L’Esperimento
del Liceo
Capitolo
1
Amy
e le “Mean Girls”
Amy
entrò nell’appartamento 4A e notò che Sheldon aveva già messo il bollitore sul
fuoco e preparato due tazze sul tavolo della zona riservata alla cucina.
“Giusto
in tempo! Sei stata davvero puntuale quando mi hai detto che saresti stata qui
in cinque minuti! Certo, avrei dovuto non prenderti in parola perché
l’abitudine e soprattutto la vicinanza con Penny mi hanno insegnato che i
cinque minuti di una donna equivalgono ad almeno mezz’ora, ma sono felice che
tu sia stata puntuale” l’accolse il suo fidanzato, sorridendole in modo genuino
come faceva raramente.
Amy
ricambiò il sorriso mentre si toglieva il giubbino e poi si avvicinò al tavolo,
sedendosi sullo sgabello.
“Che
gusto preferisci?”.
“Scegli
tu, Sheldon”.
“Cosa?
Ma sei impazzita, Amy?”.
La
ragazza fissò il fisico teorico, con gli occhi spalancati, per poi sospirare e
passarsi una mano sul volto.
“Scusami,
è che sono stanca e...”.
“Chiedermi
di scegliere tra i numerosi gusti di thè in mio possesso, ovvero ventitrè, è
come chiedermi di suggerirti la lettura di solo uno dei miei saggi scritti
quando mi dedicavo alla Teoria delle Stringhe! Senza contare che sei appena
arrivata, non conosco gli avvenimenti della tua giornata e non saprei in grado
di suggerirti un gusto appropriato con il modo in cui ti senti e in relazione
ai benefici che desideri ottenere, quali ad esempio calmante, energizzante,
rilassante e...”.
“Se
stasera intendi essere più rompiscatole del solito, me ne vado, Sheldon!” sbottò
improvvisamente la neurobiologa, alzandosi e avvicinandosi al suo giubbino.
“Amy,
ma cos’hai? Di solito adori le mie arringhe in difesa dei mille poteri del thè
in contrasto con l’uso del caffè” domandò Sheldon, colpito da
quell’atteggiamento.
“Oggi
è diverso, Sheldon! Se mi avessi chiesto come è andata la mia giornata sapresti
perché sto così!”.
“Scusami,
ma come avrai ben capito riservo quella domanda al momento in cui ti ho già
esposto il resoconto della mia giornata in modo che tu sia già stanca e ti
limiti a fare un breve riassunto” mormorò Sheldon, beccandosi l’ennesima
occhiata di rimprovero. “Tuttavia, oggi farò un’eccezione. Come è andata la tua
giornata, Amy? E tieni in conto che sarò molto più disposto ad un bacio di fine
appuntamento se la tua risposta non supererà le cento parole” aggiunse, con
finto tono accondiscendente.
“Sei
un’idiota, Cooper!” sbottò Amy, infilandosi il giubbino e prendendo la borsa.
“Ammetto
che inizialmente non ero interessato alla tua giornata, ma ora lo sono. Cosa sarà
mai successo per renderti così irascibile? E non rispondere incolpando il tuo
utero, per favore”.
Amy
ci meditò su, spostando il peso da un posto all’altro, e alla fine decise di
rimanere, tanto che si ritolse il giubbino e prese posto alla sinistra del
posto di Sheldon sul divano.
Aveva
così tanti pensieri che le frullavano per la testa che non le andava di passare
la serata da sola, a casa sua, e non le andava nemmeno di sfogarsi con Penny e
Bernadette perché sapeva già che non l’avrebbero capita e l’avrebbero guardata
con uno sguardo pieno di pena.
Sheldon
l’avrebbe capita, seppur dopo un po’, ne era sicura.
“Vedo
che hai deciso di rimanere, quindi ti chiederò gentilmente il gusto del thè in
modo da poter terminare l’operazione e ascoltarti” disse cautamente lo
scienziato.
“Quello
ai frutti rossi, grazie” mormorò quindi Amy.
“Benissimo”.
Passarono
vari minuti prima che Sheldon le porgesse la tazza e si sedesse al suo fianco,
guardandola in silenzio come per invitarla a parlare.
“Ho
accettato di partecipare ad un progetto che avrà luogo in un liceo, ho parlato
con la vicepreside poco fa e... Ho scoperto che è Cindy Hofman, una delle mie
compagne delle superiori con cui ovviamente non avevo un bel rapporto ma che
ora chissà perché ha finto che gli
stia simpatica”.
“Non
sono un esperto ma credo che la sua falsa simpatia nei tuoi confronti sia
connesso al fatto che voleva che tu accettassi di aderire al progetto”.
“Lo
so, Sheldon, era un “chissà perchè” sarcastico!”.
“Oh.
Ne ho indovinato solo venti su trentadue, questo mese, non capisco...”.
“Sheldon!”.
“Scusa,
Amy, scusa. Continua”.
Amy
prese un bel respiro, bevve un sorso di thè e tornò a guardare il suo ragazzo.
“Dicevo...
“ continuò, “Cindy mi ha illustrato il progetto, devo dire che sarà ben pagato,
e alla fine dopo varie considerazioni ho accettato. Solo che mi toccherà
passare buona parte della giornata a scuola, pranzare lì e da lì siamo finite a
parlare del liceo, lei parlava delle sue riunioni con le cheerleader, io annuivo
e... E poi siamo finite a parlare di te. Non credeva che avessi un ragazzo,
quella stronzetta! Lei è sposata con il suo ragazzo del liceo e non faceva
altro che parlare del fatto che lui non faccia altro che mandarle fiori e fare
gesti romantici come faceva al liceo e... Mi ha chiesto come va tra noi,
insisteva, pretendeva di sapere chissà cosa e io... Le ho mentito, le ho detto
che...”.
Amy
esitò, abbassando lo sguardo e deglutendo.
Sheldon
la guardava senza comprendere il motivo di quell’attesa, e scelse come
compromesso quello di finire rapidamente la sua bevanda prima che diventasse
troppo freddo.
“Le
ho detto che siamo fidanzati ufficialmente” rivelò infine la neurobiologa,
sentendosi più leggera per essersi tolta un peso sullo stomaco ma allo stesso
tempo stupida per aver fatto una cosa simile.
Sheldon
non disse nulla, senza avere nessuna reazione in particolare, cosa che la fece
preoccupare ancora di più.
“Ma
ciò non significa che io non sia contenta di noi, assolutamente! Sono
felicissima degli ultimi avvenimenti della nostra relazione, di sapere che mi
ami tanto di aver deciso di prendere una tartaruga con me e di chiedermi di
vivere su Marte con te, un giorno, ma... Devi capire, Sheldon, che per le
ragazze è diverso, cioè, il mondo delle ragazze è un mondo cattivo!”.
Lo
scienziato continuava a stare zitto, e ciò non fece altro che aumentare di più
la voglia di spiegarsi della sua fidanzata.
“Cindy
era quella che quando arrivava a scuola trovava una rosa sul banco per ogni
stupida occasione, che non faceva i compiti perché era troppo impegnata ad
ubriacarsi con il suo ragazzo in uno dei parcheggi più bui della città, che
quando usciva da scuola aveva il suo lui che l’accompagnava a casa... Una parte
di me l’ha sempre invidiata! Ora che devo tornare in un liceo con lei come vice
preside, beh, sono andata in panico, non volevo sfigurare e...”.
“Amy
credo che mi ci vorrà un po’ per capire il senso delle tue chiacchiere” la
interruppe Sheldon. “Non capisco perché il marito di questa Cindy sia migliore
di me visto che ciò che ha fatto al liceo era impedirle di fare i compiti per
farla ubriacare”.
“Non
è migliore di te, Sheldon! Te lo giuro, io sono felice così e...”.
“Noi
non siamo fidanzati ufficialmente eppure una sconosciuta vice preside di
qualche stupido liceo crede che lo siamo. Sai quanto odi le bugie, ora dovrei
fingere di essere fidanzato ufficialmente solo perché magari quando andrò dal
dottore incontrerò il marito di Cindy che crede che io lo sia! E poi, dimmi,
come fa un’ubriacona a diventare vice preside? Ti senti inferiore ad una che di
sicuro ha abusato della diffussima pratica del nepotismo o della corruzione
sessuale per raggiungere una posizione che non merita?”.
“Sheldon,
non puoi capire. Grazie al cielo ti sei diplomato quando eri un bambino e non
sai cosa significhi non avere nessuno che ti inviti a un ballo o che ti mandi
una cartolina d’amore per San Valentino. Ora scusami, penso di doverti lasciare
stare per farti riflettere e sbollire”.
Mogia
mogia, sentendosi stupida per la bugia detta, Amy si affrettò a raccattare le
sue cose e a uscire, salutando a stento Penny che era appena tornata dalla
lavanderia.
Ovviamente,
la vicina non riuscì a non farsi i fatti suoi,sia per la sua naturale curiosità
sia perchè non sopportava vedere una sua cara amica triste.
Avrebbe
potuto mandarle un messaggio, eppure sapeva che la colpa fosse di Sheldon e
fargli una bella strigliata le avrebbe decisamente migliorato la serata.
Quindi
entrò nell’appartamento con le chiavi di riserva, senza nemmeno bussare, e fu
sorpresa di trovare uno Sheldon immobile sul suo posto che sembrava decisamente
pensieroso.
“Sheldon,
ho visto Amy uscire tutta abbattuta anche se il vostro appuntamento avrebbe
dovuto terminare tra due ore. Che hai combinato?” esordì pazientemente, sedendosi
sulla poltrona di fronte a lui.
“Penny!
Spesso dimentico le tue maniere rozze da contadina del Nebraska, e tu me le fai
ricordare entrando senza permesso in casa mia. Ovviamente era una delle mie
solite battute di spirito, io non dimentico nulla grazie alla mia memoria
eide...”.
“Cosa
hai combinato, Sheldon?” continuò imperterrita la bionda, senza lasciarsi
abbindolare dalle sue parole.
“Io
non ho combinato proprio un bel niente! E’ Amy che va in giro a dire che siamo
fidanzati ufficialmente!”.
E
da lì iniziò a raccontare ciò che gli aveva detto la sua ragazza, sperando che
la sua vicina lo aiutasse a dare un senso logico a quelle parole.
Sheldon
era allibito.
Poco
dopo le sue spiegazioni, Penny aveva annuito, era stata in silenzio, aveva
detto “E ora come faccio a farti capire...?” e poi... Poi gli aveva fatto
vedere un film.
Mean Girls.
Certo,
lui aveva apprezzato la parte riguardante i “matleti” e aveva osato correggere
le risposte date da Cady che secondo lui erano sbagliate, ma tutto il resto gli
sembrava assurdo.
Ragazze
diecimila volte peggio di Penny, cattive, che si colpiscono alle spalle, una
ragazza che arriva nella realtà del liceo a sedici anni e non riesce ad
inserirsi nel gruppo...
“Amy
aveva ragione, sono felice di essermi diplomato a undici anni, il liceo è una
giungla! E quella scuola era mediocre, onestamente, anche se rappresenta alla
perfezione il sistema scolastico americano” mormorò Sheldon alla fine.
“Ecco
perché Amy ha reagito così, Sheldon! Lei era una Cady che non ha avuto a che
fare con le Barbie... E Cindy era una Barbie, diciamo! Ecco perché ha mentito!”
mormorò Penny, indicando ancora il televisore.
“Ma
quindi voi ragazze il mercoledi vi vestite di rosa?” aggiunse Sheldon. “Ed Amy
pranzava da sola nel bagno?”.
Penny
sbuffò, spazientita.
“No,
noi donne non ci vestiamo di rosa il mercoledì, ma temo sul serio che Amy
pranzasse da sola. Ecco perché tornare al liceo per il progetto la sta facendo
stare male, lei non vuole rivere quei momenti e avere Cindy sempre davanti ai
piedi non è facile. Mi ha parlato spesso di quegli anni, tesoro, e non sono
stati semplici” spiegò cautamente.
“E
quindi io cosa posso farci? E non dimentichiamoci che è lei quella che ha
mentito riguardo...”.
“Come
se tu non avessi mai detto una bugia sulla vostra relazione!” lo apostrofò la
sua vicina, incrociando le braccia. “Ricordi ciò che raccontasti a Kripke solo
per fare bella figura?”.
Sheldon
esitò un istante e poi spalancò la bocca, colpito.
“Amy
non voleva sfigurare come io volevo una scusa per giustificare il mio lavoro
che mi facesse comunque sembrare un genio” disse lentamente, ragionando con
cautela.
“E’
bello quando sono io che ti faccio capire qualcosa, tesoro!” esclamò
soddisfatta Penny, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla porta.
“Non
puoi andartene!”.
“E
perché?”.
“Perché
ora dopo il film mi sento dispiaciuto per Amy, vorrei fare qualcosa ma non so
cosa! Ho bisogno del tuo aiuto!”.
Penny
sorrise ma scosse il capo, decisa.
“Sheldon,
sono finiti i giorni in cui ti comportavi male ed io ti portavo a comprare una
tiara per rimediare. Devi imparare a gestire la vostra relazione da solo! Ti do
solo un indizio: ora che è di nuovo al liceo per lavorare, potresti fare in
modo da farle avere bei ricordi. Ciao, Sheldon” disse, per poi aprire la porta
ed andare via, lasciandolo da solo con i suoi pensieri.
Potresti fare in modo da
farle avere bei ricordi.
Potresti fare in modo da
farle avere bei ricordi.
Potresti fare in modo da
farle avere bei ricordi.
Prese
il cellulare e mandò un messaggio nel gruppo della chat che condivideva con i
suoi amici, deciso.
Dovete
aiutarmi a risolvere un indovinello che mi ha detto Penny. E in più mi servirà
la vostra banale esperienza da liceali nelle vostre scuole da quattro soldi
visto che quando voi avete messo piede lì io stavo già lavorando alla tesi del
dottorato!
Lo
avrebbero aiutato di sicuro, ne era certo.
L’idea
mi è venuta in mente ieri, ripensavo al mio liceo, poi non so come mi è venuto
in mente “Mean Girls” e... Eccomi qui. Sappiamo che Amy non ha avuto un’adolescenza
semplice e che la sua vita è cambiata solo quando ha incontrato Sheldon, quindi
ho pensato... Perché una scrivere una storia in cui Sheldon mano a mano prova a
farle vivere il “Bel” liceo che non ha mai vissuto?
Ditemi
se vi sembra un’idea stramba xD
Aspetto
i vostri commenti, aggiornerò presto, sperando ci sia qualcuno che legga xD
Baci,
milly.