Cap.1 I principi non cadono dal cielo
“Non
ce la faccio più a stare rinchiusa nel castello della
cittadella” si lamentò
Kamhara. Incrociò le braccia e sbuffò un paio di
volte, piegando di lato il
capo. I suoi lunghi capelli rossi le ondeggiavano intorno al viso e
dimenava la
coda rosa. Naly si passò la mano tra i capelli neri e
socchiuse gli occhi,
leccandosi le labbra.
“Oggi
non devi controllare la principessina Veki?” chiese. Le iridi
di Kamy divennero
da castane ad azzurre, facendosi liquide.
“Non
verrei mai meno ai miei compiti. Oggi ci pensa Pamela a tutelare la
principessa
e la sua serva Lory” ribatté la saiyan.
Dimenò più velocemente la coda, la cui
peluria rosa si gonfiò oscillando mossa dal vento.
Saltò sulla cima del
parapetto che divideva la città dal deserto
degl’inferi, la luce rosso sangue
del sole di quel luogo si rifletteva sulla sua battle suit candida.
“È
pericoloso. Lo sai che da dopo la faccenda Janenmba spesso anche gli
altri
spiriti maligni sono corporei” si lamentò Naly.
Kamy le sorrise, i suoi occhi
brillavano di riflessi cerulei.
“Faccio
solo un giro e torno presto. Non c’è neanche
bisogno che lo dici a mio fratello
Turles e men che meno a Radish” disse. Negò con
l’indice e sorrise, mostrando i
denti candidi. Si batté la mano inguantata sopra il petto,
facendo risuonare il
pezzo di sopra dell’armatura.
“Niente
spaventa Kamhara Bardackdaughter” si vantò. Naly
si morse l’interno guancia e
sbuffò dalle narici.
“Ha
ragione il mio amato Turles, quando ti metti in testa qualcosa niente
ti
dissuade, guardiana della cittadella spericolata”
brontolò. Kamy ridacchiò e
saltò all’indietro, atterrando nel terreno rosso
sabbioso.
******
Un
candido cigno a due teste planò dolcemente sopra la
superficie vermiglia
del lago di sangue, la sua figura candida faceva contrasto con il cielo
color
sangue. Si adagiò sul pelo dell’acqua e con i
lunghi becchi, iniziò a pulirsi
le piume soffici. Una mano coperta da un guanto uscì dal
pelo del lago,
afferrando una zampa palmata della creatura. L’animale
lanciò un verso stridulo
ed iniziò a sbattere le ali forsennatamente, le piume
cadevano nel sangue e
affondavano. La figura sconosciuta sotto il pelo dell’acqua
lo stava
trascinando, il cigno gigantesco spiccò il volo con lo
sconosciuto attaccato
alla zampa. Il giovane che si teneva all’animale si stringeva
con entrambe le
braccia, nonostante fosse semi-incosciente, la testa gli ricadeva in
avanti e
il suo volto era coperto da dei capelli neri dalle ciocche larghe tre
dita. La
sua capigliatura era piegata in avanti e i suoi vestiti, come i suoi
capelli,
gocciolavano dense gocce di sangue. Il cigno dimenò
più velocemente la zampa,
riuscendola a sganciare dalle braccia del passeggero. Il
giovane
precipitò con le braccia aperte.
******
Kamy
raggiunse uno spiazzo dove l’erba era vermiglia, alle spalle
di una
delle montagne di metallo formate da una serie di spuntoni aguzzi.
Passò oltre
un grande albero su cui svettavano una serie di pomi dorati. Diede un
calcio ad
una pietra, un rivolo di sudore le scese lungo la pelle rosea e si
deterse le
labbra secche con la lingua. Sbadigliò, si
massaggiò il collo ed espirò dalle
narici.
“Chissà
cosa fa ora Vegeta” bisbigliò. Raggiunse una
roccia grossa due
teste e vi si sedette. Incrociò le braccia sotto il seno e
alzò il capo,
guardando il cielo azzurro.
“Dovrei
smettere di pensarci. In fondo i principi mica cadono dal cielo
…”
borbottò. Vide un’ombra sfrecciarle davanti e il
ragazzo si abbatté al suolo,
creando una voragine con un tonfo. Kamy saltò
all’indietro sgranando gli occhi,
il battito cardiaco le accelerò. Si avvicinò al
ragazzo incosciente a terra e
gli s’inginocchiò accanto.
“A…
assomiglia al principe”
sussurrò. Gli mise una mano sulla spalla e
lo sentì mugolare.
“Z…
Zarbon… me la… pagherai…”
biascicò nell’incoscienza
il giovane.
Aveva una ferita al fianco profonda una mano da cui usciva del sangue
copioso.
“Zarbon?”
si domandò Kamy, caricandoselo in spalla.