Because of you

di roro
(/viewuser.php?uid=39891)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** PARTENZA!!! ***
Capitolo 5: *** Presentazioni ***
Capitolo 6: *** Rovine e nuove conoscenze ***
Capitolo 7: *** Incontro ***
Capitolo 8: *** La ragazza e il demone ***
Capitolo 9: *** Il principe più strano mai nato ***
Capitolo 10: *** Shippo, Kirara e Jaken ***
Capitolo 11: *** Youkai ***
Capitolo 12: *** Avventura nella grotta dei lupi ***
Capitolo 13: *** Kagura ***
Capitolo 14: *** Tra dubbi ed incertezze ***
Capitolo 15: *** Bacio sotto la luna ***
Capitolo 16: *** Dispersi ***
Capitolo 17: *** Senza sapere il perché ***
Capitolo 18: *** Arrivo dalle autorità ***
Capitolo 19: *** Vittorie ***
Capitolo 20: *** Incoronazione ***
Capitolo 21: *** Un gioco da ragazzi ***
Capitolo 22: *** Lettera alla mamma ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Because of you.
[Prologo]


(Piccola, infima nota di inizio testo. Tanto per.
Questa storia, benché scritta male - a mio parere, se voi lettori la apprezzate mi fa piacere XD -, ha avuto l'onore di finire tra le Storie Scelte del sito.
Ora, mi sono trovata nell'imbarazzante situazione di, come dire? Insomma, la storia non è granché però c'è finita.
Mi sentivo un po' in obbligo, e ho pensato di rivederla. Almeno un pochino ino ino. <3
Ciò significa che questo testo è in revisione, e che ci resterà finché non terminerò il mio lavoro. Bon, grazie mille a tutti voi. U____U
Vi voglio bene, carissimi.)






«L’hanyou correva veloce per la foresta, inebriato dal profumo del vento – era un aroma dolce, delicato. L’hanyou lo inspirò con gusto.
Sorrise, fermandosi a guardare un albero secolare della foresta: era un ciliegio, antico, ben saldo nel terreno. Una pianta maestosa, bella a vedersi.
A un tratto, una cadenza di passi familiare attirò la sua attenzione. Lei, era lei! Era lei!
Si voltò di scatto, un sorriso sghembo sulla faccia, il suo nome sulle labbra; allungò una mano nella direzione della donna, invitandola ad avvicinarsi, e mormorò qualcosa sovrappensiero. Era lei, lei!

“Ehi”, la richiamò. “Cosa – l’arco?”.
La freccia saettò nell’aria prima che l’hanyou potesse controbattere – un istante, e il corpo del giovane sbatté con forza contro il tronco dell’albero, e ivi restò imprigionato.
“Kikyo”, fu il suo ultimo mormorio. Poi più nulla, era finita».




Kagome si zittì, alzando gli occhi dal libro e osservando di sottecchi la professoressa, una donna sulla quarantina, con vividi occhi celesti semichiusi e lunghi capelli castani tenuti fermi in un rigido e professionale chignon.
Era una donna frivola, quella, e priva del senso dell’umorismo. Una donna fastidiosa e poco propensa ad accettare gli scherzi, che per anni aveva cercato di sfondare come attrice e che s’era ritrovata abbandonata in un angolo, sola.
«Grazie, Higurashi», le disse. «Sei stata impeccabile, te lo concedo. Un buon lavoro, si nota il tuo affetto per quello stupido testo e il tuo sciocco attaccamento per quelle parole; lo si nota davvero».
Kagome annuì secca, gettando poi un’occhiata nervosa alla classe – meglio far silenzio, meglio.
Meglio non far notare alla professoressa che quel testo non era stupido, che quelle parole non erano sciocche, che amare quella leggenda non era ridicolo. Anzi, tutt’altro.
Ma era meglio tacere, oh sì. Meglio far finta di nulla.
«Decisamente brava, non capisco perché ti rifiuti di partecipare al corso di teatro».
Forse perché di non le interessava far parte di un gruppo di deficienti.
«La ringrazio», biascicò. «Posso tornare a posto, vero? Grazie».
Qualcuno azzardò un’occhiata compassionevole nella sua direzione, come a prenderla in giro, e qualcun altro le ridacchiò dietro. Nulla di straordinario, in effetti, dato che in ogni classe del mondo esistono deficienti simili.
E comunque, a lei non interessavano i commenti estranei. No di certo.
Si lasciò ricadere sulla sua sedia, socchiuse gli occhi e si impose di non ascoltare – il nuovo lettore non doveva aver studiato, oh no, perché balbettava incerto due parole su tre.
«Kagome-chan, mi presti una matita?».
«Eh? Sì, certo». Sorrise, incerta, poi allungò l’astuccio a Eri, la sua compagna di banco. Era simpatica, Eri, e anche piuttosto graziosa, e poi non la criticava mai per i suoi gusti anticonvenzionali.
Il fatto di amare visceralmente un libro per bambini non era poi così umiliante. O almeno, non avrebbe dovuto essere così umiliante.
“Leggende del regno di Goshinboku” era un libricino di trecentoventisette pagine, rilegato con cura, poco costoso ma molto interessante.
Parlava di hanyou, di youkai, di ningen e, beh, dei rapporti tra le diverse specie – descriveva i modi, barbari e inaccettabili, con cui gli hanyou erano torturati dalle loro stesse famiglie, e i loro assassinii.
C’erano tante storie, in quel libro, e molte di esse risultavano piacevoli, amabili; c’erano tante storie, in quel libro, e molte di queste turbavano il cuore del lettore, lo spaventavano.
Kagome ne amava una in particolare, ed era forse la più drammatica dell’intero volume.
InuYasha era il secondogenito dell’ultimo re del regno di Goshinboku, un hanyou dai capelli d’argento e gli occhi d’oro – lo si descriveva bello, spaventosamente avvenente, ironico, e si narrava che questi si fosse invaghito di una sacerdotessa umana, Kikyo.
Ma era un hanyou, lui, e poco importava che fosse l’erede di quel regno selvaggio e ormai disabitato: sarebbe morto, e sarebbe stata Kikyo ad eliminarlo.
Era la leggenda più triste, quella, e la più spaventosa, ma Kagome la adorava – sobbalzò, immaginando la scena. Sobbalzò quando vide le mani di Kikyo, di quella finta di Kikyo, stringere con forza l’arco e puntarlo contro il suo amato, e raggelò ancora quando l’InuYasha dei suoi sogni sbarrò gli occhi e si trovò conficcato all’albero.
«Ahi».
Oh. Uhm, un bigliettino.
Si guardò intorno, indecisa, e poi lo aprì di scatto. Era di Sango, ovvio – era di Sango e la incitava a far finta di nulla. Era di Sango, di quella Sango che era la sua migliore amica e le voleva un bene dell’anima, di quella Sango tanto dolce e simpatica.
Si voltò appena, sorridendo, e mimò un: «Grazie».
L’altra le fece appena un cenno del capo, poi si alzò. «Sì, professoressa, certo – leggo io, ovvio. Mi dia il tempo di raggiungere la cattedra».
Oh. Ah, era il suo turno di leggere.



Era stanca. Stanca.
E le doleva la testa. E aveva sonno. E la professoressa continuava a parlare e parlare e straparlare, come se fosse interessante.
Per la cronaca, le fischiavano anche le orecchie – perché sì, Eri era simpaticissima, ma leggeva da schifo. E che diamine, poi!
«Professoressa», rantolò, «mi gira la testa».
«Ah», commentò la donna, guardandola. Boccheggiò qualche istante, come se stesse cercando una risposta abbastanza soddisfacente, e poi le fece cenno di uscire. «Non voglio malati, qui».
Kagome non aveva nulla da obiettare. «Posso andare, uhm, a risposare, quindi?».
Non che non le facesse piacere. No davvero.
Poteva portarsi le Leggende dietro, e leggere. O sonnecchiare un po’ e pensare ad InuYasha, e concedere del meritato riposo ai suoi neuroni, stanchi e spossati.
«Certo», la professoressa alzò le spalle, «come no. Mica sto spiegando qualcosa di importante, oh no, certo che puoi andare!». Si portò teatralmente una mano sulla fronte e sollevò gli occhi verso il cielo. «Non mi si spezzerà il cuore, Higurashi, no davvero, va’».
«…grazie», azzardò Kagome, alzandosi. «Dopo chiederò gli appunti a Sango, glielo prometto».
La donna non disse nient’altro.



«Buongiorno, sono qui perché mi fa male la testa. La prof ha detto che posso restare».
«Ah».
L’infermiera era il classico tipo da le-ragazzine-più-giovani-di-me-mi-irritano.
Una bionda ossigenata con due occhi azzurri e una faccina piccola e coccolosa, di quelle che ti sembrano carine sì, ma solo per i primi cinque minuti, perché in breve di rivelano troie bastarde.
Non le chiese cosa avesse e non le propose alcun medicinale, ma si limitò ad indicarle un lettino vuoto e biascicare: «Fatti una dormitina, cara». Il fatto che l’affermazione ricordasse tanto una minaccia era preoccupante, in effetti.
«D’accordo». Kagome alzò le spalle e sollevò la coperta. «Resterò qui sino alla fine delle lezioni, credo. Potrebbe svegliarmi?».
L’infermiera la guardò appena. «Sì, certo. Proverò a ricordarmi che una piccola allieva riposa nel terzo lettino della fila a destra, certo. Ma tu riposa, piccola allieva; ah, cerca di non russare. Nel caso, mettiti a fare altro, preferirei non essere disturbata».
Bene, di male in peggio – Kagome tirò fuori dallo zaino il libro e lo depose sul comodino, indecisa sa aprirlo, e concedersi una meritata rilettura del testo, o provare a riposare.
Beh, provando a riposare rischiava di restare bloccata in infermeria.
…e non era piacevole, no davvero. Quindi aprì il tomo e se lo sistemò sulle gambe, osservando deliziata le illustrazioni: erano fatte bene, curate nei minimi particolari, ispirate a ritratti reali del sovrano e dei suoi figli.
Poteva andare a pagina due, e guardare il disegno di InuYasha da bambino.
Era un quadretto così carino, quello, che Kagome finiva sempre coll’osservarlo deliziata – un bambinetto con delle orecchie da cagnolino circondato da centinaia di giocattoli, ecco com’era l’InuYasha infante. Nient’altro che un neonato.
Lo immaginava gattonare per il castello, magari inseguire Sesshomaru, il suo detestato fratellastro, o addormentarsi tra le braccia della regina Izayoi, il respiro pesante di un bambino stanco e felice.
Forse avrebbe fatto bene anche lei a riposare. Oh, sì.
Forse avrebbe fatto bene ad prendere sonno, almeno per un po’. In fin dei conti, che male poteva farle, dormire un po’?
Chiuse gli occhi. Ecco.




«Kagome-chan? Ehi, Kagome? Guarda che è ora di andare».
«Mh?».
«Svegliati, dai. C’è InuYasha fuori dalla finestra!».
Spalancò gli occhi, si mise a sedere e per poco non cacciò un urlo – ah, sì, non che si aspettasse davvero di vedere InuYasha, eh. Era solo – niente di importante. Scosse il capo e guardò Sango. «Perché mi hai aspettata? Potevi andare. Non c’era bisogno di restare qui».
«Oh, invece sì. Era l'unica soluzione», sospirò l’altra, «non voglio che tu cada in un tombino perché impegnata a leggere quelle sciocche leggende. Sì, so che le ami visceralmente, ma riconoscerai anche tu che sono leggermente stupide. E una sacerdotessa non dovrebbe prendere tanto in considerazione certe storielle».
«Storielle?». Kagome inarcò un sopracciglio. «Non sono storielle. Sono leggende del regno di Goshinboku», guardò Sango intimandole di non interferire, «il regno di Goshinboku, il nostro confinante».
«Non deve importarci. Il nostro re si sta già occupando della situazione».
«Quell'incapace?», rantolò Kagome, sdegnata – il loro re, eh? Quel deficiente che non faceva altro se non ingozzarsi e ordinare all’esercito di procurarsi nuovi armamenti?
E cosa stava facendo, di grazia, per aiutare le sorti della dinastia Taisho?
«Sango, quello non sa fare nulla. Il regno di Goshinboku è allo sfascio e…».
«Ma noi siamo due adolescenti e non possiamo fare nulla, quindi smettila di fare la bambina».
«Parlerò con il re». Kagome strinse i pugni, poi rivolse un’occhiataccia all’amica. «Parlerò con il re, okay? E otterrò di poter fare qualcosa. Del resto, il mio tempio ha un forte ascendente su di lui-».
L’altra alzò una mano, interrompendola: «Non oserai! Non dire cavolate, non puoi. È inaccettabile. Se il regno di Yoshi, ovvero il nostro, si schierasse dalla parte di quello di Goshinboku, il regno di Asu avrebbe una ragione per sentirsi minacciato e dichiararci guerra».
«Il regno di Asu è un regno di barbari», commentò aspra Kagome, alzando gli occhi verso il cielo. «Non sanno neppure allacciarsi le scarpe. Se noi – siamo i più evoluti, no? – ci schierassimo dalla parte di Goshinboku, allora potremmo vincere».
«Anche il regno di Asu è adeguatamente evoluto».
«…e tu chiami evoluto un regno dove la libertà di culto è un’utopia?», rantolò.
Argh. Lei adorava Sango, la adorava tantissimo, ma a volte c’erano cose che proprio non le andavano giù, e quella era una cosa che proprio non riteneva giusta.
Insomma, consentire che vi fosse ancora un posto dove la legge del taglione era la cosa più importante, e dove gli hanyou erano considerati alla stregua di un criminale era inaccettabile.
Ed era inaccettabile che due amanti fossero costretti ad uccidersi l’un l’altro.
Non che a InuYasha non fosse successa la stessa cosa, eh. Ma almeno, il regno di Goshinboku aveva perso il suo ultimo sovrano duecento anni prima, ed era ormai allo scatafascio.
Sango sospirò. «Kagome, ti prego, sta’ calma. Siamo arrivate a casa tua, non vorrei che tuo nonno mi minacciasse con una scopa».
«Ah».
«Beh, io devo andare. E tu devi esercitarci con l’arco, se non erro».
Kagome le sorrise appena, poi fece un passo indietro – qualche attimo o giù di lì, ecco. Le ci vollero pochi istanti perché scomparisse oltre i confini del tempio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Because of you.
[Capitolo 1]
 

  (Un giorno dopo la revisione del Prologo - oggi è il 7 aprile 2010 -, ho terminato anche quella del Primo Capitolo.
Insomma. Era una tragedia.
Sì-particella-affermativa privi di accento, dialoghi che non stavano né in cielo né in terra e... e niente. Ho rivisto.
Riscritto, per quanto concessomi, ma non mutato - se avessi potuto, questa storia ora sarebbe completamente differente -, e, beh, ho inserito parecchi spazi.
Il fatto è che prima era un... un... uhm. Come dire?
Sembrava un susseguirsi di amenità? Non si capiva cosa stessi dicendo? La storia si incespicava?
Ho cercato di rimediare, per quanto possibile, e di sistemare un po' il precedente lavoro. Spero vada meglio, sinceramente.
Al prossimo capitolo. <3

Ah, sì: ringrazio tutti quelli che avevano commentato il prologo. U____U E ovviamente quanti, a suo tempo, commentarono questo primo capitolo.
Non potete capire quanto la cosa mi riempia di gioia, davvero. Siete splendidi. XD)










 
 
 
 
 
«Kagome, bentornata, è pronto-».
«Scusa, mamma, non ho fame. Vado in camera mia, okay?».
 

Un gradino, due gradini, tre gradini. Poi la porta della stanza, la mano sulla maniglia, la spinta, l’uscio che si chiude con uno scricchiolio e la testa nascosta nel cuscino.
Allungò un braccio, tentoni – dove diavolo era finito il libro? – e sospirò solo quando le dita sfiorarono la rigida copertina.
«Ecco». Strinse il tomo al petto. «Ecco le mie Leggende. E sfido qualcuno a chiamarvi ancora libro-per-bambini, eh».
 

Le Leggende – versione integrale – Del Regno Di Goshinboku erano un regalo di suo padre. Un regalo di quelli che, pur avendo anni ed anni, e pur puzzando un po’ di muffa, fatichi a buttare e osservi con aria deliziata, compiaciuta.
Erano un dono prezioso e raro, semplicemente bello, e lei lo amava con tutta se stessa.
«Papà deve aver faticato parecchio», aggiunse, «per trovarti. In fin dei conti, si è dovuto avventurare in quella sottospecie di continente perduto. Okay, così facendo avrà pure guadagnato l’amicizia del re – e beh, ha ottenuto anche te, dato che sei un regalo del sovrano per la nostra famiglia –, ma ha comunque rischiato la vita».
E in quella spedizione, poi, non avevano neppure rinvenuto nulla: di quel castello tanto invidiato restava ben poco, solo qualche brandello delle mura. Poche statue, pochi resti, pochi abitanti.
Il regno di Goshinboku era sparito nel nulla.
…e di quel giardino? Del giardino reale? Di quel luogo d’incanto, tanto decantato nelle Leggende?
Suo padre aveva faticato non poco, a raccontarle la verità – era seccato tutto, le piante erano morte, le rose della regina Izayoi erano solo un vago ricordo. Qualche arbusto ancora persisteva, tenace, eppure non poteva che trattarsi dell’ultimo canto del cigno.
«Il tuo regno sta morendo e io non posso fare nulla. Se papà potesse vedermi», aprì di scatto il libro, «forse mi odierebbe. Dovrei fare qualcosa».
Oh.
Ah, sì. Certo.
InuYasha aveva gli occhi socchiusi, le labbra rosate e i capelli mossi dal vento. Era presentato così, in quel capitolo, e così era raffigurato anche nell’immaginazione di Kagome.
Sereno, calmo, forse felice.
La ragazza abbassò appena il capo, osservandolo. «Non sembri morto, sai? Anzi». Sfiorò con i polpastrelli la ruvida carta, inspirando l’acre odore dell’inchiostro. «InuYasha Taisho, figlio dell’ultimo re di Goshinboku, sei di certo una delle creature più splendide del creato».
E se fosse entrato nella sua stanza? E se l’avesse mai visto? E se l’avesse mai baciato?
Scosse il capo, infastidita.
Sognare cose del genere era sciocco, frivolo e inutile. In fin dei conti, InuYasha era poco più che un’immagine – avvenente, certo, ma pur sempre un mero dipinto. Non un uomo, non un hanyou, non uno youkai: una creatura avvenente ma scomparsa.
«Andiamo avanti». Scosse il capo. «Adesso ci sono le foto di famiglia – oh, che carino Taiga!».
Taiga – o Inu no Taisho, nessuno era certo del suo nome – era il padre di InuYasha, un demone dai profondi occhi d’ambra e i lunghi capelli d’argento. Un essere possente, bello.
«Sesshomaru invece fa paura», commentò sovrappensiero, passandosi una mano tra i capelli. «Sarà il fratellastro di InuYasha, ma ha davvero un’espressione torva. Oh, Dio. Neppure quella deliziosa mezzaluna sul capo riesce a renderlo carino».
E poi c’era Izayoi, l’unica nota stonata: bella, ma bella come solo una donna mortale può esserlo. Bella perché i suoi capelli nocciola svolazzavano qua e là, perché stringeva al petto il figlio, perché sorrideva, contenta.
«Izayoi era bella, ma non adatta. Eppure, loro due si amavano».
 


E si erano amati tanto, Taiga e Izayoi. Tanto, enormemente, a tal punto da essere annoverati tra le coppie d’amanti più sventurate della storia.

Si erano amati contro tutto e contro tutti, lottando per restare insieme.
E poi il regno era scomparso. E loro con lui.
 

«Kagome?».
Sobbalzò – oh, ah. Sua madre. Nascose le Leggende sotto il cuscino, voltandosi di scatto verso la genitrice. Uhm. «Ciao. Cosa c’è?».
La donna sventolò il telefono che stringeva tra le dita, indecisa. «A-ehm», esordì, «tesoro, ascoltami. Non è facile e, beh, probabilmente resterai scioccata e mi dirai che no, non ne hai alcuna intenzione, e…».
«E cosa?».
«E, se dovesse essere necessario, fuggirai. Ti aiuterò». Annuì, convinta. «Nel caso, ti assicuro che ti aiuterò a fuggire».
Kagome inarcò un sopracciglio. «Mamma, spiegati».
«Tu saprai di certo che tuo nonno è molto amico del sovrano – se ne vanta sempre, quando beve un goccio di sakè in più –, e Takemi-».
«Takemi?».
«Sì, non commentare questo stupido nome, ti prego. Credo non abbia neppure un vero senso». Sua madre sospirò, affranta. «In ogni caso», riprese, «questo è il nome del sovrano. E tu dovresti saperlo, no?».
«Ah, sì, uhm. In realtà non me l’ero mai chiesto». Kagome alzò le spalle, come se la cosa non fosse importante, e riprese a guardare la donna.
Perché beh, se era venuta a vantarsi dei legami tra gli Higurashi e i sovrano del regno, allora aveva scelto il momento sbagliato. Anche se le sembrava strano, che sua madre fosse lì per una ragione così sciocca e superficiale – era una donna seria, di solito.
O almeno, Kagome l’aveva sempre giudicata così.
«Il nostro regno rischia. Stiamo, come dire? In pieno clima di guerra. E Takemi vorrebbe il tuo aiuto».
…okay. Sua madre era ammattita.
Cosa se ne faceva un sovrano di una ragazzina capace solo di leggere favolette – favolette che lei non considerava affatto tali – e di farsi prendere in giro dai proprio sovrani? Perché mai avrebbe dovuto volere lei?
Insomma, andiamo.
Era assurdo.
Aprì la bocca per rispondere, ma sua madre la bloccò: «Il regno di Asu vuole attaccarci. Beh, abbiamo deciso di chiedere aiuto al regno di Goshinboku-».
Il regno di Goshinboku era abbandonato da secoli, avrebbe voluto osservare Kagome, ma preferì tacere ancora un po’.
«Tuo nonno… sai com’è fatto, no? Si vanta di tutto. L’altro giorno, parlando con Takemi, ha parlato di te. Le solite cose: mia nipote è intelligente, mia nipote è graziosa, sapessi com’è amabile le mia Kagome». La madre gesticolò, imbarazzata. «Poi ha detto: la mia nipotina conosce a menadito le Leggende di Goshinboku e, se stai cercando un ambasciatore, ti consiglio di spedire lei, dato che è molto portata».
Lui cosa?
«Così, Takemi ha scelto te».
«Mamma, non prendermi in giro». Incrociò le braccia sul petto e lanciò all’altra un’occhiata furiosa, cercando di farle capire che sì, era uno scherzo carino, ma che tutti i giochi devono finire, prima o poi.
E che quello era durato abbastanza, per i suoi gusti.
«Sono una bambina. Checché se ne possa dire, sono piccola e non conosco granché il mondo: mandarmi lì, così, senza una preparazione specifica-».
«Come se tu avessi bisogno di una preparazione specifica», ingiunse la madre, sedendosi sul materasso. «Tesoro, chi conosce il regno di Goshinboku meglio di te? Sei l’unica al mondo capace di elencare a memoria i nomi di tutti i fiumi di quel posto, o, non so, descrivere minuziosamente l’abito da sposa della regina Izayoi. E sei l’unica in grado di trovare Sesshomaru e InuYasha, ovunque essi siano».
 

InuYasha era un personaggio così leggendario che in molti non volevano rassegnarsi alla sua morte, e in tanti parlavano dunque di un suo sonno.
Si vociferava che un giorno qualcuno avrebbe trovato il luogo ove il principino riposava, e che l’avrebbe risvegliato. Ma chissà.
Magari erano tutte bugie.
 

«Io-».
«Se non vuoi», ripeté sua madre, decisa, «non c’è bisogno. Lo spiegheremo a Takemi e, nel caso, ti farò fuggire».
Ma lei voleva. Eccome se voleva.
Il problema era sovrapporre la Leggenda – l’InuYasha della storia, così romanzato ed affascinante – ad un possibile InuYasha reale. Era convincersi che quanto aveva sempre letto e amato poteva non corrispondere alla realtà, e abituarsi a quest’idea senza soffrire troppo.
«Il punto è che, beh, tu sei una sacerdotessa. Sesshomaru è così potente da poter essere contrastato solo da una persona particolarmente forte e… e InuYasha, nel caso fosse davvero sigillato, va liberato».
«Vado». Kagome si alzò, lisciandosi le piaghe della donna. «Credo sia assurdo, ma vado. Volentieri. Dimmi quando e dove e io ci sarò. Mi avete addestrata per una vita, finalmente potrò dimostrarvi quanto valgo – e vedrò InuYasha! Potrò vederlo, vederlo, vederlo».
La madre le afferrò un braccio, obbligandola a fermarsi. Meglio chiarire un po’ di cose, prima di dare il suo consenso: «Non potrai avere una scorta, perché se un enorme gruppo di soldati si staccasse dal regno, il re di Asu potrebbe sentirsi minacciato».
«Non ho bisogno di una scorta. Posso farcela».
«…allora, beh, non mi resta che dirlo al nonno», biascicò la donna, osservandola. «Sei uguale a tuo padre, lo sai?».
Sì, lo sapeva.
 

«Rispondi», biascicò.
La cosa essenziale, ora, era spiegarlo a Sango. Non che avere la sua approvazione o meno fosse fondamentale, chiariamolo: ma Sango era Sango, e sapere il suo parere riusciva sempre ad aiutare Kagome.
Così, battendo un piede sulla moquette, strinse le dita intorno al cellulare. «Rispondi, scema».
«Pronto?».
«Ah, finalmente!».
«…oh. Cosa c’è?», sentì biascicare nella cornetta. Immaginò Sango – perplessa e stanca – che accostava il telefono all’orecchio, in attesa, e la cosa la fece sorridere non poco. «Per chiamarmi a quest’ora, deve essere urgente».
«Sono le due del pomeriggio», commentò Kagome.
Le due di pomeriggio non sono un orario strano. Almeno, così le sembrava.
«Sì, lo so. Allora? Successo qualcosa di importante?».
«Oh, Sango! Ricordi il nostro discorso – sì, quello di prima – ah, Sango! Mamma mi ha avvisato che il re vuole che io – argh, Sango, io! – vada nel regno di Goshinboku e cerchi InuYasha e Sesshomaru! Non ti sembra splendido?».
 

No, probabilmente a Sango non sembrava, dato che continuò ad urlarle nelle orecchie per almeno tre ore e quarantaquattro minuti circa.
 

«…forse il tuo cervellino non ci arriva», imprecò infine, «ma è una missione pericolosa anche per un sacerdote adulto, oltre che per chiunque. Figurarsi per una sacerdotessa alle prime armi!».
«Non sono alle prime armi, Sango, mi alleno da una vita».
«Sì, certo. Un’ottima sacerdotessa davvero – quando non inciampi o rischi di stritolarti col laccio delle scarpe», si sentì nuovamente urlare contro.
«Ma ho un certo carisma. Lo dice sempre anche la professoressa, no?, che dovrei entrare nel club di teatro».
Sango tergiversò appena, forse per soppesare la situazione. «Non credo», commentò, «che saper mentire sia l’unico modo per non cacciarsi nei guai. Non avrai una scorta, e quel regno, Kagome, non ha un sovrano né leggi. Ti uccideranno o ti ridurranno in schiavitù, lo so!».
No, lei non sapeva niente.
Kagome scosse il capo, trattenendo a stento dal mettersi ad urlare. «Credo che avresti capito. Ci ho sperato, almeno».
Ed era meglio non fare le vocina troppo triste, o Sango l’avrebbe presa per una bambina. Il fatto che lei lo fosse effettivamente, una bambina, non la consolava poi tanto.
«…capito, d’accordo, va bene. Come vuoi. Ma verrò con te, sia ben chiaro».
«Con me?».
«A-ah. E ora scusami, devo andare a implorare mio padre – sai, no? Ho bisogno che interceda in mio favore e mi consenta di farti da scorta. Buona giornata, Kagome».
«Eh? Ah. Va, uhm, va bene, Sango. Io-».
Troppo tardi: l’altra aveva già attaccato.
 

«Allora», borbottò Sota, affondando le bacchette nel piatto, «devi partire, sorellona».
Lei non si chiese neppure come suo fratello fosse venuto a conoscenza della cosa: lo ignorò, punto, e riprese a mangiare.
«Ho detto: devi partire, sorellona», riprese il bambino – la più subdola creatura che sua madre potesse partorire, a detta di Kagome – e batté energicamente le mani, nel disperato tentativo di richiamare l’attenzione. «Ne sarai felice».
«Sì, abbastanza», minimizzò. «Ti serve altro?».
Forse non l’avrebbe più rivisto.
Abbozzò un sorriso, imponendosi di essere più socievole, e guardò il fratello: era piccolo, mingherlino, con capelli neri e occhi nocciola. Somigliava a suo padre, quest’è certo, e aveva una spiccata capacità per mettersi nei guai.
Era più piccolo di lei, un po’ sciocco ma tanto amabile, Sota. E forse non l’avrebbe più rivisto.
Soppresse un singhiozzo. «Allora? Altre domande?».
«Posso venire con te?».
Eh?
«No, scordatelo. Non pensarci neppure, sei ancora troppo giovane – no, non tirar fuori la scusa tu-hai-solo-sei-anni-più-di-me, non attacca». Gli lanciò un’occhiataccia e riprese a mangiare. «Non preoccuparti, non starò via a lungo», mentì, «quindi posso farcela. E non mi metterò nei guai».
Sota sbatté la tazza sul tavolo, furioso. «Non puoi andare da sola!».
«Eh? Ah, ma non sarò sola. Verrà Sango, con me», spiegò – il volto del bambino si distese, quasi la cosa lo calmasse, e con la coda dell’occhio Kagome notò che persino sua madre sembrava essersi rasserenata. «Ehi», ingiunse, «mi sembra di capire che nessuno di voi abbia fiducia in me».
Il fatto che avessero ragione, a non avere fiducia in lei, lo tacque. E comunque, che avessero ragione o meno la situazione non cambiava: l’avevano guardata tutti con aria di sufficienza. Dannazione.
«Tesoro, è solo che sapendoti con Sango saremo più tranquilli», provò a spiegare il nonno. «Una volta ho assistito ad un suo allenamento, e ti assicuro che è molto brava. Dovresti ringraziare i Kami, avendo una simile scorta».
«Per di più, Sango ha anche quel pizzico di responsabilità e buonsenso che ti manca», concluse la madre. «Quindi ora sì che posso lasciarti andare senza remore!».
Ah, grazie.
«Però fa’ attenzione», concluse la donna, guardandola appena. Aveva lo sguardo preoccupato, e Kagome intuì che forse, in un angolino della sua mente, stava pensando a suo padre – si affrettò ad infilare l’ennesima cucchiaiata di cibo in bocca.
«Andrà tutto bene».
«Già». Sua madre sorrise. «Tutto bene – chi vuole un po’ di torta?».

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Because of you.

[Capitolo 2]


(Oh, uhm. Ci ho messo più di un mese per rivedere anche il secondo capitolo, essì.
Non che non avessi idee - insomma, la storia è finita, mi tocca solo correggere, no? -, semplicemente mi son fatta prendere dall'ansia e... e boh, non sono andata avanti.
Però ho finito, ora. XD E questo capitolo è lungo 3683 parole. Un record, per me, dato che solitamente mi fermo mooolto prima. ._." Circa sette pagine di Word! *O*/ Gioia e tripudio, i capitoli cominciano ad essere adeguatamente - ma anche no - lunghi!
Non so quanto decente sia 'sta nuova edizione, comunque.
In realtà, mi basta privare i capitoli originari degli erroracci di grammatica. ._." Sì-particella-affermativa senza accento, cavolo! Mi odio da sola, se volete saperlo.
Bon, sperando di non metterci un altro mese, mi congedo. <3

PS: Grazie a quanti avevano commentato il capitolo e a quanti - sì, l'ho notato - hanno recentemente inserito questa storia tra le preferite/seguite/ricordate. Sono felice, davvero!)

 

 

 

 

 

 

 
«Kagome! Sveglia, dai, è tardi».
«Mh?».
«Già, tirati su! Io intanto preparo la colazione – ti prego, tra poco Takemi sarà qui, non vorrai fare una figuraccia!».
«Mh».
«Bene, allora vestiti».
 
 
Aver passato la notte a rigirarsi nel letto, immaginando e sclerando, non era forse stata un’idea geniale, dato che ora aveva tutti gli arti stanchi e gli occhi impiastrati dal sonno.
Si portò la coperta sul capo, indecisa. «Mh», mugolò. «Io», aggiunse, «devo alzarmi».
Il problema è che faceva freddo. Tanto freddo. E le coperte erano tanto, tanto, tanto calde – così calde che, davvero, le stava tornando la voglia di dormire. Magari poteva concedersi altri due, tre minuti di meritato riposo. Magari sua madre non l’avrebbe rimproverata.
«Ma cosa-». Scosse il capo – okay, meglio alzarsi, meglio. «La mamma non è così generosa, non quando si rischia di farle fare una brutta figura».
Poggiò un piede sul pavimento, poi l’altro, si concesse di rabbrividire appena e infine si sollevò, ciondolando di lato.
Il libro delle Leggende cadde al suolo, e dannata lei che si era addormentata stringendolo tra le braccia, lasciando intravedere l’immagine di un InuYasha bambino particolarmente carino. E adorabile. E tenero.
Argh.
«Dunque», esordì, «vestiti, ho bisogno di vestiti. Devo risultare presentabile».
Estrasse dall’armadio un paio di jeans scuro, una camicetta e s’infilò in bagno, pregando affinché una bella doccia fredda la rimettesse in sesto.
In caso contrario, sua madre l’avrebbe ammazzata, cosa non propriamente piacevole.
 
 
«Ehi, sorellona, sei già sveglia? Wow, mi stupisci, di solito c’è bisogno delle cannonate!», la derise Sota, seduto sull’unico sgabello decente della cucina.
Si era anche preso la tazza migliore, quel piccolo, viscido verme, e stava versando nella tazza migliore una consistente dose di cereali, compiaciuto.
Kagome fece finta di nulla. «Non puoi scalfire il mio umore, stamane, mettitelo bene in testa», spiegò. «Ah, nonno, buongiorno!».
Il vecchio spiegazzò il giornale, osservando la nipote con finta noncuranza – certo. Come se non fosse lui, il più euforico della casa, sicuro. Ovvio.
Non aveva una strana luce, negli occhi, e non si era messo il vestito più costoso del suo guardaroba, certo che no! Perché mai avrebbe dovuto, del resto?
«Oh, piccola mia», gongolò giulivo. «Buongiorno! Vuoi un po’ di caffè? No, aspetta, tu detesti il caffè, allora… Un po’ di the, bambina del mio cuore?».
Inarcò un sopracciglio, chiedendosi se l’omicidio di quella sottospecie di anziano potesse costarle la prigione. Poi decise di sospirare. «Bambina del mio che?».
Il nonno arrossì. «Solo, ecco, è solo un modo carino di chiamare la mia amata nipotina: non ti piace?».
«Eh? No, no, chiamami come vuoi, fa’ pure. Mi basta avere la mia amata colazione, stop, chiamami come ti pare».
Il vecchio ridacchiò di gusto.
«Ah, Kagome! Sorellona, ascolta!». Sota si alzò in piedi, afferrandola la manica della camicetta e tirandola con forza – okay, era un modo un po’ anticonvenzionale per costringerla ad ascoltarlo. Si chinò nella sua direzione, incerta. «Dici che nel regno di Goshinboku c’è campo?».
…che?
«Perché di quando in quando vorrei farti una telefonata, sai com’è. I miei amici potrebbero», il bambino avvampò, «non credermi, e vorrei che tu, ecco, li rassicurassi. Quindi: secondo te c’è campo, nel regno di Goshinboku?».
«Io credo tu sia un idiota», commentò Kagome, sprezzante.
Poi tirò via il braccio dalla stretta di Sota e si sedette, bestemmiando tra sé e sé per aver solo minimamente pensato di poter provare nostalgia per quel piccolo e subdolo verme. Poteva ammazzarsi, semmai.
 
 
A un tratto, il campanello suonò.
Fu un rumore secco, deciso, chiaro e ben udibile, e nessuno poté fingere di non essersene accorto: lo squillo non si ripeté, ma tutti nella casa scattarono in piedi.
«Vado io», biascicò la madre, confusa.
Il nonno lasciò andare il giornale e le fece cenno di assenso: «Sì, certo. Nascondi quella brutta pianta che sta all’ingresso, però, perché non vorrei si spaventasse».
«D’accordo», concesse la signora Higurashi, prima di ciondolare sino all’ingresso.
Un passo, due passi, tre passi, svolta a destra, ferma, mano sulla maniglia – Kagome socchiuse gli occhi e si mise ad immaginare. Chissà, magari il sovrano era un bell’uomo.
Non l’aveva mai visto, lei; neppure in foto.
Era piuttosto restio a far pubblicità di sé, quel re così strano e amato, bigiando dunque una quantità discutibile di eventi pubblici: eppure suo nonno vantava una stravagante amicizia con questo fantomatico Takemi.
…ma forse era una presa in giro. Forse quel vecchio bislacco s’era inventato tutto, e ora lei avrebbe atteso per ore una persona che non si sarebbe mai fatta viva.
Strinse convulsamente le dita intorno alla gonna.
«Ah», sentì dire, «Sango! Non ti aspettavamo, cara, ma accomodati, su. Sono tutti in cucina».
L’altra dové rispondere con un mormorio, perché a Kagome giunse solo l’eco della risata materna. Buon segno, almeno aveva un’altra manciata di minuti per prepararsi psicologicamente.
«Ehilà, perché tutti tesi?».
Sota lasciò andare la sua tazza di cereali, indeciso se rispondere o meno. «Stiamo – coff – aspettando il re», disse, «e ce l’eravamo fatta tutti sotto credendo fosse lui».
Oh, quel bambino! Un vero campione di finezza, non c’era da dire.
«Ah, allora mi spiace di essere una semplice sterminatrice e non una fighissima principessa», ridacchiò Sango. «Signora Higurashi, scusi se mi permetto: ho dormito poco e ho fatto una corsa sin qui, evitando la colazione. Non avrebbe un po’ di, ehm, torta per me?».
«Ma certo, cara, certo che c’è». La donna le fece cenno di prendere posto al fianco di Kagome, poi armeggiò con il frigorifero. «Al cioccolato, va bene?».
«Eh? Oh sì, sì, ovvio! Grazie mille».
«Di nulla, cara. Sei sempre così gentile, nei confronti di Kagome, e te ne prendi cura». Tagliò una fetta e la passò alla ragazza, che intanto si era morsa il labbro inferiore, imbarazzata. «Dimmi com’è, eh, l’ho preparata proprio stamane!».
 
 
Il campanello suonò per la seconda volta dopo appena diciassette minuti e trentacinque secondi, spaventando Sango – che erroneamente lasciò cadere per terra le briciole del proprio pezzo di torta – e Kagome.
«Vado io», ripeté decisa la signora Higurashi, «e spero che stavolta sia lui».
Il nonno rise sotto i baffi. «Ma sì, tesoro, sarà Takemi», commentò. Però aveva una mano stretta a pugno intorno al giornale, e fissava l’uscio con terrore. Cattivo segno, il vecchio Higurashi non era mai nervoso o preoccupato, non di solito, almeno, e Kagome si sorprese a prendere un profondo respiro.
«Forse ha perso l’indirizzo di casa nostra», biascicò contrita, «magari ora vaga tutto solo per il quartiere. O-».
O niente: la voce squillante di sua madre – «Benarrivato!» – quasi le provocò una crisi di nervi.
Serrò i pugni e abbassò lo sguardo, attendendo che il sovrano, proprio lui, entrasse nella piccola cucina di casa Higurashi, dispensando saluti a destra e a manca. Se lo immaginava proprio così, il re: un po’ grassoccio, gioviale, magari con i capelli bianchi come la neve e una corona scintillante sul capo.
Le vesti dovevano essere assai stravaganti, poiché quell’uomo andava d’accordo con suo nonno, e per essere amico del nonnino non poteva che essere pazzo e bislacco. Quindi chissà, magari indossava calzoni di seta rossi, camicia a righe blu e gialle e scarpe verdi.
Le scappò una risatina incerta, che subito si costrinse a sedare col palmo della mano.
«Kagome la aspetta in cucina», sentì cantilenare da sua madre. «Vedrà, la troverà adorabile. Somiglia moltissimo a suo padre, sa?, sin quasi all’esasperazione!».
 
 
Prima di tutto, si trovò a constatare che sì, Takemi doveva avere una cinquantina d’anni, ma no, non era stravagante per nulla: aveva gli occhi azzurri e la pelle pallida, i capelli scuri e i tratti fini. Le labbra erano sottili, piegate in un bel ghigno divertito, e Kagome arrossì d’impulso.
Oh, beh, il re era indubbiamente figo.
«Buongiorno», mormorò pacato: aveva una voce morbida e flessuosa, indecentemente sensuale.
Forse aveva ottenuto il suo ruolo, pensò divertita Kagome, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, in cambio di favori sessuali. Chissà.
Decise che forse era arrivato il momento di ricambiare il saluto: «Buongiorno-», fece appena in tempo a dire, prima che il nonno si alzasse in piedi e corresse da Takemi – il giornale del vecchio Higurashi frusciò appena, prima di sfiorare il parquet.
«Amico mio!». Gli diede una pacca dietro la schiena. «Come stai?».
«Ma ovviamente bene, ovvio, eppure tu ogni giorno sembri più giovane», rispose il sovrano. Sembrava assai divertito, come se il nonno, anziché pedante e superficiale, fosse simpatico e spiritoso. «Il tempo è ogni giorno più bello», aggiunse Takemi, «e profuma di legno. Sembra il paradiso, Higurashi».
«Questo vecchio tempio è cadente, tanto cadente! Dovrei sistemarlo, ma momentaneamente non dispongo di somme sufficienti. Sarà per il prossimo anno». Sospirò, alzò gli occhi al cielo, poi indicò Kagome, e lo fece con un’aria talmente seria da risultare inaccettabile. «Ecco la mia bella nipotina, Takemi – Kagome, saluta il sovrano, sii educata».
Educata, diceva il nonno. Sii educata. Perché no, conoscere un’autorità non era sconvolgente, affatto, e dunque lei non doveva farsi venire inutili crisi esistenziali. Doveva sorridere, gentile, e pensare a InuYasha. Se si fosse comportata bene l’avrebbe incontrato, InuYasha, e allora avrebbe avuto una ragione per sorridere davvero.
Prese fiato. «Io», biascicò incerta, alzandosi, «sono lieta di incontrarla».
«Ricorda, Kagome», continuò il nonno, «che la missione che stiamo per affidarti è molto importante per il regno di Yoshi e, qualora tu venissi scoperta dal nemico, faresti passare guai seri alla tua patria. Oltre che a te stessa, ovvio».
Takemi le sorrise conciliante, si avvicinò e allungò una mano nella sua direzione: era un gesto unico, irripetibile. Kagome strinse le dita del re con aria perplessa, e lo fece perché beh, lei era un’adolescente – si stringe la mano a chi si considera proprio pari, il sovrano non aveva alcuna ragione di comportarsi in quel modo.
O forse era tutta una tecnica per spingerla a fidarsi di lui?
Magari sarebbe saltato qualcuno fuori, da un momento all’altro, e avrebbe urlato: «Sorpresa!». A quel punto lei come si sarebbe dovuta comportare? Insomma, se si fosse trattato di uno scherzo – argh. Sospirò, confusa.
«Abbiamo modo, Kagome, di credere che ci sia un infiltrato tra le nostre fila», le spiegò Takemi. «Qualcuno di, ecco, intenzionato a far guerra. Probabilmente una spia di Asu, non siamo certi».
Sango inarcò un sopracciglio. «Come potete essere certi che la spia sia realmente di Asu? In fin dei conti, per quanto Goshinboku sia disabitato-».
«Il sovrano ci ha gentilmente lasciato intendere di voler allargare i confini. I suoi confini, ovvio. Ha un nutrito esercito sul confine, esercito che, con ogni probabilità, attende solo un comando».
«Ah», replicò Sango. Poi gettò un’occhiata a Kagome, come a chiederle di non intervenire – era un discorso serio, quello, anche troppo. «Se ha un esercito sul confine, vuol dire che è sul piede di guerra. Deve avere un piano di guerra, altrimenti non avrebbe mai rischiato tanto, questo è certo».
Takemi la guardò confuso. «D’accordo», disse, «d’accordo, queste sono conclusioni piuttosto elementari, probabilmente anche un bambino potrebbe arrivarci, ma», inarcò un sopracciglio, «ritengo tu non sia una ragazza comune. Chiamalo sesto senso. Tu saresti?».
Kagome ridacchiò: sesto senso? Un uomo?
Oh, che divertente. Il re doveva aver visto una sua foto da qualche parte – gli sterminatori lavoravano per il sovrano, del resto, e non si poteva escludere che Sango l’avesse già incontrato in passato. Magari lui la ricordava a stento, e dunque voleva certezze.
Bah.
«Sono l’erede degli sterminatori», proferì seria. «Mi chiamo Sango. E ah, forse non le è stato ancora comunicato, ma ho intenzione di seguire Kagome nel suo viaggio: sa com’è, non vorrei inciampasse nel laccio delle sue scarpe. Potrebbe morire annegata o peggio, glielo assicuro».
 
 
A rompere il silenzio – il gelido silenzio, quello che deriva dall’orrore – creatosi nella stanza fu Takemi.
Rise, semplicemente. Si portò una mano sulle labbra e, piegato in due, rise come se la frase di Sango, anziché sgarbata – e poco da Sango, aggiunse mentalmente Kagome, perché solitamente la sua amica era schifosamente responsabile ed educata –, fosse una battuta.
«Sarebbe più saggio lasciarla partire da sola», commentò infine il re. «Ci sarebbero meno rischi».
«È un’irresponsabile cronica, credevo di averlo lasciato ampiamente intendere: a stento è capace di badare a se stessa! Le affiderei la mia stessa vita, lo ammetto, ma non senza le dovute riserve».
Kagome si ripropose mentalmente di non prestare mai più niente a Sango, neppure la mina di una matita. Perché beh, un’irresponsabile cronica le mine delle matite le dimentica a casa, no?
«E non mettere il broncio», la rimproverò l’amica, «lo sai perfettamente di essere un’incapace! L’unica cosa che ti riesce è leggere».
«Mi consideri una cretina?».
«No, una cretina no». Sango sospirò, cercando le parole più adatte per calmare Kagome. «Non una cretina: una sciocca. Ti faresti prendere dalla smania di vedere InuYasha e, beh, finiresti col farti male. E non fare quella faccia, lo sai perfettamente anche tu!».
Takemi tossì, nel tentativo disperato di attirare l’attenzione delle due adolescenti – fu Sota a tirare la maglia della sorella, indicando il re con un fare divertito. «Idiota», le sibilò, «stai facendo la figura dell’idiota».
Kagome fece finta di nulla. «Sì?».
«Cosa c’entra il figlio di Taiga? Il piccolo InuYasha, intendo. Perché l’avete citato?».
Sango non l’aveva citato, osservò tra sé, incupendosi. Citarlo non avrebbe reso l’idea, e forse non avrebbe sortito lo stesso effetto: InuYasha era stato nominato, e questo, seppur velato, era un monito a lei rivolto. Era un modo per suggerirle di fare la persona seria.
«Niente», provò a dire. «Solo-».
«Kagome ha una cotta per InuYasha!».
 
 
Una cotta per InuYasha?
Oh, no, non era affatto vero! Per nulla, proprio no, affatto, anche perché beh, se lei avesse avuto una cotta per InuYasha, la situazione sarebbe degenerata, no?
Una cotta avrebbe compromesso tutto. Lei non aveva una cotta per InuYasha, trovava semplicemente deliziosa la sua storia e amava guardare i quadri che lo ritraevano. E ah, a volte le capitava di sognarlo, ma erano solo baci casti quelli che si scambiavano.
…per quanto casto possa essere un bacio con la lingua, ma va beh.
Arrossendo palesemente, Kagome fece un passo indietro e si lasciò scivolare sulla sua sedia. «Io», mormorò. Poi scosse il capo. «Non è vero, sono solo affascinata dalle leggende che lo riguardano. Solo da questo, sia chiaro».
Lei non era innamorata di InuYasha, lo trovava solo molto tenero e provava pena per la sua misera – anche per quella di Kikyo, in verità – fine. O almeno, di questo era e sempre era stata convinta.
Takemi la guardò, sorridendo mestamente. Forse stava pensando a suo padre, spesso capitava che le persone, guardandola, pensassero a suo padre, o forse era solo imbarazzato, chissà. «Se te lo stai chiedendo, non ritengo la tua motivazione né futile né banale».
«La mia motivazione?».
«Il fatto che tu voglia partire per vedere InuYasha», spiegò. «Sì, d’accordo, si tratta di un qualcosa di seriamente irrazionale, ma-».
«Non è una cosa futile», confermò Kagome. «E neppure irrazionale». Avrebbe volentieri aggiunto qualcos’altro, ma preferì tacere e rigirarsi un cucchiaino preso chissà dove tra le dita. «Quando partiamo?», si sentì però in dovere di domandare.
A quanto aveva capito – e, onestamente parlando, le cose chiare erano poche e spesso neppure troppo utili al fine di comprendere la situazione –, la nave che le avrebbe condotte nel regno di Goshinboku sarebbe salpata a breve, poiché di tempo ce n’era poco e dovevano sbrigarsi.
Ma sbrigarsi poteva significare partire il giorno dopo, così come nell’arco di due, tre settimane.
Il re si voltò verso la signora Higurashi, cercando supporto nello sguardo vitreo della donna – era sul punto di piangere, Kagome l’aveva notato. Eppure si tratteneva, giocherellando distratta con un lembo del grembiule. «Domani», pronunciò infine Takemi. «All’alba. Ci sarà una macchina ad attendervi: vi condurrà al porto. Lì dovrete prendere una», deglutì, «nave da crociera. No, come mezzo di trasporto non è il massimo», confermò, «ma è l’unico modo per salpare e non far scoprire nulla al regno di Asu».
«E poi?». Sango inarcò un sopracciglio. «Altro?».
«Sì. La nave fa scalo sulla costa occidentale del regno di Goshinboku: dovrete rapidamente scendere e, seguendo la cartina», posò delicatamente sul tavolo un foglio plastificato, «giungerete rapidamente al castello. Qui dovrebbe esserci-».
Kagome non gli permise di terminare il discorso, scattando in piedi e percorrendo con due ampie falcate lo spazio che la divideva dal sovrano. «Il», provò, «castello abbandonato?».
«Precisamente».
 
 
Non ascoltò la domanda successiva di Sango – «Ma non era distrutto?» – né quella isterica di suo fratello, che chiedeva che gli fosse portato qualche souvenir del luogo.
Non diede retta neppure sua madre che, con voce accalorata, le implorava di fare attenzione, perché era un luogo ostile, quello, e attraversarlo sarebbe stato rischioso, soprattutto se a compiere la spedizione erano solo due adolescenti.
Kami.
Era l’antica dimora Taisho, il posto di cui stavano discutendo. Era il luogo dove InuYasha era nato, e cresciuto e – deglutì – morto.
«Lì ci vive Sesshomaru», mormorò sovrappensiero, rispondendo alla precedente domanda di Sango. «Trovato Sesshomaru, rintracciare InuYasha sarà anche troppo semplice. Nel regno di Goshinboku non esiste nessuno, all’infuori del primogenito di casa Taisho, che possa vantare – insomma, nessuno che conosca l’ubicazione di InuYasha. Solo lui».
«Già», confermò Takemi. «Noto che sei molto informata».
«Grazie».
Fu solo allora che Sango trovò il coraggio di chiedere: «Ma non basta il fratello maggiore? In fin dei conti, proporre a entrambi la reggenza significherebbe spingerli a lottare fra loro. E noi non vogliamo inutili spargimenti di sangue, no?».
«Non è così». Kagome scosse il capo. «Sesshomaru è il solo erede, l’unico dei due che possa vantare qualche pretesa sul trono. Ma beh, se Sesshomaru dovesse rifiutarsi – e ne è ben capace, te lo assicuro –, allora potremmo candidare InuYasha».
«E candidandolo faremo sì che venga eletto», confermò giulivo Takemi. Gli occhi azzurri erano luminosi, convinti, e Sango non riuscì a trattenere uno sbuffo infastidito. «Un piano perfetto o quasi, non trovate? Quasi se si pensa al fatto-».
«Al fatto?». Stavolta fu la signora Higurashi a interrompere il discorso, mordendosi poi il labbro inferiore e sospirando: sembrava nervosa, e fondamentalmente lo era anche. In fin dei conti, aveva appena accettato di spedire sua figlia in un regno abitato da criminali e psicopatici.
Poteva avere fiducia in Kagome, d’accordo, e poteva anche ritenerla matura, ma preoccuparsi era doveroso.
«Ci sono altri problemi? Non ci era stato detto nulla, Takemi-sama, in merito a possibili ma», aggiunse. «Credevo fosse abbastanza pericolosa – ma sì, anche eccitante, lo ammetto – una spedizione in quella landa desolata senza ulteriori preoccupazioni».
Il re inarcò un sopracciglio. «Oh», provò a spiegare, «beh. Non siamo gli unici a volerci accaparrare il favore del regno di Goshinboku, quindi potreste, ma credo proprio che non sarà così, incontrare un qualche emissario di Asu. Gli spaventosi poteri dei Taisho sono famosi in ogni dove».
 
 
Okay, va bene, si disse Kagome con un sospiro. Di emissari e compagnia non le interessava assolutamente nulla, e che sua madre si angustiasse era a dir poco superfluo, dato che alla fine lei sarebbe partita comunque, con o senza permesso materno.
E sì, forse il fatto che ci fossero nemici nascosti dietro l’angolo poteva essere un problema, ma la situazione si sarebbe risolta, ne era certa.
Quindi alzò la mano, decisa a porre una domanda.
«Sì?». Takemi la guardò perplesso. «Cosa c’è, Kagome?».
«Le possibilità di trovare InuYasha sono poche, questo lo so già», spiegò. «Quelle di scovare Sesshomaru abbastanza. Quelle», mormorò infine, «di incontrare l’emissario di Asu? Se avete deciso di inviare un’adolescente», concluse, «devono essere poche, quasi infinitesimali. In caso contrario non avreste scelto me, non senza una dovuta preparazione».
Sentì suo nonno ridere divertito e suo fratello tirarle un braccio, come a chiederle di essere un po’ più rispettosa – eppure le sembrava di esser stata educata. Insomma, non aveva posto il quesito in modo sgarbato, non troppo.
Quindi fece finta di nulla, ricominciando a fissare il sovrano: «Poche, no?».
«Pochissime», confermò lui. «Il sovrano del regno di Asu non conosce l’ubicazione del castello reale e, per quel che ne sappiamo, sta setacciando la zona settentrionale del regno».
«Ci sono comunque delle possibilità», s’intromise Sango. Diede un colpetto di tosse, attirando l’attenzione degli astanti, infine sospirò: «Tanto ce la faremo, abbiamo qui sua maestà Kagome-la-regina-delle-favole. E ora su», aggiunse. «Nella foga ho lasciato cadere il mio pezzo di torta – signora Higurashi, per cortesia, potrebbe offrirmene un altro?».
 
 
«Prima noi eravamo tese», osservò Kagome, stiracchiandosi un po’. Erano uscite in cortile, e l’avevano fatto perché beh, la cucina era piccola e l’aria irrespirabile, quindi aveva voglia di fare quattro passi in libertà.
Il sovrano aveva inoltre dato loro i biglietti, sorriso e ringraziato. Ringraziato lei. «Non sei la ragazzina in lacrime che mi aspettavo di trovare», le aveva detto, sospirando compiaciuto. «Sono felice di aver ascoltato Higurashi».
Era stata una bella soddisfazione, tutto sommato. Un qualcosa di parecchio anticonvenzionale, sì, però piacevole.
«Eravamo tese perché siamo due adolescenti», spiegò Sango con ovvietà, alzando gli occhi al cielo e inspirando profondamente. «Ora, però, l’importante è-».
«Cosa?».
«La lista, tesoro. Sai già cosa portarti dietro? Non abbiamo molto preavviso, nossignore, e tu sei una sbadata».
Ecco.
Si voltò verso l’altra e le scoccò un’occhiata tutt’altro che rassicurante, promettendole – okay, era una promessa muta, ma si trattava pur sempre di una promessa, perdiana! – una morte lenta e assai dolorosa. «Io non sono sbadata, ho solo l’insana abitudine di dimenticare gli oggetti», rettificò. «E non mi sembra giusto criticarmi per questo, ci sono persone che fanno ben di peggio».
«Se sei convinta tu, siamo convinti tutti».
«…farò finta di non aver colto l’ironia nella tua frase. Non devi andare a casa? A preparare la valigia, dico».
Sango la guardò, poi abbozzò un sorriso. E okay, era tesa anche lei, però doveva sforzarsi di apparire il più seria possibile, ne andava dell’esito della spedizione. Poi beh, magari il re avrebbe fatto sì che i professori le considerassero assenti giustificate.
Sarebbe stato divertente.
«Sì», asserì. «Temo proprio di sì. Ci vediamo domani?».
«Certo. A», Kagome deglutì, «domani. Domattina, eh, ovvio. A domani!».
«Cerca di non dimenticare nulla».
«Non lo farò, promesso».
 
 
Ecco. Kagome sospirò. Ecco.
Stava per succedere davvero.
«Merda! Mamma, dove diavolo è finito il mio phon?».
Era successo davvero.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** PARTENZA!!! ***


New Fan Fiction 4 Salve! Mi inchino profondamente, commossa dai commenti. Siete anche troppo gentili, con me.
Mi duole dirvi che non sarà in questo capitolo che Kagome e Sango incontrano la prima persona... ma posterò presto il prossimo capitolo, dove il primo personaggio farà la sua comparsa. E, da lì in poi, i capitoli prenderanno una velocità piuttosto... alta, diciamo! ^^ Spero che il capitolo vi piaccia!
P.S. Il capitolo è dedicato ad Aryuna, in onore della nostra fic in società, e a Lily-chan, che faccio sempre infuriare... e, naturalmente, alla mia amata comunità di msn! Chiunque voglia entrarci prenda il mio contatto dalla scheda! XD




Kagome mise con cura i vestiti nello zaino, soffermandosi specialmente sul libro.

Le leggende stavano per divenire realtà: avrebbe incontrato Inu-Yasha, il suo sogno più grande!

Con questa consapevolezza si lasciò scivolare sul materasso, addormentandosi...

I suoi sogni furono strani e sconnessi: era in un enorme castello, e ballava con Inu-Yasha, mentre Sango recitava una poesia... poi era in un deserto, e chiedeva un succo di papaia...

Quando riaprì gli occhi, un brivido le corse lungo la schiena. Fortunatamente, non era tardi, erano appena le 4 e mezza. L'appuntamento era alle 6, aveva il tempo necessario per cambiarsi - si era addormentata vestita - e controllare il contenuto dello zaino. C'era tutto...

Mentre riordinava la scrivania, trovò una collana di perle: un rosario.

Sorrise, per poi riporlo nello zaino: i rosari erano capaci di sigillare i poteri dei demoni, se usati correttamente - e lei era stata addestrata a usarli fin da bambina.

"Sono pronta."

Sospirando, scese le scale. Arrivata davanti alla porta della cucina, sentì provenire dei rumori dal suo interno: silenziosamente, si sporse.

Sua mamma, il volto concentrato e gli occhi socchiusi, stava preparando qualcosa.

Si avvicinò, e notò che si trattava di un bento - sorrise intenerita.

"Non c'era bisogno che tu ti svegliassi così presto, mamma." borbottò in evidente imbarazzo.

La donna si voltò, cercando con gli occhi lo sguardo della figlia, ma la sua lunga frangia le lasciava intendere che era troppo triste e imbarazzata per parlare.

Istintivamente, prese un onigiri e glielo porse "E' buono, vuoi assaggiare?" domandò tranquilla. Kagome lo prese.

"Mamma..." Kagome si lasciò cadere su una sedia, nascondendo il viso tra le mani "Siamo sicure che questa è la scelta giusta?"

"Cosa c'è, tesoro? Non dirmi di non aver voglia di partire!"

"Non è questo." borbottò stringendo un lembo della maglia.

"Allora cos'è?"

"Ho paura di non rivedervi più." confessò infine "E ho paura che Inu-Yasha mi deluda..."

"Ti deluda?" la signora Higurashi era perplessa.

"Si, insomma, che sia diverso da come me l'aspetto! Che non sia come dicono le leggende..."

"Oh, tra le tante motivazioni che potevi darmi, questa è la più sciocca e tenera! Tesoro, non pensare di trovare l'uomo - o meglio, l'hanyou - perfetto. Non stai mica andando a cercare il tuo futuro marito, no?"

Le due risero serene.

"No, certo che no. Ma ciò non toglie che nelle leggende lo descrivono così... lo sai, no? Bello." Kagome arrossì mentre lo diceva.

A un tratto, un rumore sordo come di un qualcosa che cade le fece sobbalzare.

La signore Higurashi si pulì le mani con un tovagliolo, e prese un coltellaccio mentre Kagome afferrava una sedia, e la alzava per aria.

Zoppicando, il nonno fece il suo ingresso nella stanza, lanciando imprecazioni a destra e a manca - appena vide la figlia e la nipote in posizione d'attacco scoppiò in una contagiosa fragorosa risata.

"Nonno, ti sei svegliato presto."

"Sono le 5, mia piccola Kagome. Dovevo svegliarmi in tempo per salutarti, e darti i talismani che ti salveranno la vita!"

Mentre Kagome lo osservava perplessa, l'anziano iniziò ad aprire i vari cassetti. Poi, con un urlo di gioia, porse alla ragazza un mazzo di amuleti, con dei strani disegni sopra. "Tienili da conto, nipote mia." iniziò asciugandosi una lacrima "Ti aiuteranno! Alcuni sono talismani anti-demone," e sollevò dei foglietti spiegazzati con sopra una specie di Y e varie parole in una lingua sconosciuta "altri sono potenti sigilli!" con un lento movimento le mostrò dei fogli con una J capovolta e diversi segni.

" M-Me ne ricorderò." balbettò incerta Kagome, osservandoli contrariata. Stupidi foglietti inutili, occuperete altro spazio nel mio già piccolo zaino! pensò furiosa.

"Nipote mia" esordì "tu forse non ti rendi conto di quanto mi stia rendendo orgoglioso. Una missione affidata dal re... me ne vanterò in eterno!"

La signora Higurashi ritenne saggio bloccarlo sul nascere. "Papà, Kagome, avete fame?"

I due annuirono.

Canticchiando, mise al centro del piatto un vassoio di cornetti ancora caldi: li divorarono in un baleno.

Mentre ancora mangiavano, il campanello squillò e Sango fece la sua comparsa nella cucina.

Un enorme zaino verde sulle spalle, indossava una tuta nera e una t-shirt rosa - un completo semplice e comodo.

Kagome aveva optato per un pantalone di una tuta nero e un top rosa con una giacca dello stesso colore: sorrisero quando si resero conto di fare pandant.

"E' il gran giorno." disse Sango, misurando nervosamente il perimetro della stanza a grandi passi.

"Già."

"Hai preso tutto?"

"Tutto."

"Sicura?"

"Si."

"Bene..." dopo il breve "botta e risposta", Sango ricominciò la sua camminata, sotto lo sguardo attonito di Sota che si era appena svegliato. 

Kagome scosse i capelli neri, poggiando il capo sulle ginocchia e sospirando afflitta. 

"Dobbiamo andare." mormorò infine, alzandosi. Sango annuì.

Lanciarono un'occhiata all'orologio sulla parete - a forma di gattino, con un fiocco al collo - e notarono che erano le 5 e 50.

Brontolando, Sango aprì la porta: la macchina era già lì - una Volvo grigia con i vetri oscurati. Appoggiato alla portiera, c'era un uomo sulla trentina, i capelli neri e gli occhi grigi - indossava un abito nero e degli occhiali scuri.

"Salve." disse secco l'uomo, avvicinandosi per porgere la mano alle ragazze "Mi chiamo Shoji, e sono stato incaricato di portarvi fino alla nave da crociera."

La due annuirono, stringendo a turno la mano - la carnagione dell'uomo era molto scura, e cozzava con le pelli pallide delle ragazze. "La ringrazio a nome mio e a nome della mia amica."

L'uomo si limitò a un cenno col capo, per poi sedersi al volante.

Sango lo imitò, prendendo posto sul sedile posteriore, mentre Kagome subiva le ultime raccomandazioni della mamma.

Singhiozzò un po', scompigliò i capelli del fratello, abbracciò la mamma e il nonno...

Poi, il clacson scocciato dell'autista la richiamò - gli lanciò un'occhiata di fuoco, sedendosi accanto a Sango.

Il viaggio con la macchina non durò più di mezz'ora, ma a Kagome quel tempo parve un'eternità, perchè passato in religioso silenzio, a braccia conserte e sguardi assonnati.

"Siamo giunti al molo. Mi premurerò di condurvi sulla nave, e portarvi i bagagli, perciò date tutto a me."

"Tsk." rispose Sango, aumentando la presa sul bagaglio - figurarsi se una come lei aveva bisogno di un assistente per portare uno zaino!

Kagome, invece, glielo porse volentieri, sollevata. L'uomo lo prese, iniziando a camminare a passo rapido verso un enorme barca.

"Questa è la Musashi. E' una delle nostre migliori navi da crociera, come saprete." Le due annuirono, avevano letto moltissime pubblicità dei loro viaggi, e le avevano sempre ammirate sognanti. "Come il sovrano vi avrà già accennato, dovrete abbandonare la nave appena giungerete sulla costa occidentale del regno di Goshinboku. Sarà semplice... la nave fa sempre scalo nel porto di Shiota, per rifornirsi di viveri. Vi basterà dire che una delle due ha la nausea, per esempio, e scendere con i bagagli. Poi dovrete correre il più velocemente possibile, senza farvi notare da nessuno, e raggiungere la città vicina. State attenti, durante la strada tra le due città, perchè ci sono molti criminali - due giovani, sole, con due borse piene fino a scoppiare... una cosa allettante per chiunque, ve lo assicuro

"Questi" continuò poi, mettendo nelle mani di Kagome e Sango un enorme fascio di banconote per mano "vi serviranno per gli acquisti, per le stanze d'albergo, eccetera. Non parlate della vostra missione con nessuno. Non dovrete dare fiducia a nessuno. Chiaro?"

"E' fiato sprecato." lo ammonì Sango, sbuffando "La nostra Kagome-tutti-sono-buoni-e-gentili-e-do-la-mia-fiducia-a-tutti non ascolterà mai un suggerimento che implichi la mancanza di fiducia verso il prossimo."

"Non sono così sprovveduta!"

"Non gonfiare le guance come una bambina, piuttosto!"

Shoji scosse il capo, sconvolto. Queste sarebbero le due ragazze nelle cui mani è il destino del regno? si chiese afflitto.

Un fischio sordo li attirò: la nave era pronta a partire.

Kagome gettò in fretta e furia i soldi nello zaino, imitata da Sango, e poi si lanciò a rotta di collo sul pontile che portava alla nave.

Un vecchietto in divisa, seduto su una sediolina di plastica bianca, controllava i biglietti di chi saliva. Le due si misero in fila, seguendo una famiglia - padre, madre e due bambine.

"Benvenute sulla Musashi." disse il vecchio tossendo, mentre controllava i due biglietti. "La nave salperà tra una manciata di minuti, quindi vi consiglio di affrettarvi. Vi sarà dato il regolamento..." altro colpo di tosse "e mostrate le cabine. Spero che gradirete il soggiorno."

Le due sorrisero gioviali, poi salirono svelte sulla nave: un enorme folla di persone - turisti, per la maggiore - scattava foto a destra e a manca. Altri si erano già buttati nella piscina della nave, benché i marinai strillassero loro di scendere prima in cabina.

"Mi piace." ammise Sango sotto lo sguardo interrogativo dell'amica. Kagome era radiosa, e osservava tutto con occhi luccicanti.

"Anche a me!"

"Come se ci fosse stato bisogno di una conferma..." borbottò Sango tra sè e sè.

Kagome la guardò, per poi correre a perdifiato verso le cabine.

"Aspettami!"

Ok, non infuriatevi perchè non hanno combinato nulla, aggiornerò presto, lo giuro!
Ringrazio:
Emiko Allora, Emiko-chan... io sono sicura di non essere per nulla migliorata... ma se tu dici che sono migliorata... beh, non me lo spiego. Non sto facendo nulla di particolare, a parte scrivere. @_@ Non so come rispondere, mi dispiace. Poi... che non hai commentato i precendenti capitoli, non è un problema. Hai visto quanto ci ho messo per aggiornare, no? Mi domando come possano farti sognare le mie storie, e la cosa mi commuove... non sono per nulla brava... Sul fatto che Kagome vuole incontrare Inu-Yasha... ti devo far leggere un capitolo in anteprima, ricordamelo. Baci! Ciao!!!
Vale Che fa che stai dando i numeri?!? Io do i numeri a qualsiasi ora del giorno! Non mi capacito del fatto che trovi la storia bellissima... *_* Se lo dici tu, è un onore enorme!!! Specie perchè ti stai appassionando ad Inu-Yasha, con mio sommo piacere! Un bacione!!! E W Twilight!
Isy_264 No, non puoi far così schifo! Altrimenti, saresti una mia pari... non vinco mai una scommessa! Il misterioso personaggio (facilmente intuibile) comparirà nel prossimo capitolo... in quello dopo, altri 2 personaggi faranno la loro comparsa! ^^ Mi dispiace di farvi sudare l'incontro con Inu-Yasha... ma ti anticipo che sarà un incontro che rimarrà impresso. XD Più di così, non posso dire... ho già molto spoilerato con la piccola comunità creatasi su msn XD. Sono felice che ti piaccia la fic! Un bacione!
Lily Ok, lo sai che metterò la... ehm... scena calda. Quindi, non farti venire una crisi! Ok? Poi... mi fa piacere che la fic ti piaccia, è un onore! ^^ E ti chiedo ancora scusa per come mi comporto certe volte, so essere maledettamente pesante e antipatica... scusami... ç_ç Ah, non vedo l'ora di leggere il tuo prossimo capitolo! Un bacione!
Goten Eh, no... per Inu-Yasha ci vorranno 2-3 capitoli circa... ma prima ci saranno delle cose che non ce lo faranno rimpiangere, lo giuro! Un bacione, spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Bchan Allora... mi hai chiesto perchè devono svegliare Inu-Yasha... beh, un po' l'hanno spiegato, ma ci saranno ragioni che verranno spiegate (o, almeno, lasciate intendere) molto presto! Devi solo avere pazienza! ^^ Poi, su Miroku... la scelta più gettonata, ma anche incorretta. Non è lui, anche se comparirà subito dopo! Baci!
ryanforever Sono felice che tu mi dica che non ti annoierei mai, mi fa piacere! ^^ Sango si è divertita a prendere in giro Kagome, ma le vuole bene, non prendertela! XD Ora possiamo finalmente dire che sono partiti... non mi piaceva fare un salto temporale e farle direttamente sbarcare, ho preferito dar loro un ultimo ricordo. Un ultimo istante per valutare la loro psicologia. ^^ Poi... non so se inserirò Koga, anche se penso di si, ho delle idee anche per lui... ma vedrò! ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Marty Non mi dispiace se usi il nostro account condiviso! ^^ Si, tento di mantenere uno stile semplice, non amo inserire quelle frasi pallose che ci annoiamo a leggere XD. Ma questo lo sai, no? Mi fa piacere che trovi i personaggi ben delineati, è stata questa la mia prima preoccupazione, a dire il vero. Ed è anche per questo che ho inserito questo capitolo, ultimo attimo per mostrare il loro carattere! ^^ Poi, la situazione cambierà, e anche i loro caratteri muteranno un po' ^^. Un bacione! Inserirò presto Rin e Sessho, ma già lo sai!
Ary22 Ciao Ary! Grazie mille per i complimenti, mi fai arrossire ^///^. Un bacione, ci sentiamo!!!
Gin Infatti! Un nonno che conosce il re! Cose da pazzi! (O da fan fic di roro, scegli tu!). Comunque, io sono riuscita a piegarlo anche in 10 parti (record personale!)... ma hai ragione, più che una cosa seria, era un'esagerazione per spiegare come si sentisse agitato! Un bacione, spero che il capitolo ti sia piaciuto! 
Michiyochan Non preoccuparti! ^^ Fa nulla se non hai commentato il capitolo prima! Ma non dimenticarlo più, per favore... ^^ Avrei voluto aggiornare prima, e averi voluto fare un capitolo più lungo... ma ho preferito postare ora questo, e domani (al massiomo dopo-domani) il prossimo. Un bacione!
Ary-chan Si, il re è un tizio simpatico! E, con la figlia che si trova... se non lo sai ancora (e penso sia impossibile) ti dirò chi è la figlioletta ^^. Un bacione, ho già scritto il capitolo nuovo per la nostra fic!!!
Giulia Ci hanno messo un po', ma, finalmente, ce l'hanno fatta. Nel prossimo capitolo, le nostre "eroine" raggiungeranno il tanto agognato regno di Goshinboku! Poi... no, non è Miroku. E' una lei. Penso che ora tu ci sia arrivata, ma puoi anche chiedermelo su msn! Felice che la mia fic ti piace! Un bacione!!!

Ringrazio anche chi solo legge e chi ha messo la fic tra le preferite. Mi impegnerò! Un bacioneee!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Presentazioni ***


New Fan Fiction 5 Because of you
Capitolo  4 - Presentazione





Il viaggio era durato relativamente poco, e le due avevano tirato un sospiro di sollievo quando la stanca e annoiata voce del capitano aveva avvisato i passeggeri che la nave si sarebbe fermata a breve.

Silenziosamente, avevano afferrato le borse e si erano catapultate fuori.

Davanti a loro si stagliava un piccolo borgo. Le case - dalle mura gialle e i tetti di paglia, proprio come si facevano anni fa - erano addossate l'un l'altra, e i pochi abitanti della cittadina di Shiota erano tutti riuniti nella piazza, dove si stava svolgendo il mercato.

"Kagome, dobbiamo andare." biascicò Sango, strattonando Kagome.

"Ma... Sango, è un'occasione unica!" ribattè la ragazza "Ti rendi conto? E' un mercato di Goshinboku! Quelli" e indicò due vecchi seduti in un angolo, che osservavano la piazza con sguardo critico "sono i due capovillaggio - due, così che si possano controllare a vicenda. Il loro compito principale, nel regno di Goshinboku - più precisamente nei piccoli villaggi fuori dalla giuristizione del governo precario che si è qui istallato in attesa del ritorno dei Taisho -, è controllare le attività del popolo e sopprimere le "rivolte". In cittadine portuali come queste, il loro lavoro è leggero, quindi adatto anche a persone più avanti con gli anni. Poi, poi, poi... Vedi quelle?" Sango annuì, mentre Kagome le mostrava due ragazze dagli abiti rossi e bianchi "Sono due sacerdotesse. Però... mmm... non mi sembrano un granchè, a dire il vero."

Sango mosse il capo in cenno d'assenso. "Se hai finito, vorrei sbrigarmi." le rivolse un'occhiataccia e iniziò ad allontanarsi.

"Uffa! Sango, un'occasione come questa... cioè, incontrare abitanti del regno di Goshinboku nei loro abiti tradizionali... per una persona come me, è meraviglioso." rispose pacata, raggiungendola. "Comunque, avrò altre occasioni, la nostra missione viene prima di tutto."

Sango la osservò sorpresa, strabuzzando un po' gli occhi "Prego? Kaggy, sei proprio tu?"

"Chi altri credi possa essere?" esclamò piccata. Poi, come se nulla fosse, iniziò a ridacchiare divertita, seguita a ruota dall'amica.

Stavano ancora ridendo, quando si lasciarono il villaggio alle spalle.

"Ora dove dobbiamo andare?" chiese a un tratto Sango, pensierosa: erano innanzi a un bivio, e non vi era alcun tipo di indicazione.

"Mmm... mi pare a destra. Aspetta, prendo la cartina." 

Il voluminoso foglio plastificato che Takemi aveva dato loro fu presto aperto davanti a loro, e il tratto di strada che dovevano compiere era evidenziato con un pennarello rosso. Kagome seguì la linea con il dito, per poi fermarsi al bivio e seguire la strada di destra, fino al villaggio vicino, quello di Tanata.

"Ricordavi bene." osservò meravigliata Sango, mentre Kagome riponeva veloce la carta nello zainetto.

"Si, anche perchè la morfologia di questi luoghi è interessantissima! Ho molti libri a casa che ne parlano, e il villaggio di Tanata è molto famoso, nel territorio - ha dato i natali ad Izayoi, la seconda moglie di Inu no Taisho." 

Sango annuì "Te lo dico subito, l'argomento non mi interessa un granchè, quindi, fossi in te, eviterei di farmi un monologo su quanto siano belle questo storie."

"Come vuoi." la mora alzò le spalle, mentre sul viso le si dipingeva un'espressione assolutamente indifferente.

Il viaggio riprese tranquillo, pochi commenti e tanti chilometri macinati. 

Poi, qualcosa attirò la loro attenzione.

Una ragazza.

Poteva avere si e no 16 anni... i capelli erano lunghi, color pece, tenuti legati in un codino laterale.

Aveva gli occhi chiusi, ed era distesa sul sentiero, il fiato corto e uno zainetto stretto tra le mani.

Le si avvicinarono, preoccupate, e Kagome si lasciò cadere al suo fianco. "Stai bene?" chiese, preoccupata.

La giovane aprì gli occhi, che si rivelarono castani, e la osservò per un attimo, prima di annuire. "Credo... credo di si."

"Credi?" domandò Sango, confusa.

"Si... è che... mi gira terribilmente la testa, e non ricordo nulla. Nulla, capite?"

"Non ricordi neppure come ti chiami?" Kagome le scostò i capelli dal volto pallido, sorridendole.

"Mmm... mi pare di chiamarmi Rin. Almeno, così mi sembra." rispose la ragazza, abbozzando un sorriso.

"Bene, Rin, che ne diresti di venire con noi? Stiamo andando al villaggio qui vicino, può darsi che qualcuno ti riconosca!" 

"Non vorrei disturbarvi. Non credo sia piacevole la compagnia di una ragazza senza memoria!" mormorò arrossendo.

"Nessuno disturbo, anzi! Ci farebbe piacere, vero, Sango?"

Sango guardò prima Kagome e poi Rin - entrambe la fissavano con gli occhi luccicanti. "Non vedo perchè no! Può darsi che lì ci sia anche la sua famiglia."

"Mmm... Rin, ricordi se sei venuta qui in vacanza con qualcuno?" azzardò Kagome.

"Perchè dovrei essere venuta qui in vacanza?" domandò la moretta confusa.

"I tuo abiti prima di tutto. Non sono i vestiti di questo regno, bensì del nostro." 

Sango osservò la gonna di jeans nera e la maglia celeste di Rin "In effetti, non credo che qui portino vestiti come questi, e non credo che abbiano i nostri stilisti."

"Poi, beh, hai uno zaino con te - mi domando se tu non stessi facendo un escursione, e hai battuto la testa contro qualcosa." continuò Kagome.

"E' vero, il ragionamento fila." concordò Rin, alzandosi "Puoi aver ragione! Waah!!! Ho incontrato davvero delle persone fantastiche! Ma ditemi, siete qui in vacanza? O alla ricerca di qualcosa? In ogni caso, se non trovo i miei amici o la mia famiglia posso continuare il viaggio con voi??? Vi pregoooo!!!"

"R-Rin, ti senti bene?" balbettò Kagome, sorpresa dal repentino cambiamento della ragazza.

"Si, scusate." rispose Rin, portandosi una mano dietro la nuca e ridacchiando imbarazzata. "A volte inizio a parlare a ripetizione, perdonatemi!"

"No, non preoccuparti. Ci ha solo scioccate il cambiamento da "timida fino all'eccesso" a questo. Comunque, ti preferisco così."

Rin annuì, ridendo.

Poi, senza ulteriori giri di parole, Kagome la agguantò sottobraccio e la trascinò con sè, mentre Sango starnazzava che non conoscevano la strada, e che avrebbero dovuto procedere più cautamente.

Le luminose luci della città di Tanata le abbagliarono: avevano immaginato un piccolo borgo dal sapore medievale, ma quella che si stagliava innanzi a loro era una piccola metropoli.

"Kagome, mi spieghi..." esordì Sango, mentre una vena sul capo le pulsava pericolosamente "... che ci fa una metropoli come questa qui???"

"Ehm... Sai che la regina Izayoi era molto amata dal suo popolo, vero? Molte persone provenienti dai nostri regni vengono in vacanza qui, nella sua città... così è stato deciso di aprire delle attrazioni tipicamente di Yoshi..." mormorò Kagome imbarazzata, indicando i vari casinò.

"Beh, forse è meglio così. In un posto più civilizzato daremo meno nell'occhio."

Rin annuì, per poi sbadigliare rumorosamente.

"Hai sonno?" chiesero contemporaneamente Kagome e Sango, voltandosi verso la mora, che fece un debole cenno di si.

"Allora, che ne dite se prendiamo una camera in un hotel?" domandò con tono conciliatorio Sango. Kagome si lasciò sfuggire un sospirò. "Hai qualche problema con la mia proposta?" domandò Sango, la vena sul capo sempre più evidente.

Kagome non rispose e, silente, camminò aggraziata verso il primo edificio che riportava la scritta "albergo - 5 stelle".

"Addirittura un cinque stelle?" mormorò Rin, guardando stupita Kagome, mentre quest'ultima cacciava un piccolo fascio di banconote e le porgeva all'addetta alla reception.

"Si, Kagome è dell'idea che, se si deve fare una cosa, va fatta per il meglio. E' un'irresponsabile cronica, non potevo lasciare che partisse da sola."

La moretta annuì, spostando lo sguardo sull'espressione trionfante di Kagome, che agitava un mazzo di chiavi.

"La nostra stanza è la 107." spiegò, mentre entravano nel piccolo ascensore. "Al primo piano. Domattina, l'orario di uscita è le 7.30... abbiamo la colazione pagata, comunque."

La stanza aveva tre letti, ed era molto grande, con un divano e un televisore al plasma... Le pareti erano rosa chiaro, coordinate con le coperte dei letti. C'era un bagno piuttosto ampio, con una bella vasca da bagno. 

"Bella." fu il secco commento di Sango.

Kagome si lasciò scivolare sul divano e accese la televisione, lamentandosi perchè davano solo film del suo regno - il commento di Sango fu "Qui non ci sono mezzi per fare film, no?".

Rin, con un sospiro di felicità, si getto sul letto, addormentandosi subito.

Fu allora che Sango prese posto accanto a Kagome.

"Dobbiamo parlare." fu il suo esordio. Kagome si voltò verso di lei. "Non possiamo portarla con noi, rischia! E poi, nessuno deve sapere nulla della nostra missione. Kagome, no!" esclamò infine, notando il suo sguardo implorante.

"Ma... Sango! E' sola, non ha ricordi... falla venire con noi, ti prego!"

"No. E' pericoloso."

"Ti prego!"

"HO DETTO NO!" Sango corrugò le sopracciglia, mentre una ruga le si formava sulla fronte.

"S-Sango... Rin è sola, e non me la sento di abbandonarla. Non ricorda nulla, non sappiamo neppure se ha famiglia. Portiamola con noi. Se ci darà problemi, la lasceremo al prossimo villaggio. Ma, ti prego, non lasciamola sola."

"Cosa dovrei risponderti?" mormorò tristemente Sango, cambiando canale. "Va bene, portiamola con noi."

"Grazie!" Kagome le si lanciò addosso, felice. "Sei la migliore, la migliore!"

"Questo lo sapevo già..." ridacchiò Sango, compiaciuta. "Kagome, domani dovremo rimetterci in viaggio alla buonora. Trovare Sesshomaru sarà un'impresa, a quanto ha detto Takemi."

Kagome annuì, per poi sbadigliare. "Ora andiamo a dormire, poi domani ne riparliamo, ok?"

"Si, certo. Buonanotte!"

"'notte..."

Salve! Scusate se non ho scritto nulla all'inizio, ma avrei dovuto aggiornare domani (oggi non avevo voglia, vi dico la verità XD).
Quindi, non scrivo i ringraziamenti (Vi chiedo perdono, ma ho mal di testa e non ho la forza di scrivere più di questo)... Ci tengo però a precisare che il capitolo è tutto tutto dedicato ad Aryuna-chan!!! *_*
Spero che l'incontro con Rin vi sia piaciuto!!! Nel prossimo, due nuovi personaggi intreranno nel cast... provate ad indovinare!
Allora, ringrazio:
Vale
Isy_264
Emiko
Gin
Giulia
Michiyochan
Bchan
ryanforever
Aryuna-chan
Ary
Marty
Grazie mille a tutte per i commenti! ^^ Spero che continuerete a commentarmi anche in futuro. Davvero grazie! Aggiornerò presto, ve lo giuro!!! Bacioni!
P.S. x Lilysol... Hai la memoria di un carciofo, ricordatelo. Non ho potuto aspettare più di così! XD Ciao!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rovine e nuove conoscenze ***


New Fan Fiction 6 Because of you
Capitolo 5


Salve a tutti, miei adorati lettori! Sono felice che la storia continui a piacervi ^^... Spero che anche questo capitolo vi piacerà! I nuovi personaggi avranno un ruolo rilevante nella storia - molto rilevante. Adesso vi lascio al capitolo... le risposte ai commenti sono a fine capitolo!




"Cioè... siete in viaggio per cercare i figli dell'ultimo re di questo regno?"

Ormai, era da quando erano partire che Rin faceva la stessa domanda, euforica.

Kagome, con una strana luce negli occhi, annuiva, mentre Sango controllava sulla cartina la strada da prendere.

"Kagome, non avevamo detto di raccontarle il minimo indispensabile? Ci manca solo che le dici anche di che colore porti l'intimo, e siamo apposto!" esclamò a un tratto la sterminatrice, voltandosi verso le due, che la fissavano tristemente.

"Sango non capisce nulla, Rin, non farci caso."

L'altra annuì, osservando compassionevole Sango, che aveva un'espressione sbigottita. "Non vorrei dirlo," iniziò Sango "ma penso che abbiate battuto forte la testa. E ora, silenzio. Siamo arrivate alle rovine."

Lo spiazzale in cui sorgeva il castello di Taisho, antica residenza di Inu no Taisho e i suoi figli, era enorme, vastissimo.

Moltissimi alberi, ormai inselvatichiti da secoli, creavano numerosi sentieri, che si diramavano un po' ovunque, creando un magnifico gioco di sfumature del verde. C'erano poi piante selvatiche, e accanto delle rose.

Dei ruderi sorgevano dinnanzi a loro. Si poteva riconoscere un pavimento di marmo, e alcuni brandelli di mura, coperti dal muschio. Tutto ciò che restava di quella che, un tempo, era stata una dimora invidiata da molti.

Alcuni oggetti - trofei, stemmi, quadri - erano poggiati qua e là, come se un misterioso ladro li avesse presi dal luogo d'origine per poi poggiarli lontano.

Kagome si chinò accanto alla tela più vicina, e riconobbe un dipinto del grande sovrano Inu no Taisho: si notava subito che era un uomo imponente e dallo sguardo austero, che covava comunque una dolcezza infinita, come Kagome potè costatare da un quadro in cui erano dipinti il sovrano e Izayoi.

Un quadro più distante raffigurava Sesshomaru, imponente quasi quanto suo padre, ma con uno sguardo più freddo. Aveva lunghi capelli d'argento, e lucenti occhi d'ambra. Una mezza luna viola spiccava sulla sua fronte.

"Chi è?" chiese Rin, indicando la tela. La sua espressione era rapita, osservava il volto di Sesshomaru come se non avesse mai visto nulla di più bello. Kagome non potè darle torto.

"Sesshomaru, il fratello maggiore di Inu-Yasha. E' lui che prederà il trono."

Rin annuì.

"Rin, ti sei ricordata qualcosa?" chiese Sango sedendosi al suo fianco. Anche Rin si lasciò cadere per terra, continuando ad osservare il quadro di Sesshomaru.

"Eh?" mormorò Rin distratta. Poi si riscosse, spalancando gli occhi, e fissando Sango "N-No, non ho ricordato nulla."

"Ok, ma non preoccuparti. Ricorderai, questo è certo!"

Mentre Sango e Rin parlavano, un urlo di Kagome le riscosse.

"Cosa c'è?" chiesero in coro. Kagome si limitava ad indicare un quadro, e continuare a lanciare urletti eccitati. "Inu-Yasha!!! Il quadro di Inu-Yasha!"

Sango si battè una mano sulla fronte, mentre Kagome si metteva gattoni innanzi alla tela e la osservava. Inu-Yasha, come suo fratello e suo padre, aveva i capelli bianchi come la luna, con dolci riflessi d'argento. Gli occhi erano ambra, oro colato. I tratti del volto erano molto simili a quelli della mamma, dolci. 

Con la mano tracciò il contorno di quel volto, per poi soffermarsi quasi ipnotizzata sulle labbra. Il suo volto era pericolosamente vicino al dipinto...

"Kagome, cosa fai, baci un quadro?" 

Kagome sussultò, voltandosi di scatto, paonazza. Era vero... stava per baciare il quadro di Inu-Yasha... si faceva schifo da sola!

"Su, è quasi normale. Tu sei innamorata di Inu-Yasha." sospirò Sango, osservando le guance rosse della ragazza e i suoi occhi vitrei.

"Innamorata? Ma non lo conosco neppure!" sbottò, sedendosi accanto a lei. Sango sorrise compiaciuta.

"Analizziamo i punti. Punto 1: di Inu-Yasha sai praticamente tutto, leggi ogni singola leggenda lo riguardi più o meno direttamente. Punto 2: hai una sua foto sul comodino. Punto 3:..."

"Ho capito, hai ragione! Ma smettila!" 

Rin guardò Kagome con gli occhi spalancati "Ami Inu-Yasha?" le venne uno sguardo adorante, mentre prendeva una mano di Kagome "Che splendida cosa! Ti aiuterò a conquistarlo, te lo prometto! Che bello!!!"

La giovane sacerdotessa fece scorrere con notevole imbarazzo lo sguardo tra le due amiche "Ehm... grazie."

"Di nulla!" strillò Rin, costringendola ad alzarsi e facendola girare in tondo. Kagome rideva sollevata, mentre "danzavano" intorno alle macerie del luogo che più aveva desiderato vedere.

Giravano e rigiravano, intonando una filastrocca per bambini che Kagome tanto amava, sotto il vigile sguardo di Sango. Poi, decisero di accamparsi lì per la notte, e intraprendere la ricerca di Sesshomaru all'alba.

Ma il destino aveva altri programmi per loro...

Kagome dormiva nel suo sacco a pelo, in compagnia di Rin, talmente tanto piccola da sparire quasi nell'ampio oggetto.

Sango, contraria al riposare, si era offerta disponibile per il primo turno di guardia, ma, complice la stanchezza, era ben presto anch'essa caduta nelle braccia di Morfeo. E un'ombra ne aveva approfittato per avvicinarsi.

Sango sognava la sua città... il suo fratellino minore, Kohaku... a un tratto, sentì qualcosa muoversi nel buio. E qualcosa posarsi delicatamente sul suo seno.

Spalancò gli occhi, incrociando due spaventatissimi occhi blu come il mare.

Neppure il tempo di aprir bocca, che il nuovo venuto si ritrovò un occhio pesto e una guancia rossa...

"Ahi!!!" strillò, ricadendo all'indietro. Aveva i capelli neri, con degli strani riflessi nocciola, ed un'aria innocente, da cucciolo bastonato. "Siete proprio violenta, ragazza mia! Ed io che vi stavo facendo il favore di tastare le vostre grazie!"

"Grazie tanto, ma non ho bisogno dei vostri servigi!" ringhiò la ragazza, stringendo i pugni. 

Un rumore li fece voltare, e Kagome e Rin comparirono dal sacco a pelo - Kagome si stropicciava gli occhi, Rin sbadigliava rumorosamente.

"Sango... chi è?" domandò la miko sopprimendo uno sbadiglio.

Prima che Sango potesse aprir bocca, il giovane si alzò e afferrò una mano di Kagome tra le sue. "Il monaco Miroku, stimato dagli umani e temuto dai demoni! (Descrizione copiata dalla stagione 4, ep. 15) Mia bellissima fanciulla, vorreste farmi l'onore di avere un bambino con me?"

"EH???" urlò Kagome, guardando il giovane con lo sguardo di chi si chiede "ci fa o ci è?".

"Siete così bella... Si, insieme avremo una discendenza splendida, avverto chiaramente il vostro elevato potere spirituale, mia regina! Vi chiamate...?"

"K-Kagome... io mi chiamo Kagome. E loro sono Sango e Rin."

"Oh, Kagome-sama! Qual motivo potrebbe mai spingere un angelo par vostro in un luogo dimenticato dai Kami come questo?" Miroku la trafiggeva con due occhi talmente tanto teneri che Kagome non ebbe il coraggio di non parlare.

"Sono in viaggio per trovare Sesshomaru, il figlio di Inu no Taisho!" esclamò, mentre Sango la osservava furiosa e Rin sorrideva.

"S-Sesshomaru-sama? Voi cercate Sesshomaru-sama?"

Le tre annuirono, mentre Miroku spostava il suo sguardo su Sango, e un sorriso radioso appariva sul suo volto. "Si da il caso che io conosca bene Sesshomaru-sama. Discendo dalla famiglia dei consiglieri di Inu no Taisho, e, da quando ho l'età per capire le cose" Sango incurvò un sopracciglio scettica "ho sempre vissuto con Sesshomaru."

"Sai dove vive?" chiese Rin con un groppo alla gola. Tutti si voltarono verso di lei.

"Naturalmente, principessina." Rin sobbalzò a quel soprannome.

"Puoi condurci da lui?" chiese Sango, sebbene ancora non si fidasse di quello strano tipo.

"Beh... Sesshomaru non ama molto la compagnia, preferisce essere solo. Comunque, se proprio volete... posso provare. Io vi accompagno, ma non prometto nulla."

Kagome gli saltò in collo e gli schioccò un bacio sulla guancia, mentre Sango la guardava scioccata "Grazie, Miroku-sama!!!"

"Oh, grazie a voi, Kagome-sama..." mormorò, passandole una mano sul sedere.

Sango lo colpì con una gomitata nello stomaco, che lo fece piegare in due sotto gli occhi stupiti di Kagome.

"Andiamo..." biascicò il ragazzo, tossendo, la voce mozzata dal dolore.

Li scortò per un sentiero laterale, il più buio di tutti. Per la strada, spiegò loro che era andato a fare provviste, quando aveva notato una luce sospetta. Si era velocemente avvicinato, e aveva notato Sango addormentata. Naturalmente, com'era nella sua indole, aveva dovuto controllarla. In prova, mostrò loro un contenitore in paglia pieno di vivande, sufficienti per almeno un paio di giorni.

Arrivarono in una radura tenuemente illuminata, con un piccolo lago. 

Mentre le ragazze si sciacquavano il volto, un enorme demone cane giunse nei loro pressi. Il manto era lungo - color della luna, un bianco talmente splendente che sotto i riflessi del sole della notte risplendeva terribilmente - e gli occhi fuoco. Sango e Kagome soffocarono un grido, mentre Rin osservava l'animale rapita.

Gli si avvicinò lentamente, lasciando di stucco tutti, per poi inchinarsi innanzi a lui. "E' un enorme piacere incontrarla, sommo Sesshomaru." mormorò.

Il demone su avvolto da una luce, e tutto il corpo gli si restrinse, fino a tornare alle fattezze demoniache che Kagome ben conosceva dai libri.

Ma come faceva Rin a sapere con esattezza chi lui fosse???

"Umani..." costatò lo youkai, guardando Miroku "Non ti avevo forse detto di non raccogliere umani sulla strada? Non ho alcuna intenzione di accompagnarmi a esseri così infimi. E' meglio per voi lasciarmi solo."

"Ma sono venute apposta dal regno di Yoshi per incontrarla! Devono portarvi un messaggio molto importante, non potete mandarle via!" ribattè prontamente Miroku, sicuro di scatenare interesse nel suo signore. Sesshomaru puntò il suo sguardo su Rin, l'unica a fissarlo tranquilla.

"E sia. Ma veloci, ho ben altro da fare."

Rin si voltò verso le sue compagne. "Ragazze, temo di dover essere io a prendere il discorso... perchè vi ho un po' mentito, scusate!"

"Cosa significa?" strillò Sango, attenta e vigile.

"Significa che... non ho mai perso la memoria. So esattamente chi sono e, beh, cosa sono venuta a fare qui. Ma avevo bisogno di un pretesto per avvicinarvi, e l'unico che ho trovato è stato fingermi senza memoria. Da ciò che mi ha detto mio padre, Kagome è una persona molto compassionevole - ne ho ricevuto la certezza dopo averla incontrata. E così, ho realizzato questo stratagemma. Spero possiate perdonarmi."

"Rin... ma allora chi sei? E  chi è tuo padre?"

"Forse, prima di tutto è meglio se mi presento per esteso. Rin Komatsu... principessa del regno di Yoshi. Sono la primogenita di Takemi." soggiunse, sorridendo. "Forse non te lo ricordi, Ka-chan, ma da piccole abbiamo spesso giocato insieme!"

"Non ne serbavo ricordo..." sussurrò, un nodo alla gola: la principessa Rin! Avrebbero dovuto intuirlo, somigliava eccezionalmente a suo padre!

"Comunque, l'altro giorno mio padre mi ha avvertito della vostra partenza... mi sono offerta volontaria, ma lui ha declinato l'offerta, ritenendo il tutto troppo pericoloso per me." sbuffò, come se avesse appena detto una parolaccia "Così, ho preso vestiti e viveri, li ho chiusi in uno zaino, ho afferrato una buona manciata di denaro... E sono scappata di casa!" aggiunse con orgoglio, beccandosi un'occhiataccia da tutti i presenti - Sesshomaru si limitò ad uno sguardo indifferente.

"Il messaggio del nostro regno è questo, Sesshomaru-sama. Il regno di Asu ha intenzione di allargare i propri confini, espandendosi anche nel vostro regno. Mio padre, il sovrano, vorrebbe il vostro appoggio contro il fronte comune, ma nel regno di Goshinboku mancava il sovrano, così loro sono state inviate a cercare voi e vostro fratello. Quello che le mie amiche non sanno, e che, se voi avete ereditato il trono, l'arma migliore è toccata ad Inu-Yasha."

Kagome annuì "Tessaiga al minore... Tenseiga al maggiore. Le spade furon così divise... Per chi non lo sapesse, è una citazione della leggenda di Inu-Yasha, secondo paragrafo."

"Molto informata." commentò Sesshomaru senza neppure guardarla. Kagome sentì montarle una rabbia dentro - se Sesshomaru era così... come doveva essere Inu-Yasha, giudicato il più irresponsabile?!? 

"Grazie." disse acida, guardando Rin.

Sesshomaru emise un suono gutturale, richiamando l'attenzione su di sè. "Sono disposto a prendere il comando del regno, e assistervi nella battaglia. Ma mi rifiuto di aiutarvi a trovare Inu-Yasha, se è questa vostra intenzione."

"Perchè?" urlò furiosa Kagome. "E' tuo fratello!"

"Fratellastro." ribattè pacato, ma senza nascondere una nota di frustrazione nella voce.

"Allora... dimmi dove si trova! Ci andrò da sola!"

Sango la guardò sconvolta "Ma dove credi di andare? Tua mamma mi ha fatto giurare che ti avrei tenuta d'occhio! Non vai da nessuna parte, da sola!"

"Sesshomaru, dimmi subito dove posso trovare Inu-Yasha!" continuò Kagome con tono imperioso, senza neppure calcolare la sfumatura furiosa nella voce di Sango.

Sesshomaru osservò il volto deciso della ragazza, e mormorò "All'ombra della leggenda."

"Oh... decisamente chiaro!" la voce di Miroku era ironica, da principio. Ma, non appena si posò sul volto di Kagome, dovette zittirsi: sembrava perfettamente consapevole del significato di quella frase, perchè sorrideva.

"Kagome, no. Non andrai da sola a cercare Inu-Yasha. Sesshomaru basta e avanza, non abbiamo bisogno anche del minore." sbottò Sango. "E, per essere sicura che tu non faccia stupidaggini, dormirai al mio fianco."

Kagome, silenziosamente, si stese nel suo sacco a pelo, senza degnare nessuno di un saluto. Dopo poco, Sango prese posto accanto a lei, con Rin poco distante. 

Miroku fu confinato in un canto, mentre Sesshomaru si allontanò, lamentandosi della puzza di umani che aleggiava nella sua amata valle.

Quando il mattino si svegliarono, Sango lanciò un grido, e corse da Sesshomaru.

"Kagome è sparita!"

Allora? Che ne dite??? Vi è piaciuto almeno un po'? Ho cercato di non rendere troppo OOC Sesshomaru... ma ditemi voi! Se l'ho sconvolto troppo, ditemelo ^^.
Nel prossimo capitolo... beh, penso l'abbiate intuito tutti, quindi non dico nulla XD. Sinceramente, non so se lo state notando, sto tentando di migliorare il mio pessimo stile di scrittura - mi dite che ne pensate al riguardo?
In ogni caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
RINGRAZIO:
Emikucciola Si, Rin è finalmente entrata nel cast... ma anche Miro e Sessho sono arrivati! Mi chiedo come tu abbia fatto ad indovinare... XD Rin è sempre Rin, spero non sia troppo OOC (Inizio a temere di starli rendendo tutti troppo fuori dal personaggio...). Anch'io sarei entusiasta di un viaggio del genere (roro sta cercando i biglietti...).  Non sono però così veloce, ad aggiornare... almeno non ad aggiornare le mie fic XD. Un bacione! Ci sentiamo su msn! Tvtttb!
Morgana86 Mi fa piacere che la mia fic ti piace! ^^ E' sempre bello avere nuovi lettori, è una soddisfazione indescrivibile! Spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto! Mmm... c'è una domanda che vorrei farti... cosa significa che è diversa dalle altre fic che hai letto? *.* Questa frase mi ha incuriosita, sisi! ^^
Michiyochan Rin è un ottima bugiarda, vero? XD Ha finto per bene, ma la sua bugia non è durata poi tanto! ^^ Come vedi, si trattava di Sesshomaru e Miroku ^^. Ma nel prossimo... beh, è facile, no? XD Bacioni, spero che il capitolo ti sia piaciuto! P.S. No, purtroppo il mio mal di testa persiste, ma ci ho fatto l'abitudine, ormai ^^.
Ary22 Ary, sono felice che l'incontro ti sia piaciuto! ^^ Spero che anche questo ti abbia soddisfatta! Un bacione, tvb!
Giulia Rin vi aveva giocate tutte, fingendosi smemorata, no? XD Kagome l'ha portata con loro, ma Rin le avrebbe seguite comunque, a mio parere ^^. Grazie perchè mi commenti sempre, sei un tesoro ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Marty Mi fa piacere che il capitolo precedente ti sia piaciuto, Marty! E, in questo, è comparso il tuo Sessho... come ti è sembrato??? E' vero, tutto si sistema, a questo mondo... ma uno ci sta comunque male ç_ç. Mi fa piacere che la storia ti piaccia! Un bacione, al prossimo capitolo!
Isy_264 Va beh, ti capisco... forse non ci sarei arrivata neppure io, che la fic la sto scrivendo! XD Mi fa piacere che la storia ti appassioni sempre di più. Un bacio, spero che il capitolo sia stato all'altezza delle aspettative!
Bchan Come vedi, Rin ha solo finto di non ricordare nulla ^^. Aveva bisogno di una scusa sisi ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Baci!
Yunie88 Vale, non capisci nulla! è_é Hai perso colpi, dopo aver letto Eclipse! XD Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto! Baci!
Aryunuccia Ma certo che il capitolo è dedicato a te! ^^ Spero che ti sia piaciuto, e stai attenta agli svenimenti, mi preoccupano! XD Spero che questo capitolo in cui compare Sesshomaru ti sia piaciuto almeno un po', mi sono impegnata! Un bacione!
Spero che mi lascerete più commenti dell'altra volta, perchè erano meno delle altre volte, e la cosa mi preoccupa un po'... ç_ç Un bacione, ringrazio anche chi solo legge e chi mette la fic tra le preferite, spero di non deludervi! Ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Incontro ***


New Fan Fiction Incontro Inu-Kaggy Because of you
Capitolo 6 - Incontro




"K-Kagome è sparita." urlò Sango, afferrando una manica del kimono di Sesshomaru "E tu, tu mi dici "la mocciosa ha scelto di perseverare nella ricerca di mio fratello, lasciatela morire come meglio crede"?" sibilò infine, scoprendo i denti, come una belva pronta ad attaccare il suo nemico.

Sesshomaru non rispose, osservandola superiore, per poi infine scrollarsi di dosso la mano della mora con un semplice movimento.

"Ho detto così, e così sarà. Kagome Higurashi perirà nella ricerca di mio fratello. Non ho alcuna intenzione di sprecare il mio tempo prezioso per fare da balia ad una nigen e ad un hanyou." ribattè poi tranquillo, come se la questione non lo riguardasse.

"Sesshomaru... però, non puoi negare che se Kagome-sama non ci avesse portato l'avviso che il regno di Asu vuole allargare i suoi confini, tu staresti ancora nella foresta a rimuginare sul perchè tuo padre ha donato ad Inu-Yasha l'arma migliore..." disse Miroku mettendosi tra Sango e il giovane principe, che lo fulminò.

"Non osare mai più rivolgerti a me con questa confidenza."

"Sesshomaru-sama" esclamò ad un tratto Rin, sorridendo "lo so che siete geloso di vostro fratello, ma non prendetevela con Kagome per una cosa del genere. Il re designato siete voi, non vostro fratello."

"Non sono per nulla geloso, sciocca umana, e non tollero certe insinuazioni. Tutto ciò che posso fare, e riprendere il controllo del mio regno, ma non ho mai detto di aver bisogno della vostra scorta. Sono ben capace di raggiungere il congresso da solo, e in meno di 2 giorni, se volete saperlo. Per me, la vostra sola presenza sarebbe stato un disturbo."

"Allora, perchè non ci dividiamo?" propose Rin, fissando il demone "Io verrò con voi, Sesshomaru-sama, per assicurarmi che manteniate la parola data, e per inviare un messo da mio padre. Sango, Miroku... voi partirete alla ricerca di Kagome, non può essere andata così lontano."

Sesshomaru li osservò, mentre sorridendo si davano le ultime informazioni. Quando i tre si voltarono, mormorò "La mocciosa potrebbe anche averlo già trovato."

"C-Come?" domandò Miroku, curioso.

"La "tomba" del mio fratellastro non è mai stata molto distante da qui. E' sulle sponde di un lago nelle vicinanze."

"Sesshomaru-sama, come posso non essermene mai accorto, dunque?" il monaco sembrava sconvolto, dimenticò perfino i suoi propositi di toccare "accidentalmente" il sedere della sterminatrice al suo fianco.

"Perchè non sei un buon osservatore, come la stragrande maggioranza degli umani. Siete inetti, e non guardate oltre l'apparenza delle cose. Se tu avessi letto con attenzione quelle leggende - come quella mocciosa, Kagome - sapresti che Inu-Yasha è stato imprigionato al Goshinboku, l'albero da cui il nostro regno prende il nome. E quell'albero sorge sulle sponde del lago Taisho, contenuto nella residenza che porta il suo nome. La nostra stessa famiglia ha preso il nome del lago." osservò Sesshomaru insepressivo.

"In effetti... " ridacchiò Miroku, portandosi una mano dietro al capo, imbarazzato.

Sango si limitò a scuotere i lunghi capelli castani.

"Miroku, sei proprio strano, come monaco!" commentò divertita Rin, portandosi una mano davanti alla bocca. Anche a Sesshomaru sfuggì un mezzo-sorriso. "Comunque, ritengo saggio andare."

Miroku sorrise, agguantando Sango per la vita e trascinandosela, mentre Rin, agitando la mano, iniziava a seguire Sesshomaru.

*

Correva da un pezzo, il cuore in gola e il respiro mozzato.

"Inu-Yasha!!!"

La voce di Kagome, resa roca dalla corsa, continuava a chiamarlo, disperata, non sapendo neppure perchè lo chiamava...

"Inu-Yasha!!!"

Muoveva il capo in tutte le direzioni velocemente, stringendo i pugni.

"Inu-Yasha... Inu-Yasha!"

Inciampò, cadendo sulle rive di un lago... il lago Taisho!

Febbrilmente, Kagome scattò in piedi, osservando il sole schiantarsi sulla superficie cristallina dell'acqua.

"Di leggende ne ho lette tante, che sono poi risultate false... ma l'esistenza del lago Taisho era reale!!!"

Presa dall'euforia iniziò a correre, saltando nell'acqua e bagnandosi il volto sudato - l'acqua era fresca e pulita.

Dissetata, si portò lentamente sulla riva, lasciandosi cadere sull'erba.

Poi, il suo sguardo si posò su di un grosso ciliegio e una macchia rossa la attirò, come il miele attira un'ape...

"Inu-Yasha?" sussurrò, ben ricordando il colore con cui veniva rappresentato l'abito del giovane hanyou.

Il vento mosse una ciocca di capelli argentei, e Kagome sentì gli occhi inumidirsi...

Mosse un passo, il cuore le andava a mille...

D'innanzi a lei, c'era l'essere più bello che i suoi occhi avevano mai visto.

Si rese conto che neppure nei suoi sogni più reali, Inu-Yasha Taisho era parso così bello...

Aveva i lunghi capelli d'argento lasciati liberi di carezzargli il volto e le spalle...

Le labbra erano serrate, ma la smorfia che vi si leggeva non era per nulla di dolore - sembrava addormentato.

Si portò una mano al petto - aveva timore che le esplodesse - e mosse un nuovo passo.

Una lacrima le corse veloce sulla guancia, mentre allungava una mano per sfiorargli la faccia. Come aveva potuto Kikyo avere una forza tale da sigillare un essere così bello? Sembrava fatto apposta per correre... e per sorridere...

La mano delicata di Kagome, priva delle inibizioni che l'avrebbero frenata se il giovane fosse stato sveglio, toccò cauta un orecchio, morbido e delicato come quello di un peluche. Sorrise inconsciamente, scendendo dalla radice dell'albero su cui era salita per avvicinarsi a lui.

Ma la radice era completamente ricoperta di muschio... con un grido, la giovane sacerdotessa cadde in avanti, sfiorando la freccia nel petto dell'hanyou.

Scomparve, avvolgendo i due giovani di una luce purpurea...

Mentre Kagome soffocava un secondo grido, un paio di occhi d'ambra si spalancarono, e uno sguardo di disprezzo la inchiodò.

"Finalmente hai il coraggio di rivedermi... Kikyo..."

Hola tutti!
Beh... Inu-Yasha e Kagome, finalmente, si sono incontrati... ma quel babbeo non capisce una mazza e l'ha scambiate per Kikyo... sempre più stupido, il nostro Inu-Yasha! (EHI! ndInu) (Io dico solo la verità!). Kagome, invece, è su di giri... finalmente l'ha trovato!
Naturalmente, però, la scomparsa di Kagome ha messo in agitazione il gruppo (tranne Sesshomaru, a cui non potrebbe importare di meno... -_-''). Spero che l'incontro (o, per meglio dire, l'inizio dell'incontro!) vi sia piaciuto ^^.
Nel prossimo capitolo... beh, ci saranno degli sviluppi... ma non anticipo nulla di più!
Certo, se mi lascerete un bel numero di commenti (State diventando pigri, e non mi piace... meno commenti mi lasciate, meno ispirazione ho, più tempo ci vuole per aggiornare U.U) lo poserò domani, al massimo dopodomani.
Il capitolo è dedicato al mio gruppo di msn, specie ai sostenitori della mia coppia preferita.
Ringrazio molto chi ha commentato, ma non scrivo i ringraziamenti, scusate, vado leggermente di fretta...
RINGRAZIO:
Lilysol
cri_91
Michiyochan
Kaggi_Inu91
Isy_264
Bchan
Yunie88
ary22
Aryuna
ran ugajin92
Grazie mille anche a chi solo legge e a chi mette la storia tra le preferite. Gradirei un vostro commento, però! XD Un bacione, spero che i vostri commenti mi faranno aggiornare prestissimo! Ciau!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La ragazza e il demone ***


New Fan Fic 8 revisionato Because  of  you
capitolo  7 - La ragazza e il demone


Salve a tutti, gente! Volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno commentato il precedente capitolo: sono commossa. Non avevo mai visto così tante recensioni per un mio capitolo... Ci sono rimasta, lo ammetto. E spero che questo capitolo sarà di vostro gradimento! I ringraziamenti alla fine del capitolo! Kiss!!!
P.S. Il capitolo è dedicato a coloro che hanno commentato e, in special modo, alla mia adorata famigliola di msn!


Kagome guardò terrorizzata Inu-Yasha.

Con un movimento rapido, il giovane l'aveva spinta giù dalla radice e le si era posizionato davanti, pronto ad attaccare.

Quello che aveva sul volto, però, non era un ghigno strafottente... non era quello sguardo divertito che Kagome aveva imparato ad amare dai ritratti... era uno sguardo d'odio misto a dolore.

Ricordò che molto spesso le veniva detto che assomigliava a Kikyo, e intuì che il rancore del ragazzo era stato suscitato da quella coincidenza.

Si morse il labbro inferiore, sopprimendo gli insulti che le venivano in mente - con il fiuto che si ritrovava, quell'idiota l'aveva davvero scambiata per la sua vecchia fiamma? Era una cosa inaudita!

"Non sono Kikyo..." sbottò infine, dopo essere miracolosamente scampata all'ennesimo assalto del giovane.

Inu-Yasha non rispose, preparando un nuovo colpo - le si lanciava contro come un animale selvatico, lanciando strane lame con la mano.

"Non sono Kikyo!" ripetè più forte, aprendo lo zaino e cercando un qualcosa.

"Non mentire, Kikyo. Lo so bene chi sei!"

"Allora... io non mi chiamo Kikyo. Mi chiamo Kagome, e gradirei essere sempre chiamata così. Ma, visto che sei un baka senza cervello..." estrasse l'oggetto che tanto aveva cercato "Mi toccherà usare le maniere forti."

Inu-Yasha ghignò.

La miko sorrise, prendendo bene il rosario - per fortuna, si era ricordato di portarlo! Poi, mentre una luce sollevava il rosario e lo metteva al collo di Inu-Yasha - stupito, e decisamente contrariato dall'impossibilità di muoversi -, urlò a pieni polmoni "A CUCCIA!"

Prima che Inu-Yasha potesse capire cos'era successo, si ritrovò schiantato al suolo.

...

Sesshomaru procedeva veloce, stupendosi che la ragazzina dietro di lui non lo implorasse di fermarsi o, almeno, di rallentare l'andatura.

Eppure, erano già un paio d'ore che andavano a quel ritmo, molti si sarebbero stancati!

Scosse il capo, stupito dal fatto che si stava preoccupando per un'umana. Non era da lui preoccuparsi per gli altri, non era tipo.

"Sesshomaru-sama?"

La voce della ragazzina lo riscosse. Non si prese neppure la briga di fingersi interessato o voltare il capo verso di lei. Serrò le labbra maggiormente, e si obbligò a non aprir bocca. La situazione non sembrò scoraggiare Rin, che continuò, imperterrita.

"Sesshomaru-sama, volevo dirle che sono molto lieta che ha accettato di aiutarci in questa battaglia. Il nostro regno vi sarà per sembre debitore, Sesshomaru-sama."

La trovava irritante, con quel suo "Sesshomaru-sama". Detto da lei, sembrava un'offesa, una presa in giro.

"Volevo domandarle... è forse la Tenseiga, la spada che porta al suo fianco?"

"Non tollero mi vengano poste domande personali, umana." mormorò, la voce accesa dal fastidio.

Sentì, senza neppure voltarsi, che Rin stava sorridendo, e un ghigno si fece largo anche sul suo volto. Era proprio strana quella situazione: lui, il grande Sesshomaru, costretto a portarsi dietro un'umana. Un'umana chiacchierona e vivace, per di più!

E pensare che, l'unico motivo per cui non aveva ucciso Miroku in quegli anni, era per la sua indole silenziosa.

"Sesshomaru-sama, le da fastidio se mi affianco a lei?" chiese a un tratto Rin.

Sesshomaru grugnì in risposta, e Rin rise di gusto "Lo prenderò come un no."

...

"Mocciosa..." strillò a un tratto Inu-Yasha, fissando con rabbia Kagome "Ho capito che non sei Kikyo, va bene? Ma ora lascia che io mi rialzi!"

Kagome gli lanciò una breve occhiata, per poi scuotere il capo e dire "A cuccia."

Un nuovo solco si scavò nella terra, e gli alberi nelle vicinanze tremarono pericolosamente.

"Dannata..." ringhiò l'hanyou. Quella sciocca umana doveva divertirsi parecchio, perchè non faceva altro che ripetere quella parola fastidiosa, senza neppure spiegargli il perchè si schiantasse al suolo.

"Vuoi che io dica di nuovo "a cuccia"?"

Inu-Yasha si schiantò rumorosamente, mentre Kagome lo guardava preoccupata. "Scusami, cancella l'ultima parte!"

Un ringhio cupo e inferocito le giunse in risposta, e Kagome rise.

"Se non vuoi che io dica quella cosa..." esordì, mentre Inu-Yasha le puntava i suoi occhi d'oro contro "...devi solo chiamarmi con il mio nome. Non mi piacciono gli appellativi "mocciosa" e "dannata", chiaro?"

Nuovamente, un suono gutturale uscì dalla gola di Inu-Yasha.

"Prova a dire Kagome. Su, non è mica un nome così difficile!"

Inu-Yasha sospirò, sentendosi umiliato. Quella ragazzina sprizzava allegria da tutti i pori, contrariamente, lui si sentiva depresso e senza forze.

"...ome."

"Non ho capito." disse la miko con un sorriso che Inu-Yasha trovò irritante "Ripeti."

"...gome."

"Puoi fare di meglio."

"Kagome!" strillò infine lui, storcendo il naso.

"Perchè fai quella faccia?"

"Hai un pessimo odore, non mi piace." ribattè piccato. Era una scusa, il motivo per cui aveva storto il naso era l'esatto opposto di quello che le aveva detto - l'odore di quella femmina gli piaceva, e la cosa lo infastidiva parecchio.

"Ah..." replicò lei, sentendo gli occhi inumidirsi. Se li asciugò imperiosa, infastidita dal fatto che un suo commento negativo fosse stato capace di farle così male. "Se non ti piace, non respirarlo!"

"Non posso non respirarlo, visto che mi sei così vicina! E non posso neppure andare via, perchè non mi sembra sia tua intenzione lasciarmi andare."

"Giusto, voglio portarti da tuo fratello Sesshomaru!"

"Tsk, da quello lì? Meglio la morte." strillò, furioso. Stava urlando più di quanto volesse, ma a farlo irritare erano stati gli occhi lucidi della ragazza. Odiava vedere le donne in lacrime! "E spiegami perchè prima mi hai mandato a cuccia! Intendo dopo che mi hai liberato."

"Ah... perchè eri sgarbato. E... ehm... anche perchè... Uff! Prima, l'ho detto anche per un altro motivo."

"Eh? E potrei sapere perchè?"

Kagome arrossì, e scosse freneticamente il capo - non poteva dirgli di essersi infuriata perchè l'aveva scambiata per Kikyo.

"Bene, allora passo alla prossima domanda." si sporse in avanti, posando il capo sul palmo della mano destra "Potrei sapere perchè mi hai liberato?"

"Per-Perchè? Perchè sono dell'idea che tu debba vivere, Inu-Yasha."

"No. Io smisi di vivere duecento anni fa, per mano della persona che più amavo. Non sai cosa vuol dire essere uccisi da chi si ama... non provare a dirmi "vivi", o ti ucciderò!" l'ultima parte era un ringhio o poco più.

Gli occhi di Kagome si riempirono di lacrime - la persona che più amavo, aveva detto.

"Allora? Perchè hai voluto liberarmi? Sono un hanyou, sai? Mi uccideranno appena metterò piede in una città!" il tono del ragazzo saliva sempre di più, in un doloroso crescendo di rabbia e frustrazione "O sarò io ad essere costretto ad uccidere! Avrei preferito rimanere contro quell'albero!" il respiro gli si mozzò nell'istante in cui Kagome gli buttò le braccia al collo, e lo strinse forte.

"Stai male," mormorò "lo so. Lo accetto. La amavi, ma lo sai benissimo che lei non voleva ucciderti..." gli carezzo il volto con la mano destra, mentre il braccio sinistro era ancora saldamente avvolto intorno al suo collo, e il suo volto era posato nell'incavo del collo del ragazzo "Te ne prego... consentimi di tentare di consolarti almeno un po'. Ti prego, non pensare di voler morire. Non dirlo mai più."

Inu-Yasha si rese conto di essere scosso da uno strano fremito - una forze incontrollabile lo costrinse a ricambiare l'abbraccio, e stringere con forza contro di sè la ragazza "Gli hanyou non meritano di vivere." sussurrò a bassa voce, mentre l'odore di rose della ragazza gli riempiva le narici e lo mandava in estasi. "E neppure tu dovresti vivere... hai un pessimo odore."

Kagome non capì se l'ultima parte fosse un'offesa o uno strano tentativo di sdrammatizzare, dato che già le aveva parlato dell'odio per il suo odore, così calcolò solo la prima parte "Non offendere la tua natura, Inu-Yasha."

"Non odi gli hanyou?"

La ragazza si staccò giusto un po', fissandolo interdetta - lui dissolse fin da subito lo sguardo da quello della ragazza, puntandolo al suolo, leggermente rosso. Sorrise, mentre lo stringeva di nuovo contro di lei "Non odio gli hanyou. Non c'è nulla di sbagliato nel frutto di un amore, che sia un hanyou, uno youkai o un nigen. L'amore è amore, e gli esseri viventi devono tutti essere amati."

Inu-Yasha ghignò "Non molti la pensano come te."

"Fa nulla." Kagome si accocolò meglio contro il ragazzo "Ah! Hai detto che il mio odore ti disgusta... mi dispiace. Scusami se sono ancora abbracciata a te... ma consentimi di restarti accanto ancora un po'." sbadigliò, stringendo con le mani la stoffa rossa dell'abito e posando il capo sul petto dell'hanyou. Pochi istanti, ed era già profondamente addormentata.

Inu-Yasha fissò per un po' il volto pacato della giovane, la pelle calda della ragazza... il respiro caldo... un sorriso che da secoli non gli spuntava comparve sulle sue labbra. 

Sospirò, sconfitto. Non poteva lasciarla da sola nella foresta! Si divincolò piano dal suo abbraccio - uno strano senso di vuoto lo avvolse, quando quelle piccole braccia lasciarono il suo corpo - e la adagiò sotto al Goshinboku, coprendola con la parte superiore del suo kimono e accendendo un piccolo fuoco.

Poi, strinse la Tessaiga tra le mani, e iniziò il suo dormi-veglia.



Allora? Che ve ne pare?
Per il titolo, se non lo aveste ancora capito, mi sono ispirata al primo episodio di Inu-Yasha... visto che è il loro primo incontro, ho tratto ispirazione! (VOCE DELLA COSCIENZA: in realtà, l'ha usato perchè priva di idee...).
Comunque, spero di non stare intaccando troppo le loro personalità ^^.
RINGRAZIO!
ryanforever Stavo per aggiornare quando, per scrupolo, ho controllato... per fortuna, o mi sarei dimenticata di te! -.- Non preoccuparti se non hai più commentato, l'importante è che hai commentato ora! Mi fa piacere che la fic ti piace! Che ne dici di questo capitolo? Bacioni!
Emiko Emiko... io mi commuovo se dici che ti piace... *_* Sei così carinaaaa! Mi fa piacere che il mio modo di scrivere ti piaccia, mi rende felice! E poi, il fatto che quella frase ti sia piaciuta... l'ho scritta pensando ad Inu, mi rallegra sapere che ti è piaciuta! Ora scappo, devo aggiornare! Besos, collegati presto!
Mery Yeah! Mery, ce l'hai fattaaaa! Sono così felice che la fic ti piace!!! *_* Grazie mille! Mi fa piacere che il capitolo ti abbia evocato il primo episodio, era quello uno dei miei intenti XD. Grazie mille per i complimenti! Ciau!!!
Ramo Ciao cara! ^^ Si, Inu-Yasha è sempre Inu-Yasha. Cambiano le fic, cambiano i capitoli, ma lui resta sempre lui... purtroppo... Scusa se hai trovato qualche errore, ma scrivo il capitolo direttamente su NVU (Word è partito ormai da tempo immemore), e non ho avuto molto tempo per riguardarlo... -.- Comunque, se dici che si tratta solo di una a, allora mi rilasso... ^^ Mi fa piacere che la storia ti piace! ^^ Bacioni!
Aryunuccia Fa nulla, lo so che hai poco tempo, non preoccuparti! ^^ Sono super-felice che adori il capitolo, mi rende orgogliosa sapere che ti piace (Mia sensei! *_*). Sappi che leggerai sempre le mie creazioni in anticipo, quando posso ^^, e che sono felicissima se dici che sei fortunatissima! Poi... Rin mentiva, ma è pucciosa comunque sisi. Sesshomaru, poi... *ç* Beata lei, dico solo questo. Un bacione, spero che posterai presto!
Gin Non preoccuparti, non fa nulla, Gin, se non hai commentato subito ^^. L'importante è che hai commentato, no? E poi, c'è sempre il lato positivo... ne hai letto tanti insieme! (Lo so che sono noiosa, ma... scusaaa). Si, Inu è sempre stupido XD. Un bacione!
Fede E, finalmente, Federica riesce a leggere la fic della piccola roro-chan! ^^ E si, sei stata tu l'11, se non erro! Ma le recensioni sono continuate ad arrivare, e ci ho messo un po' a scrivere i ringraziamenti (guarda quante recensioni... ç_ç Sono così feliceeee). Mi fa piacere che trovi divertentissimo il parallelo ^^. Bacioni, ti vogli tantissimo bene! E leggi Ragazze Lupo!
Kikka Non sei una frana, Kikka... *_* Non dirlo neppure per scherzo!!! E non invidiarmi, sei bravissima e lo sai! Comunque, ti ringrazio tantissimo per i complimenti che mi fai sempre ^^. E si... W la volvo grigia, e w Edward Cullen, my hero!!! Ciaoooo!!! [P.S. Ho continuato il mio libro, poi ti faccio vedere, se vuoi! XD]
Morgana86 Non preoccuparti, dai, se non hai risposto subito. L'importante è che l'hai fatto! ^^ Mi fa molto piacere sapere che ti piace, e grazie per avermi spiegato cosa intendevi! Grazie mille per i complimenti, mi fai felicissima ^^. Spero che il seguito sia stato di tuo gradimento! Bacioni!
Michiyochan Si, Inu finisce sempre col scambiare Kagome e Kikyo, cose inaccettabile... -.- Che posso dire, gli dobbiamo regalare un paio di occhiali! Cioè, Kagome e Kikyo hanno in comune meno di quello che hanno in comune l'Ape Maia e Topo Gigio (Che hanno in comune il fatto che sono animali, che tutti li odiano e che l'umanità non ha ancora capito perchè esistono [Che strano paragone... non chiedermi da dove mi è uscito, oggi sono in vena particolarmente creativa, per le stupidaggini XD]). Spero che gli sviluppi di questo capitolo siano stati carini... ^^ In futuro ce ne saranno altri, ovviamente, ma penso che, almeno un po', siano dolci ^^. Sesshomaru ha quasi sorriso, infatti... è una cosa che ha colpito molti (e Sesshomaru mi sta ancora cercando perchè vuole il mio scalpo... -.- Ah, che vita difficile!). Si, Rin è moooolto furba (restare sola con Sessho... il sogno di una vita! *ç* [anche se, devo dirlo, preferisco Inu-Yasha]). Miroku lì non si è comportato da maniaco... ma vedrai in seguito, quello che combinerà! XD Grazie mille per il commento lungo: li preferisco molto di più. Quelli corti mi lasciano uno strano senso di incertezza... ma li apprezzo comunque, perchè vuol dire che qualcuno si è impegnato per scrivermi qualcosa! ^^ Un bacione!
Marty Sei troppo buona, con me! Non capisco come tu possa trovarmi brav (Ok, tutta la comunità di msn si volta verso roro e la fulmina con lo sguardo - Marty sfodera il suo coltellino). G-Grazie mille dei complimenti, e spero che questo capitolo ti sia piaciuto, dato che mi sono impegnata! ^^ Un bacione!
Yunie88 Vale, certo che l'ho scritto io! Tu non hai visto il primo episodio di Inu-Yasha, non hai idea di quello che ha combinato il nostro hanyou a Kagome... XD Sesshomaru non rideva, sorrideva (sta attenta a questi particolari, non sono insignificanti, sappilo). Però, non è giusto che Rin me la chiami deficiente... se tu non l'avessi capito, è la più intelligente di tutti (leggi: quella ragazzina è rimasta con quel bonazzo di Sesshomaru, è la più sveglia di tutti). Un bacione!
Jessy Ciao Jess!!! Sono felice che quel capitolo ti sia piaciuto ^^. Quando mi fanno i complimenti arrossisco sempre... ^///^ Mi fa piacere che ti piaccia com'è scritta e che tu la trovi espressiva. Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Besos!
cri_91Si, Inu-Yasha e Kagome si sono finalmente incontrati, con somma felicità di tutti! ^^ Mi fa piacere che quello, per te, sia stato il più bel capitolo in assoluto... ^^ Ma di questo che mi dici? Meglio o peggio??? Spero che me lo farai sapere! Bacioni!!!
Isy_264 Anche tu saresti rimasta con Sesshomaru, eh? >///< Beh, non ti do torto... Sesshomaru è sempre Sesshomaru! Il primo pensiero del baka è stato per Kikyo, ma Kagome sta già iniziando a far breccia nel suo cuore, non ti sembra? E poi... beh, Kagome e Kikyo, in comune, non hanno praticamente nulla. Inu-Yasha, appena vede una con i capelli neri e gli occhi castani subito la scambia per Kikyo, però... che posso dirti? E' un idiota patentato! (Ma forse gli vogliamo bene anche per questo, quindi...). Concordo con te nel dire che la storia vera inizia da qui... tra un po' arriveranno anche Shippo e Kirara, ti avviso (e a Sesshomaru e Rin si aggiungerà qualcuno che ben conosciamo... XD). Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Kiss!!!
Ary
Ziau ary!!! Si sono incontrati, ma Inu-Yasha è un idiota che non ci vede a un palmo dal naso (unica spiegazione, visto che Kagome e Kikyo in comune c'hanno meno di Dracula e Lady Oscar [Non so che paragone sia... mi è uscito così! XD]). Spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento!!! Bacioni!
Bchan Si, era quasi scontato che la scambiasse per Kikyo... ma è questo il carattere di Inu-Yasha, dopotutto! XD Comunque, il modo in cui Kagome ha decifrato l'indizio è contenuto nel prossimo capitolo, non preoccuparti ^^. Lo spiegheranno. Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
Giulia XD E' vero, Rin è la più furba!!! Ma anche Kagome non è poi stupida... Inu sarà anche un tonno, ma... *ç* Ma, comunque, Kagome si è presa la sua rivincita, ammazzandolo con tutti quegli "A CUCCIA!", non credi? XD AH! Ci tengo a precisare che neppure Sango è scema... XD E' rimasta con Miroku! (Che sarà un pervertito fino a livelli spaventosi, ma...). Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni, ci sentiamo presto!

Grazie mille anche a chi solo legge e a chi mette la fic tra le preferite. Spero di vedere sempre così tanti commenti!!! Bacioni!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il principe più strano mai nato ***


New Fan Fiction 9 Because of you
Capitolo 8 -  Il principe più strano mai nato




Inu-Yasha aprì distrattamente un occhio. Dopo anni di prigionia, riusciva finalmente ad alzarsi, e poteva finalmente vedere il cielo.

Si girò un po' in giro, e vide Kagome raggomitolata su sè stessa.

I capelli le si erano sparsi intorno, dandole un'aria fragile. La bocca era socchiusa. Il suo abito, che la sera prima le aveva messo addosso, era in un angolo, ma non sembrava avesse freddo.

Si chinò al suo fianco - il suo capo era così vicino alla pelle della ragazza... l'odore di rosa che la caratterizzava gli riempiva i polmoni...

"Cosa c'è?" mormorò Kagome aprendo gli occhi, e strofinandoseli - il fiato di Inu-Yasha l'aveva riscossa.

"Nulla." sbuffò l'hanyou, sedendosi lontano, imbronciato.

"E allora perchè mi guardavi?"

"Non ti guardavo. Stavo solo pensando che sei anche più brutta di ieri."

La miko gonfiò le gote, fissandolo furiosa. "Se non ti piaccio, non guardarmi."

Poi, come se nulla fosse, si girò ed iniziò a slacciarsi la camicetta.

"Ehi! Cosa fai?" urlò Inu-Yasha boccheggiando, rosso fino all'inverosimile. Le piombò addosso, facendo di tutto per rimetterle la camicia.

Con il solo risultato di strapparla.

"Devo fare un bagno!" strillò lei, coprendosi come meglio poteva. "Va a farti un giro, ok? Tra mezz'ora, però, ti voglio qui, o ti schianto al suolo!"

Il ragazzo strinse i denti, riprendendo il suo abito e allontanandosi a larghi passi - la risata divertita della ragazza lo seguì per buona parte del tragitto.

...

"Sanguccia, tesoro, rallenta!"

Miroku respirava con affanno, inseguendo Sango, che non accennava a rallentare, furiosa.

"Miroku, sei un uomo. Sii uomo! Non puoi lamentarti per così poco!"

Il monaco si lasciò cadere al suolo - Sango continuò a correre per un po', prima di ritornare sui suoi passi e sedersi accanto a lui.

"Ti senti bene?" chiese, premurosa, sforzandosi di sorridere.

Una mano, veloce, fulminea, si posò sul suo fondoschiena e iniziò a sfregarlo con forza - dopo lo sbigottimento iniziale, Sango gli sferrò un gancio destro e iniziò ad allontanarsi a larghi e furenti passi.

"Sango!" urlava Miroku, gattoni, cercando di seguirla, una mano innanzi al corpo protesa verso di lei e gli occhi da cucciolo.

La rabbia della ragazza durò poco... neppure due minuti, che già era tornata da lui e l'aveva - duramente - costretto ad alzarsi. "Smettila di fare il bambino e vieni con me. Sei un sacerdote, analizza la frase di Sesshomaru e dimmi dove diavolo è andata quella matta!"

"Sanguccia... non è così semplice." si alzò, mettendosi a sedere e incrociando le gambe con fare intelligente. "Le leggende su Inu-Yasha sono criptiche, e non ho mai avuto occasione di studiarle con la dovuta attenzione."

Sango iniziò a sbraitargli contro, inveendo. "E' mai possibile che tra tutti i monaci esistenti, mi doveva capitare l'unico inetto, incapace e maniaco?"

Per tutta risposta, il giovane allungò una mano e le carezzò nuovamente il fondoschiena.

E' troppo, troppo!

Sango lo afferrò per l'abito - Miroku indossava l'abito solito ai monaci, una veste nera e viola -, e lo strattonò, trascinandolo furiosa dietro di sè.

Miroku strinse i denti, e sopportò la furia cieca della ragazza - faceva si di passare tra i rami, sui sassi, in modo che il monaco si graffiasse.

"Dove siamo?" disse a un tratto Sango, arrestandosi.

Miroku, che, fino a quel momento era stato in silenzio con gli occhi chiusi, si voltò. "Siamo nella valle del Goshinboku, chiamiamola così."

"Ovvero?"

"Siamo nel posto in cui sorge il Goshinboku."

Sango sentì una vena pulsarle sulla fronte "Miroku... MA LO SAI CHE INU-YASHA FU SIGILLATO AL GOSHINBOKU???"

Il monaco aprì la bocca per parlare. Poi la richiuse - la riaprì e la richiuse ancora un paio di volte.

"Tu..." si massaggiò le tempie, furiosa "Hai sempre saputo l'ubicazione di Inu-Yasha. Ma... Kami! Non sei mai venuto in questa valle?"

"In tutta sincerità, no. Cioè, ai confini si. Ma non sono mai arrivato alle sponde del lago, e non ho mai guardato il Goshinboku."

"Sei un idiota." esclamò la sterminatrice, lasciandolo andare e correndo verso il lago.

...

Kagome si risciacquò per l'ennesima volta i lunghi capelli neri, passandoci un po' di sapone. Poi si tuffò, nuotando sott'acqua...

Un paio di secondi, poi ritornò a riva, i capelli intorno al capo... e Inu-Yasha seduto sulla riva a fissarla.

Sbiancò, per poi arrossire di botto "Che ci fai qui? Non ti avevo forse detto di andare via per un po'?"

L'hanyou contrasse il volto in una smorfia infastidita "Non che mi importi, ma se un demone ti avesse attaccato in mia assenza saresti morta."

"Non credo." Kagome, con un gesto lento, studiato per apparire automatico, si portò i capelli davanti, in modo da coprirle il seno - Dannazione, perchè deve essere così prosperoso? si domandò, per la prima volta, scocciata.

"Io dico di si... le mocciose come te non hanno vita lunga, nel regno di Goshinboku."

"A CUCCIA!"

Inu-Yasha cadde dal sasso su cui si era poggiato, perdendo l'equilibrio e schiantandosi al suolo, mentre Kagome, rapida, nuotava sinuosa nell'acqua fino a raggiungere i suoi vestiti. Con foga, afferrò un asciugamano e se lo avvolse intorno, mentre usciva dal lago.

L'hanyou fece del suo meglio per tirarsi su, ma aveva preso una bella botta - gli doleva il naso, che aveva duramente cozzato con il suolo, e si era graffiato superficialmente.

Alzò il capo furente... e la sua furia cessò sul nascere.

Era raggomitolata in un'ampia coperta nera, che accentuava la pelle bianca. I capelli erano umidi, lisci contro l'asciugamano. Sembrava una bambola...

"Mocciosa, stai tremando." costatò, cercando di mettersi in piedi. Kagome non fece una piega, restando sulle sue.

"Cosa c'è ora? Perchè non rispondi?" Inu-Yasha le si sedette accanto, ma lei, ostinata, si voltò.

"Se non mi dici cosa ti ho fatto... Va beh, fa freddo e devi coprirti."

Kagome biascicò qualcosa, e Inu-Yasha la guardò curioso "Cos'hai detto?"

"Voltati."

 Poi, la mora si mosse, mettendosi di spalle.

"Voltati." ripetè con maggior veemenza, mentre Inu-Yasha si accingeva a eseguire l'ordine, leggermente riluttante.

Sentì la stoffa della coperta scivolare per terra con un debole tonfo, e il leggero cotone degli indumenti contro la pelle della ragazza - involontariamente si girò, ritrovandosi a fissare come sotto ipnosi la schiena pallida della ragazza, non ancora coperta dalla maglia.

Kagome si chinò per prendere un top, e notò che l'hanyou la guardava - urlò.

"Cosa c'è?" Inu-Yasha si tappò le orecchie con furia, voltando il capo verso il sole.

"Ti avevo detto di girarti..." respirò "A CUCCIA!"

Un rumore fortissimo si alzò, mentre un solco di dimensioni enormi si scavò nel terreno... Kagome era pronta a finire la sua opera, assestandogli un calcio - mentre l'hanyou si schiantava, si era rimessa il top - ma una voce potente la chiamò.

D'istinto si girò, e Sango la travolse, gettandola per terra e tempestandola di pugni "Scema, ti avevo detto di non andare."

Continuò così per un po', finchè un suono gutturale non richiamò l'attenzione delle due e di Miroku, appena arrivato.

"Ah, è vero..." sbuffò Kagome, annoiata - Inu-Yasha era ancora steso per terra, furente "Sei ancora lì."

"Dannata... Kagome, ti detesto! Non fai che ripetere quella frase odiosa..."

Sango e Miroku fecero scorrere lo sguardo tra le due, attenti a non perdere neppure una battuta di quella divertentissima commedia - i due non facevano altro che chiamarsi con epiteti poco gentili, e accusarsi tra loro.

Dopo aver tossito un po', Miroku richiamò l'attenzione su di sè "Signorina Kagome... potrebbe farmi il piacere di spiegarmi come ha trovato questa valle? E come ha interpretato l'indizio di Sesshomaru-sama."

Inu-Yasha storse la faccia, alla fine della frase.

"Allora... quello che ha detto Sesshomaru era una cosa banalissima. All'ombra della leggenda... è un altro modo per indicare il lago Taisho. Solo ora ho capito che si riferisce al fatto che è all'ombra del Goshinboku, albero a cui era sigillato Inu-Yasha... su Inu-Yasha c'è un leggenda. Quindi, poichè era sigillato all'albero che faceva ombra al lago, era questo il luogo. Per raggiungerlo... grazie alle varie cartine che ho consultato durante i miei "studi" sul castello, e alla mia buona memoria, mi sono ricordata il tragitto, e ci sono arrivata. E poi, è in linea diretta... basta seguire il percorso."

Miroku si diede dello stupido mentalmente per non aver saputo interpretare allo stesso modo il messaggio di Sesshomaru.

"Quindi" Sango si avvicinò a Inu-Yasha, dandogli un piccolo calcio "lui sarebbe il fratello di Sesshomaru, Inu-Yasha."

"Fratellastro." la corresse rapidamente Inu-Yasha. Kagome si lasciò sfuggire un sorriso.

"Sei più simile a tuo fratello di quello che credi... anche lui ci ha corrette allo stesso modo." disse la miko, sistemandosi meglio il top.

Inu-Yasha lanciò un rantolo furioso, quando Miroku si lasciò cadere sulla schiena del ragazzo.

"Perdono!"

Inu-Yasha diede un fortissimo pugno sul capo del monaco - Perchè tutti mi prendono a pugni? si chiese esasperato, mentre l'hanyou gliene sferrava un altro. Kagome si portò una mano sul volto, in preda ad una crisi di rabbia - Sango, invece, sghignazzava.

"AHHH!!!"

Tutti si voltarono verso Kagome.

"E Rin? E Sesshomaru? Dove sono, loro?"

"Beh..." esordì Sango "Si sono diretti verso il palazzo governativo - o come si chiama, non me l'hanno detto. E noi dobbiamo raggiungerli... Sesshomaru ci resterà secco quando si renderà conto che sei viva, e che hai liberato Inu-Yasha."

Mentre Inu-Yasha si lasciava sfuggire qualcosa riguardo a come desiderava che Sesshomaru ci lasciasse le penne, Kagome e Sango si accordarono sulla partenza - sarebbero partiti quella sera stessa, con l'ausilio del buio nessuno li avrebbe notati.

...

Sesshomaru uccise l'ennesimo demone senza una smorfia, lasciando Rin di stucco.

"Sesshomaru-sama?" mormorò Rin, avvicinandosi e tirandogli piano una manica del kimono "è proprio necessario uccidere tutti questi demoni?"

L'espressione angelica che aveva dipinta sul volto sorprese lo youkai che, rinfoderata una spada - ne portava 3 o 4 al fianco -, riprese il suo muto cammino.

"Sesshomaru-sama, per favore!"

"Silenzio."

Rin arrestò l'andatura, imitando Sesshomaru, fermo e in ascolto. Rin strinse la bocca, sforzandosi di regolarizzare il suo respiro troppo rapido e pesante.

"Cosa c'è...?" sussurrò.

Sesshomaru la osservò per un attimo, e poi si lasciò sfuggire "C'è un demone."

"Ah." fu la silente replica di Rin.

Lo youkai non aggiunse nulla di più, ma riprese la spada e scomparve nell'ombra - quando riapparve, la lama era intrisa di sangue.

Ricominciò a camminare, seguito da Rin...

La meta era ancora lontana.





Ciao a tutti, miei amati lettori!
Nuovo capitolo, nuovi avvenimenti... Che ve ne pare? Le relazioni sono parallele... i viaggi pure... chissà come si svilupperanno queste coppie! XD Comunque, se da una parte troviamo Inu-Yasha, che dimostra di provare sentimenti, dall'altra abbiamo Sesshomaru, simile ad un blocco di ghiaccio. Non invidio Rin... XD E poi c'è Miroku, sempre il solito pervertito.
Comunque, come sempre, vi ringrazio di cuore per i commenti. Mi hanno resa felicissima! Vi giuro, siete dolcissimi, mi commuove sempre sapere che la fan fic vi piace!
Ora, RINGRAZIO:
ryanforever Si, Inu è un dolcissimo baka ^^. Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento: se così non è stato, dimmelo! Baci!!!
inufan4ever (kikkachan!) ç_ç Kikka, ti voglio tantissimo bene, sai? Cercherò di portare avanti il libro, se non altro per te! La tua sensei... ç_ç sei troppo gentile, sai? Ma non mi invidiare, non sono così brav (roro si blocca o Kikka la squarta). W Edward Cullen!!!
Morgana86 Inu-Yasha è sempre uguale ma, come dici tu, forse è bello proprio per questo XD. Si, ci vuole proprio un'immaginazione molto fervida, per scambiare Kagome -dolce e tenera- per Kikyo -che, da morta, è molto simile ad un pezzo di ghiaccio o ad una vaso canapo-. Comunque, possiamo dire in sua difesa che, Inu, si era appena risvegliato, e non l'ha vista bene... Mi fa piacere che la storia ti piaccia, e ti ringrazio per i complimenti che dici sarebbe superfluo farmi (anche perchè io non credo di meritarmi alcun complimento, non sono poi così brava.). Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta! Baci!
Michiyochan Si, qualche volta anche Inu è carino XD (Ehi!!! ndInu). Comunque, non far caso al mio paragone XD. Era uno sclero stupido! XD Mi fa piacere che tu abbia trovato divertente tutti quegli "A cuccia" (Inu si schianta al suolo con un botto). Come hai giustamente notato, Inu non è abituato alle dimostrazioni d'affetto... ma ce la farà a migliorare! Con Kagome al suo fianco, ci riuscirà di certo! XD Spero che lo svilupparsi delle coppie (Non frettoloso, perchè, secondo me, per ogni cosa ci vuole tempo) ti sia piaciuto! E grazia mille per il commento, mi piacciono molto quelli così! ^^ Un bacione!!!
Bchan Forse non mi sono ben spiegata, ho molte idee, non preoccuparti ^^, non sono senza fantasia! Comunque, sono felice che il capitolo ti sia piaciuto! ^^ Continuerò a scrivere, non mi sembra di aver mai detto il contrario! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, baci!
Isy_264 Si, nel gruppo di Rin e Sessho si aggregherà Jaken! ^^ E si, a Inu-Yasha piace il profumo di Kagome, e questo è un bene! ^^ Povero Inu, continuamente mandato "A Cuccia" (Inu cade al suolo). Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
Aryuna (Ary - mia sensei) Aryyyyyy!!! Che bel commento lungo lungo!!! *_* (roro ha gli occhietti a cuoricino). Brava, lancia le scarpe a Inu! (roro sferra un pungo sul capo di Inu, che guaisce). Anch'io, però, voglio toccare le pucciosissime orecchie di Inu! (roro gioca con le orecchiette di Inu, mentre questi fa le fusa a Kagome O.O). Comunque, sniff... è vero, Sessho, potresti metterti anche tu delle orecchi così tenere e pucciose, faresti colpo! (Sesshomaru da Tenseiga in testa a roro, che frigna. A quel punto, il demone le concede di toccare la coda, basta che la smetta di strillare). O.O Sesshomaru, non ti facevo così tenero! Comunque (roro continua a giocherellare con la morbida coda, offrendone un po' anche ad Ary), hai ragione, stanno migliorando i rapporti... chissà, chissà! Un bacione, alla prossima! Ti voglio un sacco di bene!
ran ugajin92 (Marty - Martuccia - sensei) S-Superlativo? Marty, non esagerare! -.- (Ok, roro teme che Marty le scagli contro l'emoticon che usa il mitra). Si, Inu non capisce una mazza, ma questo era assodato, no? (EHI!!! ndInu). Mi fa piacere che per la parte dei tuoi beniamini avevi gli occhi a cuoricino... questa qui l'avevi già letta, ma come l'hai trovata? *_* Bacioni! Ti voglio un mondo di bene!
Yunie88 (Valeria)  XD Kagome intraprendente? Perchè? Guarda che l'ha solo consolato, mica voleva altro! -.- Ma ci sarà, l'ho promesso a Lily, qualcos'altro ci sarà... XD Grazie per i complimenti! Kissoni!
Kaggi_Inu91 (Giulia) L-La tua fic preferita? Giulia, sei un tesoro, ti voglio tanto bene! Ma non merito certi complimenti, sappil (roro ha il solito brivido freddo. Sa che, se terminerà la frase, qualcuno tenterà di ucciderla). Si, anche Rin e Sessho si stanno avvicinando, hai notato? Ma mi sto sforzando di non rendere tutto troppo OOC... che te ne pare? Spero di aver aggiornato presto! Bacioni! Ti voglio tantissimo bene!
ary22 (ary) Già! Kagome deve scioglierlo... e ci riuscirà, no? XD Grazie mille dei complimenti, sono felice che tu trovi che io stia migliorando, è un onore! ^^ Un bacione, spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento!
cri_91 Davvero aspettavi questo momento dall'inizio della mia fic? O.O Beh, mi fa piacere che sia finalmente arrivato! Ma, da ora in poi, momenti come quello ce ne saranno ancora, lo giuro (ci sarà anche di meglio, però!). Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Alla prossima!
emily ff (Gin) Si, Inu è un Idiota con la I maiuscola. Che dire, io penso che gli manchi qualche rotella! (EHI! ndInu) Comunque, grazie mille per il commento... sono felice che tu sia stata una delle prime! Che te ne pare di questo capitolo? Kiss!
jessy101 (jessy) Ciao Jessy! Ma davvero il capitolo precedente ti è piaciuto così tanto? O.O La cosa mi sorprende, anche perchè non ne ero proprio sicura, a dire il vero... Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, e che il capitolo sia stato di tuo gradimento! Un bacione!
kirarachan (Vale)
Mi fa piacere che il capitolo precedente ti sia piaciuto! Si, Inu è sempre Inu, non cambia mai di una virgola, purtroppo... (Ehi! ndInu) Comunque, grazie mille per i complimenti che dici di avere in testa, la cosa mi sorprende ^^! Ti voglio tantissimo bene, kiss!
KAGOlove (Ramo) Ciao!!! Sono felicissima che non hai trovato errori, anche se ci tengo a precisare che, se ci sono, in buona parte sono di battitura, quindi difficili da individuare... Ti chiedo comunque venia! ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!

Grazie anche a chi solo legge e a chi mette la fic tra le preferite. Cercherò di aggiornare il prima possibile! Baci a tutti!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Shippo, Kirara e Jaken ***


New Fan Fiction 10 Because of you
Capitolo 9  - Shippo, Kirara e Jaken  




 

Il gruppo era già in viaggio da un po'.

Kagome e Sango, l'una accanto all'altra, discutevano in merito ad un esame - Miroku e Inu-Yasha non ci capivano molto, limitandosi a lanciare loro brevi eloquenti occhiate di disinteresse.

"Sango... secondo te, quando torneremo, il professore ci costringerà a sostenere un esame speciale?"

La mora osservò per un po' l'amica, prima di scuotere il capo "Siamo in viaggio per il re, non dimenticarlo. Non può costringerci a sostenere proprio nulla."

"Ah..."

"Sembri delusa." costatò scioccata la sterminatrice "Non dirmi che avresti realmente voluto sostenere un esame!"

"Beh, ci avrebbe aiutate con il programma." Kagome sembrava seria, e Sango sentì lo sbigottimento aumentare di secondo in secondo.

Fu in quel preciso istante che Miroku decise di dar vita ai suoi più radicati propositi: allungò entrambe le mani - Inu-Yasha inarcò un sopracciglio, osservandolo confuso - e le portò sui fondoschiena delle ragazze.

Kagome sobbalzò, mentre Sango, furente, si voltava e lo colpiva in pieno viso, lasciandogli un'indelebile cinquina sulla guancia destra, mentre gli bloccava il polso con la sinistra.

"Brutto monaco depravato," esordì, furente "non provare mai più a farci una cosa del genere!"

Miroku annuì a malincuore, allontanandosi dalla sterminatrice e correndo da Inu-Yasha - appena fu vicino all'hanyou, sospirò "Come si fa ad avere due simili bellezze innanzi e rimanere impassibili?" chiese ad alta voce, benchè la sua domanda fosse più rivolta a sè stesso che al mezzo-demone.

"Tsk, che idiota."

"Come, prego?"

"Mi domando come ci si possa rendere ridicoli in questo modo per due mocciose. Specie per quella Kagome." Storse il naso, per poi voltarsi di scatto verso Kagome - la ragazza aveva appena tossicchiato per schiarirsi la voce.

"A CUCCIA!"

Sotto gli sguardi allibiti di Sango e Miroku, un solco - un enorme solco - si scavò nel sentiero. L'eco dello schianto risuonò per tutta la foresta, presto seguito dalle contagiose risate della sterminatrice e del monaco.

"Non ci vedo nulla da ridere, stupidi." disse l'hanyou tra i denti, bene attento a non farsi sentire da Kagome - lei lo osservava con aria di sufficienza, blaterando su quanto fosse rozzo.

"Kagome," Sango la prese a braccetto, mentre Miroku si sforzava di tirare su Inu-Yasha "me lo aspettavo..."

"Diverso?" concluse Kagome per lei, sospirando.

"Già. Mi aspettavo un principe, dai modi fini e raffinati" un'occhiata scettica di Kagome la raggiunse - le leggende l'avevano sempre detto che Inu-Yasha era fuori da ogni schema "e, invece, ci ritroviamo davanti questo inetto maleducato."

"Eh? Ah... si." rispose la miko, troppo immersa nei suoi pensieri per seguire la sterminatrice nei suoi ragionamenti: Inu-Yasha poteva essere un cafone, uno stupido, un maleducato, un inetto, un emerito incapace, un imbecille e quant'altro, ma Kagome non poteva fare  a meno di trovarlo... - deglutì - ... carino.

"Ehi."

Kagome si voltò, appena capì che era stato Inu-Yasha a parlare.

L'hanyou era fermo, il volto verso la foresta. Spostò solo gli occhi verso di loro, e l'ambra, prepotente, si mischiò col cioccolato - un fremito li colse entrambi.

"C-Cosa c'è?" balbettò Kagome confusa.

"Ci sono dei..." Inu-Yasha dissolse lo sguardo e odorò l'aria "demoni. Non sono potenti, ma ci sono. Che volete fare?" portò il pollice della mano destra ad indicare il folto della foresta - lo sguardo era totalmente indifferente, come se non fosse stato lui a parlare, ma qualcun'altro.

"E' nostro dovere raggiungere Sesshomaru e Rin. Non vedo perchè dovremmo disturbarci per due demoni, magari inoffensivi." fu il secco commento di Sango.

"Inu-Yasha." Kagome sembrava non aver ascoltato neppure in minima parte l'amica "Quando hai parlato dei demoni... beh, non avevi un'espressione crudele.  Non sono due demoni adulti, giusto?"

"No. Si tratta di..." annusò "un cucciolo di kitsune e di una nekomata. La nekomata è adulta, mentre il cucciolo... non potrà avere più di sei anni."

Kagome sobbalzò "Sei anni? Ma è un bambino! Non voglio sentire ragioni, io vado da lu-"

"STA GIU'!" urlò Inu-Yasha, spingendola al suolo - una saetta li mancò di pochi centimetri, e a Kagome scappò un urlo terrorizzato, soffocato dalla veste che l'hanyou le tirò sul capo. "Non ti muovere..." continuò Inu-Yasha, mentre si staccava da lei e si metteva in piedi "Adesso vediamo chi è."

"Meglio dire chi sono." lo corresse Miroku "Sono Hiten e Manten, due demoni fratelli. Scorrazzano in questa zona di raro, perchè spaventati da Sesshomaru. Ma ora che lui non è presente..." lasciò cadere il discorso.

"Bene, avrò modo di sgranchirmi, finalmente." esultò l'hanyou, stiracchiandosi e facendo schioccare le dita.

"No, tu non fai proprio nulla!" Kagome scattò in piedi, gettando l'abito al suo proprietario - Inu-Yasha, confuso, lo prese al volo "Non mi va l'idea che tu ti metta a fare a botte appena... appena..." non riusciva a dire Tornato in vita. Per lei, lui non era mai morto.

Fu Sango a notare il suo disagio, e prendere la parola "Preferiremmo evitare lo scontro, se possibile."

"Sono d'accordo." Miroku annuì, abbracciando la sterminatrice "Recuperiamo i demoni e evitiamo i fratelli. Vero, Sanguccia mia adorata?"

Sango si scostò di malo modo, ritornando vicino a Kagome.

"3 contro uno." disse trionfale la miko, guardando Inu-Yasha. L'hanyou non rispose, ma qualcosa - un leggero borbottare - le fece intuire che non era proprio d'accordo con loro.

...

"Sesshomaru-sama?"

Rin si avvicinò tremante allo youkai, e gli strinse il kimono - gelido, deciso, lo youkai scosse il braccio, facendole lasciare la debole presa.

"Sesshomaru-sama, mi ascolti! C'è qualcosa, laggiù!" ripetè per l'ennesima volta la nigen.

"Cosa vuoi che ti dica?" la voce di Sesshomaru era piatta, normale. Menefreghista, quasi. "Umana, non mi importa minimamente. Ucciderò i demoni che intralceranno il mio cammino."

"Ma io non voglio!"

In meno di un giorno di cammino, l'argomento Uccidere era stato affrontato innumerevoli volte, e lui aveva sempre terminato la faccenda ignorandola - o, meglio, perseverando ad ignorarla.

"Umana, mi arrechi fastidio." ribattè gelido. La nigen sentì un brivido correrle lungo la schiena, ma si sforzò di mantenere il suo buonumore.

Strinse con forza la piccola borsetta che le pendeva di fianco, e iniziò a saltellare per tenere il passo dello youkai.

Stava per aprire di nuovo la bocca, e parlare, quando un boato, proveniente dalla loro destra, li colse impreparati.

Sesshomaru si voltò rapido, mentre Rin si parava il volto, come se si aspettasse qualche altra esplosione. Aveva il cuore in gola, e le gambe stavano per cedere...

A un tratto, la ragazza, che aveva tenuto gli occhi sigillati, sentì il lento incedere di Sesshomaru riprendere. Istintivamente, gli corse dietro.

"Cos'era quel boato?" domandò con il cuore in gola - lo youkai si voltò, inchiodandola con il suo sguardo - freddo, intenso, penetrante, austero, duro, severo... Rin non potè non pensare che, insieme a tutti quegli aggettivi, anche triste fosse compreso.

"Demoni. Dev'esserci uno scontro, qui vicino." la guardò pochi attimi. Un volto piccolo, con due grandi occhi nocciola... le labbra sottili, e rosse, e la pelle chiara... tenera, ma al contempo con una strana forza nello sguardo. Ritornò a fissare la strada.

"Uno scontro, Sesshomaru-sama?"

Il demone grugnì, e si impose di non proferire più parola.

Quindi Rin, silente, fu costretta a seguirlo...

...

"Kyaaaa!"

Kagome corse in avanti: in una radura, distesi al suolo, c'erano i due demoni di cui Inu-Yasha aveva parlato.

Uno era un cucciolo dai capelli rossi e gli occhi verdi - aveva una folta coda marroncina, simbolo di appartenenza ai demoni volpe.

L'altro, era una piccola gattina dal pelo chiaro, e con due grandi occhi rossi dall'iride nera.

Entrambi, all'urlo della miko, sobbalzarono, e la osservarono stupiti "Sei un'alleata di Hiten e Manten?" domandò il cucciolo di volpe, mentre la nekomata gli si parava innanzi e mutava di forma - diventò molto simile ad tigre dai denti a sciabola, e dalle zampe uscirono delle fiamme.

La mora scosse il capo "Non li conosco neppure."

"Bene, allora... Kirara," saltò in groppa alla tigre "non è un nemico. Spero."

La nekomata si limitò a ringhiare, e riprendere le sue solite sembianze, mentre nella valle arrivavano anche gli altri.

Inu-Yasha, le mani infilate nelle ampie maniche dell'abito, procedeva in primis, seguito a ruota da Miroku, con una guancia pesta, e Sango, furiosa.

"Un hanyou!" urlò il cucciolo, lanciandosi in braccio alla mora "Ho paura dei demoni, aiutami!"

Kagome carezzò il capo del cucciolo, per poi voltarsi verso Inu-Yasha "Allontanati, il cucciolo ha paura."

"Dovrei allontanarmi? Non è più semplice allontanare quell'ammasso di pelo?"

Il piccolo youkai saltò su, offeso, e guardò Inu-Yasha con le lacrime agli occhi.

"INU-YASHA! Lo stai facendo piangere!"

"Sai quanto mi importa? Io non ci volevo neppure venire, con te!"

"A si?"

"SI!" urlò offeso l'hanyou - non sapeva bene neppure lui cosa l'aveva offeso. Sapeva solo che lo disturbava che la mocciosa stringesse così al petto quell'inutile demone.

Kagome osservò pochi attimi ancora Inu-Yasha - Lo sapevo che era uno stupido! Non sarei mai dovuta venire! pensò, afflitta, prima di prendere un grosso respiro... "A CUCCIA!"

Un istante: il rosario al suo collo si illuminò, tirandolo verso il suolo.

"Ora," la mora rivolse nuovamente la sua attenzione al cucciolo "Puoi dirmi come ti chiami?"

"Shippo!"

...

Rin era stanca, ma aveva ben capito che Sesshomaru non si sarebbe fermato per nulla al mondo. Quindi, a capo chino, lo seguiva.

Aveva sperato che ricominciasse a risponderle, almeno a monosillabi, ma ciò non era avvenuto - neppure un grugnito. Sesshomaru si era imposto di non parlare, e manteneva il suo proposito.

La giovane aprì la borsa, prendendo una piccola bottiglia e bevendo un sorso del contenuto - thè. "Sesshomaru-sama, ne vuole un po'?" domandò poi cortese.

Nessuna risposta, il demone, che, sentito il rumore, si era leggermente voltato, aveva ripreso a fissare la foresta. Rin si sentiva sola.

"Er... ha fame?" gli allungò un pacchetto di patatine, ma l'assoluto silenzio non fece altro che incrementare la disperazione della moretta. Disperata, arrabbiata, Rin posò le patatine e allungò il passo, superando il demone - gelido, così gelido! - e continuando il suo cammino, voltando direzione ogni qual volta la sua memoria le dicesse di farlo, e inciampando di tanto in tanto in qualche sasso, o in qualche ramo, senza però mai cadere.

Poi, sentì il cammino di Sesshomaru arrestarsi. Si voltò.

Gli occhi gelidi del demone fissavano un punto impreciso della bosco, dove gli alberi formavano un groviglio.

E dove un esserino verde simile ad una rana, con gli occhi umidi, urlava, gracchiante "Padron Sesshomaru!"

Rin, sbigottita, vide il piccolo demone correre verso di loro, e prostrarsi ai piedi dello youkai. Sembrava sinceramente intimorito e felice, e la nigen incominciò a chiedersi se quel piccolo essere verde conoscesse Sesshomaru-sama.

"Jaken." disse con i suoi occhi dorati lo youkai - sembrava non vederlo, tale era l'indifferenza con cui pronunciò quella semplice parola.

"Padron Sesshomaru!" il demone si asciugò gli occhi con una manica del consunto vestito marrone, e poi alzò l'enorme bastone che portava con sè. "Quanti anni sono che non vi vedo... Padron Sesshomaru!!!" gli saltò addosso, prendendo nelle piccole mani il kimono bianco del demone.

Sesshomaru, infastidito, assestò un calcio al demone e lo gettò via, riprendendo il cammino. Rin, invece, corse a raccogliere il demone.

"J-Jaken... mi pare che Sesshomaru-sama ti abbia chiamato così... ehm, come stai?" chiese, scrollandolo. L'esserino le lanciò un'occhiata furiosa.

"Umana, come osi toccarmi, e come osi seguire il Padron Sesshomaru?"

"Tsk... non mi sembra il modo adatto di parlare con una persona."

"Tsk, tu sei una semplice umana! Quindi, lasciami in pace! E va' via..." con la mano, le fece cenno di allontanarsi "Sei solo un fastidio."

"Rin."

La ragazza si voltò, ancora incredula. Quella era la voce di Sesshomaru. L'aveva chiamata lui.

"A-Arrivo...!" Rin si rialzò, lasciando Jaken, che cadde a terra, e correndo dietro lo youkai, raggiante. Dopo poco, anche Jaken iniziò a correre per raggiungerli.

Sesshomaru li guardò con la coda dell'occhio mentre litigavano per il posto dietro di lui - Inetti.

...

"Shippo, come ti senti?" domandò Kagome.

Inu-Yasha, in un impeto di rabbia contro il cucciolo, che l'aveva preso in giro, gli aveva assestato una scarica di pugni sul capo. E ora Shippo piangeva disperato, rotolandosi sul prato e ripetendo quanto Inu-Yasha fosse cattivo.

"Tsk, la colpa è tua, non dovevi prendermi in giro." commentò l'hanyou, mentre carezzava il dorso della nekomata - incredibilmente, Kirara sembrava trovarlo simpatico.

"Inu-Yasha, è vero. Lui non avrebbe dovuto prenderti in giro. Ma non dimenticare che tu sei un adulto! Non dovresti comportarti così con i più piccoli, sappilo!" acida, Kagome gli riversò tutta la sua rabbia, mentre sul suo volto compariva un'espressione furiosa.

"Stregaaaa." Inu-Yasha iniziò a farle versacci.

Mentre i due si azzuffavano, Sango e Miroku, tranquillamente seduti poco più in là, sorseggiavano un thè.

"Come sono infantili." disse la sterminatrice, facendo un altro sorso.

"Eh, già... Sanguccia, meno male che io e te siamo così seri!" con calma, Miroku allungò una mano, prontamente fermata da Sango.

"Sta' buono. Io non sarò infantile come Kagome, ma fisicamente sono molto più forte, sappilo." 

"Si, lo avevo capito." ridacchiò Miroku, massaggiandosi il polso ormai gonfio.

Il silenzio piombò nella valle quando Kagome, in preda ad un eccesso di furia omicida, disse 10 "A cuccia" consecutivi. La buca scavata da Inu-Yasha era profonda, anche più delle altre volte, ma la miko assicurò a tutti che l'hanyou era sicuramente vivo - il suo borbottio furioso, e le sue imprecazioni mozzate le giungevano chiare alle orecchie.

Quando, tremante, lo videro ricomparire, tutti tirarono un sospiro di sollievo.

"Ora noi dobbiamo andare," disse a quel punto Kagome, rivolta a Shippo e Kirara "ma voi avete un posto dove stare?"

Shippo scosse il capo, mentre si mordeva il labbro inferiore e dagli occhi cadevano goccioloni continui "N-No... il mio papà è stato ucciso da Hiten e Manten, e Kirara, da quel giorno, ha fatto il possibile per me. Ma noi siamo soli!" tirò su col naso.

La mora li guardò un paio di secondi, prima che gli occhi le si riempissero a sua volta di lacrime "Inu-Yasha, non possiamo lasciarli soli!"

L'hanyou sentì la mascella cadergli a terra, e spalancò gli occhi ambrati "Cosa? No, è fuori discussione. Non possiamo portare dei bambini con noi!"

"Invece si!"

"Già."

Kagome e Shippo, insieme, erano una squadra inattaccabile - quando anche Miroku, mosso a pietà, si aggiunse al gruppo, sfoderando i suoi famosi Occhi da cane bastonato, Sango e Inu-Yasha furono costretti a capitolare.

"Ma solo per un po'." la sterminatrice lo disse subito, chiara e coincisa, ma nessuno le diede ascolto, visto che i tre erano intenti a festeggiare, mentre Kirara miagolava contenta.

Il gruppo era finalmente al completo.


Hola a tutti!
Forse, come lasciava capire il titolo (XD), avete tutti capito cosa succedeva in questo capitolo prima ancora di leggere! XD Va beh, spero che vi piacciano, queste entrate in scena! XD Il gruppo di Inu-Yasha non sarebbe stato tale, senza Kirara (la mia micinaaaa) e Shippo (^^ Shippetto!). E neppure il gruppo di Sesshomaru, sarebbe stato tale, senza il "mitico" Jaken! XD Spero che non risulti troppo OOC, il caro esserino verde! XD Mmm... Ho deciso! Vi darò uno spoilerino sul prossimo capitolo ^^. Comparirà un altro personaggio... leggermente attaccato a Kagome... che non prova tanta simpatia per Inu-Yasha... Dai, che ci siete arrivati! XD
Ho notato un calo dei commenti... non dico che non mi dispiaccia, ma, se non avete commentato, forse vuol dire che la fic non vi piace più. Se è così, non esitate a farmelo sapere, ok?
Comunque, ci tengo a dedicare questo capitolo a Kikka, come augurio per la nuova fic e come regalo per l'ultimo capitolo di From now, a Martulla, come augurio per la nuova fic e come ringraziamento perchè sopporta i miei scleri e mi aiuta con la nuova fic che ho in cantiere, a Kadduccia Bedduccia, perchè, come Marty, sopporta la nuova fan e parla con me (grazie, microfono, anche se sei stupido ti adoro comunque!)... e a Lily, perchè è Lily, perchè mi sopporta e perchè legge i miei scleri e mi dice che ne pensa!!! E, naturalmente, a tutti coloro che chattano con me su msn!
RINGRAZIO (e mi scuso se non mi dilungo, ma vado di fretta):
KaDe (Kadduccia Bedduccia, regina delle Anaconda)
kingdomheart (Mery ^^)
emily ff (Gin ^^)
Michiyochan
KAGOlove (Ramo ^^)
inufanforever (Kikkaaaa)
kirarachan (Vale ^^)
Aryuna (e la fantastica pelliccia di Sessho!!! XD)
Bchan
jessy101 (Jessy ^^)
cri_91
7919 (Ika alias Icchan)
Kaggi_Inu91 (Giulia!!! ^^)
ryanforever
ran ugajin92 (Martulla, signora dell'Anaconda)

Grazie anche a chi solo legge ^^. Aggiornerò il prima possibile, ve lo giuro. Ma voi continuate a seguirmi e a farmi sapere che ne pensate, eh? (P.S. Non è che qualcuno potrebbe lasciarmi un bel commentone, se ne ha tempo? *_* Lo gradirei smisuratamente - anche se, però, gradirò ugualmente anche i commenti brevi ^^). Un bacione a tutti!!!
P.S. Presto, probabilmente, poserò una nuova fan fic, dai toni più leggeri e comici... spero seguirete anche quella!!! ^^ Besos!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Youkai ***


New Fan Fic 11 Because of you
Capitolo 9  -  Youkai






"Inu-Yasha, dobbiamo fare una pausa per l'acqua."

...

"Inu-Yasha, abbiamo sonno, lasciaci riposare!"

...

"Inu-Yasha, io e Sango vorremmo farci un bagno, quindi attenti a non sbirciare!"

...

L'hanyou si sedette, furioso, in una piccola radura, interamente coperta dalle verdeggianti chiome degli alberi. Una vena gli pulsava sul capo, e batteva ritmicamente il piede per terra, in ansia.

Kagome, saltellando compiaciuta, non faceva altro che proporre soste, subito approvate - e appoggiate - dai restanti membri del gruppo. E lui, unico hanyou del gruppo, veniva messo alle strette dai 3 umani e il piccolo kitsune. Umiliante.

Ora, la miko aveva anche proposto di farsi un bagno - ridicolo. Ma se c'era qualcosa di realmente ridicolo, era stato il suo Quindi attenti a non sbirciare. E' vero. Il monaco era un pervertito. Ma rivolgere la stessa frase anche a lui era stupido, dato che, di vedere quella mocciosa nuda, non poteva importargli di meno.

Sbuffò per l'ennesima volta, mentre Shippo, con la suo voce troppo stridula, avvisava gli altri che avrebbe raggiunto le ragazze e Kirara alla fonte.

"I-Inu-Yasha..." Miroku si avvicinò tremante all'hanyou, massaggiandosi la guancia rossa, ultimo regalo della sterminatrice "Posso andare anch'io?"

Inu-Yasha inarcò il sopracciglio, vagamente infastidito da quella possibilità.

Gli andava che Miroku venisse picchiato? Si, questo si. Era uno spettacolo esilarante.

Voleva che Miroku si allontanasse e lo lasciasse in pace? Si, un po' di riposo gli avrebbe fatto bene.

Ma... gli andava che Miroku sbirciasse Kagome?

Scattò in piedi, rosso in volto, e afferrò il vestito del monaco "Tu non vai a farti pestare. Poi Kagome se la prenderebbe con me."

Il monaco si mosse, obbligandolo a lasciarlo, e si sedette sotto un albero piuttosto grande, sospirando afflitto ogni pochi minuti.

Finalmente, il gruppo tornò.

Kagome e Sango, entrambe con un corto vestitino pastello - quello di Kagome celeste e quello di Sango verde -, si sfregavano con forza i capelli con un asciugamano in tinta con il vestito. Shippo, poco distante, era comodamente disteso su Kirara, e beveva avidamente da una bottiglia.

"Possiamo andare?" chiese allora Inu-Yasha. Non che l'idea di raggiungere suo fratello gli sorridesse poi tanto, a dire il vero. Avrebbe preferito tornarsene indietro, procurarsi una freccia, piantarsela nel petto, e ricominciare a portare rancore a Kikyo, che non era stata abbastanza forte da opporsi a chi l'aveva uccisa.

Ma, doveva ammetterlo... l'idea di vedere il volto di Sesshomaru furioso lo riempiva di gioia. Suo fratello avrebbe certamente dato di matto, sapendolo vivo e in salute. Si, una cosa che non poteva assolutamente perdersi!

"No."

Inu-Yasha voltò di scatto il capo verso di lei, furioso fino all'inverosimile. "E perchè mai, no?"

"Perchè è notte." Kagome indicò il cielo vermiglio. Era il tramonto, tra poco avrebbe fatto buio.

In effetti, proseguire sarebbe stato impossibile, almeno in quel tratto di bosco. C'erano troppi alberi, e troppi grovigli di cespugli. No, in definitiva, proseguire sarebbe stato difficile per un qualsiasi essere umano.

Ma Inu-Yasha, forte dei suoi poteri da hanyou, non riteneva il percorso difficile. E, visto il suo scarso senso critico, non riusciva a capire perchè Kagome si opponesse così strenuamente.

Il litigio che ne nacque fu a dir poco esilarante - Sango, Miroku e Shippo non avrebbero mai potuto dimenticare il volto dei loro amici paonazzo, mentre Kagome gli lanciava contro ogni oggetto possibile ed immaginabile contenuto nel suo zaino, e l'hanyou lanciava suoni strozzati.

Naturalmente, la moretta vinse, e il gruppo si accampò nella valle.

Inu-Yasha, indispettito, salì sull'albero più alto, deciso a non proferire parola - Kagome fece del suo meglio per farlo scendere a cena, ma l'hanyou perseverò sulla sua posizione.

Sapeva di avere torto. Lo aveva capito, Kagome gliel'aveva spiegato. Ma il suo orgoglio gli impediva di scendere.

Poggiò il capo contro il duro legno, e si diede dello stupido - sentiva un odore salato pizzicargli il naso, misto ad un leggero profumo di rose. Kagome stava piangendo, e lui non capiva minimamente il perchè. Si sentiva inutile.

Lanciò uno sguardo alla radura, ma il groviglio di alberi gli limitava la visuale - scese qualche ramo più in basso, distendendosi con grazia, come se nulla fosse.

Sango dormiva abbracciata a Kirara, con cui aveva fatto amicizia. Miroku, poco distante, muoveva la mano su e giù, esattamente come se stesse palpando un fondoschiena.

Poi c'era Shippo, disteso vicino al fuoco, con un'espressione beata sul volto.

E Kagome, distesa nell'angolo più buio. I capelli, ancora leggermente bagnati, benchè fosse passato molto tempo da quando avevano fatto il bagno, le si erano attaccati sulla schiena e sul volto. Una mano accanto al volto, chiusa a pugno. Le labbra erano semidischiuse... Come aveva immaginato, ai lati degli occhi c'erano chiari segni di lacrime.

Con un balzo, le atterrò accanto, chiedendosi il perchè del suo gesto.

Kagome continuava a dormire profondamente.

Si chinò, mentre il pungente odore di rose lo inebriava.

Cosa stava facendo?

Sobbalzò, confuso dalla sua stessa domanda, e si alzò in piedi, mentre sul volto di Kagome appariva un debole sorriso - Di scherno? si chiese Inu-Yasha.

Poi, un rumore tremendo lo attirò, e svegliò tutti i presenti.

...

Rin era ancora incredula.

Nello stesso momento in cui il cielo si era oscurato, Sesshomaru si era fatto strada tra gli alberi e, senza proferire parola, li aveva condotti in una piccola grotta. La nigen non capiva perchè Sesshomaru, che, fino a quel momento, non aveva dato segno di interessarsi ai due che lo seguivano, si fosse fermato, e seduto in un angolo.

Jaken, sbigottito anche più di lei, iniziò subito le sue moine al padrone, chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa che il fedele Jaken gli avrebbe potuto procurare. Poi, non appena lo youkai lo guardò con rabbia, il piccolo essere verde indietreggiò, si inchinò, e tornò dalla ragazza. Rin, affamata, aveva iniziato a mangiare qualcosina, rendendosi conto di avere, purtroppo, troppo poco cibo per un viaggio lungo.

"Sesshomaru-sama?"

Lo youkai la guardò con la coda dell'occhio, lasciandole intendere che la stava ascoltando.

"Ehm... quando le è comodo, potrebbe aiutarmi a procurarmi del cibo?" lo aveva detto con un filo di voce, abbassando poi imbarazzata il capo.

"Jaken." Rin sospirò - no, a Sesshomaru non importava nulla, di lei "Aiutala a trovare del cibo." La ragazza alzò di scatto il capo. L'aveva detto davvero?

Quella era davvero una scena strana. Sesshomaru, fino a quel momento, si era limitato a poche parole, a deboli rispose a monosillabi.

"Padrone!" Jaken sembrava contrariato "Devo trovare del cibo per un'umana?"

L'ennesima occhiataccia del demone lo bloccò. A Jaken sembrò quasi un avvertimento di morte - rabbrividendo, si scusò per la sua maleducazione, e assicurando loro che avrebbe fatto il possibile, per soddisfare i desideri del padrone.

La nigen guardò Sesshomaru.

Era anche più imponente di quanto non lo fosse nel quadro.

Simile al padre, questo si, ma con tratti più fini. Di certo bello, eccezionalmente bello.

Ma non di certo una persona allegra. Sesshomaru aveva più cose in comune con un pezzo di ghiaccio, che con un cane, sebbene fosse un'Inu youkai.

Le uscì spontaneo un sospiro afflitto. Poi, il sonno la vinse.

...

"Cos'è questo fracasso?" chiese Sango saltando in piedi, e stringendo con forza la nekomata - Kirara miagolò, ma non la graffiò.

Non ne ho idea." rispose Inu-Yasha, continuando a fissare il folto della foresta. Sentiva un orrendo odore di lupo, e la cosa non gli andava a genio.

Oltre alla puzza di lupo, nell'aria c'era un acre odore di sangue di demone, misto a sudore, terra... Una battaglia, di certo.

La domanda era: a loro doveva importare?

Inu-Yasha era ansioso, desideroso di raggiungere il campo di battaglia e battere quanti più demoni possibile. Ma sembrava l'unico che prendesse quest'alternativa in considerazione. Gli altri sembravano tutti decisi a levare le tende - tutti, meno Kagome.

"C-C'è davvero una battaglia in corso?"

L'hanyou la guardò con sufficienza, per poi allargare gli occhi sorpreso. "Si." 

Kagome si stringeva in sè stessa. Chiaro sul suo volto si poteva leggera la paura, e Inu-Yasha, per la prima volta in vita sua, non se la sentì di prenderla in giro. Poteva dire ciò che voleva, ma una battaglia non era uno scherzo, e lei faceva bene ad averne così paura.

"Kagome, andiamò via." suggerì a quel punto Sango, cercando di scuoterla dallo stato di trance in cui era caduta. Ma Kagome, testarda, continuava a mantenere il capo basso, e gli occhi puntati al suolo.

Si sentiva male solo pensando all'eventualità della morte. E non le andava di far correre rischi ad Inu-Yasha - non potevano mai sapere chi fosse il nemico.

Se si fosse trattato di Hiten e Manten, dubitava che un piccolo gruppo formato da tre umani, due youkai e un hanyou potesse perire, ma avrebbero potuto avere qualche vittima, questo si. E neppure questo le andava bene. Così, alzò di poco gli occhi, e cercò conforto nelle iridi topazio dell'hanyou. Chiare e penetranti. I suoi pensieri negativi si dissolsero in un baleno, mentre osservava rapita il giovane.

"Io penso che... dovremmo vedere che sta succedendo." se la prima parte era stata poco più di un sussurro, la seconda parte era forte e decisa, così che tutti potessero udirla nettamente. Senza vergogna, nonostante sapesse bene di quelle che potevano essere le conseguenze del suo gesto, si avvicinò ad Inu-Yasha e gli strinse la mano, trascinandolo con sè verso il folto della foresta - i suoi poteri, acuti come non mai, sentivano le presenze demoniache poco distanti.

Lui la lasciò fare, sorpreso a sua volta dal comportamento della ragazzina, così assurdo da sembrare impossibile.

Ma aveva ormai capito che la parola impossibile non era compresa nel dizionario di Kagome Higurashi - accelerò, fino a superarla, e se la caricò in spalla - "Saremo più veloci, così."

Lei gli poggiò il capo sulla schiena, stringendo la stoffa dell'abito dell'hanyou e sfiorando le ciocce argentate dei suoi capelli ogni qualvolta le fu possibile. Così morbidi! Ancora una volta, si chiese come Kikyo avesse potuto avere il coraggio di imprigionarlo... Rapido e veloce, sgusciava tra gli alberi, mentre le fronde degli alberi passavano ai loro fianchi, senza neppure sfiorarli - Kagome sentiva distintamente Sango e Miroku chiamarli, mentre cercavano di raggiungerli con Kirara. L'unico punto a loro svantaggio, erano le dimesioni di Kirara, leggermente troppo grandi per correre senza problemi nel ridotto spazio.

Inu-Yasha si fermò di botto, e Kagome fu quasi sbalzata via con violenza. Leggermente infuriata, si sporse per vedere cosa li aveva bloccati. E sentì un flebile ringhio salire dalla gola di Inu-Yasha...

Decise quindi di guardarsi in torno, dato che Inu-Yasha fissava accigliato qualcosa, e non dava l'impressione di volerla lasciare scendere. Per quanto le era possibile, si sporse. E represse un urlo.

Era un campo di allenamento - o, per meglio dire, quello che ne resta.

Cadaveri su cadaveri erano ammassati nell'angusto spazio, e un lago di sangue rendeva il tutto surreale - Kagome non potè non ripensare a quei terribili film horror che tanto andavano in voga nel suo regno, ricordando distintamente le risata che si era fatta quando, andando al cinema con Sango, aveva visto scene come questa - "Troppo finte, impossibili." aveva sempre detto, per giustificarsi. Trattenne disgustata un conato di vomito.

In piedi, nel campo di battaglia, c'era un solo demone.

Aveva lunghi capelli neri, tenuti in una specie di coda di cavallo. Gli occhi, leggermente dilatati, mostravano al loro centro una chiarissima iride celeste. In contrasto, aveva una pelle scura, abbronzata, e un fisico muscolso fino all'inverosimile. Ma non troppo. Di un'atleticità sorprendente, ma non eccessiva.

Kagome non poteva che esserne affascinata. Era una youkai, come segnalavano le sue orecchie appuntite e la coda marrone da lupo - lo avrebbe capito anche in assenza di questo, dato che indossava una gonnellina di pelliccia e un'armatura. La nigen strinse la presa su Inu-Yasha, che ringhiò "Sta attenta. E' pericoloso."

La fece scendere, e Kagome, ancora incerta, cadde con un tonfo. Subito gli occhi celesti dello youkai si puntarono famelici su di lei.

"Inu-Yasha, non sapevo avessi una nigen così bella al tuo seguito..." lo youkai avanzò verso di loro, e Inu-Yasha si mise tra di lui e Kagome. Chiaramente lo conosceva.

"Tsk, Koga, dovevo immaginarlo che dietro questo macello ci fossi tu..." ringhiò furioso l'hanyou. Koga non diede peso alla questione, continuando a guardare Kagome. Tremante, la studentessa si era riparata dietro Inu-Yasha. 

"Che bella femmina. Devo ammetterlo, Inu, hai gusto. Ma, mi dispiace per te... devi darmi questa nigen."

Inu-Yasha allontanò impercettibilmente Kagome, come se le dicesse di andar via, ma lei continuava a stringersi con forza contro di lui.

Koga, con un balzo, si ritrovò dietro Inu-Yasha. L'hanyou fu troppo lento, e Koga afferrò agilmente la ragazza, prendendola tra le braccia e ritornando al centro del campo. Per quanto Kagome si dibattesse, facendo del suo meglio per farsi lasciare, Koga dimostrò una forza non indifferente - non voleva fargli male, quindi la miko titubava a sferrargli un attacco, benchè fosse nelle sue capacità.

"Ti ringrazio per questa splendida nigen, ne avrò la massima cura." indietreggiò, mentre un ringhio cupo nasceva dalla gola del mezzo-demone. "Addio."

Koga corse via, e Inu-Yasha, impotente, iniziò a corrergli dietro, purtroppo presto distanziato.

Quando Sango e Miroku riuscirono a raggiungerlo, con gli occhi inettati di sangue ringhiò "E' stata rapita."


Kagome diventa più sfortunata capitolo dopo capitolo, eh?
Comunque, vi ringrazio tantissimo, come sempre, con i commenti, e mi scuso: vado molto di fretta, non posso rispondere ai commenti... giuro che, la prossima volta, scriverò 5 righe a testa!
RINGRAZIO:
Michiyochan
7919
Yunie88
Morgana86
KAGOlove
Bchan
Kaggi_Inu91
kirarachan
ryanforever
ary22
ran ugajin92
Isy_264
inufan4ever
jessy101
KaDe
Grazie mille per i commenti, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Besos!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Avventura nella grotta dei lupi ***


New Fan Fic 12 Because of you  
Capitolo 11  -  Avventura nella grotta dei lupi  






Kagome, svenuta durante la corsa, riaprì gli occhi in una caverna.

Tutt'intorno a lei, un enorme branco di lupi, e altrettanti demoni della medesima specie, la osservavano femelici.

Era distesa in un comodo giaciglio di paglia, e riconobbe, poco distante, Koga, intento ad assegnare i più svariati compiti a qualche suo sottoposto - per qualche ragione, Kagome intuì subito che Koga doveva essere il capo.

Ogni tanto, ad intervalli quasi regolari, un lupo e un demone le si avvicinavano, mentre un leggerlo strato di bava colava loro dalla bocca. Ogni volta, Kagome recitava un silenzioso incantesimo per garantirsi una protezione. Ringraziando i Kami, Koga rimproverava aspramente i demoni, per poi allontanarli dalla caverna.

Dopo poco più di un'ora, i tre quarti dei demoni presenti inizialmente nella grotta erano stati cacciati di malo modo, e Koga, compiaciuto, aveva preso posto accanto a Kagome, continuando a fissarla con i suoi occhi troppo chiari. La studentessa lo trovava irritante, e si allontanò.

"Perchè continui a fissarmi?" domandò poi piccata.

Koga ghignò "Perchè non credevo che mio cugino avesse gusto per le donne... dopo quella strega di Kikyo, mi aspettavo una come lei, non una bellezza come te!" 

La sacerdotessa si chiese se era suo dovere prendere il tutto come un complimento, o rimproverarlo per quello che aveva detto su Kikyo. Alla fine, optò per mormorare "Cugino?"

"Già." Koga storse il naso, infastidito "Non è, però, che siamo proprio cugini... il discorso è più vasto. Quegli inetti dei demoni cani discendono dal nostro stesso ramo... ma loro sono scesi a valle, si sono affezionati agli umani. Lasciati addomesticare. Tsk! Noi, invece, siamo ancora forti come i nostri avi, e li batteremmo di certo, se ci trovassimo ad affrontarci!"

Kagome lo guardò curiosa "E allora perchè lo chiami cugino?"

"Tsk, ci hanno cresciuti insieme, come cugini. Quindi, istintivamente lo chiamo così."

La mora annuì, mentre il demone lupo allungava un braccio per afferrarla. La barriera reagì, bruciandogli le punte delle dita. Doloroso.

"Ahi!"

"S-Scusa, non ho... io... scusa, non era mia intenzione."

Koga si lasciò cadere all'indietro, rotolandosi nella paglia, divertito dall'umana che, visibilmente in imbarazzo, continuava a chiedergli scusa. "Adesso capisco cosa ci trova Inu-Yasha in te!" esclamò, asciugandosi una lacrimuccia.

Kagome lo osservò, scettica "Inu-Yasha mi odia." sentenziò.

"Nah, altrimenti non mi avrebbe ringhiato contro quando mi sono avvicinato."

"Posso chiederti una cosa?" mormorò a un tratto Kagome, spezzando il silenzio imbarazzato creatosi dopo l'ultima affermazione dello youkai. Koga annuì, sorpreso. "Che... che tipo era Kikyo? Voglio la tua opinione."

"Beh... Kikyo era una bella donna. Ed aveva anche un fascino non indifferente. Guardandola, non potevi non capire perchè Inu-Yasha ne fosse affascinato... Però... si, nigen, c'è un però" disse in risposta all'occhiata confusa della giovane. Non c'erano mai ' però ', nelle leggende. "Kikyo era fredda. Una donna che non poteva essere donna. Kikyo detestava il suo modo di essere, e detestava la sua stessa esistenza. Non mi stupisce la sua fine. Uccisa poco prima della cerimonia che le avrebbe tolto l'incarico di sacerdotessa..."

Kagome si limitò ad annuire. Era stato riportato nelle leggende, in effetti, che, il giorno in cui Kikyo era morta coincideva con il giorno in cui la carica di sacerdotessa le sarebbe stata tolta, e lei avrebbe potuto, finalmente, vivere tranquilla con Inu-Yasha. Osservò lo youkai. Mille altre domande le occupavano la mente, ma sapeva bene che doveva tacere. Koga, in questo momento gentile e affabile, non aveva esitato a uccidere... a proposito, ora che ci pensava bene...!

"Koga, chi hai ucciso, prima? Non erano umani, è certo, ma..."

"Erano Hiten e Manten, due inutili fratelli demone, forse te ne hanno parlato. Iniziavano a darmi sui nervi."

"E gli altri cadaveri?"

"Demoni uccisi in precedenza da quei due scriteriati."

"Ah." rispose la ragazza, cingendosi con le braccia le mani e posando il capo sulle ginocchia. Un sospiro afflitto le uscì dalla bocca, mentre chiudeva gli occhi e ripensava ad Inu-Yasha. Magari, ora, era felice e contento, era fuggito da Sango e Miroku, e si stava divertendo...

"Ragazza, posso raccontarti una cosa?"

...

"Rapita? Tu hai permesso che la rapissero?" Sango lo osservava torva, trattenendosi a stento dal prenderlo a schiaffi. Kagome non sarebbe stata contenta di sapere che aveva picchiato il suo Inu-Yasha.

Miroku, cercando di mantenere la calma, osservava l'hanyou - si era seduto per terra, mentre con le mani stringeva i ciuffi d'erba. Le unghie, pian piano, si stavano allungando, e gli entravano nella carne. Graffi anche troppo estesi si stavano aprendo sulle sue mani, e Miroku ne era preoccupato.

Per di più, Inu-Yasha aveva serrato le labbra, mentre i canini, esattamente come le unghie, gli penetravano nel labbro inferiore. Si stava facendo male da solo.

Miroku sapeva che Inu-Yasha perdeva spesso il controllo, era una cosa tramandata di generazione in generazione, nella sua famiglia. Il sangue di youkai, eccessivamente potente per un corpo umano, gli faceva perdere la ragione, specie quando qualcosa di negativo avveniva ad Inu-Yasha. E il rapimento di Kagome, avvenuto sotto i suoi occhi, doveva essere stato molto negativo.

L'aveva alzato da terra, ricevendo per ricompensa un graffio profondo sulla spalla, e iniziò, seguito da Sango, Kirara e Shippo, a camminare per il bosco. Quando Inu-Yasha si fu leggermente calmato, lo costrinse a fiutare l'aria, alla ricerca dell'odore di Kagome. Lui annuì.

"Niente da fare..." ennesimo ringhio cupo dell'hanyou, che ricominciava ad avere un leggero attacco di panico "C'è troppo tanfo di lupo, per poter seguire un'unica traccia."

Poi accadde.

Una valanga scarlatta si abbattè su Inu-Yasha, lanciando urletti eccitati.

"INU! Quanto tempo, davvero! Sono così felice di rivederti vivo e in salute! Ma non eri attaccato ad un albero? Eh? Già, in effetti lo eri, no? Ah! Hai già incontrato Koga? Lo sai che non vuole sposarmi? E..."

Inu-Yasha allontanò la ragazza che gli si era buttata contro. Aveva i capelli rossi, tenuti legati in due codini ai lati del volto. Gli occhi erano di un bel verde, ed era di carnagione chiara.

Non era eccessivamente alta, ma neppure una nanerottola, ed indossava un abito di pelliccia bianco.

Chiaramente una youkai lupo, pensò Sango, sorpresa dalla confindenza che quella ragazza dimostrava ad Inu-Yasha: se ci fosse stata Kagome, con ogni probabilità si sarebbe messa a piangere, rosa dalla gelosia.

"A-Ayame, calma, lasciami respirare." mormorò Inu-Yasha, spaventato da un possibile secondo attacco della furia rossa. "Cosa ci fai qui? Non vivevi sulle montagne a nord?"

"Si, ma..." Ayame si allontanò dall'hanyou, abbassando il capo e prendendo a calci qualche sassolino. "Koga mi odia, Inu! Non ne vuole sapere di sposarmi. Aiutami tu!" allargò gli occhi, lasciando che le lacrime le corressero lungo le gote. Un'aria tenera che le sia addiceva poco.

"E cosa dovrei fare, di grazia?" chiese il mezzo-demone. Ayame lasciò in pace i sassolini per abbattersi nuovamente su Inu-Yasha.

"Basta che tu gli vada a parlare, e gli dica che deve mantenere la promessa!"

La fa facile, pensò contrariato, forse ha dimenticato che Koga non lo si può costringere a far niente. Come quando eravamo bambini, il lupaccio non si fa obbligare da me. Cosa pretende che io faccia?

Ayame lo osservava contenta, ignara dei suoi sconfortanti pensieri, e Miroku decise di prendere in mano la situazione "Ma certo! Inu-Yasha la aiuterà di certo!" era pronto a saggiare le grazie della giovane ma Sango, più veloce, gli afferrò il polso e lo fece fermare, sibilandogli "Smettila". Miroku annuì - Sango, scura in volto, lo fulminava con lo sguardo...

"Allora vi conduco subito da lui!" sentenziò la youkai "Avete cavalcature abbastanza veloci da seguirmi?" chiese poi agli umani.

La sterminatrice indicò Kirara "Una nekomata."

"Mmm... si, può andar bene. Le nekomate sono veloci, e questo tratto è abbastanza tranquillo, ci sono pochi alberi che potrebbero costituire un grosso problema." La yasha iniziò a sgranchirsi, facendo svolazzare i capelli intorno al capo.

Poi, quasi senza preavviso, urlò "Si parte!", e iniziò a correre a perdifiato, seguita da Inu-Yasha e, dopo qualche secondo, dal resto del gruppo in sella a Kirara.

Si fermò solo giunta davanti ad una grotta, mantenendo il silenzio per tutto il tragitto.

"E' questo il covo di Koga, vero?" mormorò Inu-Yasha, storcendo il naso infastidito "Il suo pessimo odore di lupo rognoso impregna l'aria in modo fin troppo fastidioso."

Ayame annuì, per poi sferrare un pugno dietro la nuca all'hanyou "Lascia in pace il mio Koga. Non ti consento di parlargli così, tsk!"

Non rispose, ricadendo nel suo mutismo e strappando con rabbia la tenda di pelliccia che fungeva da porta davanti all'ingresso dell'abitacolo. L'oggetto cadde con un nitido tonfo sul terreno, e Inu-Yasha la allontanò con un calcio, prima di guardare circospetto l'interno. Era una caverna piuttosto ampia, nel contesto, ma impregna di un disgustoso odore di carne in putrefazione - diede la colpa alle carcasse stipate in un angolo.

Koga era seduto di spalle nell'angolo opposto, su di una balla di fieno ampia, che fungeva da letto.

Quando lo youkai si mosse, impercettibilmente, la figura di Kagome fece capolino. Stava ridendo. Inu-Yasha era sconvolto.

"... e io gli dissi "Inu-Yasha, il fango!". Ma lui non lo vide, e ci inciampò dentro con la faccia... AHAHAH... quando riemerse, era totalmente marrone, anche la bocca era piena di fango!"

Koga rideva ormai senza ritegno, mentre Kagome si copriva le labbra con un mano, mentre gli occhi le lacrimavano per il ridere.

A quel punto, lo youkai si volse, e regalò uno stupefacente sorriso di scherno all'hanyou, che tremava di rabbia "Ehilà, cuccioletto, ci sei anche tu, noto!"

Kagome smise di ridere, mentre Inu-Yasha entrava rapido nella stanza - un paio di demoni lupo tentarono vanamente di trattenerlo, ma lui li lanciò con rabbia al suolo "Che bisogno c'era di raccontarle anche questo, Koga?"

"Non dirmi che ti vergogni!"

"No che non mi vergogno!" ribattè rosso Inu-Yasha, mentre le orecchie si abbassavano e iniziava a torturarsi le mani.

"Si vergogna." confermò quindi lo youkai, avvicinandosi a Kagome - fu in quello stesso istante che Ayame si decise ad entrare.

Non appena focalizzò l'immagine di Koga, iniziò a chiamarlo. Ma, quando l'immagine di una nigen si affiancò a quella del suo amato Koga, una furia improvvisa la scosse. Si gettò tra le braccia di Koga, travolgendolo e spedendolo al suolo "Koga-kun, tesoro!"

"Ayame, scrollati."

"Ma Koga-kun! Come puoi trattare così la tua promessa sposa?" dicendo queste parole, guardò di sottecchi Kagome, in attesa di una sua reazione, magari furiosa. Ma la nigen continuava a fissare Inu-Yasha, stuzzicandolo con gli aneddoti appena ascoltati.

"Ayame, ti ho già detto che non sei la mia promessa sposa. Anzi!" si alzò, afferrando una mano di Kagome, sotto lo sguardo interdetto dei presenti "Kagome cara, da oggi in poi tu sarai la mia donna."

"La tua donna?"

"Esattamente, tesoro." le cinse la vita "La madre dei miei figli, la donna che starà al mio fianco per tutta la vita."

"Ma... ma... Koga, io non... non ti ricambio!"

"Non è un problema, ti innamorerai di me, hai tempo."

Una vampa di calore avvolse la stanza, e tutti si voltarono verso Ayame, fumante, furiosa. Aveva ormai assunto una tonalità simile a quella dei suoi splendidi capelli scarlatti, e i suoi occhi verdi minacciavano d'incenerire Kagome "Giù le mani da Koga..." sibilò. Kagome non se lo fece ripetere due volte, allontanandosi dallo youkai. "Nigen, sappi che non mi piaci neppure un po'. E Koga è mio, quindi non osare mai più toccarlo. Intesi?" l'ultima parola non era molto facile da capire, poichè chiaramente un ringhio, ma la miko la intuì - aveva passato troppo tempo con Inu-Yasha, convinto che i suoi suoni gutturali fossero chiarissimi per ogni altro essere vivente.

"C-Certo, non preoccuparti." E chi te lo tocca?!?, aggiunse tra sè e sè, attenta a non proclamarlo ad alta voce. Non poteva sapere se la yasha si sarebbe offesa per un'osservazione simile, quindi era meglio tacere e fingersi accondiscentete.

Passarono tranquillamente un paio d'ore a parlare con Koga, informandosi degli ultimi cambiamenti del regno e dei pericoli delle zone circostanti cui sarebbero andati incontro. Kagome fece del suo meglio per mantenersi attenta, ma Ayame, spesso e volentieri, le indirizzava qualche frecciatina, cui lei rispondeva con un sorriso tirato. Non capiva il motivo dell'astio della yasha, visto che a lei, di Koga, non importava - almeno non in quel senso: le era simpatico, ma preferiva Inu-Yasha, benchè questi fosse irritante, irrascibile, maleducato, sfacciato e tanti aggettivi che neppure poteva pensare.

Quando giunse il momento di lasciare la grotta, lo youkai lasciò trapelare il suo disappunto, emettendo suoni gutturali di frustrazione e tentando - vanamente - di tenere la studentessa con sè.

"Kagome" Shippo le saltò sulla spalla, mentre lasciavano che la rupe della tribù Yoru sparisse dietro di loro "ma tu volevi restare con Koga? Volevi lasciarci soli?"

La mora lo guardò con tenerezza, mentre gli carezzava amorevole il capo "No, certo che no. Ora che ti ho trovato, mica posso abbandonare il cucciolo di volpe più carino del mondo?"

Il cucciolo le si strinse conto, ridente, lasciando che le lacrime trattenute quella mattina scorressero. Dietro di loro, la voce sarcastica di Inu-Yasha sbottò "Il cucciolo di volpe più carino del mondo, ma per favore! Quel volpino spelacchiato è carino quanto un kappa."

Sango e Miroku arrestarono il loro cammino, preoccupati per la loro incolumità, mentre la mora osservava l'hanyou con sufficienza, e poi sbuffava rumorosamente "Non impari mai, vero? Non ti avevo chiesto di lasciare in pace il piccolo Shippo?"

La ragazza avanzò verso Inu-Yasha - Shippo corse da Sango, spaventato.

"A CUCCIA! A CUCCIA! A CUCCIA!"

In risposta ai tre urli di Kagome, tre sonori schianti risuonarono nella foresta, mentre sul sentiero si apriva l'ennesimo solco. Avrebbero dovuto riempirli, probabilmente, o qualcuno ci sarebbe potuto inciampare dentro...

Decisero, quindi, di prendere Inu-Yasha ancora svenuto e di accamparsi in una radura.

...

Rin si era svegliata presto, quella mattina. Ancora intorpidita dal sonno, si era sfregata gli occhi e aveva sbadigliato. Poi, a tentoni, aveva cercato nell'oscurità della grotta la sagoma di Sesshomaru.

Trovò solo Jaken addormentato contro un muro, con il suo bastone tra le mani e un'espressione terrorizzata - stava forse sognando una punizione di Sesshomaru?

Insoddisfatta, optò per uscire dalla caverna, e cercare lo youkai.

Non ci volle molto.

Era fermo davanti ad un albero, sul margine della foresta, e osservava assorto le mille crepe nella corteccia.

"Sa che è grazie alla corteccia se si può definire l'età di un albero?"

Sesshomaru voltò il capo - solitamente, sorprenderlo era impossibile.

"Scusi la stupidata... era un modo per istaurare un discorso!" ridacchiò la nigen, avvicinandosi cauta "Sa, Sesshomaru-sama? Lei è molto silenzioso. Ogni tanto, dovrebbe esprimere la sua opinione, dovrebbe dire qualcosa. Altrimenti, chi la sta intorno potrebbe pensarla come un pezzo di ghiaccio ed evitare ogni contatto con lei, in futuro. Dovrebbe mostrarsi più umano."

Sesshomaru non rispose, rivolgendo nuovamente la sua attenzione all'albero. La ragazza, però, perseverò col suo discorso.

"Perchè non parla? So che lo sa fare, me ne ha dato prova. Su, apra la bocca e dica qualcosa. Non le chiedo poi tanto, mi sembra." incrociò le braccia sul petto, mettendo il broncio. Chissà che Sesshomaru non si intenerisse davanti ad una donna con i lacrimoni agli occhi. Beh, tentar non nuoce...

Aprì bocca per dire l'ennesima cosa, quando Jaken arrivò correndo - Rin si stupì che, con quelle tozze gambette, l'essere verde fosse così veloce.

"Padron Sesshomaru, ha forse cercato di sbarazzarsi di me? Mi ha abbandonato solo in quella caverna... Padron Sesshomaru, la prego, non lasci più il suo umile servo solo!" Jaken gli si buttò su di una gamba nuovamente, così che Sesshomaru fu costretto ad allontanarlo con una delle spade che portava al fianco.

"Umana, hai detto che hai bisogno di cibo, vero?"

Rin annuì, mentre Sesshomaru la sollevava e la portava con sè nel folto del bosco. Rin aveva paura, e gettò le sue braccia intorno al collo dello youkai. Era così veloce... urlò di terrore, quando quasi andarono a sbattere contro un albero. In quel momento, decise di non voler vedere dove la stava portando, e chiuse gli occhi.

Quando si fermarono, un odore che non riusciva a riconoscere le punse il naso.

Si mosse, facendo si che Sesshomaru la lasciasse scendere, e camminò fino al fiume. L'aveva portata sulla riva di un fiume.

Prese le bottiglie, e le riempì avidamente d'acqua, prima di concedersi una bevuta. Poi si guardò intorno, scoprendo la valle piena di piante commestibili. Un paradiso.

Iniziò a riempire ogni contenitore in suo possesso di frutta e verdura, per poi iniziare a giocare con i fiori mentre Sesshomaru, vigile, la osservava all'ombra di un'enorme quercia. Quando Rin finì di prendere ciò che le piaceva - solo allora -, Jaken li raggiunse.

Era ricoperto di terra, un braccio gli sanguinava ed aveva un occhio pesto, quindi doveva essere inciampato nelle radici che Sesshomaru, agilmente, aveva evitato. Guardò il suo padrone con rispetto misto a fastidio, prima di spostare il suo sguardo sulla nigen e avanzare tremante verso di lei "Acqua." brontolò, indicando la bottiglia che la ragazza stringeva tra le mani. Rin gliela affidò cauta, preoccupata che potesse bucarla solo per farle un dispetto.

"Jaken, stai bene?"

"Secondo te?" gracchiò, esplodendo "Sono inciampato in un numero enorme di sassi e radici, sono stato aggredito da un demone volpe che passeggiava per il bosco, sono quasi caduto in un crepaccio, mi sono perso... POSSO STARE BENE?" iniziò a respirare affaticato.

"Jaken, mi disturbi." fu il secco commento di Sesshomaru, che fece loro cenno di riprendere il cammino.

E lo fecero, sebbene gli occhi di Jaken fossero ancora pregni d'acqua e Rin stesse, inutilmente, cercando di consolarlo.

Il viaggio andava ripreso. C'era in gioco l'equilibrio di due regni.



Salve, carissimi!
Vi ricordate ancora di me? Si, penso di si (se non altro, perchè vi rompo con un numero discreto di storie... -.-).
Come aveta potuto vedere, Jaken da di matto -.-, povero essere verde. Mi fa una penaaaa! (voce interiore = *Ma quando mai?!?*).
E poi c'è Sesshomaru, che sta facendo qualche piccolo, minuscolo progresso... *_* Meno male, non trovate???
Ma parliamo del gruppo "principale". Sono riusciti a combinare un macello anche nella grotta dei lupi -.-... A dire il vero, avrei voluto mantenere un po' di più il gruppo con Koga, ma mi sembrava abusare troppo del personaggio. Dato che in futuro comparirà di nuovo, ho deciso di limitare il loro incontro a questi capitoli, sperando che non sia uscito esageratamente OOC ^^.
Comunque... ecco spiegato come facevano Inu e Koga a conoscersi: sono cresciuti insieme - va beh, poi Inu si è fatto sigillare ad un albero, ma sono semplici dettagli...
I commenti diminuiscono, cosa che mi dispiace non poco. Ma sono comunque entusiasta di vedere così tanta gente seguirmi con fiducia. Mi rendete felice ^^.
RINGRAZIO:
Yunie88 -.- Vale, se non ci fossi io, tu ti dimenticheresti di commentarmi... ç_ç Cattiva, cattiva, cattivaaaa! Lo so che ti piacciono di più Rin e Sesshomaru, ma ammetti che Inu si sta innamorando della dolcissima Kagome! *_* Che teneri che sono!!! Come vedi, hanno salvato Ka-chan da Koga, ed è entrata in scena anche Ayame, la "furia rossa" XD. Infine, anche Sessho e Rin hanno fatto il loro ingresso, e Jaken ha avuto una "piccola" crisi di nervi! XD Ti aspetto tra i commentatori di Lezioni di cucina, sappilo!!! Besos!

Michiyochan
Si, alla fine era proprio il caro Koga, il personaggio che doveva entrare in scena ^^. Inizialmente, Koga, così come altri personaggi, non era inculso nella fan... ma un po' perchè mi erano venute delle idee, un po' perchè non ce la facevo a tagliarli fuori, eccolo qui, accompagnato dalla piccola Ayame XD. Non sei crudele a dire che Jaken è lo schiavetto di Sesshomaru... è proprio così, non trovi? XD E' vero, il gruppo fa tante, taaaante pause, ma hanno bisogno di un minimo di riposo XD - anche se esagerano! Comunque, non preoccuparti, la recensione non è breve ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!

Kaggi_Inu91
Ma non preoccuparti, Giulia, anche se il commento arriva in ritardo ^^. L'essenziale è che arrivi, no? ^^ Jaken è l'inutile schiavetto di Lord Fluffy... notato quando Jaken si sfoga e Sessho lo ammazza con un "Jaken, mi disturbi" XD. Sono felice che alcune scene ti fanno ridere, dato che le insierisco appositamente per spezzare la tensione XD. Non preoccuparti per il commento, non è mini ^^. Un bacione, spero che l'entrata in scena di Aya ti sia piaciuta!

Isy_264
Mi fa piacere che quella scena ti ha fatto ridere, dato che è mio impegno non appesantire la fic con scene troppo crude. Preferisco mettere qualcosa di comico, visto che, comunque, nell'anime le scene più importanti sono comunque spezzate da avvenimenti divertenti XD. Kagome può dirsi fortunata di essere stata rapita da Koga, se vogliamo dire il vero... come minimo, perchè le ha raccontato delle cose divertentissime! XD Spero che lo sfogo finale di Jaken ti sia piaciuto ^^. Bacioni!

KAGOlove
Ramo, carissima, come stai? Sono felice di non aver fatto errori, dato che è su questo che mi batto ^^. Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e sono d'accordo con te, quando dici che Inu è cieco... -.- Una svegliata se la darà, lo prometto... anche presto, se è per questo XD. Spero che l'entrata in scena di Ayame sia stata alla sua altezza! Besos!

jessy101
Ciao Jessy! Già, Kagome è sfortunata, ma almeno Inu-Yasha l'ha salvata, no? ^^ Il caro hanyou è geloso, perchè, internamente, Kagome lo attrae... solo che è talmente baka da non capirlo! (Non so se piangere o ridere...). Spero che il capitolo ti sia piaciuto, e che Inu ti sia parso abbastanza geloso ^^. Baci baci, ci sentiamo si msn!

Morgana86
Kagome è molto, molto sfortunata, poveretta. Tutte a lei, le disgrazie -.-... Ma, almeno, si è fatta 4 risate alle spalle di Inu-Yasha, dato che Koga le ha raccontato di tutto e di più XD. Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! E questo? L'entrata in scena di Ayame ti è piaciuta? Spero di si ^^. Bacioni, alla prossima!

KaDe
Amour, my little heart, how are you? (Roro, smettila con gli scleri inglesi! ndKadduccia Bedduccia) [Umani... deboli e inutili. ndLord Fluffy] (Sessho, come ti amo!!! ndKadduccia) [*KaDe salta addosso a Sessho... e gioca con l'Anaconda*] Ehm... -///- Per favore. Mi sembri Lily, quando fate così! (*Kaddy si ricompone*). Comunque, Inu-Yasha è centinaia di volte meglio di Koga e di Sesshomaru. Sia per le sue orecchie (fashon e pucciose!), sia per la faccia dolce e da cucciolo, sia perchè è Inu, e li batte tutti. [Che ragionamento sarebbe, umana? ndLord Fluddy] Tu sta buono o STUFATO. Siamo intesi? [*Sessho corre in bagno a vomitare*] Sono felice di sapere che la fan fic ti piace, è una cosa che mi rende immensamente lieta ^^. Tesoro, ci sentiamo su msn, io devo continuare i ringraziamenti ^^. Un bacione, mia regina dell'Anaconda!

mikamey
Mi fa piacere che hai gradito l'entrata in scena di Koga ^^. Inizialmente, io non l'aveva inserito nella trama originale... ma neppure Kirara, Jaken e Shippo c'erano. Sto seguendo le idee del momento, sperando che vada tutto bene, e che la storia non cambi troppo dalla mia trama originale ^^. Come hai visto, Kagome non era neppure seriamente in pericolo: Koga si è limitato a raccontarle le disavventure dell'hanyou da bambino XD. Ayame è subito arrivata, combinando i suoi soliti guai (neppure lei era compresa nella trama iniziale XD). Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Baci!!!

kirarachan
Si, Koga deve sempre farsi riconoscere, ovunque e comunque. -.- [Esibizionista... ndLord Fluffy (*Roro si porta dietro Sesshomaru, quando deve ringraziare, perchè ha bisogno di una spalla. Con Inu non andrebbe bene, quindi ha ripiegato sull'inu-youkai*] Miroku che palpa il sedere è un mito, purtroppo [Io lo definirei un depravato -.- ndLord Fluffy]... Inu-Yasha è ormai un caso disperato, mi sono arresa. Tratta Kagome come una pezza di terra... Beh, sempre meglio dell'indifferenza iniziale, no? -.- Le reazioni di Jaken sono la cosa che mi piace di più, non so se hai letto il suo sfogo finale, troncato da un freddissimo "Jaken, mi disturbi" di Lord Fluffy/Sesshomaru. Poretto... Un bacione, spero che il capitolo ti sia piaciuto!

ryanforever
Ciao! Non è proprio che Kagome si è fatta rapire per non mostrare i suoi poteri... più che altro è che l'ha presa di sorpresa, e ha preferito non combinare casini, quindi starsene buona XD. Come vedi, Aya-chan è entrata in scena col "botto", ed ha reclamato il suo Koga ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^. Baci, alla prossima!

ran ugajin92 Ciao Martulla, tesoro!!! ^^ Lo so che ami Koga (anche se Lord Fluffy è colui che più di tutti vive nel tuo cuore... [Tsk, umani! ndLord Fluffy]), quindi lui è quiiii!!! Il prossimo capitolo, te lo dico fin da subito, è dedicato alla mia piccola Martulla ^^, perchè principalmente basato su Rin-Rin e Sessho ^^. Per i 7 mercenari... si, prevedo l'ingresso di almeno quelli più importanti. Quindi, almeno Banko, Jako e Sui [Ma che razza di nomi sono, umana? ndLord Fluffy] (Nomi che mi piacciono, quindi fa il buono o... STUFATO!) [-.- ndLord Fluffy] entreranno in scena XD. Ma non so se ci sarà la BankoXKagura, mi dispiace. Già nei piani principali non era compreso nessuno di loro (neppure Koga), eppure sono qui ^^. Vedremo, mia cara. Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto. Bacioni!!! E scusa ancora se ti faccio arrabbiare!

inufan4ever
Kikka, dear, I'm so sad that you're not here with me! (Ok, ho fatto il mio strafalcione.. -.- Perdonami). Va beh, Kagome si sarà fatta rapire da Koga, ma ha sentito tanti aneddoti diverenti sul caro Inu XD. Torna presto, Kikka... altrimenti la ricerca non continua!!! Besos!

Grazie mille anche a chi solo legge e a chi mette la fic tra le preferite ^^. Mi fate molto felice.
Vi avviso: nel prossimo capitolo, comparirà una bella yasha dagli occhi rossi... (Si accettano scommesse! XD).
Nota: per i lettori di Lezioni di cucina... Il prossimo capitolo arriverà domani, al massimo dopo-domani. Per premiare voi lettori, metto qui un piccolo, piccolo spoiler... XD (L'inizio del capitolo XD):

Arrivo al locale con pochi minuti di ritardo, ma tanto so che, se mi ha detto le 21, sarà qui, come minimo, per le 21.30.
E, infatti, appena l'orologio digitale della mia macchina lampeggia quell'orario, sento il rumore della Porche di Miroku. Si ferma davanti al me, e quel depravato del mio amico esce trionfale.
Dio, se non mi ha portato una bella ragazza giuro che lo strozzo.
Miroku si avvicina al finestrino, sorridendo sornione "Ci credi se ti dico che questa sarà la serata - e forse nottata - più bella di tutta la tua vita?".
"No", dico, sbuffando e concentrandomi sulla Porche. Si apre una portiera, e Sango, ridendo, fa capolino. Fisso, dunque, l'altra porta. E attendo che colei a cui sono venuto a fare compagnia sia decente. Non voglio passare la serata a reggere il moccolo a quest'idiota.
"Amico mio, così mi ferisci. Ti ho portato l'oggetto dei tuoi desideri, e tu mi ringrazi così?".
Il mio cervello di blocca su oggetto dei tuoi desideri, quindi mi giro di nuovo verso la macchina, e Miss Kagome Higurashi apre la portiera ed esce sorridente.
Oh Cazzo.

Spero che il piccolo regalo sia stato cosa gradita ^^.
Spero commenterete numerosi, alla prossimaaaa!!! Baci!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Kagura ***


New Fan Fic 13 Because of you
Capitolo 12 - Kagura

Rin camminava tranquilla, pochi passi dietro Sesshomaru e qualche passo avanti a Jaken, che sospirava afflitto ogni pochi secondi.

Sorrideva contenta, bevendo ogni tanto un sorso d'acqua od offrendone uno al demone verde - Sesshomaru le aveva lascito chiaramente intendere di non aver bisogno di cibo umano.

Avevano preso un sentiero che costeggiava il fiume, così che, spesso e volentieri, Rin potesse riempire di nuovo la bottiglia.

Il sole picchiava piuttosto forte sul loro capo, e fu costretta a chiedere un breve momento di pausa per cambiarsi d'abito, dato che era un po' troppo pesante - Sesshomaru non le diede il permesso, si limitò a fermarsi e guardarla.

La ragazza entrò nel folto della foresta, e mise un top rosso e un semplice paio di shorts neri. Quando uscì dalla foresta, lanciò un urlo sordo.

Sesshomaru stava furiosamente lottando con una yasha.

Lei indossava un kimono rosso, e aveva i capelli neri legati in uno chignon. Gli occhi erano rosso fuoco, mentre la pelle era diafna. Rin non potè non provare un moto di ammirazione mista ad invidia. Quanto avrebbe voluto essere così bella!

Ma forse non era proprio il momento giusto per fare certi pensieri... anche perchè la yasha continuava a muovere un piccolo ventaglio, lanciando continue vampe di vento contro Sesshomaru, che le evitava agilmente, come in una danza.

Da danzatrice erano anche i movimenti sublimi della donna, rapidi, con il polso...

Rin indietreggiò d'istinto, cozzando contro un albero. Il suono del suo corpo contro il legno richiamò l'attenzione dei contendenti, che si voltarono simultaneamente verso di lei. 

Sesshomaru sembrava infastidito, mentre la yasha sorrideva, soffiandosi con il ventaglio "Bene, bene... dunque era lei che nascondevi con tanta cura. Una nigen..." la indicò con le dita, e Rin rimase sorpresa, scoprendole smaltate di rosso - non tanto per il colore, quanto per il fatto che, nel regno di Goshinboku, lo smalto era poco e anche mal visto. "Beh, Sesshomaru, non mi aspettavo di certo questo. Mi era stato detto che nutrivi un odio piuttosto intenso verso gli umani, ma devono avermi mentito."

"Sta zitta! Il Padron Sesshomaru è costretto a girare con quella nigen, di certo non lo fa con piacere! Quella è un'umana fastidiosa e infantile, il Padrone di certo non gradisce la sua compagnia irritante!" strepitò convinto Jaken, per poi correre a difendersi dietro Rin, che lo scalciò via. Aveva le lacrime agli occhi.

Certo, non era la prima volta che pensava che, per Sesshomaru, lei era solo un peso. Ma detto da Jaken, che le aveva detto di conoscere Sesshomaru da secoli, era diverso. Più crudo. Più doloroso.

Guardò di nuovo la yasha. Era bella, incredibilmente bella. In confronto, lei poteva dirsi poco più di una bambina.

Chissà! Magari, se lei fosse stata così bella, Sesshomaru-sama l'avrebbe presa in considerazione, e non l'avrebbe sempre guardata con aria di sufficienza.

Iniziò silenziosamente a piangere, ma nessuno parve farci caso, eccetto la yasha, che non smetteva di guardarla, perseverando a sferrare fendenti contro Sesshomaru che, agile, continuava a schivarli.

"Ragazzina..." disse a un tratto, avvicinandosi a lei "Stai piangendo?"

"Non penso siano fatti tuoi." ribattè con veemenza Rin, furiosa - se quella yasha non fosse arrivata a menar le mani, a quest'ora avrebbero ripreso il tragitto.

"Oh, che tenera! Hai sentito, Sesshomaru? La tua ragazza mi ha detto che non sono fatti miei!" rise di gusto, riprendendo a soffiarsi con il ventaglio "Comunque, ragazzina, sappi che il mio nome è Kagura, e sono la signora del Vento. Se non erro, ora il galateo vorrebbe che tu mi dicessi che sei..."

Rin la osservò confusa - di certo era molto educata "Rin."

"Hai un bellissimo nome, ragazzina. Mi dispiacerà davvero tanto quando dovrò ucciderti."

"U-Uccidermi?"

"Esattamente." il suo volto tornò gelido, mentre spostava il suo sguardo su Sesshomaru "Devo uccidervi... mi hanno inviato per questo."

"Vieni dal regno di Asu?" domandò quindi la principessa, col fiato mozzato per la preoccupazione. 

La yasha si limitò ad annuire, e camminare lenta verso lo youkai.

"Sei così sicura di riuscire ad ucciderci?" disse tranquillo, portando una mano su una spada al suo fianco.

Kagura fece un balzo all'indietro, venendo mancata per poco dall'attacco sferrato da Sesshomaru "Bastardo! Le donne non si attaccano di sorpresa!"

"Non vedo donne presenti." commentò annoiato il demone, ripetendo il movimento del braccio e lanciandole un nuovo fendente contro, che la colpì al fianco. Il kimono scarlatto iniziò a colorarsi pian piano di una tonalità più scura del rosso, e piccole goccie cremisi caddero sul terreno.

"Bastardo..." Kagura iniziò a muovere a ripetizione il ventaglio, con furia, rabbia. Ma nessuno le aveva inferto una ferita. Era ineccepibile. "Lame di Vento!" ringhiò, mentre l'ennesimo attacco partiva alla volta di Sesshomaru. Fremeva di rabbia e gli occhi le pizzicavano, oscurandole la vista. Le doleva troppo, ma non poteva lasciargliela passare liscia. Si morse il labbro inferiore, lanciando un'imprecazione silenziosa ai Kami. Perchè mai aveva accettato un lavoro simile? Perchè non si era accontentata di lavorare su commissione, e ammazzare luridi bastardi nel sonno?

Mosse il polso più rapidamente, e una folata di vento, più forte, si diresse contro lo youkai - Sesshomaru si limitò a muovere la spada, e l'attacco si dissolse.

La yasha aveva il respiro affannato.

I capelli neri si erano sciolti, ricadendole intorno al corpo.

Il volto era totalmente sudato, e il labbro inferiore le sanguinava, per la forza con cui l'aveva morso.

"Stronzo..." bofonchiò, portandosi una mano sul fianco e scoprendola completamente sporca di sangue - doveva fuggire, o sarebbe morta dissanguata. Un attacco dello youkai la mancò di qualche centimetro, e ritenne quella l'occasione più propizia: portò una mano sul capo, nello chignon, e tolse una piuma dalla complicata acconciatura.

L'oggetto candido fu lanciato in alto, e si ingigantì, fino a permetterle di salirci sopra. In quello stesso istante, si sollevò, e Kagura si allontanò dal campo di battaglia.

"S-Sesshomaru-sama..." Rin gli si avvicinò, frugando nella borsa "La vostra mano... è ferita..." Fece per mettere una piccola garza sulla mano di Sesshomaru, ma questo la scostò con forza, e la ragazza barcollò all'indietro, rischiando quasi di cadere "Poteva essere più gentile, lo sa? Non mi sembra il modo di trattare un essere umano. Lei potrà anche essere un principe, ma i suoi modi non sono minimamente regali... è solo un blocco di ghiaccio, ho pena della donna che sarà costretta a sposarla."

Detto questo, afferrò nuovamente la mano di Sesshomaru, che la lasciò fare, spiazzato dalla frase sibillina della nigen.

La mano di Rin era piccola - molto, molto piccola -, se paragonata a quella di Sesshomaru, ampia e confortante. Il taglio era superficiale, nulla di grave, e la fasciatura inesperta della ragazza era più che sufficiente a bloccare il debole flusso del sangue.

Jaken, in un angolo, osservava attonito la scena, mormorando imprecazioni silenziose contro la yasha appena scappata.

...

Kagome sospirò, lanciando l'ennesima occhiata bieca all'hanyou, che contraccambiò caldamente. Non sopportava più quella situazione.

Non sopportava litigare con lui.

Ma Inu-Yasha sembrava quasi trovarlo divertente, perchè non perdeva occasione per rimproverarle anche il più minimo errore - come quando, giunti ad una deviazione, lei aveva mormorato di andare a destra, sbagliando, dato che la cartina indicava chiaramente la sinistra come direzione esatta.

Lanciò una debole occhiata a Sango, accanto a Kirara, che parlava candidamente con Miroku, malcelando una risata. Le cose tra la sterminatrice e il monaco andavano perfettamente, costatò con una punta d'invidia, subito zittita dalla sua coscienza.

"Kagome, Kagome... posso avere un'altra callamella?" domandò Shippo.

"Caramella, tesoro, si dice caramella. Comunque, certo che puoi!" frugò ansiosa nella sua borsa, per poi porre al piccolo kitsune un intero pacchetto. Il bambino gioì, saltellando allegramente sul posto.

Il silenzio piombò di nuovo tra loro, cosa che contribuì a peggiorare l'umore della studentessa. Solitamente, il silenzio le piaceva, e molto... le ricordava il suo regno, la sua classe, sempre silenziosa, specie nelle interrogazioni. Come le piaceva leggere? Tanto, tanto, tanto... Contrariamente a Sango, amante dello sport, Kagome si dedicava con passione alla lettura, alla scrittura e allo studio.

Rimase spiazzata quando capì di desiderare di restare sola al fianco di Inu-Yasha. E avvampò furiosamente, quando il suo sguardo incontrò per un fugace attimo le iridi ambrate. Oramai, i suoi sogni e le sue fantasie erano totalmente popolate da quel volto affascinante ed eternamente crucciato...

Chissà se Rin, sola con Sesshomaru, provava i suoi stessi sentimenti...? Dopotutto, Sesshomaru era fascinoso al pari di Inu-Yasha, specie per la sua aria fredda ed austera, adulta. L'hanyou, al suo confronto, aveva un volto molto più fanciullesco, ma non per questo meno avvenente.

Sospirò ancora una volta, afflitta, infastidita, annoiata. Quel viaggio si stava dimostrando più noioso di quanto lei avesse immaginato. A parte qualche breve sprazzo, come il rapimento di Koga, o un piccolo incontro con qualche demone minore, l'avventura che tanto aveva agognato era sfumata...

"Fhe, non capisco cosa intendi!" disse Inu-Yasha, richiamando la sua attenzione.

La sua frase era stata poco più di un sussurro, detto a mezza voce a Miroku, ma lei lo udì ugualmente, meravigliandosi ella stessa del suo udito.

"Intendo dire che l'avvenente Kagome ti ha colpito più di quanto vuoi dimostrare."

"Io dico di no."

"Invece si, amico mio. E tanto anche! Ma, dopotutto, bella com'è, chi non si sentirebbe attratto da lei? Persino io, che preferisco le donne come Sango, non posso non trovarla attraente come poche..."

"Tsk, che stupidaggini! E' una bambina, e a me le mocciose non piacciono." rispose irritato l'hanyou. Sentì poi uno sguardo fuorioso posarsi sul suo volto, e le iridi nocciola di Kagome lo fulminarono.

Per un secondo, pensò l'avrebbe schiantato al suolo senza tante cerimonie. Ma lei si voltò, irata, e fece cenno a Kirara di trasformarsi. Poi le saltò in groppa, e storse il volto, offesa.

"E ora cosa c'è?" disse con una punta di rabbia immotivata. 

Non ottenne alcuna risposta.

"Cosa c'è?"

Kagome corrugò le sopracciglia, mentre chiudeva gli occhi e tentava di estraniarsi dal mondo.

"Allora? Ehi! Parlami!"

"Non scocciarmi, penso che non siano fatti tuoi se non voglio parlare con un cafone egocentrico ed incapace."

"Come osi?"

"Oso!"

"Brutta scema! Chi credi di essere?"

Kagome si ammutolì per pochi attimi, prima di sibilare "Quella che ti manda a cuccia ogni qualvolta vuole."

Neppure il tempo di terminare la frase, che l'hanyou era steso al suolo, mentre Miroku rideva divertito e Sango scuoteva il capo, incredulta "Non immaginavo che qualcuno fosse così sciocco."

Kagome si voltò verso il fiume che costeggiavano, notando con stupore una macchia di sangue per terra.

"Inu-Yasha, potresti dirmi a chi appartiene quel sangue, per favore?"

L'hanyou, ancora dolorante, si avvicinò al liquido scarlatto, e, storcendo il naso, lo odorò "Una yasha... ma non saprei dirti chi, non la conosco. Comunque, se può interessarti, questa zona è ancora pregna dell'odore di mio fratello Sesshomaru. Dev'essere nei paraggi."

Gli occhi di Kagome e di Sango brillarono, mentre esclamavano "Ancora c'è anche Rin!"

"Rin?"

Miroku gli si avvicinò, e disse a bassa voce "Una nigen, la principessa del regno di Yoshi... molto molto carina, devo dirlo."

"Bene. Potete spiegarmi come avete convinto Sesshomaru a portarsi una mocciosa dietro?" chiese incredulo. 

"Guarda che non ha fatto poi chissà quali storie. Ha semplicemente accettato di portarla con sè." disse Sango, per rispondere anche alla muta domanda di Kagome - anche la miko si chiedeva come avessero convinto Sesshomaru, dato che lo youkai aveva dimostrato di non provare molta simpatia nei confronti degli umani.

"Comunque, è meglio se andiamo. Se riuscissimo a raggiungerli, penso che il viaggio sarebbe molto più interessante." commentò Miroku.

Shippo, seduto su Kirara, continuava a mangiare caramelle: non conosceva questo "Sesshomaru", e non gli interessava poi molto conoscerlo, dato che era il fratello di Inu-Yasha. Ma se Kagome voleva raggiungerlo perchè con lui c'era una sua amica, anche a lui stava bene. 

Tanto, a lui importava solo restare con i suoi nuovi amici.

Con un mezzo sorriso sulle labbra, il piccolo kitsune mangiò un'altra caramella.

Oddio!
Vi ho fatto aspettare tanto, vero?
(Tutti annuiscono furiosi).
Mi dispiace... Davvero, non avete idea di quanto mi dispiaccia!
E mi dispiace anche di più il fatto di non poter fare dei lunghi ringraziamenti... Se avete letto LdC (Lezioni di Cucina), saprete perchè.
RINGRAZIO:
kirarachan
Michiyochan
KAGOlove
Bchan
mikamey
Morgana86
KaDe
Isy_264
Yunie88
ryanforever
Kaggi_Inu91
jessy101
ran ugajin92

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!!
Bacioni, alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Tra dubbi ed incertezze ***


new fan fic14 Because of you
Capitolo 13 - Tra dubbi ed incertezze






Il respiro affannato di Kagome infastidiva non poco Inu-Yasha.

Quando, ingenuamente, le aveva proposto di portarla in braccio, le era avvampata e lo aveva duramente schiantato al suo - l'hanyou continuava a massaggiarsi la parte dolorante, stringendo i denti. Non riusciva a capire le reazioni di quella ragazzina.

Se la sfiorava, arrossiva.

Se le parlava, diventava paonazza.

Era... strano. Non gli era mai successo che una donna diventasse rossa in sua presenza.

"Se sei stanca, perchè non sali su Kirara?" sbottò quindi, afferrandola per un braccio.

Lei scosse i lunghi capelli corvini, infastidita "Shippo le sta dormendo sopra. Di certo non posso svegliarlo e buttarmi di peso sulla nekomata, non ti pare?"

"Lo sveglio io!" Inu-Yasha si tirò su le maniche, avvicinandosi al piccolo kitsune dormiente.

"A CUCCIA!"

Il volto cozzò duramente con la terra del suolo, disseminata di sassolini taglienti.

Strinse convulsamente la terra tra le dita "Kagome..."

La sua voce non prevedeva nulla di buono, ma la miko non lo ascoltò neppure, avvicinandosi alla sua amica Sango e iniziando ad elencarle una serie di "teoremi".

O come si chiamano, pensò infastidito, facendo forza sulle braccia per tirarsi su.

Camminavano ancora costeggiando il fiume.

Kagome non aveva voluto allontanarsene, dato che, secondo il fiuto di Inu-Yasha, Rin e Sesshomaru - più un detestabile odore di kappa allo spiedo - erano passati di lì.

...

"L'odore di Inu-Yasha..." commentò a mezza voce l'inu-youkai, senza arrestare il suo cammino.

Rin, al suo fianco, si era voltata "L'odore di vostro fratello?"

"E anche il pessimo odore di quella sciocca nigen dai capelli neri, di quella con i capelli castani e anche del bonzo." rettificò con sguardo severo lo youkai, storcendo il naso perfetto.

La nigen si lasciò sfuggire una risata. L'espressione contrariata del demone era una cosa che mai avrebbe potuto immaginare, neppure se si fosse impegnata con tutta se stessa.

"Sesshomaru-sama, io li attend..." non fu necessario terminare la frase. Lo youkai si era fermato, e osservava il sentiero dietro di sè, attento e vigile.

Dopo un po', il rumore di un buon numero di passi attirò la loro attenzione.

"Sono loro..." mormorò Rin, facendo per andar loro incontro.

Sesshomaru richiamò la giovane con un suono gutturale "Non sono loro."

Scettica, la mora si alzò sulle punte, sperando di scorgere le presenza vicine. Ma quando un ringhio dietro di lei la fece tremare, e una folata di vento la prese in pieno, spalancò gli occhi, terrorizzata.

La yasha...  Poteva essere lei, no?

Rin sentì un brivido correrle lungo la schiena, e deglutì.

Ma non fu Kagura ad arrivare.

C'erano tre uomini.

Il primo - il più giovane, ma, di sicuro, il più forte - aveva lunghi capelli neri, tenuti imprigionati in una treccia. Gli occhi erano di un profondo blu mare - incantatori... Rin sbattè più volte le palpebre, per liberarsi dalla loro morsa d'acciaio.

Indossava un abito semplice, chiaramente del regno di Goshinboku, e portava tra le mani un'enorme alabarda. Sulla fronte, una voglia a forma di croce.

Dietro di lui, c'erano altri due uomini.

Uno indossava un kimono femminile - ma anche la sua pettinatura ed il suo volto traevano in inganno, facendo si che somigliasse più ad una donna che ad un uomo. Come il precedente, stringeva una spada tra le mani.

E poi c'era un terzo uomo. Quello che più spaventò Rin.

La sua espressione era deformata dall'ira, e indossava dei guanti particolari, ornati di lame di metallo - a Rin ricordava un po' un personaggio di un film visto tempo prima nel suo regno, di cui non rammentava il nome.

 "Allora... ehm... chi abbiamo qui?" chiese il primo, puntando i suoi occhi azzurri sul volto tediato di Sesshomaru.

"Il primogenito di quel bastardo!" ringhiò il terzo, mettendosi in posizione d'attacco. Rin tremò, avvicinandosi allo youkai e stringendo un lembo del kimono tra le dita.

"Oh! Ma com'è carino!"

Tutti si voltarono verso l'uomo con il kimono da donna, che guardava strano il demone.

"Fratelli, mi piace molto! Dobbiamo proprio ucciderlo, vero?" mormorò, sorridendo allo youkai - Rin raggelò, e sentì che anche Sesshomaru irrigidirsi.

"Si, Jakotsu." rispose il moro, guardando con astio il fratello.

"Bankotsu ha ragione, Jakotsu. Scegli qualcuno che non ci sia stato incaricato di uccidere." ringhiò, rimettendosi in posizione d'attacco.

"Suikotsu, come sei cattivo... Lo so che stai dicendo questo solo perchè lo vuoi tutto per te!" Jakotsu sbuffò, togliendosi la frangia scura dagli occhi "Ma ti perdono, fratello, e sarò buono. Mi metterò da parte così che non possiamo svolgere il nostro lavoro."

Rin e Sesshomaru continuavano ad osservarli litigare a bassa voce, mentre la mora lanciava fugaci occhiate all'inu-youkai al suo fianco.

"Allora adesso li ammazziamo e poi andiamo in qualche villaggio alla ricerca di qualche bel ragazzo." concluse Jakotsu, per poi sfoderare la sua arma.

Era una spada molto particolare.

La lama si allungava, capace di piegarsi all'apparenza - sembrava un serpente, costatò Rin.

Il terzo fece schioccare di nuovo le dita, sogghignando, e scattò in avanti, verso la ragazza, che urlò.

Fu Sesshomaru a sventare l'attacco, piegando il braccio di Suikotsu.

Il nemico ruzzolò al suolo, per poi osservare l'avversario furioso, digrignando i denti.

Stava per scattare nuovamente all'attacco, quando un rumore di passi frettolosi richiamò l'attenzione di tutti i presenti.

Kagome e Inu-Yasha.

Sango e Miroku.

Shippo e Kirara.

Erano tutti arrivati.

"Finalmente!" rise Rin, facendo un cenno alle ragazze per mostrare loro che stava bene - Kagome guardò l'amica sollevata, per poi spostare lo sguardo su Sesshomaru. Sembrava la stesse difendendo, e la cosa stupì la mora non poco.

"Tsk... E voi chi sareste?"

Inu-Yasha, spaccone come sempre, si distaccò dal gruppo, fronteggiando Bankotsu - il capo dei loro avversari sembrava completamente indifferente all'hanyou.

"Che carinooooo!"

Il mezzodemone - seguito dagli altri - si voltò verso colui che aveva parlato, restando sconvolto

Era un uomo.

Ma non era questo il momento per fare gli schizzinosi.

Inu-Yasha sfoderò la spada al suo fianco, mostrandola per la prima volta nella sua vera natura: un'enorme zanna.

La Tessaiga - Kagome sentì il fiato mozzarsi nella sua gola, e annaspò alla ricerca d'aria. Era splendida.

Senza dire null'altro, Inu-Yasha si scagliò contro Bankotsu, che sfoderò la sua spada e cercò di controbattere.

La sfida era iniziata.



Salve, carissimi.
Noto con disappunto che state diminuendo volta per volta, ma non ho neppure la forza di lamentarmi, così sto zitta e continuo.
Oggi, come forse avete letto su LdC, non è proprio la mia giornata, e non ce la faccio a scrivere i ringraziamenti.
Comunque, sono felice di notare che c'è sempre qualcuno che mi segue. Non sapete quanto questo mi tiri su!
RINGRAZIO:
Aryuna
Yunie88
ary22
kirarachan
Kaggi_Inu91
ryanforever
mikamey
Isy_264
KaDe
KAGOlove
Grazie.
Grazie perchè mi seguite. I vostri commenti mi mettono sempre di buon umore, sapete?
Cercherò di aggiornare presto!
Baci!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Bacio sotto la luna ***


New Fan Fiction 15 Because of you
Capitolo 14 - Bacio sotto la luna


Inu-Yasha schivò con tranquillità un fendente dell'alabarda di Bankotsu, che lo guardò irato.

"Sciocco hanyou, lascia che la mia Banryu ti tagli il capo!"

"Non ci penso neppure." rispose lui, saltando indietro e evitando l'ennesimo colpo.

Nello stesso istante, Sesshomaru sfoderò la sua Tokijin, colpendo ad un fianco Suikotsu, che ringhiò di dolore "Stronzo!"

Miroku si destreggiava con Jakotsu, aiutato da Sango, mentre Kagome faceva del suo meglio per confortare se stessa e Rin, turbata dalla situazione. Neppure l'attacco di Kagura era stato così violento.

Sesshomaru assottigliò gli occhi, parandosi nella posizione d'attacco, pronto a ribattere Suikotsu, ma questi si spostò di lato, evitando Sesshomaru e correndo in direzione delle due ragazze. Era desideroso di spandere il sangue di quelle due mocciose sull'erba, per macchiare quel verde del colore scarlatto della morte.

Kagome lanciò un grido soffocato, innalzando una barriera, mentre Rin le si stringeva contro "Kagome..." sussurrò con voce rotta, guardando l'amica.

Notò però che questa continuava a osservare qualcosa fuori dalla barriera, stupita, colpendo l'attenzione dell'amica, che seguì il suo sguardo.

E sbarrò gli occhi.

Sesshomaru-sama...

Lo youkai aveva bloccato un braccio all'umano, sbattendolo al suolo, per poi far scioccare gli artigli, pronto a colpirlo.

Ma Suikotsu rotolò di lato, facendo colpire il suolo a Sesshomaru, e guardò nuovamente con rabbia le due donne. Kagome si sforzava di guardarlo con superiorità, di non mostrarsi intimorita - Rin, invece, guardava con apprensione l'inu-youkai, preoccupata. 

"Sesshomaru-sama aveva una mano ferita." mormorò, tirando una manica di Kagome "E se la ferita si fosse riaperta?"

"Non fare la pessimista, Sesshomaru non è così debole! In certe leggende è narrato che è riuscito ad uccidere un intero esercito nemico - da solo."

"N-Non lo sapevo." biascicò con la gola secca.

Le iridi d'oro dello youkai guizzarono per un lampo dalla loro parte, facendo avvampare Rin - Kagome lo notò, e le si aprì un sorriso sornione sul volto "Ti piace molto, eh?"

"C-Chi?"

"Come chi?" la miko rise diverita "Ma il caro principe-quasi-re Sesshomaru! Non credevo che in così poco tempo i tuoi sentimenti verso di lui avrebbero potuto evolversi in questo modo..."

"Non scherzare..." sbuffò Rin, lasciandosi scappare un grido di terrore quando l'arma di Jakotsu sfiorò la guancia di Sango, lasciandole un segno scarlatto.

"Non scherzo."

Inu-Yasha si voltò verso di loro, fulminandole, prima di scansare l'ennesimo attacco di Banryu - difatti le due stavano ridendo, cosa leggermente non consona ad un combattimento.

Kagome si trovò ad arrossire, e a continuare a seguire Inu-Yasha mentre attaccava Bankotsu con Tessaiga, a sorridere ad ogni suo ghigno soddisfatto - come quando uno dei suoi attacchi aprì una ferita sul petto del mercenario, che lanciò un'imprecazione volgare.

"Hai fatto tanto la superiore con me, ma anche tu sei cotta di Inu-Yasha, eh?"

La miko era scandalizzata, e boccheggiava, guardando la ragazzina al suo fianco.

"Ma come osi? Non è vero! Lui non mi piace... è arrogante e superficiale e cattivo e-"

"E ti piace." concluse Rin, annuendo.

Kagome scosse il capo, incapace di controbattere, e tornò a seguire il combattimento, intervenendo di tanto in tanto con qualche barriera - si odiava per non aver portato con sè il suo arco. Con quello, avrebbe di sicuro potuto prendere attivamente parte al combattimento.

Quando Jakotsu, indietreggiando, finì quasi col sfiorare la barriera, la mora decise di attaccarlo...

... ma una folata di vento la bloccò.

Alzarono tutti il capo.

"Kagura!" urlò Rin.

"Oh, la ragazzina simpatica... Salve..." la yasha sorrise, attorcigliandosi alcune ciocche di capelli neri intorno alle dita affusolate "Comunque, non sono venuta qui per giocare, mi dispiace." le sfuggì un sospiro sconsolato "In quanto a voi..."

"Si?" disse Jakotsu, storcendo il naso - era una donna, e lui detestava che una donna gli desse ordini.

"Dovete ritirarvi, il capo è molto insoddisfatto di voi." commentò, per poi fare un cenno di saluto e andare via.

Mentre Inu-Yasha e gli altri decidevano cosa fare, Bankotsu rinfoderò l'arma, e, insieme agli altri, scomparì - a lungo fissarono allibiti il posto in cui si erano dissolti.

"Come hanno fatto?"

"E'... semplice. Basta avere un briciolo di potere spirituale, e conoscere la formula adatta. Poi risulta semplice." rispose Kagome, sciogliendo la barriera, e districandosi dall'abbraccio della mora.

"Cosa dobbiamo fare?" chiese quindi Miroku, gettando uno sguardo al cielo "Si è fatto terribilmente tardi. Non penso sia saggio proseguire."

"Sono d'accordo." esalò Sango, passandosi una mano tra i capelli castani e asciugandosi la fronte sudata.

Sesshomaru si limitò ad avviarsi nella valle più vicina, e sedersi sotto l'albero più vicino, l'arma in pugno e gli occhi socchiusi.

Rin si sedette poco distante, e Sango prese posto accanto a lei, con Miroku accucciato vicino a lei, cercando il momento più adatto per lasciar scivolare la manca sul suo sedere.

Kagome, invece, voltò le spalle al gruppo...

***

Si era seduta sulla riva del fiume, e guardava come in trance la luna piena di quella sera.

Un rumore ne attirò l'attenzione, e, con un lentissimo movimento, si voltò, perdendosi nelle pozze color del miele dell'essere leggendario che più amava - Inu-Yasha.

La guardava con aria indifferente, una coperta in plaid tra le mani.

"C-Ciao..." sussurrò lei, facendogli cenno di avvicinarsi "Cosa ci fai qui?"

L'hanyou le lanciò la coperta, sospirando e prendendo posto al suo fianco, puntando gli occhi sulla luna. "Mettila, o ti buscherai un raffreddore."

"S-Si, grazie."

Restarono seduti l'uno accanto all'altro, Kagome con le gambe a mollo nell'acqua e Inu-Yasha con le braccia incrocate, limitandosi a dedicarsi qualche sguardo fugace.

"Dici che dobbiamo rientrare?"

Inu-Yasha sobbalzò, colto impreparato "Come?"

"Ho detto: credi sia meglio tornare dagli altri?" ripetè Kagome, indicando il luogo tra gli alberi ove si erano accampati.

La guardò per una frazione di secondo.

La coperta troppo grande le fasciava totalmente il corpo, le gote erano arrossate e le labbra screpolate a causa del freddo - anche un tipo come lui, che non si sprecava in complimenti, la trovava... carina...

Lei lo guardava sorpresa...

Abbassò il capo e si chinò in avanti.

Rimase spiazzata, incerta.

Le labbra di Inu-Yasha sfioravano le sue, desiderose di approfondire il contatto, cosa che Kagome non gli impedì.

Ancora stupita, gli avvolse il collo con le braccia, mentre le cingeva la vita, una mano sotto il mento di lei a bloccarlo.

Con un veloce movimento, l'hanyou la fece scendere al suolo, senza però interrompere il contatto. 

Non capiva cosa gli era preso, ma non aveva alcuna intenzione di smettere - gli piaceva terribilmente quel gesto. Era la prima volta che baciava così una persona...

Poi un rumore li riscosse, e si resero conto della loro posizione - Inu-Yasha era completamente disteso su di lei, una mano tra le mani di Kagome e un'altra sul fianco della ragazza - le aveva leggermente alzato la maglia, carezzandole la pelle chiara.

"I-Io... de-devo andare..." mormorò lei divincolandosi dalla presa di lui e correndo all'accampamento.

Inu-Yasha, invece, salì sull'albero, preferendo non tornare - temeva di non riuscire a resistere ai suoi istinti, e questo lo spaventava.

Dall'alto dell'albero, però, si assicuro che lei stesse bene, e continuò ad osservarla finchè Kagome non scivolò nel mondo dei sogni.













Salve a tutti!!!
Sono tornata, in ritardo ma sono tornata - in ritardo...! Poso almeno una volta a settimana, non penso di metterci poi così tanto! XD
Poi... Scusate se l'altra volta qualcuno si è sentito tirato in ballo quando ho parlato dei commenti. Non era mia intenzione creare complessi in qualcuno. Semplicemente, era un'osservazione ^^.
Comunque, mi ha fatto immensamente piacere sapere che ci siete ^^. Grazie mille a tutti, davvero.
Mi dispiace, ma non ho il tempo di fare dei lunghi ringraziamenti. Ma, lo prometto -e stavolta per davvero: la prossima volta avrete una risposta enorme a testa! Solo, oggi vado di fretta. ^^
RINGRAZIO:
-
Bchan (Spero tu sia riuscita a leggere il capitolo, altrimenti, lo leggerai al tuo ritorno ^^).
- Morgana86 (Scusa se non aggiorno più molto frequentemente, ma non ho molto tempo materiale... farò del mio meglio, comunque, per postare il capitolo nei prossimi giorni ^^. Peccato solo che forse devo partire...).
- kirarachan (Vale, spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^).
- AvinPhi (Non ti ho costretta, cara Anci, perchè deve sorgere spontaneament... No, è solo che mi ero scordata XD. Il re di Asu è chi pensi tu? Forse... XD Tu dimmi la tua tesi, e io su msn ti faccio sapere).
- fra007 (Sono molto lieta di vedere una nuova commentatrice ^^. Comunque, noto che siamo coetanee! *.* Grazie mille per il tuo sostegno, sei stata gentilissima ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^).
- Yunie88 (Vale, i fratelli deficienti sono miti umani XD. Peccato si siano dovuti ritirare... E non so se li farò tornare... XD Kagome è timida e aggressiva perchè è questo il suo carattere. *Roro annuisce convinta* Comunque... che te n'è parso del capitolo? E tu quando aggiorni?).
- mocci91 (Sono sempre felicissima di leggere le recensioni di nuove commentatrici ^^. Comunque, in quel momento ero giù proprio a causa del mio cane, quindi ho parlato a vanvera, mi sa... Ti ringrazio moltissimo per la pubblicità -che non credo di meritarmi minimamente, dato che la mia fan fic non è nulla di chè. La fic finirà bene, non preoccuparti ^^. Baci!).
- KaDe (XD Non puoi non sapere più che scrivere nei commenti! Tu sei proprio la mia sensei dei commenti (e dei brani), Kaddy-sama! Rin e Sessho sono carucci, in effetti, ma mai quanto i miei tesori stupendi! XD Sao).
- Isy_264 (Si, in effetti Jakotsu fa morir dal ridere, non potevo proprio escluderlo ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!)
- Kaggi_Inu91 (Giulia, sono felice del fatto che tu sei sempre qui ^^. Mi rende immensamente felice. Come hai trovato il capitolo?).
- mikamey (^^ Non preoccuparti, so che molti vanno in vacanza. L'altra volta ero un po' giù, per questo ho fatto quell'affermazione [che mi rimangerei volentieri]. Ciao!).
- KAGOlove (Ramo, quando a settembre leggerai la recensione, spero che tu sia felice ^^. Ci sentiamo presto!!! Besos!).
- ryanforever (Non preoccuparti ^^. Il mio morale si è tirato su quando ho visto il mio cane muovere la coda e guardarmi. Mi è bastato sapere che stava meglio. ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto, e grazie mille ^^).

Naturalmente, ringrazio anche chi legge e chi mette la fan fic tra le preferite. Lo scrivo in grassetto, così magari lo leggeranno tutti XD.
Grazie mille!!! Spero di aggiornare presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Dispersi ***


New Fan Fic 17 Because of you
Capitolo 16 - Dispersi

Salve a tutti!
Si, lo so. Sono in un tremendo, tremendo ritardo. Ma non aveva proprio voglia di scrivere il capitolo... Mi sono dovuta imporre con la forza di concludere il capitolo. ^^ Comunque...
Spero vi piaccia il capitolo. Io non ne sono poi molto soddisfatta, ma, ve lo giuro, i prossimi mi verranno meglio ^^. E' proprio che non avevo ispirazione...!
Baci, a dopo!

Kagome aprì gli occhi con un sospiro.

Un ennesimo rumore - più che rumore andava chiamato fragore - la fece sobbalzare, mentre notava che nell'accampamento non c'era più nessuno oltre lei.

No.

Una scia di sangue sul suolo le indicava la direzione in cui i suoi compagni erano stati condotti.

No.

Non poteva essere vero.

Non potevano essere spariti.

Non potevano essere morti.

Dov'erano?

E di chi era quel sangue?

E perchè lei era ancora lì?

Le si spezzò il fiato, mentre si metteva in piedi, le ginocchia molli.

Dov'erano finiti?

Prese con ansia il suo zaino, prima di iniziare a correre nel folto della foresta.

Le giungevano rumori soffocati, schianti di alberi e rumori di spade che si scontravano...

Inciampò malamante in una radice, finendo tra le foglie gialle di un albero vicino. Si era sbucciata le ginocchia e i palmi della mani, ma non era questo l'importante - la sua borsa si era aperta, e i vari medicinali erano rotolati qua e là - un disinfettante si era anche aperto, inzuppandole la gonna.

"Cavolo", borbottò, allungandosi per recuperare la maggior parte degli oggetti - almeno quelli più vicini.

Un urlo di dolore le gelò il sangue, spingendola a ricominciare la sua corsa.

Si fermò solo sul limitare di uno spiazzo.

L'erba era verde, leggermente umida - cosa strana, data la mancanza di pioggia -, ed era ricoperta da piccoli fiori gialli e viola.

Sarebbe stato un luogo magico, se non ci fosse stata una battaglia in corso.

Rin era adagiata contro il tronco di un albero, intenta a tamponarsi una ferita al fianco, piuttosto grave, all'apparenza.

Sesshomaru si destreggiava agilmente con due demoni lince - erano uguali, dal manto marrone e gli occhi di un lucente sabbia. Saltavano qua e là, evitando per un soffio i ripetuti affondi dello youkai. Sembravano quasi divertiti, mentre squarci scarlatti si aprivano pian piano sulle loro zampe.

Sango, invece, aveva le spalle poggiate contro quelle di Miroku, e si impegnavano a colpire il maggior numero di demoni senza restare feriti.

Ma lo sguardo di Kagome era completamente attratto da Inu-Yasha.

Muoveva con rabbia Tessaiga, rilasciando lampi di luci, che distruggevano i nemici più vicini senza alcuna difficoltà apparente.

Poi tutto si mosse a rallentatore.

Vide Inu-Yasha voltarsi verso di lei.

Lo vide aprire la bocca, pronto ad urlare.

Sentì qualcosa che la alzava, e un forte dolore alla nuca.

Strinse gli occhi, per poi mordersi la guancia, nel tentativo di non perdere i sensi.

Delle braccia la tenevano bloccata, e lei continuava a guardare Inu-Yasha.

Mentre rinfoderava Tessaiga.

Mentre ringhiava.

Mentre correva.

Mentre li inseguiva, senza neppure degnarsi di spiegare agli altri ciò che stava avvenendo.

Kagome non sapeva cosa fare.

Strinse i pugni, iniziando a tempestare il suo assalitore, nel tentativo vano di fargli lasciare la presa, e lasciarla cadere al suolo.

"Lasciami! Lasciami!".

Ogni suo urlo era scandito da un pugno ancora più forte, e da un calcio. Era portata in spalla, così fece del suo meglio per assestare un colpo preciso nello stomaco dello youkai.

"Kagome".

Si voltò di scatto.

Inu-Yasha aveva aumentato la velocità della sua corsa, facendo schioccare le dita.

Proprio quella che aveva fatto quando l'aveva vista per la prima volta.

Capì senza neppure bisogno di spiegazioni.

Quando lo vide saltare verso di loro...

... quando lo vide fare un balzo più lungo del normale...

... strinse gli occhi, portando di istinto le mani sulla nuca.

Si ritrovò al suolo, ruzzolando nel piano, rotolando tra i sassolini.

Aveva una brutta ferita dietro la testa, ma non era poi così grave, dato che riusciva ancora a ragionare.

Inu-Yasha aveva duramente ferito il demone - ora che poteva vederlo, notava che era grosso e nerboluto, di uno sgargiante color fuoco. Le iridi erano arancio, e il volto era affusolato, sebbene ricordasse vagamente un volto umano.

L'hanyou si spostò quasi impercettibilmente, ponendosi innanzi a Kagome e accucciandosi un po', mentre un ringhio feroce nasceva dal suo petto - sembrava il latrato di un animale furioso, e persino lei sentì farsi la pelle d'oca.

"Lasciala in pace... Va' via", ululò.

L'occhio stavano progressivamente mutando, prendendo una colorazione rossastra, mentre le iridi si assottigliavano, colorandosi di celese.

Sulle gote gli comparirono degli strani graffi, simili a quelli di Sesshomaru, per colorazione e lunghezza.

Persino le unghie delle mani - gli artigli che tanto amava usare per attaccare - si allungarono.

Sembrava un'altra persona.

Letteralmente.

Il demone tremava leggermente, mentre si lanciava verso di lui, all'attacco.

Forse sperava di ucciderlo.

Forse era convinto di riuscire a fronteggiarlo, o di coglierlo di sorpresa.

Forse - la probabilità più logica - aveva capito di non avere alcuna speranza, e preferiva combattere e morire, alla fuga.

Un attimo, e il corpo del demone cadde privo di vita tra l'erba.

"I-Inu... Yasha?", mormorò Kagome, facendo forza sulle braccia, nel tentativo di tirarsi su.

Lui si voltò a guardarla.

O forse no.

Osservava nella sua direzione, ma non la vedeva.

Sentiva però il suo profumo.

Sapeva che c'era qualcosa lì.

Le si avvicinò.

"Inu?". Kagome si mise carponi, mentre Inu-Yasha le si sedeva davanti.

Portò la mano destra sulla sua guancia, carezzandogli il volto in tutta la sua lunghezza, prima di bloccarla.

Sentì un sospiro, e poi l'hanyou le posò il capo tra le dita, mugugnando. Quasi facendole le fusa.

Quando riaprì gli occhi, le iridi erano tornate topazio.

"Kagome?".

Gli sorrise, allonatanandosi giusto un po'.

"Sei ferita?", sussurrò, notando il sangue che le imbrattava i vestiti.

"Leggermente", fu l'unica replica della ragazza, mentre mostrava lo zaino sulla sua spalla. "Ho i medicinali, però".

"Bene".

Le afferrò con dolcezza il polso, prendendola tra la braccia.

"Ti trasporto io".

Lei sorrise come meglio poteva, mentre la stanchezza la coglieva impreparata ed il cuore iniziava a batterle come un tamburo.

Il ricordo del bacio della sera prima la spiazzò.

Forse avrebbe fatto meglio ad implorarla di farla scendere.

Non era capace di dominare le sue emozioni in quel contesto.

Non era capace, punto.

Si lasciò andare contro il suo petto, sospirando frustrata di tanto in tanto, finchè una piccola grotta non comparve loro innanzi.

La adagiò sul pavimento.

"Vado a chiamare gli altri?", propose, quasi senza aspettare risposta.

"No", Kagome scosse il capo, afferrando un lembo del suo vestito "Per favore, resta qui".

Le scoccò un'occhiata di traverso, prima di sedersi accanto a lei.

Sentì via via il respiro della giovane regolarizzarsi, e sospirò di sollievo, poggiando Tessaiga al suo fianco e il capo contro la parete.

Sarebbe stata una lunga notte, questo era certo.

Allora?
Spero lo abbiate gradito, anche se non è stato poi nulla di chè...
E, ora, la nota più dolente.
Forse mi toccherà cambiare raiting. Non vorrei assolutamente, lo giuro, ma... la bozza del prossimo capitolo è già pronta, e non so se va bene. Comunque, cercherò di mantenerlo così, e di non alzarlo.
Mmm... Ho una seconda nota dolente -almeno per me-.
Niente ringraziamenti...
Lo so, avevo promesso almeno 5 righe a testa, ma ho ben 3 storie da aggiornare e molto da scrivere. Per di più, non sto particolarmente bene, e non dovrei neppure stare a computer XD.
RINGRAZIO:
Kaggychan95
Dark_Inu_Light
ary22
Yunie88
Kaggi_Inu91
Aryuna
kirarachan
mikamey
KaDe
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato con particolare affetto, dato che mi tirate costantemente su di morale ^^.
Ora però vi lascio: devo aggiornare LdC! XD
Besos, alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Senza sapere il perché ***


New Fan Fic Lemon Because of you
Capitolo 17 - Senza sapere il perché

*\* Ok, posate anche qui le vanghe, da bravi...
Susu, non è che poi io abbia fatto chissà quale ritardo, cari... XD C'è di peggio.
Chiedo venia, però: dato che è tardi, non posso ringraziare... Lo farò per bene la prossima volta, spero. Besos! */*
(Il contenuto di questo capitolo non è molto adatto ad un pubblico non maturo XP Sebbene io mi sia impegnata per evitare il raiting rosso, qualcosa potrebbe essermi sfuggito, e per questo mi scuso)





Non sapevano come.

E di certo non sapevano perchè.

Neppure importava loro sapere perchè, comunque.

Ciò che era loro chiaro è che Kagome si era svegliata, e i loro sguardi si erano incontrati. Poi una scossa, si erano alzati... e... e...

Il respiro di Kagome si confondeva con quello dell'hanyou...

Inu-Yasha le teneva i polsi bloccati, e la costringeva contro la parete. Le loro labbra si erano incontrate duramente, e si toccavano, mordevano come a volersi divorare.

Quando lui si allontanò di un po', Kagome era in affanno, e respirava alla ricerca d'aria.

"Inu... Yasha..." mugugnò lei, quando lui le lasciò i polsi per carezzarle la schiena e le gambe - Kagome intrecciò le dita tra i soffici capelli dell'hanyou, riaffondando le sue labbra su quelle del ragazzo.

La sollevò un po', permettendole di allacciare le gambe intorno alla sua schiena, e si impegnò - vanamente - per sbottonarle la camicetta, finendo con strapparla in più punti - a Kagome sfuggì un risolino.

"Ti faccio ridere?" le mormorò sulle labbra, carezzandole il ventre piatto.

"Giusto un po'..." lo disse in un soffio, mentre Inu-Yasha prendeva a carezzarle l'interno delle cosce. Kagome gemette compiaciuta, spostando una mano sulle orecchie di Inu-Yasha...

Presto anche la gonna di Kagome e il vestito del ragazzo si ritrovarono sul pavimento, informi e piatti spettatori di quella vicenda.

Alla ragazza sfuggì l'ennesimo gemito quando l'hanyou lasciò il porto sicuro delle labbra per passare al collo e all'orecchio, che mordicchiò dolcemente - intanto, lei continuava a passare le piccole mani sulla schiena di Inu-Yasha, definendo con la punta delle dita i suoi muscoli.

"Kagome... come si toglie questo coso?" le mormorò, tentando di strapparle il reggiseno di pizzo bianco. Lei spostò la mani dalla schiena del ragazzo con un borbottio contrariato e slacciò l'oggetto, che cadde in terra.

Poi, arrossendo, portò le mani a coprire il seno, mentre lui la alzava un po' di più per baciarle le labbra.

Sorrideva compiaciuto - il suo cervello si era scollegato, così come quello di Kagome. Erano preda solo dei loro istinti.

Kagome gli carezzò una guancia, posando poi il capo sulla spalla di lui.

"Non ce la faccio più..." gemette lui, adagiandola sul pavimento della grotta.

"Neppure io." rispose, abbozzando un sorriso tra gli affanni.

...

Si erano addormentati abbracciati.

Inu-Yasha la teneva stretta, il capo posato tra i capelli neri della giovane.

Aveva usato una coperta nello zaino della ragazza per provare a coprirsi - per fortuna il fuoco poco distante scoppiettava, riscaldandoli con il suo calore.

Kagome si era raggomitolata per bene contro di lui, sorridendo d'istinto.

Era questa la posizione in cui si svegliarono.

Erano in imbarazzo, e non sapevano cosa dire per giustificarsi. Nessuno dei due pensava che l'avvenimento della sera precedente fosse stato uno sbaglio, ma nessuno dei due riusciva a trovare un pretesto per aprire il discorso.

Kagome prese la coperta e ci si avvolse dentro, posando il capo sulle ginocchia e sospirando.

Inu-Yasha aveva preso un'altra coperta dalla borsa e la stava malamente usando per coprirsi, lasciando però scoperto il petto.

La miko si ritrovò a fissarlo... e arrossì.

Posso essere diventata così intraprendente?, si chiese, strigendo le mani a pugno e mordendosi con forza il labbro inferiore, mentre il cuore, nel petto, le batteva come un martello pneumatico.

"Ehm..." l'hanyou era stufo di quel muro di silenzio creatosi, così decise di prendere la parola "Allora... ehm... si... l'abbiamo... fatto."

"S-Si." rispose lei imbarazzata - e frustrata per l'ovvia osservazione -, togliendo di poco il capo dalla coperta - la stoffa era vermiglia, e il suo volto aveva ormai preso la stessa sfumatura dell'oggetto.

I loro sguardi si incontrarono per l'ennesima volta...

Kagome fece per distogliere gli occhi, ma Inu-Yasha le prese il mento tra le dita e la baciò - esattamente come la sera precedente.

Erano già disetesi... Inu-Yasha la baciava, e Kagome attorcigliava le dita tra i capelli d'argento dell'hanyou... quando un rumore richiamò la loro attenzione.

Il volto di Miroku fece capolino dall'ingresso della caverna.

"Carissimi," iniziò, un sorriso malizioso sul volto "Noi non siamo entrati per non disturbarvi, ma, devo dirlo, il rumore dei vostri gemiti era leggermente troppo forte, così vorrei chiedervi se posso unirmi a voi!"

Kagome si sentì morire, e afferrò la coperta più vicina, coprendosi.

"Non vi facevo così pudica, Kagome-sama. Dalle urla di piacere che ho sentito, credevo foste più spregiudicata!"

Inu-Yasha non riuscì più a sostenere la faccenda. Sfilò Tessaiga dal suo fodero, lasciando che la lama brillasse alla luce del mattino appena sorto "Va' via..." ringhiò con tono minaccioso.

Miroku sfoggiò loro un'aria delusa, da cane bastonato, e si allontanò - lo sentirono imprecare.

Indossarono i loro vestiti con rapidità, silenziosi, quasi desiderosi di evitarsi. Kagome si alzò, pronta ad uscire - Inu-Yasha la bloccò, per poi posare la sua fronte su quella della ragazza. "Sta' attenta." le mormorò, prima di lasciarla e uscire prima di lei.

La studentessa si sfiorò la fronte con le dita - scottava -, per poi sorridere e seguirlo.

Furono accolti da un vivace chiacchierio. Rin e Sango parlavano fitto fitto tra loro - la sterminatrice non nascondeva un sorriso malizioso, mentre Rin tentava di abbozzare un sorriso di circostanza, come a chiedere perdono all'amica per l'intrusione.

"Oh, sono arrivati i piccioncini." fu il commento di Miroku. Il monaco si carezzava la guancia destra, arrossata: sicuramente un ricordo di Sango "Ripeto che non era mia intenzione disturbarvi."

Inu-Yasha fremeva dal desiderio di sferrargli un pugno - Kagome, dal canto suo, aveva assunto un'aria furiosa, e squadrava Miroku "Non mi risulta che siano fatti tuoi. Quindi, ti prego di SMETTERLA."

Sul volto del moro aleggiava un'aria offesa, e non replicò. Sango e Rin, invece, presero ad applaudire, mentre Inu-Yasha scuoteva il capo, imbarazzato - terribilmente imbarazzato. Che le era venuto in mente?

Lui aveva optato per non rispondere alle provocazioni, restando muto ad ogni accusa, mentre invece lei gli aveva praticamente urlato in faccia che sì, l'avevano fatto, e che no, non ne volevano parlare. Bah... forse avrebbe potuto funzionare, dopotutto.

L'unico indifferente era Sesshomaru, seduto, come di consueto, ai piedi di un albero. Aveva le braccia incrociate al petto, e gli occhi socchiusi: in tralice osservava la foresta circostante, desideroso di mettere fine al loro viaggio il più presto possibile. 

I capelli d'argento venivano scossi dalla lieve brezza che soffiava nel bosco, e gli sferzava la pelle nivea del volto. Il sole, poi, gli faceva luccicare le gemme d'oro che aveva incastonate negli occhi.

Un rumore, come di qualcuno che si sta schiarendo le voce, gli fece leggermente sollevare una palpebra. Era Rin, seduta al suo fianco.

"Sesshomaru-sama, posso stare un po' qui con voi?" La giovane indicò con l'indice il resto che gruppo - Inu-Yasha stava picchiando Miroku, che doveva aver fatto qualcosa a Kagome, dato che questa singhiozzava tra le braccia di Sango "Non vi arrecherò alcun disturbo. Ma non riesco a stare accanto a loro, con il baccano che fanno."

L'inu-youkai si limitò ad annuire, serrando nuovamente gli occhi. Neppure un sospiro uscì dalle sue labbra. Neppure un respiro. Nulla.

Sesshomaru continuava imperterrito a pensare.

Rin, accanto a lui, si chiese se non fosse il suo modo di evitarla. Forse si.

Si gelava, quella mattina. Portò una mano innanzi alla bocca, e starnutì - il demone spostò il suo sguardo - impercettibilmente - sulla ragazzina al suo fianco. "Raffreddata?" chiese, forse più per l'educazione impartitagli da bambino che per vero interesse.

"Eh? Fo-Forse si, Sesshomaru-sama."

"Dovresti coprirti."

Rin inclinò il capo di lato, sorpresa, e annuì, per fargli intendere che aveva compreso il suggerimento, e forse l'avrebbe attuato. Si accoccolò su di sè - il sole era ancora alto nel cielo, ma lei aveva sonno. Sbadigliò.

La discussione, accanto a lei, sembrava essersi sedata, quindi Rin prese coraggio, e s'alzò, accorrendo da Kagome - non volle spiegargli perchè aveva pianto, ma notò, dagli angoli della bocca tirati verso l'alto, che doveva avere una gran voglia di ridere. In effetti, Miroku con un occhio nero sembrava un panda.

Prepararono il pasto tutti insieme, e poi decisero di accampare - da quel che diceva la cartina, il palazzo era a pochi chilometri. Sarebbero arrivati entro il giorno seguente.








*\* La parte iniziale del capitolo è ciò che più ha dipeso il ritardo del capitolo: non avevo idea di come scriverla senza dover poi alzare il raiting ç.ç
In ogni caso, questo capitolo è dedicato a KaDe, grande sensei delle lem, a Lily, la nostra hentai, e a Valeria (Yunie88), che queste "scene" le adora...
So di non essere particolarmente brava, e non avrei neppure voluto inserire qualcosa di questa risma, ma l'ho promesso a Lily-chan, e non potevo rimangiarmi la promessa... ç.ç Così, ecco il mio capitolo depravato. Scusatemi.
RINGRAZIO:
Aini
ryanforever
Bchan
inufanforever
kaggychan95
mocci91
ary22
mikamey
Isy_264
pIcCoLaKaGoMe92
demetra85
Yunie88 (Visto cosa c'era nel capitolo?)
Aryuna
KaDe
kirarachan

Grazie mille a tutti voi! ^^ Spero abbiate gradito l'ennesimo sclero (che reputo orrendo -.- Ma l'ho scritto di botto).
Sao!!! Alla prossima! */*
P.S. Per farmi perdonare, una piccola anticipazione: l'attesissima consegna delle cariche a Lord Fluffy e Inu!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Arrivo dalle autorità ***


New Fan Fic18

Because of You

Capitolo 18 - Arrivo dalle autorità


*\* Salve, carissimi. 
Scusate l'enorme ritardo, davvero. Non volevo metterci così tanto, ma ho avuto problemi (ENORMI PROBLEMI!) di ispirazione. Ergo? Non riuscivo a buttare giù nulla di soddisfacente, e mi sono quindi impegnata con LdC, concludendola.
Vorrei portare anche questa a compimento entro l'inizio della scuola, ma è letteralmente impossibile. Fortunatamente, il finale l'ho già scritto...
Vedrò, quindi, di buttar giù i capitoli "19-20-21-22" in questi giorni, così da averli pronti da postare. In caso contrario, mi impegnerò per scriverne uno a settimana: se ciò non mi riuscisse... Non pensiamoci. Ce la posso fare.
Il capitolo che mi è uscito (Questo qui) non mi piace particolamente. Ma mi piace più di molti altri, e già questo mi soddisfa... XD
A dopo per i ringraziamenti! Bacioni! */*

Musica?

Socchiuse le palpebre, indecisa, e proseguì il cammino.

Il dolce rumore le pervadeva le membra, scuotendola, e lei continuava ad avanzare, accennando qualche timido passo di danza, lasciando che le braccia ondeggiassero come in preda ad un ritmo folle.

Posò il piede destro per terra, e sentì vuoto.

Cosa?

Inciampò.

Cadde.

Vuoto.

“Kagome?”.

Chi la chiamava?

“Kagome, sveglia, è ora…”.

Sveglia?

Riaprì le palpebre, ma fu subito costretta a socchiuderle, mentre i raggi del sole mattutino, violenti, le fendevano gli occhi.

“Ben svegliata”, fu il divertito commento di Sango – la sua amica stava riordinando gli oggetti che avevano usato per la notte, rimettendoli con cura nel suo zainetto grigio.

Rin, poco distante, era intenta a pettinarsi i capelli, e rivolse un radioso sorriso all’amica, non appena notò i suoi occhi aperti – “Hai fatto un bel sogno?”, le chiese, curiosa.

Kagome boccheggiò – un bel sogno? Beh, la musica era gradevole.

Un pianoforte.

E un flauto traverso.

Una melodia molto orecchiabile.

E dolce.

Sì, se non fosse stato per quella caduta finale, quel sogno sarebbe stato bellissimo. Si rimise in piedi, inciampando nel sacco a pelo, e annuì – “Un bel sogno, sì”.

“Cos’hai sognato?”. Rin era curiosa, ed aveva rimesso la spazzola nella sua borsa, attenta a non perdersi neppure una sillaba.

“Bah, di preciso non so. Camminavo… e sentivo una strana musica”.

“Strana?”.

“Sì, ma gradevole. In ogni caso, danzavo. E sono caduta…”, si sentiva sciocca a raccontare di una caduta immaginaria, ma Rin sembrava trovare il tutto interessante, perché la esortava a continuare. “Insomma, sono caduta e ho sentito qualcuno dirmi che dovevo svegliarmi…”.

“Ero io a chiamarti”, ridacchiò Sango, rivolgendo un’occhiata divertita all’amica – Kagome gonfiò le guance, offesa.

“Ti chiamavo perché è tardi. I ragazzi sono svegli da un pezzo, e ci stanno aspettando…”.

Nessuna replica da parte di Kagome, che prese il suo sacco a pelo ed iniziò a piegarlo, nel tentativo – quanto mai disperato – di farlo entrare nello zaino giallo – zaino in cui aveva raccolto ¾ della flora presente nel regno di Goshinboku, e nel quale erano reperibili sassi e sassolini. Si era data alla raccolta, in effetti…

“Va beh”, fu il garbato commento di Rin “L’altra notte non penso abbia dormito, oggi doveva recuperare”.

Sulle gote di Kagome comparve un timido rossore di imbarazzo, e si sbrigò a riordinare la roba, così da poter lasciare le sue amiche con un palmo di naso.

La sera prima, per non creare imbarazzi – e per zittire Miroku, che li accusava di tubare –, Inu-Yasha e Kagome erano stati divisi: lui era stato spedito a dormire accanto a Sesshomaru, all’ombra di una quercia, mentre lei si era ritrovata sballottata vicino ad un piccolo fiume, con le sue amiche. Il monaco aveva provato a fare il furbo e, quindi, era stato prontamente inviato a far compagnia ai fratelli.

La studentessa guardò attentamente la valle in cui stavano, e la paragonò all’immagine sfocata sulla cartina, cosa che non faceva dall’inizio del viaggio.

Beh, in fin dei conti ancora non poteva crederci.

Era nel regno di Goshinboku.

Stava compiendo una missione per il re, con Sango, la sua migliore amica, e Rin, la principessa.

Aveva conosciuto il potente Sesshomaru, uno dei figli dell’ultimo re, e Miroku, discendente dei consiglieri reali.

E Inu-Yasha.

E si era innamorata, di Inu-Yasha.

Arrossì… Loro stavano insiem…

“No”, mormorò, facendo voltare verso di sé le altre. “Noi… no”.

“Cosa?”, chiese Sango, preoccupata. Kagome fece spallucce – “Nulla, nulla, parlavo tra me e me”.

“Non me la racconti giusta”. Rin la osservava “Non penso che fosse un non nulla. Non sei tipa da deprimerti per nulla”.

“Non ne voglio parlare”.

“Ecco”, sussurrò Sango “Già questa è una reazione più umana. Non ne voglio parlare… Beh, se vuoi tenerti tutto dentro, fallo. Ma se avrai bisogno, ricorda che siamo qui”.

Kagome sorrise, annuendo “Sì, me lo ricorderò”.

“E ora che ne dite? Andiamo da quei tre?”.

Senza risposta, si alzarono insieme, e raccolsero i loro bagagli – insieme.

Non erano tanto distanti dai ragazzi, ma un po’ di tempo ci voleva comunque, e non dovevano sprecare attimi preziosi. Erano troppo vicini al palazzo, per tirarsi indietro.

Erano troppo vicini alla loro meta, per arrendersi.

***

Fu la voce degli abitanti del villaggio da riscuoterli dallo stato di trance in cui erano caduti.

Sesshomaru camminava in testa, fiero e maestoso, le labbra serrate ed una mano posta sull’elsa della sua spada preferita. Sebbene quello fosse un appezzamento di dominio del sovrano, non si sarebbe risparmiato in caso lo avessero attaccato.

Rin saltellava al suo fianco, sorridendo a tutti. Ogni tanto, il suo sguardo si posava sul volto dell’inu youkai accanto a lei – se questi si voltava, subito lei allontanava gli occhi, arrossendo.

Kagome, dietro di loro, non poté che trovarli teneri.

Se quella mattina aveva avuto dubbi a riguardo, ora era tranquillissima – in uno stato di quiete e pace eterna che spaventava tutti: Inu-Yasha, non appena avevano intrapreso il cammino, le aveva saldamente stretto la mano, ringhiando in direzione di tutti quelli che provavano a dire anche solo una parola.

“Miroku, se non la smetti ti ammazzo”.

“Sango, non credo tu sia pronta a rischiare la vita per così poco”.

“Rin, fossi in te non ci proverei!”.

“…”.

Non si erano lasciati neppure una volta, e procedevano affiancati parlando del più e del meno – o di Sesshomaru, dato che Inu-Yasha trovava ogni pretesto per deridere il fratellastro.

Se loro erano calmi, però, non si poteva dire lo stesso di Sango e Miroku.

La sterminatrice aveva preso posto su Kirara, carezzando continuamente il capo di Shippo, mentre il monaco era stato costretto in fondo alla fila, a carezzarsi la guancia ormai gonfia e arrossata.

“Benvenuti”.

A parlare era stato un vecchio youkai, che Kagome riconobbe. Ne aveva visto molte immagini sui libri di storia: era Totosai, maestro di spada, colui che aveva forgiato le armi di Inu no Taisho – le armi che il re aveva usato nella sua prima battaglia contro il regno di Asu.

Appariva magro, eccessivamente magro. Come se ogni brandello di carne fosse stato tirato al massimo. Le guance erano scavate, e le labbra secche.

I capelli, grigi e radi sul capo, erano legati in una bassa coda – dovevano essere stati un tempo lunghi ed ondulati, un vanto. Ma ora non erano nulla più che una zazzera incolta.

Gli occhi erano grandi, e vispi. Lo facevano apparire meno saggio di quello che, in realtà, doveva essere – Kagome, da bambina, li paragonava a palle da biliardo incastonate in un volto smunto.

“Sesshomaru, che gioia è rivederti!”, proferì con voce anche troppo gioviale.

Lo youkai lo osservò con aria di sfida. “Vorrei poter dire lo stesso”.

“Suvvia! Sesshomaru, non c’è motivo di portarmi così tanto rancore!”.

Rancore?”, ripeté Rin, curiosa – Totosai annuì – “Signorina, sapete il nome della spada al fianco di Sesshomaru?”.

“Tenseiga?”, azzardò lei, subito zittita da una rapida occhiata di Sesshomaru.

“Sì, piccola, è Tenseiga la spada di cui parlo…”.

“Non penso che lei voglia sapere”. Sesshomaru li squadrava infastidito, e Rin provò l’impulso di tirarsi indietro, come da lui suggerito. Fu Kagome, dietro di lei, a spingerla.

“Oh, non vorrà saperlo lei, ma io sì!”.

“Sì, anch’io”, si aggiunse Inu-Yasha. Ghignava, abbracciando Kagome per la vita – era diventato protettivo, notò. Bah, dopotutto essere protettivo non era poi un male.

“Inu-Yasha, come sei cresciuto!”, stillò il vecchio demone. Sembrava aver dimenticato ciò di cui stava parlando in precedenza. “Somigli sempre di più a tua mamma, che i kami l’abbiano in gloria!”.

Inu-Yasha abbassò le orecchiette, avvampando, il capo nascosto nell’incavo del collo di Kagome – ma era mai possibile che quel vecchio pazzo non si facesse mai i fatti suoi?

Quando era piccolo, lo torturava sempre… e gli tirava le orecchiette pelose, quasi come se lui fosse un giocattolo. Lo aveva davvero odiato, durante la sua infanzia. Davvero, davvero odiato.

“Er… Signor Totosai, potrebbe dirmi qual è il segreto di Sesshomaru? Il perché lui la odia?”.

“E tu chi saresti?”, domandò il vecchio, rigirandosi tra le dita il pizzetto bianco.

Possibile che mi abbia notata solo ora?, si domandò Kagome sconvolta. “Kagome Higurashi, del regno di Yoshi. E, per la cronaca, lei è Rin, la principessa del regno di Yoshi…”.

Il vecchio si grattò il capo, confuso. Poi, come se gli fosse tornato qualcosa in mente, inizio a indicare Sesshomaru con un dito lungo “Lo youkai che mi vuole morto perché gli ho dato una spada che non nuoce!”, strillò, nascondendosi dietro ad Inu-Yasha.

“Te la sei presa perché Tenseiga non offende?”, rise l’hanyou, seguito a ruota da Kagome. L’unica a non ridere era Rin, che tentava di consolare Sesshomaru – fu allora che Jaken arrivò, ansante.

Nessuno si era ricordato di svegliarlo, e questi era rimasto addormentato sotto la sua quercia, il suo bastone tra le dita e un’espressione beata sul volto.

“Padron… Sesshomaru”, ansimò, quasi ruzzolando al suolo.

“Jaken!”, urlò Rin, chinandosi al suo fianco: era tutto pieno di lividi e graffi, che si era ovviamente fatto mentre correva per il bosco. “Come stai?”.

“Per te sono il Signor Jaken”, la rettificò prontamente il piccolo demone, poggiando le piccole mani sulle ginocchia, per riprendere il fiato perduto nella corsa. “Padron Sesshomaru”, disse poi, ignorando volutamente i tentativi di Rin di medicarlo con un pezzo di stoffa “Perché mi avete abbandonato? Perché? Ve ne prego, non fatelo mai più, in futuro. Il vostro servitore ha tanto avuto paura…”.

L’inu youkai continuava, però, ad osservare bieco Totosai, mostrando le unghie – voleva ucciderlo. Era stata infatti colpa del maestro di spada…

Benché lui, il vero erede di Inu no Taisho, gli avesse intimato di consegnargli Tessaiga, questi si era rifiutato, e l’aveva affidata comunque ad Inu-Yasha.

C’era rimasto indubbiamente male.

“Consegnami Tessaiga”.

“Le disposizioni di tuo padre mi hanno detto di consegnare la spada per difendere ad Inu-Yasha, se ben ricordi. Puoi chiedere a lui”.

“Datemi Tessaiga…”.

Aveva coinvolto suo padre.

L’aveva fronteggiato in un tremendo dialogo.

“Quell’hanyou non sarà mai capace di usare quella spada al meglio!”.

“No, Sesshomaru. Quello che non saprebbe mai usarla appieno sei tu”.

“Scherzate? Io, uno youkai, non saprei usare una spada demoniaca?”.

“Tu non sapresti usare una spada per difendere”.

Strinse involontariamente i pugni, contraendo i muscoli. Sul suo volto comparve un’espressione di puro disgusto – “Non voglio rivangare il passato”.

Totosai gli rivolse la sua espressione più intelligente. “Sagge parole, ragazzo mio. Dopotutto, voi siete gli eredi, dovreste discutere di come governare, e non di queste bazzecole!”.

“Dopotutto, Sesshomaru, io credo che tu non provi tutto l’odio che tu dici di sentire verso i ningen”.

Sesshomaru serrò i denti, e iniziò a marciare, sotto gli sguardi attoniti di tutti, verso l’entrata del castello – le guardie si scostavano al suo passaggio, tremanti.

Era arrabbiato.

Furioso.

Scocciato.

Infastidito.

Irato.

Curioso.

I compiti di un re?

Li conosceva a menadito. La sua infanzia era stata un costante prepararsi a quel giorno, a quel momento. Era stata solo un tramite. La sua infanzia era stata un passaggio da principe e re.

A volte, seduto accanto al maestro, scorgeva Inu-Yasha, nel prato. Stringeva sempre tra le dita il kimono della mamma, e passeggiavano insieme.

Lo aveva invidiato.

Ma poi, il suo orgoglio gli aveva impedito un simile sentimento: era superiore ad Inu-Yasha. Lui era l’erede. Al massimo, il suo fratellastro sarebbe stato il suo paggio, o il suo scudiero.

“Sesshomaru-sama!”, urlò qualcuno nel palazzo, correndo all’esterno.

Era una donna. Lunghi capelli castani le cadevano intorno al pallido volto, e gli occhi nocciola erano contornati da folte ciglia scure.

Indossava un kimono verde. L’obi era di un giallo intenso, e i capelli erano legati da un nastro del medesimo colore.

“Sesshomaru-sama, quanto tempo?”.

Lo youkai lo squadrò, non riconoscendola.

“S-Sono Sara…”. La giovane era arrossita, ed aveva puntato gli occhi verso il pavimento, torturandosi le dita. “N-Non ricordate?”.

“Sara…?”, ripeté Sesshomaru atono, continuando a camminare. Sara? Non ricordava di conoscere qualcuno con quel nome.

“S-Sì!”.

La giovane alzò di scatto lo sguardo, notando l’inu youkai ormai lontano, e sospirò – “Sesshomaru-sama, dove state andando?”, mormorò, senza però ricevere alcuna risposta. Spostò lo sguardo sul gruppo appena arrivato, e osservò con astio le donne. “Compagni di viaggio del Signore, immagino”, sibilò, malevola.

“Sì, Sara, sono amici di Sesshomaru”, confermò allora Totosai.

Amici?”.

“Amici”. Kagome aveva notato l’espressione affranta di Rin, e aveva deciso di prendere parola. “Siamo amici di Sesshomaru”.

“Come volete…”, disse la donna, voltandosi.

Kagome giunse le braccia al petto, borbottando tra sé e sé. “È irritante”.

“Sì, Sara è leggermente irritante”. Totosai aveva lo sguardo perso. La sua mente vagava nel passato, quando aveva presentato Sara – allora solo una bambina – a Sesshomaru “Lei è la pronipote di uno dei feudatari di Inu no Taisho. Tempo fa, in una delle ultime apparizioni di Sesshomaru…”.

“Sesshomaru-sama era già stato qui?”, chiese Rin, stupita, coprendosi poi la bocca con una mano.

“Oh, Sesshomaru non ha mai completamente lasciato il regno. Ma non ha mai preso il posto di sovrano”, sospirò “Non so perché ora si sia deciso, ma…”.

Totosai iniziò a camminare, grattandosi il capo – si era nuovamente dimenticato ciò che doveva dire. E Inu-Yasha, pochi attimi prima, gli aveva intimato di non scordarsi di nulla, o lo avrebbe affettato. “Comunque, Sesshomaru venne a palazzo per controllare il governo, e io gli presentai Sara. Lei aveva solo 7 anni”.

“Quindi, non è passato molto tempo!”. Sango era stupita.

“Er…”, Totosai sospirò, indeciso “Sara ha… 19 anni, ora. Comunque, lei era piccola, e si innamorò di lui. Fine della storia, a Sesshomaru non è mai interessato frequentare una bambina”.

Rin annuì.

Capiva perché Sesshomaru non la degnava di uno sguardo: lei era piccola. Se aveva evitato Sara – bellissima – perché mai avrebbe dovuto guardare lei? E poi… lei era una ningen. Lui uno youkai.

A Sesshomaru non poteva interessare anche perché erano di specie diverse.

E lui, gli umani li odiava.

“Rin?”.

Alzò lo sguardo, annuendo. “C-Cosa?”.

Kagome le carezzò i capelli, cercando di calmarla – “Non pensare a Sara: tu sei Rin! Sono sicura che farai breccia nel cuore di Sesshomaru…”.

“Come fai a dirlo con così tanta sicurezza?”, singhiozzò la principessa a mezza voce, cercando di non farsi sentire né dal fine udito di Inu-Yasha, né dai sensori “capta tutto” di Miroku. E di non far intuire tutto a Sango.

“Istinto”, rispose semplicemente Kagome. Poi le sorrise gentile – “Ora andiamo: dobbiamo assistere alla cerimonia che incoronerà il nuovo re, e il nuovo generale delle truppe”.

 








*\* Allora?
Ok, non mi uscito molto bene... ù.ù Chiedo venia, farò il possibile per scrivere un capitolo migliore, la prossima volta XD
Grazie mille a chi mi sostiene sempre, e a tutti coloro che hanno le fan fic tra le preferite. E grazie a chi ha seguito LdC! ç.ç Mi sono commossa, leggendo i commenti all'ultimo capitolo.
Un grazie particolare (e una dedica) a KaDe, come sempre, perchè recensirà SdO, e perchè è KaDe, e mi aiuta sempre. Grazie mille!
Lo dedico anche a Valentina, che da poco ha compiuto gli anni! ^^ Auguri!
RINGRAZIO:
crilli ù.ù Guarda che io a te perdono tutto, Elisa. Non ti ucciderò, solo perchè non hai commentato. Comunque: Certo che sei brava!!! ^^ Sei Elisa! ù.ù Comunque, è depravato per me. Non di certo per te. ù.ù Spero che il capitolo ti sia piaciuto, comunque. Bacioni!!!
saphira86 Costiera Amalfitana? *.* Potevi venirmi a trovare! Io sono di Sorrento ^^ Spero che il seguito ti sia piaciuto! ^^ Bacioni!
KaDe TESORO!!! *.* Sono lieta di sapere che le mie storie ti prendono! Aspetta di leggere l'idea che ho per la mia prossima fic, però... Rimarrai scioccata. Va beh, va beh... Rin ti manda i suoi saluti (Sta insegnando a Sesshomaru a riportare il bastoncino e a fare i baffi ad una tua foto... O.O). In ogni caso, carissima, ora scappo a scrivere il resto dei ringraziamentini... XD Sono lieta, comunque, di essere meglio di Tu-Sai-Chi: e di Canotto? E della Signora Dei Puntini? E di Pechinese? *.* ^^ Sao, Kaddy! Spero che il capitolo ti sia piaciuto almeno un po'!
lilika Sono felice di sapere che la storia è di tuo gradimento: mille grazie per il commento! Baci.
mocci91 Mi spiace sapere che Inu imbarazzato non ce lo vedi proprio. Spero solo che non abbia influito sul capitolo, questo particolare. ^^ Mi dispiace aver tanto tardato, ma ho molte cose da fare, e scrivere il capitolo mi è difficile... ù.ù Beh, i prossimi penso che mi usciranno facilmente, quindi spero di aggiornare in poco. ^^ Baci.
kaggychan95 Sì, cara Stefania, Lord Fluffy è proprio Sesshomaru XD Sono lieta di essere riuscita a scrivere una scena del genere senza combinare un macello, comunque ^^ In ogni caso: un incarico? Diciamo di sì. Ma tutto lo scoprirai nel prossimo capitolo... Bacioni!!! ^^
ary22 Grazie mille per i complimenti: mi fa piacere sapere di stare migliorando! Grazie per il commento, alla prossima!
mikamey ù.ù Miroku è un hentai... ù.ù E con questo ho detto tutto, penso XD Sesshomaru, poi... nono, spoiler banditi, in questa sede non posso anticiparti assolutamente nulla! XP La tua curiosità è stata almeno un po' saziata da questo capitolo? *.* Spero di sì! ^^ Baci!
Bchan Lieta che non mi sia uscito troppo lemon: ho fatto degli sforzi per non cadere nell'hentai, e rendere il brano leggibile a tutti, maggiorenni e non. Mi fa anche piacere sapere che il "dopo lemon" ti sia particolarmente piaciuto, dato che è stato quello a darmi più grattacapi XD Baci, e grazie per la recensione!
demetra85 Lo avevi già intuito? ù.ù Sono dunque così prevedibile? Sì, dopotutto era intuibile (e poi, ciò che dicevo alla fine del capitolo lasciava largo spazio all'immaginazione). Spero che il seguito sia stato all'altezza del precedente ^^ Baci!
Isy_264 Sono felice di sapere che l'hai trovato scritto bene. Io mi sentivo una pervertita, e, per di più, mi sembrava tutto totalmente sbagliato... Lieta che a voi lettori sia piaciuto! ^^ Sesshomaru è un continuo shock per tutti, me compresa: ma devi leggere quello che avverrà a breve, per rimanerne scioccata... Ok, visto che gli spoiler li ho banditi, non mi dilungo. Baci, spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
Yunie88 O.O ---> O.o ---> o.o ---> ù.ù Sai che ero già sicura di ciò che avresti scritto? Mentre lo leggevo, mi dicevo: O.O ma ho poteri paranormali? ù.ù No, è che la conosco troppo bene! ù.ù
a)No. No. No. Niente roba hentai.
b)Idem al cubo.
XD Per Sessho e Rin... Mah, si vedrà! Baci, cara, fammi sapere quando dobbiamo vedere il film!
ryanforever Sono veramente felicissima di sapere che il capitolo ti è piaciuto, dato che ho veramente fatto del mio meglio. Mi fa anche piacere che ti è piaciuto a dispetto del raiting ^^ Grazie mille per il tuo commento! Spero che anche questo capitolo tu lo abbia gradito! ^^ Baci!
inufan4ever E mentre mi godo il morbido ritmo di Bella's lullaby, rispondo al tuo commento, cara Kikka. ù.ù Lord Fluffy si sveglierà, non temere. Si sveglierà... E allora... Beh, quel pezzo è già scritto da un po'. Lo devo solo rivedere XD Baci, Kikketta, e cerca di non deprimerti, altrimenti mi deprimo anch'io! Saoooo!
kirarachan Sono felice di sapere che il capitolo ti è piaciuto: ho fatto del mio meglio. Miroku, poi, è un caso clinico. ù.ù Ma come si può? Come? La recensione non è corta, non preoccuparti, bastano anche poche parole ^^ Che te n'è parso di questo sclero (Scritto mentre ascoltavo "The End Of This Chapter")? Baci!
jessy101 Sapere che quella scena ti è piaciuta mi rende molto felice, perchè temevo di aver fatto solo un macello... -.-  Felice di sapere che lo trovi favoloso: mi ripeto: pensavo di aver fatto solo un casino. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!

Grazie mille per i commenti!!!
Spero continuerete sempre così! ^^ Un bacione, e alla prossima! Kiss!

P.S.
Dato che faccio sempre attendere tanto, per i più intelligenti metto qui uno spoilerino... Sono brava?

I due sobbalzarono, mentre si scambiavano un'eloquente occhiata turbata. Sesshomaru doveva essere furioso.
Kagome optò per una rapida fuga, e corse via dai cespugli, incespicando poco più in là - Inu-Yasha, indeciso, corse fuori e l'aiutò ad alzarsi, mentre Rin, rossa ormai come un pomodoro, nascondeva il capo nel petto di Sesshomaru, e si faceva piccola piccola tra le sue braccia.
Poi, l'hanyou, cercando di sfruttare il suo autocontrollo, ghignò "Sesshomaru, non ti facevo così... amante degli umani."

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Vittorie ***


New Fan Fic 18
Because of you
Capitolo 18 - Vittorie



*\* (*Roro, titubante, entra nella stanza. Ha un pacco di fazzolettini tra le mani, e si soffia costantemente il naso. I suoi aguzzini la osservano da prima furiosi, poi incuriositi, poi inteneriti. Roro prende un profondo respiro*).
Perdonoperdonoperdonoperdono!
Lo so, lo so... Avevo promesso che avrei aggiornato più di frequente, ma così non è stato, e chiedo venia. Ma la scuola - dannata! - mi sta privando di molto tempo. Ho cambiato tutti i prof, e mi sto abituando a sempre nuovi ritmi. Come chi mi conosce sa, sono una che non trascura mai la scuola, indi... -.- Indi non accadrà più un simile ritardo. Avrei dovuto aggiornare domani ma, dato che oggi siamo usciti prima da scuola, ho deciso di terminare il capitolo ora e scrivere il prossimo domani, così da avere un po' di autonomia.
Insomma, vi ho fatti tanto penare ma mi sono impegnata per scrivere un capitolo un po' più decente (Si spera che i miei sforzi non siano stati vani, dato che ieri - cause che non sto qui a spiegarvi - mi sono quasi rotta un dito e che scrivere sulla tastiera mi risulta un po' difficile XD). Speriamo che sia così!
Poipoipoi... Dedico il capitolo a KaDe, che ama la coppia principale di questo capitolo, e a Valeria: Vale, mi sa che te la riscrivo da capo, quella Shot! Anzi, ti scrivo quell'altra storia a capitoli! *.* Anzi, te le scrivo tutte e due!
Allora, le premesse le ho fatte, i ringraziamenti alla fine... Spero che vogliate ancora seguire la storia, sebbene la sua autrice sia una stupida tontolona! *.* Bacioni, a dopo!*/*

Sesshomaru proseguì il suo silenzioso cammino per il palazzo, mentre le guardie si inchinavano al suo passaggio e le donne ridacchiavano, facendogli cenno di avvicinarsi.

Ridicolo.

Tutto quell’interessamento era totalmente ridicolo.

Non li avrebbe favoriti solo perché lo rispettavano, e non avrebbe fatto di nessuna di quelle sciocche la sua amante. Sarebbe diventato il prossimo re, e sarebbe stato rispettato.

Era uno youkai.

Gli youkai non aiutavano i ningen. Mai.

Sentì un borbottio confuso alla sua destra, mentre entrava nella sala principale, e gli sfuggì un rantolo furioso – tutti si zittirono, turbati. Sesshomaru non era di certo una visione piacevole, in quel momento.

Il suo volto era divenuto quasi insofferente, e gli occhi lanciavano moniti a chiunque avesse osato guardarlo per più di un istante.

Si sistemò la coda con un gesto della mano, e si fermò nel mezzo della stanza, le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso verso la porta, in attesa – un’attesa che non durò molto. Pochi attimi, e suo fratello spalancò l’ingresso, seguito dal resto dei suoi compagni di viaggio.

Per ultime entrarono Rin e Kagome – le ragazze parlavano tra loro, guardando o lui o il fratellastro. Era fastidioso essere osservato da quelle ragazzine, e desiderò che la cerimonia iniziasse il prima possibile, per poterle allontanarle.

Lui sarebbe diventato il sovrano.

Il grande sovrano del regno di Goshinboku.

Sarebbe stato importante, anche più di suo padre.

Suo fratello, invece, sarebbe divenuto il capo dell’esercito – meglio. Non avrebbe dovuto sopportare un inetto nel suo castello. Sarebbe divenuto sovrano e non avrebbe avuto suo fratello tra i piedi. E avrebbe potuto privarlo di Tessaiga, volendo.

Ghignò, immaginando il volto di Inu-Yasha deformato dall’ira, mentre la sua katana cambiava proprietario, finendo tra le sue mani.

“Sesshomaru?”.

Si voltò, incrociando le iridi d’ambra del fratello – l’hanyou sembrava agitato, e si torturava le dita.

“Sesshomaru, sei sicuro di voler diventare re?”.

“Vorresti prendere il mio posto?”, domandò l’inu youkai pacato, spostando il suo sguardo verso l’esterno. “Vorresti essere tu il re, giusto?”.

“No, maledizione!”, ringhiò Inu-Yasha “Io re? Mai! Non seguirò mai le orme di nostro padre!”.

“Allora non trovo ragione per cui dovresti chiedermi se sono sicuro delle mie scelte”.

“No? Allora mi esprimo meglio: tu. non. sai. governare. Dovrai dominare un mucchio di esseri viventi. Di specie differenti! Sarai il re di youkai, di ningen e di hanyou: che cosa offri loro?”.

“Cosa offro loro?”, ripeté Sesshomaru “Non capisco che intendi. Io non permetterò ai nemici di penetrare nel regno, e sbaraglierò il regno di Asu. Saranno protetti. Cos’altro dovrei offrire loro?”.

“Tu non li difenderai, Sesshomaru. Tu difenderai il tuo orgoglio. Non avrai mai nulla da proteggere, se vedi le cose così”.

Nulla da proteggere?

Ridicolo.

Non ho bisogno di qualcosa da proteggere.

Sono forte, e tanto basta.

Non c’è bisogno di diventare sentimentale come mio padre, o come Inu-Yasha.

Vide suo fratello voltargli le spalle a testa bassa e correre da Kagome, prendendola in disparte. E vide Rin guardarsi intorno – doveva sentirsi sola, perché si protendeva verso Kagome, come per dirle qualcosa. Era la presenza di Inu-Yasha a renderla così timida?

Era forse innamorata di Inu-Yasha?

Fremette, infastidito. Non doveva interessargli quel che provava una ningen. Non doveva valutare i sentimenti di una ningen, e non doveva prendere a cuore la sorte di una ningen. Non doveva e non poteva.

Lui era uno youkai, gli youkai erano superiori ai ningen.

Una vena gli pulsò sul capo, e ringraziò il suo autocontrollo – la sua freddezza lo aiutava a non perdere la ragione. No, non doveva perderla.

“Sesshomaru, contegno!”.

Le parole che sua mamma gli ripeteva da bambino gli tornarono utili – con un sospirò, riprese il suo cammino fino a raggiungere Totosai.

Il vecchio youkai era affiancato a Sara, e continuava a parlare con Miroku e Sango, senza neppure calcolare l’espressione indispettita della ragazza – probabilmente, avrebbe voluto correre da Sesshomaru e parlare con lui, piuttosto che restare accanto ad un vecchio e a due fidanzatini.

L’inu youkai incurvò le labbra in una smorfia di disappunto – “Totosai, dovremmo iniziare l’incoronazione”.

“Eh? L’incoronazione… Cos’è un’incoronazione?”.

Sesshomaru lo sollevò, portandolo qualche centimetro sul pavimento. “Spero che la tua memoria ora funzioni”, sibilò, facendo schioccare le dita – queste presero una leggera colorazione verde, segno che il demone era desideroso di attaccare e avvelenare.

“Sì, ora ricordo, ora ricordo!”, confermò Totosai agitandosi e appigliandosi ad una manica del kimono di Sara. La ragazza si ribellò alla presa del vecchio, attaccandosi poi al braccio libero di Sesshomaru – “Sesshomaru-sama, non si preoccupi… vi incoronerò io!”.

“Incoronarmi?”, il demone la squadrò con sufficienza “Tu? Non scherzare, e allontanati”.

Sara strinse i denti, mentre una lacrima le rotolava lungo il volto.

***

“Sta’ piangendo”.

Kagome si voltò verso Rin, curiosa, e la notò fissare Sesshomaru. E Sara.

Era lei quella che stava piangendo, e che faceva del suo meglio per asciugarsi gli occhi.

“Kagome, cosa posso fare?”, chiese la ragazza.

Fare?”. Inu-Yasha le guardò, interrogativo. “Non credo tu debba immischiarti. Mio fratello non vuole essere incoronato da quella ragazza perché sarebbe come prometterle di sposarla”.

Rin si morse il labbro, indecisa. Certo, non voleva che Sesshomaru sposasse quella ragazza, ma non voleva comunque vederla in lacrime. In un certo senso, le dispiaceva.

Si legò i capelli in una coda, poi sorrise a Kagome – “Non posso starmene con le mani in mano”.

“Divertiti”, ridacchiò la mora, mentre l’altra correva in direzione dell’inu youkai.

Sesshomaru-sama”.

***

“Così”, ripeté Sesshomaru, guardando la ragazza con aria infastidita. “Tu giudichi il mio comportamento nei riguardi di Sara scortese”.

Erano usciti nell’immenso giardino della residenza, per parlare tranquillamente, e Rin gli aveva esposto la sua tesi – con argomentazioni pertinenti –, attendendo poi pazientemente una risposta, che lo youkai sembrava deciso a non darle.

Sembrava offeso dalla sua considerazione, e lei si sentì stupida. Ma non era intenzionata a mollare.

“Sì, Sesshomaru-sama. Ritengo il suo comportamento inappropriato al prossimo re del regno di Goshinboku. Ha duramente ferito una sua suddita, che non ha colpe non essersi innamorata di lei”.

“Non sarebbe una colpa?”, chiese lui a bruciapelo, portandosi di spalle per non incrociare lo sguardo della mocciosa – da sempre, quella zona del regno era da lui amata per le piante di rose. E quel giardino, voluto da sua Madre secoli prima, non faceva eccezione, contenendo specie di rose persino ormai quasi sparite.

“No, non ritengo l’innamorarsi una colpa. Perché, Sesshomaru-sama, lei ritiene che debba essere punito colui che prova amore nei confronti di un altro essere vivente?”.

“Sì”.

Spiazzata, la ragazza indietreggiò – in fondo, lo capiva.

Kagome le aveva raccontato perfettamente la sua storia, tempo addietro – era una notte torrida, e nessuna delle due era riuscita a trovare conforto nelle coperte. Ritrovatesi entrambe lungo la riva di un fiume, avevano iniziato a ciarlare del più e del meno. E quella storia era stata sviscerata nel profondo, ampliando le minime informazioni che Rin poteva vantare prima di quel giorno.

Dopotutto, la madre di Sesshomaru era stata ripudiata proprio per questo, no? Perché Inu no Taisho, il potente Signore di quelle terre, si era perdutamente innamorato di una ningen, no?

La vecchia sovrana era fuggita via per il fastidio che la vista di quella bellissima donna le suscitava, e si era spenta in una terra lontanissima, senza vedere neppure un’ultima volta il figlio.

Era quasi comprensibile quell’odio profondo, ma a Rin dispiacque comunque, e desiderò con tutta se stessa di poter fare qualcosa.

“Sesshomaru-sama, so perfettamente di non essere poi molto interessante, e di…”.

“Non essere interessante?”. Lo youkai si voltò, inarcando il sopracciglio. “Rin, sappi che sei l’essere più strano con cui io sia mai venuto in contatto. E non è poco”.

La ragazzina arrossì, iniziando a torturarsi le dita. Non si era aspettata una simile risposta, e ora non sapeva più cosa dire.

“Non hai nulla da aggiungere?”, domandò lui atono, carezzando con la punta delle dita una rosa particolarmente bella e aggraziata, cresciuta tra le spire di un rampicante.

“S-Sì”, biascicò lei con la voce roca per l’emozione. “La ringrazio infinitamente, Sesshomaru-sama, per la costante attenzione che mi ha riservato in questo periodo. Non penso la dimenticherò mai, e mio padre, stia sicuro, farà del suo meglio per portare giovamento al suo regno quando la guerra sarà terminata”.

Lo youkai avanzò, sollevandole il volto con una mano, mentre con l’altra accostava il viso alla rosa che aveva appena colto.

Rin si sentì lentamente andare a fuoco – “Perché ci mette a confronto? Non è logico che questa rosa sia più bella di me?”.

“Nella teoria, i fiori son sempre più belli degli esseri umani, Rin”, commentò aspramente lui, lasciando andare il mento della giovane e guardando accuratamente la rosa.

Piena di spine. Ma così bella e vitale.

Lasciò lo sguardo scivolare sulla ragazza, che non parve accorgersene, troppo impegnata a ricercare il suo normale contegno.

“Sesshomaru-sama, posso farle una domanda?”, chiese a un tratto Rin, non appena il demone adagiò la rosa ai piedi di un albero.

“Sì”.

“Sesshomaru-sama… Posso innamorarmi di lei?”.

Si morse il labbro, maledicendosi per essere stata così diretta, e per averglielo chiesto. L’avrebbe trattata come Sara, d’ora in poi?

“Sì”.

Non riuscì ad alzare il capo, e avanzò guardando solo i piedi di Sesshomaru, facendo attenzione a non inciampare e a non sbattere contro qualcosa.

Non ci riusciva a capacitarsene.

Doveva essere un sogno, di sicuro.

Sesshomaru-sama non le avrebbe mai dato quel permesso, era assodato – lui, l’amore lo odiava.

Quando riuscì a sollevare di un minimo gli occhi, si scoprì a fissare l’ambra dello sguardo dello youkai, e si ritrovò a tirare su col naso, quasi volesse contenere le lacrime.

Gli si buttò tra le braccia, incapace di ragionare, e iniziò a singhiozzare, stringendo forte a sé i lembi del kimono di Sesshomaru, e ripetendo il suo nome come in una nenia.

Lui, dal canto suo, rimase rigido, incapace di compiere alcunché.

Solo quando lei rialzò lo sguardo, serrò gli occhi, per imprimere meglio quell’immagine.

“Sesshomaru… Posso restare sempre con te?”, mormorò incerta: era stata una buona idea togliere il sama? E dargli del tu?

“Ti è concesso”.

Rin sorrise, e riappoggiò il capo sul suo petto.

***

Quando Rin era uscita in giardino con Sesshomaru, anche Kagome e Inu-Yasha avevano sentito l’incontrollabile impulso di uscire per raggiungere il medesimo luogo e, mano nella mano, avevano seguito i due amici.

Si erano poi nascosti in un cespuglio e, attenti a non fare il minimo rumore, li avevano spiati – l’uno con assoluta indifferenza, l’altra in adorazione.

Erano così teneri!

E la dichiarazione di Rin!

Kagome sospirò, sporgendosi ancora di più.

Le piacevano, quei due. Erano una bella coppia, si compensavano adeguatamente.

E aver visto quella scena era stato così piacevole da sopperire anche al luogo in cui erano nascosti, pieno di rovi e di spine che li graffiavano tutti.

Mentre lei si dilungava in discorsi su quanto quei due fossero kawaii, Inu-Yasha sbatteva incredulo le palpebre, domandandosi dove, quando e perché suo fratello avesse acquistato un briciolo di umanità. Gli sembrava così impossibile, quel repentino cambiamento!

Uscite di lì, vi ho visti”.

Sobbalzando, scattarono in piedi, mentre Rin avvampava e Sesshomaru li osservava truci.

AhiAhi. Fine dei giochi.

Game Over.

Ritenta, sarai più fortunato.

Sesshomaru li avrebbe fatti a fettine, e loro non avrebbero potuto opporsi.

Kagome tentò un azione diversiva, che la face inciampare in una radice e cadere per terra – Inu-Yasha, rassegnato, uscì allo scoperto e la rialzò, controllando poi minuziosamente che i tagli fossero solo escoriazioni superficiali.

“Sesshomaru, non ti facevo così amante degli umani”, ghignò a un tratto, mentre Kagome ridacchiava, e Rin si sentiva sempre più debole.

Chiuse gli occhi, e perse i sensi tra le braccia di Sesshomaru.

Rin!”.

***

Quando si risvegliò, notò con disappunto che il capo le doleva infinitamente e che il desiderio di correre in bagno e vomitare era ormai insopprimibile.

Doveva essere stato tutto un bel sogno maturato dalla sua fantasia fin troppo sviluppata, decise, sedendosi sul materasso…

Materasso?

Erano realmente al castello?

Ma quanto aveva dormito, e doveva aveva perso i sensi?

Si toccò la fronte dolorante, e vi ritrovò un piccolo straccio bagnato – mentre scostava le coperte bianche, notò che, poggiata a terra, vi era una bacinella.

Arrossì.

Alzò lo sguardo.

“Ciao…”, disse imbarazzata, incontrando lo sguardo di Sesshomaru, completamente rivolto a lei. “Cosa mi è successo?”.

“Sei svenuta”. Lo youkai era comodamente seduto su una poltroncina, gli occhi socchiusi – come se la luce nella stanza fosse troppa –, e le labbra serrate. Vedendolo, nessuno avrebbe mai potuto giurare che fosse stato lui a parlare.

“Ah, bene”, ridacchiò lei. Almeno non aveva sbattuto la testa contro un albero mentre canticchiava qualche stupidata presa dall’euforia del momento! “Comunque, ti chiedo perdono. Ti ho… costretto… a portarmi in camera. Sono stata un disturbo”. La sua voce di affievolì ad ogni parola, e si spense sull’ultima parola. Era così distratta, che non udì la poltrona scivolare sul pavimento, né i passi che si avvicinavano al letto, né il cigolio delle molle.

Quando alzò lo sguardo, l’oro degli occhi di Sesshomaru la inchiodò – “Eh?”.

“Zitta”, ringhiò lui.

Rin lo osservò pochi attimi ancora, prima di scoppiare a ridere.

“Perché ridi?”, domandò lo youkai, ricomponendosi.

“Perché, se si potesse contare ogni tua minima parola, potrei giurare che hai battuto il tuo record di loquacità! I primi giorni mi rivolgevi la parola a stento, e preferivi parlare a Jaken, piuttosto che a me”.

Lo vide abbozzare un sorriso, e poi guardò i suoi occhi, e poi… E poi non vide più nulla, perché chiuse le palpebre, e si beò della nuova sensazione che le labbra di Sesshomaru le provocavano.

Era completamente diversa da tutto quel che lei conosceva.

Non le era mai – mai – successo di sentirsi così leggera, e al contempo così completa.

Arrossì leggermente, e si chiese cosa mai le stesse succedendo – voleva che quel momento continuasse ancora. E ancora. E ancora.

Si allontanarono, ansanti, e si osservarono un po’. Lo sguardo di Sesshomaru le ricordava un po’ quello di una belva famelica, di un animale pronto ad attaccare, e un brivido le percorse la schiena – inaspettatamente, non era un brivido di terrore.

Le sarebbe piaciuto essere azzannata, e di questo si vergognò.

Era pronta a chiedergli il perché di quel bacio, ma la porta si aprì e Kagome, seguita da una contenta Sango, fece la sua comparsa. Non notarono subito Sesshomaru ma, quando lo scorsero, entrambe rivolsero a Rin un’occhiata divertita.

Presero l’inu youkai e lo sospinsero fuori dalla stanza, gridando che erano cose da donna, e che non doveva ascoltarle.

Poi, si sedettero sul letto, l’una da un lato, l’altra dall’altro, e si voltarono contemporaneamente verso Rin.

“Ora ci racconti tutto”.









*\* Allora? Allora? Allora?
*.* Cosa ve n'è parso?
Oggi sono particolarmente giù, indi ho il terrore di aver scritto un capitolo deprimente e non consono a questa coppia.
Lo so che sono pessima, e me ne scuso: ma ho un orrendo carattere, che mi fa deprimere nei momenti meno appropriati - senza contare che il mio pc è un babbeo patentato, e mi ha cancellato 8 volte il capitolo, prima di darmi la possibilità di finirlo.
Insomma, ringrazio coloro che hanno e letto, e in special modo chi cliccherà sulla scritta Vuoi inserire una recesione? e mi dirà cose ne ha pensato ^^.
RINGRAZIO:
mikamey (^^ Ma non preoccuparti: fa nulla se il commento è lungo o breve, l'importante è ciò che contiene! Non ti piace Sara, eh? Mi dispiace, ma mi serviva una rompiscatole, e ho subito pensato a lei XD Spero tu abbia gradito il capitolo, baci!)
Dark_Inu_Light (Grazie per il bravissima: essendo priva di autostima, sentirmi dire certe cose mi rende felicissima ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto! E grazie per il commento!)
saphira86 (^^ Terrò a mente che hai due account, non preoccuparti! ^^ Comunque sì, io sono di Sorrento! *.* E ti consiglio veramente di vederla, quando puoi, perchè è davvero spettacolare *Me vanto mode on* Sono felicissima di sapere che hai gradito il capitolo precedente, e spero che anche questo ti sia piaciuto almeno un po'! Baci)
Isy_264 (Ok, ok. Mi spiace per non aver aggiornato presto, ma, come penso tu abbia potuto leggere, ho avuto non pochi problemi... Perdonami, per favore! ç.ç Sono davvero felice di sapere che lo scorso capitolo ti è piaciuto, e spero che questo sia stato all'altezza. Bacioni!)
kirarachan (*.* Mi fa piacere sapere che hai intuito lo spoiler! Grazie per i sempre costanti complimenti, che non reputo di meritare, e grazie mille per il sostegno, perchè mi fa sempre un immenso piacere leggere i tuoi commenti. Mi mettono di buon umore, ecco! ^^ Come hai trovato il capitolo? *.* Baci!)
inufan4ever (XD Hai intuito? Io penso che fosse lampante, ma sappi che ti reputo comunque intelligente, Kikka-chan! ^^ E non ti odio! ù.ù Non si può odiare Kikka, mai e poi mai. Spero che ti sia piaciuto anche questo stupidissimo capitolo! Kiss!)
kaggychan94 (Stefy, sao! ^^ Visto che ho aggiornato, infine? So di averci messo un bel po', ma ti ho anche spiegato le cause, e mi sono impegnata... Ergo, non mi uccidere, please! Io preferisco fare un buon lavoro, e postare magari poco, piuttosto che fare mille capitoli scritti con i piedi! XD Spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento! Alla prossima!)
jessy101 (Ecco un'altra cui Sara sta antipatica... Ma poverina, dai. Sessho l'ha anche rifiutata magistralmente! XD Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo, baci!)
ryanforever (Ehi, ma Sara la odiate proprio tutti? O.O Povera! XD Spero che il seguito ti sia piaciuto almeno un po'! Baci)
KaDe (ù.ù Sara è comparsa perchè, come hai potuto leggere, volevo farla piantare da Sessho. Eheh, è la sua unica utilità, in fin dei conti XD *Rin, mentre KaDe è impegnata con roro, devasta la sua camera da letto, lasciandole poi un bigliettino con su scritto "Lascia in pace il MIO INU YOUKAI. Rin RuleZ, non dimenticarlo. Mai".* Sao, KaDe, spero che il capitolo ti sia piaciuto. Ci sentiamo su msn!)

Grazie
a tutti quelli che hanno commentato, perchè mi rendono più gradevole lo scrivere.
Grazie a chi mette la fic tra le preferite, perchè mi riempie di orgoglio sapere che esiste gente che apprezza i miei scleri.
E scusate, se a volte vi faccio penare. Cercherò di fare del mio meglio per aggiornare presto, ma non vi prometto nulla XD
Bacioni a tutti, e commentate!!! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Incoronazione ***


New Fan Fic20
Because of you
Capitolo 19 - Incoronazione

*\* Ehm... Salve!
Sì, sono io, Roro, e ho fatto di nuovo ritardo. X°°°D Avrei voluto aggiornare prima, ma... Non ce l'ho fatta. La scuola, il tennis, e tante altre piccole cose non mi hanno dato la possibilità di finire il capitolo, ma... Ma non è poi tanto breve, e, spero, sia almeno decente.
Non vi faccio spoiler, sia chiaro, tanto il capitolo è qui e, ora, potete gustarvelo - sperando vivamente che vi allieti almeno un po' -, ma vi dico che... Che per la mia coppia preferita c'è un cambiamento. E non è negativo.
Penso che il numero dei capitoli passerà da 23 a... Non so, 24, 25, ma è ancora incerto, e dipende tutto dalla lunghezza dei prossimi capitoli. Non vorrei farli troppo farciti di avvenimenti, capite? Sarebbe solo noioso, e tutto risulterebbe accennato, cosa che mi dispiacerebbe non poco. E' per questo che sto valutando l'idea di alzare - seppur di poco - il numero dei capitoli.
Poi... Poi la smetto con questa noiosa introduzione, e vi lascio al capitolo. I ringraziamenti, come sempre, alla fine. Baci! */*

Deglutendo, Rin si preparò alla scarica di domande che, ne era certa, l’avrebbe assalita.

Lo leggeva negli occhi di Kagome, e nel sorriso minaccioso di Sango – “Cosa dovrei raccontarvi?”, domandò fingendosi ingenua.

Naturalmente, nessuno le diede credito.

“Di. Te. E. Sesshomaru.”, scandì pazientemente Kagome, mentre Sango tormentava un lembo della coperta.

“Ah”, fu il pacato commento della ragazza – gli occhi erano persi nel vuoto, e le gote avevano assunto un timido colorito roseo. “E allora perché non parliamo di Kagome e Inu-Yasha?”.

L’interessata si fece a dir poco paonazza, e fulminò Sango che, nel frattempo, aveva annuito compiaciuta. Dopotutto, se la principessa Rin non parlava, poteva sempre strappare qualche informazione a Kagome, taciturna riguardo la sua relazione clandestina.

“E perché non di Sango e Miroku?”. Con una linguaccia, la mora si era vendicata, coprendosi poi con un cuscino per evitare la furia dell’amica del cuore, rossa come un pomodoro maturo. E incavolata.

Mai mettere mano nelle storie di Sango, la punizione era la sua eterna rabbia. E Kagome aveva rischiato tante volte, la sua eterna rabbia.

“Ragazze?”.

Il capo di Misha, un’anziana cameriera della residenza, fece capolino da uno spiraglio dell’ingresso. Sorrideva benevola, leggermente curvata in avanti per l’età avanzata, ma vispa come un’adolescente.

“Sì, signora?”, chiese Sango rispettosa, fermando il suo proposito di rompere il materasso a suon di pugni.

“È stato indetto un festeggiamento per l’incoronazione, che si terrà a breve, e la vostra presenza è, naturalmente, richiesta”, spiegò tranquilla la vecchietta. “Per di più, arriverà anche il sovrano del regno di Yoshi, è un grande onore”.

Mentre la porta si richiudeva con un debole clic, Rin si lasciò scivolare sul pavimento – “Papà”, singhiozzò. Era troppo tempo che non lo vedeva, le mancava. Molto.

“Ehi, su”. Kagome le si era seduta accanto, comprensiva. Diversamente da Sango, abituata a lunghi periodi senza i genitori, anche lei aveva nostalgia di casa. Benché qual viaggio fosse il suo sogno, desiderava riabbracciare sua mamma, e raccontarle di tutto ciò che aveva visto. E anche di Inu-Yasha, dopotutto.

“Kagome-chan, dici che dovremmo scendere?”, domandò Rin, alzando appena il capo ed asciugandosi le guance bagnate con una manica.

La mora annuì – “Se ci hanno chiamate, forse significa che hanno bisogno anche della nostra presenza. Sarebbe saggio incamminarci”.

***

Seduto al centro della sala, le sopracciglia aggrottate, Inu-Yasha Taisho continuava a lanciare occhiate curiose al fratello maggiore, intento nei preparativi. Era stato scacciato, poiché ritenuto troppo inetto per aiutare, e, come se non bastasse, aspramente rimproverato da Miroku.

“Ma insomma, Inu-Yasha, sei così scemo?

Non dovevi farti sorprendere, è questa la prima regola di un guardone!

Sesshomaru avrebbe potuto ucciderti!”.

Lanciò l’ennesima occhiata oltre i confini della porta, tentando di scorgere quantomeno Totosai – il pensiero di deridere il vecchio lo divertiva immensamente, e si gongolava sulla sedia, pregustando il gioco.

L’attesa è sempre più buona della portata.

E lo capì subito.

Totosai era così impegnato che solo l’idea di riuscire ad avere un colloquio con lui era impossibile: nessuno – nessuno – doveva disturbarlo. Era intento nel ripassare antichi manoscritti sulle incoronazioni, e necessitava di un’elevatissima concentrazione.

Afflitto, Inu-Yasha si lasciò scivolare contro lo schienale, gli occhi socchiusi e le labbra semiaperte. Sembrava addormentato, ma non lo era.

Rifletteva.

Sul regno, sul trono, sul popolo, sull’esercito, sulla lotta imminente, su Kagome.

Su tutto.

Divenire re non era mai stata una sua aspirazione e, contrariamente a Sesshomaru, la sua era stata un’educazione più limitata, volta solo a renderlo capace nella lettura e di donargli i rudimenti della scrittura.

Non era, quindi, suo compito il leggere e lo scrivere. Erano deboli svaghi che si concedeva nelle pause dei giochi.

Chinando il capo verso il pavimento, notò Kagome avvicinarsi – il suo odore gli riempì le narici, pizzicando e inebriandogli i sensi. Era una sensazione di confusione e intontimento che detestava e, al contempo, adorava.

“Ciao”, sussurrò, senza alzare gli occhi. Sapeva che lei gli si sarebbe seduta accanto, e, difatti, non deluse le sue aspettative.

Presa una poltroncina, si lasciò cadere accanto a lui, un debole tonf ad accompagnarla.

Silenziosa come una gatta, accavallò le gambe e rise – “Che fai di bello?”.

“Nulla”, a sua volta, dalla gola di Inu-Yasha fuoriuscì una debole risata. “Tu?”.

Sospirò, volgendo gli occhi al cielo in una muta preghiera. “Ho provato ad interrogare Rin, ma senza risultati. È muta come un pesce”.

“Bah, mio fratello e quella ragazzina si vergognano della loro relazione”, commentò a labbra serrate l’hanyou. I capelli argentati erano arruffati e pieni di piccole foglie, residuo della scampagnata in giardino di poche ore prima.

Kagome costatò che non si era né cambiato né pettinato, e non poté che sbottare le sue rimostranze.

“Dovevo cambiarmi?”, disse in tono bellicoso Inu-Yasha.

“Sì, stai per diventare capo delle guardie, Dio!, non puoi comportarti così, è deplorevole!”.

Accompagnando un grugnito ad ogni borbottio, si alzò, quasi facendo cadere la sedia e, seguito da una divertita Kagome, avanzò verso le sue stanze.

Le pareti erano color rubino, e tutto proseguiva in quella gradazione. Il letto – morbidissimo! – aveva coperte di un medesimo colore, e anche le sedie erano così foderate. I libri avevano copertine scarlatte e le penne erano rosso fuoco.

Kagome sorrise. “È il tuo colore preferito?”.

“Tsk, non ho un colore preferito”, sfiorando debolmente la coperta, corrugò le sopracciglia. “Era il colore che prediligeva mia mamma, però”.

Imbarazzata, la ragazza si voltò vero l’armadio, e guardò i capi al suo interno. Non aveva avuto alcuna intenzione di tirare in ballo quell’argomento, anche perché conosceva perfettamente il profondo legame tra l’hanyou e sua mamma.

Izayoi era una donna bellissima, una persona splendida e molto di più. Inu-Yasha l’aveva amata immensamente, e quando questa era morta, una mese prima di venire imprigionato al Goshinboku, il dolore l’aveva quasi ucciso. Si era ammalato, e doveva la vita a Kikyo.

La gelosia le fece provare una fitta al petto.

Sebbene sapesse perfettamente che quel sentimento era quanto di più stupido il suo animo potesse immaginare, la affliggeva comunque. E se ne vergognava.

Infilò il capo nell’armadio, desiderosa di nascondere quel rossore, finché non vide l’anta aprirsi e la testa di Inu-Yasha avvicinarsi alla sua.

“Non hai parlato di una cosa spiacevole”, le bisbigliò in un orecchio.

“No?”.

“No. Io amavo mia mamma. E se il tuo cervellino ha anche pensato a Kikyo, sappi che amavo anche lei. E molto”.

Le si era scurito il volto, e lo fulminò, stringendo le mani a pugno e aprendo la bocca. Nella sua mente, l’Accuccia era già pronto ad essere formulato.

“Ma ora amo te”, sussurrò, afferrandole la vita e dandole un lieve bacio tra i capelli corvini. “Quindi, smetti di fare la donnina gelosa e fammi prendere i miei vestiti. Devo cambiarmi d’abito, no?”.

Stupido”, ridacchiò lei, afferrando un abito a caso e posandoglielo sul corpo. Era di un tenue rosso – logicamente – ed assomigliava a quello da lui solitamente indossato. “Penso che questo sia più che perfetto”.

Sorridendo sghembo, lo strappò dolcemente dalla debole presa della ragazza e sospirò – “Se ti piace, metto questo”.

Lei annuì, indicandogli il bagno e facendogli cenno di andare. Senza rimostranze, Inu-Yasha si richiuse la sottile porta di legno dietro le spalle, mentre Kagome prendeva posto al centro del letto e apriva la mano. Le aveva messo qualcosa tra le dita, quando l’aveva abbracciata, e lei desiderava sapere cosa.

Rigirò l’involto più e più volte, senza riuscire, tuttavia, a dedurne il contenuto. E poi lo aprì.

Della sabbia sottile fluì dal piccolo buco, scivolandole sulla camicia e sporcandola tutta. A seguire, poi, un qualcosa di piccolo. E brillante.

Arrossì.

Era un diamante, piccolo, rosa, incastonato in un cerchio d’oro bianco luminoso.

“Inu-Yasha…”, mormorò con voce soffocata, puntellandosi sui gomiti e osservandolo, deposto sul palmo. “Inu-Yasha!”.

La porta del bagno si aprì, e lui cacciò il capo verso di lei, stupito – “Cosa c’è?”.

“Un… anello?”, biascicò, avvampando. Lui seguì il suo esempio, diventando di una tonalità scarlatta che nulla aveva da invidiare all’abito e all’ambiente circostante.

“Beh, sì. Ma se non lo vuoi, puoi restituirmelo”.

Aveva richiuso l’uscio, e si era lasciato scivolare contro la porta, gli occhi alzati verso il cielo e l’aria spaesata. Se lei avesse detto che , gliel’avrebbe restituito, era certo che il suo cuore non avrebbe retto. O, meglio, avrebbe sì retto, ma si sarebbe ancora una volta richiuso.

I progressi di quegli ultimi tempi dipendevano da una parola,

e Kagome neppure se ne rendeva conto.

“No”.

“Come?”.

“No, non voglio restituirtelo. Voglio quest’anello, e tutto ciò che per te significa”.

“Allora te ne sei accorta”, borbottò lui alzandosi.

“Sì. E grazie”.

“Di nulla”, rispose mantenendo un tono distaccato. Era l’anello di fidanzamento di sua mamma, e la scelta di donarglielo era stata una scelta quasi istintiva. Doveva regalarglielo.

Aveva raccolto un po’ di sabbia, presa dalla spiaggia poco lontana, e l’aveva incartato in un pezzo di carta rinvenuto in un cassetto.

Quando l’aveva vista cercare qualcosa, poi, aveva deciso che era quello, il momento adatto, e gliel’aveva dato. Ed ora era terribilmente in imbarazzo.

Nel momento stesso in cui aprì la porta, si ritrovò travolto da una valanga umana di capelli corvini. Kagome sorrideva a dir poco raggiante, l’anello tra il pollice e l’indice della mano destra, mentre il braccio destro si era stretto intorno al collo del ragazzo. Lanciava piccoli squittii eccitati.

“Ehi, calma!”, borbottò lui. Non sapeva proprio che fare, non si era immaginato una simile reazione.

“Ma… Ecco… Io…”.

Si era staccata di scatto, ed era arrossita, il piccolo tesoro ancora in mano.

Lui, abbozzando un leggero sorriso, lo prese, rigirandoselo tra le dita con aria indifferente. Le prese la manca, e la osservò, finché, sospirando, non le alzò l’anulare e lo mise lì. “Penso che qui stia bene, no?”, disse con una punta di nervosismo nella voce.

Kagome singhiozzò, ributtandosi contro si lui.

“Ehm…”.

“Ma è mai possibile che vi troviamo solo in queste posizioni?”.

Sango e Miroku ridevano, accompagnati da Kirara e Shippo. I due demoni si erano persi nel bosco, ed erano stati portati al castello da un cacciatore inesperto che li aveva visti atterriti dopo l’attacco di un millepiedi gigante.

“Ma non è colpa mia”. Tentando di mantenere un qualche contegno, Kagome si alzò e si lisciò le pieghe della gonna, sgualcitasi. Gli occhi erano umidi e l’aria gioiosa, ma Sango si astenne dal fare commenti, e costrinse Miroku a fare lo stesso.

“Smettetela di fare i bambini e andiamo”, borbottò Shippo. Gli adulti gli davano costanti problemi.

***

“Ah, Inu-Yasha, ricordo ancora come se fosse ieri quando rincorrevi i passerotti per il giardino!”.

Stringendo i denti, Inu-Yasha fulminò ancora una volta il vecchio Totosai: sebbene il suo compito fosse di dare loro il ruolo che gli spettava per eredità paterna, il demone non sembrava curarsene, continuando a divagare sull’infanzia del giovane hanyou, ed evitando accuratamente di citare il seppur minimo ricordo su Sesshomaru, dato che questi lo minacciava con occhiate gelide.

“Vogliamo procedere?”, chiese ancora una volta con voce bassa e infastidita.

“Eh? Perché, cosa stavamo facendo?”.

Dopo l’ennesimo pugno assestato sulla tempia del vecchio, Inu-Yasha incrociò le braccia sul petto e prese a battere il piede sul pavimento, aritmicamente.

“Ah, ora ricordo! Sì, continuiamo. Con il potere conferitomi, che noia!, proclamo Inu-Yasha centoventisettesimo capo della guardia reale. E, sempre il potere conferitomi in quanto funzionario e consigliere reale, proclamo anche Sesshomaru centocinquantaduesimo re del regno di Yoshi”. Poi, con un ampio sbadiglio, girò sui tacchi e prese una corona, posandola sul capo di Sesshomaru. “Ecco fatto, buona giornata”.

Tra lo sbigottimento di alcuni e la commozione di altri, i due si voltarono verso i presenti.

L’aria di Sesshomaru era imperturbabile, e sembrava perfetta per il ruolo ora ereditato. Inu-Yasha, invece, era a disagio, e continuava a cercare il volto di Kagome tra la folla, quasi questi lo tranquillizzasse.

Avevano ereditato la loro carica da neppure due minuti, e già tutto sembrava loro diverso.

Le persone sembravano più servili nei loro confronti, e si prostravano al loro passaggio e sorridevano, chiedenti appoggio per qualcosa. Subito iniziarono richieste d’ogni sorta, che Sesshomaru concedeva di buon grado.

Inu-Yasha convenne con Kagome che, almeno, non s’era rivelato un despota. E pagò la scommessa, borbottando improperi all’indirizzo dei kami, che avevano rivelato un animo molto più umano di quel che credeva.

Dannazione.

Sentirono un brusio, e l’enorme portone d’ingresso si aprì.

Era un piccolo gruppo di persone, alla cui testa vi era un uomo. E Rin lanciò un urlo, facendo voltare persino Sesshomaru.

“Padre!”.

 







*\* Ehm... Non è stato 'sto granché, vero?
Ma non mi uscivo nulla di meglio, non con l'interrogazione di italiano alla porte, almeno. Questo è stato il mio meglio, e spero voi l'abbiate apprezzato.
Il capitolo, poi, è dedicato a tutti gli amanti della InuXKaggy, in special modo a quelli che ho conosciuto su msn (Se volete entrare nel gruppo, il mio contatto è nella mia presentazione XD). E, tra queste persone, in particolare a chi mi sprona a scrivere, magari anche minacciandomi.
ù.ù Grazie a tutti per il sempre costante sostegno!
I ringraziamenti saranno molto rapidi, ma ho un paio di problemini che non sto qui a spiegarvi e devo fare in fretta.
RINGRAZIO:
AvinPhi
marychan89
KaDe
kirarachan
kaggychan95
Bchan
Aryuna
inufan4ever
mikamey
kaggy95
demetra85
ryanforever

Grazie mille, perché il vostro sostegno mi spinge a scrivere. E perché amo i vostri commenti, e mi dispiace, magari, non vedere più qualche commentatore.
Davvero mille grazie: spero di riuscire a scrivere un nuovo capitolo in tempi non troppo lunghi, ma non prometto nulla. Vi chiedo solo di portare pazienza, e di non eliminarmi XD.
Alla prossima!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Un gioco da ragazzi ***


New Fan Fic20 *\* Dio Mio.
Questo capitolo è stato… un parto. Davvero, davvero un parto.
Ho avuto tanti, troppi problemi. Partendo dall’ispirazione, che sembrava avermi lasciata, e dalla voglia di proseguire questo lavoro. Ho quasi desiderato abbandonarlo. Ho quasi detto “Perché continuarla? È una stupidata!”.
E poi mi son detta: no. Non posso. Non lascerò mai una fan incompleta. E non questa.
Ma… ma… ma, Dio santo, vi toccherà attendere per il finale. Perché, essendo la mia ispirazione ormai vacua, ho deciso di terminare tutto con il prossimo capitolo. Spero capirete le mie scelte.
Chiedo perdono, in ogni caso, ma, come mi ha fatto notare Elisa nel suo commento, il capitolo precedente non era nei miei soliti standard. Ed è così. Peccando d’ispirazione, non ho potuto scrivere qualcosa di meglio.
E me ne vergogno profondamente.
Devo questo capitolo a chi mi ha incitata a scrivere, e a tutti voi che ancora mi seguite. E a Breaking Dawn, terminato il 31 ottobre, di sera, inconsapevole fonte d’ispirazione, da cui è tratta la frase iniziale.
Spero vi piacerà. A dopo! */*

 

 

 

Because of you

Capitolo 20 – Un gioco da ragazzi

 

 

 

Senza fiato, una risatina mi sfuggì quando il suo bacio insistente interruppe di nuovo i miei sforzi.
“Accidenti”, ruggì, baciandomi famelico lungo il profilo del mento.
“Abbiamo un sacco di tempo per allenarci”, gli ricordai.
“Tutta l’eternità”, mormorò.
“Mi sembra convincente”.
E poi continuammo a occuparci beati di quella parte piccola, ma perfetta, della nostra eternità.
Breaking Dawn, capitolo 39, Felici e contenti

 

 

 

 

L’aveva chiamato.

Scioccamente, non aveva neppure considerato che, magari, suo padre avrebbe potuto adirarsi. Anzi, in verità lei aveva creduto che avrebbe allargato le braccia, conciliante, e le avrebbe dolcemente sorriso, domandandole poi del suo viaggio. Aveva desiderato che fosse così.

E, Dio, solo ora si rendeva conto che poteva aver sbagliato.

Aveva osservato il padre voltare il capo avanti ed indietro, a destra e a manca, in una frenetica ricerca, e si era accucciata dietro Kagome, stringendo con dita esitanti la maglia dell’amica – l’avrebbe potuta difendere?

In fin dei conti, lei non era fuggita. Lei – come Sango, del resto – era stata inviata. La missione di Kagome era motivo di vanto per lei e per la sua famiglia. Ma suo padre?

Come l’avrebbe presa?

Dannazione.

Sferrò un debole – ed inutile – calcio al pavimento lucido, e alzò gli occhi al cielo, mentre la voce del padre, roca per l’emozione, la chiamava. Era… era preoccupato?

Si sporse un po’, notando gli occhi paterni umidi osservarla con circospezione. Non era un ordine, era una richiesta. Una dolce richiesta.

Doveva aver temuto molto per la vita della sua unica figlia, e Rin si sentì cattiva. Se n’era andata lasciando solo un bigliettino, tra l’altro non indirizzato a lui ma a tutti gli abitanti del castello.

Diavolo, era stata avventata.

“Rin?”.

Preso un profondo respiro, piegò le labbra in un surrogato di sorriso e avanzò – “Ciao, papà”.

“Ciao, tesoro”. L’uomo ricambiò il mezzo sorriso della figlia, e le si avvicinò, per passarle una mano tra i capelli. “Ti sei divertita?”.

“Eh?”.

“Voglio sapere se questo periodo di viaggio ti è piaciuto”, spiegò Takemi, scrollando le spalle.

Rin persisteva ad osservarlo stupito. Possibile che non la richiamasse?

“Rin, sei ancora qui?”.

“S-Sì. Ma non credevo che saresti stato così tranquillo, se devo essere sincera. Stavo già progettando la mia lapide in giardino, sai com’è”.

“Molto ottimista”, ridacchiò l’uomo. Sembrava così stanco, però. Le profonde occhiaie che gli segnavano il volto pallido gli conferivano un’aria malata, in un certo senso, e Rin si preoccupò.

La situazione stava dunque degenerando?

Il conflitto stava divenendo invitabile?

Probabilmente sì. Almeno, era ciò che quell’aria afflitta le comunicava. Strinse il labbro inferiore in una morsa, passandosi automaticamente una mano tra i lunghi capelli neri – erano secchi. E sfibrati. Avrebbe avuto bisogno di un bagno rilassante, e di taaaanto shampoo.

Kagome giunse al suo fianco, imitata prontamente da Inu-Yasha – lui aveva incrociato stretto le labbra, ed osservava con diffidenza l’uomo davanti a lui. Era abbastanza alto da sovrastare il sovrano, ma lasciò ugualmente scivolare una mano per afferrare il polso di Kagome tra le dita. La sua espressione, tutt’altro che amichevole, sembrava però rivolta ai giovani della scorta del re di Yoshi.

La ragazza ridacchiò, lui si limitò ad un debole ringhio infastidito.

“Signore, è un vero piacere rivederla”, esordì Sango, raggiungendo a passo sostenuto le amiche ed inchinandosi. Da persona coscienziosa, aveva subito ricordato le regole del galateo, e aveva salutato perfettamente l’uomo.

Imbarazzata, anche Kagome accennò un inchino, mentre Rin si copriva le labbra con una mano, per nascondere la sua ilarità.

“Il piacere è mio”, rispose tranquillo lui, abbozzando un sorriso. “L’altro giorno ero giusto stato al tempio Higurashi, e tua madre, Kagome, mi ha inviato dei regali per te. Ed anche per te, Sango”.

“Oh. Grazie!”.

“Grazie mille”, biascicò incerta la miko. Come Rin poco prima, anche lei aveva intuito che c’era qualcosa di strano, nell’aria del sovrano, e non vedeva l’ora che questi le dicesse il problema. O che lo riferisse ad Inu-Yasha – interrogarlo dopo, per ottenere le informazioni necessarie, sarebbe stato divertente. Ghignò al solo pensiero.

“Salve”.

Tutti trasalirono, quando udirono la profonda voce del padrone di casa.

Come un aforisma di Eraclito, così l’espressione di Sesshomaru era indecifrabile per i più – ma non per loro. Le sopracciglia leggermente aggrottate, e le labbra serrate, lasciavano trapelare una certa preoccupazione. Doveva aver intuito anche lui che qualcosa non andava. E il desiderio di scoprire se la guerra con il regno di Asu era infine giunta doveva corrodere profondamente il suo animo.

“Salve a lei, Sesshomaru no Taisho. Immaginavo che l’avrei incontrata…”. Takemi sembrava in imbarazzo, e si prese un attimo per riordinare le idee, prima di procedere. “ma non credevo sarebbe stato così presto. In fin dei conti, però, è meglio così. Aspettavo solo di potermi accordare con il re, e con il nuovo capo delle guardie”.

Sesshomaru annuì in trance, Inu-Yasha carezzò svogliatamente i capelli corvini di Kagome, senza tuttavia distogliere lo sguardo dal volto cereo dell’uomo.

In fin dei conti, il loro primo interesse era combattere. E una guerra avrebbe loro fornito tutte le attenuanti.

“Come forse avrete immaginato, il re di Asu sembra… interessato ad allargare i suoi confini nei nostri. Ha già attaccato la parte settentrionale del mio regno, ma abbiamo retto. E siamo riusciti a rimandarli a casa”. Sorrise, forse ricordando qualche punto importante di quella lotta così eccitante – nel suo sguardo trapelava tutto il divertimento che una battaglia può portare ad un membro del sesso maschile.

“E il nostro regno?”, domandò Inu-Yasha con rabbia.

“Ha attaccato i vostri confini orientali. Naturalmente ho fatto del mio meglio per difenderli, e tutt’ora vi sono delle truppe a sorvegliare ogni possibile ingresso”.

Rasserenato, l’hanyou si lasciò sfuggire un debole sospiro di sollievo, mentre Sesshomaru assottigliava gli occhi – “I confini sono ancora in pericolo, però”, commentò con sdegno.

“Beh, sì. Quel bastardo m’ha inviato più e più lettere in cui mi domandava di lasciare il vostro territorio, ma non ho prestato ascolto a ciò che mi ha richiesto. Spero che non vi sembri abuso di potere”.

“No”, asserì atono Sesshomaru.

“Bene”.

Rin, al fianco del padre, iniziò ad agitarsi, richiamando l’attenzione di Kagome.

Sorpresa, la ragazza tirò la coda di cavallo della giovane principessa, facendole cenno di avvicinarsi e esprimersi a parole.

“Secondo te, la situazione è grave?”, mormorò dunque.

Kagome abbassò gli occhi al suolo, torturandosi le dita affusolate. “Sì. Penso che… che sia piuttosto difficile, quantomeno. Perché, beh, l’aria di tuo padre è particolarmente affranta, e Sesshomaru ha abbandonato quella patina di superiorità che ha sempre in favore di un espressione più consona”.

“Beh”, biascicò Sango, voltandosi verso di loro. “Se non sono ancora riusciti a penetrare nei nostri confini – almeno non per ora – non penso ci sia di che preoccuparsi. E attribuisco quelle facce scure a ben altro: a mio parere, il re di Asu sta facendo pressioni. Forse, è già pronto a dichiarare guerra. Se ciò avvenisse…”, serrò le labbra, cercando i termini adatti. “Se ciò avvenisse, non oso pensare alla portata devastante di questa guerra”.

“Sarebbe così grande?”, chiese Rin, stupita.

Sango annuì. “Più di quel che immagini. Noi siamo forti, certo, ma il regno di Goshinboku deve ancora riprendersi, e certamente l’esercito del regno di Asu è addestrato”.

“Ma possiamo farcela, vero?”.

La risposta, appena mormorata, arrivò da Inu-Yasha – “Non vedo perché no”.

“Sbruffone”, commentò Kagome, tentando di abbozzare un sorriso. “Conti troppo su te stesso”.

“E tu sei troppo pessimista”, ridacchiò lui. “Siamo così forti, Kagome, che non abbiamo nessun motivo di preoccuparci. Appena mi vedranno, correranno via, spaventati. Non hanno speranze!”.

L’atmosfera cupa della sala di smorzò, e si udirono persino dei risolini, e delle battute divertite sul loro nuovo Sbruffone. Ogni individuo lì presente iniziò nuovamente a vivere, quasi dimentico della preoccupazione precedente. I bambini, prima stretti al petto delle loro madri, ora erano in un angolo, e decidevano, tramite la morra cinese, chi avrebbe dovuto contare e chi nascondersi.

Anche Kagome si ritrovò a sorridere, seguita a ruota da Sango.

“Scusatemi”.

Sbattendo le palpebre, tutti fecero nuovamente scorrere lo sguardo su Takemi, meno gioioso degli altri.

“Dovremmo mettere in piedi una linea di difesa – o offesa, sta a voi decidere se preferite attaccare o difendervi. In ogni caso, avrei bisogno di un colloquio privato con voi, Sesshomaru, voi, Inu-Yasha, e anche voi, Miroku. Naturalmente, se ciò non crea alcun disturbo”.

Lo youkai fece un debole cenno col capo. Diversamente, Inu-Yasha lasciò trapelare il suo fastidio dal “” borbottato, e Miroku si limitò a fare spallucce, come a dire “Non c’è problema”.

Rin fece un passo avanti, chiaramente intenzionata a seguirli, ma l’occhiata penetrante che sia Sesshomaru che suo padre le rivolsero la fece desistere dal suo proposito, mentre un broncio di rabbia compariva sulle sue labbra.

E così erano nuovamente sole…

Si osservarono, prima di sospirare in sincrono – dannazione. Era noioso, starsene lì. Starsene lì e attendere.

Rin si sedette per terra, facendo cenno a Kirara di avvicinarsi, e prese a carezzare il soffice pelo della gattina. “Ho sonno”, borbottò ad un tratto, tentando di contenere uno sbadiglio nel palmo della mano.

“A chi lo dici…”, sbottò a sua volta Sango. In effetti, avevano bisogno tutte di dormire. Contrariamente agli youkai, i ningen non erano capaci di sostenere periodi troppo lunghi senza riposare.

“Io esco in giardino”.

Quando vide le amiche annuire soprappensiero, Kagome sbuffò, e spalancò l’enorme portafinestra che dava su quella parte del giardino adibita alla coltivazione delle rose. Un piccolo paradiso dalle tinte tenui, e pregno di un delicatissimo odore.

Passeggiò lentamente tra le piante, chinandosi di tanto in tanto per sfiorare qualche petalo più dedicato, e continuò a rimuginare su quanto stava accadendo. Dannazione, se non si fosse lasciata andare, durante la missione, sarebbe stato tutto più semplice, probabilmente. Sarebbero arrivati molto prima, e avrebbero avuto più tempo per preparare una linea difensiva. A causa sua, e del suo sciocco amore, i loro regni si trovavano in pericolo.

Sospirò. Era proprio una calamità vivente.

“Vi sto dicendo che… Bah, ascoltatemi!”.

Inarcò un sopracciglio. Quella – non poteva sbagliarsi – era la voce di Inu-Yasha.

“Inu-Yasha, ti stiamo ascoltando, ma dovresti essere meno irruento e più coscienzioso”.

“Sei uno sciocco, hanyou. Se il tuo solo desiderio è difendere quella ningen, puoi andare via”.

“Sesshomaru, tu sei l’ultimo che può condannarmi per voler difendere Kagome”.

La mora si alzò sulle punte, e si sporse sul davanzale. All’interno della stanza, Inu-Yasha discuteva animatamente con Sesshomaru, sotto gli sguardi attoniti di Miroku e Takemi. Sarebbe stata una scena esilarante, in un momento differente.

Un’enorme cartina colorata troneggiava nel centro della stanza, lasciando intendere le motivazioni della rabbia dell’hanyou – Sesshomaru, probabilmente, desiderava attaccare l’esercito nemico nel pressi della reggia, desideroso di distruggerlo nel territorio che desiderava conquistare.

Inu-Yasha, invece, sembrava assolutamente contrario. “Cazzo, sarebbe pericoloso!”.

“No, in realtà no…”, biascicò Miroku, osservando la cartina con sguardo critico. “Anzi, potrebbe essere vantaggioso, in un certo senso. Saremmo nel nostro territorio, Inu-Yasha. In caso di pericolo, potrebbero accorrere alcuni soldati nascosti nel bosco, per esempio. Pensaci bene”.

“Ci ho pensato, Miroku, ma mi sembra tutto falso. Se dovessimo essere battuti, per esempio? Cosa faremmo?”. Inu-Yasha sospirò. Era fastidioso, per lui, valutare una simile eventualità. Ma c’era, e non capiva perché tutti non la prendessero in esame.

Fu Takemi a rispondere, tentando di usare il tono di voce più conciliante possibile. “Inu-Yasha, capisco perfettamente ciò che intendi. Sono le mie stesse preoccupazioni. Ma concordo con Miroku e Sesshomaru: attaccarli nel nostro – e, bada, se verrete sconfitti voi anche il mio regno dichiarerà la resa – territorio potrebbe essere vantaggioso, in un certo senso. Potrebbe portare dei vantaggi. Il popolo potrebbe spalleggiarci, e…”.

“E morire”, concluse Inu-Yasha lugubre.

“Non necessariamente”, borbottò in imbarazzo Takemi, indeciso su come continuare.

“Permettimi di dirlo, Inu-Yasha”. Miroku sorrise, sporgendosi verso di lui – Kagome, d’istinto, si alzò maggiormente sulle punte, fissando in trance il viso del suo uomo. “Prima hai accusato Kagome di essere pessimista, ma, ora, sei anche peggio di lei. Non ti vergogni?”.

L’hanyou assunse una delicata sfumatura rossastra. Beh, Miroku aveva ragione.

Aveva peccato di spavalderia, convincendo tutti della loro vittoria. Ora non poteva tirarsi indietro, e di certo non poteva comportarsi come un bambino. Sospirando, si voltò verso la porta. “Ok. Fate come volete. Ma se dovesse accadere qualcosa a qualcuno…”, sottolineò la parola con un teatrale gesto della mano. “Ve la farò pagare cara…”.

Miroku deglutì, mentre Takemi sorrideva.

Kagome si lasciò scivolare al suolo, tremando.

Erano pronti.



*\* Potete uccidemi.
Sì, potete, nessuno ve lo vieta.
Il capitolo è orrendo. Ho aspettato mesi, e vi ho ugualmente presentato un capitolo tremendo. Dèi, mi vergogno.
Ve lo giuro, avrei voluto scrivere qualcosa di meglio, ma, in questo periodo, il mio cervello è "out for lunch". -.-'' E temo non ritornerà...
Ho anche deciso di indire un mio concorso - per informazioni, chiedere su msn. E di aderire ad un altro. E di... Bah, insomma, mi sto rovinando con le mie stesse mani.
Probabilmente, molti di voi non commenteranno, adirati con me: spero che non sia così, sinceramente.
Vi chiedo - molto gentilmente - di non sottolineare il mio ritardo: ho avuto molti casini. Oltre all'ispirazione, anche in famiglia ci sono stati dei problemi. Insomma, questo è un pessimo periodo.
Come precedentemente detto, con ogni probabilità, per il prossimo aggiornamento di potrà volere un po'. Anche se ne dubito, dato che ho già abbozzato il prossimo capitolo - il finale, per la cronaca.
Ebbene sì, la storia è giunta al termine.
In ogni caso...
RINGRAZIO:
crilli
inufan4ever
Isy_264
kaggychan95
Michiyochan
lara27
mikamey
Bchan
kaggy95
ryanforever
AvinPhi
kirarachan
saphira86

Grazie a tutti, e scusate il ritardo.
Baci!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Lettera alla mamma ***


New Fan Fic - Ultimo capitolo
Because of you
Capitolo finale - Lettera alla mamma

*\* Questo finale mi piace poco.
Certo, è un modo pessimo per iniziare il finale, ma credo che sia l'unico. Non posso farci nulla.
Cercherò, quindi, di spiegarvi tutto, prima di lasciarvi leggere in pace. E' una questione di vita o di morte, per me, e vi pregherei di ascoltare.
Questa storia, BoY, mi ha letteralmente spossata. Ho perso più e più volte l'ispirazione, le idee non ne volevano sapere di venire e iniziavo a stufarmi del fandom di Inu-Yasha. -.-'' Eppure, come molti ben sanno, io amo il fandom di Inu-Yasha, e scrivere su questo manga è per me motivo di gioia immensa. ù.ù
Quindi... Beh, ho scritto gli ultimi capitoli in modo a dir poco pessimo: sono felice di sapere che hanno soddisfatto voi, comunque. Probabilmente, vi chiederete perché li ho scritti, se non avevo voglia. E il motivo è questo: non volevo lasciare la storia incompiuta.
L'ho detto almeno mille volte, ma ora voglio ampliare il tutto, cercando di essere esauriente e coincisa: riscriverò tutti i capitoli finali. Non oggi. Forse non domani.
Ma presto.
Quando avrò voglia, e ispirazione, ogni singolo capitolo di questa storia verrà ricontrollato, revisionato e ripostato. Non riuscivo a lasciar marcire la storia, e non potevo iniziarne una nuova senza aver terminato questo.
Scrivere The brothering life of a forced writer, infatti, mi divertirà appieno solo dopo la parola fine messa a questa storia. Non posso farci nulla, ecco. ç.ç
Questo finale è una lettera. Da Kagome a sua madre.
E' tutto ciò che è accaduto dopo lo scorso capitolo. E' quello che accadrà in futuro. E' tutto, in pratica, ed è niente.
Ma spero che lo gradirete.
Ovviamente, alla fine del capitolo potrete reperire i ringraziamenti: sono stata felice di sapere che mi avete seguito così a lungo, e mi spiace per i miei assurdi ritardi. ù.ù
Spero che seguirete l'altra storia che ho in corso, e che leggerete i miei prossimi lavori. ^^ Grazie a tutti! */*

Cara mamma,

non so come iniziare questa lettera e, personalmente, non credo esista un metodo. Dovrei chiederti scusa per essere sparita, ma sarebbe superfluo, quindi cercherò di spiegarti il perché.

Probabilmente, Sango ti avrà raccontato tutto, di quel che è avvenuto – sarà stata di certo esauriente – e di come ci siamo sentite osservando il nostro esercito partire.

Avevo ascoltato Takemi, Miroku, Sesshomaru e Inu-Yasha parlarne tra loro, e mi ero spaventata: volevano lottare nei pressi della reggia. Rimasi stupita. Mi sembrava assurdo.

Quando riuscii ad alzarmi – ero caduta per terra, in giardino –, corsi subito a chiedere spiegazioni ad Inu-Yasha, ma lui si limitò a dirmi che sarebbe andato tutto bene, e che non avrebbe permesso a nessuno di farci del male. Mi ero sentita rincuorata, ma il timore che qualcosa potesse andare storto non voleva lasciarmi.

La prima notte dopo la partenza, mi addormentai seduta nei pressi di una finestra – avevo osservato la sagoma scura del bosco che si stagliava innanzi a me, tentando di scorgere qualcuno di loro. Purtroppo, non notai nulla.

Mi svegliai all’alba, a causa di un urlo potentissimo – stavano forse combattendo? Cos’era avvenuto?

Passai il giorno ad osservare il bosco, rifiutandomi di mangiare e bere. Ero troppo preoccupata.

Rin, seduta accanto a me, pregava i Kami di salvare il nostro esercito, mentre Sango discuteva animatamente con Totosai di ciò che era meglio fare. Il terrore aleggiava nella reggia e spesso notavo donne piangere per i propri cari.

Avrei voluto fare qualcosa anch’io, ma ne ero incapace – tremando, continuai ad osservare il bosco.

Era scoppiato un incendio.

Linee di fuoco lambivano gli alberi, bruciando tutto ciò che trovavano sul loro percorso. Mi domandai chi mai lo avesse appiccato, e quanti danni stesse arrecando ai soldati.

Durò tre giorni.

Lo scontro durò tre giorni, in cui noi che eravamo rimasti a casa pregammo per i nostri cari.

A un tratto, uno stendardo fu levato in cielo, ed un urlo di gioia di alzò dal bosco – chi mai aveva vinto?

Avrei voluto restare  impassibile come Sara, seduta in un angolo della sala con gli occhi fissi innanzi a sé, o emotiva come Rin, che continuava a piangere, stretta tra le braccia di Sango. Eppure, non ci riuscivo. Ero come in trance.

A fatica, mi resi conto che non ero in me. E che non lo ero stata neppure in un attimo di quei tre giorni.

Le mie giornate erano state incubi.

Non ero cosciente di ciò che mi circondava – semplicemente, osservavo il bosco, incapace di fare altro. Stavo sognando. Non mi sarei svegliata da quello stato catatonico finché non avessi rivisto Inu-Yasha sorridermi.

Quando lo stendardo s’alzò – solo in quel momento – mi alzai, e corsi fuori.

Ero l’unica. Nessun altro, nella sala, mi seguì – restarono tutti, incapaci di rendersi conto di ciò che realmente stava avvenendo.

Quando giunsi in vista dell’esercito, aguzzai la vista, tentando di riconoscere almeno un volto tra quella massa di persone. Purtroppo, tutti mi erano sconosciuti. Erano giovani, quasi ragazzi, e si osservavano tra loro, ridendo. Nell’istante in cui mi scorsero, alcuni si voltarono sfacciatamente verso di me, altri mormorarono qualcosa di indecifrabile. Volevo chiedere loro di Inu-Yasha, ma la mia bocca era come incollata, e non riuscivo a far altro che osservarli inebetita.

“Ehi?”.

Ricordo di aver urlato.

Non so come, né perché, ma urlai.

Inu-Yasha era lì.

Inu-Yasha era vivo.

Il mio cuore batteva all’impazzata, mentre mi voltavo verso di lui – ero scoppiata in lacrime. E non sapevo perché.

Ricordo di aver biascicato qualcosa, e di averlo fatto ridere. Poi più nulla.

Mi ritrovai stretta tra le sue braccia così velocemente da non riuscire a capire. Ma ero tra le sue braccia. E sorridevo.

Pochi attimi, e, dalla folla, spuntarono anche Miroku e Takemi – il re sosteneva alla meno peggio il mio amico, ferito ad un fianco: Inu-Yasha mi spiegò solo in seguito che Miroku aveva fatto del suo meglio per salvare Takemi da fine certa, quando il re nemico – Naraku – si era avventato su di lui.

Sentii una voce gelida impartire ordini ai soldati ancora vivi, e mi resi conto che Sesshomaru era assolutamente perfetto – non un graffio, non un livido. Contrariamente a Inu-Yasha, lui non sembrava neppure aver preso parte allo scontro.

Ritornammo a casa dopo poco: i giovani desideravano rassicurare le proprie madri, gli anziani necessitavano di cure urgenti.

La battaglia era stata implacabile.

Nei tre giorni di guerra – molti meno di quelli prospettati inizialmente, in realtà –, i soldati non si erano fermati un attimo, evitando persino di dormire. Inu-Yasha si era scontrato a lungo con Naraku, mentre Miroku si dedicava a soldati di bassa lega. In gran parte, l’esercito di Asu era formato da mercenari assoldati unicamente per quella battaglia e, dunque, poco propensi a combattere a lungo. Il loro intento era quello di guadagnarsi da vivere – non gli importava poi molto, vincere quella guerra.

A un tratto, Naraku aveva schivato miracolosamente un attacco di Inu-Yasha, avventandosi di conseguenza su Takemi, distratto. Come ti ho già precedentemente detto, infatti, è stato solo grazie a Miroku, se il re era ancora vivo. Credo che sia ancora considerato un eroe da gran parte della popolazione.

A battere il nemico, però, era stato un attacco di Sesshomaru particolarmente efficace – Inu-Yasha l’aveva ammesso a denti stretti, sottolineando aspramente la fortuna sfacciata del fratello.

Giunti alla reggia, fummo assaliti da una folla vorace di persone – madri, sorelle, bambini… Tutti corsero a riabbracciare i loro cari, o a piangerne la morte.

La notte successiva alla fine della battaglia, passò in un lampo.

Io e Inu-Yasha parlammo a lungo, seduti accanto alla finestra che mi aveva tenuto compagnia durante quei tre giorni. Volevamo passare il nostro futuro insieme. Ma era impossibile.

Mamma, io ero ancora una studentessa, e lui era stato da poco eletto capo delle guardie – era assurdo, inconcepibile immaginare la nostra vita futura l’uno accanto all’altra. Eppure, volevamo stare insieme.

Scusami, mamma.

Scusami se sono fuggita, se ti ho salutato con un brevissimo bigliettino, se non mi sono fatta sentire.

Scusami se sono stata una pessima figlia, e se ho sbagliato tutto.

Ma lo amo, mamma.

Immensamente.

Questi quattro anni insieme, mamma, sono stati i più belli della mia vita.

Sapevamo di non risolvere nulla, andandocene via entrambi, ma non volevamo dividerci. Tu mi hai sempre capita, e, spero, capirai anche le motivazioni della mia fuga.

Abbiamo girato per i vari villaggi, incontrato persone di ogni specie.

Abbiamo passato le notti accampati nelle rovine del castello, nell’atmosfera magica che, da sempre, evoca quel luogo. Ho imparato tante cose che le leggende hanno sempre taciuto, sono stata con Inu-Yasha.

Ci siamo sposati, mamma.

In una chiesetta piccola, ai margini di un piccolo villaggio. Solo noi. Il prete era una persona splendida, che non ha fatto domanda alcuna sul perché c’eravamo sposati così, soli.

E, ora, abbiamo deciso di venire lì. Di tornare a casa.

Ma non perché ci siamo pentiti delle nostre scelte.

Non ci pentiremo mai.

Sono incinta, mamma. Aspetto il figlio di Inu-Yasha.

Il piccolo cresce di giorno in giorno, ora sono già al quarto mese.

Abbiamo deciso di tornare perché vogliamo che cresca lì. Con te.

Non so se riceverai questa lettera – non so se abiti ancora al tempio. Non so neppure se tu stai bene, e se il nonno è ancora tra noi – ma di questo sono quasi sicura. È sempre stato un tipo forte, se non altro è vivo per potermi rimproverare.

E Sota?

Quant’è cresciuto?

Sango è riuscita a rendere Miroku meno maniaco?

Non credo. L’ho sempre visto come un tipo esageratamente libertino. Non può essere cambiato così tanto solo perché si è sposato.

Poi… Ho sentito che Rin e Sesshomaru hanno avuto un bambino!

Quando l’ho letto, su di un quotidiano, non sapevo se urlare o svenire: insomma, Rin è una persona splendida, ma non credevo che Sesshomaru sarebbe divenuto così umano!

In ogni caso, mamma, sto tornando.

E spero che mi accetterai.

Ti ho sempre voluto bene, e vorrei che tu provassi affetto per il cucciolo che cresce nel mio grembo, e non lo odiassi. E vorrei che anche Inu-Yasha non ti risultasse sgradito.

Ci imbarcheremo tra due giorni, con la Musashi. Il mio viaggio è cominciato proprio a bordo di quella nave, no?

Spero di arrivare entro lunedì, e spero che vorrai accogliermi.

Ti voglio bene, mamma.

Salutami tutti.

Tua,

Kagome Higurashi




*\* Sì. E' breve. -.-''
Insomma, è un finale abbastanza gradevole, no? Non esauriente, certo, ma quantomeno gradevole. ù.ù Potrete almeno dire che avete letto - finalmente - il finale di BoY. ù.ù E, ve lo giuro, tenterò di riscrivere i capitoli finali al più presto. Per maggiori informazioni, contattatemi tramite msn o leggete i miei angoli in The brothering life of a forced writer: cercherò di darmi da fare durante questi giorni, ma non prometto nulla. ^^
RINGRAZIO (Per aver messo la storia tra le preferite):
1 - Akasuna no Chocolat [Contatta]
2 - Anthy [Contatta]
3 - aquizziana [Contatta]
4 - Aryuna [Contatta]
5 - AvinPhi [Contatta]
6 - Bchan [Contatta]
7 - BebyChan [Contatta]
8 - Chiby [Contatta]
9 - cometa91 [Contatta]
10 - cri_91 [Contatta]
11 - demetra85 [Contatta]
12 - eiby [Contatta]
13 - Emiko92 [Contatta]
14 - fra007 [Contatta]
15 - Gianlu92 [Contatta]
16 - giuggy21 [Contatta]
17 - Hope35 [Contatta]
18 - inufan4ever [Contatta]
19 - Isy_264 [Contatta]
20 - jessy101 [Contatta]
21 - KaDe [Contatta]
22 - kaggi18 [Contatta]
23 - kaggy95 [Contatta]
24 - Kaggychan [Contatta]
25 - kaggychan95 [Contatta]
26 - KAGOlove [Contatta]
27 - keiko 93 [Contatta]
28 - kirarachan [Contatta]
29 - La sognatrice [Contatta]
30 - Lella92 [Contatta]
31 - lilika [Contatta]
32 - luthien3 [Contatta]
33 - marychan89 [Contatta]
34 - mikamey [Contatta]
35 - MissBorchietta90 [Contatta]
36 - mocci91 [Contatta]
37 - Nancy95 [Contatta]
38 - nitrovtesta [Contatta]
39 - okami the best [Contatta]
40 - petalodiluna [Contatta]
41 - pikkola_kaggy [Contatta]
42 - reith [Contatta]
43 - Ren_91 [Contatta]
44 - sonny [Contatta]
45 - stella93mer [Contatta]
46 - sunsunset [Contatta]
47 - Toru85 [Contatta]
48 - Yunie88 [Contatta]
49 - _Garnet915_ [Contatta]
RINGRAZIO (Per aver commentato lo scorso capitolo):
_Garnet915_
demetra85
kaggychan95
mikamey
Bchan
ryanforever
Gentilissimi. Davvero, siete stati tutti molto - troppo, in certi casi - gentili. ç.ç Mi commuove pensare che tanti di voi mi hanno sostenuta!
XD Ora... Beh, ora è davvero finita, credo. Ora posso dedicarmi alle Shot per i vari contest e a TBLOAFW senza preoccuparmi di BoY. ç.ç Singhiozzerò tutto la serata, credo. Ed è tutta colpa di questa storia. ç.ç
Auguri a tutti di buon anno. ^^
Arrivederci a tutti: spero di sentirvi negli altri miei elaborati! ^^ */*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=249679