Ti prego, va via >> Scansò via la mia mano << Non c’è alcun modo, non c’è una soluzione, c’è solo tanto dolore e nient’altro. >>
 
<< Non dire così >> Deglutì trattenendo le lacrime << Non posso vederti in questo stato, ti prego, sorridi, come hai sempre fatto. >>
 
<< Non ci riesco, mi dispiace >> Disse voltandosi dall’altra parte.
 
Lo guardai ancora per qualche secondo. Poi non ce la feci più a trattenermi. Mi alzai in punta di piedi e sfiorai dolcemente le sue labbra. L’Elfo non si mosse, rimase immobile. Sentì un calore scaldarmi il cuore. E in quel momento un dolore atroce mi colpì.
Mi accasciai a terra mettendomi le mani sopra la testa. Sentivo una voce parlarmi interiormente.
 
<< E’ giunta l’ora per te di lasciare questo corpo ! >> Sentì dire.
 
<< No! Non riuscirai a cacciarmi via ! >> Urlai disperata cercando di resistere.
 
<< Fëawen !!! Che ti prende??! >> Legolas cercava di calmarmi, ma il dolore era troppo forte.
 
In quel momento un fulmine scoppiò in cielo e arrivò dritto da noi colpendomi in pieno e scaraventando L’Elfo via facendolo sbattere contro un albero. Per fortuna riprese subito conoscenza. Io svenni e caddi sull’erba. Il temporale sparì all’improvviso e il cielo tornò sereno.
Legolas si avvicinò piano a me.  Era stupito dal fatto che i miei capelli erano ritornati del colore di una volta. Si chinò su di me e iniziò ad accarezzarmi. Come sentì le sue mani sul mio viso riaprì lentamente gli occhi. Erano tornati color nocciola.
 
<< Oh grazie al cielo >> Disse l’Elfo sorridendo.
 
<< E tu chi sei? >> Domandai guardandolo confusa.
 
 
 
 

FINE SECONDA PARTE

 
 
 
Hola!!!!!  Come state ragazzuoli???
Spero bene ^^
Uhm, questo capitolo non è statico per niente xD Lo so! Comincia male e …. Poi? Finisce bene o male? E bohh! xD  Se non avete capito qualcosa, chiedete pure xD E’ un po’ confusionale, lo ammetto ._. !
Coooomunque, con questo capitolo si è conclusa la seconda parte della storia e cioè “Le due Torri”. ^^ Se volete che continui recensite :D
Ringrazio tutte le lettrici che mi hanno accompagnato in questi 22 capitoli :D Grazie, grazieissimo!!
E un grazie di cuore ha chi recensisce ogni capitolo!
Grazie anche alle lettrici silenziose! ( Please dite qualcosina XD)
E con questo vi saluto !
Baci .
Scarl.

 

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Capitolo 23
*** Abbiamo tutti bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo ***


                                         

 
TERZA PARTE
 


Capitolo 23 -  Abbiamo tutti bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo
 


Lo guardai ancora per qualche secondo. Non sapevo chi fosse, cosa facesse lì, accanto a me. L’unica cosa che sapevo era che lo trovavo meraviglioso. Riuscivo a specchiarmi in quei suoi occhi blu spettacolari. Osservavo attentamente i suoi lineamenti perfetti. Quel suo viso tanto angelico. Mi fermai a guardare la sua bocca. Non parlava, era rimasto muto. I suoi capelli dorati brillavano alla luce del sole. Era una visione celestiale per i miei occhi. Sentivo la sua voce in lontananza, ero stordita, non capivo niente.
 
<< Feawen, sono io, sono Legolas >> Disse avvicinandosi << Ti ricordi di me? >>
 
<< No >> Risposi ritornando alla realtà << Non ricordo. >>
 
Non capivo come facevo a non ricordarmi di un essere così bello. Vidi il suo volto diventare molto preoccupato. Si portò la mano fra i capelli, scompigliandoseli. Cominciò a borbottare delle cose in una strana lingua che io non compresi.  Non facevo altro che guardarlo incantata. I suoi gesti mi affascinavano. D’impulso mi lasciai andare un piccolo sorriso. L’Elfo biondo alzò la testa e ricambiò leggermente il sorriso portando la sua mano ad accarezzarmi il viso. Mi spaventai un po’ e iniziai ad allontanarmi.
 
<< Non ti preoccupare >> Mi tranquillizzò << Non ti voglio fare del male. >>
 
Mi lasciai accarezzare e ricambiai il suo dolce sorriso. Non capì il motivo ma improvvisamente sentì un forte calore al viso e abbassai lo sguardo imbarazzata. Sentì l’Elfo tirare su un sospiro profondo che arrivò dritto sul mio viso. Sentì in quel momento il suo profumo e chiusi gli occhi per assaporarlo meglio. Quando li riaprì vidi l’Elfo alzarsi e porgermi una mano. Dopo qualche secondo di esitazione afferrai la sua mano e mi alzai anch’io. Era molto alto, io gli arrivavo alle spalle. Visto da quella prospettiva era ancora più bello.
 
<< Ti ricordi il tuo nome? >> Mi domandò.
 
<< No, non lo ricordo >> Risposi giocando con i pollici delle mie mani.
 
<< Oh fantastico >> Disse portandosi le mani sui fianchi << Vieni con me, avanti. >>
 
<< E dove mi porti? >> Domandai impaurita << Io non ti conosco, non so chi sei, non mi posso fidare di te. >>
 
<< Beh, non sai nemmeno chi sei tu, quindi non è che hai molte possibilità >> Proseguì afferrando le briglie del cavallo.
 
<< No, senti, io su quel coso non ci salgo >> Dissi indietreggiando << Ho una tremenda paura. >>
 
<< Tu? Paura di salire su un cavallo? Questa è bella >> Scoppiò a ridere.
 
<< Non c’è niente da ridere >> Risposi infastidita dal suo comportamento  << Prosegui pure per la tua strada, cavaliere, che io proseguo per la mia. >>
 
Mi voltai e iniziai a camminare verso non so quale meta. Quell’Elfo così angelico e meraviglioso mi aveva infastidita parecchio. Non sapevo nemmeno chi fosse, non sarei andata con lui nemmeno per tutto l’oro del mondo. Anche se era bello come il sole, le cose non cambiavano. Per me era soltanto uno sconosciuto, bello, ma pur sempre uno sconosciuto. Feci si e no un cinque, sei passi e mi ritrovai l’Elfo davanti a bloccarmi la strada. Era sceso da cavallo con una velocità inaudita, nemmeno me ne ero accorta.
 
<< Non posso lasciarti andare >> Disse bloccando il mio cammino << Devi venire con me. >>
 
<< Spostati, per favore, non vorrei essere scortese >> Risposi pronta.
 
<< Non voglio usare le maniere forti >> Si chinò leggermente << Quindi o vieni con me… >>
 
<< O che mi fai? >>  Lo sfidai guardandolo dritto negli occhi.
 
L’Elfo non rispose, si limitò a fare un mezzo sorriso compiaciuto. Non sapevo perché, ma quel sorrisetto mi irritò incredibilmente. Senza rendermene conto mi afferrò dalla vita e sollevandomi mi trainò sulla sua spalla fino al cavallo. Cominciai a sbraitare come ad una matta mentre lo pregavo di rimettermi giù. La sua risata divertita arrivò al mio cuore. Mi sciolsi senza capirne il motivo. In pochi secondi ero già seduta sul cavallo. L’Elfo salì subito mettendosi dietro di me e accogliendomi fra le sue braccia. Prese le briglie e il cavallo si mosse.
Cavalcavamo piano, forse lo faceva per me, dato che avevo un po’ di paura. Trovai invece quella piccola cavalcata molto rilassante e piacevole. Sentivo il suo profumo fra i miei capelli. Mi fece appoggiare sul suo petto e questo mi fece arrossire di nuovo. Da quella posizione sentivo i battiti accelerati del suo cuore. Batteva al ritmo del mio. Alzai di poco il viso per guardare il suo. L’Elfo se ne accorse e abbassò lo sguardo al fine di incontrare i miei occhi. Avevo avuto l’impulso di abbassarli nel momento in cui lui si era voltato a guardarmi, ma non ci riuscì. Rimasi a fissarlo come immobile.
 
<< Tutto bene? >> Domandò sorridendo.
 
<< Benissimo >> Risposi ricambiando il sorriso << Non mi ricordo come hai detto che ti chiami. >>
 
<< Legolas >> Disse spostando il suo sguardo verso qualcos’altro.
 
<< Dimmi Legolas, tu mi conosci, vero? >> Continuai cercando di non perdermi nel blu dei suoi occhi << Cos’eravamo noi due? Amici? Siamo parenti,forse? >>
 
<< Oh no >> Sorrise leggermente << Noi eravamo… >> Si interruppe diventando cupo di colpo.
 
<< Ebbene? >>
 
<< Compagni di viaggio >> Rispose alla fine.
 
Non dissi più niente. Capì, dal tono con cui mi aveva risposto, che non era in vena di parlare. Proseguimmo la cavalcata verso non so dove. Su quel cavallo, con lui accanto, fra le sue braccia, mi sentivo protetta. Nessuno mi avrebbe fatto del male con lui al mio fianco, ne ero certa. Ogni tanto alzavo lo sguardo per osservarlo, per cercarlo nei miei ricordi. Mi sforzavo, ma niente, non riuscivo proprio a ricordare chi fosse. Ero arrivata alla conclusione che sicuramente si era sbagliato e non mi conosceva neppure, altrimenti non riuscivo a spiegarmi come potevo aver dimenticato un viso così bello. Il suo nome era meraviglioso, degno di lui naturalmente. Però alcuni suoi atteggiamenti mi irritavano e parecchio anche. Non sopportavo il modo in cui si prendeva gioco di me oppure i suoi sorrisetti compiaciuti. Era un Elfo bellissimo e insopportabile.
Quando finalmente arrivammo a destinazione, scese da cavallo e senza nemmeno che me ne rendessi conto mi afferrò nuovamente in braccio. In una frazione di secondi mi ritrovai col viso attaccato al suo. Ci guardammo per un interminabile secondo. Poi mi rimise delicatamente a terra. Continuò a guardarmi in un misto di imbarazzo e divertimento. Mi porse il suo braccio per aggrapparmi a lui, ma io lo scansai e presi a camminare da sola. Subito Legolas affrettò il passo e mi raggiunse. Camminavamo fianco a fianco e sentivo le nostre mani sfiorarsi.
 
<< Dove stiamo andando? >> Chiesi curiosa << Non me l’hai ancora detto. >>
 
<< Siamo al Fosso di Helm, e ti porto da alcuni amici >> Rispose nel modo più semplice del mondo.
 
<< Li conosco? >> Domandai ancora << Cioè, li conoscevo? >>
 
<< Certo >> Disse voltandosi e sorridendomi.
 
Quel suo piccolo sorriso mi fece scaldare il cuore. Legolas mi fece strada verso l’entrata. Era grandissima, non ricordavo di aver mai visto una cosa del genere. Intorno c’era una desolazione immensa, giacevano alcuni corpi senza vita di molti soldati. Lì a terra vi erano anche corpi di mostri. Rabbrividì guardandoli e senza rendermene conto mi aggrappai al braccio dell’Elfo, stringendolo forte.
 
<< Tranquilla, fidati di me >> Si fermò per accarezzarmi il viso.
 
Annuì cercando di sorridergli, ma in verità avevo una paura tremenda. Nonostante tutto sentivo il bisogno di fidarmi di lui.
Entrammo in una grande sala. Infondo vi erano delle figure. Un Uomo seduto su un trono con accanto un vecchio con un bastone. Nella stanza c’erano altre figure, ma io mi concentrai maggiormente su di loro. Appena mettemmo piede nella sala tutti si voltarono verso di noi. Mi aggrappai ancora una volta al braccio dell’Elfo. Avevo gli occhi di quelle persone addosso, mi sentivo terribilmente a disagio. Guardai Legolas per qualche secondo e il suo sorriso mi fece capire che dovevo stare tranquilla.
Appena li raggiungemmo vidi meglio anche le altre figure. C’erano due donne, un Nano e altri due Uomini, nella sala.
 
<< E’ successo un bel guaio >> Esordì l’Elfo << Credo ve ne siate accorti tutti,vero? >>
 
<< E’ tornata com’era una volta >> commentò il Nano << Che diamine è accaduto? >>
 
<< Ha perso la memoria >> Rispose subito Legolas << Non si ricorda più niente. >>
 
<< sorella >> Disse una delle due donne << Non ti ricordi di me? >>
 
Risposi di no scuotendo la testa. Guardavo tutti loro con timore mentre mi nascondevo dietro al braccio di Legolas. Il vecchio con la barba si avvicinò a me. Strinsi ancora di più l’Elfo.
 
<< Questo è decisamente un bel guaio >> Disse avvicinandosi e guardarmi attentamente.
 
<< Siete mio nonno, per caso? >> Domandai curiosa.
 
<< Tuo nonno >> Rise di gusto << No, ma è come se lo fossi dopotutto. >>
 
Sorrisi al vecchio barbuto e allentai leggermente la prese sul braccio di Legolas. Sentivo che avrei potuto fidarmi anche di quel vecchietto così gentile.
 
<< Gandalf, cosa significa questo? >> Domandò un Uomo avvicinandosi.
 
<< In verità non lo so neppure io >> Rispose il vecchio << Non so chi delle due abbiamo davanti agli occhi. >>
 
<< Chi delle due? >> Replicai confusa << Cosa sta dicendo questo vecchio rimbambito? >>
 
<< Tranquilla, è un mago, quindi parla di cose strane >> Mi rassicurò Legolas soffocando una piccola risata.
 
<< Per adesso non ditele niente del suo passato, dovrà ricordare tutto da sola >> Proseguì il vecchio barbuto << Siamo intesi? >>
 
<< Credo abbia perso anche i suoi poteri >> continuò l’Elfo.
 
<< Se è così, ci troviamo in un bruttissimo guaio, allora >> Disse il vecchio preoccupato << Eowyn porta la…signorina a riposare, noi dobbiamo parlare di alcune faccende importanti. >>
 
Guardai la ragazza a cui si era rivolto il vecchietto. Notai subito che dovevo starle molto simpatica visto il modo in cui mi guardava. Feci molta fatica a lasciare il braccio di Legolas e a malincuore mi allontanai da lui, accompagnata dalla donna.
Si fermò davanti ad una porta lungo l’immenso corridoio. Aprì la stanza ed entrammo entrambe.
 
<< Dimmi, Legolas ti ha trovata? >> Domandò dopo un lunghissimo silenzio.
 
<< Si >> Risposi sorridendo ripensando al dolce sorriso dell’Elfo << E’ stato molto gentile con me. >>
 
<< Si, è molto gentile con tutti >> Proseguì la ragazza << E’ il mio fidanzato, lo sapevi? >>
 
Rimasi senza parole. Il sorriso che prima era dipinto sulle mie labbra sparì di colpo. Cercai di non farle capire quanto ci fossi rimasta male, congratulandomi con lei e facendole complimenti. Non sapevo che altro dirle e per fortuna uscì dalla stanza lasciandomi sola.
Volevo sprofondare nell’abisso più oscuro. Non capivo nemmeno per quale motivo ero rimasta così male. In fondo era uno stupido e irritante Elfo. Mi sedetti sul letto e ripensai a tutto quello che era successo. Dal mio risveglio non ricordavo più nulla della mia vita. Niente di niente. L’arrivo di Legolas è stato come un fulmine a ciel sereno. Mi aveva sconvolta completamente. Non riuscivo a non pensare a lui. Rotolavo e rotolavo su quel letto e l’unico mio pensiero era rivolto a quell’Elfo da strapazzo.
Non riuscì più a stare dentro alla stanza e uscì nel corridoio. Non sapevo dove andare e presi una strada qualsiasi. Dopo un po’ di girovagare arrivai di nuovo davanti alla sala in cui eravamo stati poco prima. Sentì delle voci provenire da lì dentro e stranamente capì che riuscivo a sentirle benissimo, anche se erano molto distanti.
 
<< Lei doveva uccidere il Nazgul, capite? >> Era il vecchio che parlava << Senza poteri non può farcela. >>
 
<< Alatariel ha abbandonato il suo corpo, quindi? >> Chiedeva l’Uomo che prima si era avvicinato a me.
 
<< Non so che dirti, Aragorn >> Rispose il vecchio << Vediamo cosa succede col tempo. >>
 
<< Quel fulmine, l’ha colpita in pieno >> Intervenne Legolas << non è possibile che abbia perso i suoi poteri e scacciato via Alatariel? >>
 
<< Può essere, come non può >> Rispose la donna che prima mi aveva chiamata sorella.
 
<< Per adesso non datele informazioni del suo passato, nemmeno il suo vero nome, sarà lei a dirci chi è, quando sarà arrivato il momento >> ordinò il vecchio << cercate solo di far rinascere in lei i ricordi. >>
 
La discussione sembrava essersi volta al termine. Sentì dei passi venire verso la porta. Subito corsi via alla ricerca della mia camera. Per fortuna la ritrovai e mi rinchiusi lì dentro. Ero abbastanza confusa e molto stanca. Avevo sentito tante cose, ma non avevo capito un accidenti. Mi distesi sul letto e cercai di riposare.
Verso sera sentì qualcuno bussare alla mia porta. Mi alzai titubante e andai ad aprire.
 
<< Ciao, la cena è pronta >> Disse la donna, anzi l’Elfo dai capelli scuri << Vieni? >>
 
<< Certo, un momento e arrivo >> Risposi sorridendole.
 
Era bellissima. Sentivo di conoscerla, anche se non mi ricordavo di lei. Aveva degli occhi stupendi e un sorriso meraviglioso. Se ne andò via dandomi una piccola carezza sulla guancia. Chiusi la porta e cercai di sistemarmi, per quanto mi era possibile. Sul letto trovai dei vestiti puliti e iniziai a spogliarmi.
In quel momento la porta della mia stanza si aprì.
 
<< La cena è pronta… >> Disse Legolas entrando << Oh scusa, scusa, scusa ! >> aggiunse coprendosi con una mano gli occhi.
 
<< Si bussa prima di entrare ! >> Lo sgridai super imbarazzata.
 
<< Lo so, scusami ancora >> Proseguì sbirciando e sorridendo << hai finito? >>
 
<< Si >> risposi sbuffando << puoi togliere la mano. >>
 
<< Bene, non ce la facevo più >> sorrise compiaciuto << andiamo? >>
 
<< Aspetta un attimo >> lo afferrai da un braccio << Perché non mi hai detto che sei fidanzato? >>
 
<< Eh? Fidanzato? >> Rispose quello confuso.
 
<< Si, con Eowyn >> Continuai io abbassando lo sguardo << Me lo ha detto lei. >>
 
<< Capisco >> Disse cambiando il tono di voce << Beh, non ho avuto ragione di dirtelo. >>
 
Lo guardai per un attimo e poi scoppiai << Sei veramente uno stupido! >>  gli urlai contro sbattendolo fuori dalla stanza.
 
<< Hei, che ti prende? Calmati adesso! >>  cercò di fermare la mia furia omicida.
 
Legolas bloccò le mia mani con le sue. Quel contatto mi bloccò di colpo. Alzai il viso e incontrai i suoi occhi blu. Mi persi in quel mare infinito e non capì più niente.
 
 

Saaaaaaaaalve!

Rieccomi con la terza parte :D
Ringrazio come sempre tutte coloro che hanno recensito e seguito questi 23 capitoli e spero che continuerete a farlo :D

Mi raccomando, dite la vostra, ci tengo molto :D
Recensite, recensiteeeeeee :D
Vediamo se arriviamo a 10 recensioni per questo capitolo, su ^.^

Ps : questa settimana non parto e quindi aggiungerò più capitoli :DDDD
 
BACI.
SCARL.

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Capitolo 24
*** 24. Elwen ***


Capitolo 24 –  “Elwen”


                                                                        
Rimasi immobile mentre Legolas stringeva le mie mani nelle sue. Mi tuffai nel blu dei suoi occhi e non riuscì più a reagire. Sentì una scossa lungo la schiena. Dei brividi pervasero il mio corpo. All’improvviso persi le mie forze. Non riuscivo a staccarmi da quel suo sguardo intenso e meraviglioso.
 
<< Scusami >> Riuscì a dire a stento << Non so cosa mi sia preso. >>
 
<< Non preoccuparti >> Disse lasciando le mie mani << Andiamo a cenare, adesso. >>
 
Annui abbassando il viso. Ero troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi. Quella mia scenata era stata ridicola. Lo conoscevo da appena un giorno, come potevo prendere che mi raccontasse della sua vita privata? Ero davvero incorreggibile. Percorremmo il lungo corridoio camminando fianco a fianco. Non parlai per tutto il tragitto, mi sentivo troppo stupida. Non capivo il motivo di quella mia reazione, c’era qualcosa di veramente strano in me e ogni volta che l’Elfo mi stava accanto, la mia stranezza aumentava.
 
 
 
*
Fëawen, quanto sei indifesa. Non era mia intenzione farti del male, ma per il momento è meglio che tu non sappia che fra noi due c’era amore. Ma cosa sto dicendo? C’è ancora amore, un amore grande e puro e che non andrà mai via. Ci sono delle cose però che devono andare per il loro verso e non c’è niente che si possa fare. Spero solo non farti soffrire come sto soffrendo io adesso, camminando fianco a te senza poterti toccare o anche solo sfiorare.*
 
 
Legolas sembrava pensieroso. Forse stava ripensando alla scena di poco fa. Sprofondai di nuovo nell’abissale imbarazzo. Non avevo nessuna giustificazione per come mi ero comportata. Sembravo una bambina di due anni a cui veniva rubato il giocattolo preferito da un’altra bambina. Tirai su un sospiro profondo. Ero stanca morta, avrei preferito di gran lunga rimanere nella mia camera a riposare. Avevo anche tanta fame però.
 
Appena entrammo nella sala tutti si voltarono verso noi due. Mi sentì nuovamente a disagio. Poi come vidi Eowyn dirigersi verso di noi e precisamente verso Legolas sentì una morsa allo stomaco. Rimasi lì ad osservarli mentre la ragazza lo abbracciava. Cercai di cambiare direzione dello sguardo e tornai a tutti gli altri. Con mio grande stupore e imbarazzo anche loro stavano guardando proprio me. Ero il centro dell’attenzione in pratica. Per fortuna arrivò a salvarmi qualcuno.
 
<< Scusami, prima non mi sono presentata >> Disse avvicinandosi << Sono Arwen. >>
 
<< Piacere, io sono…. >> Mi bloccai di colpo poiché mi ricordai che non sapevo quale fosse il mio nome.
 
<< Bisogna trovarle un nuovo nome per adesso >> Intervenne il vecchietto col bastone.
 
<< Come ti piacerebbe chiamarti? >> Mi domandò Arwen trascinandomi con se per sedermi al tavolo.
 
<< Ecco, non saprei >> Risposi imbarazzata << Datemelo voi un nome. >>
 
<< Da chi di noi lo vorresti? >> Chiese l’Uomo dagli occhi azzurri accanto ad Arwen.
 
Alzai lentamente il viso. Guardai per un attimo l’Uomo e dopo aver recepito la sua frase mi voltai per cercare l’Elfo. Era seduto accanto ad Eowyn e aveva gli occhi fissi su di me. Riabbassai gli occhi imbarazzata e arrossì. Poi li rialzai e incontrai di nuovo il suo sguardo celestiale.
 
<< Legolas >> Dissi alla fine armandomi di coraggio << voglio che sia tu a trovarmi un nome. >>
 
L’Elfo non sapeva cosa dire. Lo avevo colto alla sprovvista. Era molto imbarazzato e cominciò a balbettare non so cosa. Le sue guancie arrossirono improvvisamente e vedendolo in quello stato sorrisi. Era così dolce, sembrava un bambino indifeso. Eowyn aveva uno sguardo assassino, mi stava sbranando con gli occhi.  Non capivo il perché di tutto quel disprezzo nei miei confronti.
 
<< Elwen >> Disse d’un tratto << Ti piace? >>
 
<< Si >> Sorrisi << Molto. >>
 
Sentì delle risate soffocate da parte di Arwen e Aragorn. Non capivo perché stessero ridendo in quel modo insano. Mi voltai verso di loro e li beccai con la mano a coprirsi la bocca mentre cercavano di trattenere una risata. Erano rossissimi in viso e quasi stavano per mettersi a piangere dal troppo ridere.
 
<< Legolas >> lo chiamai di nuovo << cosa significa Elwen? >>
 
 

*Accidenti e adesso cosa le dico? Che stupido che sono stato! Potevo dirle un nome qualsiasi a caso. Invece mi sono lasciato trasportare dai sentimenti che provo verso di lei…. ed eccomi qui, come un emerito stolto a fissarla senza sapere cosa diavolo dire!*
 

 
L’Elfo non rispondeva. Sembrava si fosse incantato. Eowyn prese a sventolargli la mano di fronte al viso. Legolas sussultò di colpo e tutti scoppiammo a ridere. Era veramente buffo.
Cominciammo a mangiare e dimenticai di chiedergli il significato del nome che mi aveva dato. Solo durante la cena me lo ricordai. Non era però il momento adatto per ridomandarglielo, non volevo essere troppo pesante. Anche perché successe una cosa che mi fece rimanere nuovamente di sasso. Eowyn afferrò la mano di Legolas e prima di finire la cena si allontanarono insieme. Li seguì con lo sguardo fino all’uscita della sala. Inspiegabilmente il cuore iniziò a farmi male.
 
 


Eowyn mi prese per mano e dopo aver lasciato la sala ci fermammo a parlare su un terrazzo lì vicino. Aveva qualcosa di importante da dirmi. E sapevo anche di cosa si trattasse, ma speravo con tutto il cuore di sbagliarmi.
 
<< Legolas io ti amo >> Disse all’improvviso lasciandomi di stucco.
 
<< Eowyn io.. >> Non sapevo cosa dirle, non volevo ferire i suoi sentimenti.
 
<< Aspetta, fammi finire >> mi interruppe lei << Lo so che provi ancora qualcosa per lei, ma per favore, dammi un’opportunità. 
Fëawen non potrà mai farti felice, io invece si. >>
 
Non volevo ferirla e per questo motivo decisi di darle una possibilità per farsi amare da me. Sentivo che il mio cuore sarebbe appartenuto per sempre a
Fëawen, ma forse non era destino che noi due stessimo insieme. Per provare a dimenticarla una volta per tutte decisi di affidare il mio cuore ad un’altra donna. Non riuscì a capire il perché non appena risposi “Ti darò un’opportunità, Eowyn” sentì una fitta al cuore. La ragazza mi abbracciò e mi strinse a se e mentre la avvolgevo fra le mie braccia mi venne davanti il viso di Fëawen.
 
<< Sono così felice ! >> Disse al settimo cielo << andiamo a dirlo agli altri. >>
 
<< No, aspetta >> La afferrai da un braccio << non mi sembra il caso. >>
 
<< E perché mai? Non starai mica pensando ancora a lei, vero? >> Divenne triste di colpo e cercai un modo per dirle che si stava sbagliando.
 
<< E’ che non mi piace parlare della mia vita privata con gli altri, sono fatto così >> mi giustificai sperando che lei abboccasse.
 
Eowyn annuì mettendo su un mezzo sorriso. Tornammo da tutti gli altri. E finalmente rincontrai gli occhi del mio cuore.
 
 
 

Rientrarono nella sala e ne fui subito contenta. Appena lo vidi sorrisi di colpo. Durante la serata però successe qualcosa di veramente inaspettato. Eowyn ad un certo punto si alzò dalla sedia e chiese tutti di fare silenzio.
 
<< Eowyn che stai facendo? >>  l’Elfo cercò di richiamarla, ma invano.
 
<< Volevo dire a tutti voi che io e Legolas ci siamo fidanzati ! >> Annunciò piena di entusiasmo.
 
Spalancai gli occhi al sentire quella notizia. Il mio cuore si fermò e rimasi senza parole. Solo il Re applaudì, tutti gli altri erano rimasti troppo scossi per dire o fare qualcosa. E nel momento in cui Eowyn diede un bacio all’Elfo sulle labbra, non riuscì più a trattenermi. Mi alzai di scatto e scappai via dalla sala. Sentivo di aver fatto l’ennesima stupidata di quel giorno, ma non ero riuscita a controllarmi.
 
 
 
Mi sentivo veramente un idiota. L’avevo ferita. Quel momento per lei era molto difficile. Aveva perso la memoria, non sapeva più chi fosse, ed io invece di starle accanto le stavo procurando altro dolore e confusione. Si ricordava ancora di me. In un modo o nell’altro l’amore che provava nei miei confronti era ancora vivo in lei. E allora capì che un amore come il nostro non poteva essere distrutto, non poteva essere dimenticato. Non si può dimenticare ciò che si ama.
Non feci in tempo a voltarmi verso la porta che mi arrivò un pugno in pieno viso. Mi portai una mano sulla bocca. Alzai lo sguardo e vidi Aragorn davanti a me.
 
<< Si può sapere cosa diavolo hai in quella testaccia da Elfo??! >> Mi urlò contro furioso.
 
<< Calmati adesso, Aragorn >> Arwen cercò di tranquillizzarlo.
 
<< Calmati un corno! >> Ribadì il mio migliore amico << non puoi prenderti gioco dei suoi sentimenti in questo modo, è mia sorella! >> Cercò di colpirmi ancora, ma riuscì a schivarlo.
 
A mettere fine a quella rissa ci pensò Gandalf. Diede un colpo sulla testa ad Aragorn e poi lo diede a me. Me lo meritavo in fin dei conti.
 
<< E adesso smettetela di fare i bambini e lasciatemi andare dalla mia 
Fëawen >> Disse il mago per poi dirigersi verso la porta << E comunque lei si ricorda di te, questo ormai è certo. >>
 
Gandalf si era rivolto a me. Disse quella frase e poi uscì dalla sala. Volevo andare insieme a lui, ma preferì evitare di far infuriare ancora Aragorn.
 
 

Mi rinchiusi nella mia stanza e mi buttai sul letto. Inaspettatamente dai miei occhi iniziarono ad uscire delle lacrime. Portai una mano ad asciugarmi il viso e all’improvviso sentì dei colpetti alla porta. Non volevo rispondere perché credevo fosse l’Elfo. Dopo qualche minuto entrò il vecchietto barbuto.
 
<< piccola mia, non piangere >> Disse entrando e avvicinandosi a me.
 
<< Oh sei tu, vecchietto >> ero felice di rivederlo.
 
<< chiamami Gandalf, per favore >> Proseguì sorridendo << posso parlarti? >>
 
<< Certo >> Risposi asciugandomi ancora una volta il viso.
 
<< lascia perdere il Principe per un attimo, sono cose che poi si aggiusteranno queste. E’ inutile versare altre lacrime >> Disse Gandalf come se stesse raccontando una barzelletta << E arriviamo al dunque. Prima che tu perdessi la memoria, eri in possesso di alcuni poteri. E questi poteri ti avrebbero aiutata per sconfiggere un nemico potente e pericoloso. Un Nazgul. >>
 
<< mi stai prendendo in giro, vero? >> domandai scioccata.
 
<< No, piccola mia >> Rispose quello continuando il suo racconto << Ecco adesso ci troviamo in un bel pasticcio, perché tu eri l’unica che potevi distruggerlo. Eri nata con questo unico scopo. >>
 
<< ma se io non so nemmeno maneggiare una spada, come potrei uccidere questo Nazgul? >> Ero veramente esterrefatta.
 
<< dobbiamo trovare il modo, mia cara >> proseguì lo stregone prendendo la mia mano.
 
<< Questa è veramente una scocciatura >> sbuffai << Ma per lo meno smetterò di pensare a … >> mi fermai prima di pronunciare il nome dell’Elfo << niente. >>
 
<< Bene, ti prometto che appena troverò un modo correrò subito da te per informarti >> mi rassicurò Gandalf per poi darmi un piccolo bacio sulla fronte.
 
<< Sai, sento di conoscerti >> Dissi d’un tratto << il mio cuore sente di conoscerti. >>
 
<< Ne sono felice >> rispose il mago sorridendo << e adesso dormi, domani dobbiamo partire all’alba. >>
 
<< E dove andiamo? >> domandai curiosa.
 
<< Da un mio vecchio amico >> si diresse verso la porta << andiamo da quel traditore di Saruman. >>
 
 


Era notte fonda e non riuscivo a chiudere occhio. Decisi di alzarmi e andare da 
Fëawen per vedere come stava. Come arrivai davanti alla sua porta mi fermai. Non sapevo cosa fare, se bussare e svegliarla oppure entrare di mia iniziativa.
Alla fine decisi di entrare facendo molta attenzione a non svegliarla. Dormiva serena nel suo letto. Sembrava un angelo. Mi avvicinavo lentamente facendo molta attenzione a dove mettevo i piedi. Quando la raggiunsi, allungai lentamente la mano per accarezzarla. Avevo paura che sparisse all’improvviso per quanto fosse bella.
 
<< Lo sai perché ti ho dato il nome di Elwen? >> Dissi a bassa voce accarezzandola << Perché in Elfico significa “cuore” >>  proseguì avvicinandomi al suo viso << e tu sei il mio cuore. >>
 
Mi chinai per darle un piccolo bacio sulla guancia. Dopodichè mi rialzai e uscì dalla stanza per tornare nella mia. Appena chiusi la porta della sua camera, rimasi lì per qualche momento appoggiato con la schiena. Chiusi gli occhi per ricordarla nella mia mente.
 
<< Legolas? >> sentì dire all’improvviso << sei tu? >>
 
Mi voltai stupito e vidi davanti a me Aragorn << che ci fai tu qui? >>
 
<< Ero venuto a vedere come stava mia sorella >> rispose abbassando gli occhi << ti chiedo scusa per prima, ero infuriato. >>
 
<< No, lascia stare, sono stato un idiota >> Lo tranquillizzai io portandomi una mano fra i capelli.
 
<< E adesso, cosa pensi di fare? >> domandò il mio amico avvicinandosi.
 
<< Non lo so, credo sia meglio concentrarsi su altre cose per il momento >> risposi alzando lo sguardo al soffitto << come salvare la Terra di Mezzo ad esempio. >>
 
<< Già, hai ragione . >>
 
Il mattino seguente, all’alba eravamo già pronti per partire. Io aspettavo impaziente l’arrivo di
Fëawen. Appena la vidi mi si illuminò il volto.  Poi guardai alla mia destra e vidi Eowyn. Mi stava dicendo delle cose, ma non riuscivo a sentirla.
 
<< Ti aspetterò, stai attento, hai capito? >> concluse la ragazza.
 
<< Si, si, ho capito >> risposi per togliermela dai piedi.
 
Salimmo ognuno sul proprio cavallo.
Fëawen aveva paura di salire sul proprio e quindi pensai di dirle che poteva salire insieme a me. Non rispose subito, mi guardò per qualche secondo. Dopo però accettò e l’aiutai a salire.
 
<< Torneremo presto >> Disse il Re per poi tirare le briglie del proprio cavallo.
 
Iniziammo a cavalcare verso Isengard. Il regno di Saruman era stato annientato dagli Ent, creature a metà strada tra alberi e uomini. E in questo momento lo stregone si trovava rinchiuso nella sua torre,come ci aveva raccontato Gandalf. Dovevamo chiedergli un paio di cosette.
Tenevo
Fëawen davanti a me e la stringevo fra le mie braccia. Il suo profumo mi stordiva. Avrei voluto prenderla e baciarla lì, davanti a tutti, come se niente fosse.
 
<< E allora? >> sentì dire all’improvviso da 
Fëawen  << cosa significa che sono il tuo cuore? >>
 
 
 
 
SAAAAAAAALVE SALVINOOOOO :D
 
U.U Eccomi con il nuovo capy. Nuovo e diverso. Ho inserito i pensieri del nostro caro Leggy! Non so se ho fatto una cazzata oppure no, comunque mi piacerebbe sapere la vostra opinione! :D
Vi prego recensite ragazzuoleeee xD vi suppplico!...ok va bene basta XD
Comunque, diamo il benvenuto alla nuova arrivata ! :
Ilaconca1992 !!

E ringrazio le mie care e affezionate lettrici ^^
Anche quelle silenziose ^.^
In più di 100 visualizzazioni a capitolo solo 7 recensioni T.T !
Ma okkk, sono sicura che prima o poi parlerete u.u la speranza è sempre l’ultima a morire.
Ma è anche vero che chi di speranza vive, disperato muore!.... .o.
 
Meglio non andare avanti con queste bazzecole !  
 
Baci.
Scarl.

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Capitolo 25
*** Abbi il coraggio di seguire il tuo cuore ***


Capitolo 25 – Abbi il coraggio di seguire il tuo cuore


                                                                        
Ebbene si, avevo ascoltato tutto quella notte. Quando l’Elfo era entrato nella mia stanza, io non stavo dormendo, facevo finta. Lo facevo sempre con mio padre e adesso questo mio piccolo scherzetto si era rivelato davvero utile. Avevo sentito Legolas accarezzarmi, percepito le sue labbra sulla mia pelle, ascoltato le sue dolci parole. Quello che non capivo era che se era fidanzato con Eowyn perché allora era venuto a dirmi che io ero il suo cuore? E quindi senza giri di parole glielo chiesi.
 
<< Allora? >> Dissi ancora << Non rispondi? >>
 
<< Non dormivi, vero? >> Rispose imbarazzato << E’ scorretto questo. >>
 
<< Scorretto ? Ah io sarei la scorretta? E allora tu? >> Alzai un tantino il tono di voce.
 
<< Silenzio, per piacere >> Ci interruppe Gandalf.
 
Per quella volta si era salvato. Prima o poi doveva affrontarmi, non poteva averla sempre vinta. Proseguimmo la nostra cavalcata. La cosa peggiore era che dovevo stare per forza tra le braccia dell’Elfo. Era una situazione piuttosto imbarazzante, per non parlare di quanto potesse essere a disagio lui, visto quello che gli avevo appena detto.
 
 
Accidenti, ha sentito tutto. Mi ha fregato. E adesso devo pensare ad una risposta intelligente da darle, non getterà la spugna tanto facilmente, vorrà sapere il perché di quelle parole. Aveva perso la memoria, ma non era stupida, era sempre Feawen. Curiosa, astuta, furba, intelligente. Se c’era una cosa di cui ero sicuro era che lei non poteva essere presa in giro da nessuno, scopriva sempre la verità. Comunque non potevo dirle ancora che l’amavo con tutto me stesso. Era ancora presto, doveva recuperare tutti i ricordi e dopo forse le avrei parlato di quello che provavo. Tenerla fra le mie braccia in quel momento era l’unica cosa che volevo fare. Anche se accanto a noi c’erano anche gli altri, per me era come se ci fossimo soltanto noi due. Due corpi e una sola anima. Dopo quella notte, da quando ci eravamo uniti, non potevo più vivere senza di lei. Eravamo diventati una cosa sola, un solo battito, un solo cuore.
 
 
Non sopportavo più di stare appiccicata a lui. E per fortuna arrivammo a destinazione. Intorno alla torre di Saruman vi erano tanti alberi enormi. Camminavano normalmente e addirittura parlavano. Appena li vidi mi spaventai tanto che mi voltai e mi aggrappai stretta al corpo di Legolas. Lo sentì sorridere e poi sussurrarmi di stare tranquilla. Non erano cattivi, stavano dalla nostra parte.
 
<< Ehi ! >> Sentì urlare da qualcuno << Ce ne avete messo di tempo per trovarci ! >>
 
<< Voi, piccole canaglie! Ci avete spinti a una bella caccia e ora vi troviamo a banchettare e a… fumare ! >> Borbottò Gimli felice di rivederli.
 
Mi voltai e vidi dei piccoli esseri a pochi metri da noi con una era in bocca concentrati a fumare.
 
<< Benvenuti, miei Signori, a Isengard ! >>  Proseguì il mezzuomo.
 
<<  Siamo seduti sul campo della vittoria, gustando cosucce che ci siamo meritati >> Aggiunse l’altro piccoletto fiero di se.
 
<< Mmm, Hobbit >> Borbottò Gandalf guardandoli.
 
<< Feawen !! Non sai quanto mi sei mancata ! >> Proseguì uno di quei due piccoletti
 
<< Ci conosciamo? >> Domandai confusa << Scusa, non mi ricordo di te. >>
 
<< Eh? Come sarebbe? >> Replicò quello stupito.
 
<< Ha perso la memoria >> Lo informò il mago << Sono successe tante cose, miei piccoli Hobbit. >>
 
<<  Giovane mastro Gandalf >> Disse uno di quei enormi alberi <<  Sono contento che tu sia qui.  Legno e acqua, tronchi e pietre, li posso dominare, ma qui c’è un mago con cui avere a che fare, rinchiuso in questa torre. >>
 
<< Mostra il tuo viso ! >> Urlò Aragorn allo stregone bianco.
 
<< Fa attenzione >> Lo consigliò Gandalf <<  Anche nella sconfitta, Saruman è pericoloso. >>
 
<<  Prendiamoci la sua testa e facciamola finita ! >> Intervenne Gilmi pronto all’attacco.
 
<< No ! >> Lo fermò il mago <<  ci occorre vivo. Ci occorre che parli. >>
 
<<  Hai combattuto molte guerre, e ucciso molti nemici, Re Theoden >> Sentimmo dire all’improvviso. Alzammo lo sguardo e in cima alla torre vidimo lo stregone bianco, Saruman.  << Non possiamo discuterne in pace, come facemmo in passato, mio vecchio amico? Non può esservi pace fra me e te? >>
 
<<  Tra noi vi sarà pace… >> prese a parlare Re Theoden << Tra noi vi sarà pace quando tu risponderai dell’incendio dell’Ovestfalda, e dei bambini che giacciono morti lì ! >> Proseguì il Re con la rabbia che lentamente cresceva <<  Tra noi vi sarà pace quando la vita dei soldati, fatti a pezzi nonostante giacessero già morti davanti alle porte del Trombatorrione, sarà vendicata ! >>  E alla fine concluse dicendo << Quando penzolerai da una forca per lo spasso dei tuoi stessi corvi , tra noi vi sarà pace. >>
 
<<  Forche e cornacchie, rimbambito ! >> Lo corresse Saruman << Cosa vuoi, invece tu, Gandalf? >> Spostò il suo sguardo verso il mago << lasciami indovinare : la chiave di Orthanc? O magari le chiavi di Barad- ur  stessa? Insieme alle Corone dei Sette Re e ai bastoni dei Cinque Stregoni? >>
 
<<  Il tuo tradimento è già costato molte vite >> Rispose Gandalf addolorato per tutti i morti che quella guerra scellerata aveva causato << Altre migliaia sono a rischio. Ma tu puoi salvarle, Saruman. Tu eri addentro ai disegni del nemico. >>
 
<<  Così sei venuto qui per informazioni. Ne ho alcune per te >> Proseguì il malvagio stregone <<  qualcosa di purulento cresce nel cuore della Terra di Mezzo. Qualcosa che è sfuggito alla tua vista. Ma il grande Occhio lo ha veduto… >>  nelle sue parole si intravedeva la sua gioia di sapere che tanto orrore e malvagità stava prendendo piede nel nostro mondo <<  Il suo attacco avverrà presto. Tutti voi morirete. Ma tu questo lo sai, dico bene Gandalf?  Non puoi pensare che questo ramingo si siederà mai sul trono di Gondor. Questo esule, strisciato fuori dall’ombra, non sarà mai incoronato Re. >>
 
<< Ma chiudi quella boccaccia vecchio rimbambito ! >> Intervenni super arrabbiata << e non osare offendere Aragorn, hai capito? >>
 
<< Zitta, sta zitta >> Legolas cercava di farmi tacere.
 
<<  Gandalf non esiterà a sacrificare anche a te >> Saruman mi stava parlando  << adesso che non hai più i tuoi poteri, non hai nessuna possibilità di affrontare e sconfiggere il più grande e potente dei Nazgul. E il tuo amico mago questo lo sa bene, sei solo una sciocca. >>
 
<< Adesso mi hai stancato ! >> Urlò Legolas afferrando l’arco e puntandolo contro lo stregone.
 
<< No! >> Lo fermò Gandalf << Saruman, scendi e la tua vita sarà risparmiata. >>
 
<<  Conserva pietà e compassione, non so che farmene ! >> Rispose lo stregone alzando il proprio bastone.
 
<< Saruman, il tuo bastone è rotto >> Disse Gandalf e un secondo dopo il bastone dello stregone cadde giù dalla torre.
 
Alle spalle di Saruman vidi un’altra figura. Non sapevo di chi si trattasse.
 
<< Grima ! >> lo chiamò Re Theoden << Non sei obbligato a seguirlo. Non sei stato sempre come sei ora. Un tempo eri un Uomo di Rohan. >>
 
<<  Un Uomo di Rohan ? >> Borbottò lo stregone <<  cos’è la stalla di Rohan se non una stalla di paglia dove i briganti  bevono nel fetore e i loro marmocchi si rotolano per terra insieme ai cani?  La vittoria al Fosso di Helm non appartiene a te , Thèoden, Signore dei cavalli. Tu sei il figlio minore dei più grandi Re. >>
 
<< Grima, vieni giù >> Proseguì Re Thèoden ignorando le parole di Saruman << liberati di lui. >>
 
<< Libero ? >> replicò quello << lui non sarà mai libero. >>
 
<< Saruman ! >> Lo richiamò Gandalf << tu eri addentro ai disegni del nemico, dicci quello che sai! >>
 
<< Vi voglio dire solo una cosa >> Disse lo stregone dopo qualche momento di esitazione << riguardo la vostra cara Mezzelfa >> proseguì fissando lo sguardo su di me << esiste un modo per farle ritornare la memoria. >>
 
<< E che aspetti a dircelo?! >> urlò Legolas esasperato.
 
<< Vorresti tanto che io te lo dicessi, non è così, Principe di Bosco Atro? >> Disse in tono sprezzante << ma l’amore non è una delle cose che preferisco, sfortunatamente. >>
 
<< che sta dicendo? >> bisbigliai a bassa voce.
 
<< il vostro destino ormai è segnato, non c’è più niente che voi pot … >> Saruman si bloccò improvvisamente poiché Grima lo colpì con un pugnale al fianco.
 
Legolas afferrò l’arco e sganciò una freccia per colpire Grima, prima che uccidesse del tutto lo stregone. Saruman ci serviva vivo. Aveva delle informazioni importanti per tutti noi, e soprattutto per me.
Lo stregone però precipitò giù per la Torre e venne infilzato da una colonna. Chiusi gli occhi per non vedere l’orrore che si presentava davanti a me. Mi strinsi ancora di più a Legolas e lui mi accolse amorevolmente fra le sue braccia. Quando riaprì gli occhi vidi scivolare nell’acqua una sfera magica, probabilmente di Saruman.
Uno dei piccoli hobbit, il più curioso, si precipitò subito a raccoglierlo. Era affascinato da quell’oggetto. Lo capivo dai suoi occhi.
 
<< Peregrino Tuc, lo prendo io, giovanotto, su presto ! >> Gli disse Gandalf incitandolo a portargli la sfera.
 
Il mago la avvolse nel suo mantello. Notai che non l’aveva toccata con le mani nude.
Dopo aver salutato Barbarbero ci aprestammo a tornare a Edoras. Ero stata così tanto tempo fra le braccia di Legolas che ormai mi ero abituata al suo dolce calore. Mi sentivo protetta.
Quando arrivammo, Eowyn corse subito ad accogliere il suo amato. Legolas scese da cavallo e mentre la ragazza non faceva che dirgli parole dolci lui posò lo sguardo nei miei occhi e ignorando i discorsi di Eowyn mi prese fra le sue braccia per farmi scendere dal cavallo. Era così concentrato a guardare i miei occhi che mise il piede in malo modo ed io scivolai accidentalmente su di lui. Le nostre labbra si sfiorarono leggermente. Fu un attimo, un attimo indescrivibile. Spalancai gli occhi imbarazzata e confusa allo stesso tempo. Appena appoggiai i piedi al suolo abbassai lo sguardo per l’enorme imbarazzo e lentamente vidi una figura davanti a noi osservarci. Era Eowyn ! Me la ero completamente dimenticata. La guardai per un attimo, lei mi fissava come se volesse sbranarmi con gli occhi. Scappai via portandomi dietro l’enorme confusione che quel sfiorar di labbra mi aveva causato.
 
 
 
Quel momento era stato davvero speciale. Ancora qualche centimetro e avrei potuto appoggiare completamente le mie labbra alle sue. Desideravo tanto baciarla. Quando scappò via, avrei voluto correrle dietro per fermarla e stringerla fra le mie braccia, ma non potevo ancora farlo e chissà quando avrei potuto.
Eowyn era ancora lì accanto a me che continuava a parlare. Ero assorto nei miei pensieri, non la stavo calcolando minimamente. Quando all’improvviso mi prese la mano, allora mi accorsi della sua presenza. Sciolsi subito la sua mano dalla mia e inventai una scusa qualsiasi per dileguarmi. Non volevo ferirla, ma parlava troppo e in quel momento avrei voluto restare da solo coi miei pensieri.
 
Girai intorno senza sapere dove andare. Poi decisi di andare nelle stalle per prendere il cavallo e cavalcare un po’. Come entrai, incontrai Gandalf.
 
<< Ti vedo preoccupato, mio caro Legolas >> Disse il mago appena mi vide.
 
<< Lo sono >> risposi accarezzando il muso dell’animale << sono preoccupato per lei. >>
 
<< Anch’io >> proseguì lo stregone << darei qualsiasi cosa per poterla aiutare. >>
 
<< io sento di poter fare qualcosa >> mi voltai verso di lui << per farle ricordare, per far riaffiorare i ricordi, solo che.. >>
 
<< solo che ? >> replicò Gandalf sorridendo << abbi il coraggio di seguire il tuo cuore, Principe. >>
 
<< Forse è questo il punto, non ho abbastanza coraggio >> abbassai lo sguardo risentito.
 
<< Tu hai coraggio da vendere >> continuò Gandalf dandomi una pacca sulla spalla << sei riuscito a far scaldare il cuore di quella ragazzina ribelle, come fai a dire che non hai abbastanza coraggio? >>
 
Sorrisi e lo ringraziai di cuore. Uscimmo insieme dalle stalle ed Eowyn ci venne subito incontro.
 
<< Oh Legolas, ti stavo cercando >> disse la ragazza correndo verso di noi << domani sera ci sarà una festa, qui a Edoras ! >>
 
<< Una festa? >> domandai stupito.
 
<< Si, non è fantastico? >> continuò la ragazza sprizzando gioia da tutti i pori << e noi due staremo insieme per tutta la serata, vero? >>
 
Qui, giuro che non sapevo proprio cosa risponderle.





Salve, salvino ^^

Spero che questo capitolo vi piaccia ^^
se ne avete voglia, recensite ^^ e fatemi sapere la vostra :)
A presto.
Scarl.

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Capitolo 26
*** A volte basta un attimo per dimenticare una vita.... ***


Salve raghi. E’ da un po’ di giorni che sono diciamo… giù, perché Orlando si è separato dalla moglie ( cioè lei mi stava sulle palle però mi dispiace un casino!!).
Comunque la cosa che più mi sciocca è che mesi fa avevo scritto la mia prima FF su Orlando e … praticamente in questa mia prima storia ( Dammi solo una ragione) lui e Miranda si erano separati.
Cazzo, raga, faccio schifo xD !  Avete fra di voi una veggente ahhahahaha !
Sono rimasta davvero di merda, quasi mi sentivo in colpa xD
Detto questo vi lascio al capitolo. Volevo solo rendervi partecipi di questa mia cosa ahhahaha anche perché non posso dirlo a nessuno. Mi sento troppo idiota xD !






Capitolo 26 – A volte basta un attimo per dimenticare una vita…..


 

Vidi Arwen arrivare raggiante verso di me. Supposi che aveva da darmi delle buone notizie. E invece mi disse che ci sarebbe stata una festa. Non capivo che cosa ci trovasse di tanto meraviglioso, dopotutto era solo una stupida festicciola.
 
<< Ma nelle feste succedono le cose più belle ! >> Strillò lei col cuore raggiante
 
<< E cosa dovrebbe accadere? >> domandai scocciata
 
<< uhm, niente niente >> disse per poi dileguarsi nel nulla.
 
*Certo che è proprio strana*
 
Andai dritta nella mia stanza, quello che era successo prima con Legolas continuava a torturarmi internamente. L’attimo in cui le sue labbra hanno sfiorato le mie era stato interminabile e indescrivibile. Avevo sentito un dolce calore al petto e la testa aveva cominciato a girarmi all’infinito. Per non parlare poi della velocità che avevano preso i battiti del mio cuore. Era tutto così strano e confuso.
Le parole dello stregone mi ritornarono alla mente. Cosa aveva voluto dire con la frase che sfortunatamente l’amore non era una delle cose che preferiva?
 
<< Ehi, tutto bene ? >> fui interrotta da qualcuno.
 
Mi voltai di scatto e vidi davanti a me l’Elfo << Si >> risposi deglutendo << più o meno. >>
 
<< Ti preoccupa quello che ha detto Saruman? >> proseguì avvicinandosi lentamente.
 
<< veramente >> dissi abbassando lo sguardo imbarazzata << non c’ho capito molto. >>
 
<< Vuoi che ti spieghi qualcosa? >> continuò arrivando a pochi centimetri da me << sempre se ne hai voglia, ovviamente. >>
                  
<< No >> alzai lo sguardo e incontrai il blu immenso del suo << anzi si >> mi corressi << cosa c’entra l’amore in tutto questo? >>
 
Legolas cambiò espressione all’improvviso  << l’amore? >> iniziò a balbettare qualcosa, era andato in tilt << ecco, vedi, non, non, cioè, l’amore è… scusa >> Disse infine uscendo dalla stanza come un matto.
 
Rimasi immobile ad osservare la sua fuga improvvisa. Era diventato tutto rosso. Sorrisi per quanto mi faceva tenerezza. Mi coricai sul letto e portai la mano sul mio cuore, per sentire i battiti accelerati. Sembrava mi stesse per scoppiare. Scoppiai a ridere senza motivo. Era lui, era l’Elfo che mi faceva stare così bene e male allo stesso tempo.
 
 

 
Uscì dalla sua stanza come un emerito idiota. Infondo era semplice da spiegare :  Saruman ha parlato d’amore perché io l’amavo e avrei fatto di tutto per poterla riavere ancora fra le mie braccia. Invece ero fuggito via senza darle spiegazioni. Sentivo che il sentimento che nutrivo nei suoi confronti cresceva ogni giorno sempre di più, si faceva sempre più forte e intenso. Dovevo farle recuperare la memoria ad ogni costo e dopo aver fatto ciò l’avrei protetta e l’avrei tenuta per sempre al mio fianco. Nessuno avrebbe potuto separarci. Nemmeno la morte stessa.
 



Verso sera mi incamminai verso le stanze di Arwen. Volevo parlarle di questa cosa che sentivo. Forse lei avrebbe potuto aiutarmi, in un modo o nell’altro. La beccai insieme ad Aragorn. Stavano parlando e per non disturbarli mi limitai ad origliare.
 
<< Perché non sei partita, Arwen? >> domandava l’Uomo << Qui c’è solo morte. >>
 
<< ma c’è anche la vita >> rispose la ragazza accarezzandolo << mio padre ha il dono della preveggenza. Lui ha visto un bambino >> proseguì sorridendo << ha visto nostro figlio. >>
 
<< Quel futuro è quasi sparito >> disse Aragorn abbassando gli occhi.
 
<< ma non è perduto >> proseguì imperterrita << Alcune cose sono certe, se adesso ti lascio, lo rimpiangerò per sempre. >>
 
Capì in quel momento che quei due si amavano. Questa cosa era come sfuggita ai miei occhi. Era logico, non facevo che pensare all’Elfo.
Nel momento in cui Aragorn si avvicinò per baciare Arwen, quest’ultima svenne e cadde fra le sue braccia. Spalancai gli occhi sorpresa ed entra nella stanza per vedere che avesse. L’Uomo era molto spaventato mi disse di correre a chiamare Gandalf mentre l’appoggiava delicatamente sul letto.
Non me lo feci ripetere due volte e corsi a chiamare il mago. Durante la corsa però mi scontrai con qualcuno e finì col sedere per terra. Una mano mi aiutò a sollevarmi. Era Legolas.
 
<< che ti prende? >> mi domandò spaventato << perché correvi? >>
 
<< Arwen, si è sentita male! >> gli dissi agitata << devo andare a chiamare Gandalf! >>
 
<< ti accompagno >> concluse per poi mettersi a correre insieme a me.
 
A dir la verità avrei voluto proseguire da sola, dato che la sua presenza mi faceva un brutto effetto, ma la mia unica preoccupazione in quel momento era quella di avvertire al più presto Gandalf.
 
Appena ci vide arrivare così di corsa quasi gli venne un colpo. Lo informammo dell’accaduto e corremmo di nuovo per andare da Arwen.
 
<< Oh finalmente >> disse Aragorn vedendoci << non riprende conoscenza !! >>
 
<< levati >> gli ordinò il mago avvicinandosi alla ragazza  << è soltanto svenuta. >>
 
Inspiegabilmente e senza accorgermene strinsi forte la mano di Legolas. In quell’istante mi sentì morire. Quando poi sentì l’Elfo ricambiare la stretta di mano, il mio cuore prese a battere ancora più forte. Volsi lo sguardo verso di lui, imbarazzata come quando le nostre labbra si erano sfiorate.
 
 


 
Quando, in quel momento, i nostri sguardi si incontrarono, mi sentì l’Elfo più fortunato e felice del mondo. I suoi occhi color nocciola erano meravigliosi, avrei potuto ammirarli per il resto di tutta la mia vita immortale.
Il mio flusso di pensieri venne interrotto dal risveglio improvviso di Arwen.
 
<< sto bene >> disse la ragazza cercando di alzarsi.
 
<< le tue mani sono fredde >> la fermò Gandalf << la vita degli Eldar ti sta lasciando. >>
 
<< perché non hai preso quella nave!? >> urlò Aragorn arrabbiato << perché?! >>
 
<< E’ stata una mia scelta  >> rispose Arwen allo stremo delle forze << con o senza il tuo volere, non c’è nessuna nave, adesso, che possa portarmi via. >>
 
<< Tu dovevi andare >> proseguì l’Uomo << dovevi partire. >>
 
<< E’ il momento, Aragorn >> continuò la ragazza non dando peso alle parole dell’amato <<  dalle ceneri la fiamma sarà risvegliata. Una luce dall’ombra spunterà. Rinnovata sarà la lama che fu spezzata. >>
 
<< Arwen… >> sussurrò l’Uomo avvicinandosi.
 
<< Il senza corona di nuovo Re sarà >> concluse Arwen per poi lasciarsi andare di nuovo sul letto.
 
<< Abbi cura di lei, Aragorn >> il mago gli mise una mano sulla spalla << non ha più alcun potere adesso. >>
 
E in quel momento Gandalf si voltò verso di me e Feawen. Le nostre mani si sciolsero all’improvviso. Gli occhi del mago si posarono su quelli della mia Mezzelfa. Non riuscì a spiegarmi per quale motivo, ma fu come se un lampo avesse attraversato la mente dello stregone. Chissà che gli era passato per la testa.
Uscì dalla stanza senza dire niente. Guardai per un attimo Feawen mentre lei si dirigeva verso sua sorella.
 
<< stai bene ? >> le domandò preoccupata.
 
<< Adesso si, grazie per preoccuparti per me >> rispose l’altra sorridendo.
 
Si abbracciarono e quel momento fu davvero magico. Erano sorelle, e anche se Feawen non lo sapeva, in cuor suo lo sentiva.  Sorrisi mentre osservavo quella scena meravigliosa.
 
 


 
Le volevo bene, ma non sapevo spiegarmi il motivo. Appena l’abbracciai sentì qualcosa di strano. Come se la conoscessi da tutta una vita. Purtroppo però non la ricordavo, la mia mente era come un foglio bianco. Capì però che i sentimenti verso alcune persone erano ancora vivi dentro di me, non se ne erano andati via. L’affetto per Arwen e Aragorn, o per Gandalf e Gimli, e soprattutto l’amore per Legolas, li sentivo nel mio cuore.
 
<< Riposa adesso >> le dissi sorridendo << devi riprenderti per la festa di domani. >>
 
<< riposerò allora >> concluse ricambiando il sorriso.
 
Mi alzai lasciandola da sola con Aragorn. Quando vidi l’espressione dell’Uomo mi si spezzò il cuore. Era dispiaciuto, affranto, triste. Si sentiva colpevole di quello che stava succedendo ad Arwen, ma non doveva. Era stata una sua scelta quella di vivere una vita mortale e l’aveva fatto solo per amor suo. A parer mio era ammirevole.
Quando andai verso la porta incontrai l’Elfo. Mi stava aspettando. Io avevo paura di rimanere da sola con lui, prima ci eravamo tenuti per mano per non so quanto tempo. Come chiusi la porta alle mie spalle, subito mi si parò davanti.
 
<< senti, scusa per prima >> mi disse imbarazzato .
 
<< Oh, tranquillo, è stata anche colpa mia, non ti preoccupare >> rimasi quasi delusa da quello che mi aveva detto.
 
<< Colpa tua? Ma se me ne sono andato via come un idiota >> proseguì l’Elfo ridendo.
 
<< Ah ma tu parlavi per prima quando ti ho fatto quella domanda? >> Ero abbastanza confusa.
 
<< Certo >> rispose sorridendo << Perché? Per cos’altro ti dovrei chiedere scusa? >>
 
<< No, per niente >> risposi volgendo lo sguardo da un’altra parte.
 
<< E dai, su, dimmelo >> insistette l’Elfo ridendo.
 
<< Per prima, quando ti ho stretto la mano >> ammisi alla fine arrossendo.
 
<< Oh >> riuscì a dire lui grattandosi la testa << sicuramente l’avrai fatto perché avevi paura per Arwen. >>
 
<< Si >> risposi io << sicuramente per questo. >>
 
*Ma nooo, accidenti, che stupido di un Elfo!!!!*
 
<< E tu? >> ripresi a parlare << anche tu l’hai fatto perché eri preoccupato? >>
 
<< Eh? >> lo presi alla sprovvista << ma certo, cioè, si, ero preoccupato >> abbassò lo sguardo << Oh accidenti >> disse poi alzando la testa e puntando i suoi occhi nei miei << è mai possibile che devi sempre imbarazzarmi? >> confessò alla fine.
 
<< Io ti imbarazzo? >> domandai stupita.
 
<< Certo ! >> replicò l’Elfo tra il divertito e l’arrabbiato * era abbastanza isterico* << Prima mi domandi cosa c’entra l’amore fra noi due, poi mi parli di quando accidentalmente abbiamo fatto scivolare le nostre mani l’una dentro l’altra >> era esasperato poverino << ma lo vuoi capire una volta per tutte che io .. >> si interruppe qualche secondo << che muoio per te . >>
 
Lo guardai confusa. Non avevo capito l’ultima parte del discorso, aveva utilizzato una lingua strana. Che idiota, sapeva benissimo che non avevo capito un accidenti.
 
<< ti spiacerebbe ripetere l’ultima cosa che hai detto in una lingua che conosco? >> dissi ironica.
 
<< no, lasciamo perdere >> rispose quello voltandomi le spalle e facendo per andarsene.
 
<< Ehi, dove vai? >> mi parai davanti a lui per fermarlo << si può sapere che ti prende? >>
 
<< Ho delle cose da fare, per favore, lasciami passare >> nemmeno mi guardò in faccia.
 
<< Dove vai? Da Eowyn? >> domandai scocciata, ma un secondo dopo me ne pentì.
In fondo non erano fatti miei.
 
<< Si >> disse lui guardandomi << perché? Ti da fastidio, forse? >>
 
“mantieni la calma” mi dissi fra me e me. Mi stava facendo proprio saltare i nervi quel deficiente di un Elfo. Quel suo sorrisetto compiaciuto mi dava sui nervi. Non riuscì a controllarmi e gli sferrai un super- mega- calcio facendolo cadere a terra.
 
<< così impari >> dissi soddisfatta << stronzo >> conclusi.
 
Non feci in tempo ad andare via che Legolas afferrò di colpo la mia gamba e mi fece volare a terra, e precisamente su di lui. Con un’abile mossa capovolse i ruoli. Lui era sopra di me e mi teneva ferma sia le gambe che le braccia.
 
<< ma che fai? >> mi contorcevo << lasciami andare ! >>
 
<< No, devi capire che sono veramente stufo di essere picchiato da te >> disse l’Elfo ridendo come un matto << anche se la cosa mi piace. >>
 
<< Veramente è la prima volta che ti picchio >> continuai io sicura di quel che dicevo.
 
<< No, non lo è >> mi corresse lui sorridendo << e adesso ti darò una piccola lezione così impari per la prossima volta. >>
 
<< che hai in mente? >> domandai spaventata.
 
Legolas mi sorrise in un modo alquanto strano. Poi all’improvviso cominciò a farmi il solletico dappertutto e ovviamente io scoppiai a ridere come ad una pazza.
 
<< no, ti prego, basta, fermati >> non ce la facevo più dal ridere.
 
<< non mi fermerò finchè non mi chiederai scusa >> proseguì l’Elfo divertito.
 
<< E va bene, va bene, scusa >> dissi alla fine ridendo ancora.
 
Per fortuna smise di farmi il solletico e mi ricomposi cercando di rialzarmi, ma Legolas non me lo permise.
 
<< Quanta fretta >> sorrise << voglio anche qualcos’altro oltre le scuse. >>
 
<< Eh? Che cosa? >> mi mancava quasi la voce.
 
<< un bacio >> disse infine .
 
Spalancai gli occhi esterrefatta. Non sapevo se si fosse ammattito di colpo o non so cosa, sta di fatto che io il bacio non avevo proprio intenzione di darglielo.
Feci segno di no con la testa e lui scoppiò a ridere. Senza nemmeno accorgermene avvicinò le sue labbra e le posò sulla mia guancia. Quel dolce calore mi fece sorridere di colpo.
 
<< ti bacio io allora >> disse sorridendo.
 
<< sei così dolce, Legolas >> mi scappò dalla bocca.
 
<< si, ma lo sono solo con te >> rispose accarezzandomi dolcemente << non lo dire a nessuno, mi raccomando. >>
 
Scoppiammo a ridere insieme. Mi sentivo benissimo quando stavo con lui. Quegli attimi erano indimenticabili.
Era tardi, non potevamo stare ancora lì per terra, come se niente fosse. Quindi dopo avergli chiesto di farmi alzare, me ne andai dritta nella mia stanza.
 
 


 
Volevo baciarla. Lo volevo eccome. Però qualcosa mi ha trattenuto, forse la paura di ferirla. Gandalf mi aveva detto di aver coraggio a seguire il mio cuore ed io lo stavo facendo, anche se non al cento per cento, diciamo. Avevo sempre timore di fare qualcosa di sbagliato, non sapevo come comportarmi. La sera dopo ci sarebbe stata anche quella dannata festa. Avevo promesso ad Eowyn di passare tutta la serata con lei, ma non era questo  che desideravo. Cercai di chiudere gli occhi e riposare , ma i meravigliosi attimi passanti con Feawen mi tormentavano. Avrei voluto che fosse lì con me, nel mio letto, per stringerla forte. Dovevo trovare un modo per riaverla.
 
Il mattino seguente il sole splendeva e appena mi svegliai, affacciandomi dalla finestra vidi la mia Feawen passeggiare da sola lì intorno.
Quant’era bella, pensai. All’improvviso però vidi qualcuno avvicinarsi a lei. Era Eomer. Subito mi irrigidì e strinsi i pugni.
 

 
 
Non lo conoscevo neanche. Sapevo solo che era il fratello di Eowyn.  Non mi ricordavo nemmeno come si chiamasse. Sembravo fosse simpatico o per lo meno in quel momento mi è sembrato che fosse simpatico.
 
<< so che hai perso la memoria >> proseguì l’Uomo << quindi non ti ricordi di me. >>
 
<< Ehm, no >> risposi seccata << non mi ricordo di nessuno veramente. >>
 
<< Già >> iniziò a camminarmi intorno << e mi chiedevo se per caso avessi un cavaliere per stasera. >>
 
<< Un cavaliere? >> replicai sbalordita << no. >>
 
<< E ti piacerebbe se fossi io il tuo cavaliere? >> mi chiese senza tanti giri di parole.
 
E in quel momento mi bloccai. Allora cominciai a pensare che non ero tanto invena ad andare a una festa. E poi ci sarebbe stato anche Legolas con quella, con Eowyn cioè, e quindi non mi sarei di certo divertita. Però pensai che forse non avrei fatto male ad accettare il suo invito, sempre meglio che stare chiusa nella mia camera a deprimermi.
 
<< accetto >> dissi alla fine.
 
In quel preciso istante vidi Legolas non molto lontano da noi. Non sapevo se avesse sentito tutto o no, anche se dalla sua espressione del viso supponevo che qualcosa avesse ascoltato. Eomer mi baciò la mano dopodiché entrò nelle stalle.
 
<< e quindi vai alla festa con Eomer? >> domandò l’Elfo avvicinandosi.
 
<< Si >> risposi semplicemente << tu non ci vai con la sorella? >>
 
<< certo >> si avvicinò ancora << solo che non sapevo che Eomer ti piacesse. >>
 
<< Ti devo dire tutti i miei segreti, allora? >> replicai stupendo anche me stessa.
 
*ma cosa diavolaccio dici??! accidenti a te!*
 
<< No. Ci vediamo stasera >> concluse per poi guardarmi un ultima volta e andarsene via.
 
Tirai su un sospiro profondo. Quella situazione non mi piaceva proprio per niente.
 
 
Il momento della festa arrivò in un batter d’occhio. La sala era piena zeppa di Uomini che non facevano altro che bere e bere.
 
<<  Stasera ricordiamo chi ha versato il sangue per difendere questo Paese >> esordì dicendo Re Theoden << a voi Uomini vittoriosi ! >>
 
<<  a voi ! >> risposero tutt’in coro gli altri.
 
In quel momento vidi Eomer venire verso di me sorridente. Dall’altro lato invece vidi Legolas. Mi trovavo proprio in un bel pasticcio.
 
<< Sei bellissima >> mi disse gentilmente Eomer.
 
<< grazie, anche tu sei carino >> risposi sorridendo.
 
Mi voltai e vidi Legolas mentre ci osservava, immobile, con un’espressione indecifrabile sul volto.
 

 
 
 
Ero geloso, gelosissimo. Come si era permesso di invitarla alla festa e per di più a baciarle la mano?!  Questa cosa mi infastidiva enormemente. Non lo sopportavo. Lei era mia, solo mia e di nessun’altro. Strinsi i denti e irrigidì i pugni. Eowyn nel frattempo era arrivata e non faceva altro che parlarmi di non so cosa. Non potevo ascoltarla, dovevo concentrarmi su quei due.
 
<< Legolas >> mi sentì chiamare da qualcuno << Elfo testardo la vuoi smettere di osservare quei due e degnarmi della tua attenzione?! >>
 
<< Gandalf >> dissi sorpreso << che c’è? >>
 
<< vieni con me, dobbiamo parlare di una cosa molto importante >> proseguì il mago per poi farmi strada.
 
<< dimmi, cos’è successo? >> domandai quando fummo abbastanza lontani da tutti quanti.
 
<< Feawen non ha più i poteri >> disse d’un tratto.
 
<< Si, questo lo sapevo già >> risposi confuso.
 
<< Alatariel se n’è andata via >> proseguì volgendo lo sguardo sul suo bastone  << lei è Feawen. >>
 
<< E’ meraviglioso >> ero al settimo cielo << e lo dici così? >> non capivo il suo stato d’animo.
 
<< non si è portata via soltanto i poteri >> riprese a parlare Gandalf << ma anche la sua vita immortale. >>
 
Quella notizia arrivò come un fulmine a ciel sereno. Non era più immortale. Un giorno sarebbe morta. Mi avrebbe lasciato. Non poteva essere vero.
 
<< mi dispiace >> concluse il mago dandomi una pacca sulla spalla.
 
Non riuscivo a parlare, ero completamente bloccato. Me ne andai lasciando il mago da solo. Tornai alla festa e vedendo Feawen insieme ad Eomer mi stupì.
 
<< Lei dov’è? >> gli domandai afferrandolo bruscamente dal braccio.
 
<< lei chi? >> domandò quello stupito dal gesto << Ah la Mezzelfa, beh è uscita fuori, non so perché. >>
 
 
 
 
Non ce la facevo più a rimanere lì dentro. Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria fresca. Non avevo più visto Legolas, ero preoccupata per lui. Non riuscivo proprio a togliermelo dalla testa. E nemmeno quell’attimo in cui le nostre labbra si erano sfiorate, o quell’attimo che ha appoggiato le labbra sulla mia pelle.
 
<< A volte basta un attimo per dimenticare una vita, eppure… >> dissi ad alta voce osservando la luna splendente.
 
<< Eppure a volte non basta una vita per dimenticare un attimo . >>
 
Mi voltai stupita per vedere chi era stato a dire quella frase.
 Vidi l’Elfo avvicinarsi lentamente a me.
 
<< Legolas >> dissi stupita << che ci fai qui? >>
 
<< osservavo la creatura più bella della Terra di Mezzo >> rispose fermandosi a pochi centimetri da me.
 
Ero rimasta a bocca aperta. Mi aveva appena detto che ero bella, la più bella creatura della Terra di Mezzo.
Non avevo la forza di rispondere anche perché non me ne diede il tempo. Mi prese delicatamente dalla vita e con un gesto dolce mi fece scivolare fra le sue braccia e posò delicatamente le sue labbra sulle mie.
Delle sensazioni mai provate prima presero il sopravvento su di me. Legolas lentamente fece scivolare la sua lingua nella mia bocca. Sentì dei brividi percorrermi tutto il corpo. Tremavo fra le sue braccia. Portai le mie mani sul suo petto e da lì potevo sentire chiaramente quanto batteva forte il suo cuore, allo stesso ritmo del mio. Cercai con la mia lingua e la sua e piano piano inziai ad accarezzarla a danzarci insieme. Esploravo la sua bocca e lui esplorava la mia, al fine di mescolare i nostri sapori in un solo corpo, in un solo cuore, in una sola anima.
 

Yuuuuu ! amici e amiche
Recensite se ne avete voglia ^^
Domani parto ^^ ci vediamo venerdì :D
Che Dio ce la mandi buona anche questa settimana!
Addio.
Scarl.

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Capitolo 27
*** Ci sono abissi che l'amore non può superare ***


Capitolo 27 – Ci sono abissi che l’amore non può superare
 
 


Non potevo ancora crederci. L’avevo baciata, finalmente mi ero deciso. Avevo seguito il mio cuore, avevo trovato il coraggio di seguirlo. E lei era fra le mie braccia. Sentivo il suo sapore, il suo profumo, il suo essere così meravigliosa e speciale. La volevo tenere lì con me per sempre, ma per noi ormai non vi era più un per sempre. Lei sarebbe morta un giorno. Il per sempre non esisteva più.
 
<< Legolas >> pronunciò staccandosi <<  amore mio >> mi accarezzò dolcemente il viso.
 
<< Che ti succede? >> domandai confuso.
 
<< Mi ricordo >> rispose sorridendo << mi ricordo tutto, adesso >>
 
<< Ecco quello che Saruman non ha voluto dirci >> riflettei ad alta voce.
 
<< Una volta mio padre mi ha raccontato una storia >> proseguì non levando le sue mani dal mio viso << Due Elfi si amavano terribilmente, ma un incantesimo fece addormentare per sempre la giovane fanciulla. >>
 
<< Che storia triste >> commentai sfiorando con le dita le sue labbra.
 
<< Il giovane Elfo venne allontanato e in molti provarono a risvegliare la giovane, provando di tutto, magie, incantesimi, e robe varie >> continuò la Mezzelfa << La verità era che soltanto il bacio del vero amore, avrebbe potuto risvegliare la giovane dal suo sonno profondo. >>
 
<< E venne risvegliata? >> domandai curioso.
 
<< No, non si svegliò più, perché il suo amato non tornò più da lei >> abbassò le mani e contemporaneamente anche lo sguardo << Quando me la raccontò pensai che l’amore non esistesse, che fosse tutto un illusione >> un sorriso prese forma sulle sue labbra << ma adesso, so >> i suoi occhi divennero lucidi di colpo << so che l’amore, quello puro, quello eterno, quello indistruttibile, esiste. >>
 
Sentì il mio cuore tremare all’udire quelle parole. Il nostro era un amore indistruttibile, certo, ma cosa poteva di fronte alla morte? Cosa poteva di fronte al destino ? Per quanto grande e puro poteva essere, lei sarebbe morta, un giorno, ed io sarei impazzito per il dolore.
 
 
 
 
Mi ricordavo. Finalmente ricordavo tutto quanto. Mio padre, mia sorella, mio fratello, tutti i miei amici, e soprattutto il mio grande amore, Legolas. Quel foglio bianco si era improvvisamente riempito di ricordi non appena l’Elfo aveva fatto rinascere in me tutte quelle emozioni. E adesso ne ero certa, l’amore poteva tutto. Notai però che Legolas nascondeva qualcosa. Era strano, si sforzava di sorridere, ma avevo capito che stava fingendo.
 
<< che ti prende? >> gli domandai senza tanti giri di parole << non sei felice? >>
 
<< Si, certo che lo sono ! >> rispose sorridendo e avvicinando di nuovo la sua bocca alla mia.
 
Volevo dirgli che non ci credevo, che sapevo che mi stava nascondendo qualcosa, ma i suoi baci mi facevano sciogliere. Stare abbracciata a lui e sentire il suo sapore era l’unica cosa che avrei voluto fare.  Mi staccai dalla sua bocca e appoggiai la testa sul suo petto. Chiusi gli occhi per assaporare meglio quel momento meraviglioso.
 
<< Ti amo, Legolas >> Dissi semplicemente.
 
<< E’ la prima volta che me lo dici in un momento di tranquillità >> rispose lui stringendomi ancora di più a se.
 
<< Lo so. >>
 
Fummo interrotti dalla voce di qualcuno. Chiunque fosse stava cercando proprio Legolas. Ci staccammo di scatto anche se non ne avevamo nessun motivo. Mi voltai e vidi Eowyn avanzare verso di noi.
 
<< Legolas finalmente ti trovo >> Disse la ragazza avvicinandosi.
 
Si fermò a guardarci per qualche secondo. Quasi dimenticavo quello che era successo dopo che io avevo perso la memoria. Legolas e Eowyn si erano, diciamo, messi insieme. All’improvviso, successe qualcosa che mi fece rimanere di sasso. L’Elfo afferrò la mia mano e la strinse forte.  Mi voltai per guardarlo. Ero decisamente sorpresa da quel suo gesto.
 
<< Non tornate alla festa ? >> domandò Eowyn mentre attentamente osservava l’intera scena.
 
<< Si, adesso veniamo >> rispose Legolas << va pure. >>
 
Intravidi nello sguardo di Eowyn una tristezza immensa. Mi sentivo terribilmente in colpa, ma io amavo Legolas e non l’avrei lasciato scappare per nulla al mondo. La ragazza scappò via cercando di non far notare la sua profonda delusione.
 
<< perché l’hai fatto? >> liberai la mia mano dalla sua stretta.
 
<< perché voglio che capisca che io amo solo te >> rispose pronto l’Elfo.
 
Rimasi a guardarlo senza dire niente. Era buono, non voleva ferire i sentimenti di Eowyn e non avrebbe mai potuto dirle che lui non ricambiava il suo amore.
 
 
 
Mi dispiaceva molto per Eowyn, ma non potevo farci niente se nel mio cuore c’era posto soltanto per Feawen. Col tempo le sarebbe passato, ne ero sicuro. Avrebbe incontrato qualcuno che l'avrebbe amata quanto io amavo la mia Mezzelfa.
Tornammo alla festa e dicemmo subito ad Aragorn e ad Arwen che aveva recuperato tutti i ricordi. Sua sorella l’abbracciò forte e altrettanto fece il mio migliore amico. Avevamo un motivo in più per festeggiare.
Gimli mi sfidò a chi sarebbe riuscito a bere più birra. Accettai subito, anche perché lui ignorava il fatto che su di me non avrebbe avuto alcun effetto. Era sleale si, ma mi divertivo un sacco a prenderlo in giro.
 
<< Nessuna pausa >> disse Eomer dando via alla gara << nessun versamento. >>
 
<< E nessun rigurgito >> aggiunse Gimli.
 
<< Sei sicuro di volerlo fare? >> domandai ironico.
 
<<  L’ultimo in piedi vince ! >> Urlò quello tutto eccitato.
 
<< Io punto su Legolas >> intervenne Aragorn divertito.
 
 
 
Ero andata a trovare Gandalf, avevo bisogno di parlare un po’ con lui. Lo trovai a ridere mentre guardava i piccoli Merry e Pipino ballare sopra ad un tavolo. Quanto erano buffi quei due.
 
<< Nessuna notizia di Frodo? >> domandai preoccupata.
 
<< Nessuna >> rispose il mago << niente. >>
 
<< cosa dice il tuo cuore? >> proseguì angosciata, volevo sentire delle parole rassicuranti.
 
<< Che Frodo è vivo, si lui è vivo >> disse lo stregone cercando di sorridere.
 
<< Gandalf >> continuai a bassa voce << adesso che ho riacquistato la memoria, cosa mi aspetta? >>
 
<< Non lo so >> si voltò preoccupato verso di me << Al momento giusto il Nazgul verrà da te, lui sa che tu esisti. >>
 
<< E come posso distruggerlo senza i miei poteri? >> domandai esasperata.
 
<< non puoi >> allungò le mani per accarezzare il mio viso << devi tenerti lontana dalla battaglia decisiva, per nulla al mondo devi avvicinarti al luogo dove avverrà il massacro. >>
 
<< spero che non si arrivi a tanto >> abbassai lo sguardo per la paura.
 
<< lo spero anch’io, piccola Fëawen . >>
 
Dovevo tenermi lontana dal Nazgul. La verità però era che io non l’avrei fatto per nessuna ragione al mondo. Non avrei lasciato Legolas a combattere da solo. Io sarei stata al suo fianco con o senza i poteri, avrei combattuto insieme a lui. 
Guardavo tutti quegli uomini bere e ridere felici. Guardavo Merry e Pipino cantare e saltare dalla contentezza. Tutta quella felicità molto presto sarebbe stata distrutta. I miei occhi si posarono sul mio Elfo. Non volevo perderlo un’altra volta. Adesso che avevo riacquistato la memoria io dovevo fare qualcosa per tenerlo per sempre con me, per non perderlo. Dovevo affrontare il Nazgul e ucciderlo, anche se sarebbe stato impossibile, dovevo farlo.
Dovevo farlo per Legolas, per il nostro amore, per tutti coloro a cui volevo bene. Li dovevo proteggere. Io sola potevo uccidere quel mostro.  Non c’è vittoria senza sacrificio, non c’è gloria senza sofferenza.
 
 


Il Nano era già ubriaco fradicio dopo pochi bicchieri di birra. Avrei vinto io, era certo ormai.
 
<< Ah sono i Nani che vanno a nuotare con le donnine pelose ! >> esclamò Gimli ad un passo dal cadere a terra sfinito.
 
<<  Sento qualcosa >> dissi all’improvviso guardando la mia mano <<  un lieve formicolio alle dita >> volevo prenderlo ancora in giro << sta avendo effetto. >>
 
<<  E che vi avevo detto? >> disse quello ridendo come ad un pazzo << lui non sa reggere l’alcol  ! >> detto questo cadde a terra stecchito.
 
<< Partita finita >> bisbigliai per poi andare via soddisfatto.
 
La festa finì e andammo tutti a riposare. Io andai immediatamente dalla mia Mezzelfa. L’abbracciai da dietro facendola sussultare. Mi sorrise teneramente, come solo lei sapeva fare, dopodiché mi diede un tenero bacio sulle labbra. Lì, davanti a tutti. Molti fecero finta di niente e per fortuna non c’era Eowyn nei paraggi. Vidimo Aragorn e Arwen guardarci orgogliosi e felici. Ma quanto sarebbe durata quella felicità?
 


 
Cercai di dormire, ma ero troppo contenta. Amavo Legolas e finalmente non avevo problemi ad ammetterlo. Pensai che avrei voluto tanto passare la notte abbracciata a lui e quindi mi alzai e andai a cercarlo. Non lo trovai nella sua stanza inaspettatamente. Continuai a camminare finchè non sentì delle voci provenire dal terrazzo. Erano mio fratello e l’Elfo.
 
<< andiamo, non fare tanti giri di parole >> disse Aragorn d’un tratto << cosa ti preoccupa, amico? >>
 
<< Aragorn >> pronunciò dopo qualche momento di esitazione << tua sorella non è più.. >> si fermò, chiuse gli occhi e strinse i denti << immortale. >>
 
Spalancai gli occhi. Non potevo credere a quello che avevo appena sentito. Non ero più immortale. Io ero destinata a morire un giorno, a lasciarlo e andare via per sempre. Non poteva essere vero. Cominciai a scuotere la testa da una parte all’altra come per auto convincere me stessa che tutto quello non era soltanto che un equivoco.
 
<< come? E chi te l’ha detto? Non può essere ! >> replicò mio fratello sbalordito.
 
<< me l’ha detto Gandalf >> proseguì l’Elfo osservando il cielo stellato << Alatariel non si è portata via solo i suoi poteri, ma anche la sua vita immortale. >>
 
<< lei lo sa? >> domandò poco dopo.
 
<< no, non sa niente >> continuò Legolas << non ho il coraggio di dirglielo. >>
 
<< so benissimo cosa provi, amico mio, ci sono passato >> si avvicinò mettendo una mano sulla sua spalla.
 
<< non voglio vederla morire, Aragorn, non voglio >> disse chiudendo forte gli occhi e battendo un pugno al muro.
 
Stavo tremando. Non me ne accorsi ma inconsapevolmente feci cadere a terra una spada posta lì ai miei piedi. I due si voltarono subito verso di me. Rimasi bloccata con gli occhi spalancati nel vuoto.
 
<< Fëawen >> pronunciò il mio nome con sorpresa e spavento.
 
<< no, stammi lontano >> risposi indietreggiando.
 
Non era colpa sua. Non volevo parlare con nessuno in quel momento. Scappai via non sapendo nemmeno dove andare. Sentì l’Elfo correre prontamente verso di me. Arrivai di fronte alla stanza di Gandalf e lì sentì delle urla. Entrai dentro senza capire cosa stesse succedendo. Pipino urlava mentre teneva fra le mani la sfera che era caduta a Saruman. Mi buttai per salvarlo da quell’agonia, ma non appena toccai l’oggetto mi sentì mancare le forze e caddi a terra. Arrivò l’Elfo per sorreggermi. Gandalf avvolse la sfera in un mantello e la raccolse.
 
<< Idiota di un Tuc ! >> urlò lo stregone.
 
<<  perdonami, Gandalf, perdonami >> ripeteva lo hobbit con gli occhi persi nel vuoto.
 
<< Guardami >> gli ordinò il mago << che cosa hai visto? >>
 
<< un albero >> rispose il piccolo << c’era un albero bianco in un cortile di pietra >> aggiunse parlando a fatica <<  Era morto. La città era in fiamme. >>
 
<<  Minas Thirit >> borbottò lo stregone.
 
<<  sentivo la sua voce nella mia testa >> proseguì Pipino sconvolto.
 
<<  E cosa gli hai detto? >> domandò preoccupato il mago << parla! >>
 
<<  Mi ha chiesto il mio nome, ma non gliel’ho detto >> replicò il Mezzuomo << mi ha fatto male. >>
 
Gandalf fece ancora una serie di domande al piccolo hobbit. Era ancora molto scioccato e sconvolto. Forse era la volta buona che capisse che troppa curiosità alle volte fa male. Mi presi cura di lui per tutta la notte. Almeno riuscì ad evitare di restare da sola con Legolas. Non mi andava di parlare di quello che avevo sentito. Avrei voluto perdere di nuovo la memoria in quel momento.
 
Il mattino seguente ci riunimmo tutti per parlare di quello che era accaduto la notte precedente. Minas Thirit era in pericolo, andavano avvertiti.
 
<<  Sauron si muove per colpire la città di Minas Thirit >> prese a parlare il mago << la sconfitta al fosso di Helm ha mostrato una cosa al nostro Nemico :  sa che l’erede di Elendil si è fatto avanti. Gli Uomini non sono deboli come immaginava. C’è ancora coraggio >> proseguì lo stregone fiero di Aragorn  << Sauron teme questo. Non rischierà che i popoli della Terra di Mezzo si uniscano tutti sotto ad un’unica bandiera. Ridurrà Minas Thirit al suolo, piuttosto che vedere un Re tornare sul trono degli Uomini >> e infine arrivò al dunque << se i segnali di Gondor sono accesi, Rohan deve prepararsi alla guerra. >>
 
<< Dimmi >> lo interruppe Theoden << perché dovrei correre in aiuto di coloro che ce l’hanno rifiutato? >> domandò il Re << cosa dobbiamo a Gondor? >>
 
<< Io ci andrò >> intervenne Aragorn.
 
<<  No >> obiettò Gandalf.
 
<<  Vanno avvertiti >> proseguì mio fratello deciso.
 
<<  E lo saranno >> rispose il mago <<  Andrai a Minas Thirit per un’altra strada. Segui il fiume. Cerca le navi nere >> disse rivolgendosi ad Aragorn << e tenete a mente : ci sono cose ora in movimento che non possono essere disfatte. Io cavalco su Minas Thirit >> aggiunse in seguito << e non ci andrò da solo. >>
 
Gandalf prese con se Pipino. Partirono quel giorno stesso per Minas Thirit. Il piccolo Hobbit era molto triste, non voleva partire e soprattutto era dispiaciuto per quello che aveva fatto.  Il Nemico credeva che l’Anello fosse in suo possesso. Doveva mettersi al sicuro. Lasciò a malincuore il suo migliore amico. Merry era molto arrabbiato con lui, ma non poteva nascondere che gli voleva un grande bene.
 
Dovevamo attendere un segnale da Minas Thirit, dopodiché saremmo partiti verso la guerra.  Sperai con tutto il cuore che Gandalf si sbrigasse, in quei giorni sarebbe stato difficile evitare di parlare con Legolas.
Cercai di fare del mio meglio. Mi facevo trovare sempre in compagnia di qualcuno e mai da sola. E andai avanti così per due o tre giorni. Sapevo che si era accorto di tutto, ma non avevo il coraggio e ne la forza di affrontare un argomento così delicato.
 
Una di quelle notti non riuscì a prendere sonno e andai a passeggiare fuori dalle mura di Rohan. A dire il vero da quando avevo saputo che non ero più immortale, non riuscivo più a chiudere occhio. Troppi pensieri occupavano la mia mente.
 
<< finalmente possiamo parlare >> sentì dire alle mie spalle.
 
Chiusi gli occhi per la disperazione. Sapevo benissimo che dietro di me stava proprio l’Elfo. E d’altronde era inevitabile. Prima o poi l’avrei dovuto affrontare. Anzi mi meravigliavo di come ero riuscita ad evitarlo in quei giorni.
 
<< non ho voglia di discutere >> risposi senza nemmeno voltarmi.
 
<< Io non ti lascerò andare, Fëawen >> disse avvicinandosi << ho imparato la lezione, ho capito che non posso vivere senza di te. >>
 
<< Ci sono abissi che l’amore non può superare, Legolas >> risposi stringendo i pugni.
 
<< non è vero, guarda Aragorn e Arwen, per esempio >> mi prese dai fianchi e mi fece voltare verso di lui.
 
<< che vuoi dire? >> domandai confusa.
 
 
<< Non so di cosa farmene di una vita eterna >> si avvicinò lentamente << senza te al mio fianco. >>

 
 



HOLA !
Come state? Spero bene ^^
Passato bene Halloween? Io l’ho passato a scrivere questo capy ^^
Spero vi piaccia e se vi va, recensite ^.^
Ringrazio coloro che hanno recensito il precedente capitolo ^.^ E quello prima !
Buon week and a tutti ^.^

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Capitolo 28
*** I doveri di un Principe ***


Capitolo 28 – I doveri di un Principe
 


                                                                           Sapevo che avrebbe detto quelle parole e per questo motivo avevo cercato di evitarlo in quei giorni. Legolas mi amava e ormai non avevo più dubbi, ma non potevo permettere che lui rinunciasse alla sua vita immortale per me. Lui non doveva e non poteva farlo.
 
<< non dire più una cosa del genere >> dissi allontanandolo << non farlo mai più ! >>
 
<< io non posso vivere senza di te, possibile che non lo capisci? >> contrattaccò lui bloccando le mie mani.
 
<< Tu sei un Principe >> risposi con le lacrime agli occhi << tu hai dei doveri. >>
 
<< Da quanto ti ho incontrata l’unico dovere che conosco è quello di amare >> proseguì l’Elfo stringendo con le sue mani il mio viso.
 
<< smettila, non voglio sentirti dire queste parole ! >> lo scacciai via di nuovo.
 
Legolas fece per riavvicinarsi ancora, ma qualcosa interruppe quel nostro momento. Sentimmo delle guardie urlare e poi vidimo Aragorn correre da una parte all’altra. Io e l’Elfo ci guardammo per un attimo negli occhi, dopodiché iniziammo a correre anche noi. Non capivo che diamine gli fosse preso a mio fratello. Arrivammo fino alla sala dove sedeva Re Theoden.
 
Aragorn aprì di scatto le porte.
 
<< i fuochi di Minas Thirit ! >> urlò cercando di riprendere fiato <<  i fuochi sono accesi ! Gondor chiede aiuto ! >>
 
Intanto io e l’Elfo eravamo riusciti a raggiungerlo. Vidimo il Re voltarsi lentamente verso di noi. La sua espressione era indecifrabile.
 
<< E Rohan risponderà >> annunciò dopo qualche secondo il Theoden  << radunate i Rohirrim ! >>
 
E così il mattino seguente saremmo tutti partiti per Minas Thirit. La guerra incombeva. Dovevamo andare in loro soccorso. Forse sarei morta in battaglia, chi lo sapeva ormai. Una cosa certa era che la morte era nel mio destino. Non sarei sfuggita ad essa tanto facilmente.



 
 
Dopo aver parlato con Theoden, la mia Mezzelfa sparì di colpo. Aveva ripreso ad evitarmi. Non mi importava se lei non voleva che io rinunciassi alla mia vita eterna, per amor suo io l’avrei fatto. Come potevo vivere senza di lei? il dolore mi avrebbe distrutto e avrei condotto un’esistenza orribile. Le tenebre mi avrebbero avvolto. No, non potevo stare senza di lei.
 
<< Legolas >> sentì dire di colpo << ma mi stai a sentire? >>
 
<< Aragorn, scusa, ero soprapensiero >> risposi cercando di recuperare un po’ di lucidità.
 
<< ti preoccupa ancora il fatto che mia sorella non sia più immortale? >> domandò quello dispiaciuto.
 
Lo guardai per un secondo, tirai su un sospiro profondo, chiusi gli occhi, poi li riaprì << le ho detto che avrei rinunciato alla mia vita immortale >> risposi sorridendo << perché non riuscirei a vivere senza di lei. >>
 
<< Tuo padre non te lo permetterà mai, Legolas >> disse Aragorn mettendomi una mano sulla spalla << Sei un Principe, hai dei doveri verso il tuo popolo, non puoi rinunciare alla tua vita immortale. >>
 
<< non capisci nemmeno tu, allora? >> cambiai tono di voce << e pensare che anche tu più o meno sei nella mia stessa situazione. >>
 
<< io non avrei mai voluto che Arwen rinunciasse alla sua immortalità >> proseguì il mio migliore amico << per me. >>
 
<< sei uguale a tua sorella >> sorrisi nervoso << solo perché voi non capite quanto doloroso potrebbe essere per noi vedervi morire così, da un giorno all’altro >> ero disperato << e continuare a vivere una vita senza più alcun senso. >>
 
<< ci sono degli obblighi nella vita, non hai scelto tu di essere un Principe >> proseguì Aragorn << ma lo sei, sei un Principe e non puoi fare niente per cambiare le cose. >>
 
<< Il “deve” è una delle maledizioni con cui l’uomo è stato battezzato >> Dissi stringendo i pugni.
 
<< lo so bene. >>


 
 
 
Non facevo che pensare alle parole di Legolas. Avrebbe rinunciato a tutto per me, ma non glielo avrei permesso. Lui era il Principe di Bosco Atro, aveva degli obblighi da seguire, dei doveri verso il suo popolo. Non poteva mandare tutto all’aria per una Mezzelfa qualsiasi. Sarei morta un giorno e col tempo mi avrebbe dimenticata. Il tempo cura tutto. Il dolore sarebbe scomparso col passare degli anni. Gli avrei lasciato il mio profondo amore e in un modo o nell’altro  non l’avrei mai lasciato definitivamente, sarei sempre stata accanto a lui, anche se lui non mi avrebbe potuta vedere, sarebbe stato capace di percepirmi. Non volevo sprofondare nella disperazione e fissarmi col pallino della morte E comunque avevo trovato qualcosa per cui valeva la pena morire : il mio Elfo. Per lui sarei morta un infinità di volte. . Nessuno sarebbe stato capace di dirmi quando e come sarei morta. Quello che potevo fare in quel momento era decidere di come vivere.
Gandalf una volta mi aveva detto : “ La morte è soltanto un’altra via. Dovremo prenderla tutti. Quelle parole mi rassicurarono talmente tanto che riuscì a chiudere occhio e a riposare quanto bastava. L’indomani saremmo partiti per la guerra.



 
 
L’indomani mattina mi ero alzato con l’intenzione di andare da Feawen e parlarle, ma nel momento in cui mi ero trovato davanti alla sua porta non ebbi il coraggio di affrontarla e me ne andai via. Ero un codardo. Avevo paura che mi avrebbe rifiutato nuovamente. Lo so che lo faceva perché mi amava, ma doveva capire che anch’io lo facevo perché l’amavo.
 
<<  Ah, vorrei radunare una legione di Nani, completamente armati e ripugnanti >> borbottò Gimli seguendo il mio passo.
 
<<  Forse i tuoi non dovranno andare in guerra >> risposi abbassando lo sguardo verso di lui <<  temo che la guerra marci già sul loro territorio. >>
 
Salì sul mio cavallo, aiutai Gimli a mettersi dietro di me e raggiunsi Aragorn , Arwen e Feawen. La guardai per qualche secondo, lei se ne accorse , ma non mi diede la soddisfazione di girarsi verso di me.
 
<<  E così sarà dinnanzi alle mura di Minas Thirit  che il destino del nostro tempo verrà deciso >> disse Re Theoden con lo sguardo verso l’orizzonte.
 
<< Io son con te, signore di Rohan >> intervenne Aragorn.
 
<< E’ giunta l’ora  ! >> urlò Eomer a tutti noi <<  cavalieri di Rohan, giuramenti avete prestato, adesso manteneteli tutti ! Al signore e alla Terra ! >>


 
 
 
Durante il viaggio l’Elfo cercava sempre di cavalcare di fianco a me. Io non volevo nemmeno guardarlo. Quella situazione mi faceva star male. Sapevo che era un Elfo testardo e che quindi non mi avrebbe mai ascoltata. Se ci saremmo messi a parlare, avremmo discusso e litigato come sempre, quindi era meglio evitare.
 
<< mia signora Feawen >> sentì dire all’improvviso << le dispiacerebbe andare leggermente più veloce? >> mi chiese gentilmente Gimli, anche se io non ne capì il motivo.
 
<< E perché? >> domandai confusa.
 
<< Ecco, vedi questo Elfo dalle orecchie a punta vuole stare appiccicato a te e quindi se tu vai lenta lui va lento, ma se tu acceleri sono sicuro che anche lui accelererà . >>
 
<< Gimli ! >> lo riprese quello imbarazzo << che linguaccia che avete voi Nani. >>
 
<< Diciamo solo ed esclusivamente la verità >> rispose quello << se a te la verità non ti sta bene, sono affari tuoi. >>
 
<< E va bene, basta >> li interruppi io scocciata << andrò più veloce, ho afferrato il concetto. >>
 
Non li sopportavo più e quindi accelerai, ma non di poco, mi misi a galoppare veloce come un fulmine. Scoppiai a ridere mentre immaginavo le loro facce nel vedermi andare via in quel modo.

 
 
 
Era la mia occasione. L’avrei raggiunta e finalmente avremmo chiarito tutto. Fu un attimo e afferrai Gimli per un braccio e lo scaraventai sopra ad Aragorn. Chiesi scusa ad entrambi dopodiché mi misi a galoppare per raggiungere la mia Mezzelfa. Eravamo abbastanza lontani da tutti gli altri per poter parlare con calma.
 
<< Fermati ! >> le urlai << dobbiamo parlare ! >>
 
 
 
 
Mi girai di scatto e vedendo l’Elfo galoppare verso di me urlando il mio nome, mi fece restare di sasso. Non me l’aspettavo.
 
<< torna indietro, accidenti a te, stupido di un Elfo ! >>
 
<< No, non torno indietro per nessun motivo al mondo >> rispose lui ridendo come un matto.
 
<< si può sapere cosa vuoi da me? >> adesso eravamo fianco a fianco.
 
<< vorrei >> si fece serio di colpo << baciarti all’infinito. >>
 
Frenai di colpo il cavallo. Quello che mi aveva appena detto mi aveva fatto perdere il controllo della situazione. Lo guardai dritto in quei suoi occhi blu.
 
<< tu non ti smentisci mai >> gli dissi nervosa << sempre il solito testardo. >>
 
<< E tu la solita egoista >> contrattaccò l’Elfo sorridendo << sai che con un tuo bacio metteresti fine alla mia agonia e invece me lo neghi. >>
 
<< sei uno stupido, la vuoi smettere di prendermi in giro? >> ero esasperata, quell’Elfo mi faceva perdere le staffe.
 
<< Va bene, va bene, sono serio >> alzò le mani come segno di arresa << allora, me lo dai questo bacio? >>
 
<< Legolas >> dissi dopo aver tirato su un sospiro profondo << lo sai come la penso. Ci sono cose nella vita che devono seguire il proprio corso. Tu sei nato Principe, devi stare ai tuoi doveri, non puoi abbandonare tutti per me. >>
 
<< Il mio principale dovere è quello di essere felice >> rispose avvicinandosi piano,piano .
 
Per un attimo mi lasciai andare. Le nostre bocche si sfiorarono, ma in quel momento ripresi in mano la situazione, allontanandomi.
 
<< non mi farai cambiare idea, accetta le cose come stanno >> dissi chiudendo gli occhi per qualche secondo << finchè io vivrò, ti amerò. >>
 
<< No >> alzò il tono di voce << non accetterò mai queste condizioni. >>
 
Ero completamente furiosa con lui. Non voleva metterselo in testa che lui non poteva rinunciare alla sua mortalità.
 
<< E allora sai che ti dico? >> risposi furiosa << comincia a fare a meno di me a partire da adesso ! >>
 
Tirai le briglie del cavallo e corsi via, lasciando l’Elfo di sasso. Era comunque testardo, come ho già avuto modo di dire, non si sarebbe dato per vinto. Io ero fatta della stessa pasta. Testarda fino alla fine. Non saremmo andati da nessuna parte continuando a comportarci in quel modo.
All’improvviso sentì un forte calore alla testa. Portai le mani sopra ai capelli e vidi del sangue. La mia vista si faceva sempre più appannata. Fino a che non vidi più nulla.
Svenni e caddi da cavallo.
 
 


Ciaooo !
Tutto bene? Spero di si, dai ^^
Vorrei ringraziare tutte le mie lettrici, come sempre, ovviamente.
E dirvi che domani parto T.T  si, lo so, sono noiosa e retorica.
Ogni settimana dico sempre le stesse cose, cioè lo sapete tutti ormai che parto xD !
Bene, spero vi piaccia questo capy ^^ E se ne avete voglia dite la vostra :D
Mi fa molto piacere ^^
 
E detto questo, spero che passiate una felice settimana :)
Ci rivediamo venerdì ^^
Baci.
Scarl.

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Capitolo 29
*** La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero ***


Capitolo 29 –  La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero


 

 
Quando riaprì gli occhi mi ritrovai avvolta in un paio di coperte e in un luogo che sembrava tanto essere una tenda d’accampamento. Mi alzai mettendomi seduta, portandomi una mano sulla testa. Avevo solo un piccolo graffio, da non credere, ero svenuta per un po’ di sangue. Mi guardai attorno come disorientata. Non capivo come facevo ad essere lì, l’ultima cosa che mi ricordavo era di esser caduta da cavallo. Poi niente, buio totale. Mi girava un po’ la testa per questo portai la mano a sorreggermi la fronte.
 
<< Finalmente >> sentì dire all’improvviso << mi stavo preoccupando. >>
 
Mi voltai verso l’entrata della tenda e vidi l’Elfo osservarmi con le braccia conserte. Mi stava sorridendo, come faceva sempre. Lo guardai per un attimo, come per focalizzarlo bene nella mia mente. Com’era bello, dannazione.
 
<< Ho dormito tanto? >> domandai dopo qualche minuto.
 
<< Un paio di giorni >> rispose avanzando verso di me << sei svenuta e sei caduta da cavallo, per fortuna ti ho seguita. >>
 
<< grazie >> dissi semplicemente.
 
Ero abbastanza confusa e anche imbarazzata. Legolas si avvicinava sempre di più e in un secondo eravamo già vicinissimi, faccia a faccia. Sentì di colpo un brivido percorrermi la schiena. Voltai lo sguardo da un’altra parte e notai che fuori era buio, quindi dedussi che doveva essere notte. Legolas intanto si era seduto accanto a me e aveva preso ad accarezzarmi e a darmi piccoli baci sulla guancia.
 
<< Ti dispiacerebbe uscire? >> domandai abbassando lo sguardo, sentendomi abbastanza stupida.
 
<< Veramente questa è la mia tenda >> rispose quello sorridendo e continuando a baciarmi.
 
In quel momento mi sentivo ancora più deficiente. Ero io che stavo nella sua tenda, non lui nella mia. Quindi quella che doveva andarsene era io. Il problema era che non avevo proprio la forza di alzarmi e andare via, ero ancora abbastanza debole. Comunque non sarei rimasta con lui, quella notte, neanche per tutto l’oro del mondo.
 
<< allora me ne vado io >> dissi cercando di alzarmi, ma invano.
 
<< No, no, tu non vai da nessuna parte >> proseguì l’Elfo bloccandomi  << resti qui con me. >>
 
<< Oh senti, Legolas >> presi a parlare stufa della situazione << non ho voglia di fare quello che tu vorresti fare >> aggiunsi imbarazzata << cioè, hai capito, no? >>
 
<< Ehm, no >> rispose quello scoppiando a ridere << spiegati meglio. >>
 
<< Mi stai prendendo in giro? >> sgranai gli occhi incredula << non è per nulla divertente,sai? >>
 
<< Non ti sto prendendo in giro >> continuò ridendo <<  Se ti riferisci a fare l’amore, allora, ti dico solo che non vorrei farlo soltanto adesso, ma tutti i giorni della mia vita. >>
 
<< Ma non ti vergogni a dire queste cose?! >> lo spinsi via da me infuriata.
 
<< E perché mai? >> rise di gusto <<  non c’è niente di male nel voler amare una persona ogni secondo della propria esistenza. >>
 
<< Ah basta ! >> lo interruppi << e comunque non mi va, recepito il concetto? >>
 
<< Non mi permetterei mai di chiederti una cosa del genere >> rispose Legolas facendosi serio di colpo << sei ancora molto debole >> ripresi ad accarezzarmi << ma se insisti.. >> scoppiò nuovamente a ridere.
 
<< Stupido di un Elfo ! >>
 
<< E va bene, va bene >>  alzò le mani per farmi capire che avrebbe smesso di prendermi in giro << Comunque voglio passare la notte con te >> proseguì avvicinandosi << voglio dormire tutta la notte abbracciato a te. >>
 
<< Questo si può fare >> risposi sorridendo << basta che non fai il furbetto. >>
 
<< Promesso >> concluse divertito.
 
Ci coricammo e invitai Legolas a mettersi sotto le coperte. Ero molto imbarazzata, come sempre del resto. L’Elfo mi attirò subito a sé e iniziò ad abbracciarmi forte , forte. Non avrei mai avuto la forza di allontanarlo da me, lo amavo troppo. Sapevo che probabilmente stavo sbagliando a lasciarmi andare, ma era quello che mi diceva di fare il mio cuore. Gandalf mi aveva sempre detto quando ero una bambina di seguire il mio cuore, in qualsiasi circostanza mi sarei trovata.
 
<< Legolas ! >> sentimmo all’improvviso.
 
Spalancammo gli occhi di scatto. Vidimo davanti a noi Aragorn guardarci con un espressione tra l’arrabbiato, lo stupito e.. abbastanza confuso. Io e Legolas ci guardammo per un attimo. Lui mi teneva ancora stretta fra le sue braccia, infondo non stavamo facendo niente di male. Eravamo solo abbracciati. Aragorn era molto protettivo, questo lo sapevo bene. In quel momento sperai con tutto il cuore che non mi facesse sprofondare nell’imbarazzo più profondo.
 
<< Aragorn, ti posso spiegare >> cercò di dire Legolas alzandosi.
 
<< Arwen sta male ! >> disse mio fratello ignorando le parole dell’Elfo.
 
<< Come sta male? >> domandai preoccupata << che le è successo? >>
 
<< Non lo so, ti prego Feawen, vieni ! >> concluse per poi afferrarmi per un braccio e trascinarmi con lui.
 
Arrivammo in un batter d’occhio alla tenda dove riposava mia sorella. Appena la vidi rimasi senza parole. Era pallida, molto pallida. Respirava a fatica, mi sentì morire nel vederla in quello stato.
 
<< Arwen, che ti succede?! >> mi precipitai subito da lei spaventata.
 
<< voglio parlare da sola con te, falli uscire >> cercò di dire mia sorella.
 
<< No ! >> urlò Aragorn disperato << Io non ti lascio. >>
 
<< Legolas >> volsi lo sguardo verso l’Elfo << portalo via da qui. >>
 
Fortunatamente obbedì al mio ordine. Si fece seguire da mio fratello non senza alcuna difficoltà. Quando uscirono dalla tenda finalmente io e mia sorella potemmo parlare tranquillamente.
 
 
 
 
Riuscì, ringraziando il cielo, a convincere Aragorn a lasciar da sole le due sorelle. Era molto preoccupato, non riusciva a darsi pace. Si sentiva in colpa, in un certo modo, credeva che il male di Arwen fosse per causa sua. Lo portai nella mia tenda affinchè potesse calmarsi.
 
<< basta Aragorn, andrà tutto bene, vedrai >> cercai di tranquillizzarlo.
 
<< Non va tutto bene affatto ! >> urlò il mio migliore amico.
 
Si portò le mani sulla testa, era disperato. Non sapevo cosa fare per aiutarlo, non sapevo come comportarmi. Sentire di perdere l’amore della tua vita è un qualcosa di orrendo, di doloroso. Come se perdessi anche una parte di te stesso.
 
<< Scusate >> sentimmo dire all’improvviso << Re Theoden vi attende. >>
 
<< Arriviamo subito >> risposi cercando di mettere a fuoco la scena.
 
Non capivo cosa stesse succedendo. Cosa avrebbe voluto adesso Re Theoden da noi? Aragorn ed io ci avviammo verso la sua tenda. Speravo solo che non fosse successa un’altra disgrazia. Ero già abbastanza preoccupato per i miei amici.
 
Come entrammo vidimo Re Theoden e un’altra figura girata di spalle.
 
<< prendo congedo >> disse il Re per poi uscire dalla tenda.
 
Lo guardai stupito. Ci aveva chiamati e se ne andava? Capivo sempre meno. Poi all’improvviso quella figura che avevamo visto entrando si voltò verso di noi.
 
<< Mio signore Elrond >> dissimo all’unisono io e Aragorn.
 
<<  Vengo per coloro che amo >> prese a parlare Re Elrond << Arwen sta morendo. Non sopravviverà a lungo al male che ora si sparge da Mordor >> proseguì il Signore di Gran Burrone lasciandoci senza parole << la luce della stella del Vespro si affievolisce. Mentre il potere di Sauron aumenta, le sue forze diminuiscono >> prese una pausa << la vita di Arwen ora è legata al destino dell’Anello. L’ombra è su di noi. La fine è giunta. >>
 
<< Non sarà la nostra fine, ma la sua >> intervenni io più carico che mai.
 
<< andate verso la guerra, non verso la vittoria >> rispose Re Elrond << gli eserciti di Sauron marciano su Minas Thirit , questo già lo sapete >> proseguì alternando lo sguardo prima su di me e dopo su Aragorn <<  ma in segreto egli invia un’altra forza che attaccherà dal Fiume. Una flotta di Navi dei corsari veleggia da Sud. Entreranno nella città fra due giorni. Siete numericamente inferiori >> disse infine << vi occorrono più uomini. >>
 
<< Non ce ne sono >> prese a parlare Aragorn.
 
<< Ci sono coloro che dimorano nella montagna >> proseguì Re Elrond.
 
<<  Assassini, traditori . Dovremmo chiamarli a combattere? >> borbottai stupefatto << non credono in nulla, non rispondono a nessuno. >>
 
<< risponderanno al Re di Gondor >> disse il signore di Gran Burrone tirando fuori dal mantello una spada << Andùril, Fiamma dell’occidente, forgiata dai frammenti di Narsil. >>
 
<< Sauron non avrà dimenticato la spada di Elendil  >> pronunciò Aragorn afferrando la spada fra le sue mani << la lama che fu spezzata farà ritorno a Minas Thirit. >>
 
<< L’Uomo che può brandire il potere di questa spada , può chiamare a se un esercito più micidiale di qualunque altro su questa Terra >> lo informò il Re << Metti da parte il Ramingo. Diventa ciò che sei nato per essere. Prendi la via del Dimhot >> proseguì Elrond avvicinandosi << Ho dato speranza ai Dunedain . >>
 
<< Non ho speranza per me . >>
 
Aragorn uscì dalla tenda lasciando me e Re Elrond da soli. Per qualche strano motivo il Signore di Gran Burrone voleva parlare da solo con me. Sapevo che in qualche modo riguardava Feawen.
 
<< So che ami mia figlia, Legolas, figlio di Thranduil >> ruppe il silenzio che si era creato fra noi << e che lei ama te. >>
 
<< mio Signore, Re Elrond, io .. >> cercai di parlare, ma mi interruppe.
 
<< Ne sono felice >> disse all’improvviso << non potevo sperare di meglio per la mia piccola Feawen . >>
 
<< Oh grazie Re Elrond >> risposi sorridendo << saprà anche che sua figlia adesso non è più immortale >> continuai cambiando tono di voce.
 
<< Si, so anche questo, purtroppo >> divenne triste di colpo << sto perdendo entrambe le mie figlie, non sai il dolore che provo in questo momento >> si interruppe per riprendere dopo qualche secondo << ebbene so che tu riuscirai a proteggerla, finchè ti sarà possibile. >>
 
<< io non posso vivere senza di lei >> proseguì ripensando al suo dolce viso << non voglio vivere una vita eterna senza di lei al mio fianco. >>
 
<< non puoi rinunciare alla tua immortalità, sei un Principe >> mi interruppe Sire Elrond << devi accettare che un giorno lei morirà, come dovrò accettarlo anch’io. >>
 
<< No, non l’accetterò mai >> risposi stringendo i pugni <<  vivremo o moriremo insieme . >>
 
<< scatenerai l’ira di molti, non metterti in un guaio molto più grande di te, Principe Legolas >> mise una mano sulla mia spalla dopodiché uscì senza dir più nulla.
 

 
 
 
Cercavo in tutti i modi di poter alleviare il dolore che sentiva mia sorella, ma non potevo far nulla. Le bagnavo la fronte con un pezzo di stoffa. La sentivo lamentarsi nel sonno.
 
<< Figlia mia >> sentì dire alle mie spalle.
 
Mi voltai stupita e dietro di me vidi proprio lui, mio padre Elrond.
 
<< padre ! >> dissi correndo verso di lui e abbracciandolo << mi siete mancato tanto . >>
 
<< anche tu, mia piccola, anche tu >> ricambiò l’abbraccio stringendomi forte a se.
 
<< sta morendo, vero? >> domandai addolorata.
 
<< Si, sta morendo >> rispose mio padre con voce tremante.
 
<< farò di tutto pur di salvarla >> sciolsi l’abbraccio e lo guardai negli occhi << lo prometto. >>
 
<< abbi cura di te >> mi rassicurò << e anche di Legolas, non accetterà la tua perdità facilmente. >>
 
<< Lo so. >>
 
Mio padre se ne andò via. Scomparve nella notte. Prima di rientrare da mia sorella, vidi Aragorn preparare il cavallo. Stava per partire per non so dove. Ormai il sole stava per calare.
Legolas e Gimli gli andarono accanto.
 
<< dove credi di andare, me lo dici? >> lo interruppe Gimli mezzo arrabbiato.
 
<<  Non questa volta, Gimli, devi restare qui >> rispose mio fratello salendo a cavallo.
 
<< non hai imparato nulla sulla testardaggine dei Nani? >> intervenne Legolas avvicinandosi col suo cavallo.
 
<< Tanto vale che ti rassegni >> borbottò il Nano << verremo con te, giovanotto. >>
 
Mio fratello sorrise e alla fine acconsentì che i due lo accompagnassero. Mi avvicinai a loro indecisa e tremante.
 
<< dove andate? >> domandai << mi lasciate da sola? >>
 
<< prenditi cura di Arwen >> mi raccomandò mio fratello avvicinandosi << farò tutto ciò che è in mio potere per salvarla. >>
 
<< Veglierò su di lei >> risposi cercando di sorridere.
 
Voltai lo sguardo verso l’Elfo. Mio fratello capì e si allontanò mentre Legolas veniva verso di me. Dovevamo separarci. Faceva male, tanto male.
 
<< Ti amo, non dimenticarlo mai >> disse accarezzandomi il viso << tornerò presto, te lo prometto. >>
 
E in quel momento una lacrima traditrice scese lungo il mio viso. Legolas la raccolse. Avvicinò lentamente la sua bocca alla mia e le nostre labbra si unirono. Forse era l’ultima volta che avevamo l’opportunità di farlo. Mi lasciai andare fra le sue braccia per un momento interminabile. Ci baciammo a lungo finchè non fummo interrotti da Gimli e da Aragorn. Dovevano partire.
 
Legolas salì sul cavallo e mentre si dirigeva verso di loro, Eowyn arrivò d’improvviso fermandolo.
 
<<  perché te ne vai? Non puoi abbandonarmi >> disse quella in preda alla disperazione.
 
<< perché sei venuta? >> le domandò Legolas.
 
<<  Non lo sai ? >> replicò quella come se fosse chiaro come il sole il perché era corsa da lui.
 
<< E’ solo di un’ombra e di un pensiero che sei innamorata >> le disse l’Elfo << non posso darti quello che cerchi. >>
 
Eowyn rimase senza parole. Legolas proseguì cavalcando con gli altri. La ragazza si voltò per un attimo verso di me. Era rimasta male, non sapeva più che dire. Forse era meglio così. Si stava solo illudendo e adesso aveva finalmente capito che Legolas amava solo me.
 
<< perché parte? >> domandò uno dei soldati.
 
<< parte perché non c’è alcuna speranza >> rispose un altro di loro.
 
<< parte perché deve farlo >> li interruppe Re Theoden.
 
<< Troppo pochi sono venuti >> proseguì il soldato di prima << non possiamo sconfiggere gli eserciti di Mordor. >>
 
<< No, non possiamo >> rispose il Re << ma li incontreremo in battaglia, nonostante tutto. >>
 
Guardai il Re e notai che in lui vi era ancora speranza. Non avevamo nessuna possibilità di vincere, ma comunque la speranza era ancora viva in alcuni di noi. Avevamo paura di essere sconfitti, ed era più che normale.
Ma dopotutto la paura ci rende prigionieri, ma la speranza può renderci liberi.




Ehi !
Tutto bene? spero di si ^^
Dunque, ci stiamo avvicinando alla fine...
dite la vostra, mi raccomando : D !

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Capitolo 30
*** Non ci può essere trionfo senza perdita ***


Capitolo 30  -  Non ci può essere trionfo senza perdita

 
                                                  

Per quello che vale, non è mai troppo tardi per essere quello che vuoi essere.  Non c’è limite di tempo, possiamo iniziare quando lo desideriamo.  Puoi cambiare o rimanere come sei, non credo ci sia una regola a questo.
Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio.  Spero che tu, Legolas, viva tutto al meglio.  Spero che tu possa ancora vedere tante altre cose splendenti di questo mondo.  Spero che tu possa avere emozioni sempre nuove.  Spero che tu possa incontrare tanta altra gente meravigliosa .  E spero che tu possa essere orgoglioso della tua vita.
E se ti accorgi  di non esserlo, spero che tu trovi la forza per cominciare d’accapo.
Anche se mi si spezza il cuore, anche se ti amo come non ho mai amato nessuno al mondo, devi lasciare la mia mano, devi lasciarmi cadere.
E’ un cammino che bisogna percorrere, non posso non andare . Ho tanti di quegli ostacoli da superare, ma ce la farò.  Un giorno la mia anima arriverà in un posto e dovrai accettarlo.
 Alla fine comunque credo di aver capito che il segreto  di tutto è amare.
Attraverserò quell’abisso e spiegherò le mie ali.
E finalmente capirò cosa significa essere liberi.
Sono pronta per andare.
Abbi fiducia in me, e il mio cuore sarà per sempre tuo. Devi solo trovare la forza per lasciarmi andare.

 
 

Il sole stava per sorgere. I cavalieri erano pronti per cavalcare verso Minas Thirit. Io non potevo andarci, mi era stato ordinato di rimanere all’accampamento, insieme alle altre donne. Capì subito che quella era stata opera di Legolas. Non voleva che mi accadesse niente di male, non voleva perdermi. Era comunque ovvio che io avrei fatto di tutto per partecipare alla battaglia. Indossai un’armatura, con quella addosso sarei passata in’osservata. L’unico pensiero che mi tormentava era mia sorella Arwen. Non volevo e non potevo lasciarla da sola in quello stato. Dovevo trovare una soluzione.
Qualcuno che poteva aiutarmi c’era, solo che avrei dovuto abbattere l’orgoglio per poter chiedere un favore a quella persona. Strinsi i denti e andai verso di lei, verso Eowyn.
 

<< Posso chiederti un favore? >> le domandai senza giri di parole.
 
<< Come puoi solo pensare che io possa fare dei favori a te? >> rispose quella con le lacrime agli occhi.
 
<<  Senti, lo so che stai soffrendo, so che il tuo cuore adesso è in mille pezzi, ma troverai anche tu un Uomo che ti ami come Legolas ama me >> le dissi quelle parole col cuore.
 
Eowyn alzò lo sguardo per incontrare il mio. Per la prima volta da quando la conoscevo quella ragazza che stava lì, di fronte, suscitò in me una grande pena e compassione. Aveva le lacrime che le punzecchiavano gli occhi. Soffriva, come avevo sofferto io in passato. Avevo finalmente messo da parte la gelosia e la rabbia.
 
<< Non è colpa nostra se ci siamo innamorati >> continuai afferrandole le mani << mi dispiace per te, mi fa male vederti così, ma non posso evitare di amare quell’Elfo. >>
 
<< lo capisco >> disse asciugandosi gli occhi << perdonami, mi sono comportata come una bambina. >>
 
<< Entrambe ci siamo comportare da bambine >> la corressi sorridendo.
 
Ed era vero. Mi ero comportata come ad una deficiente. Tutto a causa della gelosia. Magari avremmo potuto essere amiche, se solo non ci fossimo comportate da rivali. Adesso era troppo tardi per riparare agli sbagli commessi in passato. Sarei andata in guerra e non sapevo se avrei fatto ritorno. In qualche modo però dovevo riparare. Un sorriso poteva cambiare tante cose.
 
<< dimmi in cosa posso aiutarti >> riprese a parlare la ragazza ricambiando il sorriso.
 
<< abbi cura di Arwen >> risposi stringendole ancora di più le mani << io devo andare. >>
 
<< lo farò >> rispose ricambiando la stretta.
 
Indossai l’elmo e senza alcuna difficoltà riuscì a cavalcare insieme agli altri soldati. Nessuno si sarebbe accorto di niente.  Vidi in lontananza Re Theoden a cavallo mentre parlava con qualcuno. Era il piccolo Merry.
 
<<  I piccoli Hobbit non sono adatti alla guerra, messer Meriadoc >> disse quello mentre tirava le redini del suo cavallo.
 
<< Tutti i miei amici sono andati in battaglia >> prese a parlare il Mezzuomo << mi vergognerei a non farne parte. >>
 
<<  Ci sono tre giorni per Minas Thirit e nessuno dei miei cavalieri può averti come fardello >> aggiunse il Re.
 
<<  Io voglio combattere ! >> esclamò il piccolo.
 
<<  Non aggiungerò altro >> concluse Sire Theoden per poi allontanarsi col proprio cavallo.
 
Merry era rimasto davvero male. Voleva rendersi d’aiuto anche lui, ed io capivo benissimo il suo stato d’animo. Tutti avevamo il diritto di fare qualcosa, tutti facevamo parte di quel mondo.
 
<< Presto, a Minas Thirit ! >> ordinò Eomer a tutti noi.
 
Prendemmo a cavalcare. Correvo come una furia e nel momento in cui arrivai dal piccolo Merry, lo afferrai per la sua armatura e lo portai sul cavallo, davanti a me.
 
<< cavalca con me >> gli sussurrai continuando la mia corsa insieme a tutti gli altri.
 
<< 
Fëawen >> disse quello raggiante e stupito << con molto piacere. >>
 
<< cavalcate ! >> urlava nel frattempo Re Theoden << cavalcate su Gondor ! >>
 

 
L’unica cosa che ci resta, Legolas, è il ricordo che tu conserverai di me.  Ho bisogno che questo ricordo sia intenso e bellissimo, affinchè sia perfetto quando me ne andrò.  Tu, stupido Elfo,  sarai la mia immortalità.

 
 
 
Speravo con tutto me stesso che
Fëawen non fosse andata insieme agli altri soldati verso la guerra. Conoscendola però si sarebbe inventata qualsiasi cosa per parteciparvi. Dovevamo sbrigarci, non volevo che le succedesse qualcosa, non lo avrei sopportato.
Ci aggiravamo nei pressi della montagna. Sentivo il Nano tremare dietro di me come un bambino.
 

<< che razza di esercito si attarderebbe in un posto simile? >> domandò impaurito.
 

<< Uno maledetto >> risposi sorridendo <<  molto tempo fa, gli Uomini della montagna giurarono all’ultimo Re di Gondor di andare in suo soccorso, di combattere >> presi a raccontare << ma quando arrivò il momento, quando il bisogno di Gondor fu incalzante, fuggirono, svanendo nel buio della montagna >> proseguì osservando attentamente tutto ciò che ci circondava << E così Isildur li maledì. Non avrebbero più trovato pace fino all’adempimento della promessa >> mi fermai per qualche secondo per posare gli occhi su Aragorn << chi li richiamerà dalla grigia penombra? Il popolo dimenticato. L’erede di colui al quale fecero giuramento, arriverà dal Nord. Il bisogno lo spronerà.  Egli varcherà la soglia della via dei Morti. >>
 

<<  Il calore del sangue sembra che me l’abbiano portato via >> commentò Gimli piuttosto preoccupato.
 

Scendemmo da cavallo e mi fermai a leggere le scritte sulla caverna che si presentava davanti a noi.
 
<< “ la via è chiusa . Fu creata da coloro che sono Morti. E i Morti la custodiscono. La via è chiusa“ >>
 
All’improvviso una folata di vento arrivò dritta verso di noi. I cavalli si impaurirono e scapparono via, lasciandoci a piedi.
 
<< non ho paura della morte >> disse Aragorn per poi entrare nella caverna.
 
Seguì immediatamente il mio amico, lo avrei seguito fin in capo al mondo.
 
<< Questa è una cosa mai sentita >> borbottò Gimli << un Elfo entrerà sottoterra quando un Nano non osa farlo?  Oh, sarei lo zimbello di tutti !! >>
 
 
 
Non posso sopportare gli attimi che sto senza di te.  Continuo a vedere nella mia mente, i tuoi occhi, le tue mani, le tue labbra.
Fëawen , prima di conoscerti credevo che il mio mondo fosse completo così com’era . Se adesso mi metto a ripensare a com’era la mia esistenza prima di incontrarti, ti dico solo che prima che tu cadessi fra le mie braccia, la mia vita era una notte senza luna.
Il vero amore può cambiarti la vita, adesso ne sono sicuro. Per te farei di tutto, morirei anche, perché infondo io vivo solo per te.

 


Camminammo a lungo all’interno di quella buia e tetra caverna. Fino a quando non sentimmo qualcosa di strano. Ci fermammo per guardarci intorno. Dovevamo stare cauti.
 
<< che cosa c’è? >> domandò Gimli spaventato << che cosa vedi? >>
 
<< vedo sagome di Uomini >> risposi guardando attentamente << e di cavalli. >>
 
<< dove? >> chiese sconvolto il Nano.
 
<< Vessilli pallidi come brandelli di nuvole >> proseguì << lance si innalzano come boschetti d’inverno , attraverso una coltre di nebbia >> aggiunsi <<  i morti le seguono. Sono stati convocati. >>
 
<<  i Morti? >> continuò a domandare Gimli confuso << convocati? Lo sapevo. Eh, Ah, molto bene! >>
 
Un esercito di morti ci circondava. Afferrai subito il mio arco e lo puntai verso di loro.
 
<<  Chi entra nei miei domini? >> domandò uno di quei mostri facendosi largo.
 
<<  uno che avrà la vostra lealtà >> rispose Aragorn sicuro di se.
 
<<  i Morti non consentono ai vivi di passare >> proseguì quello.
 
<<  invece lo consentirai a me >> contrattaccò il mio migliore amico.
 
<<  La via è chiusa >> rispose quello ridendo <<  fu creata da coloro che sono morti. E i mostri la custodiscono. La via è chiusa >> ridisse << ora devi morire. >>
 
Lo strano essere alzò in aria la sua spada per colpire Aragorn. L’Uomo però fece in tempo ad afferrare la sua e a bloccare l’attacco del nemico.
 
<<  io vi invito a rispettare il giuramento >> disse Aragorn al Re dei Morti.
 
<<  Nessuno tranne il Re di Gondor può comandarmi >> rispose quello sconvolto <<  quella lama fu spezzata! >>
 
<<  E’ stata ricostruita >> proseguì abbassando l’arma << combattete per noi e riacquistate il vostro onore >>
 
<< Ah sprechi tempo Aragorn  >> borbottò Gimli << non avevano onore da vivi figuriamoci adesso che sono Morti. >>
 
<< Io sono l’erede di Isildur >> continuò a dire loro <<  combattete per me ed io riterrò rispettato il vostro giuramento. Cosa rispondete? >>
 
Il Re dei Morti non faceva altro che ridere e ridere. Era inquietante. Non capivo se rideva per la proposta che Aragorn gli aveva appena fatto o perché era felice di essere finalmente liberato.
 
<< avete la mia parola >> proseguì Aragorn <<  Combattete e io vi libererò da questa morte vivente. Cosa rispondete? >>
 
Il Re dei Morti si avvicinò a noi con fare misterioso. Afferrai nuovamente il mio arco e lo puntai verso di lui, lo stesso fece Gimli con la sua ascia.
 
<<  Combatteremo >> rispose infine.
 
 
 
 
 
Cavalcavamo senza un attimo di sosta. Dovevamo sbrigarci o Minas Thirit sarebbe stata distrutta. Bisognava tenere duro.
 
<< fatti coraggio Merry >> dissi al piccolo hobbit << presto sarà tutto finito. >>
 
<< Oh
Fëawen , sei la principessa più bella e coraggiosa che io abbia mai conosciuto >> rispose quello sorridendo << Hai molte cose per cui vivere e molte persone che ti amano. >>
 
Quelle parole mi arrivarono dritte al cuore. Molte cose per cui vivere. Avevo delle cose per cui vivere?
 
<<  So che è troppo tardi per tirarsi indietro >> proseguì Merry << e so che forse non serve a molto ormai sperare. Se fossi un cavaliere di Rohan, capace di grandi azioni, ma.. non lo sono >> aggiunse rammaricato  << sono un Hobbit. E so che non salverò la Terra di Mezzo. Voglio solo aiutare i miei amici, e più di ogni altra cosa vorrei poterli rivedere. >>
 
<< Oh Merry, tu sei più che un cavaliere capace di grandi azioni >> gli dissi sincera << a volte anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro. >>
 
<< coraggio ! >> urlò Re Theoden interrompendo la nostra conversazione << cavalcheremo tutta la notte! >>
 
<< Alla battaglia! >> urlai stringendo le redini del cavallo.
 
<< alla battaglia ! >> replicò Merry armandosi di coraggio.
 

 
La vita è fatta di attimi, di momenti. Io ho vissuto quel che potevo, ho cercato di godermi ogni occasione  di tutto ciò, ma gli attimi e i momenti sono passati così velocemente senza che neppure me ne rendessi conto.
Quanto tempo ho perso, quante cose belle della vita  ho lasciato passare…
Non chiederò al tempo di fermarsi, non chiederò a te di venirmi a salvare. Non chiederò a me stessa di attendere il tuo arrivo. So quale sia la mia strada. Troverò il coraggio .
Non c’è più tempo e non ci sono più scuse.

 
 

Cavalcammo per molto tempo. Quando in lontananza vidimo Minas Thirit, una visione terrificante si presentò davanti ai nostri occhi.
Minas Thirit stava bruciando e milioni  di Orchi l’avevano circondata.
 
<< prepararsi ! >> urlò Eomer.
 
<< vada come vada, resta con me >> sussurrai a Merry << io baderò a te. >>
 
Vidi Re Theoden cavalcare avanti e indietro e urlare parole di incoraggiamento a tutti noi. Cercai di nascondermi per non farmi notare da lui.
 
<< cavalcate ora ! cavalcate ora !  >> ripeteva il Re << cavalcate per la rovina e per la fine del mondo ! >> tirò fuori la sua spada e fece impennare il cavallo << morte! >>
 
<< morte! >> urlammo tutti noi.
 
 
Tutti sanno che nella vita c'è tanto dolore. Molti lo negano pensando di non soffrire. Alcuni lo mascherano pensando che fa meno orrore. Altri lo guardano negli occhi sicuri di poter sopravvivere.
Ebbene sono qui, mentre guardo il terrore in faccia. Ho paura, tremo, ma nonostante tutto lo affronto.
Per mio padre, il quale ha fatto di tutto per proteggermi.
Per mia sorella, che mi è stata sempre a fianco, in qualsiasi circostanza.
Per Aragorn, che si è sempre preso cura di me, senza che nemmeno me ne accorgessi.
Per Gandalf, che mi ha insegnato a seguire il mio cuore.
Per Boromir, perché il suo sacrificio mi ha fatto capire che non esiste alcun trionfo senza perdita.

Per Gimli, che mi ha fatto ridere quando di ridere non ne avevo più la forza.
Per i quattro hobbit, perché mi hanno insegnato che non importa quanto grande tu possa essere, ma quanto puro e forte sia il tuo cuore.

 
E per Legolas che mi ha insegnato cosa significa amare.

Cavalco mentre punto la spada verso l’alto, e la sola cosa che mi viene in mente è il suo viso. Il viso di Legolas. A parer mio è un angelo che mi è stato mandato per salvarmi.
 
 
 
 
Cavalcammo  pieni di coraggio verso il Nemico. Appena raggiungemmo gli Orchi li schiacciammo sotto i nostri cavalli. Diedi le redini del cavallo a Merry e afferrai il mio arco.  Non credevo ai miei occhi, uccidevo quei mostri con una destrezza unica. Quel viaggio mi aveva aiutata a perfezionarmi. Sferravo una freccia dopo l’altra. Uccidevo un mostro dopo l’altro. Evitavo i colpi dei Nemici, tenevo sotto controllo il piccolo hobbit, non volevo che gli succedesse qualcosa. Lo avrei protetto a costo della mia stessa vita.
 
Stavamo avendo la meglio fortunatamente. Merry se ne rallegrò, ma ecco che all’orizzonte vidimo avvicinarsi altri Nemici : indiani sui propri Olifanti.
Non avevo mai visto un Olifante in vita mia, avevo soltanto visto delle figure su di un libro di storie che mi raccontava sempre Gandalf quando piccola. Erano enormi, quanto ad un edificio, con delle lunghe proboscidi. Ad ogni loro passo la terra tremava.  Avevano due corna che spuntavano dalla loro bocca
Spalancai gli occhi davanti al loro cospetto. Spazzavano via con le loro zanne centinaia di soldati. Altri venivano schiacciati e molti infilzati con le loro corna.
Non erano molti, ma comunque erano micidiali.
All’improvviso un’idea mi balenò in testa. Dovevamo abbatterli. L’unico modo era di colpirmi alle zampe.
 
<< a sinistra ! >> ordinai a Merry << vai a sinistra ! >>
 
Afferrai la mia spada e quella del piccolo Hobbit alzandole contemporaneamente in aria. Come ci trovammo sotto all’enorme Olifante lo infilzai con le due spade ad una zampa. L’enorme animale emise un gemito di dolore e si accasciò a terra provocando un caos immenso.
 
<< E fuori uno >> dissi compiaciuta.
 
<< sei un genio, 
Fëawen ! >> si complimentò il piccolo Merry.
 
 
E così via, cercammo un altro Olifante per metterlo KO. Qualcosa però andò storto. L’enorme bestia colpì me e Merry con una sua zanna e ci scaraventò via. Vidi il piccolo hobbit volare via dalle mie braccia.
 
<< Merry !! >> urlai disperata.
 
 
Per fortuna non avevo riportato ferite. Ero soltanto un po’ stordita. Cercai di trovare con lo sguardo il Mezzuomo. I miei occhi però finirono su Re Theoden. Un Olifante lo colpì con le sue corna scaraventandolo via. Urlai disperata e corsi verso il Re di Rohan.
Durante la corsa vidi un enorme creatura alata atterrare vicino al Re. Sull’animale vi era qualcuno.  Era lui, era il Nazgul, il più potente degli Spettri.
Mi si gelò il sangue nel vederlo. Fermai la mia corsa poiché le gambe tremavano troppo per continuare a muoverle. Il cuore batteva terrorizzato.
 
<< saziati della sua carne >> disse il Nazgul al suo animale alato.
 
Re Theoden era ferito, non poteva muoversi. Io ero immobilizzata, non riuscivo a trovare la forza per reagire. Troppa paura, troppo terrore.
 

 
Ed è proprio questo il problema, abbiamo paura.  Credevo che la paura appartenesse ad altra gente, non a me. Non avevo mai avuto paura. Ecco, adesso ce l’ho dentro. E quando ti tocca capisci che lei è sempre stata lì, in agguato, ben nascosta. E ti si gela il sangue.
Prigioniera della paura.
Credo che sia normale dopotutto, avere paura. L’importante è che sia accompagnata dal coraggio.  Non devo lasciarmi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che non mi permette di andare avanti.
 

 
 

Non mi so spiegare il motivo, ma ad un certo punto le mie gambe ricominciarono a correre. Senza pensare, senza riflettere, senza capire. Dovevo salvarlo, dovevo aiutare il Re.
 
<< ti ucciderò se solo osi toccarlo >> dissi alle sue spalle appena lo raggiunsi.
 
<< non metterti tra il Nazgul e la sua preda >> disse quello girandosi lentamente verso di me.
 
Quella immonda bestia aprì la sua bocca per attaccarmi. Alzai la spada per colpirla. Schivò il colpo per un pelo. Afferrai lo scudo con l’altra mano e colpì l’animale al volto. Approfittai per infilzarlo con la mia spada. La testa della creatura cadde ai miei piedi.
Mi allontanai tremante mentre il Signore dei Nazgul scendeva dalla bestia senza vita.
 
Cercò di colpirmi con la sua mazza, ma riuscì ad evitarlo. Seguì un altro colpo e cercai di pararlo col mio scudo. Quest’ultimo si frantumò lasciandomi senza alcuna difesa. Il colpo aveva causato anche una ferita al mio braccio. Sanguinavo ma non me ne preoccupai. Il mio unico intento era quello di sfuggire agli attacchi del Nemico. Solo io potevo ucciderlo, si ma come? Se solo avessi avuto i poteri…
Nell’intento di evitare un altro suo attacco caddi a terra. Il signore dei Nazgul si avvicinò lentamente a me. Chiusi gli occhi ormai certa che sarebbe finita lì.
Con mio grande stupore il Nemico non mi colpì con la sua arma. Si avvicinò lentamente e mi afferrò per il collo alzandomi per aria. Il mio elmo cadde a terra, lasciandomi il viso scoperto.
 
<< Alatariel, dovevo capire che eri tu >> disse guardandomi << finalmente posso ucciderti. >>
 
<< fallo velocemente, se proprio devi >> lo supplicai.
 
E così, era giunta la mia ora. Mi ero arresa. Avevo deciso di lasciarmi cadere e morire.
 

 
Le parole di Merry, le sento ancora dentro la mia testa. Avevo molte cose per cui vivere, aveva detto il piccolo.  E dunque, perché vale la pena  di vivere?   Ecco,un’ottima domanda.  Credo che esistano al mondo alcune cose per cui valga la pena di vivere. Per me, direi, gli abbracci pieni d’amore di mio padre, Elrond… oppure le chiacchierate con Arwen, o tutte le marachelle mie e di Aragorn, o ancora, le belle storie che mi raccontava Gandalf… e poi vediamo… la simpatia di Gimli… o anche la dolcezza degli hobbit….  Il cibo, senza ombra di dubbio… le carezze di mia nonna…. Le pacche sulla spalla di mio nonno Celeborn…. Gran Burrone……e … il viso di Legolas…. Il viso di Legolas.
 
 


<<
Fëawen , reagisci, ti prego !! >> sentì urlare all’improvviso.
 
 
Riaprì gli occhi di scatto. Come se fossi tornata alla realtà. Era Merry che mi implorava di non arrendermi, di non mollare, di non cedere, per le cose belle per cui valeva ancora la pena di vivere.
 

Scelgo di vivere per scelta, e non per caso.

 
Trovai la forza dentro di me. Cercai di sferrare un calcio al Nazgul, ma invano. Mi dimenavo con tutta me stessa per sfuggire alla sua presa. Il Nemico era troppo forte, ma non potevo cedere. Portai le mie mani su quelle del mostro per cercare di staccarle dal mio corpo.
 
 

Non voglio morire più. Voglio vivere.
O si fa di tutto per morire, o si fa di tutto per vivere. Io scelgo di vivere.

 
 

Il nemico strinse la presa su di me. Stava cercando si soffocarmi. Sentì le forze andarsene lentamente. Mi mancava l’aria, non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Piano,piano sentivo avvicinarmi sempre di più all’oscurità.
Udì in lontananza le grida disperate di Merry, ma non avevo più forza.
 
Ed ecco che all’improvviso un urlo mi riportò alla realtà. Il Nazgul mi fece cadere a terra. Cercai di riprendere fiato e di recuperare le forze.
 
<< Mostro, non osare toccarla >> Sentì dire da una voce familiare.
 
Alzai lo sguardo e vidi davanti a me il mio Elfo. Non ci potevo credere, era arrivato. Chiusi e riaprì gli occhi per paura che stessi sognando, ma era la realtà.
 
<< scansati, non è te che devo uccidere >> rispose il Nazgul << non ho voglia si sporcarmi le mani con te. >>
 
<< non mi scanserò mai, mettitelo bene in testa >> proseguì Legolas.
 
Il Nazgul lo guardò per un momento. Poi afferrò la sua mazza e la scaraventò su di lui. Urlai il suo nome disperata, ma per fortuna era riuscito ad evitare il colpo. Sferrò una freccia sul Nazgul, ma gli fece poco e niente.
 
<< Legolas, non puoi ucciderlo ! >>  Urlai << devo farlo io, va via ! >>
 
<< non ti lascerò per nulla al mondo >> disse schivando un altro colpo.
 
<< Stupido, stupido di un Elfo ! >> urlai ancora battendo i piedi per terra.
 
<< 
Fëawen >> continuò poco dopo << dimmi che mi ami. >>
 
<< cosa? >> domandai stupita.
 
<< dimmi che mi ami !! >> urlò l’Elfo cercando di non essere colpito dal Nazgul.
 
<< Ma ti sembra il momento? Con tutto quello che sta succedendo te ne vieni fuori con queste stupidaggini? >> replicai inorridita.
 
<< Dimmi >> schivò un colpo << che >> ne schivò un altro << mi ami ! >>
 
Mi stavo innervosendo e parecchio anche. E credo che anche il Nazgul si stava un tantino arrabbiando.  Gli avrei dato ragione in quell’occasione.
 
<< E va bene ! >> dissi alla fine << Ti amo, stupido ! >>
 
<< grazie >> rispose con quel suo sorriso compiaciuto << Ti amo anch’io. >>
 
Mi si sciolse il cuore. Se non era per quell’orrendo mostro che cercava di ucciderci gli sarei saltata addosso e l’avrei baciato all’infinito.
Ad un certo punto però il Nazgul riuscì a colpirlo e l’Elfo venne scaraventato a terra. Strinsi i pugni e mi scaraventai sopra al Nemico con la rabbia a mille. Appena il mostro si voltò però riuscì a colpirmi con la sua mazza e finì scaraventata a terra.
Riaprì subito gli occhi e vidi Legolas non troppo lontano da me. Allungai la mano per toccare la sua e lui fece altrettanto. Appena le nostre mani si incontrarono sentì in me crescere una grande forza e un coraggio immenso, un coraggio che mai credevo di possedere.
 
<< ho sempre odiato l’amore >> disse il Nazgul avvicinandosi a noi.
 
Strinsi sempre di più la mano di Legolas. Cercava di farmi capire qualcosa con gli occhi. Mi voltai e vidi poco distante da noi una spada.
 
<< nessun uomo può uccidermi >> proseguì il mostro alzando la sua mazza << adesso morite. >>
 
In quel preciso momento il Nemico si bloccò d’improvviso emettendo un urlo di dolore. Qualcuno l’aveva colpito alle spalle.
Guardai meglio e vidi dietro di lui Merry. L’aveva pugnalato ad una gamba.
 
<< adesso, 
Fëawen ! >> Urlò Legolas.
 
Io e l’Elfo prendemmo insieme la spada. Avevo il braccio sanguinante e debole, non sarei riuscita a impugnarla da sola.
 
<< Alatariel >> pronunciò in ginocchio il Nazgul.
 
<< Io sono 
Fëawen Andúnë ! >> urlai per poi infilzarlo assieme all’Elfo.
 
Il Nazgul venne risucchiato dalle tenebre. L’avevamo sconfitto, non ci potevo credere. Lascai la spada e guardai per un attimo Legolas.
 
<< Il Re ! >> mi ricordai all’improvviso.
 
Andai verso Theoden. Era ancora vivo, ma molto ferito. Mi accasciai a terra.
 
<< Principessa, riconosco il tuo viso >> disse il Re guardandomi  << la mia vista si oscura. >>
 
<< No, Re Theoden, io vi salverò ! >> lo rassicurai disperata.
 
<<  Lo hai già fatto >> rispose il Re << vado dai miei padri, della cui gloriosa compagnia ora non dovrò più vergognarmi. >>
 
<< No, no ! >> urlai in preda alle lacrime mentre Re Theoden chiudeva gli occhi per sempre.
 
Sentì le braccia di Legolas afferrarmi e stringermi a se. Lo abbracciai forte per cercare conforto al mio dolore. Era un grande Re, sarebbe stato ricordato per sempre.

All’improvviso mi sentì male. Mi staccai dall’abbraccio di Legolas e mi allontanai.
Caddi a terra in ginocchio e vomitai sangue. Sentivo una fitta tremenda al grembo. Chiusi gli occhi e non vidi più nulla.
 
 
 
 
Ciaooooo !!!!! :D !
Come va, mie care fanciulle ? ^^
Questo capitolo è stato faticoso da scrivere. Credetemi, mi sento come se avessi combattuto io stessa contro il Nazgul. XD
Cooomunque….  Siamo arrivati al capitolo 30, mi fate un piccolo regalo?
Arriviamo a 200 recensioni? Daii, come regalo di compleanno : D
Si, okay, l’ho fatto il 15 ottobre, ma dopotutto è passato solo 1 mese XD !
Dite la vostra, mi raccomando ^^
Baci
Scarl.

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Capitolo 31
*** Ci sarà un giorno, ma non oggi ***


Capitolo 31 – Ci sarà un giorno, ma non oggi


                           

Riaprì lentamente gli occhi e vidi Legolas prendermi in braccio. Continuava a ripetermi cosa mi stesse succedendo, ma lo sentivo lontano e non riuscivo a rispondere. Vidi il piccolo Hobbit avvicinarsi con le lacrime agli occhi disperato.
Sentivo piano,piano le forze abbandonarmi. La vista si faceva sempre più buia.  E in me si faceva largo la consapevolezza che forse era giunto il momento di andarmene, di lasciare la Terra di Mezzo.


La vita è qualcosa di misterioso. Durante il corso degli anni uno si domanda quale sia il senso di tutto questo, per cosa vale la pena combattere, perché la vita è una lotta eterna?
E’ tutto così curioso, tutto così pieno di ostacoli, di giri assurdi, di cose inspiegabili. Nella vita ci sono quelle casualità così sospette, tanto che ci fanno pensare che tutto deve pur avere un perché, tutto deve pur avere un senso.
La vita cambia in continuazione, non hai il tempo di abituarti ad un colpo che subito te ne arriva un altro, e ogni volta sempre più doloroso.
E ci si domanda sempre quale sia il senso di tutto questo giro, quale senso ha trovarsi in un posto invece che in un altro, il senso di essere presente nel momento e nel posto sbagliato, il senso di essere buono o malvagio. Ci saranno premi o castighi per ognuno di noi? E così uno passa la vita facendosi queste domande e moltissime altre ancora.
Però in fondo si riassumono tutte in una : Quale è il senso della vita?
Ironia della sorte, solo adesso comincio a capire. Perché passiamo la vita ad aspettare che quel qualcosa che manca e che ci farà felici compaia sul nostro cammino e talvolta la risposta è semplice, e cioè che la vita non ha un senso, che la vita si vive e basta, ed è solo vivendo che possiamo dire alla fine che valeva la pena di viverla.



La chiamavo, urlavo il suo nome di continuo, ma niente , non dava alcun segno. Teneva gli occhi semi aperti, lei mi vedeva, mi sentiva, ma non riusciva a parlare. Ancora non era tutto perduto, potevo salvarla, e soprattutto dovevo salvarla. Dopo tutto quello che avevo fatto, non potevo perderla. Avevamo affrontato e vinto lo stregone di Angmar, non poteva cedere proprio adesso.

Se hai un sogno, devi proteggerlo.

Correvo disperato mentre la battaglia continuava incessante. Cercavo di evitare colpi di Orchi e mostri di ogni genere, il piccolo Merry correva fianco a me. Ma dove stavo andando? Dove la volevo portare?


<< presto, Legolas ! >> sentì all’improvviso urlare da qualcuno.

Alzai gli occhi e vidi davanti a me Gandalf   << è ancora viva, fai qualcosa, ti prego ! >> implorai il mago.

<< dalla a me, tu vai >> disse lo stregone prendendo Fëawen dalle mie braccia << abbiamo bisogno di te per vincere . >>

Non volevo lasciarla andare, non volevo. Gandalf si rese conto che non avrei abbandonato Fëawen
per nessuna ragione al mondo.

<<  lascia che le cose seguano il loro corso >> continuò il mago rompendo il “silenzio” che si era creato << non puoi fare nient’altro per lei, adesso. >>

<< lei vivrà ! >> lo interruppi arrabbiato << deve vivere! >>

<< torna  a combattere, principe! >> proseguì lo stregone alzando il tono di voce.

<< io voglio stare con lei >> insistetti ancora << non posso lasciarla. >>

<< un giorno dovrai lasciarla andare comunque . >>

<< ma non oggi >>  risposi stringendo i pugni.

Gandalf si calmò d’improvviso e sospirò. Mi parve di vedere un pizzico di commozione nei suoi occhi. Forse aveva capito, che non potevo vivere senza di lei, ma credo che questo lo sapevano tutti ormai.

<< continua a combattere >> ridisse il mago << fallo per lei. >>

<< avanti, Legolas ! >> sentì dire da Merry << starò io vicino a Fëawen
, tu vai, combatti. >>

Guardai per qualche secondo il piccolo Hobbit, poi spostai lo sguardo su Gandalf e alla fine posai i miei occhi su Fëawen

. Si muoveva, cercava di dire qualcosa.

<< Muoviti, testardo di un Elfo ! >> riuscì a dire con molta fatica.

Sorrisi sentendola di nuovo parlare e alla fine dopo averle dato un bacio sulla fronte decisi di ritornare a combattere. Avrei lottato per lei, per proteggerla, per amarla, per avere la possibilità di vivere un futuro insieme. Più che una possibilità era un nostro diritto visto tutto quello che avevamo passato.




Era proprio testardo quello stupido di un Elfo. L’intera Terra di Mezzo era in pericolo e lui pensava solo ed esclusivamente a me, da non credere. Mi mandava in bestia, persino in quel momento, quando ero tra la vita e la morte. Vomitai ancora del sangue e mi tenevo stretta con le mani il grembo. Ma il sangue, tutto quel sangue, non usciva solo dalla mia bocca. Sentivo la mia calzamaglia fradicia. Non capivo, quel Nazgul mi aveva colpita solo al braccio e avevo si e no qualche graffio in tutto il resto del corpo, ma quel sangue adesso da quale causa proveniva?


Hai mai provato la sensazione di essere lì, al bordo di un precipizio e non sapere che fare?  Tra fare un passo indietro e resistere, oppure lasciarti andare e cedere , alla fine scegli di lasciarti cadere. E se non sai volare sei davvero in un brutto guaio, credimi.



Sentivo freddo, tantissimo freddo. Ora più che mai sentivo la morte avvicinarsi a me. Vedevo Gandalf fare qualcosa, guardarmi stupito, prendere delle cose, ma non capivo nulla. Fuori sentivo un chiasso infernale, e all’improvviso, urlai. Stavo provando un dolore immenso, mai provato prima. Che stava combinando Gandalf? Continuavo a ripetermi, mentre mi contorcevo dal dolore. Tutto intorno a me era sporco di sangue.  Vidi Merry coprirsi il viso con le mani, era terrorizzato. Il mago gli aveva urlato di andarsene via, ma il piccolo hobbit era come immobilizzato, non riusciva a muoversi.

<< non riuscirò mai a salvarla, moriranno >> sentì dire da un Gandalf disperato << moriranno tutti e due . >>

Tutti e due? Cosa stava farneticando il vecchio? Stavo per chiudere gli occhi, stavo per farlo definitivamente, quando all’improvviso una luce abbagliante illuminò l’intera stanza. Riaprì di nuovo gli occhi, di scatto e vidi davanti a me l’ultima persona che mi sarei mai aspettata di vedere : Dama Galadriel.

<< vengo per risolvere quello che io stessa ho causato >> disse mia nonna togliendosi il cappuccio che copriva il suo viso.

<< Dama Galadriel >> la salutò Gandalf stupito per la sua visita.

<< no… nonna >> cercai di dire  << sto per… mo…mo…ri….rire? >>

<< Piccola mia, non permetterò che questo accada, non oggi >> rispose mia nonna avvicinandosi << tutto ciò è solo colpa mia, non avrei mai dovuto confinare mia figlia Alatariel dentro il tuo corpo, non avrei mai dovuto permettere che tu partecipassi a questa impresa. >>

<< non di…dire.. scio..sciocche…zze! >> mi mancava il fiato  << sa.. sare…i… parti…ta… lo..stesso. >>

<< non parlare Fëawen, non fai che peggiorare la tua situazione >> si intromise Gandalf posando la sua mano sulla mia fronte bagnata dal sudore.

<< Non vi lascerò morire >> riprese mia nonna lasciandomi ancora una volta di stucco.

<< perché…. Continu….ate… a … pa….rl….are…. al… plur…ale? >> domandai super affaticata.

<< Tu e il Principe Legolas >>  rispose mia nonna sorridendo <<  il vostro amore è così forte che ha stupito persino me >>  aggiunse  << più forte dell’odio, del potere, della distruzione, più forte di ogni cosa. >>

<< l’amore .. >> si intromise Gandalf << solo l’amore può salvare il mondo. >>

<< tu e il frutto della vostra unione, vivrete >> proseguì Galadriel << perché io vi darò la mia vita immortale. >>

Avevo capito bene? Il frutto della nostra unione? Un…un bambino, un figlio? Mio figlio? Mio e di Legolas? Non poteva essere, non…. Oh si che poteva essere invece. Sorrisi al ricordo di quella dolce notte trascorsa insieme a lui.
Non potevo però lasciare che mia nonna morisse per causa mia, non l’avrei permesso.

<< No! >> urlai d’improvviso << non..vo..glio…che…tu..muoia… per…me ! >>

<< non ho più niente da dare alla Terra di Mezzo >> rispose mia nonna << tu invece, tu e tuo figlio avete così tante cose da dare a questo mondo >> aggiunse << ho messo in pericolo le vostre vite, dovevo pur rimediare in qualche modo. >>

<< ti..voglio…bene…no…nonna >> dissi piangendo << non…lasci…armi. >>

In quel preciso istante sentì le sue labbra posarsi sulla mia fronte. Una luce abbagliante ricoprì nuovamente la stanza. Gandalf e Merry si coprirono gli occhi. Io invece, inspiegabilmente, li spalancai senza problemi.

<< ti voglio bene anch’io >> sentì dire da mia nonna << mia piccola Fëawen. >>

Quella luce immensa avvolse anche a me. D’un tratto il mio cuore tornò a battere forte come prima, le forze tornarono lentamente, il respiro si regolarizzava, il sangue scomparve completamente. Ero come rinata una seconda volta.

Aprì gli occhi e con grande rammarico scoprì che mia nonna non c’era più. Era scomparsa nella luce. Mi rialzai e di fronte a me ritrovai Gandalf e Merry osservarmi. Erano commossi e stupiti, come se avessero assistito ad un miracolo.

<< Oh amica mia ! >> urlò Merry saltandomi addosso pieno di gioia << credevo di averti persa per sempre. >>

<< piano giovane Hobbit, non dimenticarti che la nostra Fëawen sta aspettando un piccolo Elfo >> disse Gandalf sorridendo.

Ma quel suo sorriso nascondeva anche dolore. Il dolore di aver perso Dama Galadriel per sempre.  Non l’avrei mai dimenticata, avrei ricordato per sempre quello che lei aveva fatto per me e per mio figlio.
Mi accorsi anche che il chiasso fuori era sparito di colpo. Mi alzai e corsi verso la porta. Gandalf e Merry cercarono di fermarmi perché temevano per me, ma li scansai via e corsi verso il mio Elfo. I due però mi inseguirono.
Scoppiai a ridere per la scena comica. Arrivai all’uscita di quella Torre ridotta in uno stato pietoso. Mi scontrai con qualcuno. Stavo per cadere col sedere per terra, ma quel qualcuno mi afferrò e mi portò fra le sue braccia.
Era Legolas, stava venendo anche lui da me. Era sporco come non mai, sorrisi ma non mi diede nemmeno il tempo di parlare che subito unì la sua bocca alla mia. Lasciai perdere le parole e presi a baciarlo anch’io. Un bacio dolce ma al contempo selvaggio. Esplorava la mia bocca con la sua lingua, mi faceva tremare, mi faceva scoppiare il cuore. Portò le sue mani sotto ai miei fianchi per sollevarmi e continuò a baciarmi ancora, senza fermarsi, senza indugiare un solo secondo.
Ci staccammo molto dopo solo perché non avevamo più fiato. E.. ci accorgemmo che avevamo avuto anche molti spettatori.

Gli sorrisi e gli diedi uno schiaffo in viso  << E guai a te se mi fai preoccupare ancora, è chiaro??! >>

Legolas sorrise scioccato e prima che gli arrivasse un altro schiaffo da parte mia , mi diede un altro bacio. Quel nostro momento fu interrotto dalle grida di qualcuno.

<< Gandalf! >> urlò il piccolo Pipino correndo a più non posso << vieni, Faramir si sta svegliando! >>

<< Faramir? >> domandai stupita << e chi è? >>

<< arrivo subito, vai giovanotto >> rispose il mago correndo dietro al piccolo hobbit e superandolo immediatamente.

Andammo tutti con loro. Ero davvero curiosa di vedere questo Faramir. Lungo il cammino Legolas mi spiegò che questo tizio era il fratello di Boromir.
Quando arrivammo da lui vidi un giovane ragazzo disteso su di un letto. Aveva degli occhi azzurri come il cielo, ed era davvero bello.

<< riposa Faramir, tuo padre non potrà farti più alcun male >> gli disse Gandalf incoraggiandolo a chiudere gli occhi e riposare ancora.

<< che gli ha fatto suo padre? >> domandai curiosa sulla faccenda.

<< ha cercato di bruciarlo insieme a lui >> mi informò il mago << un Uomo ai limiti della pazzia. >>

<< Oh, povero >> dissi dispiaciuta per quel giovane ragazzo << sembra un angelo. >>

Sentì un colpo di tosse. Era L’Elfo che mi guardava con un sopracciglio alzato e uno abbassato. Scoppiai a ridere guardandolo.

<< lo sai che sono geloso >> disse conciato in quel modo.

<< e tu sai che ti amo come non ho mai amato in vita mia >> gli risposi divertita.

Legolas fece un piccolo sorrisetto compiaciuto. Sembrava un bambino a volte…. A proposito, il bambino! Dovevo dargli la notizia, si ma come, quando, e soprattutto con quali parole??
Quel mio flusso di problematici pensieri venne interrotto dall’arrivo di uno dei soldati. Stavano arrivando delle donne a Minas Thirit. Stavano trasportando una donna. Non capì all’inizio, poi vidi Aragorn correre come un matto verso l’uscita. Si trattava di Arwen, sicuramente di lei.

Uscimmo fuori e vidimo Eowyn insieme ad altre donne mentre trasportavano su una tavola mia sorella. Subito andai da lei preoccupata.

<< E’ peggiorata >> ci informò Eowyn a malincuore.

<< come? >> dissi io stupita << ma come è possibile? >>

<< l’Anello non è ancora stato distrutto >> borbottò mio fratello accarezzando il viso di Arwen << non sono riuscito a salvarla. >>

<< No, non dire così >> lo interruppi << non tutto è perduto ! >>

<< abbiamo vinto questa battaglia, non la guerra >> proseguì Aragorn non alzando lo sguardo da mia sorella.

<< sei il Re di Gondor, per la miseria ! >> urlai arrabbiata << tu devi esortare gli Uomini a non mollare e non scoraggiarli >> continuai imperterrita << anch’io stavo per morire, ma sono qui, sono viva, e farò di tutto per salvare mia sorella. >>

<< Legolas, portala via >> disse Gandalf all’Elfo.

<< cosa? >> replicai stupita << portala via? Ma che diamine! Adesso mi state facendo arrabbiare sul serio! >>

L’Elfo mi prese in braccio e mentre io scuotevo come una matta le mie gambe, ci allontanavamo da tutti gli altri.
Si va bene, forse ero stata troppo dura con mio fratello, però non poteva mollare proprio adesso. Dopo esserci allontanati l’Elfo finalmente mi rimise giù.

<< ti sei calmata adesso? >> domandò serio << non dovevi dire quelle cose a tuo fratello, sai quanto soffre. >>

<< lo so, scusa >> abbassai lo sguardo dispiaciuta << è che non posso vederlo in quello stato, non sopporto di vedere mia sorella lì, distesa, morente, e tutto per uno stupido Anello del male. >>

<< ti capisco >> disse abbracciandomi forte a se << vedrai andrà tutto per il verso giusto. >>

<< ma non si può distruggere quell’odioso oggetto con un’altra cosa oltre che le fiamme del Monte Fato? >> domandai arrabbiata.

<< certo, con il fuoco di un drago >> rispose l’Elfo.

<< E tu adesso lo dici? >> dissi stupita staccandomi da lui << e che aspettiamo ad andare a trovarne uno? >>

<< ma Fëawen, è da più di 60 anni che non esistono Draghi nella Terra di Mezzo >> scoppiò a ridere prendendosi gioco di me << secondo te se avevamo a disposizione un Drago non lo utilizzavamo per distruggere l’Anello? >>

<< Eh? Ma come è possibile? >> ero stupefatta, com’era possibile che non vi fosse più nemmeno un Drago?

<< l’ultimo Drago è stato Smaug >> proseguì Legolas << e l’abbiamo sconfitto unendo tutti le nostre forze. >>

<< c’eri anche tu? >> domandai arrabbiata.

<< Si, certo >> rispose lui tutto fiero.

<< Ecco, sei uno stupido ! >> gli urlai << se adesso questo Smaug fosse ancora vivo,avrebbe potuto aiutarci. >>

<< ma era malvagio >> cercò di replicare l’Elfo, senza successo però.

<< non mi importa se era buono o cattivo, so solo che poteva esserci di grande aiuto >> conclusi mettendo su uno sguardo assassino.

<< Tu non sei normale >> commentò Legolas osservandomi << ti ha morso qualche insetto, per caso? >>

<< No !  >> replicai furiosa << sono soltanto sbalzi d’umore, tutto qui. >>

Dopo essermi, diciamo “calmata” ritornammo da tutti gli altri. Dovevamo riposare, la guerra non era finita lì purtroppo.
Andai a cercare mio fratello per scusarmi con lui. Lo trovai nella stanza dove era posta Arwen. Mi si spezzò il cuore a vederlo in quello stato.

<< Aragorn >> dissi entrando << mi dispiace tanto, scusami. >>

<< vieni qui, piccola >> mi invitò ad entrare e a sedermi vicino a lui << avevi ragione tu. >>

<< ti voglio bene, fratello >> lo abbracciai << sarei stata persa senza di te. >>

<< io sarei stato perso senza di te, Fëawen >> replicò Aragorn ricambiando l’abbraccio << da quando sei nata hai reso la mia vita migliore, non dimenticartelo mai. >>

<< troppe persone ho visto morire, Aragorn >> proseguì cercando di trattenere le lacrime << troppe persone care ho visto soccombere, non riesco più a sopportarlo. >>

<< siamo giunti alla resa dei conti, fra non poco si decideranno le sorti di questo mondo >> mi diede un piccolo bacio sulla fronte << non soffrirai più, te lo prometto, non vedrai più nessuno morire, crescerai tuo figlio in un mondo di pace. >>

<< e tu come fai a saperlo? >> gli chiese stupita.

<< E’ stato Gandalf >> mi informò sorridendo << devi dirlo a Legolas, cosa aspetti? >>

<< voglio aspettare che tutto questo sia finito >> ammisi.

<< non posso dirti con certezza che finirà tutto nel modo giusto, però posso prometterti che farò tutto ciò che è in mio potere per salvare tutti voi >> continuò mio fratello guardandomi dritto negli occhi << ma se non dovesse andare tutto come io spero, Legolas potrebbe non sapere mai che tu stai aspettando un figlio suo. >>

Le parole di mio fratello mi fecero riflettere. Aveva ragione lui, accidenti. Dovevo dirglielo, dovevo dire a Legolas che stavo aspettando nostro figlio. Solo che se glielo avrei detto in quel momento, avrebbe fatto di tutto per allontanarmi dalla battaglia decisiva. Ed io volevo stare al suo fianco. No, non potevo dirglielo.

Andai a riposare, ormai era notte tarda. Come entrai nella mia stanza mi sentì prendere dai fianchi. Mi spaventai parecchio. Poi però capì che era il mio Elfo.

<< che cosa avevi oggi? >> mi chiese tutt’un tratto << non ho avuto modo di chiedertelo ancora, mi hai fatto preoccupare molto. >>

<< no, nulla, era per le ferite del Nazgul >> mentì sfacciatamente.

<< E poi come hai fatto a guarire così, all’improvviso? >> chiese ancora.

<< mia nonna, ha lasciato a me la sua vita >> risposi dispiaciuta per lei. Mi mancava tanto.

<< cosa? >> mi fece voltare verso di se << vuoi dire che ha dato a te la tua vita immortale? >>

<< Si >> risposi cercando di sorridere.

<< ma questa è la notizia più bella che avrebbero potuto darmi ! >> urlò per poi prendermi e farmi volteggiare da una parte all’altra.

<< così almeno la smetterai di dire che rinuncerai alla tua immortalità per me >> gli dissi divertita.

<< l’avrei fatto, credimi >> portò le sue dite sul mio viso << mi dispiace tanto per tua nonna. >>

<< anche a me, le volevo tanto bene >> ammisi abbracciandolo << lo ha fatto per noi, per lasciarci vivere felici. >>

<< le sarò grato per sempre. >>




Ero felice, ma che dico? Super mega arci felice. Potevamo vivere per sempre, io e lei, e niente e nessuno ci avrebbe più ostacolato.
Non potevo però dare tutto per scontato. C’era ancora il male da sconfiggere.

<< facciamo l’amore stanotte >> le dissi all’improvviso lasciandola di stucco.

<< Uhm, Ehm, Ehh, cioè, ma che dici? >> tornò scontrosa come sempre.

<< E dai, l’abbiamo fatto una volta sola, ed è stato fantastico >> instetti ancora mettendo su il mio magnifico sorriso da compiaciuto.

<< Quanto puoi essere stupido tu, Elfo testardo >> mi diede un calcio e emisi un gemito per il dolore.

Prima che potesse sfuggirmi di mano l’afferrai e la presi in braccio. Entrai nella sua camera e chiusi la porta alle nostre spalle. La sentivo tremare sotto al mio tocco, com’era indifesa, e allo stesso tempo aggressiva e selvaggia. La appoggiai delicatamente sul letto e presi a baciarla, sempre con più foga. Lentamente si lasciò andare.
Cominciai a spogliarla, era una creatura meravigliosa. Presi a riempire il suo corpo tremante di piccoli baci, volevo darle tanto piacere. Come iniziò a spogliarmi sentì dei brividi lungo la schiena e il mio cuore prese a battere sempre più forte.
Giù in basso, pulsavo d’amore per lei.

Era ancora timida, come la prima volta. Amavo prenderla fra le braccia quando eravamo entrambi completamente nudi. Potevo sentire la sua pelle e la mia entrare a contatto. Sentivo il suo cuore battere per me. E più la baciavo, più lei godeva, e più morivo dalla voglia di farla ancora mia. Era completamente nuda sotto di me, imbarazzata, con le guancie rosse, e bellissima. Avevo paura di farle del male. Afferrai i suoi fianchi e senza smettere di baciarla entrai lentamente dentro di lei. Era più rilassata della volta scorsa, comunque sempre timida e inesperta. E questo mi faceva impazzire ancora di più. Ero dentro di lei, mi muovevo dentro di lei.  Piano,piano presi a spingere con più ritmo. Fëawen
afferrò il mio viso con la sua mano e iniziò a baciarmi. Non mi aveva mai baciato in quel modo. Più lei mi baciava e più aumentavo le spinte. Non riuscivo a fermarmi. L’amavo e volevo che capisse quanto.
Cercavo di sostenermi con le mie braccia per non scaricare il mio peso sul suo corpo, non volevo farle del male.
Raggiungemmo contemporaneamente il piacere e facemmo morire il tutto nelle nostre bocche. Restai per un po’ ancora dentro di lei. Non volevo staccarmi più. Riprendemmo piano,piano fiato, sentivo il suo respiro affannato sulla mia bocca come lei sentiva il mio sulla sua.
Lentamente uscì da dentro di lei e mi misi in ginocchio. La presi e la portai su di me, abbracciandola, stringendola, baciandola, ancora e ancora, per moltissimo tempo. Era mia, solo mia.
Quella notte trascorse tra baci e carezze. Una notte piena d’amore.




Il giorno dopo mi risvegliai tutta felice e rilassata. Ero fra le braccia di Legolas, mi sentivo protetta e amata. Mi misi ad osservarlo a lungo. Sembrava un angelo, era a dir poco stupendo. Così bello che pareva non fosse vero. Mi avvicinai per dargli un piccolo bacio sulle labbra.  Rimasi stupita quando lo sentì ricambiare al bacio.

<< buon giorno mia piccola Mezzelfa >> disse sorridendo.

A malincuore dovemmo alzarci per andare in sala, dove tutti gli altri ci stavano attendendo per discutere sul da farsi.  Io non volevo entrare insieme all’Elfo, mi sarei sentita in imbarazzo. Avrebbero capito subito che avevamo trascorso la notte insieme. Però Legolas insisteva e insisteva e alla fine siamo entrati mano nella mano. Era la prima volta che camminavamo tenendoci per mano.

<< Frodo è passato oltre la mia vista >> prese a parlare Gandalf molto preoccupato << l’oscurità sta aumentando. >>

<<  Se Sauron avesse l’Anello lo sapremmo >> lo interruppe Aragorn, sicuro che i due piccoli Hobbit fossero ancora vivi.

<<  E’ solo una questione di tempo >> proseguì il mago << ha subito una sconfitta, si.. ma  dietro le Mura di Mordor, il nostro Nemico si sta riorganizzando. >>

<< che rimanga lì ! >> intervenne Gimli ringhiando << che marcisca ! Perché interessarcene? >>

<<  Perché diecimila Orchi ora si trovano tra Frodo e il Monte Fato >> rispose lo stregone << l’ho mandato alla morte. >>

<< No, non dire così >> intervenni io per tranquillizzarlo << Frodo e Sam sono ancora vivi, lo sento, dobbiamo solo aiutarli. >>

<< E come? >> borbottò Eomer guardandomi.

<< dobbiamo far in modo che Frodo riesca a buttare l’Anello, dobbiamo coprirgli le spalle >> consigliai a tutti loro.

<< giusto >> commentò l’Elfo << ha bisogno di tempo e di passare al sicuro attraverso le pianure di Gorgoroth >> aggiunse << questo possiamo darglielo noi. >>

<< avete ragione >> intervenne Aragorn << attiriamo gli eserciti di Sauron. Svutotiamo le sue terre. Poi raduniamo le sue forze e marciamo sul Nero Cancello. >>

<< certezza di morte, scarse possibilità di successo >> borbottò il Nano << beh cosa aspettiamo? >>

<< Sauron sospetterà una trappola >> disse il mago avvertendoci << non abboccherà all’amo. >>

<< Oh, io credo di si >> rispose sicuro mio fratello.

Guardai l’Elfo per qualche minuto. Era giunto il momento. Di lì a poco o tutto si sarebbe per sempre risolto o tutto sarebbe stato distrutto. Strinsi ancora di più la sua mano, Legolas se ne accorse e mi diede uno sguardo rassicurante. Accidenti, dovevo dirglielo, prima che fosse troppo tardi.


Quando ci allontanammo dalla sala vidi su una terrazza Eowyn parlare con qualcuno. Ero super curiosa e strattonai Legolas per accompagnarmi a vedere con chi stesse parlando. Sorprese delle sorprese, era Faramir.

<< Sono felice per lei >> disse il mio Elfo osservandoli << le ho spezzato il cuore. >>

<< quante volte l’hai spezzato a me >> lo guardai male.

<< ma se eri tu quella che mi trattava male >> disse divertito << quante botte che ho preso da te, e ti lasciavo sempre fare solo perché >> si fermò << perché ti amavo follemente. >>

<< E io ti picchiavo per lo stesso motivo >> scoppiai a ridere << perché ti amavo e non lo volevo accettare. >>

<< pensa se mi odiavi cosa mi facevi >> aggiunse ridendo come un matto.

E in quel momento di allegria e risate mi resi conto che forse quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei potuto vedere il suo sorriso, quel suo sorriso meraviglioso. Non avrei più visto il mio sole.


Era arrivata l’ora. Tutti con le armature, a cavallo. Marciavamo per Mordor. Dovevamo guadagnare tempo per permettere a Frodo di gettare l’Anello tra le fiamme del Monte Fato. Speravo con tutto il cuore che quel piccolo Hobbit riuscisse nell’impresa. Da lui dipendeva il mondo intero e tutti noi.

Dopo aver cavalcato per un po’ arrivammo al Nero Cancello. Io, Legolas, Gandalf, Eomer, Aragorn, Gimli e i due piccoli Hobbit avanzammo verso di esso. L’esercito rimase dietro, pronto a combattere, non appena Aragorn avrebbe dato l’ordine.

<< che il Signore della Terra Nera venga avanti ! >> urlò mio fratello << che giustizia sia fatta su di lui! >>

Dopo un momento di silenzio totale, il Cancello davanti a noi si aprì, e da lì uscì un altro mostro. Quello però non era un altro dei tanti Orchi del Nemico, era la bocca di Sauron.

<<  Il mio Padrone, Sauron il Grande, vi porge il benvenuto  >> disse quello facendosi avanti <<  Vi è qualcuno tra questa folla con l’autorità di parlare con me? >>

<<  Noi non veniamo per trattare con Sauron, infedele e maledetto >> intervenne Gandalf << Dì questo al tuo padrone : le armate di Mordor devono disperdersi  >> aggiunse << egli deve abbandonare queste Terre e non farvi più ritorno. >>

<<   Ah! Vecchio Barbagrigia >> ringhiò quello << ecco un pegno che mi è stato ordinato di mostrarvi. >>

L’Orco aveva in mano qualcosa. Era quella specie di scudo che Frodo indossava sotto la maglia, e che lo aveva salvato tante volte da una morte certa. Il mostro lanciò il tessuto sopra  Gandalf, mentre tutti noi restammo a bocca aperta. Era morto, quindi. Eravamo tutti perduti, oramai.

<< il Mezzuomo era caro a voi, vedo >> riprese a parlare il Mostro << sappiate che ha sofferto grandemente per mano di chi l’ha ospitato. Chi avrebbe detto che un essere così piccolo potesse sopportare tanto dolore? E lo ha fatto, Gandalf. Lo ha fatto. >>

Mi sentivo scoppiare dalla rabbia. Legolas mi trattenne afferrandomi dal braccio. Volevo ucciderlo, volevo vendicare il mio amico. Aragorn avanzò col suo cavallo andando sempre più vicino alla bocca del Nemico.

<<  E chi è costui? L’erede di Isildur? >> disse quello in tono sprezzante << per fare un Re non basta una lama Elfica spezzata. >>

Aragorn gli fece terminare la frase, dopodiché afferrò la sua spada e con un rapidissimo gesto gli tagliò la testa. Ero fiera di mio fratello.

<< conclusione delle trattative >> borbottò ironico Gimli.

<< Io non ci credo !  >> ulrò Aragorn << non ci crederò ! >>

Ed ecco che all’improvviso il Nero Cancello si riaprì nuovamente. Degli Orchi vennero a recuperare il corpo senza vita del Mostro decapitato da Aragorn. Vidimo migliaia di essere mostruosi prepararsi per attaccarci.

<< Ripiegare!! >> ordinò immediatamente Aragorn.

Tornammo indietro cavalcando verso il resto dell’esercito. Ci mettemmo in riga, mentre Aragorn cercava di spronare tutti noi.

<<  Restate fermi ! >> ordinò mio fratello <<  Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei,  vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore >> andava su e giù col proprio cavallo << ci sarà un giorno in cui il coraggio degli Uomini cederà , in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza. Ma non è questo il giorno !  Ci sarà l’ora dei lupi e degli scudi frantumati quando l’Era degli Uomini arriverà al crollo. Ma non è questo il giorno ! Quest’oggi combattiamo !  Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella Terra vi invito a resistere, Uomini dell’Ovest !  >>

Quello era mio fratello, quello era il Re di Gondor. Chi più di lui sarebbe stato degno di quel titolo?  Riuscì a infondere in noi tantissimo coraggio.

<< Chi pensava di morire combattendo fianco a fianco ad uno stupido e testardo Elfo? >>  Dissi ironica.

<< E invece fianco a fianco all’amore della tua vita? >>  Si voltò verso di me mettendo su uno di quei  suoi sorrisi meravigliosi.

<< Questo penso proprio che potrei farlo >> risposi mettendomi in punta di piedi per poterlo baciare un ultima volta.

<< Ah ! >> sentimmo dire << la smettete con queste smancerie? In un momento delicato come questo poi. >>

<< Oh Gimli, sappi che è stato un onore combattere insieme a un Nano forte e coraggioso come te >> gli risposi sorridendo.

<< Si, nonostante tutto, sei stato un vero amico, Nano >> intervenne Legolas.

<< Oh >> esclamò il piccoletto << grazie, anch’io vi voglio bene, ragazzi ! >>

Quanta tenerezza in quel piccolo Nano. Dovevo ringraziarlo, per tutte le volte che mi aveva fatto ridere. Era un grande guerriero.

L’esercito del Nemico iniziò ad avanzare verso di noi. Aragorn si voltò verso l’esercito.  Ormai la fine era iniziata. E io non avevo detto niente all’Elfo, era troppo tardi.

<< Legolas ! >> mi voltai d’improvviso verso di lui.

L’Elfo mi guardò confuso.   

<< Per Frodo!  >> Urlò Aragorn tirando fuori la sua spada.

<< Aspetto un bambino ! >> gli rivelai infine.

<< Per Frodo ! >> urlammo tutti noi correndo insieme al nostro Re verso il Nemico.

Avevo dato quella notizia a Legolas e poi ero fuggita via. Non sapevo nemmeno dove fosse più, ma ormai stavo correndo, stavo andando verso il Nemico.

La mia spada si scontrò con quella del mio primo avversario.



Okay si, è un capitolo lunghetto. Volevo farmi perdonare per non aver aggiornato per una settimana xD
Spero vi piaccia, e dite la vostra, mi raccomando : D
Ah, e saluto una  new entry : Satana 1  !   Benvenuta ^^
Ringrazio 
Venice 93  ( a proposito vi consiglio di leggere la sua Fan Fiction “ Dance with the Devil “  è stupenda ! )  e Jane _  sfairytales !  Grazie per le vostre recensioni : )
Baci.
Scarl.

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Capitolo 32
*** L'alba di un giorno nuovo ***


Capitolo 32 – L’alba di un giorno nuovo
 



                                                        
 
E’ all’alba che vengono in mente tutti i pensieri che ci tormentano, quando nel cielo la notte fa posto al bagliore del giorno,quando ancora tutto è in semioscurità. C’è silenzio,ma non nella nostra mente, l’alba ci porta i ricordi,ci mostra i nostri errori.
Sei li,il sole non è sorto ancora ma dentro di noista sorgendo un’identità nuova.
Perchè questa luce che non c’è ci mostra nudi e non possiamo mentire, almeno a noi stessi.
Poi senti gli uccelli cantare… li hai mai sentiti gli uccelli cantare all’alba? Hanno un canto particolare, si svegliano, e con il loro cantare forse vogliono augurarti una buona giornata.
E’ una musica che va dritta al cuore e che ci fa dimenticare i pensieri , li accantoniamo per la prossima alba. E’ tempo di ricominciare un giorno nuovo, un’altra storia,ma quei momenti prima che spuntasse il sole… sono i nostri momenti,quelli veri, profondi, quelli che ci fanno essere ciò che siamo.



 
Le parole di Feawen non facevano che ripetersi nella mia testa. Avevo sentito bene? Aspettava un bambino, un figlio dunque, mio e suo, un figlio nostro. Ed era scappata via, galoppando col suo cavallo verso il Nemico. In quel momento mi sentì talmente stupido e impotente. Avevo lasciato andare la mia famiglia alla morte, verso una guerra scellerata che avremmo di certo perso.
Perseguitato da un terrore agghiacciante di perderli entrambi, galoppai verso la battaglia. In quell’inferno, la mia spada scintillava come un diamante nell’oscurità. Sembrava stessimo lottando vanamente contro le tenebre.  Mi fermai per un attimo per trovarla, non riuscivo più a mettere a fuoco niente.  Poi la vidi e sorrisi, tirai su un sospiro di sollievo. Nel suo viso non vi era preoccupazione, lottava come mai aveva lottato, con una forza incredibile uccideva qualsiasi mostro le si parava davanti.  Ma dietro quell’invulnerabile maschera c’era qualcosa di peggio. Vi era stanchezza e rassegnazione,  aveva l’aria di chi ha combattuto ai limiti dell’impossibile e adesso aspetta il colpo di grazia. Dovevo portarla in salvo.
Intorno a me regnava un fracasso infernale, ma era come se vi fosse un silenzio  che piano,piano diventava pesante  e alla fine pareva rompersi come se fosse fatto di vetro.
I soldati intorno a me urlavano, chi di rabbia, chi di dolore, ma sembrava vi fosse un silenzio totale. Anche il terreno ai nostri piedi era silenzioso, il mondo pareva trattenere il fiato.  Solo il vento gemeva, scompigliando i miei capelli ed entrando nella mia anima, come un coltello tagliente.
Nell’aria brillò una luce rossa, mi sentì bruciare gli occhi, il mio urlo contenente il suo nome venne avvolto da una morsa gelida e venne soffocato dentro la mia gola.
Volevo gridare, volevo andare da lei, ma l’oscurità mi aveva afferrato. E il vuoto mi travolse tra le tenebre e la morte.
 
Talvolta, in circostanze particolari, è giusto soffocare.
 
 
Era finita, non c’era più alcuna speranza. Frodo e Sam erano morti, nessuno avrebbe messo fine a quella follia. Tutto per quell’Anello, tutto per il potere. Ero stanca, troppo per continuare ancora. Avevo detto a Legolas che aspettavo suo figlio, adesso non avevo più rimpianti.
O forse si, ce l’avevo. Il dolore di non poter dare un futuro migliore a mio figlio, quello si, quello era straziante. Sentivo un dolore profondo e particolare.  Di fronte ad esso mi trovavo impotente. E la fine ormai era giunta. Il male aveva vinto.  Mi voltai per uccidere un altro mostro, fra la folla, lo vidi, vidi il mio Principe, il mio Elfo, il mio Legolas.
I miei occhi puntarono dritti nei suoi, come se non stessero aspettando altro.
 

Due persone che si guardano negli occhi non vedono i loro occhi, ma i loro sguardi.

 
Ed era vero quel che dicevano, uno sguardo a volte poteva farsi carne, unire due persone più di un abbraccio. Mi sentivo più vicina a lui di quanto non lo fossi nella realtà. Il mio sguardo si stupì, il suo brillò.  Quel suo sguardo meraviglioso. Uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto, l’unico sguardo che  davvero mi avrebbe potuto salvare.
 
 
Sei stanco e non ce la fai più. E ad un tratto, nella folla, incontri lo sguardo di qualcuno. Ed è come se qualcosa in te fosse cambiato di colpo.  E tutto diventa improvvisamente più semplice.
 
 
Afferrai la mia spada con più forza e tornai ad uccidere ancora e ancora. Il mio viso era zuppo di sangue, ma non il mio, quello del Nemico. Odiavo uccidere, non lo sopportavo più. Stroncare vite ormai mi dava la nausea.  Anche se quei mostri meritavano la morte, io non ce la facevo più, troppo dolore, troppa distruzione.  Sentì un bruciore al braccio destro, diedi il colpo di grazia al mio avversario senza dare troppa importanza al dolore che sentivo in quel momento.
Quando vidi del sangue scorrere lungo il braccio capì che ero stata ferita. Ma dopo tutto a quel punto cosa importava? Continuai a combattere, tanto quel piccolo dolore era nulla in confronto a quello che sentivo dentro la mia anima. Sangue, ancora sangue, tutto per un Anello.  Si combatte ancora, solo per il potere.
 

 
E’ arrivato il momento di lottare, di avvicinarmi allo specchio, guardare in questi occhi che tanto spesso tento di evitare.  A volte si sente il bisogno di cercare dentro se stessi la forza per andare avanti.  Così devo prepararmi ad essere forte e affrontare questa tempesta che mi viene contro.  E’ arrivato il momento di volgere lo sguardo alle cose che contano nella vita, stringerli forte a me, proteggerli e amarli più che posso, meglio che posso, come non ho fatto ora fino ad adesso, perché si può amare sempre un po’ di più. E’ arrivato il momento di incamminarmi verso quel futuro che tanto temo e affrontare e vincere le mie paure con tutto il coraggio e la forza che riesco a trovare dentro di me.
 

 
Era stata ferita ad un braccio. Mi si gelò il sangue. Non avrebbero resistito a lungo. Dovevo fare qualcosa, correre da lei, ma era impossibile avvicinarmi. Il mio cammino era ostacolato da troppi nemici per giungere da lei in un batter d’occhio. Il mio sguardo si mantenne fisso sulla mia Mezzelfa mentre affondavo la mia spada in quei mostri. Non badavo nemmeno a guardarli in faccia. Il sangue schizzava sul mio viso in continuazione. Non vedevo altro che sangue.  Più uccidevo e più mi avvicinavo a lei. Sentivo come se la nostra felicità fosse appesa a un filo. Non potevo rischiare di perderla, non dopo tutto quello che era successo.  E adesso che aspettava un figlio mio, l’amavo ancora di più. Avremmo avuto la nostra nuova alba anche noi. Avrei fatto di tutto per permettere ciò.
Ne uccisi uno, dopo un altro, e un altro ancora. Stavo arrivando da lei, pochi metri, solamente pochi metri e sarei giunto in tempo per salvarla.
 
 
Mi voltai per vedere che fine avesse fatto. Inaspettatamente me lo ritrovai a poca distanza da me, correva come se non ci fosse un domani. Fu un attimo di distrazione, solo uno. Una spada cercò di colpirmi, la schivai, ma caddi a terra. Altro sangue uscì dal mio corpo. Non sapevo da dove uscisse, il dolore si era tramutato in silenzio. L’Orco si avvicinò con la sua lama. La alzò con l’intento di trafiggermi, non riuscivo più a rialzarmi, ero bloccata. Chiusi gli occhi, soffocai un urlo dentro la mia gola. Aspettavo la mia morte, sarebbe arrivata a prendermi di lì a poco.
E invece non venne nessuno. Riaprii i miei occhi e davanti a me vidi un corpo. Quel corpo era stato trafitto da una spada. Misi a fuoco l’immagine.  Dei lunghi capelli biondi ricadevano sulla sua schiena.
 
<< No >> sibilai con le lacrime agli occhi.
 
Intravidi sulle sue spalle il suo arco e le sue frecce.
 
<< No! >> ripetei alzando il tono di voce.
 
Afferrò la sua spada e trafisse inaspettatamente l’Orco. E a quel punto mi alzai tenendo le mie mani strette sulla testa.
 
<< No! >> urlai ancora scoppiando in un pianto di disperazione.
 
Si era lasciato trafiggere per salvare me. Sanguinava incessantemente, non l’avevo mai visto sanguinare. Si girò lentamente verso di me e con un sorriso che metteva lui di solito mi cadde fra le braccia. Mi accasciai a terra, tenendolo stretto a me.
 
<< Perché lo hai fatto?! Sei uno stupido, uno stupido Elfo! >> singhiozzai rotta dal dolore.
 
<< Promettimi >> cercò di dire sforzandosi << promettimi che vivrai, che vedrai crescere nostro figlio. >>
 
<< Smettila! >> urlai disperata << non puoi lasciarmi, non puoi! >>
 
Del sangue uscì ai lati della sua bocca  <<  Ti amo, non dimenticarlo mai >> continuò con fatica << grazie per avermi fatto conoscere questo amore così forte e immenso. >>
 
<< Che diavolo stai dicendo?! >> proseguì io con voce rotta dal dolore  << avevi detto che saremmo vissuti o morti insieme, te lo sei dimenticato forse??! >>
 
<< No, non l’ho dimenticato, Mezzelfa testarda >> disse lui sorridendo col sangue che  scendeva ai lati della sua bocca << ogni giorno è diverso dall’altro, ogni alba porta con se il suo speciale miracolo, il suo istante magico, in cui si distruggono gli universi passati e nascono nuove stelle >> si fermò e tossì forte <<  mio padre, quando ero bambino, mi diceva sempre che, ogni sole che sorge, è un sole nuovo. Nasce ogni giorno, vive solo per quel giorno, muore alla sera e non tornerà più >> allungò una mano per toccare il mio viso, lo sentì tremare << Vivi bene la tua vita  in modo che il sole non abbia sprecato il suo tempo prezioso. >>
 

Sappiate dove cercare il momento dell’alba e del tramonto, e notate come appare il cielo in quell’istante, almeno una volta.

 
<< Basta, non sprecare le energie, stupido >> continuai a dirgli piangendo << non esiste un’alba per me senza di te. >>
 
<< Ma io starò sempre al tuo fianco, ogni volta che guarderai nostro figlio, sarà come rivedermi, sarà come avermi accanto a te >> tossì ancora e il sangue continuava a scorrere incessante.
 
Presi la sua mano e la strinsi forte alla mia. Le mie lacrime cadevano sul suo viso. Aveva ancora quel suo sorriso stupido. Lo odiavo quel sorriso, ma non sarei riuscita a viverne senza.
In quel momento ci fu un boato incredibile. La Terra cominciò a tremare, il cielo si fece più oscuro.
 
<< Baciami >> disse l’Elfo << voglio che sia tu il mio ultimo respiro. >>
 
Quando sentì dire queste sue parole mi si strinse il cuore. Scoppiai a piangere ancora più forte e a stringerlo a me. Lentamente avvicinai le mie labbra alle sue. Il suo ultimo respiro. Un urlo accecante mi divorò. Mi strinsi a se e chiusi gli occhi, e forse, per sempre.
 
 
 
Ormai il sole si è fatto alto … gli uccelli non cantano più..e il cielo bianco annuncia un’alba senza colore…







Hola T.T No, cioè, mi odio io stessa...

Comunque, ringrazio tutte le 29 lettrici che hanno messo questa storia nelle seguite, e le 23 che hanno messo la storia nelle preferite ^^ grazie di cuore a tutti voi!
Ringrazio una new entry ! :
Knight_7 !
 
E tutte coloro che hanno recensito il capitolo precedente!!  Grazie di cuore!

Aspetto le vostre considerazioni :)

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Capitolo 33
*** Il Ritorno del Re ***


Capitolo 33 –   Il Ritorno del Re


                                                                                                                                                                                                   
In quel mondo di tenebre non riuscivo a trovare più via d’uscita. Non facevo che ripetermi se ero morta, ma purtroppo tutte quelle mie domande non potevano avere alcuna risposta. Vagavo in quell’oscurità agghiacciante mentre la disperazione di non poter più rivedere Legolas mi avvolse completamente.  Poi sentì una voce in lontananza. Non riuscivo a capire bene le sue parole.
 
<< Fëawen !  >> sentì chiamarmi ripetutamente.
 

Anche se arrivo ad abbracciare la luna, anche se arrivo a toccare il sole, non riuscirò a vedere brillare più nessuna stella  e osserverò il cielo prendere il tuo colore.
 Non restare da sola sotto questa pioggia, non lasciarti andare, devi essere forte adesso, per resistere alle delusioni e tenendo aperti sia mente che anima, ricorda  : Io sarò sempre lì con te.

 

 
<< Svegliati,
Fëawen , apri gli occhi >> sentì dire di nuovo.
 
Finalmente potevo uscire fuori da quel mondo fatto solo di ombre. Mi sforzai ad aprire i miei occhi, quel poco che bastava per rivedere ancora la luce del sole. Vidi una figura chinata su di me. La mia vista era ancora appannata, non riuscivo a capire chi fosse.
 
<< Finalmente, ci hai fatto preoccupare parecchio, principessa >> Era Gandalf, e sorrideva.
 
Riuscì a mettere a fuoco ciò che si presentava davanti a me. Il vecchio mago era vivo e ancora sorridente. Quello stava a significare che avevamo vinto, che finalmente il male era stato sconfitto. Sorrisi improvvisamente.  Quando poi ricordai Legolas che moriva fra le mie braccia i miei occhi si riempirono di lacrime.
 
<< è morto?! >> domandai disperata allo stregone.
 
<< non lo so >> ricevetti come risposta da parte sua << purtroppo credo proprio che il Principe abbia lasciato questo mondo. >>
 
<< cosa significa? >> smisi di piangere per concentrarmi su quello che aveva da dirmi Gandalf.
 
<< Gli Elfi di Bosco Atro sono arrivati, al finir della battaglia, per prendere il proprio Principe >> mi informò lo stregone << non ti so dire se fosse già morto, ma le sue condizioni erano davvero gravi, non credo vi era per lui possibilità di salvezza. >>
 
<< Quindi, è morto? >> dissi stringendo i pugni e trattenendo con tutta me stessa le lacrime << Tutto quello che abbiamo passato, tutto il dolore, tutta la sofferenza, è stata inutile??! Il mio amore per lui, il suo amore per me, tutto inutile?! >>
 
<< Calmati, piccola, non disperare >> mi tranquillizzò Gandalf abbracciandomi forte a se  << niente è stato vano, il vostro amore vivrà in eterno. >>
 
<< io non posso vivere senza di lui !  >> urlai stringendo lo stregone a me << non ce la faccio, non ne ho la forza! >>
 
<< Devi farti coraggio >> proseguì Gandalf << fallo per quella piccola creatura che porti in grembo. >>
 
Era morto fra le mie braccia, non ero riuscita a salvarlo. Ma perché  non ero morta assieme a lui? Non sarei riuscita ad andare avanti, a dimenticare, a provare a ricominciare d’accapo. Vivere una vita eterna, senza di lui al mio fianco, non era possibile. Chiesi a Gandalf di lasciarmi un momento da sola, avevo bisogno di piangere il mio dolore in segreto. Il mago dopo un momento di esitazione acconsentì e lasciò la mia stanza. Inutile dire che scoppiai in un pianto disperato. Nulla poteva placare il mio dolore, nulla. Dovevo farmi forza per nostro figlio, ma dove potevo trovarla quella forza?
 

E dopo il bagliore del fulmine, il buio della notte profonda, non c’è mai abbastanza quiete. Troppo vedere, troppo soffrire, troppo sapere.  Quando il dolore è eccessivo, bisogna morire un po’ per andare avanti.
E dopo che cerchi di superare quel dolore, puoi solo chiudere gli occhi e continuare per la tua strada con le cicatrici che la vita ti lascia, ma ogni cicatrice è vita, ogni ferita è stata prima un attimo di pura felicità.



 
Qualcuno bussò alla mia porta. Non avevo voglia di vedere nessuno, ma la persona che entrò nella mia stanza, mi avrebbe portato conforto. Era Arwen, mia sorella. Per fortuna lei era guarita, con la sconfitta del male era tornata forte e allegra come un tempo. Mi alzai dal letto e corsi verso di lei con le lacrime che scendevano all’impazzata. L’abbracciai forte e con grande stupore sentì Arwen piangere assieme a me un dolore comune.
 
<< mi dispiace, sorella cara >> mi disse ricambiando l’abbraccio << non doveva finire così. >>
 
<< si è messo davanti, Arwen >> singhiozzai << quella spada stava per colpire me, non lui, e quello stupido Elfo si è intromesso! >>
 
<< basta, non fare così, non farti ancora di più del male !  >> mi strinse ancora a se, piangendo anche lei disperata.
 
 

Quanto è triste il dolore che nel tormento non ha voce.
 

 
Mia sorella mi trascinò di forza fuori dalla mia stanza. Voleva portarmi non so dove, ma avevo ancora le lacrime che fuoriuscivano all’impazzata dai miei occhi. Non volevo assolutamente vedere nessuno. Camminavamo per un lungo corridoio e in lontananza sentì delle risate di gioia provenire in una stanza lì vicina. Quando arrivai sulla soglia della porta una luce mi sovrastò completamente. Rimasi accecata per qualche secondo, poi tutto fu così chiaro alla mia vista : Frodo era in un letto e tutti gli altri erano intorno a lui, felici più che mai. Aragorn si voltò verso di me lentamente. Appena mi vide il suo viso si riaccese d’improvviso. Giunse in un lampo da me e prendendomi in braccio mi abbracciò forte.
 
<< quanto ti voglio bene, sorella! >> disse raggiante.
 
Mi sforzai di sorridere con le lacrime agli occhi. Aragorn se ne accorse e il suo volto si incupì di nuovo.  Mise una mano sopra la mia testa e portò il mio viso al suo petto, stringendomi forte. Soffocò il suo dolore in gola, cercava di essere forte, ma aveva perso anche lui una persona importante, il suo migliore amico.  La felicità in quella stanza svanì improvvisamente. Sentì all’improvviso qualcuno abbracciarmi teneramente : era Gimli.
 
<< mi mancherà molto quell’Elfo insopportabile >> ammise  il Nano con le lacrime agli occhi.
 
 
 

Come affrontiamo il dolore dipende da noi. Il dolore: lo accettiamo, lo elaboriamo, lo ignoriamo. E per alcuni di noi il miglior modo per affrontarlo è conviverci. Il dolore... devi aspettare che se ne vada, sperare che scompaia da solo, sperare che la ferita che l'ha causato guarisca. Non ci sono soluzioni né risposte facili. Bisogna fare un respiro profondo e aspettare che il dolore si nasconda da qualche parte. La maggior parte delle volte il dolore può essere sopportato, ma a volte il dolore ti afferra: quando meno te lo aspetti ti colpisce sotto la cintura e non ti lascia in pace. Il dolore... devi solo conviverci, perché la verità è che non puoi evitarlo e la vita te ne porta sempre dell'altro. Un modo molto importante per farci amico il dolore è farlo uscire dall'isolamento e condividerlo con qualcuno che può accoglierlo.
 

 
Dopo qualche settimana, giunse il giorno dell’incoronazione di mio fratello, il Re di Gondor. Finalmente il Re ritornava nel suo Regno. La razza degli Uomini aveva ancora qualcuno in cui sperare. E quella missione tanto importante mi aveva fatto capire questo, che c’è sempre speranza, non bisogna mai perderla, perché in quel caso, sei finito.
Aragorn si meritava tutta la felicità del mondo. Avrebbe regnato, insieme ad Arwen, saggiamente.
 
Moltissime persone erano giunte per assistere all’incoronazione del Re. Io sarei stata lì, vicino a lui, a guardare il tutto orgogliosa.
 
<<  Ora arrivano i giorni del Re >> proclamò Gandalf appoggiando la corona sulla testa di Aragorn << possano essere benedetti. >>
 
Mio fratello si voltò verso tutti noi. Era molto agitato, forse ancora non si sentiva pronto a prendere quell’immensa responsabilità. Ma col tempo si sarebbe accorto che lui era l’unico che potesse farlo, soltanto lui aveva le qualità adatte per essere degno di quel titolo.
 
<<  Questo giorno non appartiene a un Uomo solo, ma a tutti >> disse a tutti noi  <<  insieme ricostruiamo questo mondo, da poter condividere nei giorni di pace. >>
 
Il Re chiuse gli occhi e dopo qualche secondo prese a cantare una canzone in Elfico.
 
Diceva :  “ Giungo dal Grande Mare della Terra di Mezzo. Sarà questa la mia dimora, e quella dei miei eredi, sino alla fine del mondo”.
 
Arwen arrivò al suo fianco. I due si guardarono l’uno negli occhi dell’altro. Erano ancora innamorati come il primo giorno. Si diedero un tenero dolce bacio e ne seguì l’applauso della folla. Notai da lontano che Faramir ed Eowyn si tenevano sorridenti per mano. Abbozzai un sorriso sulle labbra, ero felice per quella ragazza.
Tra la folla spuntò mio padre, Elrond. Fece un inchino ai due nuovi sovrani di Gondor. Era commosso, lo si vedeva benissimo. Mi fece una gran tenerezza.
 
<< abbi cura di mia figlia, Elessar >> disse inchinandosi al cospetto del Re.
 
<< lo farò tutti i giorni della mia vita >> promise mio fratello.
 
Guardavo la scena che si presentava ai miei occhi con un pizzico di commozione. Stavo per rimettermi di nuovo a piangere. Perché il quadretto sarebbe stato al completo con la presenza di un’altra persona, ma purtroppo non era possibile. Abbassai lo sguardo triste e addolorata. Quella ferita me la sarei portata dietro per il resto della mia vita.
 
 

Tutti noi nascondiamo delle ferite che non vogliamo far toccare a nessuno

 
 
D’improvviso calò il silenzio. Io non me ne resi conto e continuai a tenere lo sguardo abbassato. Un gruppo di Elfi si fece largo fra la folla. Alzai lo sguardo stupita di quell’improvviso silenzio. Vidi delle figure avvicinarsi a noi. Erano Elfi, ma non conoscevo nessuno di loro. Io e mio fratello ci guardammo per qualche secondo. Beh, per fortuna quella che confusa non ero soltanto io.
D’un tratto il gruppo di Elfi si fece da parte. In mezzo a loro vi era qualcuno. Sgranai gli occhi ripetutamente. Poi intravidi quel sorriso inimitabile. Quei capelli dorati così sottili. Quegli occhi blu meravigliosi.
Il mio viso si illuminò, scoppiai a ridere e a piangere nello stesso tempo. Il mio corpo iniziò a muoversi inconsciamente verso di lui, verso il mio Elfo, verso Legolas. Gli saltai addosso piangendo disperatamente come una bambina.
 
<< Non piangere >> mi sentì dire da quella voce melodiosa  << adesso sono qui con te >> lo sentì ridere dolcemente.
 
Mi scostai per qualche secondo. Lo guardai dritto negli occhi mentre ancora continuavo a piagnucolare. E senza pensare, senza riflettere, feci restare tutti di stucco. Sferrai uno schiaffone in faccia all’Elfo che lo fece voltare involontariamente dall’altra parte.
 
<< E che sia l’ultima volta che mi fai disperare in questo modo!! E’ chiaro??! >> gli urlai contro continuando a piangere.
 
Legolas sorrise mentre si teneva dolorante la guancia. Stavo giusto per dirgli cosa diavolaccio avesse da ridere, ma me lo impedì. Mi chiuse la bocca con un dolce bacio e mi sciolsi come neve al sole. Tutti applaudirono felici.
Ero decisamente a disagio, ma fra le braccia del mio Principe avrei sopportato di tutto. Era di nuovo al mio fianco, non era possibile, non potevo ancora crederci.
 
<< Ho lottato contro la morte con tutto me stesso >> disse una volta staccatosi dalla mia bocca << non potevo rinunciare a te, al nostro amore, a nostro figlio >> continuò ridendo raggiante << Ti amo, mia piccola e testarda Mezzelfa. >>
 
<< Ti amo anch’io, stupido di un Principe ! >> ricambiai urlando e ridendo dalla gioia.
 
Aragorn si avvicinò a noi felice più che mai. Abbracciò il suo amico e una lacrima cadde lungo il suo viso. Mi si strinse il cuore davanti a quella scena. Io e Arwen ci guardammo sorridenti e commosse.
Dopo quel dolce e felice benvenuto vidimo in mezzo alla piazza i quattro piccoli Hobbit. Io,Legolas, Aragorn e Arwen, ci avvicinammo a loro. I piccoli erano in procinto di inchinarsi al cospetto del Re, ma quest’ultimo li fermò.
 
<< Amici miei >> disse loro << non inchinatevi a nessuno. >>
 
Re Elessar si inchinò davanti a loro e così facemmo tutti noi. Quei quattro piccoli e adorabili Hobbit avevano salvato la Terra di Mezzo, se noi eravamo lì, era soprattutto grazie a loro, grazie alla loro caparbietà, alla loro forza e purezza.

Tutto il popolo si era inchinato dinnanzi ai quattro Hobbit.

In quell’istante la mia mano scivolò in quella di Legolas. Lo guardai e nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono ricordai per un momento il nostro primo incontro, quando vidi e  mi innamorai di quegli occhi blu meravigliosi.

<< 
Fëawen  >> disse d'un tratto sorridendo << vuoi sposarmi? >>




Weilààà ! :D
Si lo ammetto, ho voluto farvi soffrire un po’ u.u
Ahhaha ma sono buona xD non amo i finali drammatici XD!
Comunque…. Vorrei ringraziare tutte voi per avermi fatto compagnia lungo il corso della storia :) Grazie di cuore!!!
 
E vi do appuntamento alla prossima volta e … all’ultimo capitolo!!
 
Dite la vostra, mi raccomando!!!! ^^

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Capitolo 34
*** L'eternità sarà solo l'inizio ***


Capitolo 34  -  L’eternità sarà solo l’inizio


                                                     
 
 
Si, avevo sentito bene, Legolas mi aveva chiesto di sposarlo. Forse non era il momento adatto per chiedermelo, ma forse si, o non c’era proprio un momento o un luogo adatto per chiedere cose del genere. Rimasi un po’ a guardarlo senza sapere che dire. Quella sua proposta mi aveva letteralmente tolto il fiato. Il mio cuore prese a battere all’impazzata, vidi i suoi occhi blu brillare come mai avevano fatto. Avevamo lottato così tanto che in quel momento non sembrava fosse vero.  Mise quel sorrisetto compiaciuto che tanto odiavo, ma amavo quell’Elfo.
 
Il valore di un sentimento è la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per esso.
 
 
<< Ma che domande sono?! >> risposi dopo un’infinità di tempo   << sei davvero stupido! >> gli diedi una spinta e lo feci cadere a terra.
 
Tutti scoppiarono a ridere. I piccoli Hobbit si stavano divertendo da matti. Il nostro inchino poteva dirsi concluso grazie alla mia immensa simpatia. Dovevo rimediare e porsi la mano all’Elfo per aiutarlo a rialzarsi. Legolas sorrise e appena afferrò il mio braccio mi trascinò con se a terra.
 
<< Allora?! >> mi disse ridendo come un matto   << mi sposi, si o no? >>
 
<< E’ ovvio, stupido di un Elfo!! >> gli urlai a squarciagola per poi baciarlo sulle labbra.
 
Ci fu un applauso enorme da parte della folla. Avevamo dato abbastanza spettacolo, ed ero piuttosto imbarazzata. In quel momento vidi mio padre avvicinarsi a noi, io e Legolas ci alzammo. Il Principino era decisamente nervoso. 
 
<< Mio Signore Elrond, io.. >> prese a parlare Legolas, ma mio padre lo fermò d’improvviso.
 
<< Voglio solo augurarvi tutta la felicità di questo mondo >> disse il Signore di Gran Burrone  << E abbi cura della mia piccola, altrimenti te la dovrai vedere con me, siamo intesi?! >> aggiunse commosso.
 
<<  Giuro che non le accadrà mai niente di male, la proteggerò e l’amerò per tutto il resto della mia vita >> promise Legolas affondando quei suoi occhioni blu dritti nei miei.
 
<< So difendermi da sola, ti ricordo >> lo interruppi io  << non c’è bisogno di tutte queste promesse. >>
 
<< Sempre la solita testarda >> contrattaccò lui sorridendo  << ti ho salvato la vita tantissime volte e ancora non vuoi ammettere che tu hai bisogno di me.  >>
 
<< Io non ho bisogno di te  >> replicai sbuffando.
 
<< Si invece >> insistette lui senza togliere quel sorrisetto insopportabile.
 
<<  No !  >> continuai io imperterrita.
 
<< Ah, continueranno all’infinito >> borbottò Gimli grattandosi la barba  << non cambieranno mai. >>
 
<< Mastro Nano, credo che questa volta hai proprio ragione >> ridacchiò Aragorn mettendo una mano sulla spalla dell’amico << ma è proprio questo che li rende speciali e insostituibili. >>
 
 

E´ vero sentimento quello che resta lo stesso ogni ora e sempre, sia che gli si conceda tutto, sia che tutto gli si neghi.
 
 


Legolas mi portò nel suo regno : Bosco Atro. Voleva farmi incontrare suo padre, Thranduil. Io non volevo, me la stavo facendo sotto dalla paura. Mi avevano sempre raccontato che il Re del Reame Boscoso fosse una figura imponente e dall’aspetto severo. Lungo il cammino feci un sacco di domande a Legolas sull’aspetto fisico e sul carattere del padre. Ero riuscita a sapere che fisicamente somigliava molto al mio Elfo, anche se il Re era più alto. Caratterialmente purtroppo scoprì che erano due cose totalmente differenti.  Volevo tornare indietro, ma era troppo tardi.
 
<< Tranquilla, mio padre non ti mangerà mica >> disse ironico l’Elfo  << almeno spero. >>
 
<< Oh grazie, sei così d’aiuto, tu! >> borbottai nervosa  <<  e se non gli piaccio? >>
 
<< Impossibile >> rispose Legolas prontamente.
 
 
Non riuscì a calmarmi e per tutto il viaggio non facevo che sospirare e sospirare. Appena lo avrei visto mi sarei appiccicata al braccio di Legolas e non l’avrei mollato per nessun motivo al mondo. Già immaginavo i suoi occhi di ghiaccio inquietanti. Avrei preferito scontrarmi di nuovo col Nazugl piuttosto che incontrare suo padre.
Appena giungemmo a destinazione le mie gambe cominciarono a traballare. Legolas se la rideva, lo stesso facevano gli altri Elfi che erano con noi. Nonostante tutto trovai quel posto davvero accogliente e bellissimo. Era emozionante vedere il luogo dove era cresciuto il mio Legolas.
Mi attaccai, come era prevedibile, al suo braccio e ci avviammo per farci ricevere da suo padre. Stavo per morire, sentivo chiaramente i battiti del mio cuore. Temevo potesse scoppiarmi nel petto. In vita mia non avevo mai avuto così tanta paura.
Non appena lo vidi, seduto sul suo trono, guardandoci con imponenza, triturai il braccio del povero Elfo. Lo sentì lamentarsi, e al contempo soffocare una risata.
Eravamo giunti al suo cospetto. Avevo immaginato benissimo i  suoi occhi di ghiaccio. Mettevano realmente i brividi.
 
<< Padre >> prese a parlare Legolas  << lei è
Fëawen Andúnë, la Mezzelfa di cui ti ho parlato. >>
 
Il Re non disse niente, si limitava ad osservarmi dalla testa ai piedi. La sua espressione in volto era indecifrabile. Cercavo di sorridere, ma stavo troppo male per poter mettere su un sorriso decente. Mi nascosi dietro il braccio dell’Elfo, ero ridicola al massimo. Un attimo di silenzio e all’improvviso una risata scoppiò da parte del Re. Spalancai gli occhi inorridita e lo vidi alzarsi dal trono per venire da noi.
 
<< Hai paura di me? >> domandò appena mi raggiunse.
 
Era altissimo e imponente. E dovevo ammettere che era anche molto affascinante, beh d’altronde era il padre del mio Elfo, doveva essere per forza meraviglioso come il figlio. Cercai di guardarlo in quei occhi di ghiaccio. Mi si gelò il sangue. Li abbassai subito e mi strinsi ancora di più all’Elfo. Se la stavano ridendo tutti e due e parecchio anche. Si stavano prendendo gioco di me, stupidi Elfi.
 
<< Non temere, vuole solo conoscerti >> mi rassicurò Legolas accarezzandomi.
 
Annuì semplicemente. Mi feci coraggio e una volta staccatami dall’Elfo feci qualche passo in avanti per avvicinarmi al Re. Tremavo ancora, ma dovevo vincere quella stupida paura.
 
<<  Sono felice di conoscerla, Re Thranduil >> dissi inchinandomi davanti a lui  << sono la principessa
Fëawen Andúnë, figlia di Re Elrond, Signore di Gran Burrone. >>
 
<<  Quindi sei tu che hai fatto perdere testa e cuore a mio figlio >> proseguì Re Thranduil prendendo a girarmi intorno, come per esaminarmi attentamente.
 
<< Si, sono io >> risposi cercando di regolarizzare il mio respiro .
 
<< E dimmi, tu lo ami? >> mi chiese ancora fermandosi dinnanzi a me.
 
<< Certo che lo amo !  >> alzai di poco il tono infastidita da quella domanda  << mi sembra ovvio. >>
 
<< Era solo una domanda >> sorrise  tornando a girarmi intorno  << so che aspetti un bambino. >>
 
<< Si, è vero >> ero imbarazzatissima al massimo, anche perché Re Thranduil aveva gettato un’occhiata orgogliosa al figlio. Va bene, si stavano prendendo gioco di me alla grandissima.
 
<< Avete finito con le domande? >> chiesi impaziente.
 
<<  No >> rispose il Re soffocando una risata  << dimmi quanto ami mio figlio. >>
 
<< Cosa?! >> esclamai inorridita  << vi ho già detto che lo amo, cosa volete sapere ancora? >>
 
<< Si, ma quanto? >> proseguì il Re facendomi saltare i nervi.
 
<< Lo amo >> cercai di dire   << come non ho mai amato nessuno al mondo. >>
 
Re Thranduil mi guardò per un istante interminabile negli occhi. Quando avevo detto quella frase le mie guancie presero a bruciare e il cuore mi andò a mille. Odiavo quando mi mettevano in imbarazzo.
 
<< Non ti arrabbiare >> disse d’un tratto << è stato mio figlio a dirmi di porti questa domanda >> rivelò divertito.
 
Mi voltai con uno sguardo assassino rivolto verso Legolas. Volevo mangiarmelo con gli occhi. Quanto poteva essere odioso quell’Elfo. Il Re richiamò subito la mia attenzione fortunatamente.
 
<< Benvenuta nella nostra famiglia >> proseguì regalandomi un sorriso meraviglioso  << posso abbracciare la mia futura nuora? >>
 
<< Oh, si certo >> risposi imbarazzata.
 
Quel suo gesto mi fece restare di sasso. Re Thranduil, così freddo e severo, mi stava abbracciando. E pensare che per lui ero solo una sconosciuta. Respirai profondamente e sorrisi. Fortunatamente era andando tutto bene, il Re non mi aveva sbranata.
 
<< Legolas, non potevi fare scelta migliore >> sciolse l’abbraccio  << è davvero una creatura meravigliosa. >>
 
Quel complimento mi fece arrossire violentemente. In un batter d’occhio mi trovai il mio Elfo a fianco. Più tardi glie ne avrei date di santa ragione per avermi fatto quel brutto scherzo. In quel momento lasciai stare e strinsi forte la sua mano nella mia.
 
 
Quando restammo da soli io e lui, a passeggiare per le vie di quel posto meraviglioso, ne approfittai e gli diedi una super mega spinta per vendicarmi. L’avevo colto di sorpresa e il poverino rotolò a terra.
 
<< cosi impari a mettermi ancora in imbarazzo! >> gli urlai mezza arrabbiata.
 
Non feci nemmeno in tempo a voltarmi che subito l’Elfo afferrò la mia gamba e mi fece volare su di lui. Per fortuna ero caduta fra le sue braccia.
 
<< Come quando ci siamo conosciuti >> sorrise intensamente guardandomi  << ricordi? >>
 
<< E come potrei dimenticarlo? >> ricambiai  << da quando ho incontrato i tuoi occhi blu il mio mondo è completamente cambiato. >>
 
<< Quante botte mi hai dato, Mezzelfa ribelle >> rammentò l’Elfo ridendo  << ma da te avrei preso volentieri mille calci e mille pugni. >>
 
Sorrisi e mi strinsi forte al suo petto  << Ne abbiamo passate tante, Legolas >> dissi sospirando << ancora non mi sembra vero. >>
 
<< Già, abbiamo superato tante prove >> ammise lui stingendomi a se << ma siamo riusciti a restare insieme nonostante tutto. >>
 
Ci abbandonammo a un bacio pieno di passione e dolcezza. Mi distese delicatamente su quel prato così verde e meraviglioso e continuammo a fare quello che il nostro cuore ci chiedeva.
 
 
 
Il giorno del matrimonio arrivò in un lampo. Non era ancora passato molto tempo dalla distruzione dell’Anello. Per quell’evento desiderai avere con me tutta la  Compagnia e i miei familiari. Purtroppo in quel giorno tanto importante non c’erano persone come mia nonna Galadriel, Boromir, Re Theoden e altri. Mi rattristai ripensando a loro.
Arwen mi aiutò ad indossare l’abito. Mi sentivo parecchio nervosa.
 
<< Calmati, va tutto bene, respira lentamente >> cercò di tranquillizzarmi << finalmente coronerete il vostro sogno. >>
 
<< Il matrimonio tuo e di Aragorn è stato bellissimo, Arwen >> le dissi sorridendo << mi sono emozionata tantissimo per voi. >>
 
<< Grazie, sorella ! >> mi abbracciò forte  << adesso mi metterò a piangere di sicuro. >>
 
<< No, ti prego, non farlo >> scoppiai a ridere << altrimenti comincio anche io. >>
 
Quel momento tanto atteso era finalmente arrivato. Il matrimonio avevamo deciso di celebrarlo a Gran Burrone, dove c’eravamo incontrati. Avevo convinto Gandalf a sposarci, per fortuna.
Come uscimmo nel giardino vidi tutti i miei amici seduti mentre aspettavano ansiosi. In lontananza vidi Legolas piuttosto nervoso. Sorrisi e notai mio padre avvicinarsi a me commosso.
 
<< E’ giunto il momento >> mi disse trattenendo le lacrime sugli occhi.
 
<< Oh padre >> lo abbracciai forte  << grazie per tutto quello che hai fatto per me. >>
 
Afferrai il suo braccio e lentamente ci avviammo verso il mio Elfo. Arwen prese a cantare una nota canzone Elfica. Era tutto così dannatamente perfetto. Il mio cuore accelerò i battiti. Lungo il cammino per arrivare da Legolas incontrai gli sguardi di tutti. I piccoli Hobbit erano in festa, soprattutto Merry e Pipino, li adoravo da morire. Gimli era decisamente commosso, vidi delle lacrime scorrere lungo il suo viso. Notai Eowyn e Faramir, erano davvero belli quei due, sicuramente si sarebbero sposati anche loro da lì a poco. Eomer e Haldir mi regalarono i loro sorrisi meravigliosi. Poverini, li avevo usati per far ingelosire Legolas, ma volevo loro un gran bene.
 

Il cuore batte veloce, tanti ricordi, tante promesse. Ho paura, ma devo trovare il coraggio. Ho timore di cadere. Ma guardandoti, lì, ad aspettarmi, tutti i miei dubbi svaniscono all’improvviso. Ancora un passo e la distanza fra te e me diminuisce sempre di più.  Sono morta ogni giorno aspettandoti, e adesso non devo aver paura. Sento come di amarti da mille anni, e di sicuro, ti amerò per altri mille. Non permetterò che qualcuno porti via ciò che adesso ho davanti. Ogni respiro, ogni ora mi ha portato a questo.. ad essere sempre più vicina a te.
 
 

Quando arrivai davanti a mio fratello, intravidi, nei suoi occhi azzurri come il cielo, tanta commozione e gioia. Mi sorrise teneramente e finalmente arrivai dal mio Elfo. Lasciai andare il braccio di mio padre, quest’ultimo andò a sedersi a fianco di Re Thranduil. Sorrisi a mio suocero e lui ricambiò immediatamente.
 
<< Bene, siamo qui riuniti oggi per unire nel sacro vincolo del matrimonio questi due giovani Elfi >> annunciò Gandalf << e aggiungerei, finalmente, ce ne hanno messo di tempo per capire di amarsi alla follia! >>
 
Scoppiammo tutti a ridere. Quanto aveva ragione quello stregone da strapazzo. Io e Legolas ci guardammo e le nostre mani si unirono d’improvviso.
 
<< Dunque vediamo, vuoi tu Principe Legolas Greenleaf, figlio di Re Thranduil ed erede al trono, prendere come tua sposa la qui presente Principessa
Fëawen Andúnë, figlia di Elrond, Signore di Gran Burrone, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?  >> domandò ironico il vecchio mago.
 
<< Oh si >> rispose carico.
 
<< Bene >> commentò Gandalf << e vuoi tu Principessa
Fëawen Andúnë, figlia di Elrond, Signore di Gran Burrone, prendere come tuo sposo il qui presente Principe Legolas Greenleaf, figlio di Thranduil, ed erede al trono, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?  >>
 
<< Oh certo che lo voglio! >>  risposi raggiante.
 
<< Con i poteri da me conferiti vi dichiaro marito e moglie, scambiatevi gli anelli >> concluse lo stregone tirando su un sospiro di sollievo.
 
<< Posso baciare la sposa? >> chiese impaziente Legolas.
 
<< Dovrei essere io a dire “ puoi baciare la sposa” veramente >> lo corresse Gandalf.
 
<< Allora, posso? >> domandò ancora provocando le risate di tutti.
 
<< No >> lo fermò il mago << devo ancora dirvi delle cose >> aggiunse << E bene, ruberò solo pochi istanti del vostro tempo. Voglio solo dirvi che ci saranno tempi bui, in cui litigherete, vi urlerete parole orribili avvicenda e vi lancerete oggetti di ogni genere >> disse ironico  <<  ma ricordate sempre che il vostro amore è più potente di ogni altra cosa al mondo, è indistruttibile >> continuò a dire commosso <<  mi avete fatto capire che l’amore quello vero, puro ed eterno, esiste. >>
 
Abbracciai forte quel tenero e dolce mago. Si era commosso e alla fine il suo discorso si concluse lì.
 
<< Puoi baciare la sposa, adesso, anzi, te lo ordino! >>  Disse infine Gandalf piangendo dalla gioia.
 
Finalmente le mie labbra e quelle di Legolas si unirono. Fu un bacio lunghissimo e pieno d’amore, fra gli applausi di tutti. Ormai l’avevano preso a vizio.
 
La festa fu memorabile. Ballai insieme a mio padre, a mio fratello e anche insieme a Thranduil. Avevo un suocero a dir poco affascinante. E continuammo a ridere e a scherzare per tutto il tempo. Gandalf aveva preparato i suoi insostituibili fuochi d’artificio. Naturalmente Merry e Pipino non riuscirono a trattenersi e li fecero esplodere prima del tempo. Era bello sapere che dopotutto non era cambiato molto in loro. Avevamo affrontato una grande missione, e sapevo bene che le ferite che ci portavamo dentro ognuno di noi, non si sarebbero mai rimarginate. Quello più cambiato di tutti, era Frodo. E come biasimarlo, non poteva dimenticare, non era un qualcosa che si poteva cancellare dai nostri ricordi come se niente fosse. Sentivo come se la mia pelle fosse marchiata a vita.
 
<< Legolas, pensi che riusciremo a tornare alle nostre vite di un tempo? >> domandai malinconica << dico, questa missione ci ha marchiati per sempre.  >>
 
<<  Un tempo non ti conoscevo >> rispose l’Elfo sorridendomi  <<  so bene che ci porteremo dietro per tutta la vita delle ferite, del dolore, ma se io non avessi intrapreso questo viaggio non avrei mai conosciuto l’amore della mia vita  >> aggiunse accarezzandomi  << per quanto doloroso sia stato, ricomincerei tutto d’accapo.  >>
 
<< Si, lo rifarei anch’io  >> sorrisi e lo baciai ancora una volta.
 
Ballai abbracciata al mio Principe per molto tempo. Altre coppie si tenevano abbracciate vicino a noi.  Come Aragorn e Arwen, oppure Eowyn e Faramir. 
Quando la festa finì andai a salutare Gandalf. Aveva qualcosa di importante da dirmi.
 
<< Mi mancherai tanto >> lo abbracciai forte a me.
 
<< Voglio farti un piccolo regalo >> disse il mago sorridendo   << tu forse non te ne sei accorta, ma quando Alatariel ha lasciato il tuo corpo, non ha portato via con se tutti i poteri che possedevi.  >>
 
<< Cosa? >> domandai stupita e confusa    << è impossibile, ti sbagli, io non ho più nessun potere. >>
 
<< Il dono di cui parlo io, non era di Alatariel, ma era tuo, di 
Fëawen Andúnë >> rivelò Gandalf lasciandomi ancora più di stucco.
 
<< Di cosa stai parlando? >> domandai ancora, non stavo capendo un accidenti .
 
<< Il dono di tuo padre Elrond  >> disse infine ridacchiando  << prova a mettere la mano sul tuo grembo e guarda attentamente.  >>
 
<< Dove andrai, adesso? >> chiesi triste .
 
<< Il mio ruolo nella storia è finito, lascio la Terra di Mezzo >> annunciò Gandalf accarezzandomi il viso.
 
<< No, perché? >>  una lacrima scivolò via lungo la mia guancia.
 
<< Non ti dirò “non piangere”, perché non tutte le lacrime sono un male  >>  mi diede un altro lunghissimo abbraccio.
 
Prima di andarsene mi ricordò di fare quello che mi aveva suggerito, dopodiché afferrò le redini del cavallo e scomparve nel nulla.
 
 Lo guardai per qualche secondo, come se mi fossi incantata. Avevo ancora il dono di mio padre, quindi la preveggenza. Aveva ragione lo stregone, quel potere era mio e non di Alatariel. Che stupida che ero stata, non me ne ero mai accorta.
E così ascoltai il consiglio del mago e portai la mia mano sul grembo, sul mio bambino. Alzai gli occhi e guardai Legolas e Aragorn abbracciarsi fraternamente. Fu un attimo e davanti a me si proiettò un’altra scena.
Erano due bambini che correvano e giocavano insieme. Uno con un’incantevole chioma castana e con bellissimi occhi azzurri cielo, e l’altro invece con  dei capelli color biondo rame e dei meravigliosi occhi blu come il mare.
 
<< Eldarion, avanti vieni!  >> lo incitò il bambino dagli occhi blu. 
 
<< Aspettami, Legowën
! Non correre così veloce  >> si lamentava l’altro bambino.
 
La visione svanì di colpo e davanti ai miei occhi ricomparvero Legolas e Aragorn scherzare e ridere al loro solito. L’Elfo mi vide e abbandonò la conversazione con l’amico per correre da me.
 
<< Gandalf è andato via? >> mi chiese per poi baciarmi .
 
<< Si,  cinque secondi fa  >> risposi sorridendo .
 
<< Che hai? Sei strana >> mi spostò lentamente una ciocca dei miei capelli dalla fronte.
 
<< Sai, penso proprio che sarà un maschio >> gli dissi portando la sua mano sul mio grembo.
 
<<  Speriamo non sia impulsivo come la madre >> ridacchiò l’Elfo baciandomi   << altrimenti ci troveremo proprio in un bel guaio. >>
 
<<  Ti amo, stupido >> gli dissi sfiorandogli la bocca .
 
<< Ti amo anch'io  >> ricambiò l'Elfo dandomi un altro lunghissimo bacio.
 
 
Sembrava il lieto fine di una storia, ma quello era solo l’inizio. Avevamo ancora  tutta un’eternità davanti a noi.  Io e Legolas, due corpi e una sola anima, due cuori e un solo battito. Due persone o meglio dire due Elfi  in un unico amore.
 
 
FINE
 
 
 
Okay, no, non mi sembra vero  :(!
  Voglio ringraziare tutte per avermi accompagnata in questo lungo cammino! Se non fosse stato per voi tutto questo non sarebbe stato possibile :)  ! Grazie per avermi sostenuta!
Per adesso non ho intenzione di scrivere altre FF in questa sezione, mi vorrei concentrare solo su Orlando Bloom, infatti ho iniziato a scrivere una nuova storia in quella sezione e ne sto continuando un’altra che avevo lasciato incompleta. Però mai dire mai, chissà se mi verrà in mente un’altra storia sul nostro amato Elfo ^^
Grazie a chi ha recensito, a chi ha solo letto, a chi ha messo la storia nelle preferite o nelle seguite e anche nelle ricordate!
Questa storia è molto importante per me perché sono le mie fantasie di quando ero una ragazzina di 12 anni XD Ovviamente non avevo immaginato proprio tutto, tutto ma la trama era questa tutto sommato ^^
Beh, vi saluto !
E’ stato bello :)
Un grazie e un bacio a tutti
Scarl.
E mi raccomando ! TUTTI AL CINEMA A VEDERE " Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" !!!

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