La storia di John Vegetason di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 I principi non cadono dal cielo ***
Capitolo 2: *** Cap.2 The old saiyan witch ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 Tra sogno e realtà ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Odi atavici e giovani amori ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Dark side of Toma ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Naly incontra Zarbon ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Notte di tosse e insonnia ***
Capitolo 8: *** Cap.8 In the end ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Gelosie e vecchi saggi ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Una promessa ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Vegeta’s memories ***
Capitolo 12: *** Cap.12 John vs Zarbon ***
Capitolo 13: *** Cap.13 La statuetta del falco ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Il piano di John (1° parte) ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Nel covo di Freezer ***
Capitolo 16: *** Cap.16 Il piano di John (2° parte) ***
Capitolo 17: *** Cap.17 La squadra Ginew ***
Capitolo 18: *** Cap.18 La squadra Ginew è arrivata ***
Capitolo 19: *** Cap.19 John contro la squadra Ginew ***
Capitolo 20: *** Cap.20 La fine di Ginew ***
Capitolo 21: *** Cap.21 Il veleno changelling ***
Capitolo 22: *** Cap. 22 Tra realtà e sogno ***
Capitolo 23: *** Cap.23 Abbraccio inaspettato ***
Capitolo 24: *** Cap.24 Kyui ***
Capitolo 25: *** Cap.25 L’incanto di Altea ***
Capitolo 26: *** Cap.26 Stai lontana da me ***
Capitolo 27: *** Cap.27 Non amici, ma… ***
Capitolo 28: *** Cap.28 Perdita e dolore I° parte ***
Capitolo 29: *** Cap.29 Perdita e dolore II° parte ***
Capitolo 30: *** Cap.30 Perdita e dolore III° parte ***
Capitolo 31: *** Cap.31 Sopravvissuti ***
Capitolo 32: *** Cap.32 Paikuhan, il salvatore ***
Capitolo 33: *** Cap.33 Voglio essere odiato ***
Capitolo 34: *** Cap.34 Volontà infranta ***
Capitolo 35: *** Cap. 35 L’ira di Turles ***
Capitolo 36: *** Cap.36 Troppo tardi ***
Capitolo 37: *** Cap.37 La sconfitta della morte ***
Capitolo 38: *** Cap.38 L’oro leggendario ***
Capitolo 39: *** Cap.39 La fine di Cooler ***
Capitolo 40: *** Cap.40 La fine di Freezer ***
Capitolo 41: *** Cap.41 The End ***
Capitolo 1 *** Cap.1 I principi non cadono dal cielo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1
I principi non cadono dal cielo
“Non
ce la faccio più a stare rinchiusa nel castello della
cittadella” si lamentò
Kamhara. Incrociò le braccia e sbuffò un paio di
volte, piegando di lato il
capo. I suoi lunghi capelli rossi le ondeggiavano intorno al viso e
dimenava la
coda rosa. Naly si passò la mano tra i capelli neri e
socchiuse gli occhi,
leccandosi le labbra.
“Oggi
non devi controllare la principessina Veki?” chiese. Le iridi
di Kamy divennero
da castane ad azzurre, facendosi liquide.
“Non
verrei mai meno ai miei compiti. Oggi ci pensa Pamela a tutelare la
principessa
e la sua serva Lory” ribatté la saiyan.
Dimenò più velocemente la coda, la cui
peluria rosa si gonfiò oscillando mossa dal vento.
Saltò sulla cima del
parapetto che divideva la città dal deserto
degl’inferi, la luce rosso sangue
del sole di quel luogo si rifletteva sulla sua battle suit candida.
“È
pericoloso. Lo sai che da dopo la faccenda Janenmba spesso anche gli
altri
spiriti maligni sono corporei” si lamentò Naly.
Kamy le sorrise, i suoi occhi
brillavano di riflessi cerulei.
“Faccio
solo un giro e torno presto. Non c’è neanche
bisogno che lo dici a mio fratello
Turles e men che meno a Radish” disse. Negò con
l’indice e sorrise, mostrando i
denti candidi. Si batté la mano inguantata sopra il petto,
facendo risuonare il
pezzo di sopra dell’armatura.
“Niente
spaventa Kamhara Bardackdaughter” si vantò. Naly
si morse l’interno guancia e
sbuffò dalle narici.
“Ha
ragione il mio amato Turles, quando ti metti in testa qualcosa niente
ti
dissuade, guardiana della cittadella spericolata”
brontolò. Kamy ridacchiò e
saltò all’indietro, atterrando nel terreno rosso
sabbioso.
******
Un
candido cigno a due teste planò dolcemente sopra la
superficie vermiglia
del lago di sangue, la sua figura candida faceva contrasto con il cielo
color
sangue. Si adagiò sul pelo dell’acqua e con i
lunghi becchi, iniziò a pulirsi
le piume soffici. Una mano coperta da un guanto uscì dal
pelo del lago,
afferrando una zampa palmata della creatura. L’animale
lanciò un verso stridulo
ed iniziò a sbattere le ali forsennatamente, le piume
cadevano nel sangue e
affondavano. La figura sconosciuta sotto il pelo dell’acqua
lo stava
trascinando, il cigno gigantesco spiccò il volo con lo
sconosciuto attaccato
alla zampa. Il giovane che si teneva all’animale si stringeva
con entrambe le
braccia, nonostante fosse semi-incosciente, la testa gli ricadeva in
avanti e
il suo volto era coperto da dei capelli neri dalle ciocche larghe tre
dita. La
sua capigliatura era piegata in avanti e i suoi vestiti, come i suoi
capelli,
gocciolavano dense gocce di sangue. Il cigno dimenò
più velocemente la zampa,
riuscendola a sganciare dalle braccia del passeggero. Il
giovane
precipitò con le braccia aperte.
******
Kamy
raggiunse uno spiazzo dove l’erba era vermiglia, alle spalle
di una
delle montagne di metallo formate da una serie di spuntoni aguzzi.
Passò oltre
un grande albero su cui svettavano una serie di pomi dorati. Diede un
calcio ad
una pietra, un rivolo di sudore le scese lungo la pelle rosea e si
deterse le
labbra secche con la lingua. Sbadigliò, si
massaggiò il collo ed espirò dalle
narici.
“Chissà
cosa fa ora Vegeta” bisbigliò. Raggiunse una
roccia grossa due
teste e vi si sedette. Incrociò le braccia sotto il seno e
alzò il capo,
guardando il cielo azzurro.
“Dovrei
smettere di pensarci. In fondo i principi mica cadono dal cielo
…”
borbottò. Vide un’ombra sfrecciarle davanti e il
ragazzo si abbatté al suolo,
creando una voragine con un tonfo. Kamy saltò
all’indietro sgranando gli occhi,
il battito cardiaco le accelerò. Si avvicinò al
ragazzo incosciente a terra e
gli s’inginocchiò accanto.
“A…
assomiglia al principe”
sussurrò. Gli mise una mano sulla spalla e
lo sentì mugolare.
“Z…
Zarbon… me la… pagherai…”
biascicò nell’incoscienza
il giovane.
Aveva una ferita al fianco profonda una mano da cui usciva del sangue
copioso.
“Zarbon?”
si domandò Kamy, caricandoselo in spalla.
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Capitolo 2 *** Cap.2 The old saiyan witch ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2
The old saiyan witch
“Credevo
non fossi tipa da follie del
genere” disse l’anziana. Teneva la schiena curva e
si trascinò fino al letto.
Mise una pezza bagnata sulla fronte del giovane incosciente, che
boccheggiava
ansimando.
“Ti
riferisci all’essere uscita dalla
città o di averlo portato qui?” chiese Kamy.
Dimenò la coda rosa, sfiorando una
serie di ampolle e vasi adagiati su dei ripiani di legno. Il vento
entrava
dalle fessure tra le pareti metalliche, facendole ondeggiare i lunghi
capelli
rossi e facendo sbriciolare le foglie secche dei rametti aromatici
appesi al
soffitto. L’anziana schioccò la lingua sul palato.
“Entrambe.
Il mio piccolo allievo Nappa me
lo diceva che sotto sotto sei una testa calda” si
lamentò l’anziana. Passò
accanto alla battle suit bucata e sporca di sangue del giovane adagiata
per
terra, accanto a dei sacchi colmi di polvere. Si piegò in
avanti e con le dita
tremanti e raggrinzite passò dell’unguento sulla
ferita del ragazzo, che gemette
di dolore.
“Sei
tale e quale a mia sorella Leanna.
Quando era giovane ne ha fatte di follie” borbottò
l’anziana. Ad ogni suo
movimento il pendaglio dorato a forma di triangolo le sbatteva contro i
seni
rugosi e cadenti.
“Non
l’ho mai conosciuta. È strano non
sia ancora morta” sussurrò Kamy. Si
appoggiò contro una parete di ferro, l’odore
delle spezie le pungeva le narici.
“Lo
è, ma lei e suo marito Aedon non sono
finiti agl’inferi. Sono dall’altra parte.
È per questo che mi occupo io di mio
nipote Ren e di sua moglie Deira, che invece, come gli altri saiyan
divenuti
biondi del loro gruppo, sono agl’inferi”
spiegò la vecchia. La pelle cadente e
giallastra che le ricadeva dalle braccia sfiorò il petto
muscoloso e abbronzato
del ferito. Kamy si mise una ciocca rossa dietro l’orecchio e
annuì.
“Ti
lamenti delle mie follie e tu nascondi
i saiyan considerati maledetti” ribatté.
L’anziana ridacchiò e si massaggiò il
collo rugoso.
“Sono
l’unica strega saiyan ad essere
arrivata alla mia età, posso permettermi delle follie. E poi
ringrazia, se non
fosse per me, tu, la principessa e la sua serva Lory non potreste
permettervi
il lusso di crescere anche se morte” ribatté.
Aprì le labbra del giovane
utilizzando la punta del dito e strisciò fino a un tavolo di
pietra, da cui
prese una boccetta colma di un liquido oleoso bluastro.
Tornò dal ragazzo e gli
verso delle gocce di liquido in bocca. Il giovane sgranò gli
occhi e si alzò
seduto, guardando a destra e a sinistra, boccheggiando.
“Dov… dove sono?” chiese. La sua voce
tremò e il suo battito cardiaco accelerò.
L’anziana si deterse le labbra
screpolate e ripiegate su se stesse con la lingua, appoggiò
una mano sul capo
del giovane e lo spinse, facendolo stendere di nuovo.
“Sei
alla cittadella saiyan, giovane
sconosciuto. Dicci piuttosto chi sei” ribatté. Il
ragazzo osservò l’anziana,
quest’ultima aveva i capelli grigi raccolti in due chignon ai
lati della testa,
da cui pendevano dei veli violetti agitati dal vento.
“Io
sono il principe John, figlio di Re
Vegeta” spiegò. Abbassò lo sguardo e
vide la coda saiyan dalla peluria candida
della donna, dimenando la propria dalla scura peluria marrone.
“Ho
sentito parlare di te. Sei stato
esiliato perché sei nato agl’inferi e quindi sei
un demone” biascicò l’anziana.
Richiuse la boccetta dell’olio e si trascinò fino
al tavolino, appoggiandovela
di sopra.
“Non
ne sapevo niente” sussurrò Kamy. Il
ragazzo si rizzò sentendo la voce della giovane, fu colto da
un capogiro e
ricadde con un tonfo sul letto.
“Non
sono stato esiliato. Sono stato
venduto a Lord Freezer per evitare attaccasse la cittadella
saiyan” spiegò. Un
rivolo di sudore scese lungo la guancia di Kamy che guardò
l’anziana.
“Saggia
Altea... questo vuol dire che ho attirato
qui quel mostro? La sua rabbia potrebbe travolgerci”
sussurrò. John boccheggiò
e strinse un pugno.
“Se
temete quella minaccia, me ne andrò”
sussurrò.
“No,
non puoi andare da nessuna parte in
quelle condizioni. Sei pur sempre uno dei principi e come guerriera al
vostro
servizio, è mio dovere impedirlo”
ribatté Kamy. Prese una sedia, la mise vicino
al letto e si sedette accanto al ragazzo. John alzò lo
sguardo, la osservò in
viso e le fattezze della giovane si rifletterono nelle sue iridi color
ebano.
“Chi
sei?” chiese. Socchiuse gli occhi e
perse i sensi.
“Sarà
meglio non far sapere a nessuno che
è qui” sussurrò la vecchia strega.
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Capitolo 3 *** Cap. 3 Tra sogno e realtà ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicato a Linktroll.
Cap. 3 Tra sogno e realtà
John mugolò nel sonno, un odore pungente gli
pizzicò le narici. Inspirò, sentendolo dolciastro
e mugolò, allargando le braccia. Socchiuse le palpebre, la
luce di una lampada ad olio lo accecò. Gemette e richiuse
gli occhi, sentiva la testa pulsare. S'immobilizzò sentendo
dei rumori. Una voce femminile gli risuonava nelle orecchie, melodica.
Sorrise e girò il capo nel sonno, sorridendo. Socchiuse gli
occhi, intravedendo una figura in ombra.
"Lei era un angelo dagli occhi ridenti che avevano rubato al cielo un
po' della sua vernice per tramutarsi in oceani d'oblio" cantava
Kamhara, con il capo chino.
< Vegeta amava questa canzone, anche se non lo ha mai ammesso >
pensò.
"Lo hai bendato un po' troppo, ora sembra una mummia"
sussurrò l'anziana. Kamy smise di cantare e si
voltò verso la strega.
"Pensi davvero che nessuno scoprirà che lo teniamo qui?"
chiese. Altea corrugò la fronte e annuì un paio
di volte.
"L'importante è che tu vada sempre alla ronda nell'orario
prefissato. E devi sembrare più naturale possibile, ragazza
mia" spiegò.
Kamhara annuì, sistemandosi una
ciocca vermiglia dietro l'orecchio.
La strega saiyan più
vecchia raggiunse un tavolo, prese una mezzaluna di acciaio ed
iniziò a triturare una serie di erbe. I ticchettii prodotti
dal metallo che si abbatteva sopra il ripiano di legno rimbombavano
nelle orecchie di John. La figura della rossa era illuminata dalla luce
del sole vermiglio che filtrava dalla finestra e tutta la sua figura
sembrava tinta di un color carminio. Il giovane cercò di
alzare il
braccio, i muscoli gli dolevano, non riusciva a muoversi.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Odi atavici e giovani amori ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta per il Drawlloween. 14 Bat
Cap.4 Odi
atavici e giovani amori
Kamy
si caricò in spalla il corpo sporco
di sangue e strinse le labbra, incassando la testa tra le spalle.
“Le
vittime aumentano, invece di
diminuire. Ad ogni attacco siamo messi sempre peggio”
ringhiò Pamela. Si pulì
il viso sporco di sangue con il dorso della mano, allargando la macchia
del
liquido vermiglio. Mise il piede sulla testa di un demone, si
piegò in avanti e
sputò. Kamy allungò un braccio e sparò
un attacco energetico, aprendo una
fossa. Vi gettò dentro il corpo, dimenando la coda dalla
peluria rosa. S’inginocchiò
sporcandosi di terra rossiccia i pantaloni blu della battle-suit e
spinse della
terra sopra il corpo. Socchiuse gli occhi, osservando dei resti
bruciati di
piantine.
“Lord
Freezer ha nuovamente attaccato il
raccolto. Siamo messi peggio qui, che quando eravamo vivi”
ringhiò. Pamela la
raggiunse, si chinò in avanti e le mise una mano sulla
spalla.
“Muoviamoci.
Vedrai che se riusciamo a
seppellire tutti i morti entro un’ora, potremo anche
occuparci di ripiantare le
piante” sussurrò. Kamy negò con il
capo, facendo ondeggiare i capelli rossi.
“No,
è più importante ricostruire le
palizzate e la barriera intorno alla città. Naly mi ha detto
di raggiungerla al
più presto” sussurrò. Pamela
strofinò le mani tra loro.
“In
ogni caso, dobbiamo sbrigarci”
ribatté.
*************
Kamy
infilò la testa nel secchio d’acqua,
la sentì gelida sulla pelle e strinse gli occhi.
Avvertì l’acqua gelida
bruciare, il fiato le mancò e tirò fuori la
testa. I capelli rossi le ricaddero
lungo la schiena, gocciolando. Si passò la mano sul viso,
ansimò e sbatté un
paio di volte le palpebre. Avvertiva delle fitte alle spalle e le gambe
le
pulsavano. Sentì dei colpi di tosse e si voltò.
Arrossì vedendo che il giovane
si era seduto sul letto e la fissava. Gli sorrise e salutò
con la mano,
dimenando le dita. John inarcò un sopracciglio ed
incrociò le braccia sul
petto.
<
Iniziavo a credere fosse un sogno >
pensò. Kamy fissò le iridi di lui, erano nere e
rabbrividì vedendo il proprio
riflesso su quello sfondo color ossidiana.
“Dov’è
quell’anziana?” chiese con voce
roca il giovane. Kamy raddrizzò la schiena ed
incrociò le braccia dietro la
schiena.
“È
andata a caccia di pipistrelli”
spiegò. Il giovane alzò il capo ed
osservò una serie di fascette di erbe
essiccate appese al soffitto.
“Pipistrelli”
ripeté a bassa voce. Kamy
raggiunse una sedia, la prese e la mise davanti al letto su cui era
seduto il
giovane.
“Servono
per le pozioni di invecchiamento.
Io, la principessa Veki, la principessa Reghina e Lory le utilizziamo
spesso”
spiegò. Il ragazzo piegò il capo, facendo
ondeggiare i capelli a fiamma neri
che gli ricadevano da una parte.
“Chi
sei?” chiese con tono gelido.
<
Parla parecchio di gente che nemmeno
conosco > pensò. Kamy lo guardò negli
occhi e un rivolo di sudore le scese
lungo la fronte dalla pelle rosata.
“Non
ti basta che sia la tua salvatrice?”
domandò. John dimenò la coda dalla peluria
castana.
“Non
ti avevo chiesto di salvarmi” rispose,
ringhiando. Si massaggiò una tempia e ghignò.
“E
poi, con la tua voce stridula, rischi
di uccidermi adesso” la punzecchiò. Kamy nascose
il viso tra i capelli rossi.
“Non
posso offendere un principe, ma non
mi tentate” ribatté secca.
“Non
puoi o hai paura?” chiese John. Le
lanciò un ki-blast violetto grande quanto l’unghia
di un pollice. La giovane lo
afferrò con la mano e strinse, facendolo esplodere,
annerendo il proprio palmo.
“So
combattere, principe” disse gelida.
John ghignò e le sue iridi brillarono di riflessi dorati.
“Non
chiamarmi principe. Mi chiamo John”
ribatté. Kamy si alzò in piedi e si prese tra le
braccia la coda rosa.
“Allora
tu chiamami Kamy. Sono una saiyan,
vengo dalla cittadella” spiegò. Il giovane strinse
le labbra fino a farle
sbiancare.
“Allora
siamo nemici, vieni da quel posto
di traditori” ringhiò. Kamy guardò le
sue bende sporche di sangue.
“Per
ora, fatti curare. Stabilirai con il
tempo se ti puoi fidare” rispose, addolcendo il tono.
"Non
ho paura di una che beve frullati di pipistrello" ribatté il
figlio di Re Vegeta.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Dark side of Toma ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta per il Drawlloween 2015. Prompt 17. Demon.
Cap.5
Dark side of Toma
Zarbon
sbuffò,
guardò la casetta di
legno e socchiuse gli occhi. Si appoggiò con una spalla alla
roccia dietro cui
era nascosto ed osservò il fumo alzarsi dalla cappa del
camino sopra il letto
dell’abitazione. Sbadigliò, allungò le
gambe e le strofinò sull’erba vermiglia.
“Se
sei lì dentro, piccole demone, dovrai
uscire prima o poi” sussurrò. I suoi occhi erano
arrossati e si accarezzò la
lunga treccia. La luce rossa del sole degli inferi gli illuminava di
riflessi
vermigli l’aureola.
*******
John
si dimenò nel sonno, mugolò e sentì
qualcosa di umido sulla fronte. Batteva i denti e tremava, le sue
guance erano
arrossate e il corpo sudato strofinava contro le lenzuola.
“…
faccio fuori… levati dai piedi…”.
Udì
i frammenti di una frase detto da un uomo. Boccheggiò e si
mise su un fianco.
“… tuo figlio Crilin… umani… non puoi…”.
Spezzoni di parole dette da Kamy risuonarono nelle sue orecchie.
Socchiuse gli
occhi, battendo più forte i denti.
“… uccido… pericoloso!”. Le urla
dell’uomo
si fecero più forte e coprirono del tutto il crepitio del
fuoco. Il demone
socchiuse gli occhi, vedeva sfocato. Scostò le lenzuola e si
alzò in piedi,
ondeggiando. La sua mano fu avvolta da un ki-blast di fuoco e sulla sua
schiena
si aprirono delle ali nere da pipistrello. Si mise tra Kamy e un saiyan
alto
due volte lei.
“Lasciala
stare e prenditela con me”
ringhiò. Cercò di rizzare la testa, il corpo gli
tremava, una gamba gli
ricadeva piegata in avanti e ondeggiava. Kamy gli passò il
braccio intorno alla
vita, sfiorando la coda pelosa di lui e lo sostenne.
“Principe,
non c'è bisogno che tu mi difenda" gli disse gentilmente.
John digrignò i denti,
corrugò la fronte e alzò di scatto
la testa.
“Ti
sono debitore perché mi hai salvato la
vita. Non temere, non permetterò di farmi sconfiggere dal
primo che passa”
ringhiò. Il saiyan davanti a lui incrociò le
braccia sul petto.
“Tu
disonori la tua famiglia, demone”
ringhiò.
“Un
giorno ucciderò Lord Freezer, mi
libererò e mi riscatterò, ma fino a quel momento,
sono più che pronto a
dimostrarti contro che tipo di diavolo ti sei messo”
ruggì John. Alcune ciocche
di lei gli solleticavano il collo, fu colto da un capogiro e
avvertì un senso
di nausea.
“Zio
Toma non vuole farmi del male. Vuole
farne a te” spiegò Kamhara. John spense
l’onda nella sua mano ed impallidì.
Toma piegò di lato il capo.
“Un
principe demone che difende una terza
classe. Davvero insolito, non me lo aspettavo da uno come te”
sussurrò. John
digrignò i denti e rizzò la schiena.
“Da
uno come me? Tu nemmeno lo sai chi
sono! Tu non sai niente!” urlò. Toma strinse i
pugni e sciolse le braccia,
incrementò l’aura facendo volare fascette di erbe
per tutta la stanza e
spegnendo il fuoco del camino.
“Io
so che tu prendi ordini da Freezer
come un banale mercenario, mentre io e i miei compagni siamo morti pur
di
ribellarci a lui” ribatté gelido. Kamy
dimenò la coda e adagiò John contro il muro.
“Io
so solo che sta male. Quindi lascialo
riposare zio” disse indurendo il tono. Il demone richiuse le
ali demoniache e
si sedette su una sedia, tremando. Kamhara avvicinò la sua
bocca all’orecchio
del giovane.
“Ora
ti rimetti a letto e riposi, principe”
disse gentilmente.
“Non
credo che tuo padre sarà felice di
sapere chi stai nascondendo” ringhiò Toma.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Naly incontra Zarbon ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6
Naly incontra Zarbon
"Non
capisco perché Toma mi ha detto di venire di corsa alla
vecchia casupola della saggia Altea. Qui non ci viene mai nessuno"
borbottò Naly, passandosi la mano nei disordinati capelli
neri. Avvertì un'aura, socchiuse gli occhi e
scattò, nascondendosi dietro una roccia alta due volte lei
che usciva dal terreno. La luce color del sangue che illuminava il
cielo vermiglio rischiarava la figura di un alieno.
Zarbon
sbadigliò, portandosi le dita affusolate davanti al viso
liscio. Accavallò le gambe e piegò di lato il
bacino, socchiudendo gli occhi.
Naly
deglutì, controllando che la propria aura fosse azzerata. Si
acquattò e strisciò verso la casupola. Zaron
avvertì un rumore e scattò in piedi,
levitò fino alla giovane donna e le atterrò
davanti.
"Cosa
fai, saiyan?" domandò. Naly si rialzò in piedi e
sorrise, dimenando la coda.
"Cercavo
delle erbe per la strega. Tu chi sei?" domandò. Zarbon si
passò la mano sulla lunga treccia di capelli verdi.
"Dovresti
informarti di più, scimmietta. Sono Zarbon. Come puoi non
conoscere il braccio destro di Freezer?" domandò. Naly si
mise le mani sui fianchi.
"Il
mio fidanzato Turles, era agli ordini di Lord Cooler"
spiegò. Zarbon corrugò la fronte.
"Ora
è il mio signore ad avere in mano il gioco. Ti conviene
iniziare a conoscerlo" ringhiò. Naly sentì un
brivido scenderle lungo la schiena.
"Puoi
cominciare a farti amici i vincenti, consegnandomelo" disse Zarbon,
grattandosi la guancia dalla pelle azzurra.
"Consegnandovi
cosa?" chiese la saiyan. Zarbon si dimenò la mano davanti al
viso, facendosi aria.
"Dovete
consegnarmi il demone" spiegò. Socchiuse gli occhi ed
osservò il braccialetto alla schiava della giovane e lo
indicò con l'indice, dall'unghia lunga coperta da smalto
trasparente.
"E
togliti quella 'cosa'. Nessuno dovrebbe portare simili chincaglierie"
sibilò. Chiuse gli occhi e si portò il dorso
della mano alla fronte.
"Il
fatto che siamo morti non vuol dire che dobbiamo vestirci come degli
zombie. Se solo ci fossero più negozi, qui. Siamo tornati ai
tempi in cui i gioielli vanno forgiati, le migliori stoffe...".
Iniziò a dire. Naly scattò e si mise a correre,
alzando un polverone di sabbia vermiglia. Raggiunse la porta della
casupola, la aprì e saltò al suo interno, si
richiuse l'uscio alle spalle, ansimando.
"...
fortunatamente Mylord Freezer ci permette sempre di dare il meglio di
noi anche nell'aspetto". Concluse Zarbon. Riaprì gli occhi e
li sgranò, abbassando il braccio.
"Che
maleducata! I consigli migliori li avevo lasciati per la fine"
sibilò. Si sedette nuovamente per terra, si
accarezzò la gamba con la mano.
"Peggio
per lei. Se non mi consegnerà il demone, morirà
insieme agli altri" disse. Sbuffò.
*********************
Naly
osservò la figura di Zarbon oltre la finestra.
"Non
ci darà molto tempo. Abbiamo messo a rischio tutti quanti"
sussurrò. La sua coda era gonfia e la dimenava.
"È
un demone, un maledetto e uno schiavo di Freezer" sibilò
Toma. La vecchia strega si rifece lo chignon di destra, facendo
ondeggiare il velo legato ad essi.
"Sì.
Questo lo hai già detto" rispose con voce rauca. Toma
digrignò i denti, osservando Kamhara mescolare con entrambe
le mani una crema dentro una ciotola e si voltò nuovamente
verso l'anziana.
"Altea,
non posso lasciarti da sola con 'quello" disse, indicando il demone,
addormentato nel letto. Altea alzò le sopracciglia, facendo
aumentare le rughe.
"Pensi
che io non sappia difendermi?" domandò, mentre le sue iridi
divenivano vermiglie.
"Non
penso che dovremmo preoccuparci per lui, adesso. Freezer ha
già mandato uno dei suoi a cercarlo" rispose Naly. Kamhara
raggiunse una stuoia e si pulì le mani.
"Se
è Zarbon, allora John vuole già vendicarsi di
lui. Lo sconfiggerà" rispose. Toma impallidì.
"Cosa
intendi?" domandò. Kamhara strinse i pugni.
"Mio
padre sfidò Freezer e mio fratello lo ha sconfitto. Non
posso piegarmi a lui, sarebbe come sputare sul tuo sacrificio Toma e di
tutti coloro che sono morti combattendolo" disse. L'anziana
ghignò e raggiunse John. Gli ticchettò col
bastone sulla testa. Il principe sgranò gli occhi e
scattò seduto, tenendo i pugni stretti.
"Sei
impazzita, vecchia? È scoppiata la terza guerra mondiale?"
domandò. L'anziana sbatté il piede per terra.
"Se
non mi darai retta, scoppierà qualcosa di peggio" lo
minacciò. John deglutì e Toma
ridacchiò. Kamy lo raggiunse e si sedette accanto a lui.
"Vostra
altezza, so che non apprezzate i saiyan che sono a causa della vostra
sudditanza a Freezer" iniziò. John digrignò i
denti.
"Non
è che non mi piacciono. Li odio" sibilò. Toma
incrementò l'aura e Naly gli strattonò il braccio.
"Così
ci farai scoprire. E il sovrano ci farà giustiziare anche se
non eravamo d'accordo con questa follia" gli ricordò.
"Voglio
proporti un accordo. In questo modo potremo anche salvare gli altri e
io non verrò meno ai miei doveri" spiegò Kamhara,
incrociando le braccia.
"Dimmi la tua proposta" rispose John.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Notte di tosse e insonnia ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.7
Notte di tosse e insonnia
Kamhara
osservò la botola nel pavimento,
sospirò e vi appoggiò sopra il tappeto.
Sentì dei passi alle sue spalle e si
voltò. L'anziana aveva in mano una candela che le
rischiarava il viso.
"Non
dovresti illuminare con quella,
qui è tutto altamente infiammabile" le ricordò.
Altea sporse in avanti il
labbro inferiore.
"Allora,
il belloccio lì fuori non si
è accorto che siete andati e tornati dalla cittadella dal
passaggio
segreto?" domandò. Kamhara negò con il capo.
"Non
ho capito perché non ha ancora
attaccato" sussurrò con voce roca. La saggia donna scosse il
capo.
"Nemmeno
lui vuole una guerra con un
intero popolo di saiyan. Freezer rischia di essere rinchiuso nuovamente
nella
valle dei folletti, se farà un altro colpo di testa e
perciò ha dato ordine al
suo uomo di stare attento a non fare troppo chiasso. Nemmeno Lord
Freezer può
nulla contro Re Yammer finché è nelle sue terre"
spiegò. Kamhara dimenò la
coda rosa e le sue iridi divennero verdi.
"Ora
vai a dormire" disse
l'anziana. Kamhara annuì e si alzò in piedi. La
vecchia strega soffiò sulla
candela, spegnendola.
*******************
Zarbon
sbadigliò socchiudendo gli occhi,
sentendo dei colpi di tosse. Mise le mani sul terreno e si
alzò in ginocchio.
"Se
non riposo abbastanza la notte,
di giorno la mia bellezza ne risente" si lamentò. I lunghi
capelli verdi
gli ricadevano sciolti sulle spalle. La luce della luna di sangue
illuminava la
casupola davanti a lui.
"D'accordo
che siamo agl'inferi, ma
io voglio dormire" borbottò. Si portò una mano
davanti alla bocca e
sbadigliò nuovamente. Dei colpi di tosse risuonavano
tutt'intorno, facendo
volare stormi di pipistrelli sopra la casetta della strega. I colpi di
tosse si
fecero ancora più forti e continui. Zarbon
schioccò la lingua sul palato.
"Forse
mi sono sbagliato e in quella
casa vive solo quella stregaccia e ha già un piede nella
fossa. Se il mio
giovane demone fosse lì, l'avrebbe già uccisa al
primo colpo di tosse. Anche
John non ama essere svegliato. Sapesse che suo fratello Vegeta
praticamente non
dormiva mai" si disse. Agli ennesimi colpi di tosse, si
tappò le orecchie
con le mani e si coricò. Strinse gli occhi, si
concentrò sul proprio battito
cardiaco e si riaddormentò.
***************
Toma
si chiuse la botola alle spalle, la
propria aura rischiava la casupola. Sgranò gli occhi
sentendo dei colpi di
tosse continua. Si voltò e vide Naly sdraiata per terra,
profondamente
addormentata con il capo sprofondato sotto un cuscino.
"Non
si accorge di niente quando
dorme. Peggio di mia moglie Celipa" brontolò con voce
inudibile. Alzò il
capo osservando dei rametti di erbe appesi al soffitto, il loro odore
gli
pungeva le narici. Avanzò, raggomitolata su una pila di
tappeti c'era l'anziana,
teneva un braccio allungato e le gambe raggomitolate, la testa premuta
contro
il petto.
"Mai
visto qualcuno dormire in modo
così scomposti... forse solo Gine" considerò.
Sbuffò e seguì i colpi di
tosse. Andò a sbattere con il mignolo a un tavolo e si
premette la mano sulla
bocca, mugugnando di dolore ripetutamente.
<
Spero che il proprietario di questa
brutta tosse stia per morire o lo uccido io per il dolore che a causa
sua ho
dovuto patire > pensò. Scansò un armadio,
sbatté con il gomito con la parete e
raggiunse il letto. La sua aura illuminò il giovane John
esanime nel letto e
Kamhara seduta su una sedia accanto al giaciglio. La rossa aveva le
occhiaie e
i capelli le ricadevano sfibrati dietro le spalle.
"Zio
Toma, dovresti essere a
riposarti. Domani potrebbe esserci una battaglia" sussurrò.
John ansimò e
la sua tosse risuonò ancora più forte nella
stanza.
"Non
riesco a farlo smettere di
tossire" ammise Kamy.
"Dille
di... coff coff... andare a
letto... qui non serve... coff coff..." farfugliò il figlio
di Re Vegeta.
Kamhara incassò il capo tra le spalle.
"Ancora
una volta non lo prenderò per
un ordine, vostra altezza. Vi veglierò finché non
prenderete sonno. Dormendo,
dovreste far cessare la tosse" spiegò. Toma si
massaggiò il collo sentendo
il giovane starnutire.
"Vai
a dormire. Domani sei di ronda e
se ti vedono assonnata ci scoprono. Me ne occuperò io" le
disse
gentilmente, mettendole una mano sulla spalla. Kamy sospirò
e annuì.
"D'accordo"
capitolò. Si
allontanò dalla sedia, dove si accomodò Toma e si
andò a coricare sul
pavimento, sotto la finestra.
Toma
si voltò verso il giovane intento a
tossire. Il ragazzo si pulì le labbra dal muco con un
fazzoletto di stoffa.
"Ne
hai altri?" domandò. John
annuì.
"E
la strega mi ha fatto delle tisane
con delle erbe medicinali" disse con voce nasale. Strinse gli occhi,
gli
pizzicavano.
"Radish,
il figlio del mio migliore
amico, è convinto che servano anche delle coperte pesanti. E
il suo amico Nappa
che, invece, è necessaria della birra" spiegò
Toma. John si massaggiò la
testa, la gola gli doleva e sentiva sapore di sangue a ogni colpo di
tosse.
"Amici
tuoi?" domandò.
"Sì,
anche loro hanno fatto i
mercenari di Freezer per un po', hanno cercato di sopravvivere.
Però erano due
tipi in gamba, anche se forse un po' pazzi. In realtà, il
mio migliore amico
Bardack e tutti i suoi figli non sono sani di mente" ammise. Vegetason
tossì e
ansimò, il sudore gli scendeva sul viso.
"Sai,
ora che ti guardo bene, mi
rendo conto che sei più o meno un ragazzino"
sussurrò.
"Mi
aiuterai con-contro... Freezer...
cough... allora?" esalò John.
Toma
si morse a sangue il pollice ed
espirò dalle narici. John dilatò gli occhi.
"Scusa,
vizio di famiglia"
sussurrò Toma, scrollando le spalle.
"Famiglia?"
chiese il più
giovane con voce rauca. Starnutì nuovamente.
Toma
annuì.
"Mio
figlio è ancora vivo, ma grazie
alla strega Baba ho scoperto che lo fa anche lui" rispose.
<
Lo facciamo quando non ci sentiamo
all'altezza ed io non ho la forza per sfidare Freezer >
pensò. John si passò una
mano tra i capelli a fiamma umidi di sudore, che gli ricadevano di lato.
"Tu
hai mai incontrato... cough...
mio fratello...". Iniziò.
"Vegeta?"
chiese Toma e l'altro
annuì.
"Quando
ancora era un tappetto di
nemmeno cinque anni pieni. Ripeteva che sarebbe diventato supersaiyan,
che
avrebbe sconfitto Freezer e che era il migliore. Oh, anche che puntava
all'immortalità e che era 'il principe dei saiyan"
spiegò Toma. John
osservò il viso allungato del migliore amico di Bardack, le
sue sopracciglia
aggrottate, le labbra strette e lo sguardò indurito.
"Lei
pensa a lui?" domandò,
indicando Kamy con la testa, arrossendo.
"È
devota a tutta la famiglia
reale" rispose Toma, ghignando.
<
Ha la stessa espressione di quando mio
figlio, ripetendosi 'sono un uomo diverso' ha chiesto a C18 di sposarlo
>
pensò.
"Io
non voglio... cough...
assomigliargli... non ha scon-sconfitto... Freezer" disse John,
tremando.
"Su
una cosa tu e lui siete
diversi" disse Toma. John lo guardò, sorridendo.
"Tu
sei molto più dolce"
concluse il più grande. John incrociò le braccia,
e girò la testa, lasciandosi
sfuggire uno starnuto.
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Capitolo 8 *** Cap.8 In the end ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Remake
di In the end. Scritta sentendo In the end dei Linkin Park.
Cap.8
In the end
Paikuhan
era sdraiato sull'erba, la
sentiva solleticargli il capo allungato e pizzicargli il corpo. Era
steso con
le braccia aperte e le gambe strette. I suoi occhi osservavano il cielo
sopra
di lui dove diversi guerrieri si scontravano, creando delle esplosioni
circolari dai suoni ovattati. Chiuse gli occhi e strinse le labbra.
"È
iniziata la fine della nostra
gente" sussurrò un anziano. Paikuhan osservò
dalla finestra le case
ardere, sentiva le urla provenire da lontano.
"Maestro,
dobbiamo salvarli"
disse il giovane. Il più vecchio scosse il capo, il suo viso
era segnato da
rughe.
"Scappa.
Hai solo trent'anni,
potresti rifarti la vita su un altro pianeta. I mercenari sono ancora
lontani" rispose con voce rauca. Paikuhan gonfiò il petto.
"Non
posso lasciare morire il mio
popolo senza fare niente" ribatté. Strinse un pugno,
conficcando le unghie
nella pelle. L'anziano gli mise una mano sul braccio.
"Lo
so che sei un guerriero, ma non
hai mai avuto una donna o un erede. Se vai ora, segnerai solo
l'estinzione
della tua razza" ribatté. Paikuhan indietreggiò e
scostò il braccio,
allontanandolo dal maestro.
"Amo
questo pianeta e lo difenderò,
fosse l'ultima cosa che faccio" ribatté, indurendo il tono.
Un
filo d'erba solleticò il mento di
Paikuhan. Il guerriero si sdraiò su un fianco e
sospirò, stringendo un pugno.
<
Chissà se Goku è ancora alleato di
Vegeta. Non ho avuto il coraggio di dirgli la verità quando
li ho incontrati
per aiutarli con la fusione > pensò. Affondò il
pugno nel terreno e una lacrima
gli rigò il viso.
"Lavinia!"
gridò Paikuhan.
Scattò roteando su se stesso e colpì un
avversario, la sua aura infuocata
travolse l'altro che cadde a terra privo di vita. Paikuhan
riatterrò smettendo
di ruotare e corse da una giovane. Tra i seni dalla pelle verde c'era
un foro
grande un pugno da cui sgorgava sangue violetto. Paikuhan si mise in
ginocchio
accanto a lei e la abbracciò, stringendola a sé,
sporcando i propri vestiti di
sangue.
"Lavinia,
no, non mi lasciare, ti prego...
ti amo" ammise. Appoggiò le proprie labbra su quelle di lei,
sentendole
gelide. Odore di morte usciva dalle labbra della ragazza. L'aliena
sorrise.
"Anch..."
biascicò. Gli occhi le
divennero bianchi, esalò un respiro pesante e la testa le
ricadde di lato.
Paikuhan fu scosso da tremiti, adagiò a terra il corpo della
giovane e corse
fuori. Iniziò a colpire un mercenario dopo l'altro con una
serie di onde che
gli trapassavano la giugulare da parte a parte.
"Lavinia,
perdonami. Persino adesso,
nella morte, continuo a essere solo un guerriero" bisbigliò
Paikuhan. Si
sdraiò nuovamente a faccia in su. Sentiva urla di
incitamento in sottofondo.
"Se
solo ti avessi rincontrata... se
solo quel giorno ti avessi difesa" si rimproverò.
Paikuhan
si guardò intorno, alle sue
spalle i resti di una navicella da invasione distrutta. Si alzavano
nuvole di
fumo dalle carcasse dei mercenari e del suo popolo. Gli stivali di
Paikuhan
affondavano nel sangue e la sua figura si rifletteva negli occhi
bianchi dei
deceduti, ammonticchiati in vari punti. Paikuhan udiva il proprio
battito
cardiaco rimbombargli nelle orecchie. Sentiva dei fruscii provenire
dagli
angoli oscuri creati dai pezzi di lamiera. Intravide degli occhi e
spiccò il
volo, roteando su se stesso tra vento e fiamme. L'avversario
schivò l'attacco,
continuando a rimanere nell'ombra. Paikuhan atterrò e
digrignò i denti.
"Esci
fuori, chiunque tu sia!
ASSASSINO!" ululò.
"Mi
chiamano mercenary"
rispose lo sconosciuto.
Paikuhan
si alzò seduto e si strinse le
gambe al petto, espirando profondamente. Sentì un brivido
percorrergli lungo la
schiena.
"La
tua voce... non puoi essere un
ragazzino" biascicò Paikuhan, indietreggiando. Un ragazzino
esce
dall'ombra a passi cadenzati, il viso semi-coperto da una frangetta
mora.
Osservò gli occhi del moretto e sentì un brivido
freddo percorrergli la spina
dorsale vedendo il proprio riflesso nelle iridi di ossidiana.
"Sei
forse posseduto da un
demone?" domandò Paikuhan con voce spezzata. Il saiyan
dimenò la coda
castana e si tirò su uno dei due guanti bianchi, macchiati
di sangue. Scattò
all'improvviso, raggiungendo Paikuhan con un pugno all'addome. L'alieno
dalla
pelle verde si piegò in avanti sputando sangue e il
giovinetto lo raggiunse al
collo con una gomitata, facendolo ruzzolare per terra.
"Nessuno
possiede il principe dei
saiyan" sibilò il giovane. Piegò di lato il capo
e ghginò, il suo viso si
era sporcato di sangue e i capelli lo rendevano in ombra per
metà. Paikuhan si
rialzò in piedi, il giovane scomparve nuovamente
dall'oscurità. Riapparve alle
spalle del nemico e lo raggiunse con un calcio al petto, Paikuhan
indietreggiò
mettendosi un braccio davanti al petto e fu raggiunto da un pugno al
fianco
dall'oscurità. Si girò, guardandosi intorno,
vedeva solo carcasse e lamiere, si
ritrovò a tremare. Una gomitata alla schiena
rischiò di farlo cadere nuovamente
a terra, una testata al volto lo fece precipitare sdraiato a faccia in
su,
mozzandogli il fiato. Sentì dei passi e alzò lo
sguardo, intravedendo delle
sagome.
"Ragazzi,
possiamo metterci comodi.
Mercenary ha iniziato la sua danza di morte" disse un alieno muscoloso
dalla pelle blu, sedendosi a terra. Sulle sue spalle era appeso un
alieno dalla
pelle rossa e i lunghi capelli bianchi.
Paikuhan
si mordicchiò il labbro.
"Non
so che miracolo si sia
verificato a questo mondo, ma quando ho rivisto Vegeta, sembrava un
altro"
bisbigliò. Passò le dita tra l'erba, ne strinse
un ciuffetto, sentiva la
resistenza della zolla sotto di essa.
Paikuhan
gettò la testa all'indietro,
osservò sopra di lui e sorrise, vedendo delle navicelle
della propria gente
allontanarsi.
<
Ho salvato i sopravvissuti, il mio
compito è finito > pensò. Spiccò il
volo allargando le braccia ed iniziò ad
emanare la sua energia.
"Cosa
sta succedendo?!" gridò
l'alieno dalla pelle rossa.
"Jeet,
dobbiamo avvertire Lord
Freezer. Ha deciso di farsi esplodere, così
comprometterà tutto il
pianeta" urlò quello dalla pelle blu.
"Vai,
Butter" ordinò Jeet,
allontanandosi da lui. Butter iniziò a correre, la sua
figura scomparve
all'orizzonte lasciando una scia blu. Jeet si voltò e vide
Vegeta cercare di
volare verso l'avversario, il vento lo faceva indietreggiare. L'aura
fiammeggiante di Paikuhan aumentava sempre di più, una
fiammata investì in
pieno il principe dei saiyan. Vegeta cadde in ginocchio, tenendosi
l'occhio
sinisto sanguinante. Si voltò e sputò a terra.
"Maledetto.
Che diamine gli salta in
mente" ringhiò. Jeet deglutì a vuoto un paio di
volte.
"Eroismo,
coraggio e sacrificio ti
sono sconosciute?! Muoio per coloro che amo!" ululò
Paikuhan. Vegeta lo
osservò, corrugando la fronte.
"Amare?
Le razze si estinguono, anche
la mia. Non c'è onore nella morte" ringhiò.
Chiuse gli occhi e allargò le
braccia, fu avvolto da un'aura vermiglia ed indietreggiò,
nascondendosi
nuovamente nell'oscurità. Una serie di fulmini si
abbatterono al suolo intorno
a lui, il cielo si oscurò. Vegeta partì
all'attacco, schivò le fiammate,
penetrò la barriera dell'aura nemico e lo penetrò
alla spalla con un pugno.
Paikuhan perse il controllo, rovinò al suolo e la sua aura
si azzerò. Il suo
corpo scavò un solco nel terreno. Il principe
atterrò alle sue spalle.
"Non
posso perdere" sibilò
Paikuhan, strisciando fuori dal solco. Vegeta si voltò,
sentendo una risatina e
rabbrividì, vedendo Freezer. Il changelling era in un
sedile, tenuto tra le
braccia di Butter. Quest'ultimo lo mise a terra, Vegeta fece un inchino
al
padrone, mentre Paikuhan si rimetteva in piedi.
"Continua
pure lo scontro. Dammi uno
spettacolo che valga la pena vedere, ora che sono qui"
ordinò Freezer. Il
saiyan annuì e partì all'attacco. Con un calcio
spezzò un braccio di Paikuhan,
quest'ultimo lo fece indietreggiare con una testata al petto. Paikuhan
si
strinse spasmodicamente la spalla, il dolore gli oscurava la vista.
Vegeta
scattò in avanti, levitò con il mento a un pugno
dal terreno e passò tra le
gambe di Paikuhan, spezzando entrambe con dei ki-blast violetti.
Paikuhan urlò
e cadde a faccia in giù. Vegeta atterrò alle sue
spalle.
"Muori
adesso o conoscerai solo
dolore, lacrime e sangue" gli intimò.
"Come
te, Vegeta" disse ironico
Jeeth, ridacchiando. Paikuhan strisciò con il gomito libero.
"M-mai"
biascicò. Vegeta spiccò
il volo e lo raggiunse con una pioggia di onde alla schiena. Paikuhan
gridò
ripetutamente di dolore, mentre ferite sanguinanti si aprivano sulla
sua pelle,
martoriandogli schiena e gambe. Freezer si strofinò le mani
tra loro.
"Divertente"
festeggiò. Vegeta
camminò tra i resti del mantello bianco di Paikuhan,
superò ciò che rimaneva
del suo copricapo a tubo nero e gli si affiancò. Lo
raggiunse con una serie di
calci, spezzandogli le costole. Paikuhan alzò lo sguardo,
boccheggiando, sangue
vermiglio sgorgava dall'occhio del saiyan, aveva ustione su tutto il
corpo.
"Tu
non mi sconfiggerai! I tuoi
demoni ti divoreranno prima!" sbraitò l'alieno dalla pelle
verde. Caricò
un'onda nella mano destra e raggiunse l'avversario con il colpo in
pieno petto.
Ci fu un'esplosione, Vegeta fu sbalzato all'indietro e girò
su se stesso in
volo, riprese il controllo e rimase sospeso in aria. Si erano aperte
delle
ferite sul suo petto e la pelle aveva delle ustioni profonde.
Vegeta
riatterrò.
"Sai,
tra noi saiyan vigeva la regola
che se un guerriero si dimostrava valoroso, andava risparmiato. Solo in
questo
modo, future sfide con quell'individuo, avrebbero permesso a entrambi i
contendenti di migliorare" disse, avanzando nuovamente verso Paikuhan.
Lo
raggiunse ed incrementò l'aura.
"Vegeta,
finiscilo!" ordinò
Freezer. Il principe dei saiyan si voltò verso di lui.
"Pensavo
voleste uno spettacolo,
Mylord" disse. Freezer dimenò la coda e Jeeth
indietreggiò, tremando.
"Il
tuo compito non è pensare"
sibilò il changelling. Paikuhan guardò il
ragazzino annuire e chiuse gli occhi.
"Finiscimi,
Mercenary" esalò.
Vegeta lo raggiunse con una sfera azzurra, disintegrandolo.
"Paikuan"
si sentì chiamare
Paikuhan. Si voltò, trovandosi davanti un orco.
"C'è
un’emergenza agl'inferi"
disse quest'ultimo. Si premette gli occhiali contro il viso dalla pelle
azzurra, la luce del giorno si rifletteva nelle corna nere ai lati
della sua
testa.
"L'ennesima
questo mese" rispose
Paikuhan. Si alzò in piedi e raccolse da terra il suo
copricapo nero,
mettendoselo sulla testa liscia.
"Questa
volta sono kyubey"
rispose l'orco. Paikuhan digrignò i denti.
"Maledetti
incubator. Si fanno sempre
più numerosi, tramano qualcosa" ringhiò.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Gelosie e vecchi saggi ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9 Gelosie e vecchi saggi
“Maledetto vento!
Maledetto! I miei capelli, i miei poveri
capelli! Come farò? Sono tutti spettinati!”. Le
urla di Zarbon risuonarono tutt’intorno.
Kamhara rabbrividì e si affacciò dalla finestra,
un rivolo di sudore le scese
lungo la guancia dalla pelle rosea.
“Zarbon è sempre
il solito” borbottò Toma, osservando John.
Il ragazzo dormiva profondamente nel letto, steso su un fianco.
“Speriamo che non attacchi
la strega mentre è in giro a
raccogliere erbe medicinali”. Aggiunse Toma, incassando il
capo tra le spalle.
“La saggia Altea riesce a
non farsi notare se non vuole”
rispose Kamy. Sbadigliò e batté un paio di volte
le palpebre. “La ronda
stamattina mi ha distrutto le ossa, mi sento così
stanca” bisbigliò.
Naly incrociò le braccia
dietro la schiena ed espirò
rumorosamente dalle narici.
“Kamhara. Io e te
è meglio se andiamo ad avvisare la
principessa. Lo sai che Reghina capirà” disse.
Kamhara strinse il davanzale con
entrambe le mani.
“Sei proprio convinta che
abbiamo meno tempo di quanto
sembra” disse. Si voltò e vide Naly annuire.
“Muovetevi, non mi va di
rimanere da solo a lungo con il
bell’addormentato” sibilò Toma,
arricciando il naso. John mugolò e socchiuse un
occhio, allungò le gambe con un mugolio di dolore.
“Non sto
dormendo” biascicò.
“Aspettami fuori, Naly. Mi
preparo, non posso presentarmi
dalla principessa in queste condizioni” disse Kamhara. Naly
annuì e uscì fuori
dalla casupola. John si alzò seduto, la testa gli pulsava e
si portò le mani
agli occhi, chiudendoli.
“Ti prepari per una
principessa?” domandò. Osservò Kamy
guardare Zarbon fuori dalla finestra e strinse le labbra, fino a farle
sbiancare. Toma roteò gli occhi.
< Adolescenti! Ci mancava solo
la gelosia di un mezzo
demone saiyan per una strega solo perché hanno
l’età degli ormoni a palla >
pensò. Kamy arrossì e si voltò.
“Rispetto la famiglia
reale” rispose. John cercò di mettersi
in piedi, ma ricadde seduto sul letto.
“Basta che non diventi come
quell’idiota vanesio che c’è
fuori” ringhiò. Kamhara
raggiunse un
tavolinetto e prese una spazzola, passandosela sui peli della coda
rosa.
“Resta seduto”
ordinò Toma. John si voltò verso di lui,
facendo ondeggiare le spesse ciocche di capelli neri.
“Senti moccioso,
dimmi… sei fidanzato con qualche mercenaria
alla base di Freezer?” domandò il marito di
Celipa. John sgranò gli occhi e
arrossì.
“M-ma… che
razza… di domanda indiscreta è?!” si
lamentò.
Toma si massaggiò il collo.
“Devo dedurre di
no” borbottò.
“Certo che no! Non ho il
tempo per cose del genere!” strillò
John. Kamhara ridacchiò e si passò la spazzola
anche tra i capelli vermigli.
“Zio Toma sa essere molto
saggio, se vuole. Semplicemente
bisogna vedere oltre ciò che sembrano le sue parole a prima
vista” rispose.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Una promessa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10
Una promessa
“Da
dove vengo io, mio fratello è considerato un eroe.
Mi hanno sempre parlato di lui, ossessionato con la sua figura. Ed ora
incontro
te e non sei da meno” disse John.
<
Trecentoquarantacinque… trecentoquarantasei…
>
contò mentalmente. Era intento a fare una serie di
piegamenti a testa in giù su
un dito.
“Vegeta
per me non era solo un principe. Oltre alla
fedeltà, nei suoi confronti, provavo un forte
legame” spiegò Kamhara. Incrociò
le braccia dietro la schiena e piegò di lato il capo.
Dimenò la coda dalla
peluria rosa, i lunghi capelli rossi le ondeggiavano dietro le spalle.
Naly
si sedette sul pavimento e li osservò, dimenando
la coda.
<
Quei due si comportano come se non ci fosse
Zarbon qui fuori > pensò. Si alzò in piedi
e si grattò il collo.
<
Toma e la vecchia sono scesi per la botola. Forse
è meglio che vada anche io, così imparo bene il
passaggio segreto > pensò.
John
udì il cigolio della botola che si apriva.
“Sai,
per me non è un problema parlare della mia vita,
lo avrai notato” disse Kamhara.
“Il
fatto che tu non faccia altro che parlare, non
vuol dire che ti debba fare gli affari miei” rispose gelido,
continuando le
flessioni. Udì la botola che si richiudeva.
“Ti
riferisci alla domanda che ti ha posto zio Toma?”
chiese Kamhara.
John
saltò e atterrò in piedi.
<
Mi sto rimettendo fisicamente, il peggio è
passato, sono solo un po’ indebolito >
pensò.
“Sì”
rispose secco. L’odore delle spezie gli punse le
narici.
“Se
mi ricordo bene hai detto di non avere una
ragazza. Vero?” chiese Kamhara. Guardò John in
viso, le sue iridi si
rifletterono in quelle del giovane.
“No!
Non ho il tempo per queste sciocchezze. Alla
base, poi, è praticamente vietato. Le donne sono pericolose
tentazioni, che
irretiscono i sensi e rimbambiscono il cervello. Lord Freezer lo ripete
sempre”
ribatté il demone alzando la voce.
Kamhara
fece un mezzo sorriso.
<
Mi fa stranamente felice pensare che non ci sia nessuno
nel tuo cuore > pensò.
“Anche
Vegeta ripeteva spesso questa frase a mio
fratello Radish, era un tale Don Giovanni alla base. Ora non lo
riconoscerti,
sua moglie non lo fa neanche voltare a guardare le altre”
disse gentilmente. Si
passò la mano sulla coda, lisciandosi i peli morbidi.
“Mio
fratello, quindi, non aveva nessuno?” chiese John
con voce tremante.
“All’epoca
no. Adesso, invece, è sposato con una donna
davvero bellissima” spiegò Kamhara. Le sue iridi
si tinsero d’azzurro cielo e
in esse si specchiarono quelle color ossidiana del giovane mercenario.
“Pur
conoscendo poco le terrestri, sono assai poco
convinto che sia riuscito a trovare qualcuna più bella di
te” biascicò John.
“Oh,
ma io e Vegeta eravamo solo amici. Grazie del
complimento, però…” borbottò
Kamhara, avvampando.
John
sgranò gli occhi e dimenò le mani davanti a
sé.
“Non
mi fraintendere, però… ecco… non sto
dicendo che
tu sia così speciale, solo che la razza terrestre
è una specie insulsa”
borbottò John, avvampando.
Kamhara
nascose la bocca con la mano, soffocato una
risatina.
“Mio
caro demone, io sono una strega saiyan, se
volessi potrei fare innamorare di me chi voglio. I miei poteri me lo
permetterebbero” sussurrò seducente.
“Cosa?!”
gridò John. Scivolò all’indietro e
cadde a
terra con un tonfo rumoroso.
Kamy
scoppiò a ridere.
“Che
hai detto?!” le urlò John.
Kamy
gli porse una mano, le gote in fiamme.
“Tranquillo,
non ho mai usato veramente quella parte
dei miei poteri” lo rassicurò.
John
si rialzò in piedi e guardò la mano di lei,
sentiva le orecchie ronzare.
<
Non ti dispiacerebbe, vero? > sentì
domandargli la sua coscienza demoniaca. Si voltò di scatto e
incrociò le
braccia al petto muscoloso, cercando di regolare il battito cardiaco.
“Forse
dovresti imparare, sarebbero utili in battaglia”
disse roco.
“So
uccidere alla vecchia maniera” lo rassicurò
Kamhara.
************
“Si
può sapere quanti siete? Quante persone ancora mi
dovete presentare in questa casupola in cui non si respira? Nemmeno ci
entriamo!” si lamentò John, seduto sul letto.
Kamhara
si massaggiò una spalla.
“In
realtà io non volevo dirlo a nessuno” ammise.
John
guardò la giovane davanti a lui.
“Io
mi chiamo Pamela e John mi ha detto la tua
difficile situazione. Tranquillo, mi occuperò io di te. Sei
il fratello di
Vegeta, in fondo.
Mio
marito Radish non fa altro che parlare di tuo
fratello a nostro figlio, si chiama Sprout” spiegò
la donna. Ogni sua frase era
secca come un ordine e la sua voce era perentoria.
“Qui
parlate davvero molto. Com’è che mio fratello non
vi ha fatto saltare tutti in aria?” sibilò John.
Naly
dimenò la coda e si alzò un paio di volte sugli
stivaletti candidi.
“Ci
servono più alleati possibili e lei è fidata.
Tranquillo, se qualcuno può sconfiggere Freezer, quella
è lei” disse. Le sue
iridi nere brillarono di riflessi blu scuro.
“Non
certo da sola” ribatté Pamela. Le sue iridi
azzurre divennero color ghiaccio.
John
boccheggiò.
“Chi
vi ha detto che voglio sconfiggere Freezer?”
domandò, cercando di rendere più roca la propria
voce.
“Beh,
dai, se sei fratello di Vegeta, vuoi sicuramente
diventare il signore dell’universo” gli rispose
Pamela.
“Ed
essere libero”. S’intromise Naly.
Kamhara
sospirò pesantemente. Appoggiò una mano sulla
spalla del ragazzo che si voltò di scatto verso di lei.
“Vostra
altezza, io non voglio chiedervi niente.
Desidero anzi che l’avervi salvato la vita non significhi che
sentiate un
qualche debito nei miei confronti.
Principe
John, ti prego, ti chiedo solo un’innocua
promessa” mormorò.
“Dimmi
dove vogliono andare a parare tutti questi giri
di parole” rispose secco John.
Naly
si grattò un sopracciglio e Pamela si appoggiò
con la schiena al tavolino.
“Perdona
i miei amici, sopporta questo gruppo di pazzi”
supplicò Kamhara, piegandosi in avanti con un inchino.
“Lo
farò, allora” sussurrò John, incassando
il capo
tra le spalle.
|
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Capitolo 11 *** Cap.11 Vegeta’s memories ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Questo
capitolo lo trovate diviso in diversi capitoli anche in ‘Tra
gl’inferi e lo
spazio’.
Cap.11
Vegeta’s memories
Nappa
sgranò gli occhi e si alzò in piedi di scatto,
un rivolo di sudore gli stava solcando la fronte pelata.
Radish,
seduto accanto a lui in una stuoia per terra,
si alzò a sua volta.
“Saggia
Altea…” sussurrò quest’ultimo.
Nappa
corse incontro alla vecchia, che teneva una
sfera tra le mani.
“Non
pensavo che avrei mai rivisto la mia vecchia
maestra” biascicò.
L’anziana
sorrise, le rughe sul suo viso si
ispessirono. Ad ogni suo movimento il pendaglio dorato a forma di
triangolo le
sbatteva contro i seni rugosi e cadenti.
“Lo
so che avresti voluto non vedermi più. Non da
quando hai negato di essere uno stregone saiyan” disse con
voce roca.
Nappa
sospirò e chinò il capo.
“Però
dentro lo è ancora. Fa certi intrugli, sono
convinto che le sue camomille curative siano drogate e magiche, in
realtà”
disse Radish.
L’anziana
dimenò la coda divenuta candida.
“Voi
due avete giudicato per molto tempo l’operato del
giovane principe dei saiyan, vero?” domandò.
“Se
sei qui per dirci di perdonarlo, non vedo perché
dovremmo” disse Nappa secco.
“È
vero che lo abbiamo cresciuto ed era nostro compito
occuparci di lui, ma ha ucciso Nappa, ha dimostrato che di noi non
gl’interessa
niente” disse Radish con voce tremante.
<
In realtà, ci ho pensato spesso. Non biasimo mio
fratello minore per avermi ucciso, non dopo il comportamento della mia
gente.
Abbiamo ucciso e conquistato… io sognavo solo di fare il
cuoco nella mia vita,
come mia madre Gine e di vivere accanto a Pamela. Avevo dimenticato
questo tra
i fumi dell’oppio, il sangue alla base e il troppo alcool.
Ero andato alla
deriva più di mio padre > pensò.
La
strega sollevò la sfera.
“Guardate
prima la verità sulla morte di Nappa, poi
deciderete” disse con voce rauca.
Il
giovane Vegeta
avanzava, camminando tra Nappa e Radish. Zampilli di lava si alzavano,
schizzando tutt’intorno alle loro auree, nascondendo le loro
figure. Tutti e
tre i saiyan proseguivano, nonostante i colpi di proiettili sparati dai
loro
avversari, che rimbalzavano sui loro corpi.
Il
terreno tremava e i
boati si mischiavano alle urla.
Vegeta
alzò lo sguardo
vedendo il palazzo avvicinarsi, Nappa raggiunse con una serie onde i
rimanenti
abitanti, facendoli stramazzare al suolo privi di vita, Radish
allungò il
braccio e alzò indice e medio. eliminando le guardie della
reggia.
Nappa
abbatté la porta ed
entrò, seguito dagli altri due, Vegeta si guardò
intorno, eliminando le guardie
con una serie di ki-blast.
Radish
salì le scalinate
insieme agli altri due, arrivarono nella sala del trono.
Il bambino seduto sul trono
si appallottolò su
se stesso, tenendo gli occhi sgranati.
Vegeta
lo guardò, chiuse
gli occhi e lanciò un’onda. La sala e
l’intera parte finale del palazzo esplosero,
ardendo vivi gli abitanti del palazzo.
Una
parte del pianeta
andò in frantumi, Vegeta guardò i resti
ondeggiare intorno a lui sollevati
dalla sua aura, gettò indietro la testa e scoppiò
a ridere. La sua risata
risuonò gelida, mentre torri di fuoco e lava si alzavano
sempre più alte dai
resti del palazzo.
I
tre saiyan rimasero in
piedi, al centro del gigantesco cratere, mentre i resti dei cadaveri
carbonizzati si trasformavano in polvere.
“Non
avremmo dovuto utilizzare
tutta questa energia…” disse Radish attivando lo
scouter.
Nappa
scoppiò a ridere a
sua volta, con la bocca spalancata, tremando a ogni risata, tenendo le
braccia
sui fianchi.
“Perché
mai? È stato
divertente!” tuonò.
Radish
corrugò la fronte
e aggrottò le sopracciglia.
“L’esplosione
è stata
troppo potente. Avrà danneggiato le navicelle e ci
metterò un po’ a ripararle,
nel momento in cui le ritroveremo sotto le macerie” si
lamentò.
Vegeta
smise di ridere e
raddrizzò il capo.
“Allora
ci conviene
muoverci. Freezer odia i ritardi” ordinò.
********
Vegeta
cadde in ginocchio e abbassò il capo, guardando il proprio
riflesso nel
pavimento a specchio della base.
Lord
Freezer dimenò la coda, abbattendola sul pavimento con un
tonfo. Stringeva i
bordi laterali del suo trono volante e sorrise, piegando di lato il
capo.
Nappa
e
Radish si acquattarono ai lati del principe dei saiyan, osservando
Zarbon e
Dodoria ai lati di Lord Freezer.
Il
principe
dei saiyan teneva lo sguardo basso e le labbra strette.
"Lord Freezer, abbiamo conquistato il Pianeta Shatts in tre giorni,
considerando anche il tempo in cui siamo tornati" spiegò.
Freezer
assottigliò gli occhi e fece saettare la coda, le sue iridi
brillarono di
riflessi vermigli.
"Tre giorni per un pianeta..." sibilò. Mosse su e
giù indice e medio,
avvicinandoli al viso.
"Chi fa così tardi andrebbe punito" biascicò
Dodoria. Ondeggiò
strofinando le mani e sorrise, mostrando i denti aguzzi.
La
luce
violacea che illuminava la sala provenendo dagli oblò
riluceva sugli spuntoni
che ricoprivano il suo corpo flaccido.
"Lo so che desideri che vengano puniti dal tuo pupillo: Calgare, ma
ricordati che è cugino di Vegeta. Potrebbe non essere
adeguatamente duro"
ribatté Zarbon. Si accarezzò la perla a goccia
che pendeva dalla catenina alla
sua fronte e socchiuse gli occhi, facendo fremere le lunghe ciglia.
Freezer
socchiuse le labbra viola, circondate da una linea nera.
"Scimmioni, mettetevi in riga da questa parte" disse secco, indicando
la parete della stanza.
Nappa
digrignò i denti e strinse i pugni, rizzò la
schiena e allungo una gamba.
"Aspettate un minuto. Che cosa significa?! Non era realmente ritardo,
è il
tempo minimo!" urlò. La sua voce risuonò nella
sala.
Radish
si
alzò a sua volta, incrementando l'aura, facendo ondeggiare
la lunga
capigliatura nera.
"Noi abbiamo obbedito egregiamente ai tuoi ordini e lo sai. Cosa
significa
questo?!" ululò. Una serie di venuzze pulsarono sui suoi
pugni.
Freezer
arricciò il naso e si voltò verso Zarbon,
sporgendosi verso di lui.
"Zarbon, tu quanto ci avresti messo a soggiogare quel pianeta?"
chiese gentilmente.
Zarbon
si
piegò in avanti, facendo ondeggiare la lunga treccia di
capelli verdi.
"Mio signore, io ci avrei impiegato un giorno solo di tempo. Il mio
unico
desiderio è servirvi" rispose. Freezer ghignò e
si rizzò, voltandosi verso
i saiyan.
"Ecco quello che volevo. Era un semplice pianeta insignificante"
sibilò mellifluo.
Nappa
sgranò gli occhi e si voltò verso Vegeta, vedendo
immobile prostrato a terra.
Si voltò verso Freezer e ruggì.
Freezer roteò gli occhi e sbadigliò, raddrizzando
il capo.
"Siete ancora qui?" domandò.
"Non ci credo, finalmente quella testa calda di Vegeta ha imparato
l'educazione" bisbigliò Dodoria. Nappa e Radish avanzarono
di un passo
all'unisono.
Freezer
osservò il gigante pelato.
"Sto abusando della mia pazienza. Altrimenti sareste già
morti". Fece
notare.
Nappa
chinò
il capo, un rivolo di sudore gli scese sulla fronte. Avvertì
l'aura del
changelling premere contro le sue spalle e boccheggiò,
avvertendo una fitta al
petto.
<
Vegeta... è cambiato... ha dimenticato chi è, non
è più il bambino sorridente
che conoscevo e tutto per colpa di quel mostro >
pensò. Rialzò il capo e si
mise a correre verso Freezer, dimenando i pugni.
"Tu, sudicio ratto!" ululò.
Dodoria
impallidì e Zarbon indietreggiò, mentre Nappa
continua a correre verso Freezer.
Vegeta
alzò
il capo, vedendo una sfera rossa grande un'unghia di pollice apparire
sopra
l'indice della lucertola.
"Nappa, fermati!" urlò. Il suo viso si ricoprì di
sudore, la pelle
divenne tirata e sgranò gli occhi, le iridi si tinsero di
bianco.
Nappa
s’immobilizzò,
avvertendo il proprio battito cardiaco risuonargli nelle orecchie. Vide
la
sfera vermiglia scomparire e si girò, guardando il principe
dei saiyan in viso.
Vegeta
socchiuse gli occhi e si mise in piedi.
Gli
occhi
di Nappa erano ancora sgranati e gocce di sudore erano rimaste
impigliate tra
le rughe del suo viso. Le iridi di Vegeta divennero grigie,
voltò
meccanicamente la testa verso Freezer.
"Mio signore, vi prego di perdonarlo..." disse Vegeta atono.
Radish
indietreggiò guardando Vegeta, deglutì, aprendo e
chiudendo ripetutamente la bocca.
Freezer
mosse la mano avanti e indietro.
Vegeta
unì
i talloni, si voltò e si allontanò a passi
cadenzati.
Nappa
abbassò le braccia e lo seguì, con movimenti
meccanici, utilizzando un passo di
marcia militare. Radish guardò Zarbon, lo sentì
ridacchiare, si voltò e si mise
a correre seguendo i due.
Nappa sentì la risata di Freezer risuonargli nelle orecchie.
*********
Vegeta
regolò il respiro,
l'aria gli pizzicava le narici. Alzò il capo, guardando la
luna rossa
illuminare il cielo nero.
<
In questo dannato posto non c'è mai il sole
> pensò. Avanzò, sentendo i passi
cadenzati di Nappa dietro di lui e quelli
veloci, ma più ovattati e in lontananza di Radish.
"Ti
è andato di volta il cervello?!"
gli gridò dietro Nappa. Intravide un braccio gigantesco del
colosso pelato alle
sue spalle e socchiuse gli occhi, guardando le guglie bianche dei
palazzi
intorno a lui.
"Non puoi piegarti così a quel mostro. Ho... ho sentito dire
che il pianeta
Vegeta non è stato distrutto dalla collisione con un altro
pianeta, ma è stato
distrutto da lui". Proseguì il gigante.
"Cosa?!" sbraitò Radish.
Vegeta
lo sentì correre
più velocemente e avvertì i suoi passi affrettati
farsi sempre più vicini.
"Tuo padre, Re Vegeta, è stato ucciso sulla navicella di
Freezer, mentre
cercava di salvare il suo pianeta" ringhiò Nappa.
Vegeta
abbassò lo sguardo, osservando la
nebbiolina violacea che gli arrivava alle ginocchia ed arcuò
la schiena.
< Ho giurato di essere forte > pensò. Strinse
le labbra fino a farle
sbiancare e si fermò, stringendo i pugni fasciati dai guanti
bianchi.
< L'ho giurato quando ho perso mia madre >. Le sue iridi
brillarono di
riflessi vermigli e incrementò l'aura, che si tinse di
bianco.
"Non abbiamo le prove!". S'intromise Radish.
"Io distruggerò Freezer" sibilò Vegeta.
Radish
gli si affiancò,
il sudore gli scendeva lungo il viso.
"Tu cosa?" chiese.
Nappa
ghignò e si mise al
fianco di Vegeta dall'altra parte.
"Allora perché continuiamo a lavorare qui, ragazzo?"
domandò.
"Chiunque avrebbe potuto uccidere mio padre. Chiunque avrebbe potuto
distruggere la mia casa. La stessa sorte, però, non
capiterà a me"
ringhiò. Digrignò i denti, sfregandoli tra loro.
Continuò a stringere i pugni e
alzò il capo, facendo riflettere la luce della luna rossa
nelle sue iridi color
ossidiana.
"In questo mondo, la forza è ogni cosa...". Intorno al suo
corpo si
alzò una colonna di vento, sotto i suoi piedi si
creò un cerchio di luce
candida che diradò la nebbia violacea. I lunghi capelli neri
di Radish
ondeggiavano, Nappa indietreggiò per le onde d'urto
provocate dal vento.
"Noi siamo il miglior gruppo esistente, nessuno può
sconfiggerci"
sussurrò Vegeta.
Nappa
s'irrigidì, mentre
Radish si copriva il viso con il braccio, proteggendolo dal vento.
"Conosco il punto debole di Freezer. Conosco la via. Ho aspettato il
tempo
per agire ed è adesso" sibilò Vegeta, abbassando
la voce.
Nappa
si guardò intorno,
tenendo gli occhi socchiusi.
Radish
utilizzò la mano
libera per attivare il rivelatore di auree sul suo occhio.
"Freezer vedrà che noi saiyan abbiamo sangue di guerriero a
scorrerci
nelle vene" sussurrò il principe. La sua aura
sferzò il terreno
tutt'intorno creando una serie di correnti, la torre di energia
cessò e man
mano scomparve il cerchio di luce sotto i piedi di Vegeta.
"Noi combatteremo e saremo forti" bisbigliò Vegeta. Una
serie di
rughe gli solcarono la fronte spaziosa. Una vena iniziò a
pulsare sulla sua
fronte.
"Precisamente: guardate me distruggere e distruggete anche voi!"
tuonò.
Nappa
sgranò gli occhi,
il suo corpo era immobile e i suoi muscoli tesi.
"Un giorno, in futuro, sostituiremo Freezer come dominatore
dell'universo.
Noi saiyan avremo il potere". Concluse Vegeta.
Radish
lasciò ricadere le
braccia e boccheggiò, rabbrividendo.
Il principe dei saiyan aprì e chiuse spasmodicamente la
mano, sentendo un'aura
avvicinarsi.
"Vegeta, ricordati che sei un punizione!". Sentirono gridare Zarbon
in lontananza.
Nappa
digrignò i denti,
Radish chinò il capo.
"Aspetteremo prima di fare la nostra mossa che Radish torni qui con suo
fratello. È sicuro che fosse stato mandato sulla Terra?"
chiese Vegeta.
Radish
annuì e sorrise.
"A questo punto avrà conquistato quel pianeta da anni"
rispose.
********
Vegeta
si sedette sul
letto, tirò su le gambe e le abbracciò.
La
luce al neon
illuminava la stanza e il principe dei saiyan gemette. Il sangue
scendeva lungo
i tagli sulla sua schiena.
"Dannate
frustate! Dannato Zarbon! E
dannata la base!" brontolò. Sporse il labbro inferiore e
guardò le crepe
sulla parete della sua stanza, la pittura bianca era sbiadita in
più punti e
dove era venuta a mancare si vedeva il ferro sottostante.
Vegeta
gettò indietro la
testa e guardò il soffitto, sospirando.
"Camera
mia inizia a venirmi stretta"
borbottò. Si strinse più forte le ginocchia e
sbuffò. Si voltò di scatto
sentendo bussare alla porta, allungò le gambe e si mise in
piedi, dirigendosi
nella direzione dell'uscio.
"Nappa,
quando hai imparato a bussare?"
chiese. Aprì la porta e spalancò gli occhi,
impallidendo. Indietreggiò e
abbassò il capo, guardando Freezer davanti alla porta.
Rabbrividì vedendo il
changelling seduto sulla sua sedia volante e s'irrigidì,
raddrizzando la
schiena.
"Mi
dispiace, ma non sono lo scimmione
tontolone" ribatté Freezer. Ghignò,
dimenò la coda e Vegeta vide il
proprio riflesso nelle iridi rosse della lucertola.
"Comunque,
fossi in te, inizierei a
dimenticarlo". Aggiunse Lord Freezer, voltò il trono e
levitò diritto
davanti a sé in linea retta.
Il
principe dei saiyan lo
seguì.
"Cosa
volete dire?" chiese. Camminava
con passi cadenzati e deglutiva ripetutamente.
"Ti
sto preannunciando il prossimo compito
che ho intenzione di affidarti. Al prossimo pianeta in cui andrete,
dovrai eliminarlo.
Ti lascio la scelta del pianeta" spiegò Freezer.
Incrociò le braccia al
petto, appoggiandosi allo schienale.
Vegeta
batté
ripetutamente le palpebre, le sue labbra erano diventate bianco-rosate.
"State
scherzando?" domandò il
principe dei saiyan e la voce gli tremò.
"Mi
dispiace, ma no" rispose Freezer.
Sciolse le braccia e si guardò le unghie aguzze e nere.
Vegeta continuava a
camminare dietro il trono volante, che svoltava nei vari corridoi.
"No...
non posso..." balbettò. Freezer
si massaggiò le tempie e sospirò.
"Te
lo spiegherò nel dettaglio. Quella
scimmia troppo cresciuta mi ha mancato di rispetto. Perciò
va uccisa, in un
modo o nell'altro" sibilò.
Vegeta
si appoggiò con la
mano alla parete, continuando ad avanzare e scosse ripetutamente la
testa,
cercando di regolare il respiro.
<
È un incubo surreale. Nappa mi ha di nuovo
drogato con la sua speciale camomilla? > pensò.
Freezer si fermò davanti
alla porta e girò la poltrona volante, si piegò
in avanti e appoggiò le dita
gelide della mano sopra il braccio di Vegeta. Lo guardò in
viso e gli sorrise.
"Mettiamola
così. Ti conviene perché o lo
uccidi tu in maniera rapida e indolore, senza che lui nemmeno se ne
accorga, o
me ne occuperò io. E lo sai, non ti posso promettere che
sarò ugualmente
veloce. Anzi è probabile che ti prometta che lo
ucciderò nel modo più lento e
doloroso possibile. Lo sentirai pregare di morire, lo farò
davanti ai tuoi
occhi, ma gli concederò la fine solo dopo molto tempo.
Soltanto quando avrà
sofferto abbastanza, da signore magnanimo quale solo, gli
permetterò di mettere
fine alle sue pene" sibilò mellifluo. Lasciò il
braccio di Vegeta che
ansimò, indietreggiando con le gambe tremanti.
"Lui
è mio amico" biascicò. Le sue
iridi color ossidiana divennero bianche.
Freezer
si voltò e fece
aprire una porta metallica automatica.
"Seguimi"
ordinò.
Il
principe dei saiyan
gli camminò dietro, sentiva la schiena dolergli.
<
Oggi mi ha già frustato, perché mi sta
nuovamente portando nella sala delle torture? > si chiese. Ad
ogni suo passo
lasciava una scia di gocce di sangue che gocciolavano dalla pelle della
sua
schiena.
Freezer
si fermò vicino a
Dodoria, intento a ridacchiare e a strofinarsi le mani.
La
stanza era illuminata
da delle luci al neon.
Vegeta
avanzò e avvertì
delle fitte all'altezza del cuore, guardando Nappa steso per terra.
"Cosa
gli avete fatto?!" gridò.
Nappa
era a terra, aveva
delle bruciature in tutto il corpo da cui si alzava del fumo grigiastro
ed era
scosso da scatti.
"Scariche
elettriche, ma con un voltaggio
non mortale" spiegò Dodoria.
Vegeta
corrugò la fronte
e assottigliò gli occhi, voltandosi verso Freezer e il suo
servo.
"Saranno
anche incredibilmente dolorose, ma
con il discorso di prima non mi riferivo a cose così...
semplici" sussurrò
il changelling. Si leccò le labbra, contornate di nero.
Vegeta
s'inginocchiò
accanto a Nappa e chinò la testa, abbracciò il
capo del colosso e se lo
appoggiò sulle gambe.
"Nappa!
Nappa svegliati!" lo chiamò,
scuotendolo.
Nappa
socchiuse gli occhi e mugolò.
"Pri-principe?...
Qual... buo-buon...
vento?" chiese con voce flebile.
Vegeta
lo strinse a sé
con più forza.
"Come
stai?" chiese gentilmente.
Nappa
gli sorrise.
"Da
quando... sei così...
sentimentale?" farfugliò.
Vegeta
gli baciò la
fronte e vide il colosso perdere nuovamente i sensi. Alzò il
capo, i suoi occhi
erano liquidi e arrossati, li sentiva pizzicare.
"Ti
arrendi e accetti la mia
proposta?" chiese Freezer, sporgendosi in avanti.
Vegeta
abbandonò le
braccia e chinò il capo.
"Accetto"
sussurrò.
Nappa
indietreggiò, scosso da forti tremiti.
“N-non
può essere…” gemette.
Radish
chinò il capo e una lacrima gli rigò il viso.
“Alla
fine era lo stesso ragazzino che abbiamo
cresciuto”. Si leccò le labbra screpolate.
“Ecco perché da Oozaru non ha
trovato la forza di uccidere il mio fratellino Kakaroth. Dentro di
sé, non era
cambiato” mormorò.
Nappa
cadde in ginocchio, gettò indietro la testa e
urlò.
“Freezer,
me la pagherai!” sbraitò.
L’anziana
strega saiyan congiunse le mani.
“Ora,
il fratello minore di Vegeta, John, ha bisogno
di voi. Lo aiuterete per fare ammenda di non aver salvato
l’animo, un tempo
candido, del primogenito della famiglia imperiale?”
domandò.
“Sì
e un giorno, costi quel che costi, torneremo a
fianco di Vegeta. Per il nostro onore” giurò
Radish.
<
E perché gli vogliamo bene > pensò Nappa,
singhiozzando.
|
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Capitolo 12 *** Cap.12 John vs Zarbon ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.12
John vs Zarbon
<
Basta, ora vado dentro ed elimino qualsiasi cosa mi trovi davanti
> pensò
Zarbon. Si mise in piedi e strinse i pugni. < Non posso
permettere di morire
nuovamente, farei svanire una delle bellezze più belle di
sempre. E da quando
Lord Freezer è costretto a sottostare alle richieste
frequenti di ‘quel’ Cell,
soffia un’aria di cambiamento che ha fatto in modo che
né io, né Dodoria
fossimo più degli intoccabili > pensò.
Un
vento gelido gli sferzò il viso, facendogli ondeggiare la
treccia verde e si
voltò. Avvertì una presenza e un rivolo di sudore
gli scese lungo la schiena.
“Eccoti
qui, demone, finalmente ti ho trovato” disse.
Guardò la figura che aveva di
fronte, ritto su una roccia, con le braccia incrociate al petto e delle
ali da
pipistrello sulla schiena, c’era John Vegetason.
“Lo
sapevo che eri vivo”. Continuò Zarbon.
“Ho
una piccola ‘vendetta’ da compiere.
Ucciderò prima te e dopo toccherà al
‘paparino’ Freezer” rispose gelido John.
“Lo
vedremo” ringhiò Zarbon. Il suo viso si contrasse
in una smorfia, la
corporatura del suo intero corpo iniziò a slargarsi a
dismisura, finché non si
trasformò in un mostro con fattezze simili a un rospo
gigantesco.
Zarbon
partì all’attacco, John schivò e la
creatura si abbatté sul masso, mandandolo
in frantumi.
Zarbon
si dimenò ringhiando, scavando una voragine intorno a
sé.
John
levitava sopra di lui, iniziò a lanciare una serie di onde,
muovendo
rapidamente le mani.
Zarbon
ululò di dolore, si alzò un forte polverone e il
nemico uscì da esso curvo, la
battle-suit strappata in più punti. Ansimando e sbavando
lanciò un’onda verso
la casupola.
<
Kamhara è dentro! > pensò John. Si mise
davanti al colpo e lo prese in
pieno, gemette di dolore, mentre del fumo si alzava dal suo corpo.
Zarbon
ne approfittò per raggiungerlo con un pugno
all’addome.
John
sputò sangue e raggiunse l’altro con una testata
al mento, facendolo
indietreggiare.
“Maledizione!
Avevo dimenticato che ogni volta che voi scimmioni finite in fin di
vita,
diventate molto più forti di prima. Lo aveva fatto anche tuo
fratello” sibilò
Zarbon.
“Smettetela
di paragonarmi a mio fratellooooo!”
ululò John. Raggiunse Zarbon con un
pugno allo stomaco e gli trapassò la battle-suit, aprendogli
una ferita nel
ventre da cui sgorgava sangue violaceo.
Zarbon
sgranò gli occhi e boccheggiò.
“T-ti
prego… John, risparmiami… ti aiuterò a
sconfiggere Freezer…” lo supplicò.
<
L’ho sempre trattato bene. Non ho commesso l’errore
fatto con Vegeta due volte
> pensò. “Non voglio morire”
piagnucolò.
John
estrasse il pugno e l’altro cadde in ginocchio.
“Non
meriti la mia pietà” sibilò gelido.
Zarbon
si ritrasformò e vomitò sangue.
“S-se
mi uccidi… la tua sete di morte… non si
placherà. Vorrai macchiarti solo di
altro sangue…” farfugliò.
John
assottigliò gli occhi.
“Che
sia, allora” disse gelido.
Zarbon
singhiozzò.
“Ti
prego! Non siamo come pensi tu, né io, né Lord
Freezer. Non so se per lui c’è
ancora scampo, ma ti giuro sugli dei del mio popolo, che non ti
tradirò”
farfugliò.
Kamhara
raggiunse John e gli poggiò una mano sulla spalla.
“La
mia magia sente che questa promessa è sincera. Ti
inimicheresti gli dei,
uccidendolo ora” disse.
Le
ali di John si ritrassero.
“Dovevo
la vita a Freezer, ma ho ripagato il mio debito morendo già
una volta per lui.
Ti pregò, farò qualsiasi cosa”
biascicò Zarbon.
“Mi
aiuterai a formulare un piano, ma se dovessi tradirci, ti
ucciderò” disse John
secco.
|
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Capitolo 13 *** Cap.13 La statuetta del falco ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.13
La statuetta del falco
John
cercò di fare un sorriso e gli uscì storto,
espirò dalle narici.
“Potresti
ridirmi il tuo nome?” cercò di dire
gentilmente.
La
giovane ridacchio, era seduta sul tavolo, accanto a
una serie di erbe medicinali e una falce d’argento, decorata
da raffigurazioni
di stelle.
“Naly
e sono una saiyan pura. Né una strega, né un
demone, né una mezzosangue. Però il mio ragazzo
è leggermente mutato dai frutti
magici dell’albero della vita, ne ha mangiati
parecchi” rispose.
John
si grattò il braccio e si voltò a guardare il
prigioniero.
Zarbon
era legato e addormentato in un angolo, seduto
nello spazio tra un armadio e il muro.
“Naly”
ripeté il demone.
“Voglio
aiutarti perché Kamy è mia amica e su di lei
si può sempre contare” spiegò Naly.
<
Se non fossi fidanzata con quel pazzo di Turles,
gli avrei fatto notare che il suo sorriso comprensivo sembra
più quello
spaventoso di un killer. Però, quelli del mio ragazzo
sembrano anche più
malvagi > pensò.
“Kamy
sta aiutando la vecchia a pestare foglie per
qualche pozione, vero?” chiese John.
Naly
annuì.
“Nel
frattempo, se vuoi, possiamo anche parlare. Magari
ti dico qualcosa di me!
Umh.
Sono morta quando è esploso il pianeta Vegeta, ma
non ho mai preso qualcosa per crescere, quindi ho
l’età che avevo allora. Ho
incontrato Turles quando è finito all’altro mondo
perché l’ha ucciso suo
fratello piccolo. Kakaroth è proprio un killer, ha fatto
fuori anche loro
fratello maggiore Radish, anche se si è fatto
aiutare” raccontò.
“Perché
voi fate sempre così? Insomma, sommergete le
persone di parole. Sembra che stiate lì ad aspettare una
domanda su di voi o
non vediate l’ora di raccontare tutte le vicende della vostra
vita” gemette
John. Si voltò e i capelli a fiamma, che gli ricadevano di
lato, ondeggiarono. “Tsk,
io preferisco il silenzio” brontolò.
“Anche
zio Toma, eppure con te ha parlato parecchio.
Forse sei tu che inciti alle chiacchiere” rifletté
Naly.
<
Se i miei poteri demoniaci avessero davvero una
caratteristica simile me ne sarei già accorto…
I
miei poteri, ho un’idea! > pensò John.
“Sai,
c’è un trucchetto di magia namecciana che sanno
fare anche gli esponenti della famiglia reale. Dimmi un animale che ti
piace”
disse.
<
Così, magari, riuscirò a farti stare zitta prima
che tu mi faccia venire il mal di testa > rifletté.
“Il
falco” rispose Naly, annuendo. Facendo ondeggiare
i propri capelli mori arruffati.
John
fece apparire una sfera di energia blu intenso,
la compresse fino a farla diventare di una sostanza simile al vetro
soffiato ed
iniziò a modellarla.
Naly
spalancò gli occhi e aprì la bocca ad o,
guardando il falco fatto di energia pura, la sua superficie liscia era
di blu
scuro, ma emanava riflessi azzurrini.
“E’
bellissimo” disse.
“Allora
è tuo” rispose John, porgendoglielo.
Naly
lo prese tra le mani tremanti e lo strinse al
petto.
Toma
li osservava, era nascosto in parte dalla porta
socchiusa della casupola.
<
In realtà è dolce. Assomiglia più a
Tarble che a
Vegeta, se lo conosci bene > pensò.
Indietreggiò,
fece un colpo di tosse e aprì la porta,
entrando.
Naly
raggiunse Toma e gli fece vedere il falco.
“Guarda,
assomiglia a chi lo ha costruito!” trillò.
“Spero
tu non ti riferisca a un uccello gigante” disse
ironico Toma.
Raggiunse
John e gli porse una ciotola con dentro una
zuppa verdina, da cui si alzava un fumo chiaro.
“Tieni.
La strega vuole che tu lo beva e finisca di
rimetterti in forze” disse secco.
“Siete
saiyan anche voi, perché siete così
gentili?”
borbottò John, afferrando la ciotola con entrambe le mani.
<
Parla lui che regala statuine > pensò Toma.
“Non
è certo da parte mia” rispose secco.
|
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Capitolo 14 *** Cap.14 Il piano di John (1° parte) ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.14
Il piano di John (1° parte)
Turles
incrementò l’aura, il sudore scivolava sul suo
corpo muscoloso e sentiva i capelli pizzicare.
<
I miei allenamenti procedono al meglio…
continuando così potrò raggiungere una forza ben
superiore a quella che
ottenevo con i frutti dell’albero della vita…
> rifletté.
Il
sole rosso degl’inferi illuminava la sua pelle
abbronzata, facendola brillare di riflessi vermigli.
Turles
alzò le mani sopra il capo, creando un anello
di energia dorato che emanava una forte aura viola. Lanciò
il colpo, che si
abbatté sul terreno, facendo esplodere gli spuntoni di
metallo che
fuoriuscivano da terra e creò un cratere.
<…
anche se ho mangiato persino il frutto dell’albero
degl’inferi > pensò, scoppiando a ridere.
***********
“Come
facciamo a fidarci?” chiese Tarble, guardanzo Zarbon
con la
fonte corrugata.
“Lo
stai chiedi a me?” rispose John, ridacchiando.
Naly
si grattò il collo.
“Forse
hai ragione, tu ti fidi anche meno di noi”
sussurrò.
“Anche
la vecchia Altea dice che gli dei lo vogliono vivo. Chi le capisce
queste dannate streghe” borbottò Toma.
“Perché
è indispensabile per la riuscita della prima parte del
piano.
Freezer può comunicare con Cell, il suo alleato, che al
momento si trova
dall’altra parte degl’inferi, solo grazie a uno
scouter speciale. Se non
distruggiamo prima quello, lui farà arrivare anche Cell e
loro spazzeranno via
noi” disse John con tono truce. Rabbrividì.
<
Mi sento in trappola > pensò.
“Non
abbiamo altra via d’uscita” ringhiò.
<
Se il piano dovesse fallire, si giocherebbe la vita, definitivamente.
Demone o non demone, sparirebbe > rifletté Toma.
Kamhara
slacciò le corde che tenevano Zarbon e lo aiutò
ad alzarsi,
l’alieno si avvicinò a loro, massaggiandosi le
braccia. La sua pelle azzurra e
liscia si arrossata in più punti.
“Potrete
contare su di me. Se i miei dei vogliono davvero questo, lo
farò”
disse Zarbon.
<
Sono loro che mi hanno permesso di raggiungere una forma stupenda,
lontana da quella della mia razza. Mi hanno tramutato da rospo a figlio
degli
angeli. Perdonatemi Lord Freezer, ma nessuno può permettersi
di fossilizzare la
mia bellezza. Persino voi mi capireste > pensò.
“La
strega resterà qui con Toma e Naly, interverranno se
necessario.
Io
e Pamela, invece, vi seguiremo a distanza” disse Kamy,
guardando John in
viso.
“Non
correte. Fatemi vedere se ognuno di noi si ricorda la sua
parte” disse
John.
“L’abbiamo
già ripetuto una decina di volte” si
lamentò Naly. Sporse il
labbro inferiore e sbuffò.
“No,
ha ragione. In battaglia bisogna essere sicuri”
ribatté secco Toma.
“Non
è un gioco. Non possiamo sottovalutare Freezer”
disse gelido John.
“Ti
presenterai lì come un prigioniero. Freezer li tiene nella
sala tra le
montagne, dove posso entrare pochi accoliti. Quasi tutti sono nella sua
navicella e, anche per comunicare con loro usa un trasmettitore; tutto
questo
per non farsi scoprire da Re Yammer. Io e Pamela entreremo di nascosto,
mentre
lui è impegnato con te, per rubargli il
trasmettitore” riassunse Kamhara.
*******
John
mosse le dita delle mani, gli formicolavano, i suoi polsi erano legati
da una coda non troppo stretta dietro la schiena. Camminava con passo
cadenzato,
Zarbon lo seguiva.
<
Sta camminando sempre più lentamente >
notò Zarbon.
“Paura?”
domandò.
“No,
ho fiducia nel piano, è di te che mi fido di meno;
soprattutto
riguardo all’ultima parte” rispose John con voce
rauca.
“Stai
tranquillo. Inoltre, ti prometto che ora ti darò un colpo
leggerissimo, non sentirai nulla” lo rassicurò
Zarbon.
<
Freezer non crederebbe mai che è prigioniero, se si
presentasse sulle
sue gambe; ma portandocelo incosciente, con i segni delle ferite che
abbiamo e
le nostre tutte lacere, renderebbe la messa in scena realistica
> pensò.
John
abbassò lo sguardo, stringendo le labbra.
Zarbon raggiunse
John con un colpo di taglio al collo, facendogli
perdere i sensi e se lo caricò sulla spalla.
<
Mi sorprendo sempre di quanto sia leggero. Alla fine è
sempre e solo
un ragazzo.
È
vero, lui è un demone, ma suo fratello Vegeta era solo
umano. Mi sono
sempre chiesto come facesse a essere potente a quel modo sin da bambino.
Bah,
nessuno dei due principi saiyan ha mai avuto una vera infanzia, in
fondo. Sono così maturi, seriosi.
Avrei
potuto renderli i più affascinanti del mondo se avessero
ascoltato i
miei consigli di bellezza > rifletté Zarbon.
Spiccò il volo, levitava a
bassa quota, sentendo il dolore provenire dalla ferita, su cui il
sangue era
rappreso.
“Dannazione,
ho dovuto togliere le bende e ora rischio si riapra” gemette.
*********
Il
rimbombo di qualcuno che bussava alla lamiera della porta
risuonò tutt’intorno,
l’eco si perse tra i monti.
Una
guardia dalla testa di coccodrillo aprì la porta della base
di Freezer
e si trovò davanti Zarbon, che gli sorrise.
“Avverti
Lord Freezer che gli porto regalo” disse mellifluo.
La
guardia sorrise, mostrando i denti aguzzi e si affrettò.
<
Chi porta una buona notizia viene ricompensato… salvo poi
morire alla
prima negativa > pensò Zarbon. Vide la guardia
tornare, il coccodrillo gli
fece segno di seguirlo e gli chiuse la massiccia porta alle spalle.
Zarbon
seguiva la guardia camminando storto, con passo strascicato.
<
Ora che torno qui, dopo aver assaggiato la
‘libertà’, capisco che
forse ne ho bisogno per raggiungere una bellezza più
autentica > rifletté.
|
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Capitolo 15 *** Cap.15 Nel covo di Freezer ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.15
Nel covo di Freezer
Freezer
guardava attraverso il grande vetro circolare che aveva montato nel
cubicolo metallico conficcato nella montagna.
La
guardia con la testa da coccodrillo aprì la porta e si fece
da parte,
Zarbon entrò e l’altro mercenario gli chiuse la
porta alle spalle.
“Mio
signore, vi porto qualcosa che vi riempirà di
gioia. Ciò che mi
avete detto di riportarvi” sussurrò con voce
seducente.
<
Da quando ha perso Vegeta, sembra che questo surrogato sia diventata
una fissazione. Ha cresciuto John con la venerazione del fratello, che
a sua
volta era solo un mercenario.
John
è stato cresciuto per essere l’ombra di uno
schiavo > pensò.
Freezer,
ritto in piedi, si voltò, era nella sua ultima forma, quella
prima
del Gold e stava ritto in piedi. Osservò Zarbon con gli
occhi rossi sangue e lo
guardò tremare.
<
Dopo tutti questi anni, ai loro occhi è ancora
così insolito non
vedermi accomodato al mio trono. Sono passato da essere uno stratega, a
un
guerriero d’azione pronto a vendicarsi, allenarsi e
potenziarsi > pensò.
Abbatté
la propria coda sul pavimento, scheggiandolo.
Zarbon
guardò i solchi nella pavimentazione e si sentì
svenire. Lasciò
ricadere John che teneva su una spalla e lo spinse, facendolo rotolare
incosciente ai piedi di Freezer.
Freezer
gli mise il piede di sopra, il suo arto pallido rassomigliava a una
mano, ma si strinse come la zampa di un rapace.
“Sapevo
che questo sbarbatello si sarebbe rivelato simile al fratello.
Vegeta
ha atteso di sapere che la sua gente era stata sterminata da me, per
ribellarsi. Lui, invece, lo ha fatto solo per la libertà
fine a se stessa.
È
così meravigliosamente egoista, privo di ogni
moralità, un demone
affascinante.
Ora
ho lui, un giorno riavrò anche suo fratello
Vegeta” mormorò con voce
melliflua.
Zarbon
fu scosso da tremiti sempre più forti.
“Quindi
non avete intenzione di ucciderlo?” chiese con un filo di
voce.
“No,
deve strisciare ai miei piedi e passare l’eternità
al mio servizio.
Per ora portiamolo in infermeria, voglio che stia bene quando lo
punirò in modo
esemplare, facendolo passare tra atroci tormenti” disse
Freezer. Scoppiò a
ridere e congiunse le dita delle mani, dimenando la coda.
“Sì,
mylord”
sussurrò Zarbon.
Raccolse da terra il giovane e lo prese in braccio, il ragazzo
mugolò nell’incoscienza,
le mani ancora legate dietro la schiena.
<
Ci stiamo allontanando come previso. Una volta in infermeria
cercherò
di curarmi a mia volta nel minor tempo possibile >
pensò.
*****
Kamhara
volò fino all’oblò e, mantenendo
l’aura al minimo, utilizzò il
calore di una piccola sfera rosa per sciogliere il vetro.
Aprì un grosso
squarcio ed entrò, alle sue spalle Pamela era a bordo di una
motocicletta
volante, i lunghi capelli biondi le ondeggiavano dietro le spalle.
Kamy
raggiunse, camminando sulla punta degli stivaletti candidi, un
tavolinetto e afferrò il trasmettitore, il sudore le
scivolava sulla pelle
rosea. Senza far rumore ripercorse la stanza, saltò
atterrando seduta dietro
nella motocicletta, che silenziosamente mise in moto e si
allontanò a velocità
dal covo.
“Non
possiamo distruggerlo direttamente, ci sarà qualche
meccanismo
segreto. Portiamolo dalla saggia Altea, forse lei sa come smontarlo o
dirci
qualcuno che lo sa fare” disse Pamela.
“Io
sono preoccupata per il principe John, non voglio rimanga nelle mani di
Freezer” disse Kamy.
Pamela
assottigliò gli occhi.
“Se
la caverà, in caso torniamo a prenderlo” disse
secca.
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Capitolo 16 *** Cap.16 Il piano di John (2° parte) ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.16
Il piano di John (2° parte)
“Signore,
c’è stata un’infrazione!”
gridò una guardia.
Freezer
lo raggiunse con un ki-blast e lo fece
esplodere, si voltò verso Zarbon.
“Tu
fai la guardia al prigioniero!” ordinò e corse
fuori dall’infermeria, mentre scattavano una serie di
allarmi. Anche gli altri
mercenari corsero verso la stanza.
Zarbon
aprì la vasca rigeneratrice e fece scivolare
fuori il giovane incosciente, totalmente ignudo e lo adagiò
a terra, lo
schiaffeggiò e lo strattonò un paio di volte.
John
mugolò, socchiuse gli occhi, riprendendosi.
“I
tuoi amichetti hanno già fatto, dobbiamo
scappare…”
disse Zarbon.
John
fece apparire una lama di energia azzurra e
sfondò una parete.
“Usciamo
di qui, subito” ordinò.
<
Al momento sono tutti dall’altra parte, ma
potrebbero tornare in qualsiasi momento > pensò.
“È
questa la tua geniale idea? Non possiamo andare a piedi
perché ci
metteremmo troppo. Se andiamo volando ci avvistano. Dimmi tu come
facciamo a
scappare” si lamentò Zarbon.
“Lo
vedrai” disse John. Corse fuori,
inseguito da Zarbon e raggiunse un lago di sangue.
“Vediamo
quanto riesci a trattenere il fiato” disse. Iniziò
a camminare
dentro il lago, ad ogni passo sprofondava sempre di più, e
proseguì con passo
cadenzato, senza respirare.
“Mi
rovinerò i capelli” gemette Zarbon. Chiuse gli
occhi e saltò, iniziando
a nuotare.
John
camminava sul fondo del lago.
L’alieno
dai capelli verdi sgranò gli occhi vedendo una lisca di
pesce
nuotargli davanti, rabbrividì vedendo che tra le alghe
c’erano dei teschi
candidi di alieno.
John
rallentò e si voltò, guardando l’altro
alle sue spalle.
<
Sta rallentando > pensò.
Zarbon
sentì l’aria mancare, nuotò
più velocemente, ma la vista iniziò ad
offuscarglisi.
La
lunga treccia verde si sciolse e i capelli iniziarono ad ondeggiargli
intorno al viso, il sangue impediva alla sua pelle di traspirare.
Zarbon
sentì i polmoni bruciargli, la gola andargli in fiamme e il
suo
corpo divenne intorpidito. La testa gli scivolò in avanti,
gli occhi gli si
chiusero e le braccia si abbandonarono ai lati del corpo.
Zarbon
perse i sensi, mentre il suo corpo galleggiava, piegato in avanti.
Aprì la bocca, John balzò e gliela
tappò con la mano, stringendolo a sé.
<
Abbandonato così, sembra un fantasma. Se lo abbandonassi,
morirebbe…
però lui è stato di parola, non sarebbe onorevole
> pensò. Si mise a correre
con la supervelocità, stringendo l’altro contro di
sé.
************
<
Perché proprio io? Tutti quelli che gli hanno riferito
brutte notizie
sono morti. Perché io? > si domandò
l’uomo di Freezer, tremando.
S’inginocchiò
con una gamba davanti al tiranno e si passò la mano sudata
tra i capelli giallo
paglierino; aveva gli occhi fuori dalle orbite.
“Allora?”
chiese Freezer, dandogli le spalle.
<
Mio fratello Cooler si aspettava una mia chiamata oggi.
Quell’insopportabile
so-tutto-io potrebbe arrivare da un momento all’altro. Per
quanto lo odi,
almeno non sarò solo in queste ore difficili. Peccato non
poter avvisare nessun
altro > pensò.
“M-mi
dispiace Lord Freezer. Sono fuggiti” gemette il mercenario,
tremando
sempre più forte.
Freezer
si voltò e gli puntò contro l’indice.
“Mio
signore, perché?” domandò il
messaggero, cadendo in ginocchio con
tutte e due le gambe, allargando le braccia.
“Non
mi piacciono i codardi” rispose Freezer.
Polverizzò lo sventurato e si
voltò nuovamente.
<
Andrò a chiamare Ginew e la sua squadra. Sono gli unici che
posso
contattare anche senza ricevitore > pensò.
|
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Capitolo 17 *** Cap.17 La squadra Ginew ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.17
La squadra Ginew
Una
piccola lucertola era stesa su una roccia in riva all’immenso
lago di
sangue, il suo corpo riposava mollemente oziosa. Una mano
uscì dal lago, la
creaturina scattò, correndo via, il battito cardiaco
accelerato.
La
mano coperta da un guanto candido, gocciolante sangue, si
conficcò nel
terreno.
John
uscì dal lago, tossì e ansimò, teneva
Zarbon in spalla. Lo colpì alla
schiena e lo stese a faccia in giù, premette sul suo addome
facendogli tossire
e vomitare sangue.
Tolse
i vestiti dell’altro e li utilizzò per ripulire la
sua pelle azzurra
dal sangue, facendola nuovamente traspirare e si pulì a sua
volta.
<
Avrei dovuto pensare che non ce l’avrebbe fatta, non
è un demone >
pensò.
Zarbon,
tossendo e vomitando, riprese conoscenza e, venendo scosso da
tremiti, si mise in ginocchio.
“Sono…
sono vivo…” farfugliò con voce acuta,
guardando l’altro in viso. I
suoi occhi erano arrossati e i capelli gli ricadevano scomposti intorno
al
viso. Le lacrime gli rigarono il volto ed iniziò a
boccheggiare.
<
Sta avendo un attacco di panico > pensò John.
Raggiunse l’altro con
uno schiaffo al volto, che risuonò.
“Perché
lo hai fatto!” gemette Zarbon.
“Perché
mi sono ricordato di avere un conto in sospeso con te. Questo
è per
tutte le volte che mi hai chiamato ‘scimmione
codardo’ o mi hai offeso in altro
modo” ringhiò John. Si alzò in piedi e
gli diede le spalle.
<
Io ti stavo chiedendo perché mi hai salvato >
pensò Zarbon. Si
rimise i pantaloni strappati, macchiati e laceri, afferrò
ciò che rimaneva
della parte superiore della sua battle-suit e si alzò in
piedi. Avvolse il
basso ventre del giovane.
“Così
non prenderai freddo, ragazzino” disse gentilmente.
“Tsk” rispose secco John.
********
Ginew
era seduto su un masso di ghiaccio, il fiato gli si condensava
davanti al viso. Si sfregò le mani, sentendole intirizzite
per il freddo e si
voltò, guardando gli altri della sua squadra addormentati.
In mezzo a loro c’erano
delle anime congelate in alti stallattiti di ghiaccio.
<
Chi avrebbe mai pensato che sarei finito in un girone in cui si
congela proprio agl’inferi > pensò.
Si
girò e sgranò gli occhi, vedendo Freezer
atterrargli davanti. Si alzò di
scatto, il changelling teneva le labbra strette.
“Mio
signore…”. Iniziò a dire Ginew.
“Sapevo
che ti avrei trovato qui. Vedo che anche se siete stati separati
per tanti anni, e tu sei persino stato una rana, i tuoi uomini ti hanno
perdonato subito” disse secco Freezer.
“La
mia fedeltà a voi non è mai venuta meno,
così la loro verso di me”
rispose Ginew.
“Voglio
che veniate alla base con me. Restare sempre la mia squadra
migliore e più fedele” gli disse Freezer.
Ginew
sgranò gli occhi.
<
John ha l’incredibile capacità di far passare un
po’ tutti dalla sua
parte. Certo, non ai livelli di quel maledetto di Goku, ma non voglio
sottovalutare questa sua caratteristica. Meglio avere intorno gente
davvero
fedele > pensò Freezer.
Ginew
si lisciò uno dei corni neri sul suo caso.
“Non
desideravamo altro, mio signore” disse.
Butter
si alzò seduto e nascose uno sbadiglio con una mano.
“L’imbattibile
squadra Ginew al suo servizio” disse con voce roca.
Ginew
fece un inchino.
“Lord
Freezer, spazzeremo via qualsiasi cosa intralci il suo
cammino”
promise.
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Capitolo 18 *** Cap.18 La squadra Ginew è arrivata ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: Nightcore – Calm before the Storm.
Cap.18
La squadra Ginew è arrivata
Freezer
atterrò alle pendici della montagna, davanti
all’oblò riparato
della sua base e guardò i cinque membri della squadra Ginew
atterrare davanti a
lui.
“Attentiamo
ulteriori istruzioni, potente Freezer” disse Ginew con voce
tonante, ritto al centro del gruppo.
“Dovete
rintracciare quel traditore di John e riportarmelo. Scoprire
inoltre chi ha rubato il mio comunicatore, punirlo con la morte e
riportarmi il
mio prezioso oggetto. Non è così facile ottenere
ritrovati della tecnica così
avanzati qui agl’inferi” ordinò Freezer.
I
cinque s’inchinarono all’unisono.
<
Il boss non ci ha nemmeno detto di fare il balletto di saluto, Lord
Freezer dev’essere proprio arrabbiato >
pensò Jeet.
********
Guldo
strinse i piccoli pugni e un ghigno gli prese quasi tutto il viso.
<
Staccherò la testa a John e, appena possibile, la
regalerò a Vegeta.
Arriverà il giorno anche lui la pagherà. Mi
vendicherò di questa maledetta
famiglia, che mi ha sempre deriso > pensò.
Vegeta
camminava con il
capo chino lungo il corridoio della base, una mano appoggiata sulla
parete
metallica. I suoi occhi erano segnati da occhiaie profonda e la testa
gli
ricadeva in avanti, facendo ondeggiare i capelli neri a fiamma.
“Ehy,
scimmione. Come ci
si sente ad essere stati scartati dalla squadra migliore
dell’universo? Sei così
debole e stanco. La tua razza era tutta insignificante come te? Non mi
sorprende vi abbiano sterminato” lo derise Guldo.
Vegeta
si voltò verso di
lui e fece un ghigno sbilenco, il suo viso era in ombra.
“Sai
che puzzi come di
marcio, pesce palla deforme? Le tue parole non mi arrivano, sono
soffocate dall’olezzo
di cavolo bollito che emana il tuo alito” disse con tono
maligno.
Guldo
sgranò la sua
serie di occhietti.
Vegeta
si voltò e tornò
a camminare, allontanandosi.
Guldo
ringhiò, guardando
le spalle del saiyan e lanciò l’onda.
Freezer
intercettò il
colpo, facendolo esplodere in una nuvoletta di fumo.
Vegeta
si voltò di
scatto, grigio in volto.
“Cos…”
bisbigliò.
Guldo
s’irrigidì, i
muscoli contratti.
<
Oh no, lui odia i
litigi tra i suoi uomini. Mi ucciderà! >
pensò.
Freezer
si voltò verso
Vegeta, che scattò, raddrizzò la schiena,
irrigidendo braccia e gambe.
“Andresti
alla conquista
di un pianeta per me?” domandò mellifluo Freezer.
Vegeta
s’inchinò con il
busto, abbassando lo sguardo.
“Ai
suoi ordini, mio
signore” disse con tono incolore.
Freezer
si allontanò,
Vegeta guardò Guldo e ridacchiò. Si
rizzò e si allontanò.
Guldo
accelerò il passo, correndo dietro la gamba muscolosa di
Rikoom.
Guldo
sradicò un albero
con la telecinesi, lo tramutò in un palo appuntito.
Utilizzò i suoi occhi per
bloccare il tempo, immobilizzando l’avversario e lo fece
tornare a scorrere. Il
nemico venne trafitto al cuore e cadde a terra privo di vita.
Guldo
scoppiò a ridere.
“Gli
assassini con
poteri temporali sono i più ignobili. Non è
previsione, è manipolazione, degna
solo dei codardi” disse gelido John.
Guldo
digrignò i denti.
“Parli
solo perché non c’è
il resto della mia invincibile squadra al momento. E poi è
un dono che mi hanno
fatto gli dei, questo potere” ringhiò.
“Gli
dei parlano tanto
di giustizia, ma non sono differenti da noi, amano solo il
sangue” disse John.
Gli diede le spalle, le sue ali da pipistrello frastagliate
ondeggiavano,
coprendogli le spalle muscolose.
“Se
vuoi, ripeterò che
sei un codardo davanti a tutte le squadre di élite che
vorrai”. Aggiunse,
atono.
Guldo
abbassò lo sguardo.
“Quando
lo troveremo, ucciderò io John! Sono disposto a offrire i
miei
soldi!” gridò.
“Lo
voglio affrontare io. In cambio vi lascio il mio posto agli incontri di
the” disse Jeeth, con tono aristocratico.
“Io
posso offrire della cioccolata” rispose Guldo.
L’intera
squadra lo guardò sgranando gli occhi.
********
La
squadra Ginew circondò la casupola della strega, le luci
erano spente.
<
Perfetto, li prenderemo di sorpresa > pensò Butter.
Ci
fu un colpo di vento, Rikoom si voltò e sgranò
gli occhi, il suo viso
divenne bluastro nel verde la carcassa priva di vita di Guldo a terra.
La
testa, staccata dal corpo, rotolava davanti al cadavere.
Gli
occhi della testa mozzata erano sgranati e vitrei.
“Oh
no, Guldo! Senza di lui la nostra coreografia sarà
ridicola” gemette
Jeeth.
John
li osservò nascosto da dietro una roccia, i pugni stretti e
le gambe
piegate.
<
Gli altri sono tutti alla ronda a palazzo, sono rimasto da solo con la
vecchia, che sta dormendo e con Zarbon, che non si è ancora
rimesso. Se non mi
fossi svegliato per un incubo e uscito per una boccata
d’aria, sarei stato in
balia di questi pagliacci > pensò.
“Esci
fuori!” gridò Ginew.
<
Non sono ancora pronto per un combattimento del genere, mi faranno a
pezzi; ma non posso rimanere qui nascosto, come un codardo, per sempre.
Inoltre, devo allontanarli dagli altri… se Altea sparisse,
Kamhara perdere le
sue pozioni. E temo le succederebbe qualcosa di peggio che smettere di
crescere
> riflettè John.
Si
mise a gridare e spiccò un balzo, uscendo dal nascondiglio e
raggiunse
Jeeth con un pugno al viso; quest’ultimo cadde, aprendo un
solco nel terreno.
Il
demone saltò all’indietro, facendo una capriola in
aria, schivando un
colpo di Rikoom, atterrò e si mosse zizzagando per schivare
delle onde lanciate
da Butter.
Fece
un’altra capriola in aria, evitando una serie di onde di
Ginew.
Riatterrò e si mise in posizione di combattimento.
Una
delle onde di Ginew colpì la carcassa di Guldo,
trasformandola in
cenere. La testa mozzata, con ancora sopra l’aureola,
scomparve in una
nuvoletta di fumo bianco.
“Freezer
vi ha chiamato per portargli le unghie finte?” chiese John.
Lanciò
un’onda verso Butter, ma quello schivò, muovendosi
così rapidamente
da apparire come una macchia blu.
“Maledetto.
Abbi rispetto per il nostro signore” ringhiò Ginew.
“Quando
smetterà di mettersi il rossetto” rispose John.
Saltò per evitare
un’onda di Jeeth, che si era rialzato massaggiandosi il
mento, dal labbro
spaccato colava del sangue violaceo.
“Se
non la smetti con queste illazioni, ti strapperò la testa
dal corpo con
una mano! Colpo di Rikoom!” sbraitò Rikoom,
lanciando un’onda di energia.
John
si nascose dietro una roccia, che andò in frantumi.
Il
demone tossì e indietreggiò.
“Prima
o dopo aver annullato la tua dignità con uno dei tuoi
balletti
ridicoli?” chiese con voce rauca.
“I nostri balletti
non sono
ridicoli. Sono arte. Persino tuo fratello Vegeta sapeva
farli” gemette Jeeth.
|
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Capitolo 19 *** Cap.19 John contro la squadra Ginew ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.19
John contro la squadra Ginew
Zarbon
dormiva nell’angolo, la testa piegata di lato e un rivolo di
sudore
che gli scivolava dalla bocca, i capelli pieni di nodi gli ricadevano
sfibrati
intorno al viso.
“Bellissimo,
stupendo, meraviglioso…”. La propria voce
registrata si
diffuse bassa nella casupola.
Zarbon
mugolò e sentì qualcosa vibrargli nella tasca,
dai pantaloni trasse
uno scouter mal ridotto, spense la suoneria e lo mise
all’occhio, rispondendo.
“Pronto”
biascicò.
“Amico
mio, ti sei bevuto il tuo meraviglioso cervello?”
domandò una voce
preoccupata dall’altra parte.
“Sauzer?
Sei tu splendido amico?” chiese Zarbon.
“Proprio
io, perché voglio metterti in guardia carissimo.
Sono
venuto a sapere della tua follia. Perché mettere a rischio
il tuo
superbo splendore?” domandò Sauzer, con voce
tremante.
“Questa
mia ribellione era necessaria. Per quanto pericolosa, soprattutto
perché temo che il mio fascino si sciupi, ho scoperto che la
libertà era per me
come linfa vitale.
Stavo
appassendo, mentre ora sboccerò come il più bello
dei fiori” rispose
Zarbon.
“Rischi
di essere reciso. Il mio signore, Lord Cooler, sta giungendo, per
via della mancata chiamata del fratello.
Siamo
cresciuti insieme e il nostro legame è indissolubile.
Perciò, come
vero amico, ti dico di fuggire” lo supplicò Sauzer.
“Non
vi è luogo dove fuggire, gl’inferi si chiudono su
di me.
Siamo
sempre stati i guerrieri più belli dell’intero
universo, ma ora siamo
prigionieri da troppo a lungo.
Alleati
al mio fianco, se dobbiamo morire, che almeno i nostri padroni
tremino davanti alla nostra affascinante potenza” lo
pregò Zarbon.
“Se
giungerà la tua fine, o leggiadra creatura, vorrò
essere al tuo fianco.
Vedremo se questo mondo vorrà privarsi dei suoi figli
più stupendi” rispose
Sauzer, chiudendo la comunicazione.
Zarbon
sentì delle urla provenire da fuori e assottigliò
gli occhi.
<
Che ci sia un combattimento già in corso? > si chiese.
*********
“Quattro contro
uno. Che
dimostrazione di coraggio” ironizzò John.
<
Fortunatamente dopo aver perso un componente del loro gruppo, sentono
la necessità di fare la ‘presentazione’
di ogni loro attacco. Mi basta
riconoscerla e posso anticipare l’attacco >
pensò.
Ginew
s’inginocchiò, con le braccia aperte ed entrambi
gli indici rivolti
verso terra. Dietro di lui, Butter allargò le braccia in
posizione orizzontale,
alzando una gamba e abbassando la testa.
Rikoom
si affiancò a Butter, con entrambe le braccia rivolte verso
di lui,
anche se ne teneva una piegata; una gamba flessa e l’altra
diritta, leggermente
sporta in avanti.
Jeeth
al centro, l’unico con un’espressione sorridente,
un braccio piegato
con il pugno in posizione di saluto, mentre l’altro pugno
verso il cielo con il
braccio ritto.
<
Posa 22, quella sciocca della marea. Pericolosa solo perché
contiene
la cometa viola > si disse John.
Jeeth
e Butter levitarono, uno a fianco all’altro.
“Butter,
il più veloce dell’universo. Uragano
blu!” urlò Butter, cominciando
a ruotare su se stesso velocemente, creando una tromba d’aria
di colore blu
acceso.
“Jeeth,
il miglior componente dell’imbattibile squadra Ginew. Lampo
rosso!”
sbraitò Jeeth. Iniziò a sua volta a ruotare su se
stesso, dando vita a una
tromba d’aria di colore rosso.
Dai
corpi dei due alieni si dipartirono due cerchi di energia dei loro
colori e si fusero insieme, creando una sfera circolare viola, da cui
sprizzavano scintille di luce.
Ginew
ridacchiò.
La
gigantesca sfera viola si diresse a enorme velocità verso
John.
<
Ancora un po’… solo un altro
po’… > si ripeté il saiyan.
Nel
momento in cui si trovò la sfera davanti, a un paio di dita
di
distanza, saltò all’indietro con una capriola. La
tecnica si conficcò nel
terreno, John, in volo, lanciò un duplice Cannone Garlick,
sparandone uno per
ogni mano.
L’onda
d’urto dell’esplosione lo scaravento
all’indietro, John cadde
malamente su un fianco, l’osso del braccio si
spezzò con un rumore secco.
John
si rialzò, tenendolo, una serie di ferite si erano aperte su
tutto il
suo corpo e la battle-suit che indossava si era strappata.
<
Toma mi ucciderà, è già la seconda
volta che mi tocca chiedergli dei
vestiti nuovi > pensò. Ingoiò un gemito di
dolore, le tempie gli pulsavano.
“Nessuno
era mai sopravvissuto alla ‘cometa
viola’” biascicò Butter, gli
occhi sgranati.
“Come
hai fatto?! Nessuno può sopravvivere a una mossa
così potente dell’invincibile
squadr…”. Iniziò a sbraitare Jeeth. Fu
interrotto da un ki-blast che gli volò
radente al viso.
“Fammi
un favore, stai zitto” disse John. Il braccio sano teso, dei
fili di
fumo si alzavano dal suo palmo.
“Coraggio,
questo è stato solo un caso. La fortuna non potrà
essere sempre
dalla sua parte. Parola di Rikoome!” sbraitò
Rikoome.
<
È tempo che io mostri la mia migliore coreografia, quella
che sono
convinto renderà estasiato persino il grande Freezer
> pensò Ginew. Piegò le
braccia in modo da metterle a forma di quadrato davanti al viso,
piegò una
gamba e fece scattare l’altra verso il cielo. Il resto della
sua squadra lo
guardò e imitò.
Jeeth
si stese a terra, con le braccia si aiutò a mettere il busto
a conca,
alzò le gambe verso l’alto, una ritta verso nord e
l’altra piegata verso sud.
Butter
si mise nella posizione di un corridore, con una gamba piegata in
avanti e l’altra ritta verso dietro, un braccio piegato per
darsi lo slancio.
<
Sono come una delle statue antiche che ho visto nei templi >
pensò.
Rikoom
piegò la gamba destra, alzando il braccio destro verso il
cielo, con
il sinistro mostrò i muscoli prominenti su cui risaltavano
delle venuzze
azzurrine.
Tutti
e quattro si misero in fila indiana, nell’ordine dal
più basso al più
alto.
<
Sono nei guai. Questa deve essere nuova> pensò John,
un rivolo di
sudore gli solcò la fronte spaziosa.
Tutti
e quattro gli avversari urlarono all’unisono.
Jeeth
partì all’attacco, cercando di colpire John con un
pugno al viso,
John parò il colpo. Risuonò un’onda
d’urto tutt’intorno.
Butter
comparve alle spalle del saiyan, afferrandolo con le sue possenti
braccia, immobilizzandolo. La sua pelle blu brillava sotto la luce del
sole
rosso.
Jeeth
gridò e raggiunse John con un pugno all’addome, il
suo viso
trasfigurato dalla furia, i capelli albini gli ricadevano disordinati
intorno
alla testa. Tempestò il corpo del demone con una serie di
calci e pugni, dati
con tutta la sua forza.
John
strinse i denti e raggiunse Butter con una testata al mento,
spezzandogli la mandibola.
Butter
urlò e perse la presa, Jeeth partì
all’attacco in volo, John si mise
alle spalle di Butter e lo spinse contro l’altro.
“Attento!”
sbraitò Jeeth, gemendo.
Butter
si massaggiò la calotta sul suo capo e digrignò i
denti.
“Attento
tu” si lamentò.
John
si allontanò in volo e atterrò più
avanti, Rikoom gli comparve
davanti. Quest’ultimo alzò le braccia muscolose
sopra la testa, a x.
“Rikoom,
il più potente di tutti!” sbraitò.
Abbatté i propri poderosi pugni
sul terreno, spezzandolo, ci fu una frana e dalla spaccatura
uscì del magma
violetto.
John
si gettò a terra e rotolò, schivando un lapillo
di lava. Gemette,
sentendo il braccio rotto dolergli, si rimise in piedi e
tossì, gli occhi
arrossati. I gas venefici che fuoriuscivano dal terreno lo investivano,
facendolo tossire sempre più forte, il demone
boccheggiò.
Ginew
gli comparve di fianco e lo afferrò per la gola, lo
sollevò,
stringendogli la giugulare.
John
sgranò gli occhi, cercò di liberarsi dalla presa
ferrea con entrambe
le mani, ansimando e cercando di ingoiare aria.
Ginew
strinse un po’ di più, mozzandogli il fiato.
<
Proprio ora che pensavo di farcela > pensò John, i
muscoli gli si
rilassarono e si abbandonò, chiudendo gli occhi.
Un
kienzan di colore blu scuro raggiunse Ginew e gli segò uno
dei corni
neri, strappandogli un grido rabbioso. Ginew si voltò e fu
raggiunto da un'altra
onda, venendo sbalzato indietro.
Perse
la presa su John, che cadde pesantemente a terra, e si
conficcò nel
terreno, aprendo un solco.
“Boss!”
gridò Jeeth, mentre insieme agli altri della squadra gli
correva
incontro, Ginew mugolò di fastidio.
John
si rialzò in ginocchio, tossendo e boccheggiando.
“C’è
un altro Vegeta? Il fatto che già il padre avesse la stessa
faccia non
bastava?” chiese gelida una voce femminile.
John
socchiuse gli occhi e intravide la figura di Kamy, batté le
palpebre e
vide un’altra saiyan al suo fianco.
Quest’ultima
dimenava una voluminosa coda blu scuro e intorno al capo le
ondeggiavano dei morbidi capelli nero inchiostro.
“È
il fratello, Reghina” disse Kamhara.
“Ed
è l’unico motivo per cui lo aiuto”
ribatté secca quest’ultima.
Zarbon
si affiancò alle due e incrementò la propria aura.
“Ho
chiesto rinforzi” spiegò.
Ginew
si rialzò in piedi, massaggiandosi il corno spezzato.
“Maledetti”
sibilò.
<
Fortunatamente la strega ha gli impacchi curativi, John non sembra
messo molto bene > pensò Kamy, stringendo le labbra
fino a farle sbiancare.
Raggiunse John e lo allontanò dagli avversari, mentre Zarbon
e Reghina si
facevano avanti.
|
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Capitolo 20 *** Cap.20 La fine di Ginew ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.20
La fine di Ginew
Reghina
raggiunse Ginew con un calcio al mento,
facendolo indietreggiare.
Kamhara
si lanciò contro Rikoome con una serie di
calci, questo li parò con entrambe le braccia, ridendo con
forza.
Butter
cercò di raggiungere John con un pugno, ma fu
sbalzato indietro da un calcio di Zarbon.
John
si voltò verso Jeeth e incrementò
l’aura. Jeeth
cercò di raggiungerlo con un pugno, ma John lo raggiunse con
un pugno,
facendolo finire contro una montagnola di spille metallici che
andò in
frantumi. Jeeth si rialzò in ginocchio mugolando di dolore.
Reghina
era intenta a colpire con una serie di calci
il capo della squadra, lo fece volare via con un calcio, spezzandogli
il
labbro.
Ginew
si mise a ridere, rimettendosi in piedi.
<
Era da tanto che non mi misuravo con un avversario alla mia altezza
> pensò.
Reghina
dimenò furiosamente la coda.
<
Devo sbrigarmi, o si verrà a sapere che sono fuori dal
palazzo e si
scatenerà la guerra. Gli Tsufuru sono tranquilli qui
agl’inferi solo perché mi
sanno al sicuro > pensò.
Ginew
si deterse il sangue che gli usciva dal naso con il dorso della mano
ed iniziò a incrementare la sua aura. Partì
all’attacco in volo e cercò di
raggiungere l’avversaria con una serie di pugni, Reghina
schivava muovendosi
rapidamente.
<
I suoi colpi sono resi imprecisi dalla rabbia, devo continuare a
innervosirlo > pensò la principessa tsufuru.
“L’idiozia
provocata da quei balletti idioti ti ha reso così scemo da
non
riuscire neanche a colpirmi? Sono qui. No, non lì, qui. Mi
hai mancato ancora”
lo derise con tono sprezzante.
Ginew
digrignò i denti, le sue mani tremavano sempre di
più e le sue gote
si erano arrossate.
Zarbon
scoppiò a ridere, mentre era intento a parare i colpi di
Butter.
<
Ho capito cosa vuole fare quella tipa. Ginew sta dando il peggio di
sé, è troppo snervato > pensò.
“Tutti
uguali voi maledetti saiyan, rischiare la pelle vi diverte”
ringhiò
Jeeth. Cercò di raggiungere John con un pugno, il giovane
schivò e con il
braccio sano lo raggiunse con un pugno al ventre, facendolo
indietreggiare.
Ginew
saltò all’indietro e si trapassò con un
pugno.
“Sei
impazzito? Vuoi così tanto suicidarti?!”
gridò Reghina. Del sangue
violaceo colò dalla ferita di Ginew, che penetrò
più a fondo con il pugno.
“Mi
piaci, ragazza” biascicò, mentre un rivolo di
sangue vermiglio gli
scivolava dalle labbra.
<
Ho faticato così tanto per riavere il mio corpo da quella
rana qui agl’inferi,
ma forse ho trovato di meglio > pensò.
Reghina
lo raggiunse con un’onda al volto, facendolo indietreggiare.
“Oh
sì, il tuo corpo mi piace molto”
biascicò Ginew, sgranando gli occhi.
“Attenta,
vuole fare scambio di corpi!” sbraitò Zarbon.
Reghina
scomparve, ricomparve dietro l’avversario e
allungò il braccio.
Bisbigliò una parola e lanciò un’onda
di energia blu scura che lo disintegrò.
“Facevi
meglio a rimanere rana” lo derise John.
“Nooo!”
gridò Jeeth. Indietreggiò e scappò
via, tremando.
“Lo
inseguiamo?” chiese Reghina, sbadigliando.
“No,
lasciatelo perdere” disse John.
“Maledetti!”
sbraitò Rikoom, cercò di afferrare Kamhara con
entrambe le
mani. La strega saiyan lo raggiunse con una serie di ki-blast rosa. Il
colosso
correva tra di essi, facendoli esplodere in nuvolette rosate, ma i suoi
vestiti
si strappavano man mano, finché il suo corpo non rimase
ignudo. I colpi s’infrangevano
sui suoi muscoli.
“Niente
può fermare l’avanzata di Rikoom!”
sbraitò il gigante.
Kamhara
fece apparire una lama di energia rosa sulla mano e gli
mozzò la
testa, il gigantesco cadavere cadde pesantemente a terra, mostrando i
glutei
ignudi.
Butter
ansimò, venendo scosso da tremiti ed iniziò a
indietreggiare.
“Nessuno
ferma la mia bellezza” sibilò Zarbon.
Saltò, gli afferrò la testa
con le gambe e facendo pressione gli spezzò l’osso.
Reghina
si guardò intorno.
“Penso
che dobbiamo occuparci alla svelta di far sparire i corpi”
ordinò
secca.
Kamhara
la raggiunse e fece un inchino.
“Vi
ringrazio, principessa. Vi chiedo solo di non riferire niente a
palazzo, ora che vi tornate” pregò.
Reghina
inarcò un sopracciglio.
“Lo
sai che non sono una spiona” rispose atona.
|
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Capitolo 21 *** Cap.21 Il veleno changelling ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.21
Il veleno changelling
Turles
intravide una figura tremante nascosta dietro un masso, ansimava e
stava accucciata su se stessa.
Turles
inarcò un sopracciglio e si avviò in quella
direzione.
<
Mi alleno qui proprio perché di solito non
c’è nessuno. Che sia un
orco di Re Yammer che si è sentito male? > si chiese.
“Hey, tu. Chi sei?”
domandò.
Raggiunse il punto e vide un alieno dai candidi capelli bianchi e la
pelle di
colore vermiglio.
Il
giovane sgranò gli occhi e alzò di scatto la
testa, dimenando le mani
davanti a sé.
“Ti
prego, non farmi del male” gemette.
<
Porta la tuta degli uomini di Freezer > pensò Turles.
“Tranquillo,
sono stato un mercenario anch’io” lo
rassicurò.
Jeeth
cadde in ginocchio e piegò il capo.
<
Ginew è stato eliminato. Quel demone, anche se dovesse
finire in mano
a Lord Freezer, mi troverà e mi ucciderà. Forse
mi conviene trovare un modo per
passare dalla tua parte > pensò.
“T-tu…
sei un saiyan. Vorresti dare una mano a un tuo simile?”
chiese.
Turles
batté un paio di volte le palpebre.
“Perché
no” rispose.
***********
Sauzer
guardò le carcasse dei combattenti di Cooler ai
suoi piedi.
<
Devo fare sparire le carcasse prima che si
accorgano che ho tradito e sparire > rifletté. Le
polverizzò, mantenendo l’aura
al minimo, percorse il corridoio e uscì dalla navicella di
Cooler. Scappò via
correndo, il battito cardiaco accelerato.
<
Ora devo ritrovare Zarbon > si disse.
*******
Freezer
si era accomodato nel suo trono volante e con gli occhi
assottigliati guardava Cooler in faccia.
<
Quanto lo odio > pensò.
“Fratellino,
non dirmi che hai bisogno del mio aiuto” disse Cooler
mellifluo. Si nascose la bocca con la mano e ridacchiò.
<
Sono convinto che tu sia felice di vedere me, quanto io te, per niente
> pensò.
“Per
questa volta potremmo anche unire le forze” sibilò
Freezer.
“Oh,
non credo che quel demone scimmia sia un pericolo così
grande” ribatté
Cooler con tono di disprezzo. Dimenò la coda.
“Devi cominciare a capire che non
c’è n’è uno che sia dotato
d’intelligenza in quella razza”. Aggiunse.
“Abbiamo
sottovalutato la leggenda dei supersaiyan una volta. Non ho
intenzione di farlo nuovamente” ringhiò Freezer.
Cooler
schioccò la lingua sul palato.
“Ormai
siamo in grado di rivaleggiare contro i supersaiyan God. Non penso
che quel ragazzino possa mai arrivare a una potenza simile, ma
sarò felice di
eliminarlo” rispose secco. Unì la punta delle dita
tra loro. “Ora passiamo,
invece, a vedere l’ospitalità di cui mi puoi fare
dono” si autoinvitò.
****
Zarbon
si piegò in avanti e vomitò, le gambe gli
tremavano.
John
si accasciò contro la parete della casupola, facendo tremare
un
barattolo su una mensola che si rovesciò, facendo cadere
della polvere.
“Cosa
mi succede?” gemette Zarbon. Ricadde in avanti e Kamy lo
sostenne, lo
aiutò a sedersi sul letto.
John
ansimò, il sudore gli scivolava copioso sul volto, lo
sentiva fargli
bruciare la pelle. Le gambe gli tremavano, la vista gli si
annebbiò, la testa
gli pulsava all’altezza delle tempie.
“Mi
sento morire” gemette Zarbon.
John
scivolò in avanti a sua volta e Kamhara sostenne anche lui,
poggiandoselo contro.
John
strinse gli occhi.
<
Anche io penso che non mi rimanga molto da vivere… peccato,
avrei
voluto passare più tempo con lei > pensò,
strofinando la guancia sulla
spalla della giovane.
Kamhara
lo fece sedere accanto a Zarbon.
“Saggia
Altea, cosa gli sta capitando?” domandò.
La
vecchia sospirò e negò con il capo, la pelle
rugosa del suo viso era contratta.
“Ahimè,
ne avevo sentito parlare. I changelling sono velenosi e la famiglia
di Re Cold inocula quel veleno nei suoi uomini. Li tengono in vita
dandogli
periodicamente l’antidoto, ma se questi si ribellano, il
veleno li uccide poco
a poco, manifestandosi come una malattia cardiaca”
spiegò.
Zarbon
guardò l’anziana strega con gli occhi spalancati.
“L’antidoto
lo possiedono solo loro?” domandò con voce
strozzata.
Altea
gli sorrise, raggiunse la sua scrivania e aprì
l’ultimo cassetto. Ne
trasse un libro massiccio e vi soffiò di sopra, sollevando
della polvere e
sfogliò le pagine ingiallite.
“Probabilmente
in quasi tutto l’universo sareste stati spacciati, ma io
sono una saiyan speciale. Ecco qui il punto in cui parla del
veleno” disse. Si
deterse le labbra screpolate ed iniziò a leggere:
“Il
veleno nella coda è celato. In cambio della
fedeltà, l’antidoto, loro
donato attraverso il cibo”.
“Dice
anche come fare l’antidoto?” chiese rauco John.
“Sì.
Mi metto subito a lavoro” disse Altea.
“Vi
aiuto io” si propose Kamhara.
**********
John
ingoiò la pasticca, bevendo avidamente dal bicchiere
d’acqua. Avvertì
un senso di refrigerio, seguito da spossatezza, i suoi muscoli si
rilassarono e
sbadigliò.
<
Mi sento come se in una giornata afosa mi avessero infilato la testa
sott’acqua > pensò.
Zarbon
sbadigliò a sua volta e si sfregò gli occhi.
<
Sento come una voce che mi ripete di chiudere gli occhi anche un
attimo per riposarmi. Sono annebbiato dal sonno >
pensò. Crollò
addormentato, riverso sul letto.
John
gli crollò addosso, a sua volta assopito.
“Si
sono sentiti male” mormorò Kamy, rabbrividendo.
“No,
tranquilla. È solo un sogno incantato, si riprenderanno
presto, è l’effetto
collaterale dell’antidoto. Ora, occupati di loro”
disse l’anziana.
“Non
posso, ho la ronda adesso” gemette Kamhara.
“Ho
chiesto l’aiuto di Radish e Nappa. In questo momento ti
stanno
coprendo, tranquilla. Avrai molto più tempo per rimanere qui
per aiutarli e
combattere, nel caso ci attaccassero” rispose Altea.
|
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Capitolo 22 *** Cap. 22 Tra realtà e sogno ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.
22 Tra realtà e sogno
I
due changelling si stavano dirigendo verso la
casupola della strega, accomodati nei loro troni volanti.
<
Come vorrei poter eliminare mio fratello, invece
mi tocca essere al suo fianco. Quel giovane saiyan me la
pagherà per avermi
costretto a sopportare l’ammorbante presenza di Cooler
> pensò Freezer.
<
Ora i saiyan possiedono anche la magia? Questa
storia non mi piace. Ero venuto solo per cogliere l’occasione
di deridere mio
fratello. Non temo il supersaiyan, ma qualcosa certamente non quadra
>
rifletté Cooler.
********
<
Zarbon sicuramente metterà una buona parola per me. Nei suoi
confronti
ho sempre avuto un rapporto di vassallaggio e credo che la cosa non gli
sia
dispiaciuta > rifletté Jeeth. Si massaggiò
il collo ed avanzò, Turles
camminava dietro di lui con passo cadenzato.
“Tu
eri un amico di Vegeta?” domandò
quest’ultimo.
“Sì,
perché lo conoscevi?” chiese Jeeth.
<
Non è del tutto falso. Io e Vegeta eravamo davvero amici da
ragazzi,
prima che iniziassi a deriderlo per farmi accettare dalla squadra Ginew
e lui
mi uccidesse su Nameck > si disse.
“Da
bambini, prima di venire spedito alla base di Cooler, lo frequentavo.
Veniva di nascosto a casa mia, nei quartieri bassi. Ce lo aveva
accompagnato la
prima volta la principessa Reghina.
Com’è
diventato da grande? Da piccoli eravamo amici” disse Turles.
<
Una macchina da guerra spietata e senza scrupoli, che voleva il
dominio dell’universo? > si domandò Jeeth.
“Beh,
da quello che ho sentito in giro, adesso combatte per la Terra
insieme a Goku. Chi lo ha visto nelle sfere della strega Baba parla
addirittura
di una moglie e due figli” rispose.
Turles
annuì.
“Sono
felice di aver trovato qualcuno che lo stima” rispose.
<
Stima? Odiavo Vegeta perché lo invidiavo, persino quando ero
più forte
di lui come combattente, mi sentivo umiliato da quel saiyan.
Volevo
essere un saiyan spietato come lui… > si disse Jeeth.
Avvertì una
fitta al petto e se lo massaggiò.
“Gli
volevo bene. Non sono sempre stato giusto nei suoi confronti, ma ho
tanti bei ricordi. Abbiamo fatto la selezione per entrare nella squadra
Ginew
lo stesso giorno. Gli piaceva il caffè e perciò
gliene portavo un po’ di
nascosto, abbiamo passato notti intere a chiacchierare di nascosto con
lo
scouter” ammise. Una lacrima gli rigò il viso
dalla pelle rossa.
*********
John
si guardò intorno,
era immerso in della luce candida. Si guardò intorno e
batté un paio di volte
le palpebre.
<
È la prima volta
che mi trovo qui. Dove sono finite le tenebre? > si chiese.
Rabbrividì. <
Non voglio che tornino, che tutto questo svanisca >
pensò, mordendosi un
labbro a sangue.
Abbassò
il capo, facendo
ondeggiare i capelli a fiamma che gli ricadevano di lato.
“Questa
pace non mi
spetta, io appartengo alle tenebre, è il mio
destino” sussurrò.
La
luce intorno a lui si
tinse di rosa tenue, un delicato venticello gli sfiorò le
guance.
“John”
si sentì chiamare
da una voce femminile.
John
avvertì un calore
all’altezza del petto, continuava a galleggiare in quel rosa.
“John”
chiamò ancora la
voce con tono preoccupato.
Ci
fu un bagliore
violaceo e l’ambiente cominciò a tingersi di rosso
sangue.
Una
serie di mani
scheletriche si protesero verso di lui, afferrandolo, John si
dimenò cercando
di liberarsi. Venne immobilizzato, gridò, il battito
cardiaco sempre più
veloce, la presa sempre più stretta.
John
sgranò gli occhi, urlando e si alzò seduto,
boccheggiando. Si guardò
intorno e si scostò, vedendo Zarbon addormentato su un
fianco, strisciando
indietro sul letto.
“Tutto
bene?” chiese Kamhara, avvicinandoglisi.
John
impallidì vedendo che la giovane aveva i capelli rossi
disordinati e
un occhio nero.
“Cos’è
successo?” domandò.
Kamy
scrollò le spalle.
“È
arrivato l’intero esercito di Cooler. Non era particolarmente
potente, i
migliori di loro erano già morti, ma ho dovuto
sbarazzarmene” spiegò.
John
deglutì e batté le palpebre.
“Da
sola?” domandò.
Kamy
scosse la coda dalla peluria rosa.
“Sono
pur sempre una guardiana della cittadella saiyan. Piuttosto, io a
breve potrò costruirmi una casetta tutta mia. Potrei farla
fuori dalla
cittadella e nessuno si accorgerebbe se, ad esempio, qualcuno venisse a
stare
da me” disse.
John
batté un paio di volte le palpebre e arrossì.
“Mi
stai chiedendo di venire a stare da te?” chiese.
Kamhara
si grattò il collo, arrosandosi la pelle rosa.
“Se
ti va, quando questa storia sarà finita. Non sono bravissima
con i
mestieri di casa, ma so cucinare. E poi, quando questa faccenda si
sarà
conclusa, tu non avrai un posto dove stare”
mormorò.
John
incassò il capo tra le spalle.
“Mi
piacerebbe” ammise.
Zarbon
sbadigliò rumorosamente, risvegliandosi.
|
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Capitolo 23 *** Cap.23 Abbraccio inaspettato ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.23
Abbraccio inaspettato
Turles
raggiunse la casupola e vi entrò, seguito da Jeeth.
Zarbon
si mise in posizione di combattimento.
“Lui
cosa ci fa qui?” ringhiò.
Jeeth
si nascose dietro Turles, rabbrividendo.
“Voi
non eravate alleati? Siamo qui per aiutarvi a distruggere Freezer.
Dove sono questo John e mia sorella?” chiese.
Zarbon
abbassò il capo, facendo ondeggiare la propria treccia di
capelli
verdi.
<
Sarebbe ipocrita tentare di eliminare qualcuno che sta facendo il mio
stesso percorso > pensò.
“Sono
fuori, dall’altra parte, si stanno allenando”
spiegò Zarbon,
indicando la finestra.
Turles
la raggiunse e guardò attraverso il vetro.
<
Assomiglia parecchio a Vegeta. Si vede che sono fratelli, in loro
scorre lo stesso sangue. Lo stesso legame che c’è
tra me è Kakaroth > pensò.
***********
Kamhara
osservò il fuoco che Toma aveva acceso e sospirò.
John
si era seduto davanti alle fiamme, con le braccia allungate verso di
esso. Kamy osservò le sue spalle massicce,
arrossì e abbassò lo sguardo.
“Se
non vi avessimo fermato, avreste continuato ad allenarvi in
eterno” disse Zarbon.
“Tutto
l’allenamento del mondo non ci può preparare a
Freezer” disse John
gelido.
“Beh,
non per questo ci arrenderemo, no?” chiese Jeeth.
<
Fa tutto l’amicone perché sa benissimo che ancora
non lo consideriamo
dei nostri. A malapena abbiamo intenzione di farlo con quel
bell’imbusto dai
capelli verdi > pensò Toma.
Kamhara
si sedete accanto a Turles e gli sorrise.
“Sono
felice di averti dalla nostra, fratellino” disse.
Quest’ultimo
scoppiò a ridere rumorosamente.
“Fra-fratellino?”
chiese John, inarcando un sopracciglio.
“Kamy
è morta che era solo una bambina, io ho fatto in tempo a
crescere prima
di finire all’altro mondo” spiegò Turles.
“Si
potrebbe dire che, come me, è una vera e propria milf” scherzò Zarbon.
John
tossì rumorosamente.
“Beh,
l-le nostre età… non sono importanti. Dobbiamo
pensare a sconfiggere
Freezer” borbottò.
“O
come direbbe Vegeta, fare secca la lucertola”
sussurrò roco Jeeth.
“Certo
che siamo davvero un bel gruppetto. Potremmo allenarci insieme,
è
davvero parecchio tempo che sono solo. Naly ha sempre molto da
fare” ammise
Turles.
Si
voltò e vide Kamhara che fissava John, arrossendo, mentre il
demone
saiyan le ricambiava lo sguardo di sottecchi, deglutendo rumorosamente.
<
Questi due sono proprio distratti > pensò.
Toma
li osservò a sua volta ed espirò rumorosamente
dalle narici.
<
Quei due non si danno una mossa > rifletté.
“John,
Kamy, il fuoco si spegnerà. Cercare la legna qui
agl’inferi è
rischioso, soprattutto visto chi stiamo aspettando. Perché
non andate voi due?”
chiese duro.
“Subito”
rispose Kamy, irrigidendosi.
<
Speriamo che mio padre non mi scorga. Mi ucciderebbe a sapere in che
guaio mi sono messa > pensò.
“Tsk,
non prendo ordini da te” borbottò John,
allontanandosi.
“E’
orgoglioso” sussurrò Turles.
“Mai
quanto il fratello. Non sarebbe mai andato” disse Zarbon.
Jeeth
ridacchiò.
“Beh,
penso sia una scala. Tarble non è orgoglioso affatto, Vegeta
lo è
troppo, John è la via di mezzo” disse con tono
ilare.
**********
Kamhara
si piegò in avanti e prese una serie di rametti, distrusse
con un
ki-blast un ragnetto e John sospirò.
“Usa
meno energia o individueranno le nostre posizioni”
borbottò il demone.
Kamy
si raddrizzò e si voltò, dimenando la coda dalla
peluria rosa.
“Scusami,
principe” sussurrò.
“Sai,
tu sei fatta così. Sei così
impulsiva…”. Iniziò John.
<…
e vitale, sorridente, spensierata. Quando sono con te mi sembra che
il mondo scompaia per far spazio solo alla tua presenza. Mi hai
frullato il
cuore, splendida creatura > pensò.
Deglutì, avvampando.
“Come
per il fatto che mi hai salvato. Devi stare più attenta o
finirai
molto male. Ti chiedi mai quale saranno le conseguenze delle tue
azioni?” le
chiese indurendo il tono.
<
Da che pulpito, sono le stesse accuse che fanno a me > si
rimproverò.
Kamhara
lo raggiunse e gli si mise davanti, guardandolo negli occhi,
appoggiò le mani sui fianchi.
“Principe,
sono capacissima di cavarmela da sola. Perché tutto questo
interessamento?” chiese con tono gelido. Le sue iridi castane
avevano pagliuzze
vermiglie.
John
l’abbracciò di scatto.
“Mi
importa perché non voglio perderti” ammise.
Kamy
arrossì, avvertendo il proprio battito cardiaco accelerare e
gli
appoggiò la testa sul petto muscoloso.
John
chiuse gli occhi, inspirando l’odore di lei.
<
Cosa sto facendo? Sono un demone, un maledetto e lei è molto
più
grande di me in realtà > pensò.
La
lasciò andare di scatto e indietreggiò, Kamhara
lo guardò e le sue iridi
si tinsero di verde speranza.
“M-mi
dispiace… non volevo mettervi in imbarazzo”
sussurrò Kamy con voce
rauca.
“Non
farne parola con nessuno, capito?” domandò John
gelido. Si voltò di
scatto, facendo ondeggiare i capelli neri a fiamma che gli ricadevano
di lato.
<
Non voglio farti affezionare a me. Probabilmente Freezer mi
ucciderà,
così hai più possibilità di metterti
in salvo e di non fare sciocchezze nel
tentativo di aiutarmi > pensò.
|
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Capitolo 24 *** Cap.24 Kyui ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicato
a Zappa.
Cap.24
Kyui
John
si era accomodato dietro una roccia e allungò le mani verso
una
fiamma.
“Ti
sei allontanato dal nostro falò. È successo
qualcosa che ti ha reso di
cattivo umore?” chiese Turles, avvicinandoglisi.
“Che
vuoi?” chiese John con tono gelido.
Turles
si massaggiò la spalla muscolosa.
“Ho
i muscoli atrofizzati perché è da tanto che non
combatto contro un vero
avversario. Posso allenarmi con te?” chiese, sedendogli a
fianco.
“Lo
so benissimo che sei più forte di me. Vuoi rinfacciarmelo?
Dimostrarmi
che la tua potenza sia gran lunga della mia?”
domandò John, ringhiando.
Turles
chinò il capo, facendo ondeggiare la propria capigliatura
mora a
forma di cespuglio.
“Voglio
solo allenarmi e la mia forza vi servirà contro
Freezer” disse.
Corrugò la fronte, i suoi occhi dal taglio duro erano in
ombra sotto alcune
ciocche larghe tre dita.
John
sospirò pesantemente e si rialzò in piedi.
“Allora
combattiamo” disse gelido.
*******
Zarbon
guardò il resto del gruppo in lontananza, si
voltò facendo
ondeggiare la treccia dietro le sue spalle possenti e si diresse verso
un
gruppo di alberi, socchiuse gli occhi e intravide una figura dietro uno
di
essi.
“Ora
che è arrivato anche Jeeth, non ho avuto ancora il coraggio
di dire
agli altri che sei qui, mio adorato, ma ti ho portato la
cena” disse. Alzò una
costoletta di dinosauro grondante grasso, era conficcata in un
bastoncino.
“Oh,
mio salvatore sei sopraggiunto. Sapevo che, mio caro amico, non mi
avresti lasciato in balia di una fame vorace” disse Sauzer.
Uscì da dietro l’albero
e si avviò verso Zarbon.
<
Ho sempre tenuto a lui, ma non avrei mai fatto un atto di gentilezza
nei suoi riguardi. Queste persone, mi stanno facendo scoprire che posso
dimostrare qualcosa anche a lui, il mio amico d’infanzia
> pensò Zarbon.
Socchiuse
gli occhi sentendo dei mugolii di dolore e inarcò un
sopracciglio.
“Cosa
accade?” chiese.
“Amico
mio, ho scoperto che quando John è sfuggito da Freezer, si
è
lasciato dietro un ferito grave. Per miracolo è
sopravvissuto, ma non so se la
caverà” rispose Sauzer.
Zarbon
controllò dietro l’albero e vide un alieno steso a
terra, la maglia
della battle-suit stretta intorno a una ferita all’altezza
del ventre.
“Oh.
Lo ricordo, perseguitava Vegeta come una zecca. È un
po’ tocco, ma
solitamente un tipo timido. John probabilmente lo ha mancato
inconsciamente”
disse. Porse il cibo a Sauzer e s’inginocchiò
accanto al ferito.
“Voci
mi hanno detto fosse assetato di sangue e crudele in
battaglia”
ribatté Sauzer.
“Era
più frustrato che crudele, ma spesso non sono stato da meno,
mio
adorato” ammise Zarbon.
Osservò
la pelle violacea dell’altro, il suo capo privo di capelli,
ma bitorzoluto,
le protuberanze sul suo corpo erano madide di sudore. Mugolava di
dolore,
ansimava, i suoi baffetti vibravano.
“Povero
Kyui” mormorò Zarbon.
**********
Turles
si massaggiò la guancia arrossata.
<
Non sono così tanto più potente di lui >
pensò.
John
era piegato in avanti, le mani sulle ginocchia, ansimando, il sudore
gli scivolava lungo il viso.
“Adesso
basta, siamo entrambi distrutti, riposiamoci” disse Turles.
John
digrignò i denti e si rialzò.
“Sconfiggerò
Freezer anche a costo della vita e, se è vero che sta
arrivando anche Cooler, nel miracolato caso in cui dovessi
sopravvivere,
sconfiggerò anche lui!” gridò.
Un
suono simile a un rombo di tuono risuonò
tutt’intorno.
John
scoppiò a ridere.
“Sei
proprio il fratello di Kamhara. I vostri stomaci fanno lo stesso rumore
se affamati”.
Turles
avvampò.
“Sul
serio?” chiese.
“Sì.
Il mio assomiglia di più a un termosifone rotto, come un
fruscio. E di
solito non la smette finché on mangio almeno un quintale di
carne” ammise John.
Si mordicchiò il labbro e arrossì.
<
Non parlo mai, ma se apro bocca, dico troppo > pensò.
Turles
saltellò sul posto.
“Sai,
mi piacerebbe sapere qualcosa di te. Perciò riaccendiamo il
fuoco e
chiacchieriamo un po’. Ti va?” domandò.
“Va
bene” rispose John, incassando il capo tra le spalle.
<
È proprio un ragazzino > pensò Turles.
|
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Capitolo 25 *** Cap.25 L’incanto di Altea ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.25
L’incanto di Altea
John
guardava il fuoco davanti a sé, le fiamme si riflettevano
nelle sue
iridi color ossidiana.
“Puoi
parlarmi di mio fratello?” domandò.
Turles
lasciò cadere a terra la coda del pesce che aveva appena
finito di
divorare.
“Vegeta?”
chiese.
John
appoggiò le mani sul terreno e alzò il capo,
guardando la volta rosso
sangue che li sovrastava.
“Sì,
mi paragonano sempre a lui” ammise.
Turles
si grattò il mento, rimasugli di lische gli erano rimasti
aderiti
alla pelle abbronzata.
“Beh,
non lo conosco così bene” borbottò.
John
abbassò il capo, facendo ondeggiare i capelli a fiamma che
ricadevano
di lato al suo capo.
“Kamhara
sembra tenerci davvero tanto a lui” sussurrò.
Turles
lo osservò e si grattò la testa.
<
Sembra un po’ un emo > rifletté.
“Mia
sorella praticamente non l’ho conosciuta. E’ stata
mandata quasi
subito a palazzo ed io stavo nella zona di periferia”
spiegò.
“Quindi
non puoi dirmi nulla?” chiese John, voltandosi verso di lui.
“Beh,
vediamo. Quando era piccolo Vegeta cercava di nutrirsi solo di carne.
Mio fratello Radish lo rimproverava sempre per questo”
raccontò Turles. Lo
scoppiettio e il crepitio del fuoco risuonava tutt’intorno.
“Ora
si possono rimproverare i principi?” domandò John,
inarcando un
sopracciglio.
“Loro
erano adulti e lui aveva cinque anni. Però non farti strane
idee, mai
con asprezza. Suo padre, il re, ci avrebbe ucciso”
borbottò Turles. Si grattò
la testa, scompigliando la propria capigliatura a cespuglio.
John
inarcò un sopracciglio.
“Sarà”
rispose.
Turles
sbadigliò.
“Sono
satollo. Abbiamo mangiato fino a scoppiare e ora mi sta venendo un
po’
di sonnolenza” ammise.
“Perciò
hai già finito? Non sei un grande oratore”.
Scherzò John.
Turles
mise la mano dietro il capo e scoppiò a ridere rumorosamente.
“Chiedo
scusa. Allora, che altro posso dirti? Ah sì. Mio fratello
maggiore
Radish utilizzava il piccolo principe per abbordare le ragazze. Te lo
vedevi
che coccolava questo tappetto con i capelli più alti di lui
e il suo peluche
Asperigus sempre stretto al petto, questo perché alle
ragazze piacciono gli
uomini con un istinto paterno. O almeno questo era quello di cui era
convinto”
spiegò Turles.
“Strano
che mio fratello non li avesse uccisi tutti. Non aveva un bel
carattere, da quello che mi hanno detto” rispose John. Mosse
su e giù i piedi,
erano vicini al fuoco.
“Adorava
Radish e Nappa, li chiamava ‘i miei padrini’. In
quel periodo
seguiva Reghina ovunque, la sua promessa sposa. Credo fosse
più dolce e timido
all’epoca, ma bisogna dire che era anche piccolo e io forse
lo vedevo con l’occhio
di riguardo che potrebbe avere un fratello maggiore”
spiegò Turles.
John
si voltò, sentiva un basso russare e dei respiri profondi.
<
Gli altri si sono addormentati, nonostante tutto il fracasso che
riesce a fare Turles > rifletté.
************
Freezer
e Cooler atterrarono dinnanzi a una serie di corpi privi di vita.
“Il
mio esercito” ringhiò Cooler. Iniziò a
camminare avanti e indietro tra
le carcasse, dimenando la coda e digrignando i denti.
<
‘Io’ non posso certo farmi prendere così
in giro da un maledetto
scimmione! > pensò.
“Quel
traditore la pagherà” disse gelido Freezer.
Cooler
sgranò gli occhi, incrementando l’aura e si
voltò di scatto verso di
lui.
“Perché
ci stiamo mettendo tanto a trovare il loro covo? Non dovrebbe
essere difficili, ci aggiriamo nella zona da troppo tempo!”
sbraitò.
Freezer
incrociò le braccia al petto.
“Hanno
una strega dalla loro parte. Credo che con le sue arti magiche non
ci stia facendo trovare la via. Sono ore che giriamo intorno”
rispose secco.
Cooler
ululò rabbioso, l’aura incrementata al massimo.
“Non
saranno degli stupidi trucchetti a fermare la mia vendetta!”
ruggì.
|
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Capitolo 26 *** Cap.26 Stai lontana da me ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.26
Stai lontana da me
Freezer
si guardò intorno e socchiuse gli occhi.
“Da
quella parte c’è un bagliore violetto. Forse un
sintomo di magia”
sussurrò.
“Ci
stiamo avvicinando” sibilò gelido Cooler.
“Inizia la
caccia” disse Freezer con
tono mellifluo. Spalancò la bocca e fece una lunga risata
roca e forte, imitato
dal fratello.
***********
John
camminava avanti e indietro davanti a Sauzer, che stava ritto
rabbrividendo. Ai suoi piedi c’era Kyui, incosciente, con
alcuni impacchi sul
corpo.
<
La vecchia strega deve averli aiutati… quella megera ha
proprio il
vizio, in fondo ha salvato anche me > pensò.
Distrusse il comunicatore di
Sauzer con una mano, continuando la sua avanzata.
“Ditemi
voi cosa dovrei fare. Sembra che metà esercito changelling
abbia
deciso di infastidire me” disse gelido.
“Beh,
ora che si aggiunge anche Lord Cooler avete proprio bisogno di tutto
l’aiuto possibile. Non siamo un pericolo per te, nessuno di
noi lavora più per
i tuoi nemici” rispose Sauzer.
John
lo fissò con gli occhi socchiuse e le sue iridi brillarono
di riflessi
vermigli simili a guizzi di fiamma.
Sauzer
deglutì rumorosamente e rabbrividì.
Jeeth
si avvicinò tremando al gruppetto ed incassò il
capo tra le spalle.
“Kyui,
da quel che vedo, è ferito. Tu non attacchi chi non
è in grado di
combattere o difendersi, hai un codice d’onore”
sussurrò.
<
Al contrario di tuo fratello o di molti altri saiyan… o
anche di noi
stessi. In passato abbiamo tutti dimostrato una buona dose di
malvagità >
pensò.
“A-aspetta…
ti prego, qualunque cosa tu voglia fare, riflettici” lo
supplicò
Zarbon.
John
strinse le labbra fino a farle sbiancare.
“Datemi
un solo motivo valido per non uccidervi” disse secco.
“Saremo
i tuoi schiavi più fedeli” supplicò
Zarbon. Si gettò a terra,
afferrò la spalla di Jeeth e lo fece inginocchiare a sua
volta.
“Saremo
davvero utili” biascicò Jeeth.
Sauzer
si gettò in ginocchio a sua volta.
“Obbediremo
a qualsiasi tuo ordine, anche se ci dovessi chiedere di farti
da poggiapiedi. Saremo al tuo fianco qualsiasi cosa tu voglia fare, sia
che si
tratti di eliminare Freezer che di altro” giurò.
John
sospirò pesantemente e si massaggiò la fronte.
<
Gli dei mi stanno sottoponendo a qualche prova >
pensò.
“Al
primo passo falso siete morti” li minacciò.
Kamhara
si avvicinò, John la guardò arrossendo e si
allontanò correndo,
ritornando al falò dove era accomodato Turles.
Kamhara
sospirò.
“La
saggia Altea mi ha dato delle cure che guariranno presto il vostro
amico” disse, sollevando una busta.
Kyui
socchiuse un occhio e boccheggiò, il sudore gli scivolava
lungo il
viso.
“John
m-mi ha… risparmiato?” esalò. Chiuse
gli occhi e sputò sangue.
“Sì,
quindi vedi di non tradirci. Abbiamo rischiato grosso per te. Questo
universo poteva privarsi delle sue più grandi
bellezze” borbottò Zarbon.
<
John sta davvero cambiando tanto in meglio in poco tempo >
pensò
Jeeth.
**************
“Fratellino,
stai fermo” ordinò Kamhara.
“Ahiii!”
strillò Turles.
Kamhara
roteò gli occhi.
“Bambinone.
Potevi stare più attento in combattimento, ora, se non stai
fermo, ti farai solo più male” borbottò.
Turles
rabbrividì e singhiozzò guardando la siringa che
la strega saiyan
puntava verso di lui.
“Umphf,
che comportamento vergognoso” borbottò John,
seduto al loro fianco.
<
E’ davvero immaturo > pensò.
“Perché
non mi curate solo con le erbe?” chiese Turles.
Kamhara
gli fece la puntura, strappandogli un ululato di dolore.
“Mi
dispiace, ma questa ti serviva assolutamente” rispose.
“Ora
cura John” borbottò Turles, tirando su con il naso
e sporgendo il
labbro inferiore.
“Lo
farò” disse Kamy.
“Buona
fortuna” bisbigliò Turles.
<
Anche nell’altro senso, spero che tu riesca a conquistarlo,
sorella
mia. Si vede che ti piace > pensò.
“Tocca
anche a me la puntura?” chiese John gelido.
“No,
per te bastano gli impacchi” rispose Kamhara.
Strisciò fino a lui e
sospirò.
“Anche
se mi chiedo come siate riusciti a ridurvi in questo stato”
gemette.
Turles
strisciò via silenziosamente e si allontanò.
<
Speriamo che lasciarvi soli serva ad avvicinarvi > si
augurò.
|
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Capitolo 27 *** Cap.27 Non amici, ma… ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.27
Non amici, ma…
“Non
sono affari tuoi” borbottò John.
Kamhara
gli appoggiò un impacco sulla spalla e il
principe saiyan si voltò di scatto, facendo ondeggiare i
capelli a fiamma che
gli ricadevano di lato.
“Non
c’è bisogno di essere sgarbato” lo
rimproverò
Kamy.
“Non
ho bisogno di aiuto” ribatté secco John.
“Principe,
mi dispiace dirvelo, ma siete davvero
cocciuto” si lamentò Kamhara.
“Sei
tu a essere cocciuta” brontolò John.
Kamhara
gli tirò un pugno sulla spalla, sbuffando.
“Voglio
solo aiutarti” gemette.
“Moderai
i termini, ti stai prendendo troppa
confidenza” brontolò John, massaggiandosi la
spalla.
“Vi
siete offeso, principe?” chiese Kamhara e le sue
iridi si tinsero di azzurro e divennero liquide.
“No,
sei fin troppo sottomessa alla mia dannata
famiglia. Solo che, potrei arrabbiarmi, ecco” disse John,
muovendole l’indice
davanti al viso.
“Non
penso che mi faresti del male” rispose Kamhara,
arrossendo.
“Chi
te lo dice?” chiese John secco. Guardò la giovane
al suo fianco, arrossì e sentì il battito
cardiaco rimbombarle nelle orecchie.
Kamhara
mise il suo viso davanti a quello di lui a un
paio di dita di distanza.
“Me
lo dicono i tuoi occhi” sussurrò.
John
strisciò all’indietro, il battito cardiaco
accelerato.
“M-mi
dispiace…” sussurrò. Si rimise in piedi
e
indietreggiò, si voltò e corse via, il capo
piegato in avanti.
Una
lacrima scivolò lungo la guancia di Kamhara.
Alcune gocce di acqua color sangue scesero dal cielo, rigando il viso
della
giovane, mischiandosi alla sua unica lacrima.
*******
“Allora,
lo so che hai origliato. Com’è andata?”
domandò Turles. Strinse i
pugni e saltellò sul posto, dimenando la coda.
“Che
cosa te ne importa?” chiese Jeeth, arrossendo.
“Allora
è vero che hai sentito!” gridò Turles,
sgranando gli occhi.
Jeeth
si passò le mani sui lunghi capelli candidi e
roteò gli occhi,
sospirando.
“Non
è successo nulla di quello che pensi tu”
spiegò.
Turles
aprì e chiuse la bocca, chinò il capo e sporse il
labbro.
“Se
n’è andato, non so perché”
mormorò Jeeth.
Turles
indietreggiò e spiccò il volo, i capelli gli
ondeggiavano intorno al
viso.
Kyui
strisciò fino a Jeeth, guardando in alto.
“Dov’è
andato?” domandò con voce tremante.
“Che
ne so. Chi lo capisce è bravo” sbottò
Jeeth.
Kyui
abbassò il capo e si nascose il viso tra le mani.
“E-Ehy,
scusa, non ce l’ho con te. Solo che non capisco i
saiyan” si scusò.
Kyui
aprì le dita e lo guardò in viso, le due
protuberanze ai lati del suo
capo tremarono.
“D-di
che parlavate?” domandò.
“Niente.
Soltanto John non ci sa per niente fare con le donne” rispose
Jeeth.
*********
“John,
rallenta. Fermati!” sbraitò Turles, volando dietro
a John.
Aumentò la velocità e lo affiancò, la
pioggia rossa sferzava entrambi.
Il
cielo si era annerito e John rabbrividì.
<
Non ho mai visto il cielo oscurarsi qui agl’inferi >
pensò.
“Perché?!”
sbraitò con voce tremante. I suoi occhi erano arrossati e
calde
lacrime si mischiavano con il sangue.
Un
fulmine si abbatté sul terreno e illuminò di
riflessi candidi i visi dei
due saiyan.
“Lo
so che non siamo amici, ma… ascoltami. Perché
nascondi quello che
provi?!” gridò Turles.
John
si arrestò e l’altro lo superò,
mettendoglisi davanti con le braccia
aperte.
Si
voltarono entrambi, sentendo le auree di alcuni dei loro compagni
incrementare e altre azzerarsi.
Entrambi
scattarono in direzione dei falò davanti alla casupola della
strega. In lontananza videro la zona deserta, i fuochi per
metà spenti e i due
changelling ritti in piedi.
|
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Capitolo 28 *** Cap.28 Perdita e dolore I° parte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.28
Perdita e dolore I° parte
“Freezer,
che ne hai fatto degli altri?!” sbraitò Turles.
John
si guardò intorno, con gli occhi sgranati e
atterrò, rabbrividendo.
Notò un brandello di armatura, una ciocca di capelli di
Zarbon che giaceva a
terra mossa dal vento e un guanto bruciato.
<
N-no… non possono essere ‘tutti’ morti.
Non in così poco tempo >
pensò, ingoiando un gemito. Serrò i pugni e si
voltò lentamente verso Freezer.
“Maledetto”
ringhiò.
“Traditore,
come osi parlarmi tu, che hai morso la mano che ti nutriva?”
sibilò Freezer. I suoi occhi rossi brillavano di riflessi
color sangue,
accentuati dalle gocce di pioggia vermiglia che li solcavano.
“Fratello,
non dirmi che ti senti tradito da una feccia saiyan” disse
mellifluo Cooler.
Freezer
ringhiò.
“Come
puoi parlare tu? La mia gente, mio padre, ti hanno sempre servito. Io
sono diventato servo di tuo fratello, facendo qualsiasi cosa volesse. E
tu, per
ordine di tuo padre, sotto lo sguardo gongolante di tuo fratello, come
ci hai
ripagato?” sbraitò Turles, atterrando a sua volta.
“Li
hai eliminati solo perché temevi il supersaiyan! Una
leggenda è valsa
le loro vite!” gridò ancora.
Cooler
lo guardò in viso e sorrise.
“Finalmente
posso eliminarti feccia saiyan. Il tuo fetore appestava le mie
truppe.
Seguimi
se vuoi trovare la morte” lo sfidò.
Spiccò il volo e si allontanò,
Turles balzò e scattò, seguendolo a sua volta in
volo.
Si
allontanarono ed atterrarono in uno spazio circondato da montagne
aguzze
di sangue ghiacciato.
Cooler
partì all’attacco con una ginocchiata, Turles la
parò con il
braccio. Cooler indietreggiò e partì con una
serie di colpi, Turles li schivò
muovendosi rapidamente a destra e a sinistra. Allungò le
mani sopra la testa e
lanciò il suo attacco energetico, Cooler roteò in
aria e la evitò. Il colpo si
conficcò nel terreno ed esplose, alzando un polverone.
*********
“Non
ti perdonerò!” sbraitò John.
Partì all’attacco e raggiunse Freezer con
un pugno, lo fece finire contro una montagna di aghi di metallo che
franò sotto
di lui all’impatto.
Freezer
si rialzò, dimenando la coda.
“Mi
duole concordare con quel maledetto di mio fratello Cooler. Sei uguale
a tutti gli altri scimmioni e stupido come tuo padre”
sibilò.
“Le
tue chiacchiere non ti salveranno stavolta” rispose John.
Freezer
allargò le braccia e fece una risata gelida.
“Oh,
ma io voglio solo raccontarti la verità”
ribatté.
*******
“Per
divertimento. Così, morendo, ricorderai come sono morti i
componenti
della tua razza” disse Cooler.
<
Anche se forse è meglio che ometta che è stata
per una mia
inadempienza che Kakaroth è sopravvissuto. Ho dato a quella
maledetta scimmia
la possibilità di uccidere me e mio fratello >
pensò.
“Stai
solo perdendo tempo, ma lo ammetto, sono curioso” rispose.
***************
“Tuo
padre non era certo più clemente di me.
Non
si faceva certo impietosire da suppliche e piagnistei quando doveva far
giustiziare coloro che gli avevano fatto un torto”
raccontò Freezer, con gli
occhi chiusi.
John
corrugò la fronte.
“Andò
così anche quel giorno di tanti anni fa. Ai suoi piedi era
inginocchiato, se non sbaglio, un soldato intento a implorare perdono
per uno
sbaglio. Lo sguardò di tuo padre era gelido come un blocco
di ghiaccio.
Re
Vegeta era accomodato
sul trono, sullo schienale era dipinta una immensa V tra le fiamme. Si
alzò e
allungò il braccio davanti a sé, dalla mano si
dipartì un’onda diretta verso il
soldato tremante e inginocchiato davanti a lui. Un’altra onda
raggiunse la
vittima alla schiena, facendola rovinare al suolo priva di vita.
“Come
avrai capito, ero stato io ad ucciderlo battendolo sul tempo. Mi sono
sempre piaciute le entrate ad effetto” disse Freezer.
Ridacchiò.
|
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Capitolo 29 *** Cap.29 Perdita e dolore II° parte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.29
Perdita e dolore II° parte
“Tuo
padre era un codardo, ed era così divertente vedere quel
grande re,
temuto e rispettato, inchinarsi impaurito ai miei piedi. Abbassava lo
sguardo
con fare ossequioso.
Ho
sperato che tuo fratello Vegeta fosse diverso e mi ero illuso,
compiacendomi nel notare nei suoi occhi la totale mancanza di
sottomissione.
Invece, era pronto ad attaccarmi. Dopo quell’esperienza,
ammetto che mi
aspettavo il tuo tradimento da tempo.
Ho
goduto a ricordargli che doveva concedermi suo figlio Vegeta,
l’ho
sentito ringhiare. Invece, il patto che riguardava te, lo ha accolto
come
aspettandoselo, con quieta e dolorosa rassegnazione”
raccontò Freezer.
Radish
rabbrividì,
vedendo Freezer ghignare e si abbassò, avvicinando il capo
al sovrano, in
ginocchio.
“Non
avrete davvero l’intenzione
di consegnargli il principino” bisbigliò.
Il
re serrò i pugni,
tremava e il suo viso era arrossato di rabbia.
“Non
m’importa nulla di
mio figlio. Sono solo stanco che quell’essere tratti
così l’orgoglioso popolo
dei saiyan” ringhiò piano.
John
dimenò la coda, i peli castani erano gonfi.
“Una
scelta saggia, per il suo popolo” ribatté.
“Tuo
fratello avrebbe detto da rammolliti. Poverino, gli si
spezzò il
cuore. Aveva sempre creduto che quel debole di suo padre fosse un vero
eroe”
ribatté Freezer con voce melliflua.
“Mio
padre ha guidato una rivolta contro di te guidando
l’élite dei saiyan!”
ribatté John, alzando la voce.
“Oh
sì, scelse i guerrieri e le guerriere più forti o
più astuti. Non
voleva consegnare il suo erede, ma per lui era un oggetto su cui
mercanteggiare, come lo era per me. Fecero un attacco a sorpresa,
sciocchi. Non
sapevano che avevo già intenzione di spazzare via il loro
misero pianeta.
Li
uccisi tutti senza fatica e divertendomi anche.
Mi
godetti la vittoria con del buon cibo e dell’ottimo vino.
Sai, mentre
tuo padre moriva e il tuo popolo veniva spazzato via, tuo fratello,
all’epoca
un bambino, se ne stava seduto cheto in una stanza buia ad attendere
che
facessi di lui ciò che più mi
aggradava”. Proseguì Freezer nel suo racconto.
“Ci
sei riuscito solo perché quasi tutta la razza saiyan non
seguì il suo
re e molti degli uomini che aveva scelto avevano tentato la fuga come
codardi.
Lui, invece, che chiami così, ha affrontato il suo
terrore” ribatté John.
Freezer
incrociò le braccia al petto e chinò il capo.
“Su
una cosa hai ragione. M’infastidì parecchio il
comportamento di quel
gruppo di saiyan che si professavano superiori”
sussurrò.
Freezer
si voltò verso
il gruppetto dinnanzi alla porta, intento a tremare.
“Volete
provare a
vendicarlo?” chiese. Li vide venire scossi da singulti
più forti, alcuni di
loro battevano i denti.
Freezer
digrignò i
denti, sgranò gli occhi e lanciò dei raggi laser.
Colpì in pieno sia il
gruppetto che il cadavere del re, tramutandoli tutti in polvere.
Si
voltò, risalì a bordo
del piccolo trono e aprì il tettuccio della navicella,
uscendo nello spazio
aperto.
“Da
quello che so, anche tu hai tremato di paura dinnanzi alla potenza del
supersaiyan che ti ha ucciso e hai anche supplicato”
ribatté John.
*******
“Mio
fratello, una volta nello spazio aperto, si trovo davanti tuo padre.
Era un misero insetto rispetto a lui, che a sua volta è
niente al mio cospetto”
raccontò Cooler.
“Mio
padre era un eroe!” gridò Turles.
“Il
destino si ripete. Tu e quello scimmione che sta combattendo contro mio
fratello, avete gli stessi volti dei vostri padri. Morirete insieme
come
morirono i vostri genitori.
Sai,
tuo padre era uno sciocco sognatore. Vide tutto attraverso gli schermi
della mia navicella, tuo padre lanciò una misera onda
dicendo:
“Cambierò
il futuro di Kakaroth, cambierò il futuro dei saiyan e
cambierò
il mio futuro”.
L’onda
scagliata da mio fratello spazzo via il suo misero attacco, lui, la
sua gente e fece esplodere l’intero pianeta.
Sia
io che mio fratello ridemmo per ore, mai divertiti tanto. Nessun altro
riuscì a capire la bellezza di quel momento.
Fu
quasi un dolore dover raccontare la ‘storiella’
dell’impatto col
meteorite” raccontò Cooler.
“Hai
sbagliato a non eliminarli, a rendermi più forte, quel
giorno. Ora ho
l’intenzione di vendicarmi!” sbraitò
Turles.
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Capitolo 30 *** Cap.30 Perdita e dolore III° parte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.30
Perdita e dolore III° parte
<
Non voglio diventare un mostro come lui. Da oggi non
utilizzerò mai
più i miei poteri per una qualche sete di sangue o di
conquista, ma difenderò
la vita.
Tutti
possono uccidere, ma pochi possono salvare > pensò
John,
corrugando la fronte.
“Ora
è tempo che io ti elimini, stupido scimmione. Sii contento,
avrai l’onore
di essere eliminato dalla mia forza suprema” disse Freezer
mellifluo. Iniziò a
urlare e raggiunse lo stadio di Gold.
La
pioggia di acqua vermiglia cessò, la figura del changelling
sfolgorava
di fronte alle spesse nuvole, facendole brillare di riflessi dorati.
L’aura
dorata di Freezer ne celava una viola.
<
Odio quel suo tono ipocritamente ‘carezzevole’
> pensò John,
digrignando i denti.
John
incrementò a sua volta l’aura, emanando luce blu,
la sua aura si
espandeva con ondate bianche che accecarono l’avversario.
Delle ali nere da
pipistrello, dalla membrana nera frastagliata, comparvero sulla schiena
di
John. Il demone strinse gli occhi, mentre delle corna che si
attorcigliavano su
se stesse formando dei riccioli neri gli fuoriuscirono dal capo,
scompigliandogli i capelli mori.
Freezer
saltellò sul posto, dimenando la coda, si leccò
le labbra con la
lingua aguzza. Sgranò gli occhi, le sue iridi vermiglie
brillavano di riflessi
rosa, il suo corpo longilineo scattava, i suoi muscoli erano in
tensione e
rivoli di sudore scivolavano sulla sua pelle liscia.
“Oh,
la tua potenza a sorpresa è sempre così
eccitante” sibilò.
“A
noi due, Freezer” disse gelido John.
**********
“A
noi due, scimmione!” intimò Cooler.
Gettò indietro la testa ed iniziò a
urlare.
Turles
chinò il capo, i suoi occhi neri erano liquidi, la sua pelle
molto
abbronzata era madida di sudore.
Bardack
era sdraiato per
terra, facendo alzare e abbassare il giunco che teneva in bocca. Un
rivolo di
sudore gli scivolò lungo la guancia segnata dalla cicatrice.
Turles
guardò il padre,
cercò di raggiungerlo, ma Celipa lo afferrò per
un braccio. Il bambino batté le
palpebre e alzò il capo, fissandola.
“Tuo
padre è stanco, ora”
disse la donna con tono sbrigativo.
“Fratellino
Kakaroth si
è mosso nella boccia criogenica”
piagnucolò il piccolo.
“Manca
ancora parecchio
a quando nascerà e poi non è ancora sicuro il suo
livello di potenza. Se fosse
troppo basso, tuo padre non potrebbe tenerlo” disse la donna.
“Ma zia…” piagnucolò
Turles.
Celipa
sospirò e lo
prese in braccio.
“Tranquillo,
sarà come
con te e Radish. Verrà spedito su un pianeta di debolucci,
li farà tutti fuori,
tornerà con una potenza superiore e mio fratello
potrà accoglierlo in casa da
buon padre” disse gentilmente.
Turles
annuì.
Turles
indietreggiò, mentre la potenza di Cooler si faceva sempre
più elevata,
il changelling era intento a trasformarsi.
Turles
si schermò il viso con il braccio.
“Nostro
padre è stato
ferito da un kanassiano. In questo momento si trova nella vasca
rigeneratrice”
disse Radish con voce roca.
Turles
sgranò gli occhi.
“Quei
maledetti dagli
dei con il dono della preveggenza, ma destinati a non essere mai
creduto?”
biascicò.
Radish
annuì, facendo
ondeggiare i lunghi capelli mori.
“Lo
avevano appena
conquistato. Era rimasto un solo sopravvissuto, li ha attaccati a
sorpresa. Ora
non sanno se nostro padre riuscirà a svegliarsi. Ed anche se
ci riuscisse, lo
allontaneranno. Adesso è solo un portatore di
sventure” mormorò.
“Non
per forza. Se anche
avesse il dono, lo terremo nascosto. Così non potranno
giudicarlo. Vedrai che
il re ci aiuterà, non vorrà perderlo come
generale” ribatté Turles.
Le
urla di Cooler risuonavano sempre più forti nelle orecchie
di Turles, la
pelle del changelling si ricoprì di color argento, mentre la
sua figura si
faceva più minuta e longilinea.
“Hanno
trovato la
squadra di tuo padre totalmente spazzata via” disse Sauzer.
Turles
sgranò gli occhi.
“C-cosa?
D’accordo, lui
non era andato con loro, ma si trattava del pianeta Meet. La sua
conquista
doveva essere una passeggiata” gemette.
“Invece
li hanno trovati
tutti morti, massacrati, i loro cadaveri erano in parte
vaporizzati” ribatté
Sauzer.
Turles
ondeggiò e si
appoggiò alla parete con una mano.
<
Zia Celipa… Zio
Toma… Punkin, Toteppo… se anche papà
si svegliasse, sarebbe distrutto >
pensò.
Turles
abbassò e rialzò il capo un paio di volte, una
serie di fulmini
verde-acqua si abbatterono dietro di lui, emanando scintille. La sua
aura
iniziò ad aumentare.
“Il
pianeta Vegeta-sei è
andato distrutto a seguito dell’impatto con un
asteroide” disse gelido Cooler.
Lasciò
cadere a terra
una fascetta rossa in parte strappata.
“Questa
era di tuo
padre. Ha cercato di fermarlo, ma è stato spazzato via.
È rimasta solo questa”.
Aggiunse.
Turles
si gettò in
ginocchio e la prese con entrambe le mani.
<
È intrisa di
sangue, per questo è rossa > pensò,
mettendola in tasca.
Turles
estrasse dalla tasca dell’armatura della battle-suit la
fascetta rossa
e se la legò sulla fronte.
“Mio
padre ha avvisato di quello che stava succedendo. Nessuno gli ha
creduto, nemmeno io ero al suo fianco, non lo sapevo. Sono tutti morti,
la mia
gente, la mia famiglia. Mio padre ha smesso di credere nella sua gente,
nei
suoi cari. Non ha chiesto più niente.
È
come se tu e tuo fratello me lo aveste portato via per
sempre… non
abbiamo più parlato” sussurrò roco.
Serrò i pugni, digrignò i denti e
aumentò
al massimo la sua aura.
“È
la tua fine, Cooler!” ululò.
“No,
è la fine di voi saiyan. Io e mio fratello vi spazzeremo via
anche
dagl’inferi” ribatté gelido Cooler,
finendo la trasformazione.
|
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Capitolo 31 *** Cap.31 Sopravvissuti ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.31
Sopravvissuti
“Rialzati,
ti prego, rialzati, nipotina!” urlò Toma.
<
Pensavo di essere arrivato giusto in tempo… è
stato terribile. Non mi
aspettavo di trovarmi davanti Freezer e Cooler. Gli altri sarebbero
stati
spazzati via da quell’onda che quei due mostri hanno lanciato
insieme, indice
contro indice, se non fossi intervenuto io. Li ho fatti tutti cadere
nel fiume
e la corrente li ha portati via.
Avrei
dovuto pensarlo che era sangue, non acqua. Potrei averli uccisi io
ugualmente > pensò, avvertendo gli occhi pizzicare.
Si
guardò intorno e boccheggiò.
<
Ho recuperato solo Kamhara, gli altri non so nemmeno dove sono stati
trascinati via > pensò.
*****
“Oh,
meno male che vi ho trovata” gemette Naly. Riuscì
a pulire il viso
della saggia Altea, l’anziana ansimava, il sudore le
scivolava lungo il viso
rugoso.
“Mi
occuperò io di voi, ve lo prometto”
sussurrò.
<
Ho bisogno di aiuto e riparo, adesso > pensò,
prendendo la vecchia
strega tra le braccia.
******
“Vediamo
chi manca. Facciamo l’appello”disse Kyui, tremando.
“I-io
ci sono…” gemette Jeeth, nascondendosi il viso tra
le mani. Era in
ginocchio e i suoi capelli candidi gocciolavano sangue.
“Il
mio povero Sauzer soffre, fate silenzio! Oh, il mio adorato povero
Sauzer” gemette Zarbon. Stringeva a sé il migliore
amico esanime, Sauzer lasciò
ricadere la testa di lato e ansimò.
“Il
mio unico rimpianto… è di aver sciupato la mia
fulgida bellezza”
biascicò il biondo, perdendo i sensi.
“Nessuno
di noi è ferito. E’ inutile piagnucolare
così. Potevamo essere
morti, dobbiamo la vita a quel saiyan apparso dal nulla”
disse Jeeth, alzandosi
in piedi. Il tono della sua voce era più deciso.
“Sarà
anche come dici, ma il mio carissimo amico sta soffrendo”
gemette
Zarbon.
<
Sminuisce il suo dolore! > pensò.
“Dobbiamo
trovare gli altri. L’unione fa la forza” propose
Kyui.
*********
Toma
si massaggiò la spalla, la testa gli pulsava e le gocce di
sangue, dovute alla nuotata, si mischiavano al suo sudore freddo.
Avanzava,
con le gambe tremanti, tenendo Kamhara incosciente tra le
braccia.
<
Le è venuta la febbre alta, ecco perché non si
riprende > pensò.
Deglutì rumorosamente e si guardò intorno.
“Bardack
sarà anche il mio migliore amico, ma, se scopre che ho
lasciato
che sua figlia scomparisse per sempre, mi
ucciderà” borbottò.
Strinse
le labbra fino a farle sbiancare e raddrizzò la schiena.
“No,
dimostrerò quanto valgo. Appartengo al fiero popolo dei
saiyan e
riuscirò a salvarla” si disse.
Sentì
dei passi alle sue spalle e si voltò, posò
delicatamente a terra la
giovane.
Toma
impallidì, riconoscendo Dodoria.
“Non
può essere, Freezer ti ha spazzato via”
sussurrò.
<
Proprio l’alieno che mi ha ucciso! > pensò.
“Io
non sono Dodoria. Io sono qui per portarti la lieta novella. Presto
Devil, il mio signore, nascerà” rispose il clone
di Dodoria. Si piegò in avanti
e ridacchiò. “Tu devi morire per festeggiare,
scimmietta” sibilò.
“Io
non sono una scimmietta!” sbraitò Toma.
Scattò in volo e raggiunse l’avversario
con un pugno al viso. Il volto floscio dell’alieno si
ripiegò su se stesso, il
grasso del suo flaccido corpo rosa ondeggiò e la creatura
cadde a terra con un
pesante tonfo.
Il
falso Dodoria si rialzò, un rivolo di sangue gli fuoriusciva
dal naso.
Fece una bassa risata.
“Oh,
se resisti, sarà più doloro. Peggio per
te” disse. Lanciò una serie di
raggi energetici dalle dita, Toma si muoveva a destra e a sinistra
rapidamente.
“Tu
sarai la mia prova del fuoco” sibilò.
Alzò il braccio sopra la testa e
preparò un kienzan nero, dai bordi frastagliati rosso
sangue. Lo lanciò,
decapitando l’avversario e lo raggiunse con un attacco
energetico rosso-viola a
due mani, polverizzandolo.
“Salutami
il tuo Devil, chiunque egli sia!” sbraitò. Si
voltò e corse
nuovamente da Kamhara.
|
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Capitolo 32 *** Cap.32 Paikuhan, il salvatore ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=sIG4IEvIkA8&feature=em-subs_digest.
Cap.32
Paikuhan, il salvatore
Paikuhan
si fasciò la ferita
sul braccio e indicò il tavolo di legno davanti a
sé.
“Puoi
adagiarla lì” disse.
Naly
annuì, i capelli
scompigliati le ricadevano davanti al viso scomposti.
Obbedì, stendendo l’anziana
strega saiyan sul tavolo.
“Tu
provieni dall’altra parte?”
chiese.
“Sì,
vendono dal paradiso ed è
per questo che voglio solo aiutare. Purtroppo, qualsiasi cosa stia
succedendo
qui negl’inferi, non posso più gestirla. Re Yammer
mi ha richiamato” rispose
Paikuhan.
“Tipico,
come sempre non gl’importa
di noi. Siamo stati giudicati in modo crudele, senza attenuanti e vuole
solo
vederci scomparire per utilizzare la nostra energia oscura, purificata,
come
fonte di energia” gemette Naly.
Paikuhan
sospirò e chinò il
capo.
“Fortunatamente
ho delle cure.
Posso aiutare questa signora e gli altri tuoi amici”
mormorò.
“Allora
vado a cercarli” disse
Naly.
“Sicuro
che non vuoi che vada
io?” chiese Paikuhan.
“No,
sei tu che sai come usare
le cure e poi non li riconosceresti” disse Naly.
Uscì dalla casa-capsula che
Paikuhan aveva fatto comparire e spiccò il volo,
allontanandosi.
******
Naly
atterrò, le gambe le affondarono nel terreno
fangoso e vermiglio.
“Toma!”
gridò. Riconoscendo quest’ultimo, che era
intento a correre con Kamhara incosciente tra le braccia.
“Mi
serve aiuto!” urlò Toma, raggiungendola.
Naly
lo raggiunse e sgranò gli occhi, guardando il
viso arrossato e contratto della saiyan dai capelli rossi.
“Mi
serve aiuto per lei” aggiunse Toma.
<
Amica mia, cosa ti è successo? > si
domandò
Naly.
“Ha
la febbre alta, dobbiamo sbrigarci” disse secco
Toma.
“Sta
così perché è stata colpita da
Freezer?” chiese
Naly.
“In
realtà, un attacco energetico sarebbe stato meno
pericoloso. Se non fossimo saiyan, sarebbero già morti. Io
mi sono schermato
con l’aura, ma l’oro sono stati immersi per ore in
un fiume in piena, che già
di suo può portare febbre o all’annegamento; ma
era anche di sangue. Quel
liquido denso, li sta uccidendo in pochissimo, perché la
loro pelle ha smesso
di traspirare. Hanno bisogno di essere lavati con le sostanze
adatte” rispose
Toma.
“Le
condizioni della saggia Altea sono anche più
gravi, a causa della sua età avanzata”
mormorò Naly, roca. Spiccò il volo e
s’indicò
un paio di volte.
“Vieni,
ho trovato chi ci può aiutare” disse.
Toma
levitò a sua volta, seguendola.
**********
Kamhara
si alzò seduta, era accomodata su un tavolo.
“Dov…”
farfugliò.
“Mi
dispiace, abbiamo dovuto trasferire la tua anziana
maestra sul divanetto e letti non ce ne sono” disse Paikuhan.
Kamhara
si ritrasse.
“Tranquilla,
è lui che ti ha salvato” disse Toma, con
tono secco.
“Cos’è
successo? Ricordo solo di essere caduta nel
fiume” biascicò Kamhara.
“Lascia
stare” borbottò Toma.
“Presto
anche la saggia Altea si riprenderà. Dobbiamo
ringraziare questo abitante del paradiso” spiegò
Naly.
Kamhara
si massaggiò la testa, le doleva.
“Dov’è
Freezer?” biascicò.
“Non
lo so, ma siamo al sicuro qui” disse Naly, con
tono gentile.
Kamhara
cercò di alzarsi in piedi.
“Noi
sì, ma mio fratello e John sicuramente no” disse,
cercando di alzarsi.
“Al
momento dobbiamo trovare gli altri che sono
fuggiti con noi. Per Turles e John non ti devi preoccupare”
disse secco Toma.
“Sì,
una volta trovati gli altri tutto andrà meglio.
Anche se staranno nascondendo le loro auree, come noi”.
S’intromise Naly.
Kamhara
ricadde in avanti e Paikuhan l’afferrò al
volo.
|
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Capitolo 33 *** Cap.33 Voglio essere odiato ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.33
Voglio essere odiato
“Saggia
Altea, vi siete appena ripresa, cosa fate?”
domandò Kamhara.
“Naly
sarà qui a breve con gli altri mercenari che si sono uniti
al nostro ‘particolare’
gruppo illegale. Alcuni di loro sono ancora infettati con il veleno di
Freezer,
devo preparare l’antidoto, perché deboli come
sono, non sopravvivrebbero a lungo”
disse l’anziana. Le mani rugose le tremavano e il sudore le
solcava il viso
ingrigito.
“Permettetemi
di aiutarvi, vi prego” disse Paikuhan.
“Ottimo.
Perché mi serve che tu recuperi quest’ingredienti,
in queste
condizioni non sono in grado. Kamy, tu invece mi aiuterai con la
preparazione”
ordinò Altea.
*******
Kyui
rabbrividì, i vestiti umidi e gocciolanti gli erano aderiti
al corpo e
lo facevano rabbrividire di freddo. Il vento sferzava lui e gli altri
alieni
che camminavano raggruppati alle sue spalle.
Zarbon
teneva Sauzer in braccio sulle spalle.
“Dite
che John se la stia cavando?” chiese Kyui.
“Sicuramente”
mormorò Jeeth con voce roca.
Kyui
sentì le lacrime pizzicargli gli occhi e strinse i denti,
ingoiò un
gemito.
“Ehy, voi, sono vostra amica”
disse Naly atterrandogli davanti.
<
Sembrano stare meglio degli altri, tranne quello dalla pelle viola e
quello che nemmeno riesce a camminare > pensò.
“Ho
un riparo a cui portarvi, dove vi potrete lavare e venire
curati”.
Proseguì la giovane, dimenando rapidamente la coda.
“Meno
male, siamo salvi” esalò Zarbon.
********
Nel
cielo rosso sangue si udivano una serie di esplosioni d’aria,
misti a
fruscii e sibili.
I
due contendenti utilizzavano la supervelocità e non erano
visibili a
occhio nudo.
Freezer
lanciò una serie di onde, John le schivò. Si
muoveva sinuoso,
facendo fremere le ali, scattando a destra e a sinistra, accovacciato.
<
Sembra un felino, ma se pensa che mi lascerò azzannare alla
gola, si
sbaglia > pensò il changelling, continuando a
lanciare raffiche di attacchi
energetici di colore rosa acceso.
Alcune
di esse colpirono il terreno, spaccandolo, facendo sgorgare fiumi di
magma.
John
schivò un campo energetico circolare lanciato
dall’avversario per
imprigionarlo, questo affondò nel magma e sparì,
tra una serie di scoppiettii.
Il
terreno tremava e su di esso si abbatterono una serie di fulmini
ramificati.
Freezer
cercò di afferrare John al collo con entrambe le mani, ma
John le
afferrò entrambe con le proprie. I due iniziarono a
vorticare in picchiata,
rimanendo nella posizione di stallo, cercando di spingersi a vicenda.
Aprirono
una voragine nel suolo, atterrando in piedi, e saltarono
all’indietro,
allontanandosi.
Entrambi
ansimavano, il sudore grondava lungo i loro visi.
<
Non capisco. A questo punto il mio veleno doveva averlo già
fiaccato
> pensò Freezer.
John
ghignò. Lanciò un kienzan e segò la
coda di Freezer, che cadde a terra
dimenandosi.
Dalle
sottili labbra color rubino di Freezer proruppe un ruggito.
Freezer
spiccò il volo, partendo all’attacco, lo raggiunse
con dei pugni
all’altezza del collo, mozzandogli il fiato, una serie
rapidissima all’addome
facendolo piegare in avanti e con un calcio alla schiena lo fece cadere
a
terra. Le unghie del suo piede lasciarono dei profondi squarci nella
schiena di
John, all’altezza delle ali.
John
strisciò, allontanandosi dall’avversario e
vomitò sangue. Gli occhi di
Freezer brillarono di rosso sangue, lanciò un laser da essi.
Ci fu un’esplosione
e John venne sbalzato all’indietro, con un prolungato urlo di
dolore.
Freezer
ghignò e gattonò, apparendo come una lucertola
gigantesca, fece un
salto mortale e raggiunse John con una doppia pedata al petto,
facendolo gemere
sofferente.
Gli
afferrò il collo con una mano e lo issò,
stringendolo alla giugulare.
<
Non mi farò sconfiggere da te. Non dopo tutto quello che ho
passato
qui agl’inferi.
Ho
ignorato la sofferenza di coloro che avevo ucciso e, perciò,
la mia
punizione è stata ancora più atroce. Costretto a
essere un bozzolo alla merce
di fatine fastidiose e orsetti degni di una visione sotto droghe
pesanti >
pensò, sgranando gli occhi.
“Io
tornerò a essere il più forte
dell’universo” sibilò.
John
si dimenò, cercò di liberarsi dalla stretta,
boccheggiò e sentì la
coscienza venire meno.
<
Sento già i miei polmoni privi di ossigeno. Ho un tempo
davvero esiguo
per liberarmi, poi perderò i sensi. È questo che
succede quando la propria
giugulare viene stretta in uno strangolamento > pensò.
Cadde
in ginocchio, la sua vista venne meno ripetutamente.
<
No, non voglio finire così. Inerme, senza la
capacità di oppormi,
ancora una volta piegato a lui > implorò mentalmente.
Si piegò in avanti,
arcuando la schiena e morse a sangue il braccio di Freezer, fino a
sentire il
sapore del sangue.
Freezer
strillò e lo lasciò andare, si strinse il braccio
al petto, lì dove
c’erano i segni violacei dei denti.
“Come
ti sei permesso di farmi del male, barbaro?!”
ululò Freezer, con voce
stridula.
John
strisciò all’indietro, in ginocchio, ansimando.
“Stai
perdendo la calma” biascicò, rialzandosi in piedi.
“Lurido
traditore. Come ti sei permesso?” chiese Freezer, levitando
fino ad
avere la stessa altezza di John.
<
Quando ero bambino, mi sembrava così alto. Ed ora, sono
più alto di
lui. Sta avvenendo la stessa cosa con la sua forza. Da piccolo pensavo
fosse
invincibile, invece, adesso, la sua paura mi dà coraggio
> pensò John.
“Non
ti chiedo di capire perché, fino a davvero poco tempo fa,
nemmeno io
ci sarei riuscito. Ci sono cose più importanti
dell’odio, del potere e della
vendetta per cui lottare.
È
assurdo, ma se il tuo unico chiodo fisso è essere il
migliore, non riuscirai
a esserlo. È quando le tue priorità diventano
altre, che trovi la vera forza”
spiegò.
Freezer
socchiuse un occhio e sgranò l’altro.
<
Che stia delirando per la febbre? Forse adesso il mio veleno sta
facendo effetto > pensò.
“Non
ti odio, Freezer. Ti compatisco. Mi dispiace per te, perché
rimarrai
rinchiuso ottusamente nelle tue idee per sempre”
sussurrò John. Chiuse gli
occhi e fece un sorriso triste.
John
chiuse gli occhi e
fece un sorriso che gli prese metà del viso.
“Grazie”
disse il
bambino. Le ali da demone sulle sue spalle fremettero.
Freezer
assottigliò gli
occhi.
<
In questi momenti
mi rendo conto come non assomigli per niente al fratello, in
realtà > pensò.
Freezer
indietreggiò.
“Mi
ricordi fin troppo quell’idiota di Goku, parlando
così” sibilò. Un
rivolo di sudore gli scivolò lungo la guancia.
<
Preferisco affrontare rabbia ed odio, che questo >
pensò.
“Sbagli
a non odiarmi. Sono sempre andato fiero di avertene dato motivo. La
prima volta uccisi tua madre proprio per questi sciocchi
sentimentalismi”
sibilò.
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Capitolo 34 *** Cap.34 Volontà infranta ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=y_hHjj2C9yE
Cap.34
Volontà infranta
“Cosa
c’entra mia madre?” chiese John con tono gelido.
“Portava
avanti strane idee, di libertà, di bontà, di
redenzione. Lei
stessa aveva ucciso, come tutti i saiyan, ma sperava in un futuro
migliore. Ho
dovuto provvedere di farla tacere per sempre. Né tuo padre,
né tuo fratello ne
hanno mai saputo niente” si vantò Freezer.
“Assassino!”
ululò John.
Freezer
sgranò gli occhi e guardò l’altro,
rabbrividendo.
<
Quel furore… è lo stesso di Goku. Le parole di un
puro di cuore che
vede l’orrore dei miei atti > pensò.
John
lo raggiunse con un pugno, facendolo rovinare al suolo, Freezer si
rialzò tremante, il sangue gli sgorgava a fiotti dal naso.
<
Nessuno deve osare tanto contro di me. Nessuno >
pensò, premendosi
la mano contro il naso, arrestando il sangue con le dita.
“Sì,
così, odiami. Sono un assassino, hai ragione. Ho ucciso
tante persone
a te care. Se non fosse resuscitato, anche Vegeta sarebbe qui
agl’inferi per
mia mano” sibilò.
“Hai
finito di mietere vittime. Non renderai più la vita di
nessuno un
incubo di disperazione, ti spazzerò via” disse
gelido John.
“Sicuro?
Non ti sei chiesto se è troppo tardi per salvare le persone
a te
divenute care? Guardati intorno” disse Freezer, mellifluo.
Allargò le braccia,
indicando intorno a sé e John volse il capo.
<
Non riesco a credere di aver perso tutti in così pochi
attimi >
pensò.
“Io
e mio fratello li abbiamo eliminati tutti. È inutile che
speri
diversamente” mentì Freezer.
<
È stata colpa mia. Molti di loro sarebbero stati al sicuro
come
mercenari. Forse sono stati troppo ingenui a seguirmi. E poi quel Toma,
così
serio, che se ne usciva con domande personali come se fosse una specie
di zio
burbero. La vecchia strega mi ha salvato la vita. Quella giovane, Naly,
era
sempre pronta a scherzare. Era come una bambina nel corpo di
un’adulta. Non
possono essersene andati tutti, anche Pamela con il suo carattere duro.
Ho
passato così poco tempo con loro, ma sono stati i momenti
più belli della mia
vita. Mi hanno aperto a un mondo nuovo > pensò John,
avvertendo una fitta al
petto.
“Non
dirmi che non riesci ad accettarlo. Hai convissuto con la morte tutta
la vita. Cosa ti aspettavi!? Che sarebbero arrivati sorridenti e
baldanzosi a
darti una mano?” lo derise Freezer.
<
‘Lei’ non può essere morta >
pensò John, avvertendo una fitta al
petto.
Gli
occhi di Kamhara
erano spenti, i capelli rossi le ricadevano disordinati intorno al
viso, un
rivolo di sangue le usciva dalle labbra.
John
osservò il suo
corpo esanime, allungò la mano e la vide trasformarsi in
polvere.
John
chinò il capo, la sua aura
s’incrementò. L’urlo del vento gli
risuonò
nelle orecchie, il vento gli scompigliò i capelli neri a
fiamma, che gli
ricadevano di lato.
Freezer
vide il suo viso ingrigirsi, le sue ali ripiegarsi su se stesse.
<
La sua reazione è eccessiva… aspetta, mi
è parso di vedere una saiyan
tra quelli che ho ucciso. Non dirmi che… >
pensò.
“Non
dirmi che ti sei rammollito per colpa di una fesseria come
l’amore?
Ecco il perché di quelle idiozie sdolcinate”
sibilò Freezer.
John
mise un braccio davanti al viso e piegò l’altro,
facendo scattare il
gomito, al fianco del braccio.
“Non
parlare di ciò che non sai” sibilò. La
sua voce si confuse in parte
con il rumore del vento.
“È
morta” disse Freezer secco. Lanciò una serie di
ki-blast, John li
frantumò con dei colpi secchi della mano.
“Bugiardo!”
tuonò, ma la sua voce assunse un tono disperato.
Intorno
a loro si scatenò un tornado, John sentì il vento
sferzargli il viso.
La sua vista si annerì e si sentì svenire.
<
Non può essere. Non l’ho mai baciata, non
l’ho mai tenuta stretta a me
Spiccò
il volo, il vento faceva ondeggiare la sua figura.
Freezer
ghignò, vedendolo stringere i pugni con foga.
<
Oh, la tua volontà sta venendo meno. Il briciolo che ti
è rimasto lo
stai mettendo tutto in quei ridicoli pugni > pensò.
Incrementò l’aura,
spazzando via il tornado che li circondava. Si allontanò,
John lo seguì con lo
sguardo, Freezer raggiunse il fiume di sangue e scostò una
roccia.
<
Se mi ricordo bene, era caduta qui > pensò Freezer.
John
lo vide lanciargli qualcosa e l’afferrò al volo,
era una giacca di
pelle viola con i bottoni in legno, intrisa di sangue.
“La
giacca di Kamy” gemette John, la strinse al petto e
inspirò l’odore di
lei.
<
È morta anche lei. Non ho mai conosciuto il mio popolo, i
miei
genitori. Ed ora, appena avuti degli amici, li ho abbandonati a un
triste
destino.
Nonostante
tutto questo potrei andare avanti, la solitudine non mi ha mai
schiacciato. Però, aver perso lei, la prima luce nella mia
vita d’oscurità, è
inaccettabile! >. Le lacrime gli pizzicarono gli occhi.
<
Lei era già morta, non ci sarà un
aldilà in cui ci rincontreremo! Mi
odio! Mi odio così tanto per non averle mai detto che
l’amavo!” > si gridò
mentalmente.
“Arrenditi
e vedrai che non ti farò troppo male quando ti
ucciderò. Non ti
prometto che durerà poco, perché ho intenzione di
divertirmi con te, ma
cercherò di non esagerare” disse Freezer, facendo
un sorriso sadico.
John
guardava fisso davanti a sé, gli occhi vitrei. Le lacrime
rigarono il
suo viso, fluendo copiose.
<
In fondo sono già morto. Sono morto nel momento in cui ho
perso lei.
Posso anche morire davvero > pensò.
<
Oh, nonostante la sua potenza in battaglia, a quanto pare è
fragile
come una statua di cristallo. Ho già vinto > si disse
Freezer, guardando l’altro
far ricadere le braccia ciondolati ai lati del corpo, socchiudendo le
mani,
lasciando cadere verso il suolo la giacca della saiyan.
<
Mio caro principino, hai appena perso la motivazione che ti spingeva a
lottare > esultò Freezer.
|
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Capitolo 35 *** Cap. 35 L’ira di Turles ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=gC34KNOItz4.
Cap.
35 L’ira di Turles
“Sei
stato davvero bravo. Io sono alla stessa potenza che avrà
sicuramente
Freezer in questo momento. Però devo dirti che io ho una
trasformazione in
più”.
<
Un’altra? Io sono distrutto! > si chiese Turles,
mentre un rivolo
di sudore gli scivolava lungo il collo. Si voltò di scatto
sentendo l’aura di
John scemare.
<
Cazz*, è nei guai! >.
L’urlo
di Cooler lo fece voltare nuovamente verso il nemico, il corpo
dorato di quest’ultimo si stava gonfiando, ricoprendosi di
gonfie vene
pulsanti. Fu avvolto da scariche elettriche, alcuni fulmini caddero dal
cielo
colpendolo in pieno.
Turles
batté le palpebre, Cooler scattò e lo raggiunse
con una ginocchiata
al volto. Si udì il rumore del setto nasale del saiyan che
si rompeva, mentre
il sangue iniziava a colare e Turles venne sbalzato
all’indietro.
Turles
si pulì il volto con il braccio e con l’atra mano
si diede la
spinta, rimettendosi in piedi. Cooler gli avvolse la coda intorno al
collo e
iniziò a stringere.
Turles
gliela morse, Cooler ringhiò, perdendo la presa, e lo
colpì alla
pancia con una gomitata, Turles si piegò in avanti sputando
un grumo di sangue.
Turles
indietreggiò di un paio di passi, Cooler gli apparve alle
spalle e
gli avvicinò le labbra all’orecchio.
“Ho
appena iniziato a divertirmi” sibilò.
Iniziò a tempestarlo di calci e
pugni alla schiena, Turles ricadde in avanti e Cooler bloccò
la sua caduta con
la mano. Lo sollevò, lo afferrò per il collo con
l’altra mano e lo issò. Lo
tempestò di colpi con la coda, facendolo urlare di dolore e
lo lanciò,
facendolo cadere malamente al suolo.
Turles
si mise a gattoni, tossendo con forza, strinse gli occhi e
ansimò.
Si rimise in piedi ondeggiando, Cooler gli comparve alle spalle e lo
raggiunse
con un colpo secco al collo. Turles sgranò gli occhi, cadde
in ginocchio e
rovinò addosso al changelling privo di sensi.
Cooler
s’irrigidì.
“Non
mi toccare, sporco saiyan” sibilò. Lo
afferrò per la gola con la coda
e lo scaraventò in un lago di sangue. L’impatto
fece riprendere i sensi a
Turles, che iniziò a dimenarsi, affondando nel liquido
vischioso. Dimenava la
testa, i capelli gli aderivano al viso e i muscoli del suo corpo
bruciavano,
dolendogli.
Cooler
volò sopra di lui e gli premette la zampa sulla testa,
facendolo
affondare. Turles sentì il fiato mancargli e strinse con
forza gli occhi. Delle
bollicine gli fuoriuscirono dal naso e perse i sensi, il suo corpo
iniziò a
galleggiare leggermente piegato in avanti. La zampa ancora sulla sua
testa e i
capelli, ondeggiavano intorno al suo volto, simili a un groviglio nero.
Turles
si guardò
intorno, vedeva dei palazzi bruciare su sfondo nero, il fumo lo
investiva
facendolo tossire ed udiva urla di dolore. Si mise a correre,
impallidì vendo
il corpo esanime di suo fratello Radish a terra, in un lago di sangue,
lo
sguardo spento e la bocca spalancata.
Una
fitta nebbia coprì
il cadavere alla vista di Turles, che indietreggiò. Udiva
dei gemiti,
intravedeva delle figure in ombra puntargli contro il dito.
“Naly!
Naly dove sei!”
chiamò a gran voce.
“Aiuto!”
gridò un
bambino dai lunghi capelli neri, che gli ricadevano fino ai piedi.
“Sprout!”
gridò Turles,
riconoscendo il nipote. Gli corse incontro, ma una fiammata lo rispinse
indietro. Il terreno si spaccò e Turles cadde dentro la
voragine.
Le
fiamme erano tutte
intorno a lui, oltre di esse vide il volto di Cooler intento a ridere
fragorosamente. Il volto sempre più grande, la bocca
spalancata sempre più
immense, gli occhi rossi che si confondevano con le fiamme.
“Hai
fallito, moriranno
tutti!” gridò Cooler.
“Papà,
mamma, Radish,
Kamy, Nappa, Sprout, Pamela, zia Celipa, zio Toma, la saggia
Altea… ed anche
quegli idioti di Zarbon e Sauzer” enumerò piano.
Il respiro gli si mozzò.
<
La mia amata Naly,
sempre sorridente, comprensiva e bellissima, allegra e combattiva
> pensò.
Una lacrima gli rigò il volto.
<
No, non li perderò!
> gridò interiormente.
Cooler
rideva piano, abbassò lo sguardo e vide il sangue ribollire.
Sgranò
gli occhi e balzò all’indietro, l’aura
di Turles si era tinta di rosso.
“Vedi,
è a causa tua se ora il mio dna è corrotto
dall’albero della vita.
Adesso vedrai il mostro che hai creato” sibilò
Turles. Partì all’attacco, con
una serie rapida e serrata di calci e pugni. Cooler parava un colpo
dopo l’altro,
il respiro e il battito cardiaco accelerati.
<
Le sue zampe inferiori sono pericolose, i suoi calci devastanti, ma
sono anche il suo punto debole. Basa l’intera sua
stabilità su di esse >
rifletté Turles. Colpì l’avversario con
una spazzata, Cooler ricadde
pesantemente in avanti, Turles lo afferrò per la coda ed
iniziò a girare su se
stesso. Sentiva la coda del nemico viscida tra le sue mani, che si
dimenava.
<
Sembra un’anguilla > pensò.
Scaraventò Cooler contro una montagna,
quest’ultima franò all’impatto.
Cooler
si rialzò dai detriti.
“Tu,
come hai osato umiliarmi! Ti eliminerò! Fosse
l’ultima cosa che faccio
e controllerò di persona che l’intera tua razza
svanisca!” tuonò con voce
cavernosa.
“Ti
sbagli” rispose gelido Turles.
“Ho
già iniziato. Abbiamo ucciso i tuoi amichetti, io e mio
fratello”
ringhiò Cooler.
<
Kamhara, sorella mia, come lo dirò a nostro padre? A nostra
madre si
spezzerà il cuore. Non sono riuscito a proteggerli, non ne
sono stato in grado.
Naly,
però, è ancora al sicuro, non posso metterla a
rischio.
Perdonatemi,
farò di tutto per fermarlo > pensò Turles.
La
sua aura s’incrementò ancor di più.
“Non
ti perdonerò mai, nemmeno se ti metterai a piangere,
assassino! T’impedirò
di fare altro male!” gridò. Il terreno intorno a
lui iniziò a vibrare, piccoli
sassi si sollevavano mentre la sua aura si espandeva. Turles stringeva
i pugni,
una vena sul suo palmo pulsava. Il saiyan era scosso da tremiti di
rabbia.
Il
cielo divenne nero, una serie di fulmini si abbatterono sul terreno.
“Vendetta”
ringhiò Turles con voce profonda.
****************
“Io
purtroppo devo tornare immediatamente da Re Yammer, mi ha richiamato
nuovamente” disse Paikuhan.
“Grazie,
da qui in poi ce ne occuperemo noi” sussurrò Toma.
“Finalmente
siamo tutti insieme e siamo tutti fisicamente ristabiliti”
festeggiò Jeeth.
“Saggia
Altea, è meglio che lei rimanga qui, al sicuro. Presto
Pamela la
raggiungerà” disse Naly. L’anziana
annuì, accomodandosi nella poltrona.
“La
ringraziamo anche per questo rifugio!” gridò Kyui
a Paikuhan, intento a
volare via.
“Dobbiamo
immediatamente andare ad aiutare Turles” disse Sauzer.
“Concordo,
ma anche John è nei guai”. Aggiunse Zarbon.
“Dobbiamo
muoverci, subito. Dividiamoci. Cooler è il più
potente, quindi da
lui andrete tu”. Iniziò a dire Kamhara, indicando
Zarbon. “Toma, Sauzer e Naly.
Io e tutti gli altri andremo da John” ordinò.
“Andiamo,
allora” disse Jeeth.
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Capitolo 36 *** Cap.36 Troppo tardi ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=t42W5AFzVPM.
Cap.36
Troppo tardi
Freezer
raggiunse John con una testata, facendogli perdere i sensi, il giovane
precipitò nel fiume e il suo corpo venne trascinato dalla
corrente,
abbandonato.
Freezer
volò fino a dietro di lui, scese verso il basso e con la sua
aura
fece esplodere tutt’intorno, l’acqua si
prosciugò e si creò una voragine.
John
ricadde al suolo, Freezer gli atterrò alle spalle e lo
afferrò per i
capelli, lo sollevò e gli avvicinò le labbra
all’orecchio.
“Sì,
non mi bastava vedere tua madre morire insieme al resto del pianeta.
L’ho
trafitta, alle spalle, facendo colare il suo sangue sulla mia mano. E
ora anche
il sangue di quella sciocchina che ti piaceva tanto macchia le mie
dita. Erano
essere inutili come il tuo sciocco padre. Ho adorato spazzarlo
via” sibilò
Freezer.
Un
granchietto nero pece con una serie di marchi violetti sul guscio
risalì
sulla schiena del saiyan, passando tra le ali ripiegate e dilaniate, e,
dimenando
le zampette, gli risalì sulla spalla. Freezer lo
azzannò con un morso dato con
ferocia e masticò rumorosamente.
<
Falla finita, voglio venire spazzato via, perché non
potrò rivedere la
mia Kamy > pensò John. Freezer lo raggiunse con un
calcio facendolo volare
via, gli apparve alle spalle prima che precipitasse al suolo e lo
colpì con una
serie di gomitate, facendogli vomitare sangue.
John
rovinò al suolo in posizione scomposta, il respiro faticoso,
la bocca
sporca di sangue, gli arti ripiegati storti in posizioni innaturali, i
capelli
sfibrati gli ricadevano lisci sulle spalle.
Freezer
gli atterrò vicino e lo afferrò per la gola,
sollevandolo. Con l’altra
mano lo tempestò di pugni, ad ognuno di essi corrispondeva
un lamento di dolore
del giovane, inframmezzati da colpi di tosse.
John
tossì un grumo di sangue che colpì la guancia di
Freezer, che lo
leccò, facendo un ghigno di piacere.
“Che
delizia” bisbigliò. Continuò a
colpirlo, ripetutamente, a lungo,
arrivando a graffiarsi le nocche delle mani, finché il
demone non smise di
lamentarsi.
“Spero
tu non sia già morto. Voglio darti il colpo di grazia in
modo
speciale” disse Freezer, abbassando lentamente il corpo del
giovane, facendogli
toccare terra con i piedi delicatamente. Ridacchiò e lo
lanciò, facendogli
colpire una montagna che franò.
Freezer
avanzò lentamente, il giovane era steso tra le macerie, un
masso
grosso quanto la sua testa sul suo addome. Freezer lo
schiacciò sotto la zampa,
fece pressione fino a ridurlo in polvere.
John
gorgogliò di dolore, il corpo scosso da fremiti. Freezer lo
afferrò
per il colletto della battle-suit e lo sollevò, unendo le
dita dell’altra mano,
le unghie aguzze allineate, pronto a trafiggere John.
“Preparati
a dormire in eterno, dolce principe” sussurrò
Freezer.
<
Il vento sembra una litania funebre cantata da una donna. Che sia
madam morte? È venuta a prendermi? No, forse è
solo il vento che risuona. Oh, è
tutto così vuoto, privo d’importanza >
pensò John.
Freezer
venne raggiunto da un colpo alla guancia, si rialzò
mugolando e si
massaggiò la parte lesa.
Davanti
a lui, con il pugno ancora teso, c’era Zarbon, intento ad
ansimare.
<
Fortuna che abbiamo deciso di farmi andare con loro mentre arrivavamo.
Non avrei mai dato il meglio, pensando a proteggere Sauzer. E viceversa
>
pensò.
“Stupido.
Nessuno si mette tra me e la mia preda, tu più di tutti
dovresti
saperlo” disse Freezer e sparò un raggio
d’energia rosa acceso dall’indice,
trapassando da parte a parte il petto di John.
Il
grido di quest’ultimo venne in parte coperto da quello
lanciato da
Kamhara.
Zarbon
sgranò gli occhi e si voltò, guardando la saiyan
dai capelli rossi
correre verso John. Jeeth le corse dietro, il viso vermiglio era
esangue,
leggermente rosato sulle gote.
<
No! NO! Se Solo non fossi arrivata così tardi. Io vi amo
principe,
volevo starvi accanto! > gridò mentalmente la figlia
di Bardack.
Kyui
singhiozzò, guardando la giovane cadere in ginocchio di
fianco all’altro
saiyan.
“Tutti
noi siamo colpevoli quanto questo mostro. Abbiamo fatto cose
terribili come assistere impassibili mentre distruggeva interi mondi,
godendo
nel farlo. Ero lì anche quando veniva spazzava via la razza
saiyan.
Dimostriamogli che siamo uomini, non luridi vermi.
John
ci ha dimostrato che possiamo non essere solo degli schiavi.
Perciò,
adesso, combattiamo fino alla morte. Fino ad allora, quando i
nostri corpi giaceranno privi di vita, potremo dire di essere
liberi!” gridò
Zarbon.
“Ormai
non possiamo più tornare indietro. Andiamo fino in
fondo” ringhiò
Jeeth, incrementando l’aura.
Zarbon,
Jeeth e Kyui partirono all’attacco all’unisono.
Freezer
digrignò i denti.
“Niente
m’infastidisce quanto le mosche che pensano di sacrificarsi
per
eroismo” sibilò.
Kamhara
deterse la ferita di John con entrambe le mani, la
cicatrizzò con
un ki-blast, bruciando il pezzo di sopra della battle-suit del demone,
lasciandogli una bruciatura. Le lacrime le rigavano il viso, mentre gli
passava
la sua energia.
“John.
John, ti prego, rispondimi” lo chiamò piano. Il
corpo di lui era
rigido e freddo.
“John”
supplicò Kamhara.
John
si guardò intorno,
vedeva solo uno sfondo nero ed era scosso da tremiti di freddo.
“John”
sentì nitida la
voce di Kamy. Vide una luce rosa in fondo a un tunnel e corse in quella
direzione.
John
aprì gli occhi a fatica, respirando affannosamente. Vedeva
bianco e il
corpo gli formicolava, non rispondendogli.
<
Sono un fallito > pensò, sentendola piangere. Le
lacrime della
giovane gli ticchettarono sul viso.
|
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Capitolo 37 *** Cap.37 La sconfitta della morte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=R-ynE4bpvMY.
Cap.37
La sconfitta della morte
“…
Sei venuta a p-portarmi via, come un angelo… sei troppo
bella” esalò
John.
“Non
parlare, non affaticarti” sussurrò Kamhara. Le sue
labbra erano
piegate in un sorriso, ma le lacrime le rigavano il viso.
John
le accarezzò la guancia con una mano tremante, il suo guanto
candido
era sporco di sangue e s’inumidì con le lacrime di
lei.
“L’oscura
signora… è già m-mia…
padrona, ma… ti ho rivisto, pri-prima… aaaah… della… mnh… fine”
biascicò.
“Non
dirlo nemmeno per scherzo. Ci deve essere un modo… Non
voglio finisca
così!”.
<
Perché questi dannati ci mettono sempre tanto a morire?
> si chiese
Freezer. Afferrò un pugno di Zarbon, raggiunse con un calcio
Kyui facendolo
volare all’indietro e si mosse lateralmente per schivare una
gomitata di Jeeth.
“N-non…
piangere…” balbettò John. < Non
merito le lacrime di nessuno,
figurarsi le tue > pensò.
“Perché
lo hai sfidato da solo sapendo che avresti perso?! Perché
mio
principe?!” gridò Kamhara con voce stridula.
“P-pensavo…
fossi morta… volevo ra-rag-raggiunge-rti” disse
John tra
gorgoglii sofferenti. Tossì, sangue vermiglio
colò dalle sue labbra, i suoi
occhi s’ingrigirono. “F-fa
freddo…” bisbigliò.
“No!
Ti prego… John! Io ti amo! JOHN!” gridò
Kamhara, stringendolo a sé.
Sentì un pesante tonfo alle sue spalle e sgranò
gli occhi, riconoscendo le
figure di Nappa e Radish.
“Andrà
bene sorellina, lasciaglielo” disse gentilmente Radish,
poggiandole
una mano sulla spalla.
Nappa
si piegò in avanti e con un braccio nerboruto
sollevò John,
stringendolo al petto. Gli sbriciolò in bocca una mela
d’oro e lo aiutò a
deglutire.
John
batté le palpebre, sentì l’energia
fluire nel suo corpo e si alzò
seduto, le ferite scomparvero.
“Co-cosa…”
balbettò.
Nappa
lo rimise per terra, Kamhara lo abbraccio urlando:
“E’ un miracolo!”.
“T-ti
devo la vita gigante” disse John, gli occhi sgranati.
“Io
e Radish siamo arrivati solo ora perché abbiamo sfidato gli
orchi degl’inferi
per rubare uno dei frutti dell’albero”
spiegò Nappa.
“Ed
è servito a quanto pare. Adesso, vediamo di finire
Freezer” propose
Radish.
************
<
Quanto è nauseante questo ‘gioco di
squadra’. A me sembra solo che
giochino a nascondino > pensò Freezer.
Trapassò da parte a parte Kyui, i due
pezzi del suo cadavere precipitarono al suolo pesantemente.
“Noooo!”
gridò Jeeth, correndo verso i resti del compagno. Sotto di
essi si
era formata una pozza di sangue violetto.
Zarbon
ululò e si tramutò, il suo corpo divenne tre
volte più grosso e
cercò di raggiungere con dei pugni massicci il changelling.
Quest’ultimo saltò
e lo raggiunse con un calcio al viso, atterrandolo.
“Freezer!”
risuonò un urlo.
Freezer
si voltò lentamente e s’irrigidì,
sgranando gli occhi, le sue
labbra divennero esangui.
John
era ritto in piedi davanti a lui, Kamhara al suo fianco, Nappa e
Radish alle sue spalle.
“Ha
ucciso Kyui… non abbiamo potuto salvarlo” gemette
Jeeth. Le lacrime gli
rigavano il viso dalla pelle rossa, singhiozzava e tremava.
“Freezer,
non ti perdonerò mai. Questa è da parte sua,
della mia gente, di
mio fratello e sì… anche da parte mia”
disse John con voce gelida.
“Gli
dei hanno sancito che l’amore sarà la tua
fine” disse Kamhara,
indietreggiando, mettendosi tra il fratello e Nappa.
John
gettò indietro la testa, iniziò a urlare e
serrò i pugni, il suo corpo
sembrò gonfiarsi. Il demone sentì l’ira
bruciargli nelle vene, le sue ali si
tinsero di bianco, come i suoi occhi. Gridava sempre più
forte, mentre una
serie di fulmini cadevano intorno a lui.
**************
“Te
l’ho detto! Adesso basta! Non avresti dovuto farlo.
TU…
LA DEVI PAGARE… ADESSO!” ululò Turles a
pieni polmoni.
Naly,
incosciente, con una ferita sanguinante sulle spalle, era abbandonata
tra le braccia di Toma. Quest’ultimo, insieme a Sauzer,
all’urlo di Turles,
indietreggiò. Si era alzato un vento che si faceva via via
più forte, intento a
sferzare tutti gl’inferi. Le onde del lago di sangue si erano
alzate sempre più
alte, mentre l’ululato del vento diveniva sempre
più simile a un lungo verso
lugubre.
Turles
gettava indietro la testa, ripetutamente. I suoi occhi, totalmente
bianchi, sembravano sempre più grandi. I suoi capelli, a
più riprese, si
tinsero d’oro.
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Capitolo 38 *** Cap.38 L’oro leggendario ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.38
L’oro leggendario
“No…
non è possibile…” disse Cooler
tremando, mentre Turles si avvicinava con passi cadenzati.
“Chi…chi
sei tu?” balbettò Cooler.
“Credevo
di essermi già presentato” disse
Turles con voce gutturale. “Sono un saiyan venuto
appositamente per
distruggerti”.
***
“N-non
puoi essere John…” balbettò
Freezer.
Sono
l’essere più forte della
galassia…”
si presentò il demone.
***
“…
che, nonostante la rabbia, combatte con
cuore sereno” disse Turles.
<
Non perderò nessuno di quelli a cui
tengo, proteggerò Naly e renderò mio padre
orgoglioso di me > pensò. I suoi
capelli si erano completamente tinti d’oro, come le sue
sopracciglia e le sue
iridi erano divenute verde-acqua.
***
“Preparati
a una dura punizione” disse John,
stringendo un pugno, facendo scricchiolare le ossa.
<
Vendicherò la mia razza > giurò
mentalmente.
“Io
sono il supersaiyan demoniaco” disse.
<
No, non è possibile. Che nuova
diavoleria è mai questa?! > si domandò
Freezer.
***
“Il
prescelto!” ululò Turles.
<
Spiriti inquieti della mia gente,
oggi troveremo pace > pensò.
“Pensi
che basti una trasformazione per
sconfiggermi?!” gridò Cooler. Una serie di
spuntoni ossei fuoriuscirono dal suo
corpo, sulla sua testa crebbe un’impalcatura ossea a forma di
palmo, la sua
bocca fu coperta da una maschera d’oro, striata.
“Ancora
non l’hai capito? Il tuo
tempo è scaduto, libererò l’universo
dalla piaga della tua presenza” disse
gelido Turles.
<
Anche l’aura di John si sta
incrementando esponenzialmente. Che si stia preparando ad eliminare
Freezer?>.
***
Zarbon
osservò Freezer, immobile, con gli
occhi spalancati, intento a fissare il supersaiyan demoniaco dinanzi a
lui.
<
Oh, mylord, quella posa stupita non
ti si addice affatto. La bellezza
ti sta abbandonando > pensò.
“Facciamola
finita” disse gelido John.
Freezer
indietreggiò, il sudore gli
scivolava lungo il viso.
“N-no,
aspetta… parliamone. Se torni al
mio servizio ti darò il doppio della paga, no, aspetta, il
triplo. Ti farò mio
socio e…” balbettò.
“Basta”
disse gelido John.
Freezer
sgranò di più gli occhi, che gli
divennero bianchi.
“Il
mio impero nel mondo dei vivi è caduto
in malora, portando alla catastrofe decine di mondi e mercenari. N-non
puoi
davvero volere che accada di nuovo” esalò.
“Del
tuo impero ti è sempre e solo
interessato il potere” rispose pacato John.
Freezer
gridò, puntò l’indice contro di
lui e sparò un’onda.
John
utilizzò il suo indice per deviarla,
facendola esplodere in una nuvoletta di fumo rossa.
“Ho
detto basta, non mi piace ripetere le
cose” disse secco. Scomparve con la supervelocità
e riapparve dinanzi al
tiranno, gli afferrò la mano e strinse, Freezer
tentò di liberarsi dalla presa
ferrea.
John
iniziò a stringere, Freezer urlò di
dolore, mentre con degli scricchiolii sinistri si spezzavano una a una
le ossa
della sua mano. Freezer cadde in ginocchio, ansimando.
Freezer
trapassò il petto del bambino, questo sgranò
gli occhi e si sporse in avanti, vomitando sangue.
Freezer
fuoriuscì con il corno dal suo corpo e lo
guardò precipitare a terra, si ritrasformò nella
sua ultima forma e gli mise la
zampa sul capo. Le sue dita tozze e candide affondavano nelle sue
ciocche more.
“Zarbon,
vedi di curarlo. È una punizione, non
vogliamo certo perderlo” disse gelido.
Zarbon
guardò John intento a mugolare di dolore, il
sangue gli scivolava dalle labbra.
John
aumentò la stretta.
<
La cicatrice di quella punizione me
la porto tutt’oggi. E tutto questo solo perché mi
ero rifiutato d’inchinarmi
> pensò.
“Tu
credi di essere migliore di me? Sei un
assassino e la tua razza era come te. Hanno ucciso tantissime
persone” farfugliò
Freezer.
“Hanno
pagato per questo” rispose John con
tono atono.
“Grazie
a me!” gridò Freezer. Gli lanciò
una serie di ki-blast contro il volto, John lo lasciò andare
e Freezer
indietreggiò, tremando.
“I-io…
ho ancora un asso nella manica. Il
mio potenziale non è al massimo!” gridò
quest’ultimo.
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Capitolo 39 *** Cap.39 La fine di Cooler ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=ZpwCFeB8uQw
Cap.39
La fine di Cooler
Freezer
iniziò a ridere sguaiatamente, mentre due corna si formavano
sulla
sua testa ripiegate verso il basso.
“Ho
capito perché finora non hai mai usata la tua massima
potenza, il tuo corpo
rischia di non reggerla” disse John.
<
Temo che non sarà una cosa rapida > pensò.
*********
Turles
raggiunse Cooler con un attacco energetico, quest’ultimo lo
attraversò e del fumo si alzò dal suo corpo.
Raggiunse il saiyan con una serie
di colpi di coda, Turles li parò con il braccio.
“Smettila
di giocare! Non hai capito quant’è seria la
situazione?!” gridò
il saiyan. Balzò e raggiunse Cooler con un calcio a piedi
uniti al viso,
facendolo ricadere pesantemente a terra.
Cooler
gridò e si rimise in piedi, tremando, Turles lo
colpì con un pugno
all’addome, facendolo volare verso l’alto. Gli
apparve alle spalle e lo
raggiunse con una gomitata, facendogli vomitare sangue.
Infierì con un calcio
al ventre, facendolo volare ancora più in alto, gli apparve
nuovamente alle
spalle e con un attacco energetico lo fece rovinare al suolo.
Cooler
si abbatte sul terreno con un tonfo, aprendo una voragine.
Conficcò
le mani per terra e si rialzò in piedi, mentre il fumo che
si era alzato si
diradava. Le rocce franate sul suo corpo rovinarono, polverizzandosi
per la
pressione prodotta dalla sua aura che stava nuovamente incrementandosi.
“Non
mi hai impressionato” ringhiò. Spiccò
il volo dirigendosi verso l’altro.
“Ora è il mio turno!” gridò.
Raggiunse
Turles con un calcio al ventre e incrementò la
velocità di volo,
schiacciandolo al suolo sotto la zampa. Saltò giù
dal suo corpo, conficcando
nel terreno e lo tempestò di pugni. Lo afferrò
per un piede e girò su se
stesso, lanciandolo.
Cooler
usò il ‘raggio letale’ sferrato
dall’indice. Turles fece una
capriola, arrestò la propria caduta, levitando e
utilizzò il braccio per
deviare il colpo. Ansimò, il sudore gli scivolava lungo il
viso contratto. La
sua battle-suit si era rovinata, in parecchi punti era andata
completamente
distrutta e ne erano rimasti solo i pantaloni, sbrindellati sulla gamba
destra.
Cooler
cercò di raggiungerlo con un pugno al petto, Turles lo
parò.
“Pagherai
per le tue malefatte”. Lo allontanò con un gancio
al viso.
La
vista di Cooler si oscurò, il Changellin rovinò a
terra e si rialzò. Un’onda
di energia si diresse verso di lui, la parò e fu accecato
dalla luce dell’esplosione.
Intravide la figura di Turles e cercò di colpirlo,
attraversò l’immagine
residua e il vero Turles lo raggiunse con un attacco energetico alle
spalle.
***
Turles
volò sopra Cooler, guardò l’avversario
in ginocchio, ansante, scosso
da singulti.
“Non
è divertente combattere contro un avversario che trema di
paura. Hai
abbassato la cresta, ora che a sconfiggerti è proprio uno di
quei saiyan che
tanto disprezzi?” domandò gelido.
“BASTA
COSI’!” sbraitò Cooler. Puntò
le mani verso l’alto, iniziando a
caricare una gigantesca sfera.
“SUPERNOVA!”
ululò.
“Se
riesce a lanciare quel colpo, farà esplodere
gl’inferi e Re Yammer
spazzerà via ogni spirito nei paraggi, ritenendolo
responsabile!” ululò Toma.
Cooler
lanciò e Turles si mise nella traiettoria
dell’attacco che si
dirigeva celermente verso terra, allungò le braccia e la
fermò con entrambe le
mani. Ululò di dolore, i muscoli iniziarono a bruciargli, le
braccia si
ricoprirono di venuzze e i suoi piedi si conficcarono nel terreno,
spaccandolo.
Affondò sempre di più nella terra, la sofferenza
aumentava sempre di più e la
vista gli si oscurò.
“PIOGGIA
DISTRUTTIVA!” sbraitò. Tra le sue mani si crearono
una serie di
sferette bianche grandi un pugno che si andarono a unire in una sfera
grande
quattro volte la sua testa, con un nucleo di energia violetta.
L’attacco
energetica iniziò a spingere contro la gigantesca sfera
supernova.
“N-non
è… possibile…” gemette
Cooler. Incrementò la sua potenza,
continuando a spingere il proprio attacco con tutte le sue energia.
Turles
iniziò a urlare e l’energia del suo attacco
rispedì la supernova
verso Cooler che venne spedito indietro. Il corpo di Cooler
iniziò a bruciare.
“NOOO!”
sbraitò, mentre il suo corpo iniziava a disintegrarsi.
La
vista di tutti i presenti fu abbagliata dalla gigantesca esplosione di
luce candida dovuta alla ‘pioggia distruttiva’.
Una
serie di candidi kyubey avvolsero Cooler e lo fecero
scomparire.
Turles
si strofinò il braccio sugli occhi, lo abbassò e
batté le palpebre,
guardò intorno a sé il cielo sgombro,
l’effetto della luce era cessato.
“HAI
VINTO!” sbraitò Toma.
Naly
tra le sue braccia mugolò, riprendendo pian piano i sensi.
Sauzer
ghignò.
“Freezer
non è l’unico che prende tutto con leggerezza,
Cooler. Hai
sottovalutato questo saiyan e la tua fine è
giunta” sussurrò.
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Capitolo 40 *** Cap.40 La fine di Freezer ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=6rHIkk82SCk.
Cap.40
La fine di Freezer
<
Freezer sta facendo l’errore che mi aspettavo facesse. Si sta
sopravvalutando e sta abbassando la guardia. Adesso è il mio
momento di
spingermi oltre i miei limiti. Vediamo dove riesco ad arrivare >
pensò John,
ghignando.
“I-il supersaiyan…” sussurrò
Kamhara. Era ritta in piedi e guardava sopra
di sé i due contendenti che si scambiavano una serie di
colpi.
“Un
giorno io diventerò un supersaiyan” promise
Vegeta. Si portò un biscotto alle
labbra e lo addentò, alcune briciole precipitarono a terra.
Kamhara
si sdraiò sul pavimento di legno della casa
sull’albero, intravedeva le fronde
fuori dalla finestra.
“Quel
giorno brillerai d’oro, vero?” chiese.
Vegeta
alzò il capo, sporgendo il mento e ghignò.
“Ovviamente.
Come i nostri antenati! Solo io posso essere alla loro
altezza…”. Si alzò in
piedi e il mantello vermiglio sulle sue spalle ondeggiò.
“Perché io sono
Vegeta-sama, il principe dei saiyan” disse, indurendo il
tono.
Kamhara
arrossì e dimenò la coda dalla peluria rosa.
<
Quel mostro di Freezer ha sempre temuto quella
trasformazione e ora se la trova davanti. La sua malvagità
ribolle così tanto
dentro di lui che sembra star per esplodere, ma non ha scampo contro
John.
Anche
se così, con quella forma demoniaca, non sembra
nemmeno lui > pensò Kamy. Si portò un
pugno al seno e strinse la mano fino a
far sbiancare le nocche.
“Quell’aura
dorata è così rassicurante”
sussurrò.
<
Il suo sguardo altero è così diverso da quello
del fratello. Persino in questo momento sembra più buono
> rifletté.
“Siamo
completamente inutili, non possiamo aiutarlo”
sibilò Zarbon. Faceva
scattare la testa a destra e a sinistra per seguire gli attacchi che i
due
contendenti si scambiavano.
John
raggiunse Freezer con un colpo all’addome, facendolo volare
verso l’alto.
Gli apparve alle spalle e lo raggiunse con un pugno alla schiena,
facendolo
rovinare al suolo.
“Lampo
massimo!” ululò John, raggiungendo
l’avversario con un attacco
energetico di colore candido.
“Questo
è il vero potere di un supersaiyan demoniaco”
esalò Radish.
“Ti
sbagli, non ha per niente scalfito Freezer con quest’ultimo
colpo”
ribatté Nappa.
<
Sta dimostrando una potenza immensa, ora che ha la
possibilità di
sconfiggere la persona che odia di più. Apparentemente il
suo modo di fare è
rabbioso e pieno d’ira, ma in realtà è
solo disperato, glielo si legge negli
occhi. La vendetta non può ridargli tutto quello che ha
perso e, dolorosamente,
se ne sta accorgendo anche lui. I fantasmi del passato non si placano e
questo
rischia di diminuire la sua forza, oscurando il cuore puro che la
trasformazione richiede.
Con
il tempo spero di riuscire a fargli dimenticare tutta questa
sofferenza, spero solo che me lo permetterà >
pensò Kamhara.
Freezer
si rialzò e spiccò il volo, cercando di colpirlo
con un
calcio a piedi uniti diretto al collo. John schivò
abbassandosi e sferrò una
tempesta di pugni, dati con sempre maggiore potenza. Lo
scaraventò contro una
collinetta che franò, sollevando un polverone.
Freezer
fu scosso da una serie di tremiti, si rialzò tremando.
<
Non è possibile! Non può esistere qualcosa di
così potente? >
pensò.
“Freezer
ormai è in preda al panico. Importa poco a quanto equivale
realmente la furia del suo nemico” disse Jeeth gelido.
Freezer
lanciò una serie di kienzan viola nella direzione di John,
ma quest’ultimo
li disintegrò con un Cannone Garlick.
<
Avevamo promesso a Vegeta di essere con lui nel momento in cui Freezer
sarebbe stato sconfitto. Lo abbiamo abbandonato, abbiamo mentito, anche
se non
volevamo. Però ora siamo qui e non lasceremo solo anche suo
fratello minore
> pensò Radish, serrando i pugni.
Jeeth
osservò il cadavere di Kyui.
<
Questo è anche per te > disse mentalmente.
Freezer
si voltò verso il gruppetto in basso e lanciò
un’onda nella
loro direzione.
“Attenti!”
gridò John.
Kamhara
e gli altri spiccarono il volo, allontanandosi dal luogo
dell’impatto.
Ci fu un’esplosione tutt’intorno e si
alzò un altro polverone.
Freezer
apparve alle spalle di John e iniziò a stritolarlo con
entrambe le
braccia. John boccheggiò, sentendo il fiato mancare,
dimenandosi nel tentativo
di liberarsi.
“Ti
sei distratto, sciocco. Ed ora nemmeno tu, figlio delle sciocche
superstizioni del tuo popolo, riuscirai più a sconfiggere
me, Lord Freezer, il
migliore. Eliminerò prima te e poi i tuoi amichetti. Ed un
giorno, dopo gl’inferi,
l’intero universo sarà in mano mia!”
gridò Freezer.
<
Ti eliminerò perché è quello che va
fatto, non per vendetta > pensò
John.
“Nessuno
può intrappolare un supersaiyan. E’ come se fossi
rinato nel
momento in cui mi sono ricoperto d’oro. E’ come se
lo fossi destinato da
sempre. La luce della leggenda non mi appartiene per vendetta, non
è per quello
che mi sono trasformato.
Devo
fare ciò che è giusto. Quest’energia
è un dono che va condiviso con
gli altri. Per il mio popolo, ma anche per i miei compagni vecchi e
nuovi…
anche per ‘lei’.
Io
sono un’egoista, ma in questo momento è come se
l’intero universo
fluisse nelle mie vene. Come se fosse interamente nella mia mano,
stupendo e
terribile, che attende di essere scatenato” disse John,
convogliando tutto il
suo potere in una mano. Abbatté le sue ali su Freezer che
perse la presa.
John
volò e si allontanò dal nemico.
“Mi
dispiace, avrei voluto salvarti. Io non penso che tu sia sempre stato
un mostro… addio Freezer” disse roco John.
Allungò il braccio.
“BIG
BANG!” ululò. Un’onda
d’energia blu notte investì in pieno Freezer che
iniziò a disintegrarsi. Il bagliore prodotto
dall’attacco oscurò la vista a
tutti i presenti.
Una
serie di candidi kyubey
avvolsero Freezer, come avevano fatto con Cooler, e lo fecero
scomparire.
|
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Capitolo 41 *** Cap.41 The End ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.41
The End
Kamhara
corse da John e lo abbracciò, stringendolo a sé.
John si ritrasformò
e, arrossendo, le sorrise.
Kamhara
si sporse e lo baciò, John ricambiò al bacio.
“Ce
l’hai fatta!” gridò Zarbon.
John
ricadde addosso a Kamhara, le gambe gli tremavano, la giovane lo
aiutò
a sedersi.
“Grande!
E non sento nemmeno più l’aura di Cooler. Mio
fratello deve aver
dato una lezione anche a lui!” gridò Radish.
<
È stremato, ma ha fatto un ottimo lavoro >
pensò Nappa.
John
posò un altro bacio sulle labbra di Kamhara.
“Sapete,
se lo presentassimo a nostro padre ora, come colui che ha sconfitto
Freezer, omettendo tutto il resto… magari potrebbe
convincere la cittadella a
farlo entrare” disse Radish.
Kamhara
arrossì.
“Glielo
potrei presentare anche come il mio ragazzo”
sussurrò, prendendo la
mano di John nella sua.
Nappa
rise forte e si diede un paio di pacche sul petto.
“Vedete
di non dargli un nipotino prima del tempo” disse.
“Guardate,
le nuvole di sangue scompaiono e finalmente la mia bellezza
può
risplendere” disse Zarbon, accomodandosi seduto, indicando il
cielo con
l’indice.
“Ehy, guarda che resto più
forte
io” disse Turles, atterrando dietro John, sostenuto da Sauzer.
Il
gruppetto scoppiò a ridere.
“Perché
adesso che torniamo a casa non vi unite anche voi?” chiese
Toma.
Turles
si sedette per terra, John aveva piegato indietro la testa per
guardarlo.
“Potremmo
approfittarne per andare a vivere anche noi due insieme”
disse
Naly. Lo raggiunse e lo abbracciò.
<
Mi dispiace per Kyui, lui non ha potuto vivere questo momento >
pensò Jeeth.
“Sì,
penso che ci uniremo anche noi, ma non preoccupatevi. Appena troveremo
un’altra sistemazione, toglieremo il disturbo”
disse Sauzer, passandosi la mano
tra i capelli.
“Io
non vedo l’ora di poter riabbracciare Pamela e dirle che
adesso
gl’inferi saranno un luogo più sicuro”
sussurrò Radish.
John
guardò Kamhara negli occhi.
“Noi
resteremo insieme, vero?” chiese.
Kamy
gli sorrise.
“Per
sempre” rispose.
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