Le notti di Sotoba

di Omiros
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Schermaglia ***
Capitolo 2: *** Viatico ***
Capitolo 3: *** Riconciliazione ***
Capitolo 4: *** Accordo ***
Capitolo 5: *** Compito ***
Capitolo 6: *** Tolleranza ***
Capitolo 7: *** Sacrificio ***
Capitolo 8: *** Inganno ***
Capitolo 9: *** Convocazione ***
Capitolo 10: *** Viaggio ***
Capitolo 11: *** Caccia ***
Capitolo 12: *** Banchetto ***
Capitolo 13: *** Scampagnata ***
Capitolo 14: *** Famiglia ***
Capitolo 15: *** Valpurga ***



Capitolo 1
*** Schermaglia ***


La carezza del sole sulla pelle. Come se tutti i pori reagissero alla luce. Si aprissero, per accoglierla. La brezza del vento. Fastidiosa e stuzzicante. Il tuo corpo è leggero. Gli alberi ti scivolano accanto. Sono così lenti. Mentre li scarti, puoi osservare i loro tronchi. Distinguere ogni dettaglio della corteccia. Le foglie che fremono. La brina di fine ottobre brilla come mille diamanti. Il sottobosco freme al tuo passo leggero. Dal terreno, s'innalza un 
profumo di erba e terriccio. L'aria è limpida. I tuoi muscoli si muovono in simbiosi. Come se avessero natura propria. Non avvertì alcuna fatica. Scavalchi un'altura, fendendo l'aria come un grillo. Atterri in una radura, arrestandoti. Lui è qui. Percepisci la sua presenza. Occhi che ti scrutano. Una ferocia opprimente.

Vieni fuori.

Lui non si fa attendere. Ti volti. La stessa espressione beffarda. La luce ambratta degli occhi. Quell'insolito taglio di capelli. Sembra nascondere un paio d'orecchie lupine.

Yo. Non pensavo che mi avresti scoperto.

Non rispondi. Lui si avvicina. Ha un che di circospetto.

Da ciò, deduco che tu ti sia nutrito. Quelli come noi, possono vivere di cibo normale. Perché l'hai fatto?

Dai un'alzata di spalle. Nelle labbra, hai ancora quel sapore. Il sangue di tuo padre.

Volevo farlo, tutto qui. Vuoi farmi la predica?

Lui scoppia a ridere. Una risata falsa. Come di un cane che ringhia scodinzolando. 

Niente affatto. Piuttosto, mi stavi cercando?

Abbassi lo sguardo. Le punte del cappotto oscillano.

Sì. Volevo sapere che mi è successo.

Lui avanza, arrivandoti davanti.

Hai mai sentito parlare dei Jinrou?

Intendi quelli come noi?

Un sorriso. Un luccichio di canini.

Sei un ragazzo perspicace. Come saprai, nei film e nei libri i vampiri sono spesso accompagnati da degli uomini lupo: è per questo che Sunako ci ha affibiato questo nome. Siamo immuni alla luce del sole, respiriamo e abbiamo battito. Possiamo sopravvivere di cibo comune ma, se succhiamo il sangue umano, acquisiamo prestazioni fisiche elevate e i nostri sensi raddoppiano di potenza. Questo però immagino tu lo sappia già.

Annuisci. Rialzi lo sguardo.

Dov'è mia madre?

Lui si fa serio.

Mi dispiace, ma non è risorta. Non tutti riescono a diventare Okiagari. Allo stesso modo, soltanto una minoranza diventa Jinrou. Compreso me, tu sei il quinto di cui ho notizia.

Distogli lo sguardo. La tua voce freme.

Se è così, perché uccidete?

Lui alza le sopracciglia, sorpreso.

Perché questa domanda?

Se tutti risorgevano, potevo anche capire il vostro modo d'agire, anche se non lo condividevo.

Intedi quindi smettere di bere sangue umano? 


Gli volti le spalle. 

Non ho detto questo.

Un'altra risata. Ti affianca. I suoi occhi ti osservano.

Sei davvero un tipo interessante. Comprendo perché Megumi-chan sia persa ti te. Ti va di unirti a noi?

Devo risponderti subito?

Mantiene la calma. Deve sforzarsi, per farcela.

No, però sappi che ti terremo d'occhio. Che hai intenzione di fare?

Niente di particolare. Appena sarò pronto, verrò io da voi.

T'incammini. Avvertì l'aggressività di Tatsumi. Ne sei sicuro: se potesse, ti salterebbe alla gola. Ti allontani lentamente. Rimani concentrato su di lui. Quando la sua presenza svanisce, accelleri il passo.

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Capitolo 2
*** Viatico ***


La porta scorre fluidamente. Entri nella stanza. Penombra, sfumata dalla luna. Lui è lì. Disteso sul letto. I capelli scoloriti. Il viso scarno. Lo sguardo vitreo. Quando ti avvicini, i suoi occhi hanno un lampo. Ti riconosce.

Natsuno...

Ti siedi accanto a lui. Gli prendi una mano. Sussulta, al tuo tocco.

Natsuno... tu eri morto. Eppure, sei così caldo.

Gli sorridi, stringendogli la dite nelle tue.

Io sono morto, papà.

La sua voce è appena un sussurro.

Come Azusa?

Scuoti la testa.

No, la mamma non risorgerà. Per questo, voglio che tu la raggiunga.

Un attimo di lucidità. Le sue labbra screpolate si aprono. Un sorriso amaro.

Sei qui per uccidermi?

Annuisci.

Sì, è così.

Perché?

Distogli lo sguardo.

In realtà, io vi ho sempre odiati. Vi volevo bene, ma allo stesso tempo vi detestavo. La vostra ostinazione, nell'impormi il vostro modo di pensare... Ora io sono libero. Sono più libero di quanto non sia mai stato.

Lui non ribatte. Abbassa le palpebre. Ti chini su di lui. Nessuna resistenza. Il sapore della sua pelle. Le sottile gola che si squarcia. Il sapore del sangue. Continui a bere fino a non poterne più. Quando riposi lo sguardo su di lui, ha rialzato le palpebre. Come in trance, fissa il soffitto.

Adesso dormi. Dormi come non hai mai dormito. Presto sarà tutto finito.

Lui annuisce, chiudendo di nuovo gli occhi. Ti alzi in piedi. Una volta uscito, chiudi la porta lentamente. Come per non disturbarlo.

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Capitolo 3
*** Riconciliazione ***



L'oscurità ti avvolge. Moduli il respiro. Ti fondi con la notte. Lui non si accorge della tua presenza. Si inginocchia davanti alla tua finestra. Depone un fiore. Il quarto, dalla tua morte. Quando esci dal tuo nascondiglio, lui sussulta. Scatta in piedi, sbalordito.

Natsuno?

Non pronunci una parola, mentre la sua meraviglia muta lentamente in gioia.

Io... pensavo fossi morto. Come è possibile?

Sono un Jinrou. Come Tatsumi. Quelli come noi si trasformano prima della morte. Per questo non sono stato sepolto o cremato.

Lui avanza, ancora incredulo. Alza una mano, tendendola cautamente verso di te. Le sue dita gelide sfiorano il tuo viso. Gli occhi gli si riempiono di lacrime.

Natsuno. Io... mi dispiace così tanto.

Distogli lo sguardo. Respirare ti sembra improvvisamente difficile. Un insolito calore ti invade il volto, facendo sembrare le dita di Toru dei pezzi di ghiaccio. Una buia calma accorre a sostenerti. Quando parli, la tua voce risuona gelida.

Di cosa? Di avermi assassinato? Di essere diventato un mostro?

Lui trasale, togliendo la mano dal tuo viso e indietreggiando. Tu annulli la distanza fra di voi. Un sorriso cupo fiorisce sulle tue labbra. 

Non posso rimproverarti di una cosa simile. Anch'io sono un mostro e anch'io sono un assassino.

Lui sembra confuso.

Che intendi dire? Hai forse...

Annuisci. 

Mio padre. Prima di seppellirlo, gli ho tagliato la testa.
 
Toru è ancora di scosso di prima: non riesce neppure a replicare. Tu ti avvicini alla tua finestra, inginocchiandoti e accarezzando i petali del dono funebre.

All'inizio ho pensato di costringerlo ad andarsene o di trasformalo in un Okiagari. Poi ho capito che, nello stato in cui era ridotto, nessuna delle due andava bene. Penso di avergli fatto un favore.

Natsuno... è colpa mia...

Il suo volto si contrae, mentre con una mano si artiglia il petto. Vedendolo, avverti uno strano turbamento. Come prima, il tuo cuore e i tuoi polmoni non sembrano funzionare bene.

Ti sbagli: noi Jinrou possiamo vivere di cibo normale. Ho compiuto questa scelta arbitrariamente.

Fai per proseguire, ma la tua voce non sembra obbedirti, vibrando come la corda di un violino.

E ora... noi potremmo davvero fuggire, Tohru-chan. Posso provvedere a te e battermi contro Tatsumi. Io...

 Lui fissa il suolo, indeciso.

Ma... la mia famiglia...

La tua famiglia verrà uccisa, prima o poi, sia che tu resta che tu te ne vada.

Questo lo so!

Uno sbotto di rabbia. Le mani che tremano. Il suo tono si addolcisce. 

Ci sono delle persone a cui devo badare.

Come Ricchan?

Non soltanto lei. Io... ho parlato con Sunako. Lei vuole creare un villaggio di Okiagari. Un villaggio autosufficiente, dove ciascuno svolge un compito preciso. 

Sembra romantico. Peccato che questo includa il procurarsi prede sempre fresche. Hai deciso che sarà questo, il tuo futuro?

Ancora una volta, non riesce a risponderti. Abbassa le palpebre, il viso contratto da una smorfia. Sospiri.

D'accordo. Resterò anch'io.

Il suo volto si illumina.

Dici su serio?

Tanto non saprei dove andare. Se partissi ora, mi toccherebbe vivere come un vagabondo. Senza soldi o titolo di studio, non arriverei certo lontano.

Le sue braccia ti avvolgono. Un cadavere ti sta abbracciando. Lo spingi via. Lui si mette a ridere. 

E piantala. Piuttosto, dove vivi ora?

Lui parla allegramente: la tristezza di prima sembra essere sparita.

A Yamairi. La maggior parte di noi abita lì e...

S'interrompe, come temendo di aver parlato troppo. Lo togli dall'imbarazzo, interrompendolo.

Portami dai Kirishiki.

Lui si pietrifica. Dopodiché, lentamente comprende e annuisce.

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Capitolo 4
*** Accordo ***


Una tuta aderente e vermiglia. Il profilo di Tatsumi. Cammina davanti a te. La sua voce divertita.

A essere sincero, dubitavo che saresti venuto. Pensavo già di doverti uccidere.

Una fortuna, no?

Oltrepassate un angolo, entrando in un corridoio interno. Le stanze si susseguono. Mobili lussuosi. Quadri alle pareti. Tappeti sgargianti. Oltre le finestre, la notte. Incrociate figure spettrali, che salutano il tuo accompagnatore. Lui si ferma. Volta la testa verso di te. Nella sua voce cordiale, una nota violenta. 

Non riesco ancora a capacitarmene. Prima volevi darci la caccia e ora vuoi unirti a noi. Cosa ti ha fatto cambiare idea?

Diciamo che la prospettiva di diventare un okiagari non mi entusiasmava.

Quindi essere un jinrou non ti dispiace.

Non sono costretto a uccidere e a nascondermi come una scaraffaggio durante il giorno. Direi che come situazione non è male.

Lui non risponde. Un mezzo sorriso.

Capisco. Adesso andiamo. Sunako ti sta aspettando.

Riprende a camminare. Superate altre porte. Infine, arrivate in un salotto. C'è un tavolino, con due poltroncine contrapposte. Su una di queste, siede una bambina. Sorseggia quello che sembra té. Accanto a lei, una ragazza in kimono. Lentiggini e occhi felini. Ti ricorda Tatsumi. La bambina posa la tazzina. Sorride.

Benvenuti. Prego accomodati, Natsuno-san.

Obbedisci. Tatsumi rimane immobile sull soglia. Mentre ti siedi, la bambina ti osserva. La sua allegria è strana. Come malinconica.

Sei Sunako Kirishiki?

Lei annuisce.

In persona. Se non sbaglio, è la prima volta che ci incontriamo. Serviti pure!

La ragazza in kimono ti versa da bere sulla tazzina. Tu sorseggi la bevanda. 

Sei tu il capo degli okiagari?

Lei corruccia le sopracciglia.

Non ci piace questo nome. Preferiamo chiamarci shiki.

Shiki?

Esatto: è stato Muroi-san, a inventarlo.

Posi la tazzina. Non rispondi.

Allora, che cosa vuoi chiedermi?

Avrei due domande. Anzi, richieste.

Lei si fa seria. Avvertì sulla pelle lo sguardo di Tatsumi. Anche lui ti sta osservando.

Di che si tratta?

Voglio sapere cosa succederà al villaggio.

Sunako accenna una smorfia. Ridacchia.

Credevo lo avessi già intuito. Vogliamo creare un luogo dove gli shiki possano vivere al sicuro, senza doversi nascondere.

Quindi presumo vogliate creare una sorta di società o almeno di emularla?

Lei annuisce.

Esatto! Questa sarà la nostra casa e tutti noi potremmo essere noi stessi.

Un'ombra di dubbio l'attraversa.

Eppure tu queste cose ce le avevi già, ma non le apprezzavi. 

Abbassi lo sguardo.

Io voglio ancora andarmene da questo villaggio, ma voglio farlo con i mezzi adeguati. Vorrei poter proseguire gli studi, così da entrare in una buona università. Se prendo qualche precauzione, non dovrei aver problemi. In cambio, collaborerò con voi.

Lei si mette a ridere, fermandosi per bere un sorso di tè.

Andare all'università? Sembra quasi un sogno. Tuttavia, uno come te potrebbe anche farcela.

Non rispondi, aspettando che prosegua.

Tra i nostri compagni ci sono diversi ragazzi e bambini. Quando il nostro piano sarà completato, riapriremo le scuole e gli uffici.

Ti ringrazio.

Lei socchiude gli occhi. 

La tua seconda richiesta?

Ti prendi un istante, cercando le parole adatte.

Ecco... io vorrei sapere se, fra shiki, esiste una sorta di galateo di caccia.

Che intendi dire?

Se io prendo degli umani sotto il mio tetto e, senza ucciderli, mi nutro periodicamente di loro, possono considerarsi al sicuro dagli altri shiki?

Sunako riflette, posandosi l'indice sulle labbra, che si aprono in un sorriso.

Che strana domanda. Beh, direi che non ci sono problemi: anche Muroi-san e Seishirou-san vivono con noi. 

Perfetto. Ti ringrazio ancora.

Lei si fa improvvisamente seria.

Stai parlando dei Tanaka, vero? 

Rimani in silenzio, trattenendo il respiro.

Loro padre, Yoshikazu-san, è già uno di loro. Stando al galateo di cui parlavi, toccherebbe a lui nutrirsi di loro.

Ti alzi in piedi. Il tavolino vibra. La ragazza affianco a Sunako ti raggiunge. Vieni spinto a sedere. Le sue dita sulla gola. Un dolore ti strazia i polmoni. Il tuo sguardo si annebbia. Gli occhi di lei, posati sui tuoi, sono inespressivi. Quando la pressione si allenta, respiri con foga.  

Ti ho detto che collaborerò con voi. Sono un jinrou, posso esservi utile.

Sunako si passa una mano sulla guancia. Posa lo sguardo nel vuoto.

D'accordo. In cambio però devi farci un favore.

Ti ascolto.

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Capitolo 5
*** Compito ***


Osservi il portfolio nella tua mano. Alzi le soppracciglia, scettico. Sposti lo sguardo su Tatsumi. Socchiudi gli occhi, schermandoli dall'alba.

E questo cosa sarebbe?

Lui lo indica con entusiasmo. 

Sei stato assunto dalla ditta di sicurezza di una grande città. Ti occupi della promozione di porte blindate e sistemi di allarme. Nel fascicolo trovi tutti i dettagli: non devi fare altro che recarti agli indirizzi richiesti, prendere i nominativi e fissare un appuntamento con l'incaricato.

Insomma rendere la casa aperta agli shiki?

Lui alza il pollice in aria.

Ya, sei un tipo sveglio! I prezzi sono ultraeconomici e il pagamento è elastico: di questi tempi, la gente è interessata a simili offerte.

Capisco. Perché dovrei farlo io?

Beh, niente commuove di più di un liceale che lavora part time per aiutare la famiglia, soprattutto dopo la recente morte di tua madre. Inoltre, puoi muoverti durante il giorno, nessuno sa del tuo decesso e non sei ufficialmente collegato ai Kirishiki. Non hanno motivo per dubitare di te. Senza contare che...

Estrae un oggetto dalla sua giacca. Te lo offre. Una croce di legno finemente lavorata. Comprende il profilo di un cristo. Con una catenina collegata. Hai un attimo di esitazione. Prendi la croce in mano.

Come immaginavo: anche a me non fa alcun effetto. Yoshie invece ne è sensibile, ma questo perché la temeva anche da umana.

Continui a osservare la croce. 

Cosa c'è? Hai dei ripensamenti?

No, ma mi aspettavo qualcosa di diverso.

Pensavi che ti mandassimo a uccidere?

Rialzi gli occhi. 

Esattamente. 

Tatsumi sembra sinceramente incuriosito. 

Sai, continui a stupirmi. Noi jinrou siamo più consapevoli della nostra natura dei comuni shiki. Questo ci rende più freddi, più spietati. Eppure, non riesco a spiegarmi il tuo cambiamento.

Distolgi lo sguardo.

Vale lo stesso per me. Se ripenso a ciò che ero una volta, mi sembrano i ricordi un estraneo.

Sunako sostiene che a volte succede: la morte è un'esperienza traumatica e la psiche di un individuo viene completamente stravolta. Comunque sia...

La sua voce cambia timbro. Rimane amichevole. Eppure, un brivido ti attraversa il corpo.

Non riesco a togliermi dalla testa l'impressione che tu stia recitando.

Ridacchi amaramente.

Ovvio che sia così: continuate a non piacervi. Devo fare uno sforzo, per sopportarvi.

Lui non replica. Ti volta le spalle.

Visto che sai recitare così bene, impara il copione.... Ah: indossa la croce. Così i sospetti su di te scenderanno ancora.

Lo osservi andare via. Quando esce dal tuo campo visivo, metti la croce al collo. Ti volti, dirigendoti verso il villaggio.

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Capitolo 6
*** Tolleranza ***



Inspiri ed espiri profondamente. La luce del pomeriggio illumina la scritta sul campanello. Tanaka. Alzi la mano e lo premi. Avverti dei movimenti nella casa. Passi che scendono le scale. La porta si spalanca. Fa capolino un ragazzino di tredici anni. I capelli scompigliati. Lo sguardo teso. La sua espressione lentamente si rilassa. Muta in gioia.

Onii-chan! Allora sei...

Si ferma, quando alzi una mano.

Aspetta. Non ti ricordi l'ultima volta che ci siamo incontrati? Io ora sono uno di loro: pensaci due volte, prima di farmi entrare.

Anche una ragazza appare sulla soglia. Quattordicenne, con i capelli raccolti in due treccie. Entrambi i Tanaka ti osservano sconcertati. A parlare è lei.

Ci farai del male?

No. Ve lo prometto.

Lei non sembra convinta, ma interviene il fratello.

Kaori! Oni-chan non è come gli altri: lui mi ha avvertito, prima che lo invitassi ad entrare.

Lei distoglie lo sguardo. 

Okay, entra.

Non te lo fai ripetere. Varchi la soglia. Una volta dentro, i Tanaka si fanno da parte. Kaori è in un angolo. Braccia incrociate. Occhi a terra. Akira ti osserva a distanza. Come se fossi un animale raro.

Ecco... vuoi da bere o...

S'interrompe. Impallidisce. Arretra di un passo.

Sì, grazie: Un tè può andare bene.

Akira è sollevato. Corre in cucina. Lo raggiungi. La sedia più lontana. Ti accomodi. Arriva anche Kaori. Sedia opposta. Ha la possibilità di fuggire. Akira ti mette la tazzina davanti. La prendi. Sorseggi.

Voi potete... cioè, tu puoi mangiare cibo umano?

Tutti gli shiki possono consumare le bevande. Noi jinrou possiamo anche mangiare cibo normale. Come Tatsumi, posso vivere alla luce del sole.

Wow, forte! Lo sapevo che tu...

Akira!

La sorella lo fulmina con lo sguardo. Akira si zittisce. Viene sostituito dalla sorella. Fatica a trovare le parole.

Che... che cosa vuoi da noi?

Noi jinrou diventiamo più forti, se beviamo il sangue umano. Possiamo sconfiggere facilmente gli altri shiki. Per questo vorrei nutrirmi di voi.

Kaori spalanca gli occhi. Trema. Akira è invece più calmo.

Intendi fare la guerra a Kanemasa?

No, sarebbe un suicidio. Anche se attaccassi di giorno, oltre a Tatsumi c'è un altro jinrou. Sono più esperti di me e non ho speranze contro di loro...

Allora...

...tuttavia, ho parlato con i Kirishiki. Se diventate mie prede, gli altri shiki non vi toccheranno. Anche se ci provassero, avrei il potere e il diritto per fermarli. Quindi sarete al sicuro. 

Akira getta un'occhiata alla sorella, indeciso. Lei fissa il tavolo. Si tormenta le mani.

Non siete costretti ad accettare. Se però rifiutate, dovete andarvene dal villaggio il prima possibile. Vostro padre è risorto e vi sta prendendo di mira. Inoltre, da quello che ho capito anche Shimizu nutre del rancore nei vostri confronti. 

Kaori si copre la bocca.

Megumi-chan! Non è possibile, perché? 

Perché è fissata con me e voi siete miei amici. Se non vi proteggo, lei vi darà la caccia.

E nostra madre, che le succederà? Lei è già...

Tentenni, prima di rispondere.

Sono riuscito a ottenere soltanto la vostra tutela. Lei ormai appartiene a vostro padre.

Quindi diventerà un okiagari?

Non lo so. Non tutti risorgono.

Scende il silenzio. La tensione è palpabile. Pesa sui respiri.

Come ho detto, non vi costringero', ma dovete scegliere. Avete tempo fino a domani mattina. Se rifiutate, dovrete andarvene. Non ci sono alternative: come ho detto, non ci sono garanzie che torniate in vita.

Ma onii-chan, tu...

Quello che mi è successo è un fenomeno raro. Succede a una persona su migliaia. I jinrou esistenti si possono contare sulle dita delle mani.

Akira non trova di che replicare. A parlare è Kaori.

Fa... male?

Udendo la sua voce, qualcosa si muove, dentro di te. Si agita. Spalanca le fauci. Accenni un sorriso.

No, anzi. Tuttavia, ti debilita: anche procurandovi flebo e vitamine, non potrò farlo più di una volta a settimana per ciascuno. Mi serve per mantenermi in forze: il resto del nutrimento lo ricavo dal cibo normale.

Lei abbassa lo sguardo. Trema ancora.

D'accordo! Lo farò io, onii-chan!

Osservi Akira. In piedi, davanti a te. Sembra determinato. Un accenno di panico.

Ti ringrazio. Siediti però. Non vorrei che svenissi.

Lui obbedisce, tornando al suo posto. Tu ti alzi e annulli la distanza. Cammini lentamente e ti inginocchi davanti a lui. Gli posi le mani sulle spalle. Puoi percepire i tuoi occhi mutare, mentre abbassi il labbra e mostri i canini. Il coraggio di Akira sembra scomparso. Prima di proseguire, volti lo sguardo su Kaori. Lei ti osserva, ipnotizzata dal terrore. Trattieni a fatica un sorriso. Ti volti di nuovo verso Akira. La sua pelle fremente sotto le tue labbra. Quando il sangue prende a scorrere, dimentichi il motivo per cui ti trovi lì.

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Capitolo 7
*** Sacrificio ***



Quando entri, Tohru si volta verso di te. Accasciato contro una parete. Le braccia strette al petto. Il volto: un parossismo di tormento. Vedendoti, sembra trovare un briciolo pace.

Natsuno? Dov'eri finito? Sono giorni che non ti vedo...

Sbuffi, avvicinandoti.

Ormai quasi tutti gli shiki sanno della mia esistenza, compresa Shimizu. Se gliene do' la possibilità, mi tormenterebbe da morta come faceva da viva.

E la tua soluzione? Nasconderti per tutta la notte?

Sembra divertito. Fa per posarti una mano sulla spalla. Si ferma, ricordandosi della situazione. Segui il suo sguardo. Una stanza chiuse da sbarre. Una gabbia? All'interno, ci sono due donne. Acquattate in angoli opposti. Una è un'umana di mezz'età, piuttosto in carne. Indossa della biancheria da notte. L'altra è una giovane shiki. Avvolta ancora dall'abito funebre. I capelli le scendono lungo la schiena sottile. Il volto straordinariamente pallido. Occhiaie profonde.

Ricchan?

La ragazza alza lo sguardo, sorpresa.

Natsuno-kun?

Ti avvicini alle sbarre. Lei ti raggiunge. Protende le mani verso di te.

Ti prego, almeno tu ascoltami! Portala via di qua, salvala!

La ignori, gettando un'occhiata a Tohru.

Da quanto non si nutre?

Lui fatica a parlare.

Da quando... è risorta.

Ritorni a guardare Ricchan. Sospiri. 

Se non ti nutri, morirai di fame. Te l'hanno detto vero?

Lei sorride. La gentilezza le illumina il volto scarno. 

Sì, ma io non voglio uccidere. Se lo facessi, odierei me stessa. Vi prego...

Non rispondi. Parli di nuovo a Tohru.

Ascolta... vorrei che uscissi.

Lui si preoccupa. Alza le sopracciglia.

Perché, che vuoi...

Non le farò del male, ma preferirei che tu non assistessi. Fidati di me.

Lui abbassa lo sguardo, indeciso. Senza aggiungere altro, ti porge un mazzo di chiavi. Se ne va, chiudendosi la porta alle spalle. Ti volti di nuovo verso la ragazza. Apri la porta della gabbia ed entri. Lei continua a fissarti. Supplica. Disperazione. Non riesci a guardarla. Chiudi la porta.

Comprendo ciò che pensi. Ma hai dimenticato un dettaglio: se tu morissi, sarebbe Tohru a odiare se stesso, più di quanto faccia ora.

Lo so, ma anche così non posso fare diversamente, capisci?

La sua voce è flebile. Appena udibile.

Sì, ma c'è una soluzione. Sarò io che dovrai odiare: sarò io l'unico responsabile di ciò che farai. Riversa pure su di me, tutto il tuo rancore.

Detto ciò, scatti verso l'altra donna. Lei emette un gemito, mentre l'afferri e la tiri in piedi. Il suo corpo si paralizza, quando le affondi in denti nel collo. Un morso profondo. Ti ritrai dopo un unico sorso. Lo squarcio sanguina copiosamente, ma il suo sguardo è vacuo.

Adesso vai da lei. Fai tutto ciò che puoi perché si nutra di te. Mi hai capito?

Lei annuisce. Quando la liberi, lei comincia a camminare. Vedendola avvicinarsi, Ricchan comincia a tremare. Si aggrappa alle sbarre. Scuote la testa.

Natsuno-kun, ti scongiuro, fermala...

Non la ascolti. La raggiungi. Si ribella alle tue mani, ma è inutile. Le immobilizzi un braccio dietro la schiena. La spingi contro l'altra donna, che la cinge delicatamente. Odi gli smasmi di Ricchan. Si dibatte debolmente. Come un uccellino morente. Con la mano libera, le afferri la nuca. Le premi la testa contro la ferita. Lei resiste. Alla fine, il suo corpo si rilassa. L'altra donna ha un fremito, quando le zanne affondano ancora.

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Capitolo 8
*** Inganno ***



Ti siedi sulla seggiola. Posi lo sguardo su Akira. Dorme profondamente, avvolto dalle coperte. Un braccio è esposto e da esso un tubicino corre fino alla flebo, accanto al letto. Il suo colorito è roseo. Dei passi alle tue spalle. Il profumo di Kaori.

Come sta?

Allunghi una mano. La poni su quella del ragazzino. Tiepida.

Meglio di quanto credessi. Domani avrà completamente recuperato.

La ragazza ti affianca. Raggiunge il letto. Indossa un pigiama. Orsacchiotti. Accarezza i capelli del fratello.

Vostra madre?

Stamattina, quando ho guardato, non era più nel suo letto. 

I suoi occhi sembrano posati su un'abisso, ma la sua voce è calma.

Capisco. Adesso però siete al sicuro. Ho chiesto anche a Tohru: le notti in cui dovrò assentarmi, vegliera' lui su questa casa.

Lei non è convinta. La voce le trema.

Io...

S'interrompe, udendo un tenue tichettio. Prima che possa continuare, scatti in piedi. Ragiungi la finestra. La spalanchi: lei è lì. Ti fissa con una gioia selvaggia, sorridendo e protendendo le braccia verso di te.

Yuuki-kun! Finalmente ti ho...

Non lasci finire. Lei salta all'indietro prima che tu possa ghermirla. Ride, atterrando dolcemente a terra. In un attimo, le sei davanti.

Che cosa vuoi, Shimizu?

Lei, come dimenticando ciò che è appena successo, si avvicina a te. Gli occhi accesi di brama.

Yuuki-kun! Quando ho saputo che eri vivo, non potevo crederci!

Non sono vivo: sono morto ed è in parte a causa tua.

Le tue parole la feriscono. Arretra, scuotendo la testa. Improvvisamente alza lo sguardo verso l'alto. Il suo volto viene trasfigurato dalla collera. Osservi dove sta guardando: Kaori, alla finestra, assiste alla scena.

Allora è vero quello che mi ha detto: è lei che ti ha portato via da me! Me la pagherà, io...

La tua mano si chiude sul suo collo. Megumi sorride, mentre la spingi a terra. 

Yuuki-kun, sei così forte... Lo sapevo che uno come te...

Smette di parlare, quandi estrai un paletto dalla giacca. Con la mano libera, lo alzi sopra la testa. Pronto a conficcarlo.

Ascoltami, Shimizu: ho ricevuto il permesso da Sunako in persona di proteggere i Tanaka. Quindi se fai loro del male, nessuno si lamentera' se ti uccido.

Gli occhi di lei si riempiono di lacrime.

Perché fai così? Io ti ho aspettato per così tanto tempo...

Abbassi il paletto. Allenti la presa. 

Io non ho niente contro di te, ti prego...

Lei continua a singhiozzare. I suoi smasmi assumono però una nota ostile.

Uccidimi allora! Se non lo farai, sarò io a uccidere lei!

Stringi di nuovo il suo collo. Fai per obbedire. Quando però sei in procinto do calare il paletto, ti fermi. Sospiri, lasciandola. Ti alzi in piedi, voltandoti.

In parte, sono anch'io responsabile di ciò che ti è successo.

La odi alzarsi in piedi. 

Yuuki-kun? 

Ti volti, abbassando lo sguardo.

Megumi-chan, ti prego. Lascia che vegli almeno su di loro.

Rialzi gli occhi. Sentendosi chiamata per nome, lei sembra entusiasta.

Yuuki-kun, sei così gentile... Gli altri dicono che sei spietato, ma io sapevo che non è così. L'ho sempre saluto. 

Alza una mano. La posa sul tuo viso. Un guanto di neve. Continua a fissarti intensamente. Distogli lo sguardo. Scosti delicatamente la sua mano.

Adesso ho da fare. Aspettami: sarò io a venire da te.

Lei arretra, congiungendo le mani e spalancando bocca e occhi.

Dici sul serio? Non ci credo, io...

Non rispondi. Ti volti e ti dirigi in casa. Una volta sopra, ti affacci alla finestra. Abbassi le palpebre. Nessun suono. Quando rivolgi gli occhi verso la camera, Kaori è sulla soglia. Nelle mani, stringe una mazza da baseball. Ti avvicini, posando la mano sull'arma.

Non hai bisogno di questa. Te l'ho detto: io e Tohru vi proteggeremo. 

Lei annuisce. Continua a tremare. La mazza lentamente si abbassa, fino a cadere a terra.

Piuttosto, sei pronta ora?

Rialza lo sguardo. Impallidisce.

Intendi...

Sì. Se mi nutrissi ancora di Akira, metterei a repentaglio la sua vita.

Lei annuisce di nuovo, ma non si muove. Sospirando, ti avvicini ulteriormente. Lei trattiene il fiato, mentre la prendi fra le braccia. Annusi il suo collo. Le sussurri all'orecchio.

Stai tremando... ne sei sicura?

Lei non risponde, ma emette un mormorio di assenso.

Ritorni con le labbra alla sua pelle, appena sotto il mento. La cute è sottile: la minima pressione basta a forarla. Kaori si accascia fra le tue braccia, mentre la tua bocca si riempie del suo sangue. Quando hai finito, la prendi in braccio. La porti in camera sua, deponendola nel suo letto. Scendi in cucina. Ti siedi sul divano. Prendi un libro a caso da una mensola. Lo sfogli di malavoglia. Quando la luce dell'alba irrompe dalle finestre, ti alzi. Le strade del mattino sono deserte. Da un vicolo, sbuca una figura familiare.

Yah! Allora, come è andata?

Tatsumi alza la mano, raggiungendoti. Questa volta, indossa una tuta di pelle. Aderente in modo volgare. Sbuffi, distogliendo lo sguardo.

Ho fatto come mi avevi chiesto: l'ho risparmiata.

Quando riporti gli occhi su di lui, ti sta osservando con soddisfazione.

Megumi-chan è un elemento importante del nostro gruppo: sa cavarsela da sola, nonostante sia risorta di recente. La consideriamo una giovane promessa.

Se lo dici tu. Una curiosità: sei stato tu a istingarla contro i Tanaka, vero?

Non ti sfugge proprio nulla. 

Riprendi a camminare. Lui ti affianca. Insieme, vi muovete verso Kanemasa.


 

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Capitolo 9
*** Convocazione ***


Aspetti davanti alla porta. Quando si apre, ecco di nuovo Tatsumi. Ancora quell'insulsa divisa da maggiordomo. Con un cenno, ti invita a proseguire. Una grande tavolata, con tanto di posate, piatti e bicchieri. Sunako è a capotavola. Al suo fianco, gli altri Kirishiki. A destra, un uomo dal taglio stravagande a dalla postura fiera. Alla sinistra, una donna vivace e in abiti succinti. Chiaccherano animatamente. Yoshie è in un angolo. Il solito kimono. Accanto a Seishiro, un vecchio in giacca e cravatta. In testa un capello anacronistico. Calza occhiali a fondo di bottiglia. Quando fai il tuo ingresso, la conversazione si placa. Sunako ti sorride, indicando il posto accanto a Shimizu.

Prego, Natsuno-san. Accomodati.

Obbedisci, senza pronunciare una parola. Quando ti siedi, Shimizu ti osserva divertita. Tatsumi ti raggiunge, riempiendo il tuo calice di un liquido scarlatto. Lo porti alle labbra: sangue, ovviamente. La voce civettuola di Shimizu ti raggiunge.

Oh, che ragazzo taciturno! Perlomeno è carino, vero caro?

Il marito a cui si rivolge ti scruta con aria enigmatica, replicando con cordialità.

Oh, senz'altro è dotato: ha già fatto così tanto, da quando è qui. 

Dal suo odore, comprendi che è umano. A prendere parola, è Sunako, che s'intromette con una risatina.

Devo ammettere che la sua idea mi è piaciuta. Sarebbe bello raccogliere più umani sotto la nostra tutela e convivere con loro. Che ne pensi, Tatsumi-san?

Lui assume un'espressione meditabonda. Si porta una mano al mento.

Beh, sarebbe complicato, Sunako. Gli umani che ci tollerano sono una minoranza, mentre gli altri rappresenterebbero una minaccia.

Lei s'imbroncia.

Mhm, forse hai ragione. Non è ancora arrivato il momento, per essere così audaci.

Non sto convivendo con loro: gli sto dando un'alternativa alla morte, è diverso.

Il tuo intervento rovina l'atmosfera. Shimizu ti spintona scherzosamente.

Ma che tetro che sei! Se prendi la vita così seriamente, che divertimento c'è?

Chiedo scusa.

Seishiro, davanti alla moglie, alza una mano nella tua direzione.

Non serve scusarti, quello che dici è vero: che gli umani seguano gli shiki per un motivo diverso dalla paura è un'impresa davvero ardua.

Non rispondi, sorseggando ancora la tua bevanda. Notando lo sguardo di Sunako su di te, ti rivolgi a lei.

Allora? Per quale motivo sono stato convocato?

Lei sorride, prendendosi il viso fra le mani. 

Abbiamo deciso di offrirti una promozione!

Una promozione?

Esatto: vogliamo inserirti nell'unità cittadina.

Tatsumi si avvicina alla bambina.

Sunako, non so se sia un buona idea. Non sappiamo ancora se possiamo fidarci di lui.

Lei scuote la testa, determinata.

No, fino ad ora non ci ha mai deluso. Inoltre, non sarà da solo. Natsuno-san, sai cos'è l'unità cittadina?

Annuisci.

Se non sbaglio, è il gruppo incaricato di procurare prede fresche dalle grandi città. 

Shimizu scoppia a ridere.

Prede fresche: ma che volgarità! Vero, caro?

Già, già: mi sovviene un nobilotto di campagna che corre dietro a un fagiano!

Sunako si unisce alle loro risate. Infine, ritorna seria.

Comunque, ciò che dici è corretto. Allora, ti va di accettare?

Abbassi lo sguardo, posando il bicchiere.

Chi penserà ai Tanaka, mentre non ci sono?

Li terrò d'occhio io, non preoccuparti.

Getti un'occhiata a Tatsumi.

Proprio per questo mi preoccupo. 

Sunako ti riprende con un accenno di severità.

Adesso basta, Natsuno-san! Devi fidarti di noi, se vuoi che facciamo altrettanto. Inoltre, anche Tohru-san veglierà sui tuoi protetti. Allora, qual'è la tua risposta?

Dai un'alzata di spalle.

Per me va bene. Quando devo partire? 

A parlare è Seishiro.

Prima del tramonto.

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Capitolo 10
*** Viaggio ***



Apri la portiera del camion. Sali dalla parte del passeggero. Yoshie sta girando la chiave. Il suo sguardo felino è concentrato su ogni singolo movimento. Come se volesse svolgerli alla perfezione. Questa volta, veste abiti normali: giacca di cuoio e jeans. Il motore si accende scoppiettando. Si volta verso di te.

Io vado ad accogliere gli altri: tu aspetta pure qui. 

Odi dei rumori. Lo sportello posteriore del camion che si apre cigolando. Persone che salgono. Yoshie rientra un paio di minuti più tardi.

In quanti siamo?

Lei getta un'occhiata agli specchietti. Li regola.

In cinque, compresi noi. 

Così pochi?

Beh, calcola che dobbiamo catturare due persone ciascuno e che lo spazio del rimorchio è limitato. Se carichiamo troppa gente, rischiamo che soffochino lungo il tragitto.

Capisco.

Il camion parte. Esce dal cancello di Kanemasa, avviandosi per la strada. Yoshie allunga una mano. Accende la radio. Continua a cambiare stazione, fino a fermarsi in una di musica country. La fischietta guidando.

Comunque, dove siamo diretti?

Ah, non te l'ho detto? A Kokubu: a differenza di Mizobe e Yokogawa è abbastanza grande, quindi possiamo ripulirla ancora un pò. 

La gente non si insospettirà?

Lei dà un'alzata di spalle.

Nah, mica lasciamo i cadaveri per la strada. Inoltre, puntiamo alle case isolate, rapendo intere famiglie.

Così nessun parente reclama i dispersi?

Esattamente. 

Volgi lo sguardo fuori dal finestrino. Le foreste si susseguono. Uguali fra loro. Il sole sta spuntando da oriente. 

Per quanto continueremo?

Beh, alla lunga dovremo cacciare altrove, ma non è necessariamente un male: così abbiamo l'occasione di vedere posti nuovi.

Sì, ma tutte queste persone poi le seppeliremo? 

Ovvio: Sunako vuole aumentare il numero dei nostri compagni. Inoltre, con un pò di fortuna potrebbero nascere dei nuovi jinrou. 

Compagni, compagni... Ancora con questa parola. Aumentare di quanto? Tutti questi shiki chi li sfamerà? Le persone mica crescono sugli alberi...

Lei rimane in silenzio. Cambia stazione della radio. Si gratta la nuca.

Ti stai facendo troppi problemi. Stiamo parlando di Sunako: avrà senz'altro dei progetti, per il villaggio.

Non riesci a trattenere un sorriso amaro.

Dunque anche tu ti fidi ciecamente di lei.

Ovvio. Altrimenti, non sarei qui.

Perché? Perché vi ostinate tutti a seguirla? Alla fine, è soltanto una bambina.

Scende ancora il silenzio, interrotto solamente dai monotoni rumori della strada. Quando risponde, Yoshie ha una voce serena.

Quando la conoscerai a fondo, capirai.

Mi sembra di sentire i miei genitori.

Lei ridacchia, stiracchiandosi. 

Beh, come paragone ci sta. Vedi, io sono parecchio più vecchia di te e persino di Tatsumi. Durante la mia lunga esistenza, non ho fatto altro che sopravvivere: per un jinrou è facile, soprattutto se sei da solo. Tuttavia, non mi bastava: è stata Sunako a darmi uno scopo.

Cioè? Popolare il mondo di shiki?

Lei sbuffa, alzando gli occhi al cielo.

Certo che sei così diffidente... Sei così di natura o è davvero stata la trasformazione a cambiarti? 

Abbassi lo sguardo.

No, in parte ero così anche da vivo. Non ho fatto altro che ribellarmi a tutto ciò che mi circondava, ma ora che sono libero mi sento più in gabbia di prima.

Lei appare confusa.

Tu e Tatsumi potreste darvi la mano, da quanto siete incasinati... anzi, direi che siete agli antipodi.

Che intendi dire?

Lo capirai con il tempo.

Riecco i miei genitori...

Già, puoi scommetterci!

Riprende a fischiettare, allegra. I suoi occhi si perdono nel panorama della notte. Segui il loro esempio, finché le palpebre gradualmente ti si chiudono.
 

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Capitolo 11
*** Caccia ***



Cammini in fondo alla combricola. Mani in tasca. Sguardo a terra. Yoshie procede in testa. Megumi, accanto a lei. Ogni tanto si volta, per gettarti un'occhiata divertita. Dietro Yoshie, una bambina. La testa coperta da un capello. Porta con sé una grande bambola in stile giapponese. Un quinto shiki ti affianca. Alto, con un'aria allegra.

Dunque tu sei Yuuki-kun, giusto? 

Così dicono.

Non so se ti ricordi di me: ci siamo incontrati un paio volte, credo.

Stringi gli occhi. 

Scusa, ma il tuo viso mi sfugge. Sei...

Mi chiamo Yuzuki. Lavoravo nella biblioteca. 

Ah, ora ricordo...

Yuzuki sorride. Alza lo sguardo al cielo buio.

Il mio lavoro un pò mi manca, ma se le cose procedono nel verso giusto presto potrò riaprire la libreria. Dopotutto, anche gli shiki leggono e serve qualcuno che si occupi dei loro libri, no?

Mi sembra logico.

La bambina con la bambola emette un lamento.

Yoshie-chan, quando manca ancora?

Yoshie si volta. Il suo sguardo è totalmente inespressivo. Così come la sua voce. Rispetto a prima, sembra un'altra persona.

Svoltata quella curva ci siamo.

Perché non abbiamo parcheggiato più vicino?

Per non destare sospetti: i vicini potrebbero ricordarsi del camion.

E allora? Io sono stanca di camminare...

Si gira anche Megumi, irritata.

La smetti? Anche l'altra volta non hai fatto che lamentarti! Potevi anche restartene al villaggio a giocare con la tua maledetta bambola!

La bambina snuda le zanne, sibilando.

Adesso piantatela voi due: siamo arrivati.

Vi fermate davanti a una casa a due piani. Avvolta per tre lati dagli alberi, dalla strada si vede appena. Una macchina ferma sul vialetto. Nessuna luce accesa. 

Allora, chi va questa volta. Se volete, posso andare io...

Sì, con quell'aria da serial killer che tj ritrovi: tanto varrebbe lanciare sassi contro le finestre.

Yoshie scruta Megumi con severità. 

Adesso calmati, Megumi-chan. Ho già stabilito i vari compiti. Sarà Natsuno-kun a chiedere il permesso di entrare.

Alzi le sopracciglia. 

Perché proprio io?

Dobbiamo ancora verificare le tue capacità. Inoltre, te la sei cavata bene con la società di sicurezza. Ah: tieni!

Estrae un lungo coltello e te lo lancia. Lo afferri al volo, sbuffando.

Come vuoi.

Ti avvicini alla casa. Mentre cammini, ti punti l'arma alla spalla sinistra. Una fitta di dolore ti attraversa il corpo. Lasci la lama dentro la carne, che gli si è già rigenerata attorno. Suoni il campanello. Trascorre un minuto buono, prima che un uomo si affacci dalla porta.

Ecco... sarei ferito. Posso entrare un attimo e chiamare un'ambulanza? 

Lui pare scettico, ma vedendo la tua ferita si convince di colpo.

Dannazione: entra, presto! Io intanto vado a prendere...

Non conclude la frase che i tuoi canini gli si sono già conficcati nel collo. Bevi tranquillamente, finché una voce non ti raggiunge.

Che sta succedendo qui?

Una donna in vestaglia, sulla soglia delle scale. Assiste alla scena, con aria allarmata. Emette un gridolino, mentre l'afferri e ti strappi il coltello dalla spalla, puntandoglielo alla gola.

Ho degli amici che vorrebbero fare un salto. Va bene se entrano, vero?

S... sì! 

Una manciata di secondi più tardi, Yoshie fa irruzione. Lasci andare la donna, che viene subito ghermita dalla jinrou. Nel frattempo, anche gli altri shiki entrano. Megumi cammina canticchiando e accennando un passo di danza.

Sei stato bravissimo, Yuuki-kun! E io adesso ho voglia di farmi una bella scorpacciata!

Non rispondi, avvicinandoti all'uomo di prima e catturando il suo sguardo. 

Adesso esci di qui e prendi la curva a destra. Procedi finché non trovi un camion dal rimorchio nero. Aspettaci lì, senza parlare con nessuno. 

Lui annuisce, voltandosi e incamminandosi verso la destinazione che gli hai suggerito. Intanto, Yoshie si rivolge agli altri.

Muovetevi: dobbiamo fare altre due case, dopo di questa! Megumi-chan, cerca di non ingozzarti: altrimenti starai male come l'altra volta.

Megumi mette il broncio, incamminandosi verso le scale. Yuzuki ti supera con un sorriso soddisfatto. 

Mhm, sento il profumo di bambini!
 
[Mi scuso con i lettori: nel redigere questo capitolo, ho confuso i nomi di Masao e di Yuzuki. Ho corretto l'errore e m'impegnerò affinché non si ripeta].

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Capitolo 12
*** Banchetto ***



Kanemasa: il giardino sul retro, che si fonde con la foresta. Un grande falò illumina la notte. A circondarlo, quattro lunghe tavolate, che lo chiudono a quadrato. Degli altoparlanti sugli alberi: un valzer di inizio secolo. Vassoi di stuzzichini. Calici di cristallo, ricolmi di vermiglio. Decine di persone ti circondano. Volti spettrali, iridi fameliche: shiki. Ci sono anche degli umani. Un uomo in camice, dalla barba vecchia di giorni, che segue tetro Chizuru. Un giovane in veste monastica, affianco a Sunako, seduta a capotavola. Seishirou, che passeggia in solitudine. Altri che non conosci. Tohru e Ricchan sono accovacciati oltre i tavoli, vicino al fuoco. Lei calza un tenue sorriso. Lui le parla animatamente. Distogli lo sguardo. La tua schiena posa sul muro dell'edificio. Le mani in tasca. Le caviglie incrociate. Abbassi le palpebre. Le riapri: una voce familiare. 

Bella festa, non è così? 

Tatsumi. I suoi occhi sono stranamente privi di diffidenza. Quella sera, niente divisa da maggiordomo o giacca attillata: un semplice smoking. Dai un'alzata di spalle.
 
Non capisco cosa stiamo festeggiando.

Lui osserva le fiamme che danzano. 

Festeggiamo proprio il fatto di poter festeggiare. Ormai, non corriamo più alcun pericolo. 

Rimangono ancora tre quarti degli abitanti... 

Sì, ma nessuno di loro crede in noi e se ci crede se lo tiene per sé. Non abbiamo più nemici. 

Togli le mani dalle tasche. Incroci le braccia.
 
Quindi? Quanto manca?
 
A cosa?
 
Alla fine del vostro piano.

Lui ti scruta, indeciso. Decide di risponderti. 

Meno di quanto avevamo preventivato. In parte, è merito tuo. Se non ci sono imprevisti, entro primavera potremmo attuare la fase finale.
 
Ovvero?
 
Quello che abbiamo fatto finora, ma più rapidamente. 

Intendi un rastrellamento a tappeto? 

Esatto: oltre metà delle case sono aperte. Se ogni notte gli shiki cacciano in branco, prima dell'estate il villaggio sarà nostro.
 
Branco? Cosa siamo, animali? 

Lui ridacchia. Scuote la testa.
 
Era per rendere meglio l'atmosfera. In effetti, prederemo gli umani come loro fanno con gli animali.

 E che succede se la gente s'insospettisce e si chiude in casa? O peggio se tenta di scappare per avvisare le autorità?
 
Non preoccuparti di questo: al minimo segnale, chiuderemo ogni comunicazione con il mondo esterno. Durante il giorno, noi jinrou bloccheremo le vie d'uscita, mentre di notte gli altri shiki manometteranno i mezzi di trasporto e faranno sparire le provviste. 

Insomma metterete gli abitanti alla fame, obbligandoli a uscire allo scoperto?

Lui ti scruta, enigmatico.

Sembra che tu abbia ancora pietà di loro. Eppure, dalle storie che ho sentito sei un cacciatore spietato. Più spietato di quando, da umano, davi la caccia a noi.

Sostieni il suo sguardo.

La tua voce barcolla. Il fatto è che ancora non comprendo appieno la vostra mentalità. Forse è per questo, che non mi fido ancora completamente di voi.

Lui annuisce con un sorriso. Riporta gli occhi alla serata.

Credo sia la prima volta, che sei completamente sincero. Dimmi, cosa pensi del nostro stile di vita?

Fissi il terreno. Il tuo tono si fa amaro.

Penso che vi siate lasciati alle spalle ogni vincolo morale. Intendo che non vi ponete neppure il problema, di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Agite in base ai vostri desideri e alle vostre passioni, fregandovene di quanto dolore seminate nel vostro cammino. Eppure, sono certo che tra Shiki possano sopravvivere anche sentimenti umani, come la solidarietà, l'affetto reciproco e persino l'amore.

Tatsumi sbuffa. Si stiracchia, incrociando le dita dietro la nuca.

Questo perché tu sopravvaluti l'umanità. Consideri tutto ciò che è positivo come umano, escludendo tutto il resto. Il realtà, amore e compassione appartengono anche agli animali, così come crudeltà e ferocia abbracciano anche l'uomo.

Alzi gli occhi la cielo.

Non mi vorrai fare un discorso animalista, spero. Innanzitutto, noi non siamo animali. Più che altro, siamo umani particolari. Non ci sono enormi differenza fra coloro che uccidiamo e coloro con cui conviviamo: è questo il paradosso.

Lui distende le braccia. La sua mano sulla tua spalla. Una stretta avida.

Il mio consiglio è di lasciar perdere: dipende tutto dalla prospettiva da cui guardi le cose, quindi tanto vale accettare il punto di vista che ti fa più comodo.

Si stacca da te. Osservi il suo profilo, sovrapposto alle fiamme.

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Capitolo 13
*** Scampagnata ***


I tuoi passi risuonano nel corridoio. Odore di polvere. Odi un rumore: ti appiattisci contro il muro. Dalla finestra, un'automobile che passa: ti rilassi. Alzi la mani e fai un gesto. Altre due persone ti raggiungono. La prima sgambetta allegramente. La seconda trascina i piedi di malavoglia. Svoltare una curva. Un altro corridoio deserto. Delle scale. Dietro le vetrate, uffici. Una porta con un'insegna scolorita. Alzi la gamba e spingi con forza il piede sulla maniglia. La porta viene scardinata, cadendo in avanti. Entrate. Cerchi un interruttore, lo trovi e lo accendi. Le lampade sul soffitto illuminano file di scaffali, alti un paio di metri. Una voce fende il silenzio, subito aggredita da una seconda.

Non ho ancora capito perché sono dovuto venire anch'io. Non mi piacciono lavori del genere...

Perché, c'è un tipo di lavoro che ti piace, Masao-kun? O meglio, qualcosa in cui tu non sia completamente inutile?

Un ragazzo scarno, con ciuffi corvini che dondolano sul viso. Megumi lo scruta con severità. Lui alza le mani, scuotendo la testa.

Ecco, io... Intendevo che...

Sospiri, per poi intervenire. 

Mi fareste il favore di smetterla? Dobbiamo visitare un altro archivio dopo di questo.

Masao ti squadra con odio.

Non ho capito perché devi essere tu a fare il capo! Solo perché sei un jin-coso non hai il diritto...

La mano di Megumi raggiunge la sua nuca, facendolo barcollare. Lui si volta, con aria supplicante.

Megumi-chan...

Adesso piantala: se è lui a comandare, è perché hai più meriti di te! Finché non saprai cavartela da solo, devi rispettare quelli come lui.

Masao non risponde, distogliendo lo sguardo. Dai loro le spalle, proseguendo. Raggiungi il primo scaffale. Passi il dito sui titoli, avvicinando il viso per leggere meglio. 

Non ho ancora capito a che serve sta roba...

Serve che sei stato fortunato a nascere a Sotoba. Altrimenti, un rifiuto come te non sarebbe stato scelto per essere uno shiki!

Perchè? Tutti hanno il diritto...

Ti giri di nuovo. Parli con voce ragionevole.

Nel prossimo futuro, il villaggio dovrà essere autosufficiente, quindi abbiamo bisogno di gente adatta a gestire le infrastrutture. Ingenieri, medici, studenti con medie elevate: stiamo cercando questo genere di profili. 

Megumi annuisce con decisione. Masao invece ghigna di scherno. 

Perché? Mica ci ammaliamo: a che ci servono i medici?

Fra i piani di Sunako vi è quello di aprire uno o più centri di donazione del sangue nelle città vicine a Sotoba. Il tutto sarà gestito da una società di ricerche privata, che remunererà i donatori. Tuttavia, per fare ciò abbiamo bisogno di strutture adeguate e personale competente.

Lui appare stupefatto. 

Perché io non ne sapevo nulla?
 
Megumi assume un'aria annoiata.

Che barba che sei... Ti devono dire tutto: se vuoi informarti, basta che chiedi in giro, no?

Adesso però ascoltatemi: la notte non durerà per sempre.

Megumi si mette sull'attenti. Masao la imita svogliatamente.

Per il momento, prendete tutti i fascicoli che vi sembrano interessanti. A Kanemasa penseranno poi a selezionarli. Tutto chiaro?

Non aspetti che rispondano, rimettendoti al lavoro. Anche loro seguono il tuo esempio. Per un paio d'ore, nella stanza regna il rumore delle pagine. In un tavolino, vengono accatastate diverse dozzine di fascicoli. Ne apri uno, scuotendo la testa.

Sono troppi per portarli via. Inoltre, rubarne così tanti sarebbe sospetto. Dobbiamo lasciarne qui almeno la metà di questi.

Masao si massaggia una tempia.

In che senso? Sono tutte persone perfette.

Divideteli in base alla situazione sociale. Date priorità a quelli che vivono da soli o che che non hanno una famiglia numerosa. Altrimenti, le loro sparizioni alzerebbero un polverone. 

Passa un'altra ora prima che, ciascuno con una pila di fascicoli, usciate dalla stanza. Posi il materiale a terra, provando a incastrare la porta nello stipite. Non ci riesci e lasci perdere. Uscite dalla porta sul retro. Sbucate in un cortile, coperto da altri edifici. Scavalcate una recinzione, piombando in un vicolo secondario. Alzi gli occhi al cielo: comincia a schiarirsi. Ti volti verso gli altri. Anche loro se ne sono accorti. Masao sembra preoccupato. Megumi invece ti osserva con sicurezza.

Ci abbiamo messo più tempo del previsto: meglio se ci dirigiamo al rifugio. 

Aspetta... perché non torniamo direttamente a Sotoba?

Non vale la pena di fare un viaggio inutile: i Kirishiki possiedono qui una cantina dove potrete dormire indisturbati. Inoltre, è una città grande quindi anche nutrirsi non sarà un problema. 

Megumi si fa avanti, speranzosa.

Non è che prima di tornare possiamo fare un giro? Ho sentito da uno di quelli nuovi che qui c'è un locale fighissimo. Senza dimenticare i negozi del centro: non so che darei per aggiornare il mio guardaroba. Insomma: quando l'ho comprata non ero ancora così pallida! 

Dai un'alzata di spalle.

Per me va bene, ma prima sarebbe opportuno finire l'altro lavoro. Abbiamo tempo fino alla prossima alba, quindi dovremmo farcela.

Megumi saltella allegramente. Masao si fa avanti, indicandosi con l'indice.

E io che dovrei fare? Questa città è noiosa, non saprei...

Megumi lo fulmina con lo sguardo.

Noiosa? Che diavolo stai insinuando? Giusto: per un provinciale come te, che non è mai uscito dal villaggio...

Guarda che anche tu non sei mai uscita...

Ti passi le dita fra i capelli, sostenendoti la testa.

Masao-kun, penso che dovresti venire con noi.

Entrambi ti guardano con incredubilità.

Eh? Questo qui?

Perché dovrei?

Devi ancora esercitarti a cacciare: questa potrebbe essere una buona occasione. 

Lui ci pensa, per poi sbuffare, incamminandosi. 

Guarda te con chi mi tocca trascorrere la notte! 

Megumi lo segue, tetra.

A chi lo dici...

Soffochi un sorriso, mentre ti avii anche tu.

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Capitolo 14
*** Famiglia ***



La notte è stranamente silenziosa. Mentre attraversi le vie del villaggio, non scorgi nessuno. Nonostante sia appena calato il sole, la gente è chiusa in casa. Dall'abitazione accanto, un movimento dietro la finestra. Tende che si chiudono. Accelleri il passo. Gli edifici si diradano. Fra gli alberi, figure furtive. Si avvicinano, offrendoti un cenno del capo.

Buonsera, Natsuno-sama!

Sera.

Sono tre uomini e una donna. Dalle loro espressioni, sembra abbiano appena avuto una conversazione spassosa. Il riso macchia ancora le loro bocche.

Com'è la situazione? Ci sono umani nei dintorni?

Dai un'alzata di spalle.

Sì, ma sono tutti rintanati in casa. Dovete provare più a valle. 

Ah, per fortuna che ci siete voi dell'unità cittadina: la gente diventa di giorno in giorno più diffidente e mettere qualcosa sotto i denti diventa un'impresa.

Non rispondi, aspettando che ti superino. Riprendi a camminare, raggiungendo il bosco. Ti fermi davanti a una radura. Ti siedi a terra. La tua schiena contro un vecchio tronco. Chiudi gli occhi. Nel buio, il vento porta l'odore dei monti. Un ululato in lontanaza. Lentamente, sentì i tuoi penseri farsi più vaghi. Riacquisti lucidità: dei passi oltre la radura. Riconosci l'andatura e ti rilassi. Tenendo le palpebre abbassata, ascolti l'altro distendersi accanto a te.

Certo che sei rimasto un pigrone di prima categoria!

Nella voce di Tohru, la tristezza degli ultimi tempi pare sparita. Sbuffi.

Con la scusa che posso muovermi durante il giorno, i Kirishiki mi stanno facendo sgobbare come un mulo.

Una risata. Avvertì lo sguardo di Tohru sulla pelle.

Chi l'avrebbe mai detto: io che mi metto con Ricchan e tu che diventi l'eroe del villaggio.

Non c'è ironia nel suo tono. Nel tuo, si riflette la preoccupazione.

Io... ho sentito della tua famiglia.

Già. Penso di aver seguito il tuo esempio. I miei non si sono risvegliati, ma per Aoi e Tamotsu c'è ancora speranza. Tatsumi andrà a controllare i loro corpi, stanotte.

E a te sta bene, tutto questo?

Beh, avrei preferito che risorgessero anche mio padre e mia madre, ma che ci posso fare? In fondo, qual'era l'alternativa?

Spalanchi gli occhi, voltandoti verso di lui. Il suo volto è tranquillo, ma i suoi occhi sono umidi.

Potevi farli scappare, dannazione! Oppure fare quello che ho fatto io con i Tanaka!

Tohru sorride. Si alza a sedere. La sua mano sulla tua spalla. Ti stringe con forza.

Ti ringrazio Natsuno, davvero, però io non sono un jinrou. Avrei rischiato di ucciderli, sia nutrendomi ogni tanto di loro che portandoli via da Sotoba.

Avresti potuto provarci!

Lui scuote la testa. Fissa il cielo. Ti toglie la mano dalla spalla. Parla con serietà.

Vedi, io non voglio più perdere nessuno. Secondo Sunako, la trasformazione è più probabile se si viene accompagnati passo per passo. Secondo Tatsumi, per esempio Midori non sarebbe potuta risorgere, invece è successo.

Chi sarebbe questa Midori?

La sorella di Ritsuko. Da quando sono di nuovo assieme, Ricchan è più felice di prima.

Non riesci a trattenere una risata amara.

Ma che bella famiglia felice... Ascolta, vuoi che alla prossima battuta ti caccia vi porti qualche bambino? Di solito muoiono, ma se insistete prima o poi avrete fra le mani un piccolo Shiki.

Natsuno...

Un nome che è anche un lamento. Sospiri.

Scusa. Stai cercando di adattarti, come tutti. Io non ho il diritto di interferire.

Non ho detto questo!

Lo osservi: nei suoi occhi arde la collera o qualcos'altro.

Tu sei mio amico e voglio che tu mi rimanga accanto. Però...

Ho capito.

Ti alzi. Il suo sguardo ti segue. Gli tendi una mano. 

Ascolta, visto che ormai casa tua è libera, che dici di farci un salto? Non dovevi farmi provare quel nuovo gioco, prima di ammalarti?

All'inizio Tohru appare confuso. Il suo viso poi s'illumina. Afferra la tua mano, tirandosi in piedi.

E me lo chiedi anche?

Il suo braccio ti avvolge le spalle, mentre vi avviate verso casa.
 

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Capitolo 15
*** Valpurga ***



Il sole svanisce lentamente oltre i monti occidentali. A seguirlo, il rosso cupo del tramonto. La brezza primaverile ti scompiglia i capelli. Dal ramo in cui sei appolaiato, ti giunge la voce del villaggio. Dovunque, le grida salgono al cielo. Ti copri le orecchie, ma è inutile. In lontananza, scorgi dozzine di focolai. Annusi l'aria: entro mezzanotte, arriverà la pioggia a spegnere gli incendi. Le tue membra hanno un fremito: il rumore di un'automobile. Come animato di vita propria, il tuo corpo scatta verso il suolo. Atterri sul sentiero isolato. Arretri nelle ombre. Come annunciato, ecco arrivare i fuggitivi. Un fuoristrada di vecchio modello. A bordo ci sono sei persone: tre anziani, due adulti e un bambino. Si accorgono all'ultimo della bassa ma ampia fossa, riempita di malta e ricoperta da un telo. Le ruote del veicolo si ruggiscono a vuoto. La portiera del guidatore si apre: i due adulti scendono. Sono un uomo e una donna: lei tiene in braccio un bambino delle elementari. Aspetti che escano dalla trappola, prima di avvicinarti. Alla tua vista, l'uomo spinge gli altri due dietro di sé. In mano stringe un paletto di legno. Sul suo viso, il terrore si trasforma in collera.

Presto, scappate! A lui ci penso io...

Lasci che la donna e il bambino fuggano via, verso il bosco a sinistra. L'uomo fa un passo all'indietro. La mano che stringe il paletto si abbassa e ne approfitti. In un attimo gli sei addosso. Spinto a terra, lui lotta con tutte le proprie forze, ma è inutile. Avvertì la sua pelle aprirsi al tuo bacio e uno zampillo di vita riempirti la mente. Quindi ti ritrai, fissandolo negli occhi.

Resta qui: se i tre vecchi provano ad uscire, piantagli il paletto nel cuore.

Lui annuisce, stordito. Non perdi tempo, lanciadoti subito all'inseguimento dei due rimasti. Non sono andati lontani: i tuoi sensi, eccitati dal sangue, li individuano subito. Il bambino corre assieme alla donna, tenendola per mano. Lei è ferita a una caviglia. Quando sente i tuoi passi che la raggiungono, accellera la corsa. Inciampa, rovinando a terra. Il bambino si volta verso di lei, ma viene spinto in avanti.

Vai, corri! Io ce la farò, ma tu devi andartene, presto!

Lui obbedisce. Profumo di lacrime. La donna fa per rialzarsi, ma la ghermisci prima che possa vedere il tuo viso. Questa volta, ti concedi un pasto più sostanzioso. Lasci la donna pallida e riversa, senza preoccuparti di darle istruzioni. Un paio di minuti più tardi, trovi il bambino. Raggomitolato in un cespuglio, non fa che tremare. Ti muovi verso di lui, inginocchiandoti. Scatti in piedi, accorgendoti di non essere solo. Shimizu sbuca da un tronco. Le treccie le ondeggiano al ritmo del passo. Le sue labbra si aprono a un sorriso: il candore dei canini. I suoi vestiti hanno qua e là macchie scure, come di sangue coagulato. 

Yuuki-kun, ti stavo...

Smette di parlare, accorgendosi del bambino. Tu ti fai da parte, indicandolo con un cenno del capo.

Puoi prenderlo tu: io mi sono già nutrito. Inoltre, non mi piacciono i bambini. Quando hai finito portalo a Yamairi.

Lei allarga il sorriso, mormorando qualcosa. Dopodiché, si getta fra i cespugli. Tu ritorni indietro. Quando trovi la donna di prima, la prendi in braccio, riportandola al sentiero. Mentre non c'eri, l'automobile è stata assalita. L'uomo e i tre anziani sono distesi sull'erba. Una dozzina di shiki sono chini su di loro. Quando depositi la donna lì affianco, due vampiri si staccano dal mucchio e la raggiungono. Ti allontani, dirigendoti verso Sotoba. Mentre il cielo si annerisce, le urla lentamente scompaiono. Come previsto, cominciano a cadere le prime goccie di pioggia. Un movimento alla tua destra: una donna anziana corre a perdifiato. Un gruppo di shiki la raggiunge. Lei si dimena fra le loro mani, per poi fermarsi. Incroci altri vampiri. Alcuni avanzano a passo incerto, come ubriachi. Altri portano dei cadaveri sulle spalle. Fra la folla, distingui Ricchan. Inginocchiata contro un muro, piange con il volto fra le mani. Una ragazza adolescente, che le assomiglia in modo incredibile, le accarezza la testa. Abbassi lo sguardo, camminando alla cieca. Le tue gambe continuano a spingerti in avanti. Mentre il cielo si schiarisce, ti ritrovi in un vicolo. Ti guardi attorno: quel luogo non ti è familiare. Ti copri la bocca, bloccando un conato di vomito.

Dunque non sei così freddo come vuoi sembrare...

Tatsumi. Non l'hai sentito arrivare. Sputi del sangue a terra. Non rispondi. Lui si avvicina, sorridendo. Le sue braccia ti sorreggono: lo lasci fare. Sostenuto da lui, abbandoni quel vicolo. Il suo fiato si muove sul tuo collo.

Allora, com'è andata sul sentiero?

Niente di particolare: è passata un'auto con sei persone. La trappola che abbiamo preparato ha funzionato. Ho intercettato quelli che scappavano, mentre ai rimasti ci hanno pensato quelli della retroguardia.

E io che pensavo che ti fossi ingozzato... Beh, meglio così.

Ti stacchi da lui, con un mezzo sorriso. Proseguite il cammino.

E agli altri, com'è andata?

Abbiamo avuto dei contrattempi. Gli abitanti erano più agguerriti del previsto e ci sono state diverse perdite: i vecchio Ookawa ha fatto a pezzi due di noi, prima che lo fermassimo. Dopotutto, è stata una pessima idea quella di anticipare i tempi...

Chi è morto?

Tatsumi sembra comprendere la nota d'allarme nella tua voce.

Nessuno che conosci. Esclusa Shizuka, ma non mi sembra che voi foste legati, giusto?

Chi sarebbe?

La bambina con cui hai fatto la prima spedizione dell'unità cittadina: quella con la bambola.

Cioè quella che ha aperto la mia casa agli shiki?

Esatto.

Un sorriso ti fiorisce sul volto. Accorgendosene, Tatsumi scoppia a ridere.

Già, non piaceva neanche a me. 

Unisci la tua risata alla sua, mentre il sole fa capolino a oriente.

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