Because of you di roro (/viewuser.php?uid=39891)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** PARTENZA!!! ***
Capitolo 5: *** Presentazioni ***
Capitolo 6: *** Rovine e nuove conoscenze ***
Capitolo 7: *** Incontro ***
Capitolo 8: *** La ragazza e il demone ***
Capitolo 9: *** Il principe più strano mai nato ***
Capitolo 10: *** Shippo, Kirara e Jaken ***
Capitolo 11: *** Youkai ***
Capitolo 12: *** Avventura nella grotta dei lupi ***
Capitolo 13: *** Kagura ***
Capitolo 14: *** Tra dubbi ed incertezze ***
Capitolo 15: *** Bacio sotto la luna ***
Capitolo 16: *** Dispersi ***
Capitolo 17: *** Senza sapere il perché ***
Capitolo 18: *** Arrivo dalle autorità ***
Capitolo 19: *** Vittorie ***
Capitolo 20: *** Incoronazione ***
Capitolo 21: *** Un gioco da ragazzi ***
Capitolo 22: *** Lettera alla mamma ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Because
of you.
[Prologo]
(Piccola,
infima nota di inizio testo. Tanto per.
Questa storia, benché scritta male - a mio parere, se voi
lettori la apprezzate mi fa piacere XD -, ha avuto l'onore di finire
tra le
Storie Scelte del sito.
Ora, mi sono trovata nell'imbarazzante situazione di, come dire?
Insomma, la storia non è granché però
c'è finita.
Mi sentivo un po' in obbligo, e ho pensato di rivederla. Almeno un
pochino ino ino. <3
Ciò significa che questo testo è in revisione, e che ci
resterà finché non terminerò il mio
lavoro. Bon, grazie mille a tutti voi. U____U
Vi voglio bene, carissimi.)
«L’hanyou
correva veloce per la foresta, inebriato dal
profumo del vento – era un aroma dolce, delicato.
L’hanyou lo inspirò con
gusto.
Sorrise,
fermandosi a
guardare un albero
secolare della foresta: era un ciliegio, antico, ben saldo nel terreno.
Una
pianta maestosa, bella a vedersi.
A un tratto, una cadenza di passi familiare attirò la sua
attenzione. Lei, era lei! Era lei!
Si voltò di scatto, un sorriso sghembo sulla faccia, il suo
nome sulle labbra;
allungò una mano nella direzione della donna, invitandola ad
avvicinarsi, e
mormorò qualcosa sovrappensiero. Era lei, lei!
“Ehi”,
la richiamò. “Cosa –
l’arco?”.
La freccia
saettò nell’aria prima che l’hanyou
potesse controbattere – un istante, e il corpo del giovane
sbatté con forza
contro il tronco dell’albero, e ivi restò
imprigionato.
“Kikyo”,
fu il suo ultimo mormorio. Poi
più nulla, era finita».
Kagome si
zittì, alzando gli occhi dal
libro e osservando di sottecchi la professoressa, una donna sulla
quarantina,
con vividi occhi celesti semichiusi e lunghi capelli castani tenuti
fermi in un
rigido e professionale chignon.
Era una donna
frivola, quella, e priva del
senso dell’umorismo. Una donna fastidiosa e poco propensa ad
accettare gli
scherzi, che per anni aveva cercato di sfondare come attrice e che
s’era
ritrovata abbandonata in un angolo, sola.
«Grazie,
Higurashi», le disse. «Sei stata
impeccabile, te lo concedo. Un buon lavoro, si nota il tuo affetto per
quello
stupido testo e il tuo sciocco attaccamento per quelle parole; lo si
nota
davvero».
Kagome
annuì secca, gettando poi un’occhiata
nervosa alla classe – meglio far silenzio, meglio.
Meglio non
far notare
alla professoressa
che quel testo non era stupido, che
quelle parole non erano sciocche,
che
amare quella leggenda non era
ridicolo. Anzi, tutt’altro.
Ma era meglio
tacere,
oh sì. Meglio far
finta di nulla.
«Decisamente
brava, non capisco perché ti
rifiuti di partecipare al corso di teatro».
Forse
perché di non le interessava far parte di un
gruppo di deficienti.
«La
ringrazio», biascicò. «Posso tornare a
posto, vero? Grazie».
Qualcuno
azzardò un’occhiata
compassionevole nella sua direzione, come a prenderla in giro, e
qualcun altro le
ridacchiò dietro. Nulla di straordinario, in effetti, dato
che in ogni classe
del mondo esistono deficienti simili.
E comunque, a
lei non
interessavano i
commenti estranei. No di certo.
Si
lasciò
ricadere sulla sua sedia,
socchiuse gli occhi e si impose di non ascoltare – il nuovo
lettore non doveva
aver studiato, oh no, perché balbettava incerto due parole
su tre.
«Kagome-chan,
mi presti una matita?».
«Eh?
Sì, certo». Sorrise, incerta, poi
allungò l’astuccio a Eri, la sua compagna di
banco. Era simpatica, Eri, e anche
piuttosto graziosa, e poi non la criticava mai per i suoi gusti
anticonvenzionali.
Il fatto di
amare
visceralmente un libro
per bambini non era poi così umiliante. O almeno, non
avrebbe dovuto essere
così umiliante.
“Leggende
del regno di Goshinboku” era un
libricino di trecentoventisette pagine, rilegato con cura, poco costoso
ma
molto interessante.
Parlava di
hanyou, di
youkai, di ningen e,
beh, dei rapporti tra le diverse specie – descriveva i modi,
barbari e
inaccettabili, con cui gli hanyou erano torturati dalle loro stesse
famiglie, e
i loro assassinii.
C’erano
tante storie, in quel libro, e
molte di esse risultavano piacevoli, amabili; c’erano tante
storie, in quel
libro, e molte di queste turbavano il cuore del lettore, lo
spaventavano.
Kagome ne
amava una
in particolare, ed era
forse la più drammatica dell’intero volume.
InuYasha era
il
secondogenito dell’ultimo
re del regno di Goshinboku, un hanyou dai capelli d’argento e
gli occhi d’oro –
lo si descriveva bello, spaventosamente avvenente, ironico, e si
narrava che
questi si fosse invaghito di una sacerdotessa umana, Kikyo.
Ma era un
hanyou,
lui, e poco importava
che fosse l’erede di quel regno selvaggio e ormai disabitato:
sarebbe morto, e
sarebbe stata Kikyo ad eliminarlo.
Era la
leggenda
più triste, quella, e la
più spaventosa, ma Kagome la adorava –
sobbalzò, immaginando la scena. Sobbalzò
quando vide le mani di Kikyo, di quella
finta di Kikyo, stringere con forza l’arco e
puntarlo contro il suo amato,
e raggelò ancora quando l’InuYasha dei suoi sogni
sbarrò gli occhi e si trovò
conficcato all’albero.
«Ahi».
Oh. Uhm, un
bigliettino.
Si
guardò
intorno, indecisa, e poi lo aprì
di scatto. Era di Sango, ovvio – era di Sango e la incitava a
far finta di
nulla. Era di Sango, di quella Sango che era la sua migliore amica e le
voleva
un bene dell’anima, di quella Sango tanto dolce e simpatica.
Si
voltò
appena, sorridendo, e mimò un:
«Grazie».
L’altra
le
fece appena un cenno del capo,
poi si alzò. «Sì, professoressa, certo
– leggo io, ovvio. Mi dia il tempo di
raggiungere la cattedra».
Oh. Ah, era
il suo
turno di leggere.
Era stanca. Stanca.
E le doleva
la testa.
E aveva sonno. E la
professoressa continuava a parlare e parlare e straparlare, come se
fosse
interessante.
Per la
cronaca, le
fischiavano anche le
orecchie – perché sì, Eri era
simpaticissima, ma leggeva da schifo. E che
diamine, poi!
«Professoressa»,
rantolò, «mi gira la
testa».
«Ah»,
commentò la donna, guardandola.
Boccheggiò qualche istante, come se stesse cercando una
risposta abbastanza
soddisfacente, e poi le fece cenno di uscire. «Non voglio
malati, qui».
Kagome non
aveva
nulla da obiettare. «Posso
andare, uhm, a risposare, quindi?».
Non che non
le
facesse piacere. No davvero.
Poteva
portarsi le
Leggende dietro, e
leggere. O sonnecchiare un po’ e pensare ad InuYasha, e
concedere del meritato
riposo ai suoi neuroni, stanchi e spossati.
«Certo»,
la professoressa alzò le spalle,
«come no. Mica sto spiegando qualcosa di importante, oh no,
certo che puoi
andare!». Si portò teatralmente una mano sulla
fronte e sollevò gli occhi verso
il cielo. «Non mi si spezzerà il cuore, Higurashi,
no davvero, va’».
«…grazie»,
azzardò Kagome, alzandosi.
«Dopo chiederò gli appunti a Sango, glielo
prometto».
La donna non
disse
nient’altro.
«Buongiorno,
sono qui perché mi fa male la
testa. La prof ha detto che posso restare».
«Ah».
L’infermiera
era il classico tipo da
le-ragazzine-più-giovani-di-me-mi-irritano.
Una bionda
ossigenata
con due occhi
azzurri e una faccina piccola e coccolosa, di quelle che ti sembrano
carine sì,
ma solo per i primi cinque minuti, perché in breve di
rivelano troie bastarde.
Non le chiese
cosa
avesse e non le propose
alcun medicinale, ma si limitò ad indicarle un lettino vuoto
e biascicare: «Fatti
una dormitina, cara». Il fatto che l’affermazione
ricordasse tanto una minaccia
era preoccupante, in effetti.
«D’accordo».
Kagome alzò le spalle e
sollevò la coperta. «Resterò qui sino
alla fine delle lezioni, credo. Potrebbe
svegliarmi?».
L’infermiera
la guardò appena. «Sì, certo.
Proverò a ricordarmi che una piccola
allieva riposa nel terzo lettino della fila a destra, certo. Ma tu
riposa, piccola allieva; ah, cerca
di non russare.
Nel caso, mettiti a fare altro, preferirei non essere
disturbata».
Bene, di male
in
peggio – Kagome tirò
fuori dallo zaino il libro e lo depose sul comodino, indecisa sa
aprirlo, e
concedersi una meritata rilettura del testo, o provare a riposare.
Beh, provando
a
riposare rischiava di
restare bloccata in infermeria.
…e
non era
piacevole, no davvero. Quindi
aprì il tomo e se lo sistemò sulle gambe,
osservando deliziata le
illustrazioni: erano fatte bene, curate nei minimi particolari,
ispirate a ritratti
reali del sovrano e dei suoi figli.
Poteva
andare a pagina due, e guardare il disegno di
InuYasha da bambino.
Era un
quadretto
così carino, quello, che
Kagome finiva sempre coll’osservarlo deliziata – un
bambinetto con delle
orecchie da cagnolino circondato da centinaia di giocattoli, ecco
com’era l’InuYasha
infante. Nient’altro che un neonato.
Lo immaginava
gattonare per il castello,
magari inseguire Sesshomaru, il suo detestato fratellastro, o
addormentarsi tra
le braccia della regina Izayoi, il respiro pesante di un bambino stanco
e
felice.
Forse avrebbe
fatto
bene anche lei a
riposare. Oh, sì.
Forse avrebbe
fatto
bene ad prendere
sonno, almeno per un po’. In fin dei conti, che male poteva
farle, dormire un
po’?
Chiuse gli
occhi. Ecco.
«Kagome-chan?
Ehi, Kagome? Guarda che è
ora di andare».
«Mh?».
«Svegliati,
dai. C’è InuYasha fuori dalla finestra!».
Spalancò
gli occhi, si mise a sedere e per
poco non cacciò un urlo – ah, sì, non
che si aspettasse davvero di vedere
InuYasha, eh. Era solo – niente di importante. Scosse il capo
e guardò Sango.
«Perché mi hai aspettata? Potevi andare. Non
c’era bisogno di restare qui».
«Oh,
invece
sì. Era l'unica soluzione»,
sospirò l’altra, «non voglio che tu cada
in un tombino perché impegnata a
leggere quelle sciocche leggende. Sì, so che le ami
visceralmente, ma
riconoscerai anche tu che sono leggermente stupide. E una sacerdotessa
non
dovrebbe prendere tanto in considerazione certe storielle».
«Storielle?».
Kagome inarcò un
sopracciglio. «Non sono
storielle.
Sono leggende del regno di Goshinboku», guardò
Sango intimandole di non
interferire, «il regno di Goshinboku, il nostro
confinante».
«Non
deve
importarci. Il nostro re si sta già
occupando della situazione».
«Quell'incapace?»,
rantolò Kagome,
sdegnata – il loro re, eh? Quel deficiente che non faceva
altro se non
ingozzarsi e ordinare all’esercito di procurarsi nuovi
armamenti?
E cosa stava
facendo,
di grazia, per
aiutare le sorti della dinastia Taisho?
«Sango,
quello non sa fare nulla. Il regno
di Goshinboku è allo sfascio e…».
«Ma
noi
siamo due adolescenti e non
possiamo fare nulla, quindi smettila di fare la bambina».
«Parlerò
con il re». Kagome strinse i
pugni, poi rivolse un’occhiataccia all’amica.
«Parlerò con il re, okay? E
otterrò di poter fare qualcosa. Del resto, il mio tempio ha
un forte ascendente
su di lui-».
L’altra
alzò una mano, interrompendola:
«Non oserai! Non dire cavolate, non puoi. È
inaccettabile. Se il regno di
Yoshi, ovvero il nostro, si schierasse dalla parte di quello di
Goshinboku, il
regno di Asu avrebbe una ragione per sentirsi minacciato e dichiararci
guerra».
«Il
regno
di Asu è un regno di barbari»,
commentò aspra Kagome, alzando gli occhi verso il cielo.
«Non sanno neppure
allacciarsi le scarpe. Se noi – siamo i più
evoluti, no? – ci schierassimo dalla
parte di Goshinboku, allora potremmo vincere».
«Anche
il
regno di Asu è adeguatamente
evoluto».
«…e
tu chiami evoluto un regno dove la
libertà di culto è
un’utopia?», rantolò.
Argh. Lei
adorava
Sango, la adorava
tantissimo, ma a volte c’erano cose che proprio non le
andavano giù, e quella era una
cosa che proprio non riteneva giusta.
Insomma,
consentire
che vi fosse ancora un
posto dove la legge del taglione era la cosa più importante,
e dove gli hanyou
erano considerati alla stregua di un criminale era inaccettabile.
Ed era
inaccettabile
che due amanti
fossero costretti ad uccidersi l’un l’altro.
Non che a
InuYasha
non fosse successa la
stessa cosa, eh. Ma almeno, il regno di Goshinboku aveva perso il suo
ultimo
sovrano duecento anni prima, ed era ormai allo scatafascio.
Sango
sospirò. «Kagome, ti prego, sta’
calma. Siamo arrivate a casa tua, non vorrei che tuo nonno mi
minacciasse con
una scopa».
«Ah».
«Beh,
io
devo andare. E tu devi
esercitarci con l’arco, se non erro».
Kagome le
sorrise
appena, poi fece un
passo indietro – qualche attimo o giù di
lì, ecco. Le ci vollero pochi istanti
perché scomparisse oltre i confini del tempio.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1. ***
Because of you.
[Capitolo
1]
(Un
giorno dopo la revisione del Prologo - oggi è il 7 aprile
2010 -, ho terminato anche quella del Primo Capitolo.
Insomma. Era una tragedia.
Sì-particella-affermativa privi di accento, dialoghi che non
stavano né in cielo né in terra e... e niente. Ho
rivisto.
Riscritto, per quanto concessomi, ma non mutato - se avessi potuto,
questa storia ora sarebbe completamente differente -, e, beh, ho
inserito parecchi spazi.
Il fatto è che prima era un... un... uhm. Come dire?
Sembrava un susseguirsi di amenità? Non si capiva cosa
stessi dicendo? La storia si incespicava?
Ho cercato di rimediare, per quanto possibile, e di sistemare un po' il
precedente lavoro. Spero vada meglio, sinceramente.
Al prossimo capitolo. <3
Ah, sì: ringrazio tutti quelli che avevano commentato il
prologo. U____U E ovviamente quanti, a suo tempo, commentarono questo
primo capitolo.
Non potete capire quanto la cosa mi riempia di gioia, davvero. Siete
splendidi. XD)
«Kagome,
bentornata, è pronto-».
«Scusa,
mamma, non ho fame. Vado in camera mia,
okay?».
Un
gradino, due gradini, tre gradini. Poi la porta
della stanza, la mano sulla maniglia, la spinta, l’uscio che
si chiude con uno
scricchiolio e la testa nascosta nel cuscino.
Allungò
un braccio, tentoni – dove diavolo era finito
il libro? – e sospirò solo quando le dita
sfiorarono la rigida copertina.
«Ecco».
Strinse il tomo al petto. «Ecco
le mie Leggende. E sfido qualcuno a
chiamarvi ancora libro-per-bambini, eh».
Le
Leggende – versione integrale – Del Regno Di
Goshinboku erano un regalo di suo padre. Un regalo di quelli che, pur
avendo
anni ed anni, e pur puzzando un po’ di muffa, fatichi a
buttare e osservi con
aria deliziata, compiaciuta.
Erano
un dono prezioso e raro, semplicemente bello, e
lei lo amava con tutta se stessa.
«Papà
deve aver faticato parecchio», aggiunse, «per
trovarti. In fin dei conti, si è dovuto avventurare in
quella sottospecie di
continente perduto. Okay, così facendo avrà pure
guadagnato l’amicizia del re –
e beh, ha ottenuto anche te, dato che sei un regalo del sovrano per la
nostra
famiglia –, ma ha comunque rischiato la vita».
E in
quella spedizione, poi, non avevano neppure
rinvenuto nulla: di quel castello tanto invidiato restava ben poco,
solo
qualche brandello delle mura. Poche statue, pochi resti, pochi abitanti.
Il regno di Goshinboku era sparito
nel nulla.
…e
di quel giardino? Del giardino reale? Di quel luogo
d’incanto, tanto decantato nelle Leggende?
Suo
padre aveva faticato non poco, a raccontarle la
verità – era seccato tutto, le piante erano morte,
le rose della regina Izayoi
erano solo un vago ricordo. Qualche arbusto ancora persisteva, tenace,
eppure
non poteva che trattarsi dell’ultimo canto del cigno.
«Il
tuo regno sta morendo e io non posso fare nulla.
Se papà potesse vedermi», aprì di
scatto il libro, «forse mi odierebbe. Dovrei
fare qualcosa».
Oh.
Ah,
sì. Certo.
InuYasha
aveva gli occhi socchiusi, le labbra rosate e
i capelli mossi dal vento. Era presentato così, in quel
capitolo, e così era
raffigurato anche nell’immaginazione di Kagome.
Sereno,
calmo, forse felice.
La
ragazza abbassò appena il capo, osservandolo. «Non
sembri morto, sai? Anzi». Sfiorò con i
polpastrelli la ruvida carta, inspirando
l’acre odore dell’inchiostro. «InuYasha
Taisho, figlio dell’ultimo re di
Goshinboku, sei di certo una delle creature più splendide
del creato».
E se fosse entrato nella sua
stanza? E se l’avesse mai visto? E se l’avesse
mai baciato?
Scosse
il capo, infastidita.
Sognare
cose del genere era sciocco, frivolo e
inutile. In fin dei conti, InuYasha era poco più che
un’immagine – avvenente,
certo, ma pur sempre un mero dipinto. Non un uomo, non un hanyou, non
uno
youkai: una creatura avvenente ma scomparsa.
«Andiamo
avanti». Scosse il capo. «Adesso ci sono le
foto di famiglia – oh, che carino Taiga!».
Taiga
– o Inu no Taisho, nessuno era certo del suo
nome – era il padre di InuYasha, un demone dai profondi occhi
d’ambra e i
lunghi capelli d’argento. Un essere possente, bello.
«Sesshomaru
invece fa paura», commentò sovrappensiero,
passandosi una mano tra i capelli. «Sarà il
fratellastro di InuYasha, ma ha
davvero un’espressione torva. Oh, Dio. Neppure quella
deliziosa mezzaluna sul
capo riesce a renderlo carino».
E poi
c’era Izayoi, l’unica nota stonata: bella, ma
bella come solo una donna mortale può esserlo. Bella
perché i suoi capelli
nocciola svolazzavano qua e là, perché stringeva
al petto il figlio, perché
sorrideva, contenta.
«Izayoi
era bella, ma non adatta. Eppure, loro due si
amavano».
E
si erano amati tanto, Taiga e Izayoi. Tanto,
enormemente, a tal punto da essere annoverati tra le coppie
d’amanti più
sventurate della storia.
Si
erano amati contro tutto e contro tutti, lottando
per restare insieme.
E poi
il regno era scomparso. E loro con lui.
«Kagome?».
Sobbalzò
– oh, ah. Sua madre. Nascose le Leggende
sotto il cuscino, voltandosi di scatto verso la genitrice. Uhm.
«Ciao. Cosa c’è?».
La
donna sventolò il telefono che stringeva tra le
dita, indecisa. «A-ehm», esordì,
«tesoro, ascoltami. Non è facile e, beh,
probabilmente resterai scioccata e mi dirai che no, non ne hai alcuna
intenzione, e…».
«E
cosa?».
«E,
se dovesse essere necessario, fuggirai. Ti
aiuterò». Annuì, convinta.
«Nel caso, ti assicuro che ti aiuterò a
fuggire».
Kagome
inarcò un sopracciglio. «Mamma,
spiegati».
«Tu
saprai di certo che tuo nonno è molto amico del
sovrano – se ne vanta sempre, quando beve un goccio di
sakè in più –, e
Takemi-».
«Takemi?».
«Sì,
non commentare questo stupido nome, ti prego.
Credo non abbia neppure un vero senso». Sua madre
sospirò, affranta. «In ogni
caso», riprese, «questo è il nome del
sovrano. E tu dovresti saperlo, no?».
«Ah,
sì, uhm. In realtà non me l’ero mai
chiesto».
Kagome alzò le spalle, come se la cosa non fosse importante,
e riprese a
guardare la donna.
Perché
beh, se era venuta a vantarsi dei legami tra
gli Higurashi e i sovrano del regno, allora aveva scelto il momento
sbagliato.
Anche se le sembrava strano, che sua madre fosse lì per una
ragione così sciocca
e superficiale – era una donna seria, di solito.
O
almeno, Kagome l’aveva sempre giudicata così.
«Il
nostro regno rischia. Stiamo, come dire? In pieno
clima di guerra. E Takemi vorrebbe il tuo aiuto».
…okay.
Sua madre era ammattita.
Cosa
se ne faceva un sovrano di una ragazzina capace
solo di leggere favolette – favolette che lei non considerava
affatto tali – e di
farsi prendere in giro dai proprio sovrani? Perché mai
avrebbe dovuto volere lei?
Insomma,
andiamo.
Era
assurdo.
Aprì
la bocca per rispondere, ma sua madre la bloccò:
«Il regno di Asu vuole attaccarci. Beh, abbiamo deciso di
chiedere aiuto al
regno di Goshinboku-».
Il regno di Goshinboku era
abbandonato da secoli, avrebbe
voluto osservare Kagome, ma preferì tacere ancora un
po’.
«Tuo
nonno… sai com’è fatto, no? Si vanta di
tutto. L’altro
giorno, parlando con Takemi, ha parlato di te. Le solite cose: mia
nipote è
intelligente, mia nipote è graziosa, sapessi
com’è amabile le mia Kagome». La
madre gesticolò, imbarazzata. «Poi ha detto: la
mia nipotina conosce a menadito
le Leggende di Goshinboku e, se stai cercando un ambasciatore, ti
consiglio di
spedire lei, dato che è molto portata».
Lui cosa?
«Così,
Takemi ha scelto te».
«Mamma,
non prendermi in giro». Incrociò le braccia
sul petto e lanciò all’altra un’occhiata
furiosa, cercando di farle capire che
sì, era uno scherzo carino, ma che tutti i giochi devono
finire, prima o poi.
E che
quello era durato abbastanza, per i suoi gusti.
«Sono
una bambina. Checché se ne possa dire, sono
piccola e non conosco granché il mondo: mandarmi
lì, così, senza una
preparazione specifica-».
«Come
se tu avessi bisogno di una preparazione
specifica», ingiunse la madre, sedendosi sul materasso.
«Tesoro, chi conosce il
regno di Goshinboku meglio di te? Sei l’unica al mondo capace
di elencare a
memoria i nomi di tutti i fiumi di quel posto, o, non so, descrivere
minuziosamente
l’abito da sposa della regina Izayoi. E sei l’unica
in grado di trovare
Sesshomaru e InuYasha, ovunque essi siano».
InuYasha
era un personaggio così leggendario che in
molti non volevano rassegnarsi alla sua morte, e in tanti parlavano
dunque di
un suo sonno.
Si
vociferava che un giorno qualcuno avrebbe trovato
il luogo ove il principino riposava, e che l’avrebbe
risvegliato. Ma chissà.
Magari
erano tutte bugie.
«Io-».
«Se
non vuoi», ripeté sua madre, decisa,
«non c’è
bisogno. Lo spiegheremo a Takemi e, nel caso, ti farò
fuggire».
Ma
lei voleva. Eccome se voleva.
Il
problema era sovrapporre la Leggenda – l’InuYasha
della storia, così romanzato ed affascinante – ad
un possibile InuYasha reale.
Era convincersi che quanto aveva sempre letto e amato poteva non
corrispondere
alla realtà, e abituarsi a quest’idea senza
soffrire troppo.
«Il
punto è che, beh, tu sei una sacerdotessa.
Sesshomaru è così potente da poter essere
contrastato solo da una persona
particolarmente forte e… e InuYasha, nel caso fosse davvero
sigillato, va
liberato».
«Vado».
Kagome si alzò, lisciandosi le piaghe della donna.
«Credo sia assurdo, ma vado. Volentieri. Dimmi quando e dove
e io ci sarò. Mi
avete addestrata per una vita, finalmente potrò dimostrarvi
quanto valgo – e vedrò
InuYasha! Potrò vederlo, vederlo, vederlo».
La
madre le afferrò un braccio, obbligandola a
fermarsi. Meglio chiarire un po’ di cose, prima di dare il
suo consenso: «Non
potrai avere una scorta, perché se un enorme gruppo di
soldati si staccasse dal
regno, il re di Asu potrebbe sentirsi minacciato».
«Non
ho bisogno di una scorta. Posso farcela».
«…allora,
beh, non mi resta che dirlo al nonno»,
biascicò la donna, osservandola. «Sei uguale a tuo
padre, lo sai?».
Sì, lo sapeva.
«Rispondi»,
biascicò.
La
cosa essenziale, ora, era spiegarlo a Sango. Non
che avere la sua approvazione o meno fosse fondamentale, chiariamolo:
ma Sango
era Sango, e sapere il suo parere riusciva sempre ad aiutare Kagome.
Così,
battendo un piede sulla moquette, strinse le
dita intorno al cellulare. «Rispondi, scema».
«Pronto?».
«Ah,
finalmente!».
«…oh. Cosa c’è?»,
sentì biascicare nella cornetta. Immaginò Sango
– perplessa e stanca – che accostava
il telefono all’orecchio, in attesa, e la cosa la fece
sorridere non poco. «Per chiamarmi a
quest’ora, deve essere
urgente».
«Sono
le due del pomeriggio», commentò Kagome.
Le
due di pomeriggio non sono un orario strano.
Almeno, così le sembrava.
«Sì, lo so.
Allora? Successo qualcosa di importante?».
«Oh,
Sango! Ricordi il nostro discorso – sì, quello di
prima – ah, Sango! Mamma mi ha avvisato che il re vuole che
io – argh, Sango,
io! – vada nel regno di Goshinboku e cerchi InuYasha e
Sesshomaru! Non ti
sembra splendido?».
No,
probabilmente a Sango non sembrava, dato che
continuò ad urlarle nelle orecchie per almeno tre ore e
quarantaquattro minuti
circa.
«…forse il tuo
cervellino non ci arriva», imprecò
infine, «ma è una
missione pericolosa anche per un sacerdote adulto, oltre che
per chiunque. Figurarsi per una sacerdotessa alle prime armi!».
«Non
sono alle prime armi, Sango, mi alleno da una
vita».
«Sì, certo. Un’ottima
sacerdotessa davvero – quando non inciampi o rischi di
stritolarti col laccio
delle scarpe», si sentì nuovamente
urlare contro.
«Ma
ho un certo carisma. Lo dice sempre anche la
professoressa, no?, che dovrei entrare nel club di teatro».
Sango
tergiversò appena, forse per soppesare la
situazione. «Non credo»,
commentò, «che saper
mentire sia l’unico modo per non
cacciarsi nei guai. Non avrai una scorta, e quel regno, Kagome, non ha
un sovrano
né leggi. Ti uccideranno o ti ridurranno in
schiavitù, lo so!».
No,
lei non sapeva niente.
Kagome
scosse il capo, trattenendo a stento dal
mettersi ad urlare. «Credo che avresti capito. Ci ho sperato,
almeno».
Ed
era meglio non fare le vocina troppo triste, o
Sango l’avrebbe presa per una bambina. Il fatto che lei lo
fosse
effettivamente, una bambina, non la consolava poi tanto.
«…capito, d’accordo,
va bene. Come vuoi. Ma verrò con te, sia ben chiaro».
«Con
me?».
«A-ah. E ora
scusami, devo andare a implorare mio padre – sai, no? Ho
bisogno che interceda
in mio favore e mi consenta di farti da scorta. Buona giornata, Kagome».
«Eh?
Ah. Va, uhm, va bene, Sango. Io-».
Troppo
tardi: l’altra aveva già attaccato.
«Allora»,
borbottò Sota, affondando le bacchette nel
piatto, «devi partire, sorellona».
Lei
non si chiese neppure come suo fratello fosse
venuto a conoscenza della cosa: lo ignorò, punto, e riprese
a mangiare.
«Ho
detto: devi partire, sorellona», riprese il
bambino – la più subdola creatura che sua madre
potesse partorire, a detta di
Kagome – e batté energicamente le mani, nel
disperato tentativo di richiamare l’attenzione.
«Ne sarai felice».
«Sì,
abbastanza», minimizzò. «Ti serve
altro?».
Forse non l’avrebbe
più rivisto.
Abbozzò
un sorriso, imponendosi di essere più
socievole, e guardò il fratello: era piccolo, mingherlino,
con capelli neri e
occhi nocciola. Somigliava a suo padre, quest’è
certo, e aveva una spiccata
capacità per mettersi nei guai.
Era
più piccolo di lei, un po’ sciocco ma tanto
amabile, Sota. E forse non l’avrebbe più rivisto.
Soppresse
un singhiozzo. «Allora? Altre domande?».
«Posso
venire con te?».
Eh?
«No,
scordatelo. Non pensarci neppure, sei ancora
troppo giovane – no, non tirar fuori la scusa
tu-hai-solo-sei-anni-più-di-me,
non attacca». Gli lanciò un’occhiataccia
e riprese a mangiare. «Non
preoccuparti, non starò via a lungo»,
mentì, «quindi posso farcela. E non mi
metterò nei guai».
Sota
sbatté la tazza sul tavolo, furioso. «Non puoi
andare da sola!».
«Eh?
Ah, ma non sarò sola. Verrà Sango, con
me»,
spiegò – il volto del bambino si distese, quasi la
cosa lo calmasse, e con la
coda dell’occhio Kagome notò che persino sua madre
sembrava essersi rasserenata.
«Ehi», ingiunse, «mi sembra di capire che
nessuno di voi abbia fiducia in me».
Il
fatto che avessero ragione, a non avere fiducia in
lei, lo tacque. E comunque, che avessero ragione o meno la situazione
non
cambiava: l’avevano guardata tutti con aria di sufficienza.
Dannazione.
«Tesoro,
è solo che sapendoti con Sango saremo più
tranquilli», provò a spiegare il nonno.
«Una volta ho assistito ad un suo
allenamento, e ti assicuro che è molto brava. Dovresti
ringraziare i Kami,
avendo una simile scorta».
«Per
di più, Sango ha anche quel pizzico di
responsabilità e buonsenso che ti manca», concluse
la madre. «Quindi ora sì che
posso lasciarti andare senza remore!».
Ah, grazie.
«Però
fa’ attenzione», concluse la donna, guardandola
appena. Aveva lo sguardo preoccupato, e Kagome intuì che
forse, in un angolino
della sua mente, stava pensando a suo padre – si
affrettò ad infilare l’ennesima
cucchiaiata di cibo in bocca.
«Andrà
tutto bene».
«Già».
Sua madre sorrise. «Tutto bene – chi vuole un
po’ di torta?».
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Capitolo 3 *** Capitolo 2. ***
Because
of you.
[Capitolo
2]
(Oh, uhm.
Ci ho messo più di un mese per rivedere anche il secondo
capitolo, essì.
Non che non avessi idee - insomma, la storia è finita, mi
tocca solo correggere, no? -, semplicemente mi son fatta prendere
dall'ansia e... e boh, non sono andata avanti.
Però ho finito, ora. XD E questo capitolo è lungo
3683 parole.
Un record, per me, dato che solitamente mi fermo mooolto prima. ._."
Circa sette pagine di Word! *O*/ Gioia e tripudio, i capitoli
cominciano ad essere adeguatamente - ma anche no - lunghi!
Non so quanto decente sia 'sta nuova edizione, comunque.
In realtà, mi basta privare i capitoli originari degli
erroracci di grammatica. ._." Sì-particella-affermativa senza accento,
cavolo! Mi odio da sola, se volete saperlo.
Bon, sperando di non metterci un altro mese, mi congedo. <3
PS: Grazie a quanti avevano commentato il capitolo e a quanti -
sì, l'ho notato - hanno recentemente inserito questa storia
tra le preferite/seguite/ricordate. Sono felice, davvero!)
«Kagome!
Sveglia, dai, è tardi».
«Mh?».
«Già,
tirati su! Io intanto preparo la colazione – ti
prego, tra poco Takemi sarà qui, non vorrai fare una
figuraccia!».
«Mh».
«Bene,
allora vestiti».
Aver
passato la notte a rigirarsi nel letto,
immaginando e sclerando, non era forse stata un’idea geniale,
dato che ora
aveva tutti gli arti stanchi e gli occhi impiastrati dal sonno.
Si
portò la coperta sul capo, indecisa.
«Mh», mugolò.
«Io», aggiunse, «devo alzarmi».
Il
problema è che faceva freddo. Tanto freddo. E le
coperte erano tanto, tanto, tanto calde – così
calde che, davvero, le stava
tornando la voglia di dormire. Magari poteva concedersi altri due, tre
minuti
di meritato riposo. Magari sua madre non l’avrebbe
rimproverata.
«Ma
cosa-». Scosse il capo – okay, meglio alzarsi, meglio. «La mamma non
è così generosa,
non quando si rischia di farle fare una brutta figura».
Poggiò
un piede sul pavimento, poi l’altro, si
concesse di rabbrividire appena e infine si sollevò,
ciondolando di lato.
Il
libro delle Leggende cadde al suolo, e
dannata lei che si era addormentata
stringendolo tra le braccia, lasciando intravedere
l’immagine di un
InuYasha bambino particolarmente carino. E adorabile. E tenero.
Argh.
«Dunque»,
esordì, «vestiti, ho bisogno di vestiti.
Devo risultare presentabile».
Estrasse
dall’armadio un paio di jeans scuro, una
camicetta e s’infilò in bagno, pregando
affinché una bella doccia fredda la
rimettesse in sesto.
In
caso contrario, sua madre l’avrebbe ammazzata, cosa
non propriamente piacevole.
«Ehi,
sorellona, sei già sveglia? Wow, mi stupisci, di
solito c’è bisogno delle cannonate!», la
derise Sota, seduto sull’unico
sgabello decente della cucina.
Si
era anche preso la tazza migliore, quel piccolo,
viscido verme, e stava versando nella tazza
migliore una consistente dose di cereali, compiaciuto.
Kagome
fece finta di nulla. «Non puoi scalfire il mio
umore, stamane, mettitelo bene in testa», spiegò.
«Ah, nonno, buongiorno!».
Il
vecchio spiegazzò il giornale, osservando la nipote
con finta noncuranza – certo. Come se non fosse lui, il
più euforico della
casa, sicuro. Ovvio.
Non
aveva una strana luce, negli occhi, e non si era
messo il vestito più costoso del suo guardaroba, certo che
no! Perché mai
avrebbe dovuto, del resto?
«Oh,
piccola mia», gongolò giulivo.
«Buongiorno! Vuoi
un po’ di caffè? No, aspetta, tu detesti il
caffè, allora… Un po’ di the,
bambina del mio cuore?».
Inarcò
un sopracciglio, chiedendosi se l’omicidio di
quella sottospecie di anziano potesse costarle la prigione. Poi decise
di
sospirare. «Bambina del mio che?».
Il
nonno arrossì. «Solo, ecco, è solo un
modo carino
di chiamare la mia amata nipotina: non ti piace?».
«Eh?
No, no, chiamami come vuoi, fa’ pure. Mi basta
avere la mia amata colazione, stop, chiamami come ti pare».
Il
vecchio ridacchiò di gusto.
«Ah,
Kagome! Sorellona, ascolta!». Sota si alzò in
piedi, afferrandola la manica della camicetta e tirandola con forza
– okay, era
un modo un po’ anticonvenzionale per costringerla ad
ascoltarlo. Si chinò nella
sua direzione, incerta. «Dici che nel regno di Goshinboku
c’è campo?».
…che?
«Perché
di quando in quando vorrei farti una
telefonata, sai com’è. I miei amici
potrebbero», il bambino avvampò, «non
credermi, e vorrei che tu, ecco, li rassicurassi. Quindi: secondo te
c’è campo,
nel regno di Goshinboku?».
«Io
credo tu sia un idiota», commentò Kagome,
sprezzante.
Poi
tirò via il braccio dalla stretta di Sota e si
sedette, bestemmiando tra sé e sé per aver solo
minimamente pensato di poter
provare nostalgia per quel piccolo e subdolo verme. Poteva
ammazzarsi, semmai.
A un
tratto, il campanello suonò.
Fu un
rumore secco, deciso, chiaro e ben udibile, e
nessuno poté fingere di non essersene accorto: lo squillo
non si ripeté, ma
tutti nella casa scattarono in piedi.
«Vado
io», biascicò la madre, confusa.
Il
nonno lasciò andare il giornale e le fece cenno di
assenso: «Sì, certo. Nascondi quella brutta pianta
che sta all’ingresso, però,
perché non vorrei si spaventasse».
«D’accordo»,
concesse la signora Higurashi, prima di
ciondolare sino all’ingresso.
Un
passo, due passi, tre passi, svolta a destra,
ferma, mano sulla maniglia – Kagome socchiuse gli occhi e si
mise ad
immaginare. Chissà, magari il sovrano era un
bell’uomo.
Non
l’aveva mai visto, lei; neppure in foto.
Era
piuttosto restio a far pubblicità di sé, quel re
così strano e amato, bigiando dunque una quantità
discutibile di eventi
pubblici: eppure suo nonno vantava una stravagante amicizia con questo
fantomatico Takemi.
…ma
forse era una presa in giro. Forse quel vecchio
bislacco s’era inventato tutto, e ora lei avrebbe atteso per
ore una persona
che non si sarebbe mai fatta viva.
Strinse
convulsamente le dita intorno alla gonna.
«Ah»,
sentì dire, «Sango! Non ti aspettavamo, cara, ma
accomodati, su. Sono tutti in cucina».
L’altra
dové rispondere con un mormorio, perché a
Kagome giunse solo l’eco della risata materna. Buon segno,
almeno aveva
un’altra manciata di minuti per prepararsi psicologicamente.
«Ehilà,
perché tutti tesi?».
Sota
lasciò andare la sua tazza di cereali, indeciso
se rispondere o meno. «Stiamo – coff –
aspettando il re», disse, «e ce
l’eravamo fatta tutti sotto credendo fosse lui».
Oh,
quel bambino! Un vero campione di finezza, non
c’era da dire.
«Ah,
allora mi spiace di essere una semplice
sterminatrice e non una fighissima principessa»,
ridacchiò Sango. «Signora
Higurashi, scusi se mi permetto: ho dormito poco e ho fatto una corsa
sin qui,
evitando la colazione. Non avrebbe un po’ di, ehm, torta per
me?».
«Ma
certo, cara, certo che c’è». La donna le
fece
cenno di prendere posto al fianco di Kagome, poi armeggiò
con il frigorifero.
«Al cioccolato, va bene?».
«Eh?
Oh sì, sì, ovvio! Grazie mille».
«Di
nulla, cara. Sei sempre così gentile, nei
confronti di Kagome, e te ne prendi cura». Tagliò
una fetta e la passò alla
ragazza, che intanto si era morsa il labbro inferiore, imbarazzata.
«Dimmi
com’è, eh, l’ho preparata proprio
stamane!».
Il
campanello suonò per la seconda volta dopo appena
diciassette minuti e trentacinque secondi, spaventando Sango
– che erroneamente
lasciò cadere per terra le briciole del proprio pezzo di
torta – e Kagome.
«Vado
io», ripeté decisa la signora Higurashi,
«e
spero che stavolta sia lui».
Il
nonno rise sotto i baffi. «Ma sì, tesoro,
sarà
Takemi», commentò. Però aveva una mano
stretta a pugno intorno al giornale, e
fissava l’uscio con terrore. Cattivo segno, il vecchio
Higurashi non era mai
nervoso o preoccupato, non di solito,
almeno, e Kagome si sorprese a prendere un profondo respiro.
«Forse
ha perso l’indirizzo di casa nostra»,
biascicò
contrita, «magari ora vaga tutto solo per il quartiere.
O-».
O niente: la
voce squillante di sua madre –
«Benarrivato!» – quasi le
provocò una crisi di nervi.
Serrò
i pugni e abbassò lo sguardo, attendendo che il
sovrano, proprio lui, entrasse nella piccola cucina di casa Higurashi,
dispensando saluti a destra e a manca. Se lo immaginava proprio
così, il re: un
po’ grassoccio, gioviale, magari con i capelli bianchi come
la neve e una
corona scintillante sul capo.
Le
vesti dovevano essere assai stravaganti, poiché
quell’uomo andava d’accordo con suo nonno, e per
essere amico del nonnino non
poteva che essere pazzo e bislacco. Quindi chissà, magari
indossava calzoni di
seta rossi, camicia a righe blu e gialle e scarpe verdi.
Le
scappò una risatina incerta, che subito si
costrinse a sedare col palmo della mano.
«Kagome
la aspetta in cucina», sentì cantilenare da
sua madre. «Vedrà, la troverà
adorabile. Somiglia moltissimo a suo padre, sa?,
sin quasi all’esasperazione!».
Prima
di tutto, si trovò a constatare che sì, Takemi
doveva avere una cinquantina d’anni, ma no, non era
stravagante per nulla:
aveva gli occhi azzurri e la pelle pallida, i capelli scuri e i tratti
fini. Le
labbra erano sottili, piegate in un bel ghigno divertito, e Kagome
arrossì
d’impulso.
Oh,
beh, il re era indubbiamente figo.
«Buongiorno»,
mormorò pacato: aveva una voce morbida e
flessuosa, indecentemente sensuale.
Forse
aveva ottenuto il suo ruolo, pensò divertita
Kagome, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio,
in cambio di
favori sessuali. Chissà.
Decise
che forse era arrivato il momento di ricambiare
il saluto: «Buongiorno-», fece appena in tempo a
dire, prima che il nonno si
alzasse in piedi e corresse da Takemi – il giornale del
vecchio Higurashi
frusciò appena, prima di sfiorare il parquet.
«Amico
mio!». Gli diede una pacca dietro la schiena.
«Come stai?».
«Ma
ovviamente bene, ovvio, eppure tu ogni giorno
sembri più giovane», rispose il sovrano. Sembrava
assai divertito, come se il
nonno, anziché pedante e superficiale, fosse simpatico e
spiritoso. «Il tempo è
ogni giorno più bello», aggiunse Takemi,
«e profuma di legno. Sembra il
paradiso, Higurashi».
«Questo
vecchio tempio è cadente, tanto cadente!
Dovrei sistemarlo, ma momentaneamente non dispongo di somme
sufficienti. Sarà
per il prossimo anno». Sospirò, alzò
gli occhi al cielo, poi indicò Kagome, e
lo fece con un’aria talmente seria da risultare
inaccettabile. «Ecco la mia
bella nipotina, Takemi – Kagome, saluta il sovrano, sii
educata».
Educata,
diceva il nonno. Sii educata.
Perché no,
conoscere un’autorità non era sconvolgente,
affatto, e dunque lei non doveva
farsi venire inutili crisi esistenziali. Doveva sorridere, gentile, e
pensare a
InuYasha. Se si fosse comportata bene l’avrebbe incontrato,
InuYasha, e allora
avrebbe avuto una ragione per sorridere davvero.
Prese
fiato. «Io», biascicò incerta,
alzandosi, «sono
lieta di incontrarla».
«Ricorda,
Kagome», continuò il nonno, «che la
missione
che stiamo per affidarti è molto importante per il regno di
Yoshi e, qualora tu
venissi scoperta dal nemico, faresti passare guai seri alla tua patria.
Oltre
che a te stessa, ovvio».
Takemi
le sorrise conciliante, si avvicinò e allungò
una mano nella sua direzione: era un gesto unico, irripetibile. Kagome
strinse
le dita del re con aria perplessa, e lo fece perché beh, lei
era un’adolescente
– si stringe la mano a chi si considera proprio pari, il
sovrano non aveva
alcuna ragione di comportarsi in quel modo.
O
forse era tutta una tecnica per spingerla a fidarsi
di lui?
Magari
sarebbe saltato qualcuno fuori, da un momento
all’altro, e avrebbe urlato: «Sorpresa!».
A quel punto lei come si sarebbe
dovuta comportare? Insomma, se si fosse trattato di uno scherzo
– argh.
Sospirò, confusa.
«Abbiamo
modo, Kagome, di credere che ci sia un
infiltrato tra le nostre fila», le spiegò Takemi.
«Qualcuno di, ecco,
intenzionato a far guerra. Probabilmente una spia di Asu, non siamo
certi».
Sango
inarcò un sopracciglio. «Come potete essere
certi che la spia sia realmente di Asu? In fin dei conti, per quanto
Goshinboku
sia disabitato-».
«Il
sovrano ci ha gentilmente lasciato intendere
di voler allargare i confini. I suoi confini,
ovvio. Ha un nutrito esercito sul confine, esercito che, con ogni
probabilità,
attende solo un comando».
«Ah»,
replicò Sango. Poi gettò un’occhiata a
Kagome,
come a chiederle di non intervenire – era un discorso serio,
quello, anche
troppo. «Se ha un esercito sul confine, vuol dire che
è sul piede di guerra.
Deve avere un piano di guerra, altrimenti non avrebbe mai rischiato
tanto,
questo è certo».
Takemi
la guardò confuso.
«D’accordo», disse,
«d’accordo, queste sono conclusioni piuttosto
elementari, probabilmente anche
un bambino potrebbe arrivarci, ma», inarcò un
sopracciglio, «ritengo tu non sia
una ragazza comune. Chiamalo sesto senso. Tu saresti?».
Kagome
ridacchiò: sesto senso? Un uomo?
Oh,
che divertente. Il re doveva aver visto una sua foto
da qualche parte – gli sterminatori lavoravano per il
sovrano, del resto, e non
si poteva escludere che Sango l’avesse già
incontrato in passato. Magari lui la
ricordava a stento, e dunque voleva certezze.
Bah.
«Sono
l’erede degli sterminatori», proferì
seria. «Mi
chiamo Sango. E ah, forse non le è stato ancora comunicato,
ma ho intenzione di
seguire Kagome nel suo viaggio: sa com’è, non
vorrei inciampasse nel laccio
delle sue scarpe. Potrebbe morire annegata o peggio, glielo
assicuro».
A
rompere il silenzio – il gelido
silenzio, quello che deriva dall’orrore – creatosi
nella
stanza fu Takemi.
Rise,
semplicemente. Si portò una mano sulle labbra e,
piegato in due, rise come se la frase di Sango, anziché
sgarbata – e poco da
Sango, aggiunse mentalmente Kagome, perché solitamente la
sua amica era
schifosamente responsabile ed educata –, fosse una battuta.
«Sarebbe
più saggio lasciarla partire da sola»,
commentò infine il re. «Ci sarebbero meno
rischi».
«È
un’irresponsabile cronica, credevo di averlo
lasciato ampiamente intendere: a stento è capace di badare a
se stessa! Le
affiderei la mia stessa vita, lo ammetto, ma non senza le dovute
riserve».
Kagome
si ripropose mentalmente di non prestare mai
più niente a Sango, neppure la mina di una matita.
Perché beh,
un’irresponsabile cronica le mine delle matite le dimentica a
casa, no?
«E
non mettere il broncio», la rimproverò
l’amica, «lo
sai perfettamente di essere un’incapace! L’unica
cosa che ti riesce è leggere».
«Mi
consideri una cretina?».
«No,
una cretina no». Sango sospirò, cercando le
parole più adatte per calmare Kagome. «Non una
cretina: una sciocca. Ti faresti
prendere dalla smania di vedere InuYasha e, beh, finiresti col farti
male. E
non fare quella faccia, lo sai perfettamente anche tu!».
Takemi
tossì, nel tentativo disperato di attirare
l’attenzione delle due adolescenti – fu Sota a
tirare la maglia della sorella,
indicando il re con un fare divertito. «Idiota», le
sibilò, «stai facendo la
figura dell’idiota».
Kagome
fece finta di nulla. «Sì?».
«Cosa
c’entra il figlio di Taiga? Il piccolo InuYasha,
intendo. Perché l’avete citato?».
Sango
non l’aveva citato,
osservò tra sé, incupendosi. Citarlo non avrebbe
reso l’idea, e forse non
avrebbe sortito lo stesso effetto: InuYasha era stato nominato, e
questo,
seppur velato, era un monito a lei rivolto. Era un modo per suggerirle di fare
la
persona seria.
«Niente»,
provò a dire. «Solo-».
«Kagome
ha una cotta per InuYasha!».
Una
cotta per InuYasha?
Oh,
no, non era affatto vero! Per nulla, proprio no,
affatto, anche perché beh, se lei avesse avuto una cotta per
InuYasha, la
situazione sarebbe degenerata, no?
Una
cotta avrebbe compromesso tutto. Lei non
aveva una cotta per InuYasha,
trovava semplicemente deliziosa la sua storia e amava guardare i quadri
che lo
ritraevano. E ah, a volte le capitava di sognarlo, ma erano solo baci
casti
quelli che si scambiavano.
…per
quanto casto possa essere un bacio con la lingua,
ma va beh.
Arrossendo
palesemente, Kagome fece un passo indietro
e si lasciò scivolare sulla sua sedia.
«Io», mormorò. Poi scosse il capo.
«Non
è vero, sono solo affascinata dalle leggende che lo
riguardano. Solo da questo,
sia chiaro».
Lei
non era innamorata di InuYasha, lo trovava solo
molto tenero e provava pena per la sua misera – anche per
quella di Kikyo, in
verità – fine. O almeno, di questo era e sempre
era stata convinta.
Takemi
la guardò, sorridendo mestamente. Forse stava
pensando a suo padre, spesso capitava che
le persone, guardandola, pensassero a suo padre, o forse era
solo
imbarazzato, chissà. «Se te lo stai chiedendo, non
ritengo la tua motivazione
né futile né banale».
«La
mia motivazione?».
«Il
fatto che tu voglia partire per vedere InuYasha»,
spiegò. «Sì, d’accordo, si
tratta di un qualcosa di seriamente irrazionale,
ma-».
«Non
è una cosa futile», confermò Kagome.
«E neppure
irrazionale». Avrebbe volentieri aggiunto
qualcos’altro, ma preferì tacere e
rigirarsi un cucchiaino preso chissà dove tra le dita.
«Quando partiamo?», si
sentì però in dovere di domandare.
A
quanto aveva capito – e, onestamente parlando, le
cose chiare erano poche e spesso neppure troppo utili al fine di
comprendere la
situazione –, la nave che le avrebbe condotte nel regno di
Goshinboku sarebbe
salpata a breve, poiché di tempo ce n’era poco e
dovevano sbrigarsi.
Ma
sbrigarsi poteva significare partire il giorno
dopo, così come nell’arco di due, tre settimane.
Il re
si voltò verso la signora Higurashi, cercando
supporto nello sguardo vitreo della donna – era sul punto di
piangere, Kagome
l’aveva notato. Eppure si tratteneva, giocherellando
distratta con un lembo del
grembiule. «Domani», pronunciò infine
Takemi. «All’alba. Ci sarà una macchina
ad attendervi: vi condurrà al porto. Lì dovrete
prendere una», deglutì, «nave
da crociera. No, come mezzo di trasporto non è il
massimo», confermò, «ma è
l’unico modo per salpare e non far scoprire nulla al regno di
Asu».
«E
poi?». Sango inarcò un sopracciglio.
«Altro?».
«Sì.
La nave fa scalo sulla costa occidentale del
regno di Goshinboku: dovrete rapidamente scendere e, seguendo la
cartina», posò
delicatamente sul tavolo un foglio plastificato, «giungerete
rapidamente al
castello. Qui dovrebbe esserci-».
Kagome
non gli permise di terminare il discorso,
scattando in piedi e percorrendo con due ampie falcate lo spazio che la
divideva dal sovrano. «Il», provò,
«castello abbandonato?».
«Precisamente».
Non
ascoltò la domanda successiva di Sango –
«Ma non
era distrutto?» – né quella isterica di
suo fratello, che chiedeva che gli fosse
portato qualche souvenir del luogo.
Non
diede retta neppure sua madre che, con voce
accalorata, le implorava di fare attenzione, perché era un
luogo ostile,
quello, e attraversarlo sarebbe stato rischioso, soprattutto se a
compiere la
spedizione erano solo due adolescenti.
Kami.
Era
l’antica dimora Taisho, il posto di cui stavano
discutendo. Era il luogo dove InuYasha era nato, e cresciuto e
– deglutì –
morto.
«Lì
ci vive Sesshomaru», mormorò sovrappensiero,
rispondendo alla precedente domanda di Sango. «Trovato
Sesshomaru, rintracciare
InuYasha sarà anche troppo semplice. Nel regno di Goshinboku
non esiste
nessuno, all’infuori del primogenito di casa Taisho, che
possa vantare –
insomma, nessuno che conosca l’ubicazione di InuYasha. Solo
lui».
«Già»,
confermò Takemi. «Noto che sei molto
informata».
«Grazie».
Fu
solo allora che Sango trovò il coraggio di
chiedere: «Ma non basta il fratello maggiore? In fin dei
conti, proporre a
entrambi la reggenza significherebbe spingerli a lottare fra loro. E
noi non
vogliamo inutili spargimenti di sangue, no?».
«Non
è così». Kagome scosse il capo.
«Sesshomaru è il solo
erede, l’unico dei due che possa
vantare qualche pretesa sul trono. Ma beh, se Sesshomaru dovesse
rifiutarsi – e
ne è ben capace, te lo assicuro –, allora potremmo
candidare InuYasha».
«E
candidandolo faremo sì che venga eletto»,
confermò
giulivo Takemi. Gli occhi azzurri erano luminosi, convinti, e Sango non
riuscì
a trattenere uno sbuffo infastidito. «Un piano perfetto o
quasi, non trovate? Quasi se si
pensa al fatto-».
«Al
fatto?». Stavolta fu la signora Higurashi a
interrompere il discorso, mordendosi poi il labbro inferiore e
sospirando:
sembrava nervosa, e fondamentalmente lo era anche. In fin dei conti,
aveva
appena accettato di spedire sua figlia in un regno abitato da criminali
e
psicopatici.
Poteva
avere fiducia in Kagome, d’accordo, e poteva
anche ritenerla matura, ma preoccuparsi era doveroso.
«Ci
sono altri problemi? Non ci era stato detto nulla,
Takemi-sama, in merito a possibili ma»,
aggiunse. «Credevo fosse abbastanza pericolosa – ma
sì, anche eccitante, lo
ammetto – una spedizione in quella landa desolata senza
ulteriori
preoccupazioni».
Il re
inarcò un sopracciglio. «Oh»,
provò a spiegare,
«beh. Non siamo gli unici a volerci accaparrare il favore del
regno di
Goshinboku, quindi potreste, ma credo proprio che non sarà
così, incontrare un
qualche emissario di Asu. Gli spaventosi poteri dei Taisho sono famosi
in ogni
dove».
Okay,
va bene, si disse Kagome con un sospiro. Di
emissari e compagnia non le interessava assolutamente nulla, e che sua
madre si
angustiasse era a dir poco superfluo, dato che alla fine lei sarebbe
partita
comunque, con o senza permesso materno.
E
sì, forse il fatto che ci fossero nemici nascosti
dietro l’angolo poteva essere un problema, ma la situazione
si sarebbe risolta,
ne era certa.
Quindi
alzò la mano, decisa a porre una domanda.
«Sì?».
Takemi la guardò perplesso. «Cosa
c’è,
Kagome?».
«Le
possibilità di trovare InuYasha sono poche, questo
lo so già», spiegò. «Quelle
di scovare Sesshomaru abbastanza. Quelle», mormorò
infine, «di incontrare l’emissario di Asu? Se avete
deciso di inviare un’adolescente»,
concluse, «devono essere poche, quasi infinitesimali. In caso
contrario non
avreste scelto me, non senza una dovuta preparazione».
Sentì
suo nonno ridere divertito e suo fratello
tirarle un braccio, come a chiederle di essere un po’
più rispettosa – eppure le
sembrava di esser stata educata. Insomma, non aveva posto il quesito in
modo
sgarbato, non troppo.
Quindi
fece finta di nulla, ricominciando a fissare il
sovrano: «Poche, no?».
«Pochissime»,
confermò lui. «Il sovrano del regno di
Asu non conosce l’ubicazione del castello reale e, per quel
che ne sappiamo,
sta setacciando la zona settentrionale del regno».
«Ci
sono comunque delle possibilità»,
s’intromise
Sango. Diede un colpetto di tosse, attirando l’attenzione
degli astanti, infine
sospirò: «Tanto ce la faremo, abbiamo qui sua
maestà
Kagome-la-regina-delle-favole. E ora su», aggiunse.
«Nella foga ho lasciato
cadere il mio pezzo di torta – signora Higurashi, per
cortesia, potrebbe
offrirmene un altro?».
«Prima
noi eravamo tese», osservò Kagome,
stiracchiandosi un po’. Erano uscite in cortile, e
l’avevano fatto perché beh,
la cucina era piccola e l’aria irrespirabile, quindi aveva
voglia di fare
quattro passi in libertà.
Il
sovrano aveva inoltre dato loro i biglietti,
sorriso e ringraziato. Ringraziato lei.
«Non sei la ragazzina in lacrime che mi aspettavo di
trovare», le aveva detto,
sospirando compiaciuto. «Sono felice di aver ascoltato
Higurashi».
Era
stata una bella soddisfazione, tutto sommato. Un
qualcosa di parecchio anticonvenzionale, sì, però
piacevole.
«Eravamo
tese perché siamo due adolescenti»,
spiegò
Sango con ovvietà, alzando gli occhi al cielo e inspirando
profondamente. «Ora,
però, l’importante è-».
«Cosa?».
«La
lista, tesoro. Sai già cosa portarti dietro? Non
abbiamo molto preavviso, nossignore, e tu sei una sbadata».
Ecco.
Si
voltò verso l’altra e le scoccò
un’occhiata tutt’altro
che rassicurante, promettendole – okay, era una promessa
muta, ma si trattava
pur sempre di una promessa, perdiana! – una morte lenta e
assai dolorosa. «Io
non sono sbadata, ho solo l’insana abitudine di dimenticare
gli oggetti»,
rettificò. «E non mi sembra giusto criticarmi per
questo, ci sono persone che
fanno ben di peggio».
«Se
sei convinta tu, siamo convinti tutti».
«…farò
finta di non aver colto l’ironia nella tua
frase. Non devi andare a casa? A preparare la valigia, dico».
Sango
la guardò, poi abbozzò un sorriso. E okay, era
tesa anche lei, però doveva sforzarsi di apparire il
più seria possibile, ne
andava dell’esito della spedizione. Poi beh, magari il re
avrebbe fatto sì che
i professori le considerassero assenti giustificate.
Sarebbe
stato divertente.
«Sì»,
asserì. «Temo proprio di sì. Ci vediamo
domani?».
«Certo.
A», Kagome deglutì, «domani. Domattina,
eh,
ovvio. A domani!».
«Cerca
di non dimenticare nulla».
«Non
lo farò, promesso».
Ecco.
Kagome sospirò. Ecco.
Stava
per succedere davvero.
«Merda!
Mamma, dove diavolo è finito il mio phon?».
Era successo davvero.
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Capitolo 4 *** PARTENZA!!! ***
New Fan Fiction 4
Salve! Mi inchino
profondamente, commossa dai commenti. Siete anche troppo gentili, con
me.
Mi duole dirvi che non sarà in questo capitolo che Kagome e
Sango incontrano la prima persona... ma posterò presto il
prossimo capitolo, dove il primo personaggio farà la sua
comparsa. E, da lì in poi, i capitoli prenderanno una
velocità piuttosto... alta, diciamo! ^^ Spero che il
capitolo vi piaccia!
P.S. Il capitolo è dedicato ad Aryuna, in onore della nostra
fic in società, e a Lily-chan, che faccio sempre
infuriare... e, naturalmente, alla mia amata comunità di
msn! Chiunque voglia entrarci prenda il mio contatto dalla scheda! XD
Kagome
mise con cura i vestiti nello zaino, soffermandosi specialmente sul
libro.
Le
leggende stavano per divenire realtà: avrebbe incontrato
Inu-Yasha, il suo sogno più grande!
Con
questa consapevolezza si lasciò scivolare sul materasso,
addormentandosi...
I
suoi sogni furono strani
e sconnessi: era in un enorme castello, e ballava con Inu-Yasha, mentre
Sango recitava una poesia... poi era in un deserto, e chiedeva un succo
di papaia...
Quando
riaprì gli
occhi, un brivido le corse lungo la schiena. Fortunatamente, non era
tardi, erano appena le 4 e mezza. L'appuntamento era alle 6, aveva il
tempo necessario per cambiarsi - si
era addormentata vestita - e controllare il contenuto
dello zaino. C'era tutto...
Mentre
riordinava la scrivania, trovò una collana di perle: un
rosario.
Sorrise,
per poi riporlo nello zaino: i rosari erano capaci di sigillare i
poteri dei demoni, se usati correttamente - e lei era stata addestrata a
usarli fin da bambina.
"Sono
pronta."
Sospirando,
scese le scale.
Arrivata davanti alla porta della cucina, sentì provenire
dei
rumori dal suo interno: silenziosamente, si sporse.
Sua
mamma, il volto concentrato e gli occhi socchiusi, stava preparando
qualcosa.
Si
avvicinò, e notò che si trattava di un bento - sorrise intenerita.
"Non
c'era bisogno che tu ti svegliassi così presto, mamma."
borbottò in evidente imbarazzo.
La
donna si voltò,
cercando con gli occhi lo sguardo della figlia, ma la sua lunga frangia
le lasciava intendere che era troppo triste e imbarazzata per parlare.
Istintivamente,
prese un onigiri e glielo porse "E' buono, vuoi assaggiare?"
domandò tranquilla. Kagome lo prese.
"Mamma..."
Kagome si
lasciò cadere su una sedia, nascondendo il viso tra le mani
"Siamo sicure che questa è la scelta giusta?"
"Cosa
c'è, tesoro? Non dirmi di non aver voglia di partire!"
"Non
è questo." borbottò stringendo un lembo della
maglia.
"Allora
cos'è?"
"Ho
paura di non rivedervi più." confessò infine "E
ho paura che Inu-Yasha mi deluda..."
"Ti
deluda?" la signora Higurashi era perplessa.
"Si,
insomma, che sia diverso da come me l'aspetto! Che non sia come dicono
le leggende..."
"Oh,
tra le tante
motivazioni che potevi darmi, questa è la più
sciocca e
tenera! Tesoro, non pensare di trovare l'uomo - o meglio, l'hanyou
- perfetto. Non stai mica andando a cercare il tuo futuro marito, no?"
Le
due risero serene.
"No,
certo che no. Ma
ciò non toglie che nelle leggende lo descrivono
così...
lo sai, no? Bello." Kagome arrossì mentre lo diceva.
A
un tratto, un rumore sordo come di un qualcosa che cade le fece
sobbalzare.
La
signore Higurashi si
pulì le mani con un tovagliolo, e prese un coltellaccio
mentre
Kagome afferrava una sedia, e la alzava per aria.
Zoppicando,
il nonno fece il suo ingresso nella stanza, lanciando imprecazioni a
destra e a manca - appena
vide la figlia e la nipote in posizione d'attacco scoppiò in
una contagiosa fragorosa risata.
"Nonno,
ti sei svegliato presto."
"Sono
le 5, mia piccola Kagome. Dovevo svegliarmi in tempo per salutarti, e
darti i talismani che ti salveranno la vita!"
Mentre
Kagome lo osservava
perplessa, l'anziano iniziò ad aprire i vari cassetti. Poi,
con
un urlo di gioia, porse alla ragazza un mazzo di amuleti, con dei
strani
disegni sopra. "Tienili da conto, nipote mia." iniziò
asciugandosi una lacrima "Ti aiuteranno! Alcuni sono talismani
anti-demone,"
e sollevò dei foglietti spiegazzati con sopra una specie di
Y e
varie parole in una lingua sconosciuta "altri sono potenti sigilli!"
con un lento movimento le mostrò dei fogli con una J
capovolta e
diversi segni.
"
M-Me ne ricorderò." balbettò incerta Kagome,
osservandoli contrariata. Stupidi
foglietti inutili, occuperete altro spazio nel mio già
piccolo zaino! pensò furiosa.
"Nipote
mia" esordì
"tu forse non ti rendi conto di quanto mi stia rendendo orgoglioso. Una
missione affidata dal re... me ne vanterò in eterno!"
La
signora Higurashi ritenne saggio bloccarlo sul nascere.
"Papà, Kagome, avete fame?"
I
due annuirono.
Canticchiando,
mise al centro del piatto un vassoio di cornetti ancora caldi: li
divorarono in un baleno.
Mentre
ancora mangiavano, il campanello squillò e Sango fece la sua
comparsa nella cucina.
Un
enorme zaino verde sulle spalle, indossava una tuta nera e una t-shirt
rosa - un completo
semplice e comodo.
Kagome
aveva optato per un
pantalone di una tuta nero e un top rosa con una giacca dello stesso
colore: sorrisero quando si resero conto di fare pandant.
"E'
il gran giorno." disse Sango, misurando nervosamente il perimetro della
stanza a grandi passi.
"Già."
"Hai
preso tutto?"
"Tutto."
"Sicura?"
"Si."
"Bene..."
dopo il breve
"botta e risposta", Sango ricominciò la sua camminata, sotto
lo
sguardo attonito di Sota che si era appena svegliato.
Kagome
scosse i capelli neri, poggiando il capo sulle ginocchia e sospirando
afflitta.
"Dobbiamo
andare." mormorò infine, alzandosi. Sango annuì.
Lanciarono
un'occhiata all'orologio sulla parete - a forma di gattino, con un
fiocco al collo - e notarono che erano le 5 e 50.
Brontolando,
Sango aprì la porta: la macchina era già
lì - una
Volvo grigia con i vetri oscurati. Appoggiato alla
portiera, c'era un uomo sulla trentina, i capelli neri e gli occhi
grigi - indossava un
abito nero e degli occhiali scuri.
"Salve."
disse secco
l'uomo, avvicinandosi per porgere la mano alle ragazze "Mi chiamo
Shoji, e sono stato incaricato di portarvi fino alla nave da crociera."
La
due annuirono, stringendo a turno la mano - la carnagione dell'uomo era
molto scura, e cozzava con le pelli pallide delle ragazze.
"La ringrazio a nome mio e a nome della mia amica."
L'uomo
si limitò a un cenno col capo, per poi sedersi al volante.
Sango
lo imitò, prendendo posto sul sedile posteriore, mentre
Kagome subiva le ultime raccomandazioni della mamma.
Singhiozzò
un po', scompigliò i capelli del fratello,
abbracciò la mamma e il nonno...
Poi,
il clacson scocciato dell'autista la richiamò - gli lanciò
un'occhiata di fuoco, sedendosi accanto a Sango.
Il
viaggio con la macchina
non durò più di mezz'ora, ma a Kagome quel tempo
parve
un'eternità, perchè passato in religioso
silenzio, a
braccia conserte e sguardi assonnati.
"Siamo
giunti al molo. Mi premurerò di condurvi sulla nave, e
portarvi i bagagli, perciò date tutto a me."
"Tsk."
rispose Sango, aumentando la presa sul bagaglio - figurarsi se una come lei aveva
bisogno di un assistente per portare uno zaino!
Kagome,
invece, glielo porse volentieri, sollevata. L'uomo lo prese, iniziando
a camminare a passo rapido verso un enorme barca.
"Questa
è la
Musashi. E' una delle nostre migliori navi da crociera, come saprete."
Le due annuirono, avevano letto moltissime pubblicità dei
loro
viaggi, e le avevano sempre ammirate sognanti. "Come il sovrano vi
avrà già accennato, dovrete abbandonare la nave
appena
giungerete sulla costa occidentale del regno di Goshinboku.
Sarà
semplice... la nave fa sempre scalo nel porto di Shiota, per rifornirsi
di viveri. Vi basterà dire che una delle due ha la nausea,
per
esempio, e scendere con i bagagli. Poi dovrete correre il
più
velocemente possibile, senza farvi notare da nessuno, e raggiungere la
città vicina. State attenti, durante la strada tra le due
città, perchè ci sono molti criminali - due giovani, sole, con due
borse piene fino a scoppiare... una cosa allettante per chiunque, ve lo
assicuro.
"Questi"
continuò
poi, mettendo nelle mani di Kagome e Sango un enorme fascio di
banconote per mano "vi serviranno per gli acquisti, per le stanze
d'albergo, eccetera. Non parlate della vostra missione con nessuno. Non
dovrete dare fiducia a nessuno. Chiaro?"
"E'
fiato sprecato." lo
ammonì Sango, sbuffando "La nostra
Kagome-tutti-sono-buoni-e-gentili-e-do-la-mia-fiducia-a-tutti non
ascolterà mai un suggerimento che implichi la mancanza di
fiducia verso il prossimo."
"Non
sono così sprovveduta!"
"Non
gonfiare le guance come una bambina, piuttosto!"
Shoji
scosse il capo, sconvolto. Queste
sarebbero le due ragazze nelle cui mani è il destino del
regno? si chiese afflitto.
Un
fischio sordo li attirò: la nave era pronta a partire.
Kagome
gettò in
fretta e furia i soldi nello zaino, imitata da Sango, e poi si
lanciò a rotta di collo sul pontile che portava alla nave.
Un
vecchietto in divisa,
seduto su una sediolina di plastica bianca, controllava i biglietti di
chi saliva. Le due si misero in fila, seguendo una famiglia - padre, madre e due bambine.
"Benvenute
sulla Musashi."
disse il vecchio tossendo, mentre controllava i due biglietti. "La nave
salperà tra una manciata di minuti, quindi vi consiglio di
affrettarvi. Vi sarà dato il regolamento..." altro colpo di
tosse "e mostrate le cabine. Spero che gradirete il soggiorno."
Le
due sorrisero gioviali, poi salirono svelte sulla nave: un enorme folla
di persone - turisti,
per la maggiore
- scattava foto a destra e a manca. Altri si erano già
buttati
nella piscina della nave, benché i marinai strillassero loro
di
scendere prima in cabina.
"Mi
piace." ammise Sango sotto lo sguardo interrogativo dell'amica. Kagome
era radiosa, e osservava tutto con occhi luccicanti.
"Anche
a me!"
"Come
se ci fosse stato bisogno di una conferma..." borbottò Sango
tra sè e sè.
Kagome
la guardò, per poi correre a perdifiato verso le cabine.
"Aspettami!"
Ok, non infuriatevi
perchè non hanno combinato nulla, aggiornerò
presto, lo giuro!
Ringrazio:
Emiko
Allora, Emiko-chan... io sono sicura di non essere per nulla
migliorata... ma se tu dici che sono migliorata... beh, non me lo
spiego. Non sto facendo nulla di particolare, a parte scrivere. @_@ Non
so come rispondere, mi dispiace. Poi... che non hai commentato i
precendenti capitoli, non è un problema. Hai visto quanto ci
ho messo per aggiornare, no? Mi domando come possano farti sognare le
mie storie, e la cosa mi commuove... non sono per nulla brava... Sul
fatto che Kagome vuole incontrare Inu-Yasha... ti devo far leggere un
capitolo in anteprima, ricordamelo. Baci! Ciao!!!
Vale Che fa
che stai dando i numeri?!? Io do i numeri a qualsiasi ora del giorno!
Non mi capacito del fatto che trovi la storia bellissima... *_* Se lo
dici tu, è un onore enorme!!! Specie perchè ti
stai appassionando ad Inu-Yasha, con mio sommo piacere! Un bacione!!! E
W Twilight!
Isy_264 No,
non puoi far così schifo! Altrimenti, saresti una mia
pari... non vinco mai una scommessa! Il misterioso personaggio
(facilmente intuibile) comparirà nel prossimo capitolo... in
quello dopo, altri 2 personaggi faranno la loro comparsa! ^^ Mi
dispiace di farvi sudare l'incontro con Inu-Yasha... ma ti anticipo che
sarà un incontro che rimarrà impresso. XD
Più di così, non posso dire... ho già
molto spoilerato con la piccola comunità creatasi su msn XD.
Sono felice che ti piaccia la fic! Un bacione!
Lily Ok, lo
sai che metterò la... ehm... scena calda. Quindi, non farti
venire una crisi! Ok? Poi... mi fa piacere che la fic ti piaccia,
è un onore! ^^ E ti chiedo ancora scusa per come mi comporto
certe volte, so essere maledettamente pesante e antipatica...
scusami... ç_ç Ah, non vedo l'ora di leggere il
tuo prossimo capitolo! Un bacione!
Goten Eh,
no... per Inu-Yasha ci vorranno 2-3 capitoli circa... ma prima ci
saranno delle cose che non ce lo faranno rimpiangere, lo giuro! Un
bacione, spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Bchan
Allora... mi hai chiesto perchè devono svegliare
Inu-Yasha... beh, un po' l'hanno spiegato, ma ci saranno ragioni che
verranno spiegate (o, almeno, lasciate intendere) molto presto! Devi
solo avere pazienza! ^^ Poi, su Miroku... la scelta più
gettonata, ma anche incorretta. Non è lui, anche se
comparirà subito dopo! Baci!
ryanforever Sono
felice che tu mi dica che non ti annoierei mai, mi fa piacere! ^^ Sango
si è divertita a prendere in giro Kagome, ma le vuole bene,
non prendertela! XD Ora possiamo finalmente dire che sono partiti...
non mi piaceva fare un salto temporale e farle direttamente sbarcare,
ho preferito dar loro un ultimo ricordo. Un ultimo istante per valutare
la loro psicologia. ^^ Poi... non so se inserirò Koga, anche
se penso di si, ho delle idee anche per lui... ma vedrò! ^^
Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Marty Non mi
dispiace se usi il nostro account condiviso! ^^ Si, tento di mantenere
uno stile semplice, non amo inserire quelle frasi pallose che ci
annoiamo a leggere XD. Ma questo lo sai, no? Mi fa piacere che trovi i
personaggi ben delineati, è stata questa la mia prima
preoccupazione, a dire il vero. Ed è anche per questo che ho
inserito questo capitolo, ultimo attimo per mostrare il loro carattere!
^^ Poi, la situazione cambierà, e anche i loro caratteri
muteranno un po' ^^. Un bacione! Inserirò presto Rin e
Sessho, ma già lo sai!
Ary22 Ciao
Ary! Grazie mille per i complimenti, mi fai arrossire ^///^. Un
bacione, ci sentiamo!!!
Gin Infatti!
Un nonno che conosce il re! Cose da pazzi! (O da fan fic di roro,
scegli tu!). Comunque, io sono riuscita a piegarlo anche in 10 parti
(record personale!)... ma hai ragione, più che una cosa
seria, era un'esagerazione per spiegare come si sentisse agitato! Un
bacione, spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Michiyochan
Non preoccuparti! ^^ Fa nulla se non hai commentato il capitolo prima!
Ma non dimenticarlo più, per favore... ^^ Avrei voluto
aggiornare prima, e averi voluto fare un capitolo più
lungo... ma ho preferito postare ora questo, e domani (al massiomo
dopo-domani) il prossimo. Un bacione!
Ary-chan Si,
il re è un tizio simpatico! E, con la figlia che si trova...
se non lo sai ancora (e penso sia impossibile) ti dirò chi
è la figlioletta ^^. Un bacione, ho già scritto
il capitolo nuovo per la nostra fic!!!
Giulia Ci
hanno messo un po', ma, finalmente, ce l'hanno fatta. Nel prossimo
capitolo, le nostre "eroine" raggiungeranno il tanto agognato regno di
Goshinboku! Poi... no, non è Miroku. E' una lei. Penso che ora
tu ci sia arrivata, ma puoi anche chiedermelo su msn! Felice che la mia
fic ti piace! Un bacione!!!
Ringrazio anche chi solo legge e chi ha messo la fic tra le preferite.
Mi impegnerò! Un bacioneee!!!
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Capitolo 5 *** Presentazioni ***
New Fan Fiction 5
Because
of you
Capitolo 4 - Presentazione
Il
viaggio era durato
relativamente poco, e le due avevano tirato un sospiro di sollievo
quando la stanca e annoiata voce del capitano aveva avvisato i
passeggeri che la nave si sarebbe fermata a breve.
Silenziosamente,
avevano afferrato le borse e si erano catapultate fuori.
Davanti
a loro si stagliava un piccolo borgo. Le case - dalle mura gialle e i tetti di
paglia, proprio come si facevano anni fa
- erano addossate l'un l'altra, e i pochi abitanti della cittadina di
Shiota erano tutti riuniti nella piazza, dove si stava svolgendo il
mercato.
"Kagome,
dobbiamo andare." biascicò Sango, strattonando Kagome.
"Ma...
Sango, è
un'occasione unica!" ribattè la ragazza "Ti rendi conto? E'
un
mercato di Goshinboku! Quelli" e indicò due vecchi seduti in
un
angolo, che osservavano la piazza con sguardo critico "sono i due
capovillaggio - due,
così che si possano controllare a vicenda. Il
loro compito principale, nel regno di Goshinboku -
più precisamente nei piccoli villaggi fuori dalla
giuristizione
del governo precario che si è qui istallato in attesa del
ritorno dei Taisho -, è controllare le
attività
del popolo e sopprimere le "rivolte". In cittadine portuali come
queste, il loro lavoro è leggero, quindi adatto anche a
persone
più avanti con gli anni. Poi, poi, poi... Vedi quelle?"
Sango
annuì, mentre Kagome le mostrava due ragazze dagli abiti
rossi e
bianchi "Sono due sacerdotesse. Però... mmm... non mi
sembrano
un granchè, a dire il vero."
Sango
mosse il capo in
cenno d'assenso. "Se hai finito, vorrei sbrigarmi." le rivolse
un'occhiataccia e iniziò ad allontanarsi.
"Uffa!
Sango, un'occasione
come questa... cioè, incontrare abitanti del regno di
Goshinboku
nei loro abiti tradizionali... per una persona come me, è
meraviglioso." rispose pacata, raggiungendola. "Comunque,
avrò
altre occasioni, la nostra missione viene prima di tutto."
Sango
la osservò sorpresa, strabuzzando un po' gli occhi "Prego?
Kaggy, sei proprio tu?"
"Chi
altri credi possa
essere?" esclamò piccata. Poi, come se nulla fosse,
iniziò a ridacchiare divertita, seguita a ruota dall'amica.
Stavano
ancora ridendo, quando si lasciarono il villaggio alle spalle.
"Ora
dove dobbiamo andare?"
chiese a un tratto Sango, pensierosa: erano innanzi a un bivio, e non
vi
era alcun tipo di indicazione.
"Mmm...
mi pare a destra. Aspetta, prendo la cartina."
Il
voluminoso foglio
plastificato che Takemi aveva dato loro fu presto aperto davanti a
loro, e il tratto di strada che dovevano compiere era evidenziato con
un pennarello rosso. Kagome seguì la linea con il dito, per
poi
fermarsi al bivio e seguire la strada di destra, fino al villaggio
vicino, quello di Tanata.
"Ricordavi
bene." osservò meravigliata Sango, mentre Kagome riponeva
veloce la carta nello zainetto.
"Si,
anche perchè la
morfologia di questi luoghi è interessantissima! Ho molti
libri
a casa che ne parlano, e il villaggio di Tanata è molto
famoso,
nel territorio - ha
dato i natali ad Izayoi, la seconda moglie di Inu no Taisho."
Sango
annuì "Te lo
dico subito, l'argomento non mi interessa un granchè,
quindi,
fossi in te, eviterei di farmi un monologo su quanto siano belle questo
storie."
"Come
vuoi." la mora alzò le spalle, mentre sul viso le si
dipingeva un'espressione assolutamente indifferente.
Il
viaggio riprese tranquillo, pochi commenti e tanti chilometri
macinati.
Poi,
qualcosa attirò la loro attenzione.
Una
ragazza.
Poteva
avere si e no 16 anni... i capelli erano lunghi, color pece, tenuti
legati in un codino laterale.
Aveva
gli occhi chiusi, ed era distesa sul sentiero, il fiato corto e uno
zainetto stretto tra le mani.
Le
si avvicinarono, preoccupate, e Kagome si lasciò cadere al
suo fianco. "Stai bene?" chiese, preoccupata.
La
giovane aprì gli
occhi, che si rivelarono castani, e la osservò per un
attimo,
prima di annuire. "Credo... credo di si."
"Credi?"
domandò Sango, confusa.
"Si...
è che... mi gira terribilmente la testa, e non ricordo
nulla. Nulla, capite?"
"Non
ricordi neppure come ti chiami?" Kagome le scostò i capelli
dal volto pallido, sorridendole.
"Mmm...
mi pare di chiamarmi Rin. Almeno, così mi sembra." rispose
la ragazza, abbozzando un sorriso.
"Bene,
Rin, che ne diresti
di venire con noi? Stiamo andando al villaggio qui vicino,
può
darsi che qualcuno ti riconosca!"
"Non
vorrei disturbarvi. Non credo sia piacevole la compagnia di una ragazza
senza memoria!" mormorò arrossendo.
"Nessuno
disturbo, anzi! Ci farebbe piacere, vero, Sango?"
Sango
guardò prima Kagome e poi Rin - entrambe la fissavano con gli
occhi luccicanti. "Non vedo perchè no!
Può darsi che lì ci sia anche la sua famiglia."
"Mmm...
Rin, ricordi se sei venuta qui in vacanza con qualcuno?"
azzardò Kagome.
"Perchè
dovrei essere venuta qui in vacanza?" domandò la moretta
confusa.
"I
tuo abiti prima di tutto. Non sono i vestiti di questo regno,
bensì del nostro."
Sango
osservò la
gonna di jeans nera e la maglia celeste di Rin "In effetti, non credo
che qui portino vestiti come questi, e non credo che abbiano i nostri
stilisti."
"Poi,
beh, hai uno zaino con te - mi
domando se tu non stessi facendo un escursione, e hai battuto la testa
contro qualcosa." continuò Kagome.
"E'
vero, il ragionamento
fila." concordò Rin, alzandosi "Puoi aver ragione! Waah!!!
Ho
incontrato davvero delle persone fantastiche! Ma ditemi, siete qui in
vacanza? O alla ricerca di qualcosa? In ogni caso, se non trovo i miei
amici o la mia famiglia posso continuare il viaggio con voi??? Vi
pregoooo!!!"
"R-Rin,
ti senti bene?" balbettò Kagome, sorpresa dal repentino
cambiamento della ragazza.
"Si,
scusate." rispose Rin,
portandosi una mano dietro la nuca e ridacchiando imbarazzata. "A volte
inizio a parlare a ripetizione, perdonatemi!"
"No,
non preoccuparti. Ci
ha solo scioccate il cambiamento da "timida fino all'eccesso" a questo.
Comunque, ti preferisco così."
Rin
annuì, ridendo.
Poi,
senza ulteriori giri
di parole, Kagome la agguantò sottobraccio e la
trascinò
con sè, mentre Sango starnazzava che non conoscevano la
strada,
e che avrebbero dovuto procedere più cautamente.
Le
luminose luci della
città di Tanata le abbagliarono: avevano immaginato un
piccolo
borgo dal sapore medievale, ma quella che si stagliava innanzi a loro
era una piccola metropoli.
"Kagome,
mi spieghi..."
esordì Sango, mentre una vena sul capo le pulsava
pericolosamente "... che ci fa una metropoli come questa qui???"
"Ehm...
Sai che la regina
Izayoi era molto amata dal suo popolo, vero? Molte persone provenienti
dai nostri regni vengono in vacanza qui, nella sua città...
così è stato deciso di aprire delle attrazioni
tipicamente di Yoshi..." mormorò Kagome imbarazzata,
indicando i
vari casinò.
"Beh,
forse è meglio così. In un posto più
civilizzato daremo meno nell'occhio."
Rin
annuì, per poi sbadigliare rumorosamente.
"Hai
sonno?" chiesero contemporaneamente Kagome e Sango, voltandosi verso la
mora, che fece un debole cenno di si.
"Allora,
che ne dite se
prendiamo una camera in un hotel?" domandò con tono
conciliatorio Sango. Kagome si lasciò sfuggire un
sospirò. "Hai qualche problema con la mia proposta?"
domandò Sango, la vena sul capo sempre più
evidente.
Kagome
non rispose e, silente, camminò aggraziata verso il primo
edificio che riportava la scritta "albergo - 5 stelle".
"Addirittura
un cinque
stelle?" mormorò Rin, guardando stupita Kagome, mentre
quest'ultima cacciava un piccolo fascio di banconote e le porgeva
all'addetta alla reception.
"Si,
Kagome è
dell'idea che, se si deve fare una cosa, va fatta per il meglio. E'
un'irresponsabile cronica, non potevo lasciare che partisse da sola."
La
moretta annuì, spostando lo sguardo sull'espressione
trionfante di Kagome, che agitava un mazzo di chiavi.
"La
nostra stanza è
la 107." spiegò, mentre entravano nel piccolo ascensore. "Al
primo piano. Domattina, l'orario di uscita è le 7.30...
abbiamo
la colazione pagata, comunque."
La
stanza aveva tre letti,
ed era molto grande, con un divano e un televisore al plasma... Le
pareti erano rosa chiaro, coordinate con le coperte dei letti. C'era un
bagno piuttosto ampio, con una bella vasca da bagno.
"Bella."
fu il secco commento di Sango.
Kagome
si lasciò
scivolare sul divano e accese la televisione, lamentandosi
perchè davano solo film del suo regno - il commento di Sango fu "Qui non
ci sono mezzi per fare film, no?".
Rin,
con un sospiro di felicità, si getto sul letto,
addormentandosi subito.
Fu
allora che Sango prese posto accanto a Kagome.
"Dobbiamo
parlare." fu il
suo esordio. Kagome si voltò verso di lei. "Non possiamo
portarla con noi, rischia! E poi, nessuno deve sapere nulla della
nostra missione. Kagome, no!" esclamò infine, notando il suo
sguardo implorante.
"Ma...
Sango! E' sola, non ha ricordi... falla venire con noi, ti prego!"
"No.
E' pericoloso."
"Ti
prego!"
"HO
DETTO NO!" Sango corrugò le sopracciglia, mentre una ruga le
si formava sulla fronte.
"S-Sango...
Rin è
sola, e non me la sento di abbandonarla. Non ricorda nulla, non
sappiamo neppure se ha famiglia. Portiamola con noi. Se ci
darà problemi, la lasceremo al prossimo villaggio. Ma, ti
prego,
non lasciamola sola."
"Cosa
dovrei risponderti?" mormorò tristemente Sango, cambiando
canale. "Va bene, portiamola con noi."
"Grazie!"
Kagome le si lanciò addosso, felice. "Sei la migliore, la
migliore!"
"Questo
lo sapevo
già..." ridacchiò Sango, compiaciuta. "Kagome,
domani
dovremo rimetterci in viaggio alla buonora. Trovare Sesshomaru
sarà un'impresa, a quanto ha detto Takemi."
Kagome
annuì, per poi sbadigliare. "Ora andiamo a dormire, poi
domani ne riparliamo, ok?"
"Si,
certo. Buonanotte!"
"'notte..."
Salve! Scusate se non ho
scritto nulla all'inizio, ma avrei dovuto aggiornare domani (oggi non
avevo voglia, vi dico la verità XD).
Quindi, non scrivo i ringraziamenti (Vi chiedo perdono, ma ho mal di
testa e non ho la forza di scrivere più di questo)... Ci
tengo però a precisare che il capitolo è tutto
tutto dedicato ad Aryuna-chan!!! *_*
Spero che l'incontro con Rin vi sia piaciuto!!! Nel prossimo, due nuovi
personaggi intreranno nel cast... provate ad indovinare!
Allora, ringrazio:
Vale
Isy_264
Emiko
Gin
Giulia
Michiyochan
Bchan
ryanforever
Aryuna-chan
Ary
Marty
Grazie
mille a tutte per i commenti! ^^ Spero che continuerete a commentarmi
anche in futuro. Davvero grazie! Aggiornerò presto, ve lo
giuro!!! Bacioni!
P.S. x Lilysol... Hai la memoria di un carciofo, ricordatelo. Non ho
potuto aspettare più di così! XD Ciao!!!
|
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Capitolo 6 *** Rovine e nuove conoscenze ***
New Fan Fiction 6
Because
of you
Capitolo 5
Salve
a tutti, miei adorati lettori! Sono felice che la storia continui a
piacervi ^^... Spero che anche questo capitolo vi piacerà! I
nuovi personaggi avranno un ruolo rilevante nella storia - molto
rilevante. Adesso vi lascio al capitolo... le risposte ai commenti sono
a fine capitolo!
"Cioè...
siete in viaggio per cercare i figli dell'ultimo re di questo regno?"
Ormai,
era da quando erano partire che Rin faceva la stessa domanda, euforica.
Kagome,
con una strana luce negli occhi, annuiva, mentre Sango controllava
sulla cartina la strada da prendere.
"Kagome,
non avevamo detto
di raccontarle il minimo indispensabile? Ci manca solo che le dici
anche di che colore porti l'intimo, e siamo apposto!"
esclamò a
un tratto la sterminatrice, voltandosi verso le due, che la fissavano
tristemente.
"Sango
non capisce nulla, Rin, non farci caso."
L'altra
annuì,
osservando compassionevole Sango, che aveva un'espressione sbigottita.
"Non vorrei dirlo," iniziò Sango "ma penso che abbiate
battuto
forte la testa. E ora, silenzio. Siamo arrivate alle rovine."
Lo
spiazzale in cui sorgeva il castello di Taisho, antica residenza di Inu
no Taisho e i suoi figli, era enorme, vastissimo.
Moltissimi
alberi, ormai
inselvatichiti da secoli, creavano numerosi sentieri, che si
diramavano un po' ovunque, creando un magnifico gioco di sfumature del
verde. C'erano poi piante selvatiche, e accanto delle rose.
Dei
ruderi sorgevano
dinnanzi a loro. Si poteva riconoscere un pavimento di marmo, e alcuni
brandelli di mura, coperti dal muschio. Tutto ciò che
restava di
quella che, un tempo, era stata una dimora invidiata da molti.
Alcuni
oggetti - trofei, stemmi, quadri - erano poggiati qua e là,
come se un misterioso ladro li avesse presi dal luogo d'origine per poi
poggiarli lontano.
Kagome
si chinò
accanto alla tela più vicina, e riconobbe un dipinto del
grande
sovrano Inu no Taisho: si notava subito che era un uomo imponente e
dallo sguardo austero, che covava comunque una dolcezza infinita, come
Kagome potè costatare da un quadro in cui erano dipinti il
sovrano e Izayoi.
Un
quadro più
distante raffigurava Sesshomaru, imponente quasi quanto suo padre, ma
con uno sguardo più freddo. Aveva lunghi capelli d'argento,
e
lucenti occhi d'ambra. Una mezza luna viola spiccava sulla sua fronte.
"Chi
è?" chiese Rin,
indicando la tela. La sua espressione era rapita, osservava il volto di
Sesshomaru come se non avesse mai visto nulla di più bello.
Kagome non potè darle torto.
"Sesshomaru,
il fratello maggiore di Inu-Yasha. E' lui che prederà il
trono."
Rin
annuì.
"Rin,
ti sei ricordata
qualcosa?" chiese Sango sedendosi al suo fianco. Anche Rin si
lasciò cadere per terra, continuando ad osservare il quadro
di
Sesshomaru.
"Eh?"
mormorò Rin distratta. Poi si riscosse, spalancando gli
occhi, e fissando Sango "N-No, non ho ricordato nulla."
"Ok,
ma non preoccuparti. Ricorderai, questo è certo!"
Mentre
Sango e Rin parlavano, un urlo di Kagome le riscosse.
"Cosa
c'è?" chiesero
in coro. Kagome si limitava ad indicare un quadro, e continuare a
lanciare urletti eccitati. "Inu-Yasha!!! Il quadro di Inu-Yasha!"
Sango
si battè una
mano sulla fronte, mentre Kagome si metteva gattoni innanzi
alla tela
e la osservava. Inu-Yasha, come suo fratello e suo padre, aveva i
capelli bianchi come la luna, con dolci riflessi d'argento. Gli occhi
erano ambra, oro colato. I tratti del volto erano molto simili a quelli
della mamma, dolci.
Con
la mano tracciò
il contorno di quel volto, per poi soffermarsi quasi ipnotizzata sulle
labbra. Il suo volto era pericolosamente vicino al dipinto...
"Kagome,
cosa fai, baci un quadro?"
Kagome
sussultò,
voltandosi di scatto, paonazza. Era vero... stava per baciare il quadro
di Inu-Yasha... si faceva schifo da sola!
"Su,
è quasi
normale. Tu sei innamorata di Inu-Yasha." sospirò Sango,
osservando le guance rosse della ragazza e i suoi occhi vitrei.
"Innamorata?
Ma non lo conosco neppure!" sbottò, sedendosi accanto a lei.
Sango sorrise compiaciuta.
"Analizziamo
i punti. Punto
1: di Inu-Yasha sai praticamente tutto, leggi ogni singola leggenda lo
riguardi più o meno direttamente. Punto 2: hai una sua foto
sul
comodino. Punto 3:..."
"Ho
capito, hai ragione! Ma smettila!"
Rin
guardò Kagome
con gli occhi spalancati "Ami Inu-Yasha?" le venne uno sguardo
adorante,
mentre prendeva una mano di Kagome "Che splendida cosa! Ti
aiuterò a conquistarlo, te lo prometto! Che bello!!!"
La
giovane sacerdotessa fece scorrere con notevole imbarazzo lo sguardo
tra le due amiche "Ehm... grazie."
"Di
nulla!" strillò
Rin, costringendola ad alzarsi e facendola girare in tondo. Kagome
rideva sollevata, mentre "danzavano" intorno alle macerie del luogo che
più aveva desiderato vedere.
Giravano
e rigiravano,
intonando una filastrocca per bambini che Kagome tanto amava, sotto il
vigile sguardo di Sango. Poi, decisero di accamparsi lì per
la
notte, e intraprendere la ricerca di Sesshomaru all'alba.
Ma
il destino aveva altri programmi per loro...
Kagome
dormiva nel suo sacco a pelo, in compagnia di Rin, talmente tanto
piccola da sparire quasi nell'ampio oggetto.
Sango,
contraria al
riposare, si era offerta disponibile per il primo turno di guardia, ma,
complice la stanchezza, era ben presto anch'essa caduta nelle braccia
di Morfeo. E un'ombra ne aveva approfittato per avvicinarsi.
Sango
sognava la sua
città... il suo fratellino minore, Kohaku... a un tratto,
sentì qualcosa muoversi nel buio. E qualcosa posarsi
delicatamente sul suo seno.
Spalancò
gli occhi, incrociando due spaventatissimi occhi blu come il mare.
Neppure
il tempo di aprir bocca, che il nuovo venuto si ritrovò un
occhio pesto e una guancia rossa...
"Ahi!!!"
strillò,
ricadendo all'indietro. Aveva i capelli neri, con degli strani riflessi
nocciola, ed un'aria innocente, da cucciolo bastonato. "Siete proprio
violenta, ragazza mia! Ed io che vi stavo facendo il favore di tastare
le vostre grazie!"
"Grazie
tanto, ma non ho bisogno dei vostri servigi!" ringhiò la
ragazza, stringendo i pugni.
Un
rumore li fece voltare, e Kagome e Rin comparirono dal sacco a pelo - Kagome si
stropicciava gli occhi, Rin sbadigliava rumorosamente.
"Sango...
chi è?" domandò la miko sopprimendo uno sbadiglio.
Prima
che Sango potesse
aprir bocca, il giovane si alzò e afferrò una
mano di
Kagome tra le sue. "Il monaco Miroku, stimato dagli umani e temuto dai
demoni! (Descrizione copiata dalla stagione 4, ep. 15) Mia bellissima
fanciulla, vorreste farmi l'onore di avere un bambino con me?"
"EH???"
urlò Kagome, guardando il giovane con lo sguardo di chi si
chiede "ci fa o ci è?".
"Siete
così bella...
Si, insieme avremo una discendenza splendida, avverto chiaramente il
vostro elevato potere spirituale, mia regina! Vi chiamate...?"
"K-Kagome...
io mi chiamo Kagome. E loro sono Sango e Rin."
"Oh,
Kagome-sama! Qual
motivo potrebbe mai spingere un angelo par vostro in un luogo
dimenticato dai Kami come questo?" Miroku la trafiggeva con due occhi
talmente tanto teneri che Kagome non ebbe il coraggio di non parlare.
"Sono
in viaggio per
trovare Sesshomaru, il figlio di Inu no Taisho!" esclamò,
mentre
Sango la osservava furiosa e Rin sorrideva.
"S-Sesshomaru-sama?
Voi cercate Sesshomaru-sama?"
Le
tre annuirono, mentre
Miroku spostava il suo sguardo su Sango, e un sorriso radioso appariva
sul suo volto. "Si da il caso che io conosca bene Sesshomaru-sama.
Discendo dalla famiglia dei consiglieri di Inu no Taisho, e, da quando
ho l'età per capire le cose" Sango incurvò un
sopracciglio scettica "ho sempre vissuto con Sesshomaru."
"Sai
dove vive?" chiese Rin con un groppo alla gola. Tutti si voltarono
verso di lei.
"Naturalmente,
principessina." Rin sobbalzò a quel soprannome.
"Puoi
condurci da lui?" chiese Sango, sebbene ancora non si fidasse di quello
strano tipo.
"Beh...
Sesshomaru non ama
molto la compagnia, preferisce essere solo. Comunque, se proprio
volete... posso provare. Io vi accompagno, ma non prometto nulla."
Kagome
gli saltò in
collo e gli schioccò un bacio sulla guancia, mentre Sango la
guardava scioccata "Grazie, Miroku-sama!!!"
"Oh,
grazie a voi, Kagome-sama..." mormorò, passandole una mano
sul sedere.
Sango
lo colpì con una gomitata nello stomaco, che lo fece piegare
in due sotto gli occhi stupiti di Kagome.
"Andiamo..."
biascicò il ragazzo, tossendo, la voce mozzata dal dolore.
Li
scortò per un
sentiero laterale, il più buio di tutti. Per la strada,
spiegò loro che era andato a fare provviste, quando aveva
notato
una luce sospetta. Si era velocemente avvicinato, e aveva notato Sango
addormentata. Naturalmente, com'era nella sua indole, aveva dovuto
controllarla. In prova, mostrò loro un contenitore in paglia
pieno di vivande, sufficienti per almeno un paio di giorni.
Arrivarono
in una radura tenuemente illuminata, con un piccolo lago.
Mentre
le ragazze si sciacquavano il volto, un enorme demone cane giunse nei
loro pressi. Il manto era lungo -
color della luna, un bianco talmente splendente che sotto
i riflessi del sole della notte risplendeva terribilmente - e gli occhi
fuoco. Sango e Kagome soffocarono un grido, mentre Rin osservava
l'animale rapita.
Gli
si avvicinò
lentamente, lasciando di stucco tutti, per poi
inchinarsi innanzi
a lui. "E' un enorme piacere incontrarla, sommo Sesshomaru."
mormorò.
Il
demone su avvolto da una
luce, e tutto il corpo gli si restrinse, fino a tornare alle fattezze
demoniache che Kagome ben conosceva dai libri.
Ma
come faceva Rin a sapere con esattezza chi lui fosse???
"Umani..."
costatò
lo youkai, guardando Miroku "Non ti avevo forse detto di non
raccogliere umani sulla strada? Non ho alcuna intenzione di
accompagnarmi a esseri così infimi. E' meglio per voi
lasciarmi
solo."
"Ma
sono venute apposta dal
regno di Yoshi per incontrarla! Devono portarvi un messaggio molto
importante, non potete mandarle via!" ribattè prontamente
Miroku, sicuro di scatenare interesse nel suo signore. Sesshomaru
puntò il suo sguardo su Rin, l'unica a fissarlo tranquilla.
"E
sia. Ma veloci, ho ben altro da fare."
Rin
si voltò verso
le sue compagne. "Ragazze, temo di dover essere io a prendere il
discorso... perchè vi ho un po' mentito, scusate!"
"Cosa
significa?" strillò Sango, attenta e vigile.
"Significa
che... non ho
mai perso la memoria. So esattamente chi sono e, beh, cosa sono venuta
a fare qui. Ma avevo bisogno di un pretesto per avvicinarvi, e l'unico
che ho trovato è stato fingermi senza memoria. Da
ciò che
mi ha detto mio padre, Kagome è una persona molto
compassionevole - ne ho ricevuto la certezza dopo averla incontrata. E
così, ho realizzato questo stratagemma. Spero possiate
perdonarmi."
"Rin...
ma allora chi sei? E chi è tuo padre?"
"Forse,
prima di tutto
è meglio se mi presento per esteso. Rin Komatsu...
principessa
del regno di Yoshi. Sono la primogenita di Takemi." soggiunse,
sorridendo. "Forse non te lo ricordi, Ka-chan, ma da piccole abbiamo
spesso giocato insieme!"
"Non
ne serbavo ricordo..."
sussurrò, un nodo alla gola: la principessa Rin! Avrebbero
dovuto intuirlo, somigliava eccezionalmente a suo padre!
"Comunque,
l'altro giorno
mio padre mi ha avvertito della vostra partenza... mi sono offerta
volontaria, ma lui ha declinato l'offerta, ritenendo il tutto troppo
pericoloso per me."
sbuffò, come se avesse appena detto una parolaccia
"Così,
ho preso vestiti e viveri, li ho chiusi in uno zaino, ho afferrato una
buona manciata di denaro... E sono scappata di casa!" aggiunse con
orgoglio, beccandosi un'occhiataccia da tutti i presenti - Sesshomaru
si limitò ad uno sguardo indifferente.
"Il
messaggio del nostro
regno è questo, Sesshomaru-sama. Il regno di Asu ha
intenzione
di allargare i propri confini, espandendosi anche nel vostro regno. Mio
padre, il sovrano, vorrebbe il vostro appoggio contro il fronte comune,
ma nel regno di Goshinboku mancava il sovrano, così loro
sono
state inviate a cercare voi e vostro fratello. Quello che le mie amiche
non sanno, e che, se voi avete ereditato il trono, l'arma migliore
è toccata ad Inu-Yasha."
Kagome
annuì
"Tessaiga al minore... Tenseiga al maggiore. Le spade furon
così
divise... Per chi non lo sapesse, è una citazione della
leggenda
di Inu-Yasha, secondo paragrafo."
"Molto
informata." commentò Sesshomaru senza neppure guardarla.
Kagome sentì montarle una rabbia dentro - se Sesshomaru era
così... come doveva essere Inu-Yasha, giudicato il
più irresponsabile?!?
"Grazie."
disse acida, guardando Rin.
Sesshomaru
emise un suono
gutturale, richiamando l'attenzione su di sè. "Sono disposto
a
prendere il comando del regno, e assistervi nella battaglia. Ma mi
rifiuto di aiutarvi a trovare Inu-Yasha, se è questa vostra
intenzione."
"Perchè?"
urlò furiosa Kagome. "E' tuo fratello!"
"Fratellastro."
ribattè pacato, ma senza nascondere una nota di frustrazione
nella voce.
"Allora...
dimmi dove si trova! Ci andrò da sola!"
Sango
la guardò
sconvolta "Ma dove credi di andare? Tua mamma mi ha fatto giurare che
ti avrei tenuta d'occhio! Non vai da nessuna parte, da sola!"
"Sesshomaru,
dimmi subito
dove posso trovare Inu-Yasha!" continuò Kagome con tono
imperioso, senza neppure calcolare la sfumatura furiosa nella voce di
Sango.
Sesshomaru
osservò il volto deciso della ragazza, e mormorò
"All'ombra della leggenda."
"Oh...
decisamente chiaro!"
la voce di Miroku era ironica, da principio. Ma, non appena si
posò sul volto di Kagome, dovette zittirsi: sembrava
perfettamente consapevole del significato di quella frase,
perchè sorrideva.
"Kagome,
no. Non andrai da
sola a cercare Inu-Yasha. Sesshomaru basta e avanza, non abbiamo
bisogno anche del minore." sbottò Sango. "E, per essere
sicura
che tu non faccia stupidaggini, dormirai al mio fianco."
Kagome,
silenziosamente, si
stese nel suo sacco a pelo, senza degnare nessuno di un saluto. Dopo
poco, Sango prese posto accanto a lei, con Rin poco distante.
Miroku
fu confinato in un
canto, mentre Sesshomaru si allontanò, lamentandosi della
puzza
di umani che aleggiava nella sua amata valle.
Quando
il mattino si svegliarono, Sango lanciò un grido, e corse da
Sesshomaru.
"Kagome
è sparita!"
Allora?
Che ne dite??? Vi è piaciuto almeno un po'? Ho cercato di
non
rendere troppo OOC Sesshomaru... ma ditemi voi! Se l'ho sconvolto
troppo, ditemelo ^^.
Nel prossimo capitolo... beh, penso l'abbiate intuito tutti, quindi non
dico nulla XD. Sinceramente, non so se lo state notando, sto tentando
di migliorare il mio pessimo stile di scrittura - mi dite che ne
pensate al riguardo?
In ogni caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
RINGRAZIO:
Emikucciola
Si, Rin è
finalmente entrata nel cast... ma anche Miro e Sessho sono arrivati! Mi
chiedo come tu abbia fatto ad indovinare... XD Rin è sempre
Rin,
spero non sia troppo OOC (Inizio a temere di starli rendendo tutti
troppo fuori dal personaggio...). Anch'io sarei entusiasta di un
viaggio del genere (roro sta cercando i biglietti...). Non
sono
però così veloce, ad aggiornare... almeno non ad
aggiornare le mie fic XD. Un bacione! Ci sentiamo su msn! Tvtttb!
Morgana86 Mi
fa piacere che la mia fic ti piace! ^^ E' sempre bello avere nuovi
lettori, è una soddisfazione indescrivibile! Spero che il
nuovo capitolo ti sia piaciuto! Mmm... c'è una domanda che
vorrei farti... cosa significa che è diversa dalle altre fic
che hai letto? *.* Questa frase mi ha incuriosita, sisi! ^^
Michiyochan
Rin è un ottima bugiarda, vero? XD Ha finto per bene, ma la
sua bugia non è durata poi tanto! ^^ Come vedi, si trattava
di Sesshomaru e Miroku ^^. Ma nel prossimo... beh, è facile,
no? XD Bacioni, spero che il capitolo ti sia piaciuto! P.S. No,
purtroppo il mio mal di testa persiste, ma ci ho fatto l'abitudine,
ormai ^^.
Ary22 Ary,
sono felice che l'incontro ti sia piaciuto! ^^ Spero che anche questo
ti abbia soddisfatta! Un bacione, tvb!
Giulia Rin
vi aveva giocate tutte, fingendosi smemorata, no? XD Kagome l'ha
portata con loro, ma Rin le avrebbe seguite comunque, a mio parere ^^.
Grazie perchè mi commenti sempre, sei un tesoro ^^. Spero
che il capitolo ti sia piaciuto!
Marty Mi fa
piacere che il capitolo precedente ti sia piaciuto, Marty! E, in
questo, è comparso il tuo Sessho... come ti è
sembrato??? E' vero, tutto si sistema, a questo mondo... ma uno ci sta
comunque male ç_ç. Mi fa piacere che la storia ti
piaccia! Un bacione, al prossimo capitolo!
Isy_264 Va
beh, ti capisco... forse non ci sarei arrivata neppure io, che la fic
la sto scrivendo! XD Mi fa piacere che la storia ti appassioni sempre
di più. Un bacio, spero che il capitolo sia stato
all'altezza delle aspettative!
Bchan Come
vedi, Rin ha solo finto di non ricordare nulla ^^. Aveva bisogno di una
scusa sisi ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Baci!
Yunie88
Vale, non capisci nulla! è_é Hai perso colpi,
dopo aver letto Eclipse! XD Comunque, spero che il capitolo ti sia
piaciuto! Baci!
Aryunuccia
Ma certo che il capitolo è dedicato a te! ^^ Spero che ti
sia piaciuto, e stai attenta agli svenimenti, mi preoccupano! XD Spero
che questo capitolo in cui compare Sesshomaru ti sia piaciuto almeno un
po', mi sono impegnata! Un bacione!
Spero che mi lascerete più commenti dell'altra volta,
perchè erano meno delle altre volte, e la cosa mi preoccupa
un po'... ç_ç Un bacione, ringrazio anche chi
solo legge e chi mette la fic tra le preferite, spero di non deludervi!
Ciao!
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Capitolo 7 *** Incontro ***
New Fan Fiction Incontro Inu-Kaggy
Because
of you
Capitolo 6 - Incontro
"K-Kagome
è sparita."
urlò Sango, afferrando una manica del kimono di Sesshomaru
"E
tu, tu mi dici "la mocciosa ha scelto di perseverare nella ricerca di
mio fratello, lasciatela morire come meglio crede"?" sibilò
infine, scoprendo i denti, come una belva pronta ad attaccare il suo
nemico.
Sesshomaru non rispose, osservandola superiore, per poi infine
scrollarsi di dosso la mano della mora con un semplice movimento.
"Ho detto così, e così sarà. Kagome
Higurashi
perirà nella ricerca di mio fratello. Non ho alcuna
intenzione
di sprecare il mio tempo prezioso per fare da balia ad una nigen e ad
un hanyou." ribattè poi tranquillo, come se la questione non
lo
riguardasse.
"Sesshomaru... però, non puoi negare che se Kagome-sama non
ci
avesse portato l'avviso che il regno di Asu vuole allargare i suoi
confini, tu staresti ancora nella foresta a rimuginare sul
perchè tuo padre ha donato ad Inu-Yasha l'arma migliore..."
disse Miroku mettendosi tra Sango e il giovane principe, che lo
fulminò.
"Non osare mai più rivolgerti a me con questa confidenza."
"Sesshomaru-sama" esclamò ad un tratto Rin, sorridendo "lo
so
che siete geloso di vostro fratello, ma non prendetevela con Kagome per
una cosa del genere. Il re designato siete voi, non vostro fratello."
"Non sono per nulla geloso, sciocca umana, e non tollero certe
insinuazioni. Tutto ciò che posso fare, e riprendere il
controllo del mio
regno, ma
non ho mai detto di aver bisogno della vostra scorta. Sono ben capace
di raggiungere il congresso da solo, e in meno di 2 giorni, se volete
saperlo. Per me, la vostra sola presenza sarebbe stato un disturbo."
"Allora, perchè non ci dividiamo?" propose Rin, fissando il
demone "Io verrò con voi, Sesshomaru-sama, per assicurarmi
che
manteniate la parola data, e per inviare un messo da mio padre. Sango,
Miroku... voi partirete alla ricerca di Kagome, non può
essere
andata così lontano."
Sesshomaru li osservò, mentre sorridendo si davano le ultime
informazioni. Quando i tre si voltarono, mormorò "La
mocciosa
potrebbe anche averlo già trovato."
"C-Come?" domandò Miroku, curioso.
"La "tomba" del mio fratellastro non è mai stata molto
distante da qui. E' sulle sponde di un lago nelle vicinanze."
"Sesshomaru-sama, come posso non essermene mai accorto, dunque?" il
monaco sembrava sconvolto, dimenticò perfino i suoi
propositi di
toccare "accidentalmente" il sedere della sterminatrice al suo fianco.
"Perchè non sei un buon osservatore, come la stragrande
maggioranza degli umani. Siete inetti, e non guardate oltre l'apparenza
delle cose. Se tu avessi letto con attenzione quelle leggende - come
quella mocciosa, Kagome
- sapresti che Inu-Yasha è stato imprigionato al Goshinboku,
l'albero da cui il nostro regno prende il nome. E quell'albero sorge
sulle sponde del lago Taisho, contenuto nella residenza che porta il
suo nome. La nostra stessa famiglia ha preso il nome del lago."
osservò Sesshomaru insepressivo.
"In effetti... " ridacchiò Miroku, portandosi una mano
dietro al capo, imbarazzato.
Sango si limitò a scuotere i lunghi capelli castani.
"Miroku, sei proprio strano, come monaco!" commentò
divertita
Rin, portandosi una mano davanti alla bocca. Anche a Sesshomaru
sfuggì un mezzo-sorriso. "Comunque, ritengo saggio andare."
Miroku
sorrise, agguantando Sango per la vita e trascinandosela, mentre Rin,
agitando la mano, iniziava a seguire Sesshomaru.
*
Correva
da un pezzo, il cuore in gola e il respiro mozzato.
"Inu-Yasha!!!"
La
voce di Kagome, resa roca dalla corsa, continuava a chiamarlo,
disperata, non sapendo neppure perchè lo chiamava...
"Inu-Yasha!!!"
Muoveva
il capo in tutte le direzioni velocemente, stringendo i pugni.
"Inu-Yasha...
Inu-Yasha!"
Inciampò,
cadendo sulle rive di un lago... il lago Taisho!
Febbrilmente,
Kagome scattò in piedi, osservando il sole schiantarsi sulla
superficie cristallina dell'acqua.
"Di
leggende ne ho lette tante, che sono poi risultate false... ma
l'esistenza del lago Taisho era reale!!!"
Presa
dall'euforia iniziò a correre, saltando nell'acqua e
bagnandosi il volto sudato - l'acqua era fresca e pulita.
Dissetata,
si portò lentamente sulla riva, lasciandosi cadere sull'erba.
Poi,
il suo sguardo si posò su di un grosso ciliegio e una
macchia rossa la attirò, come il miele attira un'ape...
"Inu-Yasha?" sussurrò, ben ricordando il colore con cui
veniva rappresentato l'abito del giovane hanyou.
Il vento mosse una ciocca di capelli argentei, e Kagome
sentì gli occhi inumidirsi...
Mosse un passo, il cuore le andava a mille...
D'innanzi a lei, c'era l'essere più bello che i suoi occhi
avevano mai visto.
Si rese conto che neppure nei suoi sogni più reali,
Inu-Yasha Taisho era parso così bello...
Aveva i lunghi capelli d'argento lasciati liberi di carezzargli il
volto e le spalle...
Le labbra erano serrate, ma la smorfia che vi si leggeva non era per
nulla di dolore - sembrava addormentato.
Si portò una mano al petto - aveva timore che le esplodesse
- e mosse un nuovo passo.
Una lacrima le corse veloce sulla guancia, mentre allungava una mano
per
sfiorargli la faccia. Come aveva potuto Kikyo avere una forza tale da
sigillare un essere così bello? Sembrava fatto apposta per
correre... e per sorridere...
La mano delicata di Kagome, priva delle inibizioni che
l'avrebbero
frenata se il giovane fosse stato sveglio, toccò cauta un
orecchio, morbido e delicato come quello di un peluche. Sorrise
inconsciamente, scendendo dalla radice dell'albero su cui era salita
per avvicinarsi a lui.
Ma la radice era completamente ricoperta di muschio... con un grido, la
giovane sacerdotessa cadde in avanti, sfiorando la freccia nel petto
dell'hanyou.
Scomparve, avvolgendo i due giovani di una luce purpurea...
Mentre Kagome soffocava un secondo grido, un paio di occhi d'ambra si
spalancarono, e uno sguardo di disprezzo la inchiodò.
"Finalmente hai il coraggio di rivedermi... Kikyo..."
Hola tutti!
Beh...
Inu-Yasha e Kagome, finalmente, si sono incontrati... ma quel babbeo
non capisce una mazza e l'ha scambiate per Kikyo... sempre
più stupido, il nostro Inu-Yasha! (EHI! ndInu) (Io dico solo
la verità!). Kagome, invece, è su di giri...
finalmente l'ha trovato!
Naturalmente, però, la scomparsa di Kagome ha messo in
agitazione il gruppo (tranne Sesshomaru, a cui non potrebbe importare
di meno... -_-''). Spero che l'incontro (o, per meglio dire, l'inizio
dell'incontro!) vi sia piaciuto ^^.
Nel prossimo capitolo... beh, ci saranno degli sviluppi... ma non
anticipo nulla di più!
Certo, se mi lascerete un bel numero di commenti (State diventando
pigri, e non mi piace... meno commenti mi lasciate, meno ispirazione
ho, più tempo ci vuole per aggiornare U.U) lo
poserò domani, al massimo dopodomani.
Il capitolo è dedicato al mio gruppo di msn, specie ai
sostenitori della mia coppia preferita.
Ringrazio molto chi ha commentato, ma non scrivo i ringraziamenti,
scusate, vado leggermente di fretta...
RINGRAZIO:
Lilysol
cri_91
Michiyochan
Kaggi_Inu91
Isy_264
Bchan
Yunie88
ary22
Aryuna
ran
ugajin92
Grazie mille anche a chi solo legge e a chi mette la storia tra le
preferite. Gradirei un vostro commento, però! XD Un bacione,
spero che i vostri commenti mi faranno aggiornare prestissimo! Ciau!!!
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Capitolo 8 *** La ragazza e il demone ***
New Fan Fic 8 revisionato
Because
of you
capitolo 7 - La ragazza e il demone
Salve
a tutti, gente! Volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno
commentato il precedente capitolo: sono commossa. Non avevo mai visto
così tante recensioni per un mio capitolo... Ci sono
rimasta, lo
ammetto. E spero che questo capitolo sarà di vostro
gradimento!
I ringraziamenti alla fine del capitolo! Kiss!!!
P.S. Il capitolo è dedicato a coloro che hanno commentato e,
in special modo, alla mia adorata famigliola di msn!
Kagome
guardò terrorizzata Inu-Yasha.
Con un movimento rapido, il giovane l'aveva spinta giù dalla
radice e le si era posizionato davanti, pronto ad attaccare.
Quello che aveva sul volto, però, non era un ghigno
strafottente... non era quello sguardo divertito che Kagome aveva
imparato ad amare dai ritratti... era uno sguardo d'odio misto a dolore.
Ricordò che molto spesso le veniva detto che assomigliava a
Kikyo, e intuì che il rancore del ragazzo era stato
suscitato da
quella coincidenza.
Si morse il labbro inferiore, sopprimendo gli insulti che le venivano
in mente - con il fiuto che si ritrovava, quell'idiota l'aveva davvero
scambiata per la sua vecchia fiamma? Era una cosa inaudita!
"Non sono Kikyo..." sbottò infine, dopo essere
miracolosamente scampata all'ennesimo assalto del giovane.
Inu-Yasha non rispose, preparando un nuovo colpo - le si lanciava
contro come un animale selvatico, lanciando strane lame con la mano.
"Non sono Kikyo!" ripetè più forte, aprendo lo
zaino e cercando un qualcosa.
"Non mentire, Kikyo.
Lo so bene chi sei!"
"Allora... io non mi chiamo Kikyo. Mi chiamo Kagome, e gradirei essere
sempre chiamata così. Ma, visto che sei un baka senza
cervello..." estrasse l'oggetto che tanto aveva cercato "Mi
toccherà usare le maniere forti."
Inu-Yasha ghignò.
La miko sorrise, prendendo bene il rosario - per fortuna, si era
ricordato di portarlo! Poi, mentre una luce sollevava il rosario e lo
metteva al collo di Inu-Yasha - stupito, e decisamente contrariato
dall'impossibilità di muoversi -, urlò a pieni
polmoni "A
CUCCIA!"
Prima che Inu-Yasha potesse capire cos'era successo, si
ritrovò schiantato al suolo.
...
Sesshomaru procedeva
veloce, stupendosi che la ragazzina dietro di lui non lo implorasse di
fermarsi o, almeno, di rallentare l'andatura.
Eppure, erano già
un paio d'ore che andavano a quel ritmo, molti si sarebbero stancati!
Scosse il capo, stupito dal
fatto che si stava preoccupando per un'umana. Non era da
lui preoccuparsi per gli altri, non era tipo.
"Sesshomaru-sama?"
La voce della ragazzina lo
riscosse. Non si prese neppure la briga di fingersi interessato o
voltare il capo verso di lei. Serrò le labbra maggiormente,
e si
obbligò a non aprir bocca. La situazione non
sembrò
scoraggiare Rin, che continuò, imperterrita.
"Sesshomaru-sama, volevo
dirle che sono molto lieta che ha accettato di aiutarci in questa
battaglia. Il nostro regno vi sarà per sembre debitore,
Sesshomaru-sama."
La trovava irritante, con quel
suo "Sesshomaru-sama". Detto da lei, sembrava un'offesa, una presa in
giro.
"Volevo domandarle...
è forse la Tenseiga, la spada che porta al suo fianco?"
"Non tollero mi vengano poste
domande personali, umana." mormorò, la voce accesa dal
fastidio.
Sentì, senza
neppure
voltarsi, che Rin stava sorridendo, e un ghigno si fece largo anche sul
suo volto. Era proprio strana quella situazione: lui, il grande
Sesshomaru, costretto a portarsi dietro un'umana. Un'umana
chiacchierona e vivace, per di più!
E pensare che, l'unico motivo
per cui non aveva ucciso Miroku in quegli anni, era per la sua indole
silenziosa.
"Sesshomaru-sama, le da
fastidio se mi affianco a lei?" chiese a un tratto Rin.
Sesshomaru grugnì
in risposta, e Rin rise di gusto "Lo prenderò come un no."
...
"Mocciosa..."
strillò a un tratto Inu-Yasha, fissando con rabbia Kagome
"Ho
capito che non sei Kikyo, va bene? Ma ora lascia che io mi rialzi!"
Kagome gli lanciò
una breve occhiata, per poi scuotere il capo e dire "A cuccia."
Un nuovo solco si
scavò nella terra, e gli alberi nelle vicinanze tremarono
pericolosamente.
"Dannata..."
ringhiò
l'hanyou. Quella sciocca umana doveva divertirsi parecchio,
perchè non faceva altro che ripetere quella parola
fastidiosa,
senza neppure spiegargli il perchè si schiantasse al suolo.
"Vuoi che io dica di nuovo "a
cuccia"?"
Inu-Yasha si
schiantò rumorosamente, mentre Kagome lo guardava
preoccupata. "Scusami, cancella l'ultima parte!"
Un ringhio cupo e inferocito
le giunse in risposta, e Kagome rise.
"Se non vuoi che io dica
quella cosa..." esordì, mentre Inu-Yasha le puntava i suoi
occhi
d'oro contro "...devi solo chiamarmi con il mio nome. Non mi piacciono
gli appellativi "mocciosa" e "dannata", chiaro?"
Nuovamente, un suono gutturale
uscì dalla gola di Inu-Yasha.
"Prova a dire Kagome. Su, non
è mica un nome così difficile!"
Inu-Yasha sospirò,
sentendosi umiliato. Quella ragazzina sprizzava allegria da tutti i
pori, contrariamente, lui si sentiva depresso e senza forze.
"...ome."
"Non ho capito." disse la miko
con un sorriso che Inu-Yasha trovò irritante "Ripeti."
"...gome."
"Puoi fare di meglio."
"Kagome!" strillò
infine lui, storcendo il naso.
"Perchè fai quella
faccia?"
"Hai un pessimo odore, non
mi piace." ribattè piccato. Era una scusa, il motivo per cui
aveva storto il naso era l'esatto opposto di quello che le aveva detto
- l'odore di quella femmina gli piaceva,
e la cosa lo infastidiva parecchio.
"Ah..." replicò
lei,
sentendo gli occhi inumidirsi. Se li asciugò imperiosa,
infastidita dal fatto che un suo commento negativo fosse stato capace
di farle così male. "Se non ti piace, non respirarlo!"
"Non posso non respirarlo,
visto che mi sei così vicina! E non posso neppure andare
via,
perchè non mi sembra sia tua intenzione lasciarmi andare."
"Giusto, voglio portarti da
tuo fratello Sesshomaru!"
"Tsk, da quello lì?
Meglio la morte." strillò, furioso. Stava urlando
più di
quanto volesse, ma a farlo irritare erano stati gli occhi lucidi della
ragazza. Odiava vedere le donne in lacrime! "E spiegami
perchè
prima mi hai mandato a cuccia! Intendo dopo che mi hai liberato."
"Ah... perchè eri sgarbato. E... ehm... anche
perchè... Uff! Prima, l'ho detto anche per un altro motivo."
"Eh? E potrei sapere perchè?"
Kagome arrossì, e scosse freneticamente il capo - non poteva
dirgli di essersi infuriata perchè l'aveva scambiata per
Kikyo.
"Bene, allora passo alla prossima domanda." si sporse in avanti,
posando il capo sul palmo della mano destra "Potrei sapere
perchè mi hai liberato?"
"Per-Perchè? Perchè sono dell'idea che tu debba
vivere, Inu-Yasha."
"No. Io smisi di vivere duecento anni fa, per mano della persona che
più amavo. Non sai cosa vuol dire essere uccisi da chi si
ama...
non provare a dirmi
"vivi", o ti ucciderò!" l'ultima parte era un
ringhio o poco più.
Gli occhi di Kagome si riempirono di lacrime - la persona che più
amavo, aveva detto.
"Allora? Perchè hai voluto liberarmi? Sono un hanyou, sai?
Mi
uccideranno appena metterò piede in una città!"
il tono
del ragazzo saliva sempre di più, in un doloroso crescendo
di
rabbia e frustrazione "O sarò io ad essere costretto ad
uccidere! Avrei preferito rimanere contro quell'albero!" il respiro gli
si mozzò nell'istante in cui Kagome gli buttò le
braccia
al collo, e lo strinse forte.
"Stai male," mormorò "lo so. Lo accetto. La amavi, ma lo sai
benissimo che lei non voleva ucciderti..." gli carezzo il volto con la
mano destra, mentre il braccio sinistro era ancora saldamente avvolto
intorno al suo collo, e il suo volto era posato nell'incavo del collo
del ragazzo "Te ne prego... consentimi di tentare di consolarti almeno
un po'. Ti prego, non pensare di voler morire. Non dirlo mai
più."
Inu-Yasha si rese conto di essere scosso da uno strano fremito - una
forze incontrollabile lo costrinse a ricambiare l'abbraccio, e
stringere con forza contro di sè la ragazza "Gli hanyou non
meritano di vivere." sussurrò a bassa voce, mentre l'odore
di
rose della ragazza gli riempiva le narici e lo mandava in estasi. "E
neppure tu dovresti vivere... hai un pessimo odore."
Kagome non capì se l'ultima parte fosse un'offesa o uno
strano
tentativo di sdrammatizzare, dato che già le aveva parlato
dell'odio per il suo odore, così calcolò solo la
prima
parte "Non offendere la tua natura, Inu-Yasha."
"Non odi gli hanyou?"
La ragazza si staccò giusto un po', fissandolo interdetta -
lui
dissolse fin da subito lo sguardo da quello della ragazza, puntandolo
al suolo, leggermente rosso. Sorrise, mentre lo stringeva di nuovo
contro di lei "Non odio gli hanyou. Non c'è nulla di
sbagliato
nel frutto di un amore, che sia un hanyou, uno youkai o un nigen.
L'amore è amore, e gli esseri viventi devono tutti essere
amati."
Inu-Yasha ghignò "Non molti la pensano come te."
"Fa nulla." Kagome si accocolò meglio contro il ragazzo "Ah!
Hai
detto che il mio odore ti disgusta... mi dispiace. Scusami se sono
ancora abbracciata a te... ma consentimi di restarti accanto ancora un
po'." sbadigliò, stringendo con le mani la stoffa rossa
dell'abito e posando il capo sul petto dell'hanyou. Pochi istanti, ed
era già profondamente addormentata.
Inu-Yasha fissò per un po' il volto pacato della giovane, la
pelle calda della ragazza... il respiro caldo... un sorriso che da
secoli non gli spuntava comparve sulle sue labbra.
Sospirò, sconfitto.
Non poteva lasciarla da sola nella foresta! Si divincolò
piano
dal suo abbraccio - uno strano senso di vuoto lo avvolse, quando quelle
piccole braccia lasciarono il suo corpo - e la adagiò sotto
al
Goshinboku, coprendola con la parte superiore del suo kimono e
accendendo un piccolo fuoco.
Poi, strinse la Tessaiga tra
le mani, e iniziò il suo dormi-veglia.
Allora? Che ve
ne pare?
Per il titolo, se non lo aveste ancora capito, mi sono ispirata al
primo episodio di Inu-Yasha... visto che è il loro primo
incontro, ho tratto ispirazione! (VOCE DELLA COSCIENZA: in
realtà, l'ha usato perchè priva di idee...).
Comunque, spero di non stare intaccando troppo le loro
personalità ^^.
RINGRAZIO!
ryanforever Stavo
per aggiornare quando, per scrupolo, ho controllato... per fortuna, o
mi sarei dimenticata di te! -.- Non preoccuparti se non hai
più commentato, l'importante è che hai commentato
ora! Mi fa piacere che la fic ti piace! Che ne dici di questo capitolo?
Bacioni!
Emiko
Emiko... io mi commuovo se dici che ti piace... *_* Sei così
carinaaaa! Mi fa piacere che il mio modo di scrivere ti piaccia, mi
rende felice! E poi, il fatto che quella frase ti sia piaciuta... l'ho
scritta pensando ad Inu, mi rallegra sapere che ti è
piaciuta! Ora scappo, devo aggiornare! Besos, collegati presto!
Mery Yeah!
Mery, ce l'hai fattaaaa! Sono così felice che la fic ti
piace!!! *_* Grazie mille! Mi fa piacere che il capitolo ti abbia
evocato il primo episodio, era quello uno dei miei intenti XD. Grazie
mille per i complimenti! Ciau!!!
Ramo Ciao
cara! ^^ Si, Inu-Yasha è sempre Inu-Yasha. Cambiano le fic,
cambiano i capitoli, ma lui resta sempre lui... purtroppo... Scusa se
hai trovato qualche errore, ma scrivo il capitolo direttamente su NVU
(Word è partito ormai da tempo immemore), e non ho avuto
molto tempo per riguardarlo... -.- Comunque, se dici che si tratta solo
di una a, allora mi rilasso... ^^ Mi fa piacere che la storia ti piace!
^^ Bacioni!
Aryunuccia
Fa nulla, lo so che hai poco tempo, non preoccuparti! ^^ Sono
super-felice che adori il capitolo, mi rende orgogliosa sapere che ti
piace (Mia sensei! *_*). Sappi che leggerai sempre le mie creazioni in
anticipo, quando posso ^^, e che sono felicissima se dici che sei
fortunatissima! Poi... Rin mentiva, ma è pucciosa comunque
sisi. Sesshomaru, poi... *ç* Beata lei, dico solo questo. Un
bacione, spero che posterai presto!
Gin Non
preoccuparti, non fa nulla, Gin, se non hai commentato subito ^^.
L'importante è che hai commentato, no? E poi, c'è
sempre il lato positivo... ne hai letto tanti insieme! (Lo so che sono
noiosa, ma... scusaaa). Si, Inu è sempre stupido XD. Un
bacione!
Fede E,
finalmente, Federica riesce a leggere la fic della piccola roro-chan!
^^ E si, sei stata tu l'11, se non erro! Ma le recensioni sono
continuate ad arrivare, e ci ho messo un po' a scrivere i
ringraziamenti (guarda quante recensioni... ç_ç
Sono così feliceeee). Mi fa piacere che trovi
divertentissimo il parallelo ^^. Bacioni, ti vogli tantissimo bene! E
leggi Ragazze Lupo!
Kikka Non
sei una frana, Kikka... *_* Non dirlo neppure per scherzo!!! E non
invidiarmi, sei bravissima e lo sai! Comunque, ti ringrazio tantissimo
per i complimenti che mi fai sempre ^^. E si... W la volvo grigia, e w
Edward Cullen, my hero!!! Ciaoooo!!! [P.S. Ho continuato il mio libro,
poi ti faccio vedere, se vuoi! XD]
Morgana86
Non preoccuparti, dai, se non hai risposto subito. L'importante
è che l'hai fatto! ^^ Mi fa molto piacere sapere che ti
piace, e grazie per avermi spiegato cosa intendevi! Grazie mille per i
complimenti, mi fai felicissima ^^. Spero che il seguito sia stato di
tuo gradimento! Bacioni!
Michiyochan
Si, Inu finisce sempre col scambiare Kagome e Kikyo, cose
inaccettabile... -.- Che posso dire, gli dobbiamo regalare un paio di
occhiali! Cioè, Kagome e Kikyo hanno in comune meno di
quello che hanno in comune l'Ape Maia e Topo Gigio (Che hanno in comune
il fatto che sono animali, che tutti li odiano e che
l'umanità non ha ancora capito perchè esistono
[Che strano paragone... non chiedermi da dove mi è uscito,
oggi sono in vena particolarmente creativa, per le stupidaggini XD]).
Spero che gli sviluppi di questo capitolo siano stati carini... ^^ In
futuro ce ne saranno altri, ovviamente, ma penso che, almeno un po',
siano dolci ^^. Sesshomaru ha quasi sorriso, infatti... è
una cosa che ha colpito molti (e Sesshomaru mi sta ancora cercando
perchè vuole il mio scalpo... -.- Ah, che vita difficile!).
Si, Rin è moooolto furba (restare sola con Sessho... il
sogno di una vita! *ç* [anche se, devo dirlo, preferisco
Inu-Yasha]). Miroku lì non si è comportato da
maniaco... ma vedrai in seguito, quello che combinerà! XD
Grazie mille per il commento lungo: li preferisco molto di
più. Quelli corti mi lasciano uno strano senso di
incertezza... ma li apprezzo comunque, perchè vuol dire che
qualcuno si è impegnato per scrivermi qualcosa! ^^ Un
bacione!
Marty Sei
troppo buona, con me! Non capisco come tu possa trovarmi brav (Ok,
tutta la comunità di msn si volta verso roro e la fulmina
con lo sguardo - Marty sfodera il suo coltellino). G-Grazie mille dei
complimenti, e spero che questo capitolo ti sia piaciuto, dato che mi
sono impegnata! ^^ Un bacione!
Yunie88
Vale, certo che l'ho scritto io! Tu non hai visto il primo episodio di
Inu-Yasha, non hai idea di quello che ha combinato il nostro hanyou a
Kagome... XD Sesshomaru non rideva, sorrideva (sta attenta a questi
particolari, non sono insignificanti, sappilo). Però, non
è giusto che Rin me la chiami deficiente... se tu non
l'avessi capito, è la più intelligente di tutti
(leggi: quella ragazzina è rimasta con quel bonazzo di
Sesshomaru, è la più sveglia di tutti). Un
bacione!
Jessy Ciao
Jess!!! Sono felice che quel capitolo ti sia piaciuto ^^. Quando mi
fanno i complimenti arrossisco sempre... ^///^ Mi fa piacere che ti
piaccia com'è scritta e che tu la trovi espressiva. Spero
che ti sia piaciuto questo capitolo! Besos!
cri_91Si,
Inu-Yasha e Kagome si sono finalmente incontrati, con somma
felicità di tutti! ^^ Mi fa piacere che quello, per te, sia
stato il più bel capitolo in assoluto... ^^ Ma di questo che
mi dici? Meglio o peggio??? Spero che me lo farai sapere! Bacioni!!!
Isy_264 Anche
tu saresti rimasta con Sesshomaru, eh? >///< Beh, non ti
do torto... Sesshomaru è sempre Sesshomaru! Il primo
pensiero del baka è stato per Kikyo, ma Kagome sta
già iniziando a far breccia nel suo cuore, non ti sembra? E
poi... beh, Kagome e Kikyo, in comune, non hanno praticamente nulla.
Inu-Yasha, appena vede una con i capelli neri e gli occhi castani
subito la scambia per Kikyo, però... che posso dirti? E' un
idiota patentato! (Ma forse gli vogliamo bene anche per questo,
quindi...). Concordo con te nel dire che la storia vera inizia da
qui... tra un po' arriveranno anche Shippo e Kirara, ti avviso (e a
Sesshomaru e Rin si aggiungerà qualcuno che ben
conosciamo... XD). Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Kiss!!!
Ary Ziau ary!!! Si sono incontrati, ma Inu-Yasha
è un idiota che non ci vede a un palmo dal naso (unica
spiegazione, visto che Kagome e Kikyo in comune c'hanno meno di Dracula
e Lady Oscar [Non so che paragone sia... mi è uscito
così! XD]). Spero che il capitolo sia stato di tuo
gradimento!!! Bacioni!
Bchan Si,
era quasi scontato che la scambiasse per Kikyo... ma
è questo il carattere di Inu-Yasha, dopotutto! XD Comunque,
il
modo in cui Kagome ha decifrato l'indizio è contenuto nel
prossimo capitolo, non preoccuparti ^^. Lo spiegheranno. Spero che il
capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
Giulia XD E'
vero, Rin è
la più furba!!! Ma anche Kagome non è poi
stupida... Inu
sarà anche un tonno, ma... *ç* Ma, comunque,
Kagome si è presa la sua rivincita, ammazzandolo con tutti
quegli "A CUCCIA!", non credi? XD AH! Ci tengo a precisare che neppure
Sango è scema... XD E' rimasta con Miroku! (Che
sarà un pervertito fino a livelli spaventosi, ma...).
Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni, ci sentiamo
presto!
Grazie mille anche a chi solo legge e a chi mette la fic tra le
preferite. Spero di vedere sempre così tanti commenti!!!
Bacioni!!!
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Capitolo 9 *** Il principe più strano mai nato ***
New Fan Fiction 9
Because
of you
Capitolo 8 - Il principe più strano mai nato
Inu-Yasha
aprì
distrattamente un occhio. Dopo anni di prigionia, riusciva finalmente
ad alzarsi, e poteva finalmente vedere il cielo.
Si girò un po' in giro, e vide Kagome raggomitolata su
sè stessa.
I capelli le si erano sparsi intorno, dandole un'aria fragile. La bocca
era socchiusa. Il suo abito, che la sera prima le aveva messo addosso,
era in un angolo, ma non sembrava avesse
freddo.
Si chinò al suo fianco - il suo capo era così
vicino alla
pelle della ragazza... l'odore di rosa che la caratterizzava gli
riempiva i polmoni...
"Cosa c'è?" mormorò Kagome aprendo gli occhi, e
strofinandoseli - il fiato di Inu-Yasha l'aveva riscossa.
"Nulla." sbuffò l'hanyou, sedendosi lontano, imbronciato.
"E allora perchè mi guardavi?"
"Non ti guardavo. Stavo solo pensando che sei anche più
brutta di ieri."
La miko gonfiò le gote, fissandolo furiosa. "Se non ti
piaccio, non guardarmi."
Poi, come se nulla fosse, si girò ed iniziò a
slacciarsi la camicetta.
"Ehi! Cosa fai?" urlò Inu-Yasha boccheggiando, rosso fino
all'inverosimile. Le piombò addosso, facendo di tutto per
rimetterle la camicia.
Con il solo risultato di strapparla.
"Devo fare un bagno!" strillò lei, coprendosi come meglio
poteva. "Va a farti un giro, ok? Tra mezz'ora, però, ti
voglio
qui, o ti schianto al suolo!"
Il ragazzo strinse i denti, riprendendo il suo abito e allontanandosi a
larghi passi - la risata divertita della ragazza lo seguì
per
buona parte del tragitto.
"Sanguccia,
tesoro, rallenta!"
Miroku respirava con affanno, inseguendo Sango, che non accennava a
rallentare, furiosa.
"Miroku, sei un uomo. Sii uomo! Non puoi lamentarti per così
poco!"
Il monaco si lasciò cadere al suolo - Sango
continuò a
correre per un po', prima di ritornare sui suoi passi e sedersi accanto
a lui.
"Ti senti bene?" chiese, premurosa, sforzandosi di sorridere.
Una mano, veloce, fulminea,
si
posò sul suo fondoschiena e iniziò a sfregarlo
con forza
- dopo lo sbigottimento iniziale, Sango gli sferrò un gancio
destro e iniziò ad allontanarsi a larghi e furenti passi.
"Sango!" urlava Miroku, gattoni, cercando di seguirla, una mano innanzi
al corpo protesa verso di lei e gli occhi da cucciolo.
La rabbia della ragazza durò poco... neppure due minuti, che
già era tornata da lui e l'aveva - duramente
- costretto ad alzarsi. "Smettila di fare il bambino e vieni con me.
Sei un sacerdote, analizza la frase di Sesshomaru e dimmi dove diavolo
è andata quella matta!"
"Sanguccia... non è così semplice." si
alzò,
mettendosi a sedere e incrociando le gambe con fare intelligente. "Le
leggende su Inu-Yasha sono criptiche, e non ho mai avuto occasione di
studiarle con la dovuta attenzione."
Sango iniziò a sbraitargli contro, inveendo. "E' mai
possibile
che tra tutti i monaci esistenti, mi doveva capitare l'unico inetto,
incapace e maniaco?"
Per tutta risposta, il giovane allungò una mano e le
carezzò nuovamente il fondoschiena.
E' troppo, troppo!
Sango lo afferrò per l'abito - Miroku indossava l'abito
solito
ai monaci, una veste nera e viola -, e lo strattonò,
trascinandolo furiosa dietro di sè.
Miroku strinse i denti, e sopportò la furia cieca della
ragazza
- faceva si di passare tra i rami, sui sassi, in modo che il monaco si
graffiasse.
"Dove siamo?" disse a un tratto Sango, arrestandosi.
Miroku, che, fino a quel momento era stato in silenzio con gli occhi
chiusi, si voltò. "Siamo nella valle del Goshinboku,
chiamiamola
così."
"Ovvero?"
"Siamo nel posto in cui sorge il Goshinboku."
Sango sentì una vena pulsarle sulla fronte "Miroku... MA LO
SAI CHE INU-YASHA FU SIGILLATO AL GOSHINBOKU???"
Il monaco aprì la bocca per parlare. Poi la richiuse - la
riaprì e la richiuse ancora un paio di volte.
"Tu..." si massaggiò le tempie, furiosa "Hai sempre saputo
l'ubicazione di Inu-Yasha. Ma... Kami! Non sei mai venuto in questa
valle?"
"In tutta sincerità, no. Cioè, ai confini si. Ma
non sono
mai arrivato alle sponde del lago, e non ho mai guardato il Goshinboku."
"Sei un idiota." esclamò la sterminatrice, lasciandolo
andare e correndo verso il lago.
Kagome
si risciacquò
per l'ennesima volta i lunghi capelli neri, passandoci un po' di
sapone. Poi si tuffò, nuotando sott'acqua...
Un paio di secondi, poi ritornò a riva, i capelli intorno al
capo... e Inu-Yasha seduto sulla riva a fissarla.
Sbiancò, per poi arrossire di botto "Che ci fai qui? Non ti
avevo forse detto di andare via per un po'?"
L'hanyou contrasse il volto in una smorfia infastidita "Non che mi
importi, ma se un demone ti avesse attaccato in mia assenza saresti
morta."
"Non credo." Kagome, con un gesto lento, studiato per apparire automatico, si
portò i capelli davanti, in modo da coprirle il seno - Dannazione, perchè
deve essere così prosperoso? si
domandò, per la prima volta, scocciata.
"Io dico di si... le mocciose come te non hanno vita lunga, nel regno
di Goshinboku."
"A CUCCIA!"
Inu-Yasha cadde dal sasso su cui si era poggiato, perdendo l'equilibrio
e schiantandosi al suolo, mentre Kagome,
rapida, nuotava sinuosa nell'acqua fino a raggiungere i suoi vestiti.
Con foga, afferrò un asciugamano e se lo avvolse intorno,
mentre
usciva dal lago.
L'hanyou fece del suo meglio per tirarsi su, ma aveva preso una bella
botta - gli doleva il naso, che aveva duramente cozzato con il suolo, e
si era graffiato superficialmente.
Alzò il capo furente... e la sua furia cessò sul
nascere.
Era raggomitolata in un'ampia coperta nera, che accentuava la pelle
bianca. I capelli erano umidi, lisci contro l'asciugamano. Sembrava una
bambola...
"Mocciosa, stai tremando." costatò, cercando di mettersi in
piedi. Kagome non fece una piega, restando sulle sue.
"Cosa c'è ora? Perchè non rispondi?" Inu-Yasha le
si sedette accanto, ma lei, ostinata,
si voltò.
"Se
non mi dici cosa ti ho fatto... Va beh, fa freddo e devi coprirti."
Kagome
biascicò qualcosa, e Inu-Yasha la guardò curioso
"Cos'hai detto?"
"Voltati."
Poi,
la mora si mosse, mettendosi di spalle.
"Voltati."
ripetè con maggior veemenza, mentre Inu-Yasha si accingeva a
eseguire l'ordine, leggermente riluttante.
Sentì
la stoffa
della coperta scivolare per terra con un debole tonfo, e il leggero
cotone degli indumenti contro la pelle della ragazza -
involontariamente si girò, ritrovandosi a fissare come sotto
ipnosi la schiena pallida della ragazza, non ancora coperta dalla
maglia.
Kagome
si chinò per prendere un top, e notò che l'hanyou
la guardava - urlò.
"Cosa
c'è?" Inu-Yasha si tappò le orecchie con furia,
voltando il capo verso il sole.
"Ti
avevo detto di girarti..." respirò "A CUCCIA!"
Un
rumore fortissimo
si alzò, mentre un solco di dimensioni enormi si
scavò
nel terreno... Kagome era pronta a finire la sua opera, assestandogli
un calcio - mentre l'hanyou si schiantava, si era rimessa il top - ma
una voce potente la chiamò.
D'istinto
si girò, e
Sango la travolse, gettandola per terra e tempestandola di pugni
"Scema, ti avevo detto di non andare."
Continuò
così
per un po', finchè un suono gutturale non
richiamò
l'attenzione delle due e di Miroku, appena arrivato.
"Ah,
è vero..." sbuffò Kagome, annoiata - Inu-Yasha
era ancora steso per terra, furente "Sei ancora lì."
"Dannata...
Kagome, ti detesto! Non fai che ripetere quella frase odiosa..."
Sango
e Miroku fecero
scorrere lo sguardo tra le due, attenti a non perdere neppure una
battuta di quella divertentissima commedia - i due non facevano altro
che chiamarsi con epiteti poco gentili, e accusarsi tra loro.
Dopo
aver tossito un po',
Miroku richiamò l'attenzione su di sè "Signorina
Kagome... potrebbe farmi il piacere di spiegarmi come ha trovato questa
valle? E come ha interpretato l'indizio di Sesshomaru-sama."
Inu-Yasha
storse la faccia, alla fine della frase.
"Allora...
quello che ha detto Sesshomaru era una cosa banalissima. All'ombra della leggenda...
è un altro modo per indicare il lago Taisho. Solo ora ho
capito
che si riferisce al fatto che è all'ombra del Goshinboku,
albero
a cui era sigillato Inu-Yasha... su Inu-Yasha c'è un
leggenda.
Quindi, poichè era sigillato all'albero che faceva ombra al
lago, era questo il luogo. Per raggiungerlo... grazie alle varie
cartine che ho consultato durante i miei "studi" sul castello, e alla
mia buona memoria, mi sono ricordata il tragitto, e ci sono arrivata. E
poi, è in linea diretta... basta seguire il percorso."
Miroku
si diede dello stupido mentalmente per non aver saputo interpretare
allo stesso modo il messaggio di Sesshomaru.
"Quindi"
Sango si avvicinò a Inu-Yasha, dandogli un piccolo calcio
"lui sarebbe il fratello di Sesshomaru, Inu-Yasha."
"Fratellastro."
la corresse rapidamente Inu-Yasha. Kagome si lasciò sfuggire
un sorriso.
"Sei
più simile a
tuo fratello di quello che credi... anche lui ci ha corrette allo
stesso modo." disse la miko, sistemandosi meglio il top.
Inu-Yasha
lanciò un rantolo furioso, quando Miroku si
lasciò cadere sulla schiena del ragazzo.
"Perdono!"
Inu-Yasha
diede un fortissimo pugno sul capo del monaco - Perchè tutti mi
prendono a pugni?
si chiese esasperato, mentre l'hanyou gliene sferrava un altro. Kagome
si portò una mano sul volto, in preda ad una crisi di rabbia
-
Sango, invece, sghignazzava.
"AHHH!!!"
Tutti
si voltarono verso Kagome.
"E
Rin? E Sesshomaru? Dove sono, loro?"
"Beh..."
esordì
Sango "Si sono diretti verso il palazzo governativo - o come si chiama,
non me l'hanno detto. E noi dobbiamo raggiungerli... Sesshomaru ci
resterà secco quando si renderà conto che sei
viva, e che
hai liberato Inu-Yasha."
Mentre
Inu-Yasha si
lasciava sfuggire qualcosa riguardo a come desiderava che Sesshomaru ci
lasciasse le penne, Kagome e Sango si accordarono sulla partenza -
sarebbero partiti quella sera stessa, con l'ausilio del buio nessuno li
avrebbe notati.
Sesshomaru
uccise l'ennesimo demone senza una smorfia, lasciando Rin di stucco.
"Sesshomaru-sama?"
mormorò Rin, avvicinandosi e tirandogli piano una manica del
kimono "è proprio necessario uccidere tutti questi demoni?"
L'espressione
angelica che
aveva dipinta sul volto sorprese lo youkai che, rinfoderata una spada -
ne portava 3 o 4 al fianco -, riprese il suo muto cammino.
"Sesshomaru-sama,
per favore!"
"Silenzio."
Rin
arrestò
l'andatura, imitando Sesshomaru, fermo e in ascolto. Rin strinse la
bocca, sforzandosi di regolarizzare il suo respiro troppo rapido e
pesante.
"Cosa
c'è...?" sussurrò.
Sesshomaru
la osservò per un attimo, e poi si lasciò
sfuggire "C'è un demone."
"Ah."
fu la silente replica di Rin.
Lo
youkai non aggiunse
nulla di più, ma riprese la spada e scomparve nell'ombra -
quando riapparve, la lama era intrisa di sangue.
Ricominciò
a camminare, seguito da Rin...
La
meta era ancora lontana.
Ciao a
tutti, miei amati lettori!
Nuovo capitolo, nuovi avvenimenti... Che ve ne pare? Le relazioni sono
parallele... i viaggi pure... chissà come si svilupperanno
queste coppie! XD Comunque, se da una parte troviamo Inu-Yasha, che
dimostra di provare sentimenti, dall'altra abbiamo Sesshomaru, simile
ad un blocco di ghiaccio. Non invidio Rin... XD E poi c'è
Miroku, sempre il solito pervertito.
Comunque, come sempre, vi ringrazio di cuore per i commenti. Mi hanno
resa felicissima! Vi giuro, siete dolcissimi, mi commuove sempre sapere
che la fan fic vi piace!
Ora, RINGRAZIO:
ryanforever
Si, Inu è un dolcissimo baka ^^. Mi fa piacere che lo scorso
capitolo ti sia piaciuto, e spero che anche questo sia stato di tuo
gradimento: se così non è stato, dimmelo! Baci!!!
inufan4ever (kikkachan!)
ç_ç Kikka, ti voglio tantissimo bene, sai?
Cercherò di portare avanti il libro, se non altro per te! La
tua sensei... ç_ç sei troppo gentile, sai? Ma non
mi invidiare, non sono così brav (roro si blocca o Kikka la
squarta). W Edward Cullen!!!
Morgana86 Inu-Yasha
è sempre uguale ma, come dici tu, forse è bello
proprio per questo XD. Si, ci vuole proprio un'immaginazione molto
fervida, per scambiare Kagome -dolce e tenera- per Kikyo -che, da
morta, è molto simile ad un pezzo di ghiaccio o ad una vaso
canapo-. Comunque, possiamo dire in sua difesa che, Inu, si era appena
risvegliato, e non l'ha vista bene... Mi fa piacere che la storia ti
piaccia, e ti ringrazio per i complimenti che dici sarebbe superfluo
farmi (anche perchè io non credo di meritarmi alcun
complimento, non sono poi così brava.). Spero di aver
aggiornato abbastanza in fretta! Baci!
Michiyochan Si,
qualche volta anche Inu è carino XD (Ehi!!! ndInu).
Comunque, non far caso al mio paragone XD. Era uno sclero stupido! XD
Mi fa piacere che tu abbia trovato divertente tutti quegli "A cuccia"
(Inu si schianta al suolo con un botto). Come hai giustamente notato,
Inu non è abituato alle dimostrazioni d'affetto... ma ce la
farà a migliorare! Con Kagome al suo fianco, ci
riuscirà di certo! XD Spero che lo svilupparsi delle coppie
(Non frettoloso, perchè, secondo me, per ogni cosa ci vuole
tempo) ti sia piaciuto! E grazia mille per il commento, mi piacciono
molto quelli così! ^^ Un bacione!!!
Bchan Forse
non mi sono ben spiegata, ho molte idee, non preoccuparti ^^, non sono
senza fantasia! Comunque, sono felice che il capitolo ti sia piaciuto!
^^ Continuerò a scrivere, non mi sembra di aver mai detto il
contrario! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, baci!
Isy_264 Si,
nel gruppo di Rin e Sessho si aggregherà Jaken! ^^ E si, a
Inu-Yasha piace il profumo di Kagome, e questo è un bene! ^^
Povero Inu, continuamente mandato "A Cuccia" (Inu cade al suolo). Spero
che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
Aryuna (Ary - mia sensei)
Aryyyyyy!!! Che bel commento lungo lungo!!! *_* (roro ha gli occhietti
a cuoricino). Brava, lancia le scarpe a Inu! (roro sferra un pungo sul
capo di Inu, che guaisce). Anch'io, però, voglio toccare le
pucciosissime orecchie di Inu! (roro gioca con le orecchiette di Inu,
mentre questi fa le fusa a Kagome O.O). Comunque, sniff... è
vero, Sessho, potresti metterti anche tu delle orecchi così
tenere e pucciose, faresti colpo! (Sesshomaru da Tenseiga in testa a
roro, che frigna. A quel punto, il demone le concede di toccare la
coda, basta che la smetta di strillare). O.O Sesshomaru, non ti facevo
così tenero! Comunque (roro continua a giocherellare con la
morbida coda, offrendone un po' anche ad Ary), hai ragione, stanno
migliorando i rapporti... chissà, chissà! Un
bacione, alla prossima! Ti voglio un sacco di bene!
ran ugajin92 (Marty -
Martuccia - sensei) S-Superlativo? Marty, non esagerare!
-.- (Ok, roro teme che Marty le scagli contro l'emoticon che usa il
mitra). Si, Inu non capisce una mazza, ma questo era assodato, no?
(EHI!!! ndInu). Mi fa piacere che per la parte dei tuoi beniamini avevi
gli occhi a cuoricino... questa qui l'avevi già letta, ma
come l'hai trovata? *_* Bacioni! Ti voglio un mondo di bene!
Yunie88 (Valeria) XD
Kagome intraprendente? Perchè? Guarda che l'ha solo
consolato, mica voleva altro! -.- Ma ci sarà, l'ho promesso
a Lily, qualcos'altro ci sarà... XD Grazie per i
complimenti! Kissoni!
Kaggi_Inu91 (Giulia) L-La
tua fic preferita? Giulia, sei un tesoro, ti voglio tanto bene! Ma non
merito certi complimenti, sappil (roro ha il solito brivido freddo. Sa
che, se terminerà la frase, qualcuno tenterà di
ucciderla). Si, anche Rin e Sessho si stanno avvicinando, hai notato?
Ma mi sto sforzando di non rendere tutto troppo OOC... che te ne pare?
Spero di aver aggiornato presto! Bacioni! Ti voglio tantissimo bene!
ary22 (ary) Già!
Kagome deve scioglierlo... e ci riuscirà, no? XD Grazie
mille dei complimenti, sono felice che tu trovi che io stia
migliorando, è un onore! ^^ Un bacione, spero che il
capitolo sia stato di tuo gradimento!
cri_91
Davvero aspettavi questo momento dall'inizio della mia fic? O.O Beh, mi
fa piacere che sia finalmente arrivato! Ma, da ora in poi, momenti come
quello ce ne saranno ancora, lo giuro (ci sarà anche di
meglio, però!). Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Alla
prossima!
emily ff (Gin)
Si, Inu è un Idiota con la I maiuscola. Che dire, io penso
che gli manchi qualche rotella! (EHI! ndInu) Comunque, grazie mille per
il commento... sono felice che tu sia stata una delle prime! Che te ne
pare di questo capitolo? Kiss!
jessy101 (jessy) Ciao
Jessy! Ma davvero il capitolo precedente ti è piaciuto
così tanto? O.O La cosa mi sorprende, anche
perchè non ne ero proprio sicura, a dire il vero... Spero di
aver aggiornato abbastanza in fretta, e che il capitolo sia stato di
tuo gradimento! Un bacione!
kirarachan (Vale) Mi fa piacere che il capitolo precedente
ti sia piaciuto! Si, Inu è sempre Inu, non cambia mai di una
virgola, purtroppo... (Ehi! ndInu) Comunque, grazie mille per i
complimenti che dici di avere in testa, la cosa mi sorprende ^^! Ti
voglio tantissimo bene, kiss!
KAGOlove (Ramo) Ciao!!!
Sono felicissima che non hai trovato errori, anche se ci tengo a
precisare che, se ci sono, in buona parte sono di battitura, quindi
difficili da individuare... Ti chiedo comunque venia! ^^ Spero che il
capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
Grazie anche a chi solo legge e a chi mette la fic tra le
preferite. Cercherò di aggiornare il prima possibile! Baci a
tutti!!!
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Capitolo 10 *** Shippo, Kirara e Jaken ***
New Fan Fiction 10
Because
of you
Capitolo 9 - Shippo, Kirara e Jaken
Il
gruppo era già in viaggio da un po'.
Kagome e Sango, l'una accanto all'altra, discutevano in merito ad un
esame - Miroku e Inu-Yasha non ci capivano molto, limitandosi a
lanciare loro brevi eloquenti
occhiate di disinteresse.
"Sango... secondo te, quando torneremo, il professore ci
costringerà a sostenere un esame speciale?"
La mora osservò per un po' l'amica, prima di scuotere il
capo
"Siamo in viaggio per il re, non dimenticarlo. Non può
costringerci a sostenere proprio nulla."
"Ah..."
"Sembri delusa." costatò scioccata la sterminatrice "Non
dirmi che avresti realmente voluto sostenere un esame!"
"Beh, ci avrebbe aiutate con il programma." Kagome sembrava seria, e
Sango sentì lo sbigottimento aumentare di secondo in secondo.
Fu in quel preciso istante che Miroku decise di dar vita ai suoi
più radicati propositi: allungò entrambe le mani
-
Inu-Yasha inarcò un sopracciglio, osservandolo confuso - e
le
portò sui fondoschiena delle ragazze.
Kagome sobbalzò, mentre Sango, furente, si voltava e lo
colpiva in pieno viso, lasciandogli un'indelebile cinquina
sulla guancia destra, mentre gli bloccava il polso con la sinistra.
"Brutto monaco depravato," esordì, furente "non provare mai
più a farci una cosa del genere!"
Miroku annuì a malincuore, allontanandosi dalla
sterminatrice e correndo da
Inu-Yasha - appena fu vicino all'hanyou, sospirò "Come si fa
ad
avere due simili bellezze innanzi e rimanere impassibili?" chiese ad
alta voce, benchè la sua domanda fosse più
rivolta a
sè stesso che al mezzo-demone.
"Tsk, che idiota."
"Come, prego?"
"Mi domando come ci si possa rendere ridicoli in questo modo per due
mocciose. Specie per quella Kagome." Storse il naso, per poi voltarsi
di scatto verso Kagome - la ragazza aveva appena tossicchiato per
schiarirsi la voce.
"A CUCCIA!"
Sotto gli sguardi allibiti di Sango e Miroku, un solco - un enorme
solco - si scavò nel sentiero. L'eco dello schianto
risuonò per tutta la foresta, presto seguito dalle
contagiose
risate della sterminatrice e del monaco.
"Non ci vedo nulla da ridere, stupidi." disse l'hanyou tra i denti,
bene attento a non farsi sentire da Kagome - lei lo osservava con aria
di sufficienza, blaterando su quanto fosse rozzo.
"Kagome," Sango la prese a braccetto, mentre Miroku si sforzava di
tirare su Inu-Yasha "me lo aspettavo..."
"Diverso?" concluse Kagome per lei, sospirando.
"Già. Mi aspettavo un principe, dai modi fini e raffinati"
un'occhiata scettica di Kagome la raggiunse - le leggende l'avevano
sempre detto che Inu-Yasha era fuori da ogni schema "e, invece, ci
ritroviamo davanti questo inetto maleducato."
"Eh? Ah... si." rispose la miko, troppo immersa nei suoi pensieri per
seguire la sterminatrice nei suoi ragionamenti: Inu-Yasha poteva essere
un cafone, uno stupido, un maleducato, un inetto, un emerito incapace,
un imbecille e quant'altro, ma Kagome non poteva fare a meno
di
trovarlo... - deglutì - ... carino.
"Ehi."
Kagome si voltò, appena capì che era stato
Inu-Yasha a parlare.
L'hanyou era fermo, il volto verso la foresta. Spostò solo
gli
occhi verso di loro, e l'ambra, prepotente, si mischiò col
cioccolato - un fremito li colse entrambi.
"C-Cosa c'è?" balbettò Kagome confusa.
"Ci sono dei..." Inu-Yasha dissolse lo sguardo e odorò
l'aria
"demoni. Non sono potenti, ma ci sono. Che volete fare?"
portò
il pollice della mano destra ad indicare il folto della foresta - lo
sguardo era totalmente indifferente, come se non fosse stato lui a
parlare, ma qualcun'altro.
"E' nostro dovere raggiungere Sesshomaru e Rin. Non vedo
perchè
dovremmo disturbarci per due demoni, magari inoffensivi." fu il secco
commento di Sango.
"Inu-Yasha." Kagome sembrava non aver ascoltato neppure in minima parte
l'amica "Quando hai parlato dei demoni... beh, non avevi un'espressione
crudele.
Non sono due demoni adulti, giusto?"
"No. Si tratta di..." annusò "un cucciolo di kitsune e di
una
nekomata. La nekomata è adulta, mentre il cucciolo... non
potrà avere più di sei anni."
Kagome sobbalzò "Sei anni? Ma è un bambino! Non
voglio sentire ragioni, io vado da lu-"
"STA GIU'!" urlò Inu-Yasha, spingendola al suolo - una
saetta li
mancò di pochi centimetri, e a Kagome scappò un
urlo
terrorizzato, soffocato dalla veste che l'hanyou le tirò sul
capo. "Non ti muovere..." continuò Inu-Yasha, mentre si
staccava
da lei e si metteva in piedi "Adesso vediamo chi è."
"Meglio dire chi sono." lo corresse Miroku "Sono Hiten e Manten, due
demoni fratelli. Scorrazzano in questa zona di raro, perchè
spaventati da Sesshomaru. Ma ora che lui non è presente..."
lasciò cadere il discorso.
"Bene, avrò modo di sgranchirmi, finalmente."
esultò l'hanyou, stiracchiandosi e facendo schioccare le
dita.
"No, tu non fai proprio nulla!" Kagome scattò in piedi,
gettando l'abito al suo proprietario - Inu-Yasha, confuso, lo prese
al volo "Non mi va l'idea che tu ti metta a fare a botte appena...
appena..." non riusciva a dire Tornato
in vita. Per lei, lui non era mai morto.
Fu Sango a notare il suo disagio, e prendere la parola "Preferiremmo
evitare lo scontro, se possibile."
"Sono d'accordo." Miroku annuì, abbracciando la
sterminatrice "Recuperiamo
i demoni e evitiamo i fratelli. Vero, Sanguccia mia adorata?"
Sango si scostò di malo modo, ritornando vicino a Kagome.
"3 contro uno." disse trionfale la miko, guardando Inu-Yasha. L'hanyou
non rispose, ma qualcosa - un leggero borbottare - le fece intuire che
non era proprio d'accordo con loro.
"Sesshomaru-sama?"
Rin si avvicinò tremante allo youkai, e gli strinse il
kimono - gelido, deciso,
lo youkai scosse il braccio, facendole lasciare la debole presa.
"Sesshomaru-sama, mi ascolti! C'è qualcosa,
laggiù!" ripetè per l'ennesima volta la nigen.
"Cosa vuoi che ti dica?" la voce di Sesshomaru era piatta, normale.
Menefreghista, quasi. "Umana, non mi importa minimamente.
Ucciderò i demoni che intralceranno il mio cammino."
"Ma io non voglio!"
In meno di un giorno di cammino, l'argomento Uccidere
era stato affrontato innumerevoli volte, e lui aveva sempre
terminato la faccenda ignorandola - o, meglio, perseverando ad
ignorarla.
"Umana, mi arrechi fastidio." ribattè gelido. La nigen
sentì
un brivido correrle lungo la schiena, ma si sforzò di
mantenere
il suo buonumore.
Strinse con forza la piccola borsetta che le pendeva di
fianco, e iniziò a saltellare per tenere il passo dello
youkai.
Stava per aprire di nuovo la bocca, e parlare, quando un boato,
proveniente dalla loro destra, li colse impreparati.
Sesshomaru si voltò rapido, mentre Rin si parava il volto,
come
se si aspettasse qualche altra esplosione. Aveva il cuore in gola, e le
gambe stavano per cedere...
A un tratto, la ragazza, che aveva tenuto gli occhi sigillati,
sentì il
lento incedere di Sesshomaru riprendere. Istintivamente, gli corse
dietro.
"Cos'era quel boato?" domandò con il cuore in gola - lo
youkai
si voltò, inchiodandola con il suo sguardo - freddo,
intenso,
penetrante, austero, duro, severo... Rin non potè non
pensare
che, insieme a tutti quegli aggettivi, anche triste fosse
compreso.
"Demoni. Dev'esserci uno scontro, qui vicino." la guardò
pochi
attimi. Un volto piccolo, con due grandi occhi nocciola... le labbra
sottili, e rosse, e la pelle chiara... tenera, ma al contempo con una
strana forza nello sguardo. Ritornò a fissare la strada.
"Uno scontro, Sesshomaru-sama?"
Il demone grugnì, e si impose di non proferire
più parola.
Quindi Rin, silente, fu costretta a seguirlo...
"Kyaaaa!"
Kagome corse in avanti: in una radura, distesi al suolo, c'erano i due
demoni di cui Inu-Yasha aveva parlato.
Uno era un cucciolo dai capelli rossi e gli occhi verdi - aveva una
folta coda marroncina, simbolo di appartenenza ai demoni volpe.
L'altro, era una piccola gattina dal pelo chiaro, e con due grandi
occhi rossi dall'iride nera.
Entrambi, all'urlo della miko, sobbalzarono, e la osservarono stupiti
"Sei un'alleata di Hiten e Manten?" domandò il cucciolo di
volpe, mentre la nekomata gli si parava innanzi e mutava di forma -
diventò molto simile ad tigre dai denti a sciabola, e dalle
zampe uscirono delle fiamme.
La mora scosse il capo "Non li conosco neppure."
"Bene, allora... Kirara," saltò in groppa alla tigre "non
è un nemico. Spero."
La nekomata si limitò a ringhiare, e riprendere le sue
solite sembianze, mentre nella valle arrivavano anche gli altri.
Inu-Yasha, le mani infilate nelle ampie maniche dell'abito, procedeva
in primis, seguito a ruota da Miroku, con una guancia pesta, e Sango,
furiosa.
"Un hanyou!" urlò il cucciolo, lanciandosi in braccio alla
mora "Ho paura dei demoni, aiutami!"
Kagome carezzò il capo del cucciolo, per poi voltarsi verso
Inu-Yasha "Allontanati, il cucciolo ha paura."
"Dovrei allontanarmi? Non è più semplice
allontanare quell'ammasso di pelo?"
Il piccolo youkai saltò su, offeso, e guardò
Inu-Yasha con le lacrime agli occhi.
"INU-YASHA! Lo stai facendo piangere!"
"Sai quanto mi importa? Io non ci volevo neppure venire, con te!"
"A si?"
"SI!" urlò offeso l'hanyou - non sapeva bene neppure lui
cosa l'aveva offeso. Sapeva solo che lo disturbava che la mocciosa stringesse
così al petto quell'inutile demone.
Kagome osservò pochi attimi ancora Inu-Yasha - Lo sapevo che era uno stupido!
Non sarei mai dovuta
venire! pensò, afflitta, prima di prendere un
grosso respiro... "A CUCCIA!"
Un istante: il rosario al suo collo si illuminò, tirandolo
verso il suolo.
"Ora," la mora rivolse nuovamente la sua attenzione al cucciolo "Puoi
dirmi come ti chiami?"
"Shippo!"
...
Rin
era stanca, ma aveva ben capito che Sesshomaru non si sarebbe fermato
per nulla al mondo. Quindi, a capo chino, lo seguiva.
Aveva
sperato che
ricominciasse a risponderle, almeno a monosillabi, ma ciò
non
era avvenuto - neppure un grugnito. Sesshomaru si era imposto di non
parlare, e manteneva il suo proposito.
La
giovane aprì la
borsa, prendendo una piccola bottiglia e bevendo un sorso del contenuto
- thè. "Sesshomaru-sama, ne vuole un po'?"
domandò poi
cortese.
Nessuna
risposta, il
demone, che, sentito il rumore, si era leggermente voltato, aveva
ripreso a fissare la foresta. Rin si sentiva sola.
"Er...
ha fame?" gli
allungò un pacchetto di patatine, ma l'assoluto silenzio non
fece altro che incrementare la disperazione della moretta. Disperata,
arrabbiata, Rin posò le patatine e allungò il
passo,
superando il demone - gelido,
così gelido!
- e continuando il suo cammino, voltando direzione ogni qual volta la
sua memoria le dicesse di farlo, e inciampando di tanto in tanto in
qualche sasso, o in qualche ramo, senza però mai cadere.
Poi,
sentì il cammino di Sesshomaru arrestarsi. Si
voltò.
Gli
occhi gelidi del demone fissavano un punto impreciso della bosco, dove
gli alberi formavano un groviglio.
E
dove un esserino verde simile ad una rana, con gli occhi umidi, urlava,
gracchiante "Padron Sesshomaru!"
Rin,
sbigottita, vide il
piccolo demone correre verso di loro, e prostrarsi ai piedi dello
youkai. Sembrava sinceramente intimorito e felice, e la nigen
incominciò a chiedersi se quel piccolo essere verde
conoscesse
Sesshomaru-sama.
"Jaken."
disse con i suoi
occhi dorati lo youkai - sembrava non vederlo, tale era l'indifferenza
con cui pronunciò quella semplice parola.
"Padron
Sesshomaru!" il
demone si asciugò gli occhi con una manica del consunto
vestito
marrone, e poi alzò l'enorme bastone che portava con
sè.
"Quanti anni sono che non vi vedo... Padron Sesshomaru!!!" gli
saltò addosso, prendendo nelle piccole mani il kimono bianco
del
demone.
Sesshomaru,
infastidito,
assestò un calcio al demone e lo gettò via,
riprendendo
il cammino. Rin, invece, corse a raccogliere il demone.
"J-Jaken...
mi pare che
Sesshomaru-sama ti abbia chiamato così... ehm, come stai?"
chiese, scrollandolo. L'esserino le lanciò un'occhiata
furiosa.
"Umana,
come osi toccarmi, e come osi seguire il Padron Sesshomaru?"
"Tsk...
non mi sembra il modo adatto di parlare con una persona."
"Tsk,
tu sei una semplice
umana! Quindi, lasciami in pace! E va' via..." con la mano, le fece
cenno di allontanarsi "Sei solo un fastidio."
"Rin."
La
ragazza si voltò, ancora incredula. Quella era la voce di
Sesshomaru. L'aveva chiamata lui.
"A-Arrivo...!"
Rin si
rialzò, lasciando Jaken, che cadde a terra, e correndo
dietro lo
youkai, raggiante. Dopo poco, anche Jaken iniziò a correre
per
raggiungerli.
Sesshomaru
li guardò con la coda dell'occhio mentre litigavano per il
posto dietro di lui - Inetti.
...
"Shippo,
come ti senti?" domandò Kagome.
Inu-Yasha,
in un impeto di
rabbia contro il cucciolo, che l'aveva preso in giro, gli aveva
assestato una scarica di pugni sul capo. E ora Shippo piangeva
disperato, rotolandosi sul prato e ripetendo quanto Inu-Yasha fosse
cattivo.
"Tsk,
la colpa è
tua, non dovevi prendermi in giro." commentò l'hanyou,
mentre
carezzava il dorso della nekomata - incredibilmente, Kirara sembrava
trovarlo simpatico.
"Inu-Yasha,
è vero.
Lui non avrebbe dovuto prenderti in giro. Ma non dimenticare che tu sei
un adulto! Non dovresti comportarti così con i
più
piccoli, sappilo!" acida, Kagome gli riversò tutta la sua
rabbia, mentre sul suo volto compariva un'espressione furiosa.
"Stregaaaa."
Inu-Yasha iniziò a farle versacci.
Mentre
i due si azzuffavano, Sango e Miroku, tranquillamente seduti poco
più in là, sorseggiavano un thè.
"Come
sono infantili." disse la sterminatrice, facendo un altro sorso.
"Eh,
già...
Sanguccia, meno male che io e te siamo così seri!" con
calma,
Miroku allungò una mano, prontamente fermata da Sango.
"Sta'
buono. Io non sarò infantile come Kagome, ma fisicamente
sono molto più forte, sappilo."
"Si,
lo avevo capito." ridacchiò Miroku, massaggiandosi il polso
ormai gonfio.
Il
silenzio piombò
nella valle quando Kagome, in preda ad un eccesso di furia omicida,
disse 10 "A cuccia" consecutivi. La buca scavata da Inu-Yasha era
profonda, anche più delle altre volte, ma la miko
assicurò a tutti che l'hanyou era sicuramente vivo - il suo
borbottio furioso, e le sue imprecazioni mozzate le giungevano chiare
alle orecchie.
Quando,
tremante, lo videro ricomparire, tutti tirarono un sospiro di sollievo.
"Ora
noi dobbiamo andare," disse a quel punto Kagome, rivolta a Shippo e
Kirara "ma voi avete un posto dove stare?"
Shippo
scosse il capo,
mentre si mordeva il labbro inferiore e dagli occhi cadevano goccioloni
continui "N-No... il mio papà è stato ucciso da
Hiten e
Manten, e Kirara, da quel giorno, ha fatto il possibile per me. Ma noi
siamo soli!" tirò su col naso.
La
mora li guardò un
paio di secondi, prima che gli occhi le si riempissero a sua volta di
lacrime "Inu-Yasha, non possiamo lasciarli soli!"
L'hanyou
sentì la
mascella cadergli a terra, e spalancò gli occhi ambrati
"Cosa?
No, è fuori discussione. Non possiamo portare dei bambini
con
noi!"
"Invece
si!"
"Già."
Kagome
e Shippo, insieme,
erano una squadra inattaccabile - quando anche Miroku, mosso a
pietà, si aggiunse al gruppo, sfoderando i suoi famosi Occhi
da
cane bastonato, Sango e Inu-Yasha furono costretti a capitolare.
"Ma
solo per un po'." la
sterminatrice lo disse subito, chiara e coincisa, ma nessuno le diede
ascolto, visto che i tre erano intenti a festeggiare, mentre Kirara
miagolava contenta.
Il
gruppo era finalmente al completo.
Hola a tutti!
Forse, come lasciava capire il titolo (XD), avete tutti capito cosa
succedeva in questo capitolo prima ancora di leggere! XD Va beh, spero
che vi piacciano, queste entrate in scena! XD Il gruppo di Inu-Yasha
non sarebbe stato tale, senza Kirara (la mia micinaaaa) e Shippo (^^
Shippetto!). E neppure il gruppo di Sesshomaru, sarebbe stato tale,
senza il "mitico" Jaken! XD Spero che non risulti troppo OOC, il caro
esserino verde! XD Mmm... Ho deciso! Vi darò uno spoilerino
sul
prossimo capitolo ^^. Comparirà un altro personaggio...
leggermente attaccato a Kagome... che non prova tanta simpatia per
Inu-Yasha... Dai, che ci siete arrivati! XD
Ho notato un calo dei commenti... non dico che non mi dispiaccia, ma,
se non avete commentato, forse vuol dire che la fic non vi piace
più. Se è così, non esitate a farmelo
sapere, ok?
Comunque, ci tengo a dedicare questo capitolo a Kikka, come augurio per
la nuova fic e come regalo per l'ultimo capitolo di From now, a
Martulla, come augurio per la nuova fic e come ringraziamento
perchè sopporta i miei scleri e mi aiuta con la nuova fic
che ho
in cantiere, a Kadduccia Bedduccia, perchè, come Marty,
sopporta la nuova fan e parla con me (grazie, microfono, anche se sei
stupido ti adoro comunque!)... e a Lily, perchè è
Lily, perchè mi
sopporta e perchè legge i miei scleri e mi dice che ne
pensa!!!
E, naturalmente, a tutti coloro che chattano con me su msn!
RINGRAZIO (e mi scuso se non mi dilungo, ma vado di fretta):
KaDe (Kadduccia
Bedduccia, regina delle Anaconda)
kingdomheart (Mery ^^)
emily ff (Gin ^^)
Michiyochan
KAGOlove (Ramo ^^)
inufanforever (Kikkaaaa)
kirarachan (Vale ^^)
Aryuna (e la fantastica pelliccia di Sessho!!! XD)
Bchan
jessy101 (Jessy ^^)
cri_91
7919 (Ika alias Icchan)
Kaggi_Inu91 (Giulia!!! ^^)
ryanforever
ran ugajin92 (Martulla, signora dell'Anaconda)
Grazie anche a chi solo legge ^^. Aggiornerò il prima
possibile, ve lo giuro. Ma voi continuate a seguirmi e a farmi sapere
che ne pensate, eh? (P.S. Non è che qualcuno potrebbe
lasciarmi un bel commentone, se ne ha tempo? *_* Lo gradirei
smisuratamente - anche se, però, gradirò
ugualmente anche i commenti brevi ^^). Un bacione a tutti!!!
P.S. Presto, probabilmente, poserò una nuova fan fic, dai
toni più leggeri e comici... spero seguirete anche quella!!!
^^ Besos!
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Capitolo 11 *** Youkai ***
New Fan Fic 11
Because
of you
Capitolo 9 - Youkai
"Inu-Yasha,
dobbiamo fare una pausa per l'acqua."
"Inu-Yasha,
abbiamo sonno, lasciaci riposare!"
"Inu-Yasha,
io e Sango vorremmo farci un bagno, quindi attenti a non sbirciare!"
L'hanyou
si sedette, furioso,
in una piccola radura, interamente coperta dalle verdeggianti chiome
degli alberi. Una vena gli pulsava sul capo, e batteva ritmicamente il
piede per terra, in ansia.
Kagome,
saltellando
compiaciuta, non faceva altro che proporre soste, subito approvate - e
appoggiate - dai restanti membri del gruppo. E lui, unico hanyou del
gruppo, veniva messo alle strette dai 3 umani e il piccolo kitsune.
Umiliante.
Ora,
la miko aveva anche proposto di farsi un bagno - ridicolo. Ma se c'era
qualcosa di realmente ridicolo, era stato il suo Quindi attenti a non sbirciare.
E' vero. Il monaco era un pervertito. Ma rivolgere la stessa frase
anche a lui era stupido, dato che, di vedere quella mocciosa nuda, non
poteva importargli di meno.
Sbuffò
per
l'ennesima volta, mentre Shippo, con la suo voce troppo stridula,
avvisava gli altri che avrebbe raggiunto le ragazze e Kirara alla fonte.
"I-Inu-Yasha..."
Miroku si
avvicinò tremante all'hanyou, massaggiandosi la guancia
rossa,
ultimo regalo della sterminatrice "Posso andare anch'io?"
Inu-Yasha
inarcò il sopracciglio, vagamente
infastidito da quella possibilità.
Gli
andava che Miroku venisse picchiato? Si, questo si. Era uno spettacolo
esilarante.
Voleva
che Miroku si allontanasse e lo lasciasse in pace? Si, un po' di riposo
gli avrebbe fatto bene.
Ma...
gli andava che Miroku sbirciasse Kagome?
Scattò
in piedi,
rosso in volto, e afferrò il vestito del monaco "Tu non vai
a
farti pestare. Poi Kagome se la prenderebbe con me."
Il
monaco si mosse,
obbligandolo a lasciarlo, e si sedette sotto un albero piuttosto
grande, sospirando afflitto ogni pochi minuti.
Finalmente,
il gruppo tornò.
Kagome
e Sango, entrambe
con un corto vestitino pastello - quello di Kagome celeste e quello di
Sango verde -, si sfregavano con forza i capelli con un asciugamano in
tinta con il vestito. Shippo, poco distante, era comodamente disteso su
Kirara, e beveva avidamente da una bottiglia.
"Possiamo
andare?" chiese
allora Inu-Yasha. Non che l'idea di raggiungere suo fratello gli
sorridesse poi tanto, a dire il vero. Avrebbe preferito tornarsene
indietro, procurarsi una freccia, piantarsela nel petto, e ricominciare
a portare rancore a Kikyo, che non era stata abbastanza forte da
opporsi a chi l'aveva uccisa.
Ma,
doveva ammetterlo...
l'idea di vedere il volto di Sesshomaru furioso lo riempiva di gioia.
Suo fratello avrebbe certamente dato di matto, sapendolo vivo e in salute.
Si, una cosa che non poteva assolutamente perdersi!
"No."
Inu-Yasha
voltò di scatto il capo verso di lei, furioso fino
all'inverosimile. "E perchè mai, no?"
"Perchè
è notte." Kagome indicò il cielo vermiglio. Era
il tramonto, tra poco avrebbe fatto buio.
In
effetti, proseguire
sarebbe stato impossibile, almeno in quel tratto di bosco. C'erano
troppi alberi, e troppi grovigli di cespugli. No, in definitiva,
proseguire sarebbe stato difficile per un qualsiasi essere umano.
Ma
Inu-Yasha, forte dei
suoi poteri da hanyou, non riteneva il percorso difficile. E, visto il
suo scarso senso critico, non riusciva a capire perchè
Kagome si
opponesse così strenuamente.
Il
litigio che ne nacque fu
a dir poco esilarante - Sango, Miroku e Shippo non avrebbero mai potuto
dimenticare il volto dei loro amici paonazzo, mentre Kagome gli
lanciava contro ogni oggetto possibile ed immaginabile contenuto nel
suo zaino, e l'hanyou lanciava suoni strozzati.
Naturalmente,
la moretta vinse, e il gruppo si accampò nella valle.
Inu-Yasha,
indispettito,
salì sull'albero più alto, deciso a non proferire
parola
- Kagome fece del suo meglio per farlo scendere a cena, ma l'hanyou
perseverò sulla sua posizione.
Sapeva
di avere torto. Lo aveva capito, Kagome gliel'aveva spiegato. Ma il suo
orgoglio
gli impediva di scendere.
Poggiò
il capo
contro il duro legno, e si diede dello stupido - sentiva un odore
salato pizzicargli il naso, misto ad un leggero profumo di rose. Kagome
stava piangendo, e lui non capiva minimamente il perchè. Si
sentiva inutile.
Lanciò
uno sguardo
alla radura, ma il groviglio di alberi gli limitava la visuale - scese
qualche ramo più in basso, distendendosi con grazia, come se
nulla fosse.
Sango
dormiva abbracciata a
Kirara, con cui aveva fatto amicizia. Miroku, poco distante, muoveva la
mano su e giù, esattamente come se stesse palpando un
fondoschiena.
Poi
c'era Shippo, disteso vicino al fuoco, con un'espressione beata sul
volto.
E
Kagome, distesa
nell'angolo più buio. I capelli, ancora leggermente bagnati,
benchè fosse passato molto tempo da quando avevano fatto il
bagno, le si erano attaccati sulla schiena e sul volto. Una mano
accanto al volto, chiusa a pugno. Le labbra erano semidischiuse... Come
aveva immaginato, ai lati degli occhi c'erano chiari segni di lacrime.
Con
un balzo, le atterrò accanto, chiedendosi il
perchè del suo gesto.
Kagome
continuava a dormire profondamente.
Si
chinò, mentre il pungente odore di rose lo inebriava.
Cosa
stava facendo?
Sobbalzò,
confuso
dalla sua stessa domanda, e si alzò in piedi, mentre sul
volto
di Kagome appariva un debole sorriso - Di scherno? si
chiese Inu-Yasha.
Poi,
un rumore tremendo lo attirò, e svegliò tutti i
presenti.
Rin
era ancora incredula.
Nello
stesso momento in cui
il cielo si era oscurato, Sesshomaru si era fatto strada tra gli alberi
e, senza proferire parola, li aveva condotti in una piccola grotta. La
nigen non capiva perchè Sesshomaru, che, fino a quel
momento,
non aveva dato segno di interessarsi ai due che lo seguivano, si fosse
fermato, e seduto in un angolo.
Jaken,
sbigottito anche
più di lei, iniziò subito le sue moine al
padrone,
chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa che il fedele
Jaken gli avrebbe potuto procurare. Poi, non appena lo youkai lo
guardò con rabbia, il piccolo essere verde
indietreggiò,
si inchinò, e tornò dalla ragazza. Rin, affamata,
aveva
iniziato a mangiare qualcosina, rendendosi conto di avere, purtroppo,
troppo poco cibo per un viaggio lungo.
"Sesshomaru-sama?"
Lo
youkai la guardò con la coda dell'occhio, lasciandole
intendere che la stava ascoltando.
"Ehm...
quando le è
comodo, potrebbe aiutarmi a procurarmi del cibo?" lo aveva detto con un
filo di voce, abbassando poi imbarazzata il capo.
"Jaken."
Rin sospirò
- no, a Sesshomaru non importava nulla, di lei "Aiutala a trovare del
cibo." La ragazza alzò di scatto il capo. L'aveva detto
davvero?
Quella
era davvero una
scena strana. Sesshomaru, fino a quel momento, si era limitato a poche
parole, a deboli rispose a monosillabi.
"Padrone!"
Jaken sembrava contrariato "Devo trovare del cibo per un'umana?"
L'ennesima
occhiataccia del
demone lo bloccò. A Jaken sembrò quasi un
avvertimento di
morte - rabbrividendo, si scusò per la sua maleducazione, e
assicurando loro che avrebbe fatto il possibile, per soddisfare i
desideri del padrone.
La
nigen guardò Sesshomaru.
Era
anche più imponente di quanto non lo fosse nel quadro.
Simile
al padre, questo si, ma con tratti più fini. Di certo bello,
eccezionalmente bello.
Ma
non di certo una persona
allegra. Sesshomaru aveva più cose in comune con un pezzo di
ghiaccio, che con un cane, sebbene fosse un'Inu youkai.
Le
uscì spontaneo un sospiro afflitto. Poi, il sonno la vinse.
"Cos'è
questo
fracasso?" chiese Sango saltando in piedi, e stringendo con forza la
nekomata - Kirara miagolò, ma non la graffiò.
Non
ne ho idea." rispose
Inu-Yasha, continuando a fissare il folto della foresta. Sentiva un
orrendo odore di lupo, e la cosa non gli andava a genio.
Oltre
alla puzza di lupo, nell'aria c'era un acre odore di sangue di demone,
misto a sudore, terra... Una battaglia, di certo.
La
domanda era: a loro doveva importare?
Inu-Yasha
era ansioso,
desideroso di raggiungere il campo di battaglia e battere quanti
più demoni possibile. Ma sembrava l'unico che prendesse
quest'alternativa in considerazione. Gli altri sembravano tutti decisi
a levare le tende - tutti, meno Kagome.
"C-C'è
davvero una battaglia in corso?"
L'hanyou
la guardò con sufficienza, per poi allargare gli occhi
sorpreso. "Si."
Kagome
si stringeva in sè stessa. Chiaro sul suo volto si poteva
leggera la paura,
e Inu-Yasha, per la prima volta in vita sua, non se la sentì
di
prenderla in giro. Poteva dire ciò che voleva, ma una
battaglia
non era uno scherzo, e lei faceva bene ad averne così paura.
"Kagome,
andiamò
via." suggerì a quel punto Sango, cercando di scuoterla
dallo
stato di trance in cui era caduta. Ma Kagome, testarda, continuava a
mantenere il capo basso, e gli occhi puntati al suolo.
Si
sentiva male solo
pensando all'eventualità della morte. E non le andava di far
correre rischi ad Inu-Yasha - non potevano mai sapere chi fosse il
nemico.
Se
si fosse trattato di
Hiten e Manten, dubitava che un piccolo gruppo formato da tre umani,
due youkai e un hanyou potesse perire, ma avrebbero potuto avere
qualche vittima, questo si. E neppure questo le andava bene.
Così, alzò di poco gli occhi, e cercò
conforto
nelle iridi topazio dell'hanyou. Chiare e penetranti. I suoi pensieri
negativi si dissolsero in un baleno, mentre osservava rapita il giovane.
"Io
penso che... dovremmo
vedere che sta succedendo." se la prima parte era stata poco
più
di un sussurro, la seconda parte era forte e decisa, così
che
tutti potessero udirla nettamente. Senza vergogna, nonostante sapesse
bene di quelle che potevano essere le conseguenze del suo gesto, si
avvicinò ad Inu-Yasha e gli strinse la mano, trascinandolo
con
sè verso il folto della foresta - i suoi poteri, acuti come
non
mai, sentivano le presenze demoniache poco distanti.
Lui
la lasciò fare, sorpreso a sua volta dal comportamento della
ragazzina, così assurdo da sembrare impossibile.
Ma
aveva ormai capito che
la parola impossibile non era compresa nel dizionario di Kagome
Higurashi - accelerò, fino a superarla, e se la
caricò in
spalla - "Saremo più veloci, così."
Lei
gli poggiò il
capo sulla schiena, stringendo la stoffa dell'abito dell'hanyou e
sfiorando le ciocce argentate dei suoi capelli ogni qualvolta le fu
possibile. Così morbidi! Ancora una volta, si chiese come
Kikyo
avesse potuto avere il coraggio di imprigionarlo... Rapido e veloce,
sgusciava tra gli alberi, mentre le fronde degli alberi passavano ai
loro fianchi, senza neppure sfiorarli - Kagome sentiva distintamente
Sango e Miroku chiamarli, mentre cercavano di raggiungerli con Kirara.
L'unico punto a loro svantaggio, erano le dimesioni di Kirara,
leggermente troppo grandi per correre senza problemi nel ridotto spazio.
Inu-Yasha
si fermò
di botto, e Kagome fu quasi sbalzata via con violenza. Leggermente
infuriata, si sporse per vedere cosa li aveva bloccati. E
sentì
un flebile ringhio salire dalla gola di Inu-Yasha...
Decise
quindi di guardarsi
in torno, dato che Inu-Yasha fissava accigliato qualcosa, e non dava
l'impressione di volerla lasciare scendere. Per quanto le era
possibile, si sporse. E represse un urlo.
Era
un campo di allenamento - o, per meglio dire, quello che ne resta.
Cadaveri
su cadaveri erano
ammassati nell'angusto spazio, e un lago di sangue rendeva il tutto
surreale - Kagome non potè non ripensare a quei terribili
film
horror che tanto andavano in voga nel suo regno, ricordando
distintamente le risata che si era fatta quando, andando al cinema con
Sango, aveva visto scene come questa - "Troppo finte, impossibili." aveva
sempre detto, per giustificarsi. Trattenne disgustata un conato di
vomito.
In
piedi, nel campo di battaglia, c'era un solo demone.
Aveva
lunghi capelli neri,
tenuti in una specie di coda di cavallo. Gli occhi, leggermente
dilatati, mostravano al loro centro una chiarissima iride celeste. In
contrasto, aveva una pelle scura, abbronzata, e un fisico muscolso fino
all'inverosimile. Ma non troppo. Di un'atleticità
sorprendente,
ma non eccessiva.
Kagome
non poteva che
esserne affascinata. Era una youkai, come segnalavano le sue orecchie
appuntite e la coda marrone da lupo - lo avrebbe capito anche in
assenza di questo, dato che indossava una gonnellina di pelliccia e
un'armatura. La nigen strinse la presa su Inu-Yasha, che
ringhiò "Sta attenta. E' pericoloso."
La
fece scendere, e Kagome,
ancora incerta, cadde con un tonfo. Subito gli occhi celesti dello
youkai si puntarono famelici su di lei.
"Inu-Yasha,
non sapevo
avessi una nigen così bella al tuo seguito..." lo youkai
avanzò verso di loro, e Inu-Yasha si mise tra di lui e
Kagome.
Chiaramente lo conosceva.
"Tsk,
Koga, dovevo
immaginarlo che dietro questo macello ci fossi tu..."
ringhiò
furioso l'hanyou. Koga non diede peso alla questione, continuando a
guardare Kagome. Tremante, la studentessa si era riparata dietro
Inu-Yasha.
"Che
bella femmina. Devo ammetterlo, Inu, hai gusto. Ma, mi dispiace per
te... devi darmi questa nigen."
Inu-Yasha
allontanò
impercettibilmente Kagome, come se le dicesse di andar via, ma lei
continuava a stringersi con forza contro di lui.
Koga,
con un balzo, si
ritrovò dietro Inu-Yasha. L'hanyou fu troppo lento, e Koga
afferrò agilmente la ragazza, prendendola tra le braccia e
ritornando al centro del campo. Per quanto Kagome si dibattesse,
facendo del suo meglio per farsi lasciare, Koga dimostrò una
forza non indifferente - non voleva fargli male, quindi la miko
titubava a sferrargli un attacco, benchè fosse nelle sue
capacità.
"Ti
ringrazio per questa
splendida nigen, ne avrò la massima cura."
indietreggiò,
mentre un ringhio cupo nasceva dalla gola del mezzo-demone. "Addio."
Koga
corse via, e Inu-Yasha, impotente, iniziò a corrergli
dietro, purtroppo presto distanziato.
Quando
Sango e Miroku riuscirono a raggiungerlo, con gli occhi inettati di
sangue ringhiò "E' stata rapita."
Kagome diventa
più sfortunata capitolo dopo capitolo, eh?
Comunque, vi ringrazio tantissimo, come sempre, con i commenti, e mi
scuso: vado molto di fretta, non posso rispondere ai commenti... giuro
che, la prossima volta, scriverò 5 righe a testa!
RINGRAZIO:
Michiyochan
7919
Yunie88
Morgana86
KAGOlove
Bchan
Kaggi_Inu91
kirarachan
ryanforever
ary22
ran ugajin92
Isy_264
inufan4ever
jessy101
KaDe
Grazie mille per i commenti, spero che il capitolo sia
stato di vostro gradimento! Besos!
|
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Capitolo 12 *** Avventura nella grotta dei lupi ***
New Fan Fic 12
Because
of you
Capitolo 11 - Avventura nella grotta dei lupi
Kagome,
svenuta durante la corsa, riaprì gli occhi in una caverna.
Tutt'intorno a lei, un enorme branco di lupi, e altrettanti demoni
della medesima specie, la osservavano femelici.
Era distesa in un comodo giaciglio di paglia, e riconobbe, poco
distante, Koga, intento ad assegnare i più svariati compiti
a
qualche suo sottoposto - per qualche ragione, Kagome intuì
subito che Koga doveva essere il capo.
Ogni tanto, ad intervalli quasi regolari, un lupo e un demone le si
avvicinavano, mentre un leggerlo strato di bava colava loro dalla
bocca. Ogni volta, Kagome recitava un silenzioso incantesimo per
garantirsi una protezione. Ringraziando i Kami, Koga rimproverava
aspramente i demoni, per poi allontanarli dalla caverna.
Dopo
poco più di
un'ora, i tre quarti dei demoni presenti inizialmente nella grotta
erano stati cacciati di malo modo, e Koga, compiaciuto, aveva preso
posto accanto a Kagome, continuando a fissarla con i suoi occhi troppo
chiari. La studentessa lo trovava irritante, e si allontanò.
"Perchè
continui a fissarmi?" domandò poi piccata.
Koga
ghignò
"Perchè non credevo che mio cugino avesse gusto per le
donne...
dopo quella strega di Kikyo, mi aspettavo una come lei, non una
bellezza come te!"
La
sacerdotessa si chiese
se era suo dovere prendere il tutto come un complimento, o
rimproverarlo per
quello che aveva detto su Kikyo. Alla fine, optò per
mormorare
"Cugino?"
"Già."
Koga storse
il naso, infastidito "Non è, però, che siamo
proprio
cugini... il discorso è più vasto. Quegli inetti
dei
demoni cani discendono dal nostro stesso ramo... ma loro sono scesi a
valle, si sono affezionati agli umani. Lasciati addomesticare. Tsk!
Noi, invece, siamo ancora forti come i nostri avi, e li batteremmo di
certo, se ci trovassimo ad affrontarci!"
Kagome
lo guardò curiosa "E allora perchè lo chiami
cugino?"
"Tsk,
ci hanno cresciuti insieme, come cugini. Quindi, istintivamente lo
chiamo così."
La
mora annuì,
mentre il demone lupo allungava un braccio per afferrarla. La barriera
reagì, bruciandogli le punte delle dita. Doloroso.
"Ahi!"
"S-Scusa,
non ho... io... scusa, non era mia intenzione."
Koga
si lasciò
cadere all'indietro, rotolandosi nella paglia, divertito dall'umana
che, visibilmente in imbarazzo, continuava a chiedergli scusa. "Adesso
capisco cosa ci trova Inu-Yasha in te!" esclamò,
asciugandosi
una lacrimuccia.
Kagome
lo osservò, scettica "Inu-Yasha mi odia."
sentenziò.
"Nah,
altrimenti non mi avrebbe ringhiato contro quando mi sono avvicinato."
"Posso
chiederti una cosa?"
mormorò a un tratto Kagome, spezzando il silenzio
imbarazzato
creatosi dopo l'ultima affermazione dello youkai. Koga
annuì,
sorpreso. "Che... che tipo era Kikyo? Voglio la tua opinione."
"Beh...
Kikyo era una bella
donna. Ed aveva anche un fascino non indifferente. Guardandola, non
potevi non capire perchè Inu-Yasha ne fosse affascinato...
Però... si, nigen, c'è un però" disse
in risposta
all'occhiata confusa della giovane. Non c'erano mai ' però
',
nelle leggende. "Kikyo era fredda.
Una donna che non poteva essere donna. Kikyo detestava il suo modo di
essere, e detestava la sua stessa esistenza. Non mi stupisce la sua
fine. Uccisa poco prima della cerimonia che le avrebbe tolto l'incarico
di sacerdotessa..."
Kagome
si limitò ad
annuire. Era stato riportato nelle leggende, in effetti, che, il giorno
in cui Kikyo era morta coincideva con il giorno in cui la carica di
sacerdotessa le sarebbe stata tolta, e lei avrebbe potuto, finalmente,
vivere tranquilla con Inu-Yasha. Osservò lo youkai. Mille
altre
domande le occupavano la mente,
ma sapeva bene che doveva tacere. Koga, in questo momento gentile e
affabile, non aveva esitato a uccidere... a proposito, ora che ci
pensava bene...!
"Koga,
chi hai ucciso, prima? Non erano umani, è certo, ma..."
"Erano
Hiten e Manten, due inutili fratelli demone, forse te ne hanno parlato.
Iniziavano a darmi sui nervi."
"E
gli altri cadaveri?"
"Demoni
uccisi in precedenza da quei due scriteriati."
"Ah."
rispose la ragazza,
cingendosi con le braccia le mani e posando il capo sulle ginocchia. Un
sospiro afflitto le uscì dalla bocca, mentre chiudeva gli
occhi
e ripensava ad Inu-Yasha. Magari, ora, era felice e contento, era
fuggito da Sango e Miroku, e si stava divertendo...
"Ragazza,
posso raccontarti una cosa?"
"Rapita?
Tu hai permesso
che la rapissero?" Sango lo osservava torva, trattenendosi a stento dal
prenderlo a schiaffi. Kagome non sarebbe stata contenta di sapere che
aveva picchiato il suo Inu-Yasha.
Miroku,
cercando di
mantenere la calma, osservava l'hanyou - si era seduto per terra,
mentre con le mani stringeva i ciuffi d'erba. Le unghie, pian piano, si
stavano allungando, e gli entravano nella carne. Graffi anche troppo
estesi si stavano aprendo sulle sue mani, e Miroku ne era preoccupato.
Per
di più,
Inu-Yasha aveva serrato le labbra, mentre i canini, esattamente come le
unghie, gli penetravano nel labbro inferiore. Si stava facendo male da
solo.
Miroku
sapeva che Inu-Yasha
perdeva spesso il controllo, era una cosa tramandata di generazione in
generazione, nella sua famiglia. Il sangue di youkai, eccessivamente
potente per un corpo umano, gli faceva perdere la ragione, specie
quando qualcosa di negativo avveniva ad Inu-Yasha. E il rapimento di
Kagome, avvenuto sotto i suoi occhi, doveva essere stato molto negativo.
L'aveva
alzato da terra,
ricevendo per ricompensa un graffio profondo sulla spalla, e
iniziò, seguito da Sango, Kirara e Shippo, a camminare per
il
bosco. Quando Inu-Yasha si fu leggermente calmato, lo costrinse a
fiutare l'aria, alla ricerca dell'odore di Kagome. Lui annuì.
"Niente
da fare..."
ennesimo ringhio cupo dell'hanyou, che ricominciava ad avere un leggero
attacco di panico "C'è troppo tanfo di lupo, per poter
seguire
un'unica traccia."
Poi
accadde.
Una
valanga scarlatta si abbattè su Inu-Yasha, lanciando urletti
eccitati.
"INU!
Quanto tempo,
davvero! Sono così felice di rivederti vivo e in salute! Ma
non
eri attaccato ad un albero? Eh? Già, in effetti lo eri, no?
Ah!
Hai già incontrato Koga? Lo sai che non vuole sposarmi? E..."
Inu-Yasha
allontanò
la ragazza che gli si era buttata contro. Aveva i capelli rossi, tenuti
legati in due codini ai lati del volto. Gli occhi erano di un bel
verde, ed era di carnagione chiara.
Non
era eccessivamente alta, ma neppure una nanerottola, ed indossava un
abito di pelliccia bianco.
Chiaramente
una youkai
lupo, pensò Sango, sorpresa dalla confindenza che quella
ragazza
dimostrava ad Inu-Yasha: se ci fosse stata Kagome, con ogni
probabilità si sarebbe messa a piangere, rosa dalla gelosia.
"A-Ayame,
calma, lasciami respirare." mormorò Inu-Yasha, spaventato da
un possibile secondo attacco della furia
rossa. "Cosa ci fai qui? Non vivevi sulle montagne a nord?"
"Si,
ma..." Ayame si
allontanò dall'hanyou, abbassando il capo e prendendo a
calci
qualche sassolino. "Koga mi odia, Inu! Non ne vuole sapere di sposarmi.
Aiutami tu!" allargò gli occhi, lasciando che le lacrime le
corressero lungo le gote. Un'aria tenera che le sia addiceva poco.
"E
cosa dovrei fare, di
grazia?" chiese il mezzo-demone. Ayame lasciò in pace i
sassolini per abbattersi nuovamente su Inu-Yasha.
"Basta
che tu gli vada a parlare, e gli dica che deve mantenere la promessa!"
La fa facile,
pensò contrariato, forse
ha dimenticato che Koga non lo si può costringere a far
niente. Come
quando eravamo bambini, il lupaccio non si fa obbligare da me.
Cosa pretende che io
faccia?
Ayame
lo osservava
contenta, ignara dei suoi sconfortanti pensieri, e Miroku decise di
prendere in mano la situazione "Ma certo! Inu-Yasha la
aiuterà
di certo!" era pronto a saggiare le grazie della giovane ma Sango,
più veloce, gli afferrò il polso e lo fece
fermare,
sibilandogli "Smettila". Miroku annuì - Sango, scura in
volto,
lo fulminava con lo sguardo...
"Allora
vi conduco subito
da lui!" sentenziò la youkai "Avete cavalcature abbastanza
veloci da seguirmi?" chiese poi agli umani.
La
sterminatrice indicò Kirara "Una nekomata."
"Mmm...
si, può
andar bene. Le nekomate sono veloci, e questo tratto è
abbastanza tranquillo, ci sono pochi alberi che potrebbero costituire
un grosso problema." La yasha iniziò a sgranchirsi, facendo
svolazzare i capelli intorno al capo.
Poi,
quasi senza preavviso,
urlò "Si parte!", e iniziò a correre a
perdifiato,
seguita da Inu-Yasha e, dopo qualche secondo, dal resto del gruppo in
sella a Kirara.
Si
fermò solo giunta davanti ad una grotta, mantenendo il
silenzio per tutto il tragitto.
"E'
questo il covo di Koga,
vero?" mormorò Inu-Yasha, storcendo il naso infastidito "Il
suo
pessimo odore di lupo rognoso impregna l'aria in modo fin troppo
fastidioso."
Ayame
annuì, per poi
sferrare un pugno dietro la nuca all'hanyou "Lascia in pace il mio
Koga. Non ti consento di parlargli così, tsk!"
Non
rispose, ricadendo nel suo mutismo e strappando con rabbia la tenda di
pelliccia che fungeva da porta
davanti all'ingresso dell'abitacolo. L'oggetto cadde con un nitido
tonfo sul terreno, e Inu-Yasha la allontanò con un calcio,
prima
di guardare circospetto l'interno. Era una caverna piuttosto ampia, nel
contesto, ma impregna di un disgustoso odore di carne in putrefazione -
diede la colpa alle carcasse stipate in un angolo.
Koga
era seduto di spalle nell'angolo opposto, su di una balla di fieno
ampia, che fungeva da letto.
Quando
lo youkai si mosse, impercettibilmente, la figura di Kagome fece
capolino. Stava ridendo. Inu-Yasha era sconvolto.
"...
e io gli dissi
"Inu-Yasha, il fango!". Ma lui non lo vide, e ci inciampò
dentro
con la faccia... AHAHAH... quando riemerse, era totalmente marrone,
anche la bocca era piena di fango!"
Koga
rideva ormai senza ritegno, mentre Kagome si copriva le labbra con un
mano, mentre gli occhi le lacrimavano per il ridere.
A
quel punto, lo youkai si
volse, e regalò uno stupefacente sorriso di scherno
all'hanyou,
che tremava di rabbia "Ehilà, cuccioletto, ci sei anche tu,
noto!"
Kagome
smise di ridere,
mentre Inu-Yasha entrava rapido nella stanza - un paio di demoni lupo
tentarono vanamente di trattenerlo, ma lui li lanciò con
rabbia
al suolo "Che bisogno c'era di raccontarle anche questo, Koga?"
"Non
dirmi che ti vergogni!"
"No
che non mi vergogno!" ribattè rosso Inu-Yasha, mentre le
orecchie si abbassavano e iniziava a torturarsi le mani.
"Si
vergogna."
confermò quindi lo youkai, avvicinandosi a Kagome - fu in
quello
stesso istante che Ayame si decise ad entrare.
Non
appena focalizzò
l'immagine di Koga, iniziò a chiamarlo. Ma, quando
l'immagine di
una nigen si affiancò a quella del suo amato Koga, una furia
improvvisa la scosse. Si gettò tra le braccia di Koga,
travolgendolo e spedendolo al suolo "Koga-kun, tesoro!"
"Ayame,
scrollati."
"Ma
Koga-kun! Come puoi trattare così la tua promessa sposa?"
dicendo queste parole, guardò di sottecchi Kagome, in attesa
di
una sua reazione, magari furiosa. Ma la nigen continuava a fissare
Inu-Yasha, stuzzicandolo con gli aneddoti appena ascoltati.
"Ayame,
ti ho già
detto che non sei la mia promessa sposa. Anzi!" si alzò,
afferrando una mano di Kagome, sotto lo sguardo interdetto dei presenti
"Kagome cara, da oggi in poi tu sarai la mia donna."
"La
tua donna?"
"Esattamente,
tesoro." le cinse la vita "La madre dei miei figli, la donna che
starà al mio fianco per tutta la vita."
"Ma...
ma... Koga, io non... non ti ricambio!"
"Non
è un problema, ti innamorerai di me, hai tempo."
Una
vampa di calore avvolse
la stanza, e tutti si voltarono verso Ayame, fumante, furiosa. Aveva
ormai assunto una tonalità simile a quella dei suoi
splendidi
capelli scarlatti, e i suoi occhi verdi minacciavano d'incenerire
Kagome "Giù le mani da Koga..." sibilò. Kagome
non se lo
fece ripetere due volte, allontanandosi dallo youkai. "Nigen, sappi che
non mi piaci neppure un po'. E Koga è mio,
quindi non osare mai più toccarlo. Intesi?" l'ultima parola
non
era molto facile da capire, poichè chiaramente un ringhio,
ma la
miko la intuì - aveva passato troppo tempo con Inu-Yasha,
convinto che i suoi suoni gutturali fossero chiarissimi per ogni altro
essere vivente.
"C-Certo,
non preoccuparti." E
chi te lo tocca?!?,
aggiunse tra sè e sè, attenta a non proclamarlo
ad alta
voce. Non poteva sapere se la yasha si sarebbe offesa per
un'osservazione simile, quindi era meglio tacere e fingersi
accondiscentete.
Passarono
tranquillamente
un paio d'ore a parlare con Koga, informandosi degli ultimi cambiamenti
del regno e dei pericoli delle zone circostanti cui sarebbero andati
incontro. Kagome fece del suo meglio per mantenersi attenta, ma Ayame,
spesso e volentieri, le indirizzava qualche frecciatina, cui lei
rispondeva con un sorriso tirato. Non capiva il motivo dell'astio della
yasha, visto che a lei, di Koga, non importava - almeno non in quel
senso: le era simpatico, ma preferiva Inu-Yasha, benchè
questi
fosse irritante, irrascibile, maleducato, sfacciato e tanti aggettivi
che neppure poteva pensare.
Quando
giunse il momento di
lasciare la grotta, lo youkai lasciò trapelare il suo
disappunto, emettendo suoni gutturali di frustrazione e tentando -
vanamente - di tenere la studentessa con sè.
"Kagome"
Shippo le
saltò sulla spalla, mentre lasciavano che la rupe della
tribù Yoru sparisse dietro di loro "ma tu volevi restare con
Koga? Volevi lasciarci soli?"
La
mora lo guardò
con tenerezza, mentre gli carezzava amorevole il capo "No, certo che
no. Ora che ti ho trovato, mica posso abbandonare il cucciolo di volpe
più carino del mondo?"
Il
cucciolo le si strinse
conto, ridente, lasciando che le lacrime trattenute quella mattina
scorressero. Dietro di loro, la voce sarcastica di Inu-Yasha
sbottò "Il
cucciolo di volpe più carino del mondo, ma per
favore! Quel volpino spelacchiato è carino quanto un kappa."
Sango
e Miroku arrestarono
il loro cammino, preoccupati per la loro incolumità, mentre
la
mora osservava l'hanyou con sufficienza, e poi sbuffava rumorosamente
"Non impari mai, vero? Non ti avevo chiesto di lasciare in pace il
piccolo Shippo?"
La
ragazza avanzò verso Inu-Yasha - Shippo corse da Sango,
spaventato.
"A
CUCCIA! A CUCCIA! A CUCCIA!"
In
risposta ai tre urli di
Kagome, tre sonori schianti risuonarono nella foresta, mentre sul
sentiero si apriva l'ennesimo solco. Avrebbero dovuto riempirli,
probabilmente, o qualcuno ci sarebbe potuto inciampare dentro...
Decisero,
quindi, di prendere Inu-Yasha ancora svenuto e di accamparsi in una
radura.
...
Rin
si era svegliata
presto, quella mattina. Ancora intorpidita dal sonno, si era sfregata
gli occhi e aveva sbadigliato. Poi, a tentoni, aveva cercato
nell'oscurità della grotta la sagoma di Sesshomaru.
Trovò
solo Jaken
addormentato contro un muro, con il suo bastone tra le mani e
un'espressione terrorizzata - stava forse sognando una punizione di
Sesshomaru?
Insoddisfatta,
optò per uscire dalla caverna, e cercare lo youkai.
Non
ci volle molto.
Era
fermo davanti ad un albero, sul margine della foresta, e osservava
assorto le mille crepe nella corteccia.
"Sa
che è grazie alla corteccia se si può definire
l'età di un albero?"
Sesshomaru
voltò il capo - solitamente, sorprenderlo era impossibile.
"Scusi
la stupidata... era
un modo per istaurare un discorso!" ridacchiò la nigen,
avvicinandosi cauta "Sa, Sesshomaru-sama? Lei è molto
silenzioso. Ogni tanto, dovrebbe esprimere la sua opinione, dovrebbe
dire qualcosa. Altrimenti, chi la sta intorno potrebbe pensarla come un
pezzo di ghiaccio ed evitare ogni contatto con lei, in futuro. Dovrebbe
mostrarsi più umano."
Sesshomaru
non rispose,
rivolgendo nuovamente la sua attenzione all'albero. La ragazza,
però, perseverò col suo discorso.
"Perchè
non parla?
So che lo sa fare, me ne ha dato prova. Su, apra la bocca e dica
qualcosa. Non le chiedo poi tanto, mi sembra." incrociò le
braccia sul petto, mettendo il broncio. Chissà che
Sesshomaru
non si intenerisse davanti ad una donna con i lacrimoni agli occhi.
Beh, tentar non nuoce...
Aprì
bocca per dire
l'ennesima cosa, quando Jaken arrivò correndo - Rin si
stupì che, con quelle tozze gambette, l'essere verde fosse
così veloce.
"Padron
Sesshomaru, ha
forse cercato di sbarazzarsi di me? Mi ha abbandonato solo in quella
caverna... Padron Sesshomaru, la prego, non lasci più il suo
umile servo solo!" Jaken gli si buttò su di una gamba
nuovamente, così che Sesshomaru fu costretto ad allontanarlo
con
una delle spade che portava al fianco.
"Umana,
hai detto che hai bisogno di cibo, vero?"
Rin
annuì, mentre
Sesshomaru la sollevava e la portava con sè nel folto del
bosco.
Rin aveva paura, e gettò le sue braccia intorno al collo
dello
youkai. Era così veloce... urlò di terrore,
quando quasi
andarono a sbattere contro un albero. In quel momento, decise di non
voler vedere dove la stava portando, e chiuse gli occhi.
Quando
si fermarono, un odore che non riusciva a riconoscere le punse il naso.
Si
mosse, facendo si che
Sesshomaru la lasciasse scendere, e camminò fino al fiume.
L'aveva portata sulla riva di un fiume.
Prese
le bottiglie, e le
riempì avidamente d'acqua, prima di concedersi una bevuta.
Poi
si guardò intorno, scoprendo la valle piena di piante
commestibili. Un paradiso.
Iniziò
a riempire
ogni contenitore in suo possesso di frutta e verdura, per poi iniziare
a giocare con i fiori mentre Sesshomaru, vigile, la osservava all'ombra
di un'enorme quercia. Quando Rin finì di prendere
ciò che
le piaceva - solo allora -, Jaken li raggiunse.
Era
ricoperto di terra, un
braccio gli sanguinava ed aveva un occhio pesto, quindi doveva essere
inciampato nelle radici che Sesshomaru, agilmente, aveva evitato.
Guardò il suo padrone con rispetto misto a fastidio, prima
di
spostare il suo sguardo sulla nigen e avanzare tremante verso di lei
"Acqua." brontolò, indicando la bottiglia che la ragazza
stringeva tra le mani. Rin gliela affidò cauta, preoccupata
che
potesse bucarla solo per farle un dispetto.
"Jaken,
stai bene?"
"Secondo
te?"
gracchiò, esplodendo "Sono inciampato in un numero enorme di
sassi e radici, sono stato aggredito da un demone volpe che passeggiava
per il bosco, sono quasi caduto in un crepaccio, mi sono perso... POSSO
STARE BENE?" iniziò a respirare affaticato.
"Jaken,
mi disturbi." fu il secco commento di Sesshomaru, che fece loro cenno
di riprendere il cammino.
E
lo fecero, sebbene gli occhi di Jaken fossero ancora pregni d'acqua e
Rin stesse, inutilmente, cercando di consolarlo.
Il
viaggio andava ripreso. C'era in gioco l'equilibrio di due regni.
Salve,
carissimi!
Vi ricordate ancora di me? Si, penso di si (se non altro,
perchè vi rompo con un numero discreto di storie... -.-).
Come aveta potuto vedere, Jaken da di matto -.-, povero essere verde.
Mi fa una penaaaa! (voce interiore = *Ma quando mai?!?*).
E poi c'è Sesshomaru, che sta facendo qualche piccolo,
minuscolo progresso... *_* Meno male, non trovate???
Ma parliamo del gruppo "principale". Sono riusciti a combinare un
macello anche nella grotta dei lupi -.-... A dire il vero, avrei voluto
mantenere un po' di più il gruppo con Koga, ma mi sembrava
abusare troppo del personaggio. Dato che in futuro comparirà
di nuovo, ho deciso di limitare il loro incontro a questi capitoli,
sperando che non sia uscito esageratamente OOC ^^.
Comunque... ecco spiegato come facevano Inu e Koga a conoscersi: sono
cresciuti insieme - va beh, poi Inu si è fatto sigillare ad
un albero, ma sono semplici dettagli...
I commenti diminuiscono, cosa che mi dispiace non poco. Ma sono
comunque entusiasta di vedere così tanta gente seguirmi con
fiducia. Mi rendete felice ^^.
RINGRAZIO:
Yunie88 -.-
Vale, se non ci fossi io, tu ti dimenticheresti di commentarmi...
ç_ç Cattiva, cattiva, cattivaaaa! Lo so che ti
piacciono di più Rin e Sesshomaru, ma ammetti che Inu si sta
innamorando della dolcissima Kagome! *_* Che teneri che sono!!! Come
vedi, hanno salvato Ka-chan da Koga, ed è entrata in scena
anche Ayame, la "furia rossa" XD. Infine, anche Sessho e Rin hanno
fatto il loro ingresso, e Jaken ha avuto una "piccola" crisi di nervi!
XD Ti aspetto tra i commentatori di Lezioni di cucina, sappilo!!! Besos!
Michiyochan Si, alla fine era proprio il caro
Koga, il personaggio che doveva entrare in scena ^^. Inizialmente,
Koga, così come altri personaggi, non era inculso nella
fan... ma un po' perchè mi erano venute delle idee, un po'
perchè non ce la facevo a tagliarli fuori, eccolo qui,
accompagnato dalla piccola Ayame XD. Non sei crudele a dire che Jaken
è lo schiavetto di Sesshomaru... è proprio
così, non trovi? XD E' vero, il gruppo fa tante, taaaante
pause, ma hanno bisogno di un minimo di riposo XD - anche se esagerano!
Comunque, non preoccuparti, la recensione non è breve ^^.
Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
Kaggi_Inu91 Ma non preoccuparti, Giulia,
anche se il commento arriva in ritardo ^^. L'essenziale è
che arrivi, no? ^^ Jaken è l'inutile schiavetto di Lord
Fluffy... notato quando Jaken si sfoga e Sessho lo ammazza con un
"Jaken, mi disturbi" XD. Sono felice che alcune scene ti fanno ridere,
dato che le insierisco appositamente per spezzare la tensione XD. Non
preoccuparti per il commento, non è mini ^^. Un bacione,
spero che l'entrata in scena di Aya ti sia piaciuta!
Isy_264 Mi fa piacere che quella scena ti ha
fatto ridere, dato che è mio impegno non appesantire la fic
con scene troppo crude. Preferisco mettere qualcosa di comico, visto
che, comunque, nell'anime le scene più importanti sono
comunque spezzate da avvenimenti divertenti XD. Kagome può
dirsi fortunata di essere stata rapita da Koga, se vogliamo dire il
vero... come minimo, perchè le ha raccontato delle cose
divertentissime! XD Spero che lo sfogo finale di Jaken ti sia piaciuto
^^. Bacioni!
KAGOlove Ramo, carissima, come stai? Sono
felice di non aver fatto errori, dato che è su questo che mi
batto ^^. Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e sono
d'accordo con te, quando dici che Inu è cieco... -.- Una
svegliata se la darà, lo prometto... anche presto, se
è per questo XD. Spero che l'entrata in scena di Ayame sia
stata alla sua altezza! Besos!
jessy101 Ciao Jessy! Già, Kagome
è sfortunata, ma almeno Inu-Yasha l'ha salvata, no? ^^ Il
caro hanyou è geloso, perchè, internamente,
Kagome lo attrae... solo che è talmente baka da non capirlo!
(Non so se piangere o ridere...). Spero che il capitolo ti sia
piaciuto, e che Inu ti sia parso abbastanza geloso ^^. Baci baci, ci
sentiamo si msn!
Morgana86 Kagome è molto, molto
sfortunata, poveretta. Tutte a lei, le disgrazie -.-... Ma, almeno, si
è fatta 4 risate alle spalle di Inu-Yasha, dato che Koga le
ha raccontato di tutto e di più XD. Mi fa piacere che lo
scorso capitolo ti sia piaciuto! E questo? L'entrata in scena di Ayame
ti è piaciuta? Spero di si ^^. Bacioni, alla prossima!
KaDe Amour, my little heart, how are you?
(Roro, smettila con gli scleri inglesi! ndKadduccia Bedduccia)
[Umani... deboli e inutili. ndLord Fluffy] (Sessho, come ti amo!!!
ndKadduccia) [*KaDe salta addosso a Sessho... e gioca con l'Anaconda*] Ehm...
-///- Per favore. Mi sembri Lily, quando fate così! (*Kaddy
si ricompone*). Comunque, Inu-Yasha è centinaia di volte
meglio di Koga e di Sesshomaru. Sia per le sue orecchie (fashon e
pucciose!), sia per la faccia dolce e da cucciolo, sia
perchè è Inu, e li batte tutti. [Che ragionamento
sarebbe, umana? ndLord Fluddy] Tu sta buono o STUFATO. Siamo intesi?
[*Sessho corre in bagno a vomitare*] Sono felice di sapere che la fan
fic ti piace, è una cosa che mi rende immensamente lieta ^^.
Tesoro, ci sentiamo su msn, io devo continuare i ringraziamenti ^^. Un
bacione, mia regina dell'Anaconda!
mikamey Mi fa piacere che hai gradito
l'entrata in scena di Koga ^^. Inizialmente, io non l'aveva inserito
nella trama originale... ma neppure Kirara, Jaken e Shippo c'erano. Sto
seguendo le idee del momento, sperando che vada tutto bene, e che la
storia non cambi troppo dalla mia trama originale ^^. Come hai visto,
Kagome non era neppure seriamente in pericolo: Koga si è
limitato a raccontarle le disavventure dell'hanyou da bambino XD. Ayame
è subito arrivata, combinando i suoi soliti guai (neppure
lei era compresa nella trama iniziale XD). Spero che il capitolo ti sia
piaciuto! Baci!!!
kirarachan Si, Koga deve sempre farsi
riconoscere, ovunque e comunque. -.- [Esibizionista... ndLord Fluffy
(*Roro si porta dietro Sesshomaru, quando deve ringraziare,
perchè ha bisogno di una spalla. Con Inu non andrebbe bene,
quindi ha ripiegato sull'inu-youkai*] Miroku che palpa il sedere
è un mito, purtroppo [Io lo definirei un depravato -.-
ndLord Fluffy]... Inu-Yasha è ormai un caso disperato, mi
sono arresa. Tratta Kagome come una pezza di terra... Beh, sempre
meglio dell'indifferenza iniziale, no? -.- Le reazioni di Jaken sono la
cosa che mi piace di più, non so se hai letto il suo sfogo
finale, troncato da un freddissimo "Jaken, mi disturbi" di Lord
Fluffy/Sesshomaru. Poretto... Un bacione, spero che il capitolo ti sia
piaciuto!
ryanforever Ciao! Non è proprio
che Kagome si è fatta rapire per non mostrare i suoi
poteri... più che altro è che l'ha presa di
sorpresa, e ha preferito non combinare casini, quindi starsene buona
XD. Come vedi, Aya-chan è entrata in scena col "botto", ed
ha reclamato il suo Koga ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^.
Baci, alla prossima!
ran ugajin92
Ciao Martulla, tesoro!!! ^^ Lo so che ami Koga (anche se Lord Fluffy
è colui che più di tutti vive nel tuo cuore...
[Tsk, umani! ndLord Fluffy]), quindi lui è quiiii!!! Il
prossimo capitolo, te lo dico fin da subito, è dedicato alla
mia piccola Martulla ^^, perchè principalmente basato su
Rin-Rin e Sessho ^^. Per i 7 mercenari... si, prevedo l'ingresso di
almeno quelli più importanti. Quindi, almeno Banko, Jako e
Sui [Ma che razza di nomi sono, umana? ndLord Fluffy] (Nomi che mi
piacciono, quindi fa il buono o... STUFATO!) [-.- ndLord Fluffy]
entreranno in scena XD. Ma non so se ci sarà la
BankoXKagura, mi dispiace. Già nei piani principali non era
compreso nessuno di loro (neppure Koga), eppure sono qui ^^. Vedremo,
mia cara. Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto. Bacioni!!! E
scusa ancora se ti faccio arrabbiare!
inufan4ever Kikka, dear, I'm so sad that
you're not here with me! (Ok, ho fatto il mio strafalcione.. -.-
Perdonami). Va beh, Kagome si sarà fatta rapire da Koga, ma
ha sentito tanti aneddoti diverenti sul caro Inu XD. Torna presto,
Kikka... altrimenti la ricerca non continua!!! Besos!
Grazie mille anche a chi solo legge e a chi mette la fic tra le
preferite ^^. Mi fate molto felice.
Vi avviso: nel prossimo capitolo, comparirà una bella yasha
dagli occhi rossi... (Si accettano scommesse! XD).
Nota: per i lettori di Lezioni di cucina... Il prossimo capitolo
arriverà domani, al massimo dopo-domani. Per premiare voi
lettori, metto qui un piccolo, piccolo spoiler... XD (L'inizio del
capitolo XD):
Arrivo al locale con pochi
minuti di ritardo, ma tanto so che, se mi ha detto le 21,
sarà qui, come minimo, per le 21.30.
E,
infatti, appena l'orologio digitale della mia macchina lampeggia
quell'orario, sento il rumore della Porche di Miroku. Si ferma davanti
al me, e quel depravato del mio amico esce trionfale.
Dio, se non mi ha portato una
bella ragazza giuro che lo strozzo.
Miroku
si avvicina al finestrino, sorridendo sornione "Ci credi se ti dico che
questa sarà la serata - e forse nottata - più
bella di
tutta la tua vita?".
"No",
dico, sbuffando e concentrandomi sulla Porche. Si apre una portiera, e
Sango, ridendo, fa capolino. Fisso, dunque, l'altra porta. E attendo
che colei a cui sono venuto a fare compagnia sia decente. Non voglio
passare la serata a reggere il moccolo a quest'idiota.
"Amico mio, così mi
ferisci. Ti ho portato l'oggetto dei tuoi desideri, e tu mi ringrazi
così?".
Il mio cervello di blocca su oggetto
dei tuoi desideri,
quindi mi giro di nuovo verso la macchina, e Miss Kagome Higurashi apre
la portiera ed esce sorridente.
Oh Cazzo.
Spero che il piccolo
regalo sia stato cosa gradita ^^.
Spero commenterete numerosi, alla prossimaaaa!!! Baci!
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Capitolo 13 *** Kagura ***
New Fan Fic 13
Because
of you
Capitolo 12 - Kagura
Rin
camminava tranquilla,
pochi passi dietro Sesshomaru e qualche passo avanti a Jaken, che
sospirava afflitto ogni pochi secondi.
Sorrideva contenta, bevendo ogni tanto un sorso d'acqua od offrendone
uno al demone verde - Sesshomaru le aveva lascito chiaramente intendere
di non aver bisogno di cibo umano.
Avevano preso un sentiero che costeggiava il fiume, così
che,
spesso e volentieri, Rin potesse riempire di nuovo la bottiglia.
Il sole picchiava piuttosto forte sul loro capo, e fu costretta a
chiedere un breve momento di pausa per cambiarsi d'abito, dato che era
un po' troppo pesante - Sesshomaru non le diede il permesso, si
limitò a fermarsi e guardarla.
La ragazza entrò nel folto della foresta, e mise un top
rosso e
un semplice paio di shorts neri. Quando uscì dalla foresta,
lanciò un urlo sordo.
Sesshomaru stava furiosamente lottando con una yasha.
Lei indossava un kimono rosso, e aveva i capelli neri legati in uno
chignon. Gli occhi erano rosso fuoco, mentre la pelle era diafna. Rin
non potè non provare un moto di ammirazione mista ad
invidia.
Quanto avrebbe voluto essere così bella!
Ma forse non era proprio il momento giusto per fare certi pensieri...
anche perchè la yasha continuava a muovere un piccolo
ventaglio,
lanciando continue vampe di vento contro Sesshomaru, che le evitava
agilmente, come in una danza.
Da danzatrice erano anche i movimenti sublimi della donna, rapidi, con
il polso...
Rin indietreggiò d'istinto, cozzando contro un albero. Il
suono
del suo corpo contro il legno richiamò l'attenzione dei
contendenti, che si voltarono simultaneamente verso di lei.
Sesshomaru
sembrava
infastidito, mentre la yasha sorrideva, soffiandosi con il ventaglio
"Bene, bene... dunque era lei che nascondevi con tanta cura. Una
nigen..." la indicò con le dita, e Rin rimase sorpresa,
scoprendole smaltate di rosso - non tanto per il colore, quanto per il
fatto che, nel regno di Goshinboku, lo smalto era poco e anche mal
visto. "Beh, Sesshomaru, non mi aspettavo di certo questo. Mi
era
stato detto che nutrivi un odio piuttosto intenso verso gli umani, ma
devono avermi mentito."
"Sta
zitta! Il Padron
Sesshomaru è costretto a girare con quella nigen, di certo
non
lo fa con piacere! Quella è un'umana fastidiosa e infantile,
il
Padrone di certo non gradisce la sua compagnia irritante!"
strepitò convinto Jaken, per poi correre a difendersi dietro
Rin, che lo scalciò via. Aveva le lacrime agli occhi.
Certo,
non era la prima
volta che pensava che, per Sesshomaru, lei era solo un peso. Ma detto
da Jaken, che le aveva detto di conoscere Sesshomaru da secoli, era
diverso. Più crudo. Più doloroso.
Guardò
di nuovo la
yasha. Era bella, incredibilmente bella. In confronto, lei poteva dirsi
poco più di una bambina.
Chissà!
Magari, se
lei fosse stata così bella, Sesshomaru-sama l'avrebbe presa
in
considerazione, e non l'avrebbe sempre guardata con aria di sufficienza.
Iniziò
silenziosamente a piangere, ma nessuno parve farci caso, eccetto la
yasha, che non smetteva di guardarla, perseverando a sferrare fendenti
contro Sesshomaru che, agile, continuava a schivarli.
"Ragazzina..."
disse a un tratto, avvicinandosi a lei "Stai piangendo?"
"Non
penso siano fatti
tuoi." ribattè con veemenza Rin, furiosa - se quella yasha
non
fosse arrivata a menar le mani, a quest'ora avrebbero ripreso il
tragitto.
"Oh,
che tenera! Hai
sentito, Sesshomaru? La tua ragazza mi ha detto che non sono fatti
miei!" rise di gusto, riprendendo a soffiarsi con il ventaglio
"Comunque, ragazzina, sappi che il mio nome è Kagura, e sono
la
signora del Vento. Se non erro, ora il galateo vorrebbe che tu mi
dicessi che sei..."
Rin
la osservò confusa - di certo era molto educata "Rin."
"Hai
un bellissimo nome, ragazzina. Mi dispiacerà davvero tanto
quando dovrò ucciderti."
"U-Uccidermi?"
"Esattamente."
il suo volto
tornò gelido, mentre spostava il suo sguardo su Sesshomaru
"Devo
uccidervi... mi hanno inviato per questo."
"Vieni
dal regno di Asu?" domandò quindi la principessa, col fiato
mozzato per la preoccupazione.
La
yasha si limitò ad annuire, e camminare lenta verso lo
youkai.
"Sei
così sicura di riuscire ad ucciderci?" disse tranquillo,
portando una mano su una spada al suo fianco.
Kagura
fece un balzo
all'indietro, venendo mancata per poco dall'attacco sferrato da
Sesshomaru "Bastardo! Le donne non si attaccano di sorpresa!"
"Non
vedo donne presenti."
commentò annoiato il demone, ripetendo il movimento del
braccio
e lanciandole un nuovo fendente contro, che la colpì al
fianco.
Il kimono scarlatto iniziò a colorarsi pian piano di una
tonalità più scura del rosso, e piccole goccie
cremisi
caddero sul terreno.
"Bastardo..."
Kagura
iniziò a muovere a ripetizione il ventaglio, con furia,
rabbia.
Ma nessuno le aveva inferto una ferita. Era ineccepibile. "Lame di
Vento!" ringhiò, mentre l'ennesimo attacco partiva alla
volta di
Sesshomaru. Fremeva di rabbia e gli occhi le pizzicavano, oscurandole
la vista. Le doleva troppo, ma non poteva lasciargliela passare liscia.
Si morse il labbro inferiore, lanciando un'imprecazione silenziosa ai
Kami. Perchè mai aveva accettato un lavoro simile?
Perchè
non si era accontentata di lavorare su commissione, e ammazzare luridi
bastardi nel sonno?
Mosse
il polso più
rapidamente, e una folata di vento, più forte, si diresse
contro
lo youkai - Sesshomaru si limitò a muovere la spada, e
l'attacco
si dissolse.
La
yasha aveva il respiro affannato.
I
capelli neri si erano sciolti, ricadendole intorno al corpo.
Il
volto era totalmente sudato, e il labbro inferiore le sanguinava, per
la forza con cui l'aveva morso.
"Stronzo..."
bofonchiò, portandosi una mano sul fianco e scoprendola
completamente sporca di sangue - doveva fuggire, o sarebbe morta
dissanguata. Un attacco dello youkai la mancò di qualche
centimetro, e ritenne quella l'occasione più propizia:
portò una mano sul capo, nello chignon, e tolse una piuma
dalla
complicata acconciatura.
L'oggetto
candido fu
lanciato in alto, e si ingigantì, fino a permetterle di
salirci
sopra. In quello stesso istante, si sollevò, e Kagura si
allontanò dal campo di battaglia.
"S-Sesshomaru-sama..."
Rin
gli si avvicinò, frugando nella borsa "La vostra mano...
è ferita..." Fece per mettere una piccola garza sulla mano
di
Sesshomaru, ma questo la scostò con forza, e la ragazza
barcollò all'indietro, rischiando quasi di cadere "Poteva
essere
più gentile, lo sa? Non mi sembra il modo di trattare un
essere
umano. Lei potrà anche essere un principe, ma i suoi modi
non
sono minimamente regali... è solo un blocco di ghiaccio, ho
pena
della donna che sarà costretta a sposarla."
Detto
questo,
afferrò nuovamente la mano di Sesshomaru, che la
lasciò
fare, spiazzato dalla frase sibillina della nigen.
La
mano di Rin era piccola
- molto, molto piccola -, se paragonata a quella di Sesshomaru, ampia e
confortante. Il taglio era superficiale, nulla di grave, e la
fasciatura inesperta della ragazza era più che sufficiente a
bloccare il debole flusso del sangue.
Jaken,
in un angolo, osservava attonito la scena, mormorando imprecazioni
silenziose contro la yasha appena scappata.
...
Kagome
sospirò,
lanciando l'ennesima occhiata bieca all'hanyou, che
contraccambiò caldamente. Non sopportava più
quella
situazione.
Non
sopportava litigare con lui.
Ma
Inu-Yasha sembrava quasi
trovarlo divertente, perchè non perdeva occasione per
rimproverarle anche il più minimo errore - come quando,
giunti
ad una deviazione, lei aveva mormorato di andare a destra, sbagliando,
dato che la cartina indicava chiaramente la sinistra come direzione
esatta.
Lanciò
una debole
occhiata a Sango, accanto a Kirara, che parlava candidamente con
Miroku, malcelando una risata. Le cose tra la sterminatrice e il monaco
andavano perfettamente, costatò con una punta d'invidia,
subito
zittita dalla sua coscienza.
"Kagome,
Kagome... posso avere un'altra callamella?"
domandò Shippo.
"Caramella,
tesoro, si dice
caramella. Comunque, certo che puoi!" frugò ansiosa nella
sua
borsa, per poi porre al piccolo kitsune un intero pacchetto. Il bambino
gioì, saltellando allegramente sul posto.
Il
silenzio piombò
di nuovo tra loro, cosa che contribuì a peggiorare l'umore
della
studentessa. Solitamente, il silenzio le piaceva, e molto... le
ricordava il suo regno, la sua classe, sempre silenziosa, specie nelle
interrogazioni. Come le piaceva leggere? Tanto, tanto, tanto...
Contrariamente a Sango, amante dello sport, Kagome si dedicava con
passione alla lettura, alla scrittura e allo studio.
Rimase
spiazzata quando
capì di desiderare di restare sola al fianco di Inu-Yasha. E
avvampò furiosamente, quando il suo sguardo
incontrò per
un fugace attimo le iridi ambrate. Oramai, i suoi sogni e le sue
fantasie erano totalmente popolate da quel volto affascinante ed
eternamente crucciato...
Chissà
se Rin, sola
con Sesshomaru, provava i suoi stessi sentimenti...? Dopotutto,
Sesshomaru era fascinoso al pari di Inu-Yasha, specie per la sua aria
fredda ed austera, adulta.
L'hanyou, al suo confronto, aveva un volto molto più
fanciullesco, ma non per questo meno avvenente.
Sospirò
ancora una
volta, afflitta, infastidita, annoiata. Quel viaggio si stava
dimostrando più noioso di quanto lei avesse immaginato. A
parte
qualche breve sprazzo, come il rapimento di Koga, o un piccolo
incontro con qualche demone minore, l'avventura che tanto aveva
agognato era sfumata...
"Fhe,
non capisco cosa intendi!" disse Inu-Yasha, richiamando la sua
attenzione.
La
sua frase era stata poco
più di un sussurro, detto a mezza voce a Miroku, ma lei lo
udì ugualmente, meravigliandosi ella stessa del suo udito.
"Intendo
dire che l'avvenente Kagome ti ha colpito più di quanto vuoi
dimostrare."
"Io
dico di no."
"Invece
si, amico mio. E
tanto anche! Ma, dopotutto, bella com'è, chi non si
sentirebbe
attratto da lei? Persino io, che preferisco le donne come Sango, non
posso non trovarla attraente come poche..."
"Tsk,
che stupidaggini! E'
una bambina, e a me le mocciose non piacciono." rispose irritato
l'hanyou. Sentì poi uno sguardo fuorioso posarsi sul suo
volto,
e le iridi nocciola di Kagome lo fulminarono.
Per
un secondo,
pensò l'avrebbe schiantato al suolo senza tante cerimonie.
Ma
lei si voltò, irata, e fece cenno a Kirara di trasformarsi.
Poi
le saltò in groppa, e storse il volto, offesa.
"E
ora cosa c'è?" disse con una punta di rabbia
immotivata.
Non
ottenne alcuna risposta.
"Cosa
c'è?"
Kagome
corrugò le sopracciglia, mentre chiudeva gli occhi e tentava
di estraniarsi dal mondo.
"Allora?
Ehi! Parlami!"
"Non
scocciarmi, penso che non siano fatti tuoi se non voglio parlare con un
cafone egocentrico ed incapace."
"Come
osi?"
"Oso!"
"Brutta
scema! Chi credi di essere?"
Kagome
si ammutolì per pochi attimi, prima di sibilare "Quella che
ti manda a cuccia
ogni qualvolta vuole."
Neppure
il tempo di
terminare la frase, che l'hanyou era steso al suolo, mentre Miroku
rideva divertito e Sango scuoteva il capo, incredulta "Non immaginavo
che qualcuno fosse così sciocco."
Kagome
si voltò verso il fiume che costeggiavano, notando con
stupore una macchia di sangue per terra.
"Inu-Yasha,
potresti dirmi a chi appartiene quel sangue, per favore?"
L'hanyou,
ancora dolorante,
si avvicinò al liquido scarlatto, e, storcendo il naso, lo
odorò "Una yasha... ma non saprei dirti chi, non la conosco.
Comunque, se può interessarti, questa zona è
ancora
pregna dell'odore di mio fratello Sesshomaru. Dev'essere nei paraggi."
Gli
occhi di Kagome e di Sango brillarono, mentre esclamavano "Ancora
c'è anche Rin!"
"Rin?"
Miroku
gli si
avvicinò, e disse a bassa voce "Una nigen, la principessa
del
regno di Yoshi... molto molto carina, devo dirlo."
"Bene.
Potete spiegarmi come avete convinto Sesshomaru a portarsi una mocciosa
dietro?" chiese incredulo.
"Guarda
che non ha fatto
poi chissà quali storie. Ha semplicemente accettato di
portarla
con sè." disse Sango, per rispondere anche alla muta domanda
di
Kagome - anche la miko si chiedeva come avessero convinto Sesshomaru,
dato che lo youkai aveva dimostrato di non provare molta simpatia nei
confronti degli umani.
"Comunque,
è meglio
se andiamo. Se riuscissimo a raggiungerli, penso che il viaggio sarebbe
molto più interessante." commentò Miroku.
Shippo,
seduto su Kirara,
continuava a mangiare caramelle: non conosceva questo "Sesshomaru", e
non gli interessava poi molto conoscerlo, dato che era il fratello di
Inu-Yasha. Ma se Kagome voleva raggiungerlo perchè con lui
c'era
una sua amica, anche a lui stava bene.
Tanto,
a lui importava solo restare con i suoi nuovi amici.
Con
un mezzo sorriso sulle labbra, il piccolo kitsune mangiò
un'altra caramella.
Oddio!
Vi ho fatto aspettare tanto, vero?
(Tutti annuiscono furiosi).
Mi dispiace... Davvero, non avete idea di quanto mi dispiaccia!
E mi dispiace anche di più il fatto di non poter fare dei
lunghi ringraziamenti... Se avete letto LdC (Lezioni di Cucina),
saprete perchè.
RINGRAZIO:
kirarachan
Michiyochan
KAGOlove
Bchan
mikamey
Morgana86
KaDe
Isy_264
Yunie88
ryanforever
Kaggi_Inu91
jessy101
ran ugajin92
Spero che il
capitolo vi sia piaciuto!!!
Bacioni, alla prossima!
|
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Capitolo 14 *** Tra dubbi ed incertezze ***
new fan fic14
Because
of you
Capitolo 13 - Tra dubbi ed incertezze
Il
respiro affannato di Kagome infastidiva non poco Inu-Yasha.
Quando, ingenuamente, le aveva proposto di portarla in braccio, le era
avvampata e lo aveva duramente schiantato al suo - l'hanyou continuava
a massaggiarsi la parte dolorante, stringendo i denti. Non riusciva a
capire le reazioni di quella ragazzina.
Se
la sfiorava, arrossiva.
Se
le parlava, diventava paonazza.
Era...
strano. Non gli era mai successo che una donna diventasse rossa in sua
presenza.
"Se sei stanca, perchè non sali su Kirara?"
sbottò quindi, afferrandola per un braccio.
Lei scosse i lunghi capelli corvini, infastidita "Shippo le sta
dormendo sopra. Di certo non posso svegliarlo e buttarmi di peso sulla
nekomata, non ti pare?"
"Lo sveglio io!" Inu-Yasha si tirò su le maniche,
avvicinandosi al piccolo kitsune dormiente.
"A CUCCIA!"
Il volto cozzò duramente con la terra del suolo, disseminata
di sassolini taglienti.
Strinse convulsamente la terra tra le dita "Kagome..."
La sua voce non prevedeva nulla di buono, ma la miko non lo
ascoltò neppure, avvicinandosi alla sua amica Sango e
iniziando
ad elencarle una serie di "teoremi".
O come si chiamano,
pensò infastidito, facendo forza sulle braccia per tirarsi
su.
Camminavano ancora costeggiando il fiume.
Kagome non aveva voluto allontanarsene, dato che, secondo il fiuto di
Inu-Yasha, Rin e Sesshomaru - più un detestabile odore di
kappa
allo spiedo - erano passati di lì.
"L'odore
di Inu-Yasha..." commentò a mezza voce l'inu-youkai, senza
arrestare il suo cammino.
Rin, al suo fianco, si era voltata "L'odore di vostro fratello?"
"E anche il pessimo odore di quella sciocca nigen dai capelli neri, di
quella con i capelli castani e anche del bonzo." rettificò
con
sguardo severo lo youkai, storcendo il naso perfetto.
La nigen si lasciò sfuggire una risata. L'espressione
contrariata del demone era una cosa che mai avrebbe potuto immaginare,
neppure se si fosse impegnata con tutta se stessa.
"Sesshomaru-sama,
io li
attend..." non fu necessario terminare la frase. Lo youkai si era
fermato, e osservava il sentiero dietro di sè, attento e
vigile.
Dopo
un po', il rumore di un buon numero di passi attirò la loro
attenzione.
"Sono
loro..." mormorò Rin, facendo per andar loro incontro.
Sesshomaru
richiamò la giovane con un suono gutturale "Non sono loro."
Scettica,
la mora si
alzò sulle punte, sperando di scorgere le presenza vicine.
Ma
quando un ringhio dietro di lei la fece tremare, e una folata di vento
la prese in pieno, spalancò gli occhi, terrorizzata.
La
yasha... Poteva essere lei, no?
Rin
sentì un brivido correrle lungo la schiena, e
deglutì.
Ma
non fu Kagura ad arrivare.
C'erano
tre uomini.
Il
primo - il più
giovane, ma, di sicuro, il più forte - aveva lunghi capelli
neri, tenuti imprigionati in una treccia. Gli occhi erano di un
profondo blu mare - incantatori... Rin sbattè più
volte
le palpebre, per liberarsi dalla loro morsa d'acciaio.
Indossava
un abito
semplice, chiaramente del regno di Goshinboku, e portava tra le mani
un'enorme alabarda. Sulla fronte, una voglia a forma di croce.
Dietro
di lui, c'erano altri due uomini.
Uno
indossava un kimono
femminile - ma anche la sua pettinatura ed il suo volto traevano in
inganno, facendo si che somigliasse più ad una donna che ad
un
uomo. Come il precedente, stringeva una spada tra le mani.
E
poi c'era un terzo uomo. Quello che più spaventò
Rin.
La
sua espressione era
deformata dall'ira, e indossava dei guanti particolari, ornati di lame
di metallo - a Rin ricordava un po' un personaggio di un film visto
tempo prima nel suo regno, di cui non rammentava il nome.
"Allora...
ehm... chi abbiamo qui?" chiese il primo, puntando i suoi occhi azzurri
sul volto tediato di Sesshomaru.
"Il
primogenito di quel
bastardo!" ringhiò il terzo, mettendosi in posizione
d'attacco.
Rin tremò, avvicinandosi allo youkai e stringendo un lembo
del
kimono tra le dita.
"Oh!
Ma com'è carino!"
Tutti
si voltarono verso l'uomo con il kimono da donna, che guardava strano
il demone.
"Fratelli,
mi piace molto!
Dobbiamo proprio ucciderlo, vero?" mormorò, sorridendo allo
youkai - Rin raggelò, e sentì che anche
Sesshomaru
irrigidirsi.
"Si,
Jakotsu." rispose il moro, guardando con astio il fratello.
"Bankotsu
ha ragione,
Jakotsu. Scegli qualcuno che non ci sia stato incaricato di uccidere."
ringhiò, rimettendosi in posizione d'attacco.
"Suikotsu,
come sei
cattivo... Lo so che stai dicendo questo solo perchè lo vuoi
tutto per te!" Jakotsu sbuffò, togliendosi la frangia scura
dagli occhi "Ma ti perdono, fratello, e sarò buono. Mi
metterò da parte così che non possiamo svolgere
il nostro
lavoro."
Rin
e Sesshomaru
continuavano ad osservarli litigare a bassa voce, mentre la mora
lanciava fugaci occhiate all'inu-youkai al suo fianco.
"Allora
adesso li
ammazziamo e poi andiamo in qualche villaggio alla ricerca di qualche
bel ragazzo." concluse Jakotsu, per poi sfoderare la sua arma.
Era
una spada molto particolare.
La
lama si allungava, capace di piegarsi all'apparenza - sembrava un
serpente, costatò Rin.
Il
terzo fece schioccare di nuovo le dita, sogghignando, e
scattò in avanti, verso la ragazza, che urlò.
Fu
Sesshomaru a sventare l'attacco, piegando il braccio di Suikotsu.
Il
nemico ruzzolò al suolo, per poi osservare l'avversario
furioso, digrignando i denti.
Stava
per scattare
nuovamente all'attacco, quando un rumore di passi frettolosi
richiamò l'attenzione di tutti i presenti.
Kagome
e Inu-Yasha.
Sango
e Miroku.
Shippo
e Kirara.
Erano
tutti arrivati.
"Finalmente!"
rise Rin,
facendo un cenno alle ragazze per mostrare loro che stava bene - Kagome
guardò l'amica sollevata, per poi spostare lo sguardo su
Sesshomaru. Sembrava la stesse difendendo, e la cosa stupì
la
mora non poco.
"Tsk...
E voi chi sareste?"
Inu-Yasha,
spaccone come
sempre, si distaccò dal gruppo, fronteggiando Bankotsu - il
capo
dei loro avversari sembrava completamente indifferente all'hanyou.
"Che
carinooooo!"
Il
mezzodemone - seguito dagli altri - si voltò verso colui che
aveva parlato, restando sconvolto.
Era
un uomo.
Ma
non era questo il momento per fare gli schizzinosi.
Inu-Yasha
sfoderò la spada al suo fianco, mostrandola per la prima
volta nella sua vera natura: un'enorme zanna.
La
Tessaiga - Kagome sentì il fiato mozzarsi nella sua gola, e
annaspò alla ricerca d'aria. Era splendida.
Senza
dire null'altro,
Inu-Yasha si scagliò contro Bankotsu, che sfoderò
la sua
spada e cercò di controbattere.
La
sfida era iniziata.
Salve, carissimi.
Noto con disappunto che state diminuendo volta per volta, ma non ho
neppure la forza di lamentarmi, così sto zitta e continuo.
Oggi, come forse avete letto su LdC, non è proprio la mia
giornata, e non ce la faccio a scrivere i ringraziamenti.
Comunque, sono felice di notare che c'è sempre qualcuno che
mi segue. Non sapete quanto questo mi tiri su!
RINGRAZIO:
Aryuna
Yunie88
ary22
kirarachan
Kaggi_Inu91
ryanforever
mikamey
Isy_264
KaDe
KAGOlove
Grazie.
Grazie perchè mi seguite. I vostri commenti mi mettono
sempre di buon umore, sapete?
Cercherò di aggiornare presto!
Baci!!!
|
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Capitolo 15 *** Bacio sotto la luna ***
New Fan Fiction 15
Because
of you
Capitolo 14 - Bacio sotto la luna
Inu-Yasha
schivò con tranquillità un fendente dell'alabarda
di Bankotsu, che lo guardò irato.
"Sciocco
hanyou, lascia che la mia Banryu ti tagli il capo!"
"Non ci penso
neppure." rispose lui, saltando indietro e evitando l'ennesimo colpo.
Nello stesso
istante, Sesshomaru
sfoderò la sua Tokijin, colpendo ad un fianco Suikotsu, che
ringhiò di dolore "Stronzo!"
Miroku si
destreggiava con
Jakotsu, aiutato da Sango, mentre Kagome faceva del suo meglio per
confortare se stessa e Rin, turbata dalla situazione. Neppure l'attacco
di Kagura era stato così violento.
Sesshomaru
assottigliò gli
occhi, parandosi nella posizione d'attacco, pronto a ribattere
Suikotsu, ma questi si spostò di lato, evitando Sesshomaru e
correndo in direzione delle due ragazze. Era desideroso di spandere il sangue di quelle
due mocciose sull'erba, per macchiare quel verde del colore scarlatto
della morte.
Kagome
lanciò un grido
soffocato, innalzando una barriera, mentre Rin le si stringeva contro
"Kagome..." sussurrò con voce rotta, guardando l'amica.
Notò
però che
questa continuava a osservare qualcosa fuori dalla barriera, stupita,
colpendo l'attenzione dell'amica, che seguì il suo sguardo.
E
sbarrò gli occhi.
Sesshomaru-sama...
Lo youkai
aveva bloccato un braccio all'umano, sbattendolo al suolo, per poi far
scioccare gli artigli, pronto a colpirlo.
Ma Suikotsu
rotolò di
lato, facendo colpire il suolo a Sesshomaru, e guardò
nuovamente
con rabbia le due donne. Kagome si sforzava di guardarlo con
superiorità, di non mostrarsi intimorita - Rin, invece,
guardava
con apprensione l'inu-youkai, preoccupata.
"Sesshomaru-sama
aveva una mano ferita." mormorò, tirando una manica di
Kagome "E se la ferita si fosse riaperta?"
"Non fare la
pessimista,
Sesshomaru non è così debole! In certe leggende
è
narrato che è riuscito ad uccidere un intero esercito nemico
-
da solo."
"N-Non lo
sapevo." biascicò con la gola secca.
Le iridi d'oro
dello youkai
guizzarono per un lampo dalla loro parte, facendo avvampare Rin -
Kagome lo notò, e le si aprì un sorriso sornione
sul
volto "Ti piace molto, eh?"
"C-Chi?"
"Come chi?" la
miko rise diverita
"Ma il caro principe-quasi-re Sesshomaru! Non credevo che in
così poco tempo i tuoi sentimenti verso di lui avrebbero
potuto
evolversi in questo modo..."
"Non
scherzare..." sbuffò
Rin, lasciandosi scappare un grido di terrore quando l'arma di Jakotsu
sfiorò la guancia di Sango, lasciandole un segno scarlatto.
"Non scherzo."
Inu-Yasha si
voltò verso
di loro, fulminandole, prima di scansare l'ennesimo attacco di Banryu -
difatti le due stavano ridendo, cosa leggermente non consona ad un
combattimento.
Kagome si
trovò ad
arrossire, e a continuare a seguire Inu-Yasha mentre attaccava Bankotsu
con Tessaiga, a sorridere ad ogni suo ghigno soddisfatto - come quando
uno dei suoi attacchi aprì una ferita sul petto del
mercenario,
che lanciò un'imprecazione volgare.
"Hai fatto
tanto la superiore con me, ma anche tu sei cotta di Inu-Yasha, eh?"
La miko era
scandalizzata, e boccheggiava, guardando la ragazzina al suo fianco.
"Ma come osi?
Non è vero! Lui non mi piace... è arrogante e
superficiale e cattivo e-"
"E ti piace."
concluse Rin, annuendo.
Kagome scosse
il capo, incapace
di controbattere, e tornò a seguire il combattimento,
intervenendo di tanto in tanto con qualche barriera - si odiava per non
aver portato con sè il suo arco. Con quello, avrebbe di
sicuro
potuto prendere attivamente parte al combattimento.
Quando
Jakotsu, indietreggiando, finì quasi col sfiorare la
barriera, la mora decise di attaccarlo...
... ma una
folata di vento la bloccò.
Alzarono tutti
il capo.
"Kagura!"
urlò Rin.
"Oh, la
ragazzina simpatica...
Salve..." la yasha sorrise, attorcigliandosi alcune ciocche di capelli
neri intorno alle dita affusolate "Comunque, non sono venuta qui per
giocare, mi dispiace." le sfuggì un sospiro sconsolato "In
quanto a voi..."
"Si?" disse
Jakotsu, storcendo il naso - era una donna, e lui
detestava che una donna gli desse ordini.
"Dovete
ritirarvi, il capo è molto insoddisfatto di voi."
commentò, per poi fare un cenno di saluto e andare via.
Mentre
Inu-Yasha e gli altri
decidevano cosa fare, Bankotsu rinfoderò l'arma, e, insieme
agli
altri, scomparì - a lungo fissarono allibiti il posto in cui
si
erano dissolti.
"Come hanno
fatto?"
"E'...
semplice. Basta avere un
briciolo di potere spirituale, e conoscere la formula adatta. Poi
risulta semplice." rispose Kagome, sciogliendo la barriera, e
districandosi dall'abbraccio della mora.
"Cosa dobbiamo
fare?" chiese
quindi Miroku, gettando uno sguardo al cielo "Si è fatto
terribilmente tardi. Non penso sia saggio proseguire."
"Sono
d'accordo." esalò Sango, passandosi una mano tra i capelli
castani e asciugandosi la fronte sudata.
Sesshomaru si
limitò ad
avviarsi nella valle più vicina, e sedersi sotto l'albero
più vicino, l'arma in pugno e gli occhi socchiusi.
Rin si sedette
poco distante, e
Sango prese posto accanto a lei, con Miroku accucciato vicino a lei,
cercando il momento più adatto per lasciar scivolare la
manca
sul suo sedere.
Kagome,
invece, voltò le spalle al gruppo...
***
Si era seduta
sulla riva del fiume, e guardava come in trance la luna piena di quella
sera.
Un rumore ne
attirò
l'attenzione, e, con un lentissimo movimento, si voltò,
perdendosi nelle pozze color del miele dell'essere leggendario che
più amava - Inu-Yasha.
La guardava
con aria indifferente, una coperta in plaid tra le mani.
"C-Ciao..."
sussurrò lei, facendogli cenno di avvicinarsi "Cosa ci fai
qui?"
L'hanyou le
lanciò la
coperta, sospirando e prendendo posto al suo fianco, puntando gli occhi
sulla luna. "Mettila, o ti buscherai un raffreddore."
"S-Si, grazie."
Restarono
seduti l'uno accanto
all'altro, Kagome con le gambe a mollo nell'acqua e Inu-Yasha con le
braccia incrocate, limitandosi a dedicarsi qualche sguardo fugace.
"Dici che
dobbiamo rientrare?"
Inu-Yasha
sobbalzò, colto impreparato "Come?"
"Ho detto:
credi sia meglio
tornare dagli altri?" ripetè Kagome, indicando il luogo tra
gli
alberi ove si erano accampati.
La
guardò per una frazione di secondo.
La coperta
troppo grande le
fasciava totalmente il corpo, le gote erano arrossate e le labbra
screpolate a causa del freddo - anche un tipo come lui, che non si
sprecava in complimenti, la trovava... carina...
Lei lo
guardava sorpresa...
Abbassò
il capo e si chinò in avanti.
Rimase
spiazzata, incerta.
Le labbra di
Inu-Yasha sfioravano le sue, desiderose di approfondire il contatto,
cosa che Kagome non gli impedì.
Ancora
stupita, gli avvolse il collo con le braccia, mentre le cingeva la
vita, una mano sotto il mento di lei a bloccarlo.
Con un veloce
movimento, l'hanyou la fece scendere al suolo, senza però
interrompere il contatto.
Non capiva
cosa gli era preso, ma
non aveva alcuna intenzione di smettere - gli piaceva terribilmente
quel gesto. Era la prima volta che baciava così una
persona...
Poi un rumore
li riscosse, e si
resero conto della loro posizione - Inu-Yasha era completamente disteso
su di lei, una mano tra le mani di Kagome e un'altra sul fianco della
ragazza - le aveva leggermente alzato la maglia, carezzandole la pelle
chiara.
"I-Io...
de-devo andare..." mormorò lei divincolandosi dalla presa di
lui e correndo all'accampamento.
Inu-Yasha,
invece, salì
sull'albero, preferendo non tornare - temeva di non riuscire a
resistere ai suoi istinti, e questo lo spaventava.
Dall'alto
dell'albero,
però, si assicuro che lei stesse bene, e continuò
ad
osservarla finchè Kagome non scivolò nel mondo
dei sogni.
Salve a tutti!!!
Sono tornata, in ritardo ma sono tornata - in ritardo...! Poso almeno
una volta a settimana, non penso di metterci poi così tanto!
XD
Poi... Scusate se l'altra volta qualcuno si è sentito tirato
in ballo quando ho parlato dei commenti. Non era mia intenzione creare
complessi in qualcuno. Semplicemente, era un'osservazione ^^.
Comunque, mi ha fatto immensamente piacere sapere che ci siete ^^.
Grazie mille a tutti, davvero.
Mi dispiace, ma non ho il tempo di fare dei lunghi ringraziamenti. Ma,
lo prometto -e stavolta per davvero: la prossima volta avrete una
risposta enorme a testa! Solo, oggi vado di fretta. ^^
RINGRAZIO:
- Bchan (Spero tu sia riuscita a leggere il capitolo,
altrimenti, lo leggerai al tuo ritorno ^^).
- Morgana86
(Scusa se non aggiorno più molto frequentemente, ma non ho
molto tempo materiale... farò del mio meglio, comunque, per
postare il capitolo nei prossimi giorni ^^. Peccato solo che forse devo
partire...).
- kirarachan
(Vale, spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^).
- AvinPhi
(Non ti ho costretta, cara Anci, perchè deve sorgere
spontaneament... No, è solo che mi ero scordata XD. Il re di
Asu è chi pensi tu? Forse... XD Tu dimmi la tua tesi, e io
su msn ti faccio sapere).
- fra007
(Sono molto lieta di vedere una nuova commentatrice ^^. Comunque, noto
che siamo coetanee! *.* Grazie mille per il tuo sostegno, sei stata
gentilissima ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^).
- Yunie88
(Vale, i fratelli deficienti sono miti umani XD. Peccato si siano
dovuti ritirare... E non so se li farò tornare... XD Kagome
è timida e aggressiva perchè è questo
il suo carattere. *Roro annuisce convinta* Comunque... che te
n'è parso del capitolo? E tu quando aggiorni?).
- mocci91
(Sono sempre felicissima di leggere le recensioni di nuove
commentatrici ^^. Comunque, in quel momento ero giù proprio
a causa del mio cane, quindi ho parlato a vanvera, mi sa... Ti
ringrazio moltissimo per la pubblicità -che non credo di
meritarmi minimamente, dato che la mia fan fic non è nulla
di chè. La fic finirà bene, non preoccuparti ^^.
Baci!).
- KaDe (XD
Non puoi non sapere più che scrivere nei commenti! Tu sei
proprio la mia sensei dei commenti (e dei brani), Kaddy-sama! Rin e
Sessho sono carucci, in effetti, ma mai quanto i miei tesori stupendi!
XD Sao).
- Isy_264
(Si, in effetti Jakotsu fa morir dal ridere, non potevo proprio
escluderlo ^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!)
-
Kaggi_Inu91 (Giulia, sono felice del fatto che tu sei sempre qui ^^. Mi
rende immensamente felice. Come hai trovato il capitolo?).
- mikamey
(^^ Non preoccuparti, so che molti vanno in vacanza. L'altra volta ero
un po' giù, per questo ho fatto quell'affermazione [che mi
rimangerei volentieri]. Ciao!).
- KAGOlove
(Ramo, quando a settembre leggerai la recensione, spero che tu sia
felice ^^. Ci sentiamo presto!!! Besos!).
-
ryanforever (Non preoccuparti ^^. Il mio morale si è tirato
su quando ho visto il mio cane muovere la coda e guardarmi. Mi
è bastato sapere che stava meglio. ^^ Spero che il capitolo
ti sia piaciuto, e grazie mille ^^).
Naturalmente, ringrazio anche
chi legge e chi mette la
fan fic tra le preferite. Lo scrivo in
grassetto, così magari lo leggeranno tutti XD.
Grazie mille!!! Spero di aggiornare presto!
|
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Capitolo 16 *** Dispersi ***
New Fan Fic 17
Because
of you
Capitolo 16 - Dispersi
Salve a tutti!
Si, lo so. Sono in un tremendo, tremendo ritardo. Ma non aveva proprio
voglia di scrivere il capitolo... Mi sono dovuta imporre con la forza
di concludere il capitolo. ^^ Comunque...
Spero vi piaccia il capitolo. Io non ne sono poi molto soddisfatta, ma,
ve lo giuro, i prossimi mi verranno meglio ^^. E' proprio che non avevo
ispirazione...!
Baci, a dopo!
Kagome
aprì gli occhi con un sospiro.
Un ennesimo
rumore - più che rumore
andava chiamato fragore
- la fece sobbalzare, mentre notava che nell'accampamento non c'era
più nessuno oltre lei.
No.
Una scia di
sangue sul suolo le indicava la direzione in cui i suoi compagni erano
stati condotti.
No.
Non poteva
essere vero.
Non potevano
essere spariti.
Non potevano
essere morti.
Dov'erano?
E di chi era
quel sangue?
E
perchè lei era ancora lì?
Le si
spezzò il fiato, mentre si metteva in piedi, le ginocchia
molli.
Dov'erano finiti?
Prese con
ansia il suo zaino, prima di iniziare a correre nel folto della foresta.
Le giungevano
rumori soffocati, schianti di alberi e rumori di spade che si
scontravano...
Inciampò
malamante in una radice, finendo tra le foglie gialle di un albero
vicino. Si era sbucciata le ginocchia e i palmi della mani, ma non era
questo l'importante - la sua borsa si era aperta, e i vari medicinali
erano rotolati qua e là - un disinfettante si era anche
aperto, inzuppandole la gonna.
"Cavolo",
borbottò, allungandosi per recuperare la maggior parte degli
oggetti - almeno quelli più vicini.
Un urlo di
dolore le gelò il sangue, spingendola a ricominciare la sua
corsa.
Si
fermò solo sul limitare di uno spiazzo.
L'erba era
verde, leggermente umida - cosa strana, data la mancanza di pioggia -,
ed era ricoperta da piccoli fiori gialli e viola.
Sarebbe stato
un luogo magico, se non ci fosse stata una battaglia in corso.
Rin era
adagiata contro il tronco di un albero, intenta a tamponarsi una ferita
al fianco, piuttosto grave, all'apparenza.
Sesshomaru si
destreggiava agilmente con due demoni lince - erano uguali, dal manto
marrone e gli occhi di un lucente sabbia. Saltavano qua e
là, evitando per un soffio i ripetuti affondi dello youkai.
Sembravano quasi divertiti, mentre squarci scarlatti si aprivano pian
piano sulle loro zampe.
Sango, invece,
aveva le spalle poggiate contro quelle di Miroku, e si impegnavano a
colpire il maggior numero di demoni senza restare feriti.
Ma lo sguardo
di Kagome era completamente attratto da Inu-Yasha.
Muoveva con
rabbia Tessaiga, rilasciando lampi di luci, che distruggevano i nemici
più vicini senza alcuna difficoltà apparente.
Poi tutto si
mosse a rallentatore.
Vide Inu-Yasha
voltarsi verso di lei.
Lo vide aprire
la bocca, pronto ad urlare.
Sentì
qualcosa che la alzava, e un forte dolore alla nuca.
Strinse gli
occhi, per poi mordersi la guancia, nel tentativo di non perdere i
sensi.
Delle braccia
la tenevano bloccata, e lei continuava a guardare Inu-Yasha.
Mentre
rinfoderava Tessaiga.
Mentre
ringhiava.
Mentre correva.
Mentre li
inseguiva, senza neppure degnarsi di spiegare agli altri ciò
che stava avvenendo.
Kagome non
sapeva cosa fare.
Strinse i
pugni, iniziando a tempestare il suo assalitore, nel tentativo vano di
fargli lasciare la presa, e lasciarla cadere al suolo.
"Lasciami!
Lasciami!".
Ogni suo urlo
era scandito da un pugno ancora più forte, e da un calcio.
Era portata in spalla, così fece del suo meglio per
assestare un colpo preciso nello stomaco dello youkai.
"Kagome".
Si
voltò di scatto.
Inu-Yasha
aveva aumentato la velocità della sua corsa, facendo
schioccare le dita.
Proprio quella
che aveva fatto quando l'aveva vista per la prima volta.
Capì
senza neppure bisogno di spiegazioni.
Quando lo vide
saltare verso di loro...
... quando lo
vide fare un balzo più lungo del normale...
... strinse
gli occhi, portando di istinto le mani sulla nuca.
Si
ritrovò al suolo, ruzzolando nel piano, rotolando tra i
sassolini.
Aveva una
brutta ferita dietro la testa, ma non era poi così grave,
dato che riusciva ancora a ragionare.
Inu-Yasha
aveva duramente ferito il demone - ora che poteva vederlo, notava che
era grosso e nerboluto, di uno sgargiante color fuoco. Le iridi erano
arancio, e il volto era affusolato, sebbene ricordasse vagamente un
volto umano.
L'hanyou si
spostò quasi impercettibilmente, ponendosi innanzi a Kagome
e accucciandosi un po', mentre un ringhio feroce nasceva dal suo petto
- sembrava il latrato di un animale furioso, e persino lei
sentì farsi la pelle d'oca.
"Lasciala in
pace... Va' via", ululò.
L'occhio
stavano progressivamente mutando, prendendo una colorazione rossastra,
mentre le iridi si assottigliavano, colorandosi di celese.
Sulle gote gli
comparirono degli strani graffi, simili a quelli di Sesshomaru, per
colorazione e lunghezza.
Persino le
unghie delle mani - gli artigli che tanto amava usare per attaccare -
si allungarono.
Sembrava
un'altra persona.
Letteralmente.
Il demone
tremava leggermente, mentre si lanciava verso di lui, all'attacco.
Forse sperava
di ucciderlo.
Forse era
convinto di riuscire a fronteggiarlo, o di coglierlo di sorpresa.
Forse - la
probabilità più logica - aveva capito di non
avere alcuna speranza, e preferiva combattere e morire, alla fuga.
Un attimo, e
il corpo del demone cadde privo di vita tra l'erba.
"I-Inu...
Yasha?", mormorò Kagome, facendo forza sulle braccia, nel
tentativo di tirarsi su.
Lui si
voltò a guardarla.
O forse no.
Osservava
nella sua direzione, ma non la vedeva.
Sentiva
però il suo profumo.
Sapeva che
c'era qualcosa lì.
Le si
avvicinò.
"Inu?". Kagome
si mise carponi, mentre Inu-Yasha le si sedeva davanti.
Portò
la mano destra sulla sua guancia, carezzandogli il volto in tutta la
sua lunghezza, prima di bloccarla.
Sentì
un sospiro, e poi l'hanyou le posò il capo tra le dita,
mugugnando. Quasi facendole le fusa.
Quando
riaprì gli occhi, le iridi erano tornate topazio.
"Kagome?".
Gli sorrise,
allonatanandosi giusto un po'.
"Sei ferita?",
sussurrò, notando il sangue che le imbrattava i vestiti.
"Leggermente",
fu l'unica replica della ragazza, mentre mostrava lo zaino sulla sua
spalla. "Ho i medicinali, però".
"Bene".
Le
afferrò con dolcezza il polso, prendendola tra la braccia.
"Ti trasporto
io".
Lei sorrise
come meglio poteva, mentre la stanchezza la coglieva impreparata ed il
cuore iniziava a batterle come un tamburo.
Il ricordo del
bacio della sera prima la spiazzò.
Forse avrebbe
fatto meglio ad implorarla di farla scendere.
Non era capace
di dominare le sue emozioni in quel contesto.
Non era
capace, punto.
Si
lasciò andare contro il suo petto, sospirando frustrata di
tanto in tanto, finchè una piccola grotta non comparve loro
innanzi.
La
adagiò sul pavimento.
"Vado a
chiamare gli altri?", propose, quasi senza aspettare risposta.
"No", Kagome
scosse il capo, afferrando un lembo del suo vestito "Per favore, resta
qui".
Le
scoccò un'occhiata di traverso, prima di sedersi accanto a
lei.
Sentì
via via il respiro della giovane regolarizzarsi, e sospirò
di sollievo, poggiando Tessaiga al suo fianco e il capo contro la
parete.
Sarebbe stata
una lunga notte, questo era certo.
Allora?
Spero lo abbiate gradito, anche se non è stato poi nulla di
chè...
E, ora, la nota più dolente.
Forse mi toccherà cambiare raiting. Non vorrei
assolutamente, lo giuro, ma... la bozza del prossimo capitolo
è già pronta, e non so se va bene. Comunque,
cercherò di mantenerlo così, e di non alzarlo.
Mmm... Ho una seconda nota dolente -almeno per me-.
Niente ringraziamenti...
Lo so, avevo promesso almeno 5 righe a testa, ma ho ben 3 storie da
aggiornare e molto da scrivere. Per di più, non sto
particolarmente bene, e non dovrei neppure stare a computer XD.
RINGRAZIO:
Kaggychan95
Dark_Inu_Light
ary22
Yunie88
Kaggi_Inu91
Aryuna
kirarachan
mikamey
KaDe
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato con
particolare affetto, dato che mi tirate costantemente su di morale ^^.
Ora però vi lascio: devo aggiornare LdC! XD
Besos, alla prossima!
|
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Capitolo 17 *** Senza sapere il perché ***
New Fan Fic Lemon
Because
of you
Capitolo 17 - Senza sapere il perché
*\* Ok, posate anche qui le
vanghe, da bravi...
Susu, non è che poi io abbia fatto chissà quale
ritardo, cari... XD C'è di peggio.
Chiedo venia, però: dato che è tardi, non posso
ringraziare... Lo farò per bene la prossima volta, spero.
Besos! */*
(Il contenuto di questo capitolo non è molto adatto ad un
pubblico non maturo XP Sebbene io mi sia impegnata per evitare il
raiting rosso, qualcosa potrebbe essermi sfuggito, e per questo mi
scuso)
Non
sapevano come.
E
di certo non sapevano perchè.
Neppure
importava loro sapere perchè, comunque.
Ciò
che era loro chiaro è che Kagome si era svegliata, e i loro
sguardi si erano incontrati. Poi una scossa, si erano alzati... e...
e...
Il
respiro di Kagome si confondeva con quello dell'hanyou...
Inu-Yasha
le teneva i polsi
bloccati, e la costringeva contro la parete. Le loro labbra si erano
incontrate duramente, e si toccavano, mordevano come a volersi divorare.
Quando
lui si allontanò di un po', Kagome era in affanno, e
respirava alla ricerca d'aria.
"Inu...
Yasha..."
mugugnò lei, quando lui le lasciò i polsi per
carezzarle
la schiena e le gambe - Kagome intrecciò le dita tra i
soffici
capelli dell'hanyou, riaffondando le sue labbra su quelle del ragazzo.
La
sollevò un po',
permettendole di allacciare le gambe intorno alla sua schiena, e si
impegnò - vanamente - per sbottonarle la camicetta, finendo
con
strapparla in più punti - a Kagome sfuggì un
risolino.
"Ti
faccio ridere?" le mormorò sulle labbra, carezzandole il
ventre piatto.
"Giusto
un po'..." lo disse
in un soffio, mentre Inu-Yasha prendeva a carezzarle l'interno delle
cosce. Kagome gemette compiaciuta, spostando una mano sulle orecchie di
Inu-Yasha...
Presto
anche la gonna di
Kagome e il vestito del ragazzo si ritrovarono sul pavimento, informi e
piatti spettatori di quella vicenda.
Alla
ragazza sfuggì
l'ennesimo gemito quando l'hanyou lasciò il porto sicuro
delle
labbra per passare al collo e all'orecchio, che mordicchiò
dolcemente - intanto, lei continuava a passare le piccole mani
sulla schiena di Inu-Yasha, definendo con la punta delle dita i suoi
muscoli.
"Kagome...
come si toglie
questo coso?" le mormorò, tentando di strapparle il
reggiseno di
pizzo bianco. Lei spostò la mani dalla schiena del ragazzo
con un
borbottio contrariato e slacciò l'oggetto, che cadde in
terra.
Poi,
arrossendo, portò le mani a coprire il seno, mentre lui la
alzava un po' di più per baciarle le labbra.
Sorrideva
compiaciuto - il suo cervello si era scollegato, così come
quello di Kagome. Erano preda solo dei loro istinti.
Kagome
gli carezzò una guancia, posando poi il capo sulla spalla di
lui.
"Non
ce la faccio
più..." gemette lui, adagiandola sul pavimento
della grotta.
"Neppure
io." rispose, abbozzando un sorriso tra gli affanni.
Si
erano addormentati abbracciati.
Inu-Yasha
la teneva stretta, il capo posato tra i capelli neri della giovane.
Aveva
usato una coperta
nello zaino della ragazza per provare a coprirsi - per fortuna il fuoco
poco distante scoppiettava, riscaldandoli con il suo calore.
Kagome
si era raggomitolata per bene contro di lui, sorridendo d'istinto.
Era
questa la posizione in cui si svegliarono.
Erano
in imbarazzo, e non
sapevano cosa dire per giustificarsi. Nessuno dei due pensava che
l'avvenimento della sera precedente fosse stato uno sbaglio, ma nessuno
dei due riusciva a trovare un pretesto per aprire il discorso.
Kagome
prese la coperta e ci si avvolse dentro, posando il capo sulle
ginocchia e sospirando.
Inu-Yasha
aveva preso
un'altra coperta dalla borsa e la stava malamente usando per coprirsi,
lasciando però scoperto il petto.
La
miko si ritrovò a fissarlo... e arrossì.
Posso essere diventata
così intraprendente?,
si chiese, strigendo le mani a pugno e mordendosi con forza il labbro
inferiore, mentre il cuore, nel petto, le batteva come un martello
pneumatico.
"Ehm..."
l'hanyou era stufo
di quel muro di silenzio creatosi, così decise di prendere
la
parola "Allora... ehm... si... l'abbiamo... fatto."
"S-Si."
rispose lei
imbarazzata - e frustrata per l'ovvia osservazione -, togliendo di poco
il capo dalla coperta - la stoffa era
vermiglia, e il suo volto aveva ormai preso la stessa sfumatura
dell'oggetto.
I
loro sguardi si incontrarono per l'ennesima volta...
Kagome
fece per distogliere
gli occhi, ma Inu-Yasha le prese il mento tra le dita e la
baciò
- esattamente come la sera
precedente.
Erano
già
disetesi... Inu-Yasha la baciava, e Kagome attorcigliava le dita tra i
capelli d'argento dell'hanyou... quando un rumore richiamò
la loro attenzione.
Il
volto di Miroku fece capolino dall'ingresso della caverna.
"Carissimi,"
iniziò,
un sorriso malizioso sul volto "Noi non siamo entrati per non
disturbarvi, ma, devo dirlo, il rumore dei vostri gemiti era
leggermente troppo forte, così vorrei chiedervi se posso
unirmi a voi!"
Kagome
si sentì morire, e afferrò la coperta
più vicina, coprendosi.
"Non
vi facevo così pudica, Kagome-sama. Dalle urla di piacere
che ho sentito, credevo foste più spregiudicata!"
Inu-Yasha
non riuscì
più a sostenere la faccenda. Sfilò Tessaiga dal
suo
fodero, lasciando che la lama brillasse alla luce del mattino appena
sorto "Va' via..." ringhiò con tono minaccioso.
Miroku
sfoggiò loro un'aria delusa, da cane bastonato, e si
allontanò - lo sentirono imprecare.
Indossarono
i loro vestiti con rapidità, silenziosi, quasi desiderosi di
evitarsi. Kagome si alzò, pronta ad uscire - Inu-Yasha la
bloccò, per poi posare la sua fronte su quella della
ragazza. "Sta' attenta." le
mormorò, prima di lasciarla e uscire prima di lei.
La
studentessa si sfiorò la fronte con le dita - scottava -,
per poi sorridere e seguirlo.
Furono
accolti da un vivace chiacchierio. Rin e Sango parlavano fitto fitto
tra loro - la sterminatrice non nascondeva un sorriso malizioso, mentre
Rin tentava di abbozzare un sorriso di circostanza, come a chiedere
perdono all'amica per l'intrusione.
"Oh,
sono arrivati i piccioncini." fu il commento di Miroku. Il monaco si
carezzava la guancia destra, arrossata: sicuramente un ricordo di Sango
"Ripeto che non era mia intenzione disturbarvi."
Inu-Yasha
fremeva dal desiderio di sferrargli un pugno - Kagome, dal canto suo,
aveva assunto un'aria furiosa, e squadrava Miroku "Non mi risulta che
siano fatti tuoi. Quindi, ti prego di SMETTERLA."
Sul
volto del moro aleggiava un'aria offesa, e non replicò.
Sango e Rin, invece, presero ad applaudire, mentre Inu-Yasha scuoteva
il capo, imbarazzato - terribilmente imbarazzato. Che le era venuto in
mente?
Lui
aveva optato per non rispondere alle provocazioni, restando muto ad
ogni accusa, mentre invece lei gli aveva praticamente urlato in faccia
che sì, l'avevano fatto, e che no, non ne volevano parlare.
Bah... forse avrebbe potuto funzionare, dopotutto.
L'unico
indifferente era Sesshomaru, seduto, come di consueto, ai piedi di un
albero. Aveva le braccia incrociate al petto, e gli occhi socchiusi: in
tralice osservava la foresta circostante, desideroso di mettere fine al
loro viaggio il più presto possibile.
I
capelli d'argento venivano scossi dalla lieve brezza che soffiava nel
bosco, e gli sferzava la pelle nivea del volto. Il sole, poi, gli
faceva luccicare le gemme d'oro che aveva incastonate negli occhi.
Un
rumore, come di qualcuno che si sta schiarendo le voce, gli fece
leggermente sollevare una palpebra. Era Rin, seduta al suo fianco.
"Sesshomaru-sama,
posso stare un po' qui con voi?" La giovane indicò con
l'indice il resto che gruppo - Inu-Yasha stava picchiando Miroku, che
doveva aver fatto qualcosa a Kagome, dato che questa singhiozzava tra
le braccia di Sango "Non vi arrecherò alcun disturbo. Ma non
riesco a stare accanto a loro, con il baccano che fanno."
L'inu-youkai
si limitò ad annuire, serrando nuovamente gli occhi. Neppure
un sospiro uscì dalle sue labbra. Neppure un respiro. Nulla.
Sesshomaru
continuava imperterrito a pensare.
Rin,
accanto a lui, si chiese se non fosse il suo modo di evitarla. Forse si.
Si
gelava, quella mattina. Portò una mano innanzi alla bocca, e
starnutì - il demone spostò il suo sguardo -
impercettibilmente - sulla ragazzina al suo fianco. "Raffreddata?"
chiese, forse più per l'educazione impartitagli da bambino
che per vero interesse.
"Eh?
Fo-Forse si, Sesshomaru-sama."
"Dovresti
coprirti."
Rin
inclinò il capo di lato, sorpresa, e annuì, per
fargli intendere che aveva compreso il suggerimento, e forse l'avrebbe
attuato. Si accoccolò su di sè - il sole era
ancora alto nel cielo, ma lei aveva sonno. Sbadigliò.
La
discussione, accanto a lei, sembrava essersi sedata, quindi Rin prese
coraggio, e s'alzò, accorrendo da Kagome - non volle
spiegargli perchè aveva pianto, ma notò, dagli
angoli della bocca tirati verso l'alto, che doveva avere una gran
voglia di ridere. In effetti, Miroku con un occhio nero sembrava un
panda.
Prepararono
il pasto tutti insieme, e poi decisero di accampare - da quel che
diceva la cartina, il palazzo era a pochi chilometri. Sarebbero
arrivati entro il giorno seguente.
*\* La parte
iniziale del capitolo è ciò che più ha
dipeso il ritardo del capitolo: non avevo idea di come scriverla senza
dover poi alzare il raiting ç.ç
In ogni caso, questo capitolo è dedicato a KaDe, grande
sensei delle lem, a Lily, la nostra hentai, e a Valeria (Yunie88), che
queste "scene" le adora...
So di non essere particolarmente brava, e non avrei neppure voluto
inserire qualcosa di questa risma, ma l'ho promesso a Lily-chan, e non
potevo rimangiarmi la promessa... ç.ç
Così, ecco il mio capitolo depravato. Scusatemi.
RINGRAZIO:
Aini
ryanforever
Bchan
inufanforever
kaggychan95
mocci91
ary22
mikamey
Isy_264
pIcCoLaKaGoMe92
demetra85
Yunie88 (Visto cosa c'era nel capitolo?)
Aryuna
KaDe
kirarachan
Grazie mille a tutti voi! ^^ Spero abbiate gradito
l'ennesimo sclero (che reputo orrendo -.- Ma l'ho scritto di botto).
Sao!!! Alla prossima! */*
P.S. Per
farmi perdonare, una piccola anticipazione: l'attesissima consegna
delle cariche a Lord Fluffy e Inu!!!
|
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Capitolo 18 *** Arrivo dalle autorità ***
New Fan Fic18
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of You
Capitolo
18 - Arrivo dalle autorità
*\* Salve,
carissimi.
Scusate
l'enorme
ritardo, davvero. Non volevo metterci così tanto, ma ho
avuto
problemi (ENORMI PROBLEMI!) di ispirazione. Ergo? Non riuscivo a
buttare giù nulla di soddisfacente, e mi sono quindi
impegnata
con LdC, concludendola.
Vorrei portare anche questa a compimento entro l'inizio della scuola,
ma è letteralmente
impossibile. Fortunatamente, il finale l'ho già scritto...
Vedrò, quindi, di buttar giù i capitoli
"19-20-21-22" in
questi giorni, così da averli pronti da postare. In caso
contrario, mi impegnerò per scriverne uno a settimana: se
ciò non mi riuscisse... Non pensiamoci. Ce la posso fare.
Il capitolo che mi è uscito (Questo qui) non mi piace
particolamente. Ma mi piace più di molti altri, e
già
questo mi soddisfa... XD
A dopo per i ringraziamenti! Bacioni! */*
Musica?
Socchiuse
le
palpebre, indecisa, e proseguì il cammino.
Il
dolce
rumore le pervadeva le membra, scuotendola, e lei continuava ad
avanzare,
accennando qualche timido passo di danza, lasciando che le braccia
ondeggiassero come in preda ad un ritmo folle.
Posò
il
piede destro per terra, e sentì vuoto.
Cosa?
Inciampò.
Cadde.
Vuoto.
“Kagome?”.
Chi
la
chiamava?
“Kagome,
sveglia, è ora…”.
Sveglia?
Riaprì
le
palpebre, ma fu subito costretta a socchiuderle, mentre i raggi del
sole
mattutino, violenti, le fendevano gli occhi.
“Ben
svegliata”, fu il divertito commento di Sango – la
sua amica stava riordinando
gli oggetti che avevano usato per la notte, rimettendoli con cura nel
suo
zainetto grigio.
Rin,
poco
distante, era intenta a pettinarsi i capelli, e rivolse un radioso
sorriso
all’amica, non appena notò i suoi occhi aperti
– “Hai fatto un bel sogno?”, le
chiese, curiosa.
Kagome
boccheggiò – un bel sogno? Beh, la musica era gradevole.
Un
pianoforte.
E
un flauto
traverso.
Una
melodia
molto orecchiabile.
E
dolce.
Sì,
se non
fosse stato per quella caduta finale, quel sogno sarebbe stato
bellissimo. Si
rimise in piedi, inciampando nel sacco a pelo, e annuì
– “Un bel sogno, sì”.
“Cos’hai
sognato?”. Rin era curiosa, ed aveva rimesso la spazzola
nella sua borsa,
attenta a non perdersi neppure una sillaba.
“Bah,
di
preciso non so. Camminavo… e sentivo una strana
musica”.
“Strana?”.
“Sì,
ma
gradevole. In ogni caso, danzavo. E sono caduta…”,
si sentiva sciocca a
raccontare di una caduta immaginaria, ma Rin sembrava trovare il tutto
interessante, perché la esortava a continuare.
“Insomma, sono caduta e ho
sentito qualcuno dirmi che dovevo svegliarmi…”.
“Ero
io a
chiamarti”, ridacchiò Sango, rivolgendo
un’occhiata divertita all’amica –
Kagome gonfiò le guance, offesa.
“Ti
chiamavo
perché è tardi. I ragazzi
sono svegli da un pezzo, e ci stanno
aspettando…”.
Nessuna
replica da parte di Kagome, che prese il suo sacco a pelo ed
iniziò a piegarlo,
nel tentativo – quanto mai disperato – di farlo
entrare nello zaino giallo –
zaino in cui aveva raccolto ¾ della flora presente nel regno
di Goshinboku, e
nel quale erano reperibili sassi e sassolini. Si era data alla
raccolta, in
effetti…
“Va
beh”, fu
il garbato commento di Rin “L’altra notte non penso
abbia dormito, oggi doveva recuperare”.
Sulle
gote
di Kagome comparve un timido rossore di imbarazzo, e si
sbrigò a riordinare la
roba, così da poter lasciare le sue amiche con un palmo di
naso.
La
sera
prima, per non creare imbarazzi – e per zittire Miroku, che
li accusava di tubare
–, Inu-Yasha e Kagome erano stati divisi: lui era stato
spedito a dormire
accanto a Sesshomaru, all’ombra di una quercia, mentre lei si
era ritrovata
sballottata vicino ad un piccolo fiume, con le sue amiche. Il monaco
aveva
provato a fare il furbo e, quindi, era stato prontamente inviato a far
compagnia ai fratelli.
La
studentessa guardò attentamente la valle in cui stavano, e
la paragonò
all’immagine sfocata sulla cartina, cosa che non faceva
dall’inizio del
viaggio.
Beh,
in fin
dei conti ancora non poteva crederci.
Era
nel
regno di Goshinboku.
Stava
compiendo una missione per il re, con Sango, la sua migliore amica, e
Rin, la
principessa.
Aveva
conosciuto il potente Sesshomaru, uno dei figli dell’ultimo
re, e Miroku,
discendente dei consiglieri reali.
E
Inu-Yasha.
E
si era
innamorata, di Inu-Yasha.
Arrossì…
Loro stavano insiem…
“No”,
mormorò, facendo voltare verso di sé le altre.
“Noi… no”.
“Cosa?”,
chiese Sango, preoccupata. Kagome fece spallucce –
“Nulla, nulla, parlavo tra
me e me”.
“Non
me la
racconti giusta”. Rin la osservava “Non penso che
fosse un non nulla. Non sei
tipa da deprimerti per nulla”.
“Non
ne
voglio parlare”.
“Ecco”,
sussurrò Sango “Già questa è
una reazione più umana. Non ne voglio parlare…
Beh, se vuoi tenerti tutto dentro, fallo. Ma se avrai bisogno, ricorda
che
siamo qui”.
Kagome
sorrise, annuendo “Sì, me lo
ricorderò”.
“E
ora che
ne dite? Andiamo da quei tre?”.
Senza
risposta, si alzarono insieme, e raccolsero i loro bagagli – insieme.
Non
erano
tanto distanti dai ragazzi, ma un po’ di tempo ci voleva
comunque, e non
dovevano sprecare attimi preziosi. Erano troppo vicini al palazzo, per
tirarsi
indietro.
Erano
troppo
vicini alla loro meta, per arrendersi.
***
Fu
la voce
degli abitanti del villaggio da riscuoterli dallo stato di trance in
cui erano
caduti.
Sesshomaru
camminava in testa, fiero e maestoso, le labbra serrate ed una mano
posta
sull’elsa della sua spada preferita. Sebbene quello fosse un
appezzamento di
dominio del sovrano, non si sarebbe risparmiato in caso lo avessero
attaccato.
Rin
saltellava al suo fianco, sorridendo a tutti. Ogni tanto, il suo
sguardo si
posava sul volto dell’inu youkai accanto a lei – se
questi si voltava, subito
lei allontanava gli occhi, arrossendo.
Kagome,
dietro di loro, non poté che trovarli teneri.
Se
quella
mattina aveva avuto dubbi a riguardo, ora era tranquillissima
– in uno stato di
quiete e pace eterna che spaventava tutti: Inu-Yasha, non appena
avevano
intrapreso il cammino, le aveva saldamente stretto la mano, ringhiando
in
direzione di tutti quelli che provavano a dire anche solo una parola.
“Miroku,
se non la smetti ti ammazzo”.
“Sango,
non credo tu sia pronta a rischiare la vita per così
poco”.
“Rin,
fossi in te non ci proverei!”.
“…”.
Non
si erano
lasciati neppure una volta, e procedevano affiancati parlando del
più e del
meno – o di Sesshomaru, dato che Inu-Yasha trovava ogni
pretesto per deridere
il fratellastro.
Se
loro
erano calmi, però, non si poteva dire lo stesso di Sango e
Miroku.
La
sterminatrice aveva preso posto su Kirara, carezzando continuamente il
capo di
Shippo, mentre il monaco era stato costretto in fondo alla fila, a
carezzarsi
la guancia ormai gonfia e arrossata.
“Benvenuti”.
A
parlare
era stato un vecchio youkai, che Kagome riconobbe. Ne aveva visto molte
immagini sui libri di storia: era Totosai, maestro di spada, colui che
aveva
forgiato le armi di Inu no Taisho – le armi che il re aveva
usato nella sua
prima battaglia contro il regno di Asu.
Appariva
magro, eccessivamente magro. Come se ogni brandello
di carne fosse stato
tirato al massimo. Le guance erano scavate, e le labbra secche.
I
capelli,
grigi e radi sul capo, erano legati in una bassa coda –
dovevano essere stati
un tempo lunghi ed ondulati, un vanto. Ma ora non erano nulla
più che una
zazzera incolta.
Gli
occhi
erano grandi, e vispi. Lo facevano apparire meno saggio di quello che,
in
realtà, doveva essere – Kagome, da bambina, li
paragonava a palle da biliardo
incastonate in un volto smunto.
“Sesshomaru,
che gioia è rivederti!”, proferì con
voce anche troppo gioviale.
Lo
youkai lo
osservò con aria di sfida. “Vorrei poter dire lo
stesso”.
“Suvvia!
Sesshomaru, non c’è motivo di portarmi
così tanto rancore!”.
“Rancore?”,
ripeté Rin, curiosa – Totosai annuì
– “Signorina, sapete il nome della spada al
fianco di Sesshomaru?”.
“Tenseiga?”,
azzardò lei, subito zittita da una rapida occhiata di
Sesshomaru.
“Sì,
piccola, è Tenseiga la spada di cui
parlo…”.
“Non
penso
che lei voglia sapere”. Sesshomaru li squadrava infastidito,
e Rin provò
l’impulso di tirarsi indietro, come da lui suggerito. Fu
Kagome, dietro di lei,
a spingerla.
“Oh,
non
vorrà saperlo lei, ma io sì!”.
“Sì,
anch’io”, si aggiunse Inu-Yasha. Ghignava,
abbracciando Kagome per la vita –
era diventato protettivo, notò. Bah,
dopotutto essere protettivo
non era poi un male.
“Inu-Yasha,
come sei cresciuto!”, stillò il vecchio demone.
Sembrava aver dimenticato ciò
di cui stava parlando in precedenza. “Somigli sempre di
più a tua mamma, che i
kami l’abbiano in gloria!”.
Inu-Yasha
abbassò le orecchiette, avvampando, il capo nascosto
nell’incavo del collo di
Kagome – ma era mai possibile che quel vecchio pazzo non si
facesse mai i fatti
suoi?
Quando
era
piccolo, lo torturava sempre… e gli tirava le orecchiette
pelose, quasi come se
lui fosse un giocattolo. Lo aveva davvero odiato, durante la sua
infanzia.
Davvero, davvero odiato.
“Er…
Signor
Totosai, potrebbe dirmi qual è il segreto di Sesshomaru? Il
perché lui la
odia?”.
“E
tu chi
saresti?”, domandò il vecchio, rigirandosi tra le
dita il pizzetto bianco.
Possibile
che mi abbia notata solo ora?, si domandò Kagome
sconvolta. “Kagome
Higurashi, del regno di Yoshi. E, per la cronaca, lei è Rin,
la principessa del
regno di Yoshi…”.
Il
vecchio
si grattò il capo, confuso. Poi, come se gli fosse tornato
qualcosa in mente,
inizio a indicare Sesshomaru con un dito lungo “Lo youkai che
mi vuole morto
perché gli ho dato una spada che non nuoce!”,
strillò, nascondendosi dietro ad
Inu-Yasha.
“Te
la sei
presa perché Tenseiga non offende?”, rise
l’hanyou, seguito a ruota da Kagome.
L’unica a non ridere era Rin, che tentava di consolare
Sesshomaru – fu allora
che Jaken arrivò, ansante.
Nessuno
si
era ricordato di svegliarlo, e questi era rimasto addormentato sotto la
sua
quercia, il suo bastone tra le dita e un’espressione beata
sul volto.
“Padron…
Sesshomaru”, ansimò, quasi ruzzolando al suolo.
“Jaken!”,
urlò Rin, chinandosi al suo fianco: era tutto pieno di
lividi e graffi, che si
era ovviamente fatto mentre correva per il bosco. “Come
stai?”.
“Per
te sono
il Signor Jaken”, la rettificò prontamente il
piccolo demone, poggiando le
piccole mani sulle ginocchia, per riprendere il fiato perduto nella
corsa.
“Padron Sesshomaru”, disse poi, ignorando
volutamente i tentativi di Rin di
medicarlo con un pezzo di stoffa “Perché mi avete
abbandonato? Perché? Ve ne
prego, non fatelo mai più, in futuro. Il vostro servitore ha
tanto avuto
paura…”.
L’inu
youkai
continuava, però, ad osservare bieco Totosai, mostrando le
unghie – voleva
ucciderlo. Era stata infatti colpa del maestro di spada…
Benché
lui,
il vero erede di Inu no Taisho, gli avesse intimato di consegnargli
Tessaiga,
questi si era rifiutato, e l’aveva affidata comunque ad
Inu-Yasha.
C’era
rimasto indubbiamente male.
“Consegnami
Tessaiga”.
“Le
disposizioni di tuo padre mi hanno detto di consegnare la
spada per difendere ad Inu-Yasha, se ben ricordi. Puoi chiedere a
lui”.
“Datemi
Tessaiga…”.
Aveva
coinvolto suo padre.
L’aveva
fronteggiato in un tremendo dialogo.
“Quell’hanyou
non sarà mai capace di usare quella spada al
meglio!”.
“No,
Sesshomaru. Quello che non saprebbe mai usarla appieno sei
tu”.
“Scherzate?
Io, uno youkai, non saprei usare una spada
demoniaca?”.
“Tu
non sapresti usare una spada per difendere”.
Strinse
involontariamente
i pugni, contraendo i muscoli. Sul suo volto comparve
un’espressione di puro
disgusto – “Non voglio rivangare il
passato”.
Totosai
gli
rivolse la sua espressione più intelligente.
“Sagge parole, ragazzo mio.
Dopotutto, voi siete gli eredi, dovreste discutere di come governare, e
non di
queste bazzecole!”.
“Dopotutto,
Sesshomaru, io credo che tu non provi tutto l’odio
che tu dici di sentire verso i ningen”.
Sesshomaru
serrò i denti, e iniziò a marciare, sotto gli
sguardi attoniti di tutti, verso
l’entrata del castello – le guardie si scostavano
al suo passaggio, tremanti.
Era
arrabbiato.
Furioso.
Scocciato.
Infastidito.
Irato.
Curioso.
I
compiti di
un re?
Li
conosceva
a menadito. La sua infanzia era stata un costante prepararsi a quel
giorno, a
quel momento. Era stata solo un tramite. La sua infanzia era stata un
passaggio
da principe e re.
A
volte,
seduto accanto al maestro, scorgeva Inu-Yasha, nel prato. Stringeva
sempre tra
le dita il kimono della mamma, e passeggiavano insieme.
Lo
aveva invidiato.
Ma
poi, il
suo orgoglio gli aveva impedito un simile sentimento: era superiore ad
Inu-Yasha. Lui era l’erede. Al massimo, il
suo fratellastro sarebbe
stato il suo paggio, o il suo scudiero.
“Sesshomaru-sama!”,
urlò qualcuno nel palazzo, correndo all’esterno.
Era
una
donna. Lunghi capelli castani le cadevano intorno al pallido volto, e
gli occhi
nocciola erano contornati da folte ciglia scure.
Indossava
un
kimono verde. L’obi era di un giallo intenso, e i capelli
erano legati da un
nastro del medesimo colore.
“Sesshomaru-sama,
quanto tempo?”.
Lo
youkai lo
squadrò, non riconoscendola.
“S-Sono
Sara…”.
La giovane era arrossita, ed aveva puntato gli occhi verso il
pavimento,
torturandosi le dita. “N-Non ricordate?”.
“Sara…?”,
ripeté Sesshomaru atono, continuando a camminare. Sara? Non ricordava di conoscere qualcuno
con quel nome.
“S-Sì!”.
La
giovane
alzò di scatto lo sguardo, notando l’inu youkai
ormai lontano, e sospirò –
“Sesshomaru-sama,
dove state andando?”, mormorò, senza
però ricevere alcuna risposta. Spostò lo
sguardo sul gruppo appena arrivato, e osservò con astio le
donne. “Compagni di
viaggio del Signore, immagino”, sibilò, malevola.
“Sì,
Sara,
sono amici di Sesshomaru”, confermò allora Totosai.
“Amici?”.
“Amici”.
Kagome aveva notato l’espressione affranta di Rin, e aveva
deciso di prendere
parola. “Siamo amici di Sesshomaru”.
“Come
volete…”,
disse la donna, voltandosi.
Kagome
giunse le braccia al petto, borbottando tra sé e
sé. “È irritante”.
“Sì,
Sara è
leggermente irritante”. Totosai aveva lo sguardo perso. La
sua mente vagava nel
passato, quando aveva presentato Sara – allora solo una
bambina – a Sesshomaru “Lei
è la pronipote di uno dei feudatari di Inu no Taisho. Tempo
fa, in una delle
ultime apparizioni di Sesshomaru…”.
“Sesshomaru-sama
era già stato qui?”, chiese Rin, stupita,
coprendosi poi la bocca con una mano.
“Oh,
Sesshomaru non ha mai completamente lasciato il regno. Ma non ha mai
preso il
posto di sovrano”, sospirò “Non so
perché ora si sia deciso, ma…”.
Totosai
iniziò a camminare, grattandosi il capo – si era
nuovamente dimenticato ciò che
doveva dire. E Inu-Yasha, pochi attimi prima, gli aveva intimato di non
scordarsi di nulla, o lo avrebbe affettato.
“Comunque, Sesshomaru venne a palazzo per controllare il
governo, e io gli
presentai Sara. Lei aveva solo 7 anni”.
“Quindi,
non
è passato molto tempo!”. Sango era stupita.
“Er…”,
Totosai sospirò, indeciso “Sara ha… 19
anni, ora. Comunque, lei era piccola, e
si innamorò di lui. Fine della storia, a Sesshomaru non
è mai interessato
frequentare una bambina”.
Rin
annuì.
Capiva
perché
Sesshomaru non la degnava di uno sguardo: lei
era piccola. Se aveva evitato Sara – bellissima –
perché mai avrebbe dovuto
guardare lei? E poi… lei
era una
ningen. Lui uno youkai.
A
Sesshomaru
non poteva interessare anche perché erano di specie diverse.
E
lui, gli
umani li odiava.
“Rin?”.
Alzò
lo
sguardo, annuendo. “C-Cosa?”.
Kagome
le
carezzò i capelli, cercando di calmarla –
“Non pensare a Sara: tu sei Rin! Sono
sicura che farai breccia nel cuore di Sesshomaru…”.
“Come
fai a
dirlo con così tanta sicurezza?”,
singhiozzò la principessa a mezza voce,
cercando di non farsi sentire né dal fine udito di
Inu-Yasha, né dai sensori “capta
tutto” di Miroku. E di non far intuire tutto a Sango.
“Istinto”,
rispose semplicemente Kagome. Poi le sorrise gentile –
“Ora andiamo: dobbiamo
assistere alla cerimonia che incoronerà il nuovo re, e il
nuovo generale delle
truppe”.
*\*
Allora?
Ok, non mi uscito molto bene... ù.ù Chiedo venia,
farò il possibile per scrivere un capitolo migliore, la
prossima
volta XD
Grazie mille a chi mi sostiene sempre, e a tutti coloro che hanno le
fan fic tra le preferite. E grazie a chi ha seguito LdC!
ç.ç Mi sono commossa, leggendo i commenti
all'ultimo
capitolo.
Un grazie particolare (e una dedica) a KaDe, come sempre,
perchè
recensirà SdO, e perchè è KaDe, e mi
aiuta sempre.
Grazie mille!
Lo dedico anche a Valentina, che da poco ha compiuto gli anni! ^^
Auguri!
RINGRAZIO:
crilli
ù.ù Guarda
che io a te perdono tutto, Elisa. Non ti ucciderò, solo
perchè non hai commentato. Comunque: Certo che sei brava!!!
^^
Sei Elisa! ù.ù Comunque, è depravato
per me. Non
di certo per te.
ù.ù Spero che il capitolo ti sia piaciuto,
comunque. Bacioni!!!
saphira86
Costiera Amalfitana? *.* Potevi venirmi a trovare! Io sono di Sorrento
^^ Spero che il seguito ti sia piaciuto! ^^ Bacioni!
KaDe
TESORO!!! *.* Sono lieta di sapere che le mie storie ti prendono!
Aspetta di leggere l'idea che ho per la mia prossima fic,
però... Rimarrai scioccata.
Va beh, va beh... Rin ti manda i suoi saluti (Sta insegnando a
Sesshomaru a riportare il bastoncino e a fare i baffi ad una tua
foto... O.O). In ogni caso, carissima, ora scappo a scrivere il resto
dei ringraziamentini... XD Sono lieta, comunque, di essere meglio di
Tu-Sai-Chi: e di Canotto? E della Signora Dei Puntini? E di Pechinese?
*.* ^^ Sao, Kaddy! Spero che il capitolo ti sia piaciuto almeno un po'!
lilika Sono felice di sapere che la storia
è di tuo gradimento: mille grazie per il commento! Baci.
mocci91
Mi spiace sapere che Inu imbarazzato non ce lo vedi proprio. Spero solo
che non abbia influito sul capitolo, questo particolare. ^^ Mi dispiace
aver tanto tardato, ma ho molte cose da fare, e scrivere il capitolo mi
è difficile... ù.ù Beh, i prossimi
penso che mi
usciranno facilmente, quindi spero di aggiornare in poco. ^^ Baci.
kaggychan95
Sì, cara Stefania, Lord Fluffy è proprio
Sesshomaru XD
Sono lieta di essere riuscita a scrivere una scena del genere senza
combinare un macello, comunque ^^ In ogni caso: un incarico? Diciamo di
sì. Ma tutto lo scoprirai nel prossimo capitolo...
Bacioni!!! ^^
ary22 Grazie mille per i complimenti: mi fa
piacere sapere di stare migliorando! Grazie per il commento, alla
prossima!
mikamey
ù.ù Miroku è un hentai...
ù.ù E con questo ho detto tutto, penso XD
Sesshomaru,
poi... nono, spoiler banditi, in questa sede non posso anticiparti
assolutamente nulla! XP La tua curiosità è stata
almeno
un po' saziata da questo capitolo? *.* Spero di sì! ^^ Baci!
Bchan
Lieta che non mi sia uscito troppo lemon: ho fatto degli sforzi per non
cadere nell'hentai, e rendere il brano leggibile a tutti, maggiorenni e
non. Mi fa anche piacere sapere che il "dopo lemon" ti sia
particolarmente piaciuto, dato che è stato quello a darmi
più grattacapi XD Baci, e grazie per la recensione!
demetra85
Lo avevi già intuito? ù.ù Sono dunque
così
prevedibile? Sì, dopotutto era intuibile (e poi,
ciò che
dicevo alla fine del capitolo lasciava largo spazio all'immaginazione).
Spero che il seguito sia stato all'altezza del precedente ^^ Baci!
Isy_264
Sono felice di sapere che l'hai trovato scritto bene. Io mi sentivo una
pervertita, e, per di più, mi sembrava tutto totalmente
sbagliato... Lieta che a voi lettori sia piaciuto! ^^ Sesshomaru
è un continuo shock per tutti, me compresa: ma devi leggere
quello che avverrà a breve, per rimanerne scioccata... Ok,
visto
che gli spoiler li ho banditi, non mi dilungo. Baci, spero che questo
capitolo ti sia piaciuto!
Yunie88
O.O ---> O.o ---> o.o --->
ù.ù Sai che ero
già sicura di ciò che avresti scritto? Mentre lo
leggevo,
mi dicevo: O.O ma ho poteri paranormali? ù.ù No,
è
che la conosco troppo bene! ù.ù
a)No. No. No. Niente roba hentai.
b)Idem al cubo.
XD Per Sessho e Rin... Mah, si vedrà! Baci, cara, fammi
sapere quando dobbiamo vedere il film!
ryanforever
Sono veramente felicissima di sapere che il capitolo ti è
piaciuto, dato che ho veramente fatto del mio meglio. Mi fa anche
piacere che ti è piaciuto a dispetto del raiting ^^ Grazie
mille
per il tuo commento! Spero che anche questo capitolo tu lo abbia
gradito! ^^ Baci!
inufan4ever
E mentre mi godo il morbido ritmo di Bella's lullaby, rispondo al tuo
commento, cara Kikka. ù.ù Lord Fluffy si
sveglierà, non temere. Si sveglierà... E
allora... Beh,
quel pezzo è già scritto da un po'. Lo devo solo
rivedere
XD Baci, Kikketta, e cerca di non deprimerti, altrimenti mi deprimo
anch'io! Saoooo!
kirarachan
Sono felice di sapere che il capitolo ti è piaciuto: ho
fatto
del mio meglio. Miroku, poi, è un caso clinico.
ù.ù Ma come si può? Come? La
recensione non
è corta, non preoccuparti, bastano anche poche parole ^^ Che
te
n'è parso di questo sclero (Scritto mentre ascoltavo "The
End Of
This Chapter")? Baci!
jessy101
Sapere che quella
scena ti è piaciuta mi rende molto felice, perchè
temevo
di aver fatto solo un macello... -.- Felice di sapere che lo
trovi favoloso: mi ripeto: pensavo di aver fatto solo un casino. Spero
che questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!
Grazie mille per i commenti!!!
Spero continuerete sempre così! ^^ Un bacione, e alla
prossima! Kiss!
P.S.
Dato che faccio sempre attendere tanto, per i più
intelligenti metto qui uno spoilerino...
Sono brava?
I
due sobbalzarono, mentre si scambiavano un'eloquente occhiata turbata.
Sesshomaru doveva essere furioso.
Kagome optò per una rapida fuga, e corse via dai cespugli,
incespicando poco più in là - Inu-Yasha,
indeciso, corse
fuori e l'aiutò ad alzarsi, mentre Rin, rossa ormai come un
pomodoro, nascondeva il capo nel petto di Sesshomaru, e si faceva
piccola piccola tra le sue braccia.
Poi, l'hanyou, cercando di sfruttare il suo autocontrollo,
ghignò "Sesshomaru, non ti facevo così... amante degli umani."
|
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Capitolo 19 *** Vittorie ***
New Fan Fic 18
Because
of you
Capitolo 18 - Vittorie
*\* (*Roro,
titubante, entra nella stanza. Ha un pacco di fazzolettini tra le mani,
e si soffia costantemente il naso. I suoi aguzzini la
osservano da prima furiosi, poi incuriositi, poi inteneriti. Roro
prende un profondo respiro*).
Perdonoperdonoperdonoperdono!
Lo so, lo so... Avevo promesso che avrei aggiornato più di
frequente, ma così non è stato, e chiedo venia.
Ma la scuola - dannata! - mi sta privando di molto tempo. Ho cambiato
tutti i prof, e mi sto abituando a sempre nuovi ritmi. Come chi mi
conosce sa, sono una che non trascura mai la scuola,
indi... -.- Indi non accadrà più un simile
ritardo. Avrei dovuto aggiornare domani ma, dato che oggi siamo usciti
prima da scuola, ho deciso di terminare il capitolo ora e scrivere il
prossimo domani, così da avere un po' di autonomia.
Insomma, vi ho fatti tanto penare ma mi sono impegnata per scrivere un
capitolo un po' più decente (Si spera che i miei sforzi non
siano stati vani, dato che ieri - cause che non sto qui a spiegarvi -
mi sono quasi rotta un dito e che scrivere sulla tastiera mi risulta un
po' difficile XD). Speriamo che sia così!
Poipoipoi... Dedico il capitolo a KaDe, che ama la coppia principale di
questo capitolo, e a Valeria: Vale, mi sa che te la riscrivo da capo,
quella Shot! Anzi, ti scrivo quell'altra storia a capitoli! *.* Anzi,
te le scrivo tutte e due!
Allora, le premesse le ho fatte, i ringraziamenti alla fine... Spero
che vogliate ancora seguire la storia, sebbene la sua autrice sia una
stupida tontolona! *.* Bacioni, a dopo!*/*
Sesshomaru
proseguì il
suo silenzioso cammino per il palazzo, mentre le guardie si inchinavano
al suo
passaggio e le donne ridacchiavano, facendogli cenno di avvicinarsi.
Ridicolo.
Tutto
quell’interessamento era totalmente ridicolo.
Non
li avrebbe
favoriti solo perché lo rispettavano, e non avrebbe fatto di
nessuna di quelle
sciocche la sua amante. Sarebbe diventato il prossimo re, e sarebbe
stato
rispettato.
Era
uno youkai.
Gli
youkai non aiutavano
i ningen. Mai.
Sentì
un borbottio
confuso alla sua destra, mentre entrava nella sala principale, e gli
sfuggì un
rantolo furioso – tutti si zittirono, turbati. Sesshomaru non
era di certo una
visione piacevole, in quel momento.
Il
suo volto era
divenuto quasi insofferente, e gli occhi lanciavano moniti a chiunque
avesse
osato guardarlo per più di un istante.
Si
sistemò la coda con
un gesto della mano, e si fermò nel mezzo della stanza, le
braccia incrociate
al petto e lo sguardo fisso verso la porta, in attesa –
un’attesa che non durò
molto. Pochi attimi, e suo fratello spalancò
l’ingresso, seguito dal resto dei
suoi compagni di viaggio.
Per
ultime entrarono
Rin e Kagome – le ragazze parlavano tra loro, guardando o lui
o il
fratellastro. Era fastidioso essere osservato da
quelle ragazzine, e
desiderò che la cerimonia iniziasse il prima possibile, per
poterle
allontanarle.
Lui
sarebbe diventato
il sovrano.
Il
grande sovrano del
regno di Goshinboku.
Sarebbe
stato
importante, anche più di suo padre.
Suo
fratello, invece,
sarebbe divenuto il capo dell’esercito – meglio.
Non avrebbe dovuto sopportare
un inetto nel suo castello. Sarebbe divenuto
sovrano e non avrebbe avuto
suo fratello tra i piedi. E avrebbe potuto privarlo di Tessaiga,
volendo.
Ghignò,
immaginando il
volto di Inu-Yasha deformato dall’ira, mentre la sua katana
cambiava
proprietario, finendo tra le sue mani.
“Sesshomaru?”.
Si
voltò, incrociando
le iridi d’ambra del fratello – l’hanyou
sembrava agitato, e si torturava le
dita.
“Sesshomaru,
sei
sicuro di voler diventare re?”.
“Vorresti
prendere il
mio posto?”, domandò l’inu youkai
pacato, spostando il suo sguardo verso
l’esterno. “Vorresti essere tu il re,
giusto?”.
“No,
maledizione!”,
ringhiò Inu-Yasha “Io re? Mai! Non
seguirò mai le orme di nostro padre!”.
“Allora
non trovo
ragione per cui dovresti chiedermi se sono sicuro delle mie
scelte”.
“No?
Allora mi esprimo
meglio: tu. non. sai. governare. Dovrai dominare un mucchio di esseri
viventi.
Di specie differenti! Sarai il re di youkai, di ningen e di hanyou: che
cosa
offri loro?”.
“Cosa
offro loro?”,
ripeté Sesshomaru “Non capisco che intendi. Io non
permetterò ai nemici di
penetrare nel regno, e sbaraglierò il regno di Asu. Saranno
protetti. Cos’altro
dovrei offrire loro?”.
“Tu
non li difenderai,
Sesshomaru. Tu difenderai il tuo orgoglio. Non avrai mai nulla da
proteggere,
se vedi le cose così”.
Nulla
da proteggere?
Ridicolo.
Non
ho bisogno di qualcosa da proteggere.
Sono
forte, e tanto basta.
Non
c’è bisogno di diventare sentimentale come mio
padre, o come
Inu-Yasha.
Vide
suo fratello
voltargli le spalle a testa bassa e correre da Kagome, prendendola in
disparte.
E vide Rin guardarsi intorno – doveva sentirsi sola,
perché si protendeva verso
Kagome, come per dirle qualcosa. Era la presenza di Inu-Yasha a
renderla così
timida?
Era
forse innamorata
di Inu-Yasha?
Fremette,
infastidito.
Non doveva interessargli quel che provava una ningen.
Non doveva
valutare i sentimenti di una ningen, e non doveva
prendere a cuore la
sorte di una ningen. Non doveva e non poteva.
Lui
era uno youkai,
gli youkai erano superiori ai ningen.
Una
vena gli pulsò sul
capo, e ringraziò il suo autocontrollo – la sua
freddezza lo aiutava a non
perdere la ragione. No, non doveva perderla.
“Sesshomaru,
contegno!”.
Le
parole che sua
mamma gli ripeteva da bambino gli tornarono utili – con un
sospirò, riprese il
suo cammino fino a raggiungere Totosai.
Il
vecchio youkai era
affiancato a Sara, e continuava a parlare con Miroku e Sango, senza
neppure
calcolare l’espressione indispettita della ragazza
– probabilmente, avrebbe
voluto correre da Sesshomaru e parlare con lui, piuttosto che restare
accanto
ad un vecchio e a due fidanzatini.
L’inu
youkai incurvò
le labbra in una smorfia di disappunto – “Totosai,
dovremmo iniziare
l’incoronazione”.
“Eh?
L’incoronazione…
Cos’è un’incoronazione?”.
Sesshomaru
lo sollevò,
portandolo qualche centimetro sul pavimento. “Spero che la
tua memoria ora
funzioni”, sibilò, facendo schioccare le dita
– queste presero una leggera
colorazione verde, segno che il demone era desideroso di attaccare e avvelenare.
“Sì,
ora ricordo, ora
ricordo!”, confermò Totosai agitandosi e
appigliandosi ad una manica del kimono
di Sara. La ragazza si ribellò alla presa del vecchio,
attaccandosi poi al
braccio libero di Sesshomaru – “Sesshomaru-sama,
non si preoccupi… vi
incoronerò io!”.
“Incoronarmi?”,
il
demone la squadrò con sufficienza “Tu? Non
scherzare, e allontanati”.
Sara
strinse i denti,
mentre una lacrima le rotolava lungo il volto.
***
“Sta’
piangendo”.
Kagome
si voltò verso
Rin, curiosa, e la notò fissare Sesshomaru. E Sara.
Era
lei quella che
stava piangendo, e che faceva del suo meglio per asciugarsi gli occhi.
“Kagome,
cosa posso
fare?”, chiese la ragazza.
“Fare?”. Inu-Yasha le
guardò, interrogativo. “Non credo tu debba
immischiarti. Mio fratello non vuole essere incoronato da quella
ragazza perché
sarebbe come prometterle di sposarla”.
Rin
si morse il
labbro, indecisa. Certo, non voleva che Sesshomaru sposasse quella
ragazza, ma
non voleva comunque vederla in lacrime. In un certo senso, le
dispiaceva.
Si
legò i capelli in
una coda, poi sorrise a Kagome – “Non posso
starmene con le mani in mano”.
“Divertiti”,
ridacchiò
la mora, mentre l’altra
correva in direzione dell’inu youkai.
“Sesshomaru-sama”.
***
“Così”,
ripeté
Sesshomaru, guardando la ragazza con aria infastidita. “Tu
giudichi il mio
comportamento nei riguardi di Sara scortese”.
Erano
usciti
nell’immenso giardino della residenza, per parlare
tranquillamente, e Rin gli
aveva esposto la sua tesi – con argomentazioni pertinenti
–, attendendo poi
pazientemente una risposta, che lo youkai sembrava deciso a non darle.
Sembrava
offeso dalla sua considerazione, e
lei
si sentì stupida. Ma non era intenzionata a mollare.
“Sì,
Sesshomaru-sama.
Ritengo il suo comportamento inappropriato al prossimo re del regno di
Goshinboku. Ha duramente ferito una sua suddita, che non ha colpe non
essersi
innamorata di lei”.
“Non
sarebbe una
colpa?”, chiese lui a bruciapelo, portandosi di spalle per
non incrociare lo
sguardo della mocciosa –
da sempre,
quella zona del regno era da lui amata per le piante di rose. E quel
giardino,
voluto da sua Madre secoli prima, non faceva eccezione, contenendo
specie di
rose persino ormai quasi sparite.
“No,
non ritengo l’innamorarsi
una colpa. Perché,
Sesshomaru-sama, lei ritiene che debba essere punito colui che prova
amore nei
confronti di un altro essere vivente?”.
“Sì”.
Spiazzata,
la ragazza
indietreggiò – in fondo, lo capiva.
Kagome
le aveva
raccontato perfettamente la sua storia, tempo addietro – era
una notte torrida,
e nessuna delle due era riuscita a trovare conforto nelle coperte.
Ritrovatesi
entrambe lungo la riva di un fiume, avevano iniziato a ciarlare del
più e del
meno. E quella storia era stata sviscerata nel profondo, ampliando le
minime
informazioni che Rin poteva vantare prima di quel giorno.
Dopotutto,
la madre di
Sesshomaru era stata ripudiata proprio per questo, no?
Perché Inu no Taisho, il
potente Signore di quelle terre, si era perdutamente innamorato di una
ningen,
no?
La
vecchia sovrana era
fuggita via per il fastidio che la vista di quella bellissima donna le
suscitava, e si era spenta in una terra lontanissima, senza vedere
neppure
un’ultima volta il figlio.
Era
quasi comprensibile
quell’odio profondo, ma a
Rin dispiacque comunque, e desiderò con tutta se stessa di
poter fare qualcosa.
“Sesshomaru-sama,
so
perfettamente di non essere poi molto interessante,
e di…”.
“Non
essere interessante?”. Lo
youkai si voltò,
inarcando il sopracciglio. “Rin, sappi che sei
l’essere più strano
con cui io sia mai venuto in
contatto. E non è poco”.
La
ragazzina arrossì,
iniziando a torturarsi le dita. Non si era aspettata una simile
risposta, e ora
non sapeva più cosa dire.
“Non
hai nulla da
aggiungere?”, domandò lui atono, carezzando con la
punta delle dita una rosa
particolarmente bella e aggraziata, cresciuta tra le spire di un
rampicante.
“S-Sì”,
biascicò lei
con la voce roca per l’emozione. “La ringrazio
infinitamente, Sesshomaru-sama,
per la costante attenzione che mi ha riservato in questo periodo. Non
penso la
dimenticherò mai, e mio padre, stia sicuro, farà
del suo meglio per portare
giovamento al suo regno quando la guerra sarà
terminata”.
Lo
youkai avanzò,
sollevandole il volto con una mano, mentre con l’altra
accostava il viso alla
rosa che aveva appena colto.
Rin
si sentì
lentamente andare a fuoco – “Perché ci
mette a confronto? Non è logico che
questa rosa sia più bella di me?”.
“Nella
teoria, i fiori
son sempre più belli degli esseri umani, Rin”,
commentò aspramente lui,
lasciando andare il mento della giovane e guardando accuratamente la
rosa.
Piena
di spine. Ma
così bella e vitale.
Lasciò
lo sguardo
scivolare sulla ragazza, che non parve accorgersene, troppo impegnata a
ricercare il suo normale contegno.
“Sesshomaru-sama,
posso farle una domanda?”, chiese a un tratto Rin, non appena
il demone adagiò
la rosa ai piedi di un albero.
“Sì”.
“Sesshomaru-sama…
Posso innamorarmi di lei?”.
Si
morse il labbro,
maledicendosi per essere stata così diretta, e per
averglielo chiesto.
L’avrebbe trattata come Sara, d’ora in poi?
“Sì”.
Non
riuscì ad alzare
il capo, e avanzò guardando solo i piedi di Sesshomaru,
facendo attenzione a
non inciampare e a non sbattere contro qualcosa.
Non
ci riusciva a
capacitarsene.
Doveva
essere un
sogno, di sicuro.
Sesshomaru-sama
non le
avrebbe mai dato quel permesso, era assodato – lui,
l’amore lo odiava.
Quando
riuscì a
sollevare di un minimo gli occhi, si scoprì a fissare
l’ambra dello sguardo
dello youkai, e si ritrovò a tirare su col naso, quasi
volesse contenere le
lacrime.
Gli
si buttò tra le
braccia, incapace di ragionare, e iniziò a singhiozzare,
stringendo forte a sé
i lembi del kimono di Sesshomaru, e ripetendo il suo nome come in una
nenia.
Lui,
dal canto suo,
rimase rigido, incapace di compiere alcunché.
Solo
quando lei rialzò
lo sguardo, serrò gli occhi, per imprimere meglio
quell’immagine.
“Sesshomaru…
Posso
restare sempre con te?”, mormorò incerta: era
stata una buona idea togliere il sama?
E dargli del tu?
“Ti
è concesso”.
Rin
sorrise, e
riappoggiò il capo sul suo petto.
***
Quando
Rin era uscita
in giardino con Sesshomaru, anche Kagome e Inu-Yasha avevano sentito
l’incontrollabile impulso di uscire per raggiungere il
medesimo luogo e, mano
nella mano, avevano seguito i due amici.
Si
erano poi nascosti
in un cespuglio e, attenti a non fare il minimo rumore, li avevano
spiati –
l’uno con assoluta indifferenza, l’altra in
adorazione.
Erano
così teneri!
E
la dichiarazione di Rin!
Kagome
sospirò,
sporgendosi ancora di più.
Le
piacevano, quei
due. Erano una bella coppia, si compensavano adeguatamente.
E
aver visto quella
scena era stato così piacevole da sopperire anche al luogo
in cui erano
nascosti, pieno di rovi e di spine che li graffiavano tutti.
Mentre
lei si
dilungava in discorsi su quanto quei due fossero kawaii,
Inu-Yasha sbatteva incredulo le palpebre, domandandosi dove,
quando e perché suo fratello avesse acquistato un briciolo
di umanità. Gli
sembrava così impossibile,
quel
repentino cambiamento!
“Uscite di lì, vi ho visti”.
Sobbalzando,
scattarono in piedi, mentre Rin avvampava e Sesshomaru li osservava
truci.
AhiAhi.
Fine dei
giochi.
Game
Over.
Ritenta,
sarai più
fortunato.
Sesshomaru
li avrebbe
fatti a fettine, e loro non avrebbero potuto opporsi.
Kagome
tentò un azione
diversiva, che la face inciampare in una radice e cadere per terra
– Inu-Yasha,
rassegnato, uscì allo scoperto e la rialzò,
controllando poi minuziosamente che
i tagli fossero solo escoriazioni superficiali.
“Sesshomaru,
non ti
facevo così amante degli
umani”,
ghignò a un tratto, mentre Kagome ridacchiava, e Rin si
sentiva sempre più
debole.
Chiuse
gli occhi, e
perse i sensi tra le braccia di Sesshomaru.
“Rin!”.
***
Quando
si risvegliò,
notò con disappunto che il capo le doleva infinitamente e
che il desiderio di
correre in bagno e vomitare era ormai insopprimibile.
Doveva
essere stato
tutto un bel sogno maturato dalla sua fantasia fin troppo sviluppata,
decise,
sedendosi sul materasso…
Materasso?
Erano
realmente al castello?
Ma
quanto aveva
dormito, e doveva aveva perso i sensi?
Si
toccò la fronte
dolorante, e vi ritrovò un piccolo straccio bagnato
– mentre scostava le
coperte bianche, notò che, poggiata a terra, vi era una
bacinella.
Arrossì.
Alzò
lo sguardo.
“Ciao…”,
disse
imbarazzata, incontrando lo sguardo di Sesshomaru, completamente
rivolto a lei.
“Cosa mi è successo?”.
“Sei
svenuta”. Lo youkai era comodamente seduto su una
poltroncina, gli occhi socchiusi – come se la luce nella
stanza fosse troppa –,
e le labbra serrate. Vedendolo, nessuno avrebbe mai potuto giurare che
fosse
stato lui a parlare.
“Ah,
bene”, ridacchiò
lei. Almeno non aveva sbattuto la testa contro un albero mentre
canticchiava
qualche stupidata presa dall’euforia del momento!
“Comunque, ti chiedo perdono.
Ti ho… costretto… a portarmi in camera. Sono
stata un disturbo”. La sua voce di
affievolì ad ogni parola, e si spense sull’ultima
parola. Era così distratta,
che non udì la poltrona scivolare sul pavimento,
né i passi che si avvicinavano
al letto, né il cigolio delle molle.
Quando
alzò lo
sguardo, l’oro degli occhi di Sesshomaru la
inchiodò – “Eh?”.
“Zitta”,
ringhiò lui.
Rin
lo osservò pochi
attimi ancora, prima di scoppiare a ridere.
“Perché
ridi?”,
domandò lo youkai, ricomponendosi.
“Perché,
se si potesse
contare ogni tua minima parola, potrei giurare che hai battuto il tuo
record di
loquacità! I primi giorni mi rivolgevi la parola a stento, e
preferivi parlare
a Jaken, piuttosto che a me”.
Lo
vide abbozzare un
sorriso, e poi guardò i suoi occhi, e poi… E poi
non vide più nulla, perché
chiuse le palpebre, e si beò della nuova sensazione che le
labbra di Sesshomaru
le provocavano.
Era
completamente
diversa da tutto quel che lei conosceva.
Non
le era mai – mai
– successo di sentirsi così leggera,
e al contempo così completa.
Arrossì
leggermente, e
si chiese cosa mai le stesse succedendo – voleva che quel
momento continuasse
ancora. E ancora. E ancora.
Si
allontanarono,
ansanti, e si osservarono un po’. Lo sguardo di Sesshomaru le
ricordava un po’
quello di una belva famelica, di un animale pronto ad attaccare, e un
brivido
le percorse la schiena – inaspettatamente, non era un brivido
di terrore.
Le
sarebbe piaciuto
essere azzannata, e di questo si
vergognò.
Era
pronta a
chiedergli il perché di quel bacio, ma la porta si
aprì e Kagome, seguita da
una contenta Sango, fece la sua comparsa. Non notarono subito
Sesshomaru ma,
quando lo scorsero, entrambe rivolsero a Rin un’occhiata
divertita.
Presero
l’inu youkai e
lo sospinsero fuori dalla stanza, gridando che erano cose da donna, e
che non
doveva ascoltarle.
Poi,
si sedettero sul
letto, l’una da un lato, l’altra
dall’altro, e si voltarono contemporaneamente
verso Rin.
“Ora ci racconti
tutto”.
*\*
Allora? Allora? Allora?
*.* Cosa ve n'è parso?
Oggi sono particolarmente giù, indi ho il terrore di aver
scritto un capitolo deprimente e non consono a questa coppia.
Lo so che sono pessima, e me ne scuso: ma ho un orrendo carattere, che
mi fa deprimere nei momenti meno appropriati - senza contare che il mio
pc è un babbeo patentato, e mi ha cancellato 8 volte il
capitolo, prima di darmi la possibilità di finirlo.
Insomma, ringrazio coloro che hanno e letto, e in special modo chi
cliccherà sulla scritta Vuoi
inserire una recesione?
e mi dirà cose ne ha pensato ^^.
RINGRAZIO:
mikamey (^^
Ma non preoccuparti: fa nulla se il commento è lungo o
breve, l'importante è ciò che contiene! Non ti
piace Sara, eh? Mi dispiace, ma mi serviva una rompiscatole, e ho
subito pensato a lei XD Spero tu abbia gradito il capitolo, baci!)
Dark_Inu_Light (Grazie
per il bravissima: essendo priva di autostima, sentirmi dire certe cose
mi rende felicissima ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto! E grazie
per il commento!)
saphira86 (^^
Terrò a mente che hai due account, non preoccuparti! ^^
Comunque sì, io sono di Sorrento! *.* E ti consiglio
veramente di vederla, quando puoi, perchè è
davvero spettacolare *Me vanto mode on* Sono felicissima di sapere che
hai gradito il capitolo precedente, e spero che anche questo ti sia
piaciuto almeno un po'! Baci)
Isy_264
(Ok, ok. Mi spiace per non aver aggiornato presto, ma, come penso tu
abbia potuto leggere, ho avuto non pochi problemi... Perdonami, per
favore! ç.ç Sono davvero felice di sapere che lo
scorso capitolo ti è piaciuto, e spero che questo sia stato
all'altezza. Bacioni!)
kirarachan
(*.* Mi fa piacere sapere che hai intuito lo spoiler! Grazie per i
sempre costanti complimenti, che non reputo di meritare, e grazie mille
per il sostegno, perchè mi fa sempre un immenso piacere
leggere i tuoi commenti. Mi mettono di buon umore, ecco! ^^ Come hai
trovato il capitolo? *.* Baci!)
inufan4ever
(XD Hai intuito? Io penso che fosse lampante, ma sappi che ti reputo
comunque intelligente, Kikka-chan! ^^ E non ti odio!
ù.ù Non si può odiare Kikka, mai e poi
mai. Spero che ti sia piaciuto anche questo stupidissimo capitolo!
Kiss!)
kaggychan94
(Stefy, sao! ^^ Visto che ho aggiornato, infine? So di averci messo un
bel po', ma ti ho anche spiegato le cause, e mi sono impegnata... Ergo,
non mi uccidere, please! Io preferisco fare un buon lavoro, e postare
magari poco, piuttosto che fare mille capitoli scritti con i piedi! XD
Spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento! Alla prossima!)
jessy101
(Ecco un'altra cui Sara sta antipatica... Ma poverina, dai. Sessho l'ha
anche rifiutata magistralmente! XD Spero che ti sia piaciuto anche
questo capitolo, baci!)
ryanforever (Ehi,
ma Sara la odiate proprio tutti? O.O Povera! XD Spero che il seguito ti
sia piaciuto almeno un po'! Baci)
KaDe
(ù.ù Sara è comparsa
perchè, come hai potuto leggere, volevo farla piantare da
Sessho. Eheh, è la sua unica utilità, in fin dei
conti XD *Rin, mentre KaDe è impegnata con roro, devasta la
sua camera da letto, lasciandole poi un bigliettino con su scritto "Lascia in pace il MIO INU
YOUKAI. Rin RuleZ, non dimenticarlo. Mai".* Sao, KaDe,
spero che il capitolo ti sia piaciuto. Ci sentiamo su msn!)
Grazie a tutti quelli che hanno commentato,
perchè mi rendono più gradevole lo scrivere.
Grazie a chi
mette la fic tra le preferite, perchè mi riempie di orgoglio
sapere che esiste gente che apprezza i miei scleri.
E scusate,
se a volte vi faccio penare. Cercherò di fare del mio meglio
per aggiornare presto, ma non vi prometto nulla XD
Bacioni a tutti, e commentate!!! XD
|
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Capitolo 20 *** Incoronazione ***
New Fan Fic20
Because of
you
Capitolo 19 - Incoronazione
*\* Ehm... Salve!
Sì, sono
io, Roro, e ho fatto di nuovo ritardo. X°°°D
Avrei voluto aggiornare prima, ma... Non ce l'ho fatta. La scuola, il
tennis, e tante altre piccole cose non mi hanno dato la
possibilità di finire il capitolo, ma... Ma non è
poi tanto breve, e, spero, sia almeno decente.
Non vi faccio
spoiler, sia chiaro, tanto il capitolo è qui e, ora, potete gustarvelo - sperando vivamente che
vi allieti almeno un po' -, ma vi dico che... Che per la mia coppia
preferita c'è un cambiamento. E non è negativo.
Penso che il numero
dei capitoli passerà da 23 a... Non so, 24, 25, ma
è ancora incerto, e dipende tutto dalla lunghezza dei
prossimi capitoli. Non vorrei farli troppo farciti di avvenimenti,
capite? Sarebbe solo noioso, e tutto risulterebbe accennato, cosa che
mi dispiacerebbe non poco. E' per questo che sto valutando l'idea di
alzare - seppur di poco - il numero dei capitoli.
Poi... Poi la
smetto con questa noiosa introduzione, e vi lascio al capitolo. I
ringraziamenti, come sempre, alla fine. Baci! */*
Deglutendo,
Rin si
preparò alla scarica di domande che, ne era certa,
l’avrebbe assalita.
Lo
leggeva negli occhi
di Kagome, e nel sorriso minaccioso di Sango –
“Cosa dovrei raccontarvi?”,
domandò fingendosi ingenua.
Naturalmente,
nessuno
le diede credito.
“Di.
Te. E.
Sesshomaru.”, scandì pazientemente Kagome, mentre
Sango tormentava un lembo
della coperta.
“Ah”,
fu il pacato
commento della ragazza – gli occhi erano persi nel vuoto, e
le gote avevano assunto un
timido colorito roseo. “E allora perché non
parliamo di Kagome e Inu-Yasha?”.
L’interessata
si fece
a dir poco paonazza, e fulminò Sango che, nel frattempo,
aveva annuito
compiaciuta. Dopotutto, se la principessa Rin non
parlava, poteva sempre
strappare qualche informazione a Kagome, taciturna riguardo la sua relazione
clandestina.
“E
perché non di Sango
e Miroku?”. Con una linguaccia, la mora si era vendicata,
coprendosi poi con un
cuscino per evitare la furia dell’amica del cuore, rossa come
un pomodoro
maturo. E incavolata.
Mai
mettere mano nelle
storie di Sango, la punizione era la sua eterna rabbia. E Kagome aveva
rischiato tante volte, la sua eterna rabbia.
“Ragazze?”.
Il
capo di Misha,
un’anziana cameriera della residenza, fece capolino da uno
spiraglio
dell’ingresso. Sorrideva benevola, leggermente curvata in
avanti per l’età
avanzata, ma vispa come un’adolescente.
“Sì,
signora?”, chiese
Sango rispettosa, fermando il suo proposito di rompere il materasso a
suon di
pugni.
“È
stato indetto un
festeggiamento per l’incoronazione, che si terrà a
breve, e la vostra presenza
è, naturalmente, richiesta”, spiegò
tranquilla la vecchietta. “Per di più,
arriverà anche il sovrano del regno di Yoshi, è
un grande onore”.
Mentre
la porta si
richiudeva con un debole clic, Rin si
lasciò scivolare sul pavimento –
“Papà”, singhiozzò. Era
troppo tempo che non lo vedeva, le mancava. Molto.
“Ehi,
su”. Kagome le
si era seduta accanto, comprensiva. Diversamente da Sango, abituata a
lunghi
periodi senza i genitori, anche lei aveva nostalgia di casa.
Benché qual
viaggio fosse il suo sogno, desiderava riabbracciare sua mamma, e
raccontarle
di tutto ciò che aveva visto. E anche di Inu-Yasha,
dopotutto.
“Kagome-chan,
dici che
dovremmo scendere?”, domandò Rin, alzando appena
il capo ed asciugandosi le
guance bagnate con una manica.
La
mora annuì – “Se ci
hanno chiamate, forse significa che hanno bisogno anche della nostra
presenza.
Sarebbe saggio incamminarci”.
***
Seduto
al centro della
sala, le sopracciglia aggrottate, Inu-Yasha Taisho continuava a
lanciare
occhiate curiose al fratello maggiore, intento nei preparativi. Era
stato scacciato, poiché
ritenuto troppo inetto per aiutare,
e, come se
non bastasse, aspramente rimproverato da Miroku.
“Ma insomma,
Inu-Yasha, sei così scemo?
Non dovevi farti
sorprendere, è questa la prima regola di un guardone!
Sesshomaru avrebbe potuto ucciderti!”.
Lanciò
l’ennesima
occhiata oltre i confini della porta, tentando di scorgere quantomeno
Totosai –
il pensiero di deridere il vecchio lo divertiva immensamente, e si
gongolava
sulla sedia, pregustando il gioco.
L’attesa
è sempre più buona della portata.
E
lo capì subito.
Totosai
era così
impegnato che solo l’idea di riuscire ad avere un colloquio
con lui era
impossibile: nessuno – nessuno
–
doveva disturbarlo. Era intento nel ripassare antichi manoscritti sulle
incoronazioni, e necessitava di un’elevatissima
concentrazione.
Afflitto,
Inu-Yasha si
lasciò scivolare contro lo schienale, gli occhi socchiusi e
le labbra
semiaperte. Sembrava addormentato, ma non
lo era.
Rifletteva.
Sul
regno, sul trono,
sul popolo, sull’esercito, sulla lotta imminente, su Kagome.
Su
tutto.
Divenire
re non era
mai stata una sua aspirazione e, contrariamente a Sesshomaru, la sua
era stata
un’educazione più limitata, volta solo a renderlo
capace nella lettura e di
donargli i rudimenti della scrittura.
Non
era, quindi, suo
compito il leggere e lo scrivere. Erano deboli svaghi che si
concedeva nelle pause dei giochi.
Chinando
il capo verso
il pavimento, notò Kagome avvicinarsi – il suo
odore gli riempì le narici,
pizzicando e inebriandogli i sensi. Era una sensazione di confusione e
intontimento che detestava e, al contempo, adorava.
“Ciao”,
sussurrò,
senza alzare gli occhi. Sapeva che lei gli si sarebbe seduta accanto,
e,
difatti, non deluse le sue aspettative.
Presa
una poltroncina,
si lasciò cadere accanto a lui, un debole tonf
ad accompagnarla.
Silenziosa
come una
gatta, accavallò le gambe e rise – “Che
fai di bello?”.
“Nulla”,
a sua volta,
dalla gola di Inu-Yasha fuoriuscì una debole risata.
“Tu?”.
Sospirò,
volgendo gli
occhi al cielo in una muta preghiera. “Ho provato ad
interrogare Rin, ma senza
risultati. È muta come un pesce”.
“Bah,
mio fratello e
quella ragazzina si vergognano della loro relazione”,
commentò a labbra serrate
l’hanyou. I capelli argentati erano arruffati e pieni di
piccole foglie,
residuo della scampagnata in
giardino
di poche ore prima.
Kagome
costatò che non
si era né cambiato né pettinato, e non
poté che sbottare le sue rimostranze.
“Dovevo
cambiarmi?”, disse in tono
bellicoso
Inu-Yasha.
“Sì,
stai per
diventare capo delle guardie, Dio!,
non puoi comportarti così, è
deplorevole!”.
Accompagnando
un
grugnito ad ogni borbottio, si alzò, quasi facendo cadere la
sedia e, seguito
da una divertita Kagome, avanzò verso le sue
stanze.
Le
pareti erano color
rubino, e tutto proseguiva in quella gradazione. Il letto – morbidissimo! – aveva coperte
di un
medesimo colore, e anche le sedie erano così foderate. I
libri avevano
copertine scarlatte e le penne erano rosso fuoco.
Kagome
sorrise. “È il
tuo colore preferito?”.
“Tsk,
non ho un colore
preferito”, sfiorando debolmente la coperta,
corrugò le sopracciglia. “Era il
colore che prediligeva mia mamma, però”.
Imbarazzata,
la
ragazza si voltò vero l’armadio, e
guardò i capi al suo interno. Non aveva
avuto alcuna intenzione di tirare in ballo quell’argomento,
anche perché conosceva
perfettamente il profondo legame tra l’hanyou e sua mamma.
Izayoi
era una donna
bellissima, una persona splendida e molto di più. Inu-Yasha
l’aveva amata
immensamente, e quando questa era morta, una mese prima di venire
imprigionato
al Goshinboku, il dolore l’aveva quasi ucciso. Si era
ammalato, e doveva la
vita a Kikyo.
La
gelosia le fece
provare una fitta al petto.
Sebbene
sapesse
perfettamente che quel sentimento era quanto di più stupido
il suo animo
potesse immaginare, la affliggeva
comunque. E se ne vergognava.
Infilò
il capo
nell’armadio, desiderosa di nascondere quel rossore,
finché non vide l’anta
aprirsi e la testa di Inu-Yasha avvicinarsi alla sua.
“Non
hai parlato di
una cosa spiacevole”, le bisbigliò in un orecchio.
“No?”.
“No.
Io amavo mia
mamma. E se il tuo cervellino ha anche pensato a Kikyo, sappi che amavo
anche
lei. E molto”.
Le
si era scurito il
volto, e lo fulminò, stringendo le mani a pugno e aprendo la
bocca. Nella sua
mente, l’Accuccia era
già pronto ad
essere formulato.
“Ma
ora amo te”,
sussurrò, afferrandole la vita e
dandole un lieve bacio tra i capelli corvini. “Quindi, smetti
di fare la
donnina gelosa e fammi prendere i miei vestiti. Devo cambiarmi d’abito,
no?”.
“Stupido”, ridacchiò
lei, afferrando un abito a caso e posandoglielo
sul corpo. Era di un tenue rosso – logicamente – ed
assomigliava a quello da
lui solitamente indossato. “Penso che questo sia
più che perfetto”.
Sorridendo
sghembo, lo
strappò dolcemente dalla debole presa della ragazza e
sospirò – “Se ti piace,
metto questo”.
Lei
annuì,
indicandogli il bagno e facendogli cenno di andare. Senza rimostranze,
Inu-Yasha si richiuse la sottile porta di legno dietro le spalle,
mentre Kagome
prendeva posto al centro del letto e apriva la mano. Le aveva messo
qualcosa
tra le dita, quando l’aveva abbracciata, e lei desiderava
sapere cosa.
Rigirò
l’involto più e
più volte, senza riuscire, tuttavia, a dedurne il contenuto.
E poi lo aprì.
Della
sabbia sottile
fluì dal piccolo buco, scivolandole sulla camicia e
sporcandola tutta. A seguire,
poi, un qualcosa di piccolo. E brillante.
Arrossì.
Era
un diamante,
piccolo, rosa, incastonato in un cerchio d’oro bianco
luminoso.
“Inu-Yasha…”,
mormorò
con voce soffocata, puntellandosi sui gomiti e osservandolo, deposto
sul palmo.
“Inu-Yasha!”.
La
porta del bagno si
aprì, e lui cacciò il capo verso di lei, stupito
– “Cosa c’è?”.
“Un…
anello?”,
biascicò, avvampando. Lui
seguì il suo esempio, diventando di una tonalità
scarlatta che nulla aveva da
invidiare all’abito e all’ambiente circostante.
“Beh,
sì. Ma se non lo
vuoi, puoi restituirmelo”.
Aveva
richiuso
l’uscio, e si era lasciato scivolare contro la porta, gli
occhi alzati verso il
cielo e l’aria spaesata. Se lei avesse detto che sì, gliel’avrebbe
restituito, era certo che il suo cuore non avrebbe
retto. O, meglio, avrebbe sì retto, ma si sarebbe ancora una
volta richiuso.
I
progressi di quegli ultimi tempi dipendevano da una parola,
e
Kagome neppure se ne rendeva conto.
“No”.
“Come?”.
“No,
non voglio
restituirtelo. Voglio quest’anello, e tutto ciò
che per te significa”.
“Allora
te ne sei
accorta”, borbottò lui alzandosi.
“Sì.
E grazie”.
“Di
nulla”, rispose
mantenendo un tono distaccato. Era l’anello di fidanzamento
di sua mamma, e la
scelta di donarglielo era stata una scelta quasi istintiva. Doveva regalarglielo.
Aveva
raccolto un po’
di sabbia, presa dalla spiaggia poco lontana, e l’aveva incartato in un pezzo di carta rinvenuto
in un cassetto.
Quando
l’aveva vista
cercare qualcosa, poi, aveva deciso che era quello, il momento adatto,
e gliel’aveva
dato. Ed ora era terribilmente in
imbarazzo.
Nel
momento stesso in
cui aprì la porta, si ritrovò travolto da una
valanga umana di capelli corvini.
Kagome sorrideva a dir poco raggiante, l’anello tra il
pollice e l’indice della
mano destra, mentre il braccio destro si era stretto intorno al collo
del
ragazzo. Lanciava piccoli squittii eccitati.
“Ehi,
calma!”,
borbottò lui. Non sapeva proprio che fare, non si era
immaginato una simile
reazione.
“Ma…
Ecco… Io…”.
Si
era staccata di
scatto, ed era arrossita, il piccolo tesoro ancora in mano.
Lui,
abbozzando un
leggero sorriso, lo prese, rigirandoselo tra le dita con aria
indifferente. Le
prese la manca, e la osservò, finché, sospirando,
non le alzò l’anulare e lo
mise lì. “Penso che qui stia bene, no?”,
disse con una punta di nervosismo
nella voce.
Kagome
singhiozzò,
ributtandosi contro si lui.
“Ehm…”.
“Ma
è mai possibile che vi troviamo solo in queste
posizioni?”.
Sango
e Miroku
ridevano, accompagnati da Kirara e Shippo. I due demoni si erano persi
nel bosco,
ed erano stati portati al castello da un cacciatore inesperto che li
aveva
visti atterriti dopo l’attacco di un millepiedi gigante.
“Ma
non è colpa mia”.
Tentando di mantenere un qualche contegno, Kagome si alzò e
si lisciò le pieghe
della gonna, sgualcitasi. Gli occhi erano umidi e l’aria
gioiosa, ma Sango si
astenne dal fare commenti, e costrinse Miroku a fare lo stesso.
“Smettetela
di fare i
bambini e andiamo”, borbottò Shippo. Gli adulti
gli davano costanti problemi.
***
“Ah,
Inu-Yasha, ricordo ancora come se fosse ieri quando rincorrevi i
passerotti per il giardino!”.
Stringendo
i denti,
Inu-Yasha fulminò ancora una volta il vecchio Totosai:
sebbene il suo compito
fosse di dare loro il ruolo che gli spettava per eredità
paterna, il demone non
sembrava curarsene, continuando a divagare sull’infanzia del
giovane hanyou, ed
evitando accuratamente di citare il seppur minimo ricordo su
Sesshomaru, dato
che questi lo minacciava con occhiate gelide.
“Vogliamo
procedere?”,
chiese ancora una volta con voce bassa e infastidita.
“Eh?
Perché, cosa
stavamo facendo?”.
Dopo
l’ennesimo pugno
assestato sulla tempia del vecchio, Inu-Yasha incrociò le
braccia sul petto e
prese a battere il piede sul pavimento, aritmicamente.
“Ah,
ora ricordo! Sì,
continuiamo. Con il potere conferitomi, che
noia!, proclamo Inu-Yasha centoventisettesimo capo della
guardia reale. E,
sempre il potere conferitomi in quanto funzionario e consigliere reale,
proclamo anche Sesshomaru centocinquantaduesimo re del regno di
Yoshi”. Poi, con
un ampio sbadiglio, girò sui tacchi e prese una corona,
posandola sul capo di
Sesshomaru. “Ecco fatto, buona giornata”.
Tra
lo sbigottimento
di alcuni e la commozione di altri, i due si voltarono verso i presenti.
L’aria
di Sesshomaru
era imperturbabile, e sembrava perfetta per il ruolo ora ereditato.
Inu-Yasha,
invece, era a disagio, e continuava a cercare il volto di Kagome tra la
folla,
quasi questi lo tranquillizzasse.
Avevano
ereditato la
loro carica da neppure due minuti, e già tutto sembrava loro
diverso.
Le
persone sembravano
più servili nei loro confronti, e si prostravano al loro
passaggio e
sorridevano, chiedenti appoggio per qualcosa. Subito iniziarono
richieste
d’ogni sorta, che Sesshomaru concedeva di buon grado.
Inu-Yasha
convenne con
Kagome che, almeno, non s’era rivelato un despota.
E pagò la scommessa, borbottando improperi
all’indirizzo dei kami, che avevano
rivelato un animo molto più umano
di
quel che credeva.
Dannazione.
Sentirono
un brusio, e
l’enorme portone d’ingresso si aprì.
Era
un piccolo gruppo
di persone, alla cui testa vi era un uomo. E Rin lanciò un
urlo, facendo
voltare persino Sesshomaru.
“Padre!”.
*\*
Ehm... Non è stato 'sto granché, vero?
Ma non mi uscivo nulla di meglio, non con l'interrogazione di italiano
alla porte, almeno. Questo è stato il mio meglio, e spero
voi l'abbiate apprezzato.
Il capitolo, poi, è dedicato a tutti gli amanti della
InuXKaggy, in special modo a quelli che ho conosciuto su msn (Se volete
entrare nel gruppo, il mio contatto è nella mia
presentazione XD). E, tra queste persone, in particolare a chi mi
sprona a scrivere, magari anche minacciandomi.
ù.ù Grazie a tutti per il sempre costante
sostegno!
I ringraziamenti saranno molto rapidi, ma ho un paio di problemini che
non sto qui a spiegarvi e devo fare in fretta.
RINGRAZIO:
AvinPhi
marychan89
KaDe
kirarachan
kaggychan95
Bchan
Aryuna
inufan4ever
mikamey
kaggy95
demetra85
ryanforever
Grazie mille, perché il vostro sostegno mi
spinge a scrivere. E perché amo i vostri commenti, e mi
dispiace, magari, non vedere più qualche commentatore.
Davvero mille grazie: spero di riuscire a scrivere un nuovo capitolo in
tempi non troppo lunghi, ma non prometto nulla. Vi chiedo solo di
portare pazienza, e di non eliminarmi XD.
Alla prossima!
|
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Capitolo 21 *** Un gioco da ragazzi ***
New Fan Fic20
*\* Dio
Mio.
Questo
capitolo è stato… un parto.
Davvero,
davvero un parto.
Ho
avuto tanti, troppi problemi. Partendo dall’ispirazione, che
sembrava avermi
lasciata, e dalla voglia di
proseguire questo lavoro. Ho quasi desiderato abbandonarlo. Ho quasi
detto “Perché continuarla?
È una stupidata!”.
E poi
mi son detta: no. Non posso. Non lascerò mai una fan
incompleta. E non questa.
Ma…
ma… ma, Dio santo, vi toccherà
attendere per il finale. Perché,
essendo la mia ispirazione ormai vacua, ho deciso di terminare tutto
con il
prossimo capitolo. Spero capirete le mie scelte.
Chiedo
perdono, in ogni caso, ma, come mi ha fatto notare Elisa nel suo
commento, il
capitolo precedente non era nei miei
soliti standard. Ed è così. Peccando
d’ispirazione, non ho potuto scrivere
qualcosa di meglio.
E me
ne vergogno profondamente.
Devo
questo capitolo a chi mi ha incitata a scrivere, e a tutti voi che
ancora mi
seguite. E a Breaking Dawn, terminato il 31 ottobre, di sera,
inconsapevole
fonte d’ispirazione, da cui è tratta la frase
iniziale.
Spero
vi piacerà. A dopo! */*
Because
of you
Capitolo 20 – Un
gioco da ragazzi
Senza
fiato, una risatina mi sfuggì quando il suo bacio insistente
interruppe di
nuovo i miei sforzi.
“Accidenti”,
ruggì, baciandomi famelico lungo il profilo del mento.
“Abbiamo
un sacco di tempo per allenarci”, gli ricordai.
“Tutta
l’eternità”, mormorò.
“Mi
sembra convincente”.
E
poi continuammo a occuparci beati di quella parte piccola, ma perfetta,
della
nostra eternità.
Breaking
Dawn, capitolo 39,
Felici e contenti
L’aveva
chiamato.
Scioccamente,
non aveva neppure considerato che, magari, suo padre avrebbe potuto adirarsi. Anzi, in verità lei
aveva creduto
che avrebbe allargato le braccia, conciliante, e le avrebbe dolcemente
sorriso,
domandandole poi del suo viaggio. Aveva desiderato
che fosse così.
E,
Dio, solo ora si rendeva conto che
poteva aver sbagliato.
Aveva
osservato il padre voltare il capo avanti ed indietro, a destra e a
manca, in
una frenetica ricerca, e si era accucciata dietro Kagome, stringendo
con dita
esitanti la maglia dell’amica – l’avrebbe
potuta difendere?
In
fin dei
conti, lei non era fuggita. Lei
–
come Sango, del resto – era stata inviata.
La missione di Kagome era motivo di vanto per lei e per la sua
famiglia. Ma suo
padre?
Come
l’avrebbe presa?
Dannazione.
Sferrò
un
debole – ed inutile – calcio al pavimento lucido, e
alzò gli occhi al cielo,
mentre la voce del padre, roca per l’emozione, la chiamava.
Era… era
preoccupato?
Si
sporse un
po’, notando gli occhi paterni umidi osservarla con
circospezione. Non era un
ordine, era una richiesta. Una dolce
richiesta.
Doveva
aver
temuto molto per la vita della sua unica figlia, e Rin si
sentì cattiva. Se
n’era andata lasciando solo
un bigliettino, tra l’altro non indirizzato a lui ma a tutti
gli abitanti del
castello.
Diavolo,
era
stata avventata.
“Rin?”.
Preso
un
profondo respiro, piegò le labbra in un surrogato di sorriso
e avanzò – “Ciao,
papà”.
“Ciao,
tesoro”. L’uomo ricambiò il mezzo
sorriso della figlia, e le si avvicinò, per
passarle una mano tra i capelli. “Ti sei
divertita?”.
“Eh?”.
“Voglio
sapere se questo periodo di viaggio ti è
piaciuto”, spiegò Takemi, scrollando
le spalle.
Rin
persisteva ad osservarlo stupito. Possibile che non la richiamasse?
“Rin,
sei
ancora qui?”.
“S-Sì.
Ma non
credevo che saresti stato così tranquillo,
se devo essere sincera. Stavo già progettando la mia lapide
in giardino, sai
com’è”.
“Molto
ottimista”, ridacchiò l’uomo. Sembrava
così stanco,
però. Le profonde occhiaie che gli segnavano il volto
pallido gli conferivano
un’aria malata, in un
certo senso, e
Rin si preoccupò.
La
situazione
stava dunque degenerando?
Il
conflitto
stava divenendo invitabile?
Probabilmente
sì. Almeno, era ciò che quell’aria
afflitta le comunicava. Strinse il labbro
inferiore in una morsa, passandosi automaticamente una mano tra i
lunghi
capelli neri – erano secchi. E sfibrati. Avrebbe avuto
bisogno di un bagno
rilassante, e di taaaanto shampoo.
Kagome
giunse
al suo fianco, imitata prontamente da Inu-Yasha – lui aveva
incrociato stretto
le labbra, ed osservava con diffidenza l’uomo davanti a lui.
Era abbastanza
alto da sovrastare il sovrano, ma lasciò ugualmente
scivolare una mano per
afferrare il polso di Kagome tra le dita. La sua espressione,
tutt’altro che
amichevole, sembrava però rivolta ai giovani
della scorta del re di Yoshi.
La
ragazza
ridacchiò, lui si limitò ad un debole ringhio
infastidito.
“Signore,
è
un vero piacere rivederla”, esordì Sango,
raggiungendo a passo sostenuto le
amiche ed inchinandosi. Da persona coscienziosa, aveva subito ricordato
le
regole del galateo, e aveva
salutato
perfettamente l’uomo.
Imbarazzata,
anche Kagome accennò un inchino, mentre Rin si copriva le
labbra con una mano,
per nascondere la sua ilarità.
“Il
piacere è
mio”, rispose tranquillo lui, abbozzando un sorriso.
“L’altro giorno ero giusto
stato al tempio Higurashi, e tua madre, Kagome, mi ha inviato dei
regali per
te. Ed anche per te, Sango”.
“Oh.
Grazie!”.
“Grazie
mille”, biascicò incerta la miko. Come Rin poco
prima, anche lei aveva intuito
che c’era qualcosa di strano,
nell’aria del sovrano, e non vedeva l’ora che
questi le dicesse il problema. O
che lo riferisse ad Inu-Yasha – interrogarlo dopo, per
ottenere le informazioni
necessarie, sarebbe stato divertente. Ghignò al solo
pensiero.
“Salve”.
Tutti
trasalirono, quando udirono la profonda voce del padrone
di casa.
Come
un
aforisma di Eraclito, così l’espressione di
Sesshomaru era indecifrabile per i
più – ma non per loro. Le sopracciglia leggermente
aggrottate, e le labbra
serrate, lasciavano trapelare una certa preoccupazione. Doveva aver
intuito
anche lui che qualcosa non andava.
E
il desiderio di scoprire se la guerra con il regno di Asu era infine
giunta
doveva corrodere profondamente il suo animo.
“Salve
a lei,
Sesshomaru no Taisho. Immaginavo che l’avrei
incontrata…”. Takemi sembrava in
imbarazzo, e si prese un attimo per riordinare le idee, prima di
procedere. “ma
non credevo sarebbe stato così
presto.
In fin dei conti, però, è meglio così.
Aspettavo solo di potermi accordare con
il re, e con il nuovo capo delle guardie”.
Sesshomaru
annuì in trance, Inu-Yasha carezzò svogliatamente
i capelli corvini di Kagome,
senza tuttavia distogliere lo sguardo dal volto cereo
dell’uomo.
In
fin dei
conti, il loro primo interesse era combattere.
E una guerra avrebbe loro fornito tutte le attenuanti.
“Come
forse
avrete immaginato, il re di Asu sembra… interessato
ad allargare i suoi confini nei nostri.
Ha già attaccato la parte settentrionale del mio regno, ma
abbiamo retto. E
siamo riusciti a rimandarli a casa”. Sorrise, forse
ricordando qualche punto
importante di quella lotta così eccitante
– nel suo sguardo trapelava tutto il divertimento che una
battaglia può portare
ad un membro del sesso maschile.
“E
il nostro regno?”,
domandò Inu-Yasha con
rabbia.
“Ha
attaccato
i vostri confini orientali. Naturalmente ho fatto del mio meglio per
difenderli, e tutt’ora vi sono delle truppe a sorvegliare
ogni possibile
ingresso”.
Rasserenato,
l’hanyou si lasciò sfuggire un debole sospiro di
sollievo, mentre Sesshomaru
assottigliava gli occhi – “I confini sono ancora in
pericolo, però”, commentò
con sdegno.
“Beh,
sì.
Quel bastardo m’ha
inviato più e più
lettere in cui mi domandava di lasciare il vostro territorio, ma non ho
prestato ascolto a ciò che mi ha richiesto. Spero che non vi
sembri abuso di
potere”.
“No”,
asserì
atono Sesshomaru.
“Bene”.
Rin,
al
fianco del padre, iniziò ad agitarsi, richiamando
l’attenzione di Kagome.
Sorpresa,
la
ragazza tirò la coda di cavallo della giovane principessa,
facendole cenno di
avvicinarsi e esprimersi a parole.
“Secondo
te,
la situazione è grave?”, mormorò dunque.
Kagome
abbassò gli occhi al suolo, torturandosi le dita affusolate.
“Sì. Penso che…
che sia piuttosto difficile, quantomeno. Perché, beh,
l’aria di tuo padre è
particolarmente affranta, e Sesshomaru ha abbandonato quella patina di
superiorità che ha sempre in favore di un espressione
più consona”.
“Beh”,
biascicò Sango, voltandosi verso di loro. “Se non
sono ancora riusciti a
penetrare nei nostri confini – almeno non per ora –
non penso ci sia di che
preoccuparsi. E attribuisco quelle facce scure a ben altro: a mio
parere, il re
di Asu sta facendo pressioni. Forse, è già pronto
a dichiarare guerra. Se ciò
avvenisse…”, serrò le labbra, cercando
i termini adatti. “Se ciò avvenisse, non
oso pensare alla portata devastante di questa guerra”.
“Sarebbe
così
grande?”, chiese Rin,
stupita.
Sango
annuì.
“Più di quel che immagini. Noi siamo forti, certo,
ma il regno di Goshinboku
deve ancora riprendersi, e certamente l’esercito del regno di
Asu è
addestrato”.
“Ma
possiamo
farcela, vero?”.
La
risposta,
appena mormorata, arrivò da Inu-Yasha –
“Non vedo perché no”.
“Sbruffone”,
commentò Kagome, tentando di abbozzare un sorriso.
“Conti troppo su te stesso”.
“E
tu sei
troppo pessimista”, ridacchiò lui.
“Siamo così forti, Kagome, che non abbiamo
nessun motivo di preoccuparci. Appena mi vedranno, correranno via,
spaventati.
Non hanno speranze!”.
L’atmosfera
cupa della sala di smorzò, e si udirono persino dei
risolini, e delle battute
divertite sul loro nuovo Sbruffone.
Ogni individuo lì presente iniziò nuovamente a vivere, quasi dimentico della
preoccupazione precedente. I bambini,
prima stretti al petto delle loro madri, ora erano in un angolo, e
decidevano,
tramite la morra cinese, chi avrebbe dovuto contare e chi nascondersi.
Anche
Kagome
si ritrovò a sorridere, seguita a ruota da Sango.
“Scusatemi”.
Sbattendo
le
palpebre, tutti fecero nuovamente scorrere lo sguardo su Takemi, meno
gioioso
degli altri.
“Dovremmo
mettere in piedi una linea di difesa – o offesa, sta a voi
decidere se
preferite attaccare o difendervi. In ogni caso, avrei bisogno di un
colloquio
privato con voi, Sesshomaru, voi, Inu-Yasha, e anche voi, Miroku.
Naturalmente,
se ciò non crea alcun disturbo”.
Lo
youkai
fece un debole cenno col capo. Diversamente, Inu-Yasha
lasciò trapelare il suo
fastidio dal “Sì”
borbottato, e
Miroku si limitò a fare spallucce, come a dire “Non c’è problema”.
Rin
fece un
passo avanti, chiaramente intenzionata a seguirli, ma
l’occhiata penetrante che
sia Sesshomaru che suo padre le rivolsero la fece desistere dal suo
proposito,
mentre un broncio di rabbia compariva sulle sue labbra.
E
così erano
nuovamente sole…
Si
osservarono, prima di sospirare in sincrono – dannazione. Era
noioso, starsene lì.
Starsene lì e attendere.
Rin
si
sedette per terra, facendo cenno a Kirara di avvicinarsi, e prese a
carezzare
il soffice pelo della gattina. “Ho sonno”,
borbottò ad un tratto, tentando di
contenere uno sbadiglio nel palmo della mano.
“A
chi lo
dici…”, sbottò a sua volta Sango. In
effetti, avevano bisogno tutte di dormire.
Contrariamente agli youkai, i ningen non erano capaci di sostenere
periodi
troppo lunghi senza riposare.
“Io
esco in
giardino”.
Quando
vide
le amiche annuire soprappensiero, Kagome sbuffò, e
spalancò l’enorme
portafinestra che dava su quella parte del giardino adibita alla
coltivazione
delle rose. Un piccolo paradiso dalle tinte tenui, e pregno di un
delicatissimo
odore.
Passeggiò
lentamente tra le piante, chinandosi di tanto in tanto per sfiorare
qualche
petalo più dedicato, e continuò a rimuginare su
quanto stava accadendo.
Dannazione, se non si fosse lasciata
andare, durante la missione, sarebbe stato tutto
più semplice,
probabilmente. Sarebbero arrivati molto prima, e avrebbero avuto
più tempo per
preparare una linea difensiva. A causa sua, e del suo sciocco amore, i
loro
regni si trovavano in pericolo.
Sospirò.
Era
proprio una calamità vivente.
“Vi
sto dicendo che… Bah, ascoltatemi!”.
Inarcò
un
sopracciglio. Quella – non poteva sbagliarsi – era
la voce di Inu-Yasha.
“Inu-Yasha,
ti stiamo ascoltando, ma
dovresti essere meno irruento e più coscienzioso”.
“Sei
uno sciocco, hanyou. Se il tuo solo
desiderio è difendere quella ningen,
puoi andare via”.
“Sesshomaru,
tu sei l’ultimo che può
condannarmi per voler difendere Kagome”.
La
mora si
alzò sulle punte, e si sporse sul davanzale.
All’interno della stanza,
Inu-Yasha discuteva animatamente con Sesshomaru, sotto gli sguardi
attoniti di
Miroku e Takemi. Sarebbe stata una scena esilarante,
in un momento differente.
Un’enorme
cartina colorata troneggiava nel centro della stanza, lasciando
intendere le
motivazioni della rabbia dell’hanyou – Sesshomaru,
probabilmente, desiderava
attaccare l’esercito nemico nel pressi della reggia,
desideroso di distruggerlo
nel territorio che desiderava conquistare.
Inu-Yasha,
invece, sembrava assolutamente contrario. “Cazzo, sarebbe
pericoloso!”.
“No,
in
realtà no…”, biascicò
Miroku, osservando la cartina con sguardo critico. “Anzi,
potrebbe essere vantaggioso, in un
certo senso. Saremmo nel nostro territorio, Inu-Yasha. In caso di
pericolo,
potrebbero accorrere alcuni soldati nascosti nel bosco, per esempio.
Pensaci
bene”.
“Ci
ho
pensato, Miroku, ma mi sembra tutto falso.
Se dovessimo essere battuti, per
esempio? Cosa faremmo?”. Inu-Yasha sospirò. Era
fastidioso, per lui, valutare una
simile eventualità. Ma
c’era, e non capiva perché tutti non la
prendessero in esame.
Fu
Takemi a
rispondere, tentando di usare il tono di voce più
conciliante possibile.
“Inu-Yasha, capisco perfettamente ciò che intendi.
Sono le mie stesse
preoccupazioni. Ma concordo con Miroku e Sesshomaru: attaccarli nel nostro – e, bada, se verrete
sconfitti
voi anche il mio regno dichiarerà la resa –
territorio potrebbe essere
vantaggioso, in un certo senso. Potrebbe portare dei vantaggi. Il
popolo
potrebbe spalleggiarci, e…”.
“E
morire”,
concluse Inu-Yasha lugubre.
“Non
necessariamente”, borbottò in imbarazzo Takemi,
indeciso su come continuare.
“Permettimi
di dirlo, Inu-Yasha”. Miroku sorrise, sporgendosi verso di
lui – Kagome,
d’istinto, si alzò maggiormente sulle punte,
fissando in trance il viso del suo uomo.
“Prima hai accusato Kagome di
essere pessimista, ma, ora, sei anche peggio di lei. Non ti
vergogni?”.
L’hanyou
assunse una delicata sfumatura rossastra. Beh, Miroku aveva ragione.
Aveva
peccato
di spavalderia, convincendo tutti della loro vittoria.
Ora non poteva tirarsi indietro, e di certo non poteva
comportarsi come un bambino. Sospirando, si voltò verso la
porta. “Ok. Fate
come volete. Ma se dovesse accadere qualcosa a qualcuno…”,
sottolineò la parola con un teatrale gesto della mano.
“Ve
la farò pagare cara…”.
Miroku
deglutì, mentre Takemi sorrideva.
Kagome
si lasciò scivolare al suolo,
tremando.
Erano
pronti.
*\*
Potete uccidemi.
Sì, potete, nessuno ve lo vieta.
Il capitolo è orrendo. Ho aspettato mesi, e vi ho ugualmente
presentato un capitolo tremendo. Dèi, mi vergogno.
Ve lo giuro, avrei voluto scrivere qualcosa di meglio, ma, in questo
periodo, il mio cervello è "out for lunch". -.-'' E temo non
ritornerà...
Ho anche deciso di indire un mio concorso - per informazioni, chiedere
su msn. E di aderire ad un altro. E di... Bah, insomma, mi sto
rovinando con le mie stesse mani.
Probabilmente, molti di voi non commenteranno, adirati con me: spero
che non sia così, sinceramente.
Vi chiedo - molto gentilmente - di non sottolineare il mio
ritardo: ho avuto molti casini.
Oltre all'ispirazione, anche in famiglia ci sono stati dei problemi.
Insomma, questo è un pessimo periodo.
Come precedentemente detto, con ogni probabilità, per il
prossimo aggiornamento di potrà volere un po'. Anche se ne
dubito, dato che ho già abbozzato il prossimo capitolo - il
finale, per la cronaca.
Ebbene sì, la storia è giunta al termine.
In ogni caso...
RINGRAZIO:
crilli
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kirarachan
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Grazie a tutti, e scusate il ritardo.
Baci!
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Capitolo 22 *** Lettera alla mamma ***
New Fan Fic - Ultimo capitolo
Because of you
Capitolo
finale - Lettera alla mamma
*\*
Questo finale mi piace poco.
Certo, è un modo pessimo per iniziare il finale, ma credo
che sia l'unico.
Non posso farci nulla.
Cercherò, quindi, di spiegarvi tutto, prima di
lasciarvi leggere in pace. E' una questione di vita o di morte, per me,
e vi pregherei di ascoltare.
Questa storia, BoY, mi ha letteralmente spossata. Ho perso
più e
più volte l'ispirazione, le idee non ne volevano sapere di
venire e iniziavo a stufarmi del fandom di Inu-Yasha. -.-'' Eppure,
come molti ben sanno, io amo
il fandom di Inu-Yasha, e scrivere su questo manga è per me
motivo di gioia immensa. ù.ù
Quindi... Beh, ho scritto gli ultimi capitoli in modo a dir poco pessimo: sono
felice di sapere che hanno soddisfatto voi, comunque. Probabilmente, vi
chiederete perché
li ho scritti, se non avevo voglia. E il motivo è questo:
non volevo lasciare la storia incompiuta.
L'ho detto almeno mille volte, ma ora voglio ampliare il tutto,
cercando di essere esauriente e coincisa: riscriverò tutti i
capitoli finali. Non oggi. Forse non domani.
Ma presto.
Quando avrò voglia, e ispirazione, ogni singolo capitolo di
questa storia verrà ricontrollato, revisionato e ripostato.
Non
riuscivo a lasciar marcire la storia, e non potevo iniziarne una nuova
senza aver terminato questo.
Scrivere The brothering
life of a forced writer, infatti, mi divertirà
appieno solo dopo la parola fine
messa a questa storia. Non posso farci nulla, ecco.
ç.ç
Questo finale è
una lettera. Da Kagome a sua madre.
E' tutto ciò che è accaduto dopo lo scorso
capitolo. E'
quello che accadrà in futuro. E' tutto, in pratica, ed
è
niente.
Ma spero che lo gradirete.
Ovviamente, alla fine del capitolo potrete reperire i ringraziamenti:
sono stata felice di sapere che mi avete seguito così a
lungo, e
mi spiace per i miei assurdi ritardi. ù.ù
Spero che seguirete l'altra storia che ho in corso, e che leggerete i
miei prossimi lavori. ^^ Grazie a tutti! */*
Cara mamma,
non
so come
iniziare questa lettera e, personalmente, non credo esista un metodo. Dovrei chiederti scusa per
essere sparita, ma sarebbe superfluo, quindi cercherò di spiegarti il perché.
Probabilmente,
Sango ti avrà raccontato tutto, di quel che è
avvenuto – sarà stata di certo
esauriente – e di come ci siamo sentite osservando il nostro
esercito partire.
Avevo
ascoltato Takemi, Miroku, Sesshomaru e Inu-Yasha parlarne tra loro, e
mi ero
spaventata: volevano lottare nei
pressi della reggia. Rimasi stupita. Mi sembrava assurdo.
Quando
riuscii ad alzarmi – ero caduta per terra, in giardino
–, corsi subito a
chiedere spiegazioni ad Inu-Yasha, ma lui si limitò a dirmi
che sarebbe andato
tutto bene, e che non avrebbe permesso a nessuno di farci del male. Mi
ero
sentita rincuorata, ma il timore che qualcosa potesse andare storto non voleva lasciarmi.
La
prima
notte dopo la partenza, mi addormentai seduta nei pressi di una
finestra –
avevo osservato la sagoma scura del bosco che si stagliava innanzi a
me,
tentando di scorgere qualcuno di
loro. Purtroppo, non notai nulla.
Mi
svegliai
all’alba, a causa di un urlo potentissimo – stavano
forse combattendo? Cos’era
avvenuto?
Passai
il
giorno ad osservare il bosco, rifiutandomi di mangiare
e bere. Ero
troppo preoccupata.
Rin,
seduta
accanto a me, pregava i Kami di salvare il nostro esercito, mentre
Sango
discuteva animatamente con Totosai di ciò che era meglio
fare. Il terrore
aleggiava nella reggia e spesso
notavo donne piangere per i propri cari.
Avrei
voluto
fare qualcosa anch’io, ma ne ero incapace –
tremando, continuai ad osservare il
bosco.
Era
scoppiato
un incendio.
Linee
di
fuoco lambivano gli alberi, bruciando tutto ciò che
trovavano sul loro
percorso. Mi domandai chi mai lo avesse appiccato, e quanti danni
stesse
arrecando ai soldati.
Durò
tre
giorni.
Lo
scontro
durò tre giorni, in cui noi che eravamo rimasti a casa pregammo per i nostri cari.
A
un tratto,
uno stendardo fu levato in cielo, ed un urlo di gioia di
alzò dal bosco – chi
mai aveva vinto?
Avrei
voluto
restare impassibile
come Sara, seduta in
un angolo della sala con gli occhi fissi innanzi a sé, o
emotiva come Rin, che
continuava a piangere, stretta tra le braccia di Sango. Eppure, non ci
riuscivo. Ero come in trance.
A
fatica, mi
resi conto che non ero in me. E che
non lo ero stata neppure in un attimo di quei tre giorni.
Le
mie
giornate erano state incubi.
Non
ero
cosciente di ciò che mi circondava –
semplicemente, osservavo il bosco,
incapace di fare altro. Stavo sognando.
Non mi sarei svegliata da quello stato catatonico
finché non avessi rivisto Inu-Yasha sorridermi.
Quando
lo
stendardo s’alzò – solo in quel momento
– mi alzai, e corsi fuori.
Ero
l’unica.
Nessun altro, nella sala, mi seguì – restarono
tutti, incapaci di rendersi
conto di ciò che realmente stava avvenendo.
Quando
giunsi
in vista dell’esercito, aguzzai la vista, tentando di
riconoscere almeno un
volto tra quella massa di persone. Purtroppo, tutti
mi erano sconosciuti. Erano giovani, quasi ragazzi, e si
osservavano tra loro, ridendo. Nell’istante in cui mi
scorsero, alcuni si
voltarono sfacciatamente verso di me, altri mormorarono qualcosa di
indecifrabile. Volevo chiedere loro di Inu-Yasha, ma la mia bocca era
come incollata, e non riuscivo a
far altro
che osservarli inebetita.
“Ehi?”.
Ricordo
di
aver urlato.
Non
so come,
né perché, ma urlai.
Inu-Yasha
era
lì.
Inu-Yasha
era vivo.
Il
mio cuore
batteva all’impazzata, mentre mi voltavo verso di lui
– ero scoppiata in
lacrime. E non sapevo perché.
Ricordo
di
aver biascicato qualcosa, e di averlo fatto ridere. Poi più
nulla.
Mi
ritrovai
stretta tra le sue braccia così velocemente da non riuscire
a capire. Ma ero
tra le sue braccia. E sorridevo.
Pochi
attimi,
e, dalla folla, spuntarono anche Miroku e Takemi – il re
sosteneva alla meno
peggio il mio amico, ferito ad un fianco: Inu-Yasha mi
spiegò solo in seguito
che Miroku aveva fatto del suo meglio per salvare Takemi da fine certa,
quando
il re nemico – Naraku – si era avventato su di lui.
Sentii
una
voce gelida impartire ordini ai
soldati ancora vivi, e mi resi conto che Sesshomaru era assolutamente perfetto – non un graffio, non
un
livido. Contrariamente a Inu-Yasha, lui non sembrava neppure aver preso
parte
allo scontro.
Ritornammo
a casa dopo poco: i giovani
desideravano
rassicurare le proprie madri, gli anziani necessitavano di cure
urgenti.
La
battaglia
era stata implacabile.
Nei
tre
giorni di guerra – molti meno di quelli prospettati
inizialmente, in realtà –,
i soldati non si erano fermati un attimo, evitando persino di dormire. Inu-Yasha si era scontrato a
lungo con Naraku, mentre Miroku si dedicava a soldati di bassa lega. In
gran
parte, l’esercito di Asu era formato da mercenari assoldati
unicamente per
quella battaglia e, dunque, poco propensi a combattere
a lungo. Il loro intento era quello di guadagnarsi da vivere
– non gli
importava poi molto, vincere quella guerra.
A
un tratto,
Naraku aveva schivato miracolosamente un attacco di Inu-Yasha,
avventandosi di
conseguenza su Takemi, distratto. Come ti ho già
precedentemente detto,
infatti, è stato solo grazie a Miroku, se il re era ancora
vivo. Credo che sia
ancora considerato un eroe da gran
parte della popolazione.
A
battere il nemico, però,
era stato un attacco di
Sesshomaru particolarmente efficace – Inu-Yasha
l’aveva ammesso a denti
stretti, sottolineando aspramente la fortuna
sfacciata del fratello.
Giunti
alla
reggia, fummo assaliti da una folla vorace di persone –
madri, sorelle,
bambini… Tutti corsero a riabbracciare i loro cari, o a
piangerne la morte.
La
notte
successiva alla fine della battaglia, passò in un lampo.
Io
e
Inu-Yasha parlammo a lungo, seduti accanto alla finestra che mi aveva tenuto compagnia durante quei tre
giorni. Volevamo passare il nostro futuro insieme.
Ma era impossibile.
Mamma,
io ero
ancora una studentessa, e lui era stato da poco eletto capo delle
guardie – era
assurdo, inconcepibile
immaginare la nostra vita futura l’uno accanto
all’altra. Eppure, volevamo stare insieme.
Scusami,
mamma.
Scusami
se
sono fuggita, se ti ho salutato con un brevissimo
bigliettino, se non mi sono fatta sentire.
Scusami
se
sono stata una pessima figlia, e se ho sbagliato tutto.
Ma
lo amo,
mamma.
Immensamente.
Questi
quattro anni insieme, mamma, sono stati i più belli della
mia vita.
Sapevamo
di
non risolvere nulla, andandocene via entrambi, ma non volevamo
dividerci. Tu mi
hai sempre capita, e, spero, capirai anche le motivazioni della mia
fuga.
Abbiamo
girato per i vari villaggi, incontrato persone di ogni specie.
Abbiamo
passato le notti accampati nelle rovine del castello,
nell’atmosfera magica
che, da sempre, evoca quel luogo. Ho imparato tante cose che le
leggende hanno
sempre taciuto, sono stata con Inu-Yasha.
Ci
siamo
sposati, mamma.
In
una
chiesetta piccola, ai margini di un piccolo villaggio. Solo noi. Il
prete era
una persona splendida, che non ha fatto domanda alcuna sul
perché c’eravamo
sposati così, soli.
E,
ora,
abbiamo deciso di venire lì.
Di
tornare a casa.
Ma
non perché
ci siamo pentiti delle nostre scelte.
Non
ci
pentiremo mai.
Sono
incinta,
mamma. Aspetto il figlio di Inu-Yasha.
Il
piccolo
cresce di giorno in giorno, ora sono già al quarto mese.
Abbiamo
deciso di tornare perché vogliamo che cresca lì.
Con te.
Non
so se
riceverai questa lettera – non so se abiti ancora al tempio.
Non so neppure se
tu stai bene, e se il nonno è ancora tra noi – ma
di questo sono quasi sicura.
È sempre stato un tipo forte, se non altro è vivo
per potermi rimproverare.
E
Sota?
Quant’è
cresciuto?
Sango
è
riuscita a rendere Miroku meno maniaco?
Non
credo.
L’ho sempre visto come un tipo esageratamente
libertino. Non può essere cambiato così
tanto solo perché si è sposato.
Poi…
Ho
sentito che Rin e Sesshomaru hanno avuto un bambino!
Quando
l’ho
letto, su di un quotidiano, non sapevo se urlare o svenire: insomma,
Rin è una
persona splendida, ma non credevo che Sesshomaru sarebbe divenuto
così umano!
In
ogni caso,
mamma, sto tornando.
E
spero che
mi accetterai.
Ti
ho sempre
voluto bene, e vorrei che tu provassi affetto per il cucciolo che
cresce nel
mio grembo, e non lo odiassi. E vorrei che anche Inu-Yasha non ti
risultasse
sgradito.
Ci
imbarcheremo tra due giorni, con la Musashi. Il mio viaggio
è cominciato
proprio a bordo di quella nave, no?
Spero
di
arrivare entro lunedì, e spero che vorrai accogliermi.
Ti
voglio
bene, mamma.
Salutami
tutti.
Tua,
Kagome
Higurashi
*\*
Sì. E' breve. -.-''
Insomma, è un finale abbastanza gradevole, no? Non
esauriente,
certo, ma quantomeno gradevole. ù.ù Potrete
almeno dire
che avete letto - finalmente
-
il finale di BoY. ù.ù E, ve lo giuro,
tenterò di
riscrivere i capitoli finali al più presto. Per maggiori
informazioni, contattatemi tramite msn o leggete i miei angoli in The brothering life of a forced
writer: cercherò di darmi da fare durante
questi giorni, ma non prometto nulla. ^^
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