Indistruttibili.

di Girl_withoutname
(/viewuser.php?uid=217190)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** Spiegazioni ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Non appena mi svegliai mi sentii stordito. Nella mia testa era come se ci fosse in corso una lotta tra demoni e Shadowhunters, tra urla oscure e colpi di spade angeliche. Rimasi ad occhi chiusi, sperando di sopravvivere a quel mal di testa lancinante. I muscoli di tutto il mio corpo erano doloranti, le palpebre pesanti, e la stanchezza mi stava trascinando di nuovo, lentamente, in un profondo sonno. Mi tornarono alla mente strane immagini, di un luogo oscuro, cupo, l'aria intrisa di cenere. Vidi davanti ai miei occhi una bella donna, fisicamente giovane, ma nei suoi occhi neri come la pece si scorgevano i migliaia, se non miliardi di anni passati ad ingannare, torturare, uccidere persone in molti casi innocenti. Lei, la madre di tutti i demoni. Lilith. Vidi un ragazzo vampiro inginocchiato vicino a qualcosa che doveva essere una bara contenente un corpo, immerso in un liquido apparentemente viscido e ripugnante. Vidi il vampiro sputare, imprecare, contorcersi, per dolore, forse, o chi lo sa. Vidi una figura esile dai lunghi e apparentemente soffici. capelli rossi correre, saltare, lanciare oggetti, gridare, lottare per salvare se stessa e per salvare.. me. Lottare per salvare me, Jace. Ben presto mi resi conto che non mi ero riaddormentato né tantomeno stavo sognando, erano i miei ricordi. Ricordi ancora non molto limpidi, forse a causa della stanchezza che, come una roccia, mi teneva ancorato a letto, ma recenti, ricordi di non molto giorni prima. O almeno era questo ciò che credevo. Provai una sensazione strana: mi accorsi che mi sentivo diverso. Completamente diverso. Non ero la stessa persona di prima, non ero più Jace Lightwood. C'era dentro di me una sensazione nuova, come se finalmente avessi trovato la parte mancante di me. Scacciai via questo pensiero, ancora troppo stordito per aprire una discussione mentale con me stesso. Aprii gli occhi e cominciai a guardarmi intorno. Mi trovavo in una stanza abbastanza ampia, con le pareti di un bianco a dir poco accecante. Ero su un letto disposto al centro della stanza, accanto al quale era posizionato un piccolo comodino in legno, con sopra un bicchiere d'acqua e qualche biscotto. Mi sedetti e bevvi un sorso d'acqua. Quasi la sputai per quant'era calda, probabilmente doveva trovarsi lì da ore. Sulla sinistra c'era una finestra che dava su un grande terrazzo, con delle tende anch'esse bianche come le pareti, che si muovevano a malapena. Era una giornata afosa, perciò il movimento delle tende era quasi impercettibile. Ad un certo punto il rumore della maniglia della porta che si abbassava mi distolse dalla mia esplorazione visiva di quel luogo. Sulla soglia della porta scorsi un ragazzo più o meno della mia età, biondo, altro, magro, il corpo coperto di rune. C'era un'unica cosa che lo differenziava da me: quegli occhi neri, totalmente neri, occhi da demone, che mi guardavano come se ci conoscessimo da una vita, come se nelle nostre vene scorresse lo stesso sangue. Aveva un sguardo quasi affettuoso. Sentii qualcosa pulsare sul mio petto, e quando abbassai lo sguardo lo riconobbi all'istante: il marchio di Lilith. Spostai lo sguardo sul ragazzo sorridente ancora fermo sulla soglia della porta. E subito mi ricordai. Era lui il ragazzo nella bara che avevo precedentemente visto nei miei ricordi; era a causa sua che il ragazzo vampiro sputava sangue, sangue di demone, il suo sangue. Il sangue di..
-Sebastian- dissi.
-Jace, fratello mio, finalmente ti sei svegliato.-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Spiegazioni ***


-Finalmente? Da quanto sono qui?- 
Sebastian mi guardò, uno sguardo strano ma allo stesso tempo apprensivo. Mi chiedo da quando ero in grado di attribuire sentimenti ad un essere che prima ritenevo indegno del titolo di shadowhunter, e perlopiù mi chiesi da quando mi veniva spontaneo pensare a lui come un essere umano con dei sentimenti. Scacciai subito questo pensiero, che ritenni poco importante. Subito dopo i miei pensieri si trasformarono in parole, però pronunciate da Sebastian, come se fosse stato in grado di leggermi dentro. -Ti capisco, Jace. Sei stordito e per questo non puoi sapere da quanto sei qui. Hai dormito per circa due giorni, il tuo corpo aveva bisogno di tempo per assorbire la forza del marchio che mia Madre ti ha inciso sul petto. O meglio, la tua anima aveva bisogno di questo tempo- 
-Due giorni? Pensavo di aver dormito tanto ma.. non così tanto- 
-Beh immagino, a volte il sonno può ingannare lo scorrere del tempo e scombussolare tutto- -Cos'è, siamo in una scuola per caso?- 
Sebastian scoppiò in una risata fragorosa, direi spontanea, per quanto possa sembrarmi strano ammetterlo. -Noto che il marchio ha mutato la tua indole ma non il tuo sarcasmo. Credo che questo tuo lato non svanirebbe neanche per mano del più grande stregone mai esistito, dato che neanche la Madre di tutti i demoni è riuscita a sottrartelo- Mi venne spontaneo guardarlo negli occhi. Vedevo il mio riflesso. Erano grandi e neri. Nerissimi. Così neri che risultava impossibile distinguere la pupilla, che di conseguenza sembrava inesistente. Ricordai che prima li trovavo tenebrosi, malvagi, e soprattutto inquietanti. Invece ora vedevo un normale ragazzo con gli occhi scuri. Esatto, normale è proprio l'aggettivo che gli si addiceva. Lo vedevo un normale shadowhunter, così come lo ero io. 
-Perché ho questo marchio? Perché Lilith ha scelto proprio me?- 
Il suo viso si privò del sorriso che era presente fino a pochi secondi prima, e la sua bocca si strinse in una linea rosata, ma non era arrabbiato. Anzi, il suo sguardo era ancora, si può dire, dolce.
 -Non spetta a me dirti questo, Jace. Se il mio piano filerà liscio come ho previsto, presto Lilith potrà trascorrere un breve periodo di tempo con noi: due giorni, tre forse. E allora sarà lei a fornirti tutte le spiegazioni di cui hai bisogno- A sentire il nome di Lilith il mio petto ebbe come un piccolo spasmo, così impercettibile che Sebastian non lo notò. Non provavo più ribrezzo nel sentire il suo nome, al contrario ero quasi impaziente di incontrarla di nuovo. Ora ero un suo seguace, lo sentivo dentro di me. E a dirla tutta, la cosa non mi dispiaceva affatto. 
-Non vedo l'ora d'incontrarla- dissi quasi tra me e me. In realtà l'avevo detto ad alta voce. Perciò, dopo pochi attimi di silenzio, la voce di Sebastian uscì in un sussurro dalle sue labbra.
 -Anch'io, Jace-

-Finalmente? Da quanto sono qui?-

Sebastian mi guardò, uno sguardo strano ma allo stesso tempo apprensivo. Mi chiedo da quando ero in grado di attribuire sentimenti ad un essere che prima ritenevo indegno del titolo di shadowhunter, e perlopiù mi chiesi da quando mi veniva spontaneo pensare a lui come un essere umano con dei sentimenti. Scacciai subito questo pensiero, che ritenni poco importante. Subito dopo i miei pensieri si trasformarono in parole, però pronunciate da Sebastian, come se fosse stato in grado di leggermi dentro.

-Ti capisco, Jace. Sei stordito e per questo non puoi sapere da quanto sei qui. Hai dormito per circa due giorni, il tuo corpo aveva bisogno di tempo per assorbire la forza del marchio che mia Madre ti ha inciso sul petto. O meglio, la tua anima aveva bisogno di questo tempo- 

-Due giorni? Pensavo di aver dormito tanto ma.. non così tanto-

 -Beh immagino, a volte il sonno può ingannare lo scorrere del tempo e scombussolare tutto-

-Cos'è, siamo in una scuola per caso?- 

Sebastian scoppiò in una risata fragorosa, direi spontanea, per quanto possa sembrarmi strano ammetterlo. -Noto che il marchio ha mutato la tua indole ma non il tuo sarcasmo. Credo che questo tuo lato non svanirebbe neanche per mano del più grande stregone mai esistito, dato che neanche la Madre di tutti i demoni è riuscita a sottrartelo-

Mi venne spontaneo guardarlo negli occhi. Vedevo il mio riflesso. Erano grandi e neri. Nerissimi. Così neri che risultava impossibile distinguere la pupilla, che di conseguenza sembrava inesistente. Ricordai che prima li trovavo tenebrosi, malvagi, e soprattutto inquietanti. Invece ora vedevo un normale ragazzo con gli occhi scuri. Esatto, normale è proprio l'aggettivo che gli si addiceva. Lo vedevo un normale shadowhunter, così come lo ero io. 

-Perché ho questo marchio? Perché Lilith ha scelto proprio me?-

 Il suo viso si privò del sorriso che era presente fino a pochi secondi prima, e la sua bocca si strinse in una linea rosata, ma non era arrabbiato. Anzi, il suo sguardo era ancora, si può dire, dolce. 

-Non spetta a me dirti questo, Jace. Se il mio piano filerà liscio come ho previsto, presto Lilith potrà trascorrere un breve periodo di tempo con noi: due giorni, tre forse. E allora sarà lei a fornirti tutte le spiegazioni di cui hai bisogno-

A sentire il nome di Lilith il mio petto ebbe come un piccolo spasmo, così impercettibile che Sebastian non lo notò. Non provavo più ribrezzo nel sentire il suo nome, al contrario ero quasi impaziente di incontrarla di nuovo. Ora ero un suo seguace, lo sentivo dentro di me. E a dirla tutta, la cosa non mi dispiaceva affatto.

 -Non vedo l'ora d'incontrarla- dissi quasi tra me e me. In realtà l'avevo detto ad alta voce. Perciò, dopo pochi attimi di silenzio, la voce di Sebastian uscì in un sussurro dalle sue labbra. 

-Anch'io, Jace-

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3101756