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Prompt: 18: Idra di Lerna
Combattimento contro l'Hydra
Cap.1 Yankee stadium
"Yankee
stadium di Brooklyn. Ore 21.00. Ci sarò per gli
aggiornamenti. Natasha"
lesse bisbigliando. Alzò lo sguardo e osservò il
muro grigio davanti a lui.
Espirò dalle narici e abbassò di nuovo lo sguardo
vedendo il disegno
dell'orario in blu in alto a destra sullo schermo.
<
20.43
Manca poco > pensò.
“La
spia
russa ti ha fregato, Capitano. L'appuntamento era alle sei, e non con
lei”
disse una voce maschile alle sue spalle.
Steve
s'irrigidì, alzò il capo sporgendo il mento e si
voltò.
"Mr.
Stark?" domandò rendendo il tono secco. La sua voce
rimbombò tutt'intorno.
Tony
chiuse
la portiera del camioncino rosso con un tonfo, si sfilò gli
occhiali da sole
appendendoli alla maglia a maniche corte; alzò il capo e lo
riabbassò rizzando
la schiena. “Capitano” rispose neutrale.
Sogghignò, aggrottò le sopracciglia e
allargò le braccia. “Anche io ero restio a
crederci, ma la Romanoff ritiene che
debba essere io di persona a dirglielo e non posso certo contraddirla;
se me lo
chiede con quel suo adorabile sguardo da assassina”.
Steve
si
tolse lo scudo e lo strinse al petto, arcuando le sopracciglia.
"Di
cosa l'ha informata la Romanoff?" domandò rendendo roca la
voce.
Tony
scrollò
le spalle. “Solo del luogo dell'appuntamento. Non ho bisogno
mi informo la
Romanoff, ho le mie fonti”. Batté le mani,
accentuò il ghigno ed indicò lo
stadio con il capo. “Ma stiamo parlando in piedi. Vogliamo
accomodarci?”.
Steve
socchiuse gli occhi e si leccò le labbra, avvertendo la gola
bruciare.
"Non
ce
la vedo a volersi sedere per terra" ribatté.
“Lì
dentro
ci sono degli spalti. Penso di poter sopravvivere”. Tony
incrociò le braccia,
gli si mise davanti e socchiuse gli occhi. “E scommetto che
tu invece lo trovi
comodo, soldatino” derise.
Steve
corrugò la fronte e schioccò la lingua sul
palato, stringendo forte le braccia
sul petto muscoloso.
"A
quest'ora lo stadio è chiuso" gli ricordò.
Tony
inarcò
un sopracciglio, sgranò un occhio piegando il capo di lato.
“Vuoi farmi credere
che puoi sconfiggere un esercito di Chitauri, ma non infiltrarti
clandestinamente in uno stadio?”.
Steve
strinse i denti tra loro indurendo la mascella. Il cellulare usciva per
metà
dalla tasca della tuta.
"Non
è
la difficoltà, è l'illegalità del
gesto che mi fa questione" rispose
ringhiando.
Tony
roteò
gli occhi sbuffando. “Lavori per un'organizzazione che non
è nemmeno
autorizzata ad esistere e ti preoccupi di entrare gratis allo stadio
per stare
seduti?” si lamentò. Alzò la testa,
sogghignò e allargò le braccia. “Non
vogliamo mica guardare la partita gratis, tranne che Casper e i suoi
zii non
giochino contro la famiglia di Dracula”.
"Fai
largo, allora" rispose Steve. La cuffia che indossava gli premeva
contro
le tempie e il ciuffo biondo cenere gli oscillava davanti al viso.
Tony
raggiunse l'entrata principale, voltò il capo all'indietro e
sogghignò. “Lo
sai? Dall'alto sembra il mio reattore” disse. Prese il
cellulare, lo passò su e
giù. “Sistemi di sicurezza disattivati”
disse la voce di Jarvis. Tony tirò
fuori dalla tasca un coltellino svizzero multiuso, fece scattare il
cacciavite
universale e si chinò togliendo la vite alla base della
porta. “Quindi ho
diritto ad entrare gratis, come minimo”.
Steven
lo
seguì all'interno sentendo rimbombare i propri passi nel
corridoio vuoto.
Ho
riconosciuto già metà delle battute dei film, un
quarto degli eventi veniva dai
fumetti [me le hai citate tu, per questo le ricordo] e l'ultimo quarto
sono
collegamenti mal venuti
Tony
avanzò
fino alle scale, le salì e si sedette su uno dei gradoni in
pietra. Abbassò il
capo, sogghignò e aggrottò le sopracciglia.
“Su, Rogers, o ti perdi l'inizio!”.
Steve
diminuì la velocità dell'andatura guardando la
figura di Tony in ombra. Rischiò
di andare a sbattere contro una parete seguendo la macchia scura sullo
sfondo
grigiastro.
Tony
ridacchiò, mosse il cellulare su e giù facendo
luce. “Datti una mossa, Cap!
Alla luce della luna potrai ammirarmi molto meglio che camminando in un
corridoio buio!”.
Steve
strinse il pugno coperto dal guanto rigido rosso e sbuffò,
accelerando il
passo.
"Ho
di
meglio da fare che seguire un borioso arrogante pieno di sé"
borbottò.
Tony
si mise
in piedi sullo spalto, sbuffò e si sporse. Saltò
giù, schioccò le dita e le
luci del corridoio si accesero. Allargò le braccia,
inarcò un sopracciglio.
“Dio Santo, Cap. Ci stai mettendo tutta la notte”.
Steven
si
mise a correre, balzò oltre la ringhiera dello spalto e
atterrò al centro del
campo.
Tony
rise,
scosse il capo raggiungendo la grata; vi si poggiò e
guardò Steve. “Ringrazia
di lavorare già per lo SHIELD, o avresti fatto il peggior
pre-colloquio del
secolo”.
Steve
si rizzò,
si voltò verso di lui e lo additò con l'indice.
"Senti
Stark, c'è chi ha dei problemi seri. Il mio migliore amico
è lì fuori privo di
senno, non ho il tempo di cercare d'impressionare te!" gridò.
Tony
sogghignò. “Sono il tuo capo. Dovresti trovarlo,
il tempo per impressionarmi”.
Aggrottò le sopracciglia, si mise seduto sulla grata a gambe
larghe. “O la
Romanoff non ti aveva detto che lo SHIELD, e tutte le strutture
dedicate alla
sicurezza, sono miei adesso?”.
Steven
spalancò la bocca, abbassò il braccio e
sospirò. Si portò l'altra mano al viso
e scosse il capo.
"Oh,
fantastico" si lamentò.
Tony
soffiò
aria dal naso, scosse il capo e schioccò la lingua.
“Ehi, cosa stai
insinuando?” domandò con tono lamentoso.
Steve
si
guardò a destra e a sinistra, inspirò ed
espirò.
"Meno
male che ho scoperto questa notizia catastrofica in un posto che amo"
sussurrò.
“Con
tutto
quello che succede, la cosa più catastrofica sono io al
potere?”. Tony rise,
scosse il capo e alzò le spalle. “Forse hai
ragione” ammise. Sogghignò, saltò
giù entrando nel campo e piegò il capo di lato.
“Ci sei già stato? Nel
paleolitico, intendo”.
“Ci
passavo
le ore qua dentro. Io e mio fratello non ci perdevamo neanche una
partita di
baseball” rispose Steve, alzando le spalle.
Tony
strinse
il sostegno sotto di sé fino a far arrossare le nocche.
“Avevi un fratello?”
chiese, con tono roco.
Le
gote di
Steve divennero grigiastre.
"No"
rispose secco.
Tony
strinse
le labbra, chiuse gli occhi e annuì. Alzò il
capo, sospirò. “C'erano grandi
squadre, ai tuoi tempi?”.
Steve
si
avvicinò a lu e si abbassò, guardandolo in viso.
“Oh
sì. Mi
ero detto che ci sarei tornato dopo la guerra … poi non
l’ho mai fatto”
sussurrò con tono roco.
Tony
sogghignò, lo guardò negli occhi e sporse in
avanti il capo. “Perché eri troppo
impegnato a fare Ercole, Capiscle” mormorò.
Steve
arcuò
un sopracciglio e sollevò il labbro superiore nella parte
sinistra.
"L'ercole?"
chiese.
Tony
sgranò
gli occhi, spalancò la bocca e tirò indietro la
testa. “Non osare dirmi che non
lo conosci!”.
Steve
strinse i pugni e conficcò la punta dello stivale nel
terreno.
“Certo
che
lo conosco! Solo che non mi piace il paragone. Ercole sconfisse
L’idra di
Lerna, ma non la uccise, rimase immortale” gridò.
Tony
roteò
gli occhi, girò attorno a Steve e inarcò entrambe
le sopracciglia verso l'alto
sorridendo. “Vedi Cap, anche a te è successo al
primo tentativo. Solo che tu
hai qualcosa che Ercolino sempreinpiedi non aveva”.
Steve
sbatté
un paio di volte gli occhi e si raddrizzò, indietreggiando.
"Ossia?"
domandò secco.
Stark allargò le braccia e ghignò. Infilò gli occhiali da sole, la luce dei riflettori brillava sulla superficie colorata.
“Me”.