Shirahime

di Novelist Nemesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trasferimento ***
Capitolo 2: *** Conoscenza ***
Capitolo 3: *** Assurdità ***
Capitolo 4: *** Scoperta ***
Capitolo 5: *** Scelta ***
Capitolo 6: *** Colpa ***
Capitolo 7: *** Collaborazione ***
Capitolo 8: *** Aggancio ***
Capitolo 9: *** Indagine ***
Capitolo 10: *** Nemico ***
Capitolo 11: *** Competizione ***
Capitolo 12: *** Fregato ***
Capitolo 13: *** Tattica ***
Capitolo 14: *** Penitenza ***
Capitolo 15: *** Scontro ***
Capitolo 16: *** Libertà ***
Capitolo 17: *** Sacrificio ***



Capitolo 1
*** Trasferimento ***


Non mi è mai importato molto di vivere o morire. Forse sarebbe stato meglio evitare di nascere.

Odio mia madre, odio mio padre. Perché mi hanno messo al mondo, se dovevo rimanere dentro all’ospedale, senza uscire? Non ho mai avuto amici, non ho mai avuto una storia con qualcuno. Per questa maledetta malattia. E nessuno vuole avvicinarsi a me, perché ho questi dannati capelli bianchi. Che fanno di male? Cos’hanno che non va?

Ma io sopportavo e basta. E sorridevo. Tanto sarei morta. La malattia mi avrebbe portato via.

E invece sto ancora qua. Mi dimettono tra un paio di giorni. Mi hanno trapiantato un paio di organi ed eccomi salva. Devo solo fare diversi controlli ogni tanto.

Non sono sicura di voler cominciare una nuova vita. La gente mi fa paura. O forse è meglio dire che ha paura dei miei capelli? Ho pensato più volte a una tinta, ma sembra non servire. Il risultato è disastroso, sembro invecchiata di una cinquantina d’anni.

Non mi resta che andare a vedere com’è il mondo.

Mi chiedo solo se in questo mondo c’è qualcuno come me. Con cui possa parlare.

 

Quella ragazza aveva decisamente qualcosa di particolare, ma che a quanto sembrava non piaceva. Non facevano che tirarle fogli accartocciati con scritto “Devi Morire”. La ragazza ogni volta riaccartoccia tutto e buttava al secchio, facendo sempre centro.

I giapponesi forse non sopportavano che una avesse un colore così chiaro ai capelli? In fondo li capiva: tutti con quei capelli neri tinti e pettinati in tanti modi strani, al passo con la moda… Veniva da ridere! Il Giappone sembrava davvero un altro pianeta!

Ma il Giappone era anche così bastardo… La trattavano tutti così freddamente, così male. Per i capelli bianchi, per la sua nazionalità americana, per i suoi voti eccellenti, per tutto.

Eppure sopportava. Sopportava sempre e tutto. Tanto le superiori stavano per finire.

Come al solito, suonò la campanella, si preparò la borsa e mise il banco a posto, mentre tutti lasciavano i loro ricordini come biglietti e avanzi del pranzo. Lei non sopportava il disordine. E poi così non avrebbe avuto problemi con le pulizie scolastiche.

Si diresse verso la scarpiera, come al solito, e come al solito si cambiava scarpe. Almeno all’uscita la lasciavano stare. Più che altro facevano finta di non vederla. Anche se coi suoi capelli era una cosa assai difficile non notarla. Lei avvertiva gli sguardi, mica era ebete.

Comunque quel giorno aveva di meglio a cui pensare: aspettava con ansia i risultati delle simulazioni d’esame. Si impegnava sempre come una matta, per guadagnarsi il primo posto. E non ce la faceva mai. Il primo in classifica era sempre un nome ambiguo, scritto in modo particolare: Light Yagami. Light si scriveva con l’ideogramma di “luna” ma si leggeva “luce”, mentre Yagami era formato da “ya” di “notte” e “gami” di “Dio”. Sembrava un nome imponenete, ma questo Light Yagami lei non l’aveva mai visto. Forse meglio così: l’avrebbe senza dubbio gonfiato di botte per quei risultati.

La ragazza uscì da scuola da sola. Come sempre. E come sempre si sentiva poco bene. Ecco perché diceva sempre che avrebbe preferito morire. Una vita fatta di malori e capelli bianchi non le piaceva.

Camminava per le affollate strade di Tokyo, evitando di guardare la gente.

Era frustrata per tante cose. Il disprezzo, il non riuscire a farsi accettare… Per quanto ancora l’avrebbe sopportato?

Inoltre quel giorno avrebbe affrontato l’ennesimo trasloco. Trasferirsi dall’altra parte della città. In un quartiere tutto sommato tranquillo.

Si diresse alla sua nuova casa, mentre i suoi genitori sistemavano alcuni mobili.

-Bentornata, Cassidy!- disse sua madre, e al seguito ci fu il padre a salutarla –La tua camera è libera! Avrai una stanza tutta per te, contenta?-

-Sì… Grazie- rispose lei, Cassidy, salendo le scale –Allora vado a vederla…-

Era grande, confortevole. C’era solo un letto senza coperte e i mobili erano ancora da sistemare. Si mise subito all’opera, spostando qua e là. la cosa che gli piaceva di più, in quello che aveva fatto, era la scrivania. Era bella, antica, sapeva di vissuto. Le piaceva perdersi in ricordi nostalgici.

Ed eccola, la sua stanza. Sua. Non era più obbligata a condividerla coi fratelli. Si buttò sul letto, pieno di cuscini, e respirò profondamente. Ogni volta che traslocava le sembrava di ricominiare una nuova vita. Peccato che tanto la vita era sempre la stessa. Sospirò, pensando che doveva mettersi a studiare, per poter classificarsi prima a quei maledetti esami.

Il giorno dopo era, come si aspettava Cassidy, uguale agli altri. Anzi, nella scarpiera trovò uno dei tanti scherzetti che le lasciavano di tanto in tanto: un topo morto, tanto per intendere. Cassidy prese l’animale per la coda con aria schifata, e lo buttò al secchio più vicino.

La guardavano tutti, ma a lei non sembrava importare. Richiuse l’armadietto e cominciò a dirigersi in classe, ma inciampò. Qualcuno quella mattina doveva avercela a morte con lei, per farle passare tutte quelle coe.

Ridevano tutti e tutti la prendevano in giro.

-La vecchia è inciampata…-

I capelli bianchi le avevano valso la fama di “vecchia”. Non lo sopportava.

-Forse farebbe meglio a tornarsene in America, lì i capelli bianchi fanno molto “cool”- dicevano alcuni imitando l’accento americano.

Cassidy si rialzò, ma sentì un silenzio improvviso e una mano che le prendeva delicatamente un gomito. Alzò lo sguardo e vide un ragazzo, giapponese, che la guardava incuriosito. Aveva i capelli corti e ben curati, castani. Sicuramente erano tinti. Non era appariscente, ma lo guardavano tutti con ammirazione e stupore.

-Stai bene?- disse lui aiutando Cassidy a rialzarsi.

-Eh? Uhm… Sì, grazie- rispose lei allontanando subito il braccio. Ce la faceva da sola.

Gli altri studenti poco a poco se ne andarono, mormorando qualcosa di incomprensibile a Cassidy.

-Scusali- disse il ragazzo, rimettendosi in piedi e pulendosi i pantaloni dell’uniforme –Sono degli idioti, in questa scuola-

Cassidy fece un sorriso sarcastico e si sistemò la gonna –E tu?-

-Puoi ritenermi tutto tranne idiota, credo- rispose lui facendo un sorriso.

-Bè, grazie comunque- Cassidy gli porse la mano –Mi chiamo Cassidy Marris. Piacere-

Il ragazzo non le porse la mano, ma sorrise –Io mi chiamo Light Yagami-

Cassidy trasalì –Ya… Yagami?-

-“Ya” come “notte” e “gami” come “Dio”, mentre il mio nome si scrive con l’ideogramma di “luna” ma si legge “luce”. Un nome singolare, non trovi?-

Cassidy forse non si rendeva cionto che stava arrossendo. Era una cosa inaccettabile che il ragazzo che l’aveva aiutata fosse lo stesso cervellone che non riusciva a battere.

Cercò di sviare guardando l’orologio –Devo andare a lezione-

-Sì, anch’io- rispose Light ridendo –Ci vediamo, Marris-

-Certo…- “Spero proprio di no, maledetto di un Yagami”

Si concentrò tantissimo alla lezione, cercando di levarsi dalla testa quello studente. Le dava una strana sensazione. Anche se l’aveva aiutata, rimaneva lo studente da battere a ogni costo.

All’uscita purtroppo lo ribeccò. Com’è che ora che si erano incontrati lo beccava sempre?

Fortunatamente Light sembrò non accorgersi di lei, e si avviò a casa. Bene, pericolo scampato.

Cassidy andò dritta a casa, sempre con quella strana sensazione. Non sapeva perché, ma voleva evitare Yagami il più possibile.

A casa vide che i suoi genitori parlavano con una donna, capelli corti e grembiule addosso, che porgeva a loro dei dolci tipici giapponesi.

-Oh, Cassidy, arrivi al momento giusto! Questa è la nostra vicina, abita proprio qua a fianco!-

La signora fece un enorme sorriso –Che carina! Tu sei Cassidy, vero? È un piacere, spero che vi troviate bene, qui!-

Anche se si sforzava di essere gentile, si vedeva che era in soggezione per i capelli di Cassidy.

Cassidy cercò comunque di essere gentile –Piacere, signora-

-Sai, ho due figli più o meno della tua età!- poi la signora notò che un ragazzo si avvicinava a casa –Ah, eccolo uno di ritorno!- lo chiamò, e Cassidy si voltò per guardarlo.

Qualcuno doveva avercela a morte con lei, ora non aveva più dubbi.

-Light, questi sono i nostri nuovi vicini-

-Marris, vero?- disse Light –Che coincidenza. Siamo nella stessa scuola-

-Ah, bene, allora!- rispose la madre di Light –Aiuterai questa signorina ad ambientarsi, vero?-

Stavolta Light era titubante. Ma rispose comunque con un –Certo- poi si voltò per casa sua –Ora vado a studiare. Ci vediamo, Marris-

-E’ veramente un bel ragazzo suo figlio, Sachiko- disse la madre di Cassidy guardando Light con ammirazione.

-Ed è anche intelligente! Si classifica sempre primo alle simulazioni d’esame!-

Cassidy non ne poteva più. con una scusa si congedò dalla conversazione e si chiuse in camera. Era una questione di orgoglio. Doveva battere quello spaccone. Ecco, cosa gli sembrava! Uno spaccone!

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Capitolo 2
*** Conoscenza ***


Cassidy si svegliò di malavoglia quella mattina. Non era decisamente giornata. Da quando aveva incontrato Ligt Yagami non era mai giornata. Uscì, dopo essersi preparata, e vide subito che davanti al cancelletto di casa Yagami c’era Light che leggeva il giornale.

-Non dirmi che mi hai aspettata- disse Cassidy, senza dare nemmeno il buongiorno.

-Non è stata una mia idea- rispose Light continuando a sfogliare il giornale –E’ che mia madre vuole che ti accolga come si deve-

-Quindi, fosse per te, non avresti proprio a che fare con me…-

-Non proprio. Mi sa che sei tu quella che vuole evitarmi ad ogni costo-

Aveva fatto centro, porca miseria. Lo sopportava sempre meno.

Si incamminarono insieme er la scuola, Light sempre a leggere il giornale. Finchè non decise di rompere il silenzio.

-Hai mai pensato a una tinta?-

-Come, prego?- chiese lei.

-Se vedi che ti prendono tutti in giro tingiti i capelli-

-Credi che non l’abbia già fatto?-

-E allora perché ti sei tinta così?- chiese Light, sempre più pungente. Non era cattiveria, ma era come se quella ragazza se le andasse a cercare.

Cassidy non sapeva bene se dirgli o meno qualcosa. Ma tanto ormai era una cosa risaputa, quindi…

-Questo è il mio colore naturale dei capelli. Io sono albina-

Light era un po’ sorpreso, ma restò comunque ad ascoltarla.

-Ho avuto una malattia, da quando sono nata. Avevo già problemi di circolazione. Fino a qualche mese fa stavo all’ospedale, a lottare con diversi tumori in organi più o meno vitali. Per questo mi chiamano “vecchia”. È come se fossi precocemente invecchiata-

Light stava per parlare, ma Cassidy lo interruppe –Inoltre il mio sangue è inferiore alla media-

-Nel senso che non ne hai abbastanza?-

-Esatto-

-E allora come…?-

-Tranquillo, mica sono un vampiro. Semplicemente non devo stancarmi troppo e devo fare periodicamente delle trasfusioni-

Light guardò dritto davanti a se e disse –Se sanno che hai una specie di malattia, allora sono ancora più idioti-

Cassidy non sapeva dire se quelle parole erano sincere o di circostanza. D’altra parte, lui non sembrava affatto voler instaurare anche solo una semplice conoscenza con lei. Era un ragazzo decisamente strano che si integrava perfettamente nella società.

Si separarono ai cancelli della scuola. Almeno le classi erano diverse. Cassidy era sollevata. Si sentiva troppo in soggezione con lui accanto.

-Ci vediamo, Marris-

-Ah ah- rispose di rimando Cassidy a Light, senza salutarlo con la mano e senza neanche degnarlo di uno sguardo.

Era una bella mattina e Cassidy si godeva il sole, quel calore leggero. Il suo banco dava proprio alla finestra, in fondo alla classe. Tanto nessuno la considerava.

Le veniva da pensare a tante cose. Al suo trasloco, alla sua camera, per qualche strana ragione. A Light Yagami, dannazione! Ma che faceva quello alle persone? Era assurdo!

Chissà lui in che classe stava e se veniva accettato dai compagni. Dal modo in cui si comportava sembrava totalmente indifferente da tutto il resto del mondo. Perché? Cos’era che non gli andava?

All’uscita Light non c’era. Bè, tanto meglio, una rottura di scatole in meno.

All’inizio non ci trovava ulla di strano, ma… Col passare dei giorni Cassidy notò che Light si faceva vedere giusto quando usciva di casa e quando usciva da scuola. Sembrava sempre frettoloso e impegnato. Era strano, soprattutto perché sembrava che sua madre nno sapesse nulla di questi suoi ritmi veloci. Aveva sentito Sachiko parlarne con sua madre.

-Mia figlia non sa come ringraziare Light per averla aiutata ad ambientarsi così bene!-

-Ah, anche mio figlio me ne stava parlando! Ha detto che Cassidy è davvero gentile!-

Povera Sachiko. Suo figlio gli raccontava un sacco di balle.

Bè, a dire il vero, anche Cassidy raccontava un sacco di balle a sua madre, ma a fin di bene. Non voleva farla preoccupare.

Ma lui? Che motivo aveva di dire quelle cose?

Cassidy non riusciva a capire bene perché ma voleva sapere cosa passasse per la testa al primo del Giappone.

Da quel momento iniziò una strettissima sorveglianza. A scuola, per strada, al bar, con gli amici, ovunque potesse tenerlo d’occhio. Fosse stata un uomo, anche il bagno.

Eppure Light non presentava niente di anormale. Era fin troppo perfetto quel ragazzo. Impossibile.

Non poteva fare domande troppo dirette, eppure voleva sapere. Che doveva fare, accidenti?

Cassidy ebbe solo un giorno di tregua: a casa venne a fare visita un amico di famiglia. Un imprenditore americano di cui non ricordava nemmeno il nome. Aveva portato anche suo figlio, della stessa età di Cassidy. Un ragazzo dai pantaloni neri, sembravano rovinati, con degli enormi anfibi. Sembrava appena tornato dal fronte. E i capelli erano tutti spettinati, fatti apposta col gel, ed erano coperti da un capello.

Ricordava fin troppo bene quel ragazzo.

-Ti ricordi di Frank, Cassidy? Andavate all’asilo insieme-

Lo ricordava fin troppo bene.

Sua madre li spedì in camera di Cassidy, perché loro dovevano fare discorsi “non adatti a loro”.

-Allora, Frank… Come va?-

-Bene- rispose soltanto lui, guardandosi intorno trasognato –Tu come te la passi qui?-

-Non c’è male, come al solito. E a New York?-

-Non c’è male, come al solito-

Lui sì che era portato per portare avanti un discorso…

-Davvero ti prendono tutti in giro per i capelli?-

-Chi te l’ha detto?- chiese Cassidy leggermente infastidita.

-I tuoi genitori ne parlavano con mio padre-

-Bè, ogni tanto…-

-E proprio tutti?-

-A te cosa cambia? Tu te ne stai a fare la bella vita nella tua bella New York…-

-Nella NOSTRA New York. È ancora casa tua-

-Non cambi proprio mai, Frank!- disse lei dandogli una cuscinata.

-Ormai ti conosco come le mie tasche, Cassidy! A proposito, vuoi vedere cosa ho racimolato mentre eri via?-

-Altri tappi?-

-Guarda, questo è del 1835! Una rarità!-

A Cassidy sembrava solo un tappo di bottiglia, ma sapeva che per Frank era molto importante.

-E tu?- chiese Frank, che cominciava ad ambientarsi –Che hai racimolato?-

Cassidy ci pensò su e poi cinvinta disse –Un mistero-

-Poteeeeeeeenteeeee… E cos’è?-

-Si chiama Light Yagami e non me la racconta affatto giusta-

-Light Yagami? Che nome strano…-

-E’ strano davvero, Frank. Dovrebbe aiutarmi ad ambientarmi, ma sta facendo l’esatto opposto. E poi è il primo del Giappone…-

-Aaaaaah, ora ho capito- disse Frank con aria risoluta –Ti rode e stai cercando un suo punto debole-

-Non è vero-

-Sì che è vero-

-Non è vero!- Cassidy incrociò le braccia e cominciò a tenere il muso.

-Dai, non fare così. Ti aiuto io a trovare il suo punto debole!-

-In che senso?-

-Papà deve concludere un affare, quindi resteremo qui per un po’. Avrò tutto il tempo per organizzarmi- sembrava un ladrò che doveva prepararsi per un colpo.

-Frank, non dobbiamo fare un colpo di stato…- disse infatti Cassidy

-Mai sottovalutare il pericolo, Cassidy. E ricordati: lui potrebbe osservarci…-

L’unico amico che Cassidy aveva mai avuto in tutta la sua vita era quello strano ragazzo ossessionato dai tappi di bottiglia. Ma dopotutto gli dava tanti sorrisi. Poteva perdonarlo per questo.

E poi forse il suo aiuto serviva davvero.

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Capitolo 3
*** Assurdità ***


Frank era affacciato alla finestra e osservava quel ragazzo incuriosito.

-E’ davvero lui il nostro uomo misterioso?- chiese indicando Light per l’ennesima.

-Frank, non fermarti alle apparenze. Quello in realtà è una volpe-

-D’accordo, ma almeno mi dici cosa cerchiamo di lui?-

-Non lo so, qualsiasi cosa possa tornarmi utile-

Frank non riusciva a credere che la sua amica si stesse dando tanta pena per uno come Light Yagami. Più lo osservava e più si chiedeva cosa potesse avere di strano. Sembrava un normalissimo studente giapponese. Ma dovette considerare che era il migliore del Giappone, e che emanava un fascino particolare, doveva dargliene atto. Forse ne valeva la pena osservarlo per un po’.

-Bene, allora, come da programma, ci teniamo in contatto col cercapersone- disse Cassidy –Non fare niente di avventato, intesi?-

-Sissignora!- disse Frank –Tu, piuttosto, resti qui?-

-Sì, devo aiutare i miei a terminare il trasloco- disse Cassidy seccata –Vedi di non farti scoprire-

-Andiamo, tesoro, con chi credi di avere a che fare?- disse risoluto Frank. Spedì un bacio a Cassidy e disse –Vedrai che lavoretto coi fiocchi, tesoro!- e uscì come se fosse un eroe di guerra. Che tipo assurdo…

Effettivamente il fatto che Light si guardasse intorno non era molto normale. Come se soffrisse di manie di persecuzione. Camminava, tranquillamente, però ogni tanto si guardava indietro. Non era possibile che Frank si era già fatto scoprire. Fece ancora più attenzione a muoversi, ma Light sembrava sempre più attento.

I casi erano due: o soffriva di manie di persecuzione, o aveva qualcosa da nascondere e si sentiva osservato. In entrambi i casi, la cosa era sospetta.

Solo dopo parecchi metri che seguiva Light Frank s’accorse che non era da solo: qualcun altro lo stava pedinando. Un uomo dai capelli scuri e gli occhi azzurri. Uno straniero, sicuramente, in impermeabile. Era proprio dall’altra parte della strada, e seguiva Light furtivamente proprio come lui. Appuntava qualcosa su un taccuino e tornava a osservare Light.

Frank si disse di aver visto abbastanza. Si allontanò e col cercapersone avvertì Cassidy che stava tornando.

-Allora, che hai scoperto?- chiese Cassidy ansiosa appena vide tornare Frank.

-Qualcuno lo sta seguendo. Uno straniero, sicuramente è americano come noi- Frank si buttò sul letto e si mise a ridere –Chissà che ha fatto per essere seguito così!-

Ma Cassidy ignorò completamente il commento dell’amico e cominciò a saltellare per la stanza contenta –Sì! Lo sapevo che non me la raccontava giusta! Ora basta solo scoprire cosa nasconde il signorino Yagami!-

-Ma sentitela, parla come se avesse scoperto tutto lei…-

-Ehi! Sono io ad averti detto di seguirlo!-

-Sì, ma sono stato io a notare che qualcuno lo seguiva. Non montarti la testa solo perché sei intelligente! Porta rispetto per chi va già a lavorare!- disse lui facendole il solletico alla pancia

-No! Fermo!- disse Cassidy scoppiando a ridere –E poi, capirai che lavoro! Non fai altro che stare per strada a ballare!-

-Si chiama Hip pop, ignorante! Ed è tecnicamente difficile!-

Vennero interrotti dalla chiamata della madre di Cassidy che era pronto da mangiare. Sembrava preoccupata quando guardava la TV.

Davano la notizia della morte di un altro criminale per arresto cardiaco, e il colpevole a quanto sembrava era un certo Kira, una specie di Dio. A Cassidy non ci faceva molto caso, non guardando molto spesso la TV, ma doveva ammettere che era strano.

-Cassidy, lo sapevi che il padre di Light Yagami lavora alla polizia su questo caso?- poi si rivolse a Frank –Frank, vuoi ancora del riso?-

-No, grazie, signora- disse gentilmente Frank, che si rivolse subito a Cassidy sottovoce –Mi sa che quello che seguiva Light era una specie di guardia del corpo, allora, se il padre lavora alla polizia sul caso-

-Ma non ti pare strano che Light si guardasse intorno? Se davvero era una guardia del corpo, allora non…-

Si interruppe guardando nuovamente la TV. Un tossicodipendente, dopo aver dirottato un autobus diretto a Spaceland, si era buttato fuori ed era stato investito in pieno da una macchina. Non c’era dubbio che quello fosse un incidente, ma Frank notò qualcosa in più.

-Cassidy, c’è quell’uomo!-

-Eh?-

-Quello che stava seguendo Yagami! cerca di nascondersi, ma quell’impermeabile lo riconoscerei tra mille. Era sull’auto!-

Finirono entrambi in fretta e furia di mangiare e si precipitarono di nuovo nella stanza di Cassidy.

-Quindi se quell’uomo era su quell’auto allora c’era anche Light?-

-Immagino di sì- disse Frank –Okay, ritiro la mia teoria sulla guardia del corpo. Anche perché nno ho visto che scortava Light da qualche parte-

-Lo sapevo che quello là aveva qualcosa che non quadrava…-

-Cassidy, siediti un po’ che facciamo quattro chiacchiere come si devono- disse Frank prendendo la sedia della scrivania.

Cassidy si sedette, chiedendosi cosa frullasse per la testa del suo amico.

-Come mai sei così interessata a Light Yagami?-

Cassidy restò interedetta –Bè, perché è uno spaccone… E voglio scoprire che fa di tanto deplorevole per essere seguito a quel modo-

-Cassidy…-

Cassidy non poteva nascondere molte cose a Frank, ma era sincera –Bè, è così, Frank…- distolse lo sguardo –Anche se è stato gentile con me…-

-E perché è stato gentile con te? Cosa ha fatto?-

-Bè, mi ha aiutata una volta- disse, ricordando quando era caduta –E non è come tutti gli idioti della scuola. Come te, non mi disprezza per i miei capelli-

-Quindi possiamo dire che non sopporteresti l’idea che si riveli l’ennesimo idiota?-

-No, non proprio…-

-Va bene, Cassidy, va bene così. Ora mi è tutto più chiaro-

Cassidy aveva il grande difetto di vergognarsi profondamente a dire apertamente ciò che pensava sulla gente. Persino con Frank le riusciva difficile parlarne. Però almeno con lui dopo si calmava: sapeva che lui non l’avrebbe giudicata per questo. Era l’unico che non l’aveva disprezzata per i suoi capelli.

-Ora che abbiamo chiarito cosa pensi di lui, indaghiamo ancora un po’? Dobbiamo scoprire qualcosa, no?-

-Sì… Va bene, Frank-

Frank sorrise e iniziò a gironzolare per la stanza –Allora, cosa facciamo?-

-Lo… Rapiamo, lo leghiamo e ci facciamo sputare tutto quello che c’è da sapere minacciandolo con un coltello-

-Tu sei intelligente, Cassidy, ma manchi di fantasia- disse Frank guardandola male.

-Bè, potrei sempre farlo cantare, oppure approfittare di un momento in cui a scuola lascia i suoi effetti personali incustoditi e…-

-Mah, fai come vuoi. Io non me la sento di seguirlo- disse l’amico facendo spallucce.

Ora che sapeva che Light Yagami nascondeva qualcosa, avvicinarsi a lui era ancora più difficile. Non sapeva più come comportarsi, e soprattutto fare finta anche solo di non pensare di sapere qualcosa che non doveva sapere.

-Buongiorno, Marris- disse Light –Scusami se sono stato un po’ assente in questo perioso-

-Non c’è problema- disse Cassidy. si sforzava con tutte le sue forze –Problemi a casa?-

-Qualcosa del genere-

Sempre di poche parole. Sembrava normalissimo.

-Hai visto in TV com’è morto quel tossicodipendente?- chiese Cassidy facendo l’innocente.

-Già… Bè, se l’è cercata, non credi?-

-Perché?-

-Nessuno l’ha obbligato a buttarsi addosso a una macchina, no?- disse facendo un sorrisetto quasi diabolico. Metteva soggezione.

-Ma si parla sempre di vite umane…-

-Se certa feccia crepasse, sarebbe meglio per tutti- disse Light guardando dritto davanti a sé –Pensa… Un mondo in cui nessuno ti disprezza per i capelli che hai…-

Cassidy poco a poco si lasciava andare a quello strano discorso –Bè… Sarebbe bello, però…-

-Un mondo senza ingiustizia-

-Mi piacerebbe tantissimo- rispose Cassidy

-Anche a me- disse Light guardandola –Abbiamo idee simili- sorrise, quasi rincuorato nel constatare questa cosa.

Cassidy ricambiò il sorriso, ma non era molto convinta. Emanava qualcosa di strano, di affascinante ma allo stesso tempo metteva molta soggezione.

Mentre contemplava quelle sensazioni, Cassidy si accorse che a Light era caduto il portafoglio, e si sbrigò a chinarsi per raccorglierlo.

-Grazie- disse Light sbrigativo, controllando subito che il portafoglio fosse okay e che non si era perso nulla.

Era così scrupoloso, così attento… Che cosa nascondeva?

Sentì poi Light bisbigliare qualcosa come –No, tutto sotto controllo-

-Come?-

-No, niente- rispose Light –Bè, eccoci arrivati a scuola. Scusami ancora per averti “abbandonata”-

-No, figurati. Ci vediamo, Yagami-

Lo vide sparire tra la folla. Ora le lasciava strane sensazioni quel ragazzo, che non riusciva a spoegarsi. Cosa avrebbe dovuto fare ora, per saperne di più? Ma ne aveva davvero la pena? Perché aveva quasi paura a sapere?

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Capitolo 4
*** Scoperta ***


Prima spariva all’improvviso, poi veniva inseguito, e ora parlava da solo? Che accidenti stava succedendo a Light Yagami? Ora sembrava più che disponibile a parlare con Cassidy ma quasi impossibilitato.

Purtroppo Frank non era più così disposto a seguire una specie di indiziato.

A Cassidy non restava altro che chiedergli direttamente che stava succedendo, o al massimo seguirlo lei. Ma Light sembrava troppo attento, quindi doveva davvero chiederglielo.

Ma anche no.

Adesso sì che avrebbe voluto stare nella sua stessa classe, a vedere se era sospetto anche lì. Non aveva mai sentito parlare parecchio di lui, se non per il fatto che fosse il migliore studente del Giappone.

Avrebbe chiesto volentieri in giro, se solo qualcuno fosse stato tanto gentile da considerarla.

Ma era normale, alla fin fine, darsi tanto da fare per un vicino di casa? E se avesse scoperto qualcosa di spiacevole? Bè, in fondo, chi se ne fregava di quello che faceva Light, ma allo stesso tempo cercava ua giustificazione per spiegare il suo comportamento.

Non se la sentiva di chiedere ancora aiuto a Frank. E allora che doveva fare? Rinunciare e farsi i fattacci propri, questo le diceva la coscienza…

Ma come lo vide all’uscita, che stava fermo davanti al cancello, cambiò radicalmente idea.

-Yagami… Stavi aspettando me?-

-Sì, Marris- rispose con un sorriso Light –Voglio rimediare a questo periodo in cui ti ho lasciata sola. Non vorrei che pensassi di me che sono un idiota come tutti-

Cominciarono a camminare, e Cassidy rispose –Bè, se hai avuto problemi non..- a proposito di problemi –Posso sapere che problemi hai avuto?-

-Col lavoro di mio padre-

Bè, non è che si fosse sbilanciato più di tanto…

Light notò la faccia delusa di Cassidy e corse ai ripari –Cioè, mio padre è a capo delle indagini su Kira. E siccome i miei consigli hanno aiutato la polizia in un paio di casi, ora chiede qualcosa anche a me… Ma ultimamente non scuce nulla. E non c’è mai a casa, è strano-

-Mi dispiace… Per colpa di Kira deve sacrificare le vacanze natalizie e Capodanno…-

-Sta facendo ammattire tutti questo Kira, eh?- disse Light facendo una risatina.

-Mah, a me non più di tanto- disse lei –Dopotutto, io non ho fatto nulla di male a nessuno-

-Vorresti dire che finchè non sei tu a essere messa in mezzo ai casini allora i criminali possono anche morire? Anzi, la gente in generale?-

-E’ una domanda a trabocchetto, Yagami?-

-Chiamami pure Light- disse lui sorridendo. Emanava davvero un fascino particolare, e Cassidy non sapeva dire se anche quello era un trabocchetto oppure no.

-Bè, secondo me Kira un po’ ha ragione- disse lei quasi sottovoce

-Davvero?- chiese Light

-Bè, è il sogno di tutti avere un mondo di pace in cui vivere… A parte i cattivi, s’intende…-

-E secondo te chi sono i cattivi?-

-Ovviamente quelli che fanno del male alla gente… Stupratori, assassini, terroristi… Se non ci fossero, il mondo sarebbe sicuramente migliore- prese una pausa

-Quindi sei dalla sua parte anche se fai tanto la menefreghista?-

Era una domanda a cui era difficile davvero rispondere. Non che avesse paura di quell’argomento ancora tabù, ma non si era mai soffermata più di tanto a pensare cos’era giusto e cos’era sbagliato.

-Bè… Sì- rispose alla fine Cassidy –Un po’-

-Ho capito- disse Light mantenedno il sorriso –Stai tranquilla. Con me non è argomento tabù-

-Va bene, ma tuo padre…-

-Ah, non ti preoccupare. Te l’ho detto che non c’è mai- disse lui guardando l’orologio. Era una cosa che faceva spesso da quando erano usciti da scuola.

A dir poco sospetto.

-Cosa farai dopo le superiori?- chiese Cassidy

-Andrò alla Todai*. Voglio diventare un poliziotto come mio padre e la Todai è il posto migliore per riuscirci-

-Capisco-

-Tenterai anche tu alla Todai?-

-Mah, sembra una scuola così difficile per me…-

-Hai paura che anche lì ti sfottano per i capelli?-

-Macchè, forse mi userebbero come cavia per le ore di biologia-

Light scoppiò a ridere a quella battuta. Emanava un fascino particolare anche quando rideva a crepapelle. Sembrava una specie di… Nobile, un aristocratico, sempre con un contegno.

Light guardava ancora l’orologio. Se non fosse stato per quel particolare, sarebbe stato davvero un uomo tutto d’un pezzo.

Light mise la mano in tasca e gli cadde ancora il portafogli. Tentò di raccoglierrlo, ma Cassidy fu più veloce. E ne approfittò di quella manna dal cielo. Lo toccò di sfuggita, soprattutto nella tasca, dove sembrava esserci qualcosa come un foglietto. Una cosa irrilevante. Di poco conto. Forse Light non aveva davvero nulla di strano.

-Grazie, Marris- disse Light riprendendosi il portafoglio e controlloando che fosse tutto in ordine. Cassidy avrebbe voluto dirgli di chiamarla per nome, ma lui sembrò precederla –Vuoi che ti chiami in un altro modo?-

-Tipo per nome?- disse Cassidy guardando di fronte a sé

-Oppure se vuoi ti chiamo Haku. Significa “candido come la neve”-

-Ma Haku non è un nome da uomo?-

-Alla fine poco importa. Ah, se preferisci Shirahime. Significa “principessa bianca”-

Le piaceva molto come nome, ma… -E’ troppo nobile per me. Credo che Cassidy sia più che sufficiente, Light- disse lei, facendo un sorriso e girandosi verso Light. E per poco non le venne un colpo.

Cosa… Cosa era quello? Non poteva essere un’allucinazione, ci sarebbe voluta troppa fantasia per ideare un… Un mostro simile!

Era tutto nero, occhi allampanati, che volava in maniera sgraziata proprio sopra la testa di Light. Più grande, di gran lunga, di un essere umano, aveva un sorriso sinistro e teneva un quaderno con scritto “Death Note” attaccato alla cintura.

Lui, o lei, o cosa, la guardava. Ce l’aveva con lei?

-Cassidy, tutto okay?- chiese Light. Sembrava non essersi accorto di nulla.

Forse era stata davvero un’allucinazione, ma allora perché quel mostro non se ne andava dalla sua vista?

-E’… Tutto okay… Ho solo fame…-

-Anch’io. Quanto vorrei una mela…- non ce l’aveva con lei, ma lui aveva parlato! E lei lo aveva sentito! E lo poteva ancora vedere! Quel mostro non sembrava essersi accorto che lei poteva vederlo, ma possibile che si aggirava tranquillamente sulla testa di Light come se nulla fosse? E poi perché prima Cassidy non lo vedeva e ora non spariva dalla sua vista?

-Bene, Marris, ci vediamo- disse Light aprendo il cancello. Il mostro sopra di lui si fermò davanti casa di Light. E Cassidy lo vide entrare in casa sua. Allora era legato a Light? Light fingeva di non vederlo o cosa?

-Cassidy! bentornata… Cos’hai?- chiese Frank che, in camera di Cassidy, provava qualche passo nuovo di danza.

-Frank, ho le allucinazioni, credo…-

-Come?-

-Non lo so, ho visto un mostro sulla testa di Light! È tutto nero e voleva mangiarsi una mela!-

-Un mostro mangia mele?- chiese Frank confuso. Cercò di calmarla –Ma quando l’hai visto, scusa?-

-Mentre io e Light tornavamo a casa, dopo che… Gli era caduto il portafogli- lo aveva detto con un certo sospetto –Dopo che gli era caduto il portafgoli…- manna dal cielo! –Il portafogli! Deve avere qualcosa di misterioso in quel portafogli!-

-Che ti fa vedere mostri?- chiese Frank. Gli veniva da ridere, ma vedeva che Cassidy era seria. Per quanto surreale, le doveva credere per forza –Non sarà che il nostro Yagami fa sedute spiritiche o cose simili?-

-Non mi pare proprio il tipo- disse Cassidy guardando la finestra. Dalla sua camera poteva vedere solo il corridoio. Ma vide Light camminare.

-Eccolo, è laggiù! Proprio accanto a Light! E Light sta muovendo le labbra, significa che lo vede e che sta parlando con lui!-

Frank subito guardò fuori la finestra –Cassidy, io vedo Yagami che muove le labbra da solo. Secondo me ha diversi problemi, il ragazzo-

-Ma è proprio vicino a lui, ti dico! Guardalo bene, tutto nero, ricurvo, che sorride in modo sinistro!-

-Non vedo nulla, Cassidy- sembrava dispiaciuto di dargli quella notizia.

Cassidy si sentiva una povera pazza incompresa. Perché lei lo vedeva e Frank no? E perché anche Light sembrava vederlo?

Che situazione irreale!

Era notte, e Frank dormiva tranquillo nella stanza degli ospiti. Cassidy invece non ce la faceva, aveva paura che l’uoo nero (ma poer davvero, stavolta) le venisse a fare visita.

-Forse… Forse ho davvero avuto un’allucinazione… Ora mi alzo, guardo fuori e…- fece così, ma stava per urlare. Le venne parata la mano, una grande mano che non trasmetteva neppure calore.

Lui mangiava tranquillo una mela.

-Allora tu puoi davvero vedermi!- disse ingoiando anche il torsolo –Non gridare-

Cassidy deglutì e annuì –Si può sapere cosa sei?- chiese, facendo entrare Ryuk che attraversava parte della parete

-Io sono un dio della morte- rispose lui –Mi chiamo Ryuk. Piacere-

-Cassidy, tanto piacere- non era proprio il caso di fare presentazioni –E perché io posso vederti e Frank no?-

-Anche Light Yagami può vedermi- disse Ryuk –Mi sa che hai toccato il foglio nascosto nel protafogli-

-E che cos’è quel portafogli?-

-Oh, non il portafogli, ma ciò che contiene- disse Ryuk sghignazzando –Mi sa che è meglio dirti le cose come stanno, visto che io non saprei trovare scusa adatta. Come ti ho già detto, io sono un dio della morte e di norma un dio della morte deve uccidere le persone. Lo fa con un quaderno- prese il quaderno dalla tasca sulla citura –Questo. Normalmente non scriviamo neppure che è un Death Note, ma io lo trovo più divertente così-

-E perché stai? E non a casa tua, magari?-

-Mi annoiavo, così mi sono procurato un altro quaderno, c’ho messo le istruzioni per uccidere e l’ho lasciato cadere. Light l’ha solo raccolto per caso-

-E com’è possibile uccidere con un quaderno, scusa…?-

-Basta scrivere il nome della vittima di cui conosci anche il nome, e che non usi pseudonimi. Questa persona poi muore dopo 40 secondi di arrest cardiaco, ma volendo, entro 6 minuti e 40 secondi puoi specificare le cause della morte-

-E Light… No, no dirmi che…-

-Esatto. S’annoiava anche lui, e allora ha cominciato a usare il quaderno. Io faccio da spettatore mangiando qualche mela succosa-

Cassidy avrebbe voluto svenire e dimenticare tutto –Ma Frank non…-

-Solo chi tocca il quaderno può vedermi e sentirmi. Nel portafogli c’erano tre paginette strappate, e tu casualmente l’hai toccato-

-Oh, mio dio…- non riusciva a crederci… -E Light sa qualcosa di questa tua visita? Anzi, non si accorto che ti ho visto?-

-Invece mi sa tanto di sì. Light mica è sprovveduto. Infatti appena siamo tornati a casa mi ha chiesto se tu riuscivi a vedermi. Non hai fatto una bella faccia quando mi hai visto-

Oh, merda…

-Ma stai tranquilla, a Light ho detto di no-

-E posso sapere perché tanta gentilezza da un dio della morte?-

-Perché se le cose si mettessero male tu moriresti, e a me non mi va di uccidere una vicina interessante come te- disse Ryuk. Si girò verso la finestra –Bè, ora vado, altrimenti Light potrebbe accorgersi che sto qua. Ci si vede, Cassidy-

-Aspetta! Ho un’ultima domanda!- almeno per quella volta.

-Mh?-

-L’uomo… L’uomo che inseguiva Light… Chi è?-

Ryuk fece una risata sinistra –Si chiamava Raye Penber ed era un agente dell’FBI. Ma Light l’ha ucciso. Domani sentirai la notizia sui giornali-

-Ucciso?! E perché l’ha…-

Ma Ryuk era già sparito, dicendo co una risata –La domanda era solo una!-

Cassidy dovette darsi uno schiaffio per capire bene la situazione.

O forse non voleva capire che Light era Kira!

* La Todai è la contrazione di Tokyo Daikaku, ed è l'università più prestigiosa di tutto il Giappone, Ha corsi e specializzazioni in qualsiasi campo, e laurearsi in questa università è davvero un marchio di garanzia.

Spero che questa storia vi piaccia come vi è piaciuta quella su Hayley... E finalmente trovo un momento libero per scrivere qualcosa di mio!

E' la prima fan fiction con Light e spero di riuscire a tenervi interessati alla lettura.

Ne approfitto anche per ringraziare.

TUTTI QUANTI, NESSUNO ESCLUSO. GRAZIE DI CUORE.

Non credevo che a qualcuno sarei piaciyta così tanto, e in particolare non credevo di rientrare tra gli autori preferiti di qualcuno!

Vi giuro che intanto cerco di leggere anche le vostre storie, e cerco sempre di non deludere le vostre aspettative.

GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI

 

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Capitolo 5
*** Scelta ***


Ed ecco un nuovo capitolo di Shirahime! Chiedo veramente scusa per averci messo tanto! Spero di non avervi snervato troppo nell’attesa!

Calma. Doveva stare calma. Forse stava sognando. Non era possibile quello che le era appena successo. Doveva dormirci su, si disse Cassidy.

E invece si ritrovò il dio dell morte sopra la testa di Light, la mattina successiva. Ma non ce l’aveva una vita indipendente?

-Buongiorno, Cassidy- disse Light –O dovrei dire Shirahime?-

-Smettila, ti ho già detto che Cassidy va benissimo- rispose Cassidy arrossendo.

-Non hai una bella cera. Dormito bene?-

Ovvio che no, se non ho una bella cera, genio. Questo le avrebbe voluto dire Cassidy. Tutta colpa sua e di quel Ryuk che svolazzava sulla sua testa.

-Diciamo che ho avuto nottate migliori- rispose Cassidy, senza sbilanciarsi più di tanto, e sperando vivamente che Light non facesse altre domande.

-Mi spiace- disse solo Light.

-Tu? Dormito bene?-

-Magnificamente- disse Light. Cassidy si chiese come faceva a dormire con uno come Ryuk –Sai, ultimamente mi sentivo un po’ giù di corda, soffocato…-

-Sarà una crisi adolescenziale- disse scherzando Cassidy. light rise a quella battuta.

-Tu sei davvero uno spasso, Cassidy- disse Light. Nemmeno Frank rideva così tanto alle scemenze che sparava lei. Forse fingeva per farle un piacere. Sì, era senz’altro così.

-A proposito, hai letto sui giornali?- chiese Light col sorriso.

-No, perché?-

-Forse la cronaca nera non ti piace…-

-Mah, poco importa. Che è successo?-

Light prese dalla borsa il giornale e lo passò a Cassidy. iniziò a leggere quasi sconcertata  la notizia in prima pagina.

 

Morti dodici agenti dell’FBI per mano di Kira

 

Cassidy non riusciva a crederci. Quello che le aveva predetto Ryuk si era realizzato in modo quasi maniacale. E sentiva Ryuk sghignazzare. Oh, santo cielo. E Light la guardava con un normalissimo sorriso. O era un mostro di freddezza lui o lei era diventata pazza tutto d’un colpo. Optò, a malincuore, per la prima opzione. Ma come doveva comportarsi? Fare la fredda anche lei?

-E’ incredibile di quello che ha fatto questo Kira- disse solo Cassidy, cercando di essere più naturale possibile.

-Già… Dodici agenti dell’FBI… Però chissà perché erano in Giappone, quegli agenti…-

-Per dare la caccia a Kira… No?-

-Sui loro taccuini c’era scritto che indagavano sulla polizia giapponese per ordine di L-

-L?-

-E’ tra i più famosi detective del mondo. Non lo conosci?-

-Altrochè… E’ che mi sembra incredibile, ecco- in realtà non l’aveva mai sentito nominare prima, questo L, ma voleva semplicemente fare bella figura. Dunque, era un detective? –Ed è tanto bravo, questo L?-

-Mah, la gente comincia a dire che è solo un idiota-

-La gente parla, parla… Ma alla fine che ne sa?-

-Tu hai proprio la mia stessa filosofia di vita, Cassidy-

-E… E’ un bene?- chiese Cassidy. Era lei a essere strana o aveva visto un doppio senso nella domanda?

-Dipende, Cassidy. Senti, vorrei parlarti ancora all’uscita di scuola. Anzi, perché non pranziamo insieme? Ti piacciono gli onigiri*?-

-Sì, ma… Sei sicuro che…-

-Non ti preoccupare. Allora passo io da te, okay? Ci vediamo dopo-

Bene, così tutti l’avrebbero vista con nientemeno che Light Yagami. ma che gli diceva il cervello a quello, ogni tanto? Bè, ormai era fatta, tanto valeva starci. Anche se era la prima volta che prenzava con qualcuno a scuola. Ne sarebbe stata felicissima, se solo il suo compagno di pranzo non fosse stato Kira. Che gli doveva dire, poi? Oddio, troppi pensieri in una volta sola. Meglio aspettare l’ora di pranzo.

Cassidy però non poteva immaginare che le sarebbe venuta una sensazione stranissima a vedere Light davanti alla porta scorrevole che la aspettava con un sorriso. E inevitabilmente le voci cominciarono a girare.

-Yagami è amico della vecchia? E da quando?-

-Il miglior studente del Giappone che aspetta la vecchia? Oggi le ho viste proprio tutte-

-Ha così tanti amici, che cavolo se ne fa di una come lei?-

Una volta che furonoi da soli, a mangiare, Light prese parola –Scusali per quello che hanno detto-

-Figurati, ci sono abituata. Anche quando stavo in America…-

-Anche lì?- chiese Light, mangiando un onigiri.

-Bè, non erano così pesanti, ma comunque mi punzecchiavano spesso. Forse i giapponesi non sono abituati a una così diversa come me-

-Alla fine i giapponesi non sono molto diversi dagli altri esseri umani- disse Light –Idioti come quelli che hai attorno li troverai qua come li troverai in Cina o in Russia. Se la feccia c’è, c’è dappertutto-

-Bè, hai ragione anche tu…- quei discorsi le facevano venire una crisi. Stava entrando nel panico. Aveva paura di fare un passo falso dicendo qualcosa di troppo.

-E quelli lì?-

-Cosa?-

-Vorresti farli sparire?

-Io non…- ora sì che era nel panico. Stringeva convulsamente il bento* boccheggiando –Bè, a volte penso che non vorrei più vederli… E a volte sono io a voler sparire…-

-E perché vorresti sparire? Gli idioti sono gli altri- disse Light sorridendo –Allora ho fatto bene- guardò l’orologio –Cinque… Quattro… Tre… Due… Uno… Zero!-

Ma non successe nulla di che, solo Cassidy che lo guardava terrorizzata e gli aveva detto soffocata dall’ansia –Non farlo!-

Light sospirò, tenendo comunque il sorriso –E così allora sai tutto- guardò dietro di se –Ryuk, che aspettavi a dirmelo?-

-Non volevo mettere nei guai un’esterna. Lei in fondo non c’entra nulla- disse Ryuk.

Cassidy era terrorizzata. Ora parlava con Ryuk come se nulla fosse?

-Guarda che lo so che puoi vedere e sentire Ryuk-

-Light, io…- cominciò a dire Cassidy in preda al panico. Ora l’avrebbe uccisa?

-Comunque prima stavo scherzando, era tutto un bluff- disse Light ridendo –Non ho ucciso nessuno, per ora-

-Ma hai ucciso dodici agenti dell’FBI?-

Light scoppiò a ridere –Ti piacerebbe se fossero solo quei dodici, vero?-

Ma allora lui era davvero… Kira…

-Light, ma tu… Stai facendo piazza pulita di mezzo mondo…-

-Cos’è, mi fai la predica ora? Proprio tu che hai il mio stesso pensiero? Tu che sostieni Kira?-

-Non è la stessa cosa!- sbottò Cassidy –D’accordo uccidere la gente malvagia, ma degli agenti dell’FBI…-

-Stavano cercando di scovarmi, Cassidy. Se non l’avessi fatto, addio mondo perfetto-

-Lo fai davvero solo per un mondo perfetto?- chiese Cassidy incerta. Riconosceva a stento il Light Yagami che aveva credeva essere.

-Cassidy, solo io posso farlo. Non ci penso nemmeno a condividere un simile potere con quei vermi là fuori. Io posso costruire e diventare il dio di un nuovo mondo-

-Ma a che prezzo?- disse Cassidy sull’orlo di una crisi di pianto. Anche il solo pensare di uccidere della gente, per lei era…

-Lo so che è difficile, ma poi ci si fa l’abitudine- disse Light –E poi, quelle morti non saranno vane: serviranno al completamento del nuovo mondo abitato solo da persone che io ritengo serie e di buon cuore- guardò Cassidy –E se tu vorrai, potrai farmi compagnia?-

Cassidy non riuscì a credere alle proprie orecchie –Io?-

-Sei intelligente, di buon cuore e determinata. Tu sei diversa dalla gentaglia qui intorno-

-Sostanzialmente che dovrei fare?-

-Aiutarmi-

-E se rifiutassi?-

-Lo faresti?-

-Light…- cercò di farsi forza –E se rifiutassi?-

Light ci pensò su –Le cose sono due: o fai finta di nulla e mi eviti, cosa che non riuscirai mai a fare, dato che siamo vicini, o mettermi i bastoni tra le ruote e morire-

-Light, ma che stai dicendo?-

-Sul serio, Cassidy… Pensaci bene a cosa può diventare questo mondo… Pensa a come saresti tu-

Era una situazione semplicemente assurda. Ora le stava chiedendo di aiutarlo? Lei? Ma che avrebbe potuto fare per un ragazzo simile, che ammazzava tranquillamente delle persone? E lei, non era che se la sentiva granchè di morire. E poi kira, dopotutto… Stava giustiziando i malvagi.

In ogni caso, doveva scegliere. E alla svelta, anche.

Promise a Light che ci avrebbe pensato e se ne andò, lasciando il suo bento sulla panchina e una risata sinistra di Ryuk, mentre Light la guardava con un sorriso.

Onigiri L'onigiri anche conosciuto come Omusubi,, Omusubi è uno spuntino tipicamente giapponese, composto da una polpetta di riso bianco, con un cuore di salmone (sake) o altro e vari condimenti possibili come l'umeboshi, il sesamo, ecc.

Il bento è il vassoietto sove si mette il pranzo

,

Che sviluppo inatteso in questa storia, come al solito mi sono lasciata prendere la mano! Spero che vi sia piciuto e che vi abbia dato un minimo d’emozione! Al prossimo chappy!

 

 

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Capitolo 6
*** Colpa ***


Chiedo scusa per averci esso tanto a postare! Grazie per il sostegno che mi date continuamente e spero di non deludervi!

Mentre lei tornava a casa, con la borsa di scuola e uniforme, lui uccideva della gente. Mentre lei pensava se aiutarlo o no, un detective sconosciuto gli dava la caccia. Mentre lei pensava a tutte quelle cose, un dio della morte svolazzava tranquillo e beato mentre il suo migliore amico non sapeva nulla.

In che razza di situazione era andata a cacciarsi?

-Cassidy, che cos’hai?- chiese Frank, notando che da un po’ di tempo lei lo ignorava mentre mangiava una mela. Una mela… Cavolo, non voleva ripensarci!

-Niente, Frank…-

-Hai parlato con Yagami?-

-Sì-

-E…?-

-Ha solo avuto un po’ di problemi a casa…- non se la sentiva di dire tutto al suo migliore amico. Che poi, che gli avrebbe detto? –Bè… Mi ha chiesto di aiutarlo in una certa faccenda, ma è pericoloso e io non so cosa fare…-

Detto così la cosa era molto vaga, ma non poteva sbilanciarsi troppo.

-Mmmh, a grandi linee ho afferrato il concetto- disse Frank meditabondo –Tu come la pensi su questa cosa che vuole fare?-

-Non lo so nemmeno io… Cioè, in parte appoggio, ma…-

-E allora lascialo fare- disse Frank –Se vedi che ti secca a un certo punto, diglielo-

Purtroppo Frank non era molto d’aiuto, ma Cassidy non ce l’aveva con lui. Sapeva che avrebbe risposto così, ponendogli in quel modo la questione.

La mattina fu difficile vedere Light davanti al cancelletto che le sorrideva. Eppure l’atmosfera tra i due era cambiata, perché per tutto il tragitto non si rivolsero la parola. Ryuk li guardava divertito, e non si sforzava minimamente di nasconderlo.

Stava camminando con Kira, accidenti. Era un’ottima occasione per smascherarlo e farlo arrestare. Però in fondo lui voleva solo un mondo di pace, come lei.

Se la feccia crepasse, sarebbe meglio per tutti.

Forse fu questo a spingere Cassidy a dire quelle parole.

-E va bene-

-Mh? Coe, scusa?- chiese Light

-Ti aiuto nella realizzazione del nuovo mondo-

Light la guardò sorpreso. Non credeva che avrebbe accettato veramente –Guarda ch se non te la senti…-

-Ho detto che va bene, Light- disse Cassidy, anche se il tono di voce era incerto.

-Allora vediamoci a pranzo, okay?- disse Light facendo un sorriso.

Cassidy sentiva le voci dei compagni che come al solito dicevano cose malevole. Erano insopportabili. Li avrebbe volentieri gonfiati di botte.

Io non sono vecchia!

Di chi credono che sia la colpa se ho questi capelli?

Se devo fare trasfusioni e andare periodicamente all’ospedale?

Di chi credono che sia la colpa?

 

Light vedeva che Cassidy mangiava con una certa depressione i suoi sushi, ma non osava fare domande subito. Sperava che le rivelasse qualcosa lei, e invece non apriva bocca.

-Tutto bene?- chiese alla fine

-Sì-

-Cassidy, siamo compagni di scuola, vicini di casa e mi aiuti per giustiziare i criminali. Il minimo che possiamo fare è non avere segreti tra di noi-

-Ma non è successo nulla davvero, Light… Le solite cose…-

-Ti hanno di nuovo presa in giro?- Cassidy non rispose, chinando il capo verso il bento.

-Tieni- disse Light, dopo aver rovistato nel portafogli –Ti do qualche foglietto-

-Cosa… Ci dovrei fare…?-

Light rise –Ovviamente scrivere il nome di una persona che si comporta male!-

-Ma io…-

-Puoi scrivere anche il nome di quelcuno che ti prende in giro-

Cassidy deglutì davanti a quei pezzi di carta. La possibilità di togliere dalla faccia della terra chi voleva era su un piatto d’argento…

Quelle voci maligne erano davvero troppo insistenti, nella sua testa. Solo in quel momento cassidy si rese conto quanto le facessero schifo persone simili. Eppure doveva sopportare. Ma perché? Chi glielo aveva fatto fare di doverlo sopportare?

Quel giorno i suoi nervi erano a dir poco instabili. Eppure davanti a Light, che la aspettava sempre all’uscita da scuola, era affabile e gentile.

-Ascoltami, Cassidy…- disse light mentre erano per strada –Sospettano ancora di me anche se non sono più seguito. Hanno piazzato delle telecamere, a casa mia, e quindi non posso agire- Cassidy aspettava il resto della frase –Quindi devo chiederti se potresti…-

-Non lo so…-

Light sbuffò –Prima dici che vuoi aiutarmi e poi davanti a un’esecuzione ti tiri indietro. Se proprio non te la senti, tirati fuori prima che sia troppo tardi-

Cassidy cambiò totalmente argomento –Devo andare a fare una commissione… Ti lascio il mio numero e ti faccio sapere…-

La testa le stava scoppiando, sentiva di aver superato da tempo la linea del non ritorno. Light aveva ragione. Perché ora si tirava indietro? In fondo era solo un nome, solo delle persone a lei sconosciute, che avevano sbagliato nella loro vita. Eppure si sentiva amale a sapere che quelle persone le uccideva lei.

La commissione era una balla bella e buona, in realtà voleva solo stare da sola, pemsare seriamente alla piega che aveva preso quella situazione assurda.

Ma proprio quando uno vuole essere lasciato in pace, la gente deve andargli a rompere costantemente le palle.

-Ciao, bellezza- disse un ragazzo della sua età, cercando di abbordarla –Mi indicheresti la strada? Mi sono perso-

-Non sono di Tokyo- disse Cassidy andando sempre dritta

-Andiamo, non fare la schizzinosa…- le sfiorò i capelli –Cosa hai fatto ai capelli? Sei affondata nella candeggina?-

-Non rompere- lo strattonò e accelerò il passo.

-Come ti chiami?- insistette il ragazzo –Io mi chiamo Kunio Moritaka. Vuoi che ti accompagni a casa?-

-Ma non ti eri perso?- ora sembrava che stesse correndo

-Mica me lo lascio scappare un bocconcino come te…- le palepggiò il sedere. A quel punto Cassidy cominciò a correre. Era solo uno di passaggio, che voleva solo farsi una sveltina, e per caso lei era capitata. Tanto, chi poteva provare un qualcosa come l’affetto per una che sembrava vecchia?

-Scema, tanto ti raggiungo!-

la società fa schifo.

Guardali, guardali tutti! Ti stanno aiutando? Chi mai aiuterebbe una vecchia?

Di chi credono che sia la colpa?

Cassidy non poteva stancarsi troppo, era debole, non aveva abbastanza energie. E fece le cose d’impulso. Sentì le mani di Moritaka afferrarle la vita quando scrisse l’ultimo carattere che sul foglio a righe componevano la scritta “Kunio Moritaka”.

-Lasciami, ho detto! Fammi andare a casa!-

Forse la gente pensava a un litigio tra fidanzati, perché ridevano a vederli.

-Forse siamo partiti col piede sbagliato… Ora prendiamo un bel respiro, ci calmiamo e ricominciamo da c…- per un attimo Cassidy sentì il braccio stritolato dalla presa di quel Moritaka, che aveva contorto la faccia, come per esprimere un leggero dolore mischiato alla sorpresa. Piano piano si accasciò a terra, tenendosi il cuore.

Solo allora la gente da divertita passò a spaventata, dopo aver constatato che quel ragazzo era morto.

Cassidy era riuscita a sfuggire a quel casino, nascondendosi in una periferia. Osservò il foglio su cui era scritto il nome di quel balordo, e solo lì comprese di averlo scritto su un death Note. Aveva agito davvero d’impulso. E ora che faceva?

-Non… Non devono rimanere prove…- disse, appallottolando la carta e ingoiandola –Non devo permettere che qualcuno scopra che io ho avuto a che fare con la morte di quel tizio… Posso farcela… Io sono più forte di quel verme che è appena morto…- eppure non riuscì a trattenere le lacrime. Aveva ucciso una persona… Non le sembrava vero.

Dopo qualche minuto di pianti le squillò il telefono.

-Sono io-

-L… Light?-

-Sai niente di Kunio Moritaka?-

Cassidy deglutì, e a stento trattenne le lacrime –Io non volevo ucciderlo… E’ stato tutto così improvviso… Lui voleva fare delle cose con me, e mi afferrava, e io allora ho preso il foglio e la penna e ho scritto ma, ti giuro Light, non volevo…-

-Stai tranquilla. Guarda che hai fatto bene. Se l’avessi saputo prima, c’avrei pensato io. Sai, oltre ad aver tentato diverse volte di stuprare le donne ha anche rapinato diversi negozi-

-Non… Non me la sento di andare a casa così…-

-Vieni da me, allora. avverto io i tuoi gentori-

-Posso davvero…?

-Così ti calmi. E ti spiego bene cosa dovrai fare e cosa soprattutto non dovrai fare-

-… Sì…- disse arrendevole Cassidy. A prescindere dal fatto di aver ammazzato o no un ragazzo, Light era rimasto comunque l’unico punto di riferimento in quel momento. Solo lui ml’avrebbe potuta tirare fuori dai pasticci. E forse lei avrebbe avuto finalmente coraggio di agire per conto suo. In fondo, era solo un teppista. Era solo feccia.

A Sydelle: Se te la sei fatta addosso al conto alla rovescia allora sono riuscita nel mio inrtento! xD

 

A Hoshimi: Grazie infinite, era proprio ciò che volevo tenervi sulle spine!

 

A Saku89: Sei sempre così gentile! Grazie!

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Capitolo 7
*** Collaborazione ***


Ecco un nuovo chappy, sperando che sia di vostro gradimento! È un po’ corto rispetto agli altri, ma spero che vi dia le stesse emozioni! Appena posso posterò il seguito (vi chiedo umilmente perdono, ma due fanfiction in contemporanea è duar da fare xD) Bè, buona lettura!

I giorni passavano e ormai Cassidy era arrivata al punto di non ritorno. Ora girava sempre con almeno due fogli di Death Note nella borsa, pronta per ogni evenienza. Light le mandava un messaggio con scritto il nome del criminale da giustiziare e una foto, e lei giù a scrivere. Non si pentiva più di uccidere della gente che in fondo aveva fatto tanto male alla società, ma si chiedeva più che altro se era giusto fare da cagnolino a Light. Più che altro, le dispiaceva da morire non essersi spiegata con Frank, che sicuramente si era preoccupato per lei. Di solito sarebbe andata a sfogarsi direttaente con lui, certa del fatto che l’avrebbe capita e per nulla al mondo giudicata. E invece era andata a piagnucolare da Yagami… Sicuramente Frank c’era rimadto male. Non che fosse infantile, ma c’era sicuramente rimasto male. Anche se in quel caso era leggermente diverso: Cassidy aveva ucciso una persona semplicemente scrivendoci il nome su un foglio apparentemente innocuo. Lì per lì si era sentita un mostro e ora invece… Aveva addirittura perso il conto di quante persone stava ammazzando al giorno.

-Bentornata, Cassidy- disse Frank che si rigirava per le mani un tappo di bottiglia datato 1912, disteso sul letto.

-Ciao, Frank… Senti, ma hai intenzione di restare qui ancora per molto?-

-Non mi vuoi?- chiese lui, tranquillissimo

-No, è che pensavo che a questo punto potresti iscriverti a una scuola giapponese, non credi? Potresti iscriverti alla mia, così staremmo insieme anche la mattina-

-Grazie del pensiero, ma non ho voglia di andare a scuola. Se sono venuto qua è anche per prendermi una vacanza. Mamma non ha fatto storie, e papà… E’ indifferente-

-A proposito, tua madre come sta?- chiese Cassidy. teneva molto alla madre di Frank, che era rimasta a New York

-Le è dispiaciuto non poter venire. Ti manda tanti baci e saluti eccetera eccetera. Mi ha detto che soffre un po’ lo stress ultimamente, e che il vicinato vocifera che si sta aggirando un ladro nel nostro quartiere-

-Non sarà pericoloso che lei stia a casa da sola…?-

-Naaaaaa, c’è il vicinato a tenerle compagnia- poi guardò malizioso la sua amica –E a te fa compagnia Yagami?-

-Cosa vorresti alludere?- disse Cassidy arrossendo.

-Sto solo constatando quanto siete diventati parecchio intimi nel giro di poco tempo. Ti ha aiutato ad ambientarti piuttosto bene, eh?-

-Smettila… Dovrei solo ringraziarlo per questo…- arrossì ancora di più –E a proposito, mi dispiace per l’altra sera, non essere tornata a casa prima…-

-Don’t worry- disse Frank –Ti ho osservata un po’ dalla finestra e noto con estremo piacere che Yagami non ha alzato nemmeno un dito su di te. Se vuole farti sua, deve prima chiedere il permesso al sottoscritto. Riferisciglielo- disse in tono da secchione e sdraiandosi su un fianco. Era sempre il solito…

Quella notte Cassidy dovette accorciare le ore di sonno, visto che Ryuk andò a farle visita.

-Non è che avresti una mela? Devo riferirti un messaggio da parte di Light ma sono anche in astinenza da mele…-

Cassidy, provando tanta compassione per Ryuk, silenziosamente andò a prendergli una mela rossa e aspettò che Ryuk la ingoiasse per poter parlare.

-Immagino che, visto che ora stai aiutando Light, tu debba essere anche al corrente delle regole del quaderno-

-Regole?-

-Non crederai che quel quaderno lo puoi usare quando ti pare e piace?- disse Ryuk sghignazzando –Comunque, ti illustro le cose base. Dunque, affinchè il quaderno abbia effetto occorre avere bene in mente nome e volto della vittima per evitare di colpire eventuali omonimi- Cassidy annuì –Io devo stare appresso a Light, che è il proprietario del quaderno, finchè non muore o rinuncerà al quaderno. Ah, quando un umano nrinuncia al quaderno vengono cancellati tutti i ricordi relativi al suo possesso, e quindi anche di aver ammazzato della gente. Inoltre, anche se tu non sei proprietari del quaderno, puoi rinunciarci e scordarti tutto-

-Okay…- disse Cassidy, prendendo appunti.

-L’ultima cosa che sto per dirti, più che una regola, è un patto tra il dio della morte e l’umano in possesso del quaderno o che lo sta usando-

-Sarebbe?-

-Facendo uno scambio puoi avere gli occhi del dio della morte. In tal modo puoi vedere il nome di una persona con relativa durata vitale semplicemente guardandola in faccia-

Cassidy era allibita e affascinata allo stesso tempo di quello scambio. Ma era incerta.

-E io in cambio che dovrei dare?- chiese infatti.

Ryuk fece una risata sinistra –Metà del tempo che ti resta da vivere-

Un nodo alla gola venne a Cassidy appena sentito di quello scambio racapricciante. Metà?

-Se per esempio tu dovessi vivere due anni, facendo lo scambio ne vivresti solo uno- notando che Cassidy ancora non parlava, riprese parola –Io posso vedere in questo stesso momento la tua durata vitale e il tuo nome, e posso convertirla nel tempo umano. Quando sarà il momento, io scriverò il tuo nome sul mio quaderno-

Cassidy non capiva però una cosa fondamentale –Perché sei venuto a dirmi queste cose?-

Ryuk rise –Perché Light vorrebbe che tu facessi lo scambio degli occhi-

Cassidy rabbriviì. Fare lo scambio? Lei? Perché?

-Dice che lui deve vivere a lungo per poter governare il mondo perfetto come un dio-

Megalomane allo stato puro. Ma metteva anche tanta ansia…

-E se dicessi di no?- chiese Cassidy.

-Si infuria- rispose Ryuk, come se fosse la cosa più normale del mondo –Dice che solo tu potresti fare lo scambio-

-Ah, è perché?- i nervi cominciavano a pulsare –Forse pensa che, siccome ho u corpo malaticcio, allora potrei rinunciare così facilmente a metà della mia vita?- Cassidy fece un sorrisetto sghembo –Effettivamente è allettante la proposta…- guardò Ryuk negli occhi –Ascolta, Ryuk. Dì a Light che lo scambio non ho intenzione di farlo, nemmeno sotto tortura, e che se proprio ci tiene può farlo lui. Altrimenti se ne va a farsi fottere. Testuali parole, mi raccomando-

Ryuk, dopo aver riso e averla guardata, si dileguò, attraversando il muro e spiccando il volo per la casa di fronte.

Ora sarebbero stati guai per Cassidy, sicuramente.

Sembrava tranquillo davanti al cancelletto, ma bastò un semplice “ciao” per far capire a Cassidy che quella non era proprio giornata.

-Hai avuto la nottata pesante?- chiese Cassidy facendo finta di nulla. Voleva godersi il suo nervosismo.

-Non fare la finta tonta- rispose alterato Light –Hai rinunciato alo scambio-

-Per forza di cose- disse Cassidy –Stammi bene a sentire, Light Yagami. sono dalla tua parte, voglio anche io un mondo senza ingiustizia, ma se credi di potermi manovrare come meglio credi ti sbagli di grosso. Ora, ti decidi a trattarmi come un’aiutante, sì o no?-

La faccia di Light lasciava immaginare vagamente la sua contrarietà, ma non poteva controbattere di fronte a quelle parole. Forse perché sapeva bene anche lui che in fondo aveva ragione. O forse perché era ferito nell’orgoglio.

-Sei davvero diversa rispetto alle altre povere idiote con cui ho a che fare- disse Light –Bè, direi che con la tua risposta ti sei guadagnata pienamente la mia fiducia. Va bene, non ti chiederò più di fare lo scambio, ma ti chiedo di aiutarmi il doppio di prima-

-Va bene-

-Fai delle ricerche su L-

-Non saprei da dove partire-

-Per questo te l’ho chiesto- disse Light –Io devo pensare a fare in modo che i sospetti sul mio conto si azzerino, e devo anche studiare per l’esame all’università. Devo anche vedermi con diverse ragazze per depistare le indagini, e nel frattempo giustiziare criminali. Ah, mi racconando… Tu continua a giustiziare i latitanti che ti indico, okay?-

Era curioso notare che usava la parola “giustiziare” invece di “ammazzare” o “uccidere”. Credeva davvero di agire per il giusto?

-L’università…- disse Cassidy sopsirando –Forse è il caso che mi metta sotto anche io-

-Allora studiamo insieme- disse Light –Motivo in più per tenere gli occhi aperti e trovare un modo per mettere L alle strette-

Cassidy, dopo un momento di tentennamento, accettò. Forse aveva capito che i ruoli non erano esattamente come li aveva pensati lui.

A Hoshimi: In effetti mi sembrava brutto per Light! xD Anche se mi sta antipatico non poco è comunque il protagonista xD Grazie mille!

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Capitolo 8
*** Aggancio ***


Finalmente riesco ad aggiornare anche qui! In questo capitolo ho lasciato molto spazio a Frank. Mi sembrava triste lasciarlo sempre in disparte a fargli fare hip hop! Detto questo, buona lettura!

Finalmente Yagami aveva smesso di chiedere di fare lo scambio, anche se indirettamente cercava di farle cambiare idea. Ma tanto lei non avrebbe mai accettato lo scambio. Non voleva buttare metà della sua vita al vento. E se si fosse presentato il giorno in cui lei non serviva più? metà della vita gettata via per poi farsi ammazzare come una stupida. Neanche per scherzo.

-Frank, tu che ne pensi di Light?-

Frank interruppe bruscamente il suo giocare con i tappi di bottiglia e la guardò sbalordito –Lo chiami per nome?-

-L’imputato è pregato di rispondere alla domanda-

-Penso che sia un furbastro. Ci sta provando con te e tu piano piano ti stai lasciando andare, visto che lo chiami per nome-

-Quanto ti odio…- … Ti odio perché hai in parte c’hai azzeccato, maledetto –E di Kira?-

-Kira?-

-Quel famoso serial killer-

-Mmmh… Domanda interessante… Vostro onore, credo che Kira sia un assassino. Non c’è molto da dire, no?-

Cassidy restò sorpresa a quella risposta –Non lo consideri una specie di divinità o uno psicopatico?-

-Chiunque ammazzi una persona ha qualche rotella fuori posto-

-Bè, non è così facile… Cioè, lui uccide solo criminali-

-Peggio mi sento-

-Va bene, ho capito-

Frank notò subito che Cassidy era nervosa. Era da un po’ di giorni che lo era. Proprio quando stava dando confidenza a Yagami, ma guarda un po’.

Cassidy era uscita per sbrigare delle commissioni e Frank, come al solito, se ne stava alla finestra a guardare casa Yagami. anche se era lì per una vacanza non stava uscendo praticamente mai. L’avrebbe fatto volentieri con Cassidy, ma lei era sempre occupata. E non aveva avuto ancora occasione di farsi qualche amico. Forse Cassidy aveva ragione: era meglio iscriversi a un liceo giapponese.

Mentre ci pensava vedeva la famiglia Yagami attraverso qualche finestra. Il figlio maggiore che se ne stava tutto il tempo a studiare, la madre a spolverare e la sorella a leggere riviste.

Perché, guardando la sorella di Light, gli veniva da sorridere?

Semplice: gli era venuta un’idea maligna.

-Sayu, vai a vedere chi è, per favore-

-Arrivo!- gridò la sorellina di Light mentre apriva la porta. Ci mise un po’ a focalizzare che aveva davanti Frank.

-Good afternoon!- disse Frank –Sayu, how are you?- disse, con un bel sorriso –Mi chiedevo se ti va di fare un giro con me. Non sono stato praticamente da nessuna parte a Tokyo, ed essendo vicini mi chiedevo se a te facesse piacere tenermi un po’ di compagnia…-

Sayu non credeva ai suoi occhi. Non si erano mai degnati di uno sguardo, e ora le chiedeva di uscire?

-Bè, in fondo non ho nulla da fare… Aspetta che chiedo a mia madre. Intanto accomodati-

-Thank you!- proprio quello che sperava!

-Chi è, Sayu?- chiese Light, appena uscito dalla sua stanza.

-E’ Frank! E mi ha chiesto di uscire!- Sayu corse verso camera sua, per prepararsi dopo aver ricevuto il consenso della madre di uscire.

-Frank, benvenuto. Vuoi qualcosa? Tè Oolong, caffè…-

-Nice to meet you, Mrs Yagami- Frank fece un inchino. E di nascosto se la rideva. Sapeva che Light lo stava guardando. E, modestia a parte, sapeva che difficilmente qualcuna resisteva al suo fascino.

Difatti Sachiko arrossì –Troppo gentile, Frank. Accomodati-

E finalmente arrivò il momento tanto sognato da Frank: Light si sedette vicino a lui, a tavola, e lo scrutò attentamente, nascondendo l’irritazione con un sorriso –Benvenuto, Frank. Ho saputo che hai chiesto a mia sorella di uscire-

-Non so ancora ambientarmi a Tokyo e ho bisogno di una figura vitale e carina al mio fianco- disse Frank in tutta risposta –Puoi unirti a noi, se vuoi-

-No, grazie, devo finire di studiare-

-Light, forse esageri con gli studi- disse Sachiko mentre serviva del tè –Ora che ci penso, Frank, tu sei americano, no? Allora potresti aiutare Sayu in inglese-

Sayu era appena scesa e lì sentì. Esclamò tutta contenta –Mi faresti un favore grandissimo!-

-Come posso ignorare una richiesta così carina?- disse Frank –Sono disponibile anche da subito, sweet Sayu-

Sayu arrossì –Bè, io sono pronta, possiamo andare-

-E’ stato un piacere, Ms- disse Frank a Sachiko inchinandosi –Spero di poter assaggiare di nuovo il suo squisito tè. Light… Spero di vederti presto, appena hai un momento libero con lo studio. Good bye-

Frank aveva fatto centro. Vedeva Light irritato al massimo. Sicuramente ora c’avrebbe pensato due volte prima di fare il furbo con la sua amica. La stava rimbambendo. E poi, quel tipo a Frank non gliela raccontava giusta. Stava facendo qualcosa che in qualche modo aveva coinvolto Cassidy. qualcosa di pericoloso.

Mentre era per strada con Sayu incrociò Cassidy. e Cassidy non credeva ai suoi occhi.

-Che sta succedendo?- chiese, e rimase ancora più sorpresa alla risposta di Frank.

-I just gave to Yagami a little lesson- disse con un sorriso.

-What accidents have you done?!- chiese lei.

-Nothing, nothing. But I think that now he’ll think twice before disturb you-

Sayu li guardava perplessa, non capendo una parola.

-Careful, Frankie. Don’t get in the middle of troubles…-

Ma Frank sorrise, guardando Sayu –Vogliamo andare, honey?- guardò malizioso Cassidy e se ne andò.

Cassidy restò pietrificata per strada per qualche minuto. E nemmeno lei si rendeva conto di essere piombata a casa di Light. Stava per piombarsi al cancello, quando vide Light uscire nervosamente.

-Proprio te cercavo!- dissero in coro. Ripresero fiato.

-Che idee si è messo in testa il tuo amichetto americano?!-

-Tu, piuttosto, si può sapere che hai fatto per insospettirlo così?! Guarda che Frank non è mica stupido!-

-Non mi interessano i suoi complessi mentali!- sbottò –Non deve avvicinarsi a mia sorella, altrimenti…-

-Altrimenti cosa?! Scrivi il suo nome sul quaderno?!-

Era meglio non dire quelle parole. Light aveva una strana luce negli occhi –Sai, non sarebbe così male come idea- disse malevolo.

-Non oseresti…-

-Io sono Kira, Shirahime-

-Non chiamarmi così, non ha nulla a che fare con me quel soprannome. E comunque tu non torcerai neanche un capello a Frank. Anche perché non sai il suo cognome-

-Lo scoprirò-

-Dovrai scucirmelo con la forza, allora, perché non te lo dirò mai- Cassidy incrociò le braccia, nervosa –E se davvero ti azzardi a fargli qualcosa giuro che… Giuro che scrivo il tuo nome su uno dei foglietti che mi hai dato, Light-

-Mi stai minacciando?-

-No, è un patto, che porta vantaggi a entrambi. Una minaccia potrebbe essere questa: fai qualcosa a Frank e spiattello alla polizia tutto quello che hai combinato. Oppure vado direttamente da L, come preferisci-

-Shirahime, fatti furba la prossima volta. Ti ricordo che io ho il quaderno. Non ci metto niente a programmare la tua morte-

Cassidy era irritata –Sei un mostro…-

-Togli quel Faranku* dalla mia vista e non sarò così mostruoso. Hai detto che mi avresti aiutato, no?-

Cassidy distolse lo sguardo e si diresse verso casa –Non ti assicuro nulla-

-Ci si vede, Shirahime- disse light, tornando a casa, facendo un sorriso maligno.

* In base alle mie ristrettissime conoscenze nel giapponese, Faranku dovrebbe essere la pronuncia giapponese di Frank. Light si lascia prendere dal nervosismo e lo pronuncia così anche per prenderlo in giro.

A Hoshimi: Grazie per la recenzione! In effetti ho deciso di chiamarmi Nemesi proprio perché era la dea della vendetta, e poi si avvicina al mio vero nome, ed è anche bellissimo! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo!

 

E grazie a tutti per il sostegno!

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Capitolo 9
*** Indagine ***


Olè, eccoci a un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia e buona lettura!

Frank fischiettava mentre apriva la porta. E continuava a fischiettare nonostante Cassidy lo guardava furibonda, seduta sul letto.

-Bentornato- disse arrabbiata.

-Grazie- Frank faceva finta di nulla, sapendo benissimo che Cassidy si sarebbe arrabbiata ancora di più.

-Ti sei divertito con Sayu?-

-Molto- rispose Frank senza guardarla in faccia –Siamo andati al karaoke-

-Tutto qui?-

Solo allora Frank si decise a guardarla –Non ci ho fatto sesso, se è questo che intendi. Andiamo, Cassy, non me ne approfitto così delle ragazze-

-Ma è la sorella di Light! Guarda che lui non ti vuole tra i piedi, è attacatissimo alla sua famiglia!-

-Mi stai dicendo che devo levarmi dai piedi?-

-Sì-

Frank restò in silenzio a guardarla. La guardava con un’espressione quasi vuota, mentre la finestra aperta faceva arrivare vento. Alcune ciocche dei suoi capelli andarono sugli occhi, e Frank con un lieve gesto della mano li levò. Restava in silenzio, respirano a fondo, tamburellando col piede per ingannare il tempo.

-Preferisci Yagami a me?-

-Non ho detto questo, Frank… Sono preoccupata per te, lo capisci?-

-Capisco solo che tu ti stai rimbambendo, Cassy- disse Frank. Restò in silenzio un altro po’, e sembrava combattuto nel pronunciare qualcosa. Si mordicchiò il labbro e disse –Torna a New York, Cassidy-

-Cosa?-

-Torna a casa. Stare qui non ti fa bene-

-Io… Io non posso… Non posso… Ormai la mia famiglia è qui…-

-Ma io ho bisogno di averti vicina, Cassidy- Frank fece qualche passo avanti, arrivando a un centimetro dal viso della sua amica.

-Frank, che stai facendo?-

-Io non ti cederò a nessuno, Cassidy. nemmeno a quel Yagami- si avvicinò ulteriormente al viso di Cassidy, che chiuse gli occhi e serrò le labbra. Cercò di districarsi con le braccia, ma Frank gliele bloccò.

Frank, fermati, così rovini tutto!

Ma Cassidy sentì sulle labbra una cosa diversa dalle labbra del suo amico. Sentiva le sue mani. Aprì gli occhi e vide che Frank la guardava amareggiato.

-Stavo solo scherzando, Cassidy- disse –Ti voglio bene, ma non a questi livelli- levò la mano –Volevo solo una conferma- sospirò, dirigendosi verso la porta.

-Dove vai?- chiese timorosa Cassidy. il cuore le batteva ancora a mille. Che scherzo idiota le aveva fatto.

-A farmi un giro a Tokyo, da solo- chiuse la porta, senza neanche salutarla.

Cassidy non ebbe il tempo di reagire a quell’uscita, perché le squillò il telefono. Era Light. Le disse che aveva gli esami all’università il giorno dopo, e quindi doveva studiare tutto il giorno. Doveva quindi pensare lei a giustiziare i criminali.

Forse era un tentativo di scacciare dai pensieri Frank con quel viso amareggiato, o forse per semplice noia, fatto stava che Cassidy passò tutta la giornata a giustiziare criminali. Erano le undici di sera e Frank non tornava.

Mezzanotte e lui non tornava a casa.

L’una di notte, e ancora non tornava. Cassidy per disperazione chiamò la persona che meno avrebbe voluto sapere delle condizioni di Frank.

-Cosa me ne importa di dove è andato cacciarsi quell’americano?- disse Light al telefono –Piuttosto, Shirahime, domani ho gli esami. Non posso permettermi di svegliarmi tardi perché tu sei preoccupata di quell’idiota-

-Non sto tranquilla, Light… Oggi era così strano…-

-Forse non ha digerito il fatto che non voglio che veda mia sorella, e allora? vedrai che come gli passa torna come un fedele cagnolino-

Cassidy sbuffò –Non sono sicura che abbia accettato la proposta

-Gli conviene accettarla, se non lo ammazzo- disse Light –Buonanotte, Shirahime-

Riattaccò senza darle il tempo di rispondere.

Cassidy non riuscì a chiudere occhio, era troppo preoccupata. Le quattro di mattina e Frank non si faceva ancora vedere. Cassidy si alzò e si affacciò alla finestra, vedendo Ryuk svolazzare.

-Ryuk!- bisbigliò Cassidy, certa che Ryuk l’avesse sentita. Ryuk infatti le si avvicinò.-Ho bisogno di un favore… In cambio ti do tre chili di mele-

-Affare fatto!- era così facile corromperlo…

-Cerca Frank. Sai com’è fatto, no?-

-Se mi dici il cognome lo trovo prima di subito-

Era un trabocchetto? –Andresti a dirlo a Light se te lo dico?-

-Io sono imparziale in queste cose, Cassidy-

Cioè? Non si era affatto spiegato bene.

-Non importa quanto ci metti, so che lo troverai anche senza sapere il cognome. Ora vai, per favore, e fammi sapere-

Dopo due ore Ryuk tornò, ridendo –E’ molto più vicino di quanto tu creda… Uh uh uh… E’ riuscito a fregarmi…- tornò a casa di Light continuando a ridere.

-Aspetta, Ryuk! Che volevi dire?- ma lui non le rispose. Abbassò lo sguardo distrutta, e si sentì morire. Le manco sul serio il respiro.

Frank la guardava con sorpresa, sotto la sua finestra.

Da quanto tempo era lì?

Cassidy non sapeva che dire, ma vide che Frank le faceva cenno di andare ad aprirgli la porta. Con assoluto silenzio Cassidy lo fece, e andarono silenziosamente in camera di Cassidy.

-Parli da sola, Cassidy?-

-Dove ti eri cacciato?- disse Cassidy in tutta risposta.

-Sono sempre stato qui sotto, Cassidy. Piuttosto, parli da sola? Chi avresti mandato a cercarmi?-

-Come, prego?- fece la finta tonta

-Sai, convinto del fatto che mi avresti cercato, ho lasciato in giro qualche tappo di bottiglia, convinto che poi le avresti raccolte. E invece ora le ho perse… Accidenti…- guardò Cassidy negli occhi –Allora, con chi ce l’avevi alla finestra? Chi è Ryuk?-

Cassidy arrossì.

-Non dirmi che è il tuo amico immaginario, perché non ti crederò- disse Frank. Si mise a braccia conserte, aspettandosi una risposta.

-Non te lo posso dire, Frank…-

-Un segreto?-

-Sì…-

-Tuo e di Yagami, immagino- Cassidy fece cenno di sì con la testa, mortificata. Frank si voltò verso la porta –Vado a dormire- disse, senza neanche darle la buonanotte.

L’unica amicizia che aveva si stava distruggendo a causa di Kira. Cassidy avrebbe tanto voluto dirgli tutto, cosa credeva anche lui? Si sentiva braccata.

Quel giorno Cassidy andò a farsi un giro a Tokyo, da sola. Frank era un periodo che se ne stava sempre per fatti suoi in giro, ed era già tanto se le dava il buongiorno. Light era sempre occupato con gli esami, anche se quel giorno avrebbe tenuto il discorso di inizio anno delle matricole all’università. E Cassidy, siccome era troppo occupata a giustiziare criminali, non aveva avuto il tempo di chiarirsi con Frank, di studiare per una qualche università, e per trovarsi un lavoro. Era nella merda, praticamente.

Continuava a passeggiare, sistemandosi il capello che nascondeva i suoi capelli bianchi raccolti, e passò davanti a un love-hotel*. Stava uscendo una persona, da quell’hotel. All’inizio non ci aveva fatto caso, ma si nascose appena riconobbe quel ragazzo: Frank. In un love-hotel. Con chi? E da quanto tempo? Quante cose si stava perdendo di lui? E non poteva certo fermarlo ora per strada e dirgli cosa.

L’unica cosa che poteva fare era correre via, senza farsi vedere da lui che si divertiva con una giapponesina bionda che dal look doveva essere una Ganguro*.

Al ritorno incontro Light, in giacca e cravatta e abbastanza furente. Cioè, gli dava l’impressione di essere furente.

-Light…-

-Oh, Shirahime… Che fai qui?-

-Una passeggiata… Com’è andata la cerimonia?-

Light restò zitto un momento. Poi cominciò a intravedersi un’espressione di rabbia sul suo viso.

-L è all’università come Hideki Ryuga. E si è presentato a me come L-

Cassidy restò a bocca aperta –E adesso?!-

-Per ora non ha niente con cui minacciarmi. Può solo starmi alle costole e aspettare che mi scappi qualcosa che solo Kira potrebbe sapere- si portò un dito sul mento, meditabondo –E io devo trovare un modo per infiltrarmi al quartier generale…-

-Posso provarci io- disse Cassidy –Tu daresti troppo nell’occhio-

-Ma anche tu. Non possiamo permetterci di essere scoperti, e non puoi saltare fuori dal nulla-

-Ma tuo padre è a capo delle indagini, no? Puoi chiedere a lui-

-Ci stavo pensando… Ma a casa non c’è mai…-

-Insomma, questo L ti ha messo proprio alle strette- disse Cassidy sospirando –Lascia che lo veda almeno una volta. Voglio vedere che tipo è-

Light ci pensò diverso tempo –Bè, è un’idea… Ma è difficile riuscire a farlo muovere… Vedrò cosa fare…-

Salutò Cassidy e andò a casa. Ora le cose si complicavano, ma ciò che veramente preoccupava Cassidy era Frank, che si comportava in quel modo. E ora che era saltato fuori L era difficile muoversi. Le rincresceva, ma dovette mettere al secondo posto il chiarimento con Frank, e pensare a un modo per neutralizzare L, che all’improvviso era diventata una minaccia piuttosto concreta dal detective senza volto che se ne stava in disparte qual era.

* I love-hotel sono hotel per coppiette

A Hoshimi: Mi fa piacere che Frank ti stia simpatico, facendo infuriare Light (doppio della felicità) mi auguro che anche questo chappy ti sia piaciuto!

 

A Saku89: Eh, Cassidy deve avere un enorme forza psicologica per riuscire a resistere a uno malefico come Light! Grazie del commento!

 

Grazie a tutti, alla prossima!

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Capitolo 10
*** Nemico ***


Ecco un altro capitolo postato con un enorme ritardo! Vi chiedo scusa, ma ero talmente presa a scrivere l’altra che avevo esaurito la fantasia per questa! Mi inginocchio a voi e vi auguro buona lettura!

Era la prima volta che Cassidy si fermava tutto quel tempo a casa di Light, a parte quando uccise per la prima volta. Ormai L avanzava sempre di più e la situazione diventava critica per Light. e Frank… Bè, per lui ci sarebbe stato tempo di chiarirsi in seguito. Tanto se ne stava sempre per fatti suoi, ultimamente. Si era fatto fare un duplicato delle chiavi di casa Marris dato che rientrava tardi. Ma per quanto ancora sarebbe rimasto da Cassidy?

-Forse è ora che mi intrufoli al quartier generale- disse Light, ridestando così Cassidy dai suoi sogni.

-Ma così L…-

-L non aspetta altro. finchè si avvicina a me come Hideki Ryuga non può darmi noie, ma non aspetta altro che Kira entri nella sua tana. A quel punto, potrei fargli sputare tutto quello che devo sapere conquistandomi la sua fiducia e poi…-

-Ho capito, ma L non ti lascerà entrare così facilmente-

-Basterà che gli dimostri di essere di un certo livello. Anche se credo che ci sia arrivato già da solo-

-E io, nel frattempo?-

-Continuerai a giustiziare i criminali. Ormai io non posso permettermi tutto questo tempo per scrivere dei nomi-

Ormai lei doveva solamente scrivere, scrivere e scrivere. Ma in fondo andava bene così. Non voleva mettersi in guai ancora più grossi. L’importante era che il male veniva estirpato e ce lei dava un contributo alla società, una nuova società. Anche se non sempre le piacevano i metodi di Light.

Come al solito era da sola in camera. Chissà dov’era Frank. Una volta sarebbe rimasto con lei e le avrebbe mostrato qualche tappo introvabile o un nuovo passo di danza, oppure semplicemente avrebbero guardato la TV insieme. E invece… Invece se ne stava sempre di più per conto suo. Cassidy ricordò quando lo vide in quel love-hotel. Forse era tornato lì con la sua ragazza, o forse ne cambiava una ogni sera. Ma no, mica era così bastardo… Anche se sapeva com’era fatto.

Tuttavia, questi pensieri furono interrotti dalla TV. Una notizia incredibile. Partì un video in cui sovrastava uno sfondo bianco con una scritta fatta a mano.

-Sono Kira-

A Cassidy si gelò il sangue.

In pratica il video diceva di cambiare canale e di notare che il conduttore era morto di arresto cardiaco, punizione che gli spettava per aver sostenuto che Kira era malvagio. E non solo lui. Uccise un altro commentatore TV in diretta.

E tante, tante parole, un discorso incredibile. Ma che stava facendo Light? così sì che l’avrebbero scoperti!

Cassidy stava per chiamare Light, ma ci ripensò. Le telefonate, giunti a questo punto, potevano essere intercettate, senza contare che lui era stato pedinato ed era figlio del sovrintendente Yagami che partecipava al caso. Troppo rischioso.

Intanto un uomo si era avvicinato alla stazione della TV che stava trasmettendo quel video, la Sakura TV. E quello stesso uomo si era accasciato a terra. Morto. Arresto cardiaco?

Ma a Light era andato di volta il cervello!

Anche se era strano che uccidesse così presto un uomo mai visto prima… E di cui… Di cui certamente non conosceva il nome.

Non poteva aver fatto lo scambio degli occhi, conoscendolo.

Quindi c’era qualcun altro che aveva un altro quaderno. Doveva essere per forza così. Doveva assolutamente parlarne con Light. e così accadde il giorno dopo.

-Ma che sta succedendo?! Chi è questo qui?!-

-Calmati, Shirahime. Almeno c’è qualcuno col nostro potere che la pensa come noi-

-Ma così ha messo in pericolo tutti noi! Ma hai visto che video pessimo? E poi perché ammazzare tutta quella gente?! È da pazzi!-

-Lo so, è troppo avventato, ma ora la priorità è scoprire chi è. Forse può tornarmi utile. Avrai capito che questo ha fatto lo scambio. E poi in questo modo c’è una speranza che entri al quartier generale-

Quartier generale, reception. Una chiamata.

-Pronto? Quartier generale della…-

-Ho un’informazione importante- disse la voce di un uomo senza far finire il poliziotto –Posso riferire a voi?-

A Cassidy le rodeva troppo per tante cose. Per Frank, per la situazione in cui si era ficcata, ma soprattutto per quello che aveva detto Light.

Forse può tornarmi utile. Avrai capito che questo ha fatto lo scambio.

Significava che lei… Doveva starsene in disparte, ora che c’era questo nuovo? Solo per uno scambio?

Ora Light era andato al quartier generale. Finalmente gli era stato chiesto di partecipare, con la scusa di indagare su Kira grazie alle sue capacità. E lei doveva restarsene in disparte a uccidere criminali.

Le indagini si svolgevano in alberghi lussuosi, e Light non sembrava sorpreso. Se l’aspettava da uno come L. Quello che non s’aspettava era il numero ristretto di persone che lavoravano al caso: L, che si faceva chiamare Ryuzaki, un ragazzo snello e che vestiva sempre in jeans e maglietta bianca, con delle evidenti occhiaie e l’espressione vuota, che Light avrebbe definito da sempliciotto. E invece era il miglior detective del mondo, doveva abituarsi all’idea, nonché suo acerrimo nemico, la persona da uccidere. Poi c’era Aizawa, dai capelli afro, un uomo nella media e un normalissimo poliziotto ligio al dovere che voleva vendicare Ukita, il poliziotto morto in TV a causa del video. Ah, e Matsuda, giovane, vivace, con scarsissima esperienza, chissà che ci faceva lui a lavorare lì, si chiedeva Light. e poi suo padre.

L gli disse che avevano qualche collaboratore esterno, ma ovviamente non si sbilanciò troppo. Gli fece vedere il video e gli mostrò la documentazione sulle indagini. Probabilmente si aspettava una qualche reazione, cosa che Light avrebbe fatto ben attenzione a evitare. Anche se era difficile capire dove volesse arrivare.

Mentre guardava il video, Light notò che L si avvicinava al computer, e sentiva distintamente una voce che diceva –Ryuzaki, è arrivata una chiamata importante in questura-

L non interruppe la visione di Light fino all’ultimo. Ma Light aveva notato che c’era qualcosa di nuovo nell’aria.

-Una telefonata anonima- disse subito L –Ma prima, Light… Cosa ne pensi del video? Ti viene in mente qualcosa?-

Che razza di bastardo! Era proprio come diceva Light, si aspettava una reazione di fronte al video. E poi, c’era da dire che se non avesse detto nulla a proposito dell’esistenza di un altro Kira, avrebbe solo aumentato i sospetti, chi, oltre Kira, avrebbe motivo di nascondere una cosa simile? Bè, tanto valeva stare al gioco.

-Forse Kira non è l’unico ad avere quel potere- spiegò nei minimi dettagli le sue “deduzioni”, ricevendo conferma da L –Ma che telefonata è arrivata?- chiese poi

-Una conferma ai nostri sospetti- disse L contento. Sorrideva e giocava col labbro –Pare che Kira abbia un complice-

Doveva stare calmo, ma, cavolo, come poteva controllarsi davanti a una notizia del genere? Chi era stato? Cassidy? impossibile, lei era la prima ad aver paura di L… Forse, proprio per paura di essere scoperta, ha preferito confessare? Però L aveva detto “pare” e “complice”. Forse era una bugia per metterlo alle strette. O forse no. Cosa doveva fare, merda?

-Cercheremo di chiarire molto presto questo punto- disse L a tutta la squadra –Sarà meglio dedicarci a questo Kira, nel frattempo. Ora sappiamo troppo poco, e una telefonata anonima non ci porta da nessuna parte-

Light giurò a sé stesso che avrebbe trovato il bastardo che aveva fatto una soffiata del genere. E, a parte lui e Cassidy, nessuno sospettava nulla. Almeno, era quello di cui era convinto.

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Capitolo 11
*** Competizione ***


Eccovi un altro capitolo! Dato che Remember My Name è terminato, posso dedicarmi un po’ di più a questa storia! Scommetto che volete sapere chi è stato a fare la chiamata anonima, eh? Mi dispiace, ma non lo saprete in questo numero xD Piuttosto qui fa la sua comparsa Misa! Non aggiungo altro e vi lascio leggere!

22 maggio. Light sarebbe andato ad Aoyama a perlustrare la zona. Il secondo Kira aveva mandato un messaggio nascosto in cui gli dava appuntamento lì. Chissà che gli passava per la testa, e chissà cosa voleva veramente da Kira. E Cassidy? Ovviamente doveva continuare a giustiziare i criminali. Bè, d’altra parte non aveva nulla da fare… E Frank? Sempre il solito. A volte le parlava di più e a volte la ignorava altamente.

Non c’era nulla di male se andava a farsi un giro, no? Questo si diceva Cassidy mentre passeggiava per le strade affollate di Tokyo, ben lontana da Aoyama. Tutto tranquillo, finchè non vide la figura di Frank. Uno come Frank non passa certo inosservato, soprattutto quel giorno, che indossava un cappello messo di sbieco, pantaloni larghi e maglietta di un colore sgargiante, per non parlare dei guanti e delle collane che tintinnavano. O degli occhiali da sole messi sopra il cappello.

La cosa che però fece rimanere male Cassidy era che usciva per l’ennesima volta da un love-hotel.

Voleva la guerra? Bene, accontentiamolo.

-Frank…-

Frank si girò svogliato, senza fare un’espressione rilevante. Era a braccetto con una giapponese con l’uniforme liceale.

-Chi è questa qui? Avevi promesso che avresti passato la giornata con me…-

Subito la ragazza guardò male Frank. E Cassidy che se la rideva.

Ma Frank aveva capito subito a cosa stava giocando. Con uno sguardo penetrante osservò la ragazza che gli stritolava il braccio –Scusa, Misaki, ma ha ragione. Me ne ero completamente dimenticato. D’altra parte, a stare con te dimentico tutti i dispiaceri…-

Io ti strozzo, si disse Cassidy.

-Mi chiami dopo?- chiese la ragazza

-Of course. See you later, my darling-

Bastarono pochi metri perché Cassidy potesse esplodere –E’ la terza volta nella settimana che ti becco nei love-hotel, ed ogni volta con una diversa! Si può sapere che ti sta prendendo?! E poi dove li trovi i soldi per i love-hotel? Non posso credere che tuo padre ti dia ogni giorno dei soldi!-

-Ha deciso di darmene un po’ per divertirmi come si deve-

-Non capisco-

Frank sorrise. Un sorriso che a Cassidy non piacque affatto –Domani me ne torno a New York-

Il vento stava per farle volare via il cappello, ma ritornò alla realtà e lo trattenne con una mano. Era davvero sotto shock.

-Papà ha altri affari urgenti a New York, e poi dovremo andare a Baltimora, in Florida e… Non ricordo bene, ma sarà un bel giretto per la East Coast-

-Stai dicendo sul serio?-

-Non mi pare di essermi mai fatto problemi a dirti la verità, Cassidy- iniziò a camminare e la sorpassò –Vado a casa a fare le valigie-

Non riusciva a piangere, né ad arrabbiarsi. Non sapeva proprio cosa fare, mentre Frank se ne andava.

Se ne tornò anche lei a casa, dopo diverso tempo. Non voleva vederlo. Sospirò. Chissà che stava facendo Light…

-A questo punto non ci rimane che contattarlo- L,  Ryuzaki che fosse, mescolava dello zucchero nel caffè. Ad Aoyama non c’era stato nessun movimento sospetto, ma il secondo Kira aveva lasciato detto in un video che era riuscito a trovare Kira –Gli offriremo delle buone condizioni a patto che ci riveli l’identità di Kira. Se i due non sono ancora riusciti a incontrarsi, allora ci sono maggiori probabilità che questo accetti-

Light era nervoso. Non aveva idea di cosa potesse dire un simile individuo, e non poteva certo fermare l’appello della polizia. oltretutto c’era quella maledetta telefonata anonima, ma aveva una mezza idea di chi poteva essere.

-Shirahime? Sono io. Vieni a casa mia adesso, subito. Devo parlarti di una cosa importante-

Dato che abitavano vicini, Cassidy si precipitò subito da lui.

-Ciao, Sayu…-

-Ciao! Vieni, entra!- Sayu chiuse la porta in fretta e furia –Senti, non è che Frank ti ha parlato di me in questi giorni?-

-Perché?-

-Bè, mi ha chiamato ieri… Ah, non dirlo a Light, eh? Bè, mi ha chiamato e mi ha detto che sarebbe tornato in America… Sembrava dispiaciuto e allora mi chiedevo se a te magari…-

Forse le avrebbe saputo rispondere se solo si fosse fermata più spesso a parlare con Frank. Sicuramente Sayu non sapeva delle sue passeggiate nei love-hotel –Bè, mi ha accennato qualcosa. Ha detto che gli dispiace lasciarti qui- salì di corsa le scale per non vedere la reazione di Sayu davati a quella bugia.

-Entra- ordinò Light. sembrava furioso.

-Cosa c’è?-

-Siediti e rispondi alle mie domande-

-Light ma diavolo…-

-A chi hai detto delle nostre esecuzioni?-

-A nessuno-

-E sei stata ben attenta a non farti scoprire?-

-Certo- non era il caso di fargli sapere che Frank aveva assistito al suo scambio di parole con Ryuk. Fortuna che lui aveva pensato che parlasse da sola.

-E allora come mai Frank ti ha vista mentre parlavi con Ryuk?-

Cassidy guardò male Ryuk. Mai che si faceva gli affaracci suoi.

-Pensa che abbia parlato da sola, o con un amico immaginario-

Light strinse i pugni. Era su tutte le furie, fosse stato per lui l’avrebbe uccisa subito, eppure doveva regolarsi. Sospirò –E’ possibile che il tuo amichetto abbia sospettato qualcosa e lo abbia detto a L-

-Cosa? Ma lui non sa nemmeno chi sia L!-

-Come fai a dirlo? Comunque mentre ero al quartier generale è arrivata una telefonata anonima che diceva che Kira aveva un complice-

-Ti dico che Frank non sospetta nulla. È impossibile, e poi a lui di queste cose non gliene può fregar di meno!-

-E allora dimmelo tu chi può essere stato!- stavolta alzò un pochino la voce

-Non lo so!- anche lei alzò la voce –Sei tu quello che se ne va in giro a fare il detective! Io me ne sto sempre a casa a scrivere degli stupidi nomi!-

-Bada a te, Shira…-

Vennero interrotti dalla voce della sorella –Light! C’è qui una tua amica! Dice che ti ha portato un quaderno!-

Light e Cassidy si guardarono. Un quaderno…?

-Vado io, tu resta qua- disse Light chiudendo la porta alle sue spalle. Ryuk lo seguì, guardando per un attimo Cassidy e sghignazzando.

Light tornò dopo poco tempo, ma c’era una compagnia in più. una ragazza bionda e coi mezzi codini, vestita da gothic lolita, e guardava Cassidy con odio, o quasi.

-Chi è questa qui?- chiese subito la ragazza.

-Mettiti pure comoda- Light le diede una sedia, e lei vi si accomodò stando attenta alla gonna.

-Light, mi chi…- chiese Cassidy

-Il secondo Kira-

E che ci faceva a casa di Kira lei?

-Mi chiamo Misa Amane- disse la ragazza guardando male Cassidy –Tu invece chi sei?-

Se era il secondo Kira riusciva a vedere il suo nome e la sua durata vitale –Cassidy Marris. E, se vogliamo essere sinceri, io sono il secondo Kira e tu il terzo-

-Ti si vede la durata vitale, quindi non hai in possesso un quaderno. Tu non sei nessuno-

-Fino ad ora ho giustiziato più criminali di quanto puoi contare sulla punta delle tue unghie pateticamente laccate, bellezza-

Era scattata la competizione. E per Light questa era una gran seccatura. Cercò di cambiare argomentò.

-Come hai fatto a capirlo?- chiese a Misa.

-Ah, già… Tu non hai fatto lo scambio degli occhi, vero? Con gli occhi del dio della morte si possono vedere nomi e durate vitali delle persone… Ma non quelle in possesso di un quaderno. E, tanto per tornare in tema, se lei- indicò Cassidy –Ha la durata vitale visibile, come fa a giustiziare la gente?-

-Sono io che gli passo delle pagine- rispose Light

-Quindi, non avendo un quaderno di sua proprietà, non ha fatto nemmeno lo scambio. È così che funziona, vero, Rem?-

Evidentemente Rem era il suo dio della morte, ma Cassidy non lo poteva vedere. Light, invece, da come si comportava, sembrava riuscire a vederlo.

-Quindi lei è del tutto inutile- disse Misa –Io invece sarò i tuoi occhi… E vedrò il vero nome di L-

L’idea aveva un che di stuzzicante a Light

-Perciò…-

Perciò?

-Vorrei che ti fidanzassi con me- arrossì stavolta, dando l’impressione di essere una mocciosa alle prese con la sua prima cotta.

-Che idea ridicola- disse Cassidy –Non sei più al liceo. Che ti passa per la testa?-

-Non ti sei mai innamorata, vero?- sbottò Misa.

-Sentite, queste cose ve le risolvete da voi- disse Light alzandosi –Io devo andare a fare una cosa. Voi restate qua- prese la giacca e se ne andò, con al seguito Ryuk.

Un silenzio impressionante avvolse la stanza di Light, e gli sguardi di Misa e Cassidy comunicavano le stesse cose: odio, competizione, senso di superiorità.

Era ormai da un po’ che Frank sentiva picchiettare alla finestra, tant’è che si affacciò stizzito. Ma l’irritazione fece posto alla sorpresa, dal momento che vide Light che lanciava sassolini alla finestra, ben nascosto. Aprì la finestra –Cosa vuoi?-

-Scendi, è urgente-

Non aveva mica paura di lui. D’accordo, Light Yagami, sono pronto.

Mani in tasca, aspettava tranquillo il discorso di Light.

-Prima domanda: perché ti sei avvicinato a mia sorella?-

-Mi sembra ovvio: mi piace-

-Non dire stronzate. Se davvero ti piacesse, non andresti in giro per i love-hotel con una diversa ogni giorno-

-Se ti può consolare, al posto di quelle ragazze poteva esserci benissimo Sayu. C’è una bella differenza tra il sesso e l’amore. Forse a te questo concetto sfugge-

L’avrebbe strozzato, eccome se l’avrebbe fatto. Eppure, si diceva continuamente che ci voleva contegno.

-Tanto per restare in tema, Yagami… Tu perché ti sei avvicinato a Cassidy?-

-C’è una cosa che dobbiamo fare-

-Ah, non stai insieme a lei perché ti piace? Avete una mentalità un po’ contorta, voi giapponesi-

-Tu, piuttosto, sei talmente geloso che ti porti via la tua amica?-

-Dove vuoi arrivare, Yagami?-

-Sai, Cassidy mi ha detto che adesso è in un bel guaio con la legge, a causa di una telefonata anonima-

-Ah, sì? A me non ha detto nulla-

-Non fare il finto tonto. Sei stato tu a metterla nei guai-

-No- rispose tranquillissimo Frank –Non ho fatto nessuna chiamata anonima. Se ho un problema con Cassidy glielo dico. E non ho idea di quale problema possa avere con la legge-

Non sembrava che stesse mentendo. E allora chi diavolo era stato?

-Va bene, ma non finisce qui, Frank-

-Invece sì- disse Frank –Domani torno in America. Per la felicità tua-

-Ah, davvero? Bene, allora sparisci subito, così anche Cassidy non si farà più complessi mentali per te-

-Sai, Yagami… Cosa ti vorrebbe tanto dire Cassidy?-

Light lo guardò male.

-Che sei un grandissimo bastardo e che dovresti andare all’inferno-

-Io ti ci posso spedire in men che non si dica, così- schioccò le dita e fece un sorriso sinistro –Se non la pianti-

-Ryuzaki, vuoi davvero guardare tutti quei video di Aoyama da solo?-

-Sì. Dopotutto, se Kira è uno degli indagati di Raye Penber, Light rimane il nostro unico indiziato- non lasciava trasparire nulla nel suo sguardo vuoto, ma L era convinto di essere molto più vicino alla verità di quanto non potesse sembrare. Ebbene sì… Ti ho fregato, Light Yagami, si disse, mentre guardava i video.

-Bentornato, Light- disse Misa. Cassidy invece rivolgeva tutt’altri sguardi a Light.

-Dove sei stato?-

-A parlare col tuo amichetto. Sembra che lui non c’entri nulla con la telefonata-

-E che ti avevo detto io?-

-Passiamo ad altro- disse lui, guardando Misa.

Misa sorrideva –A proposito, tesoro… Tu sai come si fa a uccidere un dio della morte?-

Tesoro? Light aveva ormai capito che razza di persona aveva di fronte –Ma come? Già tutta questa confidenza?-

-In realtà vorrei chiamarti Knight. Dopotutto Ai miei occhi tu sei il mio cavaliere sul suo bianco destriero!-

-Piantala di fare la mocciosa- disse Cassidy. Misa la incenerì con lo sguardo.

-Preferisco che mi chiami Light. Comunque, stavi dicendo?-

-Ah, già. Bè, basta soltanto far sì che provi affetto per un essere umano, e fare in modo che uccida una persona allo scopo di allungargli la vita. Non trovi che sia un modo stupendo per uccidere?-

Light restò a pensarci un po’ su –Invece, se anche uccidesse una persona che intralcia la strada del possessore del quaderno, potrebbe vivere se non provasse affetto per quest’ultimo?-

-Esatto-

Light guardò per un momento Cassidy –L’idea è alettante… Grazie, Misa. Mi stai dando molte informazioni utili-

Cassidy si sentì presa in giro, e la risata di Misa fu un ulteriore colpo al cuore.

Restarono a parlare per diverso tempo, durante il quale Misa poté vedere Ryuk e Cassidy Rem. Ormai era chiaro che Misa doveva collaborare, ma Cassidy ora che posto avrebbe occupato? Solo una cosa era snervante: Misa faceva i capricci perché non voleva che Light si vedesse con altre donne, per nascondere i loro incontri. E lì Cassidy non ci vide più.

-Vuoi piantarla? Sei il secondo Kira, eppure ti comporti come una mocciosa! Il mondo non gira intorno a Light, pensa ad uccidere la gente cattiva, piuttosto!-

-Stai zitta! D’altra parte, cosa dovevo aspettarmi da una che non si è mai innamorata?!-

-Innamorata? Ti ritieni innamorata? Tu non sei innamorata di Light, hai solo un ossessione per Kira! E visto che vuoi tanto essergli utile, tappati quella boccaccia e fai quello che ti dice!-

_Light, dille qualcosa!- sbottò Misa.

Light sospirò –Ha ragione Shirahime. Quindi Misa, cerca di capire…-

Misa si sedette offesa -… E va bene-

Poco prima che Misa se ne andasse fece una linguaccia a Cassidy –Tanto lui si innamorerà si me prima o poi! Light è solo miiiiiiiiiiooooooooo!-

Prendeva a pugni il cuscino di Light per la rabbia –La odio, la odio, la odio, la odio, la odio…- diceva, mentre Light la guardava e basta. Nella sua testa intanto prese forma un qualcosa… Qualcosa che gli stuzzicava precchio.

A Nemesis: Abbiamo i nick simili! *w* Nemmeno io abbozzo più di tanto Light xD Mi auguro che ti sia piaciuto anche questo capitolo ^^

 

A Hoshimi: Chissà se con questo capitolo la tua mezza idea ti ha confermato o no xD Grazie per la recensione e non ti preoccupare per l’altra fan fiction ^^

 

E grazie naturalmente a tutti gli altri lettori, fantastici come sempre per il tempo che dedicate a questa storia ^^

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Capitolo 12
*** Fregato ***


Eccomi qua, che dopo tanti fogli di word cancellati sono riuscita a scrivere qualcosa di decente! Da quel che ho capito sono tutti contenti del fatto che Misa venga trattata male… Ah Ah! Come siamo maligne! Bè, ora vi lascio con questo capitolo, buona lettura!

Capitolo 12 – Fregato

 

-Ryuzaki, ormai sono giorni che guardi i video di Aoyama. Non ti pare sia giunto il momento di dirci che ne pensi?-

L spense la TV col telecomando. Restò impassibile a guardare la TV spenta, quasi incerto. Era seccante per lui dover spiegare ogni minima cosa ai suoi uomini, ma d’altra parte era i incluso nel lavoro.

-Kira era uno dei presenti ad Aoyama quel giorno. Se prendiamo per buono che Kira è uno degli indagati di Raye Penber, allora Light Yagami è Kira. Tuttavia, anche mentre era ad Aoyama, i criminali sono morti lo stesso. Ciò ci porta a pensare che Kira abbia almeno un complice- si portò il pollice alla bocca, cominciando a giocare col labbro. I suoi sospetti si incrementavano sempre di più su Light, ma cosa doveva fare ora?

-Dove vai oggi?- chiese Cassidy

-Devo andare al quartier generale dopo l’università. Misa dovrebbe aver mandato il messaggio per depistare la polizia e devo essere presente-

-A quanto pare Misa ti è di grande aiuto, eh?- dentro di sé cercava di convincersi che non era gelosa.

Light sbuffò e le accarezzò una guancia –Shirahime, guarda che se non fosse per me io non mi sarei nemmeno avvicinato a Misa. Se dovessi decidere chi è la più utile, sceglierei senz’altro te-

Cassidy scostò il viso da quella mano gelida, e sbuffò a sua volta –Certo…-

-Piuttosto, perché non vai a salutare il tuo amico?-

Lo sguardo di Cassidy divenne triste. In effetti, perché non c’era andata? Cos’era cambiato tra quei due che sciocca, Cassidy! la risposta era molto semplice: Kira. Per colpa di Kira si erano allontanati e la loro amicizia era compromessa. Ormai forse non si potevano chiamare nemmeno più amici. E a Cassidy faceva malissimo essere consapevole che la colpa era anche sua.

-Sicuramente non mi vuole vedere- disse Cassidy. e il discorso lo considerò chiuso lì –Ora vai, Light. Io continuerò a giustiziare mentre non ci sei-

-Grazie- disse Light con un sorriso.

Purtroppo le cose non erano andate esattamente come si sperava. L era arrivato maledettamente vicino alla verità.

Stava infatti guardando il video che aveva spedito Misa, in cui comunicava la sua resa nel trovare Kira. Ma le deduzioni di L non erano ciò che si aspettava Light.

-Sai, guardando questo ho avuto come l’impressione… Che i due Kira abbiano già unito le proprie forze- prese una ciambella e se la mangiò avidamente –Dice che ora giustizierà i criminali che Kira finora non è riuscito a uccidere… E allora io mi chiedo: perché non l’ha fatto prima? Semplice… Perché finora non c’era arrivato. Il che mi fa pensare che ha incontrato Kira, il quale gli ha ordinato di mandare questo messaggio per depistarci. E poi, dice che rinuncerà a uccidere L perché così ha ordinato Kira… Ma avrebbe dovuto capire che quella risposta non poteva essere del vero Kira, il quale sarebbe ben felice di vedere morto L-

Che razza di bastardo che era…

Ora sì che era rischioso vedersi con Misa e Cassidy.

Anzi, no… C’era ancora Cassidy. L non aveva ancora preso in considerazione l’eventualità che potesse esistere un terzo Kira. E poi, se le cose si fossero messe male sul serio, sarebbe bastato uccidere Misa. Non c’era nulla di cui preoccuparsi… Era tutto sotto controllo. E poi Misa si sarebbe fatta viva solo tra due settimane. Andava tutto bene.

Cassidy era affacciata alla finestra, mentre il vento le scompigliava i capelli bianchi. Era di nuovo sola. Una sensazione bruttissima. Chissà quando sarebbe tornato, chissà se sarebbe tornato. Non lo aveva nemmeno salutato. Si sentiva così in colpa per tutto…

Osservò il suo cellulare. Forse non era molto carino come gesto, ma se non era riuscita a parlargli personalmente lo avrebbe fatto con un messaggio. Meglio di niente.

I tasti venivano premuti quasi inconsciamente dalle dita leggere e veloci di Cassidy.

 

So che sei arrabbiato. Ti chiedo scusa, ti prego di perdonarmi. So che non basterà darti una spiegazione. Ma credimi quando ti dico che ti voglio bene e che rimani sempre il mio migliore amico. Stammi bene, ti auguro tanta felicità.

Kisses, Cassy *._.*

 

Invia. Messaggio inviato.

Riprese a scrivere i nomi dei criminali, colta da una malinconia indescrivibile.

Light non era passato a trovarla per niente, rimanendo a casa dopo la visita al quartier generale. Si erano parlati solo per telefono, e sembrava piuttosto infuriato, perché Misa aveva fatto di testa sua ed era andata a trovarlo senza aspettare due settimane come era stato deciso. Perché? Ma perché non resisteva più di due giorni senza vederlo, ovvio.

Patetica.

Chissà perché Light non l’aveva ancora ammazzata.

Quando Cassidy scese per cena stavano dando una notizia tragica al telegiornale. Ed era un qualcosa che la riguardava visto che tutta la famiglia guardava lo schermo televisivo in preda allo shock.

La notizia riportava di un disastro aereo avvenuto nel pieno dell’Oceano Pacifico. Un motore andato a male. Morte 49 persone e 10 disperse, e solo due sopravvissuti. L’aereo era diretto a New York, e dei due superstiti nessuno somigliava a Frank.

Cassidy fu come colta da uno spasmo incredibile, e a stento trattenne le lacrime. Non era ancora detto, poteva essere disperso. Però com’era possibile che…?

Istintivamente si affacciò alla finestra, osservando le luci accese di casa Yagami.

-Sayu, vai a vedere chi è, per favore- disse Sachiko impegnata a lavare i piatti. Il bussare della porta era diventato insistente.

-Oh, ciao, Cassidy!- si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata, ma meglio far finta di nulla –Ehm… Cerchi Light? E’ in camera sua a studiare e…-

Subito Cassidy partì verso la sua camera, salutando frettolosamente Sachiko e sua figlia. Neanche bussò per entrare da Light, e lo sorprese seduto sulla scrivania che in TV guardava proprio del disastro aereo.

-Maledetto…- si buttò addosso a lui, mettendo le mani sul suo colo –Non ti basta avermi come tua schiavetta?! D’accordo che ti stava antipatico, ma…-

-Shirahime, fermati! Di che cazzo stai parlando?!-

-E me lo chiedi pure?!- le mani strinsero ancora di più il collo, e le lacrime non riuscirono più a fermarsi, andando a posarsi sul viso di Light –Perché l’hai fatto, stronzo?! Perché l’hai fatto senza dirmi nulla?!-

-Shira… Hime…- Light ormai cercava di liberarsi con tutte le sue forze e la voce cominciava a diventare soffocata –Ma di che… Stai…-

-Sto parlando del disastro aereo! C’era Frank su quell’aereo!-

Light con tutte le sue forze cercò di liberarsi, cominciando a lottare a terra con una Cassidy impazzita e in preda alle lacrime. Si fermò giusto per riprendere fiato, e le bloccò le mani –Io non ho ucciso il tuo amico! Non conosco il suo cognome!-

-Stai mentendo!-

-Allora tieni!- gli buttò il quaderno in faccia –Guarda coi tuoi occhi se mento o no!-

Effettivamente non c’era scritto il nome di Frank sul quaderno –Però hai sempre i frammenti nel portafoglio…-

-Shirahime, io non ho ucciso Frank- stavolta si stava arrabbiando anche lui.

Vennero interrotti dal suono del telefono di Cassidy. era un messaggio, e quando lo lesse non credeva ai suoi occhi. Era Frank.

 

Non sono arrabbiato. Sono solo molto dispiaciuto. Mi dispiace non essere riuscito a capire quando stavi male e per cosa. Mi dispiace essere scappato così, ma non sono arrabbiato, credimi. Scusami se ti ho fatto disperare col mio modo di fare, ma ti assicuro che non sono arrabbiato e non lo sono mai stato. Cioè, all’inizio un po’ sì, ma è passato ora xp.

Ti voglio bene anche io, Cassy, non dimenticarlo mai. Ci si vede a New York, si spera.

P.S.: Hai visto che incidente pazzesco sull’aereo? Fortuna che ho preso il volo prima, se no chissà dove sarei a quest’ora? Ci pensi? A sguazzare sulla Corrente Orientale Australiana con Nemo! XD

 

Finalmente il cuore debole di Cassidy paté riposarsi un momento. Anzi, no… Era proprio perché l’aveva sforzato troppo, che ora aveva la nausea! Si portò una mano alla bocca, piegandosi si se stessa, in preda al malore.

-Shirahime, che cos’hai?- chiese Light

-Il cuore…- disse affannosamente lei

-Aspetta, stenditi un attimo…-

Solo quando fu certo che si era calmata Light prese a parlarle –Prima era il tuo amico?-

-Sta bene. Non è morto…- nascose la testa nel cuscino –Light… Io… Non voglio più essere il terzo Kira o chi ti pare-

-Cosa?!- Light si alzò di scatto dalla sedia

-Non voglio vivere il resto dei miei giorni con la paura di essere presa o che le persone a cui voglio bene stiano per morire per colpa mia!-

-E al nuovo mondo non ci pensi?!-

-Non mi importa nulla del nuovo mondo! Non voglio più usare quel quaderno!-

Light si sedette accanto a lei –Senti, lo so che è difficile… Cosa credi? Che io abbia cominciato ad uccidere così spensieratamente?- Cassidy lo guardò per un momento negli occhi. Era un sorriso di comprensione sincero o un ghigno fasullo quello che vedeva su Light? –Quando ho usato quel quaderno la prima volta non credevo davvero che avrebbe funzionato. Avevo ucciso due persone, e già mi ritrovavo a vomitare, e a chiedermi se avevo fatto bene o no. In fondo, erano sempre vite umane… Avevo perso quattro chili e la notte ero sempre tormentato dagli incubi. Ti immagini? Ogni notte le facce disperate di quelli che ammazzavo che mi urlavano cose orribili!- fece una risata spenta, priva di emozioni –Però mi dicevo che era necessario. Presto queste persone che ho ucciso verranno appositamente nei miei sogni per ringraziarmi. Shirahime, lo sto facendo per la mia famiglia, le persone come te, le persone per bene, per il mondo intero. E chi non la pensa come me si vede che in realtà non vuole migliorare questo mondo schifoso-

Cassidy era combattuta –Però… Sacrificare mezzo mondo…-

Light tornò ad accarezzarle la guancia –Shirahime, finchè ci sarò io, questo mondo sarà sempre pi vicino al suo completamento-

Cassidy deglutì. Quelle carezze non la convincevano nemmeno un po’. E la convinceva sempre meno il fatto che Light si era alzato per chiudere la porta a chiave, spegnere la luce e sdraiarsi accanto a lei. Alzati, Cassidy, se no la situazione degenera…

-Ti senti meglio?- chiese Light

-Sì… Ogni tanto mi capita. Se il cuore i batte troppo velocemente non riesce a mandare come si deve il sangue per tutto il corpo e mi vengono le crisi…-

-Ma non si riesce a trovare niente per curarti?-

-No… Mi hanno giusto trapiantato qualche organo, ma il cuore rimane comunque debole, e il sangue rimane basso. Comunque, ora sono sotto controllo, non sono contagiosa e posso fare una vita normale… A parte per i capelli, s’intende- fece una risatina.

-Se tu mi aiutassi alla realizzazione di un nuovo mondo nessuno ti direbbe più nulla per i capelli- disse Light sfiorando i capelli con la punta delle dita –E poi a me piacciono-

-Light…- non fece in tempo a dire altro. le labbra di Light ormai erano troppo vicine.

Ormai era arrivata al punto di non ritorno.

-Stai calma, Shirahime… Va tutto bene…- la voce di Light sembrava solo una lontana eco. Ciò che invece Cassidy sentiva fin troppo bene erano le coperte che avvolgevano i loro corpi, sentiva il corpo di Light contro il suo che la toccava in maniera troppo intima, i loro corpi nudi. Dentro di sé sapeva benissimo che la stava solo usando. Meglio aggraziarsi chi ti può aiutare finchè si è in tempo. Era sbagliato, doveva fermarlo, eppure non voleva mettersi contro di lui. Aveva paura di lui, tanto da fargli fare quello che voleva sul suo corpo.

-Non ti preoccupare… Fa male all’inizio, ma vedrai che ti ci abituerai… E ti piacerà…-

Un dolore allucinante la travolse nel momento stesso in cui vide il bacino di Light avvicinarsi a lei. Light le tappò la bocca, continuando a spingere con calma. Appena fu sicuro che non si lamentava più le levò la mano dalla bocca, e riprese a muoversi con ritmo regolare e costante.

La cosa che faceva malissimo a Cassidy non era nel fisico, ma nel suo orgoglio ferito, e nel fatto che purtroppo Light aveva ragione. Per quanto avesse fatto male… Ci si stava abituando e… Le piaceva. Non era possibile. Le piaceva davvero, anche se le veniva da piangere.

Sentì la mano di Light tapparle di nuovo la bocca come ansimava un po’ più forte –Sssh…- disse Light –Altrimenti mia madre ci sente-

E’ questo il tuo dovere, Cassidy. stare zitta e sopportare. Quello era il silenzioso patto che si era instaurato tra i due. Eppure, per quanto potesse darle fastidio, Cassidy annuiva e obbediva. Odiava essere soggiogata da lui, ma aveva paura. E poi… Le piaceva. No, cazzo! no!

Quel giorno i suoi genitori non erano a casa, e doveva pensare lei a cucinare per i fratelli più piccoli. Cassidy era davanti a un supermercato, appena uscita con la busta della spesa. Tutto sommato una giornata tranquilla, ma lei era di pessimo umore ripensando al fatto che era andata a letto con Light Yagami. appena tornata a casa, dopo quell’avvenimento, scoppiò a piangere. Si era messa in un casino assurdo, e non poteva, non riusciva a levarcisi.

Ma che poteva fare, d’altronde?

-Cassidy Marris?- una voce alle sue spalle la spinse a voltarsi sorpresa. Un uomo robusto, in giacca e cravatta, e con un casco in testa. Dove andava conciato così? Non fece in tempo a rispondere che delle mani la afferrarono da dietro e le bendarono gli occhi. E prima ancora che potesse replicare, le tapparono la bocca.

-Lei deve seguirci in quanto sospettata per il caso Kira. Ha il diritto di rimanere in silenzio e ogni cosa che dirà potrà essere usata contro di lei-

-Un pelo- disse L prendendo la bustina contenente, per l’appunto, un pelo. Ne rese un’altra e la portò in alto come prima –Briciole di uno snack- gli altri membri del quartier generale lo guardavano snervati.

-Ryuzaki, è da stamattina che non fai che guardare quelle bustine-

-E poi Mogi non c’è. Dove l’hai mandato?- chiesero Matsuda e Aizawa, due membri del quartier generale.

L rimase in silenzio, con la busta in mano. Ma sì, tanto valeva dirglielo… -Mogi è andato ad arrestare un possibile complice di Kira-

Si alzarono tutti dalle poltrone, scossi da quelle parole –Cosa?! Stai parlando del secondo Kira?!-

-Oh, no… Possiamo chiamarlo… Un terzo Kira-

-E chi sarebbe?- chiese il sovrintendente Yagami

-Cassidy Marris, nonché sua vicina di casa, signor Yagami. le informazioni che mi ha dato nsu di lei mi sono state molto utili, sovrintendente. La ringrazio-

Non c’era bisogno di aggiungere altro.

-Light…-

-Che c’è, mamma?- chiese Light di ritorno dall’università

-Ecco…-

Una volta in camera, Light gettò la borsa per terra, facendo cadere libri e oggetti più o meno fragili. L’avevano arrestata! Ma quando era successo? Chi aveva sospettato? Eppure, a differenza di Misa, lei stava attenta… Eppure lei non…

Al quartier generale L sorrideva con la tazza piena di caffè in mano.

-Ryuzaki…- chiese Aizawa –Ti ricordi della telefonata anonima…?-

-Sì?-

-Ecco, mi chiedevo se è anche a quello che sei arrivato a Marris…-

L bevve un po’ di caffè –Sì, anche per quello-

-E sei riuscito a scoprire chi è stato a farla?-

-Ovviamente- si girò verso i membri della squadra investigativa –Sono stato io-

Lo guardarono tutti shockati, ma L non tardò a dare spiegazioni –Ho incaricato Watari di fingere di essere un signore qualunque che aveva delle informazioni importanti, dicendo per esempio che Kira aveva un complice. Ciò mi è servito per vedere le reazioni di Kira- bevve un altro sorso –E non mi ha deluso neanche un po’-

Non c’era bisogno di dire che i suoi sospetti su Light Yagami ormai erano una certezza. Quella volta, con la telefonata anonima, Light a stento cercava di nascondere il nervosismo. Era bravo a fingere, L doveva dargliene atto. Ma quello che non sapeva Light era che anche L sapeva raccontare frottole con un certo ingegno. E poi l’amicizia che era venuto a sapere dal sovrintendente con quella Cassidy Marris tornava a suo favore.

Light correva per strada, diretto al quartier generale. Merda, ora sì che rischiava la galera…

E mentre i poliziotti accanto a L osservavano il sovrintendente sedersi combattuto sulla poltrona, L terminava il suo caffè facendo un piccolissimo sorriso.

Eh, sì… Ti ho fregato, Kira!

Grazie mille per i commenti che avete lasciato e che lascerete e per il vostro sostegno! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 13
*** Tattica ***


Perdonatemi se ci metto sempre tanto per aggiornare! Non credevo che fosse così difficile portare avanti questa storia! Vi auguro buona lettura, e cercherò di fare sempre del mio meglio per accorciare i tempi! Scusatemi ancora!

Misa aveva sentito dire in città che era stata arrestata una ragazza con l’accusa di essere una complice di Kira. Per un attimo se l’era vista brutta davvero: al posto di quella ragazza poteva esserci benissimo lei. Non ci volle molto a capire chi fosse la ragazza in questione: con ogni probabilità si trattava della ragazza americana, quella Cassidy Marris. Come Misa aveva previsto, si era rivelata un’incompetente.

-Quindi ora rimango solo io a dare una mano a Light! Non è così, Rem?-

-Immagino di sì…- Rem acconsentiva sempre a ogni iniziativa di Misa. Le voleva davvero un mondo di bene, malgrado questo fosse contro natura a un dio della morte. E pensare che quando aveva visto morire Jelous, un dio della morte di basso rango morire per amore di Misa, allungandole la vita uccidendo un maniaco, si era giurata e spergiurata di non provare mai affetto per un misero essere umano. E invece cosa aveva fatto? Era andata personalmente a consegnare il quaderno a Misa, dicendosi che era giusto così. Inconsciamente già da molto tempo si era affezionata a Misa, quasi fosse la sua sorellina. E Misa si dimostrava sempre gentile e disponibile per Rem, accettando subito di buon grado la sua presenza. Di norma uno si aspetta che trovandosi di fronte a un dio della morte si spaventi a morte, e invece Misa aveva detto addirittura che era figo! Quella ragazza era davvero strana, trovava tutto figo!

-Misa, però stai attenta… Potresti finire uccisa-

-Ti dico che va tutto bene, Rem! Ho eliminato tutte le cassette e ogni prova compromettente come mi ha ordinato Light! E poi chi mai sospetterebbe di una modella come me?!- guardò Rem con una strana luce negli occhi –E poi io non mi farò fregare come quella assurda americana! Povera cretina! Sicuramente pensa che Light sia pazzo di lei visto che aiuta Kira da più tempo!-

Light ormai era quasi arrivato al quartier generale, senza rendersi conto di tutti i passanti che lo guardavano sorpresi.

-Yagami!-

Light si girò col fiatone, sudato e terribilmente irritato. Chi cavolo era che lo fermava per strada in un momento del genere?

Era una ragazza mora, capelli corti, snella, e un portamento quasi regale. Osservava Light sorpresa, e anche un tantino preoccupata.

-Takada… Cosa c’è?-

-Stavo venendo a casa tua. Ti sei dimenticato che avevamo un appuntamento?-

Merda, l’aveva proprio scordato. Bè, pazienza. Takada poteva aspettare.

-Scusa, Takada, possiamo vederci domani? Ho un’emergenza e non posso proprio fermarmi!-

-Ma Yagami…-

Diede un bacio veloce sulle labbra di Takada, lasciandola interdetta, e ripartì in quarta. Ridacchiò tra sé e sé. Che stupide che erano le donne… Lasciarsi abbindolare da un bacio!

-Ryuk…-

-Dimmi, Light-

-Se fai questo per me ti giuro che ti regalo tutte le mele che vuoi! Vai da Shirahime e dille di non rivelare assolutamente nulla su Kira! Corri prima che sia troppo tardi!-

-Sarò più veloce di un fulmine per una mela! Meglio ancora se la mela è moltiplicata per cento! Volo!-

Cassidy si trovava in una stanza spoglia, dalle pareti insonorizzate, legata a un freddo tavolo di metallo messo in verticale, legata con una camicia di forza. Davanti a lei c’era una telecamera con un microfono. Chissà quanto tempo era che se ne stava lì in piedi a far nulla, aspettando un cenno dalla telecamera. Ogni tanto sentiva camminare qualcuno. Aveva paura. Chi c’era? Che volevano? Che le avrebbero fatto?

-Ryuzaki, che intenzioni hai?- chiese Aizawa –Ora che l’abbiamo catturata non le chiedi nulla?-

-Se non è muta c’è da dire che ha una forza psicologica notevole…- mormorò L col pollice in bocca –A quanto pare l’attesa non la snerva. Bè, pazienza. La farò cantare in qualche altro modo-

Premette il pulsante per attivare il microfono e con cautela si avvicinò ad esso –Mi senti, Cassidy Marris?-

La voce contraffatta non fece che paura a Cassidy. però se non avesse risposto chissà che le avrebbero fatto –Sì…-

-Sai perché ti trovi qui?-

-Sì…-

-Allora sai anche come liberarti, suppongo- allora era davvero per il caso Kira –Basterà che tu ci dica tutto ciò che sai su Kira-

-Io non so niente…-

-Non crederai che ti abbiamo portata qui senza alcuna prova, Marris- Cassidy poteva udire un rumore, come delle scartoffie che venivano trasportate –Sappiamo che ti stai frequentando con Light Yagami, e sappiamo che da quando Light Yagami ti frequenta Kira è diventato più attivo che mai. Quindi sei pregata di non mentirci, altrimenti peggioreresti solo la tua situazione-

Cassidy si sentì la mano tappata da una nera, enorme, con degli anelli. Ryuk. Che sollievo! L’avrebbe liberata e…

-Ehi, Cassy, Light ha detto che non devi rivelare nulla sulle indagini-

-Ma io non…-

-Marris, ti è venuto in mente qualcosa?- chiese L con la voce contraffatta

-Guarda che loro non possono sentirmi e vedermi- disse Ryuk. Cassidy restava immobile, rendendosi conto che forse l’unica possibilità era davvero starsene zitti, anche a costo di morire.

-Marris, qualsiasi dettaglio insignificante potrebbe determinare l’arresto di Kira- continuò a dire L, ma Cassidy si ostinava a non parlare. Calò il silenzio per diverso tempo, finchè L non interruppe la comunicazione, dato che Watari aveva qualche cosa da dire a L.

-Light Yagami è qui fuori, Ryuzaki-

-Lascialo passare-

Proprio quando Cassidy con ogni probabilità stava per dire qualcosa Light Yagami fa il suo ingresso in sala? Tempismo perfetto… Degno di Kira.

-Ryuzaki, perché hai arrestato una ragazza senza dirmi nulla?-

-Mi dispiace, Light, ma la situazione è radicalmente cambiata. Questa ragazza dà l’impressione di saperla lunga sul caso e…-

-Non prendermi in giro!- sbottò Light –L’hai arrestata perché sospetti di me! Perché tu sei convinto che io sia Kira!-

-Hai ragione, ma non mi sembra che te lo abbia mai nascosto. Quindi non venirmi a dire che ti prendo in giro- l’aura che sembrava emanare in quel momento, con la tazza in mano, sull’elegante poltrona, metteva soggezione a tutti, tranne che a Light.

-Avresti dovuto mettermi al corrente della cosa! È pur sempre la mia ragazza!-

-La tua ragazza? Ma guarda un po’… Credevo che tu stessi con Amane, Yagami…-

-Misa Amane è solo un’amica… Io sono il fidanzato di Cassidy Marris. Sono stato io a corteggiarla insistentemente, e ora finalmente stiamo insieme-

Stava mentendo spudoratamente, L ne era sicuro. Però era strano… Cassidy stava per dire qualcosa, ne era più che certo, eppure per qualche motivo si era fermata. E poi Light se ne usciva con quella storia della relazione. C’era qualcosa che gli sfuggiva.

-E di Kyomi Takada che mi dici? Amica anche lei?-

-Sì-

-Come Mayu Shirohara, Eri Kawamura e Yuri Kabuki?-

-Sì-

-D’accordo. Resta in silenzio ora, per favore- riprese la conversazione con Cassidy –Marris… Cosa puoi dirmi di Misa Amane?-

-Misa Amane…? La modella?-

-Proprio lei-

Forse poteva salvarsi… -Misa Amane… E’ spuntata fuori dal nulla nella mia vita. Se ne è uscita che era innamorata di Light, e nemmeno lui sapeva nulla di lei. Sembra che abbia avuto un colpo di fulmine incrociandolo per caso ad Aoyama il 22 maggio-

Cosa stava dicendo? Così non si faceva che dimostrare la colpevolezza di Light! doveva assolutamente inventarsi qualcosa!

-Incrociandolo? Spiegati meglio, Marris-

-Ecco, ha detto di averlo visto per caso ad Aoyama, e svolgendo qualche ricerca su di lui ha scoperto nome e indirizzo. Lo chiama sempre, lo segue ovunque… Non lo lascia mai stare… Una volta, l’ho sentita con le mie orecchie, diceva a Light che se non le avesse concesso un appuntamento, l’avrebbe ucciso. Ma Light la prese sullo scherzo quella volta, anche se era scocciato della situazione. Ne discutevamo spesso insieme, e diceva che non sapeva come liberarsene-

Light cominciava a capire il piano di Cassidy. Ottima trovata. Così i sospetti sarebbero caduti solo su Misa.

-E Amane non ha mai lasciato intendere in che modo lo avrebbe ucciso?-

-No… Però una volta ha detto “Se ti vedo con un’altra, la ammazzo!”-

-Al secondo Kira basta vedere in faccia una persona per ucciderla…- disse Matsuda con un fil di voce

-Ma se lei è il secondo Kira, allora chi è il primo?-

-E se Kira avesse incrementato i proprio poteri? In questo modo tutto si spiega-

Guardarono tutti Ryuzaki, che non proferiva ancora parola.

-Ryuzaki, ormai sembra ovvio che Marris e Yagami non c’entrano nulla con Kira-

-Solo perché Amane è follemente innamorata di Light?-

-Ancora con questa storia?-

-Watari…- disse L ignorando altamente Light –Ordina a Mogi di arrestare Misa Amane. Voglio interrogarla quanto prima- mise delle zollette di zucchero nel caffè –Signor Yagami… La prego di tenere segreto tutto ciò che sta accadendo qui dentro- sorseggiò un po’ di caffè –Ascoltatemi tutti. Marris resterà sotto la mia sorveglianza finchè lo riterrò necessario. Light Yagami, invece, non dovrà più muoversi di qui. Dovrà essere presente al colloquio che terrò con Misa, e soprattutto non dovrà tenere contatti con lei finchè non l’avranno portata qui e non dovrà tenere contatti con Marris fino a quando questa storia non sarà finita. Signor Yagami, trovi una scusa per giustificare l’assenza di suo, e anche lei resti qui. Faccia in modo che suo figlio non abbia contatti con nessuno. Sequestrategli cellulare e qualsiasi cosa che possa costituire una fuga d’informazioni-

-Ma è ridicolo, Ryuzaki!- gridò il sovrintendente Yagami. figuriamoci, era un colpo pazzesco per lui vedere il figlio imprigionato perché sospettato di essere Kira

-Lascia stare, papà…- disse Light –Dopotutto L è il più grande detective del mondo… Se è così convinto, si vede che mi hanno fregato alla grande- sembrava amareggiato –Va bene, Ryuzaki, farò come dici. Anche io voglio catturare Kira, e ti dimostrerò la mia innocenza-

L non era pienamente convinto di quelle parole. Non era mai del tutto convinto della sincerità di quel ragazzo.

Tuttavia trovava strano che ora Light Yagami se ne stava lì, passivamente, ad attendere un qualcosa che potesse smuovere la situazione.

Ryuk assisteva, naturalmente, ridacchiando. Chissà come avrebbe fatto Light a togliersi da questo casino. Dallo sguardo che gli leggeva negli occhi, sembrava che avesse già elaborato un piano.

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Capitolo 14
*** Penitenza ***


Se con questo capitolo la storia vi sembrerà ancora più incredibile di prima, ne sarò felice. Spero solo di non scombussolarvi troppo, perché questo capitolo è diverso dagli altri. Diciamo l’inizio di una nuova fase. Ho diminuito gli spazi, spero che la cosa vi faccia piacere, che non vi appesantisca la lettura, spero che questo capitolo vi spinga a seguirne i prossimi. Buona lettura ^^

Che ti succede, Light Yagami? Sei nervoso? Hai fretta?

Hai paura?

Forse è questo di cui hai bisogno. Della paura. Perché non l’hai mai sfiorata in modo così vicino.
Quando L si è presentato a te hai pensato di avere paura. Quando hanno messo le telecamere hai pensato di avere paura. Quando Frank si è avvicinato a tua sorella hai pensato di avere paura.
Eppure cosa ti succede ora? Cosa ti sta accadendo?
Va tutto come al solito. Amicizie, appuntamenti, università, bella famiglia. Sei riuscito a depistare le indagini. Eppure le cose non vanno come vorresti. Hai paura, ora.
Forse è il caso di fare un passo indietro, a quando per colpa tua Cassidy Marris è finita prigioniera di L. Colpa tua, che hai voluto approfittare del suo rancore verso tutti, ti sei servito di lei, della sua intelligenza e del suo buon senso.
Eppure era finita dietro le sbarre. Proprio il frequentarla ti aveva tratto in inganno, quando era meglio che venisse imprigionata Misa Amane.
Cos’è andato storto? Tu sei sempre stato attento. Lei è sempre stata attenta.
L è sempre stato attento.
E quel maledetto interrogatorio a Misa fu fatale, ma non per te, ci mancherebbe altro, Misa ti ha scagionato alla grande, ha tolto ogni prova, recitato un copione invidiabile con luoghi, orari, parole. Tutto perfetto, tutto secondo i piani.
Però chi se lo poteva aspettare che a rimetterci sarebbe stata solo Cassidy? che Misa avesse fornito prove a tuo favore ma a completo sfavore di Cassidy? Che si è dovuta fare due mesi legata in quel modo, tenuta sotto sorveglianza affinché confessasse di aver ammazzato centinaia, anche migliaia di persone.
Ebbene, erano giunti alla conclusione che Cassidy Marris era Kira. Non più Light Yagami, ma Cassidy Marris.
Non le hai mai detto che ti dispiaceva. Che non ti aspettavi che andasse a finire così.
Perché in fondo che ti importava? Tu stavi bene, il mondo perfetto era a un passo al suo completamento, cosa te ne facevi di una pedina scartata?
Quello che non sapevi, Light, era che le pedine, una volta mangiate, diventano di proprietà dell’avversario.
Scacco matto.
Ora che fai, Light Yagami?
Cassidy Marris… Non hai più avuto sue notizie da allora. al quartier generale dicono che è ancora sotto sorveglianza, ma cavolo, perché allora i monitor erano spariti? Perché L si faceva così dannatamente vicino a lui dicendo che avevano un collaboratore esterno di fiducia che era di grande aiuto?
Perché hai la sensazione che quel collaboratore sia Cassidy?
Shirahime?
Non potrebbe mai.
Però tu l’hai abbandonata. Lasciata a metà strada, come un giocattolo fuori moda.
Tu cosa faresti se una persona ti usasse e basta, Light Yagami?
Vorresti farla soffrire ancora di più, no?
Vorresti vendicarti.
E allora perché non lasciare che lei si prenda questa piccola soddisfazione?

Ammesso che ci riesca.
Ora sorridi, Light Yagami. hai trovato un nuovo divertimento. L… E Cassidy Marris. Una traditrice del nuovo mondo, ecco cos’era. Un sacrificio necessario che non ha compreso. Gliel’avresti fatto capire tu.

Proprio lei, che voleva un modo migliore, aiutava il suo acerrimo nemico nella cattura di un suo alleato.
Cassidy Marris, nuovo membro del quartier generale per le indagini sul caso Kira.
Cos’altro avrebbe dovuto fare?
Non riusciva a sopportare l’idea di essere abbandonata da una persona che… Aveva ritenuto amica. Comprensiva, giusta. Per lui aveva rischiato di rovinare il rapporto con Frank, per lui aveva rischiato tanto, passato giornate a tenersi una mano stanca e dolorante, immersa nell’odore dell’inchiostro e della carta del quaderno. Non riusciva a digerire il fatto che lui se ne andasse a completare quel mondo perfetto tanto sognato, e allora, l’alternativa qual era? Dire tutto a Ryuzaki, ossia L. Dire che effettivamente aveva collaborato, ma che fu ingannata. Rivelò del quaderno, ma naturalmente L voleva le prove dell’esistenza di un quaderno così incredibile, dell’esistenza di quegli esseri chiamati dei della morte.
Sotto l’ala protettiva di L, Cassidy cercava di riprendere quel quaderno. Ala protettiva… Ci sarebbe stato da fidarsi anche di lui? Di questa persona che non si sa nemmeno come si chiama?
Si teneva a debita distanza da lui, standogli vicino solo quando era lui a richiederlo, cosa per fortuna rara.
Aveva paura, certo che aveva paura, ma se Light l’avesse uccisa in quel momento, sapendo che una complice di Kira collaborava ora con L, la colpa sarebbe di nuovo andata a lui.
L non l’aveva mica accolta così, come se niente fosse. Sapeva di questa possibilità.
E Cassidy si sentiva ancora più in balia di qualcuno. Quando sarebbe tornata a casa, a New York, da Frank, lontana da tutti?
-L…-
-Marris, sei pregata di chiamarmi Ryuzaki-
-Giuralo… Giurami che una volta che questa storia sarà finita potrò tornare a casa. E che non sentirò parlare più né di Kira né di te-
-Te lo posso assicurare. Tu portami questo quaderno… Mandiamo Kira in prigione, e potrai tornare a casa-

Naturalmente ringrazio tutti quanti voi, cari lettori! Spero che continuerete a sotenermi! ^^

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Capitolo 15
*** Scontro ***


Scusate l’attesa! Eccovi un altro capitolo! Spero che vi piaccia, buona lettura! In questo capitolo ho paura di non aver azzeccato molto il titolo, perciò vi prego di scusarmi! Bè, lascio i giudizi a voi nelle recensioni!

Capitolo 15 – Scontro

 

Immagazzinare tante informazioni nel cervello era ormai nella prassi quotidiana di L, o Ryuzaki che sia, eppure solo un paio di cose non riusciva ad ottenere: qualcosa in più riguardo a Cassidy Marris. Perché si era alleata con Kira? Perché aveva cercato di coprirlo fino all’ultimo, scaricando la colpa a Misa Amane? Inoltre, dopo aver visto quanto era successo al colloquio con Amane, in cui veniva scaricata la colpa a Cassidy e Light non faceva nulla, Cassidy aveva cambiato tempestivamente idea e aveva deciso di aiutare L a collaborare, raccontandogli una storia assurda, talmente assurda da suonare reale: scrivere il nome di una persona per ucciderla? Esisteva davvero un oggetto del genere? E gli dei della morte? Anche loro esistevano?

Comunque, l’interrogativo più grande di L era perché Cassidy aveva cambiato idea così velocemente dopo aver visto il comportamento di Light. Ormai non c’era alcun dubbio che Light Yagami e Kira fossero la stessa persona, però perché quel comportamento?

Gelosia?

Light Yagami doveva avere un ottimo successo con le donne.

Doveva saperne di più.

-Watari- disse L attivando la conversazione con Watari, che teneva in custodia Cassidy –Vorrei parlare con Marris-

-Proprio ora che stavo facendo il prelievo?-

-Prelievo?-

-Sì, voglio capire che malattia ha e se esiste una cura. A quanto pare non è solo albina-

-Sii molto cauto, Watari… Non vorrei che ci scappasse il morto-

-Tranquillo, Ryuzaki. Sono un inventore, non uno qualunque- rispose Watari con fare risoluto –Comunque ora te la passo. Devo mandarti anche l’immagine?-

-Sì, grazie-

Aveva l’aria stanca, eppure non sembrava distrutta psicologicamente. Doveva essere dura restare chiusa tra quattro mura, ma dopotutto l’aveva voluto lei, accettando tutti i pro e i contro.

-Cassidy Marris- L fece bene attenzione a contraffare la voce –Dimmi tutto quello che sai su Light Yagami-

-Chiedimi qualcosa di più specifico, L- rispose subito Cassidy. aveva una fora psicologica impressionante.

-Per esempio se avete una relazione-

-Te l’ha detto lui?-

-Sì-

-E’ una bugia. L’ha detto per giustificare il suo interesse per me-

-E allora perché è così interessato… Cioè, era così interessato a te?-

-Perché io ero utile per le esecuzioni-

Si tornava sempre al punto di partenza. Non scuciva nulla sul caso, a parte quella storia del quaderno. Il quaderno…

-Marris… Il dio della morte che dovrebbe avere il quaderno… E’ lì con te?-

-No, deve stare sempre vicino a Light perché ora è Light il possessore del quaderno. Per vedere il dio della morte basta toccare il quaderno, o anche solo una pagina o un frammento-

-Descrivimi questo dio della morte-

-E’ tutto nero, con la faccia allampanata, e mangia sempre mele. Si chiama Ryuk e sinceramente, se fossi stata un suo superiore, come dio della morte l’avrei licenziato in tronco-

L restò a rimuginare su quelle parole per un po’, portandosi il pollice alla bocca.

-Ah, un’altra cosa, L- disse Cassidy –Anche Misa Amane ha un dio della morte. Si chiama Rem, è una femmina, tutta bianca, e molto più seria di Ryuk. Lei potrebbe dirvi delle cose interessanti sul quaderno, anche se dubito sia così avvicinabile: lei è dalla parte di Misa, farebbe tutto per lei-

La faccenda si faceva complicata. L avrebbe potuto chiedere l’aiuto del quartier generale, ma per il momento aveva deciso di tenere nascosta la faccenda del quaderno. E poi, con questi dei della morte, come avrebbe potuto fermare Kira?

-Un’idea sarebbe riuscire a toccare il quaderno di Light, o almeno quello di Misa…- disse L pensando a voce alta –Ma se mi dici che ci sono questi dei della morte a farci la guardia, la vedo dura…-

-L… Lo sapevi che un dio della morte si può uccidere?- disse Cassidy facendo un sorrisetto.

Misa era seduta davanti a Light, che camminava su e giù per la stanza a rimuginare sugli ultimi passi fatti. Ed era arrabbiato. Da quando Cassidy era passata dalla parte di L era sempre nervoso, e rispondeva male a tutti, in particolare a Misa (non che avesse qualcosa contro di lei in particolare, ma era così remissiva che ci provava quasi gusto a trattarla da schifo)

-Light, scusami, ma… Ora dov’è il problema?- chiese Misa con timore –Ormai a quella lì l’hanno sbattuta dentro… Che problema c’è?-

-Il fatto che non l’hanno sbattuta dentro! Quella lì si è fatta corrompere ed è passata dalla parte di L! Capisci quant’è pericoloso ora anche il solo vederci?! E tu dovevi proprio uscirtene con quella storia  per scagionarmi, mettendo in pericolo lei!-

Misa stavolta era offesa –Vorresti dire che preferisci lei a me?-

Light sbuffò. Contegno, contegno. E ingegno.

-Misa, senti… Mettiamo che ti avrebbero presa. Tu hai un quaderno, no? Ti sarebbe bastato rinunciare alla proprietà del quaderno per dimenticare di averlo usato, perdendo il potere degli occhi ma senza scordarti dell’amore che provi per me. Non avrebbero trovato prove convincenti su di te e ti avrebbero liberata, in modo da tornare al mio fianco. Non è questa la tua felicità?-

-Bè, sì, ma…-

-Invece Cassidy non ha nessun quaderno in suo possesso, ha usato le pagine che le lasciavo io… E se il possessore non rinuncia di sua spontanea volontà, allora nemmeno quelli che hanno a che fare con tale quaderno se lo dimenticheranno-

-Davvero?- disse Ryuk stupefatto –Io credevo che non ci fosse differenza-

-Infatti questo me l’ha detto Rem…- rispose Light acido –Tu non sai quasi niente delle tue regole…-

-Bè, ma in fondo che importa?- disse Ryuk in tutta risposta

-Comunque, Misa, pensa a cosa accadrebbe ora: Shirahime spiattellerà tutto a Ryuzaki, il quale andrà alla ricerca dei quaderni, e al primo passò falso ci sbatterà in galera, noi saremo rovinati e la tua felicità compromessa-

-No! Non voglio pensarci!- ora Misa capiva la gravità della situazione –Cosa devo fare?-

-L’ideale per entrambi sarebbe farla evadere da lì, ma così i sospetti di L aumenterebbero di riflesso… Inoltre il quartier generale è convinto che noi sappiamo che lei si trova in prigione, e quindi il liberarla non avrebbe senso- restò a pensarci per diverso tempo, ma più ci si arrovellava più non ne riusciva a venire a capo. L’unica possibilità alla fine era davvero liberarla, e convincerla a tornare dalla sua parte, ma era troppo rischioso…

Forse era il caso di ucciderla?

Ma anche questo l’avrebbe messo in pericolo.

Merda, cosa doveva fare?

-Light…- Misa avvolse le braccia sulle spalle di Light, baciandolo dolcemente sul colo –Perché non ti riposi un po’? sei stanco… Vedrai che dopo un po’ di riposo penserai meglio…-

-Misa, non è il momento…-

-Eddai, per una volta che siamo in casa da soli potremo anche svagarci un po’! in fondo, anche se quella là rivelasse tutto a Ryuzaki, lui non potrebbe muoversi, dico bene?-

In fondo non aveva tutti i torti… Sì, c’avrebbe pensato più tardi. Questo si diceva Light mentre spogliava Misa e la gettava sul letto.

Una cosa da niente, come al solito.

Le donne erano davvero delle creature stupide. Light aveva sempre pensato questo di loro. Persone frivole e dalla mente superficiale, che fanno la parte delle ragazze per bene e senza pensieri poco casti per la testa.

L’unico motivo per cui Light sorrideva era perché vedeva quanto era patetica la donna.

Misa Amane, per esempio, che continuava a dirgli che lo amava e che era felice. Bastava portarsela a letto un paio di volte per renderla alla stregua di una schiava.

Però perché lui continuava a portarsela appresso? Avrebbe potuto ucciderla quando ne aveva voglia, fregandosene altamente di Rem che lo minacciava di ucciderlo a sua volta se avesse fatto qualcosa a Misa.

Non era solo la paura di finire uccisi.

Forse la risposta era semplicemente che, come ogni essere umano che si rispetti, ci provava gusto a sbattersi una ragazza carina come Misa di tanto in tanto.

E poi doveva entrare in maggiore intimità con lei per ingraziarsela quanto possibile. Non doveva tralasciare nulla per continuare la costruzione del suo nuovo mondo.

E poi Misa sembrava consenziente, più che consenziente, quindi tutto a posto.

-Sei sicuro, Ryuzaki?-

-Certamente-

-Ma è una follia!-

-Ma non possiamo lasciare che le cose vadano avanti così- rispose L leccandosi un dito di gelatina –Ormai ne è passato di tempo e Kira potrebbe essersi accorto che una sua complice sia passata dalla parte di L. Non abbiamo alternative: uccideremo un dio della morte. Stando a quanto ha detto Cassidy, sembra che la più pericolosa sia per noi che per Kira sia Rem, quindi colpiremo lei. Non sarà un’impresa facile, ma consideriamo che questa è già molto affezionata a Misa, basterà metterla in pericolo costringendo Rem a uccidere qualcuno per allungarle la vita per far sì che muoia-

-E chi dovrebbe toccare il quaderno di Amane?- chiese Aizawa –C’è da considerare anche il fatto che ora che i sospetti su di lei sono quasi certezza, Light Yagami gli abbia imposto di non portare più il quaderno con sé, o di nasconderlo in luogo sicuro… Oppure, chissà, magari Light Yagami stesso tiene i quaderni sotto chiave-

Soichiro Yagami assisteva al colloquio senza battere ciglio. Ormai le prove gliele avevano sbattute in faccia più volte, non poteva negare l’evidenza: suo figlio era Kira e doveva farsene una ragione, magari collaborando alle indagini. A parole era tutto così facile…

-Potremmo servirci di Marris, che può vedere gli dei della morte… Inoltre lei ha già avuto a che fare col quaderno…-

-Ma è troppo pericoloso! Se diamo per buono che Rem ucciderà qualcuno per salvare Amane, allora a rimetterci sarebbe anche Cassidy!-

-Per me non c’è problema- rispose subito Cassidy –Sarei disposta a tutto per rovinare la vita a Light Yagami-

-Che ti prende Light?- chiese Ryuk con una mela in bocca –Sei così silenzioso da quando Misa è andata via…-

-E’ proprio a lei che stavo pensando…- Light era davanti al computer, sulla home page di un fan club dedicato a Misa –La situazione si è fatta inaspettatamente critica, e non posso continuare a lasciare Misa a piede libero. Devo sbarazzarmene. Ma finchè c’è Rem non posso torcerle un capello…-

-Allora ammazzala se ti da fastidio. Misa ti ha spiegato come fare, no?-

-Come se fosse facile…- restò a guardare per un po’ quell’insolita figura nera divora mele –Immagino che tu non avresti voglia di mettere in pericolo Misa per fare in modo che Rem ammazzi qualcuno, vero?-

-Proprio così, non ne ho nessuna voglia- rispose con una risata Ryuk –E poi, se anche mettessi in pericolo Misa, Rem non può uccidere un suo simile, e in tal caso se la prenderebbe con te… Inoltre non posso manipolare un’altra persona per implicare la morte di Misa. Potrei anche scrivere io il nome di Misa sul mio quaderno, tanto Rem non può uccidermi, e Misa mi è indifferente, così non morirei nemmeno io… Ma immagino che solo Rem sia responsabile delle azioni di Misa…-

-E in ogni caso tu non scriveresti il suo nome perché sei neutrale, dico bene?-

-Esattamente-

Light rise –La cosa mi stuzzica… Ucciderò Rem. E, una volta che mi sarò liberata di lei, ucciderò Ryuzaki e tutta la sua combriccola al gran completo utilizzando Misa, e poi ucciderò Misa- se la rideva di gusto, nella sua stanza. Sarebbe stato uno scontro interessante.

Grazie per aver letto, e per le recensioni che mi lasciate! Siete eccezionali! Alla prossima, farò sempre del mio meglio!

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Capitolo 16
*** Libertà ***


IL PROSSIMO SARA’ L’ULTIMO CAPITOLO!

 

Non odiatemi per quello che leggerete, vi prego… Ma volevo creare un vero e proprio colpo di scena… Volevo sperimentare una cosa nuova. Buona lettura!

Non era un problema per lei starsene rinchiusa in una casa sconosciuta per chissà quanto tempo. I suoi familiari non facevano storie, convinti che fosse all’estero per una borsa di studio vinta all’università. Li aveva riempiti di balle dall’inizio alla fine, ma alla fine non era questo il problema. Il problema era un altro: Kira. Non poteva più uscire di casa, perché se Kira l’avesse vista avrebbe potuto anche dire addio alla sua esistenza, già di per sé deprimente.
Non aveva più nessuno. Di nuovo sola.
-Marris- la voce sintetica di L riecheggiò per tutta la sala –Hai pensato alla mia proposta?-
-Sì. E la risposta rimane sempre uguale: sarò io a fare in modo che Rem muoia-
-E non ti importa il fatto che potresti morire?-
-No- sorrise, come se fosse una cosa naturale
-Allora ho un piano che potrebbe funzionare- disse L –Ma te lo spiegherò dopo. Ora ho lasciato detto a Watari di farti fare una cosa-
-Cosa?-
-Chiama a casa, a qualcuno. Salutali-
E a chi avrebbe dovuto chiamare? Ormai non aveva importanza a chi salutava. Continuava a dirsi così davanti a un telefono antico.
Eppure… Ce l’aveva una cosa da fare. Eccome se ce l’aveva!
-Hello?-
-Frankie…-
-Cassy?-
-Frankie, I miss you…-
-Cassy, what’s happening?-
-I wanna meet you… For last time… I miss you, Frankie…-
--
-Frankie… Listen to me, please… Maybe I’m gonna die…-
-What the fuck…?!-
-Frankie, wait! Maybe I’m gonna die and… And…- non piangere, cretina! –Frankie… I… I love you… Sorry for all problems… Sorry…-
-Cassy, but…-
-Goodbye, Frankie. I love you-
Ti voglio bene, Frank. Non dimenticarlo mai.
-Signori…- solo il rumore del cucchiaino vagava per la stanza d’albergo di L, circondato dal quartier generale –Oggi uccideremo Rem. Manderemo Marris, che può vederlo. Faremo in modo che Misa si trovi in pericolo. Dunque, stando ai rapporti di tutti voi sugli spostamenti di Misa, il luogo più idoneo al piano è la Yoshida Production. Lì vi sono tante modelle e studi, è più probabile che nessuno si accorga di un “tentato omicidio”- si fermò per sorseggiare del caffè –Ora, faremo finta che Marris sia una nuova modella. Matsuda sarà il suo manager. Sono certo che, se c’è davvero un dio della morte con Amane, si spaventerà, e prima di uccidere Marris avvertirà Kira, cioè Light Yagami-
-E se la tua teoria fosse sbagliata?- chiese Soichiro –E’ possibile che ciò non basti a mettere Rem in pericolo-
-Passeremo al piano B. se durante la permanenza alla Yoshida non succederà nulla, faremo in modo che tutti sappiano dell’esistenza del quaderno. O almeno, glielo faremo credere- chinò il capo verso Mogi –Mogi, ha terminato?-
-Sì, c’ho messo tutta la notte, ma sono riuscito a farlo in tempo- porse a Ryuzaki l’oggetto in questione. Tutto nero, con delle pagine a righe, e la scritta Death Note bianca.
-Basandoci sulle descrizioni fornite da Marris, abbiamo realizzato un quaderno della morte. Marris, puoi confermarci se abbiamo ottenuto un buon risultato?-
-Non è male… Almeno sembrerà un quaderno della morte…-
-Allora tu farai finta di scrivere davanti a tutti il nome di Amane-
-Ma Rem può vedere se con me c’è un dio della morte. E, notando che non c’è nessuno con me, non muoverà un dito-
-No, invece, perché anche se notasse che non ti segue nessun suo simile, sarà messa in una posizione pericolosa. Tu sei in TV, davanti a milioni di spettatori, e minacci di poter uccidere una persona mettendo solo una scritta su un quaderno. Se non sarà Light Yagami a dirlo, ci penserà Rem stessa a farti fuori. Ti copriremo il volto e faremo in modo che solo Rem possa accertarsi della tua identità, visto che a quanto pare lei può vedere in qualunque momento la tua identità-
-Questo piano è inattuabile, L- rispose fermamente Cassidy
-E allora passeremo al piano C- disse lui sbuffando –Metteremo in pericolo Misa senza questo fin to quaderno. Mi occuperò io di tenere a bada Light Yagami mentre attueremo il piano-
Mai Misa si sarebbe aspettata di rivederla. Eppure gironzolava tranquillamente per gli studi della Yoshida, cordiale con tutti, tutti gli sguardi su di lei. Che faccia tosta a ripresentarsi così come se nulla fosse. Rem avvertiva il nervosismo di Misa, ma se ne stava zitta. Era impaurita anche lei.
-Rem…- bisbigliò Misa –Corri ad avvertire Light!-
Finite le riprese, restava solo da aspettare una mossa di Misa o Rem. E l’aggancio non tardò ad arrivare.
-Cosa accidenti ci fai qui?-
-Ciao, Misa. È a un po’ che non ci si vede- disse Cassidy col sorriso sulle labbra –E Rem?-
Non sono affar tuoi-
E’ da Light, sicuramente
-Che intenzioni avete, tu e il tuo amico detective?-
-Tranquilla, Misa. Oggi metteremo la parola fine alla mia storia e a quella di Kira-
Solo un piccolo momento per appartarsi, passare informazioni a L –Mi dispiace, non è successo nulla di che. rem non c’era. Sicuramente era da Light-
-Capisco. Allora passiamo al piano C. Fai del tuo meglio, mi raccomando-
Misa, spazientita, camminava per le strade di Tokyo, in periferia –Sono furibonda, Rem!- urlò, certa che nessuno la stesse ascoltando, tanto era da sola e le strade erano deserte –Ma chi si crede di essere quella là? Che rabbia mi fa! Adesso Light è in pericolo!-
-Forse faresti meglio a preoccuparti per te, Misa- era Cassidy, che da dietro la stava seguendo, le mani incrociate dietro la schiena. Sorrideva, proprio come quella mattina agli studi della Yoshida.
-Quand’è che ci lascerai in pace, tu?!- sbottò Misa
-Ah, e vieni a dirmelo proprio tu?!- anche Cassidy stavolta si spazientì –E’ soprattutto colpa tua se adesso la situazione è a questo punto! Stava andando tutto bene… Se non fosse stato per te il mondo perfetto sarebbe stato reale!- stavolta le lacrime uscirono. Perché? Non era solo una recita –Per questo io…-
Fu un secondo, fatto di urla e penne che scrivevano.
-Watari! Mogi! Procedete!-
Fu un secondo, giusto in tempo per sentire quello che voleva sentire.
-Misa Amane, abbiamo registrato tutto. Ti dichiaro in arresto con l’accusa di essere il serial killer meglio conosciuto come secondo Kira- e poi –Andate a casa di Light Yagami e arrestatelo-
Un secondo, per vedere che al posto di Rem c’era solo sabbia.
Un secondo, per vedere che il quaderno falso era accanto al suo corpo ormai debole, ormai stanco, ormai morto.
Un secondo, per vedere Misa piangere.
Un secondo per avere la soddisfazione di aver contribuito all’arresto di quelle persone che l’avevano illusa.
Un secondo per dire addio. A Frank, a tutti.
Rimpianti? Mai avuti.
Felice? Non lo sapeva.
Ma non aveva tempo per pensarci. Non più.

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Capitolo 17
*** Sacrificio ***


ULTIMO CAPITOLO!

Immagino che siate curiosi, ora, o quantomeno vi starete chiedendo cosa sia successo.
Ebbene, eccomi qui, pronto a darvi risposte, o mettervi in testa ancora più domande.
Ho narrato capitolo per capitolo la sfortunata vicenda di Cassidy Marris, conclusasi con questo mio sfogo al capitolo 17, ironia della sorte.
Voglio prendermi questo sfizio e raccontavi ciò che sento io, e spiegarvi il perché ho voluto narrare questa triste vicenda.
Primo punto fondamentale: come faccio io a conoscere questi sfortunati eventi? Il narratore di solito è onnipresente e onnisciente, ma non in questo caso.
Ho avuto la fortuna di parlare con L, il quale mi ha raccontato tutto, senza preoccupazioni. Kira è stato sconfitto grazie al contributo di Cassidy Marris.
Il piano di L era inattuabile, certo, non si poteva rischiare di mettere in pericolo la vita di tutti i cittadini, oltre quella di Cassidy. O Shirahime. Sì, meglio ricordarla così: Shirahime.
Una donna sfortunata, che voleva tanto male al mondo. Eppure, ha lottato per un suo ideale: quello di avere un mondo perfetto, popolato da persone serie e di buon cuore. Un sogno che la accarezzava sin da piccola, che la teneva in vita.
Appoggiò Kira, convinta che grazie a lui il mondo perfetto si sarebbe realizzato.
Ma dopo essere stata abbandonata dal suo dio, dalla persona che lei aveva ritenuto amica, pensò che non bastava uccidere i malvagi per avere ciò che bramava: pensò invece che doveva sconfiggere l’origine del male, Kira stesso.
Per questo passò tutte quelle informazioni a L, per questo propose di uccidere lei stessa il dio della morte Rem, colei che più di tutti intralciava i piani di L.
Ha voluto fingere di scrivere il nome della complice di Kira, Misa Amane, sapendo benissimo di andare incontro alla morte.
Ha voluto morire da sola, senza i meriti di nessuno. Sola, come lo è sempre stata, o almeno così credeva.
Morta con la felicità nel cuore di aver mandato in galera l’origine del male. Guardando i poliziotti che arrestavano Misa Amane che, messa davanti ai fatti compiuti, non poté che confessare. Che davanti a Light Yagami, che non la guardava nemmeno in faccia, non resistette molto.
Misa Amane morì in prigione, dopo 10 giorni passati senza toccare cibo e nutrendosi di sola acqua. Morì nella disperazione di non essere amata da Kira, morì in modo miserabile come era destinato a essere che usava l’arma del delitto, ossia il quaderno della morte.
Death Note.
Light Yagami da quel momento cessò di esistere insieme a Kira. Messo in cella di isolamento, passava le sue giornate a guardare nel vuoto, scrivendo dei nomi sul muro. Scrivendo il suo nome sul muro.
Il suo dio della morte, Ryuk, era tornato nella sua dimora. Era annoiato, ha passato il tempo sfruttando noi miseri mortali come burattini, e tornandosene contento a casa.
Light Yagami, conosciuto come Kira, l’uomo che aveva sconvolto il mondo coi suoi omicidi a fin di bene, non era stato altro che una marionetta nelle mani di un dio della morte. Questo pensano i poliziotti.
Quello che i poliziotti non sanno, ma che sappiamo solo io e L, è che Light Yagami è riuscito a monopolizzare non uno, ma ben due dei della morte.
Un essere umano era riuscito a cambiare il mondo, con un semplice quaderno (semplice si fa per dire).
Cassidy Marris, cosa ne pensi ora di questo mondo? Dove sei ora? Stai osservando come gli umani non sono cambiati? Stai notando come il mondo non sia cambiato?
Cassidy Marris, quello che hai capito troppo tardi, forse, è che la nostra storia, di qualunque epoca si tratti, non è molto diversa da quella di Adamo ed Eva: il serpente ti ha porto il frutto proibito e dall’alto ti hanno punita per questo. Né più, né meno.
Cassidy Marris, di una cosa però sono certo: eri una persona che poteva dare molto a questo mondo.
Eri una persona che meritava di andare avanti e sorridere, malgrado il tuo atteggiamento cinico nei confronti del mondo.

Frank Lones

Questa dunque, è la conclusione.
Una storia triste, quella di Cassidy, che ai avrei pensato prendesse questa piega.
Immagino che la sua morte abbia causato scompiglio in voi: me ne rendo conto, ma non me ne dispaccio affatto.
Scrivo perché mi piace, e scrivo perché le mie storie vi appassionino e voi sogniate con me, cari lettori.
Cassidy è stata un personaggio strano, la sua stessa storia era strana.
Perché Death Note è così: non permette molte vie d’uscita se la situazione è davvero critica.
Perché non sempre c’è un lieto fine a tutto, e Cassidy è un esempio.

Eccoci qui, all’ultimo capitolo… Come sempre vi ringrazio, lettori, per il tempo che dedicate a leggere le mie storie…
E adesso? Vi state chiedendo questo? Sto già scribacchiando un’altra storia (stvolta non di Death Note), state tranquilli! Quindi, se avete voglia, restate sintonizzati e ogni tanto fate un salto da queste parti!
Vi saluto, per il momento, ringraziandovi di cuore…
Sempre vostra

Nemesi

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