Tutta colpa di un ascensore di saphira247 (/viewuser.php?uid=634488)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'ascensore ***
Capitolo 2: *** 2° ***
Capitolo 3: *** 3° ***
Capitolo 4: *** 4° ***
Capitolo 5: *** 5° ***
Capitolo 6: *** 6° ***
Capitolo 7: *** 7° ***
Capitolo 8: *** 8° ***
Capitolo 9: *** 9° ***
Capitolo 10: *** 10° ***
Capitolo 11: *** 11° ***
Capitolo 12: *** 13° ***
Capitolo 13: *** 12° ***
Capitolo 14: *** 14° ***
Capitolo 15: *** 15° ***
Capitolo 16: *** 16° ***
Capitolo 17: *** 17° ***
Capitolo 18: *** 18° ***
Capitolo 19: *** 19° ***
Capitolo 20: *** 20° ***
Capitolo 21: *** 21° ***
Capitolo 22: *** 22° ***
Capitolo 23: *** 23° ***
Capitolo 24: *** 24° ***
Capitolo 1 *** l'ascensore ***
Giorno 1
Erano le 22:00 quando
Georgiana uscì dall'ospedale, aveva appena finito
il suo turno, non era sempre facile fare il lavoro da
infermiera ma non le dispiaceva neanche, quel giorno era stato
abbastanza turbolento per lei. Aveva deciso di cambiare quartiere nel
quale lavorare, era molto più vicino ma non meno faticoso.
Per la prima volta dopo anni faceva un percorso diverso, attraversava
isolati fino ad arrivare al suo palazzo, alto 30 piani, e come era sua
consuetudine fare - diceva che le risparmiava del tempo - si scioglieva
l'ammasso di capelli che ogni giorno raggomitolava in una coda,
ondulati e colorati di sabbia le ricadevano sulle
spalle sin sotto le scapole
<<
E un altro giorno
è finito >>
disse
ironicamente felice mentre
apriva la porta della hall
<<
Salve George
>>
il portiere
felicemente le rispose
<<
Oh!! Salve Signorina
Georgiana, anche oggi brutta giornata? >>
<<
Oh! Non importa >>
<<
Dovrebbe prendersi qualche giorno di riposo
>>
lei
rise
<<
Mi scusi George, domani mi
aspetta un altra lunga giornata di lavoro >>
e interrompendola
le disse
<<
Mi scusi, mi scusi ha ragione
>>
<<
Non si preoccupi >>
<<
Buona notte signorina >>
<<
Notte George. >>
Si diresse
verso il lungo corridoio al quale la luce dava un aspetto dorato e
regale, svoltando così a destra per gli ascensori mentre le
porte
stavano per chiudersi
<<
Oh!! no, no, no, no >>
con una
lunga falcata cercò di raggiungerlo ma
questo si bloccò di colpo riaprendosi, la mano di un uomo
era premuta verso il sensore che aveva arrestato la chiusure delle due
porte, Georgiana rimase con le bradelle della sua borsa strette alle
mani, quasi la stritolava se fosse stata viva
" mio dio che brutta
figura "
disse
a se stessa alzando gli occhi tra gli specchi di quell'enorme
ascensore, un uomo dalle spalle possenti e molto alto, giacca e
cravatta, una borsa da lavoro poggiata a terra, i capelli di un biondo
platino tirati indietro che fecero rimanere Georgiana meravigliata, non
lo aveva mai visto in quel palazzo, ma d'altronde, pensò,
come avrebbe potuto se
nemmeno lei era mai tanto presente in quel luogo, non sapeva neanche se
avesse dovuto chiamarla casa o luogo di momentaneo riposo .
Entrò dentro
proferendo un fievole " grazie "
<< Si
figuri >>
fu la risposta arrivatale,
mostrando un
grande
sorriso a 32 denti.
Una volta che le porte furono
chiuse disse ancora
<< Mi scusi se
non glielo chiesto prima, in che piano va lei? >>
si voltò verso
l'uomo che sorrideva in un maniera che quasi la fece sciogliere
<<
N-Non si preoccupi, fa nulla. Io comunque
vado al 12° piano >>
lui sbuffo in una
piccola risata tra
se e se, come se fosse stato convinto di qualcosa, lei sapeva
che un uomo così doveva avere molte donne ai piedi
"Sarà un qualche
tipo di politico,o dio sa solo cosa , bha! " .
Lui si
spostò nei pulsanti dell'ascensore digitando il dodicesimo
piano, questo
si illuminò così come lo era il nono
"abita nel mio
stesso palazzo e io non lo mai visto in sette anni che vi abito".
Quando l'ascensore
cominciò a muoversi sembrò un attesa
interminabile, era intenta a non guardare gli specchi, ovunque
guardasse c'era la sua immagine riflessa, si teneva stretta a uno degli
scorrimano di quell'ascensore e con l'altra stritolava la borsa,
gli occhi bassi al pavimento, si sentiva in imbarazzo. Si aprirono le
porte del nono piano, l'uomo afferrò la borsa da lavoro e
sorridendole disse un lieto
<<
arrivederci
>>
come se sapesse che
si sarebbereo rivisti, Georgiana
rimase stretta alla ringhiera dicendo un flebile
"
a-arrivederci " .
Arrivata al 12
° piano , aprì la
porta dell'appartamento 789 . Non smise di pensare a quell'uomo sino a
quando non si addormentò.
Giorno 2
Il giorno successivo smise di
lavorare appena dopo le 21:00
Allora , si coerente , non
lo conosci sei stanchissima devi andare a casa e andare a dormire.
Avanti cervello collabora! Fare gli straordinari solo per aspettare lui
non ha senso, e se poi non lo trovi . Magari è un assassino
camuffato. Diamine non dire idiozie .
<< Georgiana
cosa fai ancora quì >>
fu riscossa dai suoi
pensieri dall'amica Gloria : lei e Georgiana si erano conosciute non
molti anni prima che lei si trasferisse in città ,avevano
deciso insieme di cambiare ospedale per l'esattezza lei aveva
risposto
<< Stai schezando
! io vengo con te, sono stanca
di questi vecchi quì. Magari incontrerò
lì la mia anima gemella, e magari sarà un
primario , o uno aspirante , chi lo sa >>
Georgiana la
conosceva troppo bene per non sapere che lei era quella che aspirava a
tirare più soldi possibili dal suo " ragazzo " del momento.
<<
Faccio gli straordinari oggi
>>
<< Stai
scherzando spero, va via prima
che ti prenda a calci dove so io . E cerca di andare a farti una bella
dormita >>
sapeva che non
l'avrebbe avuta vinta con lei,
quindi decise di fermarsi a mangiare in qualche fast food li vicino .
Continuava a guardare quell'infernale orologio.
<< Che
cosa stai combinando Georgiana, sei diventata matta, non e normale da
parte tua >>
diceva a se stessa, in
realtà non
comprendeva davvero che cosa stava combinando, non aveva mai tempo per
gli uomini o almeno non voleva averne. Decise di recarsi verso casa,
fermandosi sull'uscio del portone sciogliendo come sempre i capelli
ondulati, salutando George,ma questa volta si soffermò
sull'orologio e non appena scoccò l'ora prestabilita si
recò a passo svelto verso l'ascensore, bloccò le
due porte che si chiusero nella sua borsa, mentre si aprivano lei lo
vide, era li , quell'uomo era dinuovo li, le sorrise maliziosamente
con degli occhi verdi che Georgiana non aveva notato la sera prima
perchè la sua timidezza non era riuscita a fargli guardare
in quegli occhi.
<<
Salve
>>
disse lei con tale sicurezza
che nemmeno sapeva di
avere, ma questa volta aveva lo sguardo fisso sulla porta
dell'ascensore e una tranquillità che non fece
trapelare che aspettava quel momento da quasi un giorno, le porte del
9° piano si spalancarono, lui salutò come la sera
prima. In quel momento Georgiana sbuffò incredula tra se e
se
Stupida donna, stupida! Cosa
ti credevi , quell'uomo neanche ti conosce ne ti degna di uno sguardo,
sarà un donnaiolo , o magari sarà gia
impegnato. Non avevi pensato a questo e? E poi cosa ti aspettavi , lo
hai visto appena due volte , sarà anche qualche
cretino.
Poggiò la
testa allo specchio con un sorriso amaro sulle labbra ritornando a casa.
Giorno 8
I giorni passarono in fretta, lei lo incontrava sempre li, il lavoro
era aumentato e l'orario nel quale l'amica Gloria la buttava - per
così dire - fuori dal lavoro era sempre lo stesso, sembrava
si fossero messi in combutta, ma quel giorno qualcosa di diverso
l'attendeva sull'uscio del portone. Mentre compieva quel gesto naturale
di ogni giorno quando si scioglieva i capelli ed entrava salutando
George , fu fermata dall'amico appena conosciuto quando aveva cambiato
ospedale
<<
Georgiana , potevo darti un passagio
>>
Lucas, un uomo magrolino dai
capelli neri , un
chirurgo plastico molto noto da quelle parti , una lunga generazione di
chirurghi era la sua famiglia, e da giorni la tormentava per portarla
fuori a cena, si era persino inventato le scuse più strambe
per portarla fuori.
<< Oh!
Lucas, ti ho gia detto di no,
sono stanca adesso . >>
<< Ti prego
Georgiana, ti chiedo una volta sola, non ti costa nulla, solo un
incontro tra amici, una cena >>
Georgiana lo
scansò dirigendosi avvilita verso l'ascensore nella speranza
che si chiudessero le porte sulla sua faccia
<< Per
favore , ascoltami >>
fu presa per un
braccio ma questa lo
strattono levandoselo di dosso
<<
Smettila di insistere
hai gia la mia risposta >>
<< Non
è una risposta valida per me Georgiana >>
arrivata nell'uscio
dell'ascensore trovò le porte
aperte , fu fermata di botto davanti ad esse
<< Sei
impazzito , quasi mi rompi una spalla , piantala . Ti ho gia detto un
milione di volte di no >>
<<
Voglio una
spigazione valida , almeno così saprò il motivo
>>
dall'ascensore
uscì quell'uomo
che afferrandola per la vita e stringendola , le afferrò il
volto col l'altra mano baciandola in un modo così passionale
, che le due bocche sembravan dichiararsi battaglia , d'improvviso si
fermò lasciandola senza fiato e senza parole,
<< c'è
qualche problema signore ?
>>
Lucas era rimasto pietrificato
, l'uomo era molto
più alto di lui e la corporatura di Lucas al confronto
sembrava un ramoscello contro una quercia.
<<
N-nessun
problema , s-signor? >>
<< Benjamin .
Stavate importunando la mia donna ? >>
Lucas
sembrò farsi minuscolo a quelle parole
<<
P-per nulla signore >>
lasciò la
vita di Georgiana che non sapeva la ben che minima idea di come reagire
, e afferrò la camicia nel petto di Lucas sollevandolo da
terra e sbattendolo al muro
<< Se solo osate
farle
qualcosa , vi troverò e vi manderò sull'astrico
poi vi farò leccare le vostre stesse viscere, avete capito?
>>
fu lasciato di colpo , e
scappò via ad una
velocità fulminea. Georgiana rimase senza parole , Benjamin
era intento a sitemarsi la giacca e la cravatta . Lui tornò
alla sua impassibilità mentre aspettavano che l'ascensore
scendesse dinuovo . Quando vi entrarono sembrava che nulla fosse
successo pochi minuti prima tra i due, ma lei era tormentata
da quel bacio, nessuno doveva poter baciare in quel modo , e senza
rendersene conto continuava a sfiorarsi le labbra , si
bloccò di colpo quando se ne accorse , avvampò
rendendosi conto che lui con gli angoli degli occhi sorridendo la stava
osservando , le porte si aprirono e lui
uscì sorridendo.
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Capitolo 2 *** 2° ***
qxqc
Giorno 9
La
mattina seguente ( come tutte le mattine ) si era recata di buon ora a
lavoro, e l'amica l'attendeva sull'uscio delle porte
d'ingresso afferrandola per un braccio
<<
Cosa caspita
hai combinato al povero Lucas, oggi si e recato in sala
operatoria senza volerne più uscire. Ha detto di non
sospendere nessuna delle operazioni che aveva nel suo programma , il
che lo capirei se fosse stato un altra persona, ma stiamo parlando di
Lucas. Sputa il rospo! >>
Georgiana
alzò gli occhi al cielo
<<
Oh! S-sai
com'è combinato lui, fa sempre il melodrammatico
>>
Gloria
ammiccò a quelle parole, ma non era
certo una che accettava le mezze spiegazioni , o che l'amica se ne
potesse uscire con delle semplici parole sensa senzo.
<<
Dimmi tutto o giuro che chiamerò le altre
>>
<<
Sappiamo entrambe che lo farai
comunque , non e vero? >>
<<
Ovvio
>>
rispose
senza esitazioni, se c'era una cosa che quella
donna non sapeva fare , era sicuramente mantenere un segreto con se
stessa, tutto ciò che veniva a sapere di conseguenza andava
a finire nelle orecchie delle altre 3 amiche, nonché amiche
di Georgiana.
Raccontò
tutto quello che le era accaduto nei
giorni precedenti, sapeva che avrebbe detto la sua, e dal modo in cui
le stava dando l'idea di Benjamin sapeva anche che con una scusa
qualunque, tutte si sarebbero presentate presto alle porte di
quell'ascensore .
<<
O mio dio , e non ci sei
ancora andata a letto? >>
<<
Dico io ! stai
scherzando, possibile che la prima cosa che pensi quando conosci un
uomo è solo " chissà come sarà a letto
" >>
<<
Non esattamente , in realta sarebbe
" Chissà quanto sarà grande quel portafogli " , e
dopo quello >>
disse
camminando a mo di saltelli per i
corridoi dell'ospedale
<<
Vado a lavorare,
arrivederci >>
Georgiana
si dileguò in men che
non si dica dando le spalle e sorridendo all'amica.
*********
Una
volta uscita fu sempre il solito tragitto, ma questa volta attendeva
con ansia l'arrivo in ascensore. Quando vi fu davanti si
fermò senza proferir parola, lui non c'era, l'ascensore era
vuoto, le venne un tuffo al cuore e sorridendo a testa bassa
entrò. Mentre le porte si richiudevano sentì
delle risate provenienti dal corridoio, una donna bloccò la
chiusura, un viso angelico e un vestitino rosso che le risaltavano il
viso,
i tacchi la rendevano tanto alta quanto lui, quel lui che
sbucò da dietro, Benjamin
<<
Prendiamo l'altro
ascensore >>
<<
Stai scherzando,
perchè dovremmo se ne abbiamo già uno a
disposizione. >>
La
voce squillante di qulla donna
smentivano l'immagine del primo impatto che si poteva avere di
lei.
La
donna lo portò dentro, le loro mani unite, e come se
Georgiana non esistesse la spinse di lato, lui digitò il
nono piano ma non digitò come ormai era abitudine il
dodicesimo piano , così fece lei .
" Lurido stronzo
donnaiolo
dei miei stivali, ho capito come sei composto. Stronzo, b******o
. "
Sorrise tra se e se mentre
attendeva l'arrivo, non appena si aprirono
le porte la donna uscì tenendolo per mano e lui sorridendo
come se fosse compiaciuto della situazione la salutò.
Arrivata al
dodicesimo piano continuò a ripensare a quel sorriso
divertito che le aveva fatto, ma tra se e se sapeva che infine era cosi
che sarebbe andata, lui un play boy b******o che ovviamente andava con
donne del suo calibro e genere.
Giorno
10
Non
raccontò nulla all'amica, aveva deciso che lo avrebbe fatto
quando la storia si sarebbe dimenticata e l'amica si fosse convinta che
era solo un vicino di casa, per così dire.
Le
giornata sembrava esser passata in fretta, perchè senza
volerlo si ritrovò con le quattro amiche che la spingevano
su per le scale della hall, salutarono George che rise vedendo le sue
amiche così euforiche.
<<
Dai corri, corri
>>
<<
ragazze smettetela di spingere , non
sono mica un carrello. >>
Si
catapultarono dentro una ad
una, spiando se vi fosse o meno l'uomo di cui avevano sentito parlare,
lei entrò per ultima imbarazzata dalla situazione . E lui
era sempre li, divertito più lui della situazione che le
amiche di lei . La trascinarono parlando tutte insieme sottovoce, o
almeno così credevano
<<
Ci avevi detto che
era carino, non che sembra uscito da una rivista
>>
Georgiana
si portò le mani sul viso cercando di nasconderlo
<<
Georg, cara mia , presentacelo no? >>
<<
Ma non lo conosco neanche io, ragazze. Smettetela di
comportarvi così, se non ve ne siete rese conto siamo in un
ascensore dove il tutto viene udito .
>>
Le
porte si aprirono e l'uomo prima di uscire
salutò con un piccolo inchino di capo
<<
Signorine, a presto >>
si
congedò sorridendo, rimaserò senza proferir
parola, il che meravigliò persino
Georgiana, era la prima volta, ma non diedero nemmeno il tempo di
chiudere le porte che inziarono a strillare fra di loro
<<
Voglio sprofondare >>
si
disse
Georgiana.
Giorno 11
Le
giornate non cambiavano mai, quel che cambiava erano le persone che
incontrava ogni giorno in ospedale. Lucas non si era fatto
più vedere ne sentire dopo quel giorno, se ne era uscito
con un messaggio dove le scriveva delle scuse.
La
sera arrivò presto, e ben presto la stanchezza
cominciò a farsi sentire decidendo dunque di andare via
prima. Questa volta Georgiana aveva deciso di andare in autobus,
arrivando nel palazzo si era persino dimenticata quel gesto
abitudinale, salutò George ed entrò diretta verso
l'ascensore gettando la borsa nell'angolo mentre si reggeva allo
scorrimano poggiando la testa allo specchio.
<<
Cosa c***o
vuol dire non li trovo, cercate nei vostri archivi . Da qualche parte
devono pur essere. Se entro le 24 ore non vengono trovati
porterò voi in tribunale , e direte voi al giudice che avete
perso tutto . NESSUN MHA! >>
sentì
sbattere
violentemente qualcosa, staccò il corpo che sembrava aver
fuso con quell'ascensore mettendosi su un solo lato.
Dall'usciò sbucò Benjamin, la giacca e la borsa
in un unica mano, i soliti capelli composti questa volta erano con
ciocche sparse ovunque, era intento a togliersi la cravatta con la
mano che gli rimaneva libera, su tutte le furie gettò tutto
in un angolo e quasi si strappò la cravatta dal collo
più che togliersela, la tirò al lato e si
sorresse sullo scorrimano poggiando la testa allo specchio . Georgiana
fu pietrificata, decise di non dir nulla ed era intenta a guardarsi le
punte dei piedi. Non aveva idea di come reagire, si sentiva in
imbarazzo difronte a quello a cui aveva appena assistito, non sapeva
come ci si dovesse comportare , non che fosse affar suo . Si
voltò appena a guardarlo , lui spostò lo sguardo
fissandola con gli angoli degli occhi
<<
S-sta bene ?
>>
senza
che se ne rendesso conto l'afferrò
per la vita sollevandola da terra, facendola sedere su di uno degli
scorrimano, non era un posto dove ci si potesse sedere non c'era
abbastanza spazio per non poter cadere, ma lui le fece stringere le
gambe intorno alla sua vita baciandola senza prender fiato, le
sbottonò la giacca portando le sue mani sin sopra il seno,
cercò di spingerlo via ma le afferrò le mani
portandole sulla testa, passò a baciarle ardentemente il
collo , tolse le mani dalla maglia cercando di togliere anche quella.
Era passato ancora alla bocca , ma le porte del nono piano si aprirono
, lui si fermò mordendole il labbro , diede un ultimo
sguardo alla sua bocca e la lasciò andare di colpo prendendo
le sue cose per poi uscire velocemente.
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Capitolo 3 *** 3° ***
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Giorno 12
Durante
la notte Georgiana lo aveva sognato si era svegliata matida di sudore,e
con difficoltà cercava di addormentarsi. Quel giorno mentre
si dirigevo verso l'ospedale cercava di trovare un nesso su quello che
aveva fatto , e per quanto lei si impegnasse a cercare di dimenticare
non riusciva o forse non voleva. Aspettava con ansia l'orario d'uscita
dal suo lavoro , lo avrebbe incontrato ancora, la realtà era
che voleva incontrarlo ancora.
Erano
le 16 quando incontraò Gloria, era ferma sull'uscio su una
delle camere nella quale Georgiana stava lavorando con uno dei pazienti
<< Quindi vuoi dirmelo o vuoi che te lo faccia sputare ?
>> << Cosa vuoi che ti dica ?
>> non riusciva affatto a capire come ogni volta che le
succedeva qualcosa di importante lei lo venisse a sapere, tutte le
volte era sempre così . << Andiamo Georg
sappiamo entrambe che me lo dirai comunque, ti osservo da
mezza giornata e non te ne sei nemmeno accorta >>
l'afferrò per un braccio trascinandola fuori nel corridoio
<< Smettila di parlare così forte Gloria
>> << Lo sapevo, ci sei andata a letto
>> << Shhhh! ma cosa dici >>
Georgiana le raccontò tutto , al termine della storia
urlò di gioia << Non posso crederci, lo sapevo
che avrebbe fatto qualcosa il bell'imbusto . Certo che se aspettava te
>> << Ma cosa stai dicendo , non abbiamo
fatto nulla >> << Avresti voluto e?
>> << O ma quanto sei così...
così , non so come dire >> << Si
si certo mentre tu ci pensi , vado a lavorare, credo ci
verrà un bel pò >> <<
Ti odio >> << Anch'io ti voglio bene
>> le disse mentre andava via. Georgiana sapeva
che prima o poi lo avrebbe scoperto , ma amava le sue amiche , adesso
invece cercava di capire cosa combinare .
Ore
21:00
Fece
il solito percorso di tutti i giorni , gli stessi gesti prima di
entrare nel palazzo e poi si decise ad entrare, arrivata davanti
all'ascensore non lo trovò ,ancora una volta si diede della
stupida, si era ancora illusa ma questa volta provò
dell'odio verso quell'uomo che non riuscì o non voleva
spiegarsi. Era così stupido , pensava di comportarsi come
una ragazzina di 10 anni che si innamorava alla prima allusione, non
sapeva chi fosse Benjamin ma sapeva che avrebbe dovuto dimenticare
tutta la faccenda .
Giorno 24
I giorni trascorserò
e di lui nessuna traccia, Georgiana si era convinta di essersi
dimenticata dell'accaduto ma soprattutto perché non lo
vedeva da molto, si diceva che era solo una cosa passeggera che se lo
avesse visto in ogni momento non lo avrebbe nemmeno riconosciuto ,
che aveva dimenticato persino com'era . Le amiche non
chieserò più nulla dopo qualche giorno,
ritenevano che fosse partito o che si fosse trasferito.
La solita routine, solite
stanze , soliti dottori , pazineti diversi , discussioni uguali ,
tragitti sempre uguali, le giornate passavano tranquillamente . Gli
orari erano finiti e lei era sfinita , carcava ogni giorno di fare
più ore possibili , si ripeteva a se stessa che lo faceva
per avere la giornata piena , ma quel giorno era stato il
più pesante che avesse passato , quel giorno non riusciva a
reggere in piedi non vedeva l'ora di raggiungere il suo letto e
crollare . Di certo non si sarebbe mai aspettata la sua presenza quel
giorno dentro l'ascensore , rimase pietrificata e poi si decise ad
entrare senza proferire niente neanche lui disse nulla, aveva la sua
solita valigetta tra le mani e quell'aria da uomo d'affari e da chi si
sentiva superiore . I piani passavano , arrivato al 8° lui
bloccò le porte piazzandosi davanti a lei <<
Senta non posso reggere adesso la sua presunzione ,e le sue voglie
improvvise, non so per chi mi abbia preso non sono una di quelle
sgualdrine che si porta a giocare a casa. Sono stanca e gradirei
arrivare a casa >> lui rimase impassibile difronte a lei
, e lei vedendo che non faceva nessuna mossa o proferiva parola lo
guardò incuriosita del perchè non diceva o faceva
nulla , stava ridendo << La diverto? Le sembra una
barzelletta , si tolga >> Georgiana fece per far partire
l'ascensore ma lui fu altrettanto veloce da bloccarle la mano
<< E impazzito , guardi che posso anche denunciarla. E
questo suo silenzio mi innervosisce >> <<
Signorina Georgiana , sono un avvocato non credo che denunciarmi sia
una buona idea >> le baciò la mano che teneva
ancora stretta << Vorrei chiederle se avesse voglia di
salire nel mio appartamento >> Georgiana
sgranò gli occhi , non credeva che quell'uomo
avesse davvero detto quelle parole per di più non aveva
smesso di sorridere , decisa a rimprendersi la sua mano rispose
<< Allora non ha ascoltato ciò che le ho detto
prima >> << Si sbaglia io ho ascoltato , ma
lei è quella che sta alludendo al sesso , io le ho solo
chiesto se vuole venire in casa mia , fra i due ciò che
adesso ci sta pensando siete proprio voi >> Benjamin
aveva inarcato un sopracciglio senza distaccare lo sguardo da lei ,
Georgiana divenne rossa in viso e abbassò lo sguardo
<< Siete mancato per giorni come potrei sapere che non
siete un serial killer >> << Un cosa?
>> disse quasi ridendo << Si insomma
>> << Le ho detto che faccio l'avvocato ,
sono stato via per lavoro se proprio eravate preoccupata
>> lei alzò velocemente lo sguardo
<< I-io non ero preoccupata per voi, solo che di solito
vi incotravo qui quinvi avevo pens.. >> si era
fermata di colpo quando lo vide divertito alle spiegazioni che cercava
di dare. << Dunque? >> Georgiana si
arrabbiò e corrugò la fronte <<
s-senta un po, non voglio venire nel vostro appartamento, siete
così presuntuoso e spavaldo e
così...così... >> <<
Attraente? Affascinante ? >> senza finir di parlare fece
partire l'ascensore mentre si era voltato improvvisamente dandole un
bacio, non come le altre volte , questa volta l'aveva baciata
dolcemente e lei come sempre quando le porte si aprirono e lui
uscì ,rimase immobile , si fermò davanti alle
porte << Ogni volta che scenderemo a questo piano
aspetterò prima che si chiudino le porte che voi usciate
insieme a me dall'ascensore >>e le porte si chiusero.
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Capitolo 4 *** 4° ***
Georgiana non riusciva a
capacitarsi in quel momento di cosa le aveva appena chiesto, o non lo
credeva possibile pensava. Per settimane non si era più
visto e credeva di aver dimenticato quel volto da diavolo scolpito da
uno degli angeli più abili che mai fossero esistiti , non
voleva stare al gioco di lui ma allo stesso tempo era curiosa di come
sarebbero andate le cose se lei si fosse decisa mai a scendere in quel
maledetto piano. Si arrabbiò con se stessa e con lui,
credeva che lei fosse una delle tante , eppure come aveva affermato lui
era solo per prendere magari una tazza di tè o
caffè , ma nel frattempo il cervello combatteva con le
emozioni dicendole che un uomo del genere - donnaiolo - che invitava
una donna in casa sua ,che per di più non conosceva neanche
molto ( se non affatto ) , era solo per un valido motivo.
<< Come si permette >> si disse mentre
raggiungeva il suo appartamento.
Giorno 25
Era domenica, e questa volta
Georgiana aveva l'intenzione di prendersi la sua meritata pausa dal
lavoro chiamando l'amica , sapeva benissimo che di li a poco si
sarebbero presentate tutte. << Hey Gloria, si! sono io ,
oggi stacco dal lavoro ho intenzione di andare un pò in giro
.... >> << Certo che vengo con te
>> si sentì urlare dall'altra parte, non fece
in tempo a staccare l'orecchio dal telefono che quella
riattaccò senza dir nulla. Lei era abituata a quelle
esaltazioni che a volte prendevano la sua amica.
Qualche ora dopo si
sentì bussare alla porta , dietro - come predetto - vi era
tutto il gruppo al completo << Hey cosa fai ancora in
pigiama , sbrigati che oggi si va a fare compere >> .Ebbe
appena il tempo di preparasi, quando rientrò in cucina le
amiche si fermarono a guardarla << Dico io , o
la prendete a calci voi o la faccio fuori io >> disse
Rachele : era la tipica donna che non aveva i peli sulla lingua ,
ciò che aveva da dirti ti diceva senza mezze misure, capelli
ricci rossi , occhi castani, fissata con la moda , stava con un uomo
che aveva incontrato in Scozia dove la famiglia di lei era nativa, Matt,
che lavorava come pompiere e scoprì presto essere un lavoro
non tanto emozionante per una come lei.
<< Ma come ti sei
conciata >> rispose Gloria << Che
cosa ho che non va >> rispose lei, intenta a mangiare un
cornetto vuoto mentre cercava di sistemarsi a dovere, tutte si
guardarono in faccia, fino a quando ad un certo punto un ghigno
quasi maligno attraversò i loro volti, e in men che non si
dica si ritrovò catapultata dentro la sua camera , seduta
,mentre le amiche le davano il ben servito.
Qualche ora dopo , quando
ebbero finito, si alzò dalla sedia nella quale credeva
stasse facendo radici, osservandosi allo specchiò si
notò visibilmente cambiata, i lunghi capelli le ricadevano
da un lato ,un lungo vestito primaverile le ricadeva sino alle
ginocchia e le scarpe quasi vertiginose la facevano più alta
di quanto il 1,60 ci si aspetti. Non avevano esagerato col trucco, in
fondo era solo una fra le poche se non inesistenti uscite che le
permetteva il lavoro.
<< Ora possiamo
andare >> dissero.
Il piano delle amiche prevedeva
un giro in piazza per negozi fino all'ora di pranzo, nel pomeriggio era
dedicato agli uomini dicevano . Georgiana non si era mai sentita a suo
agio al di fuori delle 4 mura del suo ospedale, credeva di avere molta
dimestichezza con quelli che per lei erano dei normali pazienti ai
quali sapeva cosa doveva fare per aiutarli, ma le sue frasi si
limitavano a delle discussioni con coloro che aveva abitudine di
incontrare ogni giorno , o ad un semplice buon giorno o arrivederci .
L'ora di pranzo non si fece
attendere , erano uscite tutte con delle buste, ovunque mettessero
piede avevano la smania di dover comprare qualcosa da portare via, non
sapevano nemmeno se mai le avrebbero usate. Decisero di fermarsi in un
ristorante in centro , con una veranda che dava una meravigliosa vista
sulla fontana, dei tavoli posti sotto degli enormi gazebi davano un
aria d'estate a quel posto << Allora cosa prendete?
>> disse in fine Gloria, un cameriere si
avvicinò a loro, e Georgiana con aria stanca , quasi si era
accasciata su quella sedia, mentre tutte decidevano cosa prendere
Georgiana si focalizzò sulla fontana, si
meravigliò della maestosità che potevano avere
quelle strutture, amava quelle statue poste in cima e le decorazioni
che col tempo andavano consumarsi, si perse nel rumore proveniente da
essa e si immaginò sotto una cascata limpida, almeno fino
a quando non si sveglio vedendo quella figura intenta ad osservare il
suo cellulare , al suo fianco due uomini discutevano fra di loro,
improvvisamente si alzò con uno scatto fulmineo che persino
un ghepardo avrebbe invidiato, cercò di recarsi all'interno
del ristorante quando cadde sulle gambe delle due sue amiche che
stavano da un lato << O Cristo >> quasi
sussurrò più a se stessa che alle altre
<< Cosa c***o fai Georgiana >> lei si
alzò in fretta recandosi dentro sorpassando il cameriere che
era rimasto impressionato dalla scena << Ah! ecco cosa
>> disse Luisa : capelli lisci sino alle spalle, dagli
occhi sul castano e verde che cambiavano in base alla stagione o
addirittura all'umore.Lavorava come segretaria in un ufficio di
dentisti, dove uno di loro era proprio il marito, immaginiamo pure dove
si siano incontrati. Lei aveva solo l'intenzione di togliere quel dente
cariato che da mesi non sopportava più, almeno fino al
fatitico giorno in cui si decise ad andare, da li in poi lui
continuò a dirle che il dente non andava ancora bene, il
che si poteva capire per qualche visita, ma sapevano tutte che quel
dente stava alla grande, fu lei a dire che in realtà si
erano già messi insieme da parecchio.
Luisa aveva indicato la
direzione dove aveva appena visto quel bell'imbusto di Benjamin.
Georgiana si era chiusa in
bagno, dove restò per appena 2 minuti , decisa che ormai
doveva essere andato via, che aveva già superato la fontana
e anche la piazza. Intenta ad uscire mentre si dava un contegno, decisa di dare delle spiegazioni alle amiche dando una stirata a quell'abito,
si bloccò sulla porta, cercò di tornare indietro
vedendo Benjamin intento a sorridere e a salutare le amiche con vigore, mentre gli altri due uomini prendevano posto accanto a loro senza
nessuna preoccupazione lui rimaneva in piedi, si disse che in fondo
nessuno si era accorto di lei, fece appena un passo quando Benjamin
con una mano in un tasca dei pantaloni si rese conto che lei era li
<< Georgiana ! >> ella si fermò
di colpo << Hey... emh.. salve.. non l'avevo vista
>> sorrise scaltro dicendo in un modo sarcastico che
nessuno capì a parte lei << Immagino! Venga si
sieda >> << Oh! no, noi stavamo andando
via. Vero ragazze ? >> << Ma se siamo
appena arrivate >> disse Rachele sorridendogli a mo di -
scusa ma dovevo - la rimproverò con lo sguardo . << Bhe
adesso devo andare via però >> cercando di
rimediare << Avevamo deciso tutte che oggi ci saremmo
viste con i ragazzi, non puoi abbandonarci. >>
<< Potremmo venire anche noi >> dissero i
due imbusti seduti << Non ci dispiacerebbe affatto
>> Georgiana sembrò rassegnarsi a quell'idea
che avrebbe perso con le sue amiche che sembravano essersi messe contro
di lei, persino il suo sguardo sembrò rassegnarsi .
Aveva ordinato solamente un
sorbetto a limone, le amiche discutevano fra loro o parlavano con i
due appena conosciuti, mentre Georgiana si perdeva nei gusti di
ciò che stava mangiando, improvvisamente si sentiva
osservata voltandosi alla sua sinistra, lui era li, seduto con le
braccia distese su quella poltroncina bianca che sembrava fatta di
vimini, impassibile senza alcuna espressione fino a quando non
incrociò le gambe e le sorrise in modo malizioso
avvicinandosi al suo orecchio, le spostò in maniera molto
lenta, sfiorandole volontariamente un orecchio, una ciocca di capelli,
quel gesto le provocò una scossa alla schiena che la fece
rabbrividire<< avete deciso cosa fare >> le
sussurrò con una voce che neanche lei riconobbe, si
voltò guardandolo negli occhi, vide qualcosa di diverso
mentre lui continuava in maniera disivolta a sorridere, non sopportava
quella sua sfacciataggine e quella sua presunzione, così gli si avvicino al
suo orecchio intenta a rispondere, quando si soffermò,
guardò prima lui poi si avvicinò ancor
più sfiorando volontariamente il suo orecchio con le labbra
e con la voce più convinta che riuscì a fare gli
disse molto lentamente << Puoi scordartelo bell'imbusto
>> quando si ristrasse vide quel sorriso svanire e la
mascella di lui contrarsi ,sorrise soddisfatta. Lei era ben consapevole
di aver provocato il diavolo angelico, ma non sapeva quali erano le
sue intenzioni e sperava che in quel momento lui gliele avrebbe
chiarite in modo esplicito, ma lui tornò a sorriderle
afferrandole il mento con una mano ,avvicinando le sue labbra al suo
orecchio << Siete così precipitosa, voglio
solo comportarmi da buon vicino di casa offrendole una tazza di
caffè. Credo che voi stiate ancora alludendo al sesso, non
oserei mai farlo con voi , non siete il mio tipo. >>
rimase sopresa da quelle parole, forse non più per lo
stupore ma forse perchè si ritenne molto offesa , sapeva di
non essere una modella o dio sa solo cosa, ma non che un uomo cosi
arrogante fosse così sfrontato .
Ringrazio tanto time_to_say_smile
perchè continua a seguire questa storia e recencisce questa
storia positivamente, grazie ancora :))
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Capitolo 5 *** 5° ***
segs
Si
voltò verso di lui , era
offesa e le si leggeva in faccia, l'unica cosa che voleva fare in quel
preciso momento era schiaffeggiare quel viso che
continuava a sorriderle trionfante, non aveva una risposta per
ciò che le aveva detto << Nemmeno se lo fossi
stata sarei
mai venuta con voi >> disse infine con la voce
più
irritata che poteva << Scusate le mie brutte maniere di
esprimermi Georgiana, non era mia intenzione offendervi
>> se
c'èra una cosa che le risultava difficile quello fu proprio
riuscire a capire come fosse così lunatico quell'uomo,
adesso
non capiva se cercava di prenderla in giro o semplicemente scusandosi.
<< Comunque la mia offerta è sempre valida
signorina
>> fu confusa
da quei improvvisi comportamenti ,tanto che urlò dentro se
stessa portando i gomiti sul tavolo e le mani sul volto,
<< Siete
cosi sfacciato , e molto pieno di voi >> <<
è questo
che piace alle donne >> si tolse le mani dal viso e
lo guardò esterefatta << dio! ma vi
sentite? Quali
donne
frequentate voi? >> poi ci pensò
<< Ah! Giusto
>> rispose annoiata << Mi scusi " Benjamin
" >>
marcò il suo nome volontariamente mentre si alzava dal
tavolo
<< Ma adesso devo andare >>
<< Dove andate >>
<< Non sono cose che la riguardano >> lo
vide irrigidirsi e
contrarre i muscoli del viso, << Georgiana dove vai?
>> le
amiche improvvisamente si resero conto di lei , in realtà
avevano volontariamente lasciato Benjamin al suo fianco tenendo
occupati gli amici . << Vado via >> rispose
improvvisamente
Benjamin alzandosi dal tavolo << Hey Ben! Dove credi di
andare?
>> << Ho degli affari da sbrigare in
ufficio >>
<< ma.... >> la voce di
Benjamin non lasciava trapelare nessun ripensamento ma era come
arrabbiato , nessuno , nemmeno Georgiana riuscivano a capire il motivo
di tale rabbia, non poteva neanche essere perchè lei le
aveva
risposto in modo tanto brusco. Con la stessa rapidità con
cui
era venuto se ne andò salutando freddamente, Georgiana
rimase in
piedi guardando quell'uomo divenire sempre più piccolo man
mano
che si allontanava, aveva dell'amaro quella situazione , il suo cambio
improvviso di umore, ma fu altrettanto felice che se ne fosse andato.
Giorno 26
Si
svegliò senza volere, soffermandosi a guardare il soffitto
pensando al giorno prima, quando Benjamin se ne fu andato lei era
rimasta con le amiche e quell'uscita con gli " amici " che si era
pianificata per il pomeriggio sembrò essere ancor peggio
dell'incontro con Benjamin, aveva cercato di svincolarsela da quella
situazione ma le amiche riuscirono a trattenerla, trascorse il resto
del tempo a cercare di divertirsi mentre continuava a ripertersi che
prima o poi fra qualche minuto lo avrebbe fatto, come se fosse una cosa
normale. Le amiche - almeno quelle già impegnate - avevano
atteso l'arrivo dei compagni mentre le altre stavano semplicemente
flirtando con i due conosciuti a pranzo.
Sbuffò
portandosi il cuscino sulla faccia, non poteva immaginare che se solo
uno dei due uomini si fosse messo con una di loro , avrebbe significato
vederlo quasi sempre, il che gli bastava solo per quei minuti che lo
trovava in ascensore. Rimproverava se stessa di quando inzialmente lo
aveva trovato attraente , il che lo era realmente , non riusciva a
sorportare che lui consapevole di esserlo se ne vantasse, orgoglioso
com'era di se stesso e dell'effetto che riusciva a fare sulle donne,
continuava a pensare che il motivo fosse anche perchè
nessuna gli avesse mai detto di no all'eccitazione che riusciva a
provocare. Si alzò con fare disinvolto dal letto ,
e si preperò per andare a lavoro.
Come
al solito la giornata era la solita, quando uscì
dall'ospedale e arrivata alle scale che portano nella hall del suo
palazzo fece un lungo respiro e si incamminò tranquillamente
- almeno lo era al di fuori , sapeva anche lei che dentro stava morendo
- verso l'ascensore , aveva già salutato Georg e si era
incamminata nel corridoio che portava agli ascensori ,infilò
le mani nella borsa per cercare la sua agenda dove incanalava di tutto
e di più, amava scrivere frasi o semplicemente delle cose da
ricordare << Trovato! >> aveva pensato di
ignorarlo facendo finta di leggere appena entrata nell'ascensore , ma
non si era nemmeno resa conto che le era stato appena strappato dalle
mani << Cosa c***o combini >>
<< Non avrei mai immaginato che fossi un tipo da agenda ,
o diario? >> cercò di riprendersi la sua
agenda ma altrettanto veloce fu Benjamin che lo passò nella
mano opposta allungango il braccio sulla propria testa , Georgiana
portò le braccia lungo i fianchi chiudendo le mani in dei
pugni << Vi state comportando come una persona infantile,
ridatemi ciò che mi appartiene >> aveva gli
occhi sorridenti puntati << prendete pure
>> lo guardò , ma non aveva accennato ad
abbassare il braccio , lei infuriata quasi gli si arrampicò
addosso quando non si rese conto di essergli appiccicata
,arrossì violentemente quando finì con il suo
naso sul suo , sentì lo stomaco contrarsi e si senti
bruciare dentro , lui sorrise maliziosamente , scese velocemente
andando via infuriata << T-tenettelo pure
>> non prese nemmeno l'ascensore salendo le scale . Era
arrivata al 6° piano << Dovrei fare qualche
esercizio >> disse col fiatone <<
Dannazzione a lui >> continuò a salire
<< Che dite volete entrare? o volete prendere l'ascensore
>> lo vide fermo con le mani incrociate sul petto e la
sua agenda sullo stipite della porta che portava agli appartamenti del
nono piano<< Non sperateci, accetto la proposta
dell'ascensore . Ora siete felice, ieri non era così
>> disse ancora Georgiana sorpassandolo senza guardarlo ,
sentiva i suoi passi dietro , entrò nell'ascensore e si
voltò << Avete intenzione di tenervela o avete
intenzione di restituirmela >> si avvicinò al
suo viso e in quell'istante Georgiana non si era resa conto di esser
entrata in apnea , era sempre più vicino quasi a sfiorarle
le labbra quando le posò l'agenda nella borsa " Stupida Georgiana , sei
solo stupida " ,ancora
una volta sorrise aspettando davanti a lei le porte dell'ascensore che
si stavano chiudendo , si accasciò sullo scorrimano
poggiando la testa nello specchio
Giorno 38
I giorni che ne
trascorserò non cambiarono, tutte le volte che si
incontravano nell'ascensore Georgiana lottava a volte con se stessa per
non saltargli addosso ed ucciderlo , continuava a ripetersi di rimanere
calma. Ogni volta che arrivavano al nono piano , dove stava
l'appartamento di Benjamin lui aspettava davanti alle porte
dell'ascensore , non perchè aspettasse che si
chiudesserò ma attendeva la scelta di Georgiana che
uscissè insieme a lui , ma lei come le era ormai di
consuetudine provocarlo gli rideva felice e non lo degnava di uno
sguardo.
Quel giorno Georgiana era
arrivata all'ascensore e lui era sempre lì , attendeva il
suo arrivo senza far chiudere quelle porte, non sorrideva o
proferì parola ne la degnò di parola , lei ne fu
infinitamente grata ma ne fu turbata , non riusciva a capire
ciò che turbava lui ma questa voltà
preferì non chiederglielo , l'ultima volta che lo fece
sapeva come era finita, e ripensandocì gli si strinse lo
stomaco .
Le porte si aprirono come
sempre al nono piano, si sentì volare quando lui
l'afferrò trasportandosela in spalla << COSA
STAI FACENDO , METTIMI GIù , SUBITO!! >> lui
fece finta di nulla come se fosse una cosa normale , inutili
fù scalciare o prendere a pugni il suo dorso , molto
probabilmente ciò che sentiva lui erano dei semplici
schiaffi sulle spalle che si trovava. Aprì la porta
trascinandola dentro mentre con un piede si chiuse la porta dietro.
MusicHeart :
Mi scuso se non pubblico quando devo , ma se non ho l'ispirazione o il
tempo non riesco a scrivere nulla x.x e ti ringrazio come sempre ,
ormai ti sarai persino stancata di sentirtelo dire, ma perdonami
continuerò a farlo ^^" almeno finchè non ti
stuferai ( xD dimmelo pure)
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Capitolo 6 *** 6° ***
Chiuse la porta a chiave, mentre le fece attraversare il
lungo corridoio prima di svoltare a destra per il salotto, Georgiana
non riusciva ancora a capacitarsi di tutto ciò, continuava a
sferrare cazzotti in quell'ammasso di muscoli. Benjamin si
fermò di colpo a pochi centimetri dal suo divano dove la
poggiò delicatamente, improvvisamente tutto quello che
voleva fare o dire non le riuscì, si era bloccata davanti a
lui che senza preavviso si allontanò passandosi
istericamente una mano fra i capelli scompigliati e gettando
violentemente la giacca con la sua borsa in una parte del salotto. Lei
era rimasta lì, immobile senza fiatare mentre lo vedeva
lasciare la stanza, stava lottando con se stessa per non ucciderlo,
perché si comportava in quel modo, non aveva la ben che
minima idea di cosa fare.
Passarono dei minuti interminabili e non appena
sentì i suoi passi avvicinarsi si alzò di colpo
rimanendo senza fiato, la sua camicia era ricoperta di sangue,
Georgiana portò istintivamente le mani alla bocca
<< Cosa avete combinato >> ma lui
sembrò non darle retta mentre le si avvicinava, e quando le
fu vicino le spinse delicatamente con una mano sulle clavicole, lei non
potè fare a meno di notare le mani fasciate a malo modo da
delle garze insanguinate, le si inginocchò lentamente
togliendole le scarpe, lo lasciò fare.
Continuava a non parlare e questo a lei la innervosiva, mille
domande le balenavano in testa e lui non aveva intenzione di parlare,
quegli occhi tanto brillanti erano spenti, mentre cercava pazientemente
di slegarle l'altra scarpa lei lo bloccò afferrandogli la
mano, sembrò sorpreso da quel gesto, inziò
cosìì senza guardarlo negli occhi a sgliogliere
quelle fasciature << Non toccate
>> le disse lui togliendole bruscamente
ciò che stava raccogliendo << Sapevo che
eravate matto, ma ciò supera anche le mie aspettative
>>, lui sorrise nervosamente alzandosi e passando ancora
nervosamente la mano fra i capelli portandoli indietro <<
Vorrei andare via se non vi dispiace >> si
voltò scattante verso di lei << Mi dispiace
>> Georgiana rimase stupita << Voi sapete
che questo si chiama rapimento vero? >> a quelle parole
sembrò ritornare in se rilassandosi mentre rideva
<< Diciamo che vi ho preso in prestito, visto la vostra
insistenza nei giorni scorsi >> << La mia
insistenza? >> era rimasta seduta senza intenzione di
alzarsi, << Si esatto! Avete paura che vi abbia portato
quì per fare del sesso con voi? >> era
incredibile, non riusciva a capire come fosse così schietto
nelle parole, sapeva che ci stava mettendo un bel pò di
tempo per rispondergli ma sapeva anche che si era accorto che le fosse
diventata la faccia come un pomodoro, << S-siete volgare,
e mi avete presa contro la mia volontà portandomi in casa
vostra >> << Ma non avete risposto alla mia
domanda >> era impassibile con quel suo sorriso
inquietante << Non lo farei mai con voi >>
disse irritata, a quel punto le si avvicinò mentre lei non
aveva via d'uscita, bloccata com'era dalla spalliera del divano in cui
si trovava. Abbassò il suo busto avvicinando il suo viso
pochi centimentri da quello di lei mentre poggiava le mani
hai lati della sua testa, non si mosse ma continò senza
vergogna a fissarle le labbra << Non vorrei avervi sulla
coscienza se mi morite soffocata nel salotto di casa mia. Devo sempre
ricordarvi che andate in apnea >> Georgiana non ebbe
intenzione di proferir parola o muoversi, un turbinio di emozioni le
vorticavano in testa, il suo sguardo passò alla sua camicia
ricolma si sangue e fu in quell'istante che si risvegliò,
senza rendersene conto passò la mano in quella macchia,
mentre lui continuava a fissarla << Come ?
>> lui sembrò irrigidirsi dinuovo
allontanandosi da lei, non si rese nemmeno conto che lei gli aveva
afferrato la camicia bloccandolo, rimase basito da quel gesto
<< Lasciatemi stare >> disse levandole la
camicia dalla sua stretta, lei non fiatò rimanendo in
silenzio dov'era << Si e fatto tardi, andate
via >> infine pronunciò secco mentre
le lanciò le chiavi per terra. Era confusa e amareggiata, ma
non riusciva a capacitarsi del suo comportamento, continuava
ripetersi che non le importasse più di tanto,e
proprio quando vide strisciarle le chiavi sino ai piedi che non
riuscì più a pensare lucidamente.
Aveva osservato per un istante interminabile quelle chiavi,
alzò lo sguardo verso i suoi occhi distanti e glaciali che
attendevano di verderla abbandonare quel posto. Passòsopra
quelle chiavi e si diresse verso di lui afferrandolo delicatamente per
una mano spingendolo a seguirla, lui era pietrificato facendosi
trascinare per la sua casa in silenzio.Georgiana aveva dovuto aprire un
paio di porte prima di trovare ciò che cercava, alla quinta
porta che aprì ne entrò trascinandolo dentro
trovando le luci, la camera si illuminò mentre lui si chiuse
la porta alle spalle e ne rimase stupito quando si rese conto che
ancora lo stava trascinando altrove e non dove si era immaginato,
aprì una seconda porta all'interno di quella camera da
letto, le luci illuminarono quel bagno tanto lussuoso quanto infinito.
Georgiana continuava a tirarlo dietro se fermandosi solo per aprire il
vetro scorrevole della doccia, lo tirò delicatamente e lui
frastornato la seguì, facendo entrare lui per primo facendo
poggiare la sua schiena alle mattonelle mentre richiudeva dentro
insieme a lui senza lasciargli la mano, era perplesso, confuso mentre
la mano libera di lei aprì un getto d'acqua ghiacciata che
li investì entrambi, Georgiana poggiò la sua
fronte al suo petto insieme alle mani, nessuno dei due si mosse mentre
l'acqua fredda continuava a scorrere sui loro corpi accaldati. Non
seppe per quanto tempo era rimasta così, secondi, minuti,
ore, lui non si era mosso, << Ti prego, smettila
>> disse infine Georgiana sul suo petto mentre alzava lo
sguardo, lui era li, fermo, era stato per tutto il tempo con lo sguardo
perso su di lei, era affranto, infuriato col mondo, Georgiana in
quell'istante voleva spazzar via quelle sue preoccupazioni i suoi
dolori e dar conforto alle sue ferite, ma si staccò da lui
uscendo da quella doccia lasciandolo li per poi scappare via, un attimo
prima di andare via lo aveva visto accasciarsi per terra, nel getto di
quella doccia gelata, affranto. Mentre lei prendendo le sue scarpe
ritornò nel suo appartamento.
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Capitolo 7 *** 7° ***
gvjbkn
Quella notte non era riuscita a dormire
e un tremendo mal di
testa non faceva che peggiorare la situazione. Quando Benjamin le aveva
tirato quelle chiavi con astio e disprezzo come fosse spazzatura
infetta, si sentì ribollire dentro da una rabbia
inconmensurabile, non comprendeva quel suo comportamento e quei gesti
tanto bruschi, in quel momento si sentì infinitamente
ferita.
In qualsasi momento lo avrebbe
accoltellato, non allora, non
in quello stato, voleva il Benjamin che aveva conosciuto, nel pieno
delle sue forze, e sì anche nei suoi modi tanto lunatici e
da "
sovrano del mondo " , quello con cui non faceva altro che scontrarsi,
quel Benjamin.
Si alzò appena quando un senso di nausea la invase facendola
fuggire in bagno, aveva inciampato in ogni cosa che le capitava tra i
piedi persino con l'enorme acquario dove teneva il suo Pito, o almeno
così lo chiamava: Pito era un enorme pitone albino di 5
anni.
Georgiana lo aveva confiscato a dei trafficanti di animali esotici,
sapeva che la cosa giusta era quella di portarlo in un centro adatto a
lui e così aveva fatto, ma per quanto possa sembrare Pito le
si
era attaccata al braccio senza lasciarla andare, anche i serpenti hanno
dei sentimenti. Da allora dopo i dovuti accertamenti e delle lunghe
visite, Pito si era stabilito in casa sua.
Georgiana non possedeva certo l'immenso
appartamento che aveva
Benjamin, ma quel che aveva non le dispiaceva affatto, le infondeva
più calore di quanto ne richiedeva. Fece in tempo ad
arrivare in
bagno prima di rigurgitare tutto, si vide allo specchio e le sembro di
guardare un mostro dagli occhi a palla. Si lavò le mani e il
volto, toccandosi appena la fronte notandosi accaldata, le era salita
la febbre. Tuttò cominciò a girare, con fatica
cercò di raggiungere il letto, tutto divenne nero e il mondo
con
i suoi rumori cessarono di esistere.
La luce che filtrava dalla finestra
ricordava quel calore di
prima mattina, quei piccoli raggi solari che cercavano una via
più remota per potersi inoltrare tra gli spiragli delle
finestre, quel calore era unito all'odore pungente di thè,
non
ricordava di aver messo la pentola sul fuoco, anzi non ricordava
nemmeno come ci fosse finita sul suo letto e con quella pezza bollente
sulla fronte, di conseguenza provò ad alzarsi
<< non osare
provarci, o ti prendo a calci in culo, giuro. Ti sei presa un malanno,
tu e la tua mania di fare sempre tardi da lavoro >> le
disse
infuriata l'amica mentre cambiava quello straccio che aveva in testa
lei, << Ti abbiamo chiamata per ore ieri mattina, non eri
venuta
a lavoro così mi sono preoccupata chiamando le altre,
nessuna
sapeva niente, così ho pensato che fossi a casa del tuo play
boy, il che sarebbe stato fantastico non fraintendermi, ma mi avresti
chiamata o qualche messaggio ma nulla. Ho chiamato George
quì
sotto dicendomi che eri rientrata a casa ieri. Ho bussato per ore alla
tua porta, dopodichè ( e quì non uccidermi ) sono
andata
a casa del tuo lui, ma nemmeno era in casa. Ad un certo punto
ho
pensato ti avesse rapita, e che avesse gia fatto sparire il tuo corpo
chissà dove, che fosse già fuggito in un altro
stato. Ho
chiesto a George dove lavorasse, ovviamente dopo un duro lavoro di
persuasione, sono andata in quel maledetto posto ( e credimi che avrei
voluto scannare quella zoccola di segretaria che ha ). Comunque
è uscito sentendo le nostre urla, ho urlato persino a lui
chiedendogli dove ti avesse gettata, mi ha trascinata dentro e gli ho
raccontato tutto quello che ho dovuto fare, adesso è
quì
fuori che aspetta che tu ti svegli, visto che è stato lui a
trovarti sfondando la porta >> << Voi cosa?
>> aveva
quasi urlato Georgiana pentendosene subito dopo per l'acuto mal di
testa che ne derivò << non dirgli che sono
sveglia, ansi,
mandalo via >> le disse guardando il soffitto, l'amica
rimase
esterefatta << Dico io, ma ti sembra modo di ringraziarlo
? Che
donna ingrata che sei >> Georgiana la fulminò
con lo
sguardo << Diamine Gloria, fa come ti ho detto
>>
uscì dalla camera senza dir parola. Gloria
tornò
poco dopo poggiandosi sullo stipite della porta << Che
cosa ti
sta succedendo piccola Georgiana? >> << Hai
preparato
qualcosa da mangiare per caso? >> le rispose infine,
Gloria
sapeva benissimo che l'amica cercava di deviare la sua domanda quindi
cercò di darle i suoi tempi e non indagò oltre
<<
Del brodo caldo con del thè. Cosa dovrò dirgli
quando si
presenterà ancora alla tua porta? >>
<< Che ho
bisogno di riposare >>.
Giorno
41
Nei successivi due giorni la febbre che
attanagliava Georgiana
sembrò diminuire di appena qualche grado, l'amica le era
rimasta
al fianco per tutto il tempo, le riferiva che Benjamin non aveva fatto
altro in quel tempo che passare prima di andare al lavoro e dopo
quando ne ritornava, e nel resto della giornata non faceva che chiamare
nel numero dell'amica. << Georgiana, ho terminato le
scuse, vuoi
deciderti di vedere quel pover uomo ? Ti stai comportando come una
bambina capricciosa, insomma vuole solo sapere come stai non mangiarti.
>>
Quella sera si presentarono alla porta
le altre amiche con la
gioia di chi aveva appena ricevuto un regalo o aveva appena vinto alla
lotteria << Georgy, cara come ti senti?
>> le voci
assordanti delle amiche le trapanarono il cervello <<
Siete
impazzite? così mi esploderà il cervello
>>
<< bhe sarebbe giusto visto come stai trattando quel
povero
cristiano >> Georgiana rimase basita, com'era che adesso
stavano
tutte dalla parte del diavolo << No no aspetta un
secondo, non
puoi.... >> Gloria stava discutendo con qualcuno
all'igresso, e
quel qualcuno si era appena catapultato dentro la camera di Georgiana
dove vi furono dei secondi nterminabili di silenzio, Benjamin era
entrato superando tutti gli altri e adesso trafiggeva Georgiana con lo
sguardo << N-noi torniamo domani Georgy >>
<< No, ni
voi rim.... >> << No loro vanno,
scusatemi signorine,
ho bisogno di parlare con questa donna qua, vogliate perdonarmi
>> << Tu cosa? >> disse
sbalorfita Georgiana <<
Non parlare al momento, peggioreresti la situazione >>
<<
Che situazione >> << Scumi vado anch'io, mi
hanno
richiamato a lavoro domani >> << G-Gloria,
non puoi farlo
>> le amiche uscirono sorridendo amaramente.
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Capitolo 8 *** 8° ***
shsrhrd
Poco dopo sentì la
porta di
casa
chiudersi e Benjamin sbucò ancora una volta nella camera
<<
Perchè ca**o hai un pitone di là ?
>>
Georgiana non rispose, non
sapeva se fosse infuriata ancora una volta con lui o semplicemente non
sapeva come reagire di fronte a quella situazione che si era appena
creata, tanto che si voltò dall'altra parte, e seppe di fare
una
mossa
sbagliata quando dovette rivoltarsi velocemente dalla parte opposta per
rigurgitare quel poco che aveva " mangiato ". Benjamin si era tolto la
sua giacca e adesso era li a sorreggergli la testa
<< A quanti
gradi hai la febbre ? >>
Georgiana ancora una volta non rispose
<< Donna, non è una domanda di
cortesia, adesso pretendo
che tu mi risponda >>
gli occhi di lei si spalancarono, rise tra
se e se
<< Pretendi? Tu pretendi? >>
<< Sono qui a
sorreggerti il moccio, quindi si pretendo >>
non glielo aveva
mica chiesto lei, non aveva chiesto lei di entrare in casa sua, e
persino nella sua vita, no! Non gli aveva chiesto lei di sbatterla in
quell'ascensore e pretendere dei baci, non gli aveva chiesto di
trascinarla in casa sua, non gli aveva chiesto nulla di tutto
ciò, ma probabilmente avrebbe voluto.
<< 38 e
mezzo >>
<<
da quanto? Dal giorno in cui ti
abbiamo trovata sul pavimento ? >>
<<
cos'è?? adesso
fai il medico anche? >>
<<
No ma ho un amica che potrebbe
aiutarti e.. >>
Georgiana lo
interruppe << Stai scherzando
spero, faccio l'infermiera in un ospedale e ho abbastanza
amici
medici che potrebbero darmi una mano, non ho bisogno della tua " amica
" o del tuo aiuto >>
la fece
sdraiare e le immerse lo straccio in
acqua fredda, vide la mascella di lui contrarsi ritmicamente
<<
Sei stata sveglia per tutti questi giorni e visto che hai rifiutato di
vedermi mi sono imposto ad entrare e.. >>
<< e a
cacciare
le mie amiche da casa mia >> continuò
lei
<<
Mi
scuso per questo comportamento, ma era l'unico modo per farmi dare
ascolto o per avere udienza con vostra altezza, visto e considerato che
per farlo credevo che sarei dovuto andare in polizia a farmi dare il
permesso per una perquisizione >>
<<
Lo sottratto a dei
tizi che vendevano animali esotici >>
<< Come? >>
<< Pito >> disse gesticolando in aria
<< Pito ?
>>
<< Pito, il serpente di là, mi hai
ciesto
perchè avessi un pitone e ti ho risposto >>
<< Non
posso crederci >>
disse lui sedendosi al suo fianco, Gergiana si
sentì troppo vicina a quel corpo anche se a separarli
c'erano
quei strati di coperte e lenzuola, credeva di sentire comunque il
calore che emanava il suo corpo accanto al suo o credeva possibilmente
che era il suo di corpo a bollire per via della febbre.
Cercò di
allontanarsi senza che lui se ne rendesse conto
<< Cosa stai
facendo ? >>
il suo telefono squillò improvvisamente e lui
dovette alzarsi per rispondere e Giorgiana ringraziò
chiunque vi fosse stato dall'altra parte del telefono.
<< Pronto? Si, si, ok daccordo,
no. Aspetta, ascolta Jessica, domani non posso venire, ho preso un
brutto raffreddore.. si si lo so ... ok, grazie, si disdici, con lui
parlerò un altro giorno.. No non preoccuparti.. Arrivederci
>>
Georgiana era rimasta li senza staccargli gli occhi di dosso
per tutta la durata di quella chiamata, quando lui si voltò
gli
disse
<< Dovresti andare >>
lui sorrise tra se e se mentre
si riavvicinava togliendosi la cravatta
<< Non hai proprio capito
tu, dovrai sopportarmi per un bel pò
>>
<<
cosa? >>
<< non ho intenzione di lasciarti sola
>>
una risata isterica uscì dalle sue labbra
<< Bello scherzo, ma adesso fa il serio signorino e torna
nelle tue terre selvagge >>
<< terre selvagge? Davvero? Non hai di meglio da dire?
Tutto quì? E in questo modo adesso io dovrei sentirmi
offeso, visto che mi hai paragonato ad un animale, e che di conseguenza
dovrei andarmene. Sai donna, e proprio degli animali selvaggi che
dovresti aver paura >>
pronunciò quelle ultime parole avventandosi sulle sue labbra
roventi, le mani di lei si conficcarono nel suo petto, lui le si
avvicinò ancor più come un serpente costrittore
con la sua preda, che avvinghiava la sua preda e dopo la divorava. Il
corpo di Georgiana si infiammò- era
causa della febbre sicuramente - era questo quello che si
ripeteva mentre la bocca di lei si schiuse appena senza rendersene
conto e la lingua di lui le si insinuò con ardore, cercava
di imprimersi ogni parte di lei, o almeno di quel che gli permetteva di
avere. Se solo Georgiana avesse davvero odiato quel contatto, lo voleva
davvero, ma al secondo tentativo di scrollarselo di dosso perse le
speranze quando lui continuava ad attirarla più al suo
corpo. Le mani di lei si insinuarono in qui capelli, in quella luce
<< Guardati >> disse infine lui bloccandosi
di colpo
<< Dici di andarmene, ma il tuo corpo dice altro. La tua
bocca richiede il contatto, il mio contatto, le tue mani cercano il mio
corpo, quindi perchè continui a dirmi di andarme
>>
<< Grandissimo testa di ... >>
le tappò la bocca con una mano mentre continuava a fissarla
intensamente
<< Non rovinare tutto con le tue manie da scaricatore di
porto Donna >>
gli tolse la mano dalla sua bocca
<< Io vorrei picchiarti a morte >>
lui si alzò dirigendosi in cucina
<< Io vorrei farti moltre altre cose, che credo non mi
rinnegheresti >>
le disse prima di uscire con un sorriso divertito
<< VAFF***LO >>
gli urlò infine lei da dietro trattenendosi la testa che le
doleva.
Benjamin rientrò poco dopo con degli aggeggi nelle mani,
Georgiana esasusta voltò solamente gli occhi nella sua
direzione
<< Cos.. >>
non terminò che il suo corpo scattò in allarme
alzando solamente il busto
<< Scordati che io faccia una cosa del genere
>> gli ringhiò.
Era divertito, un ghigno quasi maligno nel suo volto
<< Devi farlo, decidi, supposta o puntura ?
>>
<< Dovrei decidere, se farmela mettere su per il mio
sedere o nel mio sedere? >>
Georgiana divenne rossa in volto appena si rese conto dell'allusione
che aveva appena fatto, lui sorrise divertito
<< Esatto >>
sapeva benissimo che lo stava facendo intenzionalmente, che si
divertisse.
<< Voltati >>
<< Non ho intenzione di fare nessuna delle due cose. Non
voglio che tu mi faccia queste cose >>
<< Donna, ho visto molti sederi in vita mia, uno in
più non credo cambi, anche se le situazioni erano altre
>>
Con occhi sgranati le si lesse la rabbia in volto, molti sederi?
Credeva che le avrebbe mostrato il suo sedere come se nulla fosse, e
poi? Si aspettava che le si spogliasse aspettando la cura per
il suo corpo infiammato? -
Col cavolo -si disse, non avrebbe permesso che
le sue mani sporche l'avrebbero toccata, non ancora. Se nei giorni
addietro voleva salvarlo dai suoi incubi - qualunque essi fossero,
sperava di scoprirlo - adesso desiderava la sua testa su un piatto di
plastica, non di argento o oro, sarebbe risultato troppo onorevole
persino per la sua sola testa.
<< Voglio riosare, va via Benjamin >>
se si era pentito di ciò che le aveva detto, non lo aveva
dimostrato per nulla. Georgiana si meravigliò del fatto che
non disse nulla in contrario quando lo aveva cacciato dalla camera,
perchè se lo conosceva quel poco, sapeva che Benjamin era
rimasto in quella casa.
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Capitolo 9 *** 9° ***
shsrhrd
Aveva appena
aperto gli occhi, si era addormenta e si era risvegliata alle 19:00. La
sua intenzione fu quella di alzarsi, non le piaceva stare li a
poltrire, anche se stava male voleva combinare qualcosa, una qualsiasi
cosa, in realtà voleva scoprire se quel caprone se ne fosse
andato. Non seppe se per gioia o per sua disgrazia, non appena
aprì la porta lo trovò indaffarato in cucina
<< Che stai combinando, caprone >>
<< Caprone? >>
<< Non ti avevo detto di andare via? >>
<< Non mi risulta che io ti abbia mai dato ascolto
>>
lei alzò gli occhi al cielo accucciandosi in una coperta che
si era avvinghiata addosso sedendosi in una sedia del tavolo da cucina
<< Dovresti essere a letto >>
<< Tu dovresti essere all'inferno, eppure!
>>
lui fece finta di non sentire, o semplicemente non aveva voglia di
controbattere, eppure quando si voltò lanciò un
sorriso ammaliante verso Georgiana. Si poggiò appena al
lavandino della cucina e incrociò le braccia fissandola
sorridente.
<< Cosa vuoi? >> disse infine imbarazzata
<< Vorrei davvero essere io il diavolo >>
e con questo cosa voleva dire? In quel momento - se non tutte le volte
che si trattava di lui - non aveva voglia di chiedere, o non voleva
sapere davvero la risposta.
Fu lui ad interrompere il fluido di pensieri prendendo due piatti e
sedendole accanto
<< Mangia >>
<< Cos'è?? >>
fissò quel brodo che le si presentava davanti
<< Mangia, ti farà bene >>
<< Vuoi avvelenarmi? >>
sbuffò sorrdendo lui, e iniziò a mangiare la sua
parte, lei inforcò un cucchiaio affondandolo in quella
brodaglia portandola poi alla bocca, non appena gustò il
tutto si bloccò improvvisamente senza ingoiare sgranando gli
occhi, lui la fissò non capendo ma non appena anch'egli
assaggiò ciò che aveva nel piatto
sputò tutto
<< Oddio, Ca**o... Sputa, Sputa >>
disse alzandosi e gettando tutto in lavandino, non si mosse da li, non
si voltò, ma Georgiana non resistette e scoppiò a
ridere
<< Volevi avvelenarmi >> ma non la smetteva
di ridere
lui si passò una mano in viso e sui capelli senza fiatare,
si voltò senza espressione sul volto, lei si
bloccò di colpo con le lacrime che ancora le rigavano il viso
<< E così non sai cucinare Uomo
>> lo disse in modo suadente e quasi derisorio
<< Mangio sempre fuori, e quando sono in casa, bhe
diciamo che non sono mai solo quindi >> sorrise a quel
pensiero.
Georgiana non ammetteva che lentamente la gelosia la divorava da
dentro, non lo avrebbe mai ammesso, non a lui.
Sorrideva ca**o, lui sorrideva deridendola, ma non gliel'avrebbe data
vinta.
Furono riscossi dal campanello della porta
<< Aspettavi qualcuno? >>
<< No, che io sappia >>
<< Sta seduta, apro io >>
disse lui dirigendosi verso la porta d'ingresso
<< He.. Scusi, ho sbagliato numero ? >>
disse una voce maschile, Georgiana la riconobbe immediatamente
<< Chi cerca lei? >>
<< Cerco Georgiana >>
<< Ghebriel >> disse Georgiana sorpassando
Benjamin e saltanto al collo del primo
<< Hey Georgy >> la strinse a se roteando
su se stesso.
Benjamin rimase impassibile scrutando quella scena, soppesando le
caretteristiche che potessero far si che egli fosse un qualche parente:
quei capelli neri che arrivavano sotto le orecchie non erano certo
somiglianti a quelli di lei che richiamavano le spiagge calde dei
Caraibi, quegli occhi scuri non potevano certo essere simili a quelli
di lei quasi blu, o quella pelle abbronzata non poteva certo essere
paragonata alla sua morbida e bianca.
<< Cosa ti porta da queste parti Panda ? >>
-
Panda? -
<< suvvia, Scimmia, non osare chiamarmi in
pubblico così, o giuro che ti picchio >> disse
questo afferrandola fra le sue braccia scompigliandole i capelli.
Lei rideva, rideva come una bambina felice di aver ricevuto il suo
regalo, un sorriso che Benjamin non aveva mai visto in quel volto. Solo
allora si resero conto che in quel duetto vi era anche lui, Ghebriel
porse la mano con sorriso che poteva far competizione col suo
<< Lieto di conoscerti, tu sei? Un nuovo amore di questa
quì ? >>
Osservò quella mano con tanto disgusto, ma infine
mostrò uno dei suoi sorrisi che facevano sgiogliere il cuore
afferrandogli ciò che gli porgeva
<< Benjamin, un amico di Georgiana >>
<< Bene >>
lo disse con tanta foga che Benjamin poteva aver giurato di veder
brillare uno sguardo complice in quegli occhi, felice di ciò
che aveva appena udito, chiunque fosse quest'uomo, questo " amico " di
Georgiana che doveva conoscere sicuramente da molto più
tempo sicuramente di lui, chiunque fosse, Benjamin avrebbe marcato quel
territorio, avrebbe marcato le sue terre selvagge e avrebbe sicuramente
marchiato ciò che gli apparteneva GEORGIANA, sapeva che non
le sarebbe dovuto importare a lui ma qualcosa lo spinse a farlo, e fu
allora che Benjamin e Ghebriel si erano appena dichiarati battaglia,
stringendo con più foga entrambi quelle mani.
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Capitolo 10 *** 10° ***
shsrhrd
Georgiana
aveva conosciuto Ghebriel all'università,
fra una
parola ed un altra si resero conto di essere più affini di
due
amiche. La questione del panda nacque un giorno quando Ghebriel si era
scolato più alcool del dovuto finendo con lo sfottere e
ridere
con chiunque gli capitasse a tiro persino con Georgiana, almeno fino a
quando non si scontrò contro il buttafuori di un locale con
il
quale finì a pugni, risultato? Due occhi neri e
l'altro
tizio era perfettamente illeso. Quando Georgiana lo incontrò
il
giorno seguente vi si può immaginare la sua
reazione,
finì con lo sfotterlò per pù di
qualche settimana
chiamandolo Panda.
Georgiana lo trascinò dentro afferrando la sua valigia che
solo allora aveva notato
<< Per quanto resti? >>
<< Sono quì per le mie meritate vacanze
>>
<< Bene >>
urlò quasi Georgiana in preda all'euforia,
sembrava che la
febbre le fosse improvvisamente passata. Benjamin sembrava non esistere
mentre li seguiva da dietro.
Lasciò che lui si sedesse
<< Hai già cenato? >>
<< Si sta tranquilla >>
In quel momento Georgiana sembrò rendersi conto che in
quella
stanza ci fosse anche Ben, perchè dall'immensa gioia in cui
si
era gettata si sentì lettaralmente trascinare nel mondo dove
i
suoi sentimenti erano alla rinfusa. Benjamin era dietro lei e non le
staccava gli occhi di dosso, uno sguardo severo quasi volesse sedarla
con lo sguardo
<< Dovresti tornare a letto >>
<< I-io, b... >>
fu sollevata e trasportata sul suo letto, lei stranamente non
fiatò, come se quella fosse una cosa normale, come se quelle
braccia e quel corpo sotto di lei le fossero impressi addosso e le
fossero familiari.
<< Riposa >>
<< H-ho riposato abbastanza Benjamin >>
lui si voltò con uno sguardo indagatorio
<< Che succede? >>
<< Davvero mi hai chiamato per nome? Dovrei
preoccuparmi >>
<< Cretino, bipede senza cervello. Va meglio adesso?
>>
<< Preferivo prima >>
era rimasto in piedi accanto a lei, Benjamina sapeva che di
là
c'era Ghebriel, non era altrettanto sicuro che Georgiana se ne
ricordasse
<< Non posso lasciarlo solo >>
ecco appunto
<< é in buone mani >>
sogghignò l'altro
<< Non sarai mica geloso ? >>
Nella mente di Georgiana balenò una piccola speranza, una
lucina
appena visibile che si spense non appena lui aprì bocca
<< Donna, la gelosia è per i deboli, potrei
esser geloso
di ciò che mi appartiene, non di una donna.
>>
rispose severo più per convincersi delle sue parole che per
convincere lei. Eppure non capiva l'odio improvviso che aveva
percepito non appena conobbe realmente Ghebriel,
non lo
ammetteva, ne a lei ne a se stesso, lui non sapeva e non avrebbe mai
potuto essere geloso.
<< Uomini, credete che il mondo vi appartenga ma non vi
rendete
conto che siamo tutti delle piccole luci in un universo troppo vasto
>>
<< In realtà e proprio per questo che
cerchiamo qualcosa
che ci appartenga, perchè una luce da sola è
appunto solo
una luce minuscola, ma se quella luce si coniugasse con un altra,
allora formerebbero una luce più grande, ed entrambi
formerebbero abbastanza luminosità da sentire di appartenere
a
qualcosa, o a qualcuno >>
disse Ghebriel sbucando da dietro Benjamin
<< Stiamo ancora parlando di luci? >>
rispose aspro l'altro.
<< Hai la febbre? >>
Georgiana annuì ignorandolo di proposito
<< ricordi quando siamo stati fuori per delle ore sotto
la
pioggia, e ti prendesti una di quelle febbri da farti sembrare un
zombie. Stetti con te per una settimana prima che tu potessi guarire
>>
<< Hai continuato a nascondermi tutta la mia roba per le
camere dell'università >>
<< E quando hai trovato le tue mutande appese sul
ventilatore dell'aula di storia >> disse scoppiando a
ridere
<< Ti avrei voluto uccidere, non le raccolsi mai. Come
caspita
hai fatto a farle finire lassù >> rispose lei
lanciandogli
un cuscino.
Georgiana smise di ridere quando Benjamin era uscito dalla camera
<< Dove vai? >>
le uscì quella domanda senza nemmeno pensare, tanto che se
ne
pentì immediatamente quando lui fece sbucare solo il volto
dalla
soglia della porta, sorridendo maliziosamente
<< Avrei del lavoro da fare >>
i loro sguardi rimasero fissi su entrambi per secondi interminabili.
<< Per quanto tempo credi di restare Deniel?
>>
lo stuzzicò Benjamin dalla cucina
<< Ghebriel, mi chiamo Ghebriel >>
<< Dovresti lasciarla riposare >>
solo quando questi si alzò a Georgiana balenò in
mente l'idea che se avesse lasciato che quei due sarebbero stati soli,
per i loro caratteri così diversi, si sarebbero senza dubbio
uccisi, adesso il dubbio era chi doveva scegliere da far restare, si
ripeteva che doveva essere ovvio di scegliere Ghebriel ma una vocina
dentro la sua testa continuava a dirle di no, di tenersi accanto Bejamin
<< Ghebriel rimani >>
fu dunque la sua risposta, temeva la presenza di Benjamin, e non le
piaceva l'effetto che lui le faceva. Il volto di Benjamin fu come
attraversato da mille lame, mentre Ghebriel chiudeva la porta della
camera sorridendo a Benjamin
<< Vuole riposare in pace >>
quei due sembravan comportarsi come due ragazzine che si contedevano un
ragazzo di turno, la cosa più straordinaria era che di tutto
questo ne era ignara Georgiana, non faceva caso alle loro frecciatine,
agli sguardi che si lanciavano, all'odio reciproco che provarono non
appena per la prima volta quegli sguardi si incontrarono fra i due
uomini.
Erano appena le 22:00 qundo Georgiana si addormentò sulla
spalla di Ghebriel che nel frattempo le si era sdraiato accanto, non
prima di aver sentito le proteste dell'amica. Benjamin dal canto suo
non aveva nemmeno bussato per sapere come andavano le cose fra i due,
si era sdraiato sul divano che si trovava in soggiorno.
Giorno
42
Georgiana
si era svegliata di buon ora, Ghebriel al suo fianco dormiva come un
ghiro, decisa di darsi una sistemata aprì la porta della
camera per dirigersi verso la cucina alla ricerca di caffè,
la sistemata magari dopo. Si ricordò di Benjamin e
vagò alla sua ricerca, nella camera degli ospiti non si
trovava, si diresse verso il soggiorno e lo trovò appisolato
sul divano, con passo felino gli si avvicinò fino a pochi
centimetri di distanza chinandosi appena, era un angelo, e cavolo se lo
sapeva, un bas***o angelo ma pursempre quello. Avrebbe voluto
accarezzare quel viso, affondare le mani in quei capelli, perdendo il
suo sguardo sulla sua camicia quasi sbottonata facendo intravedere la
pelle rosea che si ritrovava, avrebbe voluto abbracciarlo imprimergli
dei segni, rispostando lo sguardo sul suo viso dove sobbalzò
e allontanandosi da lui che la fissava sorridendo trionfante.
<< Testa di ca... >>
Quella bocca l'afferrò ancora una volta, con
velocità fulminea, quella presa ferrea che l'avevva fatta
voltare bruscamente facendola sbattere contro quel petto tanto caldo ed
ampio che le infondeva, calore, brace, fuoco, incendio. Quella forza
che si imponeva lei mentalmente sembrava sparire ogni qual volta lui la
sfiorasse sempre di più.
<< Donna tu scotti >>le sussurrò
passando a baciarle il collo
<< h-ho la febbre >>
<< la tua febbre è finita da parecchio, lo
dice il tuo termometro >>
lei non ricordava di aver usato quell'aggeggio, non ricordava nulla,
perdeva ogni pensiero plausibile ad ogni bacio, morso, carezza che lui
le stava facendo. Fremeva, odiava quel potere che lentamente lui si
stava prendendo senza che lei riuscisse a protestare.
Lui sorrise sul suo collo
<< Donna! Dipendi da questo adesso? Non puoi far almeno
di starmi lontana >>
lei sembrò risvegliarsi dal trance in cui era stata
catapultata, spingendolo brutalmente via.
<< Fanc**o, fanc**o, vaffanc**o... >> disse
infine lei cercando di togliersi di dosso quei tocchi mentre lui la
guardava estasiato e quasi felice da tutto quello, così lei
andò via da quel corpo indiavolato sapendo che comunuque,
ovunque andasse in quella casa, il suo profumo ormai si era impresso
nelle sue mure, sui suoi vestiti, sui mobili, sulla sua pelle, sulle
sue labbra, sul suo corpo, e questo non poteva più
permetterlo.
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Capitolo 11 *** 11° ***
shsrhrd
Non appena si voltò
vide Ghebriel in piedi, lei lo superò dirigendosi spedita in
cucina.
Benjamin dal canto la seguì da dietro soffermandosi
sorridendo compiaciuto a Ghebriel, che era rimasto impalato senza saper
cosa fare o dire. Quei due si conoscevano da nemmeno un giorno e gia si
odiavano. Ghebriel afferrò per un polso Benjamin
<< Che cosa hai intenzione di fare? e ? >>
sembrava quasi furioso, e Benjamin si soffermò a guardare
quella mano che gli teneva il polso in maniera davvero disgustata
<< Osa ancora toccarmi e ti prometto che una carta di
identità nuova non basterà. Sono questioni che
non riguardano te mi sembra. >>
<< Non ti permetterò di portarmela via
>>
Benjamin sorrise riprendendosi il suo braccio
<< Hai paura? Eppure non mi sembrava così fino
a ieri >>
<< GHEBRIEL !! >> urlò lei dalla
cucina.
Quest'ultimo andò via compiaciuto seguito dall'altro.
Georgiana era seduta a tavola intenta a mangiare del latte caldo con
biscotti
<< Dovresti smetterla di urlare >>
<< Io non ho urlato >>
<< certo, certo >>
<< Cosa hai intenzione di fare oggi ? >>
<< Dimmi un po tu >>
Oh! Georgiana avrebbe voluto fare moltissime cose, tra le quali:
prendere a sassate Benjamin, umiliarlo, ucciderlo. Ma in
realtà più ci pensava più avrebbe
voluto baciare ancora quelle labbra. Si meravigliava lei stessa come i
suoi pensieri erano ormai rivolti solo ed esclusivamente a quell'essere
ignoto che la osservava sorridendo in silenzio, appoggiato allo stipite
della porta.
Un attimo! Perchè stava sorridendo?
Non si era nemmeno resa conto che mentre lo pensava si era fermata a
fissarlo, e lui si era reso conto a cosa stesse pensando lei realmente,
sapeva il motivo per il quale sorrideva.
<< Io vado a lavoro >> disse alzandosi
improvvisamente.
<< Tu non vai proprio da nessuna parte signorina
>> rispose Benjamin bloccando la questione sul nascere.
Lei gli si piantò davanti arrabbiata, gli afferrò
le mani e strinse forte le ferite, facendolo così mugolare
di dolore.
<< Ca**o, Donna, sei impazzita >>
Georgiana pensò ai giorni addietro, ricordò quel
giorno a casa sua, ricordò i suoi sguardi le sue ferite, non
solo sulle mani, ma quella ferita al cuore che lo lacerava. Quella
doccia, e il suo odio.
Afferrò quelle mani in silenzio togliendo le bende
<< Sta ferma, smettila >> disse lui
stizzito, ma lei non diede segno di voler lasciare e riuscì
a fissarlo in quegli occhi che tanto stava imparando a conoscere ogni
giorno. Ma Benjamin non avrebbe mai permesso a qualcuno di inoltrarsi
nella sua vita in quel modo, non così.
<< Ti ho detto di lasciarmi stare >> era
quasi furioso, non permetteva di farsi vedere debole davanti ad una
donna, figurarsi davanti a quell'uomo, sapeva benissimo che in quel
modo aveva ferito ancora una volta Georgiana.
Una morsa allo stomaco lo lasciò senza fiato, quando
spostò il suo sguardo sul viso di Georgiana che era rigato
da due lacrime sfuggitole al suo controllo. Lei abbandonò
quelle mani e si diresse verso la sua camera, chiudendosi la porta
dietro.
L'intero suo corpo gli diceva di raggiungerla, ma la mente, sbadata e
testarda com'era gli diceva di rimanere dov'era e, ansi di andare via a
quella casa senza far ritorno.
Fu risvegliato solo quando un pugno in pieno voltò lo fece
capitolare per terra
<< Sta lontano da lei >>
Benjamin si alzò, andando via da quella casa con l'unica
intenzione che non vi avrebbe più fatto ritorno.
Che se la tenesse pure, non le importava si ripeteva, quella donna non
era affar suo.
Ma la realtà era che non aveva intenzione di provare
più quella sensazione che aveva provato quando aveva visto
quegli occhi piangere, non trovava nessuna spiegazione a sua reazione
davanti a quel suo comportamento, quindi scelse che l'avrebbe
dimenticata facilmente una volta che sarebbe uscito da li.
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Capitolo 12 *** 13° ***
shsrhrd
Georgiana era incredibilmente
arrabbiata con lui, no che non ce ne fosse motivo, ma continuava a
ripetersi in mente " nove?
In una settimana? , Benjamin come se sapesse a
cosa stesse pensando strinse la presa alla vita
<< Smettila di pensarci >>
lei spalancò gli occhi
<< Lasciami andare cortesemente Ben >>
Benjamin la fissò negli occhi sfidandola sorridendo
<< Testa di c.... >>
la baciò nuovamente approfittando della sua distrazione,
Georgiana cercava di liberarsi da quel boa costrittore, ma sapeva
benissimo che non voleva minimamente che smettesse, ma nella mente
continavano a vorticare tutte le possibili donne che aveva fatto
entrare in casa.
<< Benjamin >> disse lei riuscendo a
fuggire dalla morsa
della sua bocca, voltando il viso, lui sbuffò ridendo e
poggiando la testa nell'incavo della sua clavicola
<< Dimmi donna >>
<< Emh.. Ghebriel mi sta aspettando >>
Benjamin di scatto sollevò il mento guardandola con occhi
fumanti che avrebbero bruciato sul momento chiunque, chiunque ma non
lei. Le piaceva quella nuova parte di lui, e sapeva come sfruttarla a
sua vantaggio.
<< Tu non uscirai di qua se andrai da lui >>
<< E dimmi un pò, tu vorresti uscire con quel
rossetto sulle labbra ? >>
Benjamin sollevò un sopracciglio, improvvisamente qualcuno
cercava di aprire la porta
<< Georgy, stai bene? >>
<< Ca**o, è ovunque, quando credi che
andrà via da casa tua? >>
<< Fammi uscire Ben >> rispose lei
spingendolo via togliendoselo di dosso
<< Non osare andartene, o giuro.. giuro..
>>
<< Cosa? cosa Benjamin >>
disse lei dandogli una spinta alle spalle che non lo smosse da dove si
trovava
<< Andrai via? Ti divertirai ancora? E Ben? Vuoi Giocare?
Adesso sarò io a giocare, e le carte le scelgo io, e scelgo
di mandarti a fere in cu**, con molta cortesia
>>
<< SMETTILA CA**O >> rispose infuriato
<< Taci Donna >> esasperato,
passò una mano sui capelli tirandoli indietro, poggiandosi
con le spalle al muro. Georgiana gli si avvicinò
<< Non sarò mai, più di quello che
tu voglia farmi credere Ben. Sarò sempre un gioco per te, tu
sei questo, non cambierai, una donna per te non adrà mai
bene. Mi hai respinto molte volte, continui a ferirmi e questo
è solo a causa mia, non ci riesco a mandarti via e tutte le
volte te lo lascio fare. Ma questa volta... questa volta voglio
scegliere me stessa. Portarti una donna o più, a letto ogni
giorno, non fa di te un uomo di classe, non per me. Io non voglio
questo..>> abbassò lo sguardo <<
Ho cercato di curare le tue ferite, non so cosa tu abbia, cosa ti stia
accadendo o ti sia accaduto, ci ho provato, e ogni volta è
come essere pugnalati, tutte le volte che continui, continuavi a
rifiutarmi. Non sarò mai nulla di più che una
donna come le altre per te Ben, io non sono questo, non voglio essere
questo per te. >>
Lo lasciò li appoggiato al muro, lei con le lacrime agli
occhi, e lui con il cuore lacerato da ogni parola.
Afferrata per un polso, fu avvolta da due braccia che la circondarono,
che le dissero che non l'avrebbero lasciata, che sarebbe stata
protetta, Ben cercava di parlare attraverso il corpo
<< I-io.. Ti prego, accettami così in questo
momento Georgiana.. Ci sono cose che non posso dirti.. Ci sono cose
molto pericolose che se tu sapessi, quegli occhi non mi guarderebbero
più nello stesso modo. Accettami così, accetta
quel che sono.. Nessun altra donna al mio fianco a parte te.. Non
uccidermi così, non adartene.. >>
Quelle parole uscirono dalla sua bocca tutte insieme, con il volto
affondato nei suoi capelli, con una voce tremolante che solo la rabbia
poteva provocare. Georgiana era bloccata al suo petto, alzando
leggermente il viso, lo affondò nel suo collo inebriandosi
di quell'odore che credeva di aver dimenticato.
Sussurrando singhiozzante << Ben.... Non posso vivere la
mia vita nella paura che tu possa farti del male ancora, non posso
vederti uccidere da solo >>
<< Non puoi vermelo fare da solo, ma lo stai facendo tu.
Non posso immischirti nei miei affari >>
<< Tu sei un avvocato Ben, cosa c'è che non va
>>
<< Fidati di me Donna >>
Georgiana sollevò il suo viso fissando gli occhi in quelli
di lui, e in quel momento quando lui le fece un sorriso, non uno dei
suoi soliti, ma uno sincero, uno dolce, uno di quelli che non le aveva
mai fatto davvero, che Georgiana lo baciò a fior di labbra,
fu un bacio casto, ma che fece comprendere tutto a Benjamin. Era una
nuova occasione che gli stava dando, un nuovo mondo si apriva davanti a
Benjamin, e questa volta avrebbe fatto di tutto .
Si erano come dimenicati di Ghebriel che continuava a bussare alla
porta disperato
<< Dobbiamo uscire di qua, ma non puoi farti vedere con
me >>
disse infine Benjamin, Georgiana parve confusa
<< Semplicemente non puoi.. Non ti azzardare ad andare
via Donna. Ci vediamo in quell'ascensore >>
le disse sorridendo sarcastico facendole l'cchiolino.
Lui si nascose dentro uno dei bagni, e lei aprì la porta
uscendone immediatamente fuori.
<< Hey Ghebriel >>
<< Che fine hai fatto, credevo fossi morta. Andiamo
>>
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Capitolo 13 *** 12° ***
shsrhrd
Era
passata una settimana dall'ultima volta che Georgiana aveva visto
Benjamin a casa sua, era ritornata a lavoro e aveva persino perso
l'abitudine di salire in quell'ascensore, di sciogliere quei capelli,
ogni qual volta pensava di intravederlo, cambiava direzione.
Era ferita, si diceva di non doverlo essere, ma non lo sopportava, non
sopportava lui e i suoi sbalzi d'umore, ma dio se le mancavano, era
fuggito da casa sua, e lei non avrebbe più permesso che la
trattasse come una delle sue bambole con la quale poteva giocare quando
gli pareva, gettarla ogni qual volta si era stufato di giocare.
Stava rientrando a casa e Ghebriel gli si parò davanti con
un
grande sorriso, le prese la mano e la fece girare su se stessa
meravigliando persino lei.
<< Che succede? >>
<< Adesso noi due ci andiamo a fare un bel giretto
>>
<< Stai scherzando spero >> rispose
sbuffando
<< No per nulla >> disse lui abbracciandole
i fianchi e sollevandola
<< Sei pazzo? >> disse ridendo felicemente
<< Mettimi giù Panda >>
Si fermò di colpo
<< Io ti avevo avvisato >>
<< Mi avevi detto di non dirlo in pubblico, tu vedi
qualcuno qui in giro ? >>
La lasciò scivolare sul suo corpo, i loro visi si
ritrovarono a
pochi millimetri di distanza, Georgiana rideva completamente ignara dei
pensieri che potevano attraversare la mente dell'amico.
Ghebriel avrebbe voluto prendere quel corpo, baciarlo in quel momento, confessarle i suoi sentimenti, baciarla su due
piedi, e lo stava per fare.
<< Ghebriel, dove dobbiamo andare? >> disse
lei infine, lui fu come risvegliato
<< Andiamo a ballare cara mia, sono stanca di questi tuoi
continui silenzi, e adesso ti vai a vestire che gli altri ci stanno
aspettando >>
<< gli altri? >>
<< Gloria e le altre con i compagni >>
<< Davvero ? >>
Georgiana era euforica, non vedeva le altre amiche, a parte Gloria,
dall'ultima volta in casa sua, quando Benjamin le aveva cacciate, e
così si diresse verso camera sua a prepararsi.
Uscì quasi un ora e mezza dopo, e Ghebriel rimase
pietrificato
<< Che c'è? >> disse lei
<< Nulla andiamo >>
La verità era che Georgiana era intenta a darsi un rivincita
da
sola, voleva dimenticare Benjamin, e per farlo aveva usato il make-up e
i miglior vestitino che potesse avere: un abito non troppo lungo e non
troppo corto, i capelli lunghi le ricadevano morbidi sulle spalle, un
rossetto rosso che si intonava con l'abito sgargiante, un trucco
impeccabile sul viso, e dei tacchi dall'altezza giusta. Ghebriel sapeva
che quel corpo lasciava poco all'immaginazione, almeno prima di quel
giorno, e la gelosia lo divorava da dentro, voleva rilegarla in casa,
nessuno a parte lui poteva immaginare tanto.
<< Che succede Ghebriel ? >>
<< Andiamo Giorgy >>
Si incamminarono verso l'ascensore e non appena aperto scesero
arrivando sino alla hall, quando
<< Scusa Ghebriel, ma io non ho una macchina, tu nemmeno,
come dovremmo andare? >>
<< Ho gia pensato anche a questo, vieni >>
Ghebriel aveva preso una macchina a noleggio, una camaro
<< Stai scherzando? Quanto ti è costata
noleggiarla? >>
<< Non importa >> rispose lui aprendole la
portiera e facendole l'occhiolino.
Lui salì, e si diressero verso il locale.
Arrivarono una mezz'oretta dopo, era uno dei locali più in
voga
del momento, si poteva entrare solo sotto prenotazione, e la
prenotazione doveva avvenire settimane, se non mesi prima.
Le chiavi della macchina furono date al parcheggiatore, Ghebriel
afferrò Georgiana a braccetto entrando.
Non appena entrarno furono accolti da due camerieri, si inoltrarono così
nella zona bar dove, chi aveva voglia di scappare da quella musica
così forte e parlare, poteva benissimo sedersi a sorseggiare
qualcosa o semplicemente sedersi tra i tavolini. E se
avessero
voluto avere più privacy potevano benissimo ordinare una
delle
camere che stavano al di sopra del locale.
Si inoltrarono così in un altra porta che portava ad un
piccolo corridoio
ben illuminato ed una porta alla fine, che portava nel luogo
prestabilito.
Entrati furono catapultati dentro da una musica che quasi rompeva i
timpani, ma che trascinava quasi tutti quelli che vi erano all'interno,
mentre il resto se ne stava a parlare e sorseggiare nelle poltrone a
giro, illuminate da delle luci.
Georgiana cercò con lo sguardo le amiche che le andaro
incontro, insieme hai compagni
<< Georgiana? Che ne hai fatto della mia Georgiana?
>>
disse ironicamente l'amica Gloria abbracciandola e salutandola insieme
alle altre.
<< Scusate ragazze, siamo venuti per parlare o per
ballare? >>
disse infine Ghebriel.
<< Andiamo >> dissero tutti.
Si inoltrarono tutti in pista, e ballarono come se non ci
fosse un domani, come se quello fosse l'ultimo giorno che avrebbero vissuto.
Ghebriel non perse momento, per tutta la durata del tempo
ballò con Georgiana che dal canto suo si stava scatenando, i
loro corpi erano accaldati, per il momento, per il movimento, per
l'adrenalina che correva in circolo. Georgiana si era lasciata andare,
ballava con Ghebriel in una maniera davvero provocante, inconsapevole
dei sentimenti dell'amico. Quei movimenti e quel corpo non facevano
altro che far desiderare a Ghebriel di farla sua, anche in
quell'istante, così si fermò di colpo abbracciando
la sua vita e avvicinandola al suo corpo, " sussurrandole "
all'orecchio
<< Vorrei prendere una stanza >>
Georgiana fu risvegliata dal sogno che viveva, tutti i suoi pensieri le
ritornarono in mente, quei pensieri che tanto voleva dimenticare, quel
lui che tanto voleva dimenticare, e come se fosse stata presa da un
colpo di follia rispose
<< Va bene >>
lui quasi meravigliato, sorrise e gli afferrò la mano
trascinandola con se
<< Aspetta, devo prima andare in bagno, va tu, ti
raggiungo alla hall >>
<< Va bene >>
lei si diresse dalla parte opposta, e l'adrenalina al pensiero di
ciò che sarebbe accaduto in quella stanza, le girava in
circolo in maniera davvero veloce, sapeva che poi tutto fra i due
sarebbe cambiato, ed era proprio questo quello che voleva lei, un
cambiamento, e lui poteva essere quel cambiamento di vita.
Ci mise qualche minuto ad arrivare al bagno, entrò e si
diresse verso il lavandino dandosi una sistemata, i pensieri le
vorticavano in mente ad una velocita fulminea. Si risvegliò
solo quando sentì un sonoro " CLICK " , Georgiana si
voltò di scatto
<< E tu che ci fai qui? >>
<< Dove ca**o credi di andare >> Benjamin
infuriato, e questo non gli si leggeva dai suoi modi di fare, ma dalla
sua calma apparente che aveva nel tono di voce.
<< Non hai risposto alla mia domanda >>
<< Dove stai andando >>
Georgiana fece una risata isterica spostando lo sguardo per terra, e
decisa si diresse verso l'uscita
<< Non credo siano cose che la riguardino >>
non riuscì nemmeno a toccare la maniglia che fu presa da un
bracciò e appoggiata al muro, rimanendo così
bloccata dalle sue braccia. Gli lesse la rabbia dalla maniera
irregolare che aveva il suo petto di sollevarsi.
<< adesso mi dai di nuovo del lei>>
<< davvero credi che dopo una settimana che non ti sei fatto più
vedere, e da questi tuoi modi di fare, credi davvero che io ti debba
delle spiegazioni su quello che faccio. Adesso che fai mi segui pure?
Esci dalla mia vita... >>
<< CA**O >> urlò lui piantando
un pugno vicino il volto di lei, che rimase bloccata e impaurita
<< scusami, mi dispiace. Non ci riesco, non posso farlo.
Ero già qua quando siete entrati voi due, avevo visto solo
le tue amiche e conoscendoti sapevo che tu non frequentavi posti del
genere, poi appena siete entrati, vi ho visti, vi ho visti mentre
ballavate, Donna quello non è modo di ballare in pubblico
>>
<< C'è un modo di ballare in discoteca?
>>
<< Smettila di prenderti gioco di me, giuro che ci sto
provando con tutto me stesso, per non
dirigermi verso quel testa di ca**o del tuo amico che vorrebbe scoparti
anche solo con lo sguardo, e spaccargli la faccia >>
<< Non puoi farlo, questa tua improvvisa gelosia, non
puoi inoltrarti quando vuoi nella mia vita e andare via quando ti pare
e piace, non sono un burattino con il quale puoi giocare quando ti
piace e poi gettarmi via quando sei stanco, stai tormentando la mia
vita >>
disse infine piangendo.
afferrò il suo bacinò a l'avvicinò a
se, inoltrò la sua mano nei suoi capelli e la
baciò, lei non aveva intenzione di schiudere le labbra, non
voleva aprire ancora una volta i suo cuore a lui, ma persino lei sapeva
che lui si era inoltrato nel suo interno già parecchio tempo
prima.
Lui cercava più contatto mordendole leggermente le labbra,
sapeva che lo stava tormentando, lo stava uccidendo con quel suo
silenzio, il silenzio della carne. Strinse ancor più il suo
bacino al suo
<< Donna >>
le sussurrò quasi supplicandola
<< Non voglio far parte della tua collezzione privata
>>
<< Non ho nessuna collezzione >>
rispose lui dandole piccoli baci al collo
<< Quante? Quante donne hai avuto da quando sei andato
via da casa mia >>
<< Non penso sia il caso di parlarne adesso
>>
lei cercò di andare via, ma lui la bloccò
nuovamente
<< ok va bene, daccordo. Nove >>
<< COME? >> disse lei schifata
Smise di baciarla ma non lasciò la presa del suo corpo.
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Capitolo 14 *** 14° ***
shsrhrd
Georgiana non sapeva minimamente
come dover dire all'amico che aveva cambiato idea, la sua mano fu
afferrata, non riusciva ad arrestare il passo di Ghebriel, ma doveva
<< Ghebriel aspetta >> disse infine
bloccandosi di colpo in mezzo alla folla, mentre Ghebriel con un
sguardo indagatorio chiedeva spiegazioni
<< Cosa succede? >>
Georgiana abbassò gli occhi iniziando a contorcersi
le mani
<< vedi.. emh.. non so come dirtelo.. I-io non posso
venire con te >>
Ghebriel improvviasamente cercò di capire la sua reazione,
cosa poteva aver spinto Georgiana in quel bagno a cambiare idea?
Perchè si era chiusa in quel bagno.
<< scherzi? Ma fino a poco fa... >>
<< Non possiamo farlo Ghebriel, tu sei mio amico
>>
Ghebriel sorrise istericamente
<< Amico? Hai la benchè minima idea da quanto
siamo amici io e te? Sai da quanto? Ti sono sempre stato al fianco, non
ti ho lasciato sola un secondo nel momento del bisogno, e tu? Tu che
fai, mi tratti così? >>
Georgiana parve non capire
<< Cosa significa questo, cosa vuoi dire? Sei stato al
mio fianco perchè sei un mio caro amico >>
<< Davvero credi che io lo abbia fatto per questo?
Cresci un pò bella addormentata >>
<< Mi fai proprio schifo >>
<< sei solo una pu***na, è questa la
verità >>
Gergiana non poteva credere a cosa aveva appena sentito; Ghebriel, un
suo più grande amico, l'aveva presa per una pu***na, fu come
esser trafitti da mille lame contemporaneamente. Quindi la
verità era che Ghebriel per tutto quel tempo non aveva
desiderato altro che portarsela a letto. Una lacrima
fuoriscì dal viso di lei che era rimasta passiva, senza
nessuna espressione in viso, e fece per andarsene quando lui
continuòa parlare alle sue spalle
<< SI BRAVA, VA VIA, SE FOSSI STATO QUEL TESTA DI CA**O,
MI AVRESTI SCOPATO SUBITO NON E VERO? >> rise
almeno fino a quando un pugno in pieno viso non lo fece capitolare per
terra. Georgiana non aveava mai colpito nessuno con così
tanta forza e rabbia in vita sua, ma nel farlo si sentì
immensamente soddisfatta e libera.
<< Crepa, lurido bast**do >> e
uscì da quel locale.
Georgiana era fuori, le amiche l'avevano raggiunta vedendo cosa fosse
successo quando Ghebriel aveva perso i sensi
<< Georgy, cara! Cosa è successo?
>>
Georgiana aveva dolore alle nocche della mano con cui aveva colpito
Ghebriel
<< Ca**o >> disse a se stessa
<< Ragazze potreste accompagnarmi a casa cortesemente?
>>
le amiche si guardarono tutte in viso senza dir nulla
<< Certo tranquilla! Voi andate ragazze, l'accompagno io
>>
rispose Gloria.
Erano arrivate davanti il grande ingresso del palazzo di Georgiana,
durante il viaggio le aveva raccontato ciò che era accaduto
con Ghebriel, tralasciando l'incontro con Benjamin, così
l'amica aveva insistito per rimanere con lei, inutile fu smuoverla, si
salutarono e Gloria andò via.
Era esausta, non solo fisicamente ma anche mentalmente, le lacrime
urlavano per poter uscire e il corpo richiedeva un gran bisogno di
riposo.
Benjamin era impaziente dell'arrivo di Georgiana, non appena era uscita
da quel bagno aveva aspettato che si allontanasse e
sgattaiolò fuori per dirigersi in macchina.
Aveva appena raggiunto l'ascensore dove attendeva da appena 10 minuti,
ma di lei nessuna traccia, così, stanco di aspettare ancora,
uscì dal quel benedetto ascensore, la vide scendere
dall'auto, ma non entrò, era ferma sull'usciò
così la raggiunse fermandosi sopra la gradinata di ingresso.
Georgiana notò subitò Benjamin, improvvisamente
tutto quel dolore, quelle angosce, quelle paure le caddero addosso come
meteoriti. Si portò le mani al viso cercando di placare quei
sentimenti, ma fu più forte di lei non riuscì ad
arrestare le lacrime, le gambe sembrarono non reggere più il
suo peso e si inginocchiò. Per Benjamin fu come morire alla
vista di lei che piangeva, l'aveva afferrata prima che si accasciasse
per terra, non le disse niente, non le chiese nulla, semplicemente la
caricò sulle sue braccia mentre la portava in casa sua.
Per tutta la durata del tragitto lei non aveva smesso di chiedergli
scusa, lui non le rispondeva semplicemente la teneva sempre
più stretta a se, fu solo quando la poggiò nel
suo letto che disse solamente
<< Cosa è successo dopo che sono andato via
>>
Georgiana non voleva minimamente rispondere, Ghebriel l'aveva pagata
come si deve per quanto riguardava lei, ma non poteva prevedere la
reazione di Ben, quindi tentennò prima di rispondere
<< Nulla di che, ho salutato le mie amiche e sono andata
via >>
Benjamin le afferrò il mento
<< Donna, ti ho chiesto cosa è successo dopo
che sono andato via. Non mentirmi >> disse infastidito.
Esitò nuovamente prima di rispondere ma raccontò
ciò che era accaduto, dopo che terminò la sua
storia aspettò una qualche reazione di Benjamin che
però non arrivò, si alzò semplicemente
e le diede un bacio in fronte
<< Dovresti cercare di dormire, chiamerò io
per far sapere che domani non vai a lavoro >>
<< aspetta tu no.. >>
<< é deciso, non fare discussioni
>>
disse infine mentre era intento a togliersi la giacca e sbottonarsi la
camicia
<< Cosa stai facendo Ben >>
<< Cosa credi che stia facendo Donna >>
era divertito, aveva un sorriso malizioso stampato in bocca.
<< Arrivo, tu prova a dormire >>
Benjamin uscì chiuedendosi la porta alle spalle, Georgiana
si diede un occhiata in giro e notò che quella era la stessa
camera dove era entrata lei la prima volta. I suoi pensieri furono
presi dalla reazione, ansi, dalla non reazione che aveva avuto
Benjamin, e questo la preoccupava ancor più del resto.
Mentre continuava a pensare a tutto ciò che le passava per
la testa gli occhi le parvero più pesanti, le palpebre
continuavano a chiudersi senza volerlo e così si
addormentò in quel letto che odorava interamente di lui.
Ore 9:00
Georgiana aveva appena aperto gli occhi, si guardò intorno e
ricordò dove si trovava, una grande vetrata faceva entrare
la luce del mattino, le sue scarpe erano vicino ad un comò,
il suo vestitino su una sedia e le sue ... Un attimo! Non ricordava di
essersi tolta il vestitino, non ricordava nemmeno di aver indossato
quel pigiama rosa. Si voltò alla ricerca di Benjamin, non
sapeva se avesse dormito con lei ma ne ebbe la conferma
perchè le lenzuola al suo fianco erano messe alla rinfusa.
Aveva dormito con Benjamin e non se ne ricordava nemmeno, fu distolta
dai suoi pensieri quando il suo cellulare iniziò a vibrare,
si alzò e rispose alla chiamata
<< Pronto? >>
<< O mio dio Georgy, menomale >>
<< Gloria, sembri una che ha appena visto un film di
paura >>
<< Magari fosse solo un film >>
<< Cosa vuoi dire >>
l'amica sembrava disperata
<< Questa mattina ho acceso la tv, e non che mi
interessasse il telegiornale, stavo per cambiare ma quando ho visto la
foto di Ghebriel mi era quasi venuto un collasso. >>
<< cosa stai dicendo Gloria? Cosa è successo
>>
<< Bhe, vedi.. Ghebriel è stato trovato morto
vicino uno dei queartieri più malfamati della
città. Ora! La polizia dice che è una vittima di
una rissa tra bande rivali. Ghebriel aveva dei precedenti a quanto
hanno detto. Ho pensato che fosse venuto da te e che ti avesse fatto
sparire, magari si è ucciso. Non so che dire o cosa pensare
Georgy, ma fortunatamente tu stai bene... Georgy? Hey Georgiana, ci
sei? >>
Gerogiana era rimasta pietrificata, come era potuto accadere, come era
morto? Le venne in mente Benjamin, quel suo silenzio apparente, quella
calma apparente. No! Non poteva essere, lui non lo avrebbe mai fatto.
Georgiana aveva detestato Ghebriel più di qualsiasi altra
persona al mondo dopo ieri sera, ma non avrebbe mai desiderato che
morisse.
L'amica aveva chiuso la chiamata credendo che fosse caduta la linea.
Lei si alzò come se non avesse mai udito quella chiamata, e
si diresse verso la cucina, non lo trovò nemmeno li ma in
cambiò trovò un bigliettino attaccato al frigo
Sono andato a lavoro, ci vediamo
per pranzo
non uscire di casa, giuro che vengo a
prenderti ovunque tu sia.
Ps:
Ho chiamato in ospedale, non vi andrai per
un altra settimana ;)
Tuo Ben
Georgiana rimase basita, cosa diavolo aveva
combinato, l'aveva fatta rimanere a casa per un altra settimana? Ansi
in casa sua, ma non si mise in testa che per nulla al mondo l'avrebbe
trascorsa li.
Sapeva benissimo i pensieri perversi che potevano invadere la testa di
quell'uomo, ed una settimana in quella casa da sola con lui non portava
a nulla di buono.
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Capitolo 15 *** 15° ***
shsrhrd
Girò
per casa e la maggior parte delle porte erano aperte, fatta eccezzione
per due, mentre le altre erano in legno queste erano porte blindate,
Georgiana non era curiosa quindi lasciò stare
dirigendosi
verso un altra porta che inoltrava in una sorta di sala pesi, un sacco
da boxe appeso quasi al centro della stanza e dei pesi di ogni tipo
sparsi ordinatamente ovunque, ma la cosa più grande era
che quella camera - come la maggior parte - davano un immensa vista sul
grande parco che si trovava proprio dietro quell'immenso palazzo.
Non aveva l'intenzione di rimanere qualche altro secondo li dentro, ma
solo l'idea di ciò che avrebbe combinato quel matto di
Benjamin
le faceva venire la pelle d'oca. Sapeva benissimo che se lui aveva
detto che l'avrebbe trovata ovunque, così era.
<< Scherziamo? Non siamo mica sposati >>
Si tolse quell'orrendo pigiama rosa dirigendosi verso camera di Ben,
aprì il primo cassetto e afferrò una delle camice
di lui,
sorrise maliziosa, indossò ancora una volta quel suo
vestitino,
prese un uniposca blu e incominciò a scrivere su quella
camicia.
Lo avrebbe fatto infuriare sul serio dopo quello che stava facendo, ma
Georgiana aveva intezione di far capire a Benjamin che non era
così che funzionavano le cose con lei, non solo le aveva
imposto
di restare a casa sua, ma persino le aveva fatto perdere un altra
settimana di lavoro.
Uscì sorridendo da quella casa e salì nella sua
per darsi una sistemata.
Ore 12:35
Benjamin stava salutando Anna, la sua segretaria, mentre con la
borsa in una mano e il cellulare in un altra si dirigeva verso
l'ascensore del suo ufficio scendendo per il garage.
Era arrivato dieci minuti dopo davanti alla hall del palazzo di casa
sua, impazientemente salì in casa, aprì
abbandonando
il resto delle sue cose insieme alla giacca sul divano
<< Georgiana? >>
Si diresse verso la sua camera, aprì la porta ma li non vi
era,
una rabbia gli salì sino alla cima dei capelli, ma la sua
furia
raggiunse l'apice quando sul suo letto aveva trovato una sua camicia
che
avvicinandosi vide cosa vi fosse sopra
Caro il mio Ben, i comandi si
danno agli animali
Vienimi pure a prendere se vuoi.
Ps:
Quel pigiama era orrendo
Pss:
Grazie per la camicia ;)
Benjamin uscì velocemente da casa
sua salendo sino al dodicesimo piano verso l'appartamento di quella
folle donna.
Era davanti la porta quando aveva trovato un bigliettino attaccato
Sapevo che saresti venuto sino a
quì
per questo non sono in casa
lascia pure un messaggio, io mi faccio una vita fuori
e non rinchiusa in casa.
ci aveva persino lasciato la forma delle sue
labbra come stampo, Benjamin a quel punto esasperato piantò
un pugno in quella porta.
Georgiana aveva preso un taxi, non sapeva dove si stava dirigendo,
semplicemete aveva chiesto all'autista sino a dove potesse arrivare.
Dopo che era uscita da casa sua le aveva chiamato il suo datore di
lavoro dicendole che non c'era più bisogno che si scomodasse
ad andare nelle settimane successive, e con quello le aveva spento la
chiamata senza che avesse tempo di giustificarsi.
Lui ne aveva tutte le ragioni di questo mondo per licenziarla, si
insomma, andava a lavoro per qualche giorno e poi mancava un altra
settimana, in quel locale c'erano molti suoi colleghi che dovevano aver
visto tutta la scena, e che lei non sembrava stare tanto male.
Però non riusciva a capire, aveva sempre dato il massimo in
quel lavoro e adesso era persino stata cacciata, e per colpa di quel
caprone di un avvocato. Forse era meglio che se ne stesse nel
precedente ospedale, era meglio non salire in un ascensore, sarebbe
stato meglio non incontrarlo. Quella giornata continuava a peggiorare
di ora in ora, le cattive notizie continuavano ad affiorare.
Ore 19:40
Quel viaggio sembrava non finire mai, si era fatta accompagnare in un
hotel, non era mai stata in quella città, ma era bellissima.
Più che una città sembrava un paesino di
campagna: i palazzi non esistevano più, piccole casupole o
ville si presentavano innanzi a lei, alberi e piccole colline
invadevano quel territorio che di mattina doveva sembrare
più colorato e bello che di sera.
Pagò l'autista
<< Tu non mi hai mai visto, capito? >>
<< V-va bene signorina >>
Voleva fuggire per qualche giorno dalla vita di città, e da
tutti, soprattutto da lui, Benjamin.
Non l'avrebbe mai trovata li, a circa 6 ore di distanza da casa sua.
Aveva prenotato una stanza per tre notti e quattro giorni, poi magari
sarebbe ritornata. Le amiche continuavano a chiamarla e Benjamin aveva
superato il record di chiamate, Georgiana stanca, spense il telefono e
si addormentò in quella piccola camera.
Giorno 52
Georgiana
aprì gli occhi, e la prima cosa che vide furono delle
montagne immense che la sera prima non aveva visto per via del buio,
tre grandi montagne innevate. L'aria in quel paese era rarefatta,
faceva abbastanza freddo di notte e Georgiana non era nemmeno preparata
per quel viaggio, fortunatamente aveva avuto la grande idea di portare
il portafogli con la carta di credito all'interno, non che vi fosse
molto, ma aveva risparmiato un bel pò di soldi in quegli
anni, si era giurata che l'avrebbe usata solo in caso di emergenza, e
quella era un grande emergenza.
Si alzò dirigendosi verso il balcone, inspirò
profondamente quell'aria che sapeva di pulito, come sarebbe stato bello
vivere li, nessun rumore di macchine, nessun inquinamente, nessuna vita
caotica, e per andare in un posto potevi benissimo andare in bici.
Rise con se stessa pensando a come sarebbe stato se Benjamin, uomo
d'affari com'era, avesse vissuto li, non era uomo di campagna, non lo
vedeva per niente in una fattoria li vicino a mungere vacche o ad arare
campi, però doveva essere incredibilmente sexy,
scoppiò a ridere.
Decisa di darsi una smossa, si lavò e uscì dalla
camera per andare a comprare qualcosa di comodo da mettere durante quei
giorni.
Ore 10:00
Aveva passato delle ore per decidere cosa comprare, non era mai
convinta, persino le donne che vi lavoravano ci avevano perso speranze.
Il brontolio dello stomaco la destò dai suoi interessi
<< mmm.. Dove posso trovare un ristorante, pizzeria.. qui
vicino? >>
<< Lungo questo vialetto troverà vari locali
>>
<< Grazie mille >> disse mentre andava via.
Aveva girato per delle ore a piedi, l'intenzione era quella di fare
colazione e pranzo insieme, non mangiava da ieri sera quindi credeva
che l'idea sarebbe stata quella giusta. Georgiana si
destabilizzò quando urtò contro un uomo
<< Mi scusi >> risposero entrambi
<< No, no non parlavo con te >> disse lui
parlando al telefono
<< si daccordo. Mi scusi ancora signorina >>
disse lui sorridendo ed andando via, la cosa accadde così in
fretta che Georgiana non aveva capito nulla più di cosa
stava accadendo, così riprese il suo cammino verso la rotta
del cibo.
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Capitolo 16 *** 16° ***
shsrhrd
Georgiana aveva appena raggiunto
un piccolo locale accogliente dove decise di entrare, si sedette in un
tavolino circolare attendendo l'arrivo del cameriere ordinando una
buona porzione di pasta al sugo nero, sapeva benissimo che si sarebbe
sporcata come una bambina, ma le piaceva molto quindi non
pensò due volte.
Le avevano appena portato la sua ordinazione quando qualcuno le si
sedette proprio davanti a lei nel suo tavolo, sollevò gli
occhi dal piatto
<< Mi scusi.. Credo abbia sbagliato tavolo
>>
<< Per nulla >>
rispose una donna dai capelli biondi, le lentiggini appena visibili le
contornavano le guance e la perle rosea le dava un tocco di classe di
un tempo.
<< Ci conosciamo? >>
<< No >>
Georgiana stanca posò le posate sul piatto e disse diretta e
secca
<< Scusi la mia maleducazione, ma allora cosa vuole da me
>>
la donna poggiò i gomiti sul tavolino e poggiò la
testa sulle sue mani come farebbe una bambina
<< Nulla, volevo solo conoscerla, io sono Amelia. Piacere
di conoscerla >>
Georgiana parve non capire ma stette al gioco
<< Io sono Gloria >>
il primo nome che le venne in mente fu quello dell'amica e
così rispose.
<< Adesso se non le dispiace vorrei mangiare
>>
<< Non si preoccupi starò quì buona
buona >>
Georgiana spalancò gli occhi incredula, e così,
stanca di quella sorta di donna che si comportava da bambina, si
alzò pagando il conto e uscendo da quel locale.
<< Non posso crederci, che razza di gente vive in questo
posto >>
disse tra se e se dirigendosi di nuovo verso l'albergo sbuffando.
Entrata nella hall notò l'uomo con cui si era scontrata
qualche ora prima, lei fece finta di nulla cercando di andare nella
parte opposta ma fu bloccata da lui che quasi urlò un
<< Salve, signorina, la prego si fermi >>
<< Non posso crederci ora anche questo >>
sussurrò fermandosi sforgiando un sorriso
<< Oh! Mi scusi per prima, non l'avevo vista
>>
<< Non si preoccupi, non è successo nulla
>>
<< Già >>
sorrise imbarazzata quando quegli occhi grigi continuavano a fissarla
sorridendo.
<< Vorrei scusarmi a dovere con lei, mi permette se le
offro il pranzo >>
<< Oh! no, mi scusi ho appena terminato di mangiare ma la
ringrazio comunque >>
<< Non importa, allora mi permette se le faccio visitare
questo bel paese? >>
<< Come fa a sapere che non sono di qua >>
l'uomo sorrise sarcastico allargando le braccia per indicare il posto
<< Signorina, lei alloggia in un hotel, quale cittadino
di questa città alloggerebbe mai in un hotel con una casa
che si ritroverebbe? >>
<< Emh! Già, ha ragione in effetti
>>
<< Bene dunque >>
disse sorridendo
<< Venga con me >>
<< Sta scherzando, io non la conosco nemmeno
>>
<< Giusto giusto, mi scusi, io sono Lucas >>
<< Piacere >>
<< Lei? >>
<< Io cosa? >>
<< Signorina, lei come si chiama >>
Georgiana si sentiva incredibilmente a disagio
<< Giusto, mi scusi ancora, io sono Ge.. Gloria
>>
<< Lei non si chiama Gloria >>
<< Come scusi? >>
<< Prima l'ho cercata nella lista di questo albergo, e
lei si chiama Georgiana >>
<< Che fa mi spia ? >>
<< Non esattamente, ma sono il proprietario di questo
posto, ieri sera l'ho vista entrare qua dentro e prendere una stanza,
quindi! faccia due più due.. >>
<< Ah !! >>
<< Bene, dunque " Gloria " , viene con me >>
Georgiana sorrise divertita e rispose
<< La mamma mi diceva sempre di non parlare con gli
sconosciuti >>
<< La mamma aveva pienamente ragione, ma la mamma non
è qui al momento >>
disse sorridendo e afferrandola per la mano tirandosela fuori.
<< Bene salga prego >>
disse aprendo lo sportello di una macchina che si trovava davanti
all'hotel, Georgiana era scettica e indecisa ma una leggera spinta la
fece catapultare all'interno di quell'auto, l'uomo era salito dalla
parte opposta .
<< Come dovremmo fare una passeggiata se siamo su un auto
>>
<< Non si preoccupi >>
<< Non vorrà mica uccidermi ? >>
disse lei sarcastica
<< Chi lo sa? >>
rispose lui fissandola con la coda degli occhi sorridendo.
Le cose erano accadute così in fretta che Georgiana per un
attimo si era dimenticata persino di perchè era scappata
via, Benjamin! Disse che
non doveva pensarci, per quei giorni che avrebbe dovuto
trascorrere li non doveva pensare a nulla, se Benjamin ancora non
l'aveva trovata voleva dire che si era nascosta abbastanza bene.
<< Dove stiamo andando >>
<< In aeroporto >>
<< Come? >> era sbalordita
<< La sto rapendo >> disse
ridendo divertito
Georgiana parve spaventarsi per qualche millesimo di secondo
<< Sto scherzando si calmi, posso darle del tu?
>>
<< C-certo >>
<< Stiamo davvero andando in aeroporto >>
<< Non credo che come passeggiata sia il massimo
>>
<< non credi? Dimmi? Quante volte puoi dire di aver
toccato il cielo, di aver toccato quasi la cima del mondo, o di aver
navigato tra le stelle o le nuvole, quale meraviglia eguaglia il cielo
e lo spazio che gli appartiene >>
<< Signor Lucas, io non sono mai stata su un aereo
>> disse lei imbarazzata abbassando lo sguardo
<< Chiamami solo Lucas, non ti preoccupare, vedrai che
non vorrai più scendere >>
<< Ma io nemmeno ti conosco >>
<< Mi conoscerai molto presto, non mordo mica
>>
<< Ma dove mi vuole portare >>
<< sulle stelle >>disse ridendo felicemente
<< Ma-ma io sono sposata >>
<< Davvero? E la tua fede? Ti prego non dirmi che l'hai
dimenticata perchè come scusa non funziona. Tu fuggi, e
quale modo di fuggire se non partire su di un aereo >>
<< Ma tutte le mie cose sono in hotel >>
<< Tutte le tue cose? Gli unici vestiti che hai portato
sono quelli che hai appena comprato >>
Georgiana continuava a tenere lo sgurdo basso imbarazzato da quante
cose avesse scoperto quell'uomo, per quel poco tempo che aveva
trascorso in quell'hotel aveva scoperto più cose di un
agente dell'FBI.
<< Dove siamo diretti Lucas ? >>
<< Signorina! Siamo diretti dall'altra parte del mondo,
in Europa!
>>
|
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Capitolo 17 *** 17° ***
Arrivare all'aeroporto non ci
volle molto, e Georgiana era sempre meno convinta di ciò che
stava facendo, l'unica cosa che la spingeva a farlo era Benjamin, ma si
stava fidando di uno sconosciuto. In Europa, distava miglia e miglia da
dove si trovava al momento, come poteva andare via senza nessun rimorso
per le amiche, e il suo Pito? Si stava dando solo delle scuse, sapeva
bene che le sue amiche avrebbero capito, e per Pito ci avrebbe pensato
sicuramente Gloria, era sempre cosi quando andava via qualche
settimana. Insomma, non stava mica andando via per sempre, o almeno
cosi cercava di convincersi, voleva si scappare da Ben, ma non per
sempre, magari si sarebbe stancato di chiamare e se ne sarebbe fatto
una ragione.
<< Avanti andiamo >>
disse Lucas distogliendola dai suoi pensieri mentre l'accompagnava
verso quel singolo aereo che si trovava isolato in pista, Georgiana non
faceva altro che ruotare gli occhi ovunque, come se da un momento
all'altro qualcuno sbucasse dal nulla e la " salvasse ", ma da cosa
poi? Credeva di essere rapita, ma le gambe correvano quasi verso
quell'affare enorme che da un momento all'altro l'avrebbe portata
lontanissima dalla sua nazione patria.
<< Lucas.. >>
<< Dimmi >> rispose sorridendo ammaliante
<< N-nulla, andiamo >>
<< Non preoccuparti, questo aereo appartiene alla mia
famiglia, siamo solo noi, quindi nessuna pressione >>
Non ci volle molto per mettere in moto, e salire piano piano in aria,
nel cielo, e Giorgiana rimase paralizzata al suo posto, Lucas le
afferrò la mano
<< Tranquilla, sono solo delle turbolenze, è
normale >>
<< Mi sembra di cadere Lucas >>
Scoppiò a ridere tenendosi la pancia
<< Smettila di prendermi in giro, non e divertente
>>
<< Scusami, vieni >>
disse sfiorandole i fianchi mentre le toglieva la cintura di sicurezza
e afferrandole la mano
<< Guarda fuori >>
Georgiana si affacciò da quel piccolo oblò,
rimase senza fiato quando le sembrava di sfiorare le nuvole, il
paradiso, si voltò verso Lucas che la osservava incuriosito
<< Vedi, nulla d'aver paura, vuoi qualcosa da bere?
>>
<< No grazie, non vado molto daccordo con gli alcolici
>>
<< come preferisci >>
<< Potrei sapere qualcosa di te? >>
<< cosa vorresti sapere ? >>
disse mentre si dirigevano verso la zona bar, quell'aereo sembrava una
casa lussuosa, con l'aggiunta delle ali .
<< Dimmi un pò tu, sono salita con uno
sconosciuto su di un aereo, quale persona sana di mente lo farebbe
>>
<< Nessuna >> disse serio mentre prendeva
del ghiaccio
Georgiana tornò a sedersi fissando il pavimento,
chissà cosa stava facendo al momento Benjamin.
<< A cosa pensi >>
<< A nulla >>
<< Perchè sei scappata >>
<< Avevo bisogno di aria pulita >>
Lucas non sorrideva più, era serio mentre le studiava il viso
<< Sai, dovresti chiamargli? >>
Lei si destò dai suoi pensieri fissando intensamente Lucas
<< Chiamare chi? >>
<< Chiunque tu stia pensando >>
<< I-io non... No! >>
<< Come preferisci >> disse alzando il
bicchiere in aria in segno di resa.
Non vi furono altre parole scambiate nelle ore successive, neanche
quando scesero dall'aereo, fu solo in macchina che disse qualcosa lui
seccato
<< Potresti anche smetterla di mostrarti quasi arrabbiata
per ciò che io ti abbia detto, lo fatto per farti destare
dai tuoi pensieri >>
Parlava e si comportava come se si conoscessero da sempre, come se
fosse un compagno di viaggi da anni.
<< Senti ti ho seguito in mezzo al nulla, si
perchè siamo in mezzo al nulla >> diceva
mentre idicava gli alberi che scorrevano fuori
<< Non ti conosco nemmeno, per quel che posso saperne, mi
porterai in mezzo al bosco e mi seppellirai viva, senza darmi nemmeno
la grazia di essere uccisa prima. O magari vuoi darmi in pasto a degli
scagnozzi che si trovano in chissà quale baia affamati e..e
.. >>
Lucas scoppiò a ridere
<< Donna, ma ti ascolti? >>
Gerogiana si destabilizzò a quella parola voltandosi
d'improvviso verso di lui
<< Come mi hai chiamato? >>
<< Donna? Non è quello che sei? Dovrei
preocuparmi che tu non lo sia? >>
<< Falla finita >>disse voltandosi per
guardare fuori
<< Non preoccuparti siamo arrivati >>
La macchina si fermò sul viale di una villa di un bianco
quasi spento, ma che le dava quel senso di lussuria
<< Certo che potevo aspettarmi? Un appartamento? No! Una
villa >>
<< Scusatemi se sono ricco >>
gli disse lui sussurrandoglielo all'orecchio
<< No tranquillo, sono io che sono troppo povera
>>
<< I soldi non sono un problema, prego, scendi
>>
un uomo le aprì lo sportello, scesa dall'auto venne
raggiunta da Lucas che l'accompagnò all'ingresso
<< Fa come se fossi a casa tua >>
<< scherzi? Casa mia non è neanche un quarto
di questa >>
Lucas l'accompagnò sorridendo dentro
<< Licia ti accompagnerà nella tua camera
>>
<< La mia camera? >>
<< Si certo, Vai >>
Sembrava tutto così organizzato, possibile che fosse
così ingenua da aver accettato l'invito di un pazzo
possibilmente. In quel momento, mentre veniva quasi spinta da quella
donna dai capelli rosso brillante vestita di nero, verso la camera, non
sapeva se scoppiare a ridere o ad urlare e scappare via da li.
Pensò a Benjamin, lui era l'unico che l'avrebbe potuta
trovare, cercò il suo cellulare.
<< Dove l'avrò messo >>
<< Andiamo forza signorina >>
<< Dovreste smetterla di spingermi >>
rispose nervosa alla donna, aveva deciso che avrebbe chiesto
a Lucas, sperando in qualcosa di positivo.
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Capitolo 18 *** 18° ***
hfifioajc
Arrancò
prima di riuscire a raggiungere quella che sarebbe stata la sua camera,
ma aveva il bisogno assoluto di incontrare subito Lucas, doveva
parlare con Benjamin, e anche subito.
Decisa,
aprì lentamente la porta della camera, la via era
libera, fece
lo stesso tragitto arrivando sino alla porta di ingresso, era strano
che ancora non avesse incontrato nessuno, quindi prese la stessa
direzione di Lucas poco prima aprendo una grande porta, talmente presa
dalla foga che non si rese conto di esser stata catapultata in un
salotto con una decina di uomini d'afffari che discutevano, almeno
questo prima del suo arrivo così irruento.
<< Signorina
Georgiana >>
disse
Lucas sorpreso da quella improvvisata, dal canto suo Georgiana rimase
spiazzata e paralizzata dove si trovava senza proferir parola,
rimanendo con lo sguardo incollato a quello sorpreso di Lucas
<<
Signori, lei è Georgiana, un amica di famiglia, vogliate
scusarmi se mi assento per qualche momento >>
disse
osservando gli altri con fare complice, afferrò Georgiana
delicatamente per un braccio trascinandola fuori da quel
luogo.
<< Cosa credevi
di fare >>
<< Nulla, credevo
non ci fosse nessuno >>
esasperato mise le mani ai
fianchi
<< vai di sopra
ne parliamo dopo >>
fece per andarsene ma Georgiana
lo afferrò per un braccio
<< NO! A-aspetta,
potrei fare quella chiamata >>
<<
Quindi ti arrendi così? >>
<< Come scusa?
>>
<<
Stai scappando da lui no? Per un motivo ben valido spero, quindi se lui
ha torto e se tu non vuoi vederlo perche dovresti chiamarci e tornare
da lui? Sei così debole da passare la tua vita sotto i suoi
piedi? Fai pure, il telefono è in fondo a destra
>>
Georgiana
rimase impassibile, si guardava la punta dei piedi quando lui
le
mise una mano sul viso e le baciò lentamente una guancia, un
gesto che la fece bruciare interamente
<< Ho da fare al
momento, ci sentiamo dopo >>
le
sussurrò all'orecchio per poi andare via. Georgiana si
toccò la guancia, tutto quel che le aveva detto era vero,
non
voleva passare la sua vita a cercare di esser sempre la seconda scelta
di quell'uomo. Si incamminò ancora una volta per la sua
camera,
solo allora si rese conto che le sue cose erano li, tutto tranne il suo
telefono.
Come
l'avrebbe vissuto, per quanto tempo sarebbe rimasta li, per quanto
tempo avrebbe resistito senza le sue amiche, senza di lui, in un modo o
in un altro qualsiasi cosa facesse o pensasse lui era li, cosa avrebbe
fatto se avesse saputo che era andata via con uno sconosciuto. Era
pazza, come aveva fatto lei ad andarsene da la, si gettò sul
letto quando sentì bussare alla porta, e non
rispose
<< Stai bene
>>
<< Come vuoi che
stia? >>
<< Non sono io
quello che è partito con uno sconosciuto >>
rispose Lucas sedendosi al suo fianco
<< Non mi aiuti
per nulla Lucas >>
<< Smettila di
rimuginarci sopra, se ha permesso che tu scappassi non ti merita
>>
<< Non lo conosci
nemmeno, smettila >> disse seccata, ma perchè
adesso lo stava difendendo?
<< Se avessi
provato qualcosa per questo... tizio, non saresti scappata
>>
<< Lucas, non
conosci nemmeno me, taci >>
<< Allora
perchè hai accettato di venire con me ?
>>
Si voltò su di un
fianco verso di lui << Non lo so
>>
<< Dovresti
pensarci. Mentre lo fai, vorresti fare un giro? >>
L'afferrò per una mano facendola alzare.
*****
<<
Lucas, quando parlavi di un giro, non pensavo intendessi a cavallo
>> disse Georgiana terrorizzata mentre cercava di restare
su
quella giumenta chiazzata come un dalmata che era al quanto irrequieta
a causa sua
<< smettila
immediatamente di ridere e fammi scendere da qui
>>
<< Dovresti
vedere la tua faccia >>
<< Vedrai la tua
piena di lividi se non ti muovi >>
Lucas scese dal suo cavallo
fermando quello di lei aiutandola a scendere
<< Vuol dire che
andremo a piedi, ho da dirti qualche cosa >>
Georgiana sembrò
preoccuparsi a quella affermazione, cosa aveva da dirgli
<< vedi
Georgiana, fra meno di qualche settimana sarà il mio
compleanno, e ti ho portata in questo posto.. >>
<< Siamo in
Europa, non in un posto qualunque, dall'altra parte del globo Lucas
>>
<< Esatto, ma
facciamo finta che tu sia soltanto in vacanza, sta ate
decidere se rimanere o andare. La sera del mio compleanno potrai
decidere ciò che fare, potrai resistere qualche settimana?
>> .
Lucas presunto uomo d'affari
come si era mostrato, padrone di un holtel, e di una grande villa,
mostratosi agli occhi di Georgiana come un uomo che tiene a quel che
fa, cosa mai lo avrà spinto a portarla in casa sua, e
perchè proprio in quel momento. Gerogiana rimuginava
sull'accaduto delle ultime ore, avrà visto una donna sola e
si sarà approfittato del suo stato d'animo in cui si trovava
e si trova adesso per spingerla in quel luogo tanto lontano?
No, non riusciva a darsi
spiegazione, doveva dare una risposta, sarebbe andata via prima o
avrebbe aspettato il compleanno di quest'ultimo?
<< va
bene, aspetterò il tuo compleanno
>>
lui annuì
pensieroso. Il resto della passegiata continuò in silenzio,
e la tensione che provava Georgiana la si poteva percepire persino con
i palmi delle mani.
*****
Avevano appena terminato la
cena quando Georgiana si ritirò in camera, la pioggia
batteva nei vetri offuscati della finestra mentre lampi di luce si
infrangevano all'interno della camera, dandole un aspetto quasi tetro
al buio.
Dopo un lungo bagno caldo si
accoccolò attorno l'accappatoglio, fondedole il calore
necessario che le permettava di rilassarsi al momento
<< ti diverti?
>>
Quasi scivolò sul
pavimento se non avesse avuto la cortezza di tenersi in piedi
<< Non ti hanno
insegnato a bussare? >>
<< Lo fatto, se
solo qualcuno di mia conoscenza non fosse così sbadata da
perdersi tra le nuvole e lasciando tutto il mondo fuori
>>
<< Mi stai
rimproverando? Parli come se mi conoscessi da una vita Lucas, e non
dovresti essere in questa camera, ci conosciamo da appena un giorno.
>>
<< Cambierebbe
qualcosa se ci fossimo conosciuti una settimana fa
>>
<< Non credo ne
avresti avuto l'opportunità >>
disse sorridendo a se stessa
ripensando alla faccia che avrebbe fatto Benjamin.
<< Per quale
motivo? E cosa ridi >>
<< Vedi Lucas,
penso ci siano cose che non si possono cambiare, semplicemente bisogna
accettarle o rimanere fuori. Io adesso sono in ballo fra entrambe
>>
<< Accettare qualcosa che non sia giusto? Questo
non è " accettare ", questo vuol dire rassegnarsi
a ciò che ci acceca >><<
Perchè credi che sia giusto? Non sai neanche la
causa per cui io sia andata via, non sai chi è lui ne tanto
meno chi io sia >>
<< So abbastanza da capire che scappare non è
la soluzione, che se davvero ti avesse voluta non avrebbe permesso la
tua fuga, che adesso dovrebbe essere dietro la porta di casa mia e
rapirti da me >>
<< LUI NON SA DOVE IO SIA! >>
Ulrò adirata e quasi in lacrime
<< Io sono scappata quando ne ho trovato
l'opportunità, sono scappata perchè per lui non
sarei mai abbastanza, per lui sono solo una donna qualunque
>>
<< Per questo dovresti renderti conto che lui non ti
merita, non esiste un valore per ciò che si prova, non
esistono donne qualunque, ognuno è diverso di per se.
Georgiana non dovresti ucciderti dentro per un uomo che i sentimenti
non sa cosa siano >>
<< Dimmi Lucas, tu sai dirmi cosa siano >>
<< No! Perchè ognuno li percepisce in modo
diverso, amore, odio, disgusto ... Sono sensazioni che ognuno ha, ma
che personalmente sono diversi. Georgiana, prova a dormire, riposa
>>
disse baciandole la fronte con un gesto inaspettato.
Aspettò he andasse via prima di cambiarsi e dormire. Fu in
sogno che lo rivide per un ultima volta prima di scegliere
ciò che ne sarebbe stato.
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Capitolo 19 *** 19° ***
hfifioajc
Giorno 53
Georgiana
si svegliò appena dopo le 8:00 del mattino, tenace e decisa
sul
da farsi si lavò e scese al piano di sotto dove
incontrò Lucas che l'attendeva
<< Buongiorno
Georgiana, dormito bene? >>
Georgiana sorrise falsamente,
mentre la mente la riportava a lui e a quel sogno
Seduta
su un prato, osservava le nuvole passare lentamente, e come se il tempo
si fosse fermato in quell'istante solo su lei, nessun rumore, nessun
soffio di vento, animali che si muovono o foglie che cadono, soltanto
quelle nuvole che passavano. Come fosse immersa in quel bianco immenso,
la mente la portava ovunque tranne che nel suo mondo.
<< Quindi hai
preferito scappare che rimanere donna? Non me lo sarei aspettato da te
>>
si voltò
scombussolata, Benjamin le veniva in contro passeggiando
<< Non hai nulla da
dire? >>
Un
tuffo al cuore la portò alla " realtà ", una
felicità immensa la invase a rivedere quel viso che le
mancava
molto, si alzò facendo un passo verso lui che la
bloccò
quando le fu vicino
<< Sei scappata?
>>
Per
Georgiana fu una ferita immensa questo suo gesto così
inaspettato, lui sollevò il suo viso per guardarla negli
occhi,
voleva abbracciarlo, baciare quelle labbra che tanto le
mancavano
<< Non mi hai
lasciato altra scelta Ben >>
<< C'è
sempre un altra scelta donna >>
<< Mi hai tolto
tutto >>
<< Non tutto
>>
disse lui come arrabbiato,
Georgiana si allontanò di qualche passo senza capire,
accigliata
<< non mi
è rimasto nulla >>
<< c'èro
io Georgiana, e tu sei scappata da me >>
lo spinse via con una leggera
spinta al petto
<< Mi hai trattata
come un giocattolo >>
<< Addio mia cara
>>
disse afflitto lui mentre si
voltava e andava via, Georgiana portò le mani al
petto
<< NO! Aspetta,
aspetta Ben. Benjamin aspettami >>
correva
senza mai raggiungerlo mentre quella figura era sempre più
lontana, così si fermò cadendo sulle ginocchia
piangendo
su se stessa.
<< Benissimo
grazie >>
<< Hai fame ?
>>
<< Bhe! si
>>
Fecero
colazione in silenzio mentre Lucas la osservava incuriosito, Georgiana
si sentiva a disagio, non amava esser fissata specialmente quando
mangiava
<< Smettila di
fissarmi >>
sorrise
lui a mo di scusa. Bussarono alla porta, la donna che il giorno prima
aveva condotto Georgiana nella stanza entrò
<< Signor Lucas, chiedono di voi
>>
<< Fate entrare chiunque sia >>
<< Entrate signori >>
dalla porta fece ingresso un uomo sulla quarantina d'anni, i capelli
argentati e una barba folta lo facevan apparire ancor più
grande
di quel che doveva essere, mentre un tatuaggio sullo zigomo destro che
rappresentava un qualche tipo di tribale che Georgiana non riusciva a
capire esattamente.
Fu seguito da un altro uomo che comparve da dietro, intento a
sistemarsi la cravatta, lo sguardo agghiacciante e severo che le
lanciò mentre a Georgiana cadde il cucchiaio dalle mani che
destò Lucas da salutare l'uomo dai capelli argentati e
Benjamin.
<< Signori, benvenuti non vi aspettavo, quale onore vi
porta in questa umile dimora >>
l'uomo col tatuaggio sorrideva beffardo, mentre Benjamin era
impassibile e non degnava più Georgiana di uno sguardo, come
se
non esistesse
<< Vorremmo parlare in privato se non le dispiace Lucas
>>
disse infine
<< Certamente, Georgiana puoi scusarci, sono questioni di
affari >>
disse sorridendole Lucas, Gerogiana era come paralizzata da tutta
quella improvvisata inaspettata, si destò solo quando Lucas
le
sfiorò appena il braccio, si voltò verso lui
distogliendo
lo sguardo da Benjamin che la guardava senza espressione
<< Scusami Lucas, vado in camera " MIA " >>
marcò l'ultima parola appositamente mentre passava al fianco
di
Benjamin che a quelle parole sorrise beffardo quando lei
uscì.
Georgiana era spaesata, l'aveva trovata davvero, e quello
sguardo
disprezzante, come si permetteva, si credeva superiore, ma lei
gliel'avrebbe fatta pagare questa sua faccia tosta di presentarsi
così.
Non voleva ammettere a se stessa che in realtà il suo cuore
stava facendo i salti di gioia alla sola vista che lui fosse davvero
venuto a toglierla da quel pasticcio in cui si era cacciata.
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Capitolo 20 *** 20° ***
hfifioajc
Passò
appena qualche ora prima che Georgiana, stufa di aspettare, scendesse
giù, la porta era ancora chiusa e si sedette alla fine delle
scale giocherellando con la cerniera della giacca che aveva indossato
prima di scendere.
La porta si aprì solo pochi minuti dopo e
Georgiana si
alzò scattante sul posto, mentre l'uomo col tatuaggio le
passava davanti avendole dato solo uno sguardo alla sua figura esile,
Benjamin stringeva la mano sorridendo a Lucas, si allontanò
da lui e le passò davanti senza un solo sguardo mentre si
sistemava la giacca. Georgiana fissava la sua schiena mentre andava
via, cosa era successo la dentro? Non era venuto a prendere lei dunque?
Stava andando via? Le sembrava di rivivere il suo sogno, non era venuta
a prenderla, ma allora perchè era li?
<< Georgiana, Georgiana? Ci sei? >>
Fu destata dai suoi pensieri voltandosi verso quella voce, Lucas
<< Chi erano quelle persone? >>
Georgiana mentì per cercare una qualche risposta alle sue
domande, Lucas assottigliò gli occhi non rispose per qualche
secondo, quando disse
<< Saveliy, un russo nonchè un buon amico, e
grande amico di mio fratello Benjamin, l'uomo al suo seguito appunto
>>
non credeva a cosa aveva appena scoperto, Lucas e Benjamin erano
fratelli, così diversi, come poteva essere, era scappata da
Benjamin per finire direttamente in casa del fratello, non ci voleva
credere
<< Bhe in realtà non proprio fratelli, mia
madre e suo padre si misero insieme quando noi avevamo appena 7/8 anni
circa >>
c'era qualcosa di sbagliato in tutta quella situazione, qualcosa non
andava, ma non riusciva a capire cosa esattamente.
<< Capisco >>
disse infine senza nulla da aggiungere.
<< Vieni andiamo a fare un giro in
centro >>
non aveva intenzione di voler uscire, voleva solamente delle risposte
alle sue domande, e perchè Benjamin non l'aveva prelevata da
quel posto, le aveva detto che l'avrebbe trovata, anche se lo aveva
fatto non era esattamente questo quello che si aspettava, lo sapeva,
sapeva che era solo un gioco per lui, si infuriò e
accettò quel giro con Lucas.
****
Ore 21:15
La giornata passò così velocemente che Georgiana
non se ne accorse, era arrabbiata e amareggiata, continuava a pensare
al gioco che faceva Benjamin, e così, senza nulla da dire
l'aveva abbandonata ritornando a miglia di distanza da lei.
" Ti odio con ogni fibra
del mio corpo Benjamin, approfittatore dei miei stivali, vorrei
spennarti come una gallina. Non riesco a farmi venire idee migliori"
Sbuffò poggiandosi al tavolo da cucina in cui
stava mangiando isieme a Lucas che mollò tutto voltandosi
verso lei
<< Che ti prende? >>
<< C-come? Nulla di che >>
Lucas sorrise a se stesso mentre portava una mano dentro la sua giacca
estraendone una calibro 9, Georgiana sobbalzò alla vista di
quell'arma sul tavolo
<< A che ti serve quella >>
<< Sta tranquilla, la porto sempre con me. I miei non
sono proprio affari legali, di conseguenza ho molti nemici alle spalle,
devo pur difendermi in quealche modo >>
<< Perchè me l'hai mostrata Lucas?
>>
<< Prima o poi l'avresti vista Georgiana >>
disse gesticolando in aria con nonchalant, lei ripenso a Benjamin e che
essi fossero fratelli, ciò significava che Benjamin non era
un avvocato, ma faceva parte di questi affari col fratello. La mente la
riportò a Ghebriel, se Lucas aveva una tale arma significava
che Benjamin ne possedeva altrettante, e quelle camere chiuse in casa,
Ben aveva ucciso Ghebriel. Quella calma apparente che possedeva Ben la
sera prima dell'accaduto, sapeva che qualcosa frullava nella testa di
quel pazzo, ed ora ne aveva avuto la conferma.
<< Che genere di affari? >>
<< Non immischiarti in queste cose, sono cose di cui
preferisco tenerti fuori cara >>
<< Vostro fratello ne fa parte ? >>
<< Basta! Ti ho detto già abbastanza, ti va di
ballare? >>
<< Come scusa? >>
Non fece in tempo che Lucas l'afferrò per i polsi
trasportandola in un ballo con della musica immaginaria che lui
canticchiava con occhi chiusi, Georgiana scoppiò in una
sonora risata, divertita da quella situazione che le fece dimenticare i
problemi che si poneva poco prima.
Ore 21:30
Lucas lasciò andare Georgiana in una piroetta ridendo
entrambi divertiti
<< Ci vediamo domani my lady >>
disse lui avvicinandosi baciandole la fronte
<< Buona notte Lucas >>
Georgiana si diresse verso la camera accasciandosi sul letto
<< Ti odio lurido verme >>
lo disse più a se stessa che al pensiero di lui, si
addormentò ancora una volta col pensiero di lui, chiedendosi
quando avrebbe smesso di pensarlo.
Giorno 54
Si
svegliò con
un brutto presentimento, da premettere che tutte le volte che si
svegliava con un tale presentimento, si sbagliava sempre e di
conseguenza non dava mai troppa importanza, non aveva quel che si suol
dire " il sesto senso delle donne? " . Era più il tipo che
preferiva affidarsi hai fatti che ai suoi sensi, la tradivano sempre, e
da molte settimane il cuore lo faceva molto spesso.
Scese ancora una volta di sotto dirigendosi in sala da pranzo dove era
sicura che li avrebbe trovato sicuramente Lucas, così fu,
leggeva un giornale tranquillamente
<< Buongiorno Lucas >>
distolse lo sguardo dal leggere e sorridendole la salutò
<< Buongiorno Georgiana, dormito be.. >>
non lo fece terminare che secca e sorridendo rispose
<< Benissimo >>
<< Venite a mangiare >>
le aveva fatto trovare molte cose prelibate da mangiare, e lei non se
lo fece ripetere più volte. Si sedette nella sedia accanto
alla sua mentre lui continuò a leggere il giornale.
<< Aspettate! Non Potete >>
un gran trambusto proveniva da fuori quella stanza, le porte si
aprirono sbattendo violentemente, Georgiana fu presa per la vita da
Lucas ed il tutto avvennè così velocemente che
solo dopo aver compreso la situazione notò la pistola della
sera prima puntata alla tempia, mente Lucas continuava a stringere.
Benjamin era fermo davanti le porte spalancate con il mirino puntato
alla testa si Lucas
<< Caro fratellino, due visite in appena due giorni,
così mi fai piangere, ne sono così onorato
>>
<< Lasciami andare Lucas, cosa ti prende >>
<< Sta zitta sgualdrina >>
la voce non era più quella dolce e sensuale di Lucas, ma di
un lurido uomo.
<< Sai Lucas, avresti dovuto pensarci prima di portarla
via con te. Eppure mi era parso di averti avvisato ieri >>
disse tranquillo Benjamin gesticolando in aria per nulla nervoso
<< Oh! Benjamin, tu avresti dovuto tenerla cara, non ti
sai mai scegliere una donna che abbia buon senso. Lo vista sola, e una
donna sola ha bisgono di aiuto, e guarda qua, non se lo è
fatto ripetere più volte di venire insieme a me. Ma mi
chiedo come tu abbia fatto a trovarmi >>
Ben rideva divertito senza spostare di un millimetro la mira
<< Sei così cogl***e che non sai neanche
nascondere le tue tracce come ci ha insegnato papà, ma tu
sei stato e sei sempre un putt***re di scarsa qualità, che
non stava nemmeno attento a ciò che ci isegnava. Io
diversamente da te, so quando agire e quando stare al mio posto, tu dal
canto tuo rimani sempre un testa di c***o. Quindi! Adesso ti do due
possibilità. Uno: la lasci andare, non accadrà
nulla, lascierò che tutto passi senza alcun problema, e mi
dimenticherò dell'accaduto. Due: ti sparo al centro di
quella testa senza cervello che ti ritrovi, io vado via insieme a lei
mentre tu muori dissaguato. >>
Lucas cominciò ad innervosirsi, tremava sia la voce che il
suo corpo
<< S-sai Ben! Non ti hanno detto che venire da solo a
casa del lupo non è mai una buona idea? >>
<< Oddio Lucas, fratellino caro, chi ti fa credere che io
sia solo? >>
Mentre Benjamin diceva quelle parole dalla porta entrava Saveliy, il
russo col tatuaggio, intento con un tovagliolo bianco si puliva le mani
ricoperte di sangue
<< Ca**o, l'avevo comprata appena la settimana scorsa
>>
disse riferendosi alla camicia bianca sporca anch'essa di sangue.
Benjamin spostò lo sguardo al fratello sorridendo
<< Lucas, comincio a spazientirmi >>
<< Tu! come hai potuto? >>
<< IO? >> urlò benjamin al
culmine
<< Come hai osato tu solo pensare di poter passarla
liscia, hai rapito la mia donna, mi hai portato via una vita, e adesso
è arrivato il tempo che arrivi la fattura fratelllino
>>
<< Lui ha sempre preferito te a me, eri sempre il cocco
di mamma e papà, volevo portarti ciò che avevi di
più caro al mondo, e adesso che ne ho
l'opportunità perchè dovrei tirarmi indietro
>>
<< Perchè non ci troverai piacere visto che
sarai morto >>
<< Benjamin, dovresti vedere la tua faccia
>>
Il russo sbuffò, e nessuno di certo si aspettava che
sparasse alle gambe di Lucas e prima che se ne rendesse conto
tirò Georgiana verso Benjamin afferrando Lucas per un
braccio spezzandoglielo.
Benjamin lo guardò annoiato
<< Che c'è? Mi aveva stancato, ed ho bisogno
di farmi una doccia, questo continuava ad allungare il discorso
>>
Mentre lui era indaffarato con Lucas, Georgiana si voltò
verso Benjamin che l'afferrò per un polso strattonandola
<< Tu! >>
Rispose arrabbiato più che mai, ma si intromise Saveliy
<< Lasciamo i convenevoli per dopo, dobbiamo andare via
da qui >>
<< Con te faremo i conti dopo >>
disse infine Benjamin a Georgiana trascinandola fuori.
<< Che faccio con lui ? Posso ucciderlo? Mi
farebbe tanto piacere >>
rise sadicamente sopra Lucas che si contorceva su se stesso, ma per suo
malgrado non riusciva a muoversi con quell'ammasso di muscoli seduto
sopra.
<< Sai cosa fare Saveliy >>
<< Che peccato >>
sbuffò quasi seccato il russo.
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Capitolo 21 *** 21° ***
hfifioajc
Benjamin
trascinò Georgiana sino a fuori quella dimora, degli uomini
stavano distesi in terra come morti e Benjamin sembrò notare
il
terrore di lei nei suoi occhi
<< Sta
tranquilla, sono solo svenuti. Il sangue è solo un
inconveniente >>
<< Lo chiami inconveniente questo ? >>
Benjamin si fermò bloccandosi improvvisamente strattonandola
per un braccio portandola a misura del suo sguardo
<< Donna, questo! é causa tua, fattene una
ragione >>
<< Non ti ho chiesto io di venirmi a prendere
>>
rispose lei mentre lui continuava a camminare verso un auto scendendo
le scale, sbuffò lui innervosito.
Aprì lo sportello anteriore del passeggero di quell'auto,
spingendola dentro e mettendole la cintura le disse
<< Noi due non abbiamo finito. Questa volta, donna, hai
superato il limite >>
chiuse lo sportello sbattendolo, salendo dalla parte opposta mettendo a
moto
<< Io avrei superato il limite? E dimmi? Quale sarebbe ?
>>
Gesticolò in aria istericamente, Benjamin dal canto suo non
la
degnò di uno sguardo ne le rispose, era infuriato, le nocche
delle mani sbiancavano mentre stringeva convulsamente il volante di
quell'auto e partiva come se fosse inseguito da una mandria di bufali
impazziti.
<< Lo lasciamo qua? >>
Rispose lei spalancando gli occhi riferendosi al russo. Benjamin si
chiuse nel suo silenzio ambiguo e Georgiana ad ogni modo, cercava di
far trapelare qualche parola da quella bocca, sapeva che
così
facendo non migliorava la situazione di lui che ancora in preda alla
rabbia quasi strozzava il volante, qualcosa di oscuro si annidava in
quella mente, e in quel momento sapeva comprendere lei.
Georgiana si voltò verso l'orizzonte di alberi che le si
presentava, non avrebbe ricavato un ragno dal buco al momento con lui.
<< Testa di c***o >> sussurrò
infine.
Se Benjamin poco prima non si fosse deciso per chissà quale
forza sovrannaturale a metterle la cintura di sicurezza, sicuramente si
sarebbe trovata dalla parte opposta della parte anteriore di
quell'auto, quando con quell'improvvisa frenata Benjamin si era fermato
<< ESCI DA QUESTA DANNATA AUTO >>
le urlò mentre lei era rimasta a bocca aperta per
l'improvvisata. Lo fissò infuriata, così si tolse
la
cintura e scese dall'auto, lui fece altrettanto
<< TI RENDI CONTO NEL GUAIO IN CUI TI TROVI?
>>
<< Smettila di urlare, non fai che alterarmi di
più >>
<< Tu? Tu saresti quella alterata? Sei un emerita testa
di c.... si insomma, sei così cretina da esser partita con
uno sconosciuto e... >>
<< è solo a causa tua se sono andata via
>>
cieco di rabbia piantò un pugno sull'auto che fece
sobbalzare Georgiana
<< Ti avevo espressamente chiesto di non muoverti da casa
mia >>
<< Casa tua? Noi due non stiamo insieme Ben, io e te non
siamo nulla, non siamo sposati, non abbiamo nessun legame che ci tiene
uniti. Non avevo nessun motivo di rimanere in quel posto
>>
I loro occhi formavano scintille incandescenti, e da entrambe le parti
nessuno sembrava voler demordere, chi per un motivo chi per un altro.
<< Cosa è successo a Ghebriel ?
>>
Disse improvvisamente con le lacrime agli occhi, era pur sempre stato
uno stronzo nei suoi confronti ma questo non dava il diritto a nessuno
di decidere della vita di qualcuno.
<< Ghebriel? Lo stesso Ghebriel che ti ha fatta tornare a
casa mia in lacrime, distrutta dalle tue stesse convinzioni?
>>
Sorrise isterico e si avvicinò a lei che si allontanava
facendo alcuni passi indietro
<< Sei stata e sei così cieca da non renderti
conto della vera natura delle persone Georgiana.. >>
<< RISPONDI ALLA MIA DOMANDA >>
urlò lei infine
<< Non so cosa sia successo a quel verme >>
<< STAI MENTENDO >>
pianse, era l'unica cosa che le rimaneva, piangeva solamente
<< Perchè dovrei mentirti? Non ci sarebbe
ragione, non credi? >>
<< Lo fai sempre Ben! Chi sei? >>
<< Sali in macchina >>
<< Come scusa? >>
<< Sali immediatamente in macchina >>
disse correndo verso di lei in preda al panico, l'afferrò
per un braccio trasportandola dentro,lui salì dalla parte
opposta, partì a tutta velocità mentre delle
macchine in lontananza correvano sforsennate.
<< Che sta succedendo ? >>
Georgiana si voltò nel costatare la scena che le si
presentava
<< Chi sono ? >>
Era impaurita e le si leggeva dalla voce
<< Amici di mio fratello, e dobbiamo arrivare il prima
possibile in aeroporto >>
<< Il russo? >>
<< Ti sei affezzionata a lui? Togliti quel pensiero, lui
ci raggiungerà direttamente in casa mia >>
<< Io non ho la minima intenzione di venire con te a casa
tua >>
<< La situazione non è ancora finita
Georgiana, con te ho dei conti in sospeso, e una semplice ramanzina non
basterà credimi. E adesso.. >>
la fece sedere abbassandole la testa
<< Sta zitta, e qualsiasi cosa accada continua a guidare
>>
<< C-come? >>
Prese una pistola da sotto la giacca
<< Prendi il mio posto, vieni >>
<< Cosa vuoi fare >>
L'afferrò per la vita avvicinandosi mentre guardava la
strada, la portò su di se mentre cercava di spostarsi dalla
parte opposta
<< In altri casi non sai che piacere mi farebbe averti
sopra di me, ma n... >>
<< Non è il momento idiota >>
<< Esatto >>
si sedette nel sedile passeggero aprendo il finestrino e
incominciò una sfuriata di pallottole contro le macchine
dietro, e la risposta non tardò ad arrivare quando queste
furono abbastanza vicine da rispondere al fuoco, peccato che non
sapevano che la macchina era a prova di proiettile.
<< Ben, dove caspita è l'aeroporto?
>>
<< Continua in questa strada >>
<< In che guaio mi sono cacciata.. >> disse
più a se stessa
<< In molti donna! In molti, saresti dovuta restare in
casa >>
<< smettila con questa storia >>
alzò gli occhi al cielo.
<< Lo vedo, lo vedo >>
<< Bene! allora .. >>
Sparò forando le ruote di una delle tre auto che
li inseguivano, mandandola così fuori strada in mezzo agli
alberi
<< ... continua in questa strada >>
<< ODDIO ! >>
Ben si teneva un braccio ferito
<< Non è la prima volta, continua a correre
donna >>
<< Stai perdendo sangue Benjamin >>
<< CONTINUA-A-CORRERE >>
<< O cristo santo, stiamo per morire >>
Raggiunsero l'aeroporto mentre si dirigevano verso un jet, scesero
correndo, Benjamin nel momento aveva cambiato arma continuando a
sparare << ENTRA, ENTRA ! >>
Corsero dentro mentre l'aereo partì senza prevviso, Benjamin
chiuse lo sportellone e arrivati alla fine, decollarono.
Benjamin si accasciò su di un sedile quando furono arrivati
in cima, Georgiana gli si avvicinò
<< Prendi il kit del pronto soccorso, e del wisky
>>
<< So fare il mio lavoro, adesso sta zitto
>>
Riuscì dopo qualche minuto a prendere tutto il necessario,
Benjamin le tolse tutto dalle mani e Georgiana rimase a bocca aperta
<< Non credere che ti abbia perdonato donna
>>
<< Uno: ... >>
tolse il kit dalla sua mano
<< Non osare dirmi cosa devo fare. E Due! ..
>>
quasi conficcò una garza disinfettante nella sua ferita che
lo fece quasi soffocare dal dolore
<< Non sei in posizione di poter dare ordini
>>
<< Che posizione preferisci ? >>
<< Fai del sarcasmo adesso ? >>
Premette ancora una volta sulla ferita mentre la puliva
<< Oddio! .... D-donna, smettila. Giochi col fuoco, e per
bruciarti non mi basta molto >>
le afferrò il polso avvicinandola a se baciandola, si
staccò da lei solo quando il loro corpo richiedeva ossigeno
<< Dio! Quanto mi sei mancata.. No non parlavo con te, ma
alla tua bocca >>
disse ridendo, Georgiana allora mise le sue dita sulla ferita che lo
fecero soffocare.
<< Donna, sei pericolosa .. >>
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Capitolo 22 *** 22° ***
hfifioajc
Aveva
appena finito di medicare la ferita mentre Benjamin sembrava studiare
ogni suo movimento, ad un certo punto continuò ancora una
volta
a far finta che lei non esistesse. Georgiana si sedette dalla parte
opposta, entrambi erano arrabbiati e fu solo dopo qualche ora che uno
dei due si decise a dir qualcosa
<< Davvero credi che sedendoti dalla parte opposta alla
mia ti faccia risolvere il problema? >>
Georgiana si voltò a braccia conserte come una bambina
<< Non vedo nessun problema >>
<< Sei tu il mio problema, quello più grosso
direi >>
<< Questo " problema " è causa tua, fattene
una ragione >>
<< Me la sono fatta una ragione, da molto, e questo
problema
è l'unico ad avermene creati così tanti in appena
qualche
mese, che io in tutta la vita >>
Le si sedette al fianco afferrandole il viso
<< Toglimi le mani di dosso >>
<< Questo problema mi ha reso la vita complicata
più di
quanto non l'avessi già, ma sei il miglior problema che mi
sia
mai capitato sicuramente >>
Avvicinò le sue labbra a quelle di lei, ma fu lei a
scansarsi, sbuffò irritato
<< Non è così che funziona Ben,
sono accadute
così tante cose. Non so chi sei, e per altro a causa tua ho
perso il mio lavoro e dovrò cercane un altro >>
si staccò da lei e si alzò dirigendosi verso la
zona bar
<< Non posso dirti nulla Georgiana, ti avevo chiesto di
accettarmi per quel che sono, perchè non puoi accettarlo?
>>
si alzò adirata
<< Come potrei mai fidarmi di te, come potrei stare al
fianco di
un uomo che non so chi sia, o cosa faccia nella vita. Tuo fratello
faceva parte della malavita? Tu? Tu potresti essere lo stesso
>>
<< NON PARAGONARMI A LUI >>
sgranò gli occhi lei
<< sai? Sono stanca di te, dei tuoi misteri, dei tuoi
problemi e
di tutto quel che ti riguarda, una volta arrivata in aeroporto
andrò via dalla tua vita, questa volta per sempre Ben. E non
mi
importa se starò male, o tutte le volte che ti
vedrò
insieme ad un altra e... Cosa ridi? >>
Sorrideva beffardo, avvicinandosi mentre lei gesticolava in aria,
bloccò il suo corpo al ripiano del bar
<< Non credi davvero a quel che dici. Starai male...
Gelosia, sono cose che sapevo tu avessi, ma sentirtele dire e ancora
più eccitante >>
<< Non hai sentito cosa ti ho detto >>
<< Si lo fatto >>
<< S-senti, smettila n-non puoi uscirtene sempre
così >>
la baciò, lei indietreggiò ma lui
insinuò le mani fra i suoi capelli cercando la sua vicinanza
<< Dovresti odiarmi tu >>
<< Lo sto facendo, ma il mio corpo richiede la tua
vicinanza >>
le sussurrò a fior di labbra, furono interrotti dal capitano
di quel jet, annunciando che stavano per atterrare.
***
Erano saliti su un auto, dopo le numerose proteste di Georgiana nel
volerci salire e Benjamin l'aveva trasportata in spalla per tutto
l'aeroporto.
Si rese conto che quella non era la strada dove si trovavano i loro
appartamenti, ma Benjamin disse solo che si stavano dirigendo a casa
sua, il che la confuse ancor più.
Si erano diretti in una villa circondata da mura, a Georgiana non
sfuggì la vista di numerose telecamere, scesero dall'auto
mentre Benjamin le metteva una mano in un fianco dirigendola
all'interno
<< Entra >>
<< Questa è casa tua? >>
<< Per una volta, smettila di fare domande
>>
Non appena furono dentro Benjamin si bloccò improvvisamente,
Saveliy era seduto comodamente su un divano con le braccia distese
lungo lo schienale, due uomini che sembravano parlare ardentemente con
il russo che li squadrava annoiato, si girarono verso loro che parvero
confusi.
<< Eccoti finalmente >>
Benjamin sembrò irrigidirsi
<< Georgiana potresti salire di sopra per favore
>>
<< No Benjamin, lei ascolterà tutto quel che
abbiamo da dire. Tutto questo è a causa sua, ha il diritto
di sapere >>
<< Non mi sembra il caso. Sali di s... >>
<< Non te lo stavo chiedendo Ben, è un ordine
>>
Benjamin sembrò infuriarsi, ma non rispose per la prima
volta, Georgiana pensò che quell'uomo doveva essere un suo
superiore, e che finalmente era arrivata l'ora di capirci qualcosa in
tutta quella situzione.
<< Venga signorina, si sieda >>
Benjamin sembrò supplicarla con gli occhi, ma lei non diede
ascolto a quello sguardo e si diresse su una poltrona.
<< Bene, visto che siamo tutti >>
<< Non mi sembra il caso di.. >>
Interruppe ancora Benjamin
<< Sta zitto, avrai una giusta punizione per aver
disobbedito agli ordini. Ne riparleremo più tardi
>>
Georgiana era sopresa, se pur era un superiore non stava tollerando il
modo in cui stava trattando Benjamin.
<< Dunque! Signorina.. >>
<< Georgiana >>
disse subito lei
<< So come vi chiamate, so molte più cose di
quanto tu credi. Vi conosco sin da quando eravate ancora in fasce
>>
<< Come scusi ? >>
<< Non ha capito chi siamo esattamente noi, posso
comprenderlo >>
le si sedette davanti incrociando le gambe, mentre ossevava Benjamin
irrigidito seduto sul divano che cercava di evitare il suo sguardo, lei
non ne capiva il motivo ma lasciò che l'uomo continuasse.
<< Siamo agenti, cerchiamo da anni di mettere dietro le
sbarre le persone che sono nel circolo del signor Lucas. Il nostro
Benjamin era, ed e ancora sotto copertura, come ha potuto ben capire
è un avvocato, sia che esso abbia un ufficio ed una vita da
donnaiolo. Saveliy è il suo compagno, come dire? Di
avventure? Questa sua bravata.. >>
e si voltò verso lui
<< Andare a casa del lupo, facendo quasi saltare anni di
copertura, per lei. Ti era stato chiesto di aspettare, di attendere
rinforzi, ma hai disobbedito ad un tuo superiore. Hai messo in pericolo
la vita del tuo compagno, mettendo in pericolo anche lei..
>>
Benjamin protestò, mentre Georgiana cercava di metabolizzare
il tutto
<< Ho fatto quel che mi diceva la testa, per troppo tempo
era già in quella casa, l'avrebbe uccisa senza rimorso. I
rinforzi stavano ancora meditando sul da farsi, mentre una vita era in
pericolo >>
<< REAGENDO IN QUEL MODO HAI MESSO IN PERICOLO
PIù VITE BEN, DOVEVI STARE AL TUO POSTO >>
<< State zitti per favore. Fate silenzio, e ditemi cosa
c'entro io in tutto questo? >>
Disse in fine Georgiana alzandosi
<< Nulla.. >>
<< Sta-al-tuo-posto >>
disse ancora una volta l'uomo
<< Tu eri il tassello mancante, la vostra famiglia fa
parte di tutto questo, e per quanto voi signorina, siate scappata da
quel mondo, avete un cognome ed un eredità che vi
perseguita. Sanno dove siete, stanno solo attendendo il momento giusto
per venirvi a prendere, siete la cima d'oro che ci serve per poter
mettere una volta per tutte quei malfamati in gabbia. Abbiamo preso
l'occasione al volo mandando il nostro Ben! Lucas è stato
messo dietro le sbarre, sappiamo che non parlerà ma abbiamo
te che adesso sai tutto, e spero che tu voglia darci una mano
>>
Tutto questo non le pareva vero, aveva smesso di ascoltare quando le
aveva detto che in realtà Benjamin l'aveva solo presa in
giro, sin da quell'incontro sull'ascensore, sin dal primo giorno,
capiva adesso perchè le aveva detto che era molto semplice
guadagnarsi la sua fiducia, qualsiasi cosa aveva fatto era solo per uno
scopo. Si alzò esterfatta dal divano senza dir parola, una
lacrima le sfuggi, mentre lei cercava di fuggire dalla sua vecchia
vita, questa invece era sempre stata alle sue calcagna.
<< Aspetta, scusami posso sp.. >>
Uno schiaffo in pieno viso lo destabilizzò, con lo sguardo
basso si voltò dandole le spalle e uscendo da quella casa in
rabbia. Gli altri uomini erano rimasti imbabolati sul posto senza aver
la minima idea sul da farsi o dire.
<< Vorrei andare a casa mia se non le dispiace,
l'accompagnamo subito. Mi dispiace averle detto tutto questo, ma il suo
aiuto è indispensabile, deve continuare questa cosa insieme
a noi, ci pensi su la prego. Saveliy accompagna la signorina a casa
sua. >>
Georgiana uscì senza dir nulla dirigendosi a casa sua.
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Capitolo 23 *** 23° ***
hfifioajc
" SCUSATE COME SEMPRE IL MIO RITARDO "
Era salita in
auto con Saveliy, la direzione era casa sua o almeno era quello che
credeva lei.
Mentre se ne stava seduta con più pensieri a vorticarle in
testa fu Saveliy a voler interrompere il silenzio
<< Circa 6 anni fa ero stato assegnato ad una
squadra che
era incaricata di proteggere uno dei più importanti
personaggi,
non ti dirò di cosa. Ero di guardia quel giorno in hotel,
non
avevo mai visto il tizio per il quale avrei perso la vita se avessi
dovuto, non puoi immaginare come ero a quei tempi.
Erano circa le tre di notte quando sentii dei rumori provenienti
dall'interno di quella camera, bussai più volte e nonostante
i
rumori non cessassero nessuno apriva, di conseguenza sparai alla
serratura fiondandomi dentro. Una donna isterica lanciava tutto
ciò che gli capitava a tiro, mirai alla testa, si insomma
non
sapevo chi fosse e nessuno era entrato in camera quel giorno. Mi
fissava in modo truce e iniziò a lanciare tutto contro me,
lampade, cuscini, oggetti di ogni tipo che invano cercavo di schivare,
avevo affrontato ogni genere di situazioni tra omicidi, proiettili ma
mai mi sarei aspettato che una donna mi avrebbe messo in una
difficoltà tale da mettermi a parare colpi di quel genere.
Le
dissi di stare ferma ma non ne volle sapere quindi sparai alla gamba,
in quel momento incominciò a parlare e notai il suo accento
francese, fu li che mi resi conto che avevo appena attentato alla
stessa vita di colui che dovevo proteggere, ma colui era una colei. E
pur essendo ferita non so come, scoppiò in una fragorosa
risata,
ne fui sorpreso e immensamente rapito ma temetti che il mio lavoro
fosse finito li, che mi avrebbero cacciato via, fu ella stessa che
nascose il tutto, si! Zoppicava ma spiegò a tutti che si era
fatta male una caviglia che tenne fasciata per molto tempo e..
>>
<< Perchè mi stai dicendo tutto questo
>>
<< Per farti capire che mettiamo il lavoro prima di
tutto,
nonostante questo Ben ha persino rischiato di perdere tutto
ciò
per cui lavora da anni ormai, per te. Non poteva rivelarti tutto, ansi
non poteva rivelarti nulla. >>
<< Sono stata presa per il culo per mesi, fingendo di
tenere a
me, tutte quelle scene di gelosia, quei giorni in cui fingeva di starmi
vicino. Dimmi Saveliy, che fine ha fatto Ghebriel? Tu sai spiegarmelo?
>>
<< Sapevamo tutta la situazione di Ghebriel, il suo vero
nome era
Jhon Khel, a servizio della tua famiglia da quando aveva appena 13
anni. Abbiamo ascoltato tutto quello che vi siete detti, quel giorno
c'èra un auto ad attendervi davanti al locale, un auto che
la
tua stessa famiglia aveva mandato per Jhon. >>
<< Avete messo delle cimici in casa mia? >>
<< Signorina c'erano cimici, nella camera dove alloggiavi
quando eri all'università, e ci sono anche in casa tua,
abbiamo temuto di essere scoperti quindi per questo hanno mandato
qualcuno, cioe Benjamin che ha voluto mantenere il suo nome orginale
>>
<< Dove siamo diretti? Ultimamente tutte le volte che
dico di
voler andare in casa mia mi portano ovunque tranne che li
>>
<< Alla polizia >>
<< Come scusa? >>
Parve sopresa da quella risposta, perche proprio alla polizia?
<< Hai capito bene, non posso portarti con me, e li
c'è
gente di fiducia che ti terrà d'occhio almeno fino a quando
quel
folle di Benjamin non si decide a farsi vivo, e ci vorrà un
bel
po dopo la scenata di poco fa >>
<< Non voglio più rivedere quell'uomo
>>
<< Donne >>
<< Che fine ha fatto quella donna? >>
cercò di sviare il discorso
<< è mia moglie adesso >>
sorrise a se stesso, probabilmente al pensiero di lei, era forse la
prima volta che lo vedeva sorridere
<< è per questo che non puoi venire con me,
non
fraintendermi, lei è una donna comprensibile, ma conosco Ben
e
so benissimo che vorrebbe trovarti qua >>
disse ancora scendendo dall'auto insieme a lei. Si incamminarono verso
la stazione di polizia, una volta entrati Saveliy venne accolto da un
polizziotto sulla sessantina d'anni
<< Hey vecchio mio, non dovresti essere a nanna a
quest'ora ? >>
<< Guarda un po il russo spaccone dei miei stivali . Come
ti va la vita Saveliy >>
<< Si bene bene, ti ho portato qualcuno >>
l'uomo si voltò verso Georgiana che sembrò
visibilmente in imbarazzo
<< Tu sei?... >>
Sembrò pensarci su voltandosi verso Saveliy, ma Georgiana
non ebbe il tempo di rispondere che fu l'uomo stesso a farlo
<< Tu sei Georgiana, finalmente ti conosco di persona
>>
Georgiana sembrò non afferrare la cosa, tutti sembravano
conoscere lei più di quanto si conoscesse essa stessa.
L'uomo
gli si avvicinò con fare paterno abbracciandola, lei fu
spiazzata e rimase ferma senza saper che fare con gli occhi sbarrati
<< C-certo, va bene mi scusi emh! io? >>
<< Io sono Alfred, il capo di questa baracca che vedi, e
conosco
questi due tizi, Saveliy e Benjamin, da quando ancora portavano il
pannolino >>
<< Si certo certo, avrai tutto il tempo di raccontragli
la storia
che vuoi, adesso io vado Alfred, fa attenzione a lei, e a quel matto di
Ben, è andato via. Dovresti dargli un altra delle tue
diritte
>>
disse Saveliy mentre andava via salutando con un gesto della mano.
<< Vieni con me bambina >>
Georgiana lo segui senza storie fino a quello che doveva essere il suo
ufficio
<< Siediti tranquilla, se conosco Benjamin
verrà qui >>
Georgiana evitò lo sguardo di Alfred non per l'imbarazzo ma
per
non far trapelare possibilmente le domande che voleva far in quel
momento a lui, e lui parve afferrare il tutto, mettendosi comodo sulla
sedia dalla parte opposta alla scrivania.
<< Dimmi pure >>
sorrise di scherno e la sua confusione comparve ancor più
<< C-cosa signore? >>
<< Chiamami Alfred, e so benissimo che hai molte domande
da
farmi, quindi non farti problemi, fa pure, conosco ogni cosa di quei
due, ogni cosa >>
rise più a se stesso che a lei, e fu li dunque che Georgiana
si decise a parlare
<< Chi sei? >>
<< Vuoi dire chi sono io per Benjamin ? >>
L'uomo era davvero sveglio perchè sapeva benissimo
ciò
che voleva dire Georgiana, e molto probabilmente anche le domande che
voleva porre, tutte comprendevano Ben, e come biasimarla, adesso se pur
arrabbiata, voleva conoscerlo.
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Capitolo 24 *** 24° ***
hfifioajc
<<
Bene
bambina mia, so bene cosa tu voglia sapere, ti prego di non avercela a
morte con il mio Benjamin, il lavoro che quei due fanno gli impone di
non poter rivelare nulla di ciò che fanno, quel testone si
è fatto invaghire forse un po troppo da questa storia.
Tutto iniziò
molti anni fa, conoscevo entrambi i loro genitori, entrambi, Ben e
Saveliy, dopo il collage, avevano preso strade diverse, anche se
Saveliy è di un paio d'anni più grande di Ben,
all'epoca si conoscevano gia, ma non si frequentavano mai, gruppi
diversi, caratteri diversi. Lui era solo un bambino quando il padre
continuava ad impartigli regole e mansioni che solo un adulto poteva
fare, ma nonostante tutto Benjamin faceva di tutto per non deluderlo,
mentre il fratello col passare degli anni rimaneva sempre
più avvinghiato in affari poco legali. Credimi piccina, sono
stata dietro a quella testa calda per molto tempo, nonostante questo
Lucas andò via, mentre Ben capì chi veramente
fosse il padre, ma nonostante questo sin da bambino capì che
quel farabutto di un padre cercava di manipolare entrambi i fratelli e
spingerli uno contro l'altro, e ci riuscì.
Avevo appena terminato
il mio turno in caserma, lo vidi a sguazzare nell'alcool in un bar li
vicino, ubriaco com'era lo portai in casa mia, da li in poi aiutai quel
matto ad uscirne fuori, erano anni che era combinato così,
lo vedevo ogni sera in quello squallido posto ad annegarci. Saveliy
abitava gia in casa mia, fu proprio li che iniziarono ad essere buoni
amici, certo non prima di numerose litigate e zuffe nelle quali
entrambi le prendevano, si insomma non potevo mica permettere che due
adolescenti con gli ormoni a mille si picchiassero ogni qual volta ce
ne fosse l'opportunità, impararono a convivere insieme.
Alcuni anni dopo la
loro laurea, dove entrambi avevano scelto le stesse facolta, e dopo
anni quando Saveliy cominciò a lavorare come un agente sotto
copertura, fu lui ad andare per primo via di casa, con
Amélie la donna francese di cui si invaghì,
così restammo io e Ben che non durò a lungo,
comprò casa e successivamente iniziarono a lavorare insieme.
Li trattavo come
fosserò sempre stati figli miei, lo sono tutt'ora, e conosco
Ben abbastanza da dirti mi cara, che questi sentimenti che lui sta
provando lo stanno destabilizzando del tutto, e scusami se te lo dico,
ma è stato sempre un puttaniere di prima categoria, e tu-
disse puntando l'indice contro - gli stai fondendo il cervello
>>
scoppiò a
ridere mentre si alzava da quella sedia
<< Non
odiarlo per le sue scelte! Desideri qualcosa da bere? >>
Georgiana era
destabilizzata, aveva scoperto un pezzo di vita del suo Benjamin
<< No la
ringrazio, mi scusi, ma se non le dispiace vorrei tornare in casa mia
>>
L'uomo uscì
dalla stanza ridendo e chiudendo la porta dietro di se, mentre lei si
distese cercando di rilassarsi chiudendo gli occhi.
Il ruomore della porta
la destò dalla sua falsa tranquillità, non
aprì nemmeno gli occhi, era stanca e voleva solamente
tornare in casa sua
<<
Signore, la prego vorrei andare a riposare >>
<< Presto
ci tornerai >>
Aprì gli
occhi improvvisamente voltandosi verso la sua voce, rise amaramente
<< Sembra
che quasi tutti siano ai tuoi ordini Benjamin, nessuno vuole portarmi a
casa perchè a quanto pare il signor " Benjamin " non vuole
che io ci vada senza la sua protezione. Non ho bisogno della tua
protezione, ansi, non ho bisogno di tutto questo, non ho bisogno di te
>>
sputò acida,
ma Benjamin piantò un pugno esasperato, sulla scrivania
<< Come
ca**o credi che sia facile per me? Credi che me ne vada in giro
tranquillo a farmi la mia vita come facevo un tempo, semplice missione
dicevano, avrei risolto anche questa e ne sarei uscito come al solito,
ma non avevo per nulla messo in conto che esistevi tu, isomma perche
ca**o il mio cuore doveva invaghirsi proprio di te, lo odio
profondamente per questo, non riesco a starti lontano per quanto ci
provi. Scopavo quando volevo, ero un puttaniere di prima categoria, poi
arrivi tu e sconvolgi la mia esistenza con il tuo sorriso, i tuoi
capelli, i tuoi occhi che per quanto possano essere comuni sono
così unici per me che riuscirei anche al buio in una piazza
affolata a trovarti. Odio la tua luce, ciò che provo quando
sto accanto a te, mi ero sempre rimpormesso che avrei solo usato le
donne per sfogo, e da quando esisti tu, da quando ti baciai la prima
volta, ho desiderato ogni giorno di più le tue labbra,
sognai il tuo corpo, tutte le dannate e maledettissime notti, sperando
che tu fossi davvero sul mio letto. Ma ca**o, sei fuggita dalle mie
mani, dalla mia casa, e il senso di colpa mi bruciava dentro, volevo
dirti tutto, e per quanto io possa provarci- si accasciò su
una sedia al suo fianco portandosi la testa fra le mani, poggiando i
gomiti sulle ginocchia - non riesco a mandarti via, ci ho provato lo
giuro, ma sono così egoista che vorrei che tu fossi solo
mia, che tutto di te sia solo per me, vorrei le tue mani sul mio corpo,
vorrei darti quel piacere che tanto mi divora in ogni giorno, ogni ora,
persino adesso. >>
Georgiana era rimasta
impassibile a fissarlo, per quanto non volesse ammetterlo quelle parole
le facevano provare emozioni contrastanti, pensieri poco casti le
attraversarono la mente, li scacciò immediatamente divenendo
paonazza in viso alzandosi dalla sedia riportando così gli
occhi di lui su di lei
<< Che ti
prende, non hai nulla da dire >>
rispose lui rimandendo
al suo posto, Georgiana non si voltò nemmeno mentre si
diresse verso la porta, fu un attimo, un momento impercettibile, che
non si accorse nemmeno che lui le bloccava la via
<<
è poco educato non rispondere >>
lei cercò di
schiarirsi la gola, messa visibilmente in imbarazzo dalle sue
confessioni, fino ad allora, se non prima dell'accaduto in discoteca,
non sapeva mai che gli passava per la testa, e l'unica cosa che parve
ascoltare Georgiana furono solo le ultime parole, come se il resto che
le aveva detto era passato in secondo luogo.
La osservò
indagatore, poi si mise una mano sui suoi capelli alzando gli occhi
sorridendo spazientito
<< Non ho
nulla da dire, vado via da qua >>
L'afferrò
per i fianchi sollevandola e facendole legare le gambe intorno al suo
bacino, tappandole la bocca quando lanciò un urlo di sorpresa
<< Shhhh
>>
si avvicinò
al suo orecchio sussurrandole
<< Donna,
così non mi aiuti per nulla, so bene cosa ha attraversato la
tua mente poco fa, ammento che non avevo capito subito, ma di tutto
ciò che ti ho detto ti sei destabilizzata alle mie ultime
parole, e permettimi di dirtelo, voglio prenderti qua, e adesso.
Lo senti no? >>
Georgiana
sussultò quando la poggiò sulla scrivania
muovendo il suo bacino verso lei.
<<
Mollami o giuro che mi metto ad urlare >>
<<
Urlerai comunque >>
disse ridendo lui
<<
Fanc**o Benjamin, togliti dalle palle >>
le afferrò
le natiche mordendole il collo, quando sentirono la porta aprirsi,
Benjamin si voltò scocciato
<< Molla
quella povera ragazza, e cerca di trovarti una camera dove fare certe
cose, testa calda >>
disse Alfred
dirigendosi verso la scrivania mentre gli diede un leggero schiaffo
dietro il collo, che lo fece sbuffare mentre aiutava Georgiana a
scendere, visibilmente imbarazzata.
<< Porta
Georgiana a casa, immagino abbiate passato una lunga giornata, e
qualche volta torna a trovarmi somaro >>
<< Grazie
Alfred, sempre più gentile >>
rispose abbracciandolo,
Alfred si diresse verso Georgiana e facendole un occhiolino e
abbracciandola
<< Fa
attenzione >>
****
Erano in macchina da
alcuni minuti , che entrambi passarono in silenzio
<< Verrai
a stare in casa mia >>
si voltò
verso lui che nervoso stringeva il volante, e la mandibola visibilmente
contratta.
<<
Scordatelo >>
sorrise dicendole
<< non te
lo stavo mica chiedendo, saprò di tenerti sotto controllo da
li, saresti in pericolo adesso che la tua famiglia ha scoperto che tu
sai tutto, non rinuncerà facilmente. E di certo neanche io,
se è la guerra che vogliono, allora che guerra sia
>>
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