Gli amori di Sir Gwaine e Lady Morgana

di Chloe R Pendragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La giostra dell'amore ***
Capitolo 2: *** Un ricordo inopportuno ***
Capitolo 3: *** Sognando il futuro ***
Capitolo 4: *** Guai in vista ***
Capitolo 5: *** Tempo di decisioni ***



Capitolo 1
*** La giostra dell'amore ***


La giostra dell'amore

Gli amori di Sir Gwaine e Lady Morgana.

 

N. Turno: 1° Turno.
Autore: Chloe R Pendragon.

Titolo: La giostra dell’amore.
Fandom: Merlin.
Personaggi: Morgana, Gwaine.
Rating: Verde.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale.
Avvertimenti: Missing Moments, What if...?
Introduzione: Cosa sarebbe accaduto tra Gwaine e Morgana se si fossero conosciuti nell’anno in cui la strega era sotto la “custodia” di Morgause e si fossero rivisti tra le tende della giostra a Camelot?
Eventuali note dell’Autore: Ho deciso di scrivere una raccolta di flash dal titolo “Gli amori di Sir Gwaine e Lady Morgana”, per cui ogni storia che invierò avrà questo “supertitolo” all’inizio; chiaramente sarà costituita unicamente dalle flashfics che scriverò per questo concorso a turni, non ci saranno capitoli extra – al massimo farò un’altra raccolta XD -

 

1)    La giostra dell’amore.

 

Morgana era impietrita di fronte all’ingresso di un tendone, gli occhi fissi sul ragazzo che cercava di indossare un’ingombrante armatura; non aveva immaginato che potesse incontrare proprio lui, colui che aveva già rischiato di morire per proteggere Arthur pochi giorni prima.

Un anno prima, lei lo aveva incontrato in una bettola malfamata, dove si era recata per obliare il dolore del tradimento di Merlin, ma lui probabilmente era stato troppo ubriaco per ricordarsene: le aveva offerto da bere e, dopo un paio di boccali di idromele, si erano ritrovati a parlare un po’ di tutto. In quel momento, la strega aveva sentito il bisogno di sfogarsi e lui era stato comprensivo e l’aveva ascoltata con un certo interesse: quello straniero le aveva offerto la sua attenzione e tutto ciò che aveva chiesto in cambio era stato il suo nome, ma lei aveva pensato a proteggersi, così gli disse che si chiamava Morgause.

Ora si trovava lì, incapace di distogliere lo sguardo da quel fisico asciutto, ipnotizzata da quelle mani che armeggiavano faticosamente con la corazza; guidata dall’istinto, gli si avvicinò e prese quell’ammasso di ferraglia tra le sue dita sottili.

«Lascia, faccio io...» gli sussurrò dolcemente all’orecchio poco prima che si voltasse, per poi focalizzare la sua attenzione sulla cotta di maglia che gli fasciava il torace; avvertiva chiaramente il suo sguardo, tuttavia Morgana fingeva di non farci caso, intenta a stringere le cinghie e ad assicurare l’armatura al guerriero.

«Non credevo di avere degli ammiratori tra i Pendragon, così come credevo che ti chiamassi Morgause, Lady Morgana » le rispose con tono amichevole, sottolineando le ultime due parole per far breccia nel muro d’indifferenza che la strega aveva eretto intorno a sé. Quest’ultima sentì il suo cuore mancare un battito, colpita dall’assenza di astio nella sua voce: possibile che non fosse risentito per quella menzogna?

«Non preoccuparti, posso comprendere la tua reticenza alla taverna» aggiunse come se conoscesse i suoi pensieri più intimi: Morgana cercò di pensare a cosa rispondere, visto che ormai era inutile negare l’evidenza. Lo aveva sottovalutato e lui l’aveva scoperta, perciò doveva confidare nella bontà del condottiero.

«Ti ringrazio per la comprensione, Gwaine, è stato un anno piuttosto... complicato, per cui potrebbe rimanere un segreto tra noi?» gli chiese con tutto il carisma che possedeva, ottenendo un risultato soddisfacente: il guerriero le sorrise ed annuì, per poi avvicinare lentamente il volto ispido al suo, spiazzandola con il suo odore maschio.

«Accetto, ma ad una condizione...» replicò, solleticandole il mento con il suo fiato caldo e, senza darle possibilità di replica, posò le labbra su quelle morbide della pupilla del re, mozzandole il respiro. Fu un contatto innocente, eppure capace di far palpitare i cuori di entrambi e di legare indissolubilmente le loro anime, avvolgendole nel caldo abbraccio di un amore puro; quanti destini avrebbe cambiato quell’innocente effusione...

«... che io sia il tuo campione, Morgana!» concluse soffiandole all’orecchio e uscendo dalla tenda galeotta, lasciando la strega confusa e sorridente, le mani posate sul petto rinvigorito.

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Capitolo 2
*** Un ricordo inopportuno ***


Un ricordo inopportuno

Gli amori di Sir Gwaine e Lady Morgana

 

2) Un ricordo inopportuno

 

 

Morgana osservava mesta il regno dormiente dalla sua camera, gli occhi umidi per il recente pianto. Nonostante il re si fosse mostrato gentile, non era comunque stato in grado di colmare il vuoto che sentiva nel petto: suo padre era morto in battaglia da pochi giorni e lei era stata portata a palazzo da un compagno d’armi di Gorlois, un uomo cortese ma eccessivamente reverenziale.

Tutto quello di cui aveva bisogno erano le forti braccia che l’avevano stretta con amore quando aveva avuto paura e le goffe carezze che ogni notte aveva ricevuto prima di addormentarsi; ora invece era da sola in una stanza immensa e fredda che la faceva singhiozzare ininterrottamente.

«Perché piangi?» domandò una vocina dall’uscio, spezzando il pesante silenzio: la bambina si asciugò frettolosamente gli occhi e si voltò con apparente calma, cercando di apparire tranquilla.

«Non sto piangendo!» esclamò sprezzante, decisa a non farsi vedere debole da quello sconosciuto, non le importava che si trattasse del futuro sovrano di Camelot: suo papà le aveva sempre detto di essere forte e indipendente e lei non lo avrebbe deluso. Peccato che quel pensiero l’avesse resa nuovamente triste, costringendola a lottare contro un’altra ondata di lacrime.

«Sì, invece!» replicò Arthur, avvicinandosi alla nuova arrivata e porgendole un piccolo fagotto di stoffa. «Ho pensato che avessi fame, perciò ti ho portato un po’ di frutta»

Morgana, che aveva messo il broncio per la cocciutaggine del suo interlocutore, stava per ribattere, ma il suo stomaco brontolò rumorosamente, facendola arrossire per l’imbarazzo.

«Gaius dice che piangere è come ridere: è sempre meglio farlo in compagnia...» continuò il principino con un’espressione sicura che mal si conciliava con la scarsa convinzione del suo tono di voce.

«Questa è la cosa più stupida che abbia sentito dire» disse la bambina inarcando un sopracciglio, tuttavia non riuscì a trattenere un timido sorriso di fronte a quella faccia buffa.

«Lo penso anch’io...» concordò sovrappensiero, per poi voltarsi di scatto e chiederle: «Ma allora perché stai sorridendo se non ti ho convinta?»

«Perché avevi un’espressione ridicola!» esclamò lei con una risata argentina, così pura da far sorridere anche Arthur, nonostante l’offesa; insieme aprirono il fagotto e mangiarono l’uva al suo interno, parlando dei loro genitori e di come fosse la vita nel castello. Quando entrambi sentirono le palpebre appesantirsi, Morgana tornò a essere triste: aveva finalmente trovato qualcuno con cui confidarsi e ora doveva tornare a stare da sola.

«Se non filo in camera, mio padre non mi farà usare la spada domani...» annunciò mortificato, così prese le mani della bambina tra le sue e, guardandola negli occhi, aggiunse: «Dopo l’allenamento verrò a trovarti, te lo assicuro!»

«Non serve, piuttosto fammi un’altra promessa: giurami che saremo come fratello e sorella e che ci confideremo sempre tutto!» esclamò lei con crescente agitazione: il principe non poté tirarsi indietro e le diede la sua parola.

«Lo giuro!»

 

 

Morgana si svegliò di soprassalto, turbata da quell’inopportuno ricordo: possibile che il bacio di Gwaine avesse riportato a galla i suoi vecchi sentimenti?

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Capitolo 3
*** Sognando il futuro ***


Sognando il futuro

Gli amori di Sir Gwaine e Lady Morgana

 

3) Sognando il futuro

 

Morgana si affacciò dalla finestra della capanna, un dolce sorriso a illuminarle il viso; inspirò l’aria salubre della natura che la circondava e aprì gli occhi azzurro-ghiaccio per contemplare il paesaggio di fronte a sé. L’erba verde e rigogliosa sembrava brillare di luce propria, gli alberi protendevano i rami verso il cielo come se volessero toccarlo, creando con le loro fronde un gioco di luci e ombre sul terreno; le risate argentine di un bambino aleggiavano nel boschetto, fondendosi con il canto degli uccelli e il frinire delle cicale. Era così assorta in quel clima di serenità da non accorgersi dell’uomo alle sue spalle, il quale ne approfittò per prenderla dai fianchi e farla voltare.

Colta alla sprovvista, la giovane strega non poté reagire poiché delle labbra si posarono sulle sue, tappandole la bocca e amplificando l’armonia del momento. Era un bacio genuino come colui da cui era scaturito, una semplice effusione che racchiudeva tutto ciò che di buono c’era nel mondo. Quando si staccarono, si presero qualche secondo per perdersi l’uno nello sguardo dell’altra, sorridendo con ogni cellula dei loro corpi: era tutto assolutamente perfetto.

«Mamma! Papà! Che state facendo?»

Quella voce cristallina strappò i due amanti dai loro sguardi trasognati e li costrinse a separarsi dall’abbraccio che li univa; fermo sull’uscio vi era un bambino dai lunghi capelli castani e gli occhi nocciola del padre, mentre l’espressione severa e la postura naturalmente composta erano un’eredità della famiglia Pendragon.

«Siamo stati scoperti, Lady Morgana!» esclamò con ostentato stupore Gwaine, prima di proseguire con un sorriso furbo, «A questo punto non ci resta che catturare la spia: in guardia!»

Senza attendere oltre, il consorte si avventò sul fanciullo e lo sollevò da terra, per poi correre all’aria aperta tenendo il suo esile corpicino sulle spalle. La strega non poté fare a meno di ridere di fronte a quella scena, scuotendo divertita la testa: quella sì che era vita...

 

 

Per la seconda notte consecutiva, Morgana si destò di soprassalto, le braccia strette attorno al petto: com’era potuto accadere nuovamente? Ancora una volta si era trattato di un sogno, ma in questo caso c’era qualcosa di diverso; mentre il giorno precedente si era trattato di un ricordo, ora aveva avuto una premonizione.

Per quanto volesse negarlo, in cuor suo sapeva che era così: sentiva che quelle scene erano autentiche, nella sua mente riecheggiava persino il nome di quel misterioso bambino, suo figlio. Non aveva mai immaginato il suo futuro in quei termini, tanto meno in compagnia di Gwaine e di un pargolo il cui nome era stato appositamente scelto da lei, non c’erano dubbi: Aglain, proprio come il druido che l’aveva salvata e le aveva aperto gli occhi sulla sua vera natura.

Con rabbia scostò le morbide lenzuola e si alzò dal letto, rivestendosi con gesti rapidi e irritati e uscendo dalla sua stanza. Si avviò silenziosa fuori dal castello, decisa a chiudere la questione una volta per tutte: era giunta l’ora di trovare Gwaine.

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Capitolo 4
*** Guai in vista ***


4) Guai in vista

 
Erano passati tre giorni da quando Morgana si era messa sulle tracce di Gwaine, lasciando detto che sarebbe andata alla ricerca di un particolare vestito. Sperava che quella scusa potesse reggere e, soprattutto, di poter tornare a Camelot il prima possibile: aveva una missione da compiere e quella scappatella rischiava di comprometterla, anche se forse già... La strega scosse vigorosamente la testa, facendo scivolare il cappuccio del mantello sulle spalle: no, non era ancora finita, non poteva essere già finita. Morgause credeva in lei, la sua gente credeva in lei, perciò non si sarebbe lasciata sopraffare da un sentimento assurdo come quello.
Quei pensieri confusi e iracondi furono interrotti dal sibilo di una freccia che colpì il suo destriero, il quale cadde rovinosamente al su suolo con un nitrito angoscioso. La giovane Pendragon batté con violenza la testa contro un albero e, stordita dalla botta, non riuscì a seguire quanto accadde: vide un gruppo di banditi avvicinarsi, per poi essere misteriosamente sconfitti da un apparente sconosciuto. Se non fosse stato per quella voce non avrebbe capito chi fosse il salvatore...
«Questa è la parte in cui la dama ringrazia il suo eroe, dico bene, Lady Morgana?»
Gwaine.
Bastò quel pensiero per far sì che la strega si riprendesse e si scagliasse contro il vagabondo, il quale non ottenne altro che una raffica di pugni e di insulti.
«Ringraziarti?! Se sono nei guai è solo colpa tua e di quello stupido bacio!» esclamò rabbiosa la ragazza, rendendosi conto troppo tardi dell’errore commesso. Difatti Gwaine sorrise sornione e le bloccò entrambe le mani, per poi avvicinare il viso ispido a quello delicato di lei.
«Ne volete ancora?» le domandò allusivo, beccandosi un sonoro schiaffo. Morgana avrebbe voluto replicare, tuttavia vide uno dei briganti puntare una balestra contro Gwaine, così la mente le si annebbiò: la sua causa avrebbe tratto un enorme giovamento da quella morte, ma lei...
Fu allora che avvenne: la magia sfuggì al suo controllo e il nemico venne schiantato contro un albero, rompendosi il collo per la violenza dell’impatto. Quel suono secco spinse il guerriero a voltarsi verso la fonte, per poi rivolgere nuovamente la sua attenzione verso la strega.
«Sei stata tu? Ma come...? Tu sei...?» mormorò tra sé mentre metabolizzava la realtà, lasciando Morgana in balìa del terrore: era stata scoperta e tutto perché non poteva sopportare l’idea di perderlo. Quando Gwaine la fissò nuovamente negli occhi lesse tutta la sua paura, così le accarezzò dolcemente una guancia.
«Perché mi hai salvato?» le chiese all’improvviso, cogliendola in fallo: che cosa doveva fare? Uscire allo scoperto una volta per tutte o fuggire? No, lei non fuggiva mai, era troppo orgogliosa per farlo, perciò prese un bel respiro e si mise in gioco.
«Perché ci sono momenti in cui vorrei ammazzarti, Gwaine, ma ammezzerei chiunque per difenderti...» ammise con voce ferma, nonostante dentro stesse tremando di paura. La mente era colma di dubbi, ma il ragazzo li spazzò via tutti con un semplice gesto: un bacio pieno di speranza.

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Capitolo 5
*** Tempo di decisioni ***


Gli amori di Sir Gwaine e Lady Morgana
 

5) Tempo di decisioni

 
Sorella, apri gli occhi!
La voce di Morgause costrinse Morgana ad aprire gli occhi e ad alzarsi da quel giaciglio improvvisato, coprendosi con l’abito riverso al suolo meglio che poteva. Aveva trascorso tutta la notte con Gwaine, tra lunghi baci e carezze infuocate: avevano parlato di sogni e speranze, aprendosi l’uno all’altra come con nessun’altro.
Si erano addormentati in una piccola radura poco distante, abbracciati con ogni fibra del corpo e dell’anima. Una leggera brezza aveva cullato il loro sonno, così delicata da non poter spazzare via i dolci sorrisi sui loro volti. Solo la voce imperiosa della strega era riuscita a spezzare quell’idillio, destando Morgana e guardandola con visibile disappunto.
«Cosa significa tutto questo, sorella? Che fai qui quando dovresti essere a Camelot?»
Morgana esitò, temendo la reazione della sorellastra: avrebbe capito? Guardò il suo amato ancora dormiente, quel dolce sorriso a illuminare il volto ispido. No, non poteva più nascondere il suo amore, era troppo grande e dirompente. Guardò Morgause dritto negli occhi e tese una mano verso il suo braccio, stringendolo delicatamente mentre l’altra mano reggeva ancora l’abito.
«Ti prego, Morgana, non abbandonarmi! Avevamo un sogno, ricordi?» cercò di tentarla con i vecchi ricordi, e per un attimo sembrò riuscirci: i lineamenti della giovane Pendragon si addolcirono, lo sguardo colmo di tenerezza, ma poi si riscosse. Non era quello il suo sogno, non lo era mai stato: lei voleva sì giustizia, ma non voleva trasformarsi in un altro mostro, per quello c’era già l’attuale sovrano.
«Io non ti abbandonerò mai, sorella, però non mi piace quello che sto diventando, così piena di odio e di risentimento. Per la prima volta da quando ho scoperto i miei poteri, stanotte ho provato amore ed è questo ciò che sogno per me stessa. Se mi vuoi davvero bene, allora lasciami andare insieme a quest’uomo: sarò al fianco tuo e di quelli come noi, ma non chiedermi di rinunciare alla persona che amo...»
Lo sguardo della strega divenne lo specchio delle sue emozioni: inizialmente confuso, mostrò un accenno di furia omicida nel guardare quel tipo, finché non abbandonò ogni resistenza.
«Sei la persona più importante della mia vita, sorella, non potrei mai negarti la felicità che meriti... Se questo è ciò che desideri, allora va’ e realizza il tuo sogno. Ti chiedo solo due cose: promettimi di non escludermi dalla tua vita e di stare sempre attenta, ok?»
Le lacrime rigarono i volti di entrambe, mentre si abbracciavano con affetto: si sussurrarono parole colme di dolcezza, augurandosi tutto il bene possibile, poi Morgause se ne andò, lasciandoli soli. Quando Gwaine si svegliò, venne accolto da un bacio delicato e da una proposta inaspettata.
«Andiamo via da qui, scappiamo insieme!» disse febbricitante, per poi aggiungere: «Accetti o hai paura di una signora?»
Gwaine sorrise e la strinse forte a sé, accettando con trasporto quella proposta: si vestirono in fretta e furia, dopodiché partirono senza una metà ben precisa, lasciandosi alle spalle tutto l’odio del passato e andando incontro al loro sogno d’amore.
 
 
 
 
 
Spazio di Chloe:
 
Buonasera a tutti! ^^
Siamo giunti alla fine di questa breve raccolta, spero che vi sia piaciuta almeno un pochino...
Lo so, non sono proprio i soliti Gwaine e Morgana, ma ho voluto creare un What if? con tutte le conseguenze del caso...
Ci tenevo a ringraziare Eireen_23 per aver indetto questo splendido concorso a turni, grazie al quale ho potuto misurarmi con il Fluff: thank you so much, giudiciA! *^*
Mi preme ringraziare anche lovy16 per aver aggiunta la raccolta tra le seguite, mi hai riempito il cuore di gioia, grazie infinite! *^*
Infine, volevo ringraziare tutti voi, lettori “sconosciuti”, che avete letto queste flash: spero che abbiate apprezzato! *o*
Grazie, grazie e ancora grazie a tutti!
Alla prossima! ;)

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