Tunguska

di Evose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paperopoli, 1908 ***
Capitolo 2: *** Da Paperopoli a San Zara ***
Capitolo 3: *** L'agguato ***
Capitolo 4: *** Il figlio del tuono ***
Capitolo 5: *** All'accampamento dei bassotti ***
Capitolo 6: *** L'evento di Tunguska ***
Capitolo 7: *** L'esercito venne subito, anche se sui documenti ufficiali è detto il contrario ***
Capitolo 8: *** La battaglia di Tunguska ***
Capitolo 9: *** Cosa accadde alle truppe evroniane il 30 giugno 1908 ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Paperopoli, 1908 ***


<< Le stelle hanno parlato. Il figlio del tuono sta per tornare. E questa volta lo farà qui! >> disse lo sciamano al resto del villaggio dopo aver consultato gli astri.
<< Sta per tornare qui?! >> esclamò allarmato il capo-villaggio << Dobbiamo studiare un modo di metterci in salvo allora. Tra quanto dovrebbe tornare, il figlio del tuono? >> proseguì.
<< Tra un paio di mesi. Abbiamo tutto il tempo. Ma dopo esserci messi in salvo, dobbiamo anche proteggere il figlio del tuono dalle mani degli uomini avidi. I nostri contatti dall'occidente ci parlano di continue guerre in quelle zone: non appena sapranno dell'arrivo del figlio del tuono si precipiteranno qui per rubarlo e farne una macchina di morte. Nel peggiore dei casi lo sanno già come noi, e sono già pronti per l'accoglienza. Noi dovremo essere più veloci di loro! >> sentenziò lo sciamano.


La Paperopoli del 1908 era un villaggio della west coast in piena espansione e sviluppo industriale grazie agli introiti derivati dagli affari del magnate Paperon de' Paperoni che si era stabilito lì nel 1902. Attratti dagli investimenti dello scozzese era arrivata anche altra gente facoltosa, come la famiglia Gotrocks, Howard Rockerduck e John Quackett. Erano inoltre cominciati i lavori di costruzione della Century, fabbrica di treni che per svariati anni a seguire sarà la più grande e importante della città. Nonostante questa nuova affluenza di investitori, la famiglia più ricca restava quella dei de' Paperoni, rappresentata dai quattro fratelli Paperone (destinato a diventare il papero più ricco del mondo da li a pochi anni), Matilda, Ortensia (che dopo una dozzina di anni darà alla luce Paperino) e Gedeone (fondatore del secondo giornale della città, la “Tromba di Paperopoli”. Il primo fu il “Papersera”, fondato da Clinton Coot, e all'epoca appena acquistato da Paperone).
Paperone fu l'artefice dell'immenso sviluppo di Paperopoli, che da lì a pochi anni da villaggio diventerà metropoli: tutto questo grazie al suo innato fiuto per gli affari e la sua volontà di vivere avventure e di far soldi.
Alla fine della primavera del 1908 Paperone si rendeva conto che i suoi affari iniziavano a ristagnare; ma la cosa che più gli diede preoccupazione non fu tanto il fatto che gli introiti si fossero stabilizzati in guadagni per lui mediocri, ma più che altro il fatto che cominciavano ad annoiarlo e a non sorprenderlo più. Doveva assolutamente trovare un modo nuovo per arricchirsi.
<< La Century che stanno costruendo è un ottimo esempio di come le nuove scoperte scientifiche possano far fruttare soldi. Locomotive a vapore di ultima generazione in grado di viaggiare da costa a costa in un solo giorno! È quasi fantascienza! Devo assolutamente investire anche io nelle nuove tecnologie! >> Pensava tra sé Paperone.
Fortuna volle che di lì a pochi giorni si presentò al Deposito di Paperone nientemeno che Cacciavite Pitagorico.
Chi era costui? Paperone lo conosceva fin da quando era ragazzo e aveva lavorato sul traghetto di suo zio sul Mississippi: era lo scienziato e improvvisato macchinista del traghetto di Angus de' Paperoni. Si erano incontrati per la prima volta nel 1880, e avevano lavorato per alcuni anni insieme. Dopo che l'attività traghettuale fallì a causa della concorrenza delle ferrovie, i due si erano salutati, e poi rivisti fortuitamente pochi anni dopo per una manciata di giorni nell'isola di Giava. Poi, nel 1902, quando Paperone si era trasferito a Paperopoli, si reiincontrarono: qui Cacciavite aveva messo su famiglia e suo figlio Fulton i primi tempi creò non pochi problemi al miliardario; ora però Fulton era cresciuto ed era diventato meno discolo, e da lì a pochi anni sarebbe diventato a sua volta padre, generando Archimede Pitagorico.
Cacciavite era venuto per richiedere finanziamenti ai suoi ultimi studi.
<< Paperone! Che piacere vederti! Fa piacere incontrare qualche amico ogni tanto, sai, ultimamente sono così preso dai miei studi che non esco mai di casa. Stavo cercando finanziamenti per i miei studi sui meteoriti: rocce provenienti dagli angoli più remoti del cosmo composti dai materiali più svariati. Mi chiedevo se tu, in quanto mio vecchio amico, potevi prestarmi qualcosa >> disse lo scienziato
<< Ci sono per caso asteroidi fatti d'oro? >> intervenne incuriosito Paperone
<< Potrebbero anche esistere. Ma esistono pure meteoriti fatti di materiali totalmente assenti sulla Terra, così rari da valere miliardi. Ma la cosa più interessante è che alcuni di questi misteriosi materiali potrebbero essere adoperati per trovare nuove forme di energia, che potrebbero sostituire quella del carbone attualmente utilizzata, se riuscissimo a riprodurli artificialmente... >>
Paperone contenne a stento l'entusiasmo. Effettivamente quello che gli stava proponendo Cacciavite era quello che cercava: un meteorite con quelle caratteristiche avrebbe prodotto sicuramente grandi guadagni: avrebbe potuto prendere l'esclusiva di questa nuova fonte di energia e fornirla alle fabbriche e alle centrali elettriche a caro prezzo... Oppure il meteorite, studiato per bene, avrebbe mostrato nuove caratteristiche che avrebbero potuto essere sfruttate in altri contesti. Chi poteva dirlo. Era un tuffo nell'avventura e nell'ignoto... e Paperone non chiedeva altro. 
<< Per ora mi sono limitato a studiare il tutto su base teorica e su studi di altri scienziati. Ora mi servirebbe studiare il corpo di un vero meteorite, e dovrei procurarmelo... >> aggiunse lo scienziato.
<< Come faresti a procurartelo? Non possiamo certo partire per un viaggio interplanetario alla ricerca di pietre spaziali! >>
<< Ovviamente, costruire astronavi è oltre le nostre possibilità, ma potremmo per esempio recuperare un meteorite appena impattato sulla Terra, abbastanza grosso da non sbriciolarsi nell'atmosfera del tutto. Ho notato che in orbita attorno al pianeta c'è uno strano corpo che ha questa caratteristica. Ho calcolato che dovrebbe impattare da qui a qualche mese, in Siberia... >>
<< Che aspettiamo allora?! >> esclamò Paperone eccitato dai possibili guadagni e dall'avventura che si stava per avviare << Partiamo il prima possibile! >>

La Banda Bassotti era anch'essa una vecchia conoscenza di Paperone: il suo fondatore, capitan Bassotto era un pirata fluviale sul Mississippi, e, caso volle, che anch'esso, insieme ai suoi figli, si fosse trasferito a Paperopoli. Nel 1902, quando Paperone si era appena stabilito nella zona, avevano tentato già una volta di derubarlo di tutti i suoi averi, fallendo. Fu allora che alcuni componenti della banda scelsero di emigrare, per formare altre bande in giro per il mondo per poter poi attaccare in massa la residenza di de' Paperoni. Uno di questi si era stabilito in Russia, dove si era aggregato a una temibile banda di predoni: la taglia sulla loro testa era elevata, e capitan Bassotto non poteva che esserne fiero.
Frattanto i parenti rimasti a Paperopoli non facevano che pianificare complotti ai danni di Paperone, per vendicarsi dell'onta subita nel 1902: per far questo lo spiavano, corrompendo un paperotto che si occupava di spedire lettere per conto del miliardario: un tale Lyonard d'Aq. Il giovanotto, in cambio di qualche soldo in più sulla misera paga che gli dava lo scozzese, riferiva ai bassotti tutto quello che riusciva a sentire. E questa volta aveva saputo degli studi di Cacciavite sui meteoriti e del programmato viaggio in Russia.

<< Notizia davvero provvidenziale, figliuoli. >> commentò capitan Bassotto << Paperone sta per viaggiare in Russia, dove vostro fratello si è stabilito: potremmo metterci in contatto con lui e tendere un agguato al riccastro! Inoltre potremmo pure appropriarci della meteora, e venderla al miglior offerente: sono certo che molti musei o centri scientifici farebbero le più alte scorrettezze per averne una. È deciso: partiremo per la Siberia assieme a Paperone! >>

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Capitolo 2
*** Da Paperopoli a San Zara ***


Di li a un mese era tutto pronto per la partenza di Paperone e Cacciavite.
Lo scienziato aveva istruito il miliardario a dovere, e gli aveva inculcato le basi dei suoi studi, i quali frattanto erano anche andati leggermente avanti. Partirono dall'appena inaugurato porto di Paperopoli, per arrivare a San Zara, all'estremo oriente dell'Impero Russo. La stessa San Zara che, dopo la rivoluzione di ottone nel 1915 che dividerà l'impero zarista in due blocchi (Russia e  Brutopia), diventerà la capitale della Brutopia, la superpotenza rivale degli Stati Uniti.
Nella medesima nave di Paperone erano presenti sotto mentite spoglie i bassotti, che faticarono non poco a non farsi riconoscere. Comunque furono anche aiutati dal fatto che sia il miliardario che Cacciavite avessero, chi per un motivo chi per un altro, la testa fra le nuvole in quel momento. Cacciavite cercava di calcolare con la precisione più accurata che poteva il possibile punto dell'impatto, mentre Paperone cercava di calcolare con la precisione più accurata che poteva i possibili guadagni che il meteorite avrebbe potuto fruttargli; tra l'altro, come poteva adoperarlo?
<< Cacciavite, senti... Puoi ripetermi quali sarebbero secondo i tuoi studi le proprietà di questo particolare meteorite? >> chiese durante il viaggio.
<< Paperone, sono proprietà difficili da illustrare a chi non ha quantomeno una laurea in scienza dei materiali, ma posso provare a sintetizzare: l'urto dell'asteroide provoca energia, ne provoca però così tanta che eccede le capacità dello spazio circostante di assorbirla. All'esplosione si sovrappone un'implosione, e il meteorite è per così dire costretto a immagazzinare un plus energetico. Questo plus può essere liberato in vari modi, per esempio sotto pressione: questa pietra, anche se può sembrare impossibile, se pressata tenderebbe ad aumentare la propria massa. Ma io voglio trovare un modo di estrappolare questa energia potenzialmente illimitata! >>
<< Sotto pressione tende ad espandersi? >> disse Paperone avendo quasi un sussulto << Buono a sapersi... quindi se questo meteorite, dopo l'impatto, venisse scagliato contro qualcosa, come se fosse un proiettile di cannone, che succederebbe? >>
<< Oh! Sarebbe devastante! Non saprei nemmeno immaginare i danni che potrebbe causare...! >>
<< Ma è fantastico! >> disse Paperone un una voce particolarmente eccitata, e con uno sguardo che tradiva una particolare bramosia di denaro.
<< Non credo di comprendere... >> fu la sola risposta, dubbiosa, di Cacciavite.
Il resto del viaggio fino a San Zara procedette senza intoppi: i bassotti non furono notati, e la nave arrivò in porto regolarmente. In città Paperone e Cacciavite noleggiarono una carrozza per andare nella foresta siberiana; non ingaggiarono conducenti per risparmiare, dato che potevano benissimo guidare loro la carrozza e Paperone sapeva orientarsi nelle foreste della Siberia essendoci stato in passato.
I Bassotti invece furono accolti calorosamente dal loro parente. Insieme studiarono un piano per tendere un'imboscata durante il viaggio per rapire Cacciavite e... spennare Paperone.

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Capitolo 3
*** L'agguato ***


Se il viaggio in nave procedette senza intoppi, stessa cosa non si può dire del viaggio in carrozza.
Almeno inizialmente procedette tutto per il meglio, fu un viaggio quasi noioso: secondo i calcoli di Cacciavite il posto dell'impatto distava alcuni giorni da San Zara. Non c'era nulla per svariati kilometri, ed era raro trovare qualche capanna di tanto in tanto. Gli unici suoni presenti erano il fruscio del vento gelato, lo scalpitare della carrozza e dei cavalli e... il lamentarsi di Cacciavite del freddo.
<< Freddo, freddo, freddo! Dovevi esserci tu nel Klondike! La temperatura era più o meno questa, e io lavoravo senza sosta perfino di notte! >> lo rimproverava Paperone.
<< Ma infatti io ero a Giava, non in Alaska! >> ribatteva Cacciavite.
Il terzo giorno di viaggio però, mentre stavano attraversando le foreste siberiane... furono assaltati dai predoni comandati dai bassotti.
Accadde tutto così in fretta che quasi i due non se ne resero conto: furono accerchiati dai briganti e bloccati. L'opposizione che offrì Cacciavite (che stava conducendo in quel momento la carrozza) non fu sufficiente, forse anche perché intorpidito dal freddo, e Paperone fu totalmente impreparato dato che in quel momento riposava all'interno dell'abitacolo, dopo aver condotto la spedizione per tutta la notte.
In men che non si dica i Bassotti avevano liberato e fatto scappare i cavalli, e dato fuoco alla carrozza; Cacciavite e Paperone invece erano stati legati e condotti davanti a capitan Bassotto, il quale disse:
<< Paperone! Da quant'è che non ci vediamo? Dal 1902! Sono già passati sei anni, ma come vola il tempo! Abbiamo saputo che venivi a fare una passeggiata qui in Siberia, e dato che un mio figlio ci si è trasferito, mi sono chiesto: "perché non fare una bella rimpatriata?". Certo, non posso derubarti qui, ma vuoi mettere la bellezza della vendetta per tutte le volte che mi hai umiliato? Inoltre, appena tornerò a Paperopoli, dato che non ci sarai più tu a proteggerlo, il Deposito sarà una preda molto più facile...! >>
<< Non ci sarò più io...? Cosa intendi...? >> disse Paperone con tutta la furia che aveva in corpo... furia che riversò subito sul bassotto, dato che, nonostante le corde, gli saltò addosso, mordendogli una mano. Furia che non gli servì, dato che uno dei predoni lo tramortì subito.
<< Dannato! Mi ha morso la mano! GROAR! Lasciatelo qui in mezzo al nulla, così che muoia assiderato e di stenti, quella sottospecie di #§%/! >> gridò capitan Bassotto colto dalla rabbia. << Quanto al genio, portiamolo all'accampamento, così che ci dica lui dove precipiterà il meteorite... >>
I bassotti speravano forse di aver messo fuori gioco Paperone, ma si sbagliavano: abituato ai gelidissimi freddi dell'Alaska, ci voleva ben altro per farlo morire assiderato. Si svegliò alcune ore dopo, intirizzito sì, ma vivo. Forse però era vivo anche perché, effettivamente... non era più disteso sulla neve: era dentro a una capanna, con sopra una coperta.

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Capitolo 4
*** Il figlio del tuono ***


Paperone era confuso... Forse era per la mancanza di cibo, per il freddo o per la botta in testa di alcune ore prima... Oppure forse era perché la situazione in cui era finito era davvero inspiegabile. Dov'era finito? Chi lo aveva soccorso? La capanna sembrava sullo stile dei nativi americani, ma non poteva essere finito in un villaggio indio, se fino a poco prima si trovava in Siberia.

Provò ad alzarsi e ad uscire dalla capanna. Si trovò davanti... Un villaggio indiano, o almeno qualcosa che gli era molto simile.
<< D-dove mi trovo...? >> disse spaesato Paperone.
Gli si avvicinò una folla di nativi, che però non parlavano l'inglese. Paperone notò che la loro lingua era molto simile a quella dei pellerossa, che aveva imparato quando cercava oro a Pizen Bluff, e provò a sostenere un dialogo con loro.
<< Dove mi trovo? >> disse Paperone
<< Sei nel villaggio dei Tungus, straniero. E io sono il capo-villaggio. >> disse uno degli autoctoni, dall'aria anziana << Ti abbiamo trovato steso sulla neve ancora vivo, e abbiamo pensato di soccorrerti. Tu chi sei piuttosto? Non sei come noi, la tua pelle è spaventosamente pallida, e le tue gambe e la tua bocca stranamente arancioni. Da dove vieni? Sei per caso uno di quegli stranieri venuti qui per conquistarci, venuti qui per il figlio del tuono? >>
Detto questo, il capo-villaggio portò nuovamente Paperone dentro la tenda, e si fece accompagnare da un'altro nativo, dall'aria ancora più anziana e dalla lunga barba bianca. Paperone iniziò a parlare col tono più solenne e affabile che avesse. Voleva sembrare l'uomo bianco civile che porta la conoscenza agli inferiori popoli isolati dal mondo... e probabilmente si sentiva anche così.
<< Io non sono qui per conquistarvi... Non faccio parte delle truppe dello zar e non sono un predone... Sono venuto qui per alcune ricerche scientifiche... Anzi, astrologiche diciamo. In queste zone sta per avvenire un evento straordinario, qualcosa che voi, con le vostre magie e superstizioni non potete nemmeno immaginare... >>
<< Stanno per tornare i giorni dell'Agdy, i giorni in cui il figlio del tuono lascia suo padre e visita la terra... E la bacia e l'abbraccia... >> disse con aria seria l'anziano barbuto.
"TSK, della serie 'I misteriosi racconti dell'esotico sciamano'" pensò Paperone quasi irritato. Disse poi ad alta voce:
<< Qui non c'entrano nulla le vostre leggende, sciocchi. Qui stiamo parlando di scienza! Dovete sapere che... >>
<< ...una pietra proveniente dal cielo sta per precipitare qui sulla Terra, provocando morte e distruzione. La pietra, se percossa può aumentare la propria grandezza, e se scagliata con qualcuno dei vostri macchinari infernali può anche distruggere le montagne. Se sottoposto a qualche rito particolare, può invece dare la luce ai vostri immensi villaggi stregati e caotici >> completò per Paperone lo sciamano.
Paperone era sbigottito. Non si aspettava di certo che uno sciamano potesse spiegargli così nel dettaglio quello che stava per avvenire: la spiegazione gli era risultata persino più chiara di quella che gli aveva proposto Cacciavite tempo prima.
<< Gli Agdy nella storia hanno sempre fatto gola agli uomini avidi di potere. Nel medioevo da suoi metalli ci si potevano fondere spade. Gli antichi lo chiamavano anche Mith-Rihl, ed è un materiale magico. La sua peculiarità è dovuta al fatto che è l'unico materiale composto da tutti gli elementi, aria, acqua, terra e fuoco. Da sempre gli uomini si sono fatti la guerra per possedere gli Agdy, e anche tu sei qui per quello, lo abbiamo capito. Se volete scannarvi fate pure. Noi non vogliamo essere coinvolti. >> riprese il capo-villaggio.
<< "Volete"? Ci sono altre persone interessate al meteorite? >> disse stupito Paperone.
<< Proprio così. Sono gli uomini malvagi dall'occidente, che vogliono comandarci... E gli uomini del cielo! Da giorni sono entrambi nella foresta, i primi sono nascosti tra gli alberi, gli altri non ne hanno bisogno... Volano. >>
Al che Paperone pensò:
"Stanno parlando delle truppe zariste... Ma gli altri? Perché devono mettere in mezzo gli dei in ogni cosa? Ora arrivano ad immaginarsi uomini che volano...! Bha, tutte superstizioni!". Poi il miliardario disse:
<< Mi dispiace, ma sono proprio interessato all'Agdy, al figlio del tuono, come lo chiamate voi. Non penso che coinvolgerò voi nella mia ricerca... >>
<< Sei libero di fare quello che vuoi papero, ma noi non vogliamo che il figlio del tuono finisca in mani avide. Quindi sappi che chiunque vincerà tra te, uomini dell'occidente e uomini del cielo, noi tenderemo un'imboscata al vincitore, per portare al sicuro l'Agdy. Anche se probabilmente falliremo data la nostra inferiorità numerica, noi tenteremo di farlo. >>
<< Perché me lo dite? >>
<< Tu non puoi vincere. Loro sono interi eserciti, tu sei solo uno. >>
<< Il giorno in cui mi arrenderò davanti a una banale superpotenza sarà un giorno triste. Ho tenuto testa da solo all'esercito americano condotto da Roosevelt in persona, non temo l'esercito russo! Poco fa mi avete trovato svenuto sulla neve solo perché preso in un momento di debolezza... Voi non mi conoscete! Sono il più furbo dei furbi e il più duro dei duri! Sono Paperon de' Paperoni. >>

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Capitolo 5
*** All'accampamento dei bassotti ***


<< Babà, demo ghe io dod zia abituado a guesti climi freddi della Ziberia! Mi ghiedo gome faggia 176-003 gon la zua banda, ba io mi sono beggato proprio un bruddo reffreddore. ETCI! >> Disse uno dei bassotti con una voce davvero tanto nasale a capitan Bassotto.
<< Oh, figliolo. Mettitti sotto le coperte e bevi qualcosa di caldo... Sono certo che gli amici di tuo fratello sapranno come combattere il freddo polare. Ora, però... Lasciami interrogare questo gallinaccio! >> rispose il capitano; dicendo questa ultima cosa si voltò con aria minacciosa verso Cacciavite, il quale era terrorizzato e stava legato alla sedia. Però, nonostante il timore, erano ore che si rifiutava strenuamente di rivelare il punto preciso in cui il meteorite avrebbe impattato.
<< PARLA, SOTTOSPECIE DI TACCHINO! Se non ci dici dove e quando  atterrerà quel sasso ti metto a bollire, capito?! >> sbraitava il bassotto.
<< V-vedo che non avete abbandonato la rozzezza tipica di voi pirati fluviali. State pur certo che io non ti dirò nulla! >> disse turbato ma con decisione il Pitagorico
<< Se le cose stanno così, e se sei davvero ostinato... Buttatelo fuori! Che si prenda tutto il freddo! Che stia legato come un salame, e con i suoi abitucci leggeri... E vediamo se tempo dieci minuti non ci dirà qualcosa...! Nel peggiore dei casi farà la fine di Paperone, e noi andremo alla ricerca della pietra quando impatterà: sicuramente l'esplosione darà nell'occhio e non potremmo far a meno di notare il punto di impatto. >> sentenziò il bassotto.
"Non sanno quello che dicono... l'esplosione che si verificherà sarà qualcosa di terribile, oltre ogni immaginazione. Io con Paperone contavo di rifuggiarmi in qualche grotta a qualche decina di kilometri dal luogo dell'impatto, ma loro sono in una misera tenda... E per di più assai vicini al punto X. Devo assolutamente trovare un modo per scappare di qui se voglio salvar le penne. Appena mi buttano fuori dalla tenda... devo agire. Mancheranno poche ore al momento..." pensò agitato Cacciavite.
Un bassotto e un predone presero di peso il povero inventore e lo portarono fuori, in mezzo alla neve. Lo gettarono sul terreno con prepotenza. Dopodiché tornarono nel loro accampamento.
Capitan Bassotto spiegò le sue intenzioni:
<< Lasciatelo solo a gelare per dieci minuti... Poi tornate prenderlo, e vedete se è disposto a parlare... Se non lo è fate lo stesso per altre due volte. Alla terza, lasciatelo a bollire nel suo brodo. AHAHA! Gli farebbe comodo bollire in questo momento! AHAHAH! E ridete idioti, era una battuta! >>
Cacciavite era un genio, e gli ci volle molto meno di dieci minuti per liberarsi. Ma il suo piano per liberarsi era talmente banale che non ci voleva un genio come lui per attuarlo, mai dei beoti come i bassotti per non prevederlo: Cacciavite si rotolò nella neve fino a che le corde che lo legavano, inumidite, non divennero una pappetta che l'inventore riuscì a rompere con uno sforzo minimo. Lo avevano lasciato a qualche minuto di cammino dalla tenda, e non gli restò che tornare all'accampamento dei predoni seguendo le orme nella neve e rubare un cavallo. Come aveva previsto nessuno stava facendo la guardia fuori... Perché stavano badando tutti a quella lagna del bassotto raffreddato. Era una scena che aveva del tragicomico; aveva cominciato a lamentarsi oltre l'assurdo e il tollerabile già quando Cacciavite era nell'accampamento.
<< Non ce la faccio piuuuuuù! Voglio assolutamente un medico! Non mi fido dei vostri intrugli da selvaggi delle steppe! Voglio tornare nella civilizzata Paperopoliiiii! >> Evidentemente la febbre lo rendeva paranoico ed insofferente. Era una fortuna che i predoni non capivano l'inglese e non sentivano che li stava insultando dandogli dei selvaggi: in passato avevano sgozzato per molto meno.
Tornando a Cacciavite, "prese in prestito" un cavallo e si diresse, più velocemente che poteva, nel posto dove aveva lasciato Paperone, seguendo sempre le orme lasciate dai cavalli all'andata. Quando tornò sul punto esatto, non lo trovò più, ma notò le orme di altre persone che si addentravano nella foresta. Cacciavite, non vedendo altro da fare, cominciò a seguire quelle orme col cavallo.

Il miliardario, ospite nel villaggio dei Tungus, era impegnato a ragionare sui possibili usi del meteorite.
"Sì, quello è sicuramente l'utilizzo più proficuo e quello che permette i guadagni più lauti. Sì, ho deciso... Farò smembrare la roccia e ne farò proiettili di nuova generazione... Ogni volta che verranno sparati, aumenteranno di massa, e da grandi come biglie diventeranno palle di cannone . Contando che a ogni sollecitazione aumenta di massa, potrei avere materiale praticamente infinito! Non ho mai prodotto armi... Non sono sicuro... Ma lo fanno in tanti, è un mercato molto redditizio, perché non mi ci dovrei tuffare pure io?! Sono forse l'unico idiota che si fa ancora scrupoli inutili?!"
Paperone sentì un fischio fortissimo e irritante... e sentì fuori dalla tenda il vociare di tutto il villaggio. Corse fuori con un brutto presentimento...
<< Cosa succede? >> chiese con ansia
<< Il figlio del tuono sta per tornare! Si salvi chi può! >> Gridò una donna mentre correva, con un bambino piangente in braccio.
<< I-il figlio del tuono?! È già il momento dell'impatto? Presto, devo rifugiarmi in una qualche grotta, come avevamo progettato con Cacciavite.>>
Però era troppo tardi: Paperone iniziò a correre insieme alle persone del villaggio, disperatamente e senza meta. Si voltò e vide un enorme palla rossa infuocata avvicinarsi velocemente al terreno; si trovava comunque ad alcune decine di kilometri, ma il miliardario temeva che l'onda d'urto provocata potesse raggiungerlo e spazzare via lui e tutto quello che aveva intorno. E la sua paura era fondata. Il meteorite impattò, facendo un rumore non troppo dissimile da quello che aveva sentito nell'isola di Karatoa decenni prima. Quel che vide è troppo difficile e atroce da descrivere... Provando a sintetizzare, pochi istanti prima che si rifuggiasse coi nativi in una caverna, le persone in fondo alla folla furono travolte dall'onda d'urto e sbalzate chissà dove. Paperone ed altre persone invece avevano fatto in tempo a riparare nella caverna e a mettersi relativamente al sicuro. Le pareti della caverna tremarono, ma resistettero incredibilmente. Paperone era in salvo... Ma ora aveva paura per il suo amico Cacciavite, rapito dai bassotti e finito chissà dove.

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Capitolo 6
*** L'evento di Tunguska ***


Quello che avvenne il 30 giugno 1908 a Tunguska, in Siberia, è cosa nota ma non priva di misteri.
L'evento è passato alla storia come "evento di Tuguska": un'esplosione fenomenale interessò un'area di 2000 chilometri quadrati. Fu terribile. Anche le stazioni sismiche inglesi registrarono l'onda d'urto. Chilometri quadrati di foresta bruciarono. Lo spostamento d'aria fece il resto. Noi a distanza di più di un secolo diciamo di sapere quello che accadde, ma non possiamo saperlo e comprenderlo fino in fondo, perché non eravamo presenti al momento del disastro. Pare che quell'esplosione sia stata causata dall'impatto di un gigantesco meteorite... È stato pure ritrovato un ipotetico cratere, che sarebbe oggi occupato da un lago. L'Agdy, il figlio del tuono sarebbe stato l'artefice di questo evento. Chissà se ci fu qualche sopravvissuto in grado di raccontare l'evento tra gli indigeni siberiani, qualcuno che ci possa dire qualcosa anche di ciò che avvenne dopo. Di sicuro ci avrebbe raccontato qualcosa di incredibile.

Paperone e gli autoctoni si trovavano quindi al sicuro in una grotta. Erano tutti molto scossi per quello che avevano visto, i bambini erano terrorizzati e piangevano. Paperone era inoltre anche preoccupato per l'incolumità di Cacciavite: se era ancora nelle grinfie dei bassotti, sicuramente lo avrebbero portato con loro alla ricerca del meteorite... e quindi lui doveva recarsi nel punto dove era avvenuto l'impatto dell'asteroide, dove era avvenuto l'abbraccio dell'Agdy. Sperava con tutto il cuore che i bassotti si fossero salvati, così che anche il suo amico fosse ancora incolume.
Paperone dopo pochi minuti l'essere entrato nella grotta, si precipitò fuori, lottando contro la resistenza dei Tungus che non volevano si allontanasse da quel rifugio sicuro. Erano certi che di li a poco sarebbe avvenuto uno scontro tra gli occidentali e gli uomini del cielo, e per di più fuori la foresta era in fiamme a causa dell'energia sprigionata. Effettivamente la temperatura era salita di molto, e la neve estiva della Siberia stava sciogliendosi. Ma contro ogni aspettativa iniziò a piovere con molta violenza e le fiamme cominciarono a spegnersi. Gli indigeni gridavano che era il volere degli uomini del cielo. Paperone pensò effettivamente che in quella pioggia doveva esserci qualcosa di paranormale, essendo quantomai provvidenziale e insolita a quelle latitudini. Rivolgendosi allora agli abitanti del villaggio disse:
<< Ringraziate da parte mia i vostri dei, gli uomini del cielo! >>
<< Ma loro non sono i nostri dei: sono malvagi, distruggono tutto quello che hanno intorno e azzerano la volontà delle persone che rendono schiave... Sono dei demoni! >> ricevette come risposta.
Paperone era intimorito da queste affermazioni, contro ogni sua aspettativa. Stava quasi per credere alle superstizioni dei nativi. Non doveva badarci, erano tutte bubbole! Si fece allora coraggio, e cominciò a correre nella direzione del cratere, che era ben visibile, avendo l'impatto spazzato via qualunque cosa nel raggio di miglia. Dalla parte opposta al cratere poteva notare alcune persone avvicinarsi alla sua stessa velocità verso il cratere... Che fossero i bassotti?

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Capitolo 7
*** L'esercito venne subito, anche se sui documenti ufficiali è detto il contrario ***


I bassotti si erano salvati.
Una volta che si furono accorti della scomparsa di Cacciavite, era andati tutti alla sua ricerca... Fino al momento dell'impatto. Quando iniziarono a sentire il fischio, scapparono tutti verso un'altra grotta... dove trovarono dei soldati russi accampati in attesa dell'arrivo dell'Agdy. Vennero immediatamente arrestati e presi come prigionieri, ma non furono legati... probabilmente i soldati non avevano previsto l'arrivo di curiosi. Nella grotta inoltre trovarono nientemeno che Cacciavite Pitagorico.
<< Che ci fai tu qui? >> disse con aria beffarda e lievemente felice capitan Bassotto.
<< Quando sono scappato da voi, sono andato alla ricerca di Paperone... E, seguendo le tracce di Paperone lasciate sulla neve mi sono imbattuto in questi energumeni. A quanto ho capito sono truppe russe, interessate anch'esse all'asteroide per scopi bellici. Vogliono ricavarne un'arma nuova, con la quale far tremare l'Europa in un'ipotetica guerra... Che cosa terribile! >>
I soldati, Cacciavite e i Bassotti al momento dell'esplosione furono al sicuro. Dopo l'esplosione tutti i soldati russi si precipitarono fuori per recuperare il meteorite, e nella confusione generale i Bassotti e Cacciavite ne approfittarono per scappare.

Paperone si rese conto che quelle persone non potevano essere i Bassotti: erano troppi. Dovevano essere le truppe zariste... Doveva prepararsi a combattere contro un'intero esercito. Ci aveva già provato nel 1902... Ma lì aveva le sue due sorelle per rispondere all'attacco, ed alla fine la battaglia si interruppe a metà perché Paperone e Roosevelt si riconobbero come vecchi amici. Ora era solo, senza Cacciavite (che, poveraccio, chissà che fine aveva fatto) e per di più stremato: sarebbe stato in grado di combattere? La pioggia continuava a scrosciare, e Paperone, correndo e scivolando nel fango, riuscì a raggiungere il meteorite prima dei russi. L'esercito arrivò pochi istanti dopo.
<< Nessuno può separarmi dai miei guadagni! >> disse aggressivamente Paperone. Iniziò allora a picchiare tutte le persone che gli si avvicinavano, come aveva già fatto un tempo a Dawson e a Butte. Ma li nessuno era armato. Qui era di fronte a un esercito fornito di baionette. Questo non era sufficiente a fermarlo... il miliardario combatté con tenacia fino all'ultimo istante, fino a quando non fu totalmente strenuato. Alla fine sentì qualcuno chiamarlo per nome. Guardò in direzione della voce.
<< Cacciavite! Ma allora sei ancora viv... >>
Paperone si distrasse un momento, tempo che a un soldato bastò per dare un colpo in testa al de' Paperoni, mettendolo al tappeto.
I bassotti e Cacciavite furono di nuovo bloccati dai soldati, che stavolta li tenevano sotto tiro. Paperone fu preso in braccio dal suo amico inventore. I soldati erano soddisfatti, erano riusciti a conquistare l'asteroide. Non restava che trasportarlo con cura verso un centro abitato per studiarlo. Aveva pure finito di piovere. Ma, nonostante le nuvole se ne fossero andate, il cielo si fece di nuovo scuro. Un grido si sentì dall'alto.
<< Eaaa-vraan! Ev'krull, ev'raaal! >>

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Capitolo 8
*** La battaglia di Tunguska ***


Lo svenimento di Paperone durò davvero poco. Nel giro di una decina di minuti fu del tutto lucido, e Cacciavite poté posarlo.
<< Cacciavite, chi sono questi? Soldati russi? Cosa vogliono? L'Agdy? E... cosa vogliono farci? >>
<< Sono soldati russi, Paperone... ma cos'è un eghdi? >>
<< È il meteorite >>
<< Ah! Sì, sono interessati anch'essi al meteorite. Lo vogliono per farne un'arma per il loro esercito... >>
<< Vogliono farne un'arma! >>
<< Già, è una cosa terribile, infamante per la scie... >>
<< Ma hanno avuto la mia stessa idea! >> 
<< Coo-oosa? Tu volevi l'asteroide per creare una macchina per uccidere?! >>
<< Suvvia, mica avrei ucciso io! Avrei prodotto un oggetto utile... Chiunque lo volesse comprare sarebbe ben consapevole delle sue azioni, sta a lui la scelta. Se vuole usarla per uccidere... che siano fatti suoi. >>
<< Tu... Tu... Sei un mostro! Il Paperone del 1880 non avrebbe mai ragionato in questo modo! Cosa ti ha reso così freddo e cinico?! >> disse pieno di rabbia Cacciavite.
<< Cacciavite... >> disse Paperone cercando di contenere l'irritazione provocata dalla domanda dell'amico << Tu non hai idea di cosa possa avermi reso così. È una vita che subisco imbrogli dagli altri e le scorrettezze dei più forti! Nella vita mi hanno tradito tutti, ma sono riuscito a diventare ugualmente ricco! E lo ho fatto in modo accettabile moralmente. Ora voglio provare altre strade! Ci sono tantissime persone che nel mondo commerciano armi, chi sono io per non poterlo fare? Forse il mio unico problema è avere un'amico rompiscatole che si intestardisce a farmi da coscienza, quando non sa nulla della mia vita. >>
<< Qualunque cosa tu abbia passato, non giustifica i tuoi intenti! Stai diventando come le persone che ti hanno fatto soffrire, e così facendo sarai tu a far soffrire gli altri. E comunque ti sbagli. La persona che vuole farti da coscienza non è tua amica. Non più, almeno >> Cacciavite pronunciò quest'ultima affermazione con risentimento e ribrezzo, e forse fu questo a cambiare le intenzioni di Paperone... O forse quello che successe immediatamente dopo. 
I soldati russi li avevano lasciati parlare perché erano troppo occupati a festeggiare la vittoria, e perché capivano poco quello che dicevano. Mentre stavano festeggiando, il cielo si fece nero, e si udì un coro ripetere con aria fanatica: << Eaaa-vraan! Ev'krull, ev'raaal! >>. Tutti guardarono verso l'alto, ma quasi nessuno riuscì a capire quello che vide.
<< Gli uomini del cielo! >> disse Paperone stupito. Qualcun altro, alcuni decenni dopo li avrebbe definiti in ben altro modo. Erano un'intero esercito, e stavano in equilibrio su delle tavole volanti come se stessero surfando sull'aria.  I loro occhi erano spettrali, privi di pupille, alcuni avevano becchi pieni di denti che sembravano quasi zanne, altri erano privi di dentatura. Sulle loro spalle portavano degli strani aggeggi a forma di "C". Avevano l'aspetto di paperi, ma le loro piume erano viola. Possedevano strane armi. Erano Evroniani.
<< Come li hai chiamati, papero? >> disse quasi inespressivamente capitan Bassotto.
<< Sono gli uomini del cielo. Secondo i nativi sono demoni che privano le persone di volontà e li rendono schiavi. >>
Gli Evroniani iniziarono ad attaccare l'esercito russo: erano anch'essi interessati all'Agdy.  Scaturì allora una feroce battaglia, di cui Paperone, Cacciavite e i Bassotti furono testimoni loro malgrado. Le armi Evroniane erano terribilmente potenti e distruttive, ma la più letale apparentemente non faceva nulla di distruttivo: era un semplice raggio blu che veniva usato contro i soldati; una volta colpiti una strana fiammella blu si materializzava attorno al capo dei malcapitati, che perdevano ogni sorta di volontà e coscienza. Gli effetti delle altre armi sono troppo atroci da raccontare.
I poveri soldati russi sembrava avessero perso in partenza, e infatti nel giro di poche decine di minuti furono quasi decimati, quasi tutti ridotti a quello stato di perdita della coscienza.
Paperone, Cacciavite e i Bassotti furono forse più fortunati. Tre di quei paperi viola atterrarono loro accanto. Uno di questi iniziò a parlare.
<< Eaaa-vraan! Ev'krull, Ev'raaal! In nome di Evron, potere e potenza! Degli esemplari di terrestri, perfetto! Risparmiateli, non sottoponeteli alla cooldflamizzazione, l'immenso Gorthan li vuole vivi e capaci di ragionare, per i test... >>
Cacciavite, intuendo di trovarsi in una situazione grave, tentò di dare un pugno a uno dei tre Evroniani, ma ricevette come risposta un pugno nello stomaco dato con una forza sovrumana che lo mise quasi al tappeto.
<< Paperone >> disse l'inventore con una voce molto flebile << Come mai non provi a difenderti pure tu...? >>
<< Cacciavite... Hai... Hai visto che armi posseggono? È... È terribile. Non possiamo opporci, siamo totalmente impotenti di fronte a queste atrocità >> disse con aria turbata Paperone
<< T-tu che ti arrendi? Il più duro dei duri? >>
<< Sì... Ho capito la gravità del progresso dell'attrezzatura bellica, e capisco che io non posso nulla di fronte ad essa. Sono il più furbo dei furbi e il più duro dei duri... Ma di fronte alla morte, capisco che non si può fare nulla. >>
In quel momento il bassotto raffreddato starnutì. Uno degli Evroniani ricevette in pieno viso lo starnuto, e diede un pugno al bassotto. Paperone e Cacciavite furono caricati dall'Evroniano colpito dallo starnuto sul suo disco individuale, mentre i bassotti furono caricati su quelli degli altri evroniani.

I russi avevano praticamente perso la battaglia, ma a un certo punto alcuni evroniani iniziarono a cadere dai loro dischi individuali, ritrovandosi a terra tutti raggrinziti, coperti da rughe, come se fossero stati immersi nel sale per alcune settimane. La battaglia proseguì, e queste misteriose cadute si fecero sempre più numerose. Alla fine erano rimasti in campo così pochi e deboli Evroniani che i russi riuscirono a respingerli e ad abbatterli. Allora un Evroniano tutto vestito di nero, con la coda e un mantello (il generale), che aveva osservato tutto da un pulpito sospeso, ordinò la ritirata immediata delle truppe. I russi avevano vinto di nuovo, in nome dello zar e di Sanpietroburgo! Le fiamme azzurre sparirono dalle teste dei soldati colpiti, che riuscirono a riprendere coscienza. Tornarono tutti ai bordi del cratere e... Si accorsero che l'asteroide era sparito. Che gli Evroniani, nella confusione generale, fossero effettivamente riusciti a recuperarlo?

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Capitolo 9
*** Cosa accadde alle truppe evroniane il 30 giugno 1908 ***


Fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, 30 giugno del 1908.
Dietro uno degli asteroidi più grandi si nasconde un corpo di origine artificiale... La Nave Madre Evroniana, appena entrata in quell'orbita... dove rimarrà ancora per svariati decenni. I rumori nello spazio non si propagano, ma all'interno dell'astronave lo fanno eccome. E in tutta la Nave, che misura svariati chilometri, non si può fare a meno di sentire la voce isterica e colma d'ira del suo comandante.

<< Chi è stato quello scellerato, quello sciagurato, quell'eroe della deficienza mentale, quell'affanato neuronale, quel cialtrone, quella sottospecie di evronita troppo cresciuto, quello yostly vestito da generale che ha condotto un'intero squadrone di assalto senza il MIO permesso?! Chi è questo genio, questo rivoluzionario, questo aspirante suicida, questo futuro ammasso di raggi gamma?! >> Sbraitava ossessivamente il sommo Zotnam con la voce tipica di uno che ha bevuto troppi caffè.
Due controllori condussero un generale al cospetto del sommo. Lo stesso generale che aveva condotto l'attacco a Tunguska.
<< Eccolo a lei sua sommità. Si tratta del generale Zorgon, noto già per la sua mancanza di disciplina e per la sua visione spiccatamente individuale. Il generale è accusato di aver condotto un attacco ai danni del pianeta Terra senza che prima fosse stato richiesto e dato il vostro permesso, e di aver infettato un'intero squadrone d'assalto con un misterioso batterio alieno. >> disse uno dei controllori.
<< SO BENISSIMO DI COSA È ACCUSATO QUESTO CRETINO! Ha commesso un'affronto alla mia autorità, un affronto alla supremazia dell'intera razza evroniana! Come hai osato?! Per quale motivo hai fatto questo?! >>
Zorgon tentò di parlare.
<< Ma, sommo, lasciate che vi spie... >>
<< TACI, INFIMO! >> Gridò Zotnam, laciandogli dal becco della sua prima testa una poderosa scarica di energia. << Ora parla... >> disse subito dopo con aria ironica.
<< Dicevo, o immenso, che io ho solo adempiuto a una richiesta del sommo Gorthan... >>
<< Non ti azzardare a chiamare "sommo" Gorthan! "Sommo" è un titolo che spetta solo ai consiglieri imperiali bicefali come me, a lui spetta il titolo di sublime! >> disse alterato Zotnam lanciandogli un'altra scarica di energia. Zorgon riprese intontito:
<< Dicevo, sommo, che il sublime Gorthan mi aveva chiesto di mandare alcuni soldati a procurargli uno strano aggeggio che si trovava nell'orbita della Terra. Si trattava di un corpo di origine artificiale, ma la cosa non sembrava poter essere possibile, dato che la civiltà della Terra non è ancora abbastanza evoluta per poter spedire un oggetto in orbita... Quindi si doveva trattare di un macchinario extraterrestre... Ma non aveva una fattura evroniana. Poteva darsi che un'altra civiltà a noi sconosciuta fosse interessata anch'essa alla conquista del pianeta! Quel macchinario andava recuperato e studiato quanto prima, anche perché, secondo i calcoli di Gorthan, la sua orbita era instabile e lo avrebbe portato ad impattare sulla superficie del pianeta di li a poco. Allora ho pensato... >>
<< Sottospecie di ameba, tu hai pensato! Non fai altro che peggiorare la tua situazione! >>
<< ...Che sarebbe stato meglio recuperare l'oggetto una volta impattato. Avremmo approfittato della situazione per scendere sulla Terra e rubare energia psichica da qualche suo abitante... Insomma, avrei preso due yostly con una vaughan e avrei condotto due missioni in una. Avrei avuto gloria e onori... >>
<< Una di queste missioni non era autorizzata da un consigliere! Ci sarà stato un motivo se non mandiamo eserciti interi sulla Terra! E questo motivo è che non siamo ancora preparati farmacologicamente ai germi e ai batteri di origine terrestre, per noi sono ancora qualcosa di letale: possono provocare nel nostro metabolismo reazioni inaspettate, anche mortali. Ma tu sei stato così imbecille da non pensarci. Adesso abbiamo perso un'intero squadrone, morto per chissà quale malattia! >> disse con la solita voce isterica Zotnam.
<< Ma... Mio signore, io sono un semplice guerriero, non uno scienziato, queste cose non rientrano nelle mie priorità, e poi i soldati persi erano solo di basso rango, la loro perdita è calcolata e irrilevante... >>
<< Tu hai presente quanto costerà alle casse imperiali generare un'altro squadrone INTERO?! Ora taci! Voi, controllore Raaha e controllore Arrhr, come giudicate l'imputato? >>
<< Colpevole! >> dissero in coro i controllori.
<< Aspettate! >> disse il generale << Sono un membro di casta alta, ho diritto ad essere giudicato da almeno due controllori e due consiglieri imperiali! >> supplicò.
<< Quel che è giusto è giusto >> disse irritato Zotnam << Gorthan, uscite da li dietro, e ditemi... Come giudicate l'imputato? >>
Un evroniano massiccio, possente con dei viscidi  e spessi capelli biondi simili a vipere apparì dall'ombra. Era Gorthan, che era stato nascosto dietro il trono di Zotnam per tutto il tempo: il sommo lo aveva messo li perché ascoltasse tutto il processo, ed uscisse fuori a sorpresa nel caso l'imputato avesse appellato la presenza del secondo consigliere.
<< Colpevole, sommo Zotnam! >>
<< Gorthan, voi... >> fu l'unica cosa che uscì dalla bocca disperata di Zorgon.
<< Per quanto riguarda il mio giudizio >> concluse Zotnam << Considero l'imputato colpevole di lesa maestà, disubbidienza ed eccidio colposo di un'intero squadrone. Inoltre è colpevole di fallimento, dato che non è riuscito a recuperare il manufatto alieno. In quanto membro col grado più alto della Nave, è compito mio decidere la pena... E sappi che sono molto combattuto: potrei farti regredire a spora per i prossimi duecento cicli, potrei darti in pasto a un goolos, potrei ridurti a un ammasso di raggi gamma, potrei renderti porfido per pavimenti... Ma sarebbe tutto inutile: tu sei stato l'unico del tuo squadrone a sopravvivere, e questo vuol dire che possiedi casualmente un qualche speciale anticorpo che non è presente negli altri evroniani. Quindi ti condanno ad essere ridotto a cavia per gli esperimenti di Gorthan, in modo che trovi quest'anticorpo e che lo fornisca a tutti gli evroniani della base! >>
Zorgon era così sconvolto che non proferì parola. Fu trascinato dai controllori nel laboratorio di Gorthan, il quale stava per seguirli.
<< Gorthan voi rimanete qui ancora un attimo... >> disse con voce fredda Zotnam
<< Va bene, Zotnam >>
<< Voi avete ordinato a Zorgon di recuperare quello strano satellite artificiale? Lo avete fatto senza il mio permesso? Sì, lo so che siete appena stato nominato consigliere imperiale e siete formalmente mio pari, e che quindi per quello che riguarda la vostra competenza di scienziato potete non chiedermi il permesso , però non dimenticate mai che per natura voi siete inferiore a me, consigliere bicefalo. E sopratutto che io sono il sommo comandante della spedizione contro la Terra, e che quindi ogni cosa è sotto la mia responsabilità. Per ora chiudo un occhio, siete ancora giovane e appena eletto, ma la prossima volta fareste meglio ad avvisarmi. È un consiglio, se volete avere vita facile su questa nave. >>
<< Sarà fatto come voi volete, Zotnam. >> disse Gorthan un po' risentito
<< Ora illuminatemi, sublime... >> disse Zotnam << Cosa siete riuscito a scoprire su quel satellite? >>
<< Davvero poco, sommo. Sono riuscito ad intercettare solo un frammento di un messaggio che aveva inviato alla sua base. Si accennava a un certo pianeta Corona. Altro non so dirvi. >>

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Quindi, se l'Agdy non era stato preso né da russi né dagli evroniani, chi lo aveva recuperato?


Deve ancora venire il giorno (e probabilmente questo giorno non verrà mai) in cui Paperon de' Paperoni si arrenderà di fronte alla morte. Lui lotterà sempre per quello che vuole e per quello in cui crede... E nemmeno la prospettiva di lasciarci le penne può fermarlo. Faceva bene Cacciavite ad essere stupito e dubbioso della reazione del miliardario: infatti non era che una menzogna, fatta per prendere tempo. Paperone aveva un sospetto, e quel sospetto si riverlò presto fondato. Cacciavite e Paperone erano entrambi ai due lati del disco individuale, sdraiati di pancia. L'evroniano che pilotava il disco si trovava in mezzo, e stava la sopra come se fosse su una tavola da surf; a un certo punto cominciò a tossire, ad impallidire. La sua pelle cominciava a raggrinzirsi.
<< Tieniti pronto, Cacciavite! >> gridò l'ultimo del clan de' Paperoni.
L'evroniano si piegò sul ventre, lanciò un grido, e perse l'equilibrio cadendo dal disco. Paperone allora si alzò in piedi e si mise nella stessa posizione dell'alieno, come se surfasse.
<< Cos'è successo, Paperone? >> disse Cacciavite stupito
<< Questi paperi viola sono come dei marziani. È successo quello che speravo: poco fa uno dei bassotti gli ha starnutito in faccia, e questi alieni non hanno anticorpi per contrastare i batteri terrestri. È una situazione simile a quella di un libro che ho letto qualche anno fa... Questo alieno è morto per una malattia per noi insignificante come il raffreddore... Successe la stessa cosa secoli fa con gli indios: furono uccisi più dalle malattie portate dagli spagnoli che dagli spagnoli stessi! >> disse Paperone cercando di mantenere l'equilibrio. Alcuni anni prima era stato in alcune isole del pacifico, dove aveva imparato dai nativi a spostarsi su una tavola sulle onde del mare... la situazione qui era molto simile.
<< Cacciavite... Ora fai molta attenzione! Stiamo per passare radente all'asteroide, tu sporgiti e cerca di recuperarlo, abbiamo un solo tentativo! >>
Il tentativo per fortuna bastò. Cacciavite prese al volo la meteora metallica e Paperone condusse il disco individuale fuori dal campo di battaglia. Entrambe le fazioni erano troppo impegnate a combattere per notarli, e gli avroniani stavano inoltre iniziando a cadere dai dischi...
Paperone per la precisione si diresse in direzione della grotta dove erano gli autoctoni. Si avvicinò sempre di più al terreno, e a un certo punto disse a Cacciavite:
<< Presto! Dobbiamo saltare dalla tavola, non so fermarla! Fai attenzione che l'agdy non tocchi il terreno! >>
Si gettarono entrambi per terra. Il disco andò a schiantarsi contro una parete rocciosa vicino la caverna ed esplose. Erano entrambi incolumi e l'agdy non era caduto a terra.
<< Bravo, Paperone! >> Disse Cacciavite poco dopo, contrariato << Avete ottenuto quello che volevate! Prendete la vostra stupida pietra e fatene pure un attrezzo di morte! >> disse con sdegno porgendogli l'Agdy.
<< Cacciavite... Io oggi ho assistito a una battaglia terribile. Da ora in poi ripudierò la guerra con tutta la forza che ho, e contrasterò i commercianti di armi con tutti i miei mezzi. La guerra... Quei signori non sanno cosa sia la guerra! Io lo so, lo ho imparato da Tunguska... >> disse rassegnato Paperone.
<< Paperone... >> disse commosso Cacciavite << Allora... Dove andrà a finire questa pietra? Me la farai studiare per trovare da essa una nuova forma di energia? >>
<< No, lascia perdere... Ho capito quali sono le mani migliori per questo meteorite >>
Detto questo Paperone prese l'asteroide, e lo portò all'interno della grotta, dove i nativi ossevavano impauriti la battaglia trai russi e gli evroniani. Paperone spiegò tutta la situazione, e che aveva pensato che loro fossero i migliori custodi di quel terribile ammasso di metalli. I nativi accettarono di buon grado la custodia della pietra, e fecero festa a Paperone una volta che i due eserciti si ritirarono. Paperone nonostante tutto era triste...
<< Non ho guadagnato nulla da questa avventura! >> notò.
<< Paperone, un mondo in pace e senza un'arma terribile come poteva essere quell'asteroide non è il più grande dei guadagni? >> rispose Cacciavite.
<< Forse hai ragione tu, amico mio... >>
<< Già, Paperone, amico mio! >> affermò felice Cacciavite.


In futuro molto probabilmente altre persone partiranno alla ricerca degli agdy, e magari qualcuno riuscirà anche a procurarsene qualcuno. O forse qualcun altro partirà alla ricerca proprio di quel famoso Agdy, magari attratto dalle sue origini. Chissà, magari un altro miliardario paperopolese, accompagnato da un amico fantasma che vive in una sfera...

















Epilogo generale



Gorthan era nel suo laboratorio accerchiato da alcuni suoi assistenti. Erano tutti dentro uno scafandro totalmente impenetrabile e sterilizzato.
<< Abbiamo fatto bene ad approfittare di questa genialata di Zorgon per rapire alcuni terresti. Il sommo Zotnam però non dovrà mai saperlo! >> disse Gorthan. << Avevo chiesto ai miei soldati di non cooldflamizzare i soggetti! >> disse contrariato osservando le capacità mentali delle sue cavie.
<< Somma signoria... >> disse timoroso uno dei suoi assistenti << I parametri vitali indicano che non sono stati cooldflamizzati. Devono avere questi parametri intellettuali di natura... >>
<< Hai ragione, Zreex! Devono essere dei minus habens... tutti i popoli dell'universo ne hanno qualche esemplare... Noi avevamo Zorgon, i terrestri devono avere questi quatto. Non possono essere tutti così: un popolo che ha scritto la "Divina Commedia" non può essere popolata da simili inadempienti mentali. Quand'è così, ci sono totalmente inutili, nonché dannosi, dato che uno di loro è il portatore del morbo che ha ucciso l'intero squadrone. Cancellategli la memoria e rispediteli sulla Terra! >> disse perentorio Gorthan.
<< Papà >> fece uno dei quattro bassotti << Cosa stanno dicendo i marziani? Perché ci guardano così? >>
<< Non lo so figliolo, ma ho un brutto presentimento... >> rispose capitan Bassotto agitato.

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