La felicità delle piccole cose

di Gnarly
(/viewuser.php?uid=606914)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meetings ***
Capitolo 2: *** Like old friends ***



Capitolo 1
*** Meetings ***


 

La felicità delle piccole cose



~ 1 ~ MeetingS
 
«Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori.
Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme.
E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre. Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato che le forze della chimica scappano dalla ragione e t’impediranno sempre di raggiungere un finale felice. Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare. Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più.
Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente. Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.»
- Paulo Coelho
 
Ninas POV
Nel corso di questi cinque anni, mi sono immaginata almeno un paio di centinaia di volte il mio incontro con Ian: Julie che decide di fare l’ennesima stagione di The Vampire Diaries (anche se questa situazione non è poi così lontana dalla realtà); lui che, per una qualche strana illuminazione divina, decide di indagare su di me e scopre di Robert e vuole, quindi, incontrarci; mia madre che diventa pazza e decide di raccontargli la verità, andando contro a tutti i miei principi. Mai mi sarei immaginata, però, che lo avrei rivisto a Central Park.
Questa mattina avevo deciso di andare a correre, lasciando Robert a mia madre, quindi mi sono svegliata presto per andare a fare colazione al bar vicino al parco. Dopo una mezz’ora buona di asma e sudore ho deciso di sedermi su una panchina di fronte al lago, e mai una decisione peggiore fu presa. Ho chiesto all’uomo di fianco a me se il posto fosse libero e lui, intento a mandare dei messaggi col suo cellulare, mi ha risposto in modo evasivo con un semplice “sì”. Mi è bastata quella parola a farmi sobbalzare, bloccare il respiro e impedirmi di deglutire normalmente. Lui ha alzato la testa, che prima non riuscivo a vedere a causa del cappello che gliela copriva, e i suoi occhi si sono incatenati ai miei.
Sono cinque minuti buoni che continuiamo a fissarci e nessuno ha l’intenzione di spezzare quel silenzio imbarazzante che si è creato tra di noi. O almeno fino ad ora.
«Ciao» mi dice lui, semplicemente, con un sorriso forzato. Tutti questi anni passati a evitarci non hanno smorzato per niente la freddezza con cui ci siamo lasciati l’ultima volta.
«Ciao» gli rispondo io, imitandolo. Se non vuole iniziare una conversazione con me, perché dovrei farlo io? Dio, non potevamo semplicemente incontrarci domani? Julie ci ha contattati, uno per uno, dicendoci di prendere il primo volo per Atlanta che potevamo e incontrarci dopo due giorni nel nostro studio – mi fa strano dirlo perché, alla fine, non è più il nostro studio, lo studio che per anni ha visto protagonisti Elena, Damon e Stefan, ma uno studio qualsiasi – perché aveva una notizia incredibile – parole sue, non mie – da darci.
«Da… quanto tempo» afferma infine. Beh, se non altro è diventato molto perspicace.
Se non sbaglio, da quando hai deciso di lasciarmi per stare con Nikki la stronza Reed.
«Già.»
Non riesco a guardarlo in faccia, non posso guardarlo in faccia, o rischierei di perdermi nei suoi occhi cerulei, che riescono a far invidia a un cielo senza nuvole, divenendo incapace di intendere e di volere. Non c’è niente da fare: ogni volta che il mio sguardo incontra il suo, la mia anima si frantuma in mille, piccolissimi, pezzettini. Perché è con quello stesso sguardo che mi ha detto una semplice, breve, frase che ha distrutto il mio cuore: “Non ti amo più, lo sai anche tu, adesso amo solo lei”.
Lui non accenna a parlare ed io, sinceramente, neanche ne ho né la forza né la voglia. Semplicemente non posso far finta che non sia successo nulla, che lui non mi abbia usata per degli scopi vili e che lui non mi abbia fatto delle promesse che poi non è riuscito a mantenere.
Faccio per andarmene, alzandomi dalla panchina, ma lui mi prende per il polso e mi blocca. «Ci vediamo domani» dice infine, semplicemente, e se ne va, lasciandomi con lo sguardo confuso in mezzo alla folla di gente che, alle otto, inizia a girare per il parco, una scorciatoia per evitare il traffico immane di New York.
 

***
 
Quando entro nel bar in cui ho appuntamento con Candice, noto con mio grande stupore che non è cambiato di una virgola nel corso degli anni. Il Night’s love, locale in cui io la mia amica ci incontravamo ai tempi delle riprese di The Vampire Diaries, ha sempre avuto un’aria antiquata. I quadri appesi alle pareti rappresentano tavolate di gente aristocratica intenta a dialogare con i propri compagni, tutti vestiti in tiro con abiti da ballo; il parquet sempre lucido non fa altro che “invecchiare” il bar e le luci soffuse gli danno delle sembianze medievali.
Non appena noto una chioma bionda le corro incontro, per poi abbracciarla con una tale forza che se Candice non fosse stata seduta sarebbe sicuramente caduta a terra.
Dio, quanto mi è mancata. Non me ne sono resa conto fino al momento in cui l’ho vista, per la prima volta, dopo tanto tempo. Lei è l’unica, oltre a Kat, a sapere di Robert. Sa come è nato mio figlio, in quali circostanze, e quello che ho dovuto passare subito dopo aver scoperto di esser incinta. Loro due sono le sole persone con cui ho mantenuto i contatti, le uniche con cui ho deciso di non troncare i rapporti. Tutti gli altri mi ricordavano lui, sarebbe stato troppo doloroso continuare a vederli, a parlargli. Il mio unico rimpianto è Paul: con lui avevo un rapporto speciale, era come un fratello per me, e non parlargli, evitare tutte le sue chiamate e i suoi messaggi, è stato come una pugnalata al cuore. Ogni suo messaggio sulla segreteria, ogni sua parola scritta, tutto ciò che lo riguardava, mi causava un dolore lancinante al cuore. Scomparire senza un motivo apparente per più di cinque anni non ha scusanti, so che sarà difficile instaurare nuovamente il rapporto che avevamo tempo fa, ma devo almeno provarci. Voglio farlo, glielo devo. È stato lui a dirmi come comportarmi con Ian quando ha deciso di lasciarmi, ed è stato sempre lui ad aiutarmi a uscire da quel periodo di crisi che ho vissuto dopo la nostra rottura. Certo, c’erano anche Candice e Kat ma… con lui era tutta un’altra cosa. Completamente.
«Dio, quanto mi sei mancata!» esclama la mia amica, con le mani ancora intorno alla mia schiena e il viso nei miei capelli. «Spero solo che non puzzino, sono appena tornata da una corsa» scherzo io, causando una risatina da parte di Candice.
«Devo raccontarti tantissime cose, davvero. Ci siamo sentite praticamente tutti i giorni, lo so, ma c’è una cosa che non ti ho detto. Volevo aspettare di vederti per farlo» inizia il suo monologo a cui ormai sono abituata, tutta eccitata per un qualcosa che non sono ancora riuscita a scoprire.
Si allontana da me con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, portando la sua mano destra davanti alla mia faccia.
Oh. Mio. Dio.
Sorrido a mia volta, toccando il gioiello argentato che le decora l’anulare. L’anello ha un diamante incastonato e, nonostante io apprezzi più le cose frivole che quelle esagerate, non posso fare a meno di esultare e rimanerne ammaliata.
«Ma è un anello enorme!» inizio a saltare per la gioia che provo per lei, seguita a ruota da Candice. Non mi importa di sembrare un’adolescente che ha appena scoperto di avere due biglietti per il concerto degli One Direction, io sono contenta e devo dimostrarlo.
«Devi assolutamente raccontarmi tutto» le dico con un tono che non ammette repliche, prendendola per mano e costringendola a sedersi di fronte a me.
«Okay. Allora. Ehm… siamo andati in un ristorante pieno di gente, davvero, ce n’era così tanto che pensavo volesse lasciarmi lì per evitare sceneggiate da pazza ex furiosa capace di commettere un omicidio, e invece… Joe mi ha chiesto di sposarmi. Di nuovo. Sapeva quanto io adorassi le scappatelle da innamorati alla Romeo e Giulietta, quindi mi ha detto: “Senti, so che ci siamo già sposati e credo che questa sia una cosa piuttosto illegale, ma ti amo così tanto che potrei farmi arrestare per te. Quindi, Candice Accola, vuoi sposarmi per la seconda volta?” al che io ho esclamato “sì” saltando dalla sedia facendola cadere a terra, attirando così l’attenzione di tutti i clienti ma al momento poco mi importava.»
A questa notizia non so se ridere o piangere, così faccio tutte e due le cose: piango perché sono davvero felice che la mia amica possa finalmente realizzare il suo matrimonio perfetto – ovvero senza nessun testimone, che prevede solo lui e Joe davanti a un prete – ma, purtroppo, scoppio anche a ridere. Insomma… per prima cosa la reazione di Can è stata epica, per non parlare del fatto che loro due sono già sposati! Voglio dire, è una cosa ugualmente romantica (anche perché sono davvero più che sicura che sia abbastanza illegale), ma fa davvero ridere se ci si sofferma a pensarci.
«Non ci posso credere! Ne hai davvero trovato uno più disagiato di te» tento di dire tra un singhiozzo barra risata e l’altro.
«Sai che è tutta colpa tua, vero? Purtroppo non sono lesbica, e neanche tu, quindi ho dovuto trovare un uomo che prendesse il tuo posto.» La guardo in faccia per dieci secondi buoni, cercando di non scoppiare a ridere, ma alla fine cedo e lei mi segue a ruota.
Dopo qualche attimo mi faccio seria, non sapendo neanche dove ho preso tutta questa compostezza, e le dico ciò che mi passa per la testa, mi metto a nudo davanti a lei, la ragazza che per anni mi ha sostenuta e aiutata. «Mi è davvero mancato tutto questo, tu mi sei mancata. Non pensavo che una bionda potesse farmi un simile effetto.»
Lei sorride, uno di quei sorrisi puri che iniettano una tale gioia nel corpo che praticamente ti costringono a sorridere a sua volta, e poggia delicatamente la sua mano sulla mia. «Anche tu mi sei mancata, Neens.»
Prendo un respiro profondo e alzo gli occhi al cielo, per evitare di scoppiare nuovamente a piangere – dopo la gravidanza sono diventata maledettamente emotiva.
«Okay, basta smancerie,» dice infine Candice, quasi leggendomi nel pensiero, «parliamo di cose belle. Indovina chi ho invitato qui?»
Gli occhi mi si illuminano, pensando che la persona che lei intende sia Kat. Poi mi ricordo che lei non riuscirà a venire prima di domani per problemi di lavoro. «PAUL VERRÀ QUI!»
La salivazione mi si blocca, inizia a girarmi la testa e molto probabilmente divento pallida come un cadavere, perché Candice sgrana gli occhi e assume un’espressione preoccupata. «Nina, ti senti bene?»
La mia attenzione viene catturata da un uomo che entra dalla porta del bar con un paio di occhiali da sole ancora posti sul naso a coprirgli i meravigliosi occhi verdi. Annuisco con un gesto meccanico del capo, come se fossi posseduta da una qualche macchina elettronica che mi obbliga a compiere quel gesto.
Sono cinque anni che non vedo Paul, cinque anni che non ci rivolgiamo parola, e tutta la vita che mi sono costruita senza il suo sostegno mi crolla davanti non appena il suo sguardo s’incatena al mio.
Si blocca a metà strada tra il bancone del bar e il tavolino intorno al quale io e Candice ci siamo sedute, lo sguardo fisso su di me, anche se i suoi occhi sembrano persi nel vuoto, e serra la mascella. La sua espressione è un misto di emozioni tutte contrastanti fra loro: felicità, forse nel rivedermi; rabbia, perché l’ho evitato per tutto questo tempo; dolore, per il semplice fatto che lui pensa che a me non interessi nulla di lui.
Restiamo così, in completo silenzio, con Candice che non sa cosa fare, dire o anche solo pensare. Probabilmente si rende conto di aver fatto un’enorme cazzata contattandolo per incontrarci tutti insieme appassionatamente.
Paul si gira ed esce dal bar, tralasciando all’interno del locale la mancanza provata durante tutti questi anni di lontananza. La mia amica mi fissa dritta negli occhi con uno sguardo che interpreto come un “va da lui, idiota”, e così faccio. Spero che sia la scelta giusta, spero che così facendo non rovinerò tutto quanto più di quanto non lo sia già.
Lo vedo avvicinarsi verso un SUV nero – lo stesso che aveva cinque anni fa – ma, con uno scatto felino degno di un leopardo delle nevi, riesco ad anticipare la sua mossa con cui intendeva chiudere lo sportello dell’auto. Certo, ho rischiato di perdere la mia mano destra, ma credo ne sia valsa la pena.
«Paul…» sussurro quasi con sofferenza. Solamente mormorando il suo nome, il dolore provato in tutti questi anni causato dal nostro distacco torna a galla, provocandomi una fitta all’altezza del petto.
Lui spalanca la portiera e, togliendosi gli occhiali con un gesto degno di Stefan Salvatore, sputa tre parole con così tanto risentimento che, se non mi stessi reggendo alla portiera, cadrei a terra. «Che cosa vuoi?»
















Spiegazione quasi più che valida: vi giuro che inizialmente non era questa l'idea che avevo, davvero! Avevo detto di aver intenzione di scrivere una long sulla mia Os (che trovate qui), ma così non è stato. Non so il motivo, mi è semplicemente venuta voglia di fare una long Nian - sempre basata sul fatto che i due si rivedono dopo qualche anno, e sempre con un figlio di mezzo e sempre in un parco (anche se non si incontrano tutti e tre... visto che è una long ho più tempo per fare tutto!)- e così ho scritto il primo capitolo di getto.
Che ve ne pare del banner? Spero vi piaccia, anche se in realtà io aggiunto solamente il titolo e il mio nick, perché la foto l'ho trovata su internet, anche se mi diverto molto a creare miei banner personali (per esempio ho fatto questo di Teen Wolf e questo per una storia su Fairy Tail). L'immagine l'ho trovata su devianart ed è stata creata da lola-de-vamp^^"
Vi parlo dell'ambientazione temporale e dopo inizierò con la spiegazione del capitolo vero e proprio. Ian e Nikki se sono sposati quest'anno (nel 2015, per intenderci), ma non è l'anno in cui i Nian si sono visti per l'ultima volta. Ero piuttosto restia nel comunicarvi la data in cui si svolgono le vicende, visto che potrebbe essere considerato il tutto come una sorta di spoiler, ma ho pensato che così avreste capito meglio il tutto: nel 2017 Ian e Nina hanno troncato definitvamente (o almeno così pensavano) i loro rapporti, ed è da quell'anno che parte il conto dei famosi cinque anni, quindi la storia è ambientata nel 2022 (ecco i calcoli che ho fatto, nel caso qualcuno non ne fosse sicuro lol: 2017 anno in cui si sono visti l'ultima volta, 5 anni passati tra l'ultimo incontro e questo incontro -> 2017 + 5 = 2022).
Adesso, passiamo proprio al capitolo: che ve ne pare? Quello che volevo fare all'inizio era far incontrare Ian e Nina direttamente il giorno in cui si sarebbero dovuti effettivamente incontrare ma, I don't know why, ho pensato che darvi un "assaggio" di come si comporteranno in seguito potrebbe esservi utile per capire, bene o male, le dinamiche del loro rapporto. Ho deciso, poi, di basare il primo capitolo solo ed esclusivamente su Nina e sugli incontri con le persone per le più importanti, ovvero Ian, Candice e Paul. La nostra adorata Nikolina e Paul sono fenomenali insieme, io li ho sempre shippati (come brotp, ovviamente... i Nian sono il top secondo me, per chi non l'avesse ancora capito lol) e scrivere su di loro è una cosa che amo fare. Ho questa malsana passione per i litigi e per tutte le cose che ne derivano (e li scaturano), quindi non ho potuto fare a meno di inserire un po' di astio nel personaggio di Paul nei confronti di Nina. Aaaa amo quando una coppia che amo litiga, perché?
Nel prossimo capitolo, ovviamente, i protagonisti saranno proprio i Naul (o i Pina? Sinceramente non so come si chiamino, ma "Pina" mi sa tanto di nonna italiana...) e, forse, inserirò anche qualche altro personaggio. Insomma, per saperlo sarete costretti a leggere il seguito.
MA QUANTO SONO CRUDELE? MUAHAHAHAHAH
Ora che ho finito con questa specie di spiegazione del capitolo (sappiate che ce ne saranno tante, perché io amo spiegare le Os e i capitoli di long, quindi... abituatevi lol) posso iniziare con lo sclero del giorno: Ian ha deciso di lasciare TVD. O, almeno, questo è quello che ho capito dai rumor e dalle notizie postate su Melty (qui l'articolo). Appena l'ho scoperto ho pensato: okay, adesso mi stendo sul pavimento e resto così finché qualcuno mi dirà "no, tranquilla, è stato soltanto uno scherzo.
Forse dicono che Nina tornerà (il che significa che Bonnie dovrà morire nel Season Finale) ma... no, per me devono soltanto cancellare la serie. Si basa sul triangolo amoroso tra Damon, Stefan ed Elena. Se Elena gioca a fare la Bella Addormentata nel Bosco, Stefan si mette con Caroline (poi, sul serio? Perché rovinano sempre le più belle amicizie con un'oscena storia d'amore?) e Damon resta solo come un friendzonato, io mi chiedo, dov'è il senso nel continuare la serie? Non c'è, ecco, non c'è.
In realtà già dallo scorso anno ero indecisa se continuare la serie o meno: senza Nina barra Elena TVD non ha senso e, dai primi episodi (che sono quasi completamente incentrati sugli Steroline E TUTTO IL MONDO SA QUANTO IO ODI GLI STEROLINE), ho capito che non sarebbe stato più il nostro The Vampire Diaries, quello basato sull'amore, i triangoli, la passione, la vendetta e il sarcasmo meraviglioso di Damon.
Sto scrivendo le NdA praticamente più lunghe della storia (spero di scrivere il secondo capitolo un po' più lungo di cinque misere paginette), quindi credo sia il caso di lasciarvi. Ma prima... sclerate con me per questa meravigliosa patata bollita che per saltare letteralmente nel 2016 si è lanciata da un elicottero col paracadute:

e che nei primi di gennaio se ne sta in santa pace alle Hawaii a fare verticali con le sue amiche:

e che tra i momenti più belli del 2015 CI HA MESSO ANCHE IAN:

Okay, adesso posso davvero salutarvi e chiedervi di dirmi cosa ne pensate di questo primo capitolo^^"
Un abbraccio,

Gnarly




 
Se vi va, passate a leggere la mia altra long Nian.
È una text!fic, quindi basata unicamente su scambi di messaggi, ma al contrario di questa è ambientata ai giorni nostri.
Il titolo è "Un amore tra le righe" e potete trovarla qui.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Like old friends ***


 

La felicità delle piccole cose



~ 2 ~ Like old friends

 
 
Ninas POV
Normalmente le persone normali quando rivedono una persona con cui hanno perso i contatti per parecchio tempo hanno tre comuni reazioni: sorridono e iniziano a chiacchierare tranquillamente, si abbracciano e restano in questa posizione per qualche minuto o piangono per la gioia. Poi c’è Paul, che non ha reagito in nessuno dei modi sopraelencati. No, lui appena si è resto conto della mia presenza è letteralmente corso via dal bar, mettendo una distanza tra di noi ancora più grande di quella che ci ha allontanati per tutti questi anni. E le parole che mi ha detto, poi, quelle parole che ha sputato con tale rabbia che avrebbero fatto scoppiare a piangere se solo non avessi avuto un minimo di orgoglio, mi hanno ferita più di una coltellata in pieno petto.
«Cosa vuoi?»
Eccole, di nuovo. Per la seconda volta la sua furia, la sua delusione e la sua tristezza sono palpabili in queste due semplici paroline che se unite a un tono che lascia trapelare tutto il disprezzo che prova per me possono falciare la felicità di una ragazza in un secondo.
«Niente…» rispondo con la gola secca e gli occhi lucidi. «Niente. Volevo solo parlarti.»
Paul ride, ma non è quel tipo di risata capace di trasmettere allegria che lo caratterizza. No, è una risata sarcastica, intrisa di risentimento e sprezzo; una risata che vale più di mille parole, parole di rabbia.
«Stai scherzando, vero? Volevi solo parlarmi? Davvero vieni qui, dopo cinque fottutissimi anni di messaggi non letti e chiamate ignorate, e pretendi di volermi “solo parlare”?» la rabbia con cui sputa queste frasi sono una stilettata al cuore, una per ogni parola.
«Lo so, non ho scusanti per non essermi fatta sentire e so anche che farai fatica a perdonarmi perché sei fatto così ma… mi dispiace» per un attimo lo sguardo sul volto di Paul si addolcisce, ma si riprende subito e torna sulla via “facciamo piangere Nina guardandola male”.
«Ti dispiace? Wow, Nina, allora possiamo dimenticare tutto e tornare amici come prima» mentre urla queste parole alza entrambe le braccia al cielo, come per dire “sul serio?”, e un’altra risata sarcastica esce dalla sua bocca.
«Ti prego…» lo supplico con un tono di voce che lascia percepire il mio stato d’animo: ansia e terrore – terrore che non mi perdonerà mai – allo stato puro.
«“Ti prego” cosa?»
Okay, la tattica con cui sono partita non ha funzionato, quindi opto per lo svelargli tutta la verità. Tutta. Alla fine giocarsi la carta della pietà funziona sempre.
«Sai, durante questo periodo mi è successa una cosa bellissima… sì, insomma, ho un figlio.»
L’espressione che Paul sfodera è talmente buffa che se non fosse una situazione così disperata scoppierei a ridere: occhi sgranati, bocca spalancata e braccia che, dal che erano incrociate, lascia ricadere lungo il corpo a peso morto.
«Da… da quanto lo sai?» riesce a dire lui, balbettando come ho fatto io fino ad ora.
«No, Paul. Non ho detto che aspetto un figlio. Ho detto che ho un figlio.»
Da qui la situazione degenera completamente: Paul ha iniziato ad aprire e chiudere la bocca ripetutamente come un pesce a cui manca l’ossigeno, io mi sono pentita di ciò che ho detto e mi copro la bocca con entrambe le mani. Poi arriva la meravigliosa Candice che, avendo assistito a tutta la scena, urla un “oh mio Dio” a bassa voce, ma che comunque io e Paul riusciamo a sentire.
«TU MI HAI NASCOSTO UN FOTTUTISSIMO BAMBINO?!» strilla a voce talmente alta che mi ritrovo a chiedermi se Robert l’abbia sentito da New York, dove l’ho lasciato con mio fratello.
«Shh, che cosa ti urli?» l’acume della mia voce è talmente alto che riesco a superare quella di Paul, che nel frattempo non aveva più aperto bocca.
«Quanti anni ha? Come si chiama? Chi è il padre? Perché non me l’hai detto? E perché Candice ci guarda come se stessimo girando una telenovela spagnola?»
«Oh, certo, adesso invece vuoi parlarmi, eh?»
Lo sguardo che mi indirizza è talmente fulminante che se non mi fossi girata a chiedere aiuto con gli occhi a Candice in questo momento avrei perso la vista.
«Okay, non sono nella posizione per poter giudicare ma… CANDICE, AIUTAMI!»
Lei alza le mani e scuote la testa: «Io me ne chiamo fuori. Quando avrete finito di parlare come due persone mature» sentenzia, enfatizzando le ultime tre parole come a volerci convincere che parlare come due persone mature sia proprio la cosa che dobbiamo fare e di cui abbiamo bisogno, «potrete tornare dentro e mettermi in mezzo. Ma preferisco restare viva per ancora qualche decennio, quindi scannatevi senza di me.» Detto questo, gira i tacchi – letteralmente – e rientra nel bar, dandoci un’ultima occhiata di sicurezza da dietro la porta principale.
Dopo essere rimasti in silenzio per più di qualche minuto entrambi abbiamo capito che la cosa più giusta da fare in questo momento è chiarire, come ci ha delicatamente suggerito di fare Candice, così Paul La Persona Matura Weasley incrocia le braccia al petto, facendo risaltare i muscoli delle braccia, e mi fissa dritta negli occhi, facendomi mancare un paio di battiti. Sia chiaro, non mi piace, è solo che… avere uno sguardo così intenso puntato addosso è una cosa po’ difficile da sostenere, ecco.
«Certo, quindi la persona matura dovrei farla solo io?» chiedo indispettita, pur sapendo che in effetti quella che deve spiegazioni, in realtà, sarei proprio io.
«Non mi pare di essere io quello che ha troncato i rapporti con te perché ero incinto» la mascella serrata, la tensione palpabile nella sua voce e gli occhi freddi come la pietra mi convincono a iniziare la spiegazione.
Non importa quanto male possa fare, quanti ricordi dolorosi possa portare a galla. In questo momento io ho bisogno di Paul e farei qualsiasi cosa pur di riaverlo.
«Cristo, mi sembra così surreale. Mi ero promessa di non parlare più con nessuno, eccezion fatta per Candice e Kat, poi piombi qui tu e mandi tutto all’aria-» Paul mi interrompe, impedendomi di continuare il discorso filosofico last minute che mi sono preparata: «Aspetta: Can e Kat sanno tutto?»
Lo folgoro con lo sguardo: pensa davvero che questo sia il momento migliore per chiedere una cosa del genere?
«Va bene» si convince lui alla fine senza il bisogno delle mie parole, come se mi avesse letto nel pensiero, «continua.»
«Grazie per la concessione» commento sarcastica, e un bagliore di gioia balena dei miei occhi perché lo vedo sorridere. Questa volta il sorriso è puro, senza veli, e mi era mancato. Mi rendo conto che mi era mancato davvero.
«L’aprile di cinque anni fa Ian e N-Nikki» quando pronuncio il nome di lei la mia voce trema, non tanto per odio quanto per gelosia e tristezza, perché lei ha avuto tutto quello che io ho sempre voluto e che rimpiangerò a vita, e credo che Paul se ne sia accorto ma ha preferito che io continuassi il mio discorso… sa come sono fatta e sa quanto sono brava a divagare su un argomento se mi fa comodo, «si sono sposati.»
«Lo so, c’ero anche io, sai? Oh, no che non lo sai, perché TU NON C’ERI!»
«Okay, questa cosa che fai… questo sarcasmo che usi con me adesso non ti sarà per niente utile, perché mi sento abbastanza da schifo senza il tuo aiuto, d’accordo?»
Lui annuisce, intuendo che magari – e sottolineo magari – ha fatto una grandissima cazzata rinfacciandomi anche la mia assenza al matrimonio dei due sposini.
«Il mese prima del matrimonio Ian mi ha chiesto di andare a casa sua perché doveva dirmi una cosa importante. Io sono andata, e ti giuro che in quel momento dire che fossi la donna più felice della Terra sarebbe stato un eufemismo, perché ero convinta che mi avesse chiamato per dirmi che aveva sbagliato, che mi amava ancora e che Nikki era stato solo un errore. Voglio dire, fino a quel momento i nostri contatti si erano sempre limitati a semplici “ciao” e sorrisi finti dietro alle telecamere, quindi scusami Dio se ho pensato anche per un minuto di poter tornare con lui.» Questo fiume di parole esce così velocemente dalla mia bocca che mi rendo conto di dover riprendere aria.
«Ehy, mostro, vacci piano» scherza Paul, e questo basta per darmi la forza di andare avanti: se fa battute significa che il muro che aveva creato in questi anni si sta sgretolando. Non m’interessa quanto tempo ci metterò, l’unica cosa che importa è riuscire a distruggerlo completamente.
«Sono andata da lui e mi ha detto che si sarebbe sposato da lì a qualche settimana. Io sono rimasta ferma, non sapevo cosa dire. Ti giuro, quelle cose del tipo “avevo la morte nel petto” e “una bottigliata in testa avrebbe fatto meno male” potevano descrivere egregiamente il mio stato d’animo in quel momento. Lui mi si è avvicinato e io l’ho abbracciato di slancio, senza parlare, avevo solo bisogno di sentirlo vicino a me. Lui inizialmente si era irrigidito, poi si è sciolto e mi ha circondata con le sue braccia. Sono rimasta lì da lui tutta la serata e, alla fine, abbiamo cenato insieme. A sua insaputa mi stava consolando, facendomi vivere un momento di vita così quotidiana. Abbiamo passato tutta la notte a parlare e a scherzare come ai vecchi tempi e, ti giuro, è stato bellissimo. Poi era arrivato il momento di andare, al che lui mi ha accompagnato alla porta. Poi l’ho baciato. E lui c’è stato, capisci? Mi ha portato in camera da letto e… sì, beh, hai capito.»
Silenzio.
Un minuto.
Silenzio.
Due minuti.
Silenzio.
Tre minuti.
«Il figlio è di Paul?» domanda lui infine, anche se la voce non è così shockata come avrei immaginato sarebbe stata.
«Ottimo, Watson.»
«E lui lo sa?»
All’improvviso le mie scarpe diventano davvero molto interessanti. Le ballerine nere che indossavo ogni volta che dovevo uscire con Candice mi fissano come se si stiano prendendo anche loro gioco di me: “l’hai fatto tu il casino, bellino, non noi”.
«Non lo sa? Cristo, Nina… e io che mi sono arrabbiato per me! Gli hai nascosto un figlio, suo figlio!»
«Credo che non lo sappia? Tu non hai idea di quanto sia stato difficile guardare la sua faccia sorridente accompagnata dal volto di Nikki su tutti i giornali; tu non hai idea di quanto sia stato difficile tenergli nascosta un segreto tanto grande. Mi sembrava di sostenere il peso del mondo sulle mie spalle, ma non ho neanche lontanamente sfiorato l’idea di raccontargli tutto. Voglio dire, perché dirgli di un figlio che nemmeno voleva? Mi ha lasciata, umiliata e fatta soffrire. Un figlio non avrebbe risolto nulla. Si sa che i bambini non salvano le relazioni destinate a finire.»
«Nina…» gli occhi di Paul si addolciscono e riesco a capire lo stato d’animo di Paul in questo momento: è felice, per me, per lui, per noi. «Voi due non eravate destinati a finire.»
Le lacrime scendono dai miei occhi senza che io me ne accorga e all’improvviso mi ritrovo tra le braccia forti di Paul che mi cingono la vita.
Dio, nemmeno ricordo quand’è l’ultima volta che ho pianto così tanto, ma sinceramente neanche mi interessa.
Ho aspettato ben cinque anni per questo momento e non voglio perdere un altro istante per godermelo a fondo.

 
 
***

Risolini che sanno tanto di presa per il culo sfuggono dalle mie labbra e da quelle di Candice. «Sul serio non andate a letto da due settimane perché non ammetti di aver distrutto una tazzina di ceramica – orrenda, se mi permetti – ?» domando divertita a Paul, che ci sta raccontando qualche aneddoto divertente sulla sua vita. Sulla vita che mi sono persa.
Credo di non essermi mai sentita così felice in vita mia; niente è paragonabile alla gioia di parlare di nuovo con Paul come se tutti questi anni trascorsi tra di noi, tutti questi anni che ci hanno allontanati, non siano mai esistiti.
«Sai com’è fatta Phoebe… può fare qualsiasi cosa finché non ammetti che tu hai torto e che lei ha ragione» si giustifica lui, anche se questo non fa altro che aumentare le risa.
«Scusa, ma… voglio dire, come fa? A resisterti, dico. Cristo, io ti toglierei i vestiti di dosso ogni sera!» ammette Candice per nulla imbarazzata, alzando forse un po’ troppo la voce, cosa che attira l’attenzione di tutte le persone del locale.
Pessima mossa: adesso le uniche frasi che sento intorno a me sono “Ma non sono gli attori di The Vampire Diaries?”, “Candice ha ragione… Paul Weasley rimane pur sempre Paul Weasley” o “Adesso vado a farmi fare un autografo”. Sono troppo occupata a ridere, però, per preoccuparmene più di tanto: tanto, prima o poi, perdono il coraggio racimolato nel giro di un minuto e rinunciano a chiederci le foto.
«Lo so, Candice, lo so» afferma Paul tra una risata e l’altra. «Lo hai dimostrato durante le riprese della seconda stagione.»[1]
«Uff, ancora con questa storia? Non mi piacevi all’epoca!» sbuffa infastidita lei assumendo un’espressione imbronciata, anche se – non lo ammetterebbe mai – in fondo si sta divertendo.
«Ma vuoi deciderti ad ammetterlo?» m’intrometto nella discussione. Ho sempre avuto un debole per Candice e Paul, nonostante io adori Phoebe e trovo che loro due formino una bellissima coppia, ma… voglio dire, la tua migliore amica e il tuo migliore amico insieme? Un sogno che si avvera! Non per me, purtroppo, ma immaginare non fa mai male, no? «Lo sappiamo che durante la notte non facevi altro che sognarlo.»
Lei spalanca la bocca e mostra quella sua smorfia da “come ti permetti?”: «Avevi promesso che non l’avresti detto a nessuno, bugiarda!»
«Sul serio mi sognavi? Qui le cose si fanno più serie del previsto…»
«Oh, sta’ zitto tu, prima che ti tagli un braccio» dice la bionda tirando un debole schiaffo sul petto di Paul.
«Tocchi anche, adesso?» fa Paul, con il sorriso stampato sulle labbra che non aveva proprio intenzione di accennare a scomparire.
«Ma la fai finita?»
Paul scoppia a ridere, seguito a ruota da Candice, e io non posso fare a meno di osservare questa scena con il cuore colmo di beatitudine. Sono anni che non passo un momento di gioia pura con i miei amici, amici veri, così mi prendo un momento per apprezzare ciò che da tanto tempo bramo: un po’ di tempo passato come vecchi amici insieme a due delle persone più importanti della mia vita.
 
 
 
 
 
[1] Durante la seconda stagione Candice aveva una cotta per Paul… lo so, è meraviglioso lol
















Alter ego: Did you miss me, bitches?
Okay, troppo PLL, lo ammetto... comunque, sul serio, vi sono mancata? Sono finalmente riuscita a scrivere questo secondo capitolo... ODDIO CHE PARTO! Sul serio, voi non ne avete idea: volevo postarlo per il compleanno di Nina - aka venti giorni fa - ma la mia immaginazione in quel periodo e in questo scarseggiava, quindi ho preferito aspettare per pubblicarlo in modo che i """pezzi""" all'interno di esso fossero ben strutturati e ben scritti... okay, magari per il "ben scritti" ho esagerato, però il "ben strutturati" ci sta tutto, dai...
Anyway, che ne pensate?
Ora passiamo al capitolo: Nina ha finalmente ripreso i rapporti con Paul, e qui ho qualcosa da dire per chi pensa che sia stato tutto un po' frettoloso: in effetti ci hanno messo poco per perdonarsi a vicenda ma sono convinta che un'amicizia come la loro non può essere distrutta e, soprattutto, entrambi si sono resi conto che l'amore (inteso in chiave amichevole, OVVIAMENTE!! ! !!!!! !!! !!!!!!!!!!) che li lega è più forte del loro orgoglio. I mean, li avete visti? Suvvia, chi non è d'accordo con me alzi una mano, so che siete in pochi
😏😏😏😏😏😏😏
E niente, Candice ce la vedo come la tipica aiutante dei film, quella che fa sempre andare d'amore e d'accordo tutti con tutti e che risolve anche le situazioni più disperate. Sapete di cosa parlo, no? Il famosissimo mentore presente in ogni film barra serie tv barra libro... okay, magari lo so solo io perché ho fatto un corso di scenografia recentemente quindi me ne vanto ogni volta che me ne capita l'occasione ma spero che abbiato capito lo stesso il senso di tutto ciò lol.
Volevo a tutti i costi scrivere un momento-amicizia divertente tra questi tre e sono sicura che ne seguiranno molti altri, così come arriveranno momenti-amicizia tra Paul, Ian e Nina che, Gesù santissimo, sono la mia BROTP per eccellenza.
So che questa storia in teoria è una Nian e che di interazioni tra Ian e Nina ce ne sono state ben poche solo una in effetti ma, keep calm, in quanti libri i due protagonisti si fidanzano subito? NESSUNO, ve lo dico io. Comunque nel prossimo capitolo parleranno e dal prossimo capitolo entrerà in scena anche Robert... aiuto, mi viene da piangere solo al pensiero di cosa gli farò fare t.t (no, non vi anticiperò nulla, ve l'ho detto che so essere abbastanza crudele quando voglio)
Ah, sapete che ho intenzione di scrivere un'altra long? Già, questa volta però incentrata sui Delena - una delle mie più grandi OTP al cui pensiero scoppio a piangere, oks. Qui sotto vi riporterò l'introduzione della long che non ha ancora un nome... non so scegliere tra "Take Me Home" e "Finché casa non ci separi". Il "Take Me Home" in teoria avrebbe più senso perché 1)tutti i capitoli avranno il nome di una canzone, famosa o meno, e 2) Take Me Home sarà, appunto, il nome del capitolo finale. Helpatemi t.t
Avete letto di Candice? Aw, sono troppo felice per lei, Joe e quei piedini di fata che si ritrova loro figlia (che ha un nome con un po' di Italia dentro: Florence)!

Io davvero non vedo l'ora di vedere un po' di foto con Can e la piccolina, o di Flor (già, le ho dato un soprannome dopo solo due settimane di vita lol) con il cast! Ahw, ce la vedete Nina - per me fa ancora parte del cast, yep - con una piccola Candice tra le braccia? Io sì e sTO SCLERANDO AL SOLO PENSIERO!
Beneee, adesso vi lascio e corro a mettermi in pari con 108401974040 serie tv, altrimenti mi scoppia il cuore...
Alla prossima,

Gnarly




 
Take Me Home/Finché casa non ci separi
«La vita di Elena Gilbert sta procedendo a gonfie vele: ha finalmente terminato il liceo, il che significa che si dovrà trasferire da Mystic Falls, la sua città natale, per poter frequentare l’università in cui fin da bambina sarebbe voluta andare, ovvero il Whitmore College, insieme alle sue due migliori amiche, Bonnie e Caroline. Andranno a vivere insieme in un appartamento che hanno affittato vicino al college ma, considerato il prezzo piuttosto caro dell’affitto mensile, hanno deciso di affidarsi al caso per trovare un nuovo inquilino: più di cinquanta volantini sono stati attaccati nei pressi del college e nella cittadina di Mystic Falls, nella speranza che qualcuno decidesse di chiamarle per ottenere qualche informazione in più sull’appartamento. Tutte e tre sono in estasi, perché finalmente sarebbero potute andare a vivere insieme come fantasticavano quando giocavano ancora con le bambole, ma il loro entusiasmo inizia a scemare – o ad accrescere, dipende su quale personaggio ci si va a focalizzare – nel momento in cui un certo Damon Salvatore si presenta alla porta di casa, dicendo di essere interessato alla loro proposta.»
 

 
Se vi va, passate a leggere la mia altra long Nian.
È una text!fic, quindi basata unicamente su scambi di messaggi, ma al contrario di questa è ambientata ai giorni nostri.
Il titolo è "Un amore tra le righe" e potete trovarla qui
.
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3351938