Combattimento contro l'Hydra di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Yankee stadium ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Recupero Bucky ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Gelosia ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Vs l'Hydra ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Psicanalisi ***
Capitolo 6: *** Cap.6 My teddy bear is Bucky ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Tony bacia Steve ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Sexy soldiers ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Alla prossima caccia ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Yankee stadium ***
Ringrazio anche solo chi legge.
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Prompt: 18: Idra di Lerna
Combattimento
contro l'Hydra
Cap.1
Yankee stadium
"Yankee
stadium di Brooklyn. Ore 21.00. Ci sarò per gli
aggiornamenti. Natasha"
lesse bisbigliando. Alzò lo sguardo e osservò il
muro grigio davanti a lui.
Espirò dalle narici e abbassò di nuovo lo sguardo
vedendo il disegno
dell'orario in blu in alto a destra sullo schermo.
<
20.43
Manca poco > pensò.
“La
spia
russa ti ha fregato, Capitano. L'appuntamento era alle sei, e non con
lei”
disse una voce maschile alle sue spalle.
Steve
s'irrigidì, alzò il capo sporgendo il mento e si
voltò.
"Mr.
Stark?" domandò rendendo il tono secco. La sua voce
rimbombò tutt'intorno.
Tony
chiuse
la portiera del camioncino rosso con un tonfo, si sfilò gli
occhiali da sole
appendendoli alla maglia a maniche corte; alzò il capo e lo
riabbassò rizzando
la schiena. “Capitano” rispose neutrale.
Sogghignò, aggrottò le sopracciglia e
allargò le braccia. “Anche io ero restio a
crederci, ma la Romanoff ritiene che
debba essere io di persona a dirglielo e non posso certo contraddirla;
se me lo
chiede con quel suo adorabile sguardo da assassina”.
Steve
si
tolse lo scudo e lo strinse al petto, arcuando le sopracciglia.
"Di
cosa l'ha informata la Romanoff?" domandò rendendo roca la
voce.
Tony
scrollò
le spalle. “Solo del luogo dell'appuntamento. Non ho bisogno
mi informo la
Romanoff, ho le mie fonti”. Batté le mani,
accentuò il ghigno ed indicò lo
stadio con il capo. “Ma stiamo parlando in piedi. Vogliamo
accomodarci?”.
Steve
socchiuse gli occhi e si leccò le labbra, avvertendo la gola
bruciare.
"Non
ce
la vedo a volersi sedere per terra" ribatté.
“Lì
dentro
ci sono degli spalti. Penso di poter sopravvivere”. Tony
incrociò le braccia,
gli si mise davanti e socchiuse gli occhi. “E scommetto che
tu invece lo trovi
comodo, soldatino” derise.
Steve
corrugò la fronte e schioccò la lingua sul
palato, stringendo forte le braccia
sul petto muscoloso.
"A
quest'ora lo stadio è chiuso" gli ricordò.
Tony
inarcò
un sopracciglio, sgranò un occhio piegando il capo di lato.
“Vuoi farmi credere
che puoi sconfiggere un esercito di Chitauri, ma non infiltrarti
clandestinamente in uno stadio?”.
Steve
strinse i denti tra loro indurendo la mascella. Il cellulare usciva per
metà
dalla tasca della tuta.
"Non
è
la difficoltà, è l'illegalità del
gesto che mi fa questione" rispose
ringhiando.
Tony
roteò
gli occhi sbuffando. “Lavori per un'organizzazione che non
è nemmeno
autorizzata ad esistere e ti preoccupi di entrare gratis allo stadio
per stare
seduti?” si lamentò. Alzò la testa,
sogghignò e allargò le braccia. “Non
vogliamo mica guardare la partita gratis, tranne che Casper e i suoi
zii non
giochino contro la famiglia di Dracula”.
"Fai
largo, allora" rispose Steve. La cuffia che indossava gli premeva
contro
le tempie e il ciuffo biondo cenere gli oscillava davanti al viso.
Tony
raggiunse l'entrata principale, voltò il capo all'indietro e
sogghignò. “Lo
sai? Dall'alto sembra il mio reattore” disse. Prese il
cellulare, lo passò su e
giù. “Sistemi di sicurezza disattivati”
disse la voce di Jarvis. Tony tirò
fuori dalla tasca un coltellino svizzero multiuso, fece scattare il
cacciavite
universale e si chinò togliendo la vite alla base della
porta. “Quindi ho
diritto ad entrare gratis, come minimo”.
Steven
lo
seguì all'interno sentendo rimbombare i propri passi nel
corridoio vuoto.
Ho
riconosciuto già metà delle battute dei film, un
quarto degli eventi veniva dai
fumetti [me le hai citate tu, per questo le ricordo] e l'ultimo quarto
sono
collegamenti mal venuti
Tony
avanzò
fino alle scale, le salì e si sedette su uno dei gradoni in
pietra. Abbassò il
capo, sogghignò e aggrottò le sopracciglia.
“Su, Rogers, o ti perdi l'inizio!”.
Steve
diminuì la velocità dell'andatura guardando la
figura di Tony in ombra. Rischiò
di andare a sbattere contro una parete seguendo la macchia scura sullo
sfondo
grigiastro.
Tony
ridacchiò, mosse il cellulare su e giù facendo
luce. “Datti una mossa, Cap!
Alla luce della luna potrai ammirarmi molto meglio che camminando in un
corridoio buio!”.
Steve
strinse il pugno coperto dal guanto rigido rosso e sbuffò,
accelerando il
passo.
"Ho
di
meglio da fare che seguire un borioso arrogante pieno di sé"
borbottò.
Tony
si mise
in piedi sullo spalto, sbuffò e si sporse. Saltò
giù, schioccò le dita e le
luci del corridoio si accesero. Allargò le braccia,
inarcò un sopracciglio.
“Dio Santo, Cap. Ci stai mettendo tutta la notte”.
Steven
si
mise a correre, balzò oltre la ringhiera dello spalto e
atterrò al centro del
campo.
Tony
rise,
scosse il capo raggiungendo la grata; vi si poggiò e
guardò Steve. “Ringrazia
di lavorare già per lo SHIELD, o avresti fatto il peggior
pre-colloquio del
secolo”.
Steve
si rizzò,
si voltò verso di lui e lo additò con l'indice.
"Senti
Stark, c'è chi ha dei problemi seri. Il mio migliore amico
è lì fuori privo di
senno, non ho il tempo di cercare d'impressionare te!" gridò.
Tony
sogghignò. “Sono il tuo capo. Dovresti trovarlo,
il tempo per impressionarmi”.
Aggrottò le sopracciglia, si mise seduto sulla grata a gambe
larghe. “O la
Romanoff non ti aveva detto che lo SHIELD, e tutte le strutture
dedicate alla
sicurezza, sono miei adesso?”.
Steven
spalancò la bocca, abbassò il braccio e
sospirò. Si portò l'altra mano al viso
e scosse il capo.
"Oh,
fantastico" si lamentò.
Tony
soffiò
aria dal naso, scosse il capo e schioccò la lingua.
“Ehi, cosa stai
insinuando?” domandò con tono lamentoso.
Steve
si
guardò a destra e a sinistra, inspirò ed
espirò.
"Meno
male che ho scoperto questa notizia catastrofica in un posto che amo"
sussurrò.
“Con
tutto
quello che succede, la cosa più catastrofica sono io al
potere?”. Tony rise,
scosse il capo e alzò le spalle. “Forse hai
ragione” ammise. Sogghignò, saltò
giù entrando nel campo e piegò il capo di lato.
“Ci sei già stato? Nel
paleolitico, intendo”.
“Ci
passavo
le ore qua dentro. Io e mio fratello non ci perdevamo neanche una
partita di
baseball” rispose Steve, alzando le spalle.
Tony
strinse
il sostegno sotto di sé fino a far arrossare le nocche.
“Avevi un fratello?”
chiese, con tono roco.
Le
gote di
Steve divennero grigiastre.
"No"
rispose secco.
Tony
strinse
le labbra, chiuse gli occhi e annuì. Alzò il
capo, sospirò. “C'erano grandi
squadre, ai tuoi tempi?”.
Steve
si
avvicinò a lu e si abbassò, guardandolo in viso.
“Oh
sì. Mi
ero detto che ci sarei tornato dopo la guerra … poi non
l’ho mai fatto”
sussurrò con tono roco.
Tony
sogghignò, lo guardò negli occhi e sporse in
avanti il capo. “Perché eri troppo
impegnato a fare Ercole, Capiscle” mormorò.
Steve
arcuò
un sopracciglio e sollevò il labbro superiore nella parte
sinistra.
"L'ercole?"
chiese.
Tony
sgranò
gli occhi, spalancò la bocca e tirò indietro la
testa. “Non osare dirmi che non
lo conosci!”.
Steve
strinse i pugni e conficcò la punta dello stivale nel
terreno.
“Certo
che
lo conosco! Solo che non mi piace il paragone. Ercole sconfisse
L’idra di
Lerna, ma non la uccise, rimase immortale” gridò.
Tony
roteò
gli occhi, girò attorno a Steve e inarcò entrambe
le sopracciglia verso l'alto
sorridendo. “Vedi Cap, anche a te è successo al
primo tentativo. Solo che tu
hai qualcosa che Ercolino sempreinpiedi non aveva”.
Steve
sbatté
un paio di volte gli occhi e si raddrizzò, indietreggiando.
"Ossia?"
domandò secco.
Stark
allargò le braccia e ghignò. Infilò
gli occhiali da sole, la luce dei
riflettori brillava sulla superficie colorata.
“Me”.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Recupero Bucky ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 Recupero Bucky
Tony osservò lo schermo olografico sul suo elmo,
accelerò la velocità di volo osservando i dati.
“Mi raccomando; neutralizzare ma non uccidere. Se vogliamo
convincere Cap delle nostre buone intenzioni per l'anno nuovo dobbiamo
comportarci bene”.
“Se permette, signore, non credo che rapire il suo ex
migliore amico sia un buon inizio” rispose Jarvis. Tony
roteò gli occhi, si abbassò voltando lateralmente
e sbuffò.
“Pensa a catturarlo”.
“Soggetto localizzato. Modalità?”
domandò Jarvis. Tony accelerò, guardò
lo schermo e socchiuse gli occhi.
“Utilizza il reattore per colpire il braccio meccanico e
neutralizzarlo, inibisci i suoi movimenti; proveremo a chiederglielo
pacificamente” disse. Due armature lo superarono, scesero
verso il basso e Tony sentì il suono di spari;
accelerò cadendo in picchiata verso i rumori. Bucky
socchiuse gli occhi, il suo corpo era immobilizzato.
“Fotte**vi!” ululò. Tony
atterrò, le Mark tenevano le armi puntate contro il soldato.
L'uomo alzò il casco, alzò il capo e
incrociò le braccia.
“Sei stato visto allo Smithsonian. So che stai cercando di
recuperare la memoria. Io posso ridartela, se fai il bravo”
disse, duro.
“Devo dire, signore, che si sta immedesimando molto bene
nella parte del Direttore della sicurezza mondiale” disse
Jarvis all'auricolare. Tony roteò gli occhi assottigliando
le labbra.
“Voglio prendere in trappola mia missione”.
Mentì Bucky. I muscoli gli dolevano. Le armature fecero un
passo avanti, Tony alzò il braccio e socchiuse gli occhi.
“Per inciso, al tre ti porterò comunque a casa
mia; che tu voglia o meno”. Bucky digrignò i denti
e gli sputò contro. Tony abbassò l'elmo,
osservò la saliva colare sul metallo e sospirò.
Scrollò le spalle, mosse la mano in avanti e le due armature
spararono a Bucky colpendola con una cinquantina di aghi. Alcuni si
conficcarono nel braccio, altri in terra, alcuni nei vestiti e altri
nella pelle del soldato d'inverno. Winter mugolò e si
accasciò a terra. Gli occhi gli divennero bianchi. Tony
riprese il volo, le due armature presero Bucky; sollevandogli ognuno un
braccio, e lo sollevarono portadolo dietro all'uomo.
“Ottima scenografia, signore” disse Jarvis. Tony
rise, accelerò la velocità di volo e socchiuse
gli occhi.
“Sì, beh, potrei quasi prenderci gusto”
rispose.
“In quel caso, dovrei contattare immediatamente Miss
Potts” ribatté Jarvis. Tony scosse il capo,
roteò gli occhi e attivò i propulsori
intravedendo la Tower in lontananza.
“Oh, andiamo. Fare il Grande Capo Indiano Maschio Alpha
è l'hobby meno distruttivo degli ultimi dieci
anni!”. Fece aprire le finestre entrando nella stanza, si
mise di lato osservando le armature entrare e mettere Bucky sul
lettino. Una gli mise in testa un casco collegato a dei cavi, la
seconda si mise di guardia alla porta. Tony si tolse l'armatura, che
andò alla finestra, e l'uomo andò agli schermi.
Sogghignò, socchiuse gli occhi.
“Cominciamo a lavorare”.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Gelosia ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.3 Gelosia
Steve si sedette sulla sedia e appoggiò le mani
sulle gambe, piegando la schiena.
“Io non te l'avevo chiesto, Stark”
sussurrò con voce rauca. Gli occhi gli bruciavano. Bucky si
voltò e guardò Tony inserire un cacciavite nel
suo braccio metallico.
“È il suo modo di ringraziarla. E lo faccio anche
io” ribatté. Tony sollevò una delle
placche metalliche del braccio facendo leva con il cacciavite, estrasse
un reattore ARC grande due dita incastrato tra i circuiti e richiuse la
placca.
“Non c'è di che. Avevo del tempo libero, ieri
sera” rispose. Si mise il cacciavite dietro l'orecchio, si
passò la mano tra i capelli umidi di sudore e
sospirò.
“Dovrei aver sistemato tutto. Hai anche una comodissima
camera con un letto senza materasso, come piace a voi
soldati”. La pelle grigiastra e ricoperta di sudore di Bucky
divenne rossastra.
“A me il letto piace” bisbigliò.
Boccheggiò sentendo una fitta al petto e chiuse gli occhi.
“Grazie Stark” borbottò Steve atono.
Bucky si leccò le labbra e ridacchiò.
“Wow, a quel punto sei; bro?” domandò.
Steve aggrottò le sopracciglia. Tony sorrise,
alzò le spalle e infilò le mani in tasca.
“Allora te ne metterò uno” disse. Si
voltò, osservò i parametri vitali di Bucky sugli
schermi olografici e assottigliò le labbra.
“Resta disteso, ti prendo uno stabilizzante”. Li
guardò, si morse il labbro e si voltò uscendo
dalla porta. Bucky si sdraiò e strinse gli occhi.
Avvertì la ventosa gelida sul petto seguito dai bip ritmici
di un macchinario.
“Figo, mi sente il cuore!” annunciò.
Steve sbuffò.
“Smettila di essere sempre il solito ligio al dovere, gnome
... voglio dire, Capitano” brontolò Bucky. Una
delle Mark raggiunse Bucky, gli prese il polso facendogli tendere il
braccio e gli passò del cotone sull'incavo del gomito. Una
seconda gli infilò un ago, estrasse del sangue e si
allontanò uscendo a sua volta. La prima Mark
passò nuovamente il cotone sul braccio di Bucky, lo
buttò e torno vicino al mobiletto con gli strumenti medici.
Steve deglutì a vuoto un paio di volte. Si piegò
in avanti rialzando il capo.
“Non so cosa tu abbia frainteso tra me e Tony, ma non mi
metterò con uno Stark” sussurrò con
voce rauca. Appoggiò le mani sopra il lettino e si sedette
accanto a Bucky. “Sei rigido come un manico di scopa. Sono il
tuo migliore amico, la riconosco la tua attrazione fisica
irrisolta” rispose Bucky. Steve si piegò e
appoggiò la testa sul petto dell'altro soldato.
“Perdonami se ti ho lasciato morire”
mugolò. Bucky gli massaggiò una spalla e sorrise.
“Ehy, era un treno aereo, ringrazia che sono caduto e non mi
sono trasformato in un maiale transgenico volante”
ribatté. Steve gli strisciò di sopra e i suoi
occhi azzurri si rifletterono in quelli grigio-blu dell'altro.
“Resta con me, ti prego” lo implorò.
“Ehy, non sei più il bambino che aveva bisogno
dell'orsacchiotto” borbottò Bucky.
Deglutì a vuoto e sgranò gli occhi vedendo Steve
baciarlo. Il battito cardiaco gli accelerò e il bip bip dei
macchinari risuonò frenetico nel laboratorio.
******************************************************
“Signore, il signor Burns ha un'irregolarità
cardiaca” disse Jarvis. Tony alzò il capo dalla
scrivania, si voltò e afferrò uno schermo
olografico. Sgranò gli occhi vedendo i due baciarsi,
sentì delle fitte al petto e cadde seduto. Strinse un pugno,
si alzò e indurì l'espressione.
“Dammi la Mark 75, Jarvis”.
“Le ricordo che non è ancora stata testata,
signore”. Tony si tolse il cacciavite da dietro l'orecchio,
sfilò la maglietta gettandola in terra e si tolse le scarpe.
“Se sopravvivo allo sterminio dell'HYDRA, allora
funziona” sancì. L'armatura nera dalle rifiniture
dorate gli aderì addosso, Tony abbassò l'elmo e
le iridi della Mark brillarono di blu elettrico. Inspirò,
espirò e volo attraverso il passaggio del laboratorio fino
all'esterno.
“Rintraccia le basi sospette utilizzando i dati messi in rete
dalla Romanoff, dai una triangolazione delle coordinate utilizzando
anche i satelliti Stark e i dati segreti protocollati
SHIELD”.
“Signore, forse questa cosa della sicurezza mondiale le sta
sfuggendo di mano” disse Jarvis. Tony accelerò
volando verso l'altro, strinse le labbra e assottigliò gli
occhi. “Andiamo”.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Vs l'Hydra ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4 Vs l'Hydra
Tony sparò dei missili grandi un dito ai carri
armati, ruotò su se stesso evitando i laser degli aerei
sopra di sé e fece puntare verso l'alto le armi sparandogli;
due precipitarono andandogli addosso. Tony sparò con il
reattore della mano, passò attraverso l'aereo e
afferrò la coda del secondo tirandolo contro un quarto.
“Signore, la sua strategia è totalmente
inefficace” disse Jarvis. Tony sparò una serie di
colpi, sentì degli spari rimbombare sull'armatura, si
voltò di scatto sparando un razzo contro dei soldati e
spiccò nuovamente il volo.
“Tu dici, Jarvis? A me sembra efficiente” rispose.
Venne colpito ripetutamente, cadde in ginocchio e mise tutta la potenza
nei repulsori; scattando verso l'alto. Bucò la parte
inferiore di un aereo, vi entrò e girò su se
stesso sparando con i laser; si buttò in picchiata
attraverso il foro e l'aereo esplose alle sue spalle facendolo
ondeggiare. Sentì un sibilo alle sue spalle, si
voltò vedendo un cannone e puntò i repulsori
delle mani verso di esso, spalancò gli occhi vedendo un uomo
saltare sul cannone e conficcarci gli artigli. L'uomo
ringhiò, il cannone precipitò in terra e quello
balzò; alcuni laser lo colpirono squarciandogli la pelle.
Tony spalancò gli occhi, vide la pelle dell'uomo rigenerarsi
e spiccò il volo.
“Corteo di gala, Jarvis. Manda le Mark in protezione del
suicida”.
“Lei, o il signore?” chiese l'A.I. Tony
roteò gli occhi, lanciò una serie di missili che
sfrecciarono tra le macerie colpendo i soldati.
“Spiritoso”. Spiccò il volo e
atterrò affianco dell'uomo. Logan si voltò di
scatto e gli puntò gli artigli alla gola.
“Cosa vuoi?” domandò. Tirò
fuori una bomba a mano dalla cintola, la aprì e la
lanciò contro un carro armato. Le orecchie di entrambi
fischiarono all'esplosione e i pezzi di metallo volarono tutt'intorno
in vampate di fiamme. Tony guardò gli artigli alla sua gola,
sogghignò.
“Jarvis, prendi nota; ne voglio un paio anch'io”
disse.
“Le Mark in arrivo, signore”. Una serie di armature
sorvolarono la zona iniziando a sparare, Tony mosse il capo a destra e
sinistra.
“Stermino i cattivi. Sta attento ai colpi vaganti, qui si
fanno le cose in grande”.
“Divertiti, io ho altro da fare. Hanno rapito dei bambini di
una scuola!” gridò Logan. Si mise a correre,
sollevò una camionetta con entrambe le mani e la
lanciò. Evitò una serie di colpi di fucili,
raggiunse una botola di ferro e la lanciò via. Si
tuffò gridando all'interno. Tony lo osservò
correre via, sogghignò e spiccò il volo.
“Coprilo nella fuga, poi continuiamo qui. Non può
durare per sempre” disse.
“Agli ordini, signore”.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Psicanalisi ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 Psicanalisi
“Staaark?!
Sei impazzito? Tutta l'Hydra da solo?! Mi dovevi chiamare!”
ululò Steve. Pestò per terra con il piede e
gettò a terra lo scudo con un rumore metallico.
Inspirò ed espirò, tremando. Bucky si
piegò e appoggiò un cerotto sulla guancia di
Tony.
“È un ematoma ambulante”
borbottò. Tony sbuffò, si staccò il
cerotto e lo appallottolò buttandolo in terra.
“Un problema in meno” disse. Sogghignò,
fece l'occhiolino a Bucky.
“I cerotti non curano gli ematomi. Lasciali
respirare”. Stese la schiena sentendola scricchiolare, la
pelle gli bruciava pulsando e percepiva delle fitte ai muscoli.
“Tra l'altro, Cap, tu eri impegnato con il tuo
ragazzo”. Steven avvampò, digrignò i
denti e si voltò. Spalancò la porta,
uscì a passi di marcia e se la sbatté alle
spalle.
“Little bro è solo invaso dai sensi di
colpa” rispose Bucky. Si massaggiò il collo
facendo ondeggiare i lunghi capelli castano scuro.
“Io ne ho di portata più piccola. Il mio braccio
ti ha demolito il frigo, la lavatrice e un paio di porte ... tra
l'altro c'è una piccola casa nella mia stanza”
borbottò. Tony scrollò le spalle, le
sentì dolere e grugnì. Si passò la
mano tra i capelli sentendoli sudati, si leccò le labbra e
sospirò.
“Ho abbastanza soldi da potermi permettere ospiti
distruttivi” disse, con tono sarcastico. Sospirò,
si stese battendo le palpebre e guardò il soffitto.
“Finché continua a sbattere porte e a digrignare i
denti, può continuare a rodersi nei sensi di colpa.
Purché non lo faccia da fermo”. Bucky si
massaggiò il moncherino sopra il braccio di metallo.
“Non che io non ami Steve da una vita, ma lo capisco che
è interessato più a lei”
mugolò. Tony sbuffò sonoramente, si mise il
braccio sugli occhi e mugolò. “Non mi importa chi
Cap preferisce” borbottò. Mosse il braccio libero,
i muscoli gli tremavano e la pelle gli pulsava, mosse le gambe
sentendole formicolare.
“Voglio dire, non posso né voglio cambiare per
lui; dico bene? Non si dovrebbe mai fare. Senza contare che tu potresti
farlo felice e poi, diciamocelo, lo sappiamo tutti che passava le
giornate a cercare te al museo e, oh; sul serio. Si tratta di
Cap”. Bucky lo guardò sdraiarsi sul proprio
lettino e si sedette su una sedia.
“Posso aiutarti io a cambiare, in fondo sono fumato a mia
volta” propose. Tony grugnì, spostò il
capo e socchiuse gli occhi.
“Non voglio cambiare. Io sto bene così. Voglio
dire, ho impiegato una vita per essere come volevo e cambiare per
qualcuno non è contemplato. Nemmeno per lui”. Si
morse il labbro, sbuffò e si coprì nuovamente le
iridi.
“Ha già una persona che lo ama e che gli piace
esattamente così, quindi perché dovrei cambiare
io che invece non voglio farlo?”. Bucky si strinse le
ginocchia e sentì le ossa di una delle due scricchiolare.
“Lui non vuole altro che non essere abbandonato e non credo
mi ami” sussurrò. Tony sbuffò,
ruotò la mano in aria sentendo una serie di fitte e
grugnì.
“Non voglio lasciarlo, ma non sono il tipo per lui. Voglio
dire, ha baciato te. Sposatevi e fate figli, io rimarrò a
fare lo scapolo d'oro distruggendo organizzazioni terroristiche nel
week-end fino a morte prematura”. Bucky si grattò
la guancia.
“Io gli ho sparato neanche una settimana fa”.
Ricordò. Si sporse in avanti e diede un paio di pacche sulla
testa di Tony. Tony si alzò seduto di scatto, le costole gli
diedero una fitta e le braccia gli tremarono così come le
gambe. Si leccò le labbra, batté le palpebre e
ringhiò.
“Non sono un bravo ragazzo!” si lamentò.
Si alzò, barcollò in avanti e strinse i pugni.
“Bacerò il tuo ragazzo, così
impari!”. Bucky sbatté un paio di volte gli occhi.
“Così dal nulla? Che vuole fare, baciarsi anche
me?” domandò. Sgranò gli occhi e un
rivolo di sudore gli scese lungo la fronte. Tony sogghignò,
afferrò il capo di Bucky stringendogli i capelli in mano e
lo attirò a sé baciandolo; gli violò
le labbra con la lingua socchiudendo gli occhi castano scuro. Bucky
mugolò avvampando e s'irrigidì.
< Ma è il fascino russo o che? > si
domandò.
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Capitolo 6 *** Cap.6 My teddy bear is Bucky ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6 My teddy bear is Bucky
Steve si sedette sul
letto, si tolse lo scudo e lo appoggiò
contro il comodino. Dalla finestra aperta entrava dell’aria
fredda che gli
faceva oscillare il ciuffo biondo. Rogers si voltò sentendo
la porta aprirsi,
vide Bucky chiudersela alle spalle. Lo osservò ansimare e
strinse i pugni.
“Siamo sotto
attacco? L’Hydra non era sconfitta?!”
domandò.
Bucky sorrise e negò con il capo.
“Rilassati. Ho
solo capito che mi piace il tuo sex simbol”
spiegò. Steve avvampò e si voltò di
scatto.
“Ti …
ti ringrazio di avermi salvato … anche se ero il tuo
bersaglio” farfugliò.
“Sì
… sì … cambia discorso” si
lamentò il migliore amico.
Guardò un computer chiuso sopra una scrivania. Si
girò e osservò una scarpiera
bianca. Raggiunse una sedia in vimini e si appoggiò contro
la sua spalliera.
“Toglimi una
curiosità. I capillari degli occhi mi
esplodevano e li avevo sempre arrossati. Tenevo i capelli lunghi. La
mia voce
era modificata dalla maschera. Avevo cambiato carattere, ricordi e
persino
aspetto in un certo senso. Mi spieghi come mi hai
riconosciuto?” domandò Bucky.
Steve sollevò un orsacchiotto dal letto e lo
osservò. Il migliore amico si
sedette accanto a lui facendo scricchiolare le assi del letto.
“Ti prendi cura
di me da quando ero bambino. Sei il mio
migliore amico” rispose. Bucky si sporse e gli
baciò una guancia. Lo abbracciò
per i fianchi e gli mise la testa sulla spalla.
“All’epoca
eri uno scricciolo” sussurrò. Steve
arrossì e
sospirò.
“Sì,
mammina” lo prese in giro. Bucky sollevò il
braccio di
metallo e gli tirò una ciocca bionda.
“Attento, parli
con un assassino che i coltelli li sa far
cantare adesso” lo minacciò.
“Sei sempre
stato meglio di me” mugolò Steve. Bucky
sgranò
gli occhi, si rizzò, gli afferrò il mento e lo
fece voltare.
“Tu sei Capitan
America. Sei il simbolo di tutti. Non ti
sminuire più così” ordinò.
Steve arcuò la schiena e alzò le spalle.
“L’ho
sempre fatto” brontolò. Bucky gli
appoggiò la fronte
contro la sua.
“Sei il mio
capitano, la persona che mi ha salvato e per cui
affronterei altre mille morti e tremila torture”
dichiarò. Le iridi azzurre di
Steve divennero liquide.
“Vorrei solo
essere tuo fratello” mugolò. Bucky lo
abbracciò
e annuì.
“Perdonami
little brother. Tu hai mantenuto tutte le tue
promesse con me e io ti prometto questo. Sarò per sempre
accanto a te, fratello
mio, mio capitano e …”. La voce gli divenne roca e
strinse gli occhi. Sfiorò le
labbra di Steve con le proprie.
“E mio
amore”. Aggiunse. Steve arrossì e rispose al
baciò.
Bucky si staccò e gli tirò la guancia.
“Ammettilo, per
te sono come l’orsacchiotto che ti ho
regalato” ribatté.
“Figl** di
pu***na, mi hai fatto preoccupare da morire! E mi
hai fatto dire cose smielate!” gridò Steve. Gli
tirò a sua volta le guance,
utilizzando entrambe le mani. Bucky scoppiò a ridere.
“Ecco, ora ti
riconosco! Allora, lo dividiamo la meraviglia
con pizzetto?” domandò.
“Se non ti
ammazzo prima!” ululò Steve. Bucky lo
lasciò
andare, si tolse le mani di Steve dalle guance e si alzò dal
letto. Corse fino
alla finestra aperta e si mise in piedi sul davanzale.
“Che stai
facendo?!” gridò Rogers.
“Dimenticavo,
stava venendo a baciarti” rispose Bucky. Si
girò e si lanciò dalla finestra. Il battito
cardiaco di Steve accelerò. Sgranò
gli occhi e si voltò guardando la porta aprirsi, Tony
entrò nella stanza.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Tony bacia Steve ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Cap.7
Tony bacia Steve
Steve si voltò guardando la finestra da cui si era lanciato
Bucky, si voltò nuovamente verso Tony e deglutì.
-
Probabilmente Bucky esagerava. Perché dovrebbe baciarmi? -
si domandò.
Le sue guance divennero rosate e si avvicinò a Stark,
strofinando il
piede sinistro per terra.
"Stark
..." biascicò.
Tony
incrociò le braccia.
“Il tuo orsacchiotto sa come uscire di scena”
disse.
Si voltò, inarcò un sopracciglio aggrottando la
fronte.
“Che c'è?”.
Steve gli diede le spalle e incrociò le braccia al petto.
"Dobbiamo occuparci delle basi Hydra" disse atono. Il battito cardiaco
gli accelerò e lo sentì rimbombare nelle orecchie.
Tony si passò la mano tra i capelli, sospirò.
“Certo” disse.
Assottigliò le labbra, guardò la finestra
ondeggiando sui talloni.
“Però non ti stavo prendendo in giro. Neanche
all'orsacchiotto”.
Steve si massaggiò un braccio e deglutì.
"Non
capisco cosa intendi" sussurrò.
Tony
sbuffò sonoramente, si sporse e afferrò il capo
di Steve, lo trasse a
sé baciandolo. Chiuse gli occhi, passandogli la mano tra i
capelli, e
gli leccò le labbra. Steve
mugolò, sporse il viso in avanti e socchiuse gli occhi.
"Tony"
bisbigliò.
Tony arricciò il naso, tornò con i piedi in terra
e fece un passo indietro.
“Spiegartelo è lungo, e l'HYDRA non ci
aspetterà. Direi che questo metodo funziona
meglio”.
Steve piegò in avanti e afferrò la mano
dell'altro con la propria.
"Tony
... che posizione è ... quella a cucchiaio?"
domandò e la voce gli
tremò. Il suo viso si arrossò e sentì
le orecchie fischiare.
Tony aggrottò la fronte, strozzò una risata e gli
passò il pollice sul palmo della mano.
“Il cucchiaio non esiste, Cap (cit.Matrix) ” disse,
sarcastico.
Gli strinse la mano, la lasciò e corse alla finestra.
“Ma
ti farò vedere cose molto più interessanti, dopo
l'incursione” promise.
"Basta
che sia qualcosa a tre" rispose Steve. Si piegò in avanti,
sfiorò le
labbra di Tony con le proprie sentendo il pizzetto di lui solleticargli
il mento. Si rizzò, lasciò la mano di Tony e si
diresse verso la porta.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Sexy soldiers ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8 Sexy soldiers
"Pensi che il cellulare si usi così?" domandò
Bucky guardando in faccia Steve. Quest'ultimo mugolò e
strinse più forte il libro con la mano libera.
"E lo chiedi a me?" domandò. Teneva gli occhi ancora
socchiusi. Winter piegò di lato il capo facendo ondeggiare
il codino e il suo braccio metallico fece un verso simile a un cigolio.
"Dovremmo chiedere a Stark" borbottò. Steve si
leccò le labbra e sorrise.
"Ancora non ci credo che abbiamo sconfitto l'Hydra. Meno male che il
capitano Logan ci ha aiutati o a furia di teste non ce l'avremmo mai
fatta" ribatté. Bucky ghignò e socchiuse gli
occhi.
"Io sono una testa ancora viva" lo sfidò. Steve gli tolse il
cellulare di mano e sospirò.
"E poi era ovvio che il capitano Logan sia il migliore. In fondo io mi
chiamo James in onore suo" borbottò. Steve
sbadigliò e richiuse gli occhi.
"Stark ha detto che sei un Seme, hai idea cosa voglia dire?"
domandò. Bucky chiuse il cellulare, lo rimise in tasca e si
adagiò su Steve.
"Sì, che Tony è più nerd di suo padre.
Anche se penso che gli Stark siano gli unici nerd fighi dell'universo,
gli altri sono sfigati" spiegò. Steve sbadigliò e
chiuse il labbro, abbandonandolo sul divano.
"Steve ..." mormorò Bucky.
"Mnh?" chiese il biondo.
"Credo che Stark non approvi il tuo essere uke" disse.
Strofinò la testa sul petto del migliore amico, i capelli
scuri gli finirono davanti al viso. Steve si addormentò e il
suo respiro divenne regolare.
"Appena Tony e Logan hanno finito di festeggiare la nostra vittoria
poco etica all'insegna della distruzione della privacy; glielo
chiederò" biascicò. Addormentandosi a sua volta,
Steve si abbracciò al migliore amico nel sonno e Bucky lo
strinse con il braccio sano.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Alla prossima caccia ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9 Alla prossima caccia
Logan
si portò il sigaro alle labbra e si affacciò alla
finestra, alle sue spalle, su un tavolinetto c'era una pila di lattine
di birra.
Tony
lo raggiunse, si poggiò al davanzale della finestra con le
spalle ed i gomiti e piegò il capo all'indietro guardando
Logan.
"Allora,
hai salvato dei bambini rapiti, restituito alla polvere le basi HYDRA e
ubriacato per bene. Come mai guardi l'orizzonte depresso?".
"Tornerò
alla scuola, ma volevo farmelo un goccio con te" rispose Logan,
espirando una boccata di fumo.
Tony
mugolò annuendo e piegò il capo all'indietro
sospirando.
"Cap
era sconvolto all'idea che avessi sterminato l'HYDRA da solo. La tua
presenza nei dintorni lo ha fatto smettere di far domande a se stesso".
Logan
inspirò lentamente sentendo il sapore della nicotina, il
vento gli scompigliava i capelli e il fumo gli carezzava la pelle
abbronzata.
"Puoi
usare il mio alone di farlocca leggenda quando vuoi, se é
per salvare dei bambini" lo rassicurò.
Tony
ridacchiò, si sporse afferrando il sigaro dalle dita di
Logan, se lo portò alle labbra e aspirò
profondamente chiudendo gli occhi. Espirò,
osservò le nuvolette di fumo e accennò un sorriso.
"Qualcuno
che mi faccia da ombra, ah?" chiese.
Sogghignò,
fece l'occhiolino e gli porse il sigaro.
"Proprio
quello che mi serve per la mia prossima caccia".
"Alla
prossima, allora" gli rispose Logan.
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