Fandomia- Il Regno dei Fandom

di Giorgia Lolli
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Gran Rifiuto ***
Capitolo 2: *** Il Messaggio Acustico ***



Capitolo 1
*** Il Gran Rifiuto ***


1

Il gran rifiuto

Russia-Fazione dei Libri

Margaret era sempre stata chiamata Boots, come buona parte delle Margaret della Fazione Bibliofila. Suo fratello Gregor la chiamava Boots, sua sorella Elisabeth(che tutti chiamavano Lizzie o Liz) la chiamava Boots, i suoi genitori la chiamavano Boots, i compagni di classe la chiamavano Boots. Persino se incontrava qualcuno di nuovo e le chiedeva il nome la conversazione si concludeva sempre con “Margaret? Allora di soprannome fai Boots.”
Era snervante, come sentire per la millesima volta “Per tutto questo tempo? Sempre.”, una delle frasi tipiche della Fazione Bibliofila. Il Quartiere Magico, dove sorgeva la normalissima scuola di Hogwarts, faceva i salti di gioia ogni volta che la sentiva, come la maggior parte dei Lettori, ma lei iniziava ad averne abbastanza. Anche lei aveva letto Harry Potter, anche a lei era piaciuto e anche a lei era arrivata la letterina a undici anni, ma non per questo le piaceva sentire a ripetizione le frasi dei libri. Odiava il suo nome? Certo! Perché chiamare una bambina Margaret quando sai perfettamente che la chiamerai Boots? Perché costringerla a dire Gego e Gre-go quando vorrebbe dire Gregor tranquillamente? Perché mandarla in una scuola dove Aritmanzia era veramente Matematica(e preferiva di gran lunga il secondo nome) e dove c'erano cani a tre teste ogni sette anni?
In verità i cani a tre teste erano l'unico lato positivo di quel posto, l'unica cosa straordinariamente reale. Cucciolioni grandi due metri che se ti prendevano in simpatia si facevano accarezzare e ti leccavano la faccia sistemandoti i capelli all'insù per un buon week-end. Se d'estate eri abbastanza fortunato per andare al Campo Mezzosangue nel Quartiere Mitologico, c'era sempre un Cerbero davanti alla Casa di Ade. Qualche anno prima era stata anche invitata al compleanno di uno dei tanti Nico che popolavano il Campo. L'unica volta che si era divertita veramente, sopratutto a cavalcare il cagnolone e spaventare quasi tutti.
Non che la Fazione Bibliofila non le piacesse, semplicemente stava diventando piccola per lei. Voleva viaggiare, uscire, andare nelle Fazioni che vedeva dalle pareti di plastiglass e capire come vivevano loro. Purtroppo se nascevi in una Fazione ci rimanevi per sempre ed a sentire gli altri Lettori era meglio così. “Gli altri sono dei buzzurri.” si sentiva “Dei depravati che non caPEETAscono nulla perché non leggono.”. CaPEETAscono, una delle parole inventate dal Quartiere Hunger Games in collaborazione con il Quartiere 1984 e che faceva parte della neolingua. Qualcosa che la faceva vomitare ogni volta. Tra Hunger Games e Gregor c'era una vera e propria guerra dove i secondi subivano e basta. I Tributi, così si facevano chiamare i primi, si sentivano superiori benché fossero provenienti dalla stessa mente ed avessero pure molte cose in comune. Per non parlare dello spazio condiviso sotto la Fazione. Sottomondo e Distretto 13 confinavano e non era difficile beccare delle vere e proprie ronde di Gale che pattugliavano la zona.
A causa di questo odio non era mai riuscita a leggere quei libri, quindi non sapeva nemmeno se sarebbero stati meglio o peggio di Gregor. E per lei tutto era meglio di Gregor, quel dannato libro che doveva portarsi dietro a mano sempre. Nella Fazione Bibliofila, infatti, vigeva la regola di portare almeno un libro a mano in continuazione. Se non lo portavi venivi additato come spia e spedito in un posto che nessuno conosceva ne voleva conoscere nominato, appunto, Nulla. Se eri disgraziatamente così sfortunato da finirci difficilmente ritornavi alla Fazione da dove eri partito. Qualcuno rispuntava a sud, della Fazione Otaku o nella Fazione Magaka, oppure a Ovest, nella Fazione Teledipendente. Margaret aveva sempre visto la Fazione Manga come suoi fratelli, li aveva visti mentre leggevano pagine disegnate da destra verso sinistra con la stessa facilità con cui lei leggeva i libri da sinistra verso destra. La fazione Anime l'aveva sempre affascinata, invece, perché avevano oggetti molto tecnologici, come tablet e computer portatili sempre più moderni. Nella Fazione Bibliofila la tecnologia era proibita tranne che per gli MP3. Per la musica bisognava attaccarsi ad un Centro di Raccolta. Erano delle colonnine metalliche simili a dei Jukebox presenti una per Quartiere. Non c'era possibilità di scelta, le musiche erano sempre quelle e tutti ascoltavano solo quelle musiche. Dall'MP3 si potevano solo saltare, ma non si potevano rimuovere ne si potevano aggiungere altre musiche. Una spirale chiusa che Margaret non sopportava. Purtroppo sembrava l'unica ad essersene resa conto.
Era una giornata di sole e le lezioni sembravano non finire più. Ginnastica, o come veniva chiamata adesso Sopravvivenza, era appena finita e mancavano ancora un paio d'ore al ritiro nei propri Quartieri. Margaret teneva in mano Gregor- La Profezia del Sangue sbuffando e salendo le scale per la lezione di Letteratura, come se non fosse bastato avere la casa tappezzata di libri. Raggiunse la classe al primo piano e si sedette ad un banco in fondo incrociando le braccia sulla superficie. Se era fortunata poteva dormire per almeno mezz'ora prima che la beccassero. Stava già assaporando il mondo dei sogni quando l'insegnate entrò chiedendo il silenzio. I più rumorosi erano i gemelli, come sempre. I gemelli tendenzialmente si chiamavano Fred e George o Connor e Travis, per la serie “che fantasia!”. Nel caso dei compagni di Margaret i genitori erano stati originali: Fred e Trevis.
<< Smettetela di comportarvi come una Balbettante Bambocciona Banda di Babbuini.>> li riprese l'insegnate facendo salire di una tacca l'insofferenza di Margaret.
<< Prova a ripeterlo cinque volte a velocità doppia.>> ghignò Fred a Trevis facendo aumentare ulteriormente l'insofferenza della ragazza. Boots fece un respiro profondo cercando di mantenere la calma, molto difficile.
<< Oggi leggiamo The Kane Chronicles.>> continuò l'insegnante seguita dal boato di approvazione degli Egizi presenti<< Bene, andate a pagina 394.>>.
<< Adesso BASTA!>> scattò in piedi Margaret<< Sono sedici anni che spero di leggere in classe un libro dall'inizio e invece no! Sempre da pagina 394! Libri corti mai, vero? Ma anche libri lungi, ma almeno dall'inizio!>>.
<< Dovresti averlo già letto, Boots.>> le disse l'insegnate.
<< Non mi chiami così! Costa troppo chiamarmi Meg? Non li porto nemmeno gli stivali, odio gli stivali!>> si rivolse alla classe tremante di rabbia, sedici anni di frustrazione stavano uscendo come da una diga rotta<< Vi sembra forse giusto? Vi sembra forse bello avere quasi tutti lo stesso nome? Lo dico a te Pipino e a te Bianca. Lo dico a Cosmo e lo dico a Clorinda, vi sembra forse corretto? Essere così segregarti, così incatenati ad un certo libro? Ai libri?>>.
<< Siediti, o sarò costretta a togliere punti alla tua casa.>> la richiamò l'insegnate.
<< Faccia pure. La mia casa è quella della libertà.>> e a passo pesante uscì dall'aula, ma prima di varcare la soglia si voltò verso l'insegnate, ancora Gregor in mano<< Un'ultima cosa. Odio avere le mani impegnate da una cosa che ho già letto tre volte!>> e tirò il tomo dall'altra parte dell'aula mandandolo a sbattere contro la finestra. Fece un respiro profondo notando quello che aveva fatto. Le pagine svolazzavano mosse dal nulla mentre la classe si era ammutolita e l'insegnante si accingeva a premere un pulsante sotto la cattedra<< Uh... oh...>>.
Non ci pensò due volte: si mise a correre lungo il corridoio verso le scale antincendio. L'allarme scattò poco prima della porta antipanico sigillandola. Provò a spingere senza risultato, poi si voltò e li vide. I Pacificatori stavano arrivando a passo di marcia per portarla nel Nulla. Non erano i Pacificatori di Hunger Games, ma venivano chiamati così perché Fanboys e Fangirls, nome che tra l'altro si usava in tono dispregiativo tra gli studenti, non erano unisex. Vedeva quelle tutte colorate avvicinarsi sempre di più, la carta che sembrava dei loro vestiti ricoperta di parole in continuo movimento per confondere il Diverso.
Non ti farai certo catturare così!? si disse La vera Boots ha fatto anche peggio.
Saltò e si aggrappò ad una tubatura. Dondolò dando un calcio in faccia al primo Pacificatore, poi appoggiò i piedi al muro e come una molla si slanciò oltre chi la voleva catturare. Arrivò male, inciampò e rotolò a terra. Prima che le potessero essere nuovamente addosso si alzò e corse verso i piani più bassi della scuola.
Pensa, pensa, pensa! si disse, poi le venne l'idea. I sotterranei! Una Sottomondo come lei si sapeva muovere alla stragrande sotto terra, la sede dei Serpeverde era il suo regno. Forse era proprio per questo che il Capello Parlante, un casco robot in grado di leggere la mente, l'aveva sparata in quella casa senza se e senza ma. Corse immediatamente verso l'aula di Pozioni, ovvero Chimica, e si buttò dietro una statua di gargoyle.
<< CATOriamola!>> sentì gridare nel corridoio<< Presto, non deve sfuggiRUEci!>>.
Rimase immobile, poi una mano le tappò la bocca e la trascinò indietro facendola inciampare e rotolare in quello che sembrava uno scivolo. Lei e chi l'aveva presa rimbalzarono su un materasso messo apposta per attutire la caduta, poi si rotolarono e Margaret fece un balzo in posizione di difesa. Davanti a lei si trovava un ragazzo della sua età dai capelli rossi e grandi occhi verdi, le guance coperte di lentiggini ed il naso un po' all'insù.
<< Ciao.>> sorrise affabile mentre lei prendeva un'aria interrogativa<< Tranquilla, adesso sei al sicuro.>>.
<< Chi sei?>> chiese senza abbassare la guardia.
<< Felix, Quartiere Mitologico, Brooklin House.>>.
<< Dove siamo?>>.
<< Nell'unico posto dove potremo parlare senza che ci sentano. Potresti dirmi come ti chiami?>>.
<< Margaret, Quartiere Sotterraneo, Sottomondo.>>
<< Boots?>>.
<< Chiamami Meg.>>.
<< Va bene.>> la studiò da capi a piedi<< Avrei giurato ti chiamassi Cho.>>.
Effettivamente Margaret aveva tutto fuorché della Margaret: capelli neri lisci lunghi quasi fino ai piedi benché li avesse legati in una coda alta e stretta, occhi calamitosi a mandorla, pelle leggermente abbronzata rispetto alla norma e corpo snello. Chi l'aveva chiamata Margaret, ovvero i suoi genitori, era un idiota.
<< Perché siamo qui?>> domandò sbuffando.
<< Te l'ho detto: per parlare.>> sorrise Felix<< Tu oggi hai tirato un libro, no?>>.
<< Aspetta. Sei un Fanboy?>>.
<< Certo che no! Sono i miei peggiori nemici!>> la guardò schifato con un brivido di ribrezzo<< Inoltre la neolingua mi fa vomitare.>>.
<< Allora chi sei tu?>>.
<< Fe...>>.
<< Chi sei tu, veramente?>>.
<< Oh... non saprei.>> alzò le spalle<< Un Supernaturalista? Un Sottomondo? Un Mago? Uno Shadowhunter?>> si sedette su una sedia da ufficio di quelle a rotelle e si dette lo slancio<< O, meglio ancora, un Evocatore.>> nell'esatto momento in cui lo disse un'immensa apparecchiatura computerizzata si accese mostrando decine di monitor, uno per ogni singolo angolo della Fazione Bibliofila.
<< Evo... che?>> rimase a guardare scovolta qull'impianto enorme.
<< Evocatore, non puoi saperlo se non hai mai giocato ai videogiochi.>>.
<< Ora sì che parliamo la stessa lingua.>> lo guardò interrogativa<< Che ne sai tu di videogiochi?>>.
<< Dove pensi che abbia preso tutta questa roba?>> ed indicò la postazione di spionaggio<< Sono anni che lavoro alla ricerca di un altro Comunicante come me, poi oggi sei spuntata tu.>>.
<< Ma non eri un Evocatore?>>.
<< Quella è una parola che esiste già, Comunicante l'ho creata io. Sono persone che vogliono conoscere le altre Fazioni, ovvero gli altri modi di comunicare che ha creato l'uomo.>> si mise a premere una serie di pulsanti sulla consolle sotto gli shermi<< Da queste gallerie si può accedere alle altre Fazioni, almeno credo. Sono riuscito ad aprirmi un varco nella zona delle Serie TV, e loro mi hanno passato dei videogiochi e quest'apparecchiatura.>>.
<< Sempre Comunicati?>>.
<< Ovvio! Nessuno mi avrebbe mai dato queste cose se avesse saputo dove le portavo.>> si voltò a guardarla ed allungò la mano<< Ti va di unirti a me?>>.
<< Non so se mi posso ancora fidare.>> guardò in su<< Quando potremo tornare in superficie?>>.
<< Diamine! Sei una Sottomondo e sei già stanca di stare qui?>>.
<< No, è solo che la mia famiglia sarà preoccupata.>>.
<< Fammi indovinare, la più piccola di tre fratelli. Gregor, Lizzie e Boots.>>.
<< Odio quel nome!>>.
<< Scusa, Meg.>>.
<< Comunque sì.>> mise il broncio<< Tre fratelli, Gregor, Lizzie e Boots.>>.
<< Spera che tu non abbia avuto altre sorelle prima di Gregor.>>.
<< Perché?>>.
<< Perché io avevo una sorella, ma scomparve nel nulla appena nata. Credo sia in un'altra Fazione, ignara della verità.>> improvvisamente si era fatto serio. Si suoi occhi tradivano rabbia e frustrazione<< Per questo ho creato tutto ciò, per ritrovarla.>>.

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Capitolo 2
*** Il Messaggio Acustico ***


2

Il messaggio acustico

America del Nord- Fazione dei Videogiochi

Ezio corse più che poté. Benché esile l'allenamento del Quartiere Assassino dov'era cresciuto stava dando i suoi frutti. Si nascose dietro un cassonetto in un vicolo ansimante cercando di regolare il respiro. Nuvolette di vapore gli uscivano dalla bocca in quella fredda giornata nella fazione Giocante, ma non aveva corso per tenersi caldo. Il cuore gli martellava così forte in petto che sperò non lo tradisse, non quella volta almeno. Aveva avuto tante occasioni per farlo, come il primo amore, l'essersi immischiato in una rissa e quando a scuola l'avevano attaccato alla macchina della verità per sapere se aveva smontato lui le tubature. Dal panico aveva iniziato a battergli il cuore, poi aveva smesso di botto e lui aveva perso i sensi.
Un Ezio che soffriva di cuore. Nulla di grave, ma abbastanza da creargli qualche problema. Non sapeva se fosse peggio quello o il mondo dove viveva. Nella Fazione Giocante, infatti, era reato non passare ore davanti a qualche schermo luminoso a giocare ai videogiochi. Il nome poteva tradire, ma ben pochi andavano in giro a giocare all'aria aperta. Molti stavano rintanati in casa il settanta percento della loro giornata, chi giocava fuori erano per lo più i Bulletti e gli Imperiali. I primi se la prendevano solo se c'era una faida con un altro gruppo, i secondi facevano la ronda per controllare chi era fuori se aveva fatto il minimo di dieci ore davanti ai videogiochi. Sarebbe stato il sogno di ogni Nerd, ma non di Ezio.
Odiava quel posto con tutto se stesso e benché la miopia lo rendesse autorizzato a fare meno ore(da dieci a sette), doveva fare i conti con tutto il mondo che gli girava intorno. I suoi fratelli, ad esempio, con i nomi di Assassin's Creed Rinascimento, gli allenamenti a cui era tenuto come se gioco e vita reale si fondessero e le lezioni alla Scuola Pubblica del Male. Era una normalissima scuola, ma era stata chiamata così poiché si trovava nel Quartiere Crash Bandicoot. Ezio non vedeva l'ora di andarsene da quelle mura e le medie sembravano la sua unica salvezza. Una serie di piccole scuolette che popolavano il Quartiere Calcistico nella zona Inazuma Eleven. Il passo successivo sarebbe stato il Liceo e già sognava di andare nel Quartiere Enigmistico a studiare archeologia e geologia. Non tanto per le materie in se, ma per essere nel Quartiere Enigmistico, quella che lui riteneva veramente casa sua.
Dei passi si sentirono lungo la strada principale ed Ezio di raggomitolò ancora più dietro al cassonetto premendo le ginocchia sul costato per paura che il cuore ne uscisse fuori.
Stai calmo.” si disse “Non è mai stata qui, stai calmo.”.
<< Ezio!>> lo chiamò una voce dolce come il miele ed allo stesso tempo spietata come una motosega<< Ezio, dove ti sei nascosto?>>.
Stai calmo.” si ripeté trattenendo il respiro “Stai calmo, non ti troverà.”.
<< Andiamo, Ezio! Non farmi arrabbiare.>> continuò la voce femminile e familiare<< Se ti trovo, io poi sono guai! Ti avverto!>> e si allontanò dal vicolo. Ezio si lasciò scivolare letteralmente sull'asfalto con un sospiro di sollievo, poi infilò le cuffie nelle orecchie e fece partire la musica. Aah, la musica. Era il suo unico svago in quel posto. A parte le musichette dei giochi Arcade, alcune erano veramente belle da ascoltare, inoltre ogni tanto arrivavano delle canzoni anche dai Centri di Raccolta. Purtroppo era così raro che le colonnine a forma di Jukebox, presenti una per ogni Quartiere, giacevano in stato di abbandono. Sporche e non ricontrollate regolarmente, rimanevano inutilizzate anche quando la spia delle novità lampeggiava per almeno tre giorno. Solo quella del Quartiere Calcistico era sempre in ordine ed il merito era tutto di Ezio. Rimpiangeva solo di non essere riuscito ad aggiustare le lampadine della consolle che nel corso del tempo si erano fulminate. A causa di ciò era costretto ogni giorno ad infilare il cavetto USB dell'MP3 per vedere se era arrivato qualcosa di nuovo. Il risultato era praticamente sempre lo stesso: niente. Così, pur di non tornare a casa, si metteva a ripulire il Centro di Raccolta e a sistemala dove c'erano rotture o possibili guasti. Il risultato era che si presentava come il migliore Centro della Fazione Giocante.
Ezio aveva scelto quella per non destare sospetti e perché era la più vicina. Nel Quartiere Assassino lo conoscevano tutti(difficile non riconoscerlo), nel Quartiere Enigmistico sarebbe stato troppo ovvio agli occhi di sua madre, mentre il Quartiere Survival-Horror era fuori discussione. Tra nebbia ovunque e mostri che potevano spuntare da qualsiasi parte in qualsiasi momento, il fatto che non gli fosse venuto un attacco cardiaco quando c'era passato per sbaglio era un miracolo. Il Quartiere Calcistico era l'ideale, eccetto per quella piccola cosa...
<< Ehi!>> gridò qualcuno facendolo irrigidire ed istintivamente staccarsi le cuffie dalle orecchie<< Che ci fai qui, nanetto?>>.
<< Ah! Non riportarmi da mia madre!>> esclamò Ezio scattando in piedi nel suo metro e dieci di altezza. Per avere tredici anni era molto basso.
<< Sei un Fulminetto?>> domandò il ragazzone che aveva davanti scrocchiando le dita con fare minaccioso. Ezio deglutì mentre iniziava a sudare freddo. Ecco la piccola cosa del Quartiere Calcistico: la faida tra Fifoni e Fulminetti. I primi giocavano praticamente solo a FIFA ed i secondi solo ad Inazuma Eleven. Alcuni non avevano pregiudizi, ma la maggior parte erano radicali estremi. Se avevi la sventura di imbatterti in uno dei loro scontri a botte e pallonate potevi rimanere gravemente ferito.
<< No, assolutamente.>> si affrettò a dire Ezio mentre altri due ragazzi sopraggiungevano per menarlo.
<< Però la faccia da Fulminetto un po' ce l'ha.>> incalzò uno dei nuovi venuti scrocchiando il collo. Probabilmente erano i capelli castani ricci e gli occhi calamitosi dietro agli occhiali tondi ed enormi che gli facevano dire questo.
<< Mi chiamo Ezio, come posso essere un Fulminetto?>> si difese il ragazzino deglutendo.
<< Un Assassino? Tu?>> scoppiarono a ridere<< Ti avrei creduto di più se mi avessi detto Sopravvissuto.>> il primo ragazzo caricò il destro.
<< A... Aspettate...>> deglutì e sperò che il cuore non gli facesse qualche scherzo<< Devo solo incontrare una persona, poi tornerò nel mio Quartiere.>>.
<< E chi è? Qualche Fulminetto?>>.
<< Non lo so.>> il ragazzone lo prese per il colletto sollevandolo dal terreno. Situazione peggiore non poteva capitargli<< Giuro, non lo so chi mi voglia incontrare.>>.
<< Spera che fosse uno di noi.>> Ezio serrò gli occhi aspettandosi il primo pugno sul naso che gli avrebbe sfasciato gli occhiali.
<< Ehi!>> esclamò una voce femminile poco rassicurante<< Che lai, Lionel!>>.
<< Do una lezione a questo filo-Ful...>> si bloccò<< Ma... ma...>>.
<< Su, lascia in pace questo ragazzino.>> si sentirono delle dita scrocchiare ed Ezio strinse ancora di più gli occhi<< Oppure te la vedrai con me.>> la presa si allentò improvvisamente ed il ragazzino precipitò a terra in malo modo. Provò a riprendersi in fretta, e si sistemò gli occhiali sul naso.
<< Se è un Fulminetto sono affari tuoi, Marta.>> la minacciò uno degli altri due ragazzi.
<< Gigi.>> il ragazzo s'irrigidì nel sentire la ragazza che lo chiamava per nome<< Tua madre ti sta aspettando per la partita del sabato, come tutti.>> i suoi occhi color azzurro pallido si piantarono minacciosi su Ezio che tremò<< Vi conviene andare.>>.
L'ultimo rimasto senza nome fece per alzare la mano e dire qualcosa, ma lo sguardo della ragazza li fece scappare tutti e tre a gambe levate.
<< Gra...>> provò a dire Ezio, ma Marta lo prese per il braccio e lo trascinò via senza tante cerimonie. In tutto quel trambusto aveva fatto poco caso al suo aspetto fisico tranche che per gli occhi minacciosi. Una cosa alquanto strana, visto che la ragazza aveva corti capelli albini con le punte tinte di nero inchiostro, inoltre aveva quei sessanta centimetri in più rispetto lui. Dimostrava sei anni in più di lui e portava un abbigliamento strano, che ad Ezio ricordava qualcosa, ma non sapeva bene cosa. Da piccolo com'era rimpiccolì ulteriormente, così per calmarsi provò a concentrarsi sul nome della ragazza. Come l'avevano chiamata? Marta? Sì, Marta. Ma non c'era nessuna Marta nei videogiochi, almeno così gli sembrava. Marta, Marta...
<< Enigmarta!>> esclamò colto dall'illuminazione. Se ne pentì praticamente subito perché la ragazza gli scoccò un'occhiata minacciosa.
<< Non chiamarmi così.>> disse glaciale<< O Marta o morto, sono stata chiara?>>.
<< Cri... cri... cristallina.>> balbettò diventando ancora più piccolo. Si fermarono in un vicolo cieco e lei aprì un cassonetto.
<< Entra.>>.
<< Cosa?!>>.
<< Dobbiamo parlare ed all'esterno ci sono troppi Oculi.>> gli Oculi erano delle telecamere praticamente invisibili posizionate in ogni punto possibile. Li usavano gli Imperiali per controllare i Giocanti presenti nella fazione, ma solo pochi sapevano della loro esistenza. Fino a quel momento Ezio aveva creduto di essere l'unico in grado di vederli, e lui era miope.
<< E quello? Non ci vedrà entrare?>> fece notare il ragazzino indicando un pallino lucido nell'angolo del vicolo che riusciva a registrare ogni singolo punto di quel posto. Per tutta risposta la ragazza gli indicò un filo mimetizzato nel muro che collegava l'apertura del cassonetto all'Oculo<< Oh, un sistema di disattivazione a movimento.>>.
<< Ora muoviti, prima che si accorgano che uno si è scollegato.>> Ezio guardò dentro un po' perplesso<< Ah! Che bambino.>> e lo spinse dentro senza tante cerimonie. Il ragazzino gridò mentre invece di cadere in mezzo ai rifiuti scivolava in un condotto segreto ed atterrava su un materasso gonfiabile praticamente introvabile nella Fazione Giocante. Marta lo raggiunse poco dopo giungendo in piedi e facendo un elegante balzo da ginnasta esperta. Ezio si guardò intorno studiando tutto ciò che vedeva e si stupì nel notare un televisore con una serie di DVD. Non li aveva mai visti e rimase particolarmente sorpreso da ciò.
<< Dove siamo?>> chiese alzandosi in piedi e raggiungendo la ragazza che smanettava su un personal computer.
<< Tu sei un Comunicante.>> disse senza mezzi termini.
<< Io sono un cosa?>> la ragazza fece partire una registrazione dal portatile ed Ezio s'irrigidì.
<< Ciao. Io non conosco te e tu non conosci me, ma abbiamo molte cose in comune. Incontriamoci nel Quartiere Calcistico vicino alla discarica il 16 Ottobre alle diciotto.>> disse una voce modificata, poi la ragazza aggiunse<< Sei in ritardo.>>.
<< Tu mi hai mandato quel messaggio?>> la studiò<< Ma tu sei Enigmarta del Quartiere Enigmistico.>> lo fulminò<< Marta, volevo dire Marta.>>.
<< Sì, te l'ho mandato io e... andiamo! Non potevo certo farti venire sotto casa mia, sarebbe stato ovvio.>>.
<< Ma perché? Poteva trovarlo chiunque quel messaggio, no? Se non l'avessi sentito io cosa avresti fatto?>>.
<< Era impossibile che lo prendesse qualcun altro.>> si strinse nelle spalle<< L'unica persona che ascoltava assiduamente la musica come fai tu è scomparsa.>> fece un respiro profondo<< Il mio nome lo hai già capito, ma a me sfugge il tuo.>>.
<< Ezio.>> rispose il ragazzino a sguardo basso<< Quartiere Assassino.>> si guardò intorno<< Continuo ancora a non afferrare perché mi hai portato qui. Sei una pedofila?>>.
<< Cosa!? Ma se avremo due anni di differenza!>> la guardò perplesso<< Tu hai tredici anni, no? Io ne ho quindici. Anzi, li devo ancora compiere.>> Ezio granò gli occhi<< Ma non siamo qui per parlare di questo! Tu hai un dono, sei... sei un mago nell'aggiustare le cose.>>.
<< Non esageriamo, so usare qualche cacciavite.>>.
<< Hai sistemato alla perfezione il Centro di Raccolta qui al Quartiere Calcistico, inoltre ti ho notato mentre risolvevi casi apparentemente irrisolvibili, quando con l'aiuto del cervello ti nascondevi dalla tua famiglia o quando facevi le gare di enigmi nel Quartiere Enigmistico. Tu sei un genietto e non te ne rendi conto!>> gli scompigliò i ricci con la mano in un gesto tenero quanto terrorizzante.
<< Mi sopravvaluti.>> arrossì<< Non sono così bravo.>>.
<< Può essere, ma sei l'unico che mi può aiutare.>> si rabbuiò nuovamente<< Hai mai avuto un amico qui? Un vero amico?>> Ezio scosse la testa. Di una cosa era sicuro, nella Fazione Videogiochi non aveva amici<< Io ne avevo uno. Era come te, geniale, inoltre sognava di andare oltre.>>.
<< Nelle altre Fazioni?>> domandò sorpreso il ragazzino e Marta annuì mestamente.
<< Sì, ma come ben sai non è possibile.>> allargò le braccia ad indicare tutto ciò che la circondava<< Questo l'ha creato lui prima che gli Imperiali lo portassero nel Nulla.>> gli occhi le si infiammarono d'ira mentre serrava i pugni e faceva scattare le braccia verso il basso come un cavatappi<< Voglio ritrovarlo. Per questo voglio andare nelle altre Fazioni. Per questo ho bisogno di te.>>.

-Angolo Autrice-
Bene em...
Che dire, è la prima storia che pubblico su EFP e che comunque pubblico in generale. Se siete arrivati al secondo capitolo vuol dire o che proprio schifo non faccio, oppure che siete abbastanza folli da proseguire assieme a me.
La prima recensione che mi è arrivata è stata neutra e mi scuso per la scarsa descrizione che ho fatto delle Fazioni. Dovrete aspettare dieci capitoli per conoscerle meglio, chiedo venia.
Sappiate, comunque, che la suddivisione è pressappoco questa:

 
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Fazione dei Libri
Fazione dei Videogiochi
Fazione dei Manga
Fazione dei Telefilm
Fazione dei Fumetti
Fazione degli Anime
Fazione del Teatro
Fazione dei Cartoni Animati
Fazione dei Film

Come potete vedere sono territori molto ampi ed avremo modo di conoscerli(io con voi) solo nei prossimi capitoli.
Per esempio nella Fazione Bibliofila io ho descritto praticamente solo l'area di Mosca e San Pietro Burgo. Un nulla, insomma.
Inoltre quando ho creato questo planisfero non avevo ancora pensato alla Fazione Fantasma delle Light Novel, situata in Siberia. Per questo vi dico che bisognerà aspettare fino al decimo capitolo per "ampliare gli orizzionti".
Chiedo scusa per l'inconveniente ed, anzi, ringrazio Miss_Riddle Starkey per la sua recensione. Mi a fatto capire le incomprensioni che si possono trovare nella storia.
Lo ammetto, è di difficile lettura anche per me. Ho cercato di mettere i Fandom più famosi e quelli che conosco meglio, ma se qualcuno ha idee basta che me lo faccia sapere. Sono aperta a qualsiasi opinione.
Grazie comunque per aver letto la storia e spero di non avervi annoiato con questo angolo così lungo, ma mi sembrava doveroso fare alcune precisazioni/ dare alcune risposte.
Ciao e buono studio/lavoro/scrittura a tutti voi.

G.L.

P.S.: Ho pubblicato la storia anche su Wattpad. Lì sono al quarto capitolo.
Se vi può interessare andatela leggere, mi farebbe piacere.

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