Deep Waters, Natsuki

di DezoPenguin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e mandarla all'autore. Chiedo scusa per non aver inserito prima questa nota.

NDA: questa è la terza parte del mio romanzo, e si colloca dopo "Elementary, My Dear Natsuki" e "Come, Natsuki, The Game is Afoot." Non è necessario leggere le prime due storie per capire questa, visto che dovrebbe essere ovvio quali ruoli le due assumono in questo universo alternativo e in che modo le cose si stanno sviluppando, ma ehi, se non l'avete già fatto, perché non dare comunque un'occhiata alle due storie precedenti?

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Acque profonde, Natsuki-capitolo 1

Non mi sentivo particolarmente allegra in quel dicembre del 1898. Tutti gli apparati e le ghirlande e le decorazioni natalizie che cominciavano a spuntare da tutte le parti e le carole sulle labbra delle persone mi irritavano invece di rilassarmi, ed ogni volta che sentivo dire che mancava solo un anno al nuovo secolo, digrignavo i denti al pensiero che vivevo in una nazione che non sapeva contare da uno a cento. Shizuru aveva detto che il nuovo secolo era la commemorazione artificiale di una data decisa in modo arbitrario, tanto che avrebbe avuto altrettanto senso festeggiare il nuovo secolo adesso, ma la cosa continuava a darmi fastidio.

In verità il mio malumore aveva poco a che fare con le feste. Sarei stata più che felice di celebrare il Natale se fossi vissuta in Australia. Semplicemente non mi piaceva l’inverno. Una neve precoce mi aveva bagnato le scarpe ed ora i miei alluci stavano congelando, mentre il vento pomeridiano penetrava come un coltello attraverso il mio vestito e il mio mantello da viaggio, e le mie mani erano gelate perché avevo deciso di indossare dei guanti di capretto, in modo da poter usare comodamente i miei revolver .32 Smith and Wesson Safety Hammerless—ehi, una ragazza deve sapere come equipaggiarsi ed una gita a Soho rendeva le armi necessarie. Il calore del fumo della mia sigaretta mi ricordava quanto fosse freddo il resto del mio corpo, quindi alla fine mi tolsi quella cosa di bocca, la buttai per terra e la schiacciai sotto il tacco.

Pensai che avrei ignorato più facilmente il disagio del mio viaggio a Soho se questo non si fosse rivelato un completo fallimento. Nessuno dei miei contatti nella malavita aveva informazioni riguardo uomini che indossavano gemelli neri di forma triangolare, con una sfera d’oro simile ad un occhio incastonata in uno dei vertici. Parte di me non poteva fare a meno di chiedersi se non mi stessi illudendo. Anche se il fatto che due uomini, due assassini, avevano indossato gli stessi insoliti gemelli non fosse stato una coincidenza, l’incidente era accaduto quattordici anni fa.

Forse erano tutte quelle chiacchiere sul nuovo secolo a turbarmi. L’intera città sembrava guardare con speranza al futuro, ed io ero lì a guardare disperamente in un passato popolato solo da frammenti di ricordi. Mi sentivo come se fossi imprigionata in una marea spietata, che mi allontanava dal luogo che volevo raggiungere.

Il ricordo mi aveva tormentata per anni. Una folla di gente che ci separava, poi io che mi guardavo indietro, vedendo una mano che la spingeva, bloccata alla vista degli altri da un secondo corpo. Un grido, un corpo che perdeva l’equilibrio, e mia madre che cadeva oltre il parapetto, precipitando nelle gelide acque del Mare del Nord. Quell’evento aveva plasmato la mia vita, mi aveva reso quella che ero, quella che avevo lottato per diventare.

Come potevo guardare avanti quando il passato era sempre con me, con il suo richiamo a cui non era possibile resistere? No—non potevo perdere quel passato, così combattevo per tuffarmici con tutta la forza che avevo. Non volevo fronteggiare il futuro, non se questo significava recidere i legami lasciando dei problemi irrisolti.

Quelli erano i pensieri che mi opprimevano mentre percorrevo Baker Street diretta verso la porta del 221. Ero sicura quando avrei messo piede a casa Shizuru mi avrebbe presa in giro per il mio aspetto, ma in certo modo bizzarro, mi ritrovavo ad aspettare quel momento con ansia. C'era una familiarità, in esso, quel senso di vicinanza che permetteva di non corazzarsi dietro la distanza di una conversazione educata. E mentre ci pensavo, mi accorsi che nei pochi mesi in cui avevamo condiviso l’alloggio, Shizuru Viola era diventata la persona a me più vicina da quando la Friesland aveva attraccato.

Perché non glielo chiedi? Mi domandò una parte traditrice della mia mente mentre salivo i gradini della porta principale. Era il suo lavoro, dopotutto, lei era l’unica ‘consulente investigativa’ di Londra: più di una semplice agente privata, riceveva la maggioranza dei suoi casi da altri detective quando questi avevano esaurito le opzioni – incluse le forze di polizia ufficiali.

Ma non potevo farlo. Non volevo che lei analizzasse la mia vita, esaminandola come un medico che esplora le profondità di una ferita. Uno dei motivi per cui andavamo d’accordo era che lei non ficcanasava mai. Solo Dio era a conoscenza di quanto effettivamente lei sapesse di me; dopotutto quella donna deduceva la storia della vita di una persona guardandole le ginocchia dei pantaloni. Ma non diceva mai nulla, non insisteva mai, non mi chiedeva mai più di quanto fossi disposta a dare. Era quella la differenza fra lei e persone come Mai Tokiha, che era un tipo materno. Mai avrebbe voluto sistemare i miei problemi, quindi quando ero in sua presenza esitavo sempre. Con Shizuru non era necessario, perché sapevo che avrebbe rispettato la mia privacy. La nostra era una vicinanza nata dalla distanza.

Però, pensavo mentre scuotevo la neve via dalle scarpe, mi stava aiutando in un altro modo. Per un qualche motivo, a Shizuru piaceva portarmi con sé nei suoi casi, e stava cominciando a diventare parte della nostra routine. Fin dal nostro ritorno da Dartmoor l'avevo vista trovare la soluzione del furto delle azioni Nelligan e di come questo furto fosse stato collegato ad un omicidio compiuto con un rampone in una baita arredata come la cabina di una nave; sventare le macchinazioni di un detestabile barone i cui hobby erano collezionare porcellane e donne, e portare alla luce il modo in cui una lite per un terreno scatenata da William Acton aveva portato al furto e poi all'omicidio. Avevo scritto gli eventi di quest'ultimo caso, più che altro per aiutarmi a riordinare i fatti nella mia testa, e ad un certo punto era diventato un racconto, come quelle storie del mistero che mi piacevano tanto.

Shizuru mi aveva presa in giro così tanto per quella cosa, che in un impeto rabbia avevo spedito il manoscritto allo Strand Magazine, cambiando i nomi di luoghi e persone. Lo scherzo si era rivoltato contro di me quando la direzione del giornale aveva accettato la storia, accompagnando con bell’assegno la richiesta di altri racconti.

"Ve l’avevo detto, Natsuki" era stata la risposta di Shizuru, il che mi aveva fatto capire che mi aveva provocata di proposito, per farmi trovare il coraggio di spedire il manoscritto. E il denaro era d’aiuto, visto che stavo tentando di pagare metà della malavita di Londra con un budget limitato.

Quindi sì, stava già facendo la sua parte nell'assistermi. E comunque era meglio affrontare un problema alla volta, vero?

Ripulii le mie scarpe dalle ultime tracce di umidità e salii le scale fino al 221B. C’era un debole odore acre nell’aria sul pianerottolo, e quando aprii la porta la causa di quell’odore mi investì. La stanza era invasa da una nuvola di fumo puzzolente, tanto fitta che il mio primo pensiero fu che fosse scoppiato un incendio.

"Ara, Natsuki è qui!" mi salutò allegramente Shizuru.

Rimasi a fissarla con la bocca aperta troppo a lungo, così uno sbuffo di fumo mi finì nei polmoni. Tossendo, dissi, "Shizuru, che diavolo state facendo?"

Lei battè le palpebre, poi i suoi occhi di quel bizzarro colore scarlatto si spalancarono confusi.

"Ma non è ovvio? Sto seguendo i passi di Natsuki. La donna moderna ed indipendente ha diritto al tabacco quanto qualsiasi uomo, no?”

Sollevò l’elegante pipa di schiuma, con il suo cannello incurvato, il bocchino d’ambra e il bordo d’avorio, che senz’altro doveva aver fumato per almeno due ore filate, usando una miscela che faceva sembrare il ‘trinciato’ profumata e limpida aria di campagna.

"Odiate il fatto che io fumi," le feci notare, tossendo di nuovo. Come diavolo faceva a respirare lì dentro?

"Non dice il proverbio ‘Se non puoi batterli, unisciti a loro’?"

"Smetto subito!" dissi, disperata, tirando fuori il portasigarette dalla tasca del panciotto e buttandolo sul tavolino da caffè.

"Ma pensavo insisteste che ne avete il diritto?" chiese Shizuru.

"Ne vale la pena, se mi promettete che non accenderete più quella cosa."

"Oh, grazie a Dio," disse, e l'ironia se ne andò completamente dalla sua voce, "Non credo che avrei potuto resistere un altro minuto."

"Aspett—lo avete fatto solo per convincermi a smettere?"

Mise la pipa nel posacenere e la spense.

"Piuttosto, per mostrarvi il perché desidero che smettiate."

Inclinò il capo da una parte, nei suoi occhi c'era un'espressione un po' triste. "Non mi aspetto che Natsuki mantenga la sua promessa, naturalmente."

"No, io — io stavo pensando di smettere comunque,”Voglio dire, ho cominciato più che altro per mostrare che ero libera dalle convenzioni, ma perché varrebbe la pena di fare esattamente quello che fanno le altre donne indipendenti?"

E non riesci proprio ad ammettere che stai smettendo perché finora non ti eri accorta di quanto le desse fastidio? Mi chiesi. Ma la risposta era ovvia: naturalmente non potevo. Riuscivo a malapena a credere che stessi operando un cambiamento nel mio stile di vita—di riflesso, perfino d'impulso—per il bene di qualcun altro. Ma dirlo ad alta voce? Quello sarebbe stato ammettere molto di più. Non esisteva che potessi dare a qualcuno quel genere di potere su di me.

"Se siete sicura...allora, possiamo aprire le finestre per cambiare l'aria?"

Spalancammo le finestre che si aprivano su Baker Street. Tossii ancora quando il fumo mi investì mentre usciva.

"Possiamo andarcene da qui?" chiesi.

"Ma Natsuki è appena arrivata."

"Sì, bè, preferirei respirare che stare al caldo."

Shizuru ridacchiò, sorridendo.

"Va bene, allora. Potremmo bere il tè al Climbing Rose? È quasi l'ora, e l'aria dovrebbe essere pulita per quando torneremo."

"Va bene."

L'atmosfera leziosa di qualla sala da tè non mi si addiceva per nulla, ma sarebbe stata calda e senza fumo, cose che in quel momento venivano per prime nella mia lista di priorità.

"Bene!"

Si infilò i guanti, indossò il mantello da viaggio e il cappello, sopra la giacca e la gonna lilla e il panciotto color crema, raggiungendomi sul pianerottolo dove mi ero ritirata per amore dei miei polmoni. Non avevo idea di come fosse riuscita a tirare fuori da quella pipa la quantità di fumo che poteva produrre un falò! Il campanello suonò mentre scendevamo le scale, ma prima che potessimo aprire la porta la signora scozzese dai capelli rossi che era la nostra padrona di casa era uscita dal proprio appartamento per far entrare un fattorino dei telegrafi in uniforme.

"Telegramma per la signorina Shizuru Viola," disse.

La signora Hudson si voltò per indicare le scale poi sorrise quando ci vide scendere.

"Sei fortunato, eccola qua."

Mi feci da parte in modo che Shizuru potesse scendere; aprì il telegramma e lo lesse in fretta.

"Cìè risposta, signora?" chiese il ragazzo.

"Sì, grazie. Signora Hudson, posso prendere in prestito una penna?"

"Certo, servitevi pure."

Shizuru entrò in casa della signora Hudson, ne uscì un minuto dopo e tese il modulo di risposta al ragazzo. Riuscii a vedere quello che aveva scritto: "Io sono, come sempre, al vostro servizio." Erano quattro parole di troppo per un semplice telegramma—diavolo, io avrei semplicemente scritto "sì" e basta—ma quella era Shizuru, che si rifiutava di rinunciare all'educazione solo per risparmiare qualche penny. Diede la mancia al ragazzo e sorrise.

"Grazie signora!"

Si portò una mano alla visiera del berretto ed uscì.

"Bene, Natsuki, mi dispiace ma il nostro tè dovrà essere rimandato." Riuscì ad infilare una nota di rimorso nella frase, ma i suoi occhi ridevano. Per quanto ne sapevo, questo significava una cosa sola.

"Avete un caso?"

Mi tese il telegramma.

"'Viola,'" lessi. "'Venite subito Odessa. Smith morto. Trepoff colpevole. Impossibile partorire scandalo.' Aspettate, ma che? 'Armitage.' Odessa? Questo telegramma vi chiama in Russia, così su due piedi? E avete intenzione di andarci? Chi sono Smith e Trepoff? Cos’è questa storia del parto? E chi diavolo è questo Armitage per cui siete disposta a mollare tutto e ad andarvene così?"

"Ara, ara, quante domande! Natsuki dev’essere molto eccitata. Vi piacerebbe venire con me? Vi spiegherò tutto lungo la strada."

"Venire con voi? In Ucraina?"

Lei rise.

"No, questa particolare Odessa si trova nel Surrey. Se ci sbrighiamo, possiamo arrivare alla Victoria Station in mezz’ora per prendere il prossimo treno."

"Va bene, va bene, ma il resto?"

Ignorandomi, si rivolse alla nostra padrona di casa.

"Signora Hudson, abbiamo lasciato aperte le finestre per ripulire l'aria. Visto che non torneremo fino a domani o più tardi, vi dispiacerebbe chiuderle tra mezz'ora?"

"Pulire l'aria? Che stavate facendo, esperimenti chimici?"

"Più o meno. Sono stata costretta a mostrare a Natsuki qualcosa che non poteva essere spiegato a parole."

"Se lo dite voi. Grazie per avermelo detto, altrimenti sarei finita con la neve sui tappeti."

"Shizuru, e riguardo a-" cominciai, ma lei mi aveva già oltrepassata ed era uscita dalla porta, così fui costretta a seguirla. Agitò una mano e sembrò evocare una carrozza dal nulla invece che semplicemente fermarne una. Una volta che il veicolo fu partito lei ebbe pietà di me.

"Ora, Natsuki mi stava chiedendo di Odessa?"

"Sì, non ho mai sentito di un villaggio chiamato Odessa. E voi avete capito subito di che si parlava dopo aver semplicemente sentito il nome."

"Perché non è un villaggio. Odessa è il nome della tenuta di campagna della famiglia Searss, ha questo nome perché la moglie dell’uomo che l’ha fatta costruire veniva da Odessa, e lui voleva commemorare il luogo di nascita della sua sposa."

"Capisco. Ehi, quel nome, Searrs, perché mi suona familiare?"

"È una famiglia molto in vista per quanto riguarda l'industria e la finanza. Sono stati i primi ad investire nella Compagnia delle Indie Orientali, oltre ad aver intrapreso degli affari molto remunerativi nel Nuovo Mondo. Più recentemente hanno finanziato le ferrovie e controllano diverse miniere e attività industriali."

Sembravano il genere di persone che mio padre avrebbe apprezzato. Gerhart Kruger, magnate tedesco, aveva costruito la propria fortuna sull'acciaio, le navi e le armi.

"In anni recenti, comunque, la fortuna della famiglia Searrs è rimasta confinata all'ambito finanziario," continuò Shizuru. "Sette anni fa, David e Jessamyn Searrs sono rimasti uccisi quando la Sophy Anderson è affondata."

Sussultai, avevo sentito di quel disastro perfino in tenera età, l'affondamento di un veliero speronato da un vapore, a causa della nebbia. La morte in mare mi colpiva troppo da vicino per lasciarmi a mio agio.

"Lasciarono due figlie, eredi di una vasta fortuna. La maggiore, Rena, aveva quattordici anni al tempo dell’incidente, mentre la più giovane, Alyssa, ne aveva solo tre, era poco più di un’infante. I Searrs avevano provveduto a redigere un testamento, fu istituito un fondo fiduciario, una specie di fondazione per la salvaguardia e l’amministrazione degli interessi di famiglia. L’amministrarore del fondo era uno dei più alti dirigenti della Searrs, un uomo che portava il comunissimo nome di John Smith."

"Smith! Il telegramma diceva-"

Shizuru annuì.

"Devo presumere che questo sia lo 'Smith' a cui faceva riferimento il telegramma, anche se l'economia di parole lascia spazio ad errori." Sospirò. "Ma sto divagando."

"C'è dell'altro?"

"Oh, sì. Rena Searrs diventò un’affascinante e bellissima giovane donna, una delle preferite dell’alta società. Fece il proprio debutto a diciannove anni, fu presentata a Corte, e fu considerata una delle fanciulle più ambite della Stagione 1896. In quel periodo era difficile trovare un giornale la cui pagina delle cronache mondane non la menzionasse in qualche modo. Natsuki non ricorda il suo nome?"

"Shizuru, mi avete mai vista leggere le cronache mondane? Le vite dei ricchi e viziati non mi interessano affatto."

Shizuru si posò un dito sul labbro inferiore, parodiando un'espressione pensosa.

"Ara, ottimo argomento. Comunque, fu molto celebrata."

Pensai che le ragazze del collegio che avrei dovuto frequentare in quel periodo sarebbero state affascinate da quello che accadeva nella Società; e molte di loro avrebbero atteso con impazienza il loro debutto, forse perfino io. La figlia bastarda di uno straniero e della sua amante non sarebbe stata presentata a Corte tanto presto, ma forse avrei potuto diventare l’ornamento della casa di qualche professionista, di un uomo della City o di un possidente. Sempre che fossi stata posseduta dallo spirito di qualcun altro.

"Allora chi sposò?"

"Nessuno."

"Nessuno?" ripetei.

"Ricevette molte proposte di matrimonio, naturalmente, visto che era bella, affascinante e ricca. Inoltre, il fatto che i suoi genitori erano morti significava che la sua fortuna sarebbe stata immediatamente accessibile all’eventuale marito, senza che fosse ostacolata da accordi matrimoniali o dai capricci di un suocero di cui conquistarsi i favori. Come potete immaginare, ci furono molti cacciatori di dote che ci provarono. Invece, lei si fidanzò con un russo, forse pensando anche alla storia della propria famiglia. Era una specie di avventuriero, figlio più giovane di una famiglia della nobiltà minore, imparentata alla lontana con il principe Yusupov. Comunque non era certo un cacciatore di dote, visto che aveva una posizione di grande responsabilità come tutore del figlio di un ricco conte italiano. I due erano stati amici durante i loro giorni da avventurieri."

"Presumo che le cose non filarono lisce."

"No." Shizuru scosse la testa con tristezza, "Avrebbero dovuto sposarsi alla fine di agosto, ma in quel luglio Rena Searrs morì tragicamente. Aveva dato una festa ad Odessa ed era uscita per una cavalcata, quando una delle cinghie della sua sella si spezzò mentre il cavallo saltava. Cadde e si ruppe il collo, lasciando sua sorella di otto anni unica sopravvissuta della famiglia Searrs."

"Per questo avete detto che sono stati fortunati solo dal punto di vista finanziario."

Shizuru annuì.

"E da quel punto di vista sono stati molto fortunati. Sotto la direzione di Smith la floridezza della Searrs è cresciuta in modo significativo. Nella City lui aveva reputazione di uomo d'affari astuto ed estremamente spietato. Se fosse stato un americano, senza dubbio sarebbe stato un di quei 'baroni della finanza' di cui si legge. Naturalmente, un uomo come quello sarebbe stato doppiamente pericoloso con un patrimonio finanziario come quello della Searrs alle spalle."

"Intendete che è il tipo d'uomo che si è fatto dei nemici. Rivali battuti, soci in affari costretti ad accettare accordi sfavorevoli grazie al potere finanziario della Searrs, o forse persone rovinate da pratiche economiche spietate, se non addirittura illegali?"

Shizuru mi rivolse un'occhiata strana.

"Che c'è? Solo perché non leggo le cronache mondane non significa che non sappia come funzionano le cose importanti."

"Devo ricordarmi di non sottovalutare Natsuki."

"Giusto, dannazione," dissi, sentendomi vagamente insultata. Davvero sembravo una testa vuota ignorante solo perché non mi piaceva inzuccherare le cose e metterci sopra un bel fiocco? "Quindi questo Trepoff..."

"Sì?"

"Sul telegramma il nome era citato come se desse per scontato che voi sapeste chi è, come Smith e Odessa."

"È vero."

La carrozza stava rallentando; guardai fuori dal finestrino e riconobbi la facciata della Victoria Station.

"Allora il colpevole chi sarebbe? Un rivale in affari?"

Shizuru scosse la testa.

"Non nel senso in cui intendete. Sergay Trepoff era il fidanzato di Rena Searrs."

 

~X X X~

 

Note dell'autore: come già detto in "Elementary, My Dear Natsuki," ho reso Natsuki una fumatrice solo per poter inserire una certa scena suggeritami dalla mia amica RadiantBeam, ed eccola qui!

Come in "Come, Natsuki, The Game is Afoot," gli altri casi menzionati da Natsuki e risolti tra una storia e l'altra sono presi dal canone originale di Sherlock Holmes. Cercate di scoprire quali!

Un growler (nel testo originale NDT) chiamato anche four-wheeler, era il tipo più comune di carrozza a pagamento in quel periodo (anche se l'hansom è più famoso), ed era un piccolo veicolo completamente chiuso.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Acque profonde, Natsuki-capitolo 2

La proprietà dei Searrs era circondata da un alto muro di mattoni rossi, con un’entrata enorme chiusa da un elaborato cancello di ferro battuto. Vidi che il nome della famiglia era riprodotto sull’anta sinistra del portone, mentre il nome della villa sull’anta destra.

"Gli manca solo uno stemma," mormorai. "Nessun membro della famiglia Searrs ha ricevuto un cavalierato?"

"Ricordo di aver sentito che a Reuben Searrs, il figlio del fondatore della famiglia, fu in effetti offerto un cavalierato ma lui rifiutò, dicendo che l’accumulo di ricchezze non era motivo sufficiente per ricevere un tale onore," mi disse Shizuru. "Le generazioni seguenti continuarono quella tradizione, che ne fossero felici o no, solo per orgoglio. Però la storia potrebbe essere falsa, diffusa come giustificazione, invece che essere basata sulla verità."

Anche se avevamo dovuto noleggiare una carrozza alla stazione per raggiungere Odessa, era ovvio che eravamo attese. Il nostro vetturino scambiò qualche parola con il portiere prima che quest'ultimo uscisse e aprisse il cancello, facendosi passare. Percorremmo un viale tortuoso attraversando un parco che secondo me si addiceva più ad un palazzo reale che alla residenza di un uomo d'affari di successo. La combinazione dei prati coperti di neve, del laghetto ghiacciato accanto ad un elegante padiglione estivo, e un numero di scuderie ed edifici di servizio sufficiente a formare un piccolo villaggio mi fece pensare ad una stampa natalizia sulla copertina di una rivista. Al centro di tutto, naturalmente, c'era la casa. Se fosse stata solo un po' più grande avrebbe potuto tranquillamente essere chiamata castello, ma la sua architettura non era certo fatta per la difesa, viste le sue numerose ed eleganti finestre. Anche la pietra gialla di cui era fatta, sotto il sole avrebbe brillato calda e accogliente, mentre sotto il cielo grigio di quella giornata, scintillando per il ghiaccio e la neve, sembrava una bella torta coperta di glassa, un palazzo da fiaba invece di un luogo associato ad una storia di morte e tragedia.

Shizuru, nel suo tipico atteggiamento frustrante, si era rifiutata di darmi altri dettagli riguardo il caso che aveva motivato il nostro viaggio nel Surrey. Riguardo alla famiglia Searrs, probabilmente non c'era molto altro da dire, ma avevo ancora delle domande, soprattutto sulla persona che l'aveva convocata ad Odessa.

Shizuru, però, mi aveva semplicemente sorriso nel solito modo e mi aveva detto, "Non voglio privarvi dell'esperienza."

Si era anche rifiutata di discutere del parto nominato nel telegramma, eccetto per dire che dubitava che fosse importante. Avevo vissuto con Shizuru abbastanza a lungo da sapere che avrei avuto la mia risposta presto o tardi, probabilmente nel momento di maggiore impatto drammatico. Quindi non insistetti, ma soffocai la mia impazienza meglio che potei – vale a dire, non troppo bene.

I miei brontolii a quella frase probabilmente la divertivano tanto quanto la mia reazione quando le risposte mi sarebbero state date. Però la cosa strana era che essere costretta ad aspettare mi irritava, ma il fatto che lei lo usasse come gioco per divertirsi non mi dava fastidio. Mi chiesi il perché, ma la miglior risposta che riuscii a trovare fu che forse era un genere di cosa alla quale prima o poi ci si fa l’abitudine, l’idiosincrasia di un amico.

Non ero mai stata brava ad esaminare i miei sentimenti, comunque, quindi smisi, dicendomi che era un esercizio inutile. La carrozza si era fermata davanti alla porta principale e il cocchiere ci aiutò a scendere. Mi irritò di nuovo essere costretta ad accettare quell’aiuto, ma visto che stavo indossando una gonna invece dei pantaloni era sempre meglio che cadere a faccia in giù nel fango e nella neve. Un valletto in livrea venne ad aprire, una cameriera si prese cura dei nostri mantelli da viaggio e dall’ingresso fummo accompagnate lungo un corridoio, poi attraverso una grande sala che si innalzava per quattro piani fino ad una grande vetrata, ed infine lungo un altro corridoio.

Mentre procedevamo, potei sentire il suono di una voce penetrante. Ci stavamo avvicinando sempre di più, finché la domestica che ci accompagnava aprì una porta e tutta la potenza di quella voce venne riversata su di noi.

"Quante volte devo dirvi di non aggirarvi sulla scena del crimine con quei vostri enormi stivali? Solo perché il caso sembra aperto e chiuso non significa che non ci siano più prove da raccogliere. Perché chiamare Scotland Yard se distruggete tutti gli indizi prima che arrivi qui?"

"Ara, ara. Questa lezione mi sembra familiare."

Fummo accolte da una scena abbastanza insolita. Un agente di polizia, a quanto pareva appartenente alla contea del Surrey, stava ricevendo una lavata di testa. La cosa inusuale era era la persona da cui la stava ricevendo: una donna di altezza media che indossava una blusa color crema ed una gonna verde abbinata ad una giacca dello stesso colore, di taglio quasi militare, che con i suoi ricami dorati dava quasi l’impressione di essere un’uniforme. I suoi capelli biondo miele erano raccolti in una pettinatura severa e i suoi luminosi occhi viola lampeggiavano di furia incontrollata.

Si voltò quando udì le parole di Shizuru.

"Viola! Era ora che arrivaste. Sono stata costretta ad avere a che fare con questi iloti per tutto il giorno!"

"Credo che vogliate dire ‘idioti’, Lady Haruka."

Quelle parole erano state pronunciate da una ragazza abbigliata con un vestito griogio perla da governante, o da cameriera di una lady, una giovane donna lentigginosa con capelli castani e occhiali cerchiati di metallo. Aveva una voce timida e acuta che si addiceva alla sua postura, la donna bionda aveva dominato così tanto la stanza che letteramente non avevo nemmeno notato l'altra ragazza.

"Sono certa che comprendono," disse Shizuru, rivolgendo all'agente intimidito un sorriso rassicurante.

"Sarà meglio." La donna bionda si rivolse a me. "E voi chi siete?"

"Ispettrice Armitage, signorina Chrysant, posso presentarvi la signorina Natsuki Kuga, mia amica ed accompagnatrice," disse Shizuru, con tutta l'eleganza che si sarebbe potuta desiderare ad un ricevimento formale.

"Natsuki, lei è l'ispettrice di Scotland Yard Lady Haruka Armitage e la sua cameriera, la signorina Yukino Chrysant."

"Ehi! Yukino è una mia amica, non una cameriera," sbottò subito Armitage. Comunque, notai, avrebbe dovuto chiamarla "Chrysant" invece che "Yukino"—ai domestici di alto grado era opportuno rivolgersi per cognome, per rispetto alla loro posizione davanti a coloro che stavano più in basso nella gerarchia.

"Lady Haruka, non ha importanza."

"Certo che è importante. Non permetterò a questa drogata di tè, a questa investitrice di terza categoria di sminuirvi."

"È 'investigatrice', Lady Haruka," rispose Chrysant.

"Vi prego di accettare le mie scuse, signorina Chrysant," disse Shizuru, facendo agitare la ragazza.

"No, no, davvero, non è necessario—"

"Certo che lo è, Yukino," le disse Armitage.

"Non si stava discutendo di un omicidio?" intervenni. Almeno avevo capito la storia del parto; la tendenza di Armitage a confondere le parole doveva aver avuto la meglio su di lei quando aveva dettato il telegramma all’agente, ed aveva sostituito ‘prevenire’ con ‘partorire’. Probabilmente c'era una spiegazione anche per quel "Yukino"; lei considerava la sua accompagnatrice un'amica e l'uso del suo nome di battesimo era un segno di intimità.

Armitage mi rivolse un'occhiata acuta, squadrandomi dalla testa ai piedi.

"Giusto, da questa parte. Il cadavere si trova nella sala da biliardo."

Si allontanò ad un'andatura che non era esattamente una corsa, ma che senz'altro non sprecava tempo, e il resto di noi la seguì. La sala biliardo aveva delle grandi finestre che si affacciavano sul giardino sul retro, e tue tavoli—uno per il biliardo normale, l'altro per quello americano—una rastrelliera con le stecche lungo un muro, e un armadietto di liquori ben fornito, dove ampolle di cristallo intagliato scintillavano alla luce del sole che stava svanendo. L'atmosfera era rovinata dal morto straiato sulla schiena fra i due tavoli.

"John Smith," disse Armitage, accennando al cadavere. "Lo conoscete, naturalmente."

"Non personalmente, ma era l'amministratore delegato e della Fondazione Searrs."

"Bene, le cose stanno così. Smith stava intrattenendo diversi ospiti per il weekend, aveva dato una festa. Per come la vedo io, era più un incontro d'affari che un raduno sociale—sapete cosa intendo. Gli ospiti includevano Sir Gavin Beaumont e sua moglie Isadora; Martin Coxley e sua moglie Irene; Padre Greer, il vicario locale, e sua figlia Miyu; la signorina Maria Markova, che ha fatto da ospite per Smith; e Sergay Trepoff e il suo pupillo, Nagi dai Artai. Oh, and Alyssa Searrs, naturalmente, anche se ha solo dieci anni."

Shizuru annuì. Rimasi impressionata dalla facilità con cui Armitage aveva elencato i nomi.

"C'è stata una brutta tempesta ieri sera dopo cena e sul terreno c'erano circa tre pollici di neve; non penso che le tracce siano rilevanti qui, comunque la tormenta è finita verso le undici. Il risultato è stato che Padre Greer è stato invitato ad alloggiare qui. Ad ogni modo sua figlia è la governante dela signorina Searss o qualcosa del genere."

"Capisco."

"Per quel che vale, ho ispezionato i dintorni e non ho trovato orme che si avvicinassero alla casa e che significassero che qualcuno era arrivato e poi si era allontanato dopo l'omicidio, tenendo conto di dove era avvenuto."

"Ero certa che non avreste trascurato questo aspetto, Ispettrice."

Armitage rivolse a Shizuru un'occhiata indagatrice, come se sospettasse che ci fosse una presa in giro lì da qualche parte, ma la mia amica le regalò il suo solito, placido sorriso, che come al solito era completamente illeggibile e non dava segno di cosa ci fosse dietro—sempre che qualcosa ci fosse.

"In ogni caso, questi sono i fatti. Trepoff e Smith si sono allontanati per giocare a biliardo verso le dieci. Trepoff sembrava agitato, secondo il racconto di alcuni testimoni—Yukino?"

Chrysant tirò fuori un piccolo taccuino rilegato in cuoio e sfogliò alcune pagine.

"Il signor Coxley and Padre Greer erano entrambi di questa opinione, Lady Haruka."

"Grazie. Comunque, hanno giocato per un po'. Poco dopo le dieci e mezza, le persone che occupavano il salotto dall'altra parte del corridoio hanno cominciato a sentire delle voci concitate. Alle undici meno un quarto, hanno udito lo sparo. Sono accorsi per trovare Smith morto e Trepoff che stringeva una pistola fumante. Hanno chiamato la polizia locale. Sono arrivati verso mezzanotte, hanno guardato in giro distruggendo le prove e sono rimasti intontiti dalla magnificenza delle persone coinvolte così hanno deciso che Scotland Yard avrebbe potuto lavorare al caso meglio di loro, il che è l'unica informazione accurata che la polizia del Surrey sia riuscita a scoprire. Hanno chiesto aiuto allo Yard, e lo Yard ha mandato me. Mi piacerebbe dire che è stato grazie alla mia abilità ma sappiamo entrambe che probabilmente il vero motivo è che, visto che ho un titolo nobiliare, non mi sentirò intimidita da tutti questi esponenti dell'alta società. Ho raccolto dichiarazioni, esaminato le prove e arrestato Trepoff. I due uomini erano da soli nella stanza, e c'erano tracce di polvere da sparo sulla sua mano. Ha sparato a Smith, senza dubbio."

"Se è così semplice, perché mi avete chiamata?" chiese Shizuru, incuriosita.

Armitage aggrottò la fronte.

"Perché è sbagliato, dannazione."

"Il vostro caso sembra chiaro. Trepoff ha negato di averlo ucciso?"

"No, è solo che—no, non ha negato nulla. E le prove lo inchiodano. È stato udito un solo colpo, un colpo solo è stato sparato dalla pistola di Trepoff, è stato Trepoff a spararlo. Nessun estraneo avrebbe potuto entrare in casa a meno di non avere le ali, quindi non è un caso di ‘qualcuno ha sparato da fuori e lui ha risposto al fuoco’. E poi, ci sono bruciature da polvere da sparo sulla camicia di Smith quindi sappiamo che è stato un colpo a distanza ravvicinata che l’ha ucciso. Tutto quadra. E, come ho già detto, Trepoff non lo nega. Ci ha anche dato una concessione!"

"È 'confessione,' Lady Haruka."

Shizuru inclinò la testa da un lato.

"Ha detto perché ha commesso il crimine?"

Armitage scosse la testa.

"No, solo che Smith se l’è meritato. Ma potete vedere come stanno le cose. Il fidanzato dell’ereditiera deceduta uccide l’amministratore del patrimonio della suddetta ereditiera. Potete farvi un po’ di conti."

"Sì, e posso capire perché il vostro telegramma parlasse di uno scandalo incombente. L'avvocato di Trepoff sicuramente farà di tutto nella speranza di risparmiare la forca al suo cliente."

"Esattamente. Eccetto che ormai mi aspetterei che Trepoff cominciasse a parlare. Forse vuole seguire la solita routine del 'per il bene del nome della famiglia' e fare in modo che la confessione gli venga strappata. È tutto così coincidente."

"È 'conveniente', Lady Haruka."

"Vedete dove sto cercando di arrivare, Viola?"

Shizuru annuì.

"Sì, capisco. Grazie per avermi coinvolta in questo caso. Sembra davvero affascinante."

"Cercate non farvi affascinare tanto da dimenticarvi di risolverlo."

"Avrò il permesso di perquisire la casa e fare domande a chiunque voglia?"

"Certo. E se qualcuno farà il permaloso, allora potrete dirgli che state agendo sotto la mia autorità e che sarò felice di spiegargli la situazione di persona, se non riescono a capire da soli perché dovrebbero collaborare alle indagini su un omicidio."

Riflettei che chiunque avrebbe trovato le domande più invadenti di Shizuru più facili da gestire della violenza verbale di Armitage. Shizuru a quanto pareva era d'accordo con me, giudicando dal suo sorriso. Era sottile, ma la conoscevo abbastanza bene da vedere l'umorismo che filtrava da sotto la sua maschera.

"Lo farò, ispettrice. Trepoff è ancora qui, o è già stato portato in prigione?"

"È ancora qui. Non mi farò sfuggire alcuna prova finchè non sarò pronta a chiudere il caso."

"Mi piacerebbe parlargli una volta che avrò finito di esaminare il corpo."

"Va bene."

Shizuru non si mosse, ma rimase a fissare Armitage.

"Oh, va bene!" sbuffò Armitage. "Lo so, lo so, la grande consulente investigativa deve fare le cose a modo suo." Si rivolse alla sua accompagnatrice. "Yukino, quando Viola avrò finito qui, portatela a vedere Trepoff."

"Sì, Lady Haruka."

Armitage si voltò e marciò fuori dalla stanza, lasciando il campo a Shizuru. Chrysant si ritrasse educatamente e si fermò in piedi fuori dalla porta, e solo allora Shizuru si avvicinò al cadavere.

"Ma che diavolo è successo?" chiesi, seguendola.

"Preferisco non lavorare con l'ispettrice che mi osserva da sopra la mia spalla," spiegò Shizuru. "Abbiamo sistemi investigativi quasi opposti."

"Sì, ho visto. Quella donna è come una corazzata lanciata a tutto vapore. Fa sembrare la sottoscritta una persona sottile."

Shizuru ridacchiò.

"Non sottovalutate l’ispettrice Armitage, Natsuki. Con la possibile eccezione di Reito Kanzaki, lei è la mente più acuta di Scotland Yard, ed è appassionatamente devota alla giustizia. È l’unico ufficiale di polizia di sesso femminile in forza alla polizia metropolitana e, in questo campo dominato dagli uomini, ha raggiunto la posizione che occupa solo grazie alla volontà e all’intelligenza. Nove ispettori su dieci avrebbero arrestato Trepoff ed avrebbero chiuso lì il caso, ma lei sapeva fin dall’inizio che in questa faccenda c’è molto di più di quanto non sembri."

"È davvero una titolata?"

"Oh, sì; suo padre è il marchese di Penford. Sua madre è una Suzushiro – la sua famiglia ha diverse attività nelle Midlands, in campo minerario ed industriale. Lady Haruka ha ereditato la dedizione all’ordine civico dal padre e lo spirito d’indipendenza della madre; avrebbe potuto vivere facilmente come una dama dell’alta società ed invece ha scelto una carriera in cui avrebbe potuto aiutare a proteggere la giustizia in modo diretto ed ha costretto il mondo ad accettarla grazie alla pura forza della sua personalità."

"Mi sembra che la ammiriate."

Il sorriso di Shizuru diventò più luminoso.

"Rispetto la sua intelligenza e la sua dedizione. Non condivido il suo modo di rapportarsi con la gente e la sua totale incapacità di essere diplomatica, ma questo fa parte delle qualità che la rendono eccezionale. E naturalmente è possibile provare sentimenti positivi anche per le persone che sono completamente diverse da noi, altrimenti come faremmo io e Natsuki ad essere amiche?"

Arrossii, e lei sapeva benissimo che sarebbe successo. Almeno aveva aspettato finchè non fossi stata più in presenza di Armitage e Chrysant, o di qualsiasi altra persona. Shizuru tendeva ad esercitare i propri divertimenti con discrezione. Discrezione e diplomazia erano ciò che la rendevano diversa da Armitage, dopotutto.

E quello era il motivo, mi resi conto, del perché aveva chiamato la donna "Ispettrice Armitage" invece di "Lady Haruka". Il primo appellativo era il risultato di duro lavoro e di probabilmente di più di una delusione, mentre il secondo era una casualità data dalla nascita. Ero certa con quale dei due Armitage preferisse essere chiamata, e Shizuru le accordava il proprio rispetto senza richiamare la sua attenzione su di esso. Diplomazia.

"Shizuru, avete detto che Chrysant era una cameriera per provocare Armitage in modo che la difendesse?" chiesi, quando il pensiero mi colse all'improvviso.

"Intendete, dare all'ispettrice Armitage una possibilità di parlare dal profondo del suo cuore e dare un'impressione positiva di sé a Natsuki esibendo la propria lealtà e senso di equanimità? Pensate che sia il genere di cosa che farei?"

"Potete smettere di sorridere, ha funzionato."

"Allora forse potremmo rivolgere la nostra attenzione all'ucciso?"

Non c'era molto da esaminare, da quanto potevo vedere. John Smith giaceva disteso sulla schiena, ancora in abito da sera. Aveva un buco nella sua camicia bianca, che era macchiato di sangue ai bordi.

"C'è un'altra macchia sul tappeto, qui accanto a lui," disse Shizuru. "È caduto in avanti, com'è naturale, ed è stato girato sulla schiena, probabilmente da una delle persone che sono accorse dopo lo sparo."

Smith non era un uomo attraente. Era un po' sovrappeso e con una calvizie incipiente, con grandi ciuffi di capelli ai lati della testa. Il suo naso era bulboso e il suo viso carnoso; anche nella morte sembrava avere un sorriso superbo a incurvargli le labbra. Il suo abito da sera era accuratamente fatto su misura, era il vestito sobrio di un uomo d’affari dotato di buon gusto ma che non vuole esibire la propria ricchezza.

Anche i suoi gioielli erano modesti: la catena d’oro di un orologio e –

All’improvviso il cuore mi balzò in gola.

Smith indossava dei gemelli neri, non fatti di giada o di smalto, ma di qualcos’altro – onice, forse? Gemelli a forma di triangolo, con un piccola sfera d’oro simile ad un occhio incastonata in uno dei vertici.

~X X X~

Note dell'autore: coloro di voi che hanno dimestichezza con le oscure serie di gialli vittoriani si accorgeranno che i ruoli di  Haruka e Yukino sono ispirati dai romanzi della baronessa Orczy "Lady Molly of Scotland Yard," dove Lady Molly funge da Sherlock Holmes per la polizia ufficiale, e suoi casi sono narrati dalla sua adorante domestica.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Acque profonde, Natsuki-capitolo 3

Dire che ero rimasta paralizzata sarebbe stato un eufemismo di proporzioni epiche. Era completamente inaspettato che, così all’improvviso, il simbolo che avevo passato settimane a cercare scavando nei più sordidi buchi dei bassifondi di Londra saltasse fuori quando non lo stavo cercando – e, tra l’altro, nella tenuta di campagna di una delle famiglie più ricche d’Inghilterra. Il mio corpo sembrava congelato dallo shock; il mio respiro bloccato in gola, ed era come se il mio cuore avesse cessato di battere.

"Un colpo solo," disse Shizuru, inginocchiandosi accanto al corpo per esaminarlo meglio. "Il tessuto è strinato e ci sono anche bruciature di polvere da sparo sulla camicia; è stato un colpo a distanza ravvicinata, come ha detto l'ispettrice. Il chirurgo della polizia estrarrà il proiettile in modo da confermare se corrisponde a quello dell'arma usata da Trepoff, ma quella parte della storia sembra essere vera. Di certo non ci sono segni di lotta."

La sua voce sembrava venire da molto lontano, come uscita da un sogno.

"E questo cos'è? Feltro rosso sotto le unghie?" continuò, sollevando la mano ben curata di Smith. La rimise giù, si alzò, e guardò la superficie del tavolo da biliardo. "Ci sono dei graffi qui, quindi sembra che si sia aggrappato quando è caduto. Questo conferma che è stato colpito in questa stanza, proprio come sembra. Pare che l'ispettrice Armitage avesse ragione, vero Natsuki?"

Mi guardò.

"S-sì," riuscii a pronunciare.

"Natsuki?"

Fece un'espressione preoccupata. Non ci voleva un genio per capire che c'era qualcosa che non andava in me, e anche se un genio fosse stato necessario, beh, Shizuru lo era.

"Natsuki, cosa c'è che non va?"

Cercai di ricompormi. Dovevo mantenere il controllo, altrimenti avrei raccontato tutta la storia.

"N-niente," dissi. Trovai rifugio nel mio brontolare, come spesso facevo, prima che mi venisse un'altra idea. Guardai prima Shizuru poi il corpo, poi di nuovo Shizuru, e rabbrividii.

"S-sto bene, sul serio. Non preoccupatevi per me."

Lei posò una mano sul mio braccio.

"Andiamo a parlare a Trepoff; non c'è motivo per cui Natsuki debba stare qui a sentirsi a disagio," disse gentilmente.

"Non sono a disagio!" protestai. Suonò patetico come tutte le mie altre proteste, solo che questa volta era voluto, per far credere a Shizuru che stessi dissimulando il mio turbamento alla vista del cadavere, quando in realtà la mia reazione era per motivi ben diversi. Aveva funzionato? Non lo sapevo, ma almeno sembrò accettare la mia bugia con il solito divertimento che esibiva alle mie sincere proteste.

"Come dice Natsuki, ma andiamo comuque a parlare a Trepoff."

Chrysant ci condusse fino alla stanza in cui l'assassino reo confesso era tenuto prigioniero. Visto che Armitage non aveva intenzione di lasciare nessuno al di fuori del suo controllo finchè il caso non sarebbe stato chiuso, la sua 'cella' era un piccolo soggiorno a cui si accedeva da un'unica porta, fuori dalla quale c'era un agente di guardia. Mi stavo quasi aspettando di trovare una finestra spalancata e delle impronte nella neve, ma no, Trepoff era lì ad aspettarci.

La stanza era uno di quegli ambienti delicati e femminili i cui mobili sembravano talmente fragili da frantumarsi se ci avessero appoggiato sopra qualcosa di più pesante di una tazza di tè. La solida mascolinità di Trepoff lì dentro sembrava fuori posto come un toro in un negozio di porcellane. Il russo era un po' più alto della media, snello e muscoloso, con un viso allungato che aveva un aspetto attraente senza avere davvero delle caratteristiche attraenti. I suoi capelli biondi erano ordinatamente tagliati ed indossava il suo abito da sera con una severità che aveva un qualcosa di militare. Una tazza di porcellana mezza piena di caffè nero stava su un tavolo accanto alla sua poltrona, e i suoi occhi erano arrossati. Sospettai che non avesse dormito fin dall'omicidio. Quando ci vide entrare, si alzò in piedi cortesemente.

"Signor Trepoff? Sono Shizuru Viola, e questa è la mia amica, la signorina Natsuki Kuga."

"La signorina Viola? La consulente investigativa?" chiese, interessato.

"Proprio lei," rispose Shizuru.

"È un privilegio incontrarvi. Ho sentito del vostro coinvolgimento nell'omicidio Vamberry, e di come avete smantellato quel giro di contrabbando."

"Mi sorprendete, signor Trepoff. Non sapevo che la mia presenza in quel caso fosse stata resa pubblica."

"Gli interessi finanziari dei Dai Artai, che sono sotto la mia responsabilità, sono molto vasti. Includevano certi contratti con la Vamberry e figlio, quindi ho avuto accesso a delle informazioni riservate. Ha fatto un buon lavoro. Quello che non capisco è come voi siate stata coinvolta in questo caso."

Si tolse un portasigarette di tasca.

"Vi dispiace se fumo?" le sorrise tristemente. "È stata una nottata un po' stressante."

"Se proprio dovete," disse lei, continuando a sorridere, facendo suonare quella frase come la civettuola ritrosia di una fanciulla, invece che il disappunto di una signora infastidita. Mi chiesi se fosse davvero contraria al fatto che fumassi e non sentisse il bisogno di nasconderlo, o se quel suo atteggiamento non fosse altro che una presa in giro molto elaborata.

Trepoff ovviamente non la prese come un'obiezione, perché prese una sigaretta e l'accese. Guardai le sue mani e i suoi polsini mentre procedeva; i suoi gemelli erano semplici borchie d'argento, non il minaccioso triangolo. Il fumo mi arrivò alle narici un attimo più tardi; la sigaretta era russa come lui. Quello russo non era uno dei miei tabacchi preferiti.

"Dunque, perché siete qui? L'ispettrice Armitage ha raccolto le prove, e il caso non potrebbe essere più chiaro." Rise amaramente. "Non c'è nulla con cui mettere alla prova le vostre celebrate capacità deduttive."

Lei non gli rispose direttamente.

"Vi considerereste un uomo intelligente, signor Trepoff?"

"Come, prego?"

"Amministrate gli interessi finanziari dei Dai Artai, che avete detto essere molto vasti. Ancor prima, eravate un avventuriero il che, e sono sicura che Natsuki sia d'accordo, richiede ingegno pronto e sangue freddo nel caso vi siano momenti di crisi."

Perché stava guardando me?

"Um, sì, è vero."

Hai fatto proprio un buon lavoro nel dimostrare un ingegno pronto, Kuga.

"Mi lusingate."

"Vedete, la cosa mi incuriosisce. Perché un uomo intelligente, un uomo astuto, dovrebbe commettere un omicidio con un modus operandi che senz'altro avrebbe garantito la sua cattura e la conseguente condanna a morte?"

Riuscii a controllare la mia reazione, ma volevo prendermi a schiaffi. Non me n'ero accorta, non me n'ero accorta per niente, mentre Shizuru l'aveva capito. L'aveva capito perfino Armitage. Sembrava che lui non l'avesse presa meglio di me. La guardò con un'espressione vuota.

"Non so di cosa stiate parlando. Non stavo ragionando. Chi lo fa, quando ammazza una persona?"

Si rimise la sigaretta tra le labbra, aspirando il fumo e, sospettai, prendendo tempo per riflettere.

"E cos'è che vi ha fatto infuriare così tanto da farvi commettere un crimine tanto ovvio?"

Lui aggrottò la fronte e strinse le labbra in una linea sottile.

"Visto che il crimine è tanto ovvio, non vedo perché questo sia rilevante."

"La curiosità è uno dei miei difetti."

Trepoff distolse lo sguardo.

"Se lo meritava. Non pensate che uno come lui sia arrivato fino alla posizione che occupava senza lasciarsi dietro una fila di persone a cui ha fatto torto?"

"In che modo vi ha fatto torto?"

Lui sospirò.

"È finita ora," disse, non ad alta voce ma con tono deciso. "Lasciate che i morti chiedano scusa ai morti e permettete ai vivi di starne fuori."

Era chiaro che era la sua ultima parola che voleva dire sull'argomento e Shizuru andò avanti.

"Molto bene, allora. Descrivetemi il crimine un passo alla volta."

Lui rise stancamente.

"Non dovrebbe essere compito vostro scoprirlo, signorina Viola? Non è un bel lavoro di deduzione se il criminale semplicemente rivela al detective tutto quello che è successo dall'inizio."

"Ara, ara, non credevo che foste così ansioso di essere impiccato, signor Trepoff."

Lui abbassò lo sguardo sulle proprie mani, osservando, o così sembrava, il filo di fumo che usciva dalla punta della sigaretta, poi sospirò profondamente. Quel lieve sorriso presuntuoso svanì dalle sue labbra e i suoi lineamenti presero un'espressione più seria.

"Avete ragione, naturalmente. Questa sciocca spavalderia—è come se stessi fischiettando nell'oscurità per farmi coraggio."

Schiacciò la sigaretta nel posacenere.

"Penso di aver deciso che lo avrei fatto durante la cena. Non riuscivo a sopportare si vederlo seduto là come una specie di rospo velenoso, enfiato dalla sua boria e bel conscio del suo potere, del modo in cui l'aveva ottenuto. Non era nient'altro che una sanguisuga, attaccato alla fortuna dei Searrs e disgustosamente gonfio di ciò che quella fortuna gli aveva concesso. Questa casa, in cui aveva dato la sua festa, il cibo che è stato servito, i bei vestiti che indossava—niente di questo era suo. La piccola Alyssa era seduta a un'estremità del tavolo con Padre Greer e sua figlia, e tutto quello a cui riuscivo a pensare era che quel bastardo di Smith l'aveva inghiottita intera, come la fondazione assorbe le compagnie. Toccai a malapena la mia cena; guardarlo mi nauseava."

Non potei fare a meno di pensare che Trepoff, per quanto riguardava il denaro dei Dai Artai, fosse nella stessa situazione di Smith rispetto alle ricchezze della Searrs, ma avevo accompagnato Shizuru nelle sue investigazioni abbastanza a lungo da sapere che era per un buon motivo se lei non faceva notare un'inconsistenza come quella, probabilmente perché non voleva interrompere il suo racconto. Rimasi zitta e lo lasciai continuare.

"Quando i signori abbandonarono il tavolo per il brandy e i sigari, mi scusai per un attimo e mi recai nella sala d'armi. Il defunto signor Searrs aveva una bella collezione di armi da caccia e militari. Presi una Colt della marina, la caricai e me la feci scivolare sotto la giacca, poi mi riunii agli altri.

"Penso che stringere quall'arma mi avesse schiarito la testa. Quando ero più giovane, mi è capitato molte volte di trovarmi in difficoltà sul Continente, e impugnare un'arma da fuoco non è mai cosa da fare alla leggera, che si tratti di una battaglia con dei banditi o di sterminare insetti come Smith."

Annuii di riflesso, comprendendo il suo punto di vista grazie alle mie esperienze. Lui vide il cenno con la coda dell'occhio e mi guardò per un attimo, sorpreso—ma solo per un attimo. Forse pensò che un'amica di Shizuru avrebbe dovuto avere dei talenti che non si addicevano a una signora.

Da parte mia, desiderai che uno di quei talenti fosse trovare un modo di costringerlo a parlare del perché considerasse Smith un insetto da sterminare. Quei gemelli che Smith indossava erano l'unico indizio che avevo sulla morte di mia madre e questa era la mia unica possibilità di scoprire cosa significassero, ora che lui era morto. Non potei fare a meno di pensare che doveva esserci almeno una qualche connessione. Era possibile che fosse stato proprio Smith uno degli uomini che aveva spinto mia madre giù dal ponte della Friesland nel mare del nord?

Però non potevo dire nulla, non senza rivelare il mio interesse per i suoi gemelli a Shizuru. Ero intrappolata dal mio bisogno di—cosa? Privacy? Segretezza?

Non che Trepoff mi dirà qualcosa, ammisi. Non ora. Ma dovevo tenere gli occhi aperti in cerca di una possibilità, un'opportunità.

"Una volta che fui di nuovo in sua presenza, però," continuò lui, "la rabbia si impossessò di nuovo di me. In verità, riuscii a malapena a mantenere la mia compostezza. Se gli inglesi non fossero così riservati, sono sicuro che qualcuno mi avrebbe chiesto se stavo bene. Sentii a malapena una parola di quello che gli altri stavano dicendo. Alla fine sfidai Smith ad una partita di biliardo, così da poter stare da solo con lui e affrontarlo." Fece un debole sorriso e aggiunse, "Non so che cosa avrei fatto se Sir Gavin o Coxley avessero voluto unirsi a noi. Fortunatamente, non erano inclini a interferire."

"Non la chiamerei fortuna."

"Non per Smith, forse."

"O per voi," sottolineò Shizuru. "Dopotutto, siete qui, agli arresti, quindi se quello che avete fatto era davvero per giustizia allora difficilmente potete considerare questa una conclusione accettabile."

Lui le rivolse uno sguardo strano.

"È una frase bizzarra da dire per una detective."

Il sorriso di Shizuru avrebbe potuto significare qualsiasi cosa.

"Davvero? Ma ci sono sempre stati casi in cui azioni tecnicamente criminose sono state comunque considerate con indulgenza. Per esempio, una punizione per un vero ed eguale atto criminoso fatto ad un’altra persona. Non siete d’accordo, Natsuki?”

Per un attimo, pensai che in qualche modo stesse guardando nel mio cuore e che si stesse riferendo alla morte di mia madre e ai miei pensieri di vendetta. L’idea mi paralizzò per un istante, quindi non riuscii a trovare le parole per risponderle, e lei stessa riempì il vuoto nella conversazione.

"Ma comunque, forse è l’eredità di mio padre che si mostra? Vedete, sono italiana per metà, quindi il concetto di vendetta non è estraneo alla mia famiglia. Proseguite, signor Trepoff. Voi e il signor Smith vi siete trasferiti dal salotto alla sala da biliardo?"

"Proprio così. Finalmente ero da solo con lui, quel verme sorridente. All'inizio non sapevo esattamente cosa fare o dire, così ho giocato per un po', ma alla fine l'ho affrontato rinfacciandogli quello che aveva fatto. Cominciò a negare, poi mi prese in giro per la mia ossessione per il passato—almeno finchè non tirai fuori la pistola. Allora si accorse che facevo sul serio. Implorò, mi blandì, mi offrì pure del denaro. Quel disgustoso bastardo!"

Sputò qualcosa in una lingua che non conoscevo, ma il sorriso di Shizuru si fece più ampio.

"Davvero," disse. "Un mercante fino alla fine."

Oh, giusto. Shizuru una volta mi ha detto che parla russo.

"Gli ho riso in faccia," disse Trepoff. "Ero pieno di rabbia a quel punto, ma tutto quello che sono riuscito a fare è stato ridere. Di lui, di quanto patetico fosse—e come la vita fosse solo uno scherzo. Il male dovrebbe essere qualcosa di maestoso, non pensate? Un demonio terrificante che proietta la sua ombra sopra il mondo, non mollusco che si torce, avido, ingozzandosi di spazzatura.

"Allora si è reso conto che nulla mi avrebbe fatto cambiare idea. Mi ha aggredito—"

"E gli avete sparato?"

Trepoff ridacchiò stancamente.

"E gli ho sparato. Patetico, vero? Tutta quella giusta furia, ed ho aspettato fino all'ultimo minuto per sistemare le cose."

"Forse," disse Shizuru distrattamente.

Trepoff la guardò.

"Non siete come mi aspettavo."

"Davvero?"

"Avrei pensato che mi avreste condannato per il mio crimine. L'ispettrice l'ha fatto."

"L'ispettrice Armitage crede fermamente che un assassino dovrebbe essere punito salla società in modo appropriato. Per lei legge, ordine e giustizia non sono concetti separati, ma nomi diversi per parti della stessa cosa. Le…dà fastidio quando le persone insistono per separarle."

"E voi?"

"Penso che una persona sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa per amore."

Lui prese un brusco respiro, un suono sibilante che mi disse che la frecciata di Shizuru aveva colpito nel segno, anche se non avevo idea di cosa si trattasse, o cosa stesse cercando di insinuare. Per amore? John Smith cosa aveva a che fare con l'amore? Dal modo in cui Trepoff l'aveva descritto, il suo crimine era esattamente l'opposto: qualcosa di avido e possessivo, un atto di avarizia, o forse di codardo desiderio di proteggersi, certo non qualcosa di altruistico come l'amore. O forse intendeva Trepoff stesso, e il suo movente ancora sconosciuto? Aveva dedotto qualcosa? Come sempre, Shizuru era tre passi avanti a me; mentre io non sapevo nemmeno quale fosse il sentiero, lei stava già andando avanti.

"Ci salutiamo, per ora, signor Trepoff. Parleremo di nuovo. Venite, Natsuki," mi disse, "la partita è senz'altro cominciata."

Quando lo disse Trepoff e io avevamo sul viso due identiche occhiate stupefatte. Credo fosse la prima volta che mi venne in mente quel pensiero: in realtà Trepoff era innocente? No, è ridicolo, l'hai appena sentito confessare, mi dissi, ma una confessione sono solo parole e poteva tranquillamente essere una bugia come qualsiasi altra. E per quanto riguardava le prove…forse Shizuru non era così ermetica come sembrava a prima vista?

Eppure ad un qualche livello, nulla di ciò era importante per me. Quello che volevo era qualche minuto da sola con Trepoff, che aveva saputo abbastanza di Smith e dei suoi misfatti da volerlo morto. Doveva sapere qualcosa su quei gemelli, vero? Almeno quello che significavano—se erano qualcosa di più che una moda. Eppure per il momento non avevo altra scelta che seguire Shizuru fuori dalla stanza, verso le sue risposte ma nella direzione sbagliata rispetto alle mie.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Note dell'autore: In risposta ad una delle recensioni anonime, un proiettile di pistola in genere non può far cadere all'indietro un uomo; non ha la forza d'impatto necessaria per spingere un corpo all'indietro (la tendenza naturale di un corpo umano è di cadere in avanti). Nonostante sia quello che i film e i serial tv vorrebbero farci credere!

Più in generale, ultimamente ho ricevuto sempre più recensioni e commenti che chiedono del progresso della relazione tra Natsuki e Shizuru (o, più accuratamente, SE ci sia una relazione tra Natsuki e Shizuru, considerando quanto se la stanno prendendo comoda!). Posso certamente capire perché le persone mi chiedano una cosa del genere, visto che ormai il progetto ha raggiunto le 65.000 parole e perfino il sottotesto sta avanzando lentamente. Tutto quello che posso dire è che "Elementary, My Dear Natsuki" è un romanzo in sei parti e che questa è appena la terza parte (non sta contando le sidestory, NDT). La loro relazione e quello che giungeranno a significare l'una per l'altra è una parte importante della trama della serie (l'altra parte è il passato di Natsuki) e le due trame stanno evolvendo alla stessa velocità. Come vi aspetterete, sarà alla fine della serie, durante la quinta e sesta parte, che questa sottotrama passerà in primo piano invece di starsene sullo sfondo. Invece, per quanto riguarda che cosa accadrà…bè, non dovete far altro che leggere e vedere. D'altro canto, sono anche impressionato da quanti recensori sembrano aver colto gli indizi che sto cercando di fornire. Siete davvero attenti!

Incidentalmente, io e mia moglie siamo andati al cinema dopo che ho pubblicato il capitolo precedente a questo, e abbiamo visto la versione di Robert Downey Jr. di  Sherlock Holmes. Anche se non è esattamente un grande film di "Holmes" (c'erano diversi cambiamenti rispetto al canone, anche se era presente una piacevole e sorprendente quantità di osservazione e deduzione, inclusi alcuni sviluppi originali delle abilità di Holmes, come le scene di lotta, e una scrupolosa attenzione nel mostrare allo spettatore le prove che Holmes usa per risolvere il caso!), entrambi abbiamo siamo d'accordo nel dire che era un eccellente film d'avventura/suspense, ben recitato, con una trama appassionante e una Londra gotica resa molto bene dalla computer grafica. E Shizuru approverebbe di certo il sottotesto romantico tra Holmes e il Watson di Jude Law.

~X X X~

Acque profonde, Natsuki-capitolo 4

"Dove stiamo andando?" chiesi, con più irritazione di quanta fossi giustificata a provare.

"A perquisire la stanza di Trepoff, naturalmente. Signorina Chrysant?" disse, voltandosi a guardare la ragazza con gli occhiali.

"Sì, signorina Viola. È da questa parte."

"Sono sicura che l'ispettrice Armitage l'ha già fatto. Ha trovato qualcosa di significativo?"

"No, signorina Viola, nulla che mi abbia chiesto di annotare."

"Il brutto dell'inverno, naturalmente, è che tutti i fuochi sono accesi, facilitando le cose alle persone che vogliono distruggere le prove."

"So che suonerò idiota, ma le prove di cosa?"

"Del movente, naturalmente."

Mi sentivo persa nel tentare di seguire i pensieri di Shizuru quanto lo ero in quei corridoi rivestiti di legno attraverso i quali Chrysant ci stava guidando.

"Shizuru, perchè Trepoff sarebbe tanto stupido da portare con sé le prove del movente? Va bene, d'accordo, il crimine non è stato certo un colpo di genio, quindi forse non è così intelligente come credevo, ma se avesse un minimo di cervello avrebbe lasciato la prova a casa o l'avrebbe distrutta una volta arrivato qui."

"Non poteva lasciarla a casa, per il semplice motivo per cui non l'aveva, non finchè non è giunto qui."

"È quello che ha detto Lady Haruka," disse Chrysant, quasi cinguettando. Pensai che fosse felice di vedere che l'opinione della sua padrona fosse stata confermata da un esperto indipendente.

"È una deduzione elementare," spiegò Shizuru. "Se Trepoff avesse deciso di uccidere Smith prima di questo finesettimana, avrebbe elaborato un piano. Anche nella morsa dell'emozione, avrebbe avuto un qualche istinto di autoconservazione; è un avventuriero, si è già trovato in situazioni difficili e violente. Al suo posto, Natsuki sarebbe tanto irruente da non pensare a una qualche strategia per eliminare con sicurezza un nemico mortale? Come minimo, non portereste con voi un'arma?"

"Sapeva che c'era una collezione di armi qui," dissi, facendo l'avvocato del diavolo, "così non c'era pericolo che una cameriera, disfando i suoi bagagli, trovasse la pistola."

"È vero," disse Shizuru, "ma se aveva pianificato tutto con tanto anticipo, non avrebbe anche pensato ad un modo migliore per commettere il crimine?"

"Non a tutti gli assassini importa di essere catturati," le feci notare.

"È così, ma considerate il carattere dell'uomo—e della vittima, per quel che vale. Questo non è il caso in cui un fanatico religioso si è scagliato contro un nemico della sua fede."

"Va bene," brontolai. "Quindi che significa?"

"Che Trepoff non è arrivato ad Odessa con l’intenzione di uccidere Smith. È successo qualcosa che l’ha riempito di una rabbia omicida, un’emozione così forte che ha annebbiato la sua capacità di giudizio e che l’ha obbligato ad uccidere Smith anche a costo della sua stessa vita. L’immediatezza del tutto, dell’essere sotto lo stesso tetto di Smith quando ha ricevuto l’informazione chiave, è stata la forza che ha spinto gli avvenimenti a svolgersi in quel modo. Lui ha scoperto qualcosa, e quella scoperta esigeva sangue."

Ci pensai su mentre Chrysant ci guidava verso le stanze degli ospiti. Shizuru aveva ragione. Per me, il fatto che Trepoff non avesse portato una pistola a Odessa era la prova conclusiva. Se avesse avuto intenzione di uccidere Smith fin dall'inizio—perfino se fosse stato incerto se farlo o meno—sarebbe comunque stato pronto, perché non si sa mai. Essere preparati era una lezione che si imparava in fretta e non di dimenticava mai.

"Quindi il motivo qual era?" chiesi.

"Natsuki," mi rimproverò Shizuru. "Di certo potete indovinare."

"Pensavo foste del parere che indovinare è un'abitudine scioccante, che 'distrugge le facoltà logiche' o roba del genere."

"Per questo vi ho chiesto di indovinare," mi prese in giro lei, imperturbabile.

Pensai a quello che sapevo delle persone coinvolte, che non era granchè. Ma anche così, mi accorsi che Shizuru aveva avuto ragione a sgridarmi. Era ovvio, e il fatto che non l'avevo capito era solo da attribuirsi allo shock che avevo provato vedendo i gemelli di Smith.

"È la solita vecchia storia, vero? Smith controllava il denaro di Rena Searrs grazie a quel fondo fiduciario, ma solo fino alla sua maggiore età o finché non si fosse sposata, quindi lui l’ha uccisa per impedire che questo accadesse? Alyssa Searrs è solo una bambina, quindi lui avrebbe avuto una decina d’anni di tempo per giocarsela – o per uccidere anche lei, se fosse stato necessario."

"Molto bene, Natsuki," approvò Shizuru. "Anche per me questa è l'ipotesi più probabile. Credo che l'ispettrice sia d'accordo, signorina Chrysant?"

"Lady Haruka non mi ha detto nulla nello specifico—"

"Succede sempre così a noi amici e accompagnatori di famosi detective," mi lamentai per prendere in giro Shizuru, e strappai un sorriso timido a Chrysant. Sembrava inoffensiva, ma a quanto pareva aveva delle profondità.

"—ma ho avuto questa stessa impressione da alcuni dei suoi commenti."

Shizuru annuì.

"Come pensavo. Ma se la risposta alla domanda 'Cosa ha scoperto Trepoff' è evidente, come abbia fatto è una faccenda completamente diversa."

"Come?"

"Sì. Come ha fatto Trepoff ad ottenere questa informazione, in particolare se è improbabile che sia venuto a Odessa apposta per cercarla? "

"Di nuovo la mancanza di un piano?" arguii.

"Proprio così. È una supposizione, visto che stiamo deducendo dalle fonti che abbiamo, ma se io stessi deliberatamente cercando una prova del fatto che la donna che amavo è stata assassinata, allora sarei pronta ad agire immediatamente, una volta trovata la prova. Oppure avrei già pensato in anticipo ad un piano per eliminare l’assassino senza farmi scoprire o almeno sarei comunque abbastanza preparata da non perdere la testa una volta venuta a conoscenza della verità.”

C’era qualcosa in quello che aveva detto Shizuru che suonava non sbagliato ma… insolito, come un brano musicale che all’improvviso cambia tonalità. Non riuscii a capire cosa fosse e visto che la sua deduzione aveva senso, decisi che non era stato il ragionamento a disorientarmi, quindi misi da parte quel pensiero.

"Non posso negarlo."

Il sorriso di Shizuru si fece più luminoso, solo un po', ma era comunque lì.

"È questo che rende questo caso così affascinante, Natsuki."

Non potei fare a meno di notare la felicità del suo tono. Ma comunque, avrei dovuto aspettarmelo. Questi contorti rompicapi di emozioni umane e malvagità erano la sua ragione d'essere, erano in grado di concentrare il suo intelletto e la sua percezione verso un bene superiore invece che su un qualche gioco complicato durante il quale restare seduta e bere tè.

"Shizuru, c'è una cosa che mi stavo chiedendo," esordii, un po' intimidita.

"Oh?"

"Stavate parlando del movente di Trepoff. Non pensate che ci sia una qualche possibilità che non sia stato lui?"

"Bè, capisco che nei polizieschi preferiti di Natsuki l'arresto del colpevole prima dell'arrivo del detective sia una garanzia di innocenza, ma in genere questo non è il caso."

"È stata Armitage a chiamarvi, però. Non l'avrebbe fatto se non avesse avuto dubbi."

"Dubbi, sì, ma non su quello."

"Lady Haruka non lo avrebbe mai arrestato se non avesse creduto che era colpevole," disse Chrysant in difesa della sua datrice di lavoro. Nella sua voce non c'era alcuna incertezza.

"È solo che, dal modo in cui stavate parlando quando interrogavate Trepoff, avete fatto sembrare che ci fossero dei problemi."

Shizuru scosse la testa.

"Kannin na, Natsuki." Perdonatemi. "Mi dispiace che non abbiate capito. Avrei dovuto essere più chiara. Sappiamo come finisce la storia: con Trepoff che spara a Smith proprio come ci ha raccontato. Quello che ci manca—i problemi di cui stavate parlando—sono gli eventi che hanno condotto all'omicidio."

Capivo, o almeno credevo. Per esempio, se il movente di Trepoff era davvero vendicare Rena Searrs, allora Smith probabilmente aveva giocato con la fortuna dei Searrs, e ci sarebbe stato bisogno di indagare in proposito, probabilmente di arrestare i suoi complici, e certamente i nuovi incaricati di Alyssa Searrs avrebbero voluto un risarcimento più alto possibile dal patrimonio di Smith. Quel genere di cose era importante.

Proprio come una ricerca sul passato di Smith avrebbe potuto rivelare che significato, sempre che ce ne fosse uno, avevano suoi gemelli.

Sospirai.

"No, sono io che mi scuso. È già un male che sia tre passi dietro a voi, ma questo me lo aspetto. Solo che non sono abituata a stare anche tre passi dietro a tutti gli altri."

"Natsuki, questo non—"

"Shizuru, non è colpa vostra se—"

"Um, siamo arrivate," disse Chrysant a bassa voce. Shizuru e io abbandonammo le nostre scuse e ci voltammo verso la porta.

La stanza di Sergay Trepoff era come ogni altra stanza di Odessa: elegante e riccamente arredata senza essere opulenta. Un alto soffitto e finestre istoriate rendevano la camera luminosa e confortevole, il letto era grande e sembrava comodo, e l'armadio, la cassettiera e la scrivania erano costruite nello stesso stile. C'era un caminetto incassato in uno dei muri, che di certo dava un piacevole calore. Era il genere di stanza in cui un ospite poteva sentirsi a casa, nel caso avesse dovuto trattenersi a lungo.

E non era vuota.

Una ragazza dai capelli neri con un'uniforme da cameriera stava attizzando il fuoco con un attizzatoio, trasformando le braci in una fiamma.

"Fermatevi subito!" esclamò Shizuru. La cameriera alzò lo sguardo sorpresa quando ci vide entrare, ma non si fermò. Presi un'iniziativa più diretta, strappandole l'attizzatoio e spostando il combustibile lontano dal calore, spegnendo la fiamma appena accesa.

"Chi siete?" strillò. "Che state facendo?"

"È qualcosa che dovremmo chiedere noi a voi," disse Shizuru. "La polizia non vi ha forse detto che nulla in questa stanza dev'essere toccato?"

"Lady Haruka ha avvertito la governante," disse Chrysant.

"Nel qual caso sono certa che il messaggio vi è giunto. Per favore spiegatevi, signorina—?"

"Nina, signora," rispose nervosamente la cameriera. Non sembrava avere più di quindici o sedici anni.

"Nina, dunque. Ebbene?"

"Io...io..."

"Trattatela con gentilezza, Miss Viola. Questa povera ragazza ha un debole per il povero zio Sergay."

Quella voce arrivava da una porta che comunicava con un'altra stanza, posta sul muro di fronte al caminetto, che si era aperta silenziosamente su cardini oliati. Il tono era dolce ed educato, con un debole ma riconoscibile accento italiano. Chi aveva parlato era un ragazzino a cui diedi circa quattordici anni, ma che sembrava più giovane a causa della bassa statura e della corporatura snella. Era la sua espressione che mi aveva fatto indovinare la sua età; il suo sorriso assomigliava a quello di Shizuru, ma mentre la maschera della mia amica era un enigma, quella di lui diceva chiaramente che conosceva molte cose e che custodiva dei segreti. I suoi capelli erano candidi e la carnagione pallida, quasi come quella di un fantasma, così mi chiesi se non fosse albino.

"Non sapevo che fossimo stati presentati, signor Conte dai Artai," rispose Shizuru.

"In effetti non ci siamo mai visti, anche se conosco vostro zio. Il fratello minore di vostro padre, credo? Gli occhi scarlatti dei Viola sono bellissimi, anche se suppongo che alla vostra famiglia dispiaccia che siano così riconoscibili, vista la portata di quello scandalo. Inoltre la casa è in subbuglio perché la grande detective di Londra è stata chiamata qui."

Agitò un dito in direzione di Shizuru e anche di Chrysant, probabilmente.

"Mi sembra che se la legge ha bisogno di chiamare in continuazione una potenza deduttiva di tale portata per impiccare lo zio Sergay, allora forse non dovrebbe cambiare idea così alla svelta, hmm?"

La cameriera ansimò quando sentì che Trepoff avrebbe potutto essere impiccato; era arrossita intensamente quando il ragazzo—chiaramente il Nagi Dai Artai che Armitage aveva nominato—aveva rivelato la sua infatuazione. Chrysant si irrigidì indignata al sentire il velato insulto alla sua padrona. Shizuru, invece, non battè ciglio.

"È un caso interessante, e di certo molto più complesso di quanto la polizia del Surrey pensasse inizialmente."

"Esattamente! Bizzarro da parte loro pensare che lo zio Sergay fosse una specie di assassino dal sangue caldo, che punta le pistole contro il suo ospite come un italiano da operetta. O un cosacco impazzito, se vogliamo preservare gli stereotipi nazionali."

"Non ci credete, dunque?"

Nagi si strinse teatralmente nelle spalle.

"Che posso dire? Dicono che fosse alquanto audace nei suoi giorni di gloria, quando abbatteva briganti sulle Alpi accanto al mio defunto padre, o quando veleggiava verso luoghi strani che gli Europei non avevano ancora messo sulle nostre mappe, ma lo zio Sergay che conosco io? Certamente no. Mio padre lo ha nominato mio banchiere finchè non avrò ventun anni, e questo ha reso il suo carattere noioso quanto quello di un banchiere."

Decisi che Nagi Dai Artai non mi piaceva molto. Il conte era il genere di persona che infilava un insulto, nascosto o meno, in ogni frase che diceva.

"Allora quale sarebbe la vostra spiegazione degli eventi?"

"Sono certo di non essere in grado di dirlo. Forse c'era ancora un po' d'avventura nello zio Sergay? O forse tutti questi sodalizi e alleanze e società segrete e sciocchezze del genere sono state la fine di Smith? Anche lui era un bachiere, sempre preoccupato dai soldi. Ma almeno da lui me lo aspettavo. Lo zio Sergay avrebbe dovuto essere coraggioso e romantico, il genere di personaggio audace che può allietare il cuore di una giovane donna—o altre parti di lei."

Inarcò le sopracciglia con aria d'intesa, il che spinse Nina a fuggire dalla stanza arrossendo furiosamente.

"È stato veramente una cocente delusione. Almeno con Smith sapevi cosa avresti ottenuto."

"E cosa, esattamente, avete ottenuto? Che l'abbia fatto uccidere, naturalmente," chiese Shizuru in tono mite.

Il giovane conte ridacchiò.

"Una noia mortale, innanzitutto. Ma," agitò di nuovo un dito nella nostra direzione, "Non credo sia stata quella a farlo uccidere. La società moderna non si è ancora resa conto di quanto sia offensiva la noia. "

"Siete fortunato, sapete," gli dissi.

Lui inarcò le sopracciglia in un gesto teatrale.

"Mi ferite, cara signora."

Mi strinsi nelle spalle.

"Un uomo è morto, il vostro tutore è stato accusato, e voi ve ne state lì a fare battute alle loro spalle. Cosa c'è di meno noioso di un ragazzino che pensa di essere divertente?"

Si irrigidì a quell'insulto; a quanto pareva il conte Dai Artai aveva un limite di una sola battuta a sue spese prima che finisse di divertirsi.

"Siete una donna maleducata, signorina—"

"Natsuki Kuga."

"Signorina Kuga, dunque. Dovreste fare attenzione, una donna dalla lingua tagliente genera più irritazione di una dozzina di banchieri. Ora, per quanto questa conversazione sia affascinante, ho delle cose da fare."

E senza attendere di essere congedato, attraversò la stanza di Trepoff e uscì con aria petulante dalla stessa porta da cui se n'era andata Nina.

"Quel ragazzo mi fa prudere il dito sul grilletto," mormorai. "Se fossi il suo tutore probabilmente anch’io sparerei alla prima persona che mi desse fastidio.”

"Nonostante le ammirevoli capacità diplomatiche di Natsuki, non credo che sia questo il movente in questo caso."

"Mi scuso se mi sono spinta troppo oltre con lui, Shizuru, ma—gah! È come qualcosa che si vuole calpestare e poi grattarsi via dalla suola."

Shizuru sorrise.

"Bè, sospetto che il conte Dai Artai non vorrà condividerea alcuna informazione rilevante con voi. Comunque, è una strategia di base per gli interrogatori. Una persona si presenta come invandente e minacciosa, mentre un'altra è comprensiva, invitando la persona interrogata ad allearsi con l'investigatore comprensivo. In generale, naturalmente, si adotta questa strategia in modo intenzionale, ma il principio è questo."

Sussultai.

"Ho detto che mi dispiace," mormorai. Shizuru ridacchiò, il che ordinariamente sarebbe stato irritante, ma immaginai che se stava ridendo significava che non avevo complicato le cose più di tanto.

"Ora, vediamo cosa abbiamo qui," continuò, e cominciò una minuziosa ispezione della stanza. Guardare Shizuru cercare le prove mi sorprendeva sempre, per quanto era diverso dalla sua solita immagine di calma e serenità (quando lavorava) o di totale pigrizia (in giro per casa). Si gettò nell'attività con rapidità e precisione, cercando sopra e sotto il letto, perquisendo il guardaroba e la cassiettera, la scrivania e tutto il resto. Quando arrivò al caminetto, però, si fermò.

"Sono lieta che che abbiate fermato la domestica in tempo prima che accendesse il fuoco, Natsuki," disse. "Vi prego, mettete sulla scrivania qualcosa che impedisca di sporcarla."

Sul tavolo c'era una copia spiegazzata del Times del giorno prima, così la stesi sul ripiano. Con attenzione, Shizuru spostò la legna carbonizzata e ne sollevò con cautela una massa di carta che portò fino allo scrittoio.

"Questo cos’è? Stava bruciando qualcosa nel caminetto? Quanta carta, sembra quasi un libro intero."

"Credo abbiate ragione. Ci sono anche dei pezzi di cuoio, probabilmente parte della rilegatura." Arricciò il naso. "Mi sorprende che nessuno si sia lamentato della puzza, anche se suppongo lo abbia distrutto prima di cena, e tutti sono rimasti al piano di sotto fino a tardi."

"A dire il vero, signorina Viola," disse Chrysant, "Credo che..." Si interruppe per sfogliare il suo taccuino.

"Sì, ecco qua. Il signor Coxley e il suo valletto hanno notato un cattivo odore mentre il signor Coxley si stava cambiando per la cena. Hanno la stanza degli ospiti di fronte a quella del conte Dai Artai.

"Allora ecco la spiegazione."

Guardai la massa di carta bruciacchiata.

"Ma per noi è un vantaggio saperlo? Intendo, c'è rimasto qualcosa di questo libro? E anche se c'è, che bene può fare averne solo alcune pagine?"

"Dipende, Natsuki, da che genere di libro era."

Shizuru aprì la propria borsa e ne tirò fuori un delicato paio di pinzette. Con esse, cominciò a togliere le pagine carbonizzate una alla volta rivelando lentamente che, in effetti, c'era un'area al centro di quella massa nerastra che il calore non aveva raggiunto.

"Trepoff deve aver buttato il libro nel fuoco prima di cena," spiegò Shizuru. "L'ho trovato in un angolo del caminetto, quindi o l'ha buttato sulla grata ed ha sbagliato mira o è scivolato giù. Dopo cena non è tornato per controllare che fosse bruciato del tutto. Lo sparo e l'indagine della polizia, però, ha sovvertito la routine della casa quindi il fuoco ha bruciato fino a questa sera, quando la cameriera lo ha riacceso."

"Pensate che la cameriera sia sua complice?"

"Se lo è, non è molto intelligente. Dal punto di vista di Trepoff è poco più di una bambina. Non si fiderebbe a rivelarle i suoi segreti."

"Vorrei avere idea di che cosa siano quei segreti," mormorai.

"Bè, forse questo ci aiuterà."

Con grande attenzione, separò le pagine intatte una per una e le mise una accanto all'altra sulla scrivania.

"Sembrano le pagine di un libro mastro," notò Chrysant. Ero d'accordo con lei. La carta era stampata in righe e colonne, in cui erano state scritte delle cifre. In alcuni punti, c'erano delle parole sul lato sinistro delle pagine. Alcune cifre erano state cerchiate con l'inchiostro rosso.

"Pensate che queste siano le prove che Smith stesse giocando con il denaro della fondazione Searrs?" Chiesi.

"Ma perchè Trepoff avrebbe dovuto bruciarlo? Dannazione, se non altro sarebbe stata un'ottima prova di fronte a una giuria. Il tutore malvagio che ruba alla sua bellissima e celebrata pupilla, che la uccide per coprire i propri furti, così l'amante adirato lo ammazza quando lo scopre? Anche se non ci sono dubbi sulla sua colpevolezza il suo avvocato avrebbe potuto usare la storia per implorare clemenza. Abbastanza simpatia gli avrebbe risparmiato la forca. Perché distruggere la prova e tacere sul movente?"

"Credo che dovremo chiederglielo," disse Shizuru.

Il mio cervello era tornato al problema dei gemelli di Smith. Non capivo che significato avessero, ma dovevano significare qualcosa, giusto? O forse stavo esagerando la loro importanza perché erano importanti per me?

Di una cosa ero certa: dovevo usare questa opportunità che il destino mi aveva offerto. Dopo settimane di ricerca infruttuosa passate a cercare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse spiegarmi l'assassinio di mia madre, non potevo lasciare perdere questo indizio. Se i gemelli avevano altro significato oltre a quello estetico, allora dovevo scoprire quale fosse.

Trepoff lo sapeva? Forse. Ma se il fatto che avesse ucciso Smith era semplice vendetta per la morte di Rena Searrs, allora forse non c'era alcuna connessione. Shizuru aveva il suo caso da investigare, ma non era il mio.

"Lady Haruka vorrà essere presente quando lo interrogherete," disse Chrysant, dandomi un'apertura.

"Sembra che userete quel metodo di interrogatorio a due di cui stavate parlando."

"Ara, Natsuki pensa che io possa essere minacciosa e spaventosa?"

Sbuffai.

"Idiota. Sapete che intendo. Sto dicendo che, con voi e l'ispettrice Armitage che lavorate su Trepoff e la signorina Chrysant che prede appunti, non avete bisogno che io sia presente all'interrogatorio."

Shizuru battè le palpebre.

"Natsuki non vuole accompagnarci?"

"Natsuki ha saltato la cena," le feci notare, ed era la verità.

"Le cucine hanno messo un piatto di sandwich e del caffè in biblioteca, per gli agenti," disse Chrysant con gentilezza, "sono certa che potete approfittarne."

Sorrisi.

"Grazie! Mi sbrigherò. Con un po' di fortuna, avrò finito molto prima che voi abbiate ocncluso l'interrogatorio di Trepoff."

"Spero che Natsuki trovi quello che sta cercando."

"Eh?" ero stupefatta.

Shizuru sorrise.

"Potete essere irritabile quando saltate i pasti," aggiunse.

Il suo sorriso, però, era una delle sue maschere.

"Shizuru!"

Ripresi la nostra solita routine: lei mi prendeva in giro, e io mi agitavo. Perfino Chrysant fece un lieve sorriso mentre assiteva alla nostra discussione. Ma non potei fare a meno di chiedermi quanto lo sguardo scarlatto della mia amica riuscisse a vedere, e se mi stesse nascondendo la stessa quantità di segreti che le stavo nascondendo io.

~X X X~

Note dell'autore: siete incuriositi dallo scandalo riguardante la famiglia di Shizuru che Nagi ha nominato? Potrete leggerne la storia nella sidestory, "A Glimpse Behind the Masques", per coloro che non l'hanno ancora letta!

 

Note del traduttore:

Signor conte Dai Artai-in italiano nel testo originale.

La sidestory "A Glimpse Behind the Masques" verrà pubblicata dopo che la traduzione di questa storia sarà conclusa.

Ho inavvertitamente inserito una nota relativa a questo capitolo nel capitolo precedente (ecco cosa succede a tenere tutti i capitoli su uno stesso file). Me ne scuso con l'autore e con i lettori.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Acque profonde, Natsuki-capitolo 5

 

Tratto dalle note sul caso redatte da Yukino Chrysant

 "Avrei dovuto controllare meglio il caminetto," sbottò Lady Haruka. La mia lady era furiosa con sé stessa per aver mancato quella prova. Anche se rispettava le abilità investigative di Shizuru Viola, era costretta ad ingoiare il proprio orgoglio ogni volta che la signorina Viola era in grado di scoprire qualcosa che lei non era riuscita a trovare. Quello che peggiorava le cose era che era stato confermato il sospetto che aveva spinto Lady Haruka a chiamare la signorina Viola perché si occupasse del caso, e quindi una prova che lei avrebbe dovuto trovare, ma aveva fallito.

"Lady Haruka, la carta probabilmente è rimasta nascosta da cenere e resti di legno carbonizzato finchè la domestica non ha preparato il fuoco stamattina, scoprendola," notai in sua difesa.

"Non importa, Yukino. Avrei dovuto dedurre dal silenzio di Trepoff che stava nascondendo il movente e, se lo stava nascondendo, che avrebbe tentato di distruggere le prove. Quale modo più semplice del fuoco che aveva nella stanza? Quel caminetto avrebbe dovuto essere esautorato minuziosamente in cerca di tracce. Quella tè-dipendente di certo non l'ha mancato."

"È 'esaminato,' Lady Haruka."

Correggere i suoi sbagli ormai era diventato quasi un riflesso. L'effetto sembrava quasi casuale anche se aumentava quando era arrabbiata, e non aveva alcuna connessione con particolari suoni o parole.

Pensavo che fosse troppo dura con sé stessa, ma sapevo anche non avrebbe accettato altre discussioni sull'argomento. Raggiungemmo la stanza dove Trepoff era custodito e Lady Haruka entrò senza tanti preamboli.

"Venite con noi," sbottò. Trepoff si alzò in piedi.

"Mi portate in prigione, finalmente?"

"Nella vostra stanza."

Il russo fece un sorriso stanco.

"Essere rimandato nella mia stanza è una punizione lieve viste le circostanze."

La mia lady, poco impressionata dal suo tentativo di umorismo, rispose in tono tagliente.

"Muovetevi."

"Ispettrice Armitage, volete che venga con voi per tenerlo d'occhio?" si offrì l'agente di guardia alla porta.

"Non credo che sia cosè stupido. E poi, finora è stato entusiata al pensiero di essere impiccato; dubito che cambierà idea adesso."

E con quella frase si mosse, attraversando orgogliosa la casa. Trepoff sorrise, confuso, e la seguì, con me che venivo subito dopo di lui.

"Posso chiedere che sta succedendo?"

"Lo vedrete quando ci arriveremo."

La signorina Viola ci stava aspettando con pazienza quando arrivammo, in piedi con espressione serena accanto alla scrivania. Era così diversa da Lady Haruka da disorientarmi. Da quello che potevo vedere, condivideva la dedizione della mia Lady, ma la nascondeva dietro maniere gentili ed educate insinuazioni, mentre Lady Haruka era diretta e sincera. Quello che mi disturbava di lei, comunque, era il fatto che non la ritenevo una persona particolarmente onesta. Di tanto in tanto desideravo che Lady Haruka fosse un po’ più diplomatica, ma la signorina Viola era quasi una manipolatrice. Non avevo proprio idea di che cosa nascondesse dietro quel suo sorriso, e temevo che se l’avessi scoperto non mi sarebbe piaciuto affatto. In situazioni come questa, desideravo tanto avere un po’ del coraggio della mia Lady.

"Bene, eccolo qua," dichiarò Lady Haruka.

"L'accusato ha il permesso di conoscere il proprio destino?"

"Ara, l'ispettrice Armitage non ve l'ha detto?"

"Questo è il vostro spettacolo, Viola."

"Se insistete. Ma dopotutto, nella nostra società è un fondamentale principio della giustizia che un uomo sia messo a confronto con le prove che sono state raccolte contro di lui."

"Prove?" Trepoff era sorpreso. "Visto che sono stato colto con le mani nel sacco ed ho già confessato il crimine, tutto questo sfoggio deduttivo non è un po' superfluo?"

"Pensavo che aveste deciso di abbandonare questo genere di spavalderia?" disse la signorina dolcemente. Trepoff sospirò in risposta e si mise le mani nelle tasche.

"L'abitudine di ridere in faccia alla morte non si perde così facilmente, a quanto pare."

"Però c'è un argomento su cui non siete stato tanto spavaldo, vero? Il movente per l'omicidio del signor Smith."

Come a confermare la sua ipotesi, il sorriso svanì dal volto di lui, mentre la sua bocca si tendeva in una linea sottile e severa.

"Non che fosse un segreto," continuò, "L'ispettrice Armitage se n'è accorta prima che arrivassi. Più che altro, siamo più interessate a sapere come avete fatto a scoprire la verità a proposito della morte della signorina Searrs."

Trepoff strinse la mascella, ma non disse nulla.

"Se posso offrire un suggerimento? La prossima volta che deciderete di distruggere delle prove, assicuratevi di farlo completamente. Capisco che eravate nella morsa di una forte emozione e a corto di tempo, ma se volete nascondere qualcosa è opportuno rivolgere a questo tutta l'attenzione che merita." Fece un gesto verso la scrivania. "Come potete vedere, abbiamo reperito una quantità significativa di informazioni."

Lui fece un paio di passi verso la scrivania, in modo da poter vedere i pezzi di carta strinati che la signorina Viola aveva estratto con cura dai resti del libro.

"E quelle sarebbero le vostre prove?" protestò lui. "Un paio di pezzi di carta? Cosa potete provare con quelli?"

"Oh, parecchio, credo. Per esempio, la calligrafia può essere confrontata con quella del signor Smith, o con certi membri del suo staff di contabili per controllare chi abbia compilato quello che sembra essere un secondo set di registri. In certi punti, le date delle transazioni sono ancora intatte, il che ci offre un contesto. Se necessario, qualcuno potrebbe controllare gli archivi della fondazione Searrs per controllare se corrispondono—e, cosa più importante, se ci sono delle transazioni che differiscono. Poi con la prova del crimine davanti a lei, l'ispettrice Armitage si aprirà la strada nella Fondazione Searrs, facendo domande agli impiegati di tutti i livelli, controllando ogni transazione, tanto che quando tutto sarà stato portato alla luce, lo scandalo finanziario sarà in prima pagina su tutti i giornali, e discusso ad ogni angolo di strada."

Tacque per un attimo, abbastanza perché quell'informazione venisse ben compresa, ma non tanto perché lui avesse tempo di digerirla.

"O potete semplicemente dirci la verità. L'ispettrice così non dovrebbe studiare queste pagine, e quindi non ci sarebbe prova di una truffa finanziaria che richiederebbe la sua attenzione," aggiunse con un sorriso. "Quindi vedete, i vostri tentativi di proteggere la famiglia dallo scandalo finiranno solo per crearlo."

Trepoff guardò la mia lady, il cui cipiglio faceva capire che avrebbe fatto per puro puntiglio tutto quello che la signorina Viola aveva detto. Naturalmente quello non era il caso—Lady Haruka lo avrebbe fatto ma, proprio come aveva detto la signorina Viola, solo perché si era trovata davanti delle prove in quanto ufficiale di polizia, non per sentimenti personali.

Trepoff fece un lieve sorriso, pssandosi una mano tra i capelli in un gesto curiosamente infantile.

"Ah, avrei dovuto intuire che tutto sarebbe saltato fuori. I miei piani sono andati male sotto ogni aspetto. Siente sicure che Smith sia davvero morto?"

"Questo non è una specie di gioco, Trepoff!" ruggì Lady Haruka. "Avete ucciso un uomo."

"Qualcuno doveva. La vostra legge non ha fatto il suo dovere," disse lui di rimando.

"Intendete la morte di Rena Searrs?" la signorina Viola parlò prima che la mia Lady potesse farlo, impedendo che la discussione diventasse ancor più intensa.

"…sì."

"Credete che sia stata uccisa?"

"Lo ha ammesso quando l'ho affrontato."

"E lo avete ucciso comunque?"

"Senza testimoni? La mia parola contro la sua?"

"Inoltre avreste potuto indurlo a confessare di fronte a tutti gli ospiti e non avrebbe avuto alcun significato se lo aveste minacciato con una pistola," fece notare la mia lady. "Avrebbe detto di aver mentito per evitare che gli sparaste e non ci sarebbe stato alcun caso."

Guardò la signorina Viola, che non mostrò alcuna reazione apparente alla correzione di Lady Haruka.

"Naturalmente non è stato lui a sporcarsi le mani," continuò Trepoff. "Tipi come lui non lo fanno mai. Spostano il denaro, danno ordini, comprano i loro crimini invece di commetterli loro stessi. Ma è stata la sua avidità che ispirato quell'atto, e brucerà all'inferno per questo."

"Non posso darvi torto per quanto riguarda il signor Smith, ma sono più interessata a quello che brucia in questo mondo, per la precisione a questo libro mastro. Com'è giunto in vostro possesso? Suppongo che lo abbiate avuto poco prima della cena di ieri?"

"Come fate a saperlo?"

"Prima avete cominciato la vostra storia con la cena. Questo significa che gli eventi trascorsi durante la giornata non erano rilevanti per la discussione del crimine."

Trepoff annuì lentamente.

"Non avevo pensato che fosse così ovvio."

"Forse dovrei smettere di spiegare queste mie piccole deduzioni, se voglio continuare ad impressionare le persone con la mia abilità. Non siete d'accordo, ispettrice?"

"Credo che il vostro orgoglio possa sopportarlo."

"Ara, siete così severa."

Si rivolse di nuovo a Trepoff come se quello scambio non fosse mai avvenuto.

"Diteci tutto, signor Trepoff. Diteci cos'è successo."

Lui annuì.

"Avete ragione, ovviamente. È cominciato tutto quando sono tornato nella mia stanza per cambiarmi per la cena."

"E che ora era?"

"Abbiamo cenato alle otto, quindi direi attorno alle sette e mezza, forse un po' prima."

"Capisco. Andate avanti."

"Ho trovato un pacco sul mio letto. Era avvolto in carta marrone, e c'era un pezzo di cartoncino attaccato ad esso, con la scritta: 'A Sergay Trepoff; un'offerta al vostro cuore.'"

"Avete riconosciuto la calligrafia?" lo interruppe Lady Haruka.

Trepoff scosse la testa.

"No, ma era di una donna, credo, se questo può essere utile."

"Può essere. Chi può dirlo?" disse la signorina Viola. "Prego, continuate la vostra storia."

"Chiesi al mio valletto se sapeva chi avesse portato il pacco, ma lui non ne aveva idea. Era stato messo nella mia stanza quando non c'era nessuno; e visto che la camera non era chiusa a chiave avrebbe potuto trattarsi di chiunque." Sorrise, poi aggiunse, "Non ho nulla che valga la pena di rubare, almeno non a confronto con alcuni degli altri ospiti. In ogni caso il pacco non era solido, come una scatola, quindi lo aprii subito."

All'inizio, non capii che cosa intendesse con quella storia del pacco. Guardai la mia lady, e riconoscendo la mia espressione mormorò "trappola." Allora capii di cosa stava parlando—una bomba, una creatura velenosa, una pistola azionata a molla, o qualche altra brutta sorpresa uscita direttamente da un romanzo. Mi sembrò strano che lui avesse avuto quel pensiero, e mi chiesi che genere di cose ci fossero nel suo passato di 'avventuriero'. Enfatizzava il punto che Lady Haruka aveva capito delll'omicidio e che anche la signorina Viola aveva compreso all'istante: il genere di uomo che di riflesso controlla un pacco in cerca di trappole è improbabile che venga colto con le mani nel sacco mentre compie un omicidio, a meno che non si trovi nella morsa di una terribile passione.

Presi la decisione di stare più attenta a quel genere di dettagli. Volevo davvero essere d'aiuto a Lady Haruka, non solo prendere appunti e fungere da secondo paio d'occhi, ma qualcuno che poteva davvero assisterla nell'investigare i suoi casi, come il sergente Tate faceva per l'ispettore Kanzaki.

"Cosa c'era nel pacco?"

"Un libro mastro, come ben sapete. Era scritto con la calligrafia di John Smith—quella la conoscevo bene. Qualcuno aveva convenientemente segnato delle transazioni con l'inchiostro rosso, nel caso non fossi riuscito a capirne l'importanza. Amministrare i beni del conte Dai Artai mi ha dato una certa esperienza in queste cose, e mi sono accorto che attraverso una serie di pagamenti troppo onerosi per transazioni altrimenti legittime e un sistema di conti falsi, c'era stata una regolare appropriazione di fondi dalla fondazione Searrs."

"Quanto?" Lady Haruka fu diretta come sempre.

"Il libro mastro copriva tre mesi; e lo dico supponendolo, visto che ci vorrebbe una squadra di contabili per controllare e incrociare i dati per specificare la cifra esatta, ma penso che il furto ammontasse a più di quindicimila sterline."

"Se si dovesse tener conto che la cosa è andata avanti per tutto il tempo in cui Smith è stato l'amministratore—" cominciò la signorina Viola prima che la mia Lady la interrompesse.

"Sarebbero più di mezzo milione di sterline se si aggiungono tutte le sue malocclusioni!"

"È 'malversazioni,' Lady Haruka," osservai.

"Come minimo," fu d'accordo Trepoff. "Per quello che ne so, questo avrebbe potuto essereun periodo di vacche magre."

"O forse il contrario," ribattè Lady Haruka. "Per quel che ne sappiamo, questa avrebbe potuto essere l'unica volta in cui aveva rubato qualcosa."

La signorina Viola scosse la testa.

"Non se le transazioni sono come il signor Trepoff le descrive. Sono troppo sistematiche, coinvolgono troppa preparazione per essere un evento isolato. Speculare sulla quantità di denaro sottratto o sulla durata sarebbe, naturalmente, solo un lavoro di congettura, ma si tratta chiaramente di un piano esteso."

La mia lady aggrottò la fronte, irritata perché era stata corretta dall'altra donna.

"Suppongo abbiate deciso in fretta il prossimo passo?" continuò la signorina Viola.

"Sì, è così. Conoscevo i termini del fondo fiduciario. Una volta che Rena avesse compiuto i ventun anni o una volta sposata, avrebbe assunto il controllo della Fondazione Searrs e delle compagnie affiliate. Il fondo fiduciario sarebbe rimasto intatto per impedire a suo marito di ottenere autorità legale sulle proprietà di Rena, ma il controllo sarebbe stato nelle mani di lei. Sarebbe stato fatto un rendiconto totale, e l'autorità di Smith sarebbe giunta a termine a meno che Rena non avesse scelto di rinnovarla anche dopo il trasferimento, così lui non avrebbe comunque avuto alcun controllo sulla contabilità." Tacque per un attimo prima di continuare. "Non credo temesse di essere scoperto. Il suo piano era troppo ben congegnato. Credo, invece, che il suo movente fossero i profitti che otteneva dalle malversazioni, il suo stipendio di amministratore e il potere e il prestigio che venivano dalla sua posizione."

"Forse queste ultime due cose gli interessavano più di tutte. Sarebbe passato dall'essere uno degli uomini più potenti nell'economia d'Inghiterra ad un semplice ricordo. Ci sono persone per cui il potere e lo status sociale sono più importanti che respirare."

"E qualunque fosse il motivo, è sparito tutto…semplicemente assassinando la ragazza che avrebbe dovuto proteggere," disse amaramente Trepoff, stringendo i pugni.

"Avreste dovuto portare le prove alla polizia!" dichiarò Lady Haruka. "Siamo noi a dover avere a che fare con un ladro e un assassino. Nella nostra società non c'è posto per la vendetta privata."

"Siate realistica, ispettrice. Cosa poteva fare la polizia contro il capo della Fondazione Searrs? Smith aveva amici potenti nel potere politico e finanziario. La pressione sulla polizia perché abbandonasse il caso sarebbe stata enorme. E comunque quali prove ci sarebbero state per l'omicidio? Al massimo sarebbe stato messo in prigione per truffa—sempre che non fosse stato in grado di nascondere il suo crimine dietro un labirinto di manipolazioni finanziarie. No, il mio modo—il modo privato—è stato l'unico modo id ottenere giustizia per Rena. Il mio unico rimpianto è il ftto che non sono stato in grado di trattenere la mia collera, per poter liberare il mondo da lui in un modo che non mi facesse finire impiccato. Io…non potevo farlo, però, non potevo controllare il mio odio quando, ogni volta che lo vedevo, pensavo all'aspetto di Rena dopo quella caduta da cavallo."

Flettè convulsamente la mano destra, aprendola e chiudendola.

"In un certo senso…suppongo sia un sollievo. Ho sempre pensato che se fossi stato là con lei, se fossi uscito con lei a cavallo quella mattina, avrei potuto fare qualcosa—ma almeno ora so che la sua morte non è stata colpa mia, e che il suo assassino brucia all'inferno."

Il suo sorriso era quasi angelico mentre pronunciava quelle parole, e rabbrividii. Non importava quanti casi Lady Haruka avesse investigato, quella era l'unica cosa a cui non sarei mai riuscita ad abituarmi: la soddisfazione che così tante persone sembravano provare nel commettere i loro crimini. Non negavo di provare simpatia per Trepoff, ma uccidere un uomo e provarne piacere, non avere alcun rimorso dopo, non riuscivo assolutamente a capirlo. Anche se un assassino pensava che una certa persona meritasse di morire, non doveva esserci rimorso per questo, un qualche genere di esitazione? La prima dichiarazione di Trepoff indicava che aveva esitato prima di farlo, ma dopo, il suo unico rimpianto sembrava quello di essere stato scoperto, combinato con la maliconia per il destino di Rena Searrs, ma nessuno senso di colpa.

"Allora perché avete bruciato il libro mastro, se odiavate tanto Smith?" chiese la mia lady. "Perché cercare di distruggere l'unica prova sicura dei suoi crimini, l'unica cosa che potevate offrire in vostra difesa?"

"Come la signorina Viola ha già dedotto, non volevo creare uno scandalo che avrebbe infangato il nome di Alyssa. Rena amava la sua sorellina—erano sole al mondo, dopotutto, visto che i loro genitori erano morti—e non volevo aggiungere un altro scandalo e un'altra tragedia alla sua vita permettendo a questa sordida storia di diventare di pubblico dominio."

"Credo abbiate sbagliato i vostri calcoli," disse la signorina Viola. "I giornalisti che scrivono gli articoli mondani, per non parlare di coloro che spargono pettegolezzi per cercare di aumentare le possibilità delle loro figlie quando la signorina Alyssa farà il suo debutto in società fra qualche anno; queste persone non si faranno fermare dalla mancanza di prove."

Lady Haruka fu considerevolmente meno diplomatica.

"La verità è ovvia comunque, e cercare di coprirla permette a questi crudeli ficcanaso di creare peculazioni ancora più assurde e offensive."

"È 'speculazioni' Lady Haruka."

"Dovreste anche tenere in considerazione il fatto che la distruzione delle prove causa alla signorina Alyssa un danno diverso, molto più reale e tangibile."

"Viola, cosa intendete—oh. I soldi."

"Esattamente. Anche se si tratta della Fondazione Searrs, il denaro che il signor Smith ha rubato non può semplicemente essere ignorato. Quel libro mastro era prova che avrebbe aiutato il nuovo amministratore della signorina Alyssa a recuperare il denaro rubato dal patrimonio del signor Smith."

Tacque, come se stesse riflettendo, poi aggiunse, "Chi sarà il nuovo amministratore? Dobbiamo avvertirlo, o avvertirla, di quanto ha fatto Smith. O sarà il consiglio di amministrazione della Foundazione a scegliere qualcuno?"

Trepoff scosse la testa.

"No, Rena mi aveva detto che questa eventualità è stata presa in considerazione dal testamento di suo padre. Se Smith avesse dato le dimissioni o se si fosse reso incapace di fare il lavoro, il prossimo amministratore sarebbe stato Padre Greer."

"Il vicario locale?"

"Sì; lui, il signor Searrs, e Smith si conoscevano perché sono stati compagni di studi a Cambridge."

"Capisco. È stato ragionevole da parte del defunto signor Searrs prevedere e valutare le potenziali conseguenze."

Trepoff annuì, e fece un sorriso triste.

"Il conte Dai Artai—il padre di Nagi, intendo—non era di così ampie vedute, quindi saranno i suoi banchieri a Londra e a Napoli a prendere il mio posto. Anche se suppongo non possiate dargli torto; alla mia età non avrei dovuto cacciarmi nei guai, visto che i miei giorni da avventuriero erano finiti. Certamente non poteva prevedere che sarei stato impiccato per omicidio. Sono solo felice perché ora Nagi è cresciuto abbastanza da non sentire la mia mancanza."

"Non siete particolarmente vicino al conte Dai Artai, dunque?" chiese la signorina Viola.

"No—aveva dodici anni quando suo padre morì, e lui mi conosceva già da prima, quindi non abbiamo mai avuto una relazione padre-figlio."

Ridacchiò stancamente, e non potei fare a meno di pensare che quel russo avesse una forte corrente di fatalismo, per accettare quanto era successo e trovarci perfino del macabro umorismo.

"Almeno questo gli mostrerà che suo 'zio Sergay' non è così noioso come credeva."

La consulente investigativa annuì.

"Oh, sì. Non c'è nulla di noioso in questo caso." I suoi occhi scarlatti scintillarono. "Credo che ci saranno altri sviluppi. Spero che Natsuki abbia finito con il suo sandwich; abbiamo ancora molto da fare."

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Capitolo 6
*** 6 ***


Acque profonde, Natsuki-capitolo 6

Riprende la narrazione di Natsuki Kuga

Mangiai davvero un sandwich, roast beef su pane appena sfornato con tanta maionese. Da una parte, mi dava un valido alibi nel caso Shizuru avesse chiesto cosa avessi fatto, dall'altra, beh, aveva ragione. Diventavo irritabile…più irritabile?... quando saltavo i pasti. Ma, per quanto mi fossi goduta il cibo, avevo mangiato in fretta e mi ero mossa ancora più in fretta, perché volevo una possibilità di scoprire tutto quello che potevo senza che Shizuru esaminasse quello che stavo facendo.

Era ironico. Prima, quando avevamo parlato con Trepoff, avevo desiderato che ci dicesse di più, presumendo che i gemelli e quello che rappresentavano fossero parte di quello che il russo ci stava tacendo. Ora che c'era una possibilità di farlo parlare, mi escludevo volontariamente dalla performance. Le cose erano cambiate; il libro mastro e le deduzioni di Shizuru rendevano probabile il fatto che l'omicidio fosse stato compiuto per amore, per vendicare Rena Searrs, e qualsiasi rivelazione Trepoff avrebbe potuto fare non avrebbe avuto nulla da offrirmi, non importava quanta luce avrebbe gettato sul caso.

Smith, invece, era un'altra storia, e anche se mi tormentava il fatto che la prima persona con una connessione a quei gemelli che ero riuscita a trovare  fosse morta, non volevo arrendermi. Se c'era una cosa che il mio rapporto con Shizuru mi aveva insegnato, era che il vecchio detto delle storie di pirati era completamente sbagliato: anche i morti raccontavano fatti. Naturalmente per lei parlavano con la stessa forza che avrebbero avuto se fossero stati vivi, mentre per me erano più sussurri sommessi, ma anche così...

Anche così, avrò le mie risposte.

Un buon posto per cominciare era lo studio privato di Smith. Nagi Dai Artai era un moccioso irritante, ma aveva avuto ragione: per la maggior parte, uomini d'affari e finanzieri tendevano a fare le cose in un certo, prevedibile modo. Era molto probabile che avesse uno studio che faceva da ufficio privato, tanto che trattasse gli affari a casa sua, e il fatto che fino a quel momento nessuno avesse menzionato un segretario mi diceva che si era occupato personalmente degli affari allo stesso modo in cui faceva a casa, da solo. Questo, inoltre, mi suggeriva che quello che faceva lì ad Odessa, al contrario di quello che faceva negli uffici della Searrs a Londra, era confinato interamente ad affari privati, non il genere di corrispondenza di routine che un segretario avrebbe aiutato a gestire.

Visto, Shizuru? Anch'io riesco a dedurre le cose.

Trovare lo studio non fu così facile, visto quant'era grande la casa, ma Odessa non era un incubo architettonico come lo era stata Warburton Grange. Avevo supposto che sarebbe stato al piano terra, probabilmente sul retro della casa, lontano dal rumore che poteva entrare dalle finestre che davano sul cortile principale, e ovviamente lontano dalle cucine e dalle stanze dela servitù. Avevo ragione; la stanza era dietro la seconda porta che aprii.

Era molto generica nei suoi arredi, tutta legno scuro e ottone lucido, con una grande scrivania da un lato, davanti ad una grande finestra, schedari lungo un muro, quadri che raffiguravano paesaggi marini sull'altro, e comode poltrone di cuoio rosso per gli ospiti che venivano per discutere di affari. Ignorai gli schedari—avevano indici accuratamente scritti che indicavano che erano organizzati in ordine alfabetico e dubitavo che avrei trovato qualcosa di incriminante del genere 'Cospirazioni omicide' o 'Segreti'—e invece andai direttamente verso la scrivania. La aggirai, mettendomi sul lato dove normalmente si sarebbe seduto Smith, e cercai di pensare come Shizuru. Sapevo di avere poco tempo, e il modo in cui lei capiva le cose con un solo sguardo, e separava le cose significative da quelle che non le servivano, era esattamente quello di cui avevo bisogno.

La prima cosa che vidi era che ero nel posto giusto. La penna, il calamaio, e la carta assorbente mostravano segni d'uso. Controllai i cassetti e trovai una varietà di carte da lettere, tutte molto costose, alcune stampate con il nome della Fondazione Searrs ed altre no. C'era una rubrica che conteneva, ovviamente, degli indirizzi con delle linguette che li organizzavano in ordine alfabetico. La sfogliai, ma non c'era modo di capire cosa potesse essere importante o meno, a meno che—

Aspetta un attimo.

Tornai indietro, insicura se avessi visto quello che mi sembrava di aver visto, ma era così: Addleton, Professor Lewis, un indirizzo di St. John's Wood. Non c'era niente di insolito, eccetto il fatto che si trovava sotto la lettera O. Significava qualcosa? O forse Smith era in genere di uomo distratto che inseriva gli indirizzi senza organizzarli per bene? Esaminai il libro con maggiore attenzione. La sezione della A aveva solo nomi che cominciavano per A, la B solo nomi che cominciavano per B, e così via. Tutto in ordine. Tornai sulla O e trovai non uno, ma ben sei nomi che non avrebbero dovuto essere lì, sparpagliati a caso tra le pagine.

Perchè O? Chi sono queste persone, e perché sono classificate sotto la O?

Non c'era una risposta alla mia domanda, ma immaginai che quella stranezza doveva per forza voler dire qualcosa. Naturalmente, forse quel qualcosa non aveva niente a che fare con quello che mi interessava, visto il numero di affari in cui la Searrs era coinvolta, ma anche la possibilità di una traccia era un passo nella direzione giusta. Presi un pezzo di carta dalla scrivania e copiai i nomi e gli indirizzi di Marco Ricoletti, del professor Lewis Addleton, del barone Theophile Maupertuis, della signora Amelia Abernetty, di Duncan Crosby, e del maggiore Ross Wilson. Asciugai la carta, la piegai e la infilai nella mia borsetta, poi rimisi a posto la rubrica. Giusto in tempo, come scoprii.

"Allora, sembra che l'assistente della signorina Viola faccia molto più che seguirla in giro facendo battute taglienti."

Guardai il ragazzo dai capelli bianchi che si appoggiava alla porta con aria noncurante, una mano sulla maniglia.

"Volete qualcosa?"

Il sorriso pigro era tornato sulla faccia di Nagi. Apparentemente la sua momentanea irritazione nei miei confronti era passata, ed era tornato al suo atteggiamento canzonatorio. Non ne ero sopresa. Che fossero davvero intelligenti come pensavano oppure no, tipi come lui credevano di avere il completo controllo della situazione a meno che non si usasse violenza contro di loro.

"Nulla che non possa aspettare finchè non vi avrò vista in azione. Adoro i polizieschi, sapete. Raffles, Romney Pringle, Simon Carne, Arsene Lupin. Figure affascinanti."

"Vi rendete conto che tutti i personaggi che avete elencato sono criminali?"

"Santo cielo, avete ragione. Comunque, che si tratti di un ladro gentiluomo o di un detective privato dilettante, il principio è lo stesso, ottenere il successo tramite l'intelligenza sottolineando i fallimenti della forza di polizia ufficiale. Non è questo che sta facendo la nostra signorina Viola?"

"Shizuru non è vostra," sbottai.

"Come siamo suscettibili."

Non me la sentivo di cominciare una battaglia a parole con il Conte dai Artai. Uno dei motivi era che avrei perso senz’altro. Era come parlare con Shizuru, solo con l’aggiunta di tutta la petulanza che era propria di Nagi.

"Nel frattempo, devo tornare da lei. Oramai avrà ottenuto la versione completa della storia da Trepoff," dissi, marciando verso la porta.

"Davvero? Allora lo zio Sergay stava cavallerescamente tecendo delle informazioni alla polizia? Prosaico da parte sua."

Si strinse nelle spalle, con un'espressione divertita che pareva dire "cosa devo fare con lui?"

"Anche quando infrange la legge lo fa in modo tanto convenzionale. Suppongo che ci saranno perfino delle buone ragioni per cui l'ha fatto, includendo l'omicidio, che è fin troppo evidente."

Fu un errore, ma mi fermai quando lo raggiunsi.

"Pensavo non credeste che Trepoff fosse colpevole?"

"Certamente non credo sia colpevole di aver schiacciato un insetto in un impeto di rabbia per via di una disputa d'affari. Se avessero dovuto fare un duello, le loro armi sarebbero state dei libri mastri. Ma una qualche rispettabile motivazione romantica nella classica tradizione della letteratura, seguendo un sentiero stretto e difficoltoso, quello sarebbe più nel suo stile."

Nagi fece una risatina ironica.

"Gli…si addice."

"Avrei pensato che sareste stato più leale nei confronti dell'uomo che vi ha cresciuto."

Nagi tirò su col naso.

"Lo fate sembrare così…intimo, signorina Kuga. Cercate di ricordare che lo zio Sergay, nonostante io lo chiami così, è un dipendente pagato della famiglia Dai Artai. Mio padre avrà anche provato una qualche lealtà personale nei suoi confronti—infatti è per questo che è stato scelto per questo lavoro—ma ricordate che lui è semplicemente il mio tutore. Nulla, dopotutto, può sostituire un genitore."

Sapevo che sarebbe stato un errore. La sua frecciata, per quanto fosse accidentale, toccò un nervo scoperto, e sussultai. Nagi lo notò subito.

"Ah, ma forse mi capite, vero? Un nome giapponese ma fattezze miste, sì, mi capite molto bene. Si tratta di un padre sconosciuto o di una madre persa prematuramente che—urk!"

Si interruppe bruscamente con un ansimo strozzato quando la mia mano si chiuse sulla sua cravatta, soffocandolo, mentre lo spingevo con violenza contro il muro.

"Fai tacere quella lingua da vipera prima che qualcuno te la tagli!" gli urlai in faccia. Il suo sorriso presuntuoso però non svanì, e c'era qualcosa che splendeva nei suoi occhi, una specie di allegria sadica.

"Va bene, va bene!" sollevò le mani aperte. "Imploro una tregua, e non dirò mai più nulla su questa storia!"

Pensai davvero di strangolarlo e di nascondere il cadavere, ma quello che avrebbe potuto o meno essere buonsenso intervenne, e lo lasciai andare, facendo un passo indietro e fulminandolo con lo sguardo. Nagi si aggiustò la cravatta, rimettendo a posto la stoffa spiegazzata.

"Non c'è verso," decise. "Dovrò metterne un'altra. Ah, bè, l'aspetto sociale di questa festa è giù stato rovinato dalla polizia, quindi questo problema mi darà qualcosa da fare nel prossimo quarto d'ora."

Tacque, poi alzò lo sguardo affrontando la mia occhiata furiosa, qualcosa che non tutti avevano la forza di fare.

"Se fossi in voi cercherei di moderare questi scatti di rabbia, signorina Kuga. Un giorno potreste aver bisogno dell’aiuto di qualcuno, solo per scoprire che quel ponte l’avevate già bruciato.”

Non c'era nulla che potessi ribattere, così ringhiai e mi allontanai dal conte, oltrepassando lui e la porta dello studio, avviandomi lungo il corridoio. Ero stata un'idiota a fermarmi a parlare con lui. Nagi era come il riflesso speculare di Shizuru; entrambi potevano far significare le parole tutto o niente a loro piacere, stratificando indizi significativi che avrebbero potuto essere battute innocue o commenti casuali che rivelavano segreti nascosti, ma in lui la gentilezza di lei era sostituita dalla malizia. Dove Shizuru godeva nel prendere in giro, senza fare del male a parte qualche qualche colpo accidentale, Nagi si compiaceva della crudeltà, guardandomi mentre mi contorcevo come una farfalla inchiodata da un ago, ma ancora viva, lasciandomi ad agitarmi, incapace di individuare la cosa specifica che avrebbe potuto giustificare la mia rabbia ad un osservatore esterno. Ero stata due volte idiota per aver perso la calma e avergli dato il divertimento che voleva, e perché avevo contemporaneamente rivelato dei dettagli sul caso.

E non posso nemmeno scusarmi con Shizuru per quest'ultima parte, perché non posso dirle che stavo perquisendo lo studio di Smith.

Quella cosa mi disturbava più di tutte, perché stava cominciando a sembrare un tradimento, il modo in cui la "privacy" avesse oltrepassato quella linea sottile diventando "avere dei segreti." Stavo usando lei, e la sua indagine, e tutto a mio vantaggio.

Però pensai che, in certo senso, anche lei mi stesse usando. Armitage non aveva certo chiesto di me, e nemmeno avevo avuto un motivo specifico per venire ad Odessa, quando avevo deciso di farlo. Ero lì per Shizuru, perché me lo aveva chiesto. Non ero nemmeno sicura del perché le facesse piacere la mia compagnia durante le sue indagini; di tanto in tanto facevo qualche osservazione utile o contribuivo con qualche incombenza fisica, ma quelle cose erano irrilevanti. Qualsiasi cosa volesse da me, non era di natura professionale.

Per quel che ne sapevo, forse desiderava solo un pubblico per cui esibirsi, come un’attrice anelava che i suoi fan assistessero alle sue performance.

O forse voleva solo un’amica, qualcuno con cui poter condividere le proprie esperienze, qualcuno che le impedisse di annegare nel mare delle umane miserie con cui il suo lavoro continuava a metterla in contatto.

Ad ogni modo, il punto era che voleva qualcosa da me e non voleva dirmi cosa. Quindi questa combinazione era reciproca; dove la maggior parte degli amici si davano l'un l'altro quello di cui avevano bisogno, Shizuru stavamo ci stavamo dando dei vantaggi a vicenda, ma non sapevamo cosa stessimo dando!

E comunque a volte non potevo fare a meno di chiedermi se non ci fosse spazio per una maggiore intimità fra di noi, per delle confidenze, per una fiducia più profonda…

Ma non è possibile, pensai, almeno non finchè questa storia dell'omicidio di mia madre rimane irrisolta.

Qualcosa in me si ritrasse inorridita da quella eventualità. Era troppo intima, era una parte troppo profonda di me stessa perché fossi disposta ad esporla. E…non volevo che Shizuru entrasse in contatto con essa, con il gorgo di dolore e di perdita che mi aveva risucchiata fin dall'infanzia.

Mi chiesi, come a volte facevo, se lei non avesse sofferto una tragedia simile in passato. Dopotutto, cosa poteva aver portato una giovane donna di ascendenza giapponese e italiana a vivere a Londra, figuriamoci poi a crearsi la professione di consulente investigativa? Nagi aveva parlato di uno scandalo—intendeva i parenti di Shizuru? O qualcosa che riguardava Shizuru stessa?

Non importava. Se avesse desiderato che lo sapessi, me lo avrebbe detto, e se non lo avesse voluto, bè, aveva diritto ai suoi segreti come io avevo diritto ai miei. Almeno non mi comportavo da ipocrita in proposito.

Ritrovai la strada per la stanza di Trepoff. Shizuru era lì ad aspettarmi; non c'era segno degli altri.

"Ara, ora Natsuki è ben nutrita?"

"Ehi, alcuni di noi non possono vivere di solo tè."

Lei mi sorrise.

"Il tè stimola la mente e rinfresca l'anima, portando chiarezza di pensiero. L'atto di prepararlo, servirlo e berlo crea un'atmosfera di serenità e di calma nel caos della vita quotidiana. Il cibo dirotta l'energia del corpo dal cervello allo stomaco; cercare di pensare e di digerire contemporaneamente è come cercare di sostenere una conversazione mentre si ascolta musica, non si può prestare attenzione ad una cosa senza trascurare l'altra."

"Mentre non mangiare, d'altra parte, rende difficile pensare perché il cervello è costantemente distratto dal pensiero di aver fame," ribattei. "Quando ci siamo occupate del caso Gruner siete rimasta tre giorni senza mangiare e siete quasi svenuta mentre tentavate di spiegare a Kanzaki il perché della nostra presenza sulla scena del lancio del vetriolo."

"Ara, l’avevate notato?"

"Sì, l’ho notato, e se domattina saremo ancora incastrate qui, farete colazione a costo di minacciarvi con una pistola.”

Gli occhi di Shizuru ridevano.

"Ma Natsuki non ha portato un revolver, no?"

"Natsuki può seguire l’esempio di Trepoff e prenderne in prestito uno dall’armeria."

Si portò una mano al petto con un gesto teatrale.

"Allora sono costretta a sottomettermi, se Natsuki è tanto preoccupata per me da essere disposta a commettere furto, aggressione e minaccia armata in modo che io possa prendermi cura della mia salute. Riesco a malapena a immaginare che razza di moglie sareste."

Arrossii, com'era probabilmente inevitabile ogni volta che cominciavano le prese in giro.

"I-idiota! Prendersi cura di voi sarebbe già abbastanza impegnativo per chiunque!"

Mi aspettai una qualche battuta in risposta a quella frase, ma lei non continuò.

Probabilmente vuole riprendere a dedicarsi al caso, pensai, quasi pentendomi di quella discussione. Dopo i miei timori per il nostro rapporto, era stato bello essere di nuovo noi stesse.

"C-comunque, cosa vi ha detto Trepoff? Era quello che pensavate?"

Lei annuì.

"Come sospettavamo, ha ucciso Smith perché lui aveva, a propria volta, ucciso Rena Searrs per coprire le sue malversazioni. O, dovrei dire, che l'ha fatta uccidere, perchè molto probabilmente non è stato lui ad eseguire materialmente l'atto. Trepoff ha tenuto quest'informazione segreta per evitare di scatenare uno scandalo peggiore per la famiglia Searrs."

"O forse la stava tacendo per avere un bell'effetto drammatico quando l'avrebbe rivelata al processo," dissi cinicamente.

"In tal caso avrebbe conservato il libro mastro, per presentarlo come prova. La sua distruzione non è stata una messa in scena per dare alla storia maggiore impatto emotivo; il lavoro fatto era troppo completo e non abbastanza…artistico, per così dire, per ottenere quel risultato. No, il signor Trepoff pare esattamente quello che sembra, la copia di un gentiluomo di due secoli fa, con forte senso della cavalleria e dell'onore e un temperamento sanguigno a difenderli. In quell'epoca, avrebbe domandato soddisfazione a Smith invece di ucciderlo subito, ma al giorno d'oggi il duello è un'arte che ormai non viene praticata, a parte da studenti universitari tedeschi ansiosi di mostrare la loro abilità con la spada."

Non potei fare a meno di sbuffare.

"Ed è meglio così, dico io. Se hai intenzione di uccidere qualcuno allora uccidilo, non infiocchettare il tutto con una bella cerimonia dandogli la possibilità di ucciderti a sua volta. E se non vale la pena di ammazzarlo allora tutto quello che fa un duello è costringere la gente ad usare la violenza per vendicare insulti infantili, il che è semplicemente stupido. Non mi sorprende che siano stati gli uomini ad inventare questa cosa; non è altro che un inno alla vanità."

Ero assolutamente seria, ma Shizuru ridacchiò.

"Cosa c’è di così divertente?"

"L’opinione che Natsuki ha degli uomini."

"Penso che sia stupido quando trasformano delle cose importanti in una scusa per prendersi a testate come caproni in calore," brontolai "...maledizione, Shizuru, smettete di ridere!"

Quando riuscì a ricomporsi, mi disse cos'altro era successo durante la loro discussione con Trepoff. Capii la maggior parte dei dettagli finchè non arrivò alla fine. Fu in quel momento che mi perse.

"Non capisco dove vogliate arrivare, Shizuru. Ormai il caso non è chiuso? Trepoff ha ucciso Smith, ed ora sappiamo perché. Cos'altro resta da investigare?"

Il suo sorriso si allargò, illuminato da un amichevole divertimento.

"E Natsuki dice che io la prendo in giro."

"Non sto scherzando, Shizuru."

Un'espressione sorpresa—sincera, onesta sorpresa—si materializzò sul suo viso.

"Davvero non capite?"

"Um...no."

Di solito ero lieta di essere capace di sorprendere Shizuru; il suo intelletto e la sua percezione rendevano difficile coglierla di sorpresa, e anche quando ci riuscivo, lei aveva abbastanza autocontrollo per nasconderlo. Non ero così felice questa volta, però, considerato che l'avevo sopresa con la mia stupefacente stupidità.

Strinse le labbra.

"Natsuki, qualcosa non va?"

Non sapevo come rispondere. Non potevo dirle la verità—che la vita di Smith mi interessava più della sua morte. La mia solita risposta sarebbe stata, No, non c'è nulla che non vada; semplicemente non sono un genio come voi, tutto qui, ma Shizuru non meritava che le si rispondesse a quel modo—non quando qualcosa davvero non andava, e quella cosa mi aveva distratta e turbata.

Mi passai una mano fra i capelli e sospirai.

"Ho avuto una giornata lunga, va bene?" dissi, accorgendomi che era vero, e di quanto fossi stanca e nauseata da tutto quello che avevo provato mentre avevo percorso Baker Street prima che arrivasse il telegramma di Armitage. Era accaduto solo poche ore prima, ma sembrava un'eternità.

"Non vedevo l'ora di tornare a casa e godermi una delle cene preparate dalla signora Hudson, e invece sono immersa fino alle ginocchia in una delle vostre indagini. Non sono al mio meglio, ecco tutto. Quindi potreste spiegarmi perché questo caso non è chiuso?"

Mi guardò a lungo.

"Non ci avevo pensato," disse alla fine. "Kannin na, Natsuki; non ho nemmeno aspettato che diceste sì dopo avervi invitata ad accompagnarmi in questo caso."

"Non scusatevi; non mi avete nemmeno sentita dirvi di no, vero?"

"Ma vi ho deliberatamente taciuto dei dettagli per eccitare la vostra curiosità, per manipolarvi in modo che veniste con me, e non ho nemmeno pensato a come vi stavate sentendo."

"Sono una donna adulta, Shizuru, non una ragazzina. Se davvero non voglio fare qualcosa, non la faccio, non importa quanto possiate provocarmi, blandirmi o piagnucolare. Volevo accompagnarvi e, se possibile, aiutarvi. Tutto quello che chiedo è che se ci sono cose che dovrei conoscere, ditemele, perché a questo punto non sono sicura se riesco ad indovinare il mio stesso nome."

Shizuru ci riflettè sopra per un lungo momento, poi annuì.

"Molto bene, Natsuki, se davvero lo desiderate."

"Sì. Ditemi cosa sta succedendo, e vedremo se avrò bisogno di essere imbarazzata per essermi persa qualcosa di ovvio o se invece è la cosa che fate di solito, un concetto che diventa ovvio solo dopo che l'avete spiegato."

Si illuminò, rallegrata dal mio complimento indiretto.

"Si tratta semplicemente di questo: sappiamo perché Trepoff ha ucciso Smith, perché il libro mastro gli ha detto che Smith stava rubando dalla fondazione Searrs ed ha dedotto che l'altro aveva fatto uccidere Rena Searrs per nasconderlo. Se Trepoff sta dicendo la verità, Smith l'ha perfino ammesso sotto la minaccia di una pistola. Tutto questo è molto ordinato e conveniente, ma che dire di quel libro mastro? Da dove viene? Chi l'ha dato a Trepoff? Perché la persona che gliel'ha fatto avere non si è identificata? Era un complice dei crimini di Smith? O l'ha scoperto per caso? Perché è stato dato a Trepoff invece che alla polizia—perché incriminava la persona di cui era in possesso? O forse perché non voleva che la giustizia ufficiale fosse coinvolta? E, forse è la cosa più interessante, perché adesso? Perché non spedirlo a Trepoff? Perché darglielo mentre era in questa casa, sotto lo stesso tetto di Smith?"

Battei le palpebre a quel fiume di domande.

"Capisco quando dite che ci sono altre cose da scoprire. Avete degli indizi?"

Lei fece un cenno noncurante.

"Posso elaborare una mezza dozzina di spiegazioni che si accordano con i fatti, e ce ne sono molte altre che non sono da escludere a priori, ma non c'è modo di scegliere fra esse. Abbiamo bisogno di dati con cui formare le nostre teorie. Oh, sì, Natsuki, questa indagine di certo non è ancora finita."

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Capitolo 7
*** 7 ***


Acque profonde, Natsuki-capitolo 7

"Quindi da dove intendete cominciare?" chiesi a Shizuru mentre percorrevamo il corridoio.

"Da padre Joseph Greer, credo. Devo ammettere che un vicario di campagna non è il genere di uomo che mi aspetterei nominato tutore di un'ereditiera e amministratore di un impero commerciale. Se il problema che ci riguarda è il cui bono, allora di certo lui è la persona che ha tratto maggiore profitto dalla morte di Smith."

"È una scelta strana."

"La Bibbia insegna che non si può servire contemporaneamente Dio e Mammona. Mi chiedo se Padre Greer non si ritroverà presto conteso tra due padroni."

"O se non lo sia già," commentai. "A proposito, che sta facendo Armitage?"

"Credo che intenda controllare i documenti e la corrispondenza commerciale di Smith per cercare di trovare prova delle dimensioni della truffa. Dopotutto è un crimine grave, e visto che l'assassino è in custodia, ora è interessata a scoprire coloro che hanno perpetrato la malversazione. Sospetto che ad un certo punto ci incontreremo a metà strada."

"È davvero astuto," notai. "In quanto poliziotta, deve investigare il crimine che sta davanti a lei, ma ha voi che esaminate i pezzi che mancano nel caso di omicidio, per capire se è qualcosa di cui dovrebbe davvero preoccuparsi o se è solo una faccenda di curiosità intellettuale."

"E Natsuki sostiene di non pensare chiaramente."

"Non credevo che Armitage potesse essere così sottile."

"Se è una questione di investigazione intelligente, allora troverà un modo. La sua debolezza è la mancanza di immaginazione che le impedisce di vedere le sottigliezze nei valori delle altre persone, non ha bisogno di immaginazione per sapere quali sono i suoi stessi pensieri."

Decisi che quella cosa aveva senso. Armitage voleva sapere A, B, e C; doveva esaminare A, così aveva chiesto a Shizuru di investigare C per lei. L'unica sottigliezza era nel fatto che avevamo capito le sue ragioni.

Mi chiesi se sarebbe riuscita a scoprire gli indirizzi erroneamente catalogati sotto la lettera O e, in tal caso, se fosse riuscita a capire quello che significavano. Se ce l'avesse fatta, forse avrei potuto ricavare delle informazioni dalle sue indagini senza scoprirmi. Era un bel pensiero, e mi rallegrò la serata mentre andavamo in cerca di padre Greer.

Trovammo il vicario in un salotto arredato con eleganza femminile, un libro aperto in grembo. Non era solo, comunque; sul divano c'era una giovane donna di circa diciotto anni, con capelli biondo argento e occhi angolosi e sottili, assieme ad una ragazzina bionda che dimostrava una decina d'anni.

"Padre Greer?"

L'uomo mise da parte il libro, facendo scivolare all'interno un nastro per tenere il segno, e si alzò per accoglierci.

"Sono io."

"Il mio nome è Shizuru Viola, e lei è la mia amica, Natsuki Kuga."

"Spero di potervi aiutare. Posso presentarvi mia figlia Miyu e la signorina Alyssa Searrs?"

"Sono onorata di incontrarvi." Shizuru vece un'aggraziata riverenza alla bambina, e io la imitai.

"La signorina Shizuru Viola?" chiese Alyssa. La sua voce era spaventosamente calma. "La consulente investigativa di Londra?"

"Sì, è esatto."

Annuì.

"Capisco. Prego, continuate."

Il suo atteggiamento era qualcosa che non mi sarei mai aspettata di vedere. In contrasto con ciò che Nagi aveva detto di Trepoff, Smith era stato effettivamente il padre di quella bambina, vero? Non mi sarei meravigliata di vederla spaventata o turbata, invece irradiava una calma spaventosa e innaturale che, forse, era stata causata dallo shock.

Shizuru non commentò, ma si rivolse di nuovo a padre Greer.

"Padre, ho sentito che ora assumerete il controllo della fondazione Searss e diventerete il tutore della signorina Alyssa?"

Lui annuì.

"È così. David Searrs, John Smith e io eravamo migliori amici durante l'università, e anche se le nostre vite hanno preso strade differenti, siamo rimasti vicini. John, naturalmente, era un alto funzionario all'interno delle attività di famiglia che in seguito sono diventate la fondazione Searrs, quindi non è una sorpresa che sia stato scelto per supervisionare gli aspetti finanziari, ma io sono sempre stato coinvolto nelle faccende che riguardavano la famiglia."

"Quindi non è un caso che voi viviate qui."

"Al contrario, mi è stato richiesto da John, in modo che mia moglie ora defunta ed io potessimo essere vicini per poter assistere la signorina Rena e la signorina Alyssa."

Questo spiegava un po' il comportamento di Alyssa, anche se ero un po' sorpresa dal sentire che i tre uomini avevano frequentato l'università assieme. Greer sembrava molto più vecchio dell'ucciso, con i suoi capelli grigi, lunghi e mal tenuti, ed un viso segnato dal tempo e dalle intemperie che sembrava aver visto molti anni di difficoltà e preoccupazioni.

"Sapevate di essere il prossimo, dunque?"

Padre Greer annuì.

"Non è mai stato un segreto. David è stato molto chiaro nelle sue volontà, anche prima della sua morte. Con un patrimonio delle dimensioni di quello della famiglia Searrs, è stato saggio da parte sua pianificare le cose tenendo conto di tutte le eventualità. Anche se Dio ha deciso che il suo tempo sulla terra dovesse essere breve, la sua lungimiranza è stata compensata per quanto riguarda ilbenessere delle sue figlie."

Riuscii a trattenere la mia reazione a quella frase, ma saltò fuori che non avrei dovuto, perché fu Shizuru a sollevare l'argomento.

"Mi dispiace ma non è questo il caso, padre," disse. "Nella nostra indagine sull'assassinio del signor Smith, abbiamo scoperto un certo numero di fatti inquietanti nel suo agire da amministratore."

"Inquietanti? In che senso?"

"Stava derubando la Fondazione," dissi senza troppi giri di parole. Greer spalancò la bocca per lo shock, che fosse vero o falso. Mi feci delle domande sulla sincerità dei suoi sentimenti perché sua figlia non reagì, ma i suoi occhi diventarono due fessure, occhi che, mi accorsi in quel momento, avevano la stessa tinta scarlatta di quelli della mia amica. Che strana coincidenza.

"Non posso crederci!" dichiarò il vicario. "La Fondazione era più che un lavoro per John; era un qualcosa di sacro, che doveva proteggere, affidatogli da un caro amico."

"Tuttavia, i fatti sono evidenti. Inoltre, Sergay Trepoff ammette che il signor Smith ha confessato i suoi furti nel loro confronto finale."

"Ha ucciso Rena, vero, signorina Viola?"

Noi tre ci voltammo verso Alyssa, sorpresi.

"È per questo che il signor Trepoff gli ha sparato, vero?"

Shizuru non esitò e non decise di risparmiare le spiegazioni alla bambina, il che mi sorprese un po'.

"Sì, è quello che sostiene."

Alyssa annuì una volta, bruscamente.

"Allora sono contenta che l'abbia fatto." Tese una manina a Miyu Greer, che la prese fra le sue. "Sono contenta, mi avete sentita?"

Allora la sua compostezza si sbriciolò, e le si riepirono gli occhi di lacrime; Miyu prese Alyssa tra le braccia mentre la ragazzina cominciava a piangere. Miyu le accarezzò gentilmente i capelli dorati, offrendo tutto il conforto che poteva.

"Alyssa amava molto Rena," disse la giovane donna. "Era completamente devastata quando Rena è stata uccisa."

"Mi dispiace di essere stata così diretta."

"No, avevate ragione, signorina Viola. Meritava la verità. È sempre meglio essere onesti, ed ora non sprecherà il proprio cordoglio per un uomo che non se lo merita."

"Miyu!"

Padre Greer ritrovò la voce.

"Non dovresti dire queste cose. Se, Dio non voglia, questo può accadere, comunque non è nostro compito giudicare."

"Il Signore potrà anche perdonarlo," cominciò Miyu, ma tenne per sé il resto della frase. Era evidente che Alyssa Searrs aveva trovato in quella ragazza una custode devota, che si occupava principalmente del suo bene. Almeno in questo, il fatto che padre Greer avesse ereditato il ruolo di amministratore sarebbe stato un bene per la ragazzina, anche se, con un certo cinismo, mi chiesi se la sua gestione della fondazione avrebbe fatto più danni a causa dell'inesperienza, di quelli che Smith aveva fatto con i suoi furti.

Ma comunque, forse Greer aveva delle profondità nascoste, e poteva capitare che uomini di chiesa potessero curare l'amministrazione di ingenti fortune.

"Non posso crederci," ripetè.

"E per quanto riguarda l'omicidio, non posso dire che ci siano indizi solidi, ma le irregolarità finanziarie sono sostenute da prove valide."

"Io...non so cosa dire. Dovrà essere effettuata un'indagine approfondita…"

Fece un profondo respiro, poi sembrò ricomporsi.

"Signorina Viola, suppongo che siate assolutamente certa di quello che dite?"

Qualcuno si rifiuta di accettare la situazione, pensai. Però non potevo certo dargli torto, non era il genere di cosa che qualcuno avrebbe voluto associare ad un vecchio amico: ladro, assassino e forse, cosa più importante, traditore.

È la cosa peggiore per la maggior parte della gente, pensai. Intendo, ognuno ha dei segreti, e alcuni di questi sono affari molto seri. Nella mia gioventù avevo fatto cose che, tecnicamente, potevano considerarsi atti criminali. Ero abbastanza certa che Shizuru avesse dei segreti nel proprio passato. Ma i miei segreti non riguardavano lei o la nostra relazione. Si poteva essere dei buoni amici anche evitando di rivelare certe cose. Diavolo, si poteva essere dei buoni amici anche senza essere persone particolarmente oneste.

"Sono sicura. Mi dispiace, padre Greer, di aver portato notizie tanto cattive, ma è la verità. Potete verificare chiedendo all'ispettrice Armitage."

Greer annuì.

"Capisco. Allora sembra che dovrò rassegnarmi a perdere un amico per due volte in due giorni, prima nella carne e ora nello spirito. Ma pregherò per lui, che nella morte Dio possa permettergli di guardare negli occhi l'uomo che era un tempo e offrirgli la possibilità di pentirsi dei suoi peccati. Buona serata signorina Viola, signorina Kuga."

"Buona serata padre, signorina Greer, signorina Searrs. Oh, signorina Greer, una domanda, se mi è permesso. Ieri sera, quando i signori erano in salotto a fumare sigari dopo cena, cos'hanno fatto le signore?"

"Abbiamo giocato a bridge. Lady Beaumont è una giocatrice appassionata, proprio come la signorina Maria; la signora Coxley e io abbiamo completato il tavolo."

"Grazie."

Lei annuì.

"Padre, ora porto Alyssa a letto."

"Sì, credo che sia la cosa migliore. Si sta facendo tardi."

Al sentire il proprio nome, la bambina sollevò il capo dal petto di Miyu e guardò Shizuru con occhi arrossati.

"Signorina Viola, se potete fare qualcosa per aiutare Sergay, per favore fatelo. Amava mia sorella quanto l’amavo io e, qualsiasi cosa abbia fatto, l’ha fatto per lei."

"Farò del mio meglio. Lui ha scelto la propria strada, ma penso che sia stato aiutato farlo."

Lasciammo il salotto.

"Sempre più curiosa, come disse Alice," notò Shizuru. "Ora, dove sarà la stanza da gioco?"

"La stanza da gioco? Pensate che la partita di bridge di cui parlava la signorina Greer abbia qualcosa a che fare con questo?"

Shizuru mi regalò uno dei suoi sorrisi enigmatici.

"La partita? No, non esattamente, ma forse il punteggio può dirci qualcosa."

"Sapete quanto riuscite ad essere irritante?"

"Ikezu," disse lei, mettendo il broncio. "Natsuki non mi permette di divertirmi un po'?"

"Idiota." Shizuru sarebbe sempre stata Shizuru. "Potete darmi un indizio, almeno?"

"Ara, quando Natsuki mi ha abbandonata per la maionese?"

Arrossii, sperando che avesse basato quell'affermazione sulla conoscenza dei miei gusti e non sul mio alito.

"È interessante, però, che ad una donna di discendenza tedesca e naturalizzata inglese piaccia così tanto una creazione francese," continuò.

"Consideratelo il mio contributo alla diplomazia internazionale."

"Vi sentite meglio, il sandwich deve avervi fatto molto bene."

Trovare il primo sembiante di indizio in settimane mi aveva aiutata di più, come la nostra piccola chiacchierata chiarificatrice quando ci eravamo incontrate, ma il principio si applicava comunque.

"Un indizio, dunque."

Strinse pensosamente le labbra, poi si posò l'indice sul labbro inferiore. Senza dubbio si stava divertendo a fingere concentrazione a mie spese, e non potei fare a meno di sorridere. Davvero, quella donna era incorreggibile!

"Molto bene," decise. "Quando abbiamo parlato ai Greer e alla signorina Alyssa, abbiamo fatto un certo numero di rivelazioni. Le loro reazioni, però, sono state ancor più rivelatrici."

"Padre Greer sembrava abbastanza sorpreso," dissi. "Sua figlia no, ma ho la senzazione che manterrebbe la calma anche se la villa sprofondasse come la casa di Usher. Quella ragazzina era assolutamente spaventosa. Sono quasi rimasta sollevata che alla fine si sia messa a piangere; è quasi innaturale per una bambina tanto coccolata e protetta essere così calma davanti alla morte." Ci pensai su, poi mi corressi. "O forse no; è come un membro di una famiglia reale, in un certo senso. C'è sempre il fattore orgoglio di famiglia di cui tener conto, ma anche così..."

E allora ci arrivai.

"Lo sapevano già, vero? Miyu Greer ha detto 'quando Rena è stata uccisa,' non 'quando Rena è morta.' Lo sapevano, o almeno pensavano di sapere, che non era stato un incidente, e lo sapevano già da un po' ormai, hanno avuto il tempo di rifletterci e di convincersene. Per questo il comportamento di Alyssa era tanto strano. Ha pianto solo quando avete confermato quello che aveva sempre creduto fino a quel momento. Non era turbata o spaventata dall'omicidio di Smith perché era sicura che fosse la cosa giusta; l'ha fatta felice."

Spalancai involontariamente gli occhi quando mi resi conto del perché Shizuru fosse interessata alla stanza da gioco.

"La calligrafia, vero? Volete sincerarvi se Trepoff la riconosce come simile a quella sul pacco."

Shizuru annuì.

"Ci sono altri modi, forse più facili, ma ammetto di voler essere sottile e di non chiedere apertamente un esempio da confrontare. Naturalmente, visto che Trepoff ha bruciato la carta assieme al libro mastro, non abbiamo la scritta con cui fare il confronto. Sfortunatamente era riddotto in cenere invece di essere semplicemente carbonizzato, così Trepoff potrà darci solo la sua impressione. Inoltre una persona di buonsenso tenterebbe di mascherare la propria calligrafia e in caso di un lavoro ben fatto sarebbe necessario un esame attento per determinarne la provenienza. Comunque, chiunque sia stato ancora non sa che l'incarto è stato bruciato, quindi un bluff potrebbe funzionare."

"Non lo so," dissi, dubbiosa. "Non penso che Miyu, o Alyssa, sarebbero così facili da trarre in inganno."

Lei ci pensò su.

"Natsuki potrebbe aver ragione. Comunque, nella nostra conversazione hanno lasciato trasparire più di quanto intendessero."

"C'è anche il problema di determinare se padre Greer sia coinvolto o meno," feci notare io. Stavo di certo ricominciando a recuperare l'umore necessario per occuparmi del caso; quello che Shizuru aveva detto a proposito del fatto che la mia intelligenza di stava risvegliando a quando pareva era applicabile anche al mio spirito.

"Se le ragazze non hanno semplicemente rubato il libro mastro direttamente da Smith, cosa che possono aver fatto, allora Greer sarebbe la persona più probabile da cui ottenerlo. Ha detto di non sapere cosa stesse facendo Smith, però, e non riesco a immaginare che sia un attore tanto bravo. Possibile che sia tanto ignorante di finanza da non trarre alcuna conclusione alla vista di quelle cifre? Voglio dire, io non saprei necessariamente cosa significhino se me lo mettessero in mano, ma forse se sentissi l'opinione in proposito di un funzionario della fondazione Searrs...O magari in effetti l'ha fatto? Forse lui si preoccupava solo delle incombenze della sua parrocchia e lasciava che Smith si occupasse degli affari?" mi passai le mani tra i capelli. "Ci sono troppe possibilità!"

"Bè, se avesse avuto il libro mastro, allora logicamente avrebbe dovuto sapere cosa c'era dentro. Non avrebbe avuto alcun motivo innocente per essere in possesso delle registrazioni segrete degli atti criminali di Smith."

"Ma perché Smith avrebbe dovuto registrare quel genere di dettagli? Perché mettere per iscritto una prova che l'avrebbe fatto arrestare per furto?"

"Perché nessuno può tenere a mente tutti i particolari, e senza tali informazioni inevitabilmente si finirebbe per compiere degli errori nella progressione del piano. E, come nel caso Vamberry, è improbabile scoprire questo genere di registrazioni, a meno che non ci siano già dei sospetti tali da rendere necessaria una ricerca."

"Ottimo argomento. In quel caso il secondo set di libri erano la prova che portava alla certezza, ma prima avete risolto il mistero e poi avete mandato la polizia a cercare le prove che avevate ragione. Però sì, avete ragione su padre Greer; se avesse avuto il libro mastro allora avrebbe dovuto per forza essere consapevole della truffa, se non dell'omicidio."

"Oppure, potrebbe essere esattamente quello che sembra, vale a dire completamente innocente. Senza dubbio l'Ispettrice Armitage scoprirà di quale eventualità si tratta quando indagherà sulla portata dei peccati finanziari di Smith."

"Ma comunque, credete che sia stata la signorina Greer a scrivere il biglietto? O proprio Alyssa?"

"Bè, non posso certo determinarlo senza dati. Ciascuna di loro può averlo fatto, indipendentemente o assieme."

"E poi c'è da verificare se l'hanno scritto da sole o se è stato padre Greer a dettarglielo."

Shizuru si fermò immediatamente.

"Natsuki, cos'avete detto?"

"Ho solo chiesto se le ragazze l'hanno fatto da sole o se è stato padre Greer a dettare loro cosa scrivere."

Mi gettò le braccia al collo e mi strinse forte a sè.

"E-ehi, Shizuru!" balbettai, chiedendomi da dove fosse arrivato quell’improvviso gesto di affetto.

"È così, Natsuki!" esclamò, con gli occhi scintillanti. Il suo respiro mi solleticò la guancia, tanto il suo viso era vicino al mio quando parlò.

"Ah, sì?" ero completamente confusa sia dalle sue parole che dal suo entusiasmo.

"Sì, certo!" Si allontanò da me. "Sono un’idiota a non averlo visto prima, davvero. Se non aveste parlato sarei finita in un vicolo cieco. Sul serio, Natsuki, siete la mia luce quando sono persa nell’oscurità.”

Arrossii; il complimento era davvero troppo eccessivo perché lo accettassi con facilità, anche se ero lusingata che avesse detto una cosa del genere.

"Shizuru, non...non so nemmeno cos'è che ho detto."

Lei mi sorrise.

"Dettare, Natsuki."

"Huh?" fu la mia brillante risposta.

"Esattamente! Una volta che mi sono immaginata la scena di qualcuno che dettava quel biglietto, ho capito subito chi l'aveva scritto."

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Capitolo 8
*** 8 ***


NDT: chiedo scusa per il ritardo, ma la mia connessione è stata aggiustata solo oggi.

***

Acque profonde, Natsuki-capitolo 8

Continuavo a non avere idea di che cosa Shizuru volesse dire, ma immaginai che l'avrei scoperto mentre gli avvenimenti procedevano. Suonò il campanello per chiamare la governante, e qualche minuto dopo una donna dall'aria materna e dalle guance rosate manifestò la sua presenza.

"Come posso aiutarla, signorina?"

"Ho solo due domande."

"Qualsiasi cosa, signorina. Speriamo tutti che che sarete in grado di chiarire questa terribile faccenda. Povera signorina Alyssa! Il fatto che tutto questo sia accaduto adesso, dopo nemmeno due anni dalla morte di sua sorella."

La donna scosse la testa con aria triste. Pensavo fosse indicativo che il suo primo pensiero fosse stato per Alyssa e non per l'ucciso, anche se forse era semplicemente una dimostrazione di buonsenso preoccuparsi per i vivi, mentre i morti ormai erano oltre gli umani crucci.

"Molto bene. In primo luogo, i domestici qui a Odessa sanno leggere e scrivere?"

La donna fece un sorriso orgoglioso.

"Sì, signorina, tutti noi sappiamo leggere e scrivere. La defunta signora Searrs, che Dio dia riposo alla sua anima, credeva che tutti dovessero avere un'educazione di base e si era assicurata di cominciare da casa propria, e la consuetudine è stata mantenuta fin da allora."

"Sono felice di sentirlo. In tal caso, potete dirmi da quanto tempo Nina lavora qui?"

"Nina? Oh, quasi cinque anni ormai. Ha cominciato in cucina quando era ancora piccola, vedete, e visto che si impegnava molto le è stata data più responsabilità man mano che è cresciuta."

"Sapete dirmi dov'è adesso?"

"Bè, la routine della casa è stata sconvolta, visto che la polizia si aggira dappertutto."

Disse la parola in tono di disgusto, come se i rappresentanti della legge fossero una macchia sulla rispettabilità della casa. Non era un atteggiamento insolito, sia fra i padroni di casa che fra la servitù. Shizuru una volta mi aveva spiegato il perché, con tanto di riferimenti storici sull'opposizione alla forza di polizia ufficiale che veniva vista come come un esercito, combinata con l'incompetenza degli agenti e la disonestà intrinseca dei 'cattura-ladri' che lavoravano solo per intascare le taglie, prima che Sir Robert Peel istituisse la polizia metropolitana. La maggior parte del discorso mi era entrato da un orecchio ed era uscito dall'altro, visto che in sostanza consisteva in "le famiglie perbene non vogliono la polizia tra i piedi." Mi chiesi se il concetto si applicava anche a qualcuno come Armitage, con il suo sangue blu.

"Posso immaginarlo," rispose Shizuru con gentilezza. "Organizzare una festa è già complesso senza aggiungere tutte queste persone in più, che insistono per guardare dappertutto in cerca di prove impedendo al vostro staff di fare il proprio lavoro."

"Però non permetteremo a questa situazione di fermarci," disse la donna con fermezza. "La signorina Alyssa ha già dovuto soffrire così tante tragedie, il minimo che possiamo fare è assicurarci che nella sua casa sia tutto in ordine per la sua comodità." Si alzò orgogliosa in tutta la sua statura. "Anche se ci sono degli agenti di polizia che ci intralciano e il tutore della signorina è stato ucciso a quel modo."

"Allora Nina dovrebbe essere al lavoro adesso?"

La governante annuì.

"Proprio così. Starà cambiando le lenzuola nelle stanze degli ospiti, molto probabilmente."

"Capisco. Vi ringrazio molto."

"Questo è tutto, signorina?"

"Sì, è tutto. Mi dispiace di avervi distolta dai vostri doveri quando siete così occupata."

"Vi ringrazio, signorina." Fece un cenno con il capo e si avviò verso la porta, poi si fermò e si rivolse a Shizuru, mentre la sua compostezza si incrinava.

"Signorina, non starete pensando che Nina possa essere coinvolta nell'omicidio? È una ragazza buona e gentile che non farebbe mai qualcosa di così orribile, in particolare all'amministratore della casa. Non è possibile!"

Shizuru non la contraddisse e non le spiegò che credevamo che l'omicidio di Smith avrebbe potuto essere un bene per Alyssa. Tutto quello che disse fu, "Apprezzo che mi abbiate informata dell'opinione che avete di lei. Aiuta a conoscere coloro che sono coinvolti nel caso dal punto di vista delle persone che gli stanno vicini. In quanto estranea, posso solo vederli come se fossero attori su un palco, e questo è un limite per me."

Sembrò che questa cosa le facesse piacere.

"Grazie signorina."

Shizuru scosse la testa.

"No, sono io a ringraziare voi per il vostro aiuto, e per aver risposto a quelle che devono per forza sembrarvi domande prive di significato."

La governante si erse in tutta la sua statura, con espressione orgogliosa.

"Di certo io so qual è il mio dovere verso la padrona," dichiarò.

E con quella frase, lasciò la stanza.

"Interessante, vero," riflettè Shizuru, "il modo in cui si considera al servizio di Alyssa, anche se era Smith che controllava lo staff e poteva assumere o licenziare chi voleva. Parlando in generale, l'atteggiamento del maggiordomo e della governante sarà rispecchiato anche dal resto dello staff, e più la routine della casa è organizzata, più questa cosa è vera."

Non ero particolarmente interessata a quel ragionamento, non quando c'era una cosa più importante.

"Non importa, Shizuru. State cercando di dirmi che è stata Nina a lasciare il libro mastro a Trepoff?"

"È ovvio che è stata lei a scrivere il biglietto," disse Shizuru. "In mia difesa posso solo dire che la stranezza di un colpevole che cerca di aggravare la propria posizione mi ha distratta."

Visto che non era stato granchè evidente per me, non mi sentii troppo felice al sentire Shizuru dire che lo era.

"Non può essere tanto ovvio, visto che anche Armitage non se n'è accorta," sottolineai.

"Ora Natsuki mi mette sullo stesso piano di un ispettore di Scotland Yard?" ansimò lei, poi mise il broncio.

"Idiota," mormorai, l'unica risposta adatta alle sue prese in giro. "Ma cos'è che ve l'ha detto? Era perché ha preparato il fuoco nella stanza di Trepoff, cercando di finire il lavoro di distruzione delle prove? E perché avrebbe dovuto? La lealtà ad Alyssa di cui stavate parlando? Tipo una, non so, cospirazione da parte della servitù per allontanare il malvagio tutore? Aspettate, no, non avete bisogno di correggermi questa volta," mi accorsi subito del difetto nel mio ragionamento. "Se i domestici in gruppo fossero i responsabili, avrebbero potuto cacciare Smith in qualsiasi momento, specialmente quando non erano presenti degli ospiti e potevano coprirsi a vicenda in modo che sembrasse fosse stato un ladro. Non avrebbero avuto bisogno di coinvolgere Trepoff; avrebbe solo complicato le cose."

Shizuru annuì.

"È vero."

"Ma Nina prova dei sentimenti per Trepoff...quindi forse lei da sola ha trovato la prova incriminante e gliel'ha data perché è la prima persona a cui ha pensato? Ma no, perché non darglielo di persona? Non ci sarebbe stata possibilità di errore, inoltre le avrebbe dato la possibilità di essere al fianco dell'uomo che le piaceva, lavorando assieme a lui per qualcosa di importante per entrambi. Non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione."

"Anche questo è vero," fu d'accordo Shizuru. Stavamo tornando alle stanze degli ospiti, e supposi che avrei avuto la risposta non appena avremmo affrontato Nina, ma non potevo fare a meno di provare a trovarla. E a quel proposito, mi irritava sentire Shizuru confermare i miei commenti su quello che c'era di sbagliato nelle mie idee. Continuai a pensarci su e all'improvviso mi venne in mente qualcos'altro.

"Aspettate un attimo, Shizuru. Avete detto che è stata Nina a dare il libro mastro a Trepoff, ma non mi suona giusto. Certo, Nina sa leggere e scrivere, e probabilmente anche far di conto visto che la governante ha detto che ha 'un'educazione di base', ma stiamo parlando di complesse registrazioni finanziarie, registrazioni di un giro d'affari che gestisce più soldi di certi governi sul continente. Intendo, si dovrebbe essere un Rothschilds o qualcuno di quei baroni della finanza americani per rivaleggiare con la fondazione Searrs. So che io non sarei mai capace di leggere un libro mastro e individuare le transazioni che rivelavano che Smith stava rubando, ma il libro era annotato in inchiostro rosso! Avete detto che Trepoff vi ha rivelato che era già così quando gli è stato dato, vero?"

"Sì, è così."

"Non c'è modo che una domestica possa averlo fatto! È necessaria educazione specifica, esperienza di contabilità, e comprensione di come funziona il mondo degli affari…se Nina fosse in grado di farlo sarebbe una specie di genio finanziario che dovrebbe gestire gli investimenti della fondazione, non rifare i letti!"

"Sono d'accordo."

"Davvero? Ma se siete d'accordo, allora com'è possibile che sia stata Nina a dare il libro a Trepoff?"

"State interpretando male le mie parole, Natsuki." Mi sorrise. "Ma vi lascerò riflettere finchè non avremo parlato con Nina, quando alla fine vi sarà chiaro."

Sospirai. Ma comunque, Shizuru era fatta così. Mi chiesi cosa avessi interpretato male; mi era sembrata molto chiara.

Gli ospiti della casa non erano in giro, e mi chiesi se a causa delle indagini della polizia fosse stato deciso di mettere da parte la formalità di cambiarsi per la cena e mangiare in privato o se invece avessero semplicemente ritardato l'orario del pasto. A pensarci bene, però, Trepoff aveva detto che lì si cenava tardi, ad orari cittadini, invece di mangiare nel tardo pomeriggio come di solito di faceva in campagna. Per una qualche ragione, però, le uniche persone nelle stanze degli ospiti erano le domestiche, che cambiavano le lenzuola e attendevano ad altre faccende relative alla comodità degli ospiti.

Trovammo Nina abbastanza facilmente, nella stanza che era stata assegnata ai Beaumonts. Visto che avevamo fatto il nostro ingresso in silenzio, squittì di sorpresa quando Shizuru parlò.

"Scusatemi, Nina."

"Oh! Signorina Viola! Mi dispiace di non avervi sentita arrivare. Uhm...non sto facendo di nuovo qualcosa che non dovrei, vero?"

Alla fine della frase un pizzico di sfida scivolò nel suo tono, come se fosse sicura della sua posizione e fosse stanca di essere criticata.

"No, non è il caso. Ma vorremmo parlare con voi."                          

"Di cosa, signorina?"

"Ci sono diverse cose, in verità. Ma cominciamo con la stanza del signor Trepoff, visto che l'avete nominata. L'interruzione del conte Dai Artai e la menzione di argomenti imbarazzanti hanno sospeso il nostro discorso, ma siete consapevole che dopo quegli avvenimenti, abbiamo scoperto delle prove molto importanti all'interno del caminetto? Un libro mastro che qualcuno aveva tentato di bruciare?"

Nina sussultò.

"Non so nulla di un libro!" protestò.

"E comunque, se foste riuscita ad attizzare il fuoco come stavare cercando di fare, quella prova sarebbe andata completamente distrutta. Prova che, devo aggiungere, potrebbe fare la differenza e salvare il signor Trepoff dall'impiccagione."

Quella frase colpì il bersaglio con letale accuratezza. Gli occhi della ragazza diventarino grandi come piatti, il suo volto divenne cinereo, e si portò le mani tremanti alle guance.

"No...no, non state dicendo...non avrei potuto! Non avrei mai potuto fargli questo, mai!" balbettò e gemette.

"Stavate attizzando il fuoco," continuò Shizuru, spietata. "Un fuoco che avrebbe distrutto la prova. Un fuoco in una stanza in cui vi era stato proibito di entrare per ordine della polizia." Ora c'era un agente di guardia a quella stanza, per ordine di Armitage, nel caso che qualcun altro avesse dimostrato la stessa mancanza di rispetto per le sue istruzioni.

"Faceva freddo! Volevo solo…volevo che il signor Trepoff fosse a proprio agio, ecco tutto! Non stavo tentando di distruggere le prove. Non sapevo nemmeno che ci fosse qualcosa nel caminetto!"

"Solo per il signor Trepoff? Non per gli altri ospiti?"

"Io...ecco..." arrossì intensamente, diventando rossa quasi quanto me. Shizuru aveva quel genere di effetto sulle persone.

"Il conte dai Artai, nella sua inimitabile maniera, ha ragione, non è così? Voi tenete al signor Trepoff, vero?" disse, con più gentilezza. "È un gentiluomo affascinante, ed ha un passato eccitante, da quanto dice la gente. Forse la vostra attrazione è cominciata quando ha iniziato a corteggiare la signorina Searrs?"

"Io...è..."

"Naturalmente non c'è nulla di dannoso nelle speranze di una fanciulla. Tutti noi abbiamo fatto questo genere di sogni, sapete, una passione nata per una persona con cui sappiamo che non potremo mai stringere un vero legame.” Quella frase mi soprese; stava dicendo la verità o stava solo raccontando una bella favola a beneficio di Nina? "Però poi le cose sono cambiate, vero? La signorina Searrs è morta. Finchè era viva, vi siete limitata a guardare da lontano. un principe e una principessa, dopotutto, sono fatti l'uno per l'altra. Ma quando la principessa è morta, avete cominciato a sognare, vero, Nina?"

"Non so cosa…cosa intendiate, signorina Viola."

Shizuru ignorò il suo diniego, non era necessario essere dei detective per capire che era una bugia.

"È una storia molto comune, quella della domestica che cattura lo sguardo del principe—e in raltà, tali cose non sono completamente impossibili. Dopotutto, il signor Trepoff non appartiene certo ad una famiglia reale, ma un avventuriero straniero, di maniere affascinanti e di buona famiglia ma più distinto per i suoi contatti che per la sua nascita. Che nel suo cuore potesse trovare spazio per una domestica non poteva essere escluso."

Vista la differenza di età tra Trepoff e Nina, speravo certo che così non fosse. Comunque, Shizuru non stava descrivendo cosa sarebbe accaduto, solo il modo in cui gli avvenimenti si sarebbero svolti secondo la fantasia di Nina. Non avevo avuto quel genere di sogni romantici alla sua età, ma potevo capire come la ragazza avesse potuto intrattenersi con quel genere di fantasie.

"Questo non—non è—"

"Nina," la rimproverò Shizuru, "non è bello dire bugie. E il signor Trepoff è stato arrestato per omicidio. Non potete non dire la verità, non se volete aiutarlo."

Quella preghiera funzionò, come Shizuru sapeva che sarebbe accaduto. Nina chinò la testa.

"È vero, signorina Viola. Io...io amo il signor Trepoff. Ma lui è sempre stato un perfetto gentiluomo!" si affrettò a spiegare. "Non ha mai tentato…non ha mai fatto alcun genere di profferta nei miei confronti o in quelli delle altre ragazze, davvero!"

"Naturalmente; non vi sareste mai innamorata di un mascalzone," osservò Shizuru. "Comunque, le sue visite ad Odessa sarebbero diventate meno frequenti con il tempo, senza la signorina Searrs ad attirarlo qui. Ne eravate consapevole, sapendo che ogni visita poteva essere l'ultima volta che lo vedevate. Così, nelle parole di Shakespeare, avete radunato il vostro coraggio e avete deciso di agire. Avete riversato i vostri sentimenti e avete scritto al signor Trepoff una lettera d'amore."

Ora capivo dove Shizuru voleva arrivare! Il linguaggio sull'etichetta del pacco era senz'altro quello di una lettera d'amore, non quello di un cospiratore o di un informatore. Naturalmente Miyu Greer non gli avrebbe scritto quel genere di parole. Shizuru non poteva essere sicura che fosse stata la cameriera. Visto che c'erano state diverse signore presenti, ma conoscendo i sentimenti di Nina, il fatto che aveva facile accesso alla stanza di lui, e la sua sorprendente educazione, era senz'altro la possibilità più probabile.

Questo non spiegava perché lo avesse chiamato 'lettera', però. Intendo, un pacco non era una lettera, a meno che Shizuru non ci stesse girando attorno, un'ammissione dopo l'altra. Lei e io, dopotutto, avevamo metodi di interrogatorio molto diversi. Il mio stile avrebbe fatto uso di corruzione o di un'arma da fuoco, o di entrambe le cose. Come Shizuru riuscisse a spingere le persone a rivelare informazioni delicate o personali senza alcun incentivo (e spesso senza nemmeno fargli capire che lo stavano facendo) continuava ad impressionarmi.

Nina fece un profondo respiro.

"È così," ammise.

"Devo dedurre che l'avete messa nella sua stanza?"

Lei annuì.

"È stato facile farlo nel corso dei miei doveri; mi sono assentata per un paio di minuti e l'ho lasciata sul suo cuscino."

"E quando l'avete fatto?"

"Circa alle tre e mezza," rispose Nina. "L'orologio nella biblioteca al piano di sotto ha battuto la mezz'ora proprio mentre stavo tornando alle mie faccende."

"Capisco. Ora, suppongo che il signor Trepoff non abbia avuto la possibilità di parlare con voi della vostra lettera, visto che non ha avuto un momento libero prima dello sparo."

"No, non l'ha fatto." Nina le sorrise tristemente. "Ma...non mi aspetto nulla da lui, non davvero. Intendo, avevo sperato, sul serio, ma…so che è un sogno, non un progetto realizzabile. Quello che è più importante è che ho trovato il coraggio di fargli sapere dei miei sentimenti, che non mi sto nascondendo e pregando che mi noti."

Approvavo quel genere di atteggiamento. Voglio dire, perché una ragazza dovrebbe aspettare che uno stupido la note come se stesse scegliendo un dolce in una pasticceria? Anche se probabilmente serviva parecchio coraggio per fare una cosa del genere. Ma chi sto prendendo in giro? pensai. Se mai mi innamorassi, probabilmente ci metterei un anno ad accorgermene, e per quanto riguarda confessarlo alla persona amata, sarebbe più probabile che confessassi il mio passato a Shizuru!

"Quindi quella è stata l'ultima volta che avete visto quel biglietto? Glielo avete dato circa alle tre e mezza e da allora non ne avete saputo nulla?"

Lei annuì.

"Proprio così, signorina Viola. Questo…questo può aiutare in qualche modo il signor Trepoff?"

"Potrebbe. Almeno, mi aiuta a chiarire la sequenza degli eventi e conferma la sua storia."

"Certamente! Il signor Trepoff non mentirebbe mai alla polizia!"

"Ha taciuto diversi dettagli finchè Shizuru non ha trovato le prove di quello che stava nascondendo," le feci notare.

"Non è la stessa cosa che mentire," lo difese subito Nina.

"Non in questo caso," disse Shizuru, "quando le sue omissioni non hanno fatto altro che ingannare tutti quanti. In ogni caso grazie molte, Nina, per la vostra sincerità."

"Sì, signorina Viola." Era chiaramente un congedo e Nina lo prese come tale, facendo una riverenza e voltandosi per riprendere il propri doveri. Shizuru la lasciò arrivare fino alla porta prima di parlare di nuovo.

"Oh, Nina, ho ancora una domanda. Avete detto che avete preparato il fuoco nella stanza del signor Trepoff perché stava facendo freddo, ma ovviamente non ha potuto lamentarsene visto che è stato in custodia della polizia per tutto il giorno. Io stessa non mi sono sentita granchè a disagio nell'ala della casa riservata agli ospiti"—era vero senza dubbio, io stessa non avevo fatto caso alla temperatura—"quindi dubito che sia stata una vostra idea. Qualcuno vi ha detto che la stanza era fredda?"

"Sì, signorina, o meglio, no, non esattamente, ma in un certo senso."

"Avete sentito qualcuno parlarne?"

"Sì, signorina Viola. Sapete come alcune persone parlano davanti ai domestici come se non fossero nella stanza?"

"Sì."

"Bè, stavo attraversando uno dei saloni al piano inferiore, questo pomeriggio, quando ho sentito il signor Coxley lamentarsi con il conte Dai Artai della seccatura di essere confinati in casa. Il conte ha risposto che non vedeva perché il signor Coxley volesse uscire al freddo quando in casa già si gelava, e che la sua stanza era una ghiacciaia, quando si era vestito quella mattina. Il signor Coxley ha fatto una battuta sugli italiani dal sangue caldo che non sono fatti per un inverno inglese—imploro il vostro perdono, signorina—ma mi ha fatto pensare al fatto che la stanza del signor Trepoff è vicina a quella del conte."

"Capisco. Grazie, Nina."

Quando la ragazza se ne fu andata, mi rivolsi a Shizuru.

"Niente battute sul fatto che 'l'italiana dal sangue caldo' con cui vivo sopporta il freddo meglio di me," l'avvertii.

"Non oserei mai," disse, la sua espressione angelica non avrebbe ingannato nessuno. Vedendo il mio sguardo incredulo, aggiunse, "No, no lo farei. Almeno, non quando posso vedere la reazione dell'ispettrice Armitage una volta spiegata la soluzione del crimine."

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Capitolo 9
*** 9 ***


NDT: scusate il ritardo. Il decimo ed ultimo capitolo sarà postato domani.

***

Acque profonde, Natsuki-capitolo 9

"Non sto dicendo che non vi asseconderò," brontolò Haruka Armitage. "Sto solo dicendo che farete meglio ad aver ragione o saremo tutti nei guai."

"Ma non è per questo che Scotland Yard preferisce assegnare a voi tutti i casi che coinvolgono la nobiltà, ispettrice, così che possiate lisciare le penne arruffate dell'elite sociale?" chiese Shizuru in tono innocente.

"Certo, per indagare ed esaminare le loro faccende personali facendo domande indiscrete è opportuno che si usi un titolato, ma stiamo parlando di accusare una persona di un crimine molto grave."

"Bè, forse dal punto di vista sociale sarebbe  un grattacapo," ammise Shizuru. "Dovrò affidarmi al vostro naturale aplomb se vogliamo sperare di venirne fuori."

Armitage mi guardò.

"Fa così anche con voi?"

"Non avete idea."

"Ara, siete così dura con me, e proprio quando vi sto offrendo la soluzione del mistero."

"Questo lo vedremo. In questo momento, tutto quello che avete è un caso tirannico."

"È teorico, Lady Haruka, anche se in verità tirannico potrebbe anche essere accurato, a seconda delle circostanze."

"Forse, ispettrice, ma sono sicura che le mie teorie vi siano state estremamente utili in passato," le fece notare Shizuru.

"Sì, quando mi portavano alle prove. Ora state solo dando aria alla bocca."

"Avete qualche obiezione da portare al mio ragionamento?"

"...No."

"E, riuscite a trovare un modo ragionevole in cui una prova tangibile o testimonianza certa possa essere recuperata?" insistette Shizuru.

"No, maledizione, non lo vedo, per questo vi sto permettendo di mettere in scena il vostro piccolo progetto. Sto solo dicendo che se non ci riuscirete, un assassino se ne andrà a spasso libero e noi avremo dei problemi, voi più di tutti."

"Visto che sono una dilettante, una straniera, e non ho un titolo," fu d'accordo Shizuru. "Ara, gli inglesi sono persone così severe."

Personalmente, pensavo che Armitage fosse davvero generosa a permettere a Shizuru di tentare quella strategia. Visti i rischi e la probabillità di successo, la sua dedizione alla giustizia doveva essere davvero intensa per spingerla a prendere quella decisione. Guardai Chrysant; il suo viso preoccupato mi diceva tutto sui rischi che sia l'ispettrice che Shizuru stavano correndo.

Ci fermammo fuori dalla porta della biblioteca.

"Vogliamo farlo o dobbiamo continuare a chiacchierare?" chiesi in tono acido. Come sempre, la probabilità che le cose potessero andar male mi metteva di malumore.

Armitage afferrò la maniglia.

"È il vostro spettacolo, Viola," disse, e spalancò la porta.

A giudicare dalla biblioteca, la famiglia Searrs doveva essere davvero molto istruita. Mi sembrava più un locale che si sarebbe potuto trovare in un'università o al British Museum, o forse in un club per gentiluomini—una stanza enorme, piena di scaffali, con tavoli e sedie per lo studio e comode poltrone imbottite davanti al camino con accanto dei tavolini per le lampade da lettura e per appoggiarvi delle bevande. Seduto in una delle poltrone, con le gambe accavallate e le dita intrecciate in una posizione che irradiava noncuranza, c'era il conte Dai Artai. Ci sorrise quando facemmo il nostro ingresso, come se fosse il padrone di casa che ci dava il benvenuto, nonostante i due robusti agenti di polizia del Surrey che stavano in piedi ai due lati della poltrona; i due poliziotti sembravano più guardie reali che sorveglianti.

"Ah, signorina Viola," disse lui. "Sospettavo di dovere la mia situazione al vostro intervento. Il modo disinvolto e rude con cui sono stato trattato, trascinato qui da queste persone, era tipico dell'ispettrice, ma dubitavo che avesse dato l'ordine senza un qualche suggerimento arrivato dall'esterno. A che devo questo piacevole invito?"

"Di certo siete abbastanza intelligente da capirlo?" lo rimproverò Shizuru.

"Bè, sì, naturalmente, ma vorrei così tanto che voste voi a dirmelo."

"Ara, ho un ammiratore? Vorrei parlarvi dell'omicidio di John Smith e del tentato omicidio di Sergay Trepoff."

Armitage, Chrysant, ed io avevamo già sentito la maggior parte della lezione, in quanto  Armitage aveva insistito prima di dare ufficialmente l'ordine di catturarlo. Anche se Shizuru poteva essere ostinata nonostante la sua educazione quanto Armitage era brusca e determinata, aveva acconsentito. Forse perché—a giudicare dagli sguardi che mi aveva rivolto  —ricordava la conversazione che avevamo avuto dopo che mi ero di nuovo unita a lei. Solo gli agenti sussultarono quando sentirono la frase "il tentato omicidio di Trepoff". Noi avevamo già superato lo stupore la prima volta.

"Il tentato omicidio dello zio Sergay?" chiese Nagi. "Ditemi. Forse Smith gli ha sparato e l'ha mancato? O forse la signorina Maria si è rivelata l'amante di Smith oltre che essere la sua facente parte di padrona di casa, e ha tentato di mettere del veleno nel cibo dello zio Sergay?"

"Sarebbero sviluppi interessanti, in particolare l'ultimo, ma le cose non sono andate così. Il tentato omicidio del signor Trepoff è stato attuato con lo stesso metodo del tentato omicidio del signor Smith, e dalla stessa persona."

Nagi battè le palpebre.

"Ma non mi dite? Anche se non dovrebbe essere considerato un tentato suicidio, invece che un omicidio? A meno che non stiate dicendo che non è stato lo zio Sergay a sparare a John Smith?"

"Perché tutti continuano a chiederselo?" mormorò Armitage. "Quanto chiuso dev'essere un caso prima di convincere la gente che la polizia ha arrestato l'uomo giusto?"

"È colpa dei romanzi polizieschi," le disse Shizuru. "È scioccante il modo in cui influenzano la fiducia della gente nella forza ufficiale."

Ebbi l'improvvisa, folle impressione che in qualche modo Shizuru mi avesse spiata mentre stavo perquisendo lo studio di Smith, perchè Nagi ed io eravamo le uniche due persone che avevano messo in dubbio la colpa di Trepoff, ed era stato quando eravamo stati da soli nello studio che lui aveva rivelato la sua passione per i polizieschi. Poi notai la copia del 'Mistero della carrozza' appoggiato sul tavolino accanto al gomito di Nagi e mi accorsi che era stato lo spirito di osservazione, non l'onniscenza, che aveva spinto Shizuru a fare quel commento così pertinente.

"Allora spiegatevi, signorina Viola. Sono assolutamente affascinato."

"È molto semplice in realtà. Alcuni assassini non riescono a soddisfare il loro desiderio di violenza a meno che non abbiano la vittima tra le mani, a portata di pistola o coltello, di mazza o di laccio per strangolare. Altri preferiscono non essere coinvolti direttamente, usando  il veleno, o uno scalino allentato o una bomba a tempo, o perfino assumendo un killer. Voi siete molto più interessante, conte. Non credo di aver mai incontrato un assassino che riesca a convincere altre persone a commettere volontariamente i crimini al posto suo."

Nagi fece un'espressione che esprimeva innocenza ferita.

"Me? Mi state accusando di tutto?"

"Certo. Naturalmente non pensavate che foste stato portato qui solo per essere intrattenuto, vero?"

Lui le sorrise.

"Al contrario, signorina Viola; penso che tutto questo sia davvero divertente. Sono certo che i miei avvocati saranno d'accordo quando cominceranno a preparare una denuncia per calunnia. Accusare un gentiluomo di omicidio davanti a così tanti testimoni, e alcuni di essi ufficiali di polizia, dovrebbe preludere a danni molto gravi. Mi chiedo, la vostra famiglia ha ancora il denaro necessario a risarcirmi visto che i vostri genitori sono fuggiti e sono stati diseredati, costringendoli a provvedere a loro stessi?"

Se quella frecciata irritò Shizuru, lei non gli diede la soddisfazione di darlo a vedere. Si limitò a scuotere la testa tristemente.

"Oh, conte, giocare il gioco dell'onore offeso. Mi aspettavo di meglio da un criminale tanto creativo."

Lui ridacchiò al vedere la sua reazione.

"Bè, forse è stato maleducato da parte mia. Non vorrei essere scambiato per qualche pomposo gentiluomo inglese che cerca di sistemare un insulto personale al cospetto di una corte. I miei antenati ne sarebbero scioccati. Procedete. Ora, presumo, che quando dite 'convincere altre persone a commettere volontariamente i crimini al posto suo' intendiate fare in modo che lo zio Sergay uccidesse Smith e poi l'ispettrice e il peso della giustizia inglese disponessero dello zio Sergay?"

"Precisamente. Loderei le vostre capacità deduttive, ma avete un significativo vantaggio nell'immaginare la sequenza di eventi con cui si è svolto il crimine."

"Così sostenete."

Nagi sorrise mentre lo diceva, la luce della lampada proiettava sul suo viso una luce color bronzo, causando ombre nette. Quel bastardo sorridente si stava divertendo.

"Posso chiedervi come siete arrivata a questa conclusione?"

Lei gli sorrise. Anche lei si stava divertendo, quel duello di intelletti le piaceva. Io non capivo. Se aveste voluto la mia opinione, delle scommesse che avevano delle vite umane come posta erano…bè, troppo reali per farmi godere il gioco del gatto col topo.

"È stato il libro mastro, naturalmente. Era la scelta perfetta per spingere il signor Trepoff ad agire, i numeri parlano in linguaggio freddo ed esplicativo che è più convincente di qualsiasi testimone. Vi siete assicurato che sapesse della perfidia del signor Smith, e in circostanze tali che avrebbero provocato la reazione che volevate.

"In realtà, questa era la domanda che mi aveva consumata nel momento in cui ho scoperto il libro mastro. Perché qui? Perché ora? Perché darlo al signor Trepoff qui durante questa festa? Doveva esserci un motivo. Sarebbe stato molto più efficiente spedirlo, così che Trepoff potesse esaminarlo con comodo e dare inizio ad un'indagine. Non siete d'accordo, conte?"

Nagi annuì.

"Di certo sembra logico."

"C'erano due possibilità. Da un lato la persona che aveva consegnato il libro avrebbe potuto averlo rubato al signor Smith qui in questa casa e non poteva permettere che il registro mancasse troppo a lungo."

"Sembra ragionevole. Un domestico, forse, che non poteva consegnare quel libro ad un ufficio postale senza che Smith lo venisse a sapere."

Shizuru gli sorrise.

"Sì, ci ho pensato. Eccetto che il libro è stato annotato dalla persona che l'ha consegnato."

Nagi sbadigliò.

"Sul serio, signorina Viola, non capisco dove volete arrivare."

"Davvero? Natsuki, se aveste trovato i registri delle malefatte finanziarie del signor Smith, sareste stata in grado di decifrarli? Di identificare le transazioni fraudolente e i conti falsi?"

"Chi, io?" la fissai. "Starete scherzando."

"Al contrario, sto illustrando un punto. Per analizzare ed annotare un libro mastro ci vuole esperienza, conoscenza e tempo. Solo qualcuno che fosse esplicitamente coinvolto nei reati del signor Smith—Smith stesso o un complice—avrebbe potuto annotarlo senza metterci troppo tempo. Quindi la fretta non era un fattore, e possiamo anche scartare l'idea che sia stato un servitore. Una cameriera quindicenne non avrebbe avuto la competenza necessaria per annotarlo."

Ecco.

Lo aveva in pugno. Fino a quel punto, quello che Shizuru aveva detto era solo una teoria, una spiegazione logica degli eventi che rispondeva alle domande senza lasciare dubbi. Ma Nagi sussultò, leggermente, alla menzione della cameriera, e seppi che Shizuru aveva ragione.

"Quindi, arriviamo all'inevitabile conclusione: l'informatore ha dato il libro al signor Trepoff qui ad Odessa per un motivo specifico, per raggiungere un obbiettivo definito. Era per organizzare un faccia a faccia senza sollevare particolari sospetti? Questa sarebbe stata una soluzione ragionevole, ma no—l'informatore ha preso delle precauzioni per celare la propria identità, il comportamento opposto di qualcuno che vuole parlare."

Shizuru si arrotolò una ciocca di capelli attorno a un dito.

"Questo lascia una sola spiegazione. Il libro è stato consegnato in modo misterioso, teatrale, per strappare una reazione al signor Sergay Trepoff."

Nagi inarcò un sopracciglio.

"Una reazione, Miss Viola?"

"Precisamente. Una reazione che in effetti ha avuto luogo. L'uccisione del signor Smith."

"Suvvia, suvvia," rispose il ragazzo, agitando un dito in un gesto che invitava alla cautela, "questo non è forse un errore logico? Come potete dire che il risultato atteso era questo? Forse l'informatore voleva, per esempio, spingere lo zio Sergay a fare un'accusa pubblica davanti a dei testimoni—se teniamo conto del resto del vostro ragionamento, che mi sembra alquanto traballante."

"Le conseguenze non previste sono la croce di ogni detective," fu d'accordo Shizuru. "Ho preso in considerazione la possibilità, poi l'ho scartata. Che bene avrebbe fatto?"

"Date per scontato che l'informatore sia una persona razionale. E se il suo obbiettivo fosse stata la vergogna pubblica, non la vendetta o la giustizia?"

Shizuru scosse la testa tristemente.

"Una persona che annota con cura un libro mastro come metodo per scatenare una reazione? No, penso di no. Persone che pensano in termini di affari, sono persone che tengono conto dei risultati. Allo stesso modo, in questo caso l'informatore non avrebbe avuto alcun motivo di nascondere la propria identità. No, no, posso credere a uno o due comportamenti irrazionali prima di colazione, ma non sei, particolarmente quelli che non sono coerenti l'uno con l'altro. Questo era un piano per scatenare nel signor Trepoff una rabbia omicida, per ispirargli tutta la passione dell'amante che ha perso la sua sposa proprio quando l'oggetto della sua rabbia era davanti a lui, senza poter fuggire—e inoltre, proprio nel luogo dove la signorina Searrs ha trovato la morte.

"Naturalmente, questo necessitava una profonda comprensione del carattere del signor Trepoff. Molti di noi non sarebbero così motivati a uccidere, o se lo fossimo, sceglieremmo una vendetta fredda, ben calcolata e meticolosamente pianificata, invece che accuse sconnesse e colpi di pistola."

"Sul serio, signorina Viola, mi state dando fin troppo credito. Verrò impiccato semplicemente perché sono il pupillo del signor Trepoff?"

"Questa, più o meno, è la sostanza dei fatti. Vedete, attraverso la porta che connette le vostre stanze avevate un accesso facile e diretto alla sua camera, cosa che nessun altro poteva avere. Eravate l'unica persona che poteva andare e venire dalla stanza del signor Trepoff come se nulla fosse, senza paura che un testimone casuale nel corridoio potesse vedervi entrare in una camera che non avreste dovuto violare. E se foste stato scoperto, bè, avreste sempre potuto dire che gli stavate facendo visita con qualche pretesto inventato sul momento."

Questa volta, Nagi non parve granchè impressionato dalle deduzioni di Shizuru. Infatti, scoppiò a ridere.

"Davvero, signorina Viola, questo è veramente troppo. State basando il vostro intero caso sull'idea che l'informatore non avrebbe potuto scivolare nella stanza dello zio Sergay una volta senza essere visto?"

"Oh, no, non una volta. Molte volte. Se fosse stato una volta sola voi sareste stato sospettato, come ho già spiegato, ma non sarei mai stata certa. Il problema è che avete deciso di strafare."

"Davvero?"

"Proprio così. Quando avete visto la lettera della povera, piccola Nina, dovete aver pensato che fosse stata messa lì per intervento divino. Le parole sulla busta avrebbero potuto essere distorte perché si accordassero al vostro pacco, e la scrittura avrebbe indirizzato una mente sospettosa su una pista ben diversa. Così l'avete rubata. Ma questo implicava il fatto che avreste dovuto correre fuori e dentro la stanza del signor Trepoff. Entrare nella stanza. Trovare la lettera. Lasciare la stanza portando la lettera con voi. Tagliare la carta con la frase che si accordava. Incollare la carta al pacco. Disfarvi del resto della lettera probabilmente bruciandola, un atto crudele verso i sentimenti sinceri, anche se mal riposti, di una giovane donna. Mettere il pacco al suo posto. Poi, più tardi, intrufolarvi dentro e assicurarvi che il signor Trepoff avesse davvero bruciato il libro come eravate sicuro che avrebbe fatto. Se ci fosse riuscito, non ci avrebbe mai raccontato la storia completa. Ma un libro non brucia facilmente, particolarmente se ha la copertina rigida, su un fuoco del genere. Oh, sì, c'è stato troppo movimento dentro e fuori dalla stanza per credere che fosse casuale."

"La vostra immaginazione, se non altro, è impressionante."

"Il fatto che il libro non avesse bruciato bene vi ha messo in una brutta situazione. Non siete riuscito a finire il lavoro o ad attizzare il fuoco da solo—se qualcuno vi avesse visto, sareste stato finito. Il conte Dai Artai non riattizza il fuoco in una stanza vuota senza un buon motivo! Così avete fatto in modo che fosse Nina a farlo per voi. L'avete incoraggiata ad accendere un fuoco mentre parlavate con il signor Coxley e naturalmente, è subito corsa ad accendere una bella fiamma che avrebbe finito di distruggere la prova decisiva."

"Di certo non ricordo di aver chiesto alla cameriera di accendere il fuoco nella stanza dello zio Sergay."

Armitage sbuffò.

"Oh, per favore. Come se qualcuno che vi conosce da cinque minuti crederebbe che sareste disposto a fermarvi a chiacchierare del del tempo, particolarmente in modo tale da influenzare una cameriera. Più probabilmente le avreste semplicemente ordinato di accendere il fuoco nella vostra stanza. E avreste dovuto essere cieco e sordo per non notare i suoi sentimenti per Trepoff. Era certa di dover accendere quel fuoco."

"Pfft. Vi prego, ora aver freddo è la prova di un crimine? Questi inverni inglesi semplicemente non sono di mio gusto. Forse i Sassoni hanno portato il loro clima nordico con loro quando si sono stabiliti qui."

Credo che sia possibile, pensai. Finalmente ha detto qualcosa con cui concordo.

"E non dimentichiamo il problema del movente. Se Sergay Trepoff viene impiccato o se per un qualsiasi motivo diventa incapace di agire come vostro tutore—se, per esempio, è costretto a restare in prigione a lungo—il controllo del vostro denaro passa nelle mani dei banchieri. Questi non sono uomini che penseranno al vostro bene, come potrebbe fare un amico di famiglia, ma professionisti che vorranno impressionarvi e guardagnarsi la vostra fiducia come cliente, così che quando raggiungerete la maggiore età non andiate a cercare istituti bancari più accomodanti. In breve, la vostra persona e la vostra ricchezza sarebbero libere dall'occhio attento di un tutore e virtualmente vostre da gestire come piace."

Nagi rise.

"Sul serio, signorina Viola, questo è troppo divertente. Se avessi voluto lo zio Sergay fuori dai piedi, o qualsiasi altra frase che usereste per descrivere questa situazione, allora perché avrei dovuto trasformarlo in un arcano complotto per costringerlo ad uccidere un'altra persona? Perché non, semplicemente…licenziarlo?"

"Perché siete un giovane intelligente, naturalmente."

"Bè, grazie—anche se, a giudicare dal tenore di questa conversazione, non sono sicuro che voi possiate essere considerata affidabile nel giudicare l'altrui intelligenza. Ma ditemi quali sarebbero i benefici che deriverebbero da questo piano tanto contorto."

"Prima di tutto, in questo modo non avete bisogno di prendere in mano un'arma o di ordinare a un assassino prezzolato di uccidere qualcuno per voi, mantenendo il vostro collo ben lontano dal cappio," cominciò Shizuru, contando i motivi sulla punta delle dita. "Secondo, visto che il signor Trepoff sembra essere l'aggressore, le indagini verranno incentrate sul suo movente per l'omicidio di Smith, non sui motivi che terze parti hanno per uccidere il signor Trepoff. In terzo luogo, in questo modo fate esattamente come dice il proverbio, prendete due piccioni con una fava."

"O due persone con un libro mastro," Armitage a quanto pareva non aveva potuto resistere alla tentazione di spiegare la metafora.

"Dunque, secondo il vostro ragionamento, devo avere un qualche motivo per volere morto anche il signor Smith. Lo conoscevo appena, e solo perché era un dipendente della fidanzata del mio tutore."

Il sorriso di Shizuru diventò un po' più luminoso.

"Oh, sì, conte. Avevate un motivo. Avevate un buon motivo per volere morto John Smith. Finchè lui fosse vissuto, sareste sempre stato legato a lui, dalla paura e dalla colpa. Lui era sempre una minaccia per voi."

"Una minaccia per me? Starete scherzando."

"Oh, no. Lui era la minaccia peggiore di tutte. Sbarazzarvi di Trepoff in modo da avere accesso alla vostra eredità era semplicemente un bonus, il risultato della vostra intelligenza. Vedete, Smith avrebbe potuto portarvi alla forca perché siete stato voi a uccidere Rena Searrs per lui."

~X X X~

Note dell'autore: Anche se è vero che un avvocato che porta i casi alla corte in inglese britannico viene chiamato "barrister," mentre quelli che lavorano in uno studio legale vengono detti "solicitor," vengono anche chiamati in generale "lawyers" proprio come negli Stai Uniti (i lettori inglesi naturalmente giù lo sanno, e ci sono molti esempi di questo nella letteratura del periodo), quindi Nagi non sta usando accidentalmente un americanismo (NDT: nel testo originale, naturalmente).

 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Acque profonde, Natsuki-capitolo 10

Nagi fissò Shizuru, incredulo. In verità, lo facemmo tutti. Ci aveva detto tutto sul fatto che Nagi aveva tramato per liberarsi di Trepoff e perché lo avesse dedotto, ma come al solito aveva tenuto per sé una sorpresa per amore di drammaticità.

Questa donna ama avere un pubblico, pensai, mentre tentavo di riprendermi dallo stupore. Sarebbe stata un’attrice straordinaria, se avesse scelto il palcoscenico invece della criminologia.

"Lui ha ucciso Rena Searrs? Pensavo fosse stato Smith?" Armitage ritrovò la voce per prima.

"No, il signor Smith ha fatto uccidere Rena Searrs. Il movente era suo e sue sono state le indicazioni su come farlo. Ma non è stato lui a introdursi nelle scuderie, sabotando le cinghie della sella."

Dovevo ammettere che l'immagine del ben nutrito Smith che commetteva atti di sabotaggio era più comica che minacciosa. Nagi, d'altra parte…

"Avete ragione. Un ragazzo potrebbe passare nelle scuderie tutto il tempo che vuole senza essere sospettato."

"Molto bene, Natsuki. Ed una cinghia adeguatamente danneggiata potrebbe non rompersi subito, ma resistere finchè non viene sottoposta ad un'estrema tensione, a causa di un galoppo sfrenato o di un salto, il che non solo aumenterebbe il rischio di una ferita grave o mortale, ma allontanerebbe il sabotaggio dalla morte di giorni, se non addirittura di settimane."

Nagi riacquistò la parola.

"Questo è oltraggioso! Ho tollerato queste ridicole speculazioni fino adesso, ma questa le supera tutte! È così che avete costruito la vostra reputazione, signorina Viola, su accuse drammatiche che non possono essere provate? O avete dimenticato che l'inchiesta sulla morte della signorina Searrs ha deliberato che si è trattato di un incidente, di una caduta da cavallo causata da una cinghia consumata?"

Lei annuì.

"Non l'ho dimenticato affatto, anche se sono impressionata che voi lo ricordiate con tanta chiarezza. E sono sicura che chiunque in questa stanza possa pensare a molti modi di indebolire una cinghia di cuoio in modo che sembri che si sia spezzata da sola a causa dell'usura. Non vi accuserei mai di essere un idiota che si limiterebbe a tagliarla."

"Anche il poliziotto più stupido se ne accorgerebbe," fu d'accordo Armitage.

"Quella roba ormai è stata buttata via," sbottò Nagi, "così anche se fosse possibile provare l'omicidio attraverso una qualche indagine microscopica del cuoio o roba del genere, ora non riuscireste certo a farla."

Shizuru scosse la testa tristemente.

"E io che avevo riposto tante speranze in voi. Il signor Smith ha confessato la responsabilità del crimine al signor Trepoff. Questo proverebbe l'assassinio a qualsiasi giudice, che accetterebbe facilmente la testimonianza di un assassino che si è consegnato volontariamente alla giustizia offrendo una spiegazione logica per il proprio crimine. Se diceste ad un uomo che una persona ha ucciso il tutore della sua defunta fidanzata e che il suddetto tutore aveva tratto vantaggi dalla morte della ragazza, allora lui sarà convinto di quanto è accaduto ancor prima che gli forniate le prove. Dovete sempre ricordare il peso che ha la natura umana quando affrontate questo genere di faccende."

"Anche se fosse vero, non avete niente per legarmi alla morte della signorina Searrs. Niente!"

"Come avete avuto il libro mastro? È questa la domanda che mi ha interessata di più quando mi sono resa conto che voi eravate l'informatore," continuò lei senza prendere in considerazione il suo commento. "Mi sembrava assurdo che qualcuno potesse rubare dall'archivio privato del signor Smith senza che lui lo sapesse—ricordate, di nuovo, il tempo necessario per annotarlo. Un complice delle sue frodi avrebbe potuto farlo, ma gli ospiti sono uomini d'affari, non contabili o impiegati. Ho preso in considerazione padre Greer, perché avrebbe avuto dei benefici dalla morte del signor Smith e come possibile complice, ma l'ho scartato una volta capito, seguendo le prove, il modo in cui il libro mastro era stato consegnato."

"Allora perché dovrei averlo? Potete dirmelo?" la sfidò lui.

"Un'assicurazione. Il libro mastro poteva essere ottenuto solo dal signor Smith, in persona, e con il suo consenso. Eravate perfettamente consapevole che un uomo che uccide una volta può uccidere di nuovo. Quindi avete insistito perché vi fosse dato il libro, in modo tale che, se avesse cercato di chiudervi la bocca, avrebbe potuto essere spedito alla polizia e mandarlo in prigione a lungo. Comunque, era l'unico che potesse provare che siete un assassino. Come dite voi, non esiste una prova certa; solo la testimonianza del signor Smith potrebbe mandarvi in prigione. Anche se, per ipotesi, lui avesse lasciato una confessione ai suoi avvocati da consegnare alla polizia nell'eventualità della sua morte, nemmeno quella sarebbe sufficiente, dal punto di vista legale, a incarcerarvi. La sua morte vi ha liberato dallo spettro del cappio."

"Quindi ammettete che non ci sono prove contro di me, eppure cercate di usare questo come sostegno alla vostra teoria?"

Nagi cercò di far suonare il suo tono come ironico e incredulo, ma quella frase suonò vuota a tutti noi. Shizuru gli rivolse un sorriso luminoso.

"Bè, certo, questo riassume tutto, non trovate?"

"È assurdo! Vedremo cosa ne penserà un tribunale del vostro tentativo di sollevare uno scandalo!"

"Oserei dire che lo vedremo," disse Armitage. "Conte Nagi dai Artai, vi prendo in custodia con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di John Smith. Avete il diritto di rimanere in silenzio; qualsiasi cosa direte potrà essere usata come prova contro di voi.”

"Stupida vacca! Non sai chi sono io?"

"Certo. Sei un arrogante, crudele, manipolatore pezzo di merda.”

 'pendaglio da forca,' Lady Haruka."

"A dire il vero, Yukino, volevo dire proprio quello che ho detto."

~X X X~

"Vedo che Nagi Dai Artai sarà processato in Assise," dissi due settimane più tardi a Baker Street. Il conto alla rovescia per il ventesimo secolo era arrivato al suo ultimo anno il primo di gennaio era arrivato ed era passato con la solita pompa magna, e un bel bachetto preparatoci dalla signora Hudson. Gli scozzesi, dopotutto, tenevano in grande considerazione il primo dell'anno, esattamente come facevano i giapponesi, secondo quanto diceva Shizuru, il che aveva immediatamente messo quella parte del nostro retaggio nelle grazie della nostra padrona di casa molto più che le nostre origini europee.

Dopo il 1898, riuscivo a malapena a immaginare cosa avrebbe portato il nuovo anno. Avevo già trovato una nuova amica che rapidamente era diventata la persona che mi era più vicina in assoluto, e la speranza che ci potesse essere un po’ di giustizia, o almeno di vendetta, per la morte di mia madre. Finalmente avrei trovato una conclusione? O forse sarei finita come Sergay Trepoff, gettandomi alla cieca sul sentiero della vendetta e ottenendo nient'altro che cenere? Questo è quello che ha ricavato perché è stato impetuoso e stupido, pensai.

Se—no, quando—avrei scelto di agire, mi sarei assicurata di non seguire il suo esempio. Non potevo immaginare che mia madre volesse vedermi appesa in aria solo per vendicarla.

Non che l’impiccagione di Trepoff fosse probabile. Quando la storia era arrivata sui giornali, l’opinione pubblica era stata tutta dalla sua parte.

Avevo il sospetto che qualcuno avesse sussurrato all'orecchio dei direttori di certi giornali il modo in cui la fondazione Searrs voleva che la storia fosse presentata, insistendo sull'innocenza di Rena Searrs, di come lei fosse stata vittima di Smith, e del fatto che l'uomo che l'aveva amata era nel giusto dal punto di vista morale, se non addirittura legale.

Alyssa Searrs, decisi, era una ragazzina spaventosa.

"Suppongo dovessimo aspettarcelo. La giuria del coroner lo ha considerato colpevole durante l'inchiesta," continuai.

Shizuru sorseggiò il proprio tè verde da una tazza di porcellana su cui erano dipinti aironi che spiccavano il volo.

"Naturalmente non è sorprendente. Il coroner vi ha lasciata sorridere e alla giuria ed elencare tutte le vostre deduzioni. Non mi sono mai resa conto del fatto che sareste davvero una tesimone eccellente."

Lei mi sorrise.

"Sospetto che al processo sarà molto più difficile. Molte delle mie opinioni sono conclusioni, non osservazioni, e quindi escluse dai severi principi che regolamentano le prove. La corona dovrà indirmi del titolo di testimone esperta di criminologia, e senza dubbio la difesa si opporrà con le unghie e con i denti. In termini pratici, il caso è traballante e circostanziale."

Prese un altro sorso di tè.

"In realtà è una faccenda un po' irritante. Sono stata costretta a rifiutare il caso del siluro Dixon perché dovevo testimoniare; ho sempre voluto provare a cimentarmi con un caso di spionaggio."

"Mi è piaciuto il modo in cui hanno tentato di appellarsi al vostro patriottismo e voi gli avete fatto notare che una forte difesa navale britannica non ispirava fervore patriottico in un'italiana di origine giapponese. Ho creduto che che il rappresentante dell’Ammiragliato stesse per avere un infarto.”

"Ara, non dovreste essere felice che la difesa della vostra nazione sia nelle mani di un gruppo di incapaci.”

Sbuffai.

"Onestamente, Shizuru, sono convinta che la competenza dei politici sia una di quelle cose che sono uguali in tutti i paesi. In pratica, sono tutti degli idioti."

"Natsuki ha una così alta opinione del resto dell’umanità."

"Natsuki è di malumore perché sono due settimane che non fuma.”

"Ed ha fatto davvero un ottimo lavoro ," rispose lei senza perdere un colpo.

Cedetti e risi.

"Non posso vincere."

"Natsuki sta imparando la saggezza."

Shizuru mi sorrise e riprese a sorseggiare il tè. Piegai a metà il giornale e lo buttai sul tavolo. Ne avevo avuto abbastanza di Nagi Dai Artai per quel giorno.

"Se avete ancora voglia di leggere e avete finito con il giornale, è arrivata una lettera per voi con la posta del mattino."

"Oh?"

Guardai il vassoio che la signora Hudson aveva portato su con la colazione e, proprio così, c'era rimasta una lettera indirizzata a me dopo che Shizuru aveva recuperato la propria corrispondenza. Non riconobbi la grafia, o il sigillo impresso nella cera rossa sul retro. Incuriosita, la aprii con lo stiletto dal manico d'avorio che Shizuru usava come tagliacarte.

Mia cara signorina Kuga,

vi scrivo tramite i buoni uffici dei miei avvocati, che sono riusciti ad ottenere il vostro indirizzo. Il vostro primo istinto, senza dubbio, sarà quello di mostrare questa lettera alla signorina Viola; vi invito caldamente a non farlo, finchè non l'avrete letta e avrete potuto giudicare da voi.

Una frase come quella mi fece immediamente guardare in basso in cerca della firma. Avrei dovuto capirlo. Cercando di reprimere una smorfia, tornai a sedere.

Forse mi sbaglio a spedirvi questo scritto, ma senza dubbio siete consapevole della mia situazione. È fondamentale principio della giustizia inglese che un imputato è innocente finchè non è stato dichiarato colpevole. Di certo riconoscerete, in tutta onestà, che non c'è prova che abbia commesso un crimine, indipendentemente che le azioni che mi sono imputate siano criminali o meno. Invece, il caso contro di me poggia unicamente sui seguenti punti:

1. i pregiudizi che le giurie inglesi hanno contro gli stranieri.

2. la pressione politica—sapete da quale fonte—che rivolta la stampa contro di me e, in secondo luogo, sussurra nelle orecchie del coroner, del procuratore, e senza dubbio del giudice.

3. la testimonianza della vostra amica, la signorina Viola.

Dovete senz'altro ammettere che non c'è nessuna prova contro di me, nessun testimone oculare, solo supposizioni e teorie che la signorina Viola ha messo assieme in una narrativa coerente dipingendomi come il colpevole. In questo modo suo atteggiamento sicuro e la sua intelligenza trasformano le cose da semplici ipotesi in una storia avvincente. Naturalmente i miei avvocati cercheranno di far escludere la sua testimonianza, ma vista la situazione di cui sopra, potrebbero non avere successo, ed io finirò per passare anni ai lavori forzati per un crimine che non può materialmente essermi attribuito.

Anche se non potevo negare che fosse vero, mi ritrovai curiosamente incapace di provare simpatia. Colui che aveva scritto la lettera, però, sembrava aver previsto la mia reazione.

Riconosco che dal punto di vista personale potreste non avere alcun interesse nella mia richiesta. Forse addirittura credete alla storia della vostra amica e quindi pensate che per la giustizia sia oppurtuno piegarsi a quello che considerate un giusto risultato. È un problema su cui non credo riusciremmo a trovare un terreno comune per accordarci.

Comunque, devo rivolgermi a voi come all'unica persona che può aiutarmi. Voi siete, oserei dire, l'unica che può convincere la signorina Viola che il suo comportamento promuove un orribile sembiante di giustizia. Solo voi potete convincerla a non rendere pubbliche le sue speculazioni. Senza di lei, non c'è un caso—la "storia" del "crimine" è una sua creazione, e solo grazie a lei le diverse circostanze del caso si incastrano assieme per comporre l'accusa contro di me.

Spero che il vostro senso di giustizia e di comune decenza vi spingerà ad agire. Se questo non fosse il caso, ci sono altre preoccupazioni che potrebbero necessitare del vostro intervento.

Ah, ora stavamo arrivando al cuore del problema. Mi ero chiesta quanto ci avrebbe messo ad arrivare alla corruzione e alle minacce.

In futuro, quando per un qualsiasi motivo vi ritroverete a perquisire una stanza, sappiate che è molto più saggio prendere appunti su un proprio taccuino, invece di usare carta trovata nel luogo della perquisizione. In particolare, sarebbe bene scrivere a matita, invece di usare l'inchiostro e lasciarvi dietro la carta assorbente, con parole scritte con una calligrafia diversa da quella del proprietario della stanza, in modo tale che chiunque fosse incuriosito dalle vostre attività potrebbe sapere a cosa eravate interessata.

Il mio occhio sinistro si contrasse di riflesso. Quel piccolo serpente aveva ficcanasato nelle studio di Smith dopo che me n'ero andata, capendo che cosa avevo cercato di fare! Ero finita direttamente nelle sue mani.

Questa volta però, la vostra negligenza ha giocato a vostro beneficio. Vedendo l'oggetto del vostro interesse, è stato facile per me capire che questa è una faccenda privata, che non ha nulla a che fare all'indagine della signorina Viola riguardo l'omicidio. Quindi posso solo dedurre che il vostro interesse nell'Illuminato Ordine della Corte di Ossidiana non è suo ma vostro. Inoltre, è chiaramente un problema che considerate molto importante, se siete disponibile a indagare per conto vostro invece che seguire le indicazioni della signorina Viola.

Il nome mi colpì come un fulmine. L’Illuminato Ordine della Corte d’Ossidiana. ‘O’ stava per ‘ossidiana’ e quelle sei persone erano i suoi contatti, soci o roba del genere all’interno del gruppo! In più, questo stabiliva un nesso fra l’associazione e la morte di mia madre. ‘Ossidiana’ spesso veniva usato in poesia come sinonimo di nero, come ‘ebano’; ma così come l’ebano era una cosa reale, altrettanto lo era l’ossidiana, un vetro vulcanico di colore nero. I gemelli erano fatti di ossidiana! Forse erano il distintivo di una confraternita o di una società segreta paragonabile alla Massoneria o all’Ordine dell’Alba Dorata.

La domanda era, l’omicidio era stato commissionato dall’Ordine o era solo un caso che i due assassini fossero entrambi membri? Se l’Ordine fosse stato simile alla Massoneria, che serviva come un club per le più alte classi sociali, la risposta sarebbe stata senz’altro la seconda. Per un gruppo più piccolo, chi poteva saperlo? La Corte d’Ossidiana poteva avere obbiettivi economici e politici ben precisi che sconfinavano in affari illegali (bastava guardare il loro ex membro John Smith per sapere come poteva andare a finire!) e anche se non fosse stato così, comunque, mi offriva un modo di rintracciare i due uomini che avevano spinto mia madre fuoribordo dalla Friesland ed avevano rubato la sua borsa dal deposito bagagli.

Le mie mani stavano tremando mentre finivo la lettera.

Sarei più che disponibile a discutere queste faccende con voi in un momento più opportuno. Naturalmente, è possibile che sarò costertto a passare diversi anni a disposizione di Sua Maestà invece che vostra. Offrendo questo alla vostra considerazione, io resto,

Vostro,

Nagi, Conte dai Artai

(il suo sigillo)

Eccola. Una semplice, diretta proposta d’affari. Se avessi convinto Shizuru a non testimoniare contro Nagi – o, pensai, a presentare la propria testimonianza in modo che non lo incarcerassero – lui mi avrebbe detto quello che sapeva della Corte d’Ossidiana. Una cosa per me ed una per lui. Mi aveva letto in faccia quanto questo fosse importante per me? O era solo l’ultimo tentativo di un uomo disperato, nascosto dietro un linguaggio fiorito e maniere presuntuose?

E mi importava?

Le sue motivazioni non mi interessavano. Solo le mie. Avrei fatto un patto con demonio astuto e sorridente? E quanto sapeva? Di certo più di me. Ma quanto? Aveva in mano qualcosa di decisivo?

Come facevo a dirlo?

E un’altra cosa – come diavolo avrei fatto a convincere Shizuru ad assecondare questo piano? Non potevo nemmeno rivelarle il motivo per cui volevo che mi facesse questo favore. Perché Nagi sembrava convinto che io avessi quel genere di potere sulla mia amica? Costringerla ad abbandonare i suoi principi, non solo per la giustizia su un criminale ma anche la sincera comprensione che aveva mostrato nei confronti di Trepoff, che aveva perso il suo amore per colpa dell’avidità di quei due uomini. Ero più preoccupata per i miei problemi, ma qualcosa nel dolore di Trepoff aveva commosso Shizuru, proprio come l’aveva fatto il caso del marito vendicativo a Warburton Grange lo scorso novembre.

Mi chiesi se, forse, Shizuru avesse perso l’uomo che amava. Non aveva mai mostrato particolare interesse negli uomini o nel romanticismo ma forse una tragedia o un cuore spezzato potevano spiegare quella situazione. O forse aveva imparato dall’esperienza dei suoi genitori, lo scandalo a cui Nagi aveva alluso per due volte, e per questo provava tanta simpatia per coloro che perdevano la persona amata.

Distolsi gli occhi dalla lettera per guardare la mia amica; lei sollevò tranquillamente la tazza e sorbì l’ultima goccia di tè.

Non era giusto.

Maledizione! Volevo sapere ogni maledetta cosa che Nagi aveva da dire. Qualcosa, qualsiasi cosa lui sapesse poteva essere la chiave del mio passato. Vendetta non per un amante assassinato, ma un genitore assassinato – no, di più, per un’infanzia assassinata. Era la cosa più importante della mia vita, per cui avevo avevo speso tempo, denaro, dolore e duro lavoro.

Ma non potevo farlo. Non potevo guardare Shizuru negli occhi e chiederle di abbandonare i suoi principi, il suo onore professionale. Non potevo cercare di manipolarla per ottenere quello che volevo. Maledizione, non ero nemmeno sicura di poterglielo chiedere direttamente (sempre che avesse idea del perché glielo stessi chiedendo, il che era un problema completamente diverso).

Ed ora sai perché hai sempre evitato di stringere amicizie profonde, Natsuki, riflettei. Mi chiesi… quando avevo attraversato quella linea, quand’ero diventata così disposta a fare sacrifici per lei?

Accartocciai la lettera e la buttai nel fuoco. Con espressione acida, la guardai mentre si anneriva, si accartocciava e diventava cenere.

"Natsuki, ci sono brutte notizie?" chiese Shizuru in tono comprensivo.

Scossi la testa.

"No, solo una richiesta di denaro. Solo che ci ha messo un’eternità per arrivare al punto.”

"Natsuki è irritata dalle richieste di beneficienza?"

"Quando mi chiedono più di quanto io possa dare, sì."

"Ara, questo non è un approccio sensato."

Scordatelo, Nagi, pensai. Sono arrivata fin qui da sola, e continuerò ad andare avanti così. Avevo sei nomi su cui lavorare e l’identità dell’organizzazione. Inoltre avevo la conferma che i gemelli della camicia significavano davvero qualcosa invece di essere un fatto casuale e privo di importanza. Ero arrivata molto più lontano di quanto fossi stata prima della mia visita a Odessa.

"Sapete com’è," dissi. "Nella mia vita ci sono diversi ambiti che attirano il mio interesse. Alle persone che scrivono queste lettere interessa una cosa sola, e questo falsa la loro percezione.”

"Opinione… davvero ben argomentata, Natsuki," disse lei pensosamente, e si alzò per versarsi un’altra tazza di tè.

~X X X~

NDA: lo ammetto, il commento di Natsuki riguardo al potenziale di Shizuru come attrice è stato preso da molte opinioni simili che vari personaggi hanno espresso riguardo Holmes.

Il pezzo sul fatto che una confessione post mortem "non è sufficiente, dal punto di vista legale, a incarcerare qualcuno" è il genere di cosa in cui una ricerca approfondita sarebbe d'aiuto. Anche se sono ragionevolmente (solo ragionevolmente, visto che non sono un avvocato penalista!) certo che sia accurato per quanto riguarda gli Stati Uniti dei giorni nostri, non ho idea se sarebbe vero o no per la legge inglese del 1898.

La battuta finale di Haruka nella prima scena di questo capitolo è, devo ammetterlo, la mia preferita di questa storia!

Il riferimento al caso del siluro Dixon che Shizuru è stata costretta rifiutare non riguarda un caso di Sherlock Holmes, dopotutto (che sia stato scritto o semplicemente nominato da Watson)—ma è stato ispirato da un altro detective! È un caso di Martin Hewitt, dalle storie poliziesche vittoriane scritte da Arthur Morrison.

Gli eventi di questa storia, d'altra parte, sono come sempre tratti da un riferimento fatto in una delle storie di Sherlock Holmes, per la precisione dalla menzione fatta in "Uno scandalo in Boemia" di come Holmes fosse stato chiamato ad Odessa per indagare sull'omicidio Trepoff.

E visto che stiamo discutendo dell'argomento, mi piacerebbe dire un'altra cosa. In diverse recensioni che ho ricevuto per questa serie, alcuni di voi hanno notato che avevano cominciato a leggere queste storie perché fan di My-HiME in generale o di ShizNat in particolare, ma che alla fine sono stati ispirati a leggere (o a rileggere) le storie originali di Sherlock Holmes scritte da Sir Arthur Conan Doyle. Ho cercato di dirlo nelle risposte alle vostre recensioni, ma ve lo ripeto: onestamente non credo ci sia complimento migliore del fatto che consideriate le mie storie il vostro 'cancello' per il canone di Holmes. A tutti coloro che ricadono in quessta categoria: vi ringrazio moltissimo.

Bene! Ora siamo a metà del romanzo (almeno per quanto riguarda il conteggio delle storie) e le cose stanno cominciando a velocizzarsi un po'. Spero di rivedervi tutti tra qualche mese quando le indagini di Natsuki si incroceranno con gli omicidi di un serial killer, e un'altra faccia familiare di My-HiME sembrerà trovarsi al centro di una tela di intrighi e violenza in un racconto che, in mancanza di un titolo più forte, ho chiamato "Conosci i miei metodi, Natsuki"!

 

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