L'Esperimento del Liceo di milly92 (/viewuser.php?uid=28249)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amy e le Mean Girls ***
Capitolo 2: *** Il teorema della rosa rossa ***
Capitolo 3: *** Il Teorema del Mezzo Bicchiere di Vino ***
Capitolo 4: *** L’efficienza delle migliori amiche ***
Capitolo 5: *** L'Evoluzione del Ballo, Parte 1 ***
Capitolo 6: *** L’Evoluzione del Ballo – Parte 2 – ***
Capitolo 1 *** Amy e le Mean Girls ***
esperimento1
L’Esperimento
del Liceo
Capitolo
1
Amy
e le “Mean Girls”
Amy
entrò nell’appartamento 4A e notò che Sheldon aveva già messo il bollitore sul
fuoco e preparato due tazze sul tavolo della zona riservata alla cucina.
“Giusto
in tempo! Sei stata davvero puntuale quando mi hai detto che saresti stata qui
in cinque minuti! Certo, avrei dovuto non prenderti in parola perché
l’abitudine e soprattutto la vicinanza con Penny mi hanno insegnato che i
cinque minuti di una donna equivalgono ad almeno mezz’ora, ma sono felice che
tu sia stata puntuale” l’accolse il suo fidanzato, sorridendole in modo genuino
come faceva raramente.
Amy
ricambiò il sorriso mentre si toglieva il giubbino e poi si avvicinò al tavolo,
sedendosi sullo sgabello.
“Che
gusto preferisci?”.
“Scegli
tu, Sheldon”.
“Cosa?
Ma sei impazzita, Amy?”.
La
ragazza fissò il fisico teorico, con gli occhi spalancati, per poi sospirare e
passarsi una mano sul volto.
“Scusami,
è che sono stanca e...”.
“Chiedermi
di scegliere tra i numerosi gusti di thè in mio possesso, ovvero ventitrè, è
come chiedermi di suggerirti la lettura di solo uno dei miei saggi scritti
quando mi dedicavo alla Teoria delle Stringhe! Senza contare che sei appena
arrivata, non conosco gli avvenimenti della tua giornata e non saprei in grado
di suggerirti un gusto appropriato con il modo in cui ti senti e in relazione
ai benefici che desideri ottenere, quali ad esempio calmante, energizzante,
rilassante e...”.
“Se
stasera intendi essere più rompiscatole del solito, me ne vado, Sheldon!” sbottò
improvvisamente la neurobiologa, alzandosi e avvicinandosi al suo giubbino.
“Amy,
ma cos’hai? Di solito adori le mie arringhe in difesa dei mille poteri del thè
in contrasto con l’uso del caffè” domandò Sheldon, colpito da
quell’atteggiamento.
“Oggi
è diverso, Sheldon! Se mi avessi chiesto come è andata la mia giornata sapresti
perché sto così!”.
“Scusami,
ma come avrai ben capito riservo quella domanda al momento in cui ti ho già
esposto il resoconto della mia giornata in modo che tu sia già stanca e ti
limiti a fare un breve riassunto” mormorò Sheldon, beccandosi l’ennesima
occhiata di rimprovero. “Tuttavia, oggi farò un’eccezione. Come è andata la tua
giornata, Amy? E tieni in conto che sarò molto più disposto ad un bacio di fine
appuntamento se la tua risposta non supererà le cento parole” aggiunse, con
finto tono accondiscendente.
“Sei
un’idiota, Cooper!” sbottò Amy, infilandosi il giubbino e prendendo la borsa.
“Ammetto
che inizialmente non ero interessato alla tua giornata, ma ora lo sono. Cosa sarà
mai successo per renderti così irascibile? E non rispondere incolpando il tuo
utero, per favore”.
Amy
ci meditò su, spostando il peso da un posto all’altro, e alla fine decise di
rimanere, tanto che si ritolse il giubbino e prese posto alla sinistra del
posto di Sheldon sul divano.
Aveva
così tanti pensieri che le frullavano per la testa che non le andava di passare
la serata da sola, a casa sua, e non le andava nemmeno di sfogarsi con Penny e
Bernadette perché sapeva già che non l’avrebbero capita e l’avrebbero guardata
con uno sguardo pieno di pena.
Sheldon
l’avrebbe capita, seppur dopo un po’, ne era sicura.
“Vedo
che hai deciso di rimanere, quindi ti chiederò gentilmente il gusto del thè in
modo da poter terminare l’operazione e ascoltarti” disse cautamente lo
scienziato.
“Quello
ai frutti rossi, grazie” mormorò quindi Amy.
“Benissimo”.
Passarono
vari minuti prima che Sheldon le porgesse la tazza e si sedesse al suo fianco,
guardandola in silenzio come per invitarla a parlare.
“Ho
accettato di partecipare ad un progetto che avrà luogo in un liceo, ho parlato
con la vicepreside poco fa e... Ho scoperto che è Cindy Hofman, una delle mie
compagne delle superiori con cui ovviamente non avevo un bel rapporto ma che
ora chissà perché ha finto che gli
stia simpatica”.
“Non
sono un esperto ma credo che la sua falsa simpatia nei tuoi confronti sia
connesso al fatto che voleva che tu accettassi di aderire al progetto”.
“Lo
so, Sheldon, era un “chissà perchè” sarcastico!”.
“Oh.
Ne ho indovinato solo venti su trentadue, questo mese, non capisco...”.
“Sheldon!”.
“Scusa,
Amy, scusa. Continua”.
Amy
prese un bel respiro, bevve un sorso di thè e tornò a guardare il suo ragazzo.
“Dicevo...
“ continuò, “Cindy mi ha illustrato il progetto, devo dire che sarà ben pagato,
e alla fine dopo varie considerazioni ho accettato. Solo che mi toccherà
passare buona parte della giornata a scuola, pranzare lì e da lì siamo finite a
parlare del liceo, lei parlava delle sue riunioni con le cheerleader, io annuivo
e... E poi siamo finite a parlare di te. Non credeva che avessi un ragazzo,
quella stronzetta! Lei è sposata con il suo ragazzo del liceo e non faceva
altro che parlare del fatto che lui non faccia altro che mandarle fiori e fare
gesti romantici come faceva al liceo e... Mi ha chiesto come va tra noi,
insisteva, pretendeva di sapere chissà cosa e io... Le ho mentito, le ho detto
che...”.
Amy
esitò, abbassando lo sguardo e deglutendo.
Sheldon
la guardava senza comprendere il motivo di quell’attesa, e scelse come
compromesso quello di finire rapidamente la sua bevanda prima che diventasse
troppo freddo.
“Le
ho detto che siamo fidanzati ufficialmente” rivelò infine la neurobiologa,
sentendosi più leggera per essersi tolta un peso sullo stomaco ma allo stesso
tempo stupida per aver fatto una cosa simile.
Sheldon
non disse nulla, senza avere nessuna reazione in particolare, cosa che la fece
preoccupare ancora di più.
“Ma
ciò non significa che io non sia contenta di noi, assolutamente! Sono
felicissima degli ultimi avvenimenti della nostra relazione, di sapere che mi
ami tanto di aver deciso di prendere una tartaruga con me e di chiedermi di
vivere su Marte con te, un giorno, ma... Devi capire, Sheldon, che per le
ragazze è diverso, cioè, il mondo delle ragazze è un mondo cattivo!”.
Lo
scienziato continuava a stare zitto, e ciò non fece altro che aumentare di più
la voglia di spiegarsi della sua fidanzata.
“Cindy
era quella che quando arrivava a scuola trovava una rosa sul banco per ogni
stupida occasione, che non faceva i compiti perché era troppo impegnata ad
ubriacarsi con il suo ragazzo in uno dei parcheggi più bui della città, che
quando usciva da scuola aveva il suo lui che l’accompagnava a casa... Una parte
di me l’ha sempre invidiata! Ora che devo tornare in un liceo con lei come vice
preside, beh, sono andata in panico, non volevo sfigurare e...”.
“Amy
credo che mi ci vorrà un po’ per capire il senso delle tue chiacchiere” la
interruppe Sheldon. “Non capisco perché il marito di questa Cindy sia migliore
di me visto che ciò che ha fatto al liceo era impedirle di fare i compiti per
farla ubriacare”.
“Non
è migliore di te, Sheldon! Te lo giuro, io sono felice così e...”.
“Noi
non siamo fidanzati ufficialmente eppure una sconosciuta vice preside di
qualche stupido liceo crede che lo siamo. Sai quanto odi le bugie, ora dovrei
fingere di essere fidanzato ufficialmente solo perché magari quando andrò dal
dottore incontrerò il marito di Cindy che crede che io lo sia! E poi, dimmi,
come fa un’ubriacona a diventare vice preside? Ti senti inferiore ad una che di
sicuro ha abusato della diffussima pratica del nepotismo o della corruzione
sessuale per raggiungere una posizione che non merita?”.
“Sheldon,
non puoi capire. Grazie al cielo ti sei diplomato quando eri un bambino e non
sai cosa significhi non avere nessuno che ti inviti a un ballo o che ti mandi
una cartolina d’amore per San Valentino. Ora scusami, penso di doverti lasciare
stare per farti riflettere e sbollire”.
Mogia
mogia, sentendosi stupida per la bugia detta, Amy si affrettò a raccattare le
sue cose e a uscire, salutando a stento Penny che era appena tornata dalla
lavanderia.
Ovviamente,
la vicina non riuscì a non farsi i fatti suoi,sia per la sua naturale curiosità
sia perchè non sopportava vedere una sua cara amica triste.
Avrebbe
potuto mandarle un messaggio, eppure sapeva che la colpa fosse di Sheldon e
fargli una bella strigliata le avrebbe decisamente migliorato la serata.
Quindi
entrò nell’appartamento con le chiavi di riserva, senza nemmeno bussare, e fu
sorpresa di trovare uno Sheldon immobile sul suo posto che sembrava decisamente
pensieroso.
“Sheldon,
ho visto Amy uscire tutta abbattuta anche se il vostro appuntamento avrebbe
dovuto terminare tra due ore. Che hai combinato?” esordì pazientemente, sedendosi
sulla poltrona di fronte a lui.
“Penny!
Spesso dimentico le tue maniere rozze da contadina del Nebraska, e tu me le fai
ricordare entrando senza permesso in casa mia. Ovviamente era una delle mie
solite battute di spirito, io non dimentico nulla grazie alla mia memoria
eide...”.
“Cosa
hai combinato, Sheldon?” continuò imperterrita la bionda, senza lasciarsi
abbindolare dalle sue parole.
“Io
non ho combinato proprio un bel niente! E’ Amy che va in giro a dire che siamo
fidanzati ufficialmente!”.
E
da lì iniziò a raccontare ciò che gli aveva detto la sua ragazza, sperando che
la sua vicina lo aiutasse a dare un senso logico a quelle parole.
Sheldon
era allibito.
Poco
dopo le sue spiegazioni, Penny aveva annuito, era stata in silenzio, aveva
detto “E ora come faccio a farti capire...?” e poi... Poi gli aveva fatto
vedere un film.
Mean Girls.
Certo,
lui aveva apprezzato la parte riguardante i “matleti” e aveva osato correggere
le risposte date da Cady che secondo lui erano sbagliate, ma tutto il resto gli
sembrava assurdo.
Ragazze
diecimila volte peggio di Penny, cattive, che si colpiscono alle spalle, una
ragazza che arriva nella realtà del liceo a sedici anni e non riesce ad
inserirsi nel gruppo...
“Amy
aveva ragione, sono felice di essermi diplomato a undici anni, il liceo è una
giungla! E quella scuola era mediocre, onestamente, anche se rappresenta alla
perfezione il sistema scolastico americano” mormorò Sheldon alla fine.
“Ecco
perché Amy ha reagito così, Sheldon! Lei era una Cady che non ha avuto a che
fare con le Barbie... E Cindy era una Barbie, diciamo! Ecco perché ha mentito!”
mormorò Penny, indicando ancora il televisore.
“Ma
quindi voi ragazze il mercoledi vi vestite di rosa?” aggiunse Sheldon. “Ed Amy
pranzava da sola nel bagno?”.
Penny
sbuffò, spazientita.
“No,
noi donne non ci vestiamo di rosa il mercoledì, ma temo sul serio che Amy
pranzasse da sola. Ecco perché tornare al liceo per il progetto la sta facendo
stare male, lei non vuole rivere quei momenti e avere Cindy sempre davanti ai
piedi non è facile. Mi ha parlato spesso di quegli anni, tesoro, e non sono
stati semplici” spiegò cautamente.
“E
quindi io cosa posso farci? E non dimentichiamoci che è lei quella che ha
mentito riguardo...”.
“Come
se tu non avessi mai detto una bugia sulla vostra relazione!” lo apostrofò la
sua vicina, incrociando le braccia. “Ricordi ciò che raccontasti a Kripke solo
per fare bella figura?”.
Sheldon
esitò un istante e poi spalancò la bocca, colpito.
“Amy
non voleva sfigurare come io volevo una scusa per giustificare il mio lavoro
che mi facesse comunque sembrare un genio” disse lentamente, ragionando con
cautela.
“E’
bello quando sono io che ti faccio capire qualcosa, tesoro!” esclamò
soddisfatta Penny, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla porta.
“Non
puoi andartene!”.
“E
perché?”.
“Perché
ora dopo il film mi sento dispiaciuto per Amy, vorrei fare qualcosa ma non so
cosa! Ho bisogno del tuo aiuto!”.
Penny
sorrise ma scosse il capo, decisa.
“Sheldon,
sono finiti i giorni in cui ti comportavi male ed io ti portavo a comprare una
tiara per rimediare. Devi imparare a gestire la vostra relazione da solo! Ti do
solo un indizio: ora che è di nuovo al liceo per lavorare, potresti fare in
modo da farle avere bei ricordi. Ciao, Sheldon” disse, per poi aprire la porta
ed andare via, lasciandolo da solo con i suoi pensieri.
Potresti fare in modo da
farle avere bei ricordi.
Potresti fare in modo da
farle avere bei ricordi.
Potresti fare in modo da
farle avere bei ricordi.
Prese
il cellulare e mandò un messaggio nel gruppo della chat che condivideva con i
suoi amici, deciso.
Dovete
aiutarmi a risolvere un indovinello che mi ha detto Penny. E in più mi servirà
la vostra banale esperienza da liceali nelle vostre scuole da quattro soldi
visto che quando voi avete messo piede lì io stavo già lavorando alla tesi del
dottorato!
Lo
avrebbero aiutato di sicuro, ne era certo.
*°*°*°*°
Eccomi
qui, con la mia ennesima idea riguardo una nuova storia sugli Shamy,ma che
questa volta sarà una mini long, avrà al massimo 4 capitoli.
L’idea
mi è venuta in mente ieri, ripensavo al mio liceo, poi non so come mi è venuto
in mente “Mean Girls” e... Eccomi qui. Sappiamo che Amy non ha avuto un’adolescenza
semplice e che la sua vita è cambiata solo quando ha incontrato Sheldon, quindi
ho pensato... Perché una scrivere una storia in cui Sheldon mano a mano prova a
farle vivere il “Bel” liceo che non ha mai vissuto?
Ditemi
se vi sembra un’idea stramba xD
Aspetto
i vostri commenti, aggiornerò presto, sperando ci sia qualcuno che legga xD
Baci,
milly.
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Capitolo 2 *** Il teorema della rosa rossa ***
2rosa
Grazie milla a chi ha accolto subito bene questo mio
nuovo delirio, spero che questo nuovo capitolo sia altrettanto di vostro
gradimento <3
Pronte a scoprire cosa farà Sheldon e soprattutto come
ci riuscirà?
Fatemi sapere che ve ne sembra, un bacio!
Milly.
Capitolo 2
Il teorema della rosa rossa
“Quindi
ieri hai scoperto che Amy lavorerà ad un progetto in un liceo, che ha detto alla
vicepreside, ovvero una sua ex compagna di scuola, che siete fidanzati
ufficialmente, poi Penny ti ha fatto vedere Mean
Girls, ti ha lasciato quello che definisci un “Indovinello” e ora stai
chiedendo aiuto a noi per capire cosa fare per rendere il lavoro di Amy al
liceo “piacevole”, ho capito?” domandò Leonard, mentre teneva la sua forchetta
a mezz’aria, con una finta aria interessata.
Era
ora di pranzo, e lui e i ragazzi avevano trascorso la mattina ad interrogarsi
sullo strano e antipatico messaggio che Sheldon aveva inviato loro la sera
precedente.
Ognuno
aveva ipotizzato qualcosa riguardo l’alone di mistero che pervadeva il fisico
teorico, che si era limitato a salutarli e a dire: “Ci vediamo a pranzo,
signori, devo parlarvi!”.
Raj
aveva ipotizzato che il suo interesse per il liceo fosse dovuto al voler
visitare il laboratorio di scienze di una scuola per denigrare il primo
professore che vi avrebbe messo piede per puro divertimento, Howard non se ne
era fregato minimamente, Leonard sperava che Sheldon avesse battuto la testa e
fosse tornato “normale” e che ora volesse insegnare in un liceo, visto che
quella mattina aveva portato la colazione a letto a Penny e lui non l’aveva
preso in giro, anzi, aveva preso una nota su un block notes.
Ora
che la verità era venuta a galla, erano decisamente sorpresi.
“Hai
capito, Leonard, e permettimi di dirti che sono molto fiero di te, non capita
facilmente!” si rallegrò Sheldon, dandogli un colpetto sulla spalla.
“Ma
invece di rendere piacevole la sua vita in quel liceo, perché non inizi con il
renderle piacevole la vita in generale?
Credo lo apprezzerebbe” lo prese in giro Howard, per poi far ridere Raj.
“Non
capisco di cosa tu stia parlando, Howard. Amy ha detto numerose volte che la
mia presenza ha migliorato la sua vita”.
“Amy
dice anche che il tuo profumo di borotalco è sexy, quindi non le darei molto
credito” ribattè Raj. “Comunque sia, se
vuoi posso darti una mano, lo sai che sono un romanticone!”.
“Nooo!”
urlarono in coro Howard e Leonard, guardando male l’astrofisico. “Che ne è
stato del “Non lo aiuteremo visto che a causa sua ci siamo persi la replica in
tv di “The avengers”?”.
“E’
bello sentire che non vi fate scrupoli a dirmelo in faccia. Comunque sia, Raj,
ti ringrazio per l’aiuto”.
“Non mi hai lasciato finire” lo interruppe
l’indiano, sorridendo.
“Certo,
concludi pure”.
“Bazinga! Non ti aiuterò! E’ bello
prenderti in giro con i tuoi stessi sistemi!” ridacchiò Raj, per poi battere il
cinque con gli altri due.
Shockato
e decisamente indignato – soprattutto perché nessuno deve osare rubare una
battuta a Sheldon Cooper – il fisico si alzò di scatto, prendendo il suo piatto
tra le mani e guardandoli come se volesse impiegare la telecinesi per far
esplodere le loro teste.
“Ora
capisco perché vi indignavate tanto quando vi dicevo “Bazinga”! E’ decisamente
fastidioso. Ma sappiate che vi perdonerò, siete sempre i miei amici... Bazinga!” urlò, per poi allontanarsi,
rischiando di urtare un tavolo e facendo cadere il piatto del pranzo per terra,
mentre tutti lo guardavano e ridevano.
-
Mi sento sul serio Cady Haron, ora, posso
capire Amy! – pensò.
Ignorando
le risatine di chiunque lo vedesse dopo la figuraccia in mensa, Sheldon tornò a
lavoro dopo aver consumato il suo pasto in ufficio, da solo, pensieroso come
non mai.
La
sua mente era sempre piena di pensieri e idee geniali, certo, ma la novità
consisteva nel fatto che quel giorno fosse inondata solo dal pensiero di Amy,
dalla loro conversazione, dal suo non sapere cosa fare per aiutarla.
“Sheldon
Cooper che vuole conoscere meglio delle usanze in un determinato contesto
sociale pieno di professori ignoranti e ragazzini petulanti, chi lo avrebbe mai
detto!”disse, sospirando e guardando la sua lavagna che era limpida da quella
mattina.
A
chi poteva chiedere aiuto?
Era
offeso per il comportamento dei suoi amici, ma una piccola parte del suo io,
quella stranamente più umana, gli diceva che se lo meritava dopo che aveva
speso quasi un decennio a prenderli in giro per il loro costante bisogno di una
femmina e il loro voler soddisfare la
gente del sesso opposto.
“Ho
bisogno di una boccata d’aria, sì!” stabilì alla fine, mentre gettava i
tovaglioli usati per il pranzo nel cestino.
Uscì
dall’ufficio, prese una bella boccata d’aria e stava per rientrare quando delle
vocine catturarono la sua attenzione.
“Maddie,
abbiamo sbagliato corridoio, di nuovo! Siamo nell’ala sbagliata, questo è il
dipartimento di fisica! Qui ci sono i professori... Oh, arriveremo di nuovo in
ritardo alla lezione di Chimica Inorganica!”.
“Lo
sapevo che non dovevo fidarmi di te, Lucy! Si vede che ti sei ubriacata ieri
sera, mentre facevo i compiti per entrambe!”.
“Ma
non è colpa mia se quest’università è enorme! In questi casi mi manca il liceo,
davvero, era così piccolo e confortante...”.
Sheldon
sorrise in un modo decisamente inquietante quando appurò lo status delle due
vocine preoccupate: erano delle matricole, ne era sicuro, delle matricole che
potevano fare al caso suo visto che sembravano delle Cindy con il loro
ubriacarsi di sera.
Rapidamente,
seguì le voci fino a ritorvarsi davanti a due ragazzine che non superavano i
diciotto anni, vestite in un modo che avrebbe giudicato “Da fricchettone”.
Devo ricordarmi di aggiungere
una lamentela sul vestiario poco consono degli studenti della Caltech nella
prossima lettera di lamentele che invierò al Rettore!
“Ehm...
Studentesse disorientate, ciao! Sono il Dottor Sheldon Cooper, immagino abbiate
sentito parlare di me!” esordì, raggiungendole e stando al loro passo, agitando
la mano convulsamente.
Le
due ragazze si bloccarono e lo guardarono terrificate, trattenendo il respiro.
“Lei
è qui per punirci perché siamo in ritardo?” domandò Maddie, tremando.
“Cosa?
Punire delle giovani menti per un semplice ritardo causato dalla mancanza di
senso dell’orientamento nonostante siano passati circa sei mesi dall’inizio
delle lezioni? Ma non diciamo sciocchezze!” ribadì il fisico, sorridendo in
modo inquietante. “Ho sentito la vostra conversazione e ho pensato di darvi una
mano nel raggiungere l’aula di Chimica Inorganica”.
“Davvero?”
domandò Lucy, sorpresa come non mai.
“Certo,
seguitemi, giovani studentesse!”.
Le
due ragazze obbedirono seppur confuse e decisamente colpite da un atto di
gentilezza da parte del famoso professore di Materia Oscura che incuteva
terrore in tutta la facoltà.
“Conosco
il vostro professore, quindi vi giustificherò, ma ad una condizione” esordì
Sheldon.
Maddie
e Lucy si bloccarono, impaurite come non mai.
Cosa
voleva da loro il professore più pazzo dell’università?
“Dovete
darmi una mano con la mia fidanzata” aggiunse subito.
Maddie
sgranò gli occhi e Lucy quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
“Lei
ha una fidanzata?” chiese la prima, incredula.
“Sì.
Non capisco il tono sorpreso, sebbene per i primi trenta anni della mia vita
l’idea di legarmi ad un altro essere umano mi facesse ribrezzo...”.
Circa
venti minuti dopo, Maddie e Lucy erano le prime fan degli Shamy.
“Non
capisco come la gente qui dica che lei è un mostro, Dottor Cooper, è un
fidanzato perfetto! Se il mio facesse una cosa del genere per me, beh, io lo
sposerei ad occhi chiusi!”.
“Cosa
vuol dire, Maddie? Come si può sposare una persona ad occhi chiusi? Voglio
dire, ci vuole una certa capacità per riuscire ad infilare un anello al dito di
un’altra persona ad occhi chiusi, abilità nota solo a chi è sfortunatamente
cieco e che quindi è abituato a compiere gesti di routine senza l’ausilio della
vista”.
“Ma
no, Maddie voleva dire... Lasci stare, l’aiuteremo solo se ci fa saltare l’ora
di chimica! Abbiamo bisogno di tempo per spiegarle le usanze del liceo, sa?”
disse Lucy, illuminata dall’idea di saltare una lezione noiosa per aiutare
quell’uomo strambo al massimo ma simpatico nonostante le dicerie.
“Nonostante
io sia decisamente contrario all’usanza dei giovani di saltare delle lezioni,
devo ammetere che alla fine non perderete una lezione di fisica ma di chimica
quindi i vostri cervellini non subiranno alcuna privazione di informazioni
veramente utili. Vi aiuterò solo se vi offrirete di accompagnarmi alla scuola
della mia fidanzata dopo le lezioni quando ne avrò bisogno”stabilì Sheldon, che
precedentemente aveva messo in conto di non poter fare affidamento sui suoi
amici.
“Le
si è rotta l’auto?” domandò Maddie, senza capire quella strana richiesta.
“No,
diciamo che mi ritengo un homo novus,
una razza così superiore da non poter abbassarsi ad un’arte infima come quella
della conduzione di un auto” rispose compiaciuto. “Su, studentesse, c’è una
bella ora di chimica da perdere in ballo!”.
“Perfetto,
ci stiamo! La sua fidanzata sarà felicissima!” approvò Lucy.
“Ora
però vada a giustificarci con il professor Smith” inclazò Maddie, indicando
l’aula alle loro spalle con un cenno del capo.
“Certo,
certo...” mormorò Sheldon, entrando e uscendo dall’aula dieci minuti dopo
urlando: “Non è colpa mia se soffri di un complesso di inferiorità nei miei
confronti, Smith! La chimica non è altro che una sguattera in confronto alla
fisica, la regina delle scienze! E ti consiglio un po’ di H2O dopo tutte le
urla! E con H2O intendo un bicchiere d’acqua, se non mi hai capito!”.
Maddie
e Lucy si guardarono con aria interrogativa, per poi scrollare le spalle:
avevano perso una noiosissima ora di lezione, almeno.
“Quindi
devo semplicemente posarle una rosa sulla scrivania, per oggi?” domandò Sheldon
un’ora dopo, dopo essersi sorbito un’infinità di chiacchiere riguardo balli,
cheerleader, accompagnatori, feste, biglietti di San Valentino e fiori.
Maddie
e Lucy erano nel suo ufficio e avevano imbrattato la lavagna con schemi
assurdi, in cui spiegavano tutte le tappe di un tipico anno del liceo e i
tipici comportamenti di una coppia di liceali.
“Per
domani. Diciamo che i ragazzi sono soliti lasciare una rosa sul banco della
ragazza prima dell’inizio delle lezioni come segno di affetto, in modo da farlo
vedere a tutte le sue compagne... Lei dovrà lasciarle una rosa sulla scrivania
domani mattina, prima dell’inizio del turno, con un biglietto. E poi dovrà
farsi trovare all’uscita, e portarla fuori o per un caffè o in uno di quei
parcheggi che lei ha menzionato per ubriacarvi, proprio come faceva quella
Cindy” rispose Maddie, indicando il punto della lavagna in cui c’era scritto
“Giorno 1”.
“Bene,
bene. Quindi mi accompagnerete domani mattina e domani pomeriggio lì, intesi?”.
“Va
benissimo, dottor Cooper! Oh, come sono emozionata!” ridacchiò Lucy.
“Bene.
Qui ci sono dieci dollari, tocca a voi comprare rosa e bigliettino” aggiunse
Sheldon, porgendo loro una banconota.
“Mi
sento tanto come uno dei topini di Cenerentola” squittì Maddie.
Sheldon
la guardò davvero male, con uno sguardo pieno di biasimo e rimprovero.
“Quindi
che senso ha fare esperimenti su dei veri
poveri topi quando c’è questo tipo di gioventù?” chiese retorico,
sbuffando.
Buongiorno Dottor Cooper,
siamo sotto casa sua!
La
mattina dopo, Sheldon lesse il messaggio di Maddie e sorrise soddisfatto.
Leonard
notò il sorriso e ridacchiò.
“Che
c’è, è un messaggio della tua adorata Amy? Il Dottor Cooper non è più un robot
privo di sentimenti?” lo prese in giro.
Sheldon
alzò lo sguardo mentre si infilava il giubbino e la sua immancabile borsa a
tracolla.
“Io
ho sempre provato dei sentimenti, Leonard. La pena è un sentimento, e io l’ho
sempre provata per te” ribattè.
Colpito,
Leonard sospirò e gli si avvicinò.
“Sheldon,
ieri abbiamo scherzato, ti daremo una mano se...”.
“Ho
già risolto, Leonard. Il Dottor Cooper sa cavarsela se aiutato da due menti
mediocri pronte a far di tutto pur di saltare una lezione di Chimica
Inorganica. Buona giornata” si congedò, prendendo le chiavi e uscendo di casa,
lasciando il suo coinquilino decisamente senza parole.
Quello
non era lo Sheldon che conosceva, visto che il vecchio Sheldon non avrebbe
esitato ad insistere pur di ottenere il suo aiuto.
Amy
era davvero una maga, pensò, incredulo.
“Ecco
la rosa, abbiamo scelto la più bella” esultò Maddie, una volta che furono
arrivati davanti la “Pasadena’s High School”, mezz’ora prima dell’inizio delle
lezioni.
“Ed
ecco il biglietto. Deve solo scrivere ciò che vuole e il gioco è fatto”
aggiunse Lucy. “L’aspettiamo qui!”.
“Bene,
bene. Devo dire che i topini di Cenerentola sanno farsi valere. E’ un
complimento” disse Sheldon, prima di scendere dall’auto.
Si
sentiva strano, pieno di sentimenti contrastanti: paura, ansia, e si sentiva
anche un po’ sciocco ad essere onesti, visto che mai avrebbe pensato di fare un
gesto simile per un essere umano, figuriamoci una ragazza.
Doveva
riempire il bigliettino, però!
Prese
la borsa, alla ricerca di una penna, ma notò di non averne nemmeno una.
Dov’era
la sua penna, quella con le sue iniziali?
Entrò
in panico, finchè, una volta entrato nella scuola, non vide un ragazzino che
non poteva avere più di quattordici anni.
“Ehi,
ehi, fanciullo!” urlò, avvicinandosi.
Il
ragazzino, che aveva gli occhi quasi completamente coperti da un ciuffo biondo,
si fermò, sospettoso.
“Chi
sei? Un ripetente?” domandò, a causa della maglietta di Flash che si
intravedeva dal giubbino aperto. “Non ti darò i soldi per il pranzo, io...”.
“No,
no! Io sono un Dottore! Mi serve una penna, te la chiedo in cambio di un
pacchetto di Red Vines, che ne dici?” propose, cacciando il pacchetto di
caramelle dalla tasca e porgendoglielo con aria speranzosa.
“Che
succede qui, chi è lei?” s’intromise la bidella, che aveva guardato la scena
con aria sospettosa sin dall’inizio.
“Nulla,
nulla! Sto solo chiedendo una cosa a questo fanciullo in cambio di un pacco di
caramelle...” si giusitificò innocentemente Sheldon, mentre il ragazzino
fuggiva.
La
donna – dalla stazza alquanto minacciosa – lo guardò malissimo e lo afferrò per
il giubbino.
“Ma
come ti permetti! Entrare in un liceo per adescare ragazzini con...”.
“Jamie,
che succede qui?”.
La
bidella si voltò, ancora minacciosa.
“Signora
vicepreside, stavo cacciando fuori questo estraneo, voleva adescare un
ragazzino con delle caramelle...!”.
“Che
cosa?”.
Sheldon
si voltò a sua volta e si ritrovò davanti una donna biondissima, con un
tailleur beige che metteva in mostro un corpo fin troppo curato e magro e con
un’espressione che avrebbe decisamente definito “Alla Regina George”.
“Lei
è Cindy, giusto? Sono Sheldon Cooper, il fidanzato di Amy Farrah Fowler, mi
serviva una penna per compilare un bigliettino da lasciarle sulla scrivania
insieme a questa rosa!” disse rapidamente, sempre più timoroso della presa di
quella certa Jamie che non aveva solo il nome di virile.
Udendo
ciò, Cindy cambiò espressione e gli sorrise.
“Oh,
finalmente conosco il futuro marito della cara Amy! E’ tutto ok, Jamie,
lasciaci soli!” disse la vice preside, con grande riluttanza della donna che
lasciò andare la presa su Sheldon e se ne andò, rammaricata.
“E
quindi volevi lasciarle una rosa” constatò la donna, sorridendo in un modo
inquietante.
“Sì.
E prima del suo arrivo, possibilmente”.
“Che
romanticone! Amy aveva proprio ragione sul tuo conto, sei un ragazzo d’oro!
Sono felice di vederla finalmente felice con un ragazzo, ammetto che non lo
avrei mai detto, sai? Vieni, vieni, il suo ufficio è qui!”.
Cindy
lo afferrò per il braccio e lo condusse verso un corridoio, e gli ci volle un
po’ per riuscire a sfuggire alla sua presa senza risultare offensivo.
“Ecco”.
Sheldon
entrò nell’ufficio ancora vuoto e corse in direzione della scrivania su cui
c’era una targa con il nome di Amy. Fu grato di trovare una penna lì e subito
si affrettò a scrivere il biglietto, per poi lasciare la rosa al centro della
scrivania.
Incredulo
per il gesto che aveva compiuto, si affrettò ad uscire dalla stanza, dove Cindy
lo aspettava.
“Sappi
che dopo questo aiuto pretendo di essere invitata alla nozze!” esclamò
entustasiasta.
Sheldon
deglutì, sperando di non mostrare alcun tic tipico di quando diceva una bugia.
Circa
venti minuti dopo, Amy entrò nel suo ufficio insieme ad altre due colleghe che
avrebbero lavorato con lei, un po’ infastidita dal sorrisino che Cindy le aveva
rivolto quando l’aveva vista.
Non
indossava nessun anello di fidanzamento, dopotutto, ed ecco il perché di quel
sorrisino di scherno, si disse.
Sospirando
e sperando che la giornata migliorasse, la ragazza si avvicinò alla scrivania,
dove fu sorpresa di trovare una bellissima rosa rossa posizionata diagonalmente
al centro della scrivania, con un bigliettino attaccato allo stelo su cui si
leggeva “Per A.F.F.”.
Sorpresa,
confusa ed emozionata allo stesso tempo, con le mani che le tremavano, si
affrettò a prendere il bigliettino e ad aprirlo per leggerlo, trovandovi la
familiare grafia di Sheldon.
Se
qualcuno mi chiedesse di descrivere gli anni trascorsi con te in una parola,
direi “Fascinating*”.
P.s.
ci vediamo fuori scuola quando finisci di lavorare.
Sheldon.
Con
le lacrime agli occhi per l’emozione, prese la rosa tra le mani e l’annusò, per
poi portarsela vicino al cuore, il posto in cui ormai quel pazzo fisico teorico
occupava da anni.
Nel
frattempo, le sue colleghe avevano visto il fiore e letto il biglietto e la
guardavano con una grandissima invidia.
“Quanto
sei fortunata, Amy, il tuo ragazzo deve essere davvero speciale!”.
“Quanto
ti invidio!”.
Lei
le guardò a sua volta e sorrise, annuendo, ancora piena di gioia.
Il
liceo ci aveva impiegato circa quindici anni per migliorare, ma finalmente era
decisamente fantastico!
*Di
certo non avrete bisogno della nota ma non si sa mai...E’ l’unica parola che
Sheldon dice dopo che Amy lo bacia per la prima volta :)
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Capitolo 3 *** Il Teorema del Mezzo Bicchiere di Vino ***
Il Teorema del Mezzo Bicchiere di Vino
Capitolo 3
Il Teorema del Mezzo Bicchiere di Vino
Non
so cosa sia successo ma... Grazie, hai davvero migliorato la mia giornata.
Non
vedo l’ora di vederti oggi!
Sheldon
mostrò l’sms a Maddie e Lucy, che esultarono come delle matte e batterono il
cinque, entusiaste come non mai.
“Siamo
state bravissime!” urlò la prima, rossa in volto e sorridente al massimo.
“Direi
di sì, per quanto io non sia solito riconoscere i meriti degli altri. Avete
sbagliato carriera, comunque, direi che invece di studiare chimica le vostre
piccole menti sarebbero più adatte a lavori umili quali l’organizzare incontri
amorosi o matrimoni, ma dopotutto nessuno è bravo nelle scelte di vita, non
almeno quanto me. Potete andare, grazie, ci vediamo oggi alle quattro.
Filate a lezione” le congedò Sheldon,
con un cenno della mano.
Le
ragazze obbedirono, senza nemmeno prendersela per il non poi così velato
insulto che il fisico aveva rivolto loro, e imboccarono il corridoio a destra.
“E’
quello a sinistra, stupidine!” urlò Sheldon, e con un sospiro le vide
ridacchiare e cambiare direzione, come se nulla fosse.
“Il
futuro è nelle mani di giovani stupidi che non hanno un minimo di senso dell’orientamento.
Ecco perché devo trovare il modo di morire il più tardi possibile e riuscire a
conservare intatto il mio cervello, sì...” disse tra sè e sè, diretto verso il
dipartimento di Fisica.
Si
sentiva carico, energico, pronto a dedicarsi al massimo alla ricerca che
perseguiva da giorni ma senza successo.
Il
pensiero che Amy fosse felice grazie a lui lo faceva sentire bene come non mai
anche se non lo avrebbe mai ammesso con anima viva.
Mancavano
pochi passi al suo ufficio quando si ritrovò i suoi amici davanti, che lo
guardavano in un modo decisamente strano, tra il curioso e il dispiaciuto.
“Buongiorno,
signori” disse, per poi provare a sorpassarli, ma senza alcun successo.
“Ciao,
Sheldon. Volevamo scusarci per ieri” iniziò Leonard, torturandosi le mani visto
che scusarsi con il suo coinquilino era sempre un qualcosa di più unico che
raro, oltre che difficile visto che il fisico era in grado di dire cose
decisamente antipatiche che potevano far scomparire la voglia di scusarsi.
“Sì,
siamo stati poco... Ehm, gentili. Ma sai, vederti così preso da Amy a tal punto
da...” iniziò Raj, ma fu interrotto dalla voce del suo interlocutore.
“Ho
raggiunto il mio scopo, e ho comunque trovato delle aiutanti mediocri quanto lo
sareste state voi, quindi non m’importa delle vostre scuse” disse,
sorpassandoli con quel poco di forza che aveva – ma sufficiente per
oltrepassare tre individui molto più bassi di lui – e prendendo le chiavi del
suo ufficio.
“Lo
sai che alla fine siamo amici e dobbiamo aiutarci, quindi vogliamo tu sappia
che se hai bisogno siamo qui per te” disse a malincuore Howard, sotto lo
sguardo minaccioso di Leonard.
“Bene”
replicò Sheldon, entrando nel suo ufficio.
Gli
altri lo seguirono e lui sbuffò, lanciando loro un’occhiata minacciosa per aver
invaso il suo spazio.
“Sicuro
che non ti serva niente?” domandò Raj. “Ricorda che rimango sempre un
romanticone e ho stilato una lista di cose fighe da fare quando si è al liceo,
frutto di tutti i film americani a tema che ho guardato negli anni”.
“Io
direi che Sheldon abbia tutto ciò che gli serve” osservò stupito Leonard,
guardando la lavagna su cui c’era lo schema fatto da Maddie e Lucy. “Le... Le
hai portato una rosa e oggi la porterai ad ubriacarsi in un parcheggio?!”
chiese, stupito come non mai, leggendo cosa prevedeva il giorno uno.
“Ti
ubriacherai con Amy?” domandò Howard, scioccato.
“Ma
quanto siete sciocchi! Lei prenderà del vino se vuole, io prenderò il mio amato
succo di melograno”.
“Sheldon...
Ricordi cosa successe la prima e ultima volta che Amy si è ubriacata in un
parcheggio, vero?” osservò cautamente Leonard, ricordando la sera di circa tre
anni prima, quando Penny e Bernadette erano uscite a fare shopping senza Amy,
la quale si era ubriacata in un parcheggio dietro un negozio di liquori.
Sheldon
annuì, sospirando, mentre appoggiava la sua borsa a tracolla sulla scrivania.
“Mi
ha chiamato “coccolino” e pretendeva che la portassi in un motel, sì. Magari ce
la porterò e la farò dormire lì, se lo ripropone” disse.
“Quindi
ci hai pensato...”.
“Pensato
a cosa?”.
“Sheldon,
accidenti, dillo che hai pensato a tutte le implicazioni possibili del far bere
del vino ad Amy in un parcheggio visto che la cosa è già successa!” esclamò
Howard.
“Sei
un uomo, dopotutto!” gli ricordò cautamente Raj. “E voglio che tu sappia che
noi siamo fieri di te e...”.
“Uscite
dal mio ufficio, accidenti, mi sembrate un gruppo di comari!” intimò loro
Sheldon, a cui non andava proprio di ricordare ciò che la sua mente geniale gli
aveva suggerito quando aveva pensato alla situazione in cui stava per
cacciarsi.
“Ma
io lavoro con t...e. Ok, andrò a trovare Leonard in ufficio” sospirò Raj,
uscendo di corsa con i due amici alle calcagna. “Ve lo dico io, mi sa che
l’essere homo novus di Sheldon
consiste nell’avere il ciclo ventiquattro ore su ventiquattro” disse, deciso,
ottenendo il consenso degli altri.
“Grazie,
ragazze, ora posso cavarmela da solo” disse Sheldon circa sette ore dopo,
quando si ritrovò di nuovo davanti alla “Pasadena’s High School”.
“Grazie
a lei per averci aiutato con i compiti di chimica”esclamò entusiasta Lucy, che
adorava poter tornare a casa senza avere assurdi esercizi da svolgere invece di
uscire.
“Dovere,
non potevo sopportare la vista dei vostri stupidi errori. Ci vediamo domani con
l’operazione del secondo giorno” aggiunse, scendendo dall’auto.
“Buon
pomeriggio, Dottor Cooper!” esclamarono le due ragazze, per poi rimettere in
modo e accendere finalmente lo stereo al massimo volume, cosa che l’uomo aveva
totalmente proibito.
Sospirando
e sentendosi come Spock durante una delle sue missioni, il fisico teorico notò
la macchina della sua fidanzata e rimase fermo davanti ad essa, sentendosi un
po’nervoso.
Poteva
sempre fuggire e prendere un autobus in caso di emergenza, sì...
Ma
la sua fuga fu interrotta da Jamie, che lo vide mentre usciva.
Gli
si avvicinò con passo minaccioso, tanto che lui indietreggiò fino ad urtare
l’auto della sua ragazza.
“Di
nuovo qui, adescatore da quattro soldi?” domandò con il suo tono poco
femminile, facendo scoccare le nocche delle mani.
“Cara
signora bidella, sono qui per la mia fidanzata, di nuovo, quindi si abitui
perché mi vedrà qui spesso. E se non è una bidella ma un bidello visto che si
chiama Jamie e ha dei comportamenti molto virili le chiedo scusa, ma si sa che
nel settanta per cento dei casi il suo mestiere viene intrapreso dalle donne e
quindi la probabilità...”.
“Che
cosa hai detto....?!” urlò Jamie.
“Jamie,
cara, la tua giornata lavorativa è terminata, non vorrai mica che ti paghiamo
gli straordinari!” intervenne per la seconda volta in quel giorno Cindy, che
stava uscendo dall’edificio scolastico a sua volta.
Sorrise
a Sheldon e gli fece l’occhiolino. “Amy sta arrivando!” esclamò, per poi
prendere Jamie per il braccio e trascinarla lontano dall’uomo.
Ella
lo guardò comunque con aria minacciosa, per poi puntare due dita prima verso i
suoi occhi e poi verso l’uomo, mimando “Ti tengo d’occhio!”.
Scosso
come non mai, Sheldon a stento vide la sua fidanzata uscire dall’edificio di
corsa, con la rosa in mano, guardarsi intorno, notarlo e correndogli incontro,
raggiante come non mai.
Prima
che potesse obiettare e scansarsi, le braccia di Amy erano attorno al suo
collo, in una morsa quasi ferrea, e il suo profumo invase le sue narici insieme
a quello del fiore.
“Scusami
ma non potevo trattenermi, sono felicissima!” urlò la ragazza quando si separò.
“Come... Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? Non mi
fraintendere, l’ho adorata!”.
Sheldon
scrollò le spalle.
“Quando
te ne sei andata, due giorni fa, Penny mi ha fatto vedere Mean Girls e ho capito quanto deve essere stato duro il liceo per
te, quindi ho deciso di migliorare la tua esperienza in questo liceo” disse.
Vedere
Amy quasi in lacrime per la gioia, senza parole, quasi lo mandava in tilt ma allo stesso tempo
lo spaventava, perché era abituato a vedere le persone in lacrime al suo
cospetto solo per delle offese che lui non voleva intendere come tali, bensì
come semplici osservazioni.
“Come
sei arrivato qui?”.
“Ho
i miei segreti. Ora tocca a te guidare, ti darò le indicazioni stradali senza
dirti la meta. Guiderei io ma sappiamo entrambi quanto io non sia tagliato per
una cosa simile”.
Obbediente
e ancora contenta per quel pomeriggio pieno di sorprese, Amy annuì.
“Ma...
Siamo in un parcheggio, quello del negozio di liquori in cui mi ubriacai anni
fa”osservò senza capire Amy. “Non vorrei offenderti, ma sei sicuro di non aver
sbagliato strada?” chiese, perplessa.
“Vorrei
fosse così, ma se non ricordo male – e io non ricordo mai male – tu dicesti che
era qui che venivano i ragazzi popolari e non ti invitavano mai. Beh, oggi sei
stata invitata! Alla faccia di quell’ubriacona di Cindy!” esclamò Sheldon, per
poi rabbrividire quando vide dei tipi loschi uscire dal negozio.
La
mascella di Amy avrebbe potuto toccare terra, se solo avesse potuto.
Si
voltò di scatto verso il suo fidanzato e lo guardò attentamente, provando ad
articolare una frase di senso compiuto che non lo avrebbe offeso o fatto
arrabbiare.
“Mi
stai dicendo che vuoi bere del vino con me, qui?” chiese lentamente, studiando
la sua reazione.
“L’implicazione
del verbo “volere” è totalmente errata, Amy. Io voglio vincere un premio Nobel,
ma voglio anche che tu sia felice e da quel che ho capito questa è una delle
cose che ti farebbe sentire felice” ammise Sheldon senza scomporsi.
La
ragazza avrebbe voluto molte, fin troppe, cose, ma pur di godersi quel momento
sospirò, sorrise ed annuì, avviandosi verso il negozio.
“Aspetta”
disse Sheldon.
“Sì?”.
Lui
le si avvicinò di più e la prese cautamente per mano.
“Da
quel che mi hanno detto gli adolescenti si spostano così per far vedere a tutti
che stanno insieme” rivelò.
“Veramente
lo fanno tutte le coppie, non hai mai
notato Penny e Leonard che si tengono sempre per mano quando escono?”.
“Sì,
ma io credevo che fosse dovuta alla paura di Penny di perderlo tra la folla a
causa della sua bassa statura” si giustificò il fisico, innocentemente.
Amy
rise di gusto, scuotendo il capo, per poi trascinarlo nel negozio, sentendosi
leggera come un palloncino.
“Perché
non assaggi nemmeno un sorso? Non ti danneggerà, davvero, e lavorerai tra più
di sedici ore” mormorò Amy, prendendo uno dei bicchieri di plastica che avevano
acquistato insieme alla bottiglia di vino e a quella di succo.
“Amy,
non insistere! Lo sai che il mio codice morale prevede l’assenza di alcool nel
mio corpo e ho fatto un’eccezione solo quando non sapevo di cosa occuparmi dal
punto di vista scientifico”.
“Lo
so ma... Non voglio bere del vino da sola, a questo punto preferisco prendere
un po’ del tuo succo” si lamentò Amy, mentre si sedeva sul marciapiede.
Guardò
Sheldon che la guardava come se stesse facendo chissà quale atto riplorevole e
lo fissò con aria interrogativa.
“Io...
Io non mi siederò lì, non starò a contatto con germi e...”.
“Dimenticavo
la tua germofobia” sbuffò, alzandosi di nuovo e dirigendosi verso la sua
macchina.
“Che
fai?”.
“Sheldon,
se dobbiamo stare qui e devo fare tutto
da sola, tanto vale che torniamo a casa, tanto ho già fatto tutto questo da
sola in passato, non ho bisogno di un deja-vu” esclamò Amy, aprendo la portiera
dell’auto ed entrando con uno scatto.
Scioccato
dall’evoluzione degli eventi, Sheldon entrò a sua volta nell’auto, senza sapere
cosa dire o fare: sedersi sul marciapiede era fuori questione, ma il piano non
prevedeva far arrabbiare Amy.
“E’
ovvio che tutto questo non sia opera tua, chi ti ha aiutato, Penny? Senti, non
voglio la tua carità, che tu faccia questa cosa perché devi, e...”.
“Io
voglio sul serio darti una mano a vivere il liceo che avresti voluto, Amy! E’
solo che... Non conosco il lato sociale delle superiori e sono in difficoltà,
scusami. Potremmo rimanere in macchina, dopotutto siamo in un parcheggio
comunque” propose il fisico teorico, sforzandosi di risultare cordiale.
Si
sforzò di sorridere, e Amy comprese l’impegno che ci stava mettendo, tanto che
alla fine ricambiò il sorriso e annuì, prendendo la bottiglia di vino.
“Solo
che devi bere anche solo un goccio con me” chiese cautamente.
Sheldon
alzò gli occhi al cielo, poi, alla fine, annuì, e si sentì stranamente sollevato
quando vide la sua ragazza tutta entusiasta mentre gli versava un po’ della
bevanda nel bicchiere.
“Si
chiamano Maddie e Lucy. Le ragazze che mi stanno aiutando” spiegò poi, mentre
Amy glielo porgeva. “Si erano perse all’università e le ho aiutate in cambio di
aiuto. Mi dispiace ma non sapevo come fare, i ragazzi si sono rifiutati e Penny
ha detto che dovevo vedermela da solo... Solo che volevo farlo, davvero, e
spero che valga lo stesso. Sei intelligente, Amy, e avrai capito subito che non
era farina del mio sacco” ammise, prendendo l’oggetto e facendo spallucce.
“L’avevo
capito ma sono felice perché... Beh, perché stai facendo una cosa che
normalmente non avresti mai fatto. E la stai facendo per me! E’ un po’ come il
quarterback che chiede ad una di stare ufficialmente con lui mentre ha fatto il
finto tonto con tutte le altre” dichiarò Amy, voltandosi verso di lui.
Ignorando
cosa fare – i momenti rivelatori erano sempre i più difficili da vivere per lui
– Sheldon guardò il bicchiere e ne vuotò il contenuto, per poi storcere il
naso, infastidito.
“Vino,
succo d’uva che brucia” sentenziò.
Nel
momento in cui vide Amy sorridere timidamente, la sua memoria eidetica gli fece
notare la situazione precedente in cui aveva detto esattamente quelle stesse
parole, e il solo ricordarlo gli rese la gola secca.
“Solo
che hai già bevuto, speravo in almeno un brindisi!” mormorò Amy.
“Goccio
più, goccio meno, spero non faccia una grande differenza” sospirò Sheldon,
prendendo la bottiglia e versandone un altro po’ nel suo bicchiere.
Felice,
la ragazza avvicinò il suo bicchiere al suo e disse: “Cin cin!”.
“Lo
sai da dove deriva la parola brindisi?”.
“Lo
so ma non mi scoccerò mai di sentirlo da te”.
“Brindisi
significa... Oh, questo succo d’uva brucia davvero!” esclamò Sheldon, che
stranamente aveva bevuto di nuovo quel poco di vino contenuto del bicchiere.
“Mi ricorda quella sera sul treno”.
Amy
bevve il primo bicchiere e scrollò le spalle.
“Tu
pensi sempre ai treni” constatò,
versandosi altro vino.
“No,
cioè, sì” mormorò Sheldon, prendendo a sua volta la bottiglia e versandosene
ancora un altro po’. “Ma volevo dire che il vino mi fa ricordare... La nostra
breve discussione e il bacio. E’da quella sera che ci baciamo dopo ogni
appuntamento. Ricordo il sapore delle tue labbra, sapevano di brownies.
Guardando la dinamica dei baci tra i miei amici e le loro ragazze ho sempre
pensato che quello scambio di saliva fosse disgustoso ma da quella sera ho
capito cosa ci fosse di speciale. Mi è piaciuto tanto. Scusami, l’implicazione
dell’imperfetto potrebbe farti capire che ciò si riferisce ad un’abitudine del
passato, quando invece sarebbe corretto usare il presente” rivelò, per poi
svuotare di nuovo il bicchiere.
Muta
e sbalordita, Amy non sapeva cosa fare.
Adorava
sentire quelle parole, ma temeva che fosse tutta colpa del vino e lei voleva
che Sheldon le dicesse cose belle da sobrio, non solo da ubriaco, ragion per
cui, a malincuore, gli tolse la bottiglia di mano.
“E’
il vino che parla, quindi sarà meglio finirla qui” disse.
“Sono
sobrio! Voglio dire, sì, sento un lieve rossore alle guance e sento l’alcool
scorrermi nel corpo ma... Per il resto sono me stesso. Avrò bevuto a stento
mezzo bicchiere. Cosa dicevo, comunque?”.
“Che...
Ti piace baciarmi” ammise Amy.
Guardò
il suo fidanzato e notò che non era ubriaco, no – aveva bevuto meno di un
bicchiere intero, alla fine – solo che il vino sembrava averlo reso senza
filtri e più audace.
“Sì.
Ehi, io ho una memoria eidetica, come è possibile che non lo ricordassi...?”.
Amy
scrollò le spalle. “Sono felice di saperlo. Anche a me piace baciarti. Tanto.
L’ho sognato per anni e...”.
Le
parole le morirono in gola, perché Sheldon era davvero, davvero, troppo vicino
al suo volto.
Si
ripeteva che aveva bevuto pochissimo, che non era ubriaco, che era solo un po’
su di giri, e tutte alla fine hanno pomiciato con il proprio ragazzo su di
giri.
“Di
solito non mi baci mai prima della fine dell’appuntamento” disse, dandosi della
stupida. Perché parlava invece di godersi il momento?
“Perché
sono convinto che quello sia il protocollo sociale, in realtà lo farei anche
prima”.
“Puoi
farlo prima, quando vuoi. Davvero”.
“Davvero?
Ma secondo il contratto tra fidanzati...”.
“Il
contratto non prevede visite a parcheggi e negozi di liquori, rose rosse e
sorprese, eppure siamo qui. Puoi fare tutto ciò che vuoi...”.
Fu
una lenta tortura sentire il respiro di Sheldon sempre più vicino, i loro nasi
sfiorarsi, la mano di lui cingerle un fianco...
Quando
la baciò, Amy comprese che se fosse stata alzata le sarebbe mancata la terra
sotto i piedi, ma non le sarebbe dispiaciuto affatto.
Qualche
istante dopo, la distanza tra i due posti dell’auto iniziò ad essere scomoda, e
lei provò ad avvicinarsi a Sheldon senza fare rumore, ma mai si sarebbe
aspettata di sentirlo stringerla a sè a tal punto di farla spostare goffamente su
di lui.
Il
cuore di Amy batteva a mille, e constatò che ciò valeva anche per Sheldon
quando appoggiò la mano sul suo petto.
“She-Sheldon...”
sospirò tremante, contro le sue labbra, così incredula di trovarsi su di lui,
di aver ricevuto un bacio così diverso da quelli brevi e automatici a cui era
abituata.
Aveva
gli occhi chiusi, perché aveva paura che stesse sognando, e non voleva che
tutto ciò avesse fine.
“Amy...
Per favore, non chiedermi di andare in quel motel come l’altra volta” sospirò
Sheldon senza guardarla negli occhi, quando smise di baciarla, con il capo
appoggiato alla sua spalla.
“Non
lo farei mai, lo sai! Ero ubriaca, mentre ora...”.
“Ho
paura perché una parte di me ti direbbe di sì” confessò il fisico teorico,
ancora senza guardarla negli occhi, ma stringendola a sè per i fianchi.
Con
gli occhi quasi fuori dalle orbite, Amy sgranò la bocca e sì sentì tremare, ora
più sicura che mai di star sognando.
Lentamente,
fece in modo di trovarsi faccia a faccia con lui, ancora seduta sulle sue
gambe, e lo guardò.
“Sei
ubriaco...”.
“Non
sono ubriaco! Amy, ho paura, mi sono sentito come se le rigide regole che
osservo ogni giorno non esistessero più e... Non mi importava! Possibile?”.
“E’
possibile. Mi sono sentita così poco dopo averti conosciuto, in realtà, e da
allora sono più felice che mai” rivelò la ragazza, per poi accarezzargli una
guancia e tornare a sedersi cautamente al suo posto, seppur a malincuore,
incredula e scossa come non mai.
Ho pomiciato con Sheldon
in auto, in un modo decisamente spinto tanto che mi sono trovata seduta su di
lui, gli ho toccato il petto, e lui mi ha chiesto di non chiedergli di andare
in un motel perché una parte di lui gli avrebbe fatto dire di si. Sto sognando?
Rimase
così, senza fiato, per chissà quanto tempo, e quando si voltò notò che Sheldon
si era addormentato con un’espressione decisamente pacifica dipinta in faccia,
tanto da farlo sembrare un angioletto.
Non
era ubriaco ma comunque il vino aveva sortito un effetto su di lui visto che
non era abituato.
Forse
era meglio così, non avrebbe obiettato sul fatto che non potesse guidare visto
che aveva bevuto un po’ di alcool, pensò, ma non riuscii a non sorridere
ripensando alla sua confessione.
Le
bastava sapere che una parte di lui avrebbe voluto avere una relazione fisica
con lei, e sapeva che un giorno lui, sobrio come non mai, si sarebbe deciso a
donarle il suo amore senza problemi.
Era
felice, quella giornata sul serio l’aveva aiutata a recuperare tutti gli
arretrati del liceo.
Poi,
prima che rimettesse l’auto in moto, le vibrò il cellulare.
Domani
iniziamo i preparativi per il ballo di primavera!
Ti va da fare da chaperon?
Puoi portare il tuo dolcissimo fidanzato, se vuoi!
Era
Cindy, ovviamente.
Poi
però pensò che a causa sua, in un certo senso, aveva vissuto una giornata
magnifica...
Che
fosse la loro fata madrina?
Non
poteva saperlo, ma lei sul serio iniziava a sentirsi una Cenerentola,
ovviamente una Cenerentola intelligente, con un dottorato, con un principe
malato per l’igiene che aveva assunto due topoline che studiavano chimica pur
di farla felice.
Sarebbe
andato tutto bene, pensò.
Ne
era così convinta che non riuscì a trattenersi e prese il telefono.
Non
potete capire!
Io
e Sheldon abbiamo appena pomiciato in auto, in un parcheggio,mentre ci
baciavamo sono finita sulle sue gambe e lui mi ha chiesto di non chiedergli di
andare in un motel perché una parte di lui avrebbe voluto!
E
gli ho toccato il petto!
Inviò
il messaggio, raggiante, e subito dopo il suo telefono vibrò.
Era
di sicuro Penny, pensò.
Non
mi devi dire cazzate!
Era
Raj.
E
con orrore scoprì che per l’euforia non aveva notato di aver mandato il
messaggio nel gruppo che condivideva con le ragazze, ma in quello in cui
c’erano tutti e sette.
*°**
Alloooraa...
Le cose iniziano a farsi calienti, eh?xD
Scherzo,
sono molto preoccupata per l’ultima parte perché temo di aver sfiorato l’OOC,
ma la mia mano ha scritto da sola senza il mio consenso... Vale come
giustificazione?
Idiozie
a parte, mi sono azzardata ad inserire la scena in auto sulla base degli ultimi
sviluppi dell’8 stagione: dopo il bacio, l’attacco di panico appena ha visto
Amy vestita per il ballo, il “Ti amo”, la volontà di prendere una tartaruga con
lei e l’averla invitata su Marte, direi che è palese che ormai manca solo una
piccola spinta per far in modo che Sheldon realizzi che non gli dispiacerebbe
affatto andare oltre.. E in questo caso, un po’ di vino ha aiutato la
situazione.
Ci
tengo a precisare che Sheldon ha bevuto pochissimo, meno di mezzo bicchiere in
totale, e non è ubriaco come quando bevve due long island interi, quindi era
solo un po’ “vivace” del solito.
Che
dire, sono curiosa di conoscere il vostro parere!
Grazie
a chi legge, segue e ha recensito la storia!
Bacioni,
milly.
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Capitolo 4 *** L’efficienza delle migliori amiche ***
L’efficienza delle migliori amiche
Capitolo 4
L’efficienza delle migliori amiche
“Non
ci credo, davvero, mi sto sentendo come quando ho pomiciato per la prima volta
con uno dell’ultimo anno nella sua macchina!” esclamò Bernadette con aria
sognante, sospirando.
Howard
guardò torvo sua moglie, mentre Penny sorrideva udendo le parole dell’amica.
“Posso
dire che mi fa strano leggere una cosa del genere? Voglio dire, nel corso degli
anni ho portato quello stramboide a Disney World, gli ho tagliato i capelli,
gli ho cantato Soffice Kitty quando era malato dopo essermi presa cura di
lui... Sapere che ora abbia una sorta di inimità con la sua ragazza, beh, mi
sembra strano! Mi sento come una mamma che ha appena saputo che suo figlio sta
con qualcuna e...”.
“Tesoro,
piantala, non mi piace questo scenario!”.
“E
perché mai, Leonard?”.
“Perché
se tuo figlio fosse uno Sheldon significherebbe che mi avresti
tradito... Con uno molto peggio di me, tra l'altro”
ragionò
il fisico sperimentale, scatenando l’ilarità di Raj.
“Ci
credi, Howard?” aggiunse l’indiano. “Se non fosse stato per noi, Sheldon ed Amy
non si sarebbero mai conosciuti e lui ora...Ora...”.
“Ora
cosa?” domandò l’ingegnere, senza capire.
“Niente,
provavo a dimostrare che l’amore lo avesse reso più docile ma non posso farlo
di certo, non è da me dire le bugie e lo sapete”.
Il
discorso fu interrotto da Amy che entrò nell’appartamento, con Sheldon
appoggiato a lei.
Li
guardò, implorante, per far capire loro che non dovevano accennare a ciò che
aveva scritto senza volerlo, e poi guardò il fisico.
“Che
dici, ti porto a letto?” chiese esitante al suo ragazzo.
“Non
chiedergli una cosa simile perché poi una parte di lui ti direbbe di sì”
sussurrò Howard, prendendoli in giro, tanto che per Penny e gli altri fu
davvero difficile mantenere la calma.
Amy
arrossì di botto, ma per fortuna Sheldon sembrava decisamente assonnato per
rendersene conto.
“Sì,
voglio dormire... Mi sento assopito, strano...”.
“Eh,
sai, Sheldon, certe attività di
solito ti stancano” mormorò Leonard, e questa volta il resto del gruppo non
riuscì a trattenersi e tutti scoppiarono
a ridere, portandosi le mani alla bocca per sforzarsi inutilmente di non
produrre suoni.
Ormai
super imbarazzata, Amy si trascinò Sheldon nella sua camera da letto, con le
difficoltà che comportavano il dover portarsi dietro un uomo decisamente più
alto di lei per vari metri.
Quando
furono vicino la porta, vide il suo fidanzato esitare.
“Non
osare iniziare a bussare pur sapendo che non c’è nessuno”lo ammonì subito.
“Va
bene, ma se un giorno andremo in un motel, sappi che busserò perché potrebbero
esserci degli sconosciuti coinvolti in attività illecite”.
Folgorata,
Amy quasi mollò la presa su di lui, tanto da farlo cadere.
Possibile
che stesse ancora pensando alla possibilità di andare in un motel con lei?
I
momenti vissuti precedentemente gli erano rimasti così impressi?
“Se
un giorno andremo in un motel, ti lascerò fare tutto ciò che vuoi, te lo assicuro” mormorò quindi, non riuscendo a
mascherare il sorrisino malizioso che le spuntava quando si trattava di pensare
a lei e al suo ragazzo coinvolti in quel tipo di attività da lui definite illecite.
Circa
dodici ore dopo, Amy era nella cucina dell’appartamento 4A, felice ed energica
come non mai, tanto che si era ridotta al punto di canticchiare il motivo de
“La casa nella prateria” tra sè e sè.
“Scusami,
Amy, ma Sheldon sarà qui a momenti e considerando che ieri ha bevuto...”.
“Ha
bevuto un po’, pochissimo, giuro, meno di mezzo bicchiere!”.
“Ho
capito, ho capito, non ti alterare! Stavo dicendo, è vietato fischiettare e non
vorrei sorbirmi uno dei suoi sermoni di primo mattino” spiegò Leonard.
Amy
annuì, incrociando le braccia. “Va bene, nel frattempo allora vado da Penny”.
“Buona
idea” annuì Leonard, “Se non sbaglio c’è anche Bernadette, doveva portarle i
nuovi farmaci sperimentali da mostrare ad alcuni dottori”.
“Perfetto,
a dopo!”.
Leonard
sorrise nel vedere Amy così entusiasta e spensierata, e il pensiero che fosse
stato Sheldon a renderla così felice lo faceva quasi emozionare.
Aveva
sempre criticato il suo coinquilino, ma doveva ammettere che si stesse
comportando davvero bene con Amy e che di certo in una gara con gli altri
ragazzi avrebbe vinto un premio per “la miglior relazione stabile al primo
tentativo”.
Certo,
era una relazione anomala, che procedeva a piccolissimi passi, ma vederli così
innamorati nonostante la constante assenza di atti sdolcinati gli faceva onore.
“Quindi
è stato Sheldon a prenderti e a farti sedere su di lui?! Di sua spontanea
volontà?!” esclamò Penny, scioccata al massimo.
“Mentre
vi baciavate come due adulti e non come dei bambini dell’asilo come al solito?”
le fece il coro Bernadette.
Soddisfatta,
Amy annuì.
Ora
sì che poteva capire in parte la soddisfazione che le due provavano quando le
raccontavano i dettagli delle loro relazioni con i rispettivi partner!
“Non
ha obiettato quando gli ho toccato il petto, anzi, mi teneva stretta a sè.
Qualche secondo in più e saremmo arrivati in seconda base!”.
“Sì
ma direi che la confessione che ha fatto vale molto di più” disse Penny, ancora
sconvolta.
“Sicura
che hai sentito bene?”.
“Bernie!”
la rimproverò Penny.
“Scusate,
ma è normale capire una cosa al posto di un’altra in certi momenti! Una volta
credevo di aver sentito Howie dire: “Ehi, mi stai facendo impazzire!”, invece
aveva detto: “Mia mamma ha un reggiseno simile, mi fa inorridire!”. Capite?”.
“Di
certo non è il caso di Amy!” esclamò Penny, guardando l’amica con aria
rassicurante.
“Perché,
scusa, Leonard non ha mai detto qualcosa che hai frainteso?”.
La
ragazza rise di gusto, scuotendo il capo.
“Certo
che no! E’ così emozionato e incredulo di dormire con me nonostante siano
passati anni che si limita a fare sempre gli stessi versi increduli e gioiosi.
Al massimo si limita a ringraziare qualche entità religiosa a me ignota o a
dire “Alla faccia tua che non credevi ce l’avrei fatta, mamma!”, tutto qui”.
“Assurdo,
ma le mamme stanno sempre in mezzo durante il sesso?!” commentò Amy, disgustata, tanto che
arricciò il naso.
“Beh,
conoscendo Sheldon, tesoro, quando accadrà tra voi nominerà la sua nonnina invece della
mamma” ridacchiò Penny.
“Oh,
basta, per favore! Comunque, Cindy mi ha invitato a fare da chaperon al ballo di
primavera e ha detto che posso portare anche Sheldon” aggiunse la neurobiologa,
di nuovo emozionata come non mai. “Vorrei tanto andarci, i balli hanno uno strano
effetto positivo su Sheldon, e poi avere un accompagnatore a un vero ballo
sarebbe un sogno! Certo, sarò estranea al concorso per diventare la reginetta
del ballo, ma meglio di nulla”.
“E
allora dillo a Sheldon, no? Scommetto che ti dirà di sì visto il suo piano per
farti rivivere il liceo in maniera piacevole!” suggerì Bernadette, emozionata a
sua volta.
“Dici?”.
“Ma
certo!” soggiunse Penny, facendole l’occhiolino. “Sfrutta quest’occasione al
massimo!”.
Amy
sorrise, felice. “Allora ci provo, glielo chiedo ora!”.
“Brava,
vai!” l’incoraggiò Penny.
La
vide uscire di casa quasi di corsa, in un modo decisamente buffo visto che la
borsa a tracolla stava rischiando di urtare la porta, ma alla fine ci riuscì.
“Bene,
ho un piano”.
“Cosa?”.
“Chiedi
qualche ora libera a lavoro, abbiamo una stronzetta da sistemare!”.
Amy
stava per bussare all’appartamento di fronte quando si bloccò, udendo una
conversazione alquanto audace tra i due coinquilini.
“Non
puoi tirarti indietro, Sheldon!”.
“Certo
che posso. Anzi, direi che ho già fatto abbastanza”.
“Ma
sei scemo? Per una volta che hai una buona idea...”.
“Una
buona idea? Io sono pieno di buone idee! Inoltre, ieri dovevo finire il mio
saggio sui buchi neri e non l’ho fatto perché ho bevuto e mi sono addormentato,
Leonard! Sono già fin troppo distratto da quando conosco Amy, non posso esserlo
ulteriormente!”.
“Allora
ammetti che lei ti distrae!”.
“Beh,
sì”.
“Ti
distrae perché la ami, ecco perché stai
facendo tutto questo! Hai coinvolto due matricole, accidenti, e la tua ragazza
è felice come non mai e...”.
“Amy
mi conosce, sa che non può aspettarsi chissà cosa! Non posso lasciare che
queste abitudini malsane influiscano negativamente sul mio operato e...”.
Ma
Amy non volle sapere il resto perché, non riuscendo ad ascoltare una sola
sillaba in più, si allontanò dalla porta e si affrettò a scendere le scale che
l’avrebbero condotta all’uscita del palazzo, con gli occhi lucidi come non mai.
Il
suo sogno aveva già avuto il suo epilogo e la cosa le faceva male come non mai.
Scusami
Cindy ma oggi lavoro a casa, devo analizzare i dati delle ultime ricerche e in
ufficio mi distrarrei. A domani.
Perplessa,
Cindy aspirò del fumo dalla solita sigaretta prima di entrare a scuola mentre
leggeva l’sms di Amy.
Una
seconda lettura più attenta le fece immaginare lei e Sheldon a letto, impegnati
a festeggiare le romanticherie del giorno precedente, così le rispose che non
c’era alcun problema e che poteva analizzare tutti i dati che voleva per tutto
il giorno senza problemi.
Stava
quasi per terminare la sigaretta quando vide due ragazze bionde – una alta e
slanciata, l’altra minuta e carina – camminare in sua direzione.
“Sei
sicura che sia lei?” domandò Bernadette a pochi metri di distanza, squadrando la
donna da capo a piedi.
“Certo
che lo sono. Fuma prima di entrare, ha un completo di Chanel taroccato e ha una
faccia alla “sono perfetta e lo so” tipica di una ex cheerleader. E’ lei Cindy. Ricordati di fare la stronzetta
come hai fatto con il nipote di Dan mesi fa, ok?” sussurrò Penny..
“Nessun
problema” esclamò la mircobiologa, sorridendo falsamente verso il bersaglio,
proprio a due passi dalla donna che le guardava senza capire.
“E’
lei Cindy, la vicepreside?” chiese subito Penny, falsamente cordiale.
“Sì.
Che siete? Oh, dovete essere le madri di Jessa, la bambina che ieri ha
picchiato quel bambino cinese perché non riusciva a pronunciare il suo nome,
giusto?”.
“No,
non siamo delle madri!”.
“E
non siamo nemmeno una coppia” aggiunse Penny.
“E
quindi lei è sua madre e questa piccolina è sua figlia?” domandò Cindy con aria
sbrigativa, indicando Bernadette, la quale cambiò subito espressione in favore
della sua solita falsamente gentile.
“Impossibile
ma la ringrazio per il complimento. Lei invece, nonnina? Come stanno i suoi
nipotini?”.
“Cosa...?”.
“Senta,
non abbiamo molto tempo. Siamo le migliori amiche di Amy Farrah Fowler e
vogliamo chiederle un favore” le interruppe Penny.
Alquanto
allibita, Cindy le guardò, incredula e stupefatta.
“Migliori
amiche? Amy ha delle migliori amiche oltre a un fidanzato?” chiese, quasi con
gli occhi fuori dalle orbite.
“Perché
quella faccia sorpresa?” sbottò Bernadette.
“Amy
non ha mai avuto amiche”.
“Ed
ora ce le ha, perché una persona unica come lei non può non avere delle amiche!
Evidentemente prima è stata circondata da un branco di idioti” mormorò Penny,
sorridendo in maniera sarcastica. “Il punto è questo, cara Cindy: siamo qui per
chiederti un piccolo favore”.
“Istitiusci
l’elezione della reginetta del ballo anche tra i chaperon e nessuno si farà male”
soggiunse Bernadette, incrociando le braccia e alzando il mento, come in segno
di sfida.
“Che
cosa?”.
“Hai
sentito bene, cara” disse Penny.
“Ma
voi siete matte! Le elezioni riguardano solo gli alunni e...”.
“Tu
sei matta perché hai trattato male Amy quando eravate delle ragazzine e quindi
ora ti farai perdonare, ok?”.
“Cosa
stai dicendo?”.
“Ma
sei sorda?” chiese Bernadette. “Fai uno strappo alla regola. Di quello che
sappiamo era la tua specialità a scuola, no? Ti ubriacavi invece di andare alle
prove delle cheerleader eppure sei qui, come vicepreside, ora... Un piccolo
strappo alla regola non ha mai ucciso nessuno, ma se osi contraddirci saremo
noi a fare un piccolo strappo a te... Magari sulla tua chioma perfetta...
Lavoro nell’ambito farmaceutico e potrei mettere qualche pillolina di troppo
nel tuo caffè, sai?”.
“Ma
voi siete matte! Io chiamo i miei collaboratori e...”.
“E
cosa? Non hai imparato nulla dai film di Jennifer Aniston?”domandò Penny,
sorridendo beffarda e imitando la posa della sua amica. “Tutti odiano il capo e
di sicuro qualcuno sarà felice di aiutarci, se tu non aiuti noi!”.
Memore
di qualche piccolo disguido tra lei e la singnorina che serviva il cibo in
mensa e immaginando il suo pranzo contaminato, Cindy deglutì.
“E
va bene, istituirò questa carica del cavolo!” si arrese, alzando gli occhi al
cielo. “E per la cronaca, siete fortunate che Amy non sia venuta a lavoro, se
vi avesse visto...”.
“E
perché non è venuta?!” chise la microbiologa.
“Non
siete voi le sue amiche? Com’è che non lo sapete?” sbottò la vicepreside, per
nulla contenta della visita di quelle due pazze squinternate.
Si
voltò e se ne andò verso l’entrata della scuola, già in ritardo di cinque
minuti.
“Mi
raccomando, se non agisci subito lo scopriremo, stronzetta!” urlò Bernadette.
“Ok,
direi che può bastare, calmati” sussurrò Penny.
“Ho
sempre sognato di umiliare pubblicamente una ex cheerleader!” ridacchiò
Bernadette, saltellando.
“Pubblicamente?
Sono per caso ingrassata a tal punto di sembrarti più di una persona?”.
“Amy,
apri!”.
Udendo
la voce di Penny alla sua porta, Amy sbuffò e si affrettò ad asciugarsi gli
occhi.
Aveva
l’auto parcheggiata davanti il palazzo, quindi di sicuro sapevano che fosse lì
e non a lavoro.
Costernata,
si trascinò verso la porta e aprì, sperando invano di coprirsi il volto con i
capelli ma senza alcun esito.
“Che
c’è?” chiese, quando si trovò faccia a faccia con loro.
“Volevamo
passare a salutarti a lavoro e ci hanno detto che non c’eri. E’ tutto ok?”
domandò Penny, squadrando l’amica.
“Certo,
ho solo un po’ di... Mal di testa, ecco”.
“Sembra
che tu abbia pianto. Eri così felice, prima! Che è successo?” osservò
Bernadette, preoccupata come non mai.
Amy
esitò, mentre guadagnava tempo facendole entrare e accomodare sul suo divano.
Si
sentiva patetica a dover dire ciò che aveva sentito, ma sapeva che l’avrebbero
compresa.
Con
grande fatica, raccontò loro dell’accesa discussione tra Leonard e Sheldon che
aveva ascoltato fuori la porta e le ci volle uno sforzo sovrumano per non
iniziare a piangere di nuovo.
Le
due amiche, alla fine del racconto, erano decisamente sconvolte.
“Ci
penso io!”.
“Penny,
non devi fare nulla! Hai già fatto troppo facendogli vedere Mean Girls! Voglio che faccia delle cose
carine per me solo se se la sente, e ha fatto troppo per i suoi standard,
davvero. Mi passerà, poi, figurati, ho già trascorso altri balli da sola,
quindi mi limiterò a fare da chaperon e basta” mormorò Amy, soffiandosi il naso
e scrollando le spalle con finta noncuranza.
“Non
è giusto! Tu meriti...”.
“Ho
sbagliato. Non voleva bere e ho insistito, dovevo rimanere nei limiti e invece
ho osato”.
“Ma
meno male! Lui sta reagendo così perché è spaventato! Ricordi che voleva
lasciarti dopo il bacio? Sta facendo lo stesso! Tu gli fai provare sensazioni
nuove e lui ha paura, ha paura di sconvolgere la sua routine, ecco tutto” la
consolò Bernadette, accarezzandole il braccio.
“No,
davvero, è tutto ok...”.
Penny
esitò, sapendo di avere pochi secondi per riflettere, poi si alzò di scatto
come una molla.
“Ragazze,
scusate, Dan mi sta rompendo, devo andare a lavoro! Bernadette, tu puoi stare
qui a consolare Amy, vero?” domandò, con una celata aria minacciosa.
La
bionda subito comprese che fosse tutta una bugia così annuì.
“Certo.
Questo è il vantaggio di essere temuta da tutti a lavoro, posso fare festa
quando voglio”minimizzò.
“Perfetto!”.
Penny
si affrettò a prendere la borsa e a uscire, lasciando da sole le due amiche.
“Che
dici, vedere Magic Mike ti farà stare
meglio?”.
Toc toc toc. Sheldon?
Toc toc toc. Sheldon?
Toc toc toc. Sheldon?
Riconoscendo
la voce di Penny, Sheldon si alzò e si diresse verso la porta del suo ufficio,
senza capire il perché di quelle bussate.
“Ciao
Penny. Perché hai bussato così?”.
“Perché
volevo irritarti ancor prima di parlarti. Di solito con me funziona, sai?” lo
prese in giro la bionda, entrando.
“Perché
sei qui?”.
“Sarò
breve. Amy sta male a causa tua, sciocco fisico da quattro soldi. Senza volerlo
stamattina ha ascoltato la conversazione tra te e Leonard...”.
“Quale,
quella sugli slip di Spider Man che non si trovano più in circolazione, in cui
io ho suggerito di comprare degli slip semplici e di decorarli a mano come
attività ricreativa della domenica pomeriggio?” chiese senza capire il fisico
teorico.
Penny
sgranò gli occhi, spaesata. “Che?”.
“Sì.
E’ emerso che non sono più in produz...”.
“No,
idiota! L’altra! Quella in cui hai detto di non voler più continuare questa
cosa del liceo con Amy dopo ieri” gli ricordò.
“Ah.
Ora ha più senso, in effetti”.
“Senti,
Amy ci sta male,ok? Non puoi fare una cosa simile e poi tirarti indietro! Io...
Non so cosa dirti, so solo che tu la ami e lei stava per invitarti al ballo di
primavera, dove farà da chaperon. Ci è rimasta male, ed è triste, non è andata
a lavoro, sai? Confido nell’affetto che provi per lei, e so che dopo ciò che ti
ho detto saprai come renderla di nuovo felice perché te ne importa fin troppo
di lei, lo sappiamo tutti. E se la ami davvero, non osare far diventare pratica
quella idea delle mutande fatte a mano, santo cielo!” esclamò Penny,
puntandogli l’indice contro prima di uscire rapidamente dall’ufficio.
Sheldon
doveva fare la cosa giusta e lei gli aveva dato la piccola giusta spinta di cui
aveva bisogno, quindi confidava nel suo buon senso.
Dal
canto suo, lui rimase immobile nell’ufficio, senza sapere cosa dire o fare.
Sapeva
solo che a causa sua Amy stava male e la cosa non gli piaceva, perché lui non
era una Cindy qualsiasi che la faceva soffrire.
Aveva
iniziato quel processo per farla stare meglio ed ora l’aveva ferita di nuovo.
Non
lo avrebbe mai ammesso con nessuno, ma per un istante non si sentì geniale come
al solito.
*°*°*
Eccomi
qui :)
Capitolo
molto Penny-Bernadette-centrico, ci voleva perché loro sono una parte
importante della vita di Amy e non potevano starsene in disparte, proprio come
Sheldon che non poteva trascorrere molto tempo prima di combinare qualche
pasticcio ^^’
L’idea
iniziale era di massimo 4 capitoli, ma ho avuto qualche idea in più quindi i
capitoli saranno 6, 5 più epilogo.
Non
so quando pubblicherò il 5 perché giovedì parto per la Spagna e starò via una
settimana, ma vi dico solo che, per quello che ho in mente, varrà la pena
aspettare :D
Grazie
per tutto il supporto che mi state dimostrando, sono felicissima di sapere che
la storia vi stia piacendo ^^
A
presto,
bacioni!
Milly.
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Capitolo 5 *** L'Evoluzione del Ballo, Parte 1 ***
4evo
Capitolo 4
L’evoluzione del Ballo – Parte 1
Cindy
si appoggiò sul costoso divano del suo soggiorno con la solita grazia che la
contraddistingueva, nonostante i suoi piani non fossero altrettanto graziosi.
Con
il tablet tra le mani, si apprestò a leggere la posta in arrivo, sperando di
trovare una risposta positiva all’email che aveva mandato la sera prima
all’ospite speciale del Ballo di Primavera.
Sussultò
quando vide che, sì, l’ospite aveva risposto, per poi sorridere e tirare un bel
sospiro di sollievo.
Tutto
stava andando secondo i piani, perfettamente.
Raj
varcò la soglia dell’appartamento 4A, alquanto incuriosito dall’sms di aiuto
che Sheldon gli aveva inviato un’ora prima.
Era
così curioso che non aveva esitato ad
interrompere il suo pomeriggio con Emily, spiegandole che si sarebbero
divertiti comunque quella sera, quando le avrebbe raccontato i dettagli della,
di sicuro, assurda richiesta di aiuto dell’amico.
“Ehi,
Sheldon, che succede?” domandò appena arrivò, chiudendo la porta alle sue
spalle e restando alquanto sconcertato dalla mancanza del resto del gruppo.
“Nulla
di nuovo. Il solito terremoto a Tokyo, il solito discorso di Obama in onda
sulla CNN, lo scioglimento dei ghiacciai che prosegue imperterrito...”.
“No,
intendevo, a te. Perché mi hai mandato quel messaggio?” si spazientì l’indiano,
prendendo posto sulla poltroncina di fronte al noto posto del fisico teorico.
“Ah
sì. Ti ritieni il.... Romanticone del
gruppo, giusto?” chiese quest’ultimo, dicendo quell’assurda parola che iniziava
con la R con eccessivo ribrezzo.
“Certo,
ma se lo dici così la fai sembrare una cosa brutta” lo rimbrottò Raj,
incrociando le braccia.
“Lo
è, infatti. Solo che sospenderò il mio giudizio perché ho bisogno di invocare
il tuo aiuto e so che accetterai vista la clausola di amicizia che esiste tra
noi”.
“Clausola di amicizia? Non ho firmato
nulla, Sheldon!”.
“Potresti
farlo ora” esclamò il fisico, fin troppo speranzoso.
Con
il suo raro ma noto sorrisino che non lasciava presagire nulla di buono, prese
un foglio che aveva disposto precedentemente sul tavolino di fronte a loro e
glielo porse. “Ecco qui. “La clusola dell’amicizia”, valida per un periodo
variabile dai due ai sette giorni, in cui ti
impegni di aiutarmi con le tue doti da romanticone nel cacciarmi fuori dal pasticcio che sembra io abbia combinato con Amy. Non
puoi dire no, è come se io fossi Batman e tu Robin!”.
Raj
sgranò gli occhi,incredulo.
“Altro
che Batman, al momento vorrei essere semplicemente un Barman, così avrei litri
di alcool per giustificare questa pazzia” osservò, esaminando il foglio come se
fosse la prova fondamentale per la scoperta dell’assassino di un caso
irrisolvibile.
“Cosa?
Pazzia? Per prima cosa, non sono pazzo, mia madre mi ha fatto visitare!
Secondo, mi sto tutelando, così mi aiuterai ma poi non sarò costretto ad
aiutarti a mia volta quando ti servirà un favore, in futuro. A tal proposito,
ti consiglio di leggere il punto 2.2”.
Raj
alzò gli occhi al cielo, salvo poi prendere un bel respiro e strappare il
foglio davanti agli occhi di Sheldon.
“Pensi
che non abbia altre copie o il file salvato sul mio hard disk?”.
“Penso
che tu sia un codardo, perché hai bisogno di un amico in un momento particolare
e hai paura di dimostrare come ti senti, celandoti dietro questo foglio!”.
“Non
capisco, sarebbe stato impossibile celarmi dietro quel foglio, è un semplice A4
mentre io sono più grande di parecchi centimetri” osservò Sheldon.
Spazientito,
Raj pensò di avere solo due scelte: darsela a gambe o spiegare con calma a
Sheldon che, sì, lo avrebbe aiutato, ma con i dovuti ringraziamenti e
riconoscimenti tipici di un amico che si rivolge ad un altro.
“Ciò
che sto dicendo è che ti aiuterò, ma devi fare il bravo e spiegarti come hai
fatto con quelle due studentesse. A proposito, perché non hai chiesto a loro?”
chiese, senza capire.
Sheldon
scrollò le spalle.
“Il
professor Smith ha scoperto che davo loro una mano con i compiti e mi ha
chiesto – cioè, imposto, oltre ad avermi denunciato alle risorse umane – di
stare lontano da Maddie e Lucy”.
“Ecco
perché hai chiamato me!”.
“Precisamente.
Fossi in te, sarei fiero di essere la seconda scelta di Sheldon Cooper!”.
Amy
scarabocchiò alcuni dati sul suo block notes, decisamente di malavoglia,
sperando che si facessero le quattro al più presto.
Erano
tre giorni che non sentiva Sheldon, e ne mancavano solo due a quel ballo che
odiava, nonostante ne avesse amato l’idea quando era venuta a conoscenza della
sua esistenza.
Non
capiva... Non era da Sheldon ignorarla e non farsi vivo, specialmente dal
momento in cui lei era arrabbiata per una cosa che lui non sapeva lei avesse
sentito.
Erano
contrattualmente obbligati a sentirsi varie volte al giorno e non era da lui
non rispettare una cosa del genere.
L’ultima
volta che si erano visti era stato il famoso pomeriggio trascorso in macchina
tra baci e confessioni ardite, e la cosa le faceva male ancor di più, se
possibile.
Forse
lui si era pentito, ecco perché non la chiamava...
Prima
che potesse fare congetture ancora più tetre, l’ufficio si illuminò
improvvisamente a causa del tailleur turchese vivo di Cindy.
“Tesoro,
sono qui per presentarti la guest star del ballo, i ragazzi l’adoreranno! Tra
l’altro la conosci pure, quindi immagino ti farà piacere! Entra, caro!”.
Prima
che Amy potesse dire qualcosa, vide Will Weathon entrare nell’ufficio,
sorridente e decisamente strano con una giacca abbinata a dei semplici
pantaloni casual.
“Vi
lascio chiacchierare!” squittì la vice preside, ridacchiando e uscendo
dall’ufficio con il suo solito ancheggiare.
Senza
capire come Cindy facesse a sapere che conosceva Will, Amy si lasciò scappare
un sorrisino di circostanza e invitò l’uomo a sedersi di fronte a lei.
“Will,
anche tu qui” riuscì semplicemente a dire.
“Sì!
Mi pagano cento dollari semplicemente per salutare la scuola e dire il nome del
re e della reginetta del ballo, capisci?” esclamò Will, entusiasta.
“Cento
dollari, wow!” mormorò la ragazza.
Sapeva
del poco successo di Will, ma doveva essere in cattive acque per prestarsi a
una cosa del genere ed esserne felice.
“Ho
appena saputo che anche tra gli accompagnatori ci saranno il Re e la Reginetta,
e tu fai da chaperon, giusto? Potresti vincere, anche se con Sheldon alle
calcagna la vedo dura” ridacchiò l’attore, salvo poi smettere quando l’occhiata
di Amy lo fulminò.
“Non
vado con lui, vado da sola. E’ un periodo un po’... Beh, sai, mi limiterò a
fare il mio dovere da chaperon”spiegò, alquanto a disagio.
“Io
voglio vivermela bene! Al liceo nessuna accettava di venire con me, quindi sarà
bello essere la guest star”.
“Quanto
ti capisco... Il mio accompagnatore era sempre un mocio per lavare per terra.
Comunque, ti divertirai, ne sono sicura!”.
Will
esitò nell’ascoltare la storia di Amy, così vicino alla sua.
Pensava
che fosse felice, invece sembrava decisamente giù.
“E
se il tuo accompagnatore questa volta fosse la guest star della serata? Sempre
se ciò non mi farà finire di nuovo in quella sciocca lista dei nemici mortali
di Sheldon, sia chiaro”.
Colpita,
Amy quasi sussultò.
Will
voleva accompagnarla?
Sapeva
che non fosse interessato a lei, di sicuro era un semplice gesto di amicizia
visto che negli anni si erano incontrati –e anche scontrati – varie volte,
quindi sapeva di dover mantenere la calma.
Sheldon
non si faceva vivo, di sicuro non sarebbe stato interessato al ballo, ne era
alquanto certa.
Fu
così che senza meditarci ulteriormente disse: “Certo, perché no?”.
Con
grande sorpresa di entrambe, anche Penny e Bernadette erano state invitate al
ballo.
Cindy
aveva mandato loro un’email in cui diceva che erano invitate in modo da vedere
con i loro occhi che aveva mantenuto il patto, così avevano accettato di buon
grado.
“Sono
nervosa. Sheldon non ha fatto nulla da quando gli ho parlato, nel suo ufficio”
mormorò sottovoce Penny, mentre era nel bagno di Amy con Bernadette visto che
avevano deciso tutte di prepararsi lì.
“Ma
magari si farà perdonare in un altro modo, non è detto che sia stasera. Lo sai
che è, ehm... particolare” sussurrò a sua volta Bernadette, mentre sceglieva
che rossetto abbinare al suo abito argentato.
“Doveva
essere stasera, però! Amy avrebbe avuto il suo lieto fine da liceale che non ha
mai avuto!”.
“Ragazze,
la macchina della scuola è arrivata! Corro, ci vediamo lì!” disse la voce di
Amy.
“Aspetta,
fatti ved... Oh, è corsa via!”si lamentò la microbiologa, riuscendo a stento ad
uscire dal bagno e non trovando nemmeno l’ombra dell’amica.
“Ultimamente
è strana, capisco che sia arrabbiata con Sheldon, ma non capisco!”.
Bernadette
sospirò, avvicinandosi di nuovo ai rossetti e scegliendone uno rosato.
“Direi
che stiamo conoscendo la Amy liceale, Penny”.
Raj
stava aiutando Sheldon ad allacciarsi il papillon, mentre Howard e Leonard
guardavano la scena come se si trattasse di uno di quel fim muti ma divertenti
lo stesso.
Erano
incuriositi ma preoccupati allo stesso tempo, perché vedere Sheldon impegnarsi
così tanto in qualcosa per qualcuno che non fosse se stesso era uno spettacolo
assurdamente raro a cui nessuno di loro avrebbe mai pensato di assistere.
“Quindi
ripetiamo il piano...”.
“Non
ho mai avuto bisogno di ripetere nulla, Raj, e di certo non ne avrò bisogno con
questo piano così semplice”.
“E’
semplice perché ti sei rifiutato di salire sul palco e dirle che la ami!” si
infervorò l’astrofisico, il quale non tollerava alcuna critica nei confronti
delle sue doti da romanticone perfetto.
“Dimentichi
che non sono un hippie. Andrò lì, proverò ad imbucarmi facendomi vedere da
Cindy e raggiungerò Amy, dicendole che mi dispiace e che sarò il suo cavaliere.
Mi hai chiesto fin troppo! Dopotutto non sono io quello che ha spiato una
conversazione tra me e Leonard!”.
“Sheldon,
Amy stava per entrare e poi ha ascoltato tutto. Non puoi biasimarla” provò a
farlo ragionare quest’ultimo, squadrandolo come era solito fare quando provava
a fargli notare quanto si stesse sbagliando.
Il
fisico teorico sbuffò e notò con sollievo che Raj avesse finito la sua opera
d’arte, così si apprestò a prendere la sua immancabile fiaschetta colma di
succo di melograno e a guardare nervosamente l’orologio.
Stando
alla sua tabella di marcia – perfettamente illustrata ai suoi compari un’ora
prima – mancavano dieci minuti alla partenza.
Era
nervoso, per la prima volta in vita sua temeva di star sudando e la cosa gli
ricordò con grande orrore la prima volta che Leonard aveva invitato fuori
Penny.
Si
stava riducendo così, come un semplice uomo che si riduce in condizioni
terribili – e puzzolenti – per una
femmina?
Rabbrividì,
dicendosi che odiava sentirsi così.
Il
pensiero di ritrovarsi un orribile alone di sudore sotto le ascelle lo spinse a
correre in camera sua a controllare e ad utilizzare ulteriore deodorante anti
odori e anti sudore, così corse letteralmente, con il suo modo buffo tipico di
chi non ha mai svolto attività fisica, sotto lo sguardo intenerito e
contemporaneamente divertito dei ragazzi.
Qualche
istante dopo, però, il cellulare di Leonard squillò, rivelando una chiamata da
parte di Penny.
“Strano,
di solito non mi chiama mai quando esce con Bernadette” osservò, preoccupato.
Circa
venti minuti dopo, la scena a cui il gruppo si ritrovò ad assistere fu davvero
insolita.
Penny
e Bernadette erano vestite fin troppo elegantemente per la semplice serata
cinema a cui avrebbero dovuto partecipare stando a ciò che avevano detto ai
loro partner, e i loro visi non promettevano nulla di buono, proprio come
l’auto della microbiologa che emanava del fumo decisamente inquietante.
“Serata
cinema, eh?”.
“Leonard,
per favore!”.
“Perché
ci avete mentito?”.
“Non
volevamo che Sheldon sapesse che eravamo invitate e volevamo vedere cosa aveva
intenzione di fare nel caso si fosse presentato e....”.
“Come
avrebbe fatto a non notarvi, contando gli orridi colori che avete scelto di
indossare? E le scollature a cuore non vi fanno onore, considerando che siete
entrambe impegnate e...”.
“Oh,
piantala, Raj!”.
“Signori,
signore, per favore!” urlò Sheldon, scendendo dall’auto alquanto arrabbiato. Il
fatto di essere in ritardo lo irritava come non mai, oltre a tutti quei piani
nascosti che gli davano ai nervi. “Dov’è Amy?”.
“E’
andata prima di noi, doveva anticiparsi” spiegò Penny.
“Non
capisco perché tu sia venuta nel mio ufficio e poi non mi hai detto che
venivate anche voi!” chiese Sheldon. “E’ tutta colpa di quello stupido film che
mi hai fatto vedere, mi hai fatto venir voglia di fare qualcosa ma... Mi hai
abbandonato! Il tempo non ti manca per spiare cosa farò, ma non mi aiuti! Odio
dirlo, ma non capisco!”si sfogò, stringendo i pugni con una morsa ferrea.
Dispiaciuta,
Penny aveva quasi le lacrime agli occhi perché si sentiva in colpa, così gli si
avvicinò con cautela, come se fosse la creatura del Dottor Frankestein.
“Tesoro,
volevo semplicemente aprirti gli occhi, so che ami Amy e che faresti di tutto
per lei. Sono qui perché mi ha invitato Cindy dopo che io e Bernie l’abbiamo
convinta a creare l’elezione del Re e della Reginetta anche tra gli
accompagnatori... Non volevamo fare nulla di male, davvero. Ora sono qui e ti
aiuterò” promise, sorridendogli cautamente.
“Chi
ti dice che io voglia il tuo aiuto? Sono pronto a tutto, ormai, ho il mio
piano!”.
...Ma
il suo piano ebbe un intoppo alla prima difficoltà: i buttafuori.
Grandi
e grossi, vestiti di nero, non si facevano alcuno scrupolo a cacciare ragazzini
di altre scuole che volevano imbucarsi grazie ad un efficiente sistema di liste
scrupolosamente compilate.
“Come
credevi di saltare questo ostacolo, Mr. Pronto a tutto?” sbottò Penny,
spazientita, sotto lo sguardo del buttafuori più grosso.
“Chiedevo
a Cindy di farmi entrare!”.
“Oh,
andiamo!” urlò Bernadette, sorpassandoli e trovandosi faccia a faccia – più o
meno – con l’omaccione. “Senta, so che lei sta facendo il suo lavoro ma c’è
stato un intoppo. Il mio amico, qui, deve entrare, è una questione di vitale
importanza. Se lo lascia entrare, le fornirò un farmaco miracoloso per togliere
via quel grasso in eccesso che rendono le sue tette più grandi delle mie”
sbottò, gettandogli in faccia il suo biglietto da visita. “Sa quante donne
potrà portarsi a letto, con quei chili in meno? Altrimenti dirò in giro che lei
mi ha molestata, in questo caso le mie tette leggermente più piccole delle sue
giocano a mio favore, nessuno oserà credere a lei e non a me. Che ne dici,
omone?” terminò, con quella vocetta che l’aveva sempre contraddistinta e che le
aveva regalato le vittorie più grrandi della sua vita.
L’uomo,
sorpreso, esitò, e si tolse gli occhiali da sole per squadrarla.
“Ha
così dei begli occhi, sa? Qualche chilo in meno e non mi farei problemi a
sedurla nonostante sia sposata... Ci pensi, non le costa nulla!” lo adulò,
sbattendo le palprebre come se fosse un angioletto insieme al biglietto da
visita, proprio di fronte a lui.
“Ma
ora è lei che sta molestando me!”.
“Come
se le dispiacesse!”.
“E
va bene! Ma dopo la chiamo per le pillole!” sbraitò l’uomo, afferrando il biglietto
da visita con poca grazia. “Entra, spilungone!”.
“Grazie,
è proprio cosìche mi chiamavano nel mio liceo” biascicò Sheldon, per poi
entrare di corsa dopo l’occhiata minacciosa del buttafuori, seguito dalle due
ragazze.
Nel
giro di poco, si ritrovò coinvolto da un numero eccessivo di luci diverse,
musica poco gradevole che rischiava di mettere a dura prova i suoi timpani e
mocciosetti vestiti da adulti.
“Mi
sembra di avere di nuovo sedici anni!” urlò Bernadette, muovendo la testa a
ritmo di musica.
“Dov’è
Amy?” chiese subito Sheldon, improvvisamente nervoso.
“Sta’
calmo” l’apostrofò Penny, costretta ad alzare la voce più del dovuto.
“Come
posso stare calmo? Quest’infernale aria calda facilita la diffusione di germi,
i miei timpani sono messi a dura prova e....” ma si interruppe improvvisamente,
lo sguardo perso di fronte a lui, irrigidito come non mai.
Le
ragazze credevano che si fosse interrotto per il rumore eccessivo proveniente
dalla console, ma capirono appena seguirono la traiettoria del suo sguardo.
Si
immobilizzarono a loro volta, incredule.
“Sheldon,
stai...”.
“WHEATOOOOOOOOOOOOOOOOOOOON!”.
L’urlo
eccheggiò per tutta la sala, sovrastando la musica assordante, ma nessuno
comprese il motivo delle urla, anzi, si generò un coro di: “Wheaton, Wheaton,
Wheaton!” ad opera degli studenti.
Tuttavia,
per Will ed Amy, che ballavano insieme a
una decina di metri, l’urlo e la sua provenienza risultarono inconfondibili.
Si
girarono, atterriti, e videro un tremante Sheldon che li fissava, agguerrito.
“Ma
che ci fa lui qui?” chiese Will. “Avevi detto che...”.
“Non
lo sapevo, infatti!” si giustificò la ragazza, sospirando.
Prese
un bel respiro e si avvicinò al suo ragazzo, con Will alle calcagna che
sospirava qualcosa come: “No!” e “Lista nemici mortali”.
Qualche
passo più in là, Cindy si godeva lo spettacolo, strofinandosi le mani con aria
deliziata.
Tutto
procedeva egregiamente secondo i piani, sì.
*°*°*°*°
Finalmente
sono tornata, rinvigorita ma un po’ nostalgica (la Spagna è la mia patria, per
me <3), pronta nel proseguire le avventure dei nostri ragazzi!
Alla
fine ho deciso di dividere questo capitolo in due parti invece di fare un
capitolo e l’epilogo... Quindi il prossimo sarà comunque l’ultimo!
C’è
aria di caos, e tutto sembra orchestrato da Cindy la quale sembra essere
passata da fata madrina a Malefica xD
Cosa
succederà? Will tornerà nella lista di Sheldon?
Spero
abbiate apprezzato l’evoluzione dei fatti, sono in ansia, fatemi sapere :D
Grazie
a chi continua a seguire e a leggere, siete grandi!
Bacioni,
milly.
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Capitolo 6 *** L’Evoluzione del Ballo – Parte 2 – ***
L’Evoluzione del Ballo – Parte 2 –
Vi
ricordo che ci sono spoiler dell’8 stagione!
Godetevi
l’ultimo capitolo ^_^
Capitolo 6
L’Evoluzione del Ballo – Parte 2 –
My
head is saying: “Fool, forget him!”,
my
heart is saying: “Don’t let go!”.
Hold
on to the end, that’s what I intend to do:
I’m
hopelessly devoted to you...
“Hopelessly devoted to you”, Grease
Soundtrack
Sheldon
non si era mai sentito così.
Si
sentiva tremare, con il cuore che gli batteva più del dovuto – già pensava di
dover correre al pronto soccorso appena si fosse conclusa quella faccenda – e la
vista del tutto oscurata se non fosse stato per la visione di Amy e Will di
fronte a lui.
Nemmeno
quando era stato derubato del suo account di World of Warcraft si era sentito
così, nemmeno quando lui e Leonard erano stati derubati o il suo barbiere era stato
ricoverato in ospedale. Nemmeno quando aveva deciso di farla finita con il suo
amore più lungo e duraturo, la teoria delle stringhe.
Vedere
Amy al fianco di Will, intenta a ballare, lo aveva mandato decisamente in tilt
e non riusciva a spiegarselo.
Sentiva
delle voci attorno a sè, ma era troppo turbato per rendersene conto, tanto che
gli ci volle un bello sforzo per riuscire a fare dietrofront ed allontanarsi
dal gruppo.
“Sheldon,
per favore, calmati! Qui quella arrabbiata dovrei essere io!” urlò Amy,
afferrandogli il braccio e obbligandolo a voltarsi.
Si
sentì decisamente ferita dallo sguardo sofferente misto a quello di biasimo che
vide sul volto del ragazzo.
“Io
non sono a un ballo con una ragazza, una tua ex nemica mortale!” precisò il
fisico teorico. “Hai violato uno dei punti del contratto tra fidanzati, quello
che ci obbliga a non uscire con altri!”.
“Ma
io non sono uscita con Will! E tu hai
violato il punto in cui devi chiamarmi varie volte in un giorno!”.
“Tu
lo hai violato a tua volta!”.
“E
hai violato la parte in cui mi chiedi di uscire, questa settimana!”.
“E
tu hai violato quella in cui mi tieni la mano in caso di vaccinazioni, sai?
Martedì. L’ho dovuto chiedere a Leonard!”.
“E
tu hai violato quella in cui mi stai vicino se mi ammalo. Io martedì avevo un
po’ di febbre!”.
“Con
tutte queste violazioni mi sembra di star guardando un episodio di “How to get away with murder”,
onestamente” commentò Penny, a qualche centimetro di distanza.
“Stai
zitta che qui altrimenti l’omicidio viene commesso sul serio” l’ammonì
Bernadette, senza premurarsi di abbassare la voce perché sapeva che i due
fossero troppo presi dalla discussione per fare caso alle sue parole.
“Non
ho capito, cioè, questi due hanno delle... Regole? E le hanno violate?” chiese
Will, incredulo.
“Magari
avessero delle regole! Hanno un contratto, firmato e tutto il resto, che
stabilisce ciò che devono e non devono fare ogni singolo giorno del loro
rapporto” spiegò Penny.
“E’
da pazzi!”.
“Ma
è da pazzi anche quanto si vogliono bene. Si vede da come litigano!”osservò
Bernadette, sospirando.
“Bene,
io tolgo il disturbo, sono la guest star dopotutto e non voglio rovinarmi la
serata” se la svignò subito Will, lanciando un’ultima occhiata ai due e
correndo nella direzione opposta.
Penny
e Bernadette si scambiarono uno sguardo di esasperazione, per poi prendere la
mutua decisione di lasciare che la coppia discutesse da sola e raggiungere
Cindy, giusto per farsi vedere e decidere cosa fare delle elezioni.
Sheldon
e Amy non notarono il fatto di essere rimasti da soli, troppo presi dalla
litigata.
“So
tutto, Amy! Hai sentito quelle cose e ti sei arrabbiata!” urlò Sheldon.
“E
chi...?”.
“Penny!
E’ venuta nel mio ufficio e me l’ha detto! Alla fine ho deciso di chiedere
aiuto Raj e sono qui ma non capisco! Più faccio qualcosa per te e più
litighiamo, com’è possibile? Un tempo era tutto così semplice!”.
Amy
fece un sorriso amaro e lo guardò negli occhi, con l’aria di chi la sapeva
lunga.
“Era
semplice perché ti assecondavo in tutto pur di non perderti. Ma questo non è
amore, Sheldon, e se farmi felice ti crea problemi significa che non sei pronto
per una relazione vera!” esclamò, arrabbiata, ricordando gli anni trascorsi a
rincorrerlo e ad assecondare ogni suo gesto, ad aspettare un minimo contatto,
una minima parola dolce.
“Cosa?
Sei tu che... Eri qui con un altro!”disse Sheldon, incredulo.
“Will
è semplicemente la guest star e visto che gli ho detto di essere qui da sola,
mi ha proposto di andarci insieme, come amici, basta! Non riuscirei mai ad
uscire con un altro e lo sai, ma a quanto pare tu mi noti solo se faccio così,
se un altro ragazzo mi sta vicino, come accadde con Stuart!” continuò ad urlare
Amy, salvo poi voltargli le spalle e allontanarsi, troppo irata dai giorni
trascorsi da sola, senza di lui, che erano culminati in quella litigata.
Sheldon
rimase immobile, senza parole, per la seconda volta in pochi giorni.
Lui
che doveva avere sempre l’ultima parola, quella volta le aveva perse tutte.
La
situazione sta precipitando. Chiama Sheldon e digli cosa fare!
Penny
mandò subito l’sms a Raj, mentre Bernadette, a pochi passi da lei, perlustrava
la situazione nell’angolo dedicato alle votazioni.
“Bene.
C’è un ragazzino vicino alle scatole in cui vanno inseriti i nomi, dobbiamo
solo rubare più bigliettini vuoti possibili e mettere il nome di Sheldon e Amy.
Poi li inseriamo di nascosto e il gioco è fatto! Lo feci per la mia migliore
amica, all’ultimo anno” spiegò la microbiologa.
La
bionda le fece un occhiolino di approvazione e si guardò intorno, salvo poi vedere
Cindy che andava in sua direzione.
Preparò
il sorriso più falso che aveva nel suo reportorio e la salutò con un cenno
della mano destra, ricevendone uno altrettanto falso in risposta.
“Penny,
Bernadette, ce l’avete fatta! Ma perché Amy era in coppia con Will Weathon e
non con il suo fiancé?” domandò, con
aria da finta tonta.
“Oh,
sai, lui aveva un impegno, ora si è liberato, solite cose! Grazie per aver
mantenuto la parola” rispose Penny, scrollando le spalle.
“Ma
figurati, questo e altro per Amy” ridacchiò la vicepreside, per poi lasciarle
di nuovo da sole.
Bernadette
la squadrò per qualche istante, poi incrociò le braccia.
“La
stronza non me la conta giusta” mormorò, storcendo il naso.
“Nemmeno
a me, ma dobbiamo risolvere una questione alla volta” rispose l’altra,
improvvisamente nel panico più totale.
Amy
era in bagno, da sola, sforzandosi di non piangere per la litigata appena avuta
con Sheldon.
Aveva
detto ciò che pensava da anni, ma invece di sentirsi libera, provava la
sensazione opposta, come se le mancasse il respiro.
Era
una stupida perché una parte di sè non avrebbe voluto fare altro che uscire,
afferrare Sheldon e portarlo in pista per poi ballare insieme un lento.
Tu sapevi come
la pensa, come è fatto, e sai anche quanto è cambiato da quando sta con te. Ha
detto che ti ama, ha smesso da anni di fare la farsa dell’ “amica” “femmina” ma
non fidanzata, ti bacia, ti prende per mano, tutte cose che cinque anni fa
erano impensabili... L’hai fatto cambiare e mano a mano le cose continueranno a
migliorare! Le disse una vocina nella sua
testa, mentre si soffiava il naso.
Lui
era geloso di Will, temeva che potesse tradirlo con quello scemo!
Senza
sapere come, sorrise, improvvisamente pronta a un compromesso e ad uscire da
lì, proprio quando una voce familiare proveniente dalla zona dei lavandini la
fece bloccare.
“Tutto
procede secondo i piani. Amy e Will hanno deciso di venire insieme come
sospettavo, proprio come sospettavo del suo allontanamento dal suo ragazzo, e
verrà eletta reginetta con quel perdente e non con l’uomo che ama. Così impara
ad avere più amiche di me, quella stronzetta!”.
Era
Cindy, una Cindy che parlava e rideva da sola mentre si aggiustava il rossetto
allo specchio.
Incredula,
scrisse subito un messaggio a Penny in cui chiedeva a lei e Bernadette di
raggiungerla in bagno ed uscì, con un sarcastico “Ehm Ehm”.
Vedendola
nello specchio riflesso, la vicepreside si immobilizzò, facendo sì che la sua
faccia diventasse prima rossa, poi viola, poi blu, poi verde.
“Amy
cara!” provò a ricomporsi, tutta agitata.
“Cindy,
ma che diavolo...? Stai bene, sì?” chiese, decisamente sconvolta.
“Ma
no, che hai capito, io...”.
“Tu
cosa? Che c’entrano le mie amiche? Come facevi a sapere che conoscevo Will?”
domandò, squadrandola da capo a piedi.
“No,
Amy, no, c’è stato un fraintendimento...”.
“Che
succede qui?”.
Cindy
sudò freddo quando avvertì la voce di Penny dietro di lei, tanto che si voltò
lentamente per avere la triste conferma che le due bionde fossero lì, a braccia
incrociate, decisamente arrabbiate.
Tante
volte era stata lei quella che aveva organizzato un’imboscata ad alcune
impopolari – Amy stessa ne era stata vittima, a volte – ed ora eccola lì, nella
metà dei suoi trent’anni, vittima del suo stesso perverso gioco.
“Ma
voi conoscevate Cindy, perciò siete qui?” chiese lentamente Amy, con lo sguardo
che andava dalle amiche all’ex compagna di liceo.
“Beh,
le abbiamo chiesto di istituire la carica di reginetta tra i chaperon” mormorò
Bernadette, con una vocina colpevole.
“Me
l’avete imposto, minacciandomi!” urlò la donna.
“Cosa?”
chiese confusa Amy, lanciando uno sguardo tra l’incredulo e il rimprovero alle
due amiche.
“Lei
non è mai stata buona con te e volevamo che tu fossi felice questa volta” si
scusò Penny, abbassando lo sguardo.
“Penny!
Ma non capisci? A furia di intervenire hai reso la mia vita uno schifo! Sheldon
ha combinato quel pasticcio e... Sul serio mi sembra di essere di nuovo al
liceo, senza ragazzo e senza amiche!” urlò Amy, battendo un piede per terra per
la frustrazione. “Tutti vogliono aiutare la povera
Amy, che a quanto pare non sa cavarsela da sola in un ambito della sua vita
che non sia lo studio!”.
Con
uno sguardo d’odio verso Cindy e uno di risentimento verso le altre due, uscì
dal bagno, sentendosi decisamente sola.
“Ma
quindi sei sul serio un ripetente!”.
Sheldon
si voltò e vide il ragazzino a cui si era avvicinato qualche giorno prima per
chiedergli in prestito una penna.
Rabbrividì
al ricordo dell’incontro e fece qualche passo indietro.
“Per
caso Jamie è in giro? Ho rischiato già fin troppe volte di essere preso a calci
nel sedere, per stasera!” esclamò, guardandosi intorno con aria guardinga. “E
ti ripeto, no, non sono un ripetente, ho due dottorati!”.
“E
perché sei sempre coinvolto nelle cose scolastiche, scusa? Ah, ho capito! Sei
il nuovo professore di scienze del primo anno!”.
“Che...
Che... Che cosa? Ragazzino, non osare offendermi, è una serata già dura per me,
non ho bisogno di essere offeso ulteriormente! Io sono un noto scienziato, un
fisico teorico! Capisci?”.
L’adolescente
lo fissò, lo sguardo ancora ingenuo non del tutto celato da quell’abito nero da
grande che indossava.
“No”
confessò, decisamente confuso. “Ma la mia ex ragazza mi ha accusato di essere
troppo teorico e poco pratico, in realtà” ammise. “Quindi abbiamo qualcosa in
comune!”.
Questa
volta toccava a Sheldon essere confuso, tanto che prese la sua fiaschetta colma
di succo e ne bevve un sorso.
“Di
essere troppo teorico e poco pratico... Cosa?” domandò, non riuscendo a capire.
“Come
ragazzo! Le scrivevo tante poesie e lei mi ha mollato perché non ero come gli
altri della mia età. Sai, le solite cose...”.
“Ehm,
continuo a non capire” confessò il fisico, ma sentendosi improvvisamente
connesso a quel ragazzino.
“Ma
quanti anni hai?! Insomma, io scrivo poesie e i miei coetanei giocano a
football e vengono beccati dai prof a pomiciare in palestra o per i corridoi.
Le ragazze prima ti chiamano “Porco” se fai qualche allusione e poi ti mollano
se non fai il “porco”! Non vado bene perché... Ho paura, ho i miei tempi, ma
ciò non mi impedisce di amare una ragazza” ammise il liceale, sospirando e
bevendo a sua volta da una fiaschetta.
Colpito,
Sheldon lo fissò. “E’ quello che dico anche io! Anche io ho i miei tempi ma ciò
non mi impedisce di amare Amy!” esclamò, vedendoci improvvisamente più chiaro.
Non
era solo, altri si sentivano come lui – nonostante avessero quasi vent’anni in
meno a lui, ma erano dettagli -.
“Amy?
Hai una ragazza?” chiese il ragazzo, sbalordito.
Sheldon
annuì. “Lavora nella tua scuola, per un progetto”.
“Era
per lei che eri lì, quindi!”.
“Sì,
ti chiesi la penna per compilare un bigliettino da allegare a una rosa che le
lasciai sulla scrivania”.
“Wow!
Sei come me! E cosa successe?”.
Con
grande sorpresa, Sheldon si ritrovò a sorridere al solo pensiero della reazione
di Amy, che all’epoca aveva ritenuto eccessiva.
“Le
piacque tanto. Ma ora è arrabbiata con me e... Niente, niente”.
Stava
diventando troppo sentimentale, accidenti, e la cosa lo infastidiva, non per il
fatto in sè ma perché gli stava piacendo parlarne con un mocciosetto.
“Beh,
fai qualche gesto simile e vedi che ti perdonerà. Io farei così!” esclamò il
ragazzino, entusiasta.
“Ma
lei è venuta qui con un altro stasera! Con Will Weathon!” sospirò Sheldon.
“Wow!
Figo! Scusami, ma penso tu possa stare tranquillo, non credo che una star si
metterebbe con una ragazza comune, amico!”.
“Amy
non è una ragazza comune, mocciosetto! Grazie per la chiacchierata, sappi che
mi sei stato utile molto più del mio gruppo di amici!” esclamò il fisico
teorico, sentendo improvvisamente cosa dovesse fare, armato di un coraggio mai
provato prima e senza sentire il cellulare che vibrava costantemente.
“Non
risponde” sbuffò Raj, gettando il cellulare sul divano dell’appartamento.
Da
quando aveva ricevuto l’sms di Penny aveva provato a contattare l’amico in
tutti i modi ma senza alcun successo.
“Nemmeno
Penny!” sbottò Leonard, passandosi una mano sulla faccia.
“Nemmeno
Bernie” aggiunse Howard. “Sicuri che non si stanno divertendo tutti come dei
ragazzini e sono troppo impegnati per risponderci?”.
“Abbiamo
solo un modo per scoprirlo” stabilì Raj, alzandosi e prendendo la sua giacca.
“Andiamo lì, non possiamo impedire che accada qualche catastrofe!”.
“Ma
sei matto?!”.
“Leonard
ha ragione, sei matto?!”.
“Oh,
sentite, vi lamentate sempre del fatto che la vita non è come un fumetto e
quando si presenta l’occasione cosa fate? Ve ne state sul divano? Salveremo la
serata!”.
Tutto
animato, brandendo il pugno in aria, Raj guardò i suoi amici in attesa di un
responso.
“E
va bene! Almeno berremo qualcosa gratis!” accettò Leonard, alzando gli occhi al
cielo.
“E
non verremo pestati dai bulli perché non ci conoscono! Peccato che non abbia la
cintura con la fibbia adatta!”.
“Meglio
così altrimenti ti riconosceranno anche i bulli di questa scuola, amico”
borbottò l’indiano. “E ti ricordo che saranno almeno quindici centimetri più
alti di te!”.
“Non
sopportavi che Amy avesse delle amiche e hai organizzato tutto questo, vero,
stronzetta?” sbraitò Penny, non appena la neurobiologa uscì dal bagno,
decisamente incollerita.
“Sì!
Hai capito che Amy avesse dei problemi con Sheldon e non so come hai invitato
Will...”.
“Mi
è bastato cercare Sheldon su Facebook, pivella” sbottò Cindy, sorridendo in un
modo che la faceva sembrare più malefica che mai. “Io ho solo innescato la
bomba, sono loro che l’hanno fatta scoppiare!”.
“Tu...!”
urlò Penny, puntandole il dito contro, il volto deformato dalla rabbia. “Tu sei
solo una povera illusa che vive nel ricordo dei suoi giorni di gloria, sai? Ora
sei sola e non sopporti che una ex impopolare come Amy sia felice e hai voluto
guastarle la festa! Se ho imparato una cosa dai fumetti del mio futuro marito,
cara, è che i buoni vincono sempre e i cattivi fanno una brutta fine, quindi la
situazione si risolverà subi...”.
Ma
le sue chiacchiere furono interrotte da alcune ragazzine sulla soglia del
bagno, che urlarono un eccitato: “Pare che un signore sia salito sul palco,
chissà che succede! E’ un tizio alto alto, magro e pallido, lo conosci?”.
Udendo
ciò, Penny e Bernadette si bloccarono, sgranando gli occhi.
“Beh,
io direi che quel momento del lieto fine stia per giungere, ma se Sheldon si
butta da lì, sappi che incolperò te!” urlò quest’ultima, puntando a sua volta
l’indice contro la vicepreside, la quale rimase immobile, appoggiata al
lavandino, sorpresa davanti alle parole che una vera amica può pronunciare per
difenderne un’altra.
Le
erano ignote, perché nessuno le aveva mai usate per lei, e la cosa la fece
sentire male perché odiava quando qualcuno aveva qualcosa che lei non aveva mai
avuto l’opportunità nemmeno di sfiorare.
“Credevo
sarebbe stato più difficile! Perché non abbiamo mai usato un trucco del genere
per entrare nei locale?” ammise Raj, sventolando il resto dei soldi che aveva
cacciato dal portafogli per corrompere i bodyguards.
“Infatti,
ci crediamo dei geni e invece... Oh mamma!” urlò Leonard, sicuro di non star
vedendo bene.
Si
appoggiò al braccio di Howard, così forte da fargli male, perchè non credeva a
ciò che c’era di fronte a lui.
Sheldon
era immobile, impacciato e goffo più che mai, sul palco, con la band dietro che
se ne stava a sua volta senza far nulla.
“Ragazzi!
Cosa ci fate q... Oh cacchio! Oh cacchio! La ragazza aveva ragione!” esclamò
Penny, venendo di corsa dal bagno con Bernadette alle calcagna. “Raj, gli hai
consigliato ancora di salire sul palco e ha accettato?” domandò sconvolta,
dimenticando la domanda precedente.
“No!
Non ha risposto, siamo venuti proprio per controllare! Dov’è Amy?” aggiunse
preoccupato.
“Non
lo so...” squittì nervosa Bernadette, ma si zittì nel momento in cui vide
Sheldon prendere il microfono e avvicinarlo a sè, tremante e pallido.
La
stanza era improvvisamente silenziosa, tutti gli occhi erano puntati su di lui
e la cosa non gli faceva affatto bene.
“Ehm,
salve, buonasera, scusate l’interruzione, vi prometto che sarà una cosa breve
anche perché non credo di resistere molto. Sapete, siete più di trentacinque
adulti o settanta bambini, considerando che siete in gran parte adolescenti non
so quale proporzione adottare visto che la vostra età varia dai quattoridici ai
diciotto anni, quindi scusate la mia mancanza di precisione. Comunque, il mio
discorso è per Amy Farrah Fowler, quindi se non è più presente voglio saperlo
in modo da evitare ulteriori figuracce. Amy? Amy? Amy?”.
Sheldon
sudava freddo, si sforzava di guardare la parete e non il pubblico ma,
inevitabilmente, le gambe gli tremavano da morire.
Amy,
in fondo alla stanza, era atterrita e incredula allo stesso tempo.
Voleva
sgaiattolarsene via, troppo presa dal corso degli eventi di quella sera, ma con
sommo orrore udì una ragazzina del secondo urlare: “E’ lì, la signorina
Fowler!”.
Prima
che potesse rendersene conto, Penny e Bernadette corsero in sua direzione e la
trascinarono davanti al palco con poca difficoltà visto che si era creato un
vero e proprio varco per farla passare.
“Ragazze!”
protestò, arrossendo visibilmente.
“E’
il tuo momento, goditelo!” esclamò Penny, facendole l’occhiolino.
Era
il suo momento, sì. Le tre amiche si guardarono e bastò quello sguardo per
capire che la discussione di pochi minuti prima poteva definirsi archiviata.
Amy
era avvolta da un vestito da sera e Sheldon era su un palco nonostante avesse
una enorme paura delle folle e dei discorsi.
Sospirando,
così, alzò stupidamente la mano e vide il suo ragazzo sorriderle.
“Bene.
Allora sono qui perché prima chiacchieravo con un mio amico – Jamie se sei qui,
sono solo amico di quel ragazzino, se avessi cattive intenzioni conoscerei
almeno il suo nome, ti pare?! – e ho scoperto a non essere il solo ad essere
visto come il ragazzo che non si dà una mossa. Amy, mi dispiace aver detto
quelle cose a Leonard, ma sai che odio quando le cose mi sfuggono di mano.
Cioè, grazie al cielo ancora nulla mi sfugge di mano in senso letterale, sai
che in quel caso mi sarei rivolto a un buon medico, ma purtroppo mi riferivo a
un senso più metaforico e per curare ciò ci vorrebbe una sorta di medico dei
sentimenti. Perché non esiste?! Comunque...” – il sudore ormai si era
impossessato di lui e iniziava a vederci sfocato, tanto che si appoggiò ad una
delle postazioni della band – “Sono qui per dirti che anche se ho rovinato il
piano di renderti questa seconda esperienza liceale migliore, rimane il fatto
che sai ciò che provo per te, e se ci ho impiegato tanto a capirlo, impiegherò
altrettanto tanto tempo a dimenticarlo. Scherzo, non lo dimenticherò, lo sai
che mi sarebbe impossibile vista la mia memoria eidetica. Io sono Sheldon
Cooper e... Amo Amy Farrah Fowler. Ora lo sapete tutti e io spero di... Essere
stato... Perdonato.... E lo so che non mi hai tradito con Will Weathon! E
ora... Io ci vedo doppio, quanti siet...?”.
SBAM.
Nella
sala si generò un boato pieno di panico perché quel folle spilungone si era
appena accasciato per terra con un grande tonfo, privo di sensi.
Atterrita,
ma contemporaneamente lusingata, felice e incredula, Amy corse verso il palco, con
il cuore che, tuttavia, le batteva forte per quella bellissima dichiarazione
d’amore.
Circa
un’ora e mezza dopo, quando era ormai mezzanotte, Raj, Leonard, Howard, Penny e
Bernadette si sedettero ad un tavolino, finalmenti sorridenti dopo il grande
spavento.
“Per
favore, non li guardate!” li pregò Penny, indicando con il capo Sheldon ed Amy
che ballavano in pista, stretti l’uno all’altro.
“E
va bene! Dopo tanto lavoro, non posso nemmeno prendermi la mia ricompensa” si
lamentò Raj, mettendo il broncio.
A
pochi metri, Sheldon ed Amy ballavano sulle note di “Hopelessly devoted to
you”, una delle canzoni di Grease* che
Amy adorava al liceo.
“Non
credo a quello che hai fatto” sussurrò, aumentando la presa sulle spalle del
suo ragazzo, sorridendo. “Mi sono sentita sul serio come quelle ragazze liceali
dei film americani”.
“E’...
Una cosa buona?” domandò Sheldon, più serio del dovuto.
Amy
annuì, felice.
“Ogni
ragazza sogna un momento del genere. Sappi che con la rosa, il pomeriggio in
macchina e questo, beh, ti sei fatto perdonare tutti gli anni trascorsi senza
nemmeno sfiorarmi una mano e a dire che la nostra relazione fosse solo
intellettuale” spiegò cautamente.
“Lo
dicevo per convincermene, ma diciamo che quel famoso parassita alieno si è
impossessato di me ben cinque anni fa”.
“Mi
dispiace per lo svenimento, domani ti porto dal dottore” aggiunse Amy, tuttavia
felice per la rivelazione.
Sheldon
fece una smorfia.
“Si
va dal dottore quando non si conosce la diagnosi, Amy. Sono svenuto perché ho
una paura tremenda del pubblico e inoltre non riuscivo a calcolare a quanti
adulti corrispondessero circa duecento adolescenti, tanto ero nel panico,
quindi anche il fatto di non sapere con precisione il numero degli ascoltatori
non aiutava” spiegò, tornando ad usare quel tono precisino che, nonostante
tutto, le era tanto mancato.
“E
allora perché l’hai fatto?” insistè la ragazza, senza riuscire a distogliere lo
sguardo da lui, fino a convincerlo a sostenere il suo di sguardo.
“Perché...
Insomma, era l’unico modo per dirti chiaro e tondo che sono l’unico con cui
dovresti venire a questo tipo di feste, anche se le odio. Ti era piaciuta la
rosa, insieme a quelle altre cose da adolescenti...”.
“Vuoi
dire bere un po’ di vino e pomiciare in macchina?”.
“Precisamente”.
“Mi
dispiace per te ma lo fanno anche gli adulti. Insomma, non hai imparato nulla
da Penny e Leonard?!”.
“Ma
io credevo che si comportassero così perché fondamentalmente lei non è che
abbia un’età cerebrale corrispondente alla sua età attuale e lui, beh, è
Leonard, si butterebbe dall’Empire State Building se lei glielo chiedesse!”
spiegò Sheldon, convinto di star seguendo un ragionamento logico, ma facendola
ridere di gusto.
“Comunque,
l’ho fatto perché... Sono entrato nell’ottica del liceo per un po’ e ho capito
che dopo tutti questi anni ti dovevo dire per bene ciò che provo. E mi
dispiace, ma Raj me l’ha suggerito inizialmente, anche se poi ho snobbato la
sua idea e l’ho messa in pratica solo ora che me la sono sentita” ammise,
sospirando.
“Non
fa nulla, sei svenuto, hai già pagato abbastanza. Hai fatto una cosa che odi
solo per me, non posso non apprezzarlo! Ma dopo stasera, facciamola finita,
basta liceo, torniamo ad essere noi, tutto questo è sufficiente” chiese
pacatamente Amy.
Fu
felice di vederlo annuire, un po’ sollevato, ma il momento fu interrotto dalla
voce di Will che interruppe la canzone per eleggere il re e la reginetta del
ballo.
“...E
il titolo per quanto riguarda gli accompagnatori, i chaperon e gli adulti
presenti stasera va a... La cara vicepreside e a suo marito!” annunciò Will,
decisamente perplesso ma sorridendo comunque come una reginetta di un concorso
di bellezza.
Penny
e Bernadette si tapparono la bocca, incredule.
“Ci
siamo dimenticate di sabotare il voto!” sussurrò la prima, mordendosi il
labbro.
“E
lei lo ha sabotato! Non era nemmeno tra le nomine, è la vicepreside!” strillò
Bernadette, salvo poi far partire un sonoro: “Buuuuuuu!” di scherno, seguita a
ruota dal marito e dal resto dei ragazzi.
Cindy
salì sul palco e prese la corona dalle mani di Will, con il solito sorriso
plastico che non le donava affatto.
“Grazie
di cuore, sono commossa! Mio marito purtroppo non è qui, ma vi ringrazia di
cuore! Vedo che passano gli anni, ma vinco sempre io, eheh! Grazie!” esclamò,
lasciando Will decisamente perplesso e scendendo dal palco.
Ridendo,
Amy afferrò Sheldon per il braccio e lo trascinò dietro, fino a trovarsi a due
passi dalla donna.
Cindy
la guardò male e sbottò un: “Che c’è?” alquanto fastidioso.
“Complimenti,
Cindy. Mi dispiace per il tuo Re che ti ha lasciato da sola... Ci tenevo a
dirti la verità, che ti ho mentito perché non sono fidanzata ufficialmente con
Sheldon, ma sono di certo più felice di te nonostante non abbia un anello al
dito perché so che il mio ragazzo, proprio come le mie amiche, non mi
abbandonerà mai. Divertiti con la corona da principessa, io la mia l’ho ricevuta tre anni fa da lui,
una vera corona, non questa schifezza di plastica. Buona serata!”.
Con
un ultimo finto sorriso, Amy si allontanò, con Sheldon alle calcagna che si
voltò e fece un sorrisino a sua volta a quella odiosa di Cindy.
“Cady
Heron ha sconfitto Regina George” sentenziò.
“E’
tardi, Sheldon, dovrei andare”.
Erano
ormai le due di notte quando Amy si ritrovò ad accompagnare Sheldon a casa,
mentre gli altri erano rimasti ancora al ballo, decidendo di rimanere fino alla
fine visto che anche Emily era riuscita a raggiungere Raj.
Erano
fuori la porta dell’appartamento e Sheldon stava per aprirla con la sua chiave
quando udì quelle parole.
Si
voltò, e non riuscì a celare la tristezza dal suo volto per la frase detta
dalla sua ragazza.
“Di
già?”.
“Sono
le due, quattro ore in più rispetto alla fine prevista del nostro appuntamento”
gli fece notare, scrollando le spalle.
Sheldon
deglutì, esitante.
Si
guardò intorno, come se cercasse qualcosa, poi infine sussurrò: “Se vuoi,
potremmo infrangere il contratto per la seconda volta per il nostro secondo
sleepover”.
Amy
sgranò gli occhi, incredula.
“Sul...
Serio?!” boccheggiò, sempre più convinta del fatto che quella serata fosse un
sogno, uno di quelli che aveva fatto tante volte da quando lo conosceva.
Sheldon
annuì silenziosamente, così lei annuì a sua volta e lo prese per mano, senza
aggiungere altro.
Fu
una sensazione nuova e meravigliosa entrare in casa, mano nella mano con il suo
uomo e comprendere che la stesse trascinando verso la sua camera.
“Non
abbiamo il fortino, questa volta” si giustificò. “Ma immagino tu abbia un pigiama
nascosto da qualche altra parte...”.
“Sì,
in camera di Leonard. Sentivo che l’avresti scoperto se l’avessi messo nella
tua”.
Silenziosamente,
entrarono nella stanza del ragazzo ed Amy si guardò attorno come se si fosse
trovata in un museo pieno di opere d’arte.
Dopo
tutte le resistenze del ragazzo, lei era lì, in camera sua.
Sapeva
che non sarebbe successo nulla –cioè, nient’altro- tra loro quella sera, ma essere
lì era un passo importante, perché era l’unica persona ad essere stata ammessa
in quel luogo per un lungo numero di ore.
“Beh,
allora direi che vado a... Prendere il... Pigiama” bonfochiò la ragazza.
“Oh,sì,
giusto”.
Amy
ebbe appena il tempo di dirigersi verso la porta che avvertì la mano di Sheldon
poggiarsi sulla sua spalla.
“Amy”.
“Sì?”.
Appena
si voltò, lo vide avvicinarsi lentamente al suo volto, percependo il dolce
respiro contro le sue labbra finché non si sfiorarono con le sue in un dolce
bacio.
Era
ormai un anno che erano soliti scambiarsi baci dopo ogni appuntamento, eppure
non si era ancora abituata al batticuore che provava ogni volta che lo
avvertiva troppo vicino a lei, più di quanto osasse sperare, con le mani che le
cingevano la vita e i loro respiri che si fondevano.
Quando
lui stava per separarsi, lei appoggiò le mani sul suo viso per trattenerlo,
prolungando il bacio di qualche secondo e riuscendo ad approfondirlo, seppur
per poco.
Sentire
il ragazzo sospirare e aumentare la presa su di lei la faceva sentire
desiderata, amata, tutte cose che dopo quel pazzo ballo poteva dire di sapere
con certezza.
Quando
si separarono, lei lo guardò negli occhi.
“Ah,
ho dimenticato di dirti, dopo la tua follia sul palco... Ti amo anche io,
Sheldon. Grazie per questa bellissima esperienza da liceale!”.
“Prego,
Amy. Ti cambi in bagno?”.
“Certo,
ci impiegherò poco”.
“Cosa?
No, prenditi tutto il tempo che vuoi, non vorrei che trascurassi la tua igiene
orale per me, sarebbe una pazzia!”.
Mano
a mano che si allontanava, il sorriso di Amy si ingantiva.
Sheldon,
nonostante l’amore e tutto il resto, non sarebbe cambiato mai....
E
lei non poteva che esserne felice.
“Lucyyy,
guarda!”.
“Maddie,
ma sei pazza? Che ore sono?”.
“Le
dieci...”.
“Appunto!
Le dieci di domenica mattina! Sto dormendo solo da quattro ore...”.
“Ma
è importante, guarda!”.
Lucy
saltò sul letto della sua coinquilina, mostrandole il cellulare con orgoglio.
Maddie
si strofinò gli occhi e si mise a sedere come se le costasse un’ enorme fatica,
protestando per la luce del display del telefono.
“Cos..?”.
Era
un video di YouTube.
Fisico Teorico
Fa una Dichiarazione d’Amore su Un Palco e Poi sviene,
di Wolowizard.
“Il
Dottor Cooper ce l’ha fatta!” urlò tre minuti dopo, battendo le mani.
Lucy
annuì, entusiasta come non mai.
“Viva
gli Shamy! Magari non supereremo l’esame di chimica, ma abbiamo aiutato il
Dottor Cooper a compiere un miracolo!”.
E
in effetti avevano ragione: se qualcuno avesse raccontato ad una Amy
quindicenne che un giorno avrebbe vissuto una serata del genere, avrebbe
pensato che fosse impossibile, eppure, forse, è proprio vero che l’amore,
quello vero, che magari impiega un po’ per manifestarsi, tutto può.
Fine
*°*°*°*
Eccomi
qui con la fine di questa mini long che mi ha tenuto compagnia per più di un
mese.
L’ho
scritta con piacere, tanto che quasi tutti i capitoli sono stati scritti in
massimo due giorni mentre questo mi è “costato” xD ben una settimana di
scrittura.
Spero
che non sia troppo lungo, sono 15 pagine ma non potevo essere più sintetica!
Alla
fine questa mini long è stata una sorta di favola versione nerd, diciamo, e ho
amato scriverla perché una coppia come gli Shamy può vivere dei momenti magici
in un modo tutto particolare e vorrei tanto che gli autori ci mostrassero una
cosa del genere.
Spero
che questo finale non sia troppo smielato o OOC, ho provato in tutti i modi a
far rimanere i personaggi IC anche se Sheldon che sale su un palco, senza bere,
è decisamente improbabile... Però sviene, quindi... xD
Che
dire, aspetto un vostro parere :D
Magari
tornerò con qualche mini long in autunno, ora mi tocca pensare agli esami, ma
nulla esclude qualche OS :D
Se
vi va, vi lascio il link di qualche altra scemenza (solo le più recenti xD) che
ho postato, sempre Shamy ovviamente eehehhe ^^
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3052827&i=1
The Shamy-Lenny Inversion
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2890113&i=1
Il Fattore Cugina Coinquilina (mini long di 11 capitoli, in cui un’eventuale
cugina di Penny si trasferisce da lei per il dottorato e dà qualche problemino
a Amy)
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2900960&i=1
The Only Conclusion Was Love (SPOILER 8x08)
GRAZIE
A CHI HA SEGUITO QUESTO BREVE DELIRIO, SIETE FANTASTICHE, GRAZIE PER TUTTI I
DOLCI COMMENTI E LE VOSTRE SIMPATICISSIME CONSIDERAZIONI!
A
presto <3
Milly.
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