Fandomia- Il Regno dei Fandom di Giorgia Lolli (/viewuser.php?uid=782314)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Gran Rifiuto ***
Capitolo 2: *** Il Messaggio Acustico ***
Capitolo 1 *** Il Gran Rifiuto ***
1
Il
gran rifiuto
Russia-Fazione
dei Libri
Margaret
era sempre stata chiamata Boots, come buona parte delle Margaret
della Fazione Bibliofila. Suo fratello Gregor la chiamava Boots, sua
sorella Elisabeth(che tutti chiamavano Lizzie o Liz) la chiamava
Boots, i suoi genitori la chiamavano Boots, i compagni di classe la
chiamavano Boots. Persino se incontrava qualcuno di nuovo e le
chiedeva il nome la conversazione si concludeva sempre con
“Margaret?
Allora di soprannome fai Boots.”
Era
snervante, come sentire per la millesima volta “Per tutto
questo
tempo? Sempre.”, una delle frasi tipiche della Fazione
Bibliofila.
Il Quartiere Magico, dove sorgeva la normalissima scuola di Hogwarts,
faceva i salti di gioia ogni volta che la sentiva, come la maggior
parte dei Lettori, ma lei iniziava ad averne abbastanza. Anche lei
aveva letto Harry Potter, anche a lei era piaciuto e anche a lei era
arrivata la letterina a undici anni, ma non per questo le piaceva
sentire a ripetizione le frasi dei libri. Odiava il suo nome? Certo!
Perché chiamare una bambina Margaret quando sai
perfettamente che la
chiamerai Boots? Perché costringerla a dire Gego e Gre-go
quando
vorrebbe dire Gregor tranquillamente? Perché mandarla in una
scuola
dove Aritmanzia era veramente Matematica(e preferiva di gran lunga il
secondo nome) e dove c'erano cani a tre teste ogni sette anni?
In
verità i cani a tre teste erano l'unico lato positivo di
quel posto,
l'unica cosa straordinariamente reale. Cucciolioni grandi due metri
che se ti prendevano in simpatia si facevano accarezzare e ti
leccavano la faccia sistemandoti i capelli all'insù per un
buon
week-end. Se d'estate eri abbastanza fortunato per andare al Campo
Mezzosangue nel Quartiere Mitologico, c'era sempre un Cerbero davanti
alla Casa di Ade. Qualche anno prima era stata anche invitata al
compleanno di uno dei tanti Nico che popolavano il Campo. L'unica
volta che si era divertita veramente, sopratutto a cavalcare il
cagnolone e spaventare quasi tutti.
Non
che la Fazione Bibliofila non le piacesse, semplicemente stava
diventando piccola per lei. Voleva viaggiare, uscire, andare nelle
Fazioni che vedeva dalle pareti di plastiglass e capire come vivevano
loro. Purtroppo se nascevi in una Fazione ci rimanevi per sempre ed a
sentire gli altri Lettori era meglio così. “Gli
altri sono dei
buzzurri.” si sentiva “Dei depravati che non
caPEETAscono nulla
perché non leggono.”. CaPEETAscono, una delle
parole inventate dal
Quartiere Hunger Games in collaborazione con il Quartiere 1984 e che
faceva parte della neolingua. Qualcosa che la faceva vomitare ogni
volta. Tra Hunger Games e Gregor c'era una vera e propria guerra dove
i secondi subivano e basta. I Tributi, così si facevano
chiamare i
primi, si sentivano superiori benché fossero provenienti
dalla
stessa mente ed avessero pure molte cose in comune. Per non parlare
dello spazio condiviso sotto la Fazione. Sottomondo e Distretto 13
confinavano e non era difficile beccare delle vere e proprie ronde di
Gale che pattugliavano la zona.
A
causa di questo odio non era mai riuscita a leggere quei libri,
quindi non sapeva nemmeno se sarebbero stati meglio o peggio di
Gregor. E per lei tutto era meglio di Gregor, quel dannato libro che
doveva portarsi dietro a mano sempre. Nella Fazione Bibliofila,
infatti, vigeva la regola di portare almeno un libro a mano in
continuazione. Se non lo portavi venivi additato come spia e spedito
in un posto che nessuno conosceva ne voleva conoscere nominato,
appunto, Nulla. Se eri disgraziatamente così sfortunato da
finirci
difficilmente ritornavi alla Fazione da dove eri partito. Qualcuno
rispuntava a sud, della Fazione Otaku o nella Fazione Magaka, oppure a
Ovest, nella Fazione Teledipendente. Margaret aveva sempre visto la
Fazione
Manga come suoi fratelli, li aveva visti mentre leggevano pagine
disegnate da destra verso sinistra con la stessa facilità
con cui
lei leggeva i libri da sinistra verso destra. La fazione Anime
l'aveva sempre affascinata, invece, perché avevano oggetti
molto
tecnologici, come tablet e computer portatili sempre più
moderni.
Nella Fazione Bibliofila la tecnologia era proibita tranne che per
gli MP3. Per la musica bisognava attaccarsi ad un Centro di Raccolta.
Erano delle colonnine metalliche simili a dei Jukebox presenti una
per Quartiere. Non c'era possibilità di scelta, le musiche
erano
sempre quelle e tutti ascoltavano solo quelle musiche. Dall'MP3 si
potevano solo saltare, ma non si potevano rimuovere ne si potevano
aggiungere altre musiche. Una spirale chiusa che Margaret non
sopportava. Purtroppo sembrava l'unica ad essersene resa conto.
Era
una giornata di sole e le lezioni sembravano non finire più.
Ginnastica, o come veniva chiamata adesso Sopravvivenza, era appena
finita e mancavano ancora un paio d'ore al ritiro nei propri
Quartieri. Margaret teneva in mano Gregor- La Profezia del
Sangue
sbuffando e salendo le scale per la lezione di Letteratura, come se
non fosse bastato avere la casa tappezzata di libri. Raggiunse la
classe al primo piano e si sedette ad un banco in fondo incrociando
le braccia sulla superficie. Se era fortunata poteva dormire per
almeno mezz'ora prima che la beccassero. Stava già
assaporando il
mondo dei sogni quando l'insegnate entrò chiedendo il
silenzio. I
più rumorosi erano i gemelli, come sempre. I gemelli
tendenzialmente
si chiamavano Fred e George o Connor e Travis, per la serie
“che
fantasia!”. Nel caso dei compagni di Margaret i genitori
erano
stati originali: Fred e Trevis.
<<
Smettetela di comportarvi come una Balbettante Bambocciona Banda di
Babbuini.>> li riprese l'insegnate facendo salire di una
tacca
l'insofferenza di Margaret.
<<
Prova a ripeterlo cinque volte a velocità
doppia.>> ghignò
Fred a Trevis facendo aumentare ulteriormente l'insofferenza della
ragazza. Boots fece un respiro profondo cercando di mantenere la
calma, molto difficile.
<<
Oggi leggiamo The Kane Chronicles.>>
continuò
l'insegnante seguita dal boato di approvazione degli Egizi
presenti<<
Bene, andate a pagina 394.>>.
<<
Adesso BASTA!>> scattò in piedi
Margaret<< Sono sedici
anni che spero di leggere in classe un libro dall'inizio e invece no!
Sempre da pagina 394! Libri corti mai, vero? Ma anche libri lungi, ma
almeno dall'inizio!>>.
<<
Dovresti averlo già letto, Boots.>> le disse
l'insegnate.
<<
Non mi chiami così! Costa troppo chiamarmi Meg? Non li porto
nemmeno
gli stivali, odio gli stivali!>> si rivolse alla classe
tremante di rabbia, sedici anni di frustrazione stavano uscendo come
da una diga rotta<< Vi sembra forse giusto? Vi sembra
forse
bello avere quasi tutti lo stesso nome? Lo dico a te Pipino e a te
Bianca. Lo dico a Cosmo e lo dico a Clorinda, vi sembra forse
corretto? Essere così segregarti, così incatenati
ad un certo
libro? Ai libri?>>.
<<
Siediti, o sarò costretta a togliere punti alla tua
casa.>> la
richiamò l'insegnate.
<<
Faccia pure. La mia casa è quella della
libertà.>> e a passo
pesante uscì dall'aula, ma prima di varcare la soglia si
voltò
verso l'insegnate, ancora Gregor in
mano<< Un'ultima
cosa. Odio avere le mani impegnate da una cosa che ho già
letto tre
volte!>> e tirò il tomo dall'altra parte
dell'aula mandandolo
a sbattere contro la finestra. Fece un respiro profondo notando
quello che aveva fatto. Le pagine svolazzavano mosse dal nulla mentre
la classe si era ammutolita e l'insegnante si accingeva a premere un
pulsante sotto la cattedra<< Uh... oh...>>.
Non
ci pensò due volte: si mise a correre lungo il corridoio
verso le
scale antincendio. L'allarme scattò poco prima della porta
antipanico sigillandola. Provò a spingere senza risultato,
poi si
voltò e li vide. I Pacificatori stavano arrivando a passo di
marcia
per portarla nel Nulla. Non erano i Pacificatori di Hunger Games, ma
venivano chiamati così perché Fanboys e Fangirls,
nome che tra
l'altro si usava in tono dispregiativo tra gli studenti, non erano
unisex. Vedeva quelle tutte colorate avvicinarsi sempre di
più, la
carta che sembrava dei loro vestiti ricoperta di parole in continuo
movimento per confondere il Diverso.
Non
ti farai certo catturare così!? si disse La
vera Boots ha
fatto anche peggio.
Saltò
e si aggrappò ad una tubatura. Dondolò dando un
calcio in faccia al
primo Pacificatore, poi appoggiò i piedi al muro e come una
molla si
slanciò oltre chi la voleva catturare. Arrivò
male, inciampò e
rotolò a terra. Prima che le potessero essere nuovamente
addosso si
alzò e corse verso i piani più bassi della scuola.
Pensa,
pensa, pensa! si disse, poi le venne l'idea. I sotterranei!
Una
Sottomondo come lei si sapeva muovere alla stragrande sotto terra, la
sede dei Serpeverde era il suo regno. Forse era proprio per questo
che il Capello Parlante, un casco robot in grado di leggere la mente,
l'aveva sparata in quella casa senza se e senza ma. Corse
immediatamente verso l'aula di Pozioni, ovvero Chimica, e si
buttò
dietro una statua di gargoyle.
<<
CATOriamola!>> sentì gridare nel
corridoio<< Presto, non
deve sfuggiRUEci!>>.
Rimase
immobile, poi una mano le tappò la bocca e la
trascinò indietro
facendola inciampare e rotolare in quello che sembrava uno scivolo.
Lei e chi l'aveva presa rimbalzarono su un materasso messo apposta
per attutire la caduta, poi si rotolarono e Margaret fece un balzo in
posizione di difesa. Davanti a lei si trovava un ragazzo della sua
età dai capelli rossi e grandi occhi verdi, le guance
coperte di
lentiggini ed il naso un po' all'insù.
<<
Ciao.>> sorrise affabile mentre lei prendeva un'aria
interrogativa<< Tranquilla, adesso sei al
sicuro.>>.
<<
Chi sei?>> chiese senza abbassare la guardia.
<<
Felix, Quartiere Mitologico, Brooklin House.>>.
<<
Dove siamo?>>.
<<
Nell'unico posto dove potremo parlare senza che ci sentano. Potresti
dirmi come ti chiami?>>.
<<
Margaret, Quartiere Sotterraneo, Sottomondo.>>
<<
Boots?>>.
<<
Chiamami Meg.>>.
<<
Va bene.>> la studiò da capi a
piedi<< Avrei giurato ti
chiamassi Cho.>>.
Effettivamente
Margaret aveva tutto fuorché della Margaret: capelli neri
lisci
lunghi quasi fino ai piedi benché li avesse legati in una
coda alta
e stretta, occhi calamitosi a mandorla, pelle leggermente abbronzata
rispetto alla norma e corpo snello. Chi l'aveva chiamata Margaret,
ovvero i suoi genitori, era un idiota.
<<
Perché siamo qui?>> domandò
sbuffando.
<<
Te l'ho detto: per parlare.>> sorrise
Felix<< Tu oggi hai
tirato un libro, no?>>.
<<
Aspetta. Sei un Fanboy?>>.
<<
Certo che no! Sono i miei peggiori nemici!>> la
guardò
schifato con un brivido di ribrezzo<< Inoltre la
neolingua mi fa vomitare.>>.
<<
Allora chi sei tu?>>.
<<
Fe...>>.
<<
Chi sei tu, veramente?>>.
<<
Oh... non saprei.>> alzò le
spalle<< Un
Supernaturalista? Un Sottomondo? Un Mago? Uno
Shadowhunter?>>
si sedette su una sedia da ufficio di quelle a rotelle e si dette lo
slancio<< O, meglio ancora, un Evocatore.>>
nell'esatto
momento in cui lo disse un'immensa apparecchiatura computerizzata si
accese mostrando decine di monitor, uno per ogni singolo angolo della
Fazione Bibliofila.
<<
Evo... che?>> rimase a guardare scovolta qull'impianto
enorme.
<<
Evocatore, non puoi saperlo se non hai mai giocato ai
videogiochi.>>.
<<
Ora sì che parliamo la stessa lingua.>> lo
guardò
interrogativa<< Che ne sai tu di
videogiochi?>>.
<<
Dove pensi che abbia preso tutta questa roba?>> ed
indicò la
postazione di spionaggio<< Sono anni che lavoro alla
ricerca di
un altro Comunicante come me, poi oggi sei spuntata tu.>>.
<<
Ma non eri un Evocatore?>>.
<<
Quella è una parola che esiste già, Comunicante
l'ho creata io.
Sono persone che vogliono conoscere le altre Fazioni, ovvero gli
altri modi di comunicare che ha creato l'uomo.>> si mise
a
premere una serie di pulsanti sulla consolle sotto gli
shermi<< Da queste gallerie si può
accedere alle altre Fazioni, almeno credo. Sono riuscito ad aprirmi
un varco nella zona delle Serie TV, e loro mi hanno passato dei
videogiochi
e quest'apparecchiatura.>>.
<<
Sempre Comunicati?>>.
<<
Ovvio! Nessuno mi avrebbe mai dato queste cose se avesse saputo dove
le portavo.>> si voltò a guardarla ed
allungò la mano<<
Ti va di unirti a me?>>.
<<
Non so se mi posso ancora fidare.>> guardò in
su<<
Quando potremo tornare in superficie?>>.
<<
Diamine! Sei una Sottomondo e sei già stanca di stare
qui?>>.
<<
No, è solo che la mia famiglia sarà
preoccupata.>>.
<<
Fammi indovinare, la più piccola di tre fratelli. Gregor,
Lizzie e
Boots.>>.
<<
Odio quel nome!>>.
<<
Scusa, Meg.>>.
<<
Comunque sì.>> mise il broncio<<
Tre fratelli, Gregor,
Lizzie e Boots.>>.
<<
Spera che tu non abbia avuto altre sorelle prima di
Gregor.>>.
<<
Perché?>>.
<<
Perché io avevo una sorella, ma scomparve nel nulla appena
nata.
Credo sia in un'altra Fazione, ignara della
verità.>>
improvvisamente si era fatto serio. Si suoi occhi tradivano rabbia e
frustrazione<< Per questo ho creato tutto ciò,
per
ritrovarla.>>.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Il Messaggio Acustico ***
2
Il
messaggio acustico
America
del Nord- Fazione dei Videogiochi
Ezio
corse più che poté. Benché esile
l'allenamento del Quartiere
Assassino dov'era cresciuto stava dando i suoi frutti. Si nascose
dietro un cassonetto in un vicolo ansimante cercando di regolare il
respiro. Nuvolette di vapore gli uscivano dalla bocca in quella
fredda giornata nella fazione Giocante, ma non aveva corso per
tenersi caldo. Il cuore gli martellava così forte in petto
che sperò
non lo tradisse, non quella volta almeno. Aveva avuto tante occasioni
per farlo, come il primo amore, l'essersi immischiato in una rissa e
quando a scuola l'avevano attaccato alla macchina della
verità per
sapere se aveva smontato lui le tubature. Dal panico aveva iniziato a
battergli il cuore, poi aveva smesso di botto e lui aveva perso i
sensi.
Un
Ezio che soffriva di cuore. Nulla di grave, ma abbastanza da creargli
qualche problema. Non sapeva se fosse peggio quello o il mondo dove
viveva. Nella Fazione Giocante, infatti, era reato non passare ore
davanti a qualche schermo luminoso a giocare ai videogiochi. Il nome
poteva tradire, ma ben pochi andavano in giro a giocare all'aria
aperta. Molti stavano rintanati in casa il settanta percento della
loro giornata, chi giocava fuori erano per lo più i Bulletti
e gli
Imperiali. I primi se la prendevano solo se c'era una faida con un
altro gruppo, i secondi facevano la ronda per controllare chi era
fuori se aveva fatto il minimo di dieci ore davanti ai videogiochi.
Sarebbe stato il sogno di ogni Nerd, ma non di Ezio.
Odiava
quel posto con tutto se stesso e benché la miopia lo
rendesse
autorizzato a fare meno ore(da dieci a sette), doveva fare i conti
con tutto il mondo che gli girava intorno. I suoi fratelli, ad
esempio, con i nomi di Assassin's Creed Rinascimento, gli allenamenti
a cui era tenuto come se gioco e vita reale si fondessero e le
lezioni alla Scuola Pubblica del Male. Era una normalissima scuola,
ma era stata chiamata così poiché si trovava nel
Quartiere Crash
Bandicoot. Ezio non vedeva l'ora di andarsene da quelle mura e le
medie sembravano la sua unica salvezza. Una serie di piccole
scuolette che popolavano il Quartiere Calcistico nella zona Inazuma
Eleven. Il passo successivo sarebbe stato il Liceo e già
sognava di
andare nel Quartiere Enigmistico a studiare archeologia e geologia.
Non tanto per le materie in se, ma per essere nel Quartiere
Enigmistico, quella che lui riteneva veramente casa sua.
Dei
passi si sentirono lungo la strada principale ed Ezio di
raggomitolò
ancora più dietro al cassonetto premendo le ginocchia sul
costato
per paura che il cuore ne uscisse fuori.
“Stai
calmo.” si disse “Non è mai stata qui,
stai calmo.”.
<<
Ezio!>> lo chiamò una voce dolce come il miele
ed allo stesso
tempo spietata come una motosega<< Ezio, dove ti sei
nascosto?>>.
“Stai
calmo.” si ripeté trattenendo il respiro
“Stai calmo, non ti
troverà.”.
<<
Andiamo, Ezio! Non farmi arrabbiare.>>
continuò la voce
femminile e familiare<< Se ti trovo, io poi sono guai! Ti
avverto!>> e si allontanò dal vicolo. Ezio si
lasciò
scivolare letteralmente sull'asfalto con un sospiro di sollievo, poi
infilò le cuffie nelle orecchie e fece partire la musica.
Aah, la
musica. Era il suo unico svago in quel posto. A parte le musichette
dei giochi Arcade, alcune erano veramente belle da ascoltare, inoltre
ogni tanto arrivavano delle canzoni anche dai Centri di Raccolta.
Purtroppo era così raro che le colonnine a forma di Jukebox,
presenti una per ogni Quartiere, giacevano in stato di abbandono.
Sporche e non ricontrollate regolarmente, rimanevano inutilizzate
anche quando la spia delle novità lampeggiava per almeno tre
giorno.
Solo quella del Quartiere Calcistico era sempre in ordine ed il
merito era tutto di Ezio. Rimpiangeva solo di non essere riuscito ad
aggiustare le lampadine della consolle che nel corso del tempo si
erano fulminate. A causa di ciò era costretto ogni giorno ad
infilare il cavetto USB dell'MP3 per vedere se era arrivato qualcosa
di nuovo. Il risultato era praticamente sempre lo stesso: niente.
Così, pur di non tornare a casa, si metteva a ripulire il
Centro di
Raccolta e a sistemala dove c'erano rotture o possibili guasti. Il
risultato era che si presentava come il migliore Centro della Fazione
Giocante.
Ezio
aveva scelto quella per non destare sospetti e perché era la
più
vicina. Nel Quartiere Assassino lo conoscevano tutti(difficile non
riconoscerlo), nel Quartiere Enigmistico sarebbe stato troppo ovvio
agli occhi di sua madre, mentre il Quartiere Survival-Horror era
fuori discussione. Tra nebbia ovunque e mostri che potevano spuntare
da qualsiasi parte in qualsiasi momento, il fatto che non gli fosse
venuto un attacco cardiaco quando c'era passato per sbaglio era un
miracolo. Il Quartiere Calcistico era l'ideale, eccetto per quella
piccola cosa...
<<
Ehi!>> gridò qualcuno facendolo irrigidire ed
istintivamente
staccarsi le cuffie dalle orecchie<< Che ci fai qui,
nanetto?>>.
<<
Ah! Non riportarmi da mia madre!>> esclamò
Ezio scattando in
piedi nel suo metro e dieci di altezza. Per avere tredici anni era
molto basso.
<<
Sei un Fulminetto?>> domandò il ragazzone che
aveva davanti
scrocchiando le dita con fare minaccioso. Ezio deglutì
mentre
iniziava a sudare freddo. Ecco la piccola cosa del Quartiere
Calcistico: la faida tra Fifoni e Fulminetti. I primi giocavano
praticamente solo a FIFA ed i secondi solo ad Inazuma Eleven. Alcuni
non avevano pregiudizi, ma la maggior parte erano radicali estremi.
Se avevi la sventura di imbatterti in uno dei loro scontri a botte e
pallonate potevi rimanere gravemente ferito.
<<
No, assolutamente.>> si affrettò a dire Ezio
mentre altri due
ragazzi sopraggiungevano per menarlo.
<<
Però la faccia da Fulminetto un po' ce l'ha.>>
incalzò uno
dei nuovi venuti scrocchiando il collo. Probabilmente erano i capelli
castani ricci e gli occhi calamitosi dietro agli occhiali tondi ed
enormi che gli facevano dire questo.
<<
Mi chiamo Ezio, come posso essere un Fulminetto?>> si
difese il
ragazzino deglutendo.
<<
Un Assassino? Tu?>> scoppiarono a ridere<<
Ti avrei
creduto di più se mi avessi detto
Sopravvissuto.>> il primo
ragazzo caricò il destro.
<<
A... Aspettate...>> deglutì e sperò
che il cuore non gli
facesse qualche scherzo<< Devo solo incontrare una
persona, poi
tornerò nel mio Quartiere.>>.
<<
E chi è? Qualche Fulminetto?>>.
<<
Non lo so.>> il ragazzone lo prese per il colletto
sollevandolo
dal terreno. Situazione peggiore non poteva capitargli<<
Giuro,
non lo so chi mi voglia incontrare.>>.
<<
Spera che fosse uno di noi.>> Ezio serrò gli
occhi
aspettandosi il primo pugno sul naso che gli avrebbe sfasciato gli
occhiali.
<<
Ehi!>> esclamò una voce femminile poco
rassicurante<<
Che lai, Lionel!>>.
<<
Do una lezione a questo filo-Ful...>> si
bloccò<< Ma...
ma...>>.
<<
Su, lascia in pace questo ragazzino.>> si sentirono delle
dita
scrocchiare ed Ezio strinse ancora di più gli
occhi<< Oppure
te la vedrai con me.>> la presa si allentò
improvvisamente ed
il ragazzino precipitò a terra in malo modo.
Provò a riprendersi in
fretta, e si sistemò gli occhiali sul naso.
<<
Se è un Fulminetto sono affari tuoi, Marta.>>
la minacciò uno
degli altri due ragazzi.
<<
Gigi.>> il ragazzo s'irrigidì nel sentire la
ragazza che lo
chiamava per nome<< Tua madre ti sta aspettando per la
partita
del sabato, come tutti.>> i suoi occhi color azzurro
pallido si
piantarono minacciosi su Ezio che tremò<< Vi
conviene
andare.>>.
L'ultimo
rimasto senza nome fece per alzare la mano e dire qualcosa, ma lo
sguardo della ragazza li fece scappare tutti e tre a gambe levate.
<<
Gra...>> provò a dire Ezio, ma Marta lo prese
per il braccio e
lo trascinò via senza tante cerimonie. In tutto quel
trambusto aveva
fatto poco caso al suo aspetto fisico tranche che per gli occhi
minacciosi. Una cosa alquanto strana, visto che la ragazza aveva
corti capelli albini con le punte tinte di nero inchiostro, inoltre
aveva quei sessanta centimetri in più rispetto lui.
Dimostrava sei
anni in più di lui e portava un abbigliamento strano, che ad
Ezio
ricordava qualcosa, ma non sapeva bene cosa. Da piccolo com'era
rimpiccolì ulteriormente, così per calmarsi
provò a concentrarsi
sul nome della ragazza. Come l'avevano chiamata? Marta? Sì,
Marta.
Ma non c'era nessuna Marta nei videogiochi, almeno così gli
sembrava. Marta, Marta...
<<
Enigmarta!>> esclamò colto dall'illuminazione.
Se ne pentì
praticamente subito perché la ragazza gli scoccò
un'occhiata
minacciosa.
<<
Non chiamarmi così.>> disse
glaciale<< O Marta o morto,
sono stata chiara?>>.
<<
Cri... cri... cristallina.>> balbettò
diventando ancora più
piccolo. Si fermarono in un vicolo cieco e lei aprì un
cassonetto.
<<
Entra.>>.
<<
Cosa?!>>.
<<
Dobbiamo parlare ed all'esterno ci sono troppi Oculi.>>
gli
Oculi erano delle telecamere praticamente invisibili posizionate in
ogni punto possibile. Li usavano gli Imperiali per controllare i
Giocanti presenti nella fazione, ma solo pochi sapevano della loro
esistenza. Fino a quel momento Ezio aveva creduto di essere l'unico
in grado di vederli, e lui era miope.
<<
E quello? Non ci vedrà entrare?>> fece notare
il ragazzino
indicando un pallino lucido nell'angolo del vicolo che riusciva a
registrare ogni singolo punto di quel posto. Per tutta risposta la
ragazza gli indicò un filo mimetizzato nel muro che
collegava
l'apertura del cassonetto all'Oculo<< Oh, un sistema di
disattivazione a movimento.>>.
<<
Ora muoviti, prima che si accorgano che uno si è
scollegato.>>
Ezio guardò dentro un po' perplesso<< Ah! Che
bambino.>>
e lo spinse dentro senza tante cerimonie. Il ragazzino gridò
mentre
invece di cadere in mezzo ai rifiuti scivolava in un condotto segreto
ed atterrava su un materasso gonfiabile praticamente introvabile
nella Fazione Giocante. Marta lo raggiunse poco dopo giungendo in
piedi e facendo un elegante balzo da ginnasta esperta. Ezio si
guardò
intorno studiando tutto ciò che vedeva e si stupì
nel notare un
televisore con una serie di DVD. Non li aveva mai visti e rimase
particolarmente sorpreso da ciò.
<<
Dove siamo?>> chiese alzandosi in piedi e raggiungendo la
ragazza che smanettava su un personal computer.
<<
Tu sei un Comunicante.>> disse senza mezzi termini.
<<
Io sono un cosa?>> la ragazza fece partire una
registrazione
dal portatile ed Ezio s'irrigidì.
<<
Ciao. Io non conosco te e tu non conosci me, ma abbiamo molte
cose in comune. Incontriamoci nel Quartiere Calcistico vicino alla
discarica il 16 Ottobre alle diciotto.>> disse
una voce
modificata, poi la ragazza aggiunse<< Sei in
ritardo.>>.
<<
Tu mi hai mandato quel messaggio?>> la
studiò<< Ma tu
sei Enigmarta del Quartiere Enigmistico.>> lo
fulminò<<
Marta, volevo dire Marta.>>.
<<
Sì, te l'ho mandato io e... andiamo! Non potevo certo farti
venire
sotto casa mia, sarebbe stato ovvio.>>.
<<
Ma perché? Poteva trovarlo chiunque quel messaggio, no? Se
non
l'avessi sentito io cosa avresti fatto?>>.
<<
Era impossibile che lo prendesse qualcun altro.>> si
strinse
nelle spalle<< L'unica persona che ascoltava assiduamente
la
musica come fai tu è scomparsa.>> fece un
respiro profondo<<
Il mio nome lo hai già capito, ma a me sfugge il
tuo.>>.
<<
Ezio.>> rispose il ragazzino a sguardo
basso<< Quartiere
Assassino.>> si guardò intorno<<
Continuo ancora a non
afferrare perché mi hai portato qui. Sei una
pedofila?>>.
<<
Cosa!? Ma se avremo due anni di differenza!>> la
guardò
perplesso<< Tu hai tredici anni, no? Io ne ho quindici.
Anzi,
li devo ancora compiere.>> Ezio granò gli
occhi<< Ma non
siamo qui per parlare di questo! Tu hai un dono, sei... sei un mago
nell'aggiustare le cose.>>.
<<
Non esageriamo, so usare qualche cacciavite.>>.
<<
Hai sistemato alla perfezione il Centro di Raccolta qui al Quartiere
Calcistico, inoltre ti ho notato mentre risolvevi casi apparentemente
irrisolvibili, quando con l'aiuto del cervello ti nascondevi dalla
tua famiglia o quando facevi le gare di enigmi nel Quartiere
Enigmistico. Tu sei un genietto e non te ne rendi
conto!>> gli
scompigliò i ricci con la mano in un gesto tenero quanto
terrorizzante.
<<
Mi sopravvaluti.>> arrossì<< Non
sono così bravo.>>.
<<
Può essere, ma sei l'unico che mi può
aiutare.>> si rabbuiò
nuovamente<< Hai mai avuto un amico qui? Un vero
amico?>>
Ezio scosse la testa. Di una cosa era sicuro, nella Fazione
Videogiochi non aveva amici<< Io ne avevo uno. Era come
te,
geniale, inoltre sognava di andare oltre.>>.
<<
Nelle altre Fazioni?>> domandò sorpreso il
ragazzino e Marta
annuì mestamente.
<<
Sì, ma come ben sai non è
possibile.>> allargò le braccia ad
indicare tutto ciò che la circondava<< Questo
l'ha creato lui
prima che gli Imperiali lo portassero nel Nulla.>> gli
occhi le
si infiammarono d'ira mentre serrava i pugni e faceva scattare le
braccia verso il basso come un cavatappi<< Voglio
ritrovarlo.
Per questo voglio andare nelle altre Fazioni. Per questo ho bisogno
di te.>>.
-Angolo Autrice-
Bene em...
Che dire, è la prima storia che pubblico su EFP e che
comunque pubblico in generale. Se siete arrivati al secondo capitolo
vuol dire o che proprio schifo non faccio, oppure che siete abbastanza
folli da proseguire assieme a me.
La prima recensione che mi è arrivata è stata
neutra e mi scuso per la scarsa descrizione che ho fatto delle Fazioni.
Dovrete aspettare dieci capitoli per conoscerle meglio, chiedo venia.
Sappiate, comunque, che la suddivisione è pressappoco
questa:
Fazione
dei Libri
Fazione
dei Videogiochi
Fazione
dei Manga
Fazione
dei Telefilm
Fazione
dei Fumetti
Fazione
degli Anime
Fazione
del Teatro
Fazione
dei Cartoni Animati
Fazione
dei Film
Come potete vedere sono territori molto ampi ed avremo modo di
conoscerli(io con voi) solo nei prossimi capitoli.
Per esempio nella Fazione Bibliofila io ho descritto praticamente solo
l'area di Mosca e San Pietro Burgo. Un nulla, insomma.
Inoltre quando ho creato questo planisfero non avevo ancora pensato
alla Fazione Fantasma delle Light Novel, situata in Siberia. Per questo
vi dico che bisognerà aspettare fino al decimo capitolo per
"ampliare gli orizzionti".
Chiedo scusa per l'inconveniente ed, anzi, ringrazio Miss_Riddle Starkey per la sua
recensione. Mi a fatto capire le incomprensioni che si possono trovare
nella storia.
Lo ammetto, è di difficile lettura anche per me. Ho cercato
di mettere i Fandom più famosi e quelli che conosco meglio,
ma se qualcuno ha idee basta che me lo faccia sapere. Sono aperta a
qualsiasi opinione.
Grazie comunque per aver letto la storia e spero di non avervi annoiato
con questo angolo così lungo, ma mi sembrava doveroso fare
alcune precisazioni/ dare alcune risposte.
Ciao e buono studio/lavoro/scrittura a tutti voi.
G.L.
P.S.: Ho pubblicato la storia anche su Wattpad. Lì sono al
quarto capitolo.
Se vi può interessare andatela leggere, mi farebbe piacere.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2917577
|