Peta squad's tale

di TheAlexio00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le sue ultime parole ***
Capitolo 2: *** La squadra al completo ***
Capitolo 3: *** Scontro sulla spiaggia ***
Capitolo 4: *** Riunioni e misteri ***
Capitolo 5: *** Amber, soggetto 0-4-2 ***



Capitolo 1
*** Le sue ultime parole ***


Finalmente. La Terra, dopo quasi 5000 anni. Era strano per lei trovarsi lì dopo tutto quel tempo. Meravigliosa come sempre, con i suoi lunghi capelli verdi scuri, il suo viso allungato, gli occhi aperti come una fessura sul volto, e le sue labbra sottili, sempre sorridenti. Un lungo kimono smeraldino, decorato con fiori più chiari qua e là, copriva il corpo e gli arti dalla pelle color prato e la sua gemma, che si trovava in mezzo al seno.

«Rosa sei qui?» gridò guardando la fontana. Il tramonto abbelliva il santuario aperto, donando sfumature rosee alle statue di marmo. La statua di Quarzo Rosa, in cima al pilastro centrale, continuava a sgorgare lacrime guaritrici nella vasca. La misteriosa aliena lasciò cadere una gemma rossa nell'acqua, e le sue incrinature svanirono all'istante.

«Rosa, siamo noi, Emerald e Pyrope!»

A queste parole la scultura smise di piangere, e dal suo ventre, proprio dalla gemma, venne fuori una specie di scompartimento. L'alta ragazza verde creò una brezza ai suoi piedi che la portasse lassù, per scoprire che conteneva una lettera. “Ai membri della squadra PETA, che non trascorreranno con me i miei ultimi attimi”.

“Cosa? I miei ultimi attimi? Non può essere!” Aprì la busta e lesse il contenuto... ebbene sì: Rosa non era più tra noi. Questa scrisse di come ella aveva conosciuto un uomo, e anche il vero amore. Parlo dì quello che decise nove mesi prima di stirare la missiva, e del figlio della sua gemma: il piccolo Steven.

“Se troverete questa lettera, significa che avrete bisogno di aiuto. Andate al tempio, sono sicura che Garnet, Ametista e Perla saranno disposte a darvi una mano. Mi dispiace non avere altro modo per comunicarvi la mia scelta, ma spero che l'accetterete.

PS: Emerald, non piangere. Hai un sorriso così bello.”


“Ma come... Come faceva a saperlo... Oh Rosa.”

In quell'istante dalla gemma nella vasca si creò una figura bassa, rossa scura, dai capelli rosa pallido che le cadevano a destra, lasciando scoperta la sinistra pelata. Una canottiera, dello stesso colore dei capelli, le scendeva lungo il busto, finendo sugli short marrone mogano. Si girò per vedere attorno, poi guardò il suo braccio destro: non c'era il solito bracciale sul polso, incastonato con la gemma.

«L'ha preso Turqoise per aggiustarlo.» Le spiegò Emerald, col suo sorriso sottile, mentre le lacrime scendevano giù dai suoi occhi.

«E-Emerald cos'è successo? T-tu non piangi mai, solo quando qualcosa di terribile!»

«Infatti Pyrope. Rosa non c'è più.»

«COME?! ROSA QUINDI È...»

«Non ho detto questo, ti spiego per strada, adesso dobbiamo raggiungere Turquoise e Amber al tempio!»

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Capitolo 2
*** La squadra al completo ***


«Wow, gli umani si sono dati da fare qui!» Esclamò il ragazzo celeste, ammirando Beach City dalla collina del faro. Aveva un look stravagante. La capigliatura verde acqua formava tre punte, di cui la centrale più alta, legate con una fascia in modo da rimanere verticali. Indossava una giacca blu con un grande rombo sulla schiena, aveva pure una canottiera bianca, dei jeans e degli stivaletti bassi oltremare. Dalla gemma ciano estraette un bastone cristallino che, con un piccolo scatto del braccio, formò un rettangolo al cui centro apparve una specie di schermo.
«Già, mi ricordano la colonia nel settore 7H2 di Andromeda~» commentò la compagna. I capelli rossi erano raccolti in una coda, tranne per due ciuffi ai lati della testa che finivano in una piccola spirale, lasciando libera la pietra che aveva al posto dell'occhio sinistro. Una tuta nera senza maniche le ricopriva la pelle ocra, lasciando ai piedi delle semplici scarpe marroni.
«Hmm.. Lo scanner segnala un quarzo all'interno, dev'essere lei.» Disse dopo aver dato un'occhiata al suo strumento. Saltarono giù dalla statua, passando da un'estremità della mastodontica statua dietro la collina, continuando a scambiarsi di posto, intrecciando i loro voli, fino ad atterrare sul tetto di una palafitta. Scesero in veranda e aprirono la porta.
«Heilà! C'è nessuno?»
Silenzio assoluto.
«Rosa! Garnet! Perla! Siamo noi, Turquoise e Amber!» disse la ragazza «Stando ai miei studi, questa sembrerebbe un'abitazione umana... Che abbiano cambiato base?»
Una porta si aprì all'interno, e ne uscì un piccolo umano dal viso bagnato, vestito con un blando accoppiamento di indumenti gialli.
«Hey, tu!» gridò Turquoise. Il riccio li guardò con aria sorpresa, e il ragazzo continuò.
«È questo il tempio delle Crystal Gems?»
«Chi lo vuole sapere?»
«Amici» rispose Amber, che si girò a dargli le spalle e scostò la coda per mostrare la piccola stella tatuata dietro la testa. Turquoise invece aprì la metà sinistra della giacca, mostrando la stella disegnata all'interno. Gli occhi del piccolo umano si illuminarono dalla gioia, sembrava potesse esplodere dall'eccitazione.
«NON POSSO CREDERCI! ALTRE CRYSTAL GEMS! Io sono Steven!» Gridò, mentre gli correva in contro ad aprirgli la porta.
«E così vi chiamete Turquoise e Amber eh? Non vi ho mai visti sulla Terra, e nessuno mi ha mai parlato di voi. Dove siete stati finora? Oh ho così tante domande da farvi...»
La Gemma azzurra si guardava intorno incuriosito, mentre il ragazzino continuava a parlare sul divano, fantasticando sul passato.
"Cosa c'è che non va, Turc?" gli surrurò l'amica.
"Non capisco, sembrerebbe essere da solo... Ma lo scanner ha rilevato una gemma di quarzo rosa all'interno..."
«... E nella battaglia del campo di fragole? Che cosa è... Qualche problema?» domandò l'umano.
«Dobbiamo parlare con Quarzo Rosa. È una questione urgente!»
«Oh... Ecco... Questo potrebbe essere un problema...»
«Perché mai, scusa?»
Il vento cominciò a soffiare attraverso le zanzariere, sempre più forte, finché non si formò una specie di vortice all'interno della stanza. Una voce sottile riuscì a farsi sentire in quella bufera: la voce di Emerald! «Perché LUI è Quarzo Rosa.»
Finita la frase la "tempesta" si placò, rivelando al centro del vortice le due Gemme che erano alla fonte. Turquoise era esterrefatto.
«Emerald, che stai dicendo... Pyrope? Che significa»
«Questo ragazzino è ciò che rimane della nostra leader - » continuò a spiegare la Gemma verde.
«Ha scelto di cedere la sua forma fisica per dargli la vita. Rosa ha scritto tutto qui per avvertirci.» Consegnò ai due compagni la lettera rinvenuta al santuario. Steven era dispiaciuto, e si stava rattristando. Stava accadendo di nuovo, proprio come con Bismuth. Emerald si avvicinò a lui, si piegò sulle ginocchia per riuscire a guardarlo in faccia e sfoderò il migliore dei suoi sorrisi.
«Non dev'essere facile cercare di rispettare le aspettative di tutti, vero?»
Il piccolo umano scosse la testa, e una lacrimuccia scivolò per la guancia destra.
«Quindi non può ricordarsi di noi...» sospirò Amber.
«Voi qui non capite qual'è il punto della situazione Questa... Questa è uNA COSA INCREDIBILE! È-È un umano, ma HA I POTERI DI UNA GEMMA! QUINDI ERI TU CHE AVEVO RILEVATO!» Turquoise era così elettrizzato per questa scoperta. Qualcosa d'incredibile! Mai visto prima! Evocò il suo olo-pad e un visore sull'occhio destro e comincio a prendere appunti. Pyrope scosse la testa, e esclamò: «Da te non me l'aspettavo, cervellone. Metti da parte le tue ricerche, ti ricordo che ci stanno seguendo!»
«Beh, se qualcuno avesse fatto il palo ai comunicatori non ci avrebbero scoperti!»
«Qualcun altro avrebbe potuto evitare di provare a cancellare i ricordi del Diamante per rimediare! MI HA QUASI DISTRUTTA!»
«Beh, adesso so che devo migliorare il destabilizzatore neurale!»
«Inventore fallito!»
«Carpentiera troglodita!»
«IDIOTA!»
«CRETINA!»
«MUTANTE!»
«DIFETTOSA!»
«SMETTETELA VOI DUE!» Dissero gli altri tre all'unisono.
«Ciò che importa è che siamo arrivati sani e salvi a destinazione.» Proseguì Emerald, tentando di riporta la calma.
«Adesso chiedetevi scusa.»
«Lo farò solo quando Turquoise avrà riparato il mio risonatore
«E io lo riparerò solo quando mi avrai chiesto scusa!»
«beNE!»
«BENE!»
Turquoise uscì dalla porta, dopodiché trasformò l'avambraccio in una specie di bussolotto, vi incastrò nel mezzo il bastone, che si spezzò a metà e iniziò a roteare sempre più rapidamente, portando il ragazzo sempre più in alto sopra la casa. Pyrope invece si diresse in direzione opposta, verso la porta del tempio.


«Già, non posso aprirla.»

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Capitolo 3
*** Scontro sulla spiaggia ***


Il sole era ancora alto mentre Steven, Emerald e Amber si parlavano sulla spiaggia.
«Quindi voi cosa ci facevate sul Pianeta Natale se siete delle Crystal Gems?»
Emerald non sembrava affatto sorpresa dalla domanda, anzi, si era chiesta perché non gliel'avesse ancora fatta.
«Vedi, è una questione un po' complicata. Come forse saprai ogni Crystal Gems ha la sua storia, anche noi quattro. Tua... madre aveva bisogno di alleati: il Pianeta Natale stava perdendo, e aveva iniziato a produrre centinaia di Gemme solo per le battaglie. Così creò un'unità di combattimento speciale, composta da Gemme insospettabili, in grado di intrufolarsi nelle fila dell'esercito del Pianeta Natale per distruggerlo dall'interno.»
«Quindi eravate delle spie?» L'eccitazione di Steven si diffuse anche alle due ragazze, che si lasciarono sfuggire una risatina di contentezza.
«Sì, hai ragione!» commentò Amber.
«Comunque, - riprese Emerald - Rosa non scelse soltanto noi, ma siamo tutto ciò che rimane di questa unità. Eravamo 4 squadre, ciascuna composta da un tecnico, un'operaia, una guerriera e un'aristocratica. Siamo riusciti a fuggire con l'esercito dei Diamanti durante la ritirata, in modo da fornirle aggiornamenti sulla situazione a casa. Purtroppo la tecnologia avanzava, e la sua Wailing Stone non le permetteva più di risponderci... Almeno siamo riusciti a fare la conoscenza di Ametista.»
Amber diede il cambio all'amica : «Probabilmente avremmo continuato a fare rapporti a vuoto per sempre. Lo sai Emerald? Forse è un bene che ci abbiano scoperti. Niente pressioni, niente preoccupazioni, niente che non ci permetta di fare ciò che vogliamo!»
«Non finché avremo quei quarzi alle calcagna. Quando credi che torneranno le altre, Steven?»
«Non ne ho idea...»
Il ragazzino guardò verso la cima della collina, cercando di trovare il suo nuovo amico.
«Dite che Turquoise e Pyrope faranno pace?»
Amber scoppiò in una fragorosa risata: «PFF HAHAHA! Scherzi? Se li conosco bene lui starà riparando il "risonatore" e lei starà pensando a come scusarsi! Non sembra, ma si vogliono bene.»
«È da prima che me lo sto chiedendo, ma che cos'è questo "risonatore"?
«È uno strumento che hanno creato Turquoise e la nostra fabbra. È in grado di amplificare i poteri di una Gemma difettosa.» Lo sguardi di Amber si incupì.
«Ma non è sempre stato così, prima Pyrope riusciva a usare i suoi poteri...»
«E poi cos'è successo?»
Emerald rispose al posto dell'amica: «È una storia lunga, forse un giorno te la racconterà.» Si alzò in piedi e iniziò a guardare in alto, notando un luccichio arancione.
«Dannazione! Amber ci hanno trovati! Va da Pyrope, sai cosa fare.» Il tempo di finire la frase che si era già volatilizzata in una folata di vento.
«Cosa? E adesso?»
«Ci toccherà combattere!» Rispose la Gemma mentre si dirigeva verso la palafitta. Ci fu un'altra folata di vento che portò sulla spiaggia Emerald e Turquoise, mentre l'astronave era quasi atterrata.
«Steven è pericoloso qui, vai a nasconderti!» Il tono di Emerald era molto severo, e anche se voleva aiutarli il ragazzo si ritrovò a doversi allontanare dalla battaglia. Stava andando sotto la veranda, quando la porta si spalancò e ne uscì Pyrope facendo un super salto, atterrando poco distante dai suoi compagni. La nave atterrò e dal portellone centraleuscirono tre Diaspri con la stessa divisa marrone scuro. Le poche cose che le differivano l'una dall'altra era la posizione delle gemme: due avevano il proprio gioiello sulla spalla destra e sinistra, mentre quella che sembrava il capo doveva averla sulla schiena, visto il mantello che la copriva. Il suo sguardo indignato nei confronti dei tre si trasformò in un ghigno: «Allora, eccovi qua. Credevo che non ce l'avreste fatta dopo quel colpo nell'orbita di Plutone.»
«Tsk, una semplice avaria al motore non può fermare il mio genio immenso!»
«Presuntuoso come sempre, vero Turquoise? Non capisco, come hanno fatto delle Gemme rispettabili come voi ad aver sempre lavorato per quella traditrice di Quarzo Rosa?!»
«Non condividevamo l'opinione dei Diamanti, né la condividiamo tutt'ora.»
Il diaspro con la gemma a destra sfoderò dalla cinta un destabilizzatore gemme, proprio come quello di Jasper la prima volta: «Finiamola con le chiacchere, fateci vedere di cosa siete capaci!»
Si lanciò sul trio, puntando a Emerald, ma Turquoise con un rapido colpo di bastone deviò la traiettoria dell'avversaria. Gli altri diaspri decisero di lanciarsi nella mischia, ed Emerald evocò la sua arma dalla gemma sul petto: un ventaglio smeraldino, con delle decorazioni floreali di un verde pallido quasi bianco e la cima affilata come un rasoio. Un rapido movimento verso l'alto e un muro di sabbia si alzò grazie alla forza del vento. Pyrope sfruttò il diversivo per sferrare un potente calcio ad uno dei diaspri, stramazzandola al suolo. Turquoise non perse tempo, fece scattare una lama all'estremità del bastone e, con un salto mortale all'indietro, infilzò il diaspro, costringendola a svanire in una nube di fumo. La compagna con la gemma a sinistra roteò velocemente su se stessa tentando di caricare Emerald, ma lei prese un secondo ventaglio e iniziò a girare altrettanto velocemente da contrastare il diaspro, che sparì nel turbinio di lame lasciando a terra una pietra luccicante.
«Vedo che non mi lasciate altra scelta!» La Gemma del ultimo nemico cominciò a brillare, facendo comparire una corazza spinata lungo la schiena. Caricò il suo attacco su Turquoise, non curandosi della tempesta di sabbia che Emerald aveva provocato. Pyrope afferrò il suo braccio, la sua gemma si illuminò, e dal suo polso sfociò una lingua di fiamme che avvolse completamente il loro avversario. La sabbia si dissipò, rivelando un diaspro in posizione fetale intrappolato in una campana di vetro spesso. Il corpo della Gemma rossa incominciò a brillare, la sua sagoma si alzò, i capelli si raccolsero in una coda, delle striature cristalline apparvero sulle braccia e la pietra si spostò sul viso, cambiando dal rosso fuoco all'arancione acceso: Amber era tornata normale.
«Mi spiace cherì, ma è la procedura~» Aprì un buco sulla cima della campana, ci infilò la mano e rilasciò una potente scarica di energia elettrica sul nemico, che una volta accasciato a terra scoppio, lasciando il proprio gioiello sulla sabbia.
Turquoise piegò il suo bastone formando di nuovo il suo olo-pad, ne evocò un altro e iniziò a digitare su entrambi mentre di dirigeva verso il tempio.
«Mettetele nelle bolle, io vado a preparare i nuovi ricordi.»
Steven era senza parole. Non aveva mai assistito a nulla del genere. Era sicuro che fossero più potenti anche delle altre. Il ragazzo azzurro stava salendo le scale, seguito dal piccolo umano incuriosito dalle sue parole.
«Che intendi dire con "nuovi ricordi"? »
«Che cancellerò la battaglia dalla loro memoria e gliene impianterò una nuova, facendogli credere che ci abbiano dis-»
Un fascio di luce accompagnato da un suono provenne dalla pedana di cristallo davanti alla porta del tempio, che scompari lasciando il posto a tre persone molto familiari.
«Steeeveeen! Siamo tornate!»

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Capitolo 4
*** Riunioni e misteri ***


Garnet, Ametista e Perla erano apparse sulla pedana cristallina dopo il solito bagliore, e l'ultima delle tre portava in mano una gemma gialla a chiazze marroni, intrappolata in una bolla bianca. Pyrope era immobile davanti alla finestra, fissando le tre ragazze sulla piattaforma. Perla era stupita, e Garnet... Si divise.

«PYROPE SEI TU?!» gridò la piccola Gemma rossa.

«RUBINOOO!» Le due si corsero in contro, abbracciandosi. Anche Zaffiro e Perla erano eccitate, tant'è che dissero: «Ma se c'è lei allora devono esserci anche...»

Turquoise spalancò la porta, seguito da Emerald e Amber.
«Dopo tutti questi anni... SIAMO TORNATI-HI-HI» Turquoise scoppiò in singhiozzi mentre correva verso Perla.
«Oh Turquoise, sei mancato anche a me»
«Quanto tempo, eh Zaffiro?»
«Puoi dirlo Emerald, ormai non ci speravo più. »
«E la tua visione futura?» Disse l'alta aristocratica, portandosi un ventaglio alla bocca per coprire una risatina.
«Fidati, non bisogna farci troppo affidamento.» Rispose la piccola Gemma blu, anche lei con una risatina.
«RAGAZZE! VI SIETE PERSI IL COMBATTIMENTO DEL SECOLO! C'erano tre Diaspri che li stavano stavano inseguendo, e le hanno sconfitte in pochissimo! Dovevate vederlo!» Steven era pieno di gioia nel vedere la loro riunione.
«Non mi aspettavo niente di meno!» disse Rubino dando un pugno alla spalla di Pyrope. Lei abbassò lo sguardo e si grattò dietro la testa: «Non è che io abbia fatto molto in realtà... »
Perla si schiarì la voce: «Steven, loro sono altri membri delle prime Crystal Gems!»
«Ma lo sapevi che questa testa calda qui è la prima Crystal Gem in assoluto?» la interruppe Rubino.
«Cosa? Ma io credevo che mia madre...»
«Rosa mi ha dato una mano per radunare degli alleati, insieme a Amber e Emerald.»
«Wow, non ne avevo idea!»
«Comunque, che cosa ci fate voi qui? » chiese Perla.
«Beh, è una storia lunga, diciamo che... OH È VERO! I DIASPRI!» Turquoise si mise le mani nei capelli. Nel momento si era completamente scordato di dover far scordare tutto ai soldati intrappolati nelle bolle.
«Vuoi aiutarmi a preparare il riprogrammatore? Sono sicuro che col tuo aiuto farò in un attimo!»
«Credo di avere tutto ciò che ci occorre nella mia stanza.» La gemma incastonata nella punta in alto della stella della porta si illuminò assieme a quella di Perla, aprendosi su una stanza piena di cascate.
«Turquoise... Mi... Mi dispiace per prima...» Pyrope era dispiaciuta per l'accaduto, ma non sembrava che l'amico le credesse, visto il modo in cui la guardava.
«B-beh! Che hai da guardarmi così! Non riesci a lavorare col morale basso.»
«Haha, sei sempre la solita.» affermò il ragazzo con un sorrisetto stampato sul volto. A quel punto si mise una mano in tasca, ne prese qualcosa e glielo lanciò: un bracciale dorato, con un grosso foro circolare sulla circonferenza.
«Consideralo un regalo per farmi perdonare!»
La porta si chiuse alle sue spalle, mentre Pyrope stava indossando il suo bracciale. Rubino si mise a fissarla mentre la sua gemma iniziava a brillare come una fiamma.
«Wooooo. E se ce ne andassimo vulcano a lanciare massi? Come ai vecchi tempi!»
«Evviva! Non aspettavo altro!»
«Divertitevi!» Dissero in coro Emerald e Zeffiro prima che le due ragazze rossastre sparissero dalla piattaforma in un lampo di luce. Le due si rimisero a chiacchierare di quelle che furono le loro avventure sul Pianeta Natale, e solo allora Steven si accorse che Amber se n'era andata. Steven prese Ametista per un braccio, sussurrandole di seguirlo fuori. La Gemma arancione si stava dirigendo sulla spiaggia, dove si fermò a osservare l'oceano.

«Avete davvero abbattuto tre quarzi?» Chiese la ragazza violacea. Non riusciva a credere nella loro impresa.
«Beh, dobbiamo ringraziare la Terra. Non esistono molti pianeti su cui possiamo sfruttare il nostro potenziale...» Solo allora Ametista si rese conto della campana di vetro sulla spiaggia.
«CAVOLI! E QUELLA DA DOVE SBUCA?!»
«È merito di quella se abbiamo abbattuto i quarzi. Anche di Emerald, di Pyrope...»
Steven la interruppe: «Quella però non era Pyrope, eri tu! Ti ho vista! So anche che una Gemma che so trasforma in un'altra ha il proprio colore e la sua gemma non scompare, ma tu... Tu eri un clone perfetto!» Amber si morse una delle sue labbra carnose e i suo sguardo si abbassò al terreno.

«Lo sai Ametista? Siamo simili, noi due. Entrambi non siamo come dovremmo essere, anche se la tua è solo una casualità...»
«Oh, andiamo! Adesso mi stai dicendo che sei stata creata difettosa? Me ne hanno parlato di te, della tua rapidità, delle tue trasformazioni!»
«È proprio quello il punto, aaah...» Sospirò.
«La mia storia ha inizio molto tempo fa, poco prima della rivoluzione...»

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Capitolo 5
*** Amber, soggetto 0-4-2 ***


Le Ambre sono guerrieri veloci e micidiali, nate per colpire e eliminare singoli bersagli, come ad esempio capi o figure di rilievo. Sono molto fragili e anche difficili da creare, nemmeno sulla Terra esiste un posto dove poter creare un loro Giardino d'Infanzia. Sono nata in un laboratorio sotterraneo infatti, in un pianeta a me sconosciuto.
Non appena mi formai vidi di essere intrappolata in una stanza bianca. Era vuota, tranne per un pilastro di terra al centro, e l'unico punto di riferimento che avevo era un vetro che percorreva una parete. Non capivo cosa stava succedendo, finché non sentii una voce dall'alto: «Benvenuta tra noi, soggetto zero quattro due. Spiacente di doverti dare questo accoglienza, ma c'è stato qualche intoppo con l'ultima cavia...»
La colonna di terra si ritirò nel pavimento, per fare spazio ad una colonna circolare dov'era appoggiata una gemma arancione... Frantumata.
«Se non vuoi fare la sua stessa fine farai meglio a seguire i miei ordini, spero di essere stata chiara.»
Ero appena nata e avevo già visto una vita spezzata. Non riuscivo a credere ai miei occhi.
«Bene, adesso dimmi... Come ti chiami?» mi chiese la voce misteriosa.
«Amber.»
«E qual è il tuo compito?»
«Servire Diamante Bianco.»
«Ottimo.» Sono sicura che se l'avessi guardata in faccia, avrebbe avuto un ghigno malefico stampato sul volto. La sua voce era melensa e carica di arroganza, e sapevo anche perché: lei aveva il controllo totale su di me.
«Sappi che i tuoi poteri non sono per niente simili a quelli delle altre Ambre. A differenza loro, la tua gemma è molle.»
Un coltellino partì dal basso della stanza, colpendoli nella pietra.
«AAAAAAH! MA... PERCHÉ?! » il dolore era indescrivibile.
«huhuhu, rilassati. Qualsiasi altra Gemma si sarebbe spezzata, ma tu no. Sarà un po' doloroso estrarlo, ma il tuo nucleo resterà intatto... Potresti ritirarti per rigenerarlo però. »
Difatti quando riuscii a sfilarlo non ebbi nemmeno il tempo di appoggiarlo a terra che mi dissolsi in una nuvola di polvere. È così che passai le mie giornate, come cavia da laboratorio.
Venni sottoposta a vari esperimenti per testare la mia restitenza, la mia velocità, le mie abilità: alcune volte lanciava lame attraverso dei fori nei muri, altre mi faceva correre controvento per evitare di sfracellarmi ad una parete di spine, altre ancora mi chiedeva di centrare un bersaglio con un raggio e in caso contrario avrebbe colpito me. Rischiavo spesso di rompere la pietra, mi dovevo riformare alla fine di quasi ogni, senza sapere dopo quanto mi sarei rigenerata: potevano essere passati mesi ed io non avevo la possibilità di reagire. Era stancante, la paura di morire mi perseguitava. Finché un giorno, quello dell'ultimo test, non scoprii la mia vera natura.

«Bene, questo sarà l'ultimo esperimento che ho programmato per te. Non ti preoccupare, non è niente che comporterà la tua morte... In caso di riuscita.»
Al centro della stanza comparve un pilastro su cui v'era una gemma rossa e tonda, con un taglio che ricordava un quadrato.
«Quello che devi fare è trasformati in quel Rubino. Non sarà molto complicato, dovrai toccare quella gemma e cambiare forma.»
Ero spaventata, non capivo cosa stava chiedendo. Non avevo la benché minima fiducia nel mio anonimo osservatore, ma non ebbi altra scelta che seguire le sue istruzioni. Toccai la pietra, chiusi l'occhio e tentai di cambiare il mio corpo. Sentii gli arti e il busto accorciarsi, la faccia allargarsi e i capelli prendere il sopravvento attorno al viso. La mia gemma cambiò la sua forma a calotta con una più rigida, sfaccettata, pure il colore cambiò da arancione a rosso. Quando aprii gli occhi, mi accorsi di averne effettivamente due! La gemma aveva anche cambiato la posizione, e ora si trovava sulla mia spalla!
«MAGNIFICO! OTTIMO! Sei riuscita a trasformati nel Rubino!»
«Cosa... Ma io...»
«Sono sicura che il Diamante sarà contenta dei nostri risultati!.Preparati, domani partiremo per il Pianeta Natale.»
***

Il giorno in mezzo alla vetrata si aprì un varco rettangolare, da cui entrò una figura alta più o meno quanto me. Sapete, assomigliava molto a Turquoise, tranne che per l'eyeliner e il rossetto verde acqua, e al posto della sua giacca aveva una tuta azzurra con un diamante bianco sopra al petto.
«Sappi che tu sei l'ultimo di una lunga serie di fallimenti, - mi disse - e proprio grazie a te riuscirò a riscattarmi agli occhi del Diamante!»
«Cos'hai intenzione di farmi?»
«Niente di pericoloso, te l'assicuro. Dovrai solo mostrare le tue abilità a Diamante Bianco.»
«Quindi se tutto andrà bene verranno prodotte altre gemme come me?»
«L'idea è quella.»
"E le farai soffrire come hai fatto con me?!" pensai. Non riuscivo a credere con quanta leggerezza avesse preso quello che mi ha fatto.
«Seguimi, abbiamo un'astronave che ci sta aspettando in superficie.»
La seguii senza fare storie, ma non potevo immaginare cosa sarebbe successo una volta giunti all'Arena di Diamante Bianco.







Nota dell'autore: mi scuso ancora per il capitolo corto, ma a causa di impegni vari non sono riuscito a trovare molto tempo da dedicare alla storia, e credo di non trovarne molto nemmeno in futuro. Perciò annuncio che non farò più uscite regolari, ma pubblicherò il capitolo quando sarà pronto.
Chiedo ancora scusa per il disagio.
Ale.

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