L'unione fa la forza

di Kia_do87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Not one of us ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Shopping in Diagon Alley ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: New Rules ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Return to Hogwarts ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: The Cullens ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Love is all around ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Friendship ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: An important decision ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: A new threat ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: The hidden truth ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Secret plans ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: The Arm ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Love can still win (Parte 1) ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Love can still win (Parte 2) ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: The battle begins ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: Lies ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: Fears and Incomprehensions ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: Assassin ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19: The end of darkness ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20: Say goodbye ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Non posso credere di aver cominciato a scrivere questa storia, sarà molto complicata e piuttosto lunga anche se in effetti non so con che frequenza riuscirò ad aggiornare. Diciamo che è un tentativo che (mi sembra) sono la prima a fare, una cross-over tra Twilight ed Harry Potter. La storia è ambientata in un Universo Alternativo dove anche se Harry e compagni hanno diciassette anni, Silente è ancora vivo. Alcuni avvenimenti accaduti nei libri (e quindi nei film) li terrò buoni, mentre altri magari verranno cambiati; ancora non so bene quali e quando ma cercherò di anticiparvi ogni "grosso cambiamento" nelle note che inserirò all'inizio di ogni capitolo. Per quanti riguarda i Cullen, Bella è una vampira e sta con Edward, non ho intenzione di inserire i licantropi tipo Jacob Black (sarà presente Remus Lupin e forse qualche accenno ai licantropi come lui, ovvero sensibili alla luna piena e assolutamente non in grado controllare il loro istinto sanguinario in quella specifica notte. Insomma, i veri licantropi, giusto per intenderci). Per esigenze di trama (e per renderla un tantino più credibile) non sarà presente il personaggio di Rennesmee Cullen. Infine chiedo a tutte voi buone anime che ve la sentirete di lasciarmi un piccola recensione (giusto per capire se vale la pena di mettermi d'impegno e continuarla oppure no) se magari vogliate anche lasciarmi qualche piccolo suggerimento o qualche spunto riguardo all'evolversi della storia (chissà che non schiarisca un po' le idee anche a me). I suggerimenti e gli spunti potete lasciarmeli nelle recensioni oppure inviarmeli via e-mail all'indirizzo lockheart87@libero.it
Ringrazio fin da subito tutti coloro si cimenteranno nella lettura di questo breve prologo e che (sarebbe davvero importante per me) mi volessero lasciare qualche commento (costruttivo o meno).
Buona lettura!


L'unione fa la forza




PROLOGO


Una tetra notte d'inizio settembre.
La debole luce della candela mal illuminava l'ampio spazio della stanza quasi completamente vuota, eccezion fatta per un tavolo e due sedie in legno.
La fiamma traballava di tanto in tanto a causa delle frequenti folate d'aria tiepida che si insinuavano nelle crepe e tra fessure della Stamberga Strillante.
Due figure sedevano ai due lati del tavolo, una molto vecchia e l'altra intoccata dal tempo ma con limpidi occhi dorati che forse ne riflettevano la vera età.
"Anche se i nostri rapporti non sono mai stati frequenti ti chiedo comunque di valutare la mia proposta e sono qui per giurarti come sto facendo che, nel caso la tua risposta dovesse essere negativa, non ci sarà alcun tipo di risentimento verso la tua persona ne verso alcun altra, toglieremo il disturbo in silenzio così come siamo arrivati".
"Non ho alcun motivo di dubitare della tua parola e sebbene, come tu stesso hai ammesso, ultimamente non ci siamo tenuti troppo in contatto ho sempre nutrito un sentimento di stima nei tuoi confronti, oltre che di amicizia ovviamente".
"Sono contento che la pensi ancora in questo modo, la maggior parte degli abitanti di questo mondo bada bene dal permetterci di avvicinarci, tu invece sembra quasi che inviti i guai in casa tua".
"Mai nessun guaio si presentò in casa mia sotto le tue sembianze, Carlisle Cullen"
Il vampiro si alzò dalla sedia ed allungò la mano ghiacciata al vecchio che, dopo essersi alzato a sua volta, gliela strinse con un vigore che all'apparenza non avrebbe dimostrato di possedere.
"Sono felice di sentirtelo dire, vecchio amico mio".
"Ho già avvisato Madama Chips che d'ora in avanti avrà un collega, presentati al castello domani alle undici e ti farò conoscere la mia casa e i miei più cari amici".
"Sarò puntuale e nel pomeriggio accompagnerò i ragazzi a Diagon Alley per acquistare l'occorrente per la scuola".
"Scusa Carlisle, detesto doverti porre questa domanda, ma come Preside di Hogwarts sono responsabile della tutela e del benessere dei miei alunni…".
"Non ti scusare Albus, so già quello che mi vuoi chiedere e la risposta è sì, tutti i miei ragazzi sono in grado di controllarsi, Bella e Jasper verranno tenuti d'occhio dagli altri onde evitare…spiacevoli incidenti".
"Mi fido di te e della tua parola, ma è mio compito avvisarti fin da subito che se dovessero esserci incidenti di quel tipo dovrete lasciare questo mondo".
"Conosco bene le regole del vostro mondo, Silente, e se sono qui è perché ho la più completa fiducia nei miei ragazzi e nelle loro capacità di controllo".
"Molto bene, in questo caso ci vediamo domani mattina".
"A domani e ti porgo i miei più sentiti ringraziamenti per averci concesso quest'occasione".
"A te, caro amico, per averci onorato nuovamente della tua presenza, disperavo ormai di avere l'occasione di sfidarti nuovamente ad una partita di scacchi dei maghi".
"Mai dire mai Silente e chissà che questa volta la sorte non decida di sorriderti".
Le due figure ammantate lasciano la Stamberga Strillante, la fiamma della candela viene spenta con un soffio e nessun rumore s'ode più tra le pareti della casa infestata.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Not one of us ***


Ed eccomi con un altro capitolo (anche se un po' corto). Teoricamente l'inizio dovrebbe andar via veloce (ovvero dovrei aggiornare piuttosto velocemente) perché so più o meno cosa far succedere e come. Per il momento accontentiamoci di questo, poi penserò al resto. Spero proprio di non aver scritto cavolate e di essere riuscita a rendere la lettura il più piacevole possibile. Come sempre se c'è qualche imperfezione della quale non mi sono accorta o se avete suggerimenti da darmi sono sempre aperta a tutto.


L'unione fa la forza




Capitolo 1: NOT ONE OF US


"Carissimi colleghi, nonché amici di vecchia data, vi ringrazio di cuore per essere tutti qui riuniti come da mia richiesta. Nonostante manchi ancora una settimana all'ufficiale inizio delle lezioni ho preferito indire questa piccola riunione del collegio docenti con lo scopo di presentarvi in anticipo un mio carissimo amico che, d'ora in avanti, affiancherà Madama Chips nello svolgimento delle sue mansioni e presterà un regolare servizio nella nostra biblioteca; è qui con noi il Professor Carlisle Cullen".
Un uomo biondo fece due passi avanti di modo che tutti potessero vederlo. La sua pelle era color avorio e i suoi occhi dorati rilucevano nello spazio rialzato in fondo alla Sala Grande ampiamente illuminato da decine di candelabri.
Il vampiro abbassò lievemente il capo in segno di ringraziamento e di saluto verso coloro che d'ora in avanti sarebbero stati i suoi nuovi colleghi, nonché le persone con le quali avrebbe avuto maggiormente a che fare.
"Ringrazio voi tutti per aver accettato la mia candidatura nonostante siate a conoscenza della mia reale natura, per quanto scomoda possa essere. Posso solo dire che mi impegnerò a fare del mio meglio per quanto riguarda il mio operato e che spero saranno le mie azioni a parlare per me".
Detto questo il giovane fece un passo indietro tornando a mescolarsi con gli altri insegnanti che cominciarono a parlottare animatamente tra di loro.
"Albus, potrei parlarti in privato?" domandò inaspettatamente la Professoressa di Trasfigurazione.
"Qualunque cosa tu debba riferirmi, se riguarda la candidatura del Professor Cullen, puoi benissimo esporla in sua presenza".
"Albus! Ho bisogno di parlarti in privato!" ripetè la professoressa McGranitt fissando il Preside di Hogwarts dritto nei profondi occhi azzurri.
"D'accordo Minerva, come preferisci".



"Albus, ma ti rendi conto di quello che stai facendo?".
"Minerva, comprendo i tuoi dubbi ma posso assicurarti che Carlisle è sicuramente in grado …".
"Di fare cosa? Di controllarsi?" Minerva McGranitt si guardò intorno esasperata come se le pareti potessero suggerirle un modo per convincere Silente che non ci si poteva fidare di un vampiro "Albus, è un vampiro; non dubito che sia una brava persona ma chi ci dice che non perderà il controllo? E se non lui magari i suoi ragazzi? Ti rendi conto del pericolo al quale stai esponendo i nostri alunni? Non possiamo sacrificare la sicurezza dei nostri ragazzi per ammettere sette vampiri nella nostra scuola".
"Abbiamo già discusso anche di questo, i suoi ragazzi si sanno controllare alla perfezione, già nel mondo babbano frequentavano una scuola piena di umani e nessun incidente, del genere che tu sottintendi, si è mai verificato".
"Lo so, ma capisci che è diverso seguire sei ore di lezioni al giorno e vivere sotto lo stesso tetto insieme a duemilaecinquecento ragazzi per quasi un anno?!".
A quel punto il Preside si avvicinò alla professoressa, la mano destra di lui andò a poggiarsi sulla spalla di lei come in segno di conforto.
"A fine anno mi darai ragione…" le rispose semplicemente.
Ormai la decisione era presa e non si poteva più tornare indietro.
"Spero solo che tu sappia quello che stai facendo Albus…e che a fine anno il numero di studenti umani sia rimasto invariato" la seconda parte della frase venne pronunciata con un tono che celava una certa ostilità, ciò ovviamente non sfuggì all'orecchio attento del Preside di Hogwarts.
"Minerva…" la richiamò Silente prima che lasciasse la stanzetta ove si erano appartati "…confido che i sei ragazzi non siano soggetti ad impropri trattamenti ostili da parte del corpo docente".
"Non preoccuparti, Albus, i vampiri si sentiranno come a casa loro" rispose la professoressa prima di sparire oltre l'uscio.
La Vicepreside fece ritorno nella Sala Grande e dovette ammettere che, per essere un vampiro, non ci aveva messo molto a guadagnarsi la simpatia di tre quarti del corpo docente. Tutti infatti si erano radunati attorno al non-morto che stava palesemente narrando loro qualche aneddoto particolarmente divertente. Le uniche eccezioni erano rappresentate dal Professor Piton che, come al solito, se ne stava seduto in disparte e sembrava dilettarsi particolarmente a lanciare, in direzione del nuovo arrivato, occhiate a metà tra l'annoiato, l'incredulo e l'omicida; la Professoressa Cooman, che sedeva sulla sua sedia con lo sguardo perso nel vuoto, per terminare con Argus Gazza, il tanto celebre quanto odiato custode di Hogwarts che sembrava trovare assai più divertente confabulare con la sua altrettanto odiosa gatta.
Perfino Hagrid, il mezzo gigante nonché guardiacaccia e Professore di Cura delle Creature Magiche, sembrava trovare estremamente interessanti le parole di Carlisle Cullen.
Armandosi, quindi, di una buona dose di coraggio e di un'ottima dose di buona volontà, la Professoressa si avvicinò al gruppo, costringendo il vampiro ad interrompere il suo racconto.
"Professoressa McGranitt" la salutò quest'ultimo senza alcuna apparente nota di ostilità, ne nella voce ne nei gesti. La Vicepreside si avvicinò a quest'ultimo e gli tese la mano scarna ch'egli non tardò a stringere nella sua, gelida e forte. "Benvenuto ad Hogwarts Professor Cullen".



x Roberta_94 : anche io speravo che qualcuno la scrivesse ma visto che nessuno di decideva ho deciso di farlo io stessa, così almeno non rischio di leggere cose che non mi piacerebbero ;) spero di essere stata abbastanza tempestiva con l'aggiornamento e grazie mille della recensione, l'ho apprezzato davvero molto ^^
x yuko_chan : grazie mille per tutti i complimenti e in effetti spero proprio di riuscire a mantenere i caratteri come sono nei libri (e nei film), non è mia intenzione introdurre l'avvertimento OOC e spero di non essere costretta a farlo. Grazie tantissimissimo per avermi fatto notare l'errore (epilogo anziché prologo), sono proprio sbadata XD Grazie ancora dell'avvertimento e soprattutto grazie della recensione!!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Shopping in Diagon Alley ***


Eccoci qui con un nuovo capitolo dedicato quasi esclusivamente (al 90% diciamo) ai personaggi di Twilight. Spero di essermi mantenuta fedele al libro (e al film) nel descriverne il carattere e nel delinearne il comportamento, in caso contrario ne possiamo discutere. Spero che vi piaccia e, come al solito, se ho scritto bestialità vi prego di farmelo notare. Grazie a tutti coloro che mi stanno seguendo (seppure in silenzio e senza farsi notare xD) e soprattutto a coloro che recensiscono! Vi auguro una buona lettura!

L'unione fa la forza




Capitolo 2: SHOPPING IN DIAGON ALLEY

"Io questa tenda non la metto!" una voce particolarmente acuta e particolarmente arrabbiata s'innalzava oltre il camerino di prova del negozio di Madama McClan, il punto vendita più famoso di tutta Diagon Alley per quanto riguardava divise ed abiti in generale.
"Dai Rose, fatti vedere" la pregò un ragazzo grande e grosso che l'attendeva oltre la tenda divisoria.
Una ragazza di straordinaria bellezza e con lunghi capelli color del grano si mostrò con indosso la divisa di Hogwarts.
Il ragazzo che si presentava come il fidanzato trattenne a stento una risata.
"Sei fantastica, amore!"
"Cazzo ridi? Ti ricordo che dovrai indossarla anche tu, caro il mio scimmione…".
Emmett, se possibile, assunse un colore ancora più pallido di quanto già non era.
"Siamo proprio obbligati a vestirci così?" chiese quest'ultimo ad una donna che li osservava divertita.
"Sì ragazzi, queste sono le divise di Hogwarts, dico bene Madama McClan?".
"Dice benissimo signora Cullen, anche se in effetti di solito vedevo queste smorfie disgustate sui volti di bambini di undici anni…".
"Non è colpa mia se questi vestiti fanno schifo!" le rispose per le rime Rosalie.
"No, cara, non era un'offesa personale …" si affrettò a spiegare Esme "… Madama McClan intende che di solito la prima uniforme la si compra per frequentare il primo anno e quindi ad undici anni".
"Sette anni con su sta roba, sai che fortuna!".
"D'accordo ora basta! Madame, la prego di scusarci, prendiamo quella divisa per Rosalie e una extralarge per Emmett".
"Dovrei averne in magazzino, le vostre altezze verranno servite in un lampo" rispose la venditrice con un tono a metà tra l'ironico e l'offeso, scomparendo dietro ad un tenda che, molto probabilmente, conduceva al retrobottega.
"Rosalie, devi essere più cortese con queste persone" la sgridò Esme.
"Odio questo posto, perché non potevamo andare in qualche città normale?".
"Perché a Carlisle è stata offerta la possibilità di lavorare ad Hogwarts e un'opportunità del genere va sfruttata" spiegò pazientemente la mamma-vampiro per poi continuare "Sai che non potevamo più rimanere a Forks; presto la gente avrebbe cominciato a sospettare qualcosa…".
"Dai gattina, non te la prendere, dubito che anche con indosso quella cosa ci sia una sola ragazza al mondo in grado di reggere il confronto con te" intervenne Emmett accarezzando le spalle e baciando il collo di sua moglie.
"Dubiti? Io ne sono certa, vi aspetto fuori, vediamo di darci una mossa!" concluse la bionda uscendo dal negozio e sbattendo la porta dietro di sé.



"Forza ragazzi entriamo" disse allegramente il dott. Cullen aprendo la porta di un negozio che recava la scritta -Olivander- in caratteri dorati.
"Prego signori, venite avanti" disse un allegro vecchietto che osservava i clienti da dietro il bancone "Siete qui per acquistare una bacchetta?" s'informò osservando le tre figure appena entrate. Erano due uomini e una donna, ad accomunarli era l'inconfondibile, e piuttosto sgargiante, colore degli occhi … ricordava oro fuso. Inoltre erano tutti di una bellezza tale da mozzare il fiato.
"Vieni Edward, prima tu …" disse l'uomo biondo richiamando l'attenzione del ragazzo dai capelli color bronzo.
"Che cosa devo fare?" domandò quest'ultimo avvicinandosi al bancone un po' titubante.
"I ragazzi devono scegliere la loro prima bacchetta" comunicò il dott. Cullen al sig. Olivander.
"Prima bacchetta alla loro età? Sono oltremodo in ritardo …" constatò quest'ultimo facendo una breve pausa ed assentandosi per qualche minuto per poi ritornare con una ventina di scatolette dalla forma allungata "Forza prova questa …" continuò mettendo in mano ad Edward una bacchetta di legno scuro.
Questi la prese e si limitò ad osservarla non capendo che cosa dovesse farci.
"Muovila ragazzo, non startene fermo a fissarla come uno stoccafisso!".
Edward eseguì subito l'ordine, diede un colpo di polso e straordinariamente tutti i fogli in disordine si impilarono uno sopra l'altro, le scatole fuori posto volarono nei rispettivi scaffali e tutto ciò che era in disordine ritornò nella sua originaria postazione.
"Noto con piacere che non ho perso l'occhio" commentò il mago "Ed ora tu signorina" continuò puntando l'occhio su Bella che nel frattempo si era avvicinata al gruppetto.
"Scuotila" le ordinò mettendole in mano una bacchetta di colore biancastro.
La ragazza fece come le era stato detto e improvvisamente su tutti i lumini e le candele presenti nel locale comparì una debole fiammella, irradiando nel negozio una tiepida e piacevole luce.
"L'ho sempre saputo di essere un genio …" si limitò a commentare il negoziante.



Il Ghirigoro era la più famosa libreria di Diagon Alley e per questo motivo il suo interno e sempre super affollato.
"Respira, respira … stai calmo, continua a respirare"
"Jazz, stai bene?"
Il vampiro osservò colei che l'aveva richiamato alla realtà ed annuì impercettibilmente.
"Tutto a posto Alice, stai tranquilla …" mentì spudoratamente.
"Bugiardo" rispose la vampira dai capelli corti squadrandolo da capo a piedi.
"D'accordo, mi sento mancare l'aria" ammise Jasper rendendosi conto di non essere esattamente una cima nella raffinata arte del raccontare bugie.
"Ma tu non hai bisogno d'aria" rispose Alice con un sorrisetto baciandogli la punta del naso e rimettendo nell'apposito scaffale un libro che stava sfogliando con interesse.
"Alice ti prego usciamo …" la supplicò il vampiro che aveva tanto l'aria di uno che rischiava di vomitare da un momento all'altro.
"D'accordo amore" rispose lei raccogliendo i sacchetti stracolmi di libri e dirigendosi verso l'uscita.
Jasper si era praticamente volatilizzato, evidentemente l'aveva preceduta con l'ausilio di qualche rapida mossa. Dopotutto aveva fatto bene, se fosse rimasto ancora un po' chissà che cosa sarebbe successo. Mentre malediceva sé stessa e la sua stupida curiosità verso il mondo magico, andò a sbattere contro qualcuno rovesciando i suoi e gli altrui libri per terra.
"La prego di scusarmi!" si giustificò mortificata aiutando a rimediare al disastro appena provocato; era la prima volta che le capitava una cosa simile.
"Non si preoccupi signorina, avevo la testa fra le nuvole e qui dentro c'è sempre una ressa impareggiabile".
Dopo aver raccattato tutti volumi, Alice, si degnò di guardare in volto lo sfortunato contro il quale si era spiaccicata. Era un uomo di mezz'età, piuttosto alto e con singolari capelli rossicci; dall'aspetto sembrava una persona gentile.
"Vuole una mano? Sono un po' troppi libri per una ragazza …".
Essendo una vampira, Alice, non necessitava assolutamente di una mano, avrebbe potuto sollevare qualsiasi cosa senza il minimo sforzo ma, tenendo conto del loro codice di segretezza, avrebbe anche potuto accettare, giusto per salvare le apparenze.
"La ringrazio" disse porgendo una borsa al gentile signore per poi affrettarsi a seguirlo fuori dal negozio.
"Alice …" le corse incontro Jasper per poi osservare da capo a fondo l'uomo che l'accompagnava.
"Amore, lui è il signor …" stava per presentare la sua nuova conoscenza al marito, quando si rese conto che in effetti nemmeno lei ne conosceva il nome.
"Weasley" rispose l'uomo colmando il vuoto della frase lasciata in sospeso "Arthur Weasley, lavoro al Ministero della Magia, più precisamente all'Ufficio per l'uso improprio dei manufatti babbani".
"Che bello!" esclamò Alice tutta eccitata "Noi andiamo ad Hogwarts"
"Davvero? Allora conoscerete i miei figli!"
"Veramente è il primo anno che frequentiamo la scuola" precisò la vampira "siamo al settimo anno ma è la nostra prima volta ad Hogwarts"
"Capisco, bè vi troverete sicuramente bene e nel caso capitaste nella casata dei Grifondoro chiedete a mio figlio Ronald o a mia figlia Ginny di aiutarvi e ditegli che vi mando io".
"E' stato gentilissimo signor Weasley, la ringrazio infinitamente!".
"E' stato un piacere ragazzi, chissà che ci si riveda in giro" concluse Artuhr salutandoli per poi scomparire tra la folla.
"Che persona simpatica, non trovi Jazz?" Alice si voltò verso il ragazzo e notò la sua espressione a metà tra il preoccupato e il perso.
"Amore, stai bene?" gli domandò ricordandosi il motivo che l'aveva spinto ad uscire "I tuoi occhi sono normali, hai sete?"
"Non è quello…" rispose lui distrattamente.
"E allora cosa?"
"Hai sentito che cosa ha detto? Potremo non finire tutti insieme".


x Roberta_94 : ecco il tuo Edward e grazie dei complimenti!
x willHole : in effetti la punteggiature è il mio tallone d'Achille -.- se hai qualche suggerimento dimmi pure senza problemi. Comunque grazie anche a te per i complimenti, spero di riuscire a fare del mio meglio.


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Capitolo 4
*** Capitolo 3: New Rules ***


Ciao a tutti! Scusate se non ho aggiornato durante il week-end ma proprio non ce l'ho fatta. Ecco a voi comunque un nuovo capitolo, spero che risulterà piacevole come i precedenti e che la lettura sia scorrevole.


L'unione fa la forza




Capitolo 3: New Rules

"Ma sei completamente uscito di senno?!" le parole di Edward Cullen risuonarono nell'ampio salotto della nuova dimora della famiglia, situata a pochi chilometri dalla cittadina di Hogsmeade e ben nascosta nella boscaglia.
"Edward, non parlare con quel tono a tuo padre …" intervenne Esme severa.
"Lo farò finche non mi darà una spiegazione ragionevole".
"E' vero che potremmo finire in case separate?" intervenne Alice rivolgendosi anch'ella al dott. Cullen che, per il momento, se ne stava seduto su una poltrona con aria meditabonda.
"Se Edward ha finito di sbraitare come una dannato magari riuscirei a spiegarvi come stanno le cose …" rispose Carlisle osservando in particolar modo Edward che, per tutta risposta, abbassò il capo in una muta richiesta di perdono.
"Vi ho parlato del mio colloquio con il preside della scuola, Albus Silente, ebbene in quella medesima sede abbiamo concordato che voi tutti sarete smistati nella casa dei Grifondoro ..." prima ancora che Carlisle finisse di parlare Alice ed Emmett gli furono addosso.
"Carlisle sei il migliore!" esclamò la bella vampira fiondandosi sopra al corpo del fratellone che, come lei, aveva sentito il bisogno di esternare la sua felicità gettandosi di peso sopra al padre di famiglia.
"D'accordo, va bene, ora alzatevi e statemi a sentire" disse quest'ultimo liberandosi dalla presa d'acciaio dello scimmione.
Il resto della famiglia osservava la scena con un sorriso stampato sul volto.
"Ovviamente i dormitori di Hogwarts sono divisi tra maschi e femmine, così le ragazze dormiranno tutte insieme e i maschi anche, ma l'importante …" prima che potesse finire la frase Carlisle venne interrotto nuovamente.
"No, frena un attimo, in che senso -i dormitori sono divisi tra maschi e femmine-?" s'informò Rosalie piuttosto scandalizzata.
"Nel senso che c'è il dormitorio dei maschi e quello delle femmine".
"Che cazzo significa?! Stiamo per trasferirci in un convento?".
"No, Rose, ma nemmeno in un bordello, sei in una scuola e ogni scuola ha delle regole che vanno rispettate".
"Io quest'uomo l'ho sposato, porca miseria! Tu non hai il diritto di impedirmi di dormire affianco a mio marito!".
"Definire Emmett un uomo mi sembra un po' esagerato …" commentò Edward ironicamente sperando così di smorzare un po' la tensione che si era formata.
"Zitto microbo" commentò il vampiro-orso facendo la linguaccia al fratellino.
"Ma che cavolo fai?" domandò Rosalie al marito.
"In che senso?" chiese quest'ultimo cadendo dalle nuvole.
"Io sono qui a battermi per convincerlo a farci dormire insieme e tu ridi e scherzi come se niente fosse?".
"Rose, è inutile, tanto è una battaglia persa in partenza" intervenne Alice.
"Ma scusa, tu non ci tieni a dormire con Jasper?".
"Certo che ci tengo …" disse la moretta prendendo la mano al marito che le sorrise "… ma in fondo Carlisle ci sta chiedendo solo un anno, che cos'è un anno per noi?".
La vampira bionda cercò un possibile sostegno anche negli occhi dorati di Edward e Bella, ma nessuno di loro sembrava pensarla come lei.
"Bene, fate come volete, avete vinto" disse per poi dirigersi verso il piano superiore.
"Rose …" cercò di fermarla Bella, ma venne trattenuta da Edward.
"Lasciala stare, domani le sarà già passata".
"Se non ci sono altre obiezioni gradirei finire il discorso" disse Carlisle rompendo il silenzio che si era formato "Ragazzi non si tratta di un gioco, non è stato facile convincere Silente a mettervi tutti nella medesima casa, facendovi così evitare la normale cerimonia di smistamento, quindi vi pregherei di non farvi riconoscere immediatamente come raccomandati, mi sono spiegato?".
"Che cos'è la cerimonia di smistamento?" domandò Alice.
"In pratica ad ogni alunno che per la prima volta frequenta Hogwarts viene posto sulla testa un cappello magico che ne analizza la personalità e lo indirizza quindi nella casa più giusta".
"Ma quante case esistono?" domandò Bella.
"Sono quattro in totale, Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, anche se vi consiglio di stare lontani dalla portata di coloro che frequentano quest'ultima casa".
"Come mai? Cercano rogne?" chiese Emmett.
"Diciamo che sono inclini alle prese in giro e agli scherzi di cattivo gusto, senza contare che considerano gli appartenenti alle altre case come fossero spazzatura".
"Mmmh, sembrano simpatici" commentò Edward ironicamente.
"Ragazzi so che è superfluo ricordavelo ma vi prego si stare molto attenti, sarà differente rispetto alla scuola a cui siete abituati".
"Non ti preoccupare, Carlisle, l'unica vera rottura di scatole sarà starsene fermi in un letto tutta la notte fingendo di dormire" disse sempre Edward scatenando una risata generale.
"Bene ragazzi, ora tutti a nanna che domani comincia la scuola!" esclamò Esme con sarcasmo alzandosi in piedi ed affiancandosi a Carlisle che, nel frattempo si era alzato in piedi ed osservava i suoi figliastri con orgoglio.
"Scusami Esme ma a dire il vero ho in mente qualcosa di più divertente per passare la notte visto che sarà l'ultima che potrò trascorrere col mio amore" rispose Alice dando un bacio sulla guancia a Jasper e facendogli l'occhiolino maliziosa.
"Credo che seguirò il consiglio di Alice" disse Bella intervenendo inaspettatamente e lasciando Edward di stucco.
"La mia mogliettina sta imparando …" commentò il vampiro baciandola a stampo sulle labbra.
"Dalla migliore" puntualizzò Alice prima di trascinare Jasper su per le scale.
"Io vado a finire di aggiornare la mia gattina e poi chissà …" concluse Emmett togliendo il disturbo, seguito a ruota da Edward e Bella.
"In effetti però stavo pensando una cosa …" disse Esme rompendo il silenzio.
"Che cosa?" le domandò il marito.
"Questa sarà anche la nostra ultima notte".
"Non è detto, per i professori non è obbligatorio dormire al castello e in ogni caso per me non lo è di sicuro".
"Ma sappiamo entrambi che resterai, anche per controllare i ragazzi … come faranno a nutrirsi?".
"Al settimo anno non hanno lezioni obbligatorie, si scelgono da soli i corsi da frequentare in base alla carriera che vorranno intraprendere una volta terminati gli studi".
"Ma noi staremo qui solo per un anno, giusto?".
"Ragion per cui non ci arrabbieremo se non passeranno i loro M.A.G.O." rispose Carlisle sorridente.
"Comunque …" cominciò Esme facendoglisi più vicina "…parlavamo della nostra ultima notte".
"Facciamo a chi arriva primo in camera?".




x Roberta_94 : tranquilla, non verranno divisi, eccoti ancora un po' del tuo Edward ;)
x PhOeNiX_93 : accidenti, troppi complimenti tutti insieme, ho le lacrime agli occhi! Comunque grazie di tutto sei stata gentilissima, purtroppo ho dovuto eliminare il cappello parlante altrimenti suppongo che una visita ai Serpeverde a Rosalie non la toglieva nessuno u.u
x kiku_san : grazie dei complimenti, gentilissima come al solito. Eccoti il nuovo capitolo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Return to Hogwarts ***


Ta-daaa! Hogwarts si avvicina sempre di più. In effetti la mia idea di partenza era quella di scrivere solo la scena della Tana, ma visto che poi il capitolo sarebbe venuto troppo corto ho deciso di aggiungere anche la parte del treno. Non ho resistito alla tentazione di creare una somiglianza tra Cedric Diggory ed Edward Cullen (visto che l'attore che li interpreta è sempre Robert Pattinson). Per chi non lo sapesse i nargilli sono delle creature la cui esistenza non è provata da alcuno studio sulle creature magiche e che è sostenuta unicamente da Luna Lovegood e suo padre. Non so ancora se scrivere di Lupin e Tonks come coppia o come semplici amici, ci devo pensare (e i consigli sono ben accetti). Dovrei aver chiarito tutto se non erro … in caso necessitiate di ulteriori chiarimenti non esitate a contattarmi!


L'unione fa la forza




Capitolo 4: Return to Hogwarts

La Tana, h. 21,45

"Illuminatemi, perché non utilizziamo un orecchio oblungo come l'ultima volta?" domandò Ron.
"Perché il gatto della tua ragazza sembra esserne irrimediabilmente attratto!" gli rispose Fred in mano modo.
"Uno, non sono la sua ragazza e due, Grattastinchi è un bravissimo gattone!" sbottò Hermione.
"Certo, vogliamo ricordare la fine che quel -bravissimo gattone- ha fatto fare al nostro ultimo orecchio oblungo?".
intervenne George "L'abbiamo ritrovato una settimana dopo!".
"Dì pure che l'abbiamo ricomposto una settimana dopo …" continuò Fred "…l'aveva tranciato in pezzi così minuscoli che abbiamo dovuto perquisire tutta la casa per riuscire a trovarli tutti!".
"Se vi decideste a chiudere la bocca magari potremmo utilizzare il metodo babbano" intervenne Harry scocciato.
"Ovvero?" domandarono in coro i gemelli.
"Ovvero farci più in là di qualche scalino e provare ad origliare con le nostre orecchie".
"E io che mi aspettavo chissà che idea …" commentò George.
"Muovetevi!" esclamò Ginny mantenendo comunque un tono di voce piuttosto basso; non potevano correre il rischio di essere scoperti, non dopo che mamma Weasley era certa che ognuno di loro dormisse sogni tranquilli nel proprio letto.
Ma non avevano avuto altra scelta, se per il Ministero della Magia, con il compimento dei diciassette anni si raggiungeva l'età adulta, lo stesso non valeva per i membri "più anziani" dell'Ordine della Fenice che ancora cercavano di metterli il meno possibile al corrente di ciò che realmente stava accadendo.
"No Remus, è troppo pericoloso!" strillò Molly Weasley.
"Molly, devono tornare a scuola, domani è il loro primo giorno".
"Basterà non svegliarli, cosa credi che salteranno in piedi come molle se non andrò ad urlare in ogni singola camera?".
"Non è questo il punto e tu lo sai, a Hogwarts sono più al sicuro".
"Remus ha ragione" intervenne Arthur Weasley "Hogwarts è sempre stato uno dei posti più sicuri e non vedo ragione per non permettere ai miei figli di ritornarvi".
"Non vedi ragioni Arthur? Fammici pensare, al suo primo anno mia figlia ha rischiato di morire divorata da un basilisco, al suo secondo anno Ronald è quasi stato assassinato da un branco di ragni assassini, al quarto anno Harry ha dovuto affrontare un drago in carne ed ossa seguito subito dopo da Tu-sai-chi in persona, al quinto anno stavamo per perderli tutti insieme … Devo continuare?".
"No, Molly …" intervenne Tonks "…tu hai assolutamente ragione, sappiamo tutti quanto sia rischioso permettere ai ragazzi di tornare ad Hogwarts ma non possiamo fare altrimenti; credi che qui siano molto più al sicuro?".
"Qui li possiamo proteggere…" ripose la signora Weasley con poca convinzione.
"E credi che ad Hogwarts non verrebbero protetti meglio?" le domandò Alastor Moody "Hanno un intero esercito di professori esperti e capaci che non permetterebbero ad anima viva di torcere loro un solo capello e questo senza contare la magia che protegge il castello".
"Molly …" cominciò Tonks "…sappiamo che ami ognuno di quei ragazzi come se fosse figlio tuo, ma devi accettare l'idea che ormai sono grandi e sanno badare a loro stessi".
"Finalmente una che si fida di noi!" esclamò Harry entrando, seguito dai fratelli Weasley e da Hermione, nella cucina dove si stava tenendo la riunione.
"Voi dovreste essere a letto!" strillò Molly Weasley inviperita.
"No!" le rispose Harry con vigore lasciando mamma Weasley di stucco.
"Harry …" ancora incapace di credere che una ragazzo gentile come Harry avesse potuto risponderle con quel tono adirato.
"Mi scusi signora Weasley, non volevo mancarle di rispetto; volevamo soltanto assicurarvi che siamo in grado di badare a noi stessi e supponiamo di averlo ampiamente dimostrato in questi sei anni, quello che non capiamo è perché non vi decidiate a metterci a parte dei vostri segreti. Ve ne state sempre qui confabulare sul nostro futuro mentre noi poveri bambini indifesi dormiamo nei nostri letti e sinceramente non lo ritengo giusto".
"Harry lascia che ti spieghi …" intervenne Arthur Weasley.
"No signor Weasley, mi lasci finire…" lo interruppe Harry "…io andrò ad Hogwarts, non avete alcun diritto di impedirmelo ma permettetemi di ricordavi che la Tana non è più un posto sicuro, Voldemort conosce i nostri nomi, sa chi siamo e dove ci nascondiamo, in nessun posto saremo al sicuro".
"Harry ha ragione mamma …" intervenne Fred "…noi non andremo ad Hogwarts e chiuderemo il negozio a Diagon Alley, resteremo qui e vi aiuteremo, ma devi lasciare che Ron e Ginny frequentino ancora la scuola; insomma chi meglio di Silente può proteggere i tuoi figli?".
"I tuoi genitori che cosa dicono, Hermione?" le domandò la signora Weasley.
"Si fidano di me" rispose prontamente la ragazza.
"Mamma, noi saremo più al sicuro ad Hogwarts" disse Ginny accarezzando il volto della madre.
"D'accordo ragazzi, avete vinto, ma ora a letto che domani partirete con l'Espresso per Hogwarts".
"Grazie mamma" disse Ron sparendo oltre la porta della cucina seguito dai gemelli e da Hermione.
"Proteggerò io sua figlia signora Weasley, glielo prometto" disse Harry prendendo la mano di Ginny.
"Che Merlino ti benedica ragazzo mio" rispose Molly abbracciandoli entrambi per poi permettere loro di seguire gli altri nelle rispettive camere da letto.


Espresso per Hogwarts, h. 11,15

"Ma l'hai visto? E' stupendo".
"Non l'ho mai visto, dev'essere nuovo!".
"Perché gli altri? Sono proprio da sballo!".
"Secondo te mi ha guardata?".
"No, a mio parere osservava me!".
"Ma cosa sta succedendo?" domandò Hermione al resto del gruppo "Le ragazzine sembrano tutte impazzite!".
"Evidentemente mi avranno visto passare" le rispose Ron.
"Non per ferire il tuo ego, Ronald, ma non è il primo anno che frequenti Hogwarts".
"Bè? Il mio fascino sarà emerso solo ora …".
"Ho sentito che ci sono degli studenti nuovi, sono sei se non sbaglio …" intervenne Neville.
"Ma saranno anche più di sei, ogni anno ci sono studenti nuovi …" rispose Hermione che non riusciva a capire dove fosse la novità.
"Infatti, ma questi sei frequenteranno il settimo anno …" le spiegò Neville.
"Studenti che frequentano Hogwarts per la prima volta e che hanno la nostra età?" domandò Hermione quasi scandalizzata "Silente non l'avrebbe mai permesso!".
"A quanto pare sì …".
"Evidentemente i nargilli hanno confuso la mente del preside, mio padre ha sempre sostenuto che sarebbe potuto accadere…" disse Luna Lovegood.
"Scusa Luna, ma non credo che centrino i nargilli in tutta questa faccenda" le rispose gentilmente Hermione.
"Comunque credo che sentiremo spesso parlare di loro …" intervenne Ginny.
"Come fai a dirlo?" le domandò il fratello.
"Mi sembra logico, sono sul treno da un quarto d'ora e guarda cos'è successo a tutte le ragazzine che li hanno incrociati…".
"Vorrà dire che d'ora in avanti tu andrai in giro bendata" rispose Harry sorridendole.
"Vi prego non iniziate a pastrugnarvi davanti a me altrimenti mi butto dal finestrino!" li minacciò Ron.
"D'accordo …" disse Harry alzandosi in piedi per poi dirigersi verso il corridoio "…vado a sgranchirmi un po' le gambe".
"Aspetta un attimo!" esclamò Ginny bloccando il suo ragazzo per poi rivolgersi a Neville "Ci sono anche ragazze in questa famiglia?".
"Sì, sono tre maschi e tre femmine".
"Tu non vai da nessuna parte allora!".
"Dai Ginny, magari le femmine non sono così belle …" ironizzò Harry baciandole il naso.
"Ho detto niente pastrugnamenti!" esclamò Ron mentre Harry ne approfittava per uscire.
Mentre percorreva il corridoio diretto al bagno si scontrò accidentalmente con qualcuno, ma la cosa strana è che l'urto con la sua spalla gli fece un male cane, tanto da farlo finire per terra. Quando i suoi occhi cercarono la figura che gli era venuta addosso per poco non ebbe un mancamento.
"Cedric?" pensò tra sé e sé cercando di mettere a fuoco; non era possibile, Cedric Diggory era morto.
"Perdonami, ti sei fatto male?" domandò quest'ultimo dandogli una mano rialzarsi.
No, non era Cedric, ora che Harry ce l'aveva di fronte poteva affermarlo con sicurezza, gli assomigliava un po' ma la pelle di quest'ultimo era straordinariamente pallida, per non parlare del singolare colore degli occhi.
"No …" rispose Harry un po' titubante, ora capiva le reazioni di quelle studentesse "No, sto bene, grazie" continuò poi con un po' più di convinzione.
"Mi fa piacere, io sono Edward Cullen" disse il ragazzo allungando la mano verso di lui.
"Harry Potter" rispose Harry stringendogli la mano che, a contatto con la sua, si rivelò essere praticamente ghiacciata.
"Ah, e così tu sei il famoso Harry Potter …".
"Senti chi parla, sei sul treno da mezz'ora e pare che tu abbia già fatto strage di cuori".
"Sfortunatamente non potrò mai ricambiare nessuna di loro" rispose Edward con un timido sorriso; in effetti non era da lui socializzare così ma Carlisle si era raccomandato di essere ben disposti verso gli studenti di Hogwarts e lui non aveva la minima intenzione di deluderlo.
"Ora sarà meglio che torni dai miei amici, è stato un piacere conoscerti" disse ad un tratto Harry rompendo il silenzio che si era creato.
"Sì, anche io devo tornare dai miei, il piacere è stato mio Harry … chissà che non ci si riveda ad Hogwarts".
Harry gli sorrise prima di sparire in uno dei tanti scompartimenti.


x LadyFel : grazie, in effetti era da un po' che pensavo ad una cross-over del genere e finalmente mi sono decisa a metterla per iscritto! Spero che il nuovo capitolo sia di tuo gradimento!
x PhOeNiX_93 : arrossico *-* . Comunque il primo giorno di scuola sarà nel prossimo capitolo, per ora accontentati del viaggio sull'Espresso per Hogwarts ;)
x Roberta_94 : grazie ;) comunque i vampirelli resisteranno, cosa vuoi che sia un anno per loro?

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: The Cullens ***


Eccomi qui! Scusate se ieri sera non ho aggiornato ma non ho proprio fatto in tempo a scrivere il capitolo, comunque eccolo qua fresco di stampa (XD). Passo subito ai chiarimenti: Piton, non avendo fatto quello che invece fa alla fine del sesto libro, continua ad insegnare difesa contro le arti oscure; mentre, per quanto riguarda Draco Malfoy sarà il solito Draco di sempre, ovvero molto fumo ma niente arrosto. Tenete quindi per buono il Draco del quarto e del quinto film (prendo come esempi i film perché sinceramente non mi ricordo nei libri come viene descritto). Spero di essere stata chiara e di aver rispettato i caratteri dei personaggi.
Vi auguro una buona lettura!



L'unione fa la forza





Capitolo 5: The Cullens


Sala Grande, h. 22,00


"Che cosa?" esclamò Hermione quasi scandalizzata.
Harry la guardò come si guarda qualcuno con problemi mentali.
"Cioè, tu hai parlato con Edward Cullen e non ci hai detto niente?".
"Non mi sembra di aver compiuto nessuna impresa degna di nota" rispose semplicemente Harry.
"Sì, d'accordo, ma avresti dovuto dircelo".
"Non ne vedo il motivo …".
"Ma insomma Harry!" disse Hermione esasperata per poi rivolgersi agli altri "Mi date una mano?".
Neville, Ginny e Ron la fissarono con sguardi persi.
"Non è possibile …" dichiarò la ragazza massaggiandosi la fronte per poi armarsi di pazienza ed esternare i suoi dubbi e le sue preoccupazioni agli amici.
"Non avete notato che se ne stanno sempre per i fatti loro? Ho parlato con alcune delle ragazzine che li vezzeggiavano e mi hanno detto che non si sono nemmeno sprecati a rivolger loro la parola, per non parlare degli sguardi; era come se non esistessero".
"In pratica ci stai dicendo che abbiamo a che fare con dei Serpeverde mancati?" domandò Ron con ironia.
"E' proprio questa la parte più strana: non hanno mai sostenuto la cerimonia dello smistamento".
"E tu come lo sai?" le domandò Harry.
"Vedi cappelli magici parlanti nei dintorni? E' il loro primo giorno e lo smistamento avviene sempre di fronte a tutti, non c'è motivo di tenerlo segreto".
"Ma loro si sono seduti immediatamente tra i Grifondoro …" continuò Ginny che sembrava intuire dove Hermione volesse andare a parare.
"Appunto! Sapevano già che sarebbero stati nella nostra casa. La domanda è -come facevano a saperlo-?".
"Potremmo chiederlo a Silente …" propose Neville.
"No, lasciamo stare …" intervenne Harry "…Silente ha già troppe grane a cui pensare a causa di Voldemort, non mi sembra il caso di porgli domande idiote riguardo a questioni che non ci competono".
"Non direi proprio che non ci competono!" gli rispose una indignata Hermione "Noi frequentiamo questa scuola da sempre e mi sembra nostro diritto sapere chi o cosa la frequenta insieme a noi!".
"Hermione che cosa vuoi?" le domandò Harry irritato "Credi che siano spie di Voldemort?".
"Perché lo dici con quel tono?" ribattè la ragazza "Mi sembra che tu invece hai scartato troppo facilmente questa ipotesi".
Gli sguardi dei ragazzi andarono inequivocabilmente a puntarsi sui sei ragazzi nuovi. Erano straordinariamente belli, su questo non c'erano dubbi, ma in effetti anche Harry dovette ammettere che erano circondati da un alone di mistero; già il fatto di aver saltato la cerimonia di smistamento non era un buon segno, che cosa avrebbe potuto vedere nelle loro menti i capello parlante e soprattutto, quale segreto avrebbe potuto svelare? Senza contare poi la loro reale indifferenza verso gli altri studenti, non avevano mai parlato con nessuno da quando erano scesi del treno, non un sorriso, un cenno o una parola gentile verso qualcuno. Niente. Sembrava proprio che cercassero di mantenere le distanze.
I pensieri di Harry vennero interrotti dal preside che, come tutti gli anni, si apprestava a cominciare il suo discorso di benvenuto.
"Potrei avere la vostra attenzione?" domandò Silente per poi attendere che nella Sala Grande non volasse più una mosca "Grazie. Innanzi tutto benvenuti e ben ritrovati all'inizio di questo nuovo anno scolastico, ma passiamo subito alle presentazioni e agli annunci: per cominciare vi chiedo di fare un bell'applauso al dott. Carlisle Cullen che d'ora in avanti affiancherà Madama Chips in infermeria e che assolverà la carica di bibliotecario; buona fortuna professore".
Il dott. Cullen si alzò in piedi e dopo aver fatto un breve inchino ed aver preso gli applausi a lui destinati, si risedette al suo posto.
"In secondo luogo vi comunico che il professor Piton continuerà a ricoprire l'incarico di insegnante di difesa contro le arti oscure mentre il professor Lumacorno tornerà ad insegnare pozioni come già avvenuto nel precedente anno scolastico. Suppongo ora che sia mio dovere rassicurarvi sul fatto che Hogwarts è sempre stato uno dei luoghi più sicuri di tutto il mondo magico e che continuerà ad esserlo fintanto che i suoi studenti necessiteranno di protezione".
Ron non riuscì a soffocare una risata.
"Ronald!" lo rimproverò Hermione mantenendo il tono di voce piuttosto basso.
"Scusa è che non ho potuto non pensare a Fuffi …".
"Intendi il grosso cane a tre teste che quasi ci sbranava prima della fine del primo anno?" gli domandò Harry sorridente.
"Proprio lui, mi è venuto in mente perché Silente ha detto che in teoria Hogwarts dovrebbe proteggere i suoi studenti …".
"Già …" confermò Hermione "… ma sempre in teoria, i suoi studenti non dovrebbero ficcare il naso in posti dove è stato espressamente vietato mettere piede".
"Ringrazia che lo abbiamo fatto, altrimenti Tu-sai-chi sarebbe tornato assai prima!" le rispose Ron.
Nel frattempo Silente aveva concesso agli studenti il permesso di ritirarsi nei rispettivi dormitori, quindi i quattro ragazzi si affrettarono a dirigersi su per le scale.
"Scommetto che non sanno la parola d'ordine per entrare nel dormitorio" disse Hermione.
"A chi ti riferisci?" le domandò Ginny.
"Secondo te?" ribattè Harry scettico.
"Hermione, nemmeno io mi ricordo sempre le parole d'ordine, ma non per questo sono una spia di Tu-sai-chi, non è colpa nostra se la signora Grassa le cambia ogni due per tre" intervenne Ron.
Prima che Hermione potesse controbattere i quattro amici di trovarono di fronte a una scena quantomeno unica.
"Tu sei pazza! Non sai chi sono io!" esclamò Draco Malfoy premendosi la mano destra sulla guancia arrossata.
"Sarai solo un ammasso di viscere fumanti se non ti levi dai piedi all'istante!".
Evidentemente la bionda dei Cullen era entrata nelle mire del loro nemico per eccellenza, anche se da parte sua, non sembrava apprezzare le attenzioni del serpeverde. Per non parlare di quel tizio grande e grosso che, per quanto ne sapevano loro, sarebbe dovuto essere suo fratello; sembrava sul punto di uccidere qualcuno in particolare.
"Non mi fai paura e poi tanto meglio così, una biondina in meno che mi sbava dietro, ormai sono talmente tante che mi annoiano" rispose Draco recuperando un po' del suo orgoglio e vantandosi delle sue innumerevoli conquiste.
"Tanto meglio così, devo dire che in questo sono uguale a te, preferisco sentire l'abbaiare di un cane alle cornacchie che le confessioni amorose di uno spasimante senza speranze".
"Tanto meglio per i tuoi spasimanti che eviteranno di girare con la faccia graffiata".
"I graffi non arrecherebbero danni se sotto ci fosse una faccia come la tua!".
"Brutta …" Draco fece per sfoderare la bacchetta ma Tiger e Goyle lo trattennero dal farlo "Capo calmati, è solo il primo giorno".
I sperpeverde si allontanarono dal pianerottolo dirigendosi verso i sotterranei e trascinandosi dietro un Draco sull'orlo di una crisi di nervi.
"Ora basta Rose" disse Edward avvicinandosi alla sorella e mettendole una mano sulla spalla.
"Complimenti Emmett" intervenne Bella affiancandosi al -fratellone-.
"Per che cosa?" domandò lui cadendo dalle nuvole.
"Sei rimasto calmo, io non ce l'avrei fatta".
"Ringrazia Jasper, se non mi avesse trasmesso un po' di calma le budella di quel tizio si troverebbero sparse per terra".
A quel punto Edward notò che Harry ed alcuni suoi amici li stavano fissando più che stupiti, decise quindi di avvicinarsi all'unico amico che si era fatto in quella lunghissima giornata.
"Ciao Harry, scusa per lo spettacolino …".
"Scusa?" ripetè Ron "Tua sorella è stata formidabile, non ho mai visto nessuno far filare così Malfoy! E' un vero mito!".
"Probabilmente ha esagerato …" continuò Edward modesto.
"Non ti preoccupare …" intervenne Harry "…se le meritava tutte, te lo assicuro. Comunque loro sono Ginny, Ron, Hermione e Neville" aggiunse infine presentando gli altri.
"Piacere di conoscervi " rispose Edward gentilmente "Loro sono Rosalie, Emmett, Alice, Jasper e Bella".
"Piacere nostro" rispose Ginny sorridendogli.
"Aspetta un secondo" intervenne Alice "Ginny e Ronald Weasley?".
I due fratelli si guardarono l'un l'altra.
"Ehm … sì, non sapevamo di essere così famosi" rispose Ginny.
"No, è che io e Jasper abbiamo incontrato vostro padre a Diagon Alley, è stato gentilissimo e ci ha dato il permesso di rompervi la scatole nel caso avessimo bisogno di aiuto …" spiegò un'Alice raggiante.
Jasper annuì e sorrise a Ginny che arrossì violentemente, Ron invece era totalmente preso dal fascino di Alice tanto da non riuscire a staccarle gli occhi di dosso.
"Tutto quello che vuoi …" mormorò come in estasi prima di beccarsi una gomitata da Hermione.
"Ragazzi, ora sarà meglio andare prima che la signora Grassa cambi di nuovo la parola d'ordine" disse Neville che osservava un po' titubante i nuovi arrivati.
"Ottima idea Neville" disse Hermione cogliendo la palla al balzo per poi rivolgersi ad Alice "La parola d'ordine è porco spino, buona notte" concluse prima di prendere Ron per un braccio e trascinarlo via di peso.
"Per qualunque cosa chiedimi pure!" esclamò questi prima di essere trascinato via seguito da Harry e Ginny.
"Però, sono simpatici questi umani" commentò Alice col sorriso sulle labbra.



x DarkViolet92 : grazie mille ;)
x Roberta_94 : è sì u.u dopotutto Edward è sempre Edward (sebbene io preferisca Jasper) ^^
x BellaCullen88 : no, no niente comunella con Draco, comunque grazie dei complimenti, spero che ti piaccia anche questo capitolo ^^

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Love is all around ***


Ragazzi mi sta venendo fuori una storia troppo strana! Pensare che non avevo la minima intenzione di creare tutti questi "equivoci amorosi". Una particolare ringraziamento a BellaCullen88 che grazie al suo commento mi ha dato l'idea di cominciare questa serie di cotte (alcune delle quali vere e altre un po' meno). Spero che il capitolo risulti divertente e di facile lettura, come al solito. Grazie a tutti coloro che mi stanno seguendo, a coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti e in special maniera a coloro che continuano a recensire (lo apprezzo davvero tantissimo!).



L'unione fa la forza




Capitolo 6: Love is all around



"La faccenda diventa sempre più complicata!" esclamò Hermione raggiungendo gli amici nella Sala Grande e buttando un malloppo non indifferente di libri sul tavolo.
"Di cosa stai parlando?" domandò Ron con la bocca piena di cereali.
"Ron, prima deglutisci e poi parla …" lo rimproverò Ginny.
"Di cosa stai parlando?" domandò una seconda volta dopo aver fatto ciò che gli era stato richiesto.
"Dei Cullen" rispose Hermione.
"No, Hermione ancora? Non ci posso credere, sei proprio fissata!" sbottò Harry.
"Hai cercato notizie su di loro in biblioteca?" s'informò Ron.
"L'idea era quella e da un certo punto di vista si può dire che la mia ricerca abbia avuto successo, ho scoperto qualcosa ma non dai libri" spiegò Hermione.
"Ovvero?" intervenne Ginny.
"Voi lo sapevate che il dott. Cullen è loro padre?".
"Che cosa?" sbraitò Ron "Ma non è contro il regolamento avere come insegnanti dei genitori?".
"A parte il fatto che il dott. Cullen esercita come medico e biliotecario quindi non è da considerarsi un insegnante, non capisco proprio il motivo per il quale tu ce l'abbia in questo modo con quei ragazzi; che ti hanno fatto di male?" le domandò Harry ignorando la domanda di Ron.
Hermione arrossì violentemente.
"Secondo me nascondono qualcosa, troppi misteri li avvolgono e visti i tempi in cui viviamo preferisco essere preparata" confessò Hermione.
"Secondo me invece è qualcos'altro …" intervenne Ginny sorridendole.
"Cosa stai dicendo?" le domandò Hermione allibita.
"Io credo che -qualcuno- si sia innamorata di Edward …".
Gli occhi di Ron saettarono su Hermione alla disperata ricerca di un cenno di diniego.
"Se vi piace pensarla così" replicò semplicemente la ragazza per poi raccattare le sue cose e lasciare la Sala Grande.


Neville, nel frattempo, correva lungo il corridoio con una pigna di libri di erbologia in mano. La professoressa Sprite probabilmente lo stava già aspettando nelle serre di Hogwarts e lui, tanto per non cambiare, era in un ritardo pauroso. "Essere ben disposti …" continuava a ripetersi Rosalie, sarebbe stata veramente dura, come poteva essere ben disposta nei confronti degli umani? Inaccettabile come minimo. D'altronde Carlisle le aveva chiesto un favore e lei aveva accettato, quanto mai! D'altro canto, però, se non avesse incontrato alcun umano non avrebbe potuto dimostrarsi cortese, giusto? Appena ebbe finito di escogitare un piano per evitare qualsiasi contatto con gli altri studenti, eccone arrivare uno di corsa … e non sembrava troppo stabile. Neanche fece in tempo ad abituarsi all'idea di dover necessariamente salutare quella forma di vita inferiore che un libro volò nella sua direzione. Senza nemmeno pensarci spiccò un balzo e lo afferrò al volo per poi porgerlo al legittimo proprietario.
Neville rimase a bocca aperta.
"G-grazie" mormorò ancora sconvolto dalla rapidità dei movimenti della coetanea, per non parlare della sua straordinaria bellezza.
"Figurati, dovresti stare più attento però" lo rimproverò bonariamente.
"Sì, ha-hai ragione solo che sono in ritardo …".
"Allora ti conviene muoverti" rispose semplicemente la bionda.
"Giusto … grazie ancora" continuò Neville sorpassandola.
"Aspetta!" esclamò Rosalie tutto d'un tratto raggiungendolo nuovamente.
Neville la fissò sbalordito.
"Io mi chiamo Rosalie" disse allungandogli la perfetta mano destra.
"Ne-neville" disse lui stringendogliela con delicatezza, sembrava fatta di porcellana: fredda e bellissima.
"Piacere Neville, ora ti conviene andare" continuò Rosalie sorridendogli per poi voltargli le spalle e procedere per la sua strada.
Neville restò qualche secondo fermo ad osservarla, evidentemente era la sua giornata fortunata.



Lo avrebbe trovato, non cerano dubbi, certo la cosa gli bruciava non poco ma se quella era la sua decisione tanto valeva mettere le cose in chiaro fin da subito.
"Edward, scusa posso parlarti?".
"Certo Ron, dimmi pure …" rispose il vampiro osservandolo.
"In privato" continuò il giovane donando una breve occhiata agli altri membri della famiglia per poi soffermarsi in particolar modo su Alice.
"Scusa, hai ragione" rispose Edward alzandosi e seguendo Ron fuori dalla Sala Grande.
"Io ti volevo parlare di Hermione …".
"Ah, la tua amica, sì dimmi …".
"Dai, guarda che so tutto; volevo solo dirti che avete la mia approvazione e che non ti devi sentire in imbarazzo con me, insomma so che le cose potrebbero sembrare diverse all'apparenza, ma ti assicuro che io e Hermione siamo solo amici".
Edward lo guardava esterrefatto.
"Ron … veramente io …".
"No, no Edward stai tranquillo, per me non ci sono problemi, davvero; non ti preoccupare del mio benessere psicologico, ti ripeto che io approvo la vostra relazione".
"Non hai capito, io intendevo che non c'è stato niente tra di noi" cercò di spiegarsi Edward, quella situazione era veramente imbarazzante.
"Ed, suvvia non devi per forza aggiornarmi sulla vostra vita …ehm… sessuale, sono cose vostre; comunque sia avete la mia benedizione, ora scusa ma devo scappare!" detto questo Ron corse incontro ad Harry che lo chiamava da più di mezz'ora e insieme a Ginny scomparirono oltre una rampa di scale.



"Accidenti Luna!" esclamò Ginny osservano un paio di scarpe dell'amica appese ad una trave del soffitto.
"Perché i nargilli non mi vogliono lasciare in pace?" sospirò la biondina.
"Non sono stati i nargilli …" la redarguì Ginny "…solo qualche serpeverde idiota".
"Avete bisogno di aiuto?".
Luna e Ginny si voltarono verso colui che aveva pronunciato quelle parole e si trovarono di fronte ad uno dei ragazzi più belli che avessero mai visto in vita loro, sembrava un principe uscito da una favola per bambini.
"Ehm …" cercò di rispondere la Weasley trovandosi però momentaneamente incapace di formulare una frase di senso compiuto.
"Stavamo dicendo i nargilli sono veramente insopportabili" spiegò Luna sorridendo gentilmente al giovane.
"Temo di non conoscere questi nargilli …" rispose Jasper un po' titubante.
"Non ti preoccupare, nessuno a parte Luna li conosce" disse Ginny riacquistando l'uso della parola.
"Adesso è tutto chiaro, e sono stati loro a fare quello?" domandò il ragazzo indicando le scarpe di Luna.
"Purtroppo sì" mormorò afflitta la biondina.
"Allora vediamo se riusciamo a rimediare" concluse Jasper per poi spiccare un salto ed afferrare le tanto sospirate scarpe. Non fu niente di spettacolare in quanto, essendo di per sé molto più alto delle due ragazze, non dovette darsi una così gran spinta per riuscire ad afferrarle. Nonostante ciò le due ragazze esultarono sorridenti.
"Grande!" esclamò Luna.
"Figurati, ah proposito io sono Jasper".
"Piacere di conoscerti, io sono Ginny, come già saprai, e lei è Luna".
"Piacere mio, ora devo lasciarvi, temo di avere un corso" si scusò il vampiro.
"Non ti preoccupare, ci vediamo allora!" rispose Ginny salutandolo.
"E Harry?" le domandò Luna quando Jasper fu lontano.
"Cosa intendi?".
"Tu stai con Harry …".
"Oh Luna, non sto facendo niente di male, gli ho solo parlato".
"Per ora … ti sei illuminata tutta quando l'hai visto" continuò timidamente la biondina.
"E allora? Se non passassi tutto il tuo tempo a pensare ai nargilli ti accorgeresti che un sacco di ragazze gli corrono dietro!" esclamò Ginny infastidita prima di continuare per la sua strada "Dai muoviti che se no facciamo tardi a lezione!".
Accantonando l'argomento, Luna seguì l'amica saltellando.



x DiNozzo323 : spero proprio di riuscire a finirla senza abbandonarla (come spesso faccio), comunque stai tranquilla, per il momento di idee ce ne sono ^^ Grazie mille dell'augurio e dei complimenti, spero che questo capitolo ti piaccia!
x DarkViolet92 : lo diventeranno, stai tranquilla, non si può dire di no a Carlisle! ;)
x Roberta_94 : è già, suppongo che dopo il "trattamento" di Emmett avrebbero dovuto raccogliere il povero Draco con l'aspirapolvere u.u
x PhOeNiX_93 : grazie mille, sei troppo buona ^^

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Friendship ***


Ed eccomi di nuovo fra voi con un nuovo capitolo! Come avrete intuito non aggiorno mai nel week-end, diciamo che lo dedico ad un'altra storia che ho in cantiere da più di due anni. Comunque sia, spero di aver reso bene il personaggio di Bella perché, non avendo ancora letto Eclipse e Breaking Down, non so come sarà da vampira anche se suppongo che perderà un po' della sua goffaggine e acquisterà un po' di fascino. Un'altra cosa piuttosto importante che non avevo pensato di evidenziare: le tre coppie di Twilight quando sono in pubblico si comportano come fratelli e sorelle quindi nessuno degli studenti di Hogwarts è a conoscenza del fatto che stiano insieme; ci tenevo a precisarlo nel caso non si fosse capito. Credo di aver fatto tutte le precisazioni necessarie, se ci sono dubbi chiedete pure. Ringrazio tutti coloro che mi stanno seguendo, vi amo tantissimo!




L'unione fa la forza





Capitolo 7: Friendship


Edward Cullen scendeva lentamente le scale che l'avrebbero condotto alla Sala Comune dei Grifondoro. Non era ancora passata una settimana dall'inizio della scuola che già si trovava coinvolto in un intrigo amoroso del quale, lui per primo, ignorava l'esistenza. Non aveva scelta, doveva assolutamente parlare con quella ragazza e chiarirsi con lei al più presto, se Bella fosse venuta a conoscenza di quel pettegolezzo lo avrebbe ridotto in cenere. Appena mise piede nella saletta affollata ecco quattro o cinque ragazzine scattare come centometriste nella sua direzione.
"Salve Edward".
"Sai che stai bene pettinato così? Ti dona molto!".
"E' vero, poi io adoro i tuoi capelli!".
"Io invece adoro tutto di te Eddy!".
Eddy? Ma che schifo di nome gli avevano affibbiato? Magari avesse potuto farle sparire, quelle mocciosette non lo lasciavano mai in pace, erano diventate la sua ombra. Non ne poteva veramente più.
Mentre se ne stava in piedi a subire le attenzione di quelle piattole ecco comparire la persona che stava cercando. "Hermione!" urlò nella sua direzione divincolandosi dalle prese di quelle piovre in miniatura.
Hermione?" chiese una.
"Ma allora è vero" sentenziò una seconda.
"Lui e la Granger si frequentano" concluse una terza.
Cavolo. Perfetto, ottima mossa Ed!
"Hermione scusami …" ripetè cercando di attirare l'attenzione della ragazza.
Quest'ultima alzò gli occhi su di lui ma non proferì parola alcuna.
"Ehm …" perché lo fissava con quello sguardo inceneritore? "… volevo dirti che ho parlato con Ron, cioè, mi ha parlato di te in effetti …".
Hermione strabuzzò gli occhi.
"Che cosa avete fatto?" chiese a metà tra l'allibita e l'infuriata.
"Sì, bè lui mi ha detto che io ti piaccio e visto che io ti rispetto volevo dirti fin da subito che non posso contraccambiare i tuoi sentimenti perché sono già impegnato …" non si era mai vergognato tanto in vita sua.
"Che razza di idiota!" strillò Hermione.
"No, Hermione, davvero non è colpa tua … tu sei una bella ragazza e sono sicuro che non avrai difficoltà a trovarti un ragazzo, solo che … non sarò io" che altro poteva dirle? Le dispiaceva ferirla ma le cose stavano così.
Hermione scoppiò a ridere lasciando Edward piuttosto sorpreso.
"Cos'ho detto di così buffo?" domandò lui riacquistando la sua innata sicurezza e sentendosi anche un po' preso in giro.
"No, scusa, è che … tu non mi piaci" rispose lei semplicemente "… non so Ron che cosa abbia capito ma ti assicuro che le cose non stanno come pensi tu, cioè tu sei sicuramente un bel ragazzo, niente da ridire, solo che non sei il mio tipo".
Parole più azzeccate non avrebbe potuto nemmeno sognarle, ora si sentiva veramente più leggero.
"Meno male, avevo una paura di offenderti … comunque restiamo amici?" le domandò lui tendendole la mano destra per suggellare il patto.
Hermione avrebbe tanto voluto stringere quella mano ma i dubbi su Edward e i Cullen in generale, non avevano smesso di tormentarla; e se fosse stata tutta una tattica? Stando ai resoconti di Luna, lei e la biondina erano le uniche a non essersi ancora fatte abbindolare. Certo, a vederli così sembravano dei ragazzi gentili e simpatici, ma proprio per questo motivo bisognava stare doppiamente all'erta.
"Adesso non ti allargare" rispose quindi la ragazza alzandosi in piedi ed evitando la mano tesa del vampiro, per poi lasciare la Sala Comune.
Edward in tutta sincerità, davvero non capiva dove poteva aver sbagliato.



"Harry Potter, giusto?".
Una chiara e limpida voce cristallina costrinse il ragazzo a voltarsi, il corridoio che conduceva all'aula di Difesa contro le arti oscure era completamente vuoto, eccezion fatta per una giovane e bellissima ragazza dai lunghi capelli castani. "Sì, sono io …" rispose Harry titubante.
La ragazza, felice di non aver fatto qualche gaffe, gli si avvicinò con passo spedito. Per un attimo Harry ebbe l'impressione di rivedere Fleur Delacour, non perché le due si assomigliassero fisicamente, quanto per il modo di camminare, sembrava danzassero a filo d'aria.
"Piacere, Bella Cullen, Ed mi ha parlato di te …" disse lei tendendogli la mano destra.
"Piacere mio" rispose Harry un po' timidamente "Ti serviva qualcosa?" le domandò poi di getto.
"In effetti sì, tutti dicono che sei un grande mago e che te la cavi bene soprattutto in Difesa contro le arti oscure …".
"Bè, mi fa piacere che dicano queste cose di me, ma ti assicuro che non sono un granchè, ci sono molti altri studenti che sono di gran lunga più bravi di me".
"Come immaginavo, sei anche modesto" commentò Bella sorridendogli "Comunque ti volevo chiedere se nel tempo libero potresti darci qualche lezione …".
Harry rimase di stucco; possibile che i sei ragazzi perfetti avessero bisogno di aiuto? E che lo venissero a chiedere proprio a lui? Evidentemente sì.
"Forse io non sono la persona più adatta …" cominciò con poca convinzione.
"Harry, ti prego, so che l'apparenza può ingannare ma ti assicuro che siamo veramente patologici, non sappiamo nemmeno come si tiene in mano una bacchetta …" lo supplicò la vampira.
Harry stentava a crederci; come accidenti avevano fatto ad arrivare al settimo anno senza saper nemmeno impugnare una bacchetta?
"Bè … d'accordo …" si rassegnò il ragazzo "… però i miei amici mi aiuteranno, non riuscirei a gestire sei ragazzi da solo, ti assicuro che sono bravi quanto me" se proprio doveva ricoprire una seconda volta i panni dell'insegnante lo avrebbe fatto solo alle sue condizioni.
"Non c'è problema Harry, come vuoi tu" rispose semplicemente Bella "E' stata veramente una fortuna incontrati!" concluse poi sorridendogli.
Harry non potette fare a meno di arrossire, perché quelle ragazze erano così maledettamente belle e seducenti?
"Stavi andando da qualche parte?" domandò poi la vampira notando la borsa piena di libri del ragazzo.
"Oh cavolo!" Harry si batté una mano sulla fronte, come aveva fatto a scordarselo? Piton lo avrebbe mangiato vivo "Difesa contro le arti oscure! Piton mi ucciderà, se sta sera non mi vedi a cena sai il motivo …".
"Scusa, non volevo farti perdere tempo" disse Bella mortificata "Magari fai ancora in tempo" propose consultando l'orologio.
"Sarà meglio che mi muova!" rispose Harry "Allora, io poi sta sera sento gli altri e vi faremo sapere per i recuperi, ok?". "D'accordo Harry e grazie ancora!".
"Figurati!" le rispose il ragazzo per poi lanciarsi in una sfrenata corsa contro il tempo.



"Me la sono fatta alla grande!".
"Davvero Draco? E com'era?" domandò uno dei serpeverde adoranti che stavano inginocchiati ad ascoltare il resoconto dell'ultima conquista del loro capo.
"La troia scalciava un po', ma alla fine sono riuscito a domarla …".
"Ma di chi stiamo parlando?" domandò un secondo studente.
"Della bionda nuova, Rosalie Cullen; mi ha pregato in ginocchio di concederle il suo turno ed io, da buon samaritano, l'ho accontentata".
Tutto accadde in pochi secondi, il tavolo dei serpeverde cadde a terra provocando un tonfo sordo e facendo volare alcuni studenti seduti sopra di esso, Draco si ritrovò appeso al muro con un grossa mano che gli stringeva la gola; e quello chi diavolo era?
"Ripetilo sa hai il coraggio!" sussurrò Emmett i cui occhi si erano fatti neri come la pece.
"No, no ti prego lasciami! Aiuto! Qualcuno mi aiuti!" piagnucolò Draco.
"Lascialo immediatamente!" esclamò una voce femminile "Ti ho detto di metterlo giù all'istante!" urlò una seconda volta la McGranitt, eppure Emmett non sembrava avere la minima intenzione di obbedire.
"Chiamate il professor Cullen, subito!" ordinò la McGranitt rivolgendosi al sig. Gazza che si diede da fare all'istante. "Emmett! Lascialo!" esclamò Carlisle arrivando in quel momento nella Sala Grande.
"Non sai che schifezze sputava questo misero essere!" disse Emmett con disprezzo senza distogliere lo sguardo da Malfoy.
"Non importa, Emmett, non è comunque questo il modo di risolvere la questione e ora fai come ti ho detto! Subito!" il tono imperativo di Carlisle non ammetteva repliche ed Emmett lo sapeva bene, per questo motivo fece come gli era stato chiesto e posò Draco a terra.
"Mio padre lo verrà a sapere!" urlò quest'ultimo "Mostro che non sei altro! Mio padre avrà la tua testa su un piatto d'argento!" continuò il biondo prima di darsela a gambe seguito a ruota dai suoi seguaci.
"Professoressa McGranitt, la prego di accettare le mie scuse …" cominciò Carlisle rivolto alla collega.
"Malfoy è un delinquente con la lingua biforcuta e probabilmente meritava un simile trattamento …" cominciò la vice-preside con tono comprensivo "… tuttavia non sono disposta a perdonare il fatto che sia dovuto intervenire lei, professore, per fare in modo che la testa del sig. Malfoy non rotolasse sul pavimento".
"Sono assolutamente d'accordo con lei professoressa, sono veramente mortificato".
"Non sono le sue scuse che richiedo, professore" ripose la donna osservando Emmett con sguardo severo.
"Le domando scusa professoressa, le prometto che non si ripeterà più" disse il vampiro tenendo lo sguardo basso.
"Sarà meglio per te ragazzo, e se dovesse ricapitare prenderò provvedimenti drastici, sappilo" concluse la professoressa prima di lasciare i due Cullen da soli.
"Signor Gazza, si faccia aiutare dal sig. Cullen a rimettere il tavolo a posto" disse in seguito rivolgendosi al magonò.


"Fammi indovinare, sono nei guai?" chiese Emmett con tono divertito dopo aver seguito Carlisle fino al suo studio.
"Non ti azzardare mai più ad ignorare gli ordini di un professore, sono stato chiaro?".
"Tu non sai che cosa ha detto quel verme su Rosalie!" urlò Emmett scaldandosi.
"No, non lo so e non lo voglio nemmeno sapere! Tu non hai il diritto di prendere a pugni il primo che offende la tua ragazza, sebbene questo se lo meriti".
"Va bene, d'accordo …" rispsoe Emmett con tono svogliato dirigendosi verso la porta.
"Emmett …" lo richiamò Carlisle.
"Sì?" domandò il ragazzo voltandosi.
"Se dovesse ricapitare sarai espulso e te ne starai a casa con Esme, sono stato chiaro?".
"Sì signore" rispose Emmett prima di uscire e richiudere la porta dietro di sé.


x Roby_94 : tranquilla, non lo toccherà nessuno, Edward è molto fedele u.u e ci mancherebbe, dopo tutto i casini che hanno fatto (e passato) per riuscire a stare insieme, ci manca solo che Edward la tradisca con la prima che passa xD
x DarkViolet92 : socializzeranno ;) chi più e chi meno.
x DiNozzo323 : allora Voldemort è ancora vivo (e vegeto purtroppo -.-), per quanto riguarda Piton non so ancora se fargli fare il doppio-doppio gioco, anche se credo che farò che sta dalla parte dei buoni e stop (giusto per non incasinare ulteriormente), spero di aver chiarito il tuo dubbio e se te ne sorge qualcun altro non farti problemi a chiedere ;)
x PhOeNiX_93 : ormai è risaputo che Ron ha le fette di prosciutto sugli occhi, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, aggiorno il prima che posso ;)

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: An important decision ***


Eccomi di nuovo qua anche se con un giorno di ritardo. La verità è che il capitolo era pronto anche per ieri, solo che mi sembrava un po' troppo corto quindi ho deciso di aspettare un altro giorno ma di pubblicare un capitolo di lunghezza accettabile, spero di aver fatto bene xD
Come al solito vi auguro buona lettura e per dubbi o simili sono a vostra disposizione.





L'unione fa la forza




Capitolo 8: An important decision


"Ronald Weasley!" esclamò Hermione raggiungendo i compagni al tavolo dei Grifondoro, mille pietanze all'apparenza ottime erano disposte lungo tutto la superficie legnosa e gran parte degli studenti stavano già consumando l'abbondante cena.
Ron sollevò la testa dal piatto e fissò Hermione senza proferir parola, evidentemente la quantità disumana di cibo che la sua bocca riusciva a contenere creava qualche difficoltà di linguaggio.
"Ciao Hermione" la salutò allegramente dopo aver deglutito.
"Ma si può sapere che cos'hai nel cervello?!" domandò la ragazza furiosa.
"Ah, ho capito … sei arrabbiata perché ho detto ad Edward della tua cotta per lui, ma stai tranquilla è tutto a posto, non era mia intenzione metterti in imbarazzo e non ti preoccupare, ho solo tessuto le tue lodi …" le spiegò Ron.
Ron la osservava allibito, dove aveva sbagliato? Vuoi vedere che …
"Hermione, per un momento mi hai fatto preoccupare, pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma stai tranquilla, mica gli ho detto del tuo problema …".
Tutti gli occhi si puntarono su Hermione.
"Di che problema stai parlando?" domandò la ragazza sull'orlo di una crisi di nervi.
"Bè … che di notte russi come un trattore" mormorò Ron un po' imbarazzato.
Hermione diventò di tutti i colori.
"E tu come puoi dirlo?" gli domandò inviperita.
"Me lo ha detto Ginny".
Gli occhi di Hermione fissarono la ragazza dai capelli rossi.
"Scusa Hermione, ma mi è scappato e poi è successo solo un paio di volte …" spiegò Ginny veramente desolata mentre Harry e Neville si trattenevano a stento dalle risate.
"E voi che cavolo avete da ridere?" domandò Hermione incenerendoli con lo sguardo.
"Ringrazia che Fred e George hanno lasciato la scuola" commentò Harry sorridendole bonariamente.
"Ma perché me ne sto qui ad ascoltare queste cavolate?" domandò Hermione più a sé stessa che agli altri per poi rivolgere la sua attenzione sulla persona di Ronald Weasley "Io non vado dietro ad Edward!" disse seriamente cercando di controllare la rabbia.
"Hermione, guarda che non ti devi vergognare …" cominciò il ragazzo.
"No, Ron, non ci siamo capiti: Edward non mi piace assolutamente!" rispose Hermione scandendo le parole con lentezza esasperante.
"Davvero?" domandò Ron incredulo.
"Davvero davvero" rispose lei convinta.
"Hermione ti adoro!" esclamò lui abbracciandola di getto per poi staccarsi subito.
Le gote di entrambi erano diventate color peperone.
"Ma che carini …" commentò Ginny osservandoli.
"Zitta pulce!" le ordinò il fratello arrossendo, se possibile, ancora di più.
"Giusto, fatti gli affari tuoi! Tu hai la lingua troppo lunga!" confermò Hermione.
"E la uso anche bene, vero Harry?" rispose maliziosamente Ginny.
"Ginny!" esclamò Ron.
"Sto scherzando!" si difese lei, anche se con poca convinzione.
"Ragazzi, scusate …" intervenne Neville "… ma non dovevamo parlare dei Cullen?".
"Giusto Neville …" confermò Harry "… in effetti ci sarebbero delle novità".
"Ovvero?" s'informò Hermione.
"Bè, qualcuno di voi ha avuto contatti con qualsiasi di loro?" domandò il ragazzo.
"Io e Luna abbiamo incontrato Jasper nei corridoi, è stato gentile e ci ha aiutate a recuperare la scarpa di Luna" rispose Ginny.
"Io ho urtato Rosalie mentre andavo ad erbologia e mi è sembrata gentile " disse Neville.
"Bè, io ho parlato con Edward …" cominciò Ron osservando Hermione "…e mi è sembrato comprensivo".
"Stessa cosa, anzi, credo di essere stata un po' dura con lui, voleva solo che rimanessimo amici e io gli risposto veramente male" confessò Hermione un po' a malincuore.
"Comunque si sono comportati tutti bene, giusto?" domandò Harry osservando gli altri.
Nemmeno fecero in tempo a rispondere che un ragazzino dai capelli biondi si avvicinò di tutta fretta ad Harry.
"Harry!".
"Ciao Colin" lo salutò gentilmente Harry.
"Hai sentito di quello che è successo questo pomeriggio?" domandò il biondino.
"Colin, veramente ora sarei un po' impegnato …" cominciò Harry prima di essere interrotto da Ginny.
"Harry!" lo redarguì per poi fissare il bambino "Scusalo Colin, dicci pure, che cosa è successo questo pomeriggio?".
"Il gigante dei Cullen stava per staccare la testa a Malfoy e sembra che abbia addirittura sfidato la McGranitt".
I cinque ragazzi impallidirono.
"In che senso ha sfidato la McGranitt?" s'informò Hermione.
"Bè, non ha mollato la presa quando lei glielo ha ordinato".
I medesimi cinque si lanciarono occhiate tra di loro.
"Grazie Colin, ora ti dispiacerebbe lasciarci?" chiese Ron rivolto al piccoletto.
"D'accordo, avevo anche scattato delle belle foto ma il professor Cullen mi ha obbligato a consegnargliele" si lamentò il ragazzino prima di tornarsene al suo posto.
"Direi che si sono comportati tutti bene" commentò Hermione con ironia.
"Avanti Hermione, sai quante avrei voluto mettere le mani addosso a Malfoy!" intervenne Ron.
"Appunto, e poi senti chi parla …" continuò Harry "… hai scordato il pugno che gli hai tirato al terzo anno?".
Hermione non poté non arrossire.
"Secondo me il fatto che abbia cercato di uccidere Malfoy è un motivo in più per fidarci di lui" commentò Ginny.
"E va bene, d'accordo e lasciamo anche perdere il fatto che il padre abbia insabbiato la cosa chiedendo a Colin i negativi" disse Hermione sospirando.
"Allora Harry, qual era la novità?" domandò Neville.
"Bella Cullen mi ha chiesto se potevo fare … delle ripetizioni a lei e ai suoi fratelli".
"Che cosa?" domandò Ron.
"A quanto mi dice sono veramente indietro, sembra che non sappiano nemmeno come utilizzare la bacchetta, per non parlare di come cavalcare un manico di scopa" spiegò Harry.
"E come diavolo hanno fatto ad arrivare al settimo anno?" domandò Hermione indignata.
"Non lo chiedere a me …" rispose Harry "… comunque io ho risposto che li avrei aiutati, ma che voi mi avreste dato una mano".
"Non se ne parla" decretò Hermione incrociando le braccia al petto.
"Io non so se sono in grado di aiutare qualcuno …" mormorò Neville.
"Stai scherzando vero?" gli domandò Harry "Neville, devi acquisire più fiducia in te stesso, hai combattuto al nostro fianco contro dei mangiamorte in carne ed ossa, eppure sei qui per raccontarlo, secondo me è più che sufficiente per affermare che non sei assolutamente scarso, anzi …".
"Grazie Harry" rispose Neville sorridendogli.
Harry ricambiò il sorriso di Neville per poi dedicare la sua attenzione ad Hermione.
"Dai Hermione …" cercò di convincerla Ron "… ragiona, se fossero veramente nemici, perlomeno avremo il modo di conoscerli meglio e poi lo capiremo subito se fingono oppure no, insomma li potremo tenere d'occhio".
"Ron ha ragione" intervenne Ginny "Anche se francamente non credo che Silente avrebbe dato il permesso a sei mangiamorte di frequentare Hogwarts".
Notando che, evidentemente, nessuno sembrava pensarla alla sua maniera, Hermione cedette.
"D'accordo, ma vi ricordo che quest'anno abbiamo i M.A.G.O., non voglio correre il rischio di non passare solo per aiutare sei estranei".
"Hermione, credo che fra tutti noi tu sia quella che corre meno il rischio di essere bocciata" concluse Ron.
E va bene, vediamo di che cosa sono capaci; pensò Hermione prima di decidersi finalmente a mangiare qualcosa.


"No, no no! Non ci siamo, è -leviosa-, non -leviosà-" spiegò Hermione cercando di mantenere la calma.
Emmett la osservò come se stesse parlando una lingua a lui sconosciuta "Me lo ripeti un'ultima volta?" le domandò facendo gli occhioni da cucciolo.
Ron scoppiò a ridere e lasciò che Alice se la cavasse da sola "Vedi che non ero l'unico a sbagliare la pronuncia?" disse in direzione di Hermione.
"Ma come fate voi? Perché io non ci riesco?" si lamentò Emmett.
"Allora …" cercò di spiegargli Hermione per la decima volta ignorando il commento di Ron, perché i più imbranati dovevano toccare a lei? "… non ti preoccupare, ascolta la mia pronuncia e guarda bene il movimento del mio polso" ovviamente l'incantesimo di Hermione riuscì alla perfezione e la piuma da lei puntata cominciò a lievitare nell'aria. Nel frattempo …
"Devo tenerla così?" domandò Rosalie osservando Neville.
"Sì, così è come la tengo io, ma se tu sei più comoda in un altro modo non c'è problema …" rispose il ragazzo timidamente.
"No, va bene così … allora, come sono le parole?".
"Wingardium Leviosa, poi muovi il polso come ti ho fatto vedere e punti con la bacchetta la piuma" le spiegò Neville cercando di essere il più chiaro possibile.
Rosalie fece come le era stato spiegato e infatti la piuma cominciò a volteggiare nell'aria.
"Ce l'ho fatta!" urlò tutto d'un tratto Emmett la cui piuma sfiorava ormai l'alto soffitto della Stanza delle Necessità.
"Fantastico! Bravo fratellone!" esclamò Alice che ormai padroneggiava l'incantesimo alla perfezione, grazie all'aiuto di Ron.
Nello stesso tempo anche Edward e Bella riuscivano a far volteggiare le rispettive piume sotto lo sguardo fiero di Harry. "Direi che quest'incantesimo potremmo darlo per buono …" concluse quest'ultimo vedendo che tutti più o meno lo padroneggiavano "Che ne dici, Ginny?" domandò alla rossa che osservava compiaciuta la piuma di Jasper svolazzare qua e là.
"Direi che possiamo passare comodamente alla fase successiva" rispose lei sorridente.
"Che ne dite di passare a qualcosa di più utile?" domandò Ron agli altri.
"Utile in che senso?" intervenne Hermione.
"Tipo un incantesimo di difesa?" domandò Neville.
"Esatto" confermò Ron.
"Quale proponi Harry?" domandò Ginny.
"Direi che si potrebbe partire con l'expelliarmus" rispose quest'ultimo.
"Harry, sei sicuro di quello che dici?" chiese Hermione titubante, non osava immaginare che casini avrebbe potuto provocare Emmett.
"Possiamo provarci, se per voi va bene …" intervenne Edward.
"Facciamo solo qualche tentativo" decretò Harry osservando prima Hermione e poi il vampiro "Allora, ascoltatemi bene, l'expelliarmus serve per disarmare l'avversario, quindi se lo eseguite correttamente farà volare via la bacchetta del vostro nemico …".
"E quali sono le varianti?" domandò Rosalie.
"In che senso?" le chiese Harry.
"Se qualcuno esegue male l'incantesimo che cosa succede?".
"Penso che lo scopriremo tra poco … servono due volontari".
Alice e Rosalie si fecero avanti.
"Ottimo …" continuò Harry osservandole "… ora io conterò fino a tre, poi voi lancerete l'incantesimo, ricordate il movimento di polso e siate decise".
Le due vampire annuirono e si prepararono.
"Uno … due … tre!".
"Expelliarmus!".
Rosalie volò praticamente dall'altra parte della stanza andando a sbattere violentemente contro la parete provocando un rumore sordo.
Neville, Harry e gli altri le corsero incontro.
"Ti sei fatta male?" domandò Neville che sgranò gli occhi quando la vide rialzarsi come se nulla fosse.
"No, niente" rispose lei sorridente per poi raggiungere Alice "Complimenti sorellina".
"Forse sarà meglio smettere qui per oggi …" propose Ron ancora stupito dalla straordinaria resistenza della bionda.
"Aspetta, prima vorremmo provare io e Jasper" disse Edward osservando il fratello.
"D'accordo …" rispose Harry un po' preoccupato per poi aspettare che i due sfidanti si posizionassero l'uno di fronte all'altro. Hermione e Ginny si tapparono le orecchie.
"Uno … due … tre!" ripetè Harry come aveva fatto pochi minuti prima.
"Expelliarmus!".
Questa volta non accadde niente di strano, la bacchetta di Jasper volò semplicemente via dalla sua mano.
"Bravo Edward" si congratulò Harry.
"Ora possiamo andare?" domandò Emmett sbuffando per poi rivolgersi ad Hermione "Io non sono proprio portato per la magia".
"Non ti preoccupare …" rispose lei "… anche Ronald all'inizio era un frana".
"Ehi!" si lamentò Ron "Intanto -la frana- ti ha salvato da un troll, o ce lo siamo già scordati?".
"Sì, ma Harry ti ha aiutato, non hai fatto tutto da solo" ripose Hermione con aria di chi la sa lunga.
Ron non rispose, in effetti le parole della ragazza corrispondevano al vero, sì lui l'aveva disarmato ma era stato Harry a saltargli in spalla infilandogli la propria bacchetta nel naso.
A risvegliarlo dai bei ricordi furono le parole di Ginny.
"Ron, ti lasciamo qui?".
"Arrivo!" rispose lasciando per ultimo la Stanza delle Necessità.


x PhOeNiX_93: certo, dopotutto Edward è sempre Edward! Comunque grazie a questa storia sto cominciando a rivalutare Carlisle, cioè prima non lo consideravo nemmeno, ora lo reputo un mito u.u
x DarkViolet92: già, chissà se le cose sono destinate a migliorare … o a peggiorare xD

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: A new threat ***


Ciao ragazzi! Scusate ma ieri non sono proprio riuscita ad aggiornare, diciamo pure che non riuscivo a scrivere nemmeno una frase di senso compiuto (i lche è grave -.-). Spero comunque di farmi perdonare con questo nuovo capitoluccio nel quale introduco qualche personaggio da voi ben conosciuto. Fatemi sapere che ne pensate e, come al solito, un mega grazie va a tutti coloro che mi seguono!



L'unione fa la forza



Capitolo 9: A new Threat


"Volo?" esclamarono i fratelli Weasley in coro.
"Sì, perché?" domandò Harry alternando lo sguardo da Ginny a Ron.
"Harry, lascia che ti spieghi …" disse Ron pazientemente "… hai idea dei casini che potrebbero combinare salendo su una scopa?"
"Ron, dovranno pur imparare a volare prima o poi …" si giustificò Harry.
"Meglio poi che prima, non ci tengo a morire giovane" rispose Ron.
Hermione e Neville nel frattempo seguivano in silenzio la discussione.
"Hermione mi dai una mano a convincere questo testone?" le domandò Ron fiducioso in una sua risposta positiva.
"Se Harry li giudica in grado di imparare come cavalcare una scopa per me non ci sono problemi …" rispose la ragazza con una semplice alzata di spalle.
"Hermione ti senti bene?" le domandò Ginny stupita.
"Certo, perché?".
"Non so … mi sembri strana, di solito ce l'hai su a morte con i Cullen …" continuò la rossa.
"Diciamo che forse li avevo giudicati male e troppo in fretta" rispose semplicemente Hermione.
Quattro paia di occhi la fissavano allibiti.
"Bè? Credo di avere il diritto di cambiare idea …".
"Allora quando vogliamo correre incontro alla morte?" domandò Ron sconsolato.
"Ti conviene solo stare zitto!" lo redarguì Hermione "Mal che vada ti cade addosso Alice, pensa se qualcosa va storto a me che fine faccio …".
Tutti scoppiarono a ridere, Hermione compresa.
"Va bè se ti consola io ne ho addirittura due a cui badare" intervenne Harry.
"Sì ma, diciamocelo, Cedr- cioè volevo dire Edward è veramente portato per la magia" disse Ron.
"Stai tranquillo, anche io l'ho scambiato per Cedric quando l'ho visto per la prima volta sul treno …".
"In effetti un po' si somigliano" confermò Hermione.
"O meglio, si sarebbero somigliati" la corresse Harry a malincuore.
"Avete letto la Gazzetta del Profeta?" domandò Neville cambiando discorso.
"Sì …" rispose Hermione annuendo "… altri attacchi a famiglie mezzo sangue o a maghi e streghe che ricoprono ruoli importanti al Ministero".
"Per fortuna papà ha smesso di andare al lavoro" disse Ron.
"Davvero?" domandò Harry.
"Sì …" intervenne Ginny "… anche Fred e George hanno chiuso i Tiri Vispi Weasley, ora sono a tempo pieno membri dell'Ordine della Fenice così come Lupin, Tonks e il professor Moody. Kingsley invece frequenta ancora il Ministero, giusto per tenere informato l'Ordine e Silente su quello che il nuovo Ministro della Magia intende fare per fronteggiare Voi-sapete-chi".
"Dobbiamo stare all'erta …" decretò Harry stravaccandosi su una poltrona posta vicino al camino della Sala Comune.


Nel frattempo molto lontano da Hogwarts …

"Lasciali passare Codaliscia …" disse una voce sibilante.
Il servo cedette il passaggio agli ospiti inattesi, i quali si fecero avanti senza alcun indugio.
"Voldemort, terrore del mondo magico, è per noi un onore fare la tua conoscenza …" cominciò con voce melliflua un tizio incappucciato.
"Sfruttare la mia vanità con inutili complimenti non ti aiuterà, vampiro. Non temi il mio nome a quanto sembra, devi essere un vampiro molto coraggioso … o molto sciocco" decretò il signore oscuro osservando con i suoi occhi da rettile i suoi ospiti.
Nagini avanzò tra le gambe di questi ultimi ed andò ad arrotolarsi sullo schienale del "trono" sul quale sedeva il suo padrone.
"Sono disarmati" gli disse in serpentese.
"Siamo qui per farti una proposta …" continuò la medesima voce di prima.
"Ad un primo incontro è buona educazione presentarsi e mostrare i propri volti" rispose Voldemort.
Lucius Malfoy stava in piedi alla sinistra del suo padrone, i lunghi capelli color platino gli scivolavano lisci sulle ampie spalle. La sua espressione era indecifrabile. A pochi passi da lui stava Codaliscia e stampata sul piccolo e sudicio volto si poteva notare un'espressione di pura adorazione verso Voi-sapete-chi.
"Non sei in torto, domando il tuo perdono per questa involontaria mancanza di cortesia" rispose il vampiro ordinando anche agli altri quattro compagni di togliere il cappuccio che ne celava le fattezze "Io mi chiamo Aro e questi sono Caio e Marcus, insieme formiamo i capo-stipiti della famiglia dei Volturi, ordine antico e da tutti rispettato. Noi ci assicuriamo che il nostro codice di segretezza venga rispettato e, ove necessario, puniamo coloro che si oppongono a queste regole" spiegò prima di voltare il capo verso due vampiri più giovani "Lei è Jane ed un valido elemento della nostra confraternita" indicò una ragazza dai corti capelli biondi che sfoderò un sorriso sadico in direzione di Codaliscia "mentre lui è suo fratello Alec, altro valido elemento dei Volturi" a quel punto Aro si fermò sperando che le presentazioni si fossero rivelate esaurienti.
"E che cosa sei venuto a propormi?" domandò a quel punto Voldemort fissando quello che sembrava essere il capo, dritto negli occhi rossi.
"Un'alleanza al fine del raggiungimento di uno scopo" rispose il vampiro per poi spiegarsi meglio "So che alla scuola di magia sono stati ammessi degli studenti nuovi e so che non sono del tutto umani …".
Voldemort lo interruppe "E come mai queste informazioni sono in tuo possesso?".
"Diciamo che conosco dei buoni metodi di persuasione" rispose semplicemente Aro "A quest'ora una di quei vampiri probabilmente già saprà di questa nostra piccola riunione, il suo potere è quello di vedere nel futuro e quindi conosce l'esito degli eventi prima che questi si verifichino …".
"So che cosa significa vedere nel futuro" intervenne il signore oscuro con un sibilo "E che cosa avrebbe a che fare tutto questo con me?".
"Sappiamo qual è il tuo piano: far cadere il mondo magico sotto il tuo dominio, regnare incontrastato ed eliminare tutti mezzosangue dalla faccia della terra".
"E come pensi di renderti utile in tutto questo?".
"I miei ragazzi hanno dei poteri molto particolari, con il solo ausilio di Jane ridurresti di molto le tue perdite".
"Sono curioso di vederla all'opera visto che ne decanti tanto le capacità" rispose Voldemort osservando la biondina che sembrava tanto sicura di sé.
Aro fece un'impercettibile cenno a Jane che a sua volta fissò intensamente Codaliscia. Quest'ultimo nel giro di un paio di secondi si gettò a terra come in preda ad un dolore inimmaginabile, sembrava sul punto di strapparsi la pelle dalle ossa. Voldemort osservava impassibile la scena, ma se la dimostrazione aveva suscitato la sua curiosità non lo diede a vedere. Dopo un paio di minuti Aro ordinò a Jane di smettere e nel giro di tre secondi Codaliscia smise di provare dolore, a quel punto il vampiro fissò il signore oscuro, evidentemente impaziente di conoscere il suo giudizio in merito.
"Sembra una versione amplificata del nostro Crucio, giusto Lucius?" domandò Voldemort a Malfoy.
"Avete ragione mio signore, sembra proprio così" rispose quest'ultimo osservando Minus che si rialzava a fatica e puntava la bacchetta contro Jane.
"Come hai osato?" le domandò con la sua vocetta irritante.
"Zitto Codaliscia!" esclamò Voldemort mantenendo comunque il solito timbro di voce "Farai da cavia come e fino a quando lo vorrò".
"Si padrone" ripose questo gettandosi ai piedi di Voi-sapete-chi.
"E se ti chiedessi di morderlo?" domandò poi Voldemort alla biondina.
"Non mangio schifezze" rispose quest'ultima con voce da bambina e un mezzo sorriso stampato in fronte.
"Può uccidere una persona così?" domandò quindi rivolgendosi ora ad Aro.
"Certo che può" rispose quest'ultimo "E ancora non hai visto i poteri degli altri".
"Sto aspettando …".
"Non li vedrai finchè non sigleremo l'allenza" gli impose Aro osservandolo senza timore.
"Io avrò tutti voi Volturi dalla mia parte, voi eseguirete i miei ordini e mi aiuterete a conquistare questo mondo …" riassunse Voldemort.
"Esatto" confermò Aro.
"E che cosa ci guadagnate? Che volete in cambio del vostro inutile e non richiesto aiuto?".
"I Cullen" rispose Aro "Sono la famiglia di vampiri che vive ad Hogwarts, ad eccezione di una che per il momento abita in una casa vicino al vostro villaggio di Hogsmeade".
"Molto bene, saranno vostri" decretò Voldemort.
"Quindi abbiamo un accordo?" domandò Aro.
"Direi proprio di sì, vampiro, e spero per il tuo bene che non cercherai di fregarmi".
"Non temere, ci guadagno molto di più a tener fede al giuramento piuttosto che ad infrangerlo".
"Io non temo nulla, se dovessi tradire la fiducia che ti ho gentilmente concesso, prima di tutto conquisterò il mondo magico, poi conquisterò anche il tuo mondo e farò in modo che la vostra razza si estingua".
"Come ti ho già spiegato, da questa alleanza abbiamo entrambi tutto da guadagnare e nulla da perdere" rispose Aro con semplicità.
"Allora tieni pronti i tuoi mocciosi, perché presto prenderanno ordini da me".
Aro si limitò ad annuire per poi lasciare la stanza seguito dai compagni e dai fratelli; chissà che finalmente si trovassero all'inizio di una svolta.


x PhOeNiX_93: evidentemente no, Edward me lo immagino perfetto sotto ogni aspetto (come Mary Poppins xD) spero che ti piaccia questo nuovo capitoletto ;)
x DarkViolet92: sì, sì stiamo migliorando eccome. Ma forse c'è sotto qualcosa … ;)
x Roberta_94: che ci vuoi fare, mica tutti possono essere professionisti come Edward xD cmq tranquilla, tu hai sempre recensito e di questo ti ringrazio tantissimo, anche se per una volta non lo fai non me la prendo mica ;)

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: The hidden truth ***


Sono in ritardo, lo so, ma volevo scrivere qualcosa di originale o comunque volevo far accadere qualcosa di particolare, giusto per movimentare il rapporto maghi-vampiri. Spero che il capitoluccio sia di vostro gradimento e spero di aver reso bene il personaggio di Silente!



L'unione fa la forza




Capitolo 10: The hidden truth


"Ragazzi dovete stare calmi" disse Carlisle mantenendo un tono di voce calmo e pacato.
"Ma Alice ha visto i Volturi, sono in questo mondo e sono venuti per noi, come puoi chiederci di restare calmi?" domandò Edward facendosi prendere dall'agitazione.
"Ad Hogwarts siete al sicuro, nessuno potrà farvi del male" rispose il dott. Cullen.
"Ma tutti quelli che sono fuori? Non credi che potrebbero uccidere qualcuno per convincerci ad uscire allo scoperto?" intervenne Bella.
"Non voglio che persone innocenti muoiano a causa nostra" disse Rosalie severa.
"Nemmeno io" confermò Jasper.
"Alice?" domandò Carlisle osservandola.
"Non conosco il loro piano, so solo che si sono uniti ad una specie di mago oscuro o qualcosa del genere; Voldemort si fa chiamare e pare che sia una minaccia per gli abitanti di questo mondo" spiegò la vampira.
Carlisle confermò "Sì, è vero, Silente me ne ha parlato. Voldemort è un mago crudele e sanguinario, vuole sottomettere tutto il mondo magico ed ucciderà chiunque si metterà sul suo cammino, agisce attraverso una schiera di maghi che la pensano come lui e che si fanno chiamare mangiamorte; sembra che sia stato sconfitto già una volta, ma che ora sia ritornato più forte che mai …".
"Volturi, mangiamorte … chi eliminiamo per primo?" domandò Emmett ironicamente.
"Calma Emmett …" lo redarguì Carlisle "… per il momento comportiamoci normalmente come abbiamo fatto finora, le informazioni in nostro possesso sono ancora poche ed agendo ora potremmo commettere qualche mossa avventata che non farebbe che peggiorare la situazione".
"Ma Esme?" domandò Alice.
"Ne parlerò con Silente, gli chiederò il permesso di farla stare al castello, almeno per un po' …".
"Hai intenzione di confidarti coi maghi?" gli domandò Rosalie.
"Non vedo perché no" le rispose semplicemente il capo-famiglia.
"Ma questo è un problema nostro, insomma, loro che possono farci?".
"Al contrario, se quello che Alice ha visto corrisponde al vero, e le due fazioni si sono unite, ora non è più solo un nostro problema" spiegò Carlisle osservano la bionda per poi posare lo sguardo anche sugli altri "Ora sarà meglio che andiate a lezione …".
I ragazzi obbedirono ad uscirono dall'infermeria, salvo uno.
"Carlisle, non ti preoccupare per Esme, sa badare a sé stessa …" disse Jasper toccandogli un braccio ed infondendogli un po' di calma.
"Grazie Jasper" rispose il professore con un debole sorriso.



"Professore?" mormorò Harry mentre avanzava nell'ufficio del preside. Tutto era come se lo ricordava, quadri appesi alle pareti, una scrivania illuminata da una decina di candele, il pensatoio adiacente alla parete destra e ovviamente Fanny in equilibrio sul suo trespolo.
"Ciao Harry" lo salutò Silente sbucando da chissà dove.
"Buonasera professore" lo salutò di rimando il ragazzo.
"Innanzi tutto, Harry, mi rendo conto che tu non sia l'unico ad avere il diritto di essere messo a conoscenza di certe questioni, ma capirai che invitare tutti i tuoi amici di notte nel mio ufficio avrebbe destato qualche sospetto, conto comunque su di te per riferire loro ciò che sto per dirti".
"Non si preoccupi professore, conti su di me" rispose il ragazzo annuendo con sicurezza.
"Immagino che tu abbia notato i Cullen, sono gli studenti nuovi che sono stati assegnati a Grifondoro, probabilmente avrai sentito dire che hanno frequentato una scuola in Islanda e che sono stati costretti a trasferirsi qui in quanto il padre, ovvero il professor Cullen, ha accettato l'impiego che gli ho offerto …".
"Sì, queste sono le voci che girano …" rispose Harry.
"Ma immagino che ci siano delle domande che tu voglia pormi su questo argomento …" disse Silente osservandolo.
"In effetti professore, non abbiamo potuto fare a meno di notare alcune … stranezze …" tentennò il ragazzo.
"Molto bene Harry, dimmi pure, non avere paura …" lo incoraggiò Silente.
"Non ho paura, signore, è solo che …" Harry non sapeva da che parte iniziare "… non hanno sostenuto la cerimonia di smistamento, sapevano già che sarebbero stati dei grifondoro, lei dice che avevano frequentato una scuola in Islanda eppure non sanno neanche come si tiene in mano una bacchetta, ci siamo offerti di insegnar loro come cavalcare una manico di scopa eppure hanno sempre trovato delle scuse per evitare di uscire all'aperto …".
"Li avete invitati quando era bel tempo?" s'informò Silente.
"Certo" rispose Harry come se fosse la cosa più ovvia "Non mi sembrava il caso di fargli fare il loro primo volo con il temporale".
"Forse non si sarebbe rivelata errata come idea".
Harry lo guardò stranito non riuscendo a capire.
"Ma professore …" cominciò prima di essere interrotto dal preside.
"No Harry, non ti preoccupare … siete stati bravi a notare tutte queste cose, speravo che la loro bellezza distraesse gli studenti dal porsi domande del genere" ammise Silente con un sorriso.
"A dire il vero, professore, è stata Hermione a metterci la pulce nell'orecchio".
"E chi altri? Hermione Granger è un'ottima strega, tre le più brillanti ed intelligenti che mi è mai capitato di conoscere".
Harry non potè che confermare le parole del preside, sarebbero stati persi senza di lei.
"Comunque Harry, la verità è che quei ragazzi sono qui per essere protetti …" cominciò Silente ed Harry si fece più attento "… quello che la signorina Granger ha notato corrisponde a verità, non hanno alcuna capacità magica perché non sono mai stati in alcuna scuola di magia, vengono dall'America e non sono persone qualsiasi …".
"Professore, mi scusi, in che senso -non sono persone qualsiasi-?" volle chiarire Harry.
"Purtroppo non ti posso rivelare questo dettaglio, sappi comunque che ci sono persone che vorrebbero far loro del male o comunque portarli dalla loro parte …".
"Mi sembra di capire che queste persone non abbiano proprio buone intenzioni" commentò Harry.
"No, infatti, sono persone malvagie che, però, agiscono nell'ombra; pochi sanno della loro esistenza perché la loro è un'organizzazione segreta".
"E perché cercano i Cullen?".
"Sono alla ricerca di ragazzi con doti speciali" spiegò Silente.
"Quindi loro hanno dei poteri speciali?" s'informò Harry.
"Solo tre di loro possiedono poteri che interessano questa organizzazione" rispose il preside.
"Scommetto che Edward è uno di questi tre".
"Ti ha colpito molto, vero?".
"Mi ricorda Cedric" ammise Harry "Ma non permetterò che faccia la stessa fine".
"Non temere Harry, ti assicuro che quei ragazzi hanno la pelle dura, ma in effetti è questo il motivo per il quale ti sto mettendo a parte di queste informazioni".
"Vuole che li teniamo d'occhio?" azzardò Harry.
"In realtà preferirei che continuaste a fare ciò che state facendo, che collaboraste; avete molto in comune".
"Che cosa intende, professore?".
"Mi è giunta notizia che i Volturi, ovvero l'organizzazione di cui ti ho parlato poco fa, si siano alleati con Voldemort. Loro lo aiuteranno a spazzare via tutti i suoi oppositori e a diventare il padrone indiscusso del nostro mondo e lui in cambio gli darà i Cullen".
"Che cosa vuole che facciamo?".
"Che vi alleniate e che stiate sempre all'erta".
"Loro sanno che sappiamo?".
"Lo sapranno molto presto, devo vedere il professor Cullen tra dieci minuti esatti".
"D'accordo professore, ce la metteremo tutta".
"Ti ringrazio Harry" concluse Silente con estrema umiltà.



"Che cosa?" esclamò Ron.
"Ronald! Abbassa la voce" lo redarguì Hermione.
La sala comune alle undici di sera era vuota, tutti dormivano nei loro letti salvo coloro che avevano faccende di vita o di morte su cui discutere.
"Non siamo già abbastanza in pericolo? Perché dobbiamo proteggere anche loro?".
"Ron, non li dobbiamo proteggere, solo collaborare" intervenne Ginny.
"Insieme saremo più forti …" azzardò Neville.
"Sempre che le loro altezze vogliano collaborare …" commentò Ron con tono acido.
"Non chiediamo di meglio" rispose una voce familiare.
Presto altre sei persone andarono ad unirsi alle quattro già presenti nella sala comune.
Lo sguardo di Harry andò a posarsi su Edward, era stato lui a parlare.
Ron cadde dalla poltrona sulla quale era ampiamente stravaccato.
"Hey!" esclamò tirandosi su "Non vi hanno insegnato che non si origliano i discorsi altrui?".
"Scusa, non volevamo mancarvi di rispetto" intervenne Bella facendo arrossire Ron.
"No, scusatelo voi …" disse Ginny prendendo la parola "… in effetti la cosa ci riguarda tutti".
I Cullen presero quindi posto in attesa che la compagnia di maghi si decidesse a dire qualcosa.
Tutti gli sguardi erano puntati su Harry.
"Silente ci ha detto della vostra situazione …".
"Cosa ha fatto?!" esclamò Rosalie con un ringhio che fece accapponare la pelle a Neville e spaventare a morte Ron che le si trovavano più vicini.
"Rose!" gridò Alice alzandosi in piedi.
"Quel vecchio pazzo! Ma ti rendi conto di quello che ha fatto?!" continuò imperterrita la bionda.
"Rosalie, calmati" intervenne Edward "Se Carlisle si fida di lui non vedo perché noi non dovremmo".
"Certo, come no! Urliamo al mondo che questa scuola è frequentata da sei vampiri!".
"Vampiri?" domandò Ron osservando sbigottito Harry "Tu lo sapevi?".
"No" rispose quest'ultimo prima di allontanarsi dai Cullen almeno di qualche metro.
"Harry, non vi vogliamo fare del male" disse Edward alzandosi e camminando lentamente verso i maghi che, nel frattempo, si erano radunati vicino al fuoco.
"Tu lo sapevi?" chiese Harry ad Hermione.
"Lo sospettavo" rispose lei puntando la bacchetta contro Edward.
"E perché non ci hai detto niente?" piagnucolò Ron.
"Perché non ne avevo la certezza e perché altrimenti avresti cominciato a lamentarti!" rispose Hermione.
"Stai indietro!" disse Harry puntando la bacchetta verso Edward.
"Ti prego Harry, non abbiamo mai fatto del male a nessuno" lo supplicò quest'ultimo affiancato da Alice e Bella.
"Noi non beviamo sangue umano, ogni sera cacciamo animali nella foresta per vivere" disse quest'ultima.
"Vi prego, non abbiate paura di noi" continuò Alice.
Ron stava quasi per abbassare la bacchetta ma Ginny gli tirò un calcio.
"Non farlo! Loro sanno ammaliarti, lo fanno per costringerti ad abbassare la difesa".
"Vi risulta che abbiamo mai fatto del male a qualcuno da quando siamo qui?" intervenne Emmett.
"Proprio tu parli!" esclamò Harry "Stavi per staccare la testa a Malfoy".
"Perché, tu non avresti mai voluto farlo?" commentò Jasper.
Harry lo osservò stranito, come faceva a saperlo?
Improvvisamente i vampiri scattarono verso di loro, Alice imprigionò Ginny, Edward Hermione, Neville venne stretto da Emmett, Jasper pensò ad Harry e Rosalie rimase ferma insieme a Bella.
Harry sentì che pian piano l'agitazione e l'adrenalina lasciavano spazio alla calma e alla tranquillità.
"Harry, per favore, noi dobbiamo essere alleati, non nemici" gli sussurrò quest'ultimo.
Dopo pochi secondi tutti i vampiri mollarono la presa e raggiunsero le compagne.
"Stai bene?" domandò Harry a Ginny.
"Sì, sì sto bene" rispose la rossa per poi rivolgere lo sguardo verso i Cullen.
"I nostri rispettivi peggiori nemici si sono uniti e noi dovremmo fare altrettanto …" cominciò Edward "… potete fidarvi di noi?" domandò quindi tendendo la mano ad Harry.
"Avrebbero potuto ucciderci nel sonno se solo avessero voluto" disse Hermione.
"Hanno avuto più di un'occasione" continuò Ginny.
"Non ci hanno mai fatto nulla di male, ne a noi ne agli altri" intervenne Neville.
Tutti fissarono Ron.
"Sì, d'accordo … forse mi sono sbagliato sul loro conto" confessò quest'ultimo.
A quel punto Harry tese il braccio destro e strinse la mano che Edward gli tendeva.
"Avete la nostra fiducia e il nostro sostegno".
"Tutti per uno e uno per tutti!" commentò Alice facendo sorridere i presenti.
L'inizio di una nuova alleanza …


x PhOeNiX_93 : *si inchina, si spiaccica sul pavimento di fronte a tanta generosità* Grazie u.u
x chi lo sa : grazie dei complimenti, spero che troverai altrettanto interessante anche il seguito ^^
x DarkViolet92 : già, ma forse il titolo ti darà qualche suggerimento su ciò che avverrà in seguito, anzi, per la verità già da questo capitolo ^^
x BellaCullen88 : sono molto felice che il capitolo ti sia piaciuto, in effetti "entrare nella mente di Voldemort" è stato divertentissimo! ;)
x Roberta_94 : Aro è uno schifoso, però deve aver intuito che a furia di leccare (scusate l'espressione poco fine) qualcosa alla fine si ottiene, per non dire tutto. Hermione mi deve baciare i piedi in ginocchio u.u Ho evitato di farla diventare una frittella sotto il peso piuma di Emmett! XD

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Secret plans ***


Ciao a tutti! Allora, per questo capitolo è necessario fare qualche puntualizzazione del tipo: ho letto da qualche parte (e ho visto in Supernatural xD) che per i vampiri il sangue di uomo morto è come veleno, non nel senso che li uccide ma comunque che li indebolisce grandemente. Per questo motivo in film come "Intervista col vampiro" o "La regina dei dannati", viene espressamente detto ai neo-trasformati (non faccio nomi per evitare spoiler) di smettere di succhiare il sangue dalla vittima un attimo prima che questa muoia. Non so se per i vampiri di Twilight sia lo stesso oppure no, comunque ho voluto attribuir loro questo "punto debole" giusto per rendere la storia un po' più emozionante e soprattutto per esigenze di copione u.u Quanto mi piace "far parlare" Lucius Malfoy, voi non ne avete idea!!! XD Ok, ora che sono impazzita del tutto vi lascio alla storia e la pianto di rompere ;) Grazie ancora a tutti coloro che mi seguono!




L'unione fa la forza




Capitolo 11: Secret plans


Voldemort contemplava una boccettina contenente un denso liquido rosso.
"Vieni qui Lucius, guarda …" disse il signore oscuro con un tono che non ammetteva repliche.
Lucius Malfoy fece qualche passo verso il "trono" sul quale sedeva il suo signore.
"Di che cosa si tratta?" domandò osservando con i suoi occhi color ghiaccio la boccettina tra le mani di Voldemort.
"Come si elimina un vampiro, Lucius?" chiese il signore oscuro mettendo alla prova il suo servo.
"Da quel che ne so bisognerebbe conficcar loro nel cuore un paletto di legno di frassino e in seguito separare la testa dal corpo" rispose Malfoy non troppo convinto.
"Questo dimostra le tue ridotte conoscenze sull'argomento, libri per bambini … sono queste le tue letture preferite mio viscido amico?" domandò Voldemort prendendosi appositamente gioco di lui.
"No, signore, vi prego di perdonare la mia ignoranza".
"Questo è l'unico modo per ferire un vampiro" disse il mago tenendo la boccettina di vetro tra l'indice e il pollice della pallida e scarna mano destra "Semplice sangue di uomo morto" aggiunse poi.
"Incredibile" commentò Malfoy.
"Il sangue di uomo morto non uccide un vampiro ma lo indebolisce per alcune ore, per ucciderlo bisogna farlo a pezzi e bruciarne il corpo" spiegò pazientemente il signore oscuro mentre il suo servo più fidato prestava un'estrema attenzione alle sue parole.
"Pensate che i Volturi non mantengano la parola data?" s'informò senza staccare gli occhi dalla boccetta.
"Non lo so, ma odio farmi trovare impreparato" rispose Voldemort "E poi grazie a questa l'assalto ad Hogwarts sarà ancora più semplice".
"Volete attaccare la scuola?" domandò Lucius esterrefatto.
"Esattamente" confermò il signore oscuro mentre una smorfia compiaciuta si delineava sul pallido volto "Accadrà tutto in una notte, i vampiri ci aiuteranno a far cadere la scuola e le sue difese, ed in cambio avranno i Cullen".
"Ma signore, mio figlio Draco mi ha parlato della loro straordinaria forza, sicuramente opporranno resistenza".
"Ed è qui che entra in gioco questa …" disse Voldemort alzando nuovamente la mano che stringeva la boccetta "… e tuo figlio".
Lucius sgranò gli occhi azzurri "Cosa centra Draco in tutto questo, signore?" domandò temendo allo stesso tempo la risposta che ne sarebbe derivata.
"Lui avrà il compito di rifilare questo veleno a quei mocciosi così, quando i Volturi ci avranno aiutato ad irrompere nel castello, avranno già la loro ricompensa su un piatto d'argento. Io mantengo sempre la parola data …" commentò Voldemort.
"Questo sicuramente ci darebbe un significativo vantaggio" confermò Lucius.
"Esatto, quindi capirai che è fondamentale che il tuo erede esegua alla perfezione il suo compito, anche perché un fallimento non sarà da me accettato ne tantomeno perdonato; credo che tu abbia compreso il significato delle mie parole, sbaglio Lucius?".
"No, mio signore" rispose Malfoy inchinandosi "Vi siete espresso con la massima chiarezza. Vado immediatamente a riferire i vostri ordini a mio figlio".
Lucius Malfoy si congedò lasciando il signore oscuro ai suoi pensieri.

Il giorno dopo ad Hogwarts …

"Signor Malfoy, era molto tempo che non ci onorava della sua presenza" esordì Silente osservando l'inatteso ospite.
"Vedrò di rimediare in futuro preside, nel frattempo gradirei avere l'occasione di conferire in privato con mio figlio" rispose Lucius Malfoy.
"Draco è già stato avvisato, sarà qui a momenti" rispose Silente con cortesia.
"La informo, visto che ne ho il tempo e l'occasione che non è passata inosservata ai miei occhi ed alle mie orecchie la diceria che lei abbia permesso a sei vampiri di frequentare questa prestigiosa scuola, nonché ad un loro simile di svolgere alcune mansioni di rilievo".
"Definirle mansioni di rilievo mi sembra eccessivo, si parla esclusivamente dell'incarico di bibliotecario …".
"… e di medico" lo interruppe Malfoy continuando la frase al posto del preside "Ma suvvia Silente, le è sembrato opportuno concedere ad un vampiro il privilegio di visitare gli studenti di questa scuola? Sarebbe come consentire a dei bambini una visita notturna alla foresta oscura accompagnati da un lupo mannaro in una notte di luna piena, se comprende la sottile ironia e il chiaro paragone".
"Le assicuro, Lucius, che nulla del genere accadrà mai finchè io sarò preside di questa scuola, per quanto riguarda i Cullen quando ho permesso loro di frequentare questa scuola mi sono assunto la piena responsabilità delle loro azioni" ribatté tranquillamente ma con convinzione Silente.
"Sono assai felice di sentirglielo dire, perché è giunto alle mie orecchie un certo fatto che mi ha lasciato quanto meno turbato" cominciò Malfoy.
"Credo di sapere a quale episodio si riferisce".
"Ottimo, quindi come può vedere, sembra che questi vampiri non siano propriamente gli agnellini che lei vuole far credere che siano; comunque non ho intenzione di denunciare il fatto, possiamo convenire che tutto si è risolto per il meglio anche grazie al noto professor Cullen al quale lei è così particolarmente affezionato".
"Siamo amici da molto tempo, ma forse questo è un concetto che non le è troppo familiare, di conseguenza non mi aspetto che lei comprenda".
"Silente, così lei mi ferisce …".
Una voce interruppe la conversazione.
"Mi perdoni preside ma il signor Malfoy è qui fuori che attende suo padre".
"La ringrazio signor Gazza" disse silente rivolgendosi al magonò per poi deviare lo sguardo sull'elegante figura di Lucius Malfoy "Prego signor Malfoy, non la trattengo oltre" disse quindi in direzione di quest'ultimo.
"Silente" rispose il purosangue dirigendosi verso l'uscita dello studio del preside oltre la quale incrociò lo sguardo di suo figlio. Attese quindi che Gazza fosse scomparso oltre il corridoio per poi rivolger lui la parola.
"Che cosa ti ha fatto quell'orrido essere?" gli domandò severamente.
"Stava per staccarmi la testa" rispose Draco portandosi una mano al collo.
"L'hai intenzionalmente provocato?".
"No, non direttamente".
"Ora ascoltami bene, Draco, il signore oscuro ha deciso di affidarti un importante incarico ed io ti aiuterò a portarlo a termine ma dovrai fare esattamente ciò che ti dico e quando te lo dico. Non è una domanda quindi vedi di prestare la massima attenzione o ne pagherai in prima persona le conseguenze".
"Sì padre".

...

Mezz'ora dopo Lucius Malfoy percorreva con grandi falcate il corridoio che, sapeva, l'avrebbe condotto all'uscita del castello. Ad un tratto un figura piuttosto pallida e con caratteristici capelli biondi, fece la sua apparizione dalla parte opposta del corridoio in penombra.
"Il professor Cullen suppongo" disse Lucius fermandosi ad osservare il nuovo fenomeno da baraccone del castello.
"Supponete giusto" rispose questi con cortesia "Con chi ho l'onore di parlare?".
"Lucius Malfoy, padre di Draco Malfoy … il ragazzo che stava per essere decapitato da uno dei vostri figli, giusto per capirci".
"Le porgo le mie più sentite scuse signor Malfoy, sono veramente costernato per ciò che è accaduto".
"Lo credo bene" commentò il mangiamorte "Prima servi dell'oscuro signore, poi maghi da quattro soldi, profetesse che quasi non ricordano il loro nome, lupi mannari, ex auror fuori di testa ed ora vampiri … devo dire che questa scuola è parecchio cambiata da quando ne ero allievo in prima persona, non è necessario specificare se il cambiamento sia avvenuto in meglio o in peggio …" concluse Malfoy tagliente.
Carlisle non sapeva che cosa dire, come poteva un essere così subdolo ed abbietto essere a conoscenza del loro segreto? Sicuramente non poteva avergliene parlato Silente ne tantomeno gli altri professori, nemmeno la McGrannit, che non lo aveva troppo in simpatia, poteva aver fatto una cosa simile.
"Come lo so, si starà chiedendo … bè diciamo che sono una specie di sensitivo, vedo le cose prima che accadano e a volte riesco anche a leggere nella mente degli altri, ovviamente senza che gli altri possano leggere nella mia" disse Lucius con un diabolico sorriso ad increspargli le labbra.
Il dott. Cullen non sapeva che cosa pensare, non solo quell'uomo era a conoscenza della loro vera natura, ma gli aveva anche fatto intendere che conosceva alla perfezione i poteri di Alice, Bella ed Edward. Ma chi era costui?

"La prego di perdonarmi, dottore, ma purtroppo sto facendo tardi ad un appuntamento della massima urgenza che richiede la mia presenza, è stato un piacere conoscerla o forse sarebbe meglio dire che ho visto ciò che volevo vedere" detto questo Malfoy si allontanò con passo veloce lasciando Carlisle più confuso e spaventato che mai.


x DarkViolet92 : bè cerca di capirli, per loro i vampiri sono considerati essere malvagi quindi all'inizio vengono un po' presi alla sprovvista, poi però si rendono conto che in effetti tutto si sono dimostrati fuorché malvagi quindi decidono di "dare vita" a quest'alleanza. ^^
x Roberta_94 : Già Rosalie come sempre ha quel suo caratterino un po' irritante ma che ci vogliamo fare, dopotutto le vogliamo bene lo stesso, giusto? ^^
x PhOeNiX_93 : tranquilla, no problem ;) grazie di tutto comunque ^^

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: The Arm ***


So cosa state pensando, no non sono morta -.-' ero soltanto ammalata (maledetto sto raffreddore del cavolo!) e ieri non ho avuto tempo per aggiornare. Comunque per la vostra gioia ora sono tornata con un nuovo capitolo fresco fresco e più lungo del solito (dovevo farmi perdonare u.u). Una piccola precisazione: quando Harry medita su come sono morti Cedric e Sirius ho descritto le scene del film perché non ricordo se nei libri i fatti si svolgono pari pari a quelli scritti dalla Rowling. Adesso ogni volta che guardo Harry Potter e il Calice di Fuoco quando Harry libera Cedric dalle piante che lo avvolgono mi viene da urlare "Ma no! Lascialo lì! Ti prenderà per uno stronzo che vuole vincere ma almeno resterà vivo!" purtroppo però Harry non può sentirmi -.-' mannaggia! Va bè, dopo questa piccola cavolata vi lascio alla storia che forse è meglio ;) Grazie di cuore a tutti quelli che mi seguono e soprattutto a quelli che mi lasciano delle recensioni, voi non potete sapere quanto vi adoro!


L'unione fa la forza





Capitolo 12: The Arm



"Secondo me sta tramando qualcosa" esordì Hermione rivolgendosi agli altri ma mantenendo comunque lo sguardo sul tavolo dei Serpeverde.
"A chi ti riferisci?" domandò Ron con la bocca piena.
"Ma tu non impari mai?" intervenne Ginny esasperata, in effetti non è che il cibo masticato nella bocca di Ron fosse esattamente un bello spettacolo.
Ron alzò gli occhi al cielo per poi deglutire ed osservare i Cullen "Beati voi che non avete questi problemi".
Alice gli sorrise "Dipende dai punti di vista, almeno voi potete variare alimentazione di tanto in tanto".
"Altrochè!" commentò Ron "Se fossi costretto a mangiare la stessa cosa per l'eternità penso che morirei".
"Scusate, prima che il discorso divaghi, cosa stavi dicendo Hermione?" domandò Harry interrompendo la conversazione.
"Che Malfoy si comporta in modo strano".
Tutti gli occhi vennero puntati sulla figura scarna e pallida di Draco Malfoy, erano già quattro giorni che si presentava sempre in ritardo a pranzo e a cena, senza contare che sembrava piuttosto nervoso e agitato, perdeva ogni buona occasione di lanciare battutine agli alunni più piccoli ed era già da un po' che non ne combinava una delle sue.
"Dobbiamo preoccuparci?" domandò Rosalie.
"Bè forse Draco è troppo codardo per sfidarci apertamente ma suo padre è un mangiamorte e quindi sarebbe meglio stare all'erta" spiegò Hermione.
"Forse stanno architettando qualcosa insieme" propose Ginny.
"Certo, dopotutto il signor Malfoy è pur sempre il padre di uno studente e quindi ha accesso alla scuola, senza contare che se ha bisogno di una spia interna può sempre contare sul figlio" intervenne Neville.
"Aspettate, aspettate … frenate un secondo" disse Emmett "Che cosa sono i mangiamorte?" domandò con una buffa espressione stampata sul viso.
"Hermione, a te l'onore" rispose Ron "Adora fare la parte di quella che sa sempre tutto" bisbigliò poi ad Alice come spiegazione.
Hermione, alla quale non era sfuggito il commento, lo incenerì con lo sguardo per poi sospirare e fare ciò che le riusciva meglio "I mangiamorte sono dei maghi oscuri che si sono votati al servizio di Voldemort e Lucius Malfoy, ovvero il padre di Draco, fa parte di quest'ordine".
"Io stesso non avrei saputo dirlo meglio" la scherzò Ron.
"Ronald se continui di questo passo potrei decidere di utilizzare su di te una maledizione senza perdono" lo minacciò Hermione con un sorrisetto maligno.
"E queste cosa sono?" domandò Emmett curioso.
"Che cosa?" chiese a sua volta Hermione.
"Le cose del perdono, quello che hai detto prima…" cercò di spiegarsi il vampiro.
"Penso che intenda le maledizioni senza perdono" intervenne Ginny ridacchiando.
"Le maledizioni senza perdono si chiamano in questo modo perché l'uso di una sola di queste ti garantisce il libero accesso ad una cella di Azkaban, la prigione dei maghi" si affrettò a spiegare Neville sotto lo sguardo fiero di Hermione "In tutto sono tre: la maledizione Imperius che ti costringe a fare tutto quello che il mago che te l'ha scagliata ti ordina, la maledizione Cruciatus che causa …" Neville si fermò un attimo momentaneamente incapace di proseguire.
"Che causa immani sofferenze a colui contro il quale è stata scagliata…" continuò al suo posto Hermione "e l'Avada Kedavra, la maledizione che uccide".
"Scusate" disse Neville rivolto ai vampiri "Il fatto è che i miei genitori hanno subito la maledizione cruciatus ed ora non sono più nemmeno in grado di riconoscermi".
"Neville, mi dispiace tanto" commentò Bella realmente colpita e dispiaciuta.
"Non ti preoccupare, so che sarebbero fieri di me" le rispose Neville con un sorriso tirato.
"Comunque, che cosa proponete di fare? Lo volete sorvegliare?" domandò Ron rivolto agli altri.
"Prima hai detto che alcuni di voi hanno dei poteri particolari…" cominciò Harry rivolto ad Edward "…possiamo sapere di che si tratta?".
"Certo, ma non saranno di grande utilità, io posso leggere nel pensiero, Alice prevede il futuro grazie e Jasper controlla le emozioni della gente" spiegò il vampiro.
"Miseriaccia!" esclamò Ron "quindi puoi dirci che cosa pensa Malfoy?".
"Purtroppo no, abbiamo scoperto che nei confini di Hogwarts il mio potere e quello di Alice non funzionano" rispose Edward desolato.
"Ma fuori di qui puoi leggere nella mente di chiunque?" domandò Neville.
"Di tutti tranne che di Bella, il suo potere è proprio quello di avere una specie di scudo che non mi permette di leggerle nel pensiero" disse Edward sorridendo a sua moglie che ricambiò teneramente il sorriso.
Questo scambio di tenerezze, seppure non verbale, non sfuggì ai quattro maghi.
"Per amore della sincerità, posso farvi una domanda?" chiese Hermione.
"Certo, dì pure" rispose Bella sorridente.
"Voi non siete veramente fratelli e sorelle, giusto?".
Se i sei vampiri avessero potuto arrossire a quest'ora sarebbero stati color pomodoro.
"Ehm … non proprio" esitò Alice.
"Voi state insieme, cioè, insieme insieme" decretò Hermione.
"Hai indovinato" intervenne Rosalie stringendosi ad Emmett.
Ron cadde dalle nuvole "Aspetta, aspetta … che cosa?!" domandò allibito.
"Ronald!" lo rimproverò Hermione "Senza offesa nei loro confronti, ma mi sembrava piuttosto ovvio".
Ron non poteva crederci, sarebbe stato più plausibile che un coniglio parlante gli avesse detto che la terra era piatta, a quello forse avrebbe potuto credere … ma che i Cullen stessero "insieme insieme" …
"Alice sta con Jasper, Rosalie con Emmett ed Edward con Bella, giusto?" domandò Ginny.
"Giusto" le rispose Alice stringendosi a Jasper.
"Ma come fate? Cioè … io morirei se dovessi fingere di essere solo amica di Harry" continuò la Weasley.
"Ma se l'hai fatto per cinque anni!" esclamò Hermione.
Harry era diventato di tutti i colori e si sentiva osservato "E se cambiassimo discorso?" propose ad un certo punto.
Ginny a quel punto gli schioccò un bacio sulle labbra; non l'avesse mai fatto.
"Avevamo detto niente pastrugnamenti in pubblico!" esclamò Ron alzandosi in piedi per poi rivolgersi ai Cullen "E voi mantenete le distanze di sicurezza visto che nessuno a parte noi è a conoscenza delle vostre tresche amorose!".
"Ron, calmati!" disse Hermione "Non stanno mica facendo un figlio in diretta!".
"Anche perché anche volendo sarebbe impossibile" intervenne Rosalie a malincuore.
"Mi dispiace…" commentò Hermione "Dev'essere terribile".
"Bè, se sopravviveremo ti farò curare quello mio e di Harry" disse Ginny.
"Vogliamo parlare d'altro, per favore?" commentò ad alta voce quest'ultimo.
"Stavamo parlando di Malfoy" intervenne Neville "Che cosa proponete di fare?".
"Dobbiamo scoprire i suoi piani" disse Ron "Ognuno di noi deve cercare di stargli il più addosso possibile, a lui e ai suoi amici del cuore … tipo Tiger, Goyle e la Parkinson, giusto per capirci".
"Non ci sono problemi" confermò Edward "Saremo la loro ombra".

Difatti nei giorni a venire …

"Forza muovetevi!" esclamò Malfoy.
"Ma Draco, è da un'ora che lavoriamo senza fermarci, io ho fame" si lamentò Tiger.
"Tiger ha ragione, è ormai una settimana che lavoriamo ai preparativi" intervenne Goyle.
"Zitti idioti! Per vincere una grande guerra bisogna fare molta fatica!".
"Già, peccato che qui a far fatica siamo solo noi, tu dai gli ordini e basta" rispose Goyle un po' timoroso.
"Secondo te chi ha organizzato tutto questo?" lo minacciò Malfoy "Non faccio niente perché io sono la mente e do gli ordini mentre voi siete il braccio e li eseguite senza fiatare, mi sono spiegato?!".
"Sì capo, scusaci".
"Voi non rischiate nulla ma se qualcosa va storto con chi credete che se la prenderà il Signore Oscuro? Con me! Per questo motivo deve essere tutto perfetto" spiegò Draco.
"Hai ragione Draco, poi saranno bei tempi per noi" disse Tiger.
"Hai proprio ragione, ora che l'Arma è quasi finita abbiamo praticamente la vittoria in pugno".
"Quando sarà finita, capo?" domandò Goyle.
"Questa sera andremo alla Foresta Oscura per aggiungere l'ultimo ingrediente e domani all'alba mio padre con gli altri mangiamorte attaccherà la scuola".
"Ma la vittoria è praticamente nostra, giusto?" domandò uno dei due.
"Praticamente abbiamo già vinto grazie all'Arma, per questo è fondamentale aggiungere l'ultimo ingrediente questa notte. Una volta completa nemmeno Silente potrà contrastare il poter di Lord Voldemort ed Hogwarts diventerà il nostro parco giochi!" esclamò Malfoy con una risata malefica "Al posto del Quidditch inventeremo un nuovo gioco, si chiamerà -Caccia al mezzosangue-".
"Forte capo! Vogliamo giocarci anche noi!" rispose Goyle tutto divertito.
"Ci giocheremo tutti quando avremo vinto, ma per il momento limitiamoci a fare il nostro dovere, ci troviamo alle otto in punto all'entrata della Foresta Oscura e vedete di non fare tardi o saranno guai per voi!".
"Sì capo" esclamarono in coro di sue serpeverde per poi proseguire ognuno per la sua strada.
In quel momento Alice ringraziò la sua natura di vampira silenziosa e veloce.


"Quale Arma?" domandò Ron gironzolando nervosamente per la Sala Comune dei grifindoro.
"Non sono riuscita a capirlo, la chiamavano -Arma- e dicevano che sta sera avrebbero dovuto aggiungere l'ultimo ingrediente, poi sarebbe stata pronta" rispose Alice riassumendo quello che aveva sentito.
"Ingrediente…" ripetè tra sé e sé Hermione "Quindi è probabile che quest'Arma possa essere una pozione".
"Quindi abbiamo solo due o tre milioni di alternative" commentò Harry stancamente.
"Non potrebbe essere la Pozione Polisucco?" propose Ron.
"Ci vuole un mese per prepararla" rispose secca Hermione.
"E chi ci assicura che Malfoy non la stia preparando da un mese?" controbatté il rosso "Dopotutto noi lo stiamo tenendo d'occhio solo da una settimana, ma era già da prima che aveva cominciato a sparire di tanto in tanto".
"Si dirige sempre in un punto ben preciso della foresta" intervenne Edward "Ma non sono mai riuscito a seguirlo fino in fondo, il vostro amico guardiacaccia è piuttosto difficile da eludere".
"Hagrid è un carissimo amico" disse Harry.
"Credi che ci aiuterebbe se glielo chiedessimo?" domandò Emmett.
"Sì, lo farebbe ma preferirei non coinvolgerlo" rispose il mago consapevole di aver perso già troppe persone a lui care per colpa della sua istintività. Se avesse proseguito dritto ed avesse lasciato che Cedric venisse trattenuto dai rampicanti sarebbe riuscito ad evitargli la morte, probabilmente lo avrebbe ritenuto un egoista e un bugiardo assetato di gloria ma perlomeno sarebbe stato vivo; se avesse dato ascolto ad Hermione quando gli diceva che la visione di Sirius torturato dal Voldemort al Ministero era solo un'illusione, una trappola … a quest'ora Sirius sarebbe ancora vivo. No, troppe persone erano già morte a causa sua, prima di tutti i suoi genitori. Non voleva coinvolgere nessun'altro a parte quelli che non volevano sentire ragioni come Hermione, Ron, Ginny e Neville. Ora c'erano anche i Cullen ma per loro era diverso, si poteva praticamente affermare che fossero invincibili.
"Harry…" lo richiamò Hermione destandolo dai suoi pensieri "…so che per te è stato difficile veder morire prima Cedric e poi Sirius, ma non possiamo fare tutto da soli, dobbiamo coinvolgere gli altri, l'Ordine della Fenice dovrebbe essere informato e l'Esercito di Silente ricostituito".
"No!" disse Harry deciso "Hermione quelle erano solo lezioni per l'autodifesa in caso di bisogno, non li abbiamo addestrati come auror da sguinzagliare ad ogni possibile minaccia".
"Mi sono perso un'altra volta…" commentò Emmett desolato.
"L'Esercito di Silente era un'organizzazione creata da Harry nella quale ha insegnato a noialtri come utilizzare una serie di incantesimi utili nel caso ci fossimo trovati in situazioni pericolose" spiegò Neville.
"Mentre l'Ordine della Fenice è un'organizzazione formata dai nostri genitori e fratelli, Silente, Piton ed altri ex professori ed Auror che si impegna a contrastare Voi-sapete-chi e i mangiamorte" continuò Ginny.
"In pratica una è per i piccoli e una per i grandi" riassunse Rosalie.
"Non proprio" la corresse Harry "l'Esercito di Silente è nato per via di un'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure che non ci ha insegnato niente, era un gruppo segreto di studenti che si è riunito all'interno della scuola per cercare di imparare ciò che lei non voleva insegnarci".
"Questo non toglie che tutti dovrebbero essere informati" disse Hermione.
"Bè tutti tutti direi di no" la corresse Ron "Più che altro i membri dell'Esercito di Silente, la McGrannit, Piton e ovviamente Silente stesso".
"D'accordo" cedette Harry "Ma non li porteremo con noi nel bosco, resteranno ad Hogwarts, li avvisiamo solo per permettergli di organizzarsi".
"Allora non diciamolo alla McGranitt, non ci lascerà mai andare nella Foresta Oscura da soli" intervenne Ginny.
"Bè se è per questo credo che nemmeno Silente approverà" disse Neville.
"Ha ragione, allora avvertiamo Seamus, Dean, Luna e tutti gli altri e diciamo loro di avvertire Silente solo quando noi saremo usciti" propose Ron.
"Questa potrebbe essere un'idea intelligente" commentò Hermione.
"Allora è deciso" concluse Harry "Ci ritroviamo tutti vicino alle serre di Erbologia alle sette e mezza di questa sera".
Tutti annuirono e si prepararono a quella che probabilmente sarebbe stata una delle notti più pericolose della loro vita.


"Non voglio che tu venga questa sera" disse il vampiro guardandola dritta nei suoi occhi dorati.
"Edward, che cosa stai dicendo … voglio partecipare anch'io" rispose Bella sconcertata.
"Lo so, ma ho come un presentimento e in più Carlisle non ne sa niente…".
"Vuoi provare a dirglielo?".
"Scherzi? Lo andrebbe subito a dire a Silente, sai quanto è apprensivo".
"Prima non mi sono espressa ma non sarebbe tutto più semplice se lo dicessimo al Preside e all'Ordine della Fenice? Non perché io abbia paura di affrontarli, semplicemente perché forse dei maghi adulti potrebbero riuscire meglio che dei diciassettenni".
"Credo che per Harry sia un fatto personale".
"Già, lo credo anch'io … ma non stare in pensiero per me, lo sai che niente può uccidermi" disse Bella poggiando le candide braccia dietro al collo di lui ad attirandolo a sé per baciarlo.
Edward non oppose resistenza, le sue labbra incontrarono quelle della moglie in un bacio dapprima dolce e romantico per poi trasformarsi in qualcosa di più passionale e coinvolgente.
"Quanto mi erano mancate le tue labbra" commentò il vampiro staccandosi dalla moglie ed accarezzandole il viso con la mano destra.
"A me di te è mancato è tutto" rispose Bella maliziosamente sfiorando con la mano destra la virilità del marito.
"Presto" rispose lui abbracciandola.
"Perché non ora?" lo tentò lei "Non c'è nessuno nei giardini".
"E se ci vedessero?" domandò lui con un mezzo sorriso.
"Al massimo penserebbero che siamo due fratelli incestuosi, ma non credo che ci manderebbero ad Azkaban per questo" rispose Bella sorridente.
"Non tentarmi o potrei non rispondere delle mie azioni".
Bella per tutta risposta gli baciò il naso per poi scendere sulla bocca, sul mento … gli slacciò la divisa e gli sollevò la camicia continuando a baciargli il torace, i muscoli scolpiti fino a scendere sempre più giù …


"Harry piantala di fare il pensieroso" lo riprese Ginny "Andrà tutto bene, te lo prometto".
Harry le sorrise "Non è per me che ho paura, se dovessi perdere qualcun altro non so che farei, specie se si trattasse di te …" rispose poi accarezzandole il viso e baciandole la fronte.
"Ora non te ne uscire con discorsi del tipo -Forse è meglio se non vieni- e compagnia bella, sia ben chiaro che io questa sera ci sarò" ribattè la rossa convinta.
"Non avevo intenzione di dirtelo, so bene che sei cocciuta come un mulo".
Ginny per tutta risposta gli fece la linguaccia per poi sedersi sulle ginocchia del ragazzo e dargli un bacio sulle labbra. "Potrebbe arrivare Ron" farfugliò quest'ultimo.
"Chi se ne importa" rispose lei continuando a baciarlo finchè anche Harry decise che per una volta avrebbe anche potuto lasciarsi andare, dopotutto avrebbe potuto essere l'ultima.


x Harry_x_Hermione_4ever: mi davvero molto piacere sapere che la storia ti piaccia e che la seguirai ^^ spero proprio di non deluderti! Scusa se ci ho messo una vita per aggiornare ma ho avuto alcuni contrattempi in off, domando umilmente perdono, spero che il capitolo ti sia piaciuto, entro domani dovrei postare quello successivo, che Dio me la mandi buona! XD
x chi lo sa: bè, come dice anche il tuo nick "Chi lo sa", in effetti l'idea di fare che Edward ed Alice non possono utilizzare i loro poteri mi è venuta scrivendo questo capitolo ^^
x PhOeNiX_93: grazie, tu mi commuovi sempre ;) spero davvero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento e chiedo scusa per l'immane ritardo.
x Roberta_94: Rosalie è fatta a modo suo, che ci vuoi fare … d'altronde un po' la capisco perché deve aver passato un bel trauma vista la sua storia, ma d'altra parte odiare tutti gli esseri umani per colpa di una decina di teste di cavolo mi sembra un po' eccessivo, poi ognuno la pensa a modo suo u.u Per i Malfoy ti darei volentieri una mano, sì sì u.u
x DarkViolet92: bè ma se Lucius l'ha fatto un motivo ci sarà stato, probabilmente voleva vantarsi di essere venuto a conoscenza di un segreto così "intimo". Anche perché sapeva che Carlisle non gli avrebbe potuto fare nulla o sarebbe stata cacciato dalla scuola. E' furbo il nostro Lucius u.u

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Love can still win (Parte 1) ***


Mi scuso in anticipo se con queste scene farò piangere qualcuno (era il mio obbiettivo u.u) ma ho sentito il bisogno di rendere un po' più "umani" sia i vampiri che i maghi (che ci chiamano "babbani", ma pensa te questi! U.u). Quindi prima di cominciare a leggere sedetevi e procuratevi un fazzoletto (non dico un pacchetto perché non mi sopravvaluto), sappiate comunque che questo è solo il primo tempo, altre scene romantiche e strappalacrime vi aspettano al prossimo capitolo che, se tutto va bene, dovrebbe essere pubblicato lunedì. Buona lettura e grazie a tutti!



L'unione fa la forza




Capitolo 13: Love can still win (Parte 1)


"Siete puntuali, quale novità…" disse Draco con arroganza trovando Tiger e Goyle ad aspettarlo "Forza vediamo di muoverci" aggiunse subito dopo inoltrandosi nel fitto della Foresta Oscura, apparentemente inconsapevole che qualcuno stesse spiando ogni loro singola mossa.
"Capo, sono un po' agitato" mormorò Tiger ad un certo punto.
"Non ti preoccupare, tutto sta filando alla perfezione" rispose Malfoy cercando di non esternare troppo il suo nervosismo, il cuore gli batteva a mille, quella sarebbe stata la notte decisiva.



"Forza seguiamoli" disse Hermione muovendosi, seguita dagli altri, verso il limite della Foresta Oscura. Fortunatamente il buio della notte e la perenne nebbolina presente tra il fitto degli alberi, avrebbero rappresentato una perfetta copertura. Se i quattro maghi cercavano di fare il meno rumore possibile si può tranquillamente dire che i vampiri era come se non ci fossero, i loro piedi non provocavano il minimo rumore sul fogliame bagnato, sembrava danzassero a due centimetri da terra. Harry non seppe dire per quanto tempo proseguirono inoltrandosi nel fitto della foresta, Ron dal canto suo, sperava di non fare ulteriori incontri con i ragni che avevano inseguito lui ed Harry quando frequentavano il terzo anno.
Edward non staccava gli occhi dalla chioma bionda di Malfoy, che lui e gli altri vampiri riuscivano a vedere alla perfezione. Ad un tratto Jasper fece loro segno di fermarsi, i tre serpeverde si erano arrestati in un punto ben preciso, sembrava una piccola radura a circa duecento metri di distanza da loro.
"Come sono?" gli domandò Ginny ad un certo punto.
"Hanno paura, sono agitati e nervosi… francamente mi stupisce il fatto che non se la siano ancora data a gambe" rispose Jasper gentilmente senza staccare lo sguardo dai tre ragazzi.
"Dobbiamo avvicinarci di più se vogliamo sentire quello che dicono" propose Harry.
"Harry, è già abbastanza rischioso stare dove siamo, non mi sembra il caso di andare in bocca al nemico" gli rispose Hermione.
"E' solo Malfoy!" controbattè Harry "Non siamo venuti qui per stare a guardare, dobbiamo fermarli finchè ancora possiamo".
"Harry ha ragione, se l'idea è quella di osservare in silenzio avremmo potuto anche starcene al castello" confermò Neville.
"Forza allora, facciamogliela vedere!" esclamò Harry uscendo dal nascondiglio e correndo verso i serpeverde seguito dagli altri amici "Fermo dove sei Malfoy!" ordinò al biondo puntandogli la bacchetta contro, ormai solo un paio di metri li seperavano.
"Benvenuto Potter, dì addio ai tuoi amici" rispose Draco con un sorrisetto stampato sul volto "Ora!" urlò poi.
Quindici mangiamorte si materializzarono intorno ai maghi ed ai vampiri e tutti avevano una balestra in mano.
"E' stato fin troppo facile" commentò Malfoy osservando Potter dritto negli occhi.
"Era un trappola" disse Harry più a sé stesso che agli altri.
"Precisamente, sapevo che avreste notato il mio comportamento, diciamo diverso dal solito, e così vi ho attirato in una trappola".
"Non c'è mai stata nessun'arma…" mormorò Alice.
"No, mai, era solo una scusa per portarvi tutti qui ed eliminarvi, schifosi succhiasangue".
Non appena Draco ebbe finito di pronunciare quelle parole i mangiamorte scoccarono le loro frecce contro i ragazzi che si trovavano al centro.
"Se credi di poter uccidere dei vampiri con delle comuni frecce ti sbagli, ragazzino!" gli urlò contro Jasper estraendosi una freccia dallo stomaco.
Malfoy sorrise "Oh, ma quelle non sono semplici frecce, sono imbevute di una certa sostanza particolare".
Jasper crollò sulle ginocchia, la testa gli girava e cominciava a sentire un forte dolore dove era stato colpito; che cosa gli stava accadendo? Non era possibile, lui era un vampiro…
Alice fu subito da lui "Jasper!" urlo spaventata cercando di aiutarlo, ma presto crollò sul corpo del marito colpita anch'ella da una freccia alla schiena.
Anche Edward era stato colpito ma non sembrava dell'idea di cedere al dolore o all'inibizione dei sensi, anzi, si avventò contro un mangiamorte riducendolo al brandelli.
"Edward!" urlò Bella cercando di andargli incontro ma venne trattenuta per un braccio da Hermione.
"Resta qui!" le urlò la strega per poi utilizzare l'incantesimo scudo per riparare sé stessa e la vampira dalle frecce che piovevano loro addosso.
Alla fine, però anche Edward dovette arrendersi al potere di quel magico intruglio e cadde sulle ginocchia stordito e in preda al dolore più acuto che avesse mai provato, una mangiamorte gli si avvicinò a balestra spianata "Crepa, mostro!" disse freddamente per poi premere il "grilletto". Edward chiuse gli occhi, consapevole di non avere la forza per schivare la freccia, eppure non sentì nulla. Ci aveva forse ripensato? Quando i suoi occhi dorati si riaprirono non riuscì a credere a ciò che vedeva, Harry si era messo davanti a lui e lo aveva protetto con il suo stesso corpo. Sangue. Fortunatamente i sensi lo abbandonarono prima che trovasse la forza di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito amaramente.
"Basta così!" esclamò ad un tratto Draco "Andiamocene!" aggiunse subito dopo per poi sparire insieme ai mangiamorte rimasti.
Hermione, Ginny e Neville permisero allo scudo creato con la magia di dissolversi e fecero la conta dei feriti. Dei vampiri solo Bella e Rosalie erano salve in quanto protette dalle due streghe, dei maghi invece Ron ed Harry sembravano in condizioni a dir poco preoccupanti.
"Oddio Ron!" esclamò Hermione avvicinandosi all'amico seguita da Neville. Ronald aveva un brutta ferita all'altezza della clavicola, avrebbe dovuto essere portato immediatamente all'ospedale.
"Harry" mormorò Ginny tra le lacrime avvicinandosi al suo ragazzo che giaceva privo di sensi a terra, una freccia conficcata all'altezza del fianco destro.
Nel frattempo Bella era inginocchiata al fianco di Edward e Rosalie stava accanto ad Emmett mentre Neville lasciava Hermione ad occuparsi di Ron e si dirigeva da Alice e Jasper.
"Ragazzi!" chiamò una voce melodiosa.
"Carlisle" mormorò Rosalie tra le mille lacrime che avrebbe voluto piangere, ma non poteva.



"Sono senza parole" disse Silente osservando Hermione, Ginny e Neville che se l'erano cavata con qualche graffio qua e là "Probabilmente non avete idea di quanto siate stati fortunati" continuò poi con tono severo.
"Ci dispiace signor preside" mormorò Hermione "Non mi spiego come abbiamo potuto essere così stupidi".
"Ma Harry e Ron si riprenderanno, vero?" domandò Ginny tra le lacrime.
"Non lo so signorina Weasley, entrambi sono molto gravi e madama Chips sta facendo del suo meglio".
"Come stanno gli altri?" s'informò Neville.
"Il professor Cullen sta facendo tutto quello che può, ma non sappiamo se ce la faranno".
"No…" commentò Hermione scoppiando in lacrime.
"Professoressa McGrannit" chiamò quindi il preside.
La vice-preside si avvicinò a Silente e lo oltrepassò invitando i tre ragazzi a seguirla.
"Andiamo signorina Granger" disse dolcemente ad Hermione che era restia ad abbandonare il corridoio di fronte all'infermeria.

Tre ore dopo…

Carlisle uscì dall'infermeria distrutto e, se possibile, ancora più pallido del normale. Il professor Silente gli si avvicinò con passo lento, ansioso di avere notizie.
"Weasley se la caverà, ma per quanto riguarda Potter… se passa la notte ci sono speranze, ma ha perso molto sangue e non potrà comunque alzarsi prima di dieci giorni".
Silente affrontò la dura realtà socchiudendo per qualche secondo gli occhi azzurri per poi tornare ad osservare il dottore "E i tuoi ragazzi?".
"Se le mie teorie sono giuste dovrebbe trattarsi del sangue di uomo morto quindi entro qualche ora dovrebbero riprendersi".
"Mi fa piacere" commentò Silente con sincerità.
"Già, anche a me… ma è straziante vederli in quella condizioni, si dimenano nel sonno come se avessero la febbre alta e soffrono le pene dell'inferno, preferirei morire che mettere ancora piede là dentro" disse indicando la porta chiusa dietro di lui "Forse dovresti chiamare i genitori dei due studenti" suggerì poi osservando il preside.
"Potter non ha genitori e i Weasley stanno arrivando insieme ad alcuni amici, se le informazioni che i ragazzi ci hanno riferito sono esatte domani mattina Hogwarts sarà sotto attacco. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di rispedire a casa gli studenti".
Carilse dovette sedersi su uno scalino per riprendersi dallo shock "Bisogna mettere al sicuro gli studenti".
"Lo stiamo già facendo, gli studenti fino al quarto anno sono stati portati nei sotterranei, quelli del quinto, del sesto e del settimo anno hanno insistito per combattere e quelli che non hanno voluto sono insieme a compagni più piccoli".
"Permetterai loro di combattere?" domandò Carlisle allibito.
"Chi sono io per impedire loro di combattere per ciò che ritengono giusto?" controbatté Carlisle.
"Ma sono ragazzini di quindici anni!" disse il vampiro alzandosi in piedi.
"Grazie per avermelo ricordato, Carlisle".
"Che ne facciamo dei feriti? L'infermeria è facilmente attaccabile e i Volturi parteciperanno all'attacco, non permetterò loro di prendersi i miei figli!" esclamò il dott. Cullen.
"Li trasferiremo al più presto, amico mio, non temere" rispose gentilmente Albus Silente.
"Scusami, non volevo essere scortese… è solo che vederli in quello stato mi ha distrutto" ammise Carlisle che, se avesse potuto, sarebbe sicuramente scoppiato in lacrime.
"Come sta Esme?".
"E' ancora dentro, non vuole separarsi da loro".
"Allora vado a chiamarla, penso che ci sia qualcuno di più grave del quale debba occuparsi" constatò Silente scomparendo dietro la porta dell'infermeria.



"La mia Alice…" mormorò la donna pettinando con la mano destra i capelli della giovane vampira.
"Esme.." la chiamò Silente.
"Signor preside" disse lei voltandosi ed alzandosi di scatto.
In quel particolare giorno sembrava che tutti i vampiri presenti ad Hogwarts rimpiangessero il fatto di non poter versare nemmeno una lacrima.
"Credo che tuo marito abbia bisogno di te".
La vampira annuì per poi uscire dalla stanza.
Silente proseguì tra i letti occupati, poche erano le scene di quel tipo che gli erano capitate di fronte agli occhi, quelle che ti spezzano il cuore e ti fanno venire le lacrime agli occhi.
"Amore…" diceva Bella accarezzando i morbidi capelli rossi del marito e baciandogli di tanto in tanto la guancia bagnata di sudore freddo "…pensavamo che non saremmo mai riusciti a stare insieme, ma abbiamo sfidato il destino e abbiamo vinto. Non sarà questo a portarti via da me…tu non puoi morire, ti prego…" quanto avrebbe voluto, Silente, possedere la magia necessaria per farla piangere e sfogarsi come avrebbe desiderato "…non posso essere viva, non senza di te".
Decise di passare oltre.
"Piccolo mio…" mormorava una bellissima vampira bionda abbracciando quello che doveva essere suo marito "…c'è la tua Rose vicino a te, non ti lascerò mai solo, te lo giuro" sembrava sul punto di morire "…chi mi farà ridere, chi mi dirà che quando mi arrabbio sembro una brutta arpia…" sorrideva tra le lacrime che non volevano saperne di scendere "…tu non puoi lasciarmi, me l'avevi promesso… -non ti abbandonerò mai- mi avevi detto. Non puoi proprio rompere la promessa…".
Quelle scene avevano il potere di mostrare che dopotutto l'amore poteva ancora vincere.


x DarkViolet92: mi sembravano troppo avvantaggiati se avessero potuto usare i loro poteri e così facendo la storia dell'inganno di Draco non avrebbe potuto avere luogo perché sarebbe bastato che Edward gli leggesse nella mente per capire che era una trappola. Quindi diciamo che entrano in gioco anche le "esigenze di copione"
x PhOeNiX_93: sì sì ora sto bene, chissà quante avrebbero voluto essere in Bella… mah xD Comunque spero che questo capitolo ti sia piaciuto (please, se devi uccidermi per ciò che ho fatto ad Edward almeno fai una cosa veloce u.u)
x Roberta_94: tranquilla, ora sono tornata in pista! Cmq concordo, sono davvero carini quando fanno pucci pucci xD

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Love can still win (Parte 2) ***


Sono in un ritardo spaventoso (basti pensare al fatto che teoricamente questo capitolo avrebbe dovuto essere pubblicato lunedì e invece siamo a giovedì) ma ce l'ho fatta anche sta volta. Gli imprevisti in effetti ci sono stati e hanno contribuito a farmi ritardare di brutto con la pubblicazione (se a questo aggiungiamo che non mi venivano proprio le parole …). Comunque ci siamo, ecco a voi la seconda parte del capitolo "Love can still win". Devo ammettere che la scena tra Ron ed Hermione non è proprio tutta farina del mio sacco ma ho preso spunto da una scena del film "Stardust", chi l'ha visto probabilmente saprà di che scena sto parlando. Spero davvero che sia di vostro gradimento! Un grazie particolare a tutti coloro che si sentono di lasciarmi una recensione e in generale a tutti coloro che mi seguono (seppure in silenzio).




L'unione fa la forza





Capitolo 14: Love can still win (Parte 2)



"Harry" pensò Silente avvicinandosi al letto del giovane mago. Le sue condizioni erano veramente pietose, il viso pallido e stanco a causa del sonno agitato, la fronte madida di sudore e la divisa di Hogwarts strappata su un fianco dove spiccavano bende bianco candido.
Il preside sostò vicino a quel letto per un tempo indefinito, nei suoi begli occhi azzurri si poteva leggere la compassione e il dolore che regnavano sovrani nel suo animo. Ora capiva come si sentiva Carisle, anche se per i suoi ragazzi c'erano sicure speranze di guargione, sembrava come annientato dalla scena raccapricciante che gli si era parata d'innanzi agli occhi. Sì, ovviamente come medico viveva ogni giorno tra la vita, la sofferenza e la morte di altre persone, ma vedere in quello stato coloro che amava come figli … era veramente troppo, anche per un vampiro come lui.
Albus Silente non era il padre di Harry Potter, e nemmeno aveva mai cercato di comportarsi come tale, eppure sentiva il dovere di essere una guida per il ragazzo, di consigliarlo nel momento del bisogno e di dargli il suo sostegno, sempre e comunque. Ma ora … vederlo in quelle condizioni gli provocò un gelo interiore che sicuramente non avrebbe provato per nessun altro studente, forse dopotutto nonostante i suoi sforzi, Harry significava davvero qualcosa di più, era un suo allievo … il suo allievo prediletto e lui era il suo mentore che lo aiutava e lo indirizzava sulla giusta via. Harry non aveva nessuno, nessun genitore e nessun parente; persino Sirius, che tra tutti coloro che aveva conosciuto era stato colui in cui più aveva visto rispecchiarsi la figura paterna, gli era stato portato via.
Nel letto affianco giaceva Ronald Weasley; i Weasley erano sempre stati maghi e streghe solidali e sui quali si poteva contare e, a quanto sembrava, Ron non faceva eccezione ... avrebbe dato la vita per ciò in cui credeva. A differenza di Harry che lo sentiva quasi come un dovere nei confronti dei suoi genitori e della profezia che lo legava a Voldemort, Ron non aveva alcun impegno da portare a termine, avrebbe potuto scegliere di restarne fuori se solo avesse voluto, avrebbe potuto non essere gravemente ferito in una battaglia che non lo riguardava in prima persona … e invece era lì, a condividere la sorte del suo amico, debole e agonizzante nel letto di un'infermeria alla vigilia di quella che probabilmente sarebbe stata la più grande battaglia della storia del mondo magico.
"Ron!" esclamò Molly Weasley correndo lungo il corridoio della stanza, aveva le lacrime agli occhi e il signor Weasley la seguiva di pari passo. Una volta giunti di fronte al letto del figlio, la signora Weasley ne abbracciò il corpo dormiente senza riuscire a trattenere ulteriormente le lacrime. Il signor Weasley dopo aver osservato Ronald con sguardo sofferente si rivolse a Silente.
"Come sta?" domandò senza alcuna traccia di rabbia o risentimento.
"Guarirà presto, Arthur, hai la mia parola" rispose il preside osservando il signor Weasley da dietro gli occhiali a mezzaluna.
"Merlino sia lodato" sospirò quest'ultimo per poi mettere una mano sulla spalla della moglie "Hai sentito Molly? Silente dice che Ronald guarirà presto".
La signora Weasley trasse un sospiro di sollievo per poi puntare gli occhi bagnati dalle molteplici lacrime sulla figura del preside.
"Ha solo bisogno di riposo" confermò quest'ultimo incorciando lo sguardo con quello della donna.
Quest'ultima poi indirizzò lo sguardo sulla figura di Harry Potter "E Harry?" domandò quindi curiosa di sapere la sorte di colui che lei amava come se fosse figlio suo.
"Se supera la notte ci sono speranze" rispose Silente con tono grave.
La signora Weasley si portò le mani alla bocca "Oh!" esclamò spaventata per poi tornare a fissare il ragazzo prescelto. La porta dell'infermeria si aprì una seconda volta, i gemelli Weasley seguiti dal fratello Bill, entrarono e raggiunsero la madre e il padre percorrendo con grandi falcate il tratto che li separava.
"L'Ordine della Fenice è schierato" annunciò Bill.
"I più piccoli sono tutti nei sotterranei e l'ingresso è sorvegliato" continuò Fred.
"Ci siamo sparsi in tutto il castello, ma sarà meglio portare anche Harry e gli altri nei sotterranei, l'aula di Pozioni è ancora libera, possiamo sistemarli lì" disse George.
"Perfetto ragazzi, allora procediamo subito" rispose Arthur Weasley.
Bella e Rosalie si affiancarono al gruppo di maghi che si era appena formato "Possiamo dare una mano?" domandò Bella osservando i maghi e le streghe presenti, ma soffermandosi in particolar modo sul preside.
"Non ti preoccupare cara" intervenne Molly Weasley "li poteremo giù con la magia, andiamo vi accompagno".
Visto che Esme era occupata con Carisle le due vampire si affidarono alla signora Weasley e la seguirono nei sotterranei lasciando agli altri il compito di trasportare magicamente i lettini nei posti designati.
"Quanti figli ha signora Weasley?" domandò Rosalie durante la strada.
"Sei maschi e la mia Ginny" rispose la strega con le lacrime agli occhi "darei tutto per loro e anche per Harry che, anche se non è mio figlio naturale, per me è come se lo fosse".
"E' davvero fortunata" commentò la vampira bionda osservandola con i suoi begli occhi dorati.
A quel punto Molly si fermò e si mise di fronte alle due vampire "Ragazze" cominciò non riuscendo a trattenere oltre le lacrime "lo so che è dura, ma sono sicura che guariranno, arriveranno sicuramente tempi migliori e le persone che amiamo saranno al nostro fianco per costruire un futuro più meraviglioso di come lo potremo mai immaginare, ne sono certa".
Rosalie e Bella annuirono commosse e si lasciarono abbracciare da quella donna così dolce, sicura e protettiva alla quale era veramente impossibile non affezionarsi.



I preparativi durarono meno del previsto, Hogwarts era stata adibita a fortezza e il portone principale sbarrato; ora restava solo la parte peggiore: aspettarsi un attacco in ogni momento senza sapere come e quando sarebbe avvenuto. "La professoressa Cooman è al sicuro?" domandò Fred seduto su uno dei tavoli della Sala Grande.
"L'abbiamo rinchiusa nei sotterranei con i più piccoli" rispose distrattamente Lupin che cercava in ogni modo di rimanere calmo.
"Allora sì che sono al sicuro" commentò George ridacchiando.
"Dovreste avere un po' di rispetto" li redarguì Lupin "Sibilla Cooman è pur sempre una professoressa".
"Certo" commentò Fred "una divinatrice che ha azzeccato due profezie in vent'anni di insegnamento".
George ridacchiò "Un vero record!".
Lupin scosse la testa esasperato.
"Ma lei va d'accordo con i vampiri, professore?" gli domandò Seamus avvicinandosi.
"Non ho motivo per litigare con loro" rispose Remus cadendo dalle nuvole.
"Bè, ma sa … licantropi e vampiri non sono molto affini di solito".
"Da quello che mi ha detto Silente Carlisle Cullen è un'ottima … persona, quindi io non ho motivi di dubitare di lui o di covare odio nei suoi confronti. Dovrebbe imparare a cogliere la sottile differenza tra leggenda e realtà, signor Finnigan" rispose il professore gentilmente prima di allontanarsi dal gruppo di ragazzi.
"Li odia …" mormorò Seamus ai due gemelli.
"Signor Finnigan!" lo rimproverò Lupin senza nemmeno voltarsi.



L'aula di Pozioni non era mai sembrata così grande e spaziosa, i banchi erano stati impilati contro la parete di fondo e i lettini dei feriti stavano più o meno al centro. Ginny se ne stava seduta su uno sgabello posto affianco al letto del suo ragazzo, il respiro era regolare seppure molto debole. Il viso di Harry era pallido e freddo, Ginny gli strinse la mano destra nella sua "Harry" sussurrò piano non aspettandosi alcuna risposta.
Harry cercò con un sforzo immane di aprire gli occhi, la sua adorata Ginny lo stava chiamando, doveva darle un barlume di speranza, non voleva che continuasse a soffrire per lui.
"Ginny…" bisbigliò in un soffio riuscendo contemporaneamente ad aprire un poco gli occhi azzurri.
"Harry" rispose lei commossa accarezzandogli il viso.
"Mi dispiace, è tutta colpa mia …" cominciò il ragazzo.
"No Harry, non dire così, vedrai che si risolverà tutto…" cercò di confortarlo la Weasley guardandolo dritto negli occhi, ora lucidi a causa della febbre.
"Sono già qui?" domandò lui con un filo di voce.
"No" rispose lei "ma siamo preparati a riceverli".
Harry cercò di alzarsi ma un dolore lancinante al fianco gli fece perdere la voglia di provarci, si ridistese quindi con il respiro accelerato e il cuore che sembrava scoppiargli nel petto.
"Devi stare calmo Harry" disse Ginny accarezzandogli i capelli castani "vedrai, ce la faremo … vinceremo noi".
Chissà perché quella frase gli suonava tanto come una falsa promessa.



Stando a quanto aveva detto Ginny, Harry si era svegliato e le aveva parlato, quindi significava che era fuori pericolo. Ora lei era con la sua famiglia, intenti ad organizzare tutto per il meglio, Hermione invece sedeva al fianco di Ron che, a differenza di Harry, non aveva ancora dato alcun cenno di vita da quando … era successo.
Rischiava di finire tutto quella notte, forse sarebbe morta e non avrebbe mai più avuto occasione di parlargli, forse poteva sperare che la sentisse … forse era quello il momento adatto.
"Ron … se puoi sentirmi dammi un segno …" mormorò Hermione osservando il corpo del rosso steso sul lettino, unica prova del fatto che fosse vivo era l'abbassarsi ed alzarsi del petto del giovane, segno che respirava ancora. Meditò per qualche secondo sul da farsi finchè decise che probabilmente non avrebbe avuto un'altra occasione, si avvicinò un po' di più al letto e dopo aver preso la mano di Ron nella sua, cominciò a parlare "Lo so che forse non è il momento giusto, forse sto sbagliando tutto e ho frainteso molte cose … il fatto è che credo che tu mi piaccia, Ron. L'unica cosa che mi da conforto è che tutto sommato presumo che anche io non ti sia indifferente, basta vedere come ti sei accanito contro Viktor Krum al quarto anno … un attimo prima era il tuo mito e quando hai saputo che sarei andata al ballo con lui non lo potevi più vedere. Da parte mia ho odiato con tutte le mie forze Lavanda Brown, lo scorso anno … stupida cervello di gallina, era diventata la tua ombra e, come avrai capito, la cosa mi dava alquanto fastidio. Non ti ho mai detto nulla perché speravo che fossi tu a fare il primo passo, ma visto come sono andate le cose ho deciso dirtelo anche se so che non puoi né sentirmi né rispondermi. Quello che intendo è che credo di essere sempre stata innamorata di te" consapevole che Ron non avrebbe mai potuto risponderle decise che era meglio andarsene, anche perché una lacrima di commozione le stava già rigando una guancia. Ma qualcosa di inaspettato accadde: una mano la trattenne per il braccio.
"Lo pensi davvero Hermione?" le domandò Ron mettendosi a sedere sul lettino.
"Ehi! Ma tu stavi dormendo, non puoi avermi sentito … ti avevo chiesto un segno e non hai fatto niente" balbettò Hermione portandosi le mani davanti alla bocca.
"E a che pro avrei dovuto darti questo segno? Avrei rischiato di perdermi tutte le belle cose che hai detto dopo" rispose lui portandola tra le sue braccia "Sono stato un perfetto idiota, volevo farti ingelosire e invece sono solo riuscito a farti infuriare … pensavo che forse sarei riuscito farti capire quanto tenessi realmente a te".
"Ron .." ridacchiò Hermione sulla spalla di lui "…hai sempre idee da pazzi che nessuno potrebbe mai capire".
"Hai ragione, forse avrei dovuto dirtelo subito".
"Dirmi che cosa?" domandò Hermione divincolandosi dall'abbraccio e guardandolo dritto negli occhi.
"Che ti amo Hermione" disse Ron con fermezza per poi avvicinare il suo viso a quello di lei e darle un casto ma romanticissimo bacio sulle labbra.
"Oh, il mio bambino!" mormorò Molly Weasley con le lacrime agli occhi per poi avvicinarsi al figlio maschio più piccolo mentre Rosalie e Bella sostavano ancora sull'uscio.
"Mamma…" disse Ron diventando più rosso dei suoi stessi capelli.
"Signora Weasley" la salutò Hermione del medesimo colore del coetaneo.
"Sono tanto felice per voi!" esclamò la donna abbracciandoli entrambi.
Dopotutto, forse Silente aveva ragione love actually is all around.


x Roberta_94: hai visto che strage? XD in effetti voleva essere un capitolo commovente. Che ci vuoi fare, i Malfoy non cambieranno mai u.u
x DenebDenise: wow fantastico! Ho una fan! *saltella qua e là dalla gioia* Ok, torniamo serie xD grazie mille per i complimenti, sei gentilissima! Spero che questo capitolo ti piaccia come i precedenti ^^
x principessa leila: grazie davvero dei complimenti, sono molto contenta che ti piaccia ^^
x DarkViolet92: di nulla e se c'è qualcos'altro di non chiaro chiedi pure ^^
x BellaCullen88: si riprendono prima dell'attacco? Mah … chi lo sa … xD no, in effetti non lo so neanch'io perché non ho ancora deciso xD comunque a quanto sembra il pezzo è davvero risultato commovente come voleva essere ^^

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: The battle begins ***


L'unione fa la forza




Capitolo 15: The battle begins



Le tre erano passate da un po', mancavano ancora quattro ore buone al sorgere del sole, eppure di Voldemort e dei suoi seguaci ancora nessuna traccia. Un clima di tensione e nervosismo aleggiava nel castello, tanto nei più grandi quanto nei più piccoli che, costretti nei sotterranei con la professoressa Cooman, non potevano far altro che ascoltare le sue infauste predizioni su un'imminente sconfitta. Non che questo rappresentasse un crollo delle speranze degli studenti, nessuno credeva più alle sue divinazioni né la considerava una professoressa in grado difendere qualcuno, più che altro era veramente snervante sentirla così arrendevole e tragicamente saccente.
Quando la pendola suonò le tre e mezzo la professoressa Sprite si diresse verso l'esterno della Sala Grande.
"Va a cercare Neville, professoressa?" le domandò Dean Thomas con un mezzo sorriso, tutti sapevano che l'insegnante dava lezioni private a Neville Paciock e si divertivano a prenderlo in giro inventando ipotetici flirt con l'anziana professoressa.
"Il caro Paciock" rispose lei con tono di voce piuttosto aggressiva ma nello stesso tempo suadente prima di continuare il suo percorso verso il corridoio d'entrata.
I gemelli, Seamus, Dean e le sorelle Patil si scambiarono sguardi schifati.
"E' una cosa vomitevole" disse Calì.
"Ma tra i due non c'è niente, vero?" azzardò Padma.
"Vuoi vedere che Neville ha capito come far carriera in erbologia" scherzò Fred facendo sghignazzare suo fratello.
"Ma siete impazziti! Stiamo parlando di Neville, mica di Malfoy!" esclamò Seamus scandalizzato.
"Perché, tu credi che Malfoy avrebbe il coraggio di farsi la professoressa Sprite?" domandò Dean scettico.
"Non si sa mai, serpi e piante potrebbero andare d'accordo" disse ironicamente Seamus provocando altre risate.
"Siete proprio scemi!" esclamò Calì indispettita.
"Ma poi avete notato quel tono così … sensuale? Non sembrava neppure lei" constatò Padma.
Una lampadina si accese nella testa di ognuno di loro.
"Imperius" mormorò George a suo fratello.
"O pozione polisucco" propose quest'ultimo.
"Calì, Padma avvisate Lupin; Seamus e Dean volate da Silente o dalla McGranitt, il primo che trovate…" ordinò Fred mentre insieme a George si preparava a pedinare la professoressa Sprite.
Ma tutto successe troppo velocemente.
Quando i due fratelli raggiunsero il portone lo trovarono aperto e una cinquantina di mangiamorte si accingeva ad entrare.
"Via!" esclamò George scappando e dando l'allarme.
Padma e Calì si trovavano di fronte a Silente quando le urla dei due gemelli li raggiunsero.
"Sono qui" disse Silente con tono grave.



Edward, Emmett, Jasper e Alice si erano rialzati, anche se non erano al cento per cento della forma avevano comunque deciso di partecipare ai combattimenti, senza contare che sdraiati in un letto ad attendere la fine era piuttosto desolante come prospettiva, molto meglio morire sul campo di battaglia da eroe che sdraiato in un lettino moribondo.
"Ragazzi!" esclamò Carlisle seguito da Esme raggiungendo si suoi figli nel corridoio deserto.
"Carlisle" rispose Edward correndogli incontro ed abbracciandolo.
Se solo avessero potuto piangere … bè ormai lo sapete, no? Lo avrebbero fatto, anche se questa volta sarebbero state lacrime di gioia.
"Alice" esclamò Esme abbracciandola.
"Che tenero quadretto" commentò una voce glaciale.
Alec stava immobile a qualche metro da loro con le braccia incrociate sul petto, da dietro di lui sbucò anche la sua adorabile sorellina Jane.
"Quanto sono carini, anche se personalmente preferisco un altro tipo di spettacolo" mormorò con voce cattiva.
Senza aspettare un solo secondo Edward, Emmett e tutti gli altri si lanciarono all'attacco ma prima di riuscire a raggiungere i due impostori una strana nebbia si fece spazio tra loro e i Volturi.
"E' Alec!" esclamò Carlisle.
Le loro menti si stavano perdendo, quasi non riconoscevano più i loro fratelli, il posto dove si trovavano … c'era solo confusione e tanta nebbia.
Sul perfetto viso di Alec si delineò un sorriso compiaciuto finchè qualcuno non si decise a toglierglielo dalla faccia con un pugno ben assestato, facendo volare il vampiro svariati metri più indietro.
Jane restò pietrificata e guardò con odio il vampiro responsabile "Te ne pentirai amaramente Edward Cullen!" esclamò con cattiveria utilizzando il suo potere su di lui. Edward cadde a terra in preda ad un inimmaginabile dolore, contando poi che era ancora debilitato a causa degli precedenti avvenimenti non aveva nemmeno le energie necessarie per provare a contrastare in qualche modo il potere della vampira.
Fortunatamente però, messo Alec fuori combattimento, anche il suo potere aveva cessato ogni effetto il che permise ad Emmett di correre in aiuto del fratello cercando di attaccare Jane.
Al posto di Jane, però, urtò qualcosa di molto più grosso.
"Non te l'hanno mai insegnato che le donne non si toccano neanche con un fiore?" domandò ironicamente Felix sollevando Emmett di peso e lanciandolo ad una distanza non troppo ravvicinata.
Nel frattempo Carlisle, che insieme a Bella cercavano di fermare la vampira, venne trattenuto da Demetri.
"In questo caso le mie abilità di segugio non servono, ma posso comunque combattere alla maniera tradizionale, giusto?" disse con ironia rivolgendosi al dottore che preferì non controbattere e ripose all'attacco senza tirarsi indietro. Bella, che ancora poteva salvare suo marito, si gettò contro Jane che però la respinse senza alcuna fatica, mantenendo contemporaneamente attiva la tortura su Edward.
"La piccola neonata ce l'ha con me … che paura" cinguettò schernendola.
Rosalie riuscì ad aiutare Emmett ma prima che potesse chiedersi dove fosse finito Felix venne gettata contro il muro di pietra che si frantumò dietro la sua schiena.
Il resto della famiglia Cullen (vale a dire Esme, Alice e Jasper) cercarono di dividersi per dare una mano ai compagni ma presto quella fastidiosa nebbiolina tornò ad insidiare i loro corpi e le loro menti.
"Mi accontenterò di eliminare solo voi tre, non voglio togliere il divertimento anche agli altri" commentò Alec che nel frattempo si era completamente ripreso dal colpo.
"Bravo fratellino, accontentati" rispose Jane mentre teneva a bada Bella e costringeva a terra Edward.
La situazione era critica soprattutto a causa del fatto che nessuna delle due fazioni sembrava avere la meglio sull'altra, tutti combattevano più o meno alla pari e nemmeno vampiri del calibro di Jane o Felix riuscivano ad eliminare definitivamente i loro avversari.
"Mosche fastidiose!" esclamò Felix in riferimento ad Emmett e Rosalie che, perfettamente coordinati lo colpivano in alternanza senza farsi prendere dal bestione.
Per quanto Bella risultasse debole ai suoi occhi, Jane doveva ammettere stava riuscendo nell'impresa di posticipare il più possibile la morte del suo adorato maritino.
"Così prolunghi solo le sue sofferenze" la derise tirandole un pugno sul volto e facendola finire a svariati metri di distanza "Ma se è così che preferisci lo ucciderò lentamente solo per te, contenta?" le domandò poi chinandosi su di lei con movenze da bambina.
Nel frattempo Edward non riusciva a rimettersi in piedi, il dolore era atrocemente persistente sebbene era consapevole che non raggiungeva l'intensità necessaria per mettere fine alla sua vita (o non-vita che dir si voglia).
Carlisle combatteva uno scontro apparentemente pari con Demetri, forse le sue qualità di segugio erano strabilianti, ma in un corpo a corpo non aveva niente di più di un qualunque vampiro.
Coloro che sembravano rischiare maggiormente erano Esme, Alice e Jasper che, sotto l'influenza del potere di Alec, potevano anche perdere la vita.
"Mangialumache!" qualcuno urlò questa strana parola ed improvvisamente il viso del vampiro divenne se possibile ancora più pallido finchè qualcosa come un conato di vomito non lo costrinse a rigurgitare una lumaca grande tre volte una normale.
"Alec!" esclamò Jane osservandolo paralizzata dalla sorpresa.
Tutti i combattimenti vennero interrotti.
"Chi è che fa il furbo?" domandò Demetri guardandosi intorno senza però vedere nessuno oltre loro.
Intanto Alec continuava nella sua opera di vomitare un numero impressionante di lumache.
"Pietrificus toalus!" un'altra voce, questa volta femminile, indirizzò l'incantesimo contro Felix che si immobilizzò cadendo a terra come un sacco di patate.
Nel frattempo Jasper, Esme e Alice erano tornati in loro, nonostante fossero ancora un po' storditi, ed Edward era finalmente riuscito a rialzarsi sostenuto dalle forti braccia della moglie.
Rosalie ed Emmett osservarono Felix steso a terra per poi scambiarsi un'occhiata stupefatta.
Jane e Demetri si misero schiena a schiena osservando attentamente lo spazio attorno a loro, chi poteva essere stato? "Fatti vedere bastardo!" esclamò Demetri pronto a balzare contro chiunque avesse fatto un movimento sbagliato.
"Incarceramus!" la stessa voce che aveva scagliato il MangaLumache su Alec indirizzò questo nuovo incantesimo su Demetri che venne scaraventato a terra da una serie di corde magiche che lo strinsero in una morsa infrangibile.
Jane dal canto suo osservava allibita ma senza muovere un solo muscolo per cercare di aiutare il compagno. Quando la sua mente stava per cominciare a valutare l'opzione di darsela a gambe ecco di nuovo quella voce femminile.
"Obliviate!".
I Cullen osservarono la vampira guardarsi intorno stranita per poi posare lo sguardo su di loro "Ciao … chi siete?" domandò con aria persa "E chi sono io?" continuò poi volgendo il suo sguardo sulle mura che li circondavano "Un castello … come quello delle favole, sono una principessa forse?".
I mantello dell'invisibilità aveva fatto il suo dovere, ora Ron ed Hermione potevano mostrarsi agli altri senza alcun pericolo.
"Ron, Hermione!" esclamò Alice correndo ad abbracciarli "Ci avete salvato la vita!".
"Una cosuccia da niente" mormorò Ron arrossendo.
"Come ti senti?" gli domandò poi Carlisle.
"Va meglio, posso combattere".
"Ehm, ragazzi che ne facciamo di lei?" domandò Emmett che guardava scettico Jane che nel frattempo aveva cominciato a raccontare una favola colma di unicorni, streghe e principessa dai capelli dorati "Fa ancora più impressione di prima ridotta così".
"Potremmo raccontarle una storia che la convinca ad eliminare Aro e tutti gli altri Volturi, che ne so che hanno ucciso i suoi genitori o qualcosa del genere" propose Rosalie con tono sadico.
"Rose!" la rimproverò Carlisle "se lo facessimo non vi sarebbe alcuna differenza tra noi e loro!".
"Ma perché?! Abbiamo l'occasione di farli fuori tutti senza nemmeno sporcarci le mani" controbattè la vampira.
"Non ci approfitteremo dell'amnesia di Jane per farne un'arma contro i nostri nemici!".
"Lo faremo solo in caso di estrema necessità" intervenne Jasper.
"Jazz!" esclamò Alice voltandosi verso il marito mentre Rosalie sorrideva compiaciuta.
"Demetri, Alec e Felix non resteranno così per sempre, senza contare poi che in giro c'è anche Aro e forse perfino Marcus e Caio. Non ce la faremo mai da soli, a malapena reggevamo il confronto con loro, una mano ci farebbe comodo".
"Certo che detta così…" disse Emmett quasi convinto.
"Ma lo faremo solo se lo ci attaccheranno per primi" intervenne Esme.
"Promesso" rispose Rosalie "Alice, a te l'onore" disse poi indicando Jane alla sorella.
"Scordatelo, io non le racconto balle" rispose Alice duramente.
"Alice…" cominciò Jasper mettendole una mano sulla spalla che lei prontamente scansò.
"State facendo una cosa orribile, anche per una come Jane".
"Bè potremmo farle credere di essere sempre stata dei nostri, potremmo salvarla così facendo" intervenne Bella.
"Per quanto durerà l'incantesimo?" s'informò Carlisle osservando Hermione.
"Per sempre" rispose lei.
Rosalie sorrise soddisfatta "Vedete? Facciamo anche un'opera di bene, per lei e per tutti" disse poi avvicinarsi alla vampirella.
"Ti chiami Jane" cominciò quando ebbe la sua attenzione.
"Mi piace" rispose lei tutta sorridente "Voi chi siste?".
"Siamo la tua famiglia, io sono la sorellina Rosalie e quelle sono le sorelle Bella e Alice, mentre Jasper, Edward ed Emmett sono i tuoi fratelloni. Carlisle ed Esme sono mamma e papà adottivi".
"Mamma!" esclamò Jane correndo ad abbracciare Esme "Mi sei mancata!".
Esme rimase interdetta per qualche secondo per poi stringere la piccola tra le sue braccia "Anche tu tesoro" disse teneramente.
"Non avrei mai pensato di assistere ad una scena del genere" commentò Edward.
"Ma non si può ripetere l'incantesimo anche sugli altri?" domandò Emmett.
"Meglio di no" rispose Carlisle "Già lei mi preoccupa, Jane è sempre stata cattiva, godeva nel far soffrire le persone o i vampiri … non credo che una perdita di memoria potrebbe cambiare anche la sua indole".
"Non è così" intervenne Rosalie "E' come con un bambino: se ti accorgi che tuo figlio fa cose cattive che cosa fai? Lo ammazzi? No, gli fai capire che non le deve fare, lo educhi".
"Sì ma educare Jane è come educare un serpente a sonagli, se poi ti morde sei spacciato" disse Edward "Potrebbe essere un'arma a doppio taglio..".
Voci lontane e colpi violenti fecero voltare i presenti verso l'inizio del corridoio.
"Forse sarà bene continuare la discussione in futuro, ora abbiamo cose più importanti a cui pensare" tagliò corto il dott. Cullen.
"E allora che ne facciamo?" domandò Alice.
"Per ora teniamola con noi" mormorò Carlisle avviandosi verso il corridoio seguito dagli altri.
Jane nel frattempo non sembrava aver sentito niente, se ne stava accoccolata ad Esme con la testa appoggiata alla pancia di quest'ultima e gli occhi chiusi, sul viso della vampirella si poteva notare un'insolita espressione di tenerezza mista a tranquillità.






Note dell'autrice

Lo so, lo so … sono in un mega ritardo, ma purtroppo non avevo la più pallida idea di come descrivere le scene di battaglia e piuttosto che scrivere delle cavolate ho preferito aspettare che mi venisse l'ispirazione. L'idea di Jane mi è venuta leggendo la lista degli incantesimi su Wikipedia, quando ho letto gli incantesimi di memoria (di cui era esperto il mio a d o r a to Gilderoy Allock) mi sono detta -perché no?-. Spero di non aver fatto una cavolata e che approviate la mia ideuzza. Qualche piccolo chiarimento: Jane io me la sono immaginata come Dakota Fanning perché in teoria (stando a quanto ho letto finora) è lei che dovrebbe interpretarla nella trasposizione cinematografica di New Moon, quindi è per questo motivo che ogni tanto la chiamo "vampirella" o cose simili, perché me la immagino come poco più che una ragazzina; in secondo luogo ho descritto questa sua "trasformazione" da vampira sadica a bimba affettuosa perché ho preso spunto dal film Harry Potter e la Camera dei Segreti dove Gilderoy Allock dopo essere stato colpito dal suo stesso incantesimo di memoria non solo non ricorda più niente ma sembra anche completamente rimbambito (più del solito diciamo). Infine comunico che ho deciso di mettere questa "presentazione" alla fine del capitolo per non rischiare di rovinarvi la sorpresa. Sono assolutamente desolata ma non riesco a rispondere ai commenti perché ho pochissimo tempo, sappiate comunque che ringrazio tutti coloro che commentano la mia storia e coloro che la seguono in silenzio.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: Lies ***


L’unione fa la forza





Capitolo 16: Lies


Ginny, così bella nel suo abito color porpora, si dondola sull’altalena situata nel giardino della Tana, il vento le smuove i lunghi capelli rossi che le svolazzano attorno al capo come un’aureola dorata. Sorride felice mentre getta indietro la testa ed alza le gambe per darsi la spinta, sembra di vedere una scena di un film … tutto scorre a rallentatore.
Forse perché è un sogno.
Harry aprì di scatto gli occhi e con altrettanta velocità si mise a sedere sul lettino, la fronte era madida di sudore e senza pensarci due volte ci passò sopra con la manica della divisa strappata e sporca che ancora indossava, nel frattempo vide di recuperare gli occhiali che indossò senza pensarci due volte. Si guardò intorno, il respiro era accelerato, qualcosa gli diceva che la battaglia era cominciata: si sentivano tonfi e urla di sottofondo.
Il ragazzo fece per alzarsi in piedi ma una fitta di dolore frenò i suoi intenti, non poteva starsene lì per sempre, i suoi amici avevano bisogno di lui; con la mano destra premuta sul rispettivo fianco riuscì con non poca fatica a rimettersi in piedi, nel frattempo con la sinistra inforcò la bacchetta che puntò dritta davanti a sé, giusto per non farsi trovare impreparato nel caso in cui qualcuno si fosse avventurato fino all’aula di Pozioni. Ebbene, evidentemente qualcuno prese questa decisione…
Un uomo alto vestito con un ampio mantello nero se ne stava fermo sulla soglia dell’aula, sul volto era stampato un sorrisetto malefico ed alquanto irritante.
“Harry Potter immagino” disse lo sconosciuto con voce melliflua e suadente mentre avanzava di un passo.
“E lei chi è?” domandò il ragazzo facendo un passo indietro, non era sicuramente nella condizione di ingaggiare un duello magico con qualcuno, anche se per essere una mangiamorte era piuttosto strano … dov’era la sua bacchetta?
“Mi chiamo Aro, sono il capo di una setta di vampiri chiamati Volturi, magari hai sentito parlare di noi” rispose il vampiro avvicinandoglisi.
“Di sfuggita, ma da quello che ho capito non siete esattamente delle brave persone” lo schernì Harry continuando ad indietreggiare.
Aro sorrise “No, infatti, ammetto che abbiamo dei gusti un po’ raffinati per essere considerati dei vampiri buoni come i tuoi amici Cullen, ma questo non significa che uccidiamo così per sport chiunque si pari sulla nostra strada”.
“Ah no? Perché io in effetti ho sentito il contrario”.
“Carlisle esagera sempre, noi non siamo cattivi Harry, la cattiveria è un fatto di punti di vista, se essere cattivi significa cibarsi di sangue umano allora praticamente tutti i Cullen sono degli assassini, per non parlare poi di Jasper Hale che sarebbe considerato alla stregue di un serial killer”.
“Stai mentendo”.
“Affatto, chiedilo a loro se non ci credi, sono così gentili e simpatici che non ti racconterebbero mai una bugia, giusto? Sbaglio o sono quasi sul punto di adottarti? Harry apri gli occhi! I vampiri sono vampiri e si cibano di sangue umano, non c’è una via di mezzo, possono farti credere che non sia così ma sta alla tua intelligenza giudicare. In quali libri hai mai letto di vampiri buoni che aiutano le persone e si cibano di sangue animale? Io non sono cattivo, sono semplicemente un vampiro come lo sono anche i Cullen”.
“Se ti aspetti che io creda alle tue bugie caschi proprio male, sono ferito ma non ho ancora perso la ragione”.
“E perché credi più a loro che a me? Solo perché Edward ti ricorda un amico morto per causa tua qualche anno addietro? Edward non è Cedric, ragazzo mio, gli somiglia solo di sfuggita. Cedric non era un assassino, giusto?”.
“Stai zitto!” urlò Harry “Certo che Cedric non era un assassino!”.
“Bene” esclamò Aro battendo le mani “Allora lo vedi che non centrano nulla l’uno con l’altro? Sapessi quanti ne ha fatti fuori Edward, dell’ultima si è innamorato e l’ha trasformata in una vampira condannandola ad un’esistenza dannata, ti sembra eroico tutto questo?”.
“Parli di Bella?” domandò Harry.
“Sì, Bella Cullen, l’ultimo acquisto di questa famiglia di vampiri modello, lei si era innamorata e lui anziché scomparire e lasciarla vivere ha deciso di farla fuori e trasformarla, non te l’aspettavi vero?”.
“L’ha fatto per amore!” urlò Harry chiedendosi che cosa avrebbe fatto lui se fosse stato al posto di Edward e Ginny al posto di Bella.
“L’ha fatto per egoismo! Perché se era umana non poteva andarci a letto insieme altrimenti la rompeva! Non sono tutti buoni Harry, specie quelli che te lo fanno credere … sono solo vampiri e in mente hanno solo il sangue, nient’altro”.
“E perché mi dici tutto questo?” s’informò Harry arrivando ormai a toccare la parete dell’aula con la schiena.
“Me lo chiedi perché hai finito l’aula e non puoi più indietreggiare?” lo schernì Aro per poi farsi serio “Te lo rivelo perché non mi piace l’idea di passare sempre per il cattivo mentre altri della mia specie e con le stesse mie abitudini vengono incoronati re e regine della bontà solo perché sanno recitare meglio di me e dei miei amici”.
“Non ho detto che ti credo”.
“Non volevo che me lo dicessi, ho solo ritenuto opportuno fartelo sapere prima di farti fuori, perché vedi caro Harry, di Voldemort e della sua crociata personale contro di te non me ne importa nulla, non sono qui perché ho sentito le storie che parlano del prescelto o fesserie simili, sono qui solo ed esclusivamente perché l’odore del tuo sangue si sente dal fondo del corridoio e io ho molta sete”.
Quando Aro fece per saltargli addosso Harry non fu in grado di muovere un solo muscolo, era come impietrito, nella sua mente riecheggiavano ancora quelle parole “L’ha fatto per egoismo” “E’ solo un assassino” “Siamo tutti vampiri”. Fortunatamente qualcuno arrivò in suo aiuto.
Un rumore di vetri che si rompono, una pioggia di schegge taglienti ed Harry rannicchiato sotto la finestra.
“Harry … Harry stai bene?” quella voce.
“Edward…” mormorò il ragazzo rimettendosi in piedi un po’ a fatica per poi essere raggiunto da Carlisle.
“Fammi vedere” gli disse gentilmente il medico notando che perdeva sangue.
“Non mi toccare!” urlò Harry allontanandosi.
“Harry siamo noi” cercò di tranquillizzarlo Edward.
“Ti ho detto di starmi lontano, mostro!” esclamò Harry puntandogli la bacchetta contro.
“Harry ma sei impazzito?” gli domandò Ron andandogli vicino “Ti hanno appena salvato la vita”.
“Che fine ha fatto?” chiese Harry mantenendo il contatto visivo e la bacchetta puntata verso Eward.
“L’hanno buttato fuori dalla finestra” lo informò Hermione “Ma che ti prende? Non li riconosci più? Sono i nostri amici, Harry”.
“Amici? Io non ne vedo, vedo solo dei vampiri” rispose Harry con disprezzo.
“Dovresti ascoltare quello che dice il tuo cuore, non le parole di un bugiardo, ti credevo più in gamba, mago” intervenne Edward con il medesimo disprezzo nei confronti del mago.
“Ehi, bada a come parli, vampiro!” s’intromise Ron puntando anch’egli la bacchetta contro Edward.
“Ma che cosa state facendo?” urlò Hermione “Non capite che così fate il loro gioco?! Ci vogliono dividere perché…”.
Improvvisamente Hary ricordò le parole di Luna “Se io fossi Tu-sai-chi è proprio così che vorrei che ti sentissi, perché se sei solo non sei una grande minaccia”.
“…perché soli non siamo una grande minaccia!” esclamò Harry con un mezzo sorriso abbassando la bacchetta e costringendo Ron a fare lo stesso.
“Ci sei arrivato è? Ci hai messo un po’…” lo rimproverò bonariamente Hermione battendogli una mano sulla spalla.
“Ahia! Hermione cavolo, un po’ delicatezza!” si lamentò Harry.
“Scusascusascusa!”.
“Ora me la fai dare un’occhiata?” gli domandò nuovamente Carlisle.
“Sì, le chiedo scusa professore” rispose Harry mortificato.
“Posso sapere che cosa ti ha detto Aro?” s’informò il dottore mentre esaminava la ferita e i tagli provocati dai vetri.
“Che voi vampiri siete tutti uguali, non esistono vampiri buoni e cattivi, i vampiri per natura uccidono le persone e ne bevono il sangue … e che ognuno di voi l’ha fatto” mormorò il ragazzo.
“Sì, appena fummo trasformati, quando non sapevamo come controllare la sete ne che potevamo vivere anche senza uccidere le persone … è stato tanto tempo fa ed ora non è più così” gli spiegò Carlisle.
“Mi dispiace di non avervi creduto” si scusò Harry vergognandosi terribilmente.
“Già, dispiace anche a me per aver creduto a lui” scherzò Ron fingendo di lanciare un’occhiataccia ad Harry “Avrei dovuto sapere che di Harry Potter non ci si può fidare, colui che urlava a tutto il mondo che il signore oscuro era tornato, che sciocchezze!”.
Tutti scoppiarono a ridere, non c’è che dire, ogni tanto l’umorismo di Ron tornava veramente utile. “Vi posso parlare un attimo?” disse Harry rivolgendosi ad Edward e Bella che acconsentirono e si staccarono per qualche attimo dal resto del gruppo.
“Aro mi ha detto che è stato Edward a trasformati così…” cominciò osservando Bella.
“Sì è vero, è stato lui … perché che cosa ti ha detto Aro?” domandò Bella con circospezione.
“Perché l’hai fatto?” chiese Harry questa volta rivolgendosi ad Edward ed ignorando la domanda di Bella.
“Per amore, Harry, tu non l’avresti fatto per Ginny se lei fosse stata morente?”.
“Aspetta, lei era morente?”.
“Sì, ero morente … ma che te ne importa?” disse Bella rivolgendosi ad Harry con tono infastidito.
“Perché Aro mi ha detto che lo avevi fatto solo perché la volevi per te, perché sei un egoista”.
“Tu gli hai creduto?” più che una domanda era un’affermazione ed Edward non l’aveva fatta con tono troppo gentile, anzi, aveva usato un tono piuttosto irritante in effetti.
“Mi è sembrato ragionevole”.
“Ragionevole?!” esclamò Edward infuriato “Dopo avermi conosciuto credi davvero che io avrei potuto fare una cosa del genere ad una persona che amavo?”.
“No, mi è sembrato eccessivo, ma ciò non vuol dire che non avrebbe potuto essere vero; a quanto vedo sei piuttosto possessivo con Bella”.
Bella alzò gli occhi al cielo come a supplicare qualsiasi Dio o Dea di darle la forza di risparmiare quell’essere umano.
“Un marito che è protettivo nei confronti della moglie è una cosa, un marito che la trasforma in vampiro solo per assicurarsi che sia sua per sempre è un’altra”.
“Hai ragione, ti chiedo scusa” ammise Harry.
“Peccato che la magia di Silente annulli il mio potere, sono davvero curioso di sapere che cosa tu stia pensando ora”.
“Che mi dispiace” rispose Harry mortificato.
“Non ne sono troppo convinto” concluse Edward con tono duro per poi prendere per mano Bella ed allontanarsi dal maghetto.
Proprio in quel momento qualcuno irruppe nell’aula di Pozioni.
“Harry!” esclamò una voce femminile.



Note dell’Autrice

Allora prima di tutto vorrei ringraziare tutti quanti voi che mi seguite e che attendavate questo capitolo con impazienza, per non avermi mandato qualche serial killer a casa per farmi fuori (o se lo avete mandato ringrazio il cielo che non mi abbia trovata in casa u.u). Ora procediamo con le rispose ai commenti anche del penultimo capitolo (non mi sono dimenticata):
xDarkViolet92: sì infatti, povero Harry, ma ho notato che nei libri è sempre quello che ci rimette di più quindi non ho fatto eccezione nella mia storia xD *risata sadica&maligna*
Per quanto riguarda la trasformazione di Jane non l’avevo programmata, mi è uscita così e sono contenta che abbia avuto successo xD
xwawa chan: hai assolutamente ragione, in effetti è la mia paura più grossa anche se per ora mi sono stupita del fatto che tutto sommato non mi sembra di aver scritto grosse cavolate xD, comunque grazie per la recensione e spero anche io di riuscire a continuare così ;)
xDenebDenise: grazie per la recensione e spero che anche questo sia di tuo gradimento come i precedenti ^^
xPhOeNiX_93: scusa se ti ho fatto aspettare una vita ma è che questa parte non me la sono proprio immaginata quindi sto improvvisando quando mi viene l’ispirazione, questo capitolo ad esempio non l’avevo affatto progettato così, l’idea era di fare che fosse Voldemort a trovare Harry, scrivendo però mi è venuta quest’idea ;) comunque grazie e continua a seguirmi! ^^
x_chocola_: hai esattamente centrato il punto di vista di Rosalie, per questo motivo lei la ritiene salvabile, anche se forse un po’ è anche perché Rosalie ha un debole per i bambini. Grazie per la recensione, comunque ^^
xDiNozzo323: mi fa piacere che ti sia piaciuta, in effetti contavo sull’effetto di questo colpo di scena ^^ Continua a seguirmi!

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Capitolo 18
*** Capitolo 17: Fears and Incomprehensions ***


L'unione fa la forza






Capitolo 17: Fears and Incomprehensions



Ginny respirava con affanno e se ne stava di fronte alla porta dell'aula di Pozioni, nel sotterraneo. Era palesemente trafelata e, dopo aver adocchiato tutti, i il suo sguardo si soffermò su una figura in particolare, quella del suo ragazzo che rappresentava il motivo che l'aveva spinta a raggiungere il più in fretta possibile l'aula di Pozioni.
Senza attendere un solo secondo corse fino a raggiungere Harry per poi gettarsi tra le braccia di lui già pronte ad accoglierla.
"Harry, avevo paura che lui ti avesse trovato" disse la ragazza scoppiando a piangere ed aggrappandosi al corpo del ragazzo.
"Ginny calmati" mormorò Harry guardandola in volto "Chi avevi paura che mi trovasse?".
"Voldemort" mormorò lei tra le lacrime per poi nascondere nuovamente il viso sul petto del ragazzo.
"Chi?" domandò Hermione che non era sicura di aver capito bene; da quando Ginny pronunciava il nome dell'oscuro signore? Di solito tra di loro lo chiamavano "Tu-sai-chi" come facevano tutti, solo Harry non si poneva alcun problema a chiamarlo per nome.
Ginny staccò il viso dal corpo di Harry ed osservò Hermione con lo sguardo più sconsolato che riuscì ad assumere.
Prima che chiunque dei presenti facesse in tempo a muovere un solo muscolo o a spiaccicare una sola parola, sulla soglia comparve qualcuno che probabilmente nessuno si sarebbe aspettato di vedere.
"Stupeficium!" urlò la ragazza puntando la bacchetta contro la Weasley e facendola volare contro il muro per poi crollare a terra priva di sensi.
Colei che aveva lanciato l'incanto osservava ora l'opera compiuta con un sorrisetto fiero stampato sul volto poi con la destra riportò una ciocca di capelli rossi dietro il medesimo orecchio.
"Non ti posso lasciare un attimo da solo che già te la fai con una serpeverde drogata di pozione polisucco?" domandò Ginny ironicamente avvicinandosi agli altri. Ron però non le permise di avvicinarsi di un altro passo, le puntò la bacchetta contro guardandola con circospezione.
"Aspetta, chi ci dice che tu sia la vera Ginny?" le domandò a ragion veduta il rosso.
"Ron tu sei un impiccione e un rompi scatole, non posso nemmeno abbracciare o baciare Harry quando tu sei presente nella stessa stanza, e se per caso lo faccio mi accusi di -atti osceni in luogo pubblico- e fai di tutto per farci sentire colpevoli, neanche turbassimo il tuo stato di innocente quiete mentale".
Ron era allibito e lo stato di Harry non si allontanava troppo dalla condizione dell'amico.
"Non c'era un modo per farmelo capire senza farmi sembrare un idiota davanti a tutti?" le sbraitò contro il fratello, rosso come un pomodoro.
"Ron, ma il problema non è farti fare la figura dell'idiota, il fatto è che è tutto vero, questa è la cosa preoccupante" gli spiegò Hermione andandogli vicino.
Ron si limitò a metterle un braccio intorno le spalle e sbuffare sonoramente "E' una congiura".
"Non lo è affatto e visto che, stando a quanto mi ha detto mamma, ora tu ed Hermione state insieme, farò esattamente come fai tu" lo minacciò la sorella mantenendo comunque un tono tranquillo.
La ragazza si avvicinò poi ad Harry che la abbracciò di rimando "Scusami Ginny" mormorò riferendosi allo sbaglio commesso poco prima.
"Non ti preoccupare, ti perdono giusto perché sei debilitato e anche un po' confuso" rispose lei sorridendogli e baciandogli una guancia.
"Ehm ehm …" tossi Ron "scusate se disturbo ma noi avremmo una guerra da vincere" disse osservando anche i Cullen, o meglio i Cullen presenti, che nel frattempo osservavano la scena con dei sorrisetti divertiti stampati sui bei visi.
"Dove sono gli altri?" domandò Ginny notando la mancanza di qualcuno; solo Carlisle, Edward e Bella infatti rispondevano all'appello.
"Sono in giro a rendersi utili" le rispose Carlisle.
"Com'è la situazione, Ginny?" le domandò Harry.
"La Sala Grande è un vero campo di battaglia, ci sono Lupin, Tonks, Moody, Silente e la McGranitt contro non so quanti mangiamorte e credo ci siano anche dei vampiri in giro…" spiegò la ragazza senza scendere troppo nei dettagli. "Quindi bisogna raggiungere la Sala Grande" sentenziò Harry.
"Forse sarebbe meglio essere sicuri che quelli del primo anno stiano bene, non ho molta fiducia nella professoressa Cooman?" intervenne Hermione facendo sorridere Carlisle.
"Andiamo Hermione, che cos'ha che non va quella povera donna?" le domandò bonariamente.
"C'è bisogno di chiederlo, professor Cullen?" rispose lei con una smorfia.
"Ok, scusate se mi intrometto ma allora che si fa?" chiese Edward ritornando al discorso principale.
"Ci dividiamo" concluse Harry attirando gli sguardi sbigottiti di Ron e Ginny.
"Va bene, ma io vengo con te!" esclamò la rossa stringendo la mano del suo ragazzo.
"Ginny…" cominciò lui per essere bruscamente interrotto mezzo secondo dopo.
"Non ti azzardare a dirmi di restare qua, sai! Io vengo con te, discussione chiusa".
"Va bene allora facciamo così: Edward Bella, voi accompagnerete Harry e Ginny nella Sala Grande, mi raccomando state in guardia; io, Ron ed Hermione resteremo nei sotterranei e ci assicureremo che gli altri studenti stiano bene" disse Carlisle col tono autoritario di un padre di famiglia.
Non ci fu alcuna obiezione seppure Harry si guardò bene dall'incrociare lo sguardo con Edward o Bella, spettava a Ginny equilibrare la situazione scambiando di tanto in tanto qualche furtiva parola con i vampiri. Era tutto così ridicolo.
… "Dove siamo?" domandò Bella ad un certo punto che a furia di salire e scendere scale aveva praticamente perso il senso dell'orientamento.
"Quella è l'aula di Trasfigurazione" le spiegò Ginny indicando una porta ad un paio di metri da loro.
"Entriamo?" chiede Edward osservando i dintorni. Sembrava ci fossero solo loro.
Harry annuì ed il vampiro se ne accorse, tutti insieme quindi si diressero verso l'aula di Trasfigurazione, rifugiandovisi all'interno.
Improvvisamente qualcosa oltre passò la porta dell'aula, sembrava una figura eterea e colorata di una strana luce bianco/bluastra.
"E' la donna di papà!" esclamò Ginny osservandola.
Edward e Bella si guardarono non avendo la minima idea di che cosa la Weasley stesse dicendo.
"Incanto patronus" spiegò Harry "Scaccia di dissennatori e è utile anche come mezzo di comunicazione".
"Sssh!" disse Ginny avvicinandosi all'animaletto incantato.
"Ginny non ti preoccupare, noi stiamo tutti bene, siamo vicino all'aula di Difesa contro le arti oscure e con noi ci sono anche Esme, Jasper e Alice. Abbiamo incrociato Fred e Goerge per strada, stavano con le gemelle Patil, Seamus e Dean e stanno tutti bene. Se riesci rispondi a questo messaggio, non abbiamo notizie ne di Ron ne di Hermione." Detto questo l'incanto patruns si dissolse lasciando uno spazio vuoto al suo posto, ma alleviando contemporaneamente la preoccupazione dei ragazzi e dei vampiri.
"Ok, rispondiamo" disse Ginny agitando la bacchetta.



"Dici che l'incanto patronus avrà funzionato?" domandò la signora Weasley a suo marito. Sembrava veramente sull'orlo di una crisi di nervi, odiava quella sensazione di ignoranza rispetto a cosa stesso facendo i suoi figli, soprattutto la sua Ginny, la sua unica femmina.
Esme, che capiva perfettamente come si potesse sentire le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
"Molly, sono sicura che Ginny e Ron stanno bene, sono due ragazzi in gamba" cercò di calmarla col tono più rassicurante che riuscì ad assumere.
Jasper si avvicinò alla donna e le strinse la mano nella sua "Non si preoccupi signora Weasley, ho conosciuto personalmente Ginny e Ron e sono certo che siano in grado di cavarsela in ogni situazione".
Le parole di Jasper e di Esme corrispondevano al vero e questo la signora Weasley lo sapeva bene, se a ciò aggiungiamo una buona dose di calma e tranquillità infusale dal medesimo vampiro, si può dire che i nervi della signora Weasley smisero in breve tempo di essere tesi come corde di violino.
"Grazie, avete ragione, mi sento anche meglio grazie alle vostre parole … più rilassata direi".
Non appena Molly ebbe terminato di pronunciare quelle parole, un enorme cavallo dai riflessi argentei comparve in fondo al corridoio galoppando nella loro direzione.
"Di chi è il cavallo?" domandò Alice.
"E' il patrnous di Ginny!" esclamò al settimo cielo la signora Weasley.
Il cavallo si fermò di fronte ai presenti e cominciò a parlare con la voce di Ginny:
"Mamma, papà, io sto bene. Sono con Harry, Edward e Bella nell'aula di Trasfigurazione. Ho visto Ron ed Hermione, stanno bene anche loro e si sono diretti insieme al professor Cullen nei sotterranei per assicurarsi che la professoressa Cooman e gli studenti siano illesi. Vi voglio bene!". Detto questo il cavallo si volatilizzò come era successo in precedenza con la donnola del signor Weasley.
"Lo sapevo che la mia piccola era al sicuro, sia benedetto quel ragazzo!" esclamò la signora Weasley congiungendo le mani a mo' di preghiera e riferendosi ovviamente ad Harry.
"Allora andiamo da loro" sentenziò il signor Weasley ottenendo il consenso di tutti i presenti e dirigendosi quindi, seguito dagli altri, verso l'aula di Trasfigurazione.



"Te l'avevo detto che dovevamo svoltare di là, è da un'ora che facciamo su e giù per le scale e non abbiamo ancora incontrato neanche un mangiatore!" esclamò un Emmett psicologicamente esausto ed annoiato.
"Si dice mangiamorte, mica mangiatore!" lo rimproverò Rosalie "Che cavolo è un mangiatore?".
"Uno che mangia tanto" le rispose prontamente Jane con la sua squillante vocetta da bambina.
Emmett scoppiò a ridere "Però, è avanti la bambina" disse allegramente mentre Jane sorrideva tutta soddisfatta della sua risposta.
"Lasciamo stare" sentenziò Rosalie che già da un po' teneva Jane per mano e la trattava come se fosse sua figlia "E poi non è mica colpa mia se sto cavolo di castello è peggio di un labirinto!".
"Dovremmo essere vicini alla Sala Grande comunque" riprese la vampira dopo qualche minuto.
"E devo dire che la cosa non mi dispiace nemmeno un po'" rispose poco dopo Emmett osservando un punto poco distante da loro ed assumendo un tono che avrebbe fatto paura a chiunque.
Draco Malfoy, insieme a Tiger e Goyle, se ne stava semi-nascosto dietro un angolo a gustarsi lo spettacolo senza ovviamente correre alcun tipo di rischio. Coraggioso come al solito, insomma.
"Guarda guarda chi c'è, sbaglio o voi siete i piccoli sorci che ci hanno teso l'imboscata nella foresta?" domandò avvicinandosi ai tre serpeverde "Tu poi…" continuò indicando Malfoy "…sei anche la serpe che ha insultato la mia donna e alla quale non ho fatto in tempo a dare una bella lezione, di quelle che dico io e che fanno male".
Malfoy se la stava praticamente facendo sotto e i suoi due amichetti anche. Optarono anche questa volta per la fuga ma non appena si voltarono dalla parte opposta trovarono Rosalie a sbarrare loro la strada.
"Non così in fretta" disse con tono suadente ma nello stesso tempo minaccioso.
"Chi sono loro?" domandò Jane che finora era rimasta a guardare.
"Loro sono dei bambini molto cattivi, tesoro, e ora io ed Emmett gli diamo una bella lezione" le spiegò Rosalie senza staccare lo sguardo da Malfoy che, a giudicare dalla sua espressione, non aveva mai desiderato così tanto di potersi tramutare in polvere.
"Posso anche io?" domandò la piccola tutta eccitata cominciando a saltellare sul posto.
Rosalie era indecisa, se glielo avesse permesso probabilmente li avrebbe ammazzati sul serio, cosa che loro non avevano intenzione di fare, nello stesso tempo sapeva che ci sarebbe rimasta male in caso di risposta negativa e non voleva dare un dispiacere alla sua piccola.
"Facciamo così, amore, ora Rose e Emmett ti fanno vedere come si fa, così il prossimo bambino cattivo lo sistemi tu, ti va?".
Jane annuì anche se un po' a malincuore "Va bene sorellina, ora vi guardo e basta".
"Il biondo è mio" disse Emmett prenotandosi per dare una bella lezione a Malfoy.
Nel giro di pochi minuti Tiger e Goyle erano stati messi k.o. da Rosalie, mentre Jane applaudiva come una pazza, Malfoy era stato malmenato ma era ancora cosciente, per il momento.
"Dai amore falla finita, dagli una botta in testa o scaraventalo da qualche parte … dobbiamo trovare gli altri" disse Rose prendendo Jane per mano.
"Come vuoi, gattina" rispose il vampiro.
Ma le cose non andarono proprio come previsto: Lucius Malfoy si materializzò proprio in quel momento e in mano teneva una balestra.
Tutto successe molto rapidamente, Emmett che non si aspettava una simile apparizione, non fece in tempo a reagire. Una freccia avvelenata gli trapassò il collo da parte a parte sotto lo sguardo pietrificato di Jane e Rosalie.
"Devo sempre tirati fuori da guai!" disse Lucius prendendo Draco per un braccio e cercando di condurlo lontano visto che, nelle attuali condizioni in cui si trovava, sembrava difficile che fosse in grado di smaterializzarsi.
Rosalie si gettò sul corpo di Emmett, quanto avrebbe voluto poter piangere, lui cercò di dirle qualcosa ma assai presto i suoi occhi dorati si chiusero e il respiro cessò. Difficile però dire se per lui era veramente finita.
La vampira osservò con occhi carichi d'odio padre e figlio, si alzò in piedi e si avvicinò lentamente a loro "Non ho mai ucciso nessuno in vita mia per il semplice piacere di bere il loro sangue, ma questo non significa che io non sia un'assassina. Ci sono persone che non meritano la vita e altre che la meritano ma che questa viene loro strappata via dagli appartenenti alla prima categoria. Tanto per chiarirci, io odio voi umani e in special modo odio voi appartenenti alla seconda categoria, quando uccido qualcuno di voi non mi sento minimamente in colpa".
In quel momento Lucius e Draco capirono che potevano cominciare ad avere paura.


Note dell'Autrice

Lo so, lo so, sono in un mega-extra-super ritardo ma non vi preoccupate ci sono e non lascerò questa cross-over incompleta, giurin giuretto! Cooomunque tornando a noi, per la storia della materializzazione e smaterializzazione so bene che entro i confini di Hogwarts non è possibile smaterializzarsi (e probabilmente l'ho anche scritto in qualche capitolo precedente) ma ho pensato che probabilmente Voldemort ne possa aver escogitato qualcuna delle sue per eliminare questo ulteriore ostacolo, anche perché non potevo fare che il caro Lucius si avvicinasse a piedi perché Emmett essendo un vampiro con olfatto e udito molto sviluppati l'avrebbe sentito subito. Da qui l'esigenza di modificare qualche piccolissima cosuccia, spero che mi perdonerete. Sì, sì, so anche che forse l'ho fatta un po' tragica ma che ci volete fare, sono fatta così. Odio i film dove praticamente il 90% della trama è composta da battaglie e alla fine ci sono i protagonisti o comunque i personaggi principali che non hanno nemmeno un graffio (tipo Legolas nel Signore degli Anelli, d'accordo che è un elfo ma non è mica indistruttibile!). Detto (anzi -scritto-) questo vi chiedo di perdonarmi se c'è qualche piccolo errorino qua e là ma ho pochissimo tempo e non riesco a rileggerla per bene. Spero comunque che vi piaccia e, non temete, teoricamente non dovrei farvi aspettare ancora così tanto per il prossimo capitolo perché alcune parti le ho già bene in mente. Alla prossima!

x PhOeNiX_93: sei gentilissima come al solito e io ti faccio sempre aspettare un casino! Invoco il tuo perdono e spero che questo capitolo ti piaccia come gli altri ^^
x DiNozzo323: andiamo … ad Hogwarts, ti va? *-* Comunque sì, in effetti Harry ha fatto un po' la parte dell'idiota ma come biasimarlo? In effetti libri e leggende varie descrivono i vampiri come creature della notte assetate di sangue stile Dracula (di cui Harry può aver sentito parlare o letto qualcosa essendo cresciuto nel mondo babbano). Continua a seguirmi! ^^
x DarkViolet92: già, in effetti è vero; però bisogna tenere conto che con tutta l'esperienza che ha (e il fascino di vampiro che non funziona solo con coloro di sesso opposto ma con le vittime in generale) è possibile che sia riuscito ad inculcare nella mente di Harry (già parecchio confusa e debilitata in seguito ai recenti avvenimenti) la sua verità. Spero che questo nuovo capitolo sia di tuo gradimento ^^

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Capitolo 19
*** Capitolo 18: Assassin ***


L'unione fa la forza





Capitolo 18: Assassin



"Rose, ferma!".
Prima che la vampira bionda potesse muovere un ulteriore passo verso i Malfoy, una voce perentoria ma gentile le ordinò di fermarsi. Ella eseguì malvolentieri continuando a lanciare occhiate omicide a padre e figlio.
"Guarda cos'hanno fatto ad Emmett!" urlò senza voltarsi in direzione di Carlisle che l'aveva raggiunta seguito da Ron ed Hermione.
Il dottore si chinò sul giovane vampiro privo di sensi ed estrasse la freccia che l'aveva colpito alla gola; subito indirizzò lo sguardo verso la moglie di Emmett.
"Si riprenderà, lo devi portare al sicuro".
Ron ed Hermione si affiancarono a Rosalie e puntarono le bacchette rispettivamente contro Draco e Lucius.
"Non ti preoccupare, li teniamo d'occhio noi" le disse Hermione senza perdere il contatto visivo con le due serpi.
Rosalie a malincuore si voltò verso il padre adottivo e, chinandosi su Emmett lo sollevò senza problemi.
"Portalo nei sotterranei, lì starà bene" le consigliò il dottore che, dopo un recente sopralluogo aveva constatato che quella zona non era ancora stata presa di mira da mangiamorte o volturi.
"Insieme Ron" ordinò Hermione puntando la bacchetta contro Draco.
"Stupeficium" dissero in coro i due ragazzi stordendo i due mangiamorte che caddero svenuti sul pavimento.
In breve anche gli altri amici e parenti li raggiunsero nei pressi della Sala Grande; dall'interno di quest'ultima provenivano rombi e tonfi veramente poco rassicuranti.
"Dobbiamo entrare" disse Ginny perentoria, stare lì senza fare niente mentre maghi del calibro di Lupin, della McGranitt o anche di Silente combattevano senza tregua, era veramente estenuante.
"Harry, in caso ce ne fosse bisogno, sotto al materasso ho lasciato un pergamena con una frase …è quella che dovrai scrivere sulla mia lapide" mormorò Ron deglutendo rumorosamente.
"Ron!" esclamò Hermione tirandogli una gomitata.
"Ronald" la seguì la signora Weasley.
La decisione ormai era presa, sebbene gli umani si rendessero conto di non possedere i doni dell'indistruttibilità e dell'immortalità come i vampiri , non si sarebbero sicuramente tirati indietro.
Nella Sala Grande, come previsto, i combattimenti raggiungevano l'apice: vampiri contro maghi, maghi contro mangiamorte, tutti cercavano di darsi da fare come potevano.
"Se tardavate ancora un po' vi perdevate la parte migliore" esclamò Fred mentre metteva k.o. un mangiamorte con un incantesimo di disarmo.
"Scusate ma avevamo da fare, noi non perdiamo il nostro tempo a giocare con i mangiamorte" gli rispose Ron occupato ad evitare di farsi raggiungere da uno schiantesimo.
"Oh, certo preferite farvela con i vampiri" lo prese in giro George che parò un colpo diretto al gemello.
Harry in breve tempo si ritrovò da solo, aveva perso il conto di quanti mangiamorte aveva stordito ed ora si guardava intorno sospettoso finchè una mano congelata gli afferrò il braccio.
"Poveri mamma e papà, morti per salvare un figlio egoista e presuntuoso" esclamò Aro storcendogli il braccio ed obbligando il ragazzo a lanciare un agghiacciante urlo di dolore.
"Sì, penso che la tua mammina urlasse più o meno così quando Voldemort l'ha fatta fuori … per causa tua" continuò il vampiro avvicinandosi al ragazzo che, caduto a terra, cercava di guadagnare distanza aiutandosi col braccio buono.
"Ti starai chiedendo come lo so, bè il mio potere è quello di assorbire tutti pensieri e i ricordi di una persona semplicemente toccandola, forte vero?" lo prese in giro avvicinandoglisi piano per poi chinarsi su di lui.
Harry non riusciva a muoversi, Aro gli faceva un effetto che nemmeno Voldemort gli aveva mai fatto; si sentiva come paralizzato, distrutto, sconfitto e senza più alcuna speranza.
"Noi due abbiamo una questione in sospeso Potter" sussurrò il vampiro con voce maligna.
Harry lo fissò nei suoi occhi neri, diversi da quelli di Cullen, prima che quell'essere si chinasse sul suo collo ed affondasse i canini nella sua carne.
"Harry!".
Harry sentiva una voce, qualcuno lo chiamava. Ma lui non riusciva a rispondere, i rumori si erano affievoliti, tutto sembrava un ricordo, le forze lo stavano abbandonando … e poi quell'incantesimo.
"Avada Kedavra!".
Cadde a terra con un tonfo, i rumori tornarono ad assillarlo, urla, incantesimi. Come se dopo aver messo tutto in standby le cose fossero ritornate alla normalità ma procedessero a velocità raddoppiata. Qualcuno lo abbracciò sollevandolo da terra.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti, vi prego!".
Ginny, la sua adorata piccola Ginny, era lei che lo teneva tra le braccia.
"Che cosa gli è successo?" un'altra voce. Edward.
"Oh mio Dio!" esclamò vedendo il sangue ed allontanandosi di scatto "Carlisle!".
Il dottore arrivò in un lampo e si chinò su Harry "Ginny, lascialo, ci penso io".
"No!" urlò lei tra le lacrime, piangeva disperata e non sembrava avere la minima intenzione di calmarsi.
La battaglia volgeva al termine ed il bilancio era ancora da realizzare.
"Jasper, Alice" disse Carlisle mentre la vampira staccava delicatamente Ginny da Harry e la portava con sé da suo marito.
"Jasper, calmala" mormorò Alice a Jasper mentre gli affidava Ginny, tornando poi ad aiutare Carlisle che cercava in tutti i modi di salvare Harry.
Il vampiro biondo prese le mani di Ginny cercando di infonderle un po' di tranquillità, per poi allontanarla dalla scena raccapricciante.
"Harry, Harry mi senti?" domandò Carlisle mentre teneva fermo il ragazzo che si dimenava senza sosta.
"Mi sento bruciare" mormorò Harry tra i gemiti di dolore che gli uscivano involontari dalle labbra.
"Il veleno è in circolo, dobbiamo fare presto!" esclamò Edward mentre il dottore si chinava su Harry e, con un'estrema forza di volontà, succhiava via tutto il veleno dal suo sangue.
"Edward mi servono delle bende" sussurrò Carlisle dopo essersi staccato da quel nettare delizioso, per lui.
Il vampiro non se lo fece ripetere, l'infermeria era vicina, doveva fare presto.



Quella che un tempo era stata l'infermeria ora non era che un ammasso di macerie fra le quali spiccavano pezzi di letti, piume dei cuscini ed irriconoscibili frammenti di stoffa che sarebbero potuti appartenere così come alle garze così come alle lenzuola. Edward avanzò lentamente, la polvere che si alzava dai rottami creava una sottile nebbiolina che avrebbe fatto tossire qualunque essere umano. I suoi occhi dorati si spostavano da una parte all'altra, sentiva uno strano odore che però confuso con l'odore strano che albergava in quella precisa stanza, non gli permetteva di comprendere quale fosse esattamente la fonte.
"Crucio!" una voce piatta ed impaurita precedette di qualche secondo la maledizione senza perdono che Edward ebbe cura di evitare senza troppi problemi. Evidentemente colui che l'aveva scagliata non era troppo convinto della buona riuscita dell'incantesimo che, purtroppo per lui, non sortì l'effetto sperato.
"Dovrai fare di meglio se vorrai avere la minima speranza di uccidermi" lo provocò Edward attendendo che quest'ultimo si rivelasse. Stranamente la sua speranza venne esaudita, Codaliscia uscì dal suo nascondiglio con un ghigno stampato sul volto, forse per celare anche se malamente la paura che gli impediva di ragionare coerentemente.
Quando gli occhietti iniettati di sangue dell'animagus si posarono sulla figura del vampiro quasi si sentì mancare il fiato.
"Tu sei morto! Io ti ho ucciso!" cominciò ad urlare indicandolo con la mano opposta a quella in cui reggeva la bacchetta. Lui aveva ucciso Cedric Diggory quella notte al cimitero, quando insieme a Potter era stato trasportato dalla passaporta per contribuire al rituale per la completa rinascita del Signore Oscuro. Come poteva essere di fronte a lui?
"Io non ti ho mai visto, credo che tu sia un po' confuso" lo prese in giro Edward cominciando a camminargli intorno con atteggiamento deliberatamente provocante. Improvvisamente si ritrovò a leggere i suoi pensieri, era molto strano perché sapeva che i poteri suoi e di Alice erano stati appositamente bloccati da Silente per rispetto degli altri studenti e professori. Al momento comunque non si pose il problema ma si concentrò sui ricordi che affollavano la mente di quell'essere abbietto, su uno in particolare.
Un ragazzo che lui aveva ucciso, non conosceva il nome dello studente, sapeva solo che era insieme ad Harry Potter e che Voldemort gli aveva dato un ordine preciso.
"Uccidi l'altro".
Venne colpito in pieno da un Avada Kedavra, l'anatema che uccide, e cadde al suolo morto.

Sembrava che la somiglianza tra lui e quello studente dovesse essere piuttosto evidente visto che anche Harry aveva avuto un momento di interdizione quando l'aveva incrociato la prima volta sul treno, all'inizio pensava che fosse per via dei suoi occhi e del suo aspetto, ma ora tutto appariva più chiaro.
"Tu l'hai ucciso…" mormorò Edward imponendosi di stare calmo, mai e poi mai avrebbe assaggiato il sangue di quel verme, ora capiva che cosa aveva spinto Rosalie a resistere al profumo del sangue dei suoi "assassini": repulsione assoluta., ecco che cosa provava.
Codaliscia dal canto suo cominciò a tremare ma chissà come riuscì comunque a trovare il coraggio di parlare "Il moccioso si è ucciso da solo quando ha deciso di seguire Potter, se fosse rimasto al suo posto non gli sarebbe successo … io ho solo eseguito gli ordini … non è stata colpa mia, ti prego …".
Era un essere schifoso, da dare il voltastomaco. Ovviamente non meritava la sua pietà, era solo misero assassino codardo che non era nemmeno in grado di prendersi le responsabilità delle sue azioni, non meritava di vivere. Eppure Edward non era un assassino, non voleva più esserlo, anche se Codaliscia meritava la morte non sarebbe stato lui a dargliela.
"Se ti azzardi a farti rivedere giuro che ti ammazzo, trascorri la tua misera vita in un buco senza più mostrare il tuo muso in giro e stai attento che se lo farai io lo saprò" cercò di essere il più convincente possibile sperando che la paura gli togliesse ogni forza di provarci, a quel punto si girò di spalle e dopo aver mosso un solo passo la sua mente intercettò i pensieri di quel vile ratto e a quel punto fu costretto ad intervenire.



"Carlisle!" lo chiamò Edward correndo verso di lui con un pacco di garze sterili in mano.
Il dottore le prese in mano per poi dare una rapida occhiata al volto del figlio "Edward stai bene?" gli domandò "Hai avuto qualche problema?" azzardò poi.
Ci aveva messo circa un quarto d'ora per fare ciò che gli era stato chiesto ma conoscendolo ci avrebbe dovuto impiegare al massimo cinque minuti.
Edward fece cenno di no con la testa per poi decidersi a guardare il dottore negli occhi "No, tutto bene … lui come sta?" rispose per poi chiedere informazioni su Harry.
Il maghetto stava sdraiato a terra, gli occhi erano chiusi ma il suo petto si alzava e si abbassava con regolarità.
"Starà bene, ho succhiato tutto il veleno" spiegò Carlisle mentre si accingeva a bendargli il collo bloccando così totalmente l'emorragia.
Edward diede una rapida occhiata attorno a sé, sembrava proprio che avessero vinto; la sua Bella stava facendo la conta dei feriti insieme ad Alice, Rosalie era nei sotterranei con Emmett mentre Jasper si era allontanato con Ginny, Ron ed Hermione parlavano insieme ai gemelli ed aiutavano chi ne aveva bisogno, forse era meglio se anche lui cominciasse a rendersi utile.
Proprio in quel momento altri studenti varcarono la soglia della Sala Grande, erano le gemelle Patil accompagnate a Seamus e Dean. I quattro si diressero da Silente e gli comunicarono che la scuola era libera da ogni minaccia.
Un'ovazione si espanse per la Sala Grande, tutti festeggiavano la vittoria, eppure mancava ancora qualcosa, o meglio, qualcuno.


Note dell'Autrice

Come al solito ci ho messo diecimila vite prima di postare (e dire che avevo già cominciato a scrivere il capitolo già un settimana fa) e di questo mi scuso, ormai non manca molto alla fine (penso tre capitoli circa) e voi direte "Alleluia!". Come vedete me ne sto inventando di tutti i colori e spero che queste mie invenzioni siano di vostro gradimento. Tra l'altro non avevo ancora deciso che fine far fare a Voldy ma ora mi si è accesa una mega lampadina da diecimila watt illuminandomi anche su questo punto. Grazie a chi ancora mi segue e pazientate ancora un pochetto, la tortura sta per finire ;)

x Ramona37: mi fa piacere che ti sia piaciuto, tranquilla ho già in mente come proseguire, ora il proble a sta nel trovare il tempo di metterli per iscritto. Ma ce la farò, tranquilla! ^^
x DarkViolet92: in pratica gli si è piantata una freccia imbevuta di veleno in gola, come minimo dovevo farlo svenire. ^^

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Capitolo 20
*** Capitolo 19: The end of darkness ***


L'unione fa la forza





Capitolo 19: The end of darkness



"Esme!".
Bella guardava in tutte le direzioni, c'erano studenti contenti che si abbracciavano, altri che aiutavano i compagni feriti, molti che si davano da fare in ogni modo… ma della mamma vampira neanche una traccia.
"Carlisle, hai visto Esme?" domandò avvicinandosi al dottore e lanciando un 'occhiata frettolosa ad Harry che sembrava si stesse riprendendo.
Il dottore sembrò guardarsi attorno spaesato, rendendosi conto solo ora della mancanza della sua dolce metà.
"Alice" la chiamò il capo famiglia.
La piccola vampira gli si avvicinò velocemente osservandolo con sguardo serio "C'è un problema nell'aula di Incantesimi" disse con l'aria di chi ha appena avuto una visione poco positiva.
"Voldemort" sussurrò Hermione dandosi mentalmente della stupida "Come abbiamo potuto dimenticarci di lui?" domandò più a sé stessa che agli altri "Qualcuno l'ha visto?" chiese poi osservando dapprima Ron e poi i vampiri.
Nessun cenno positivo scosse le teste degli astanti, anzi, dalle loro espressioni si capiva benissimo che si stavano chiedendo come avessero potuto dimenticarsi di un dettaglio così importante.
Silente si avvicinò con grandi passi al gruppetto che si era formato, immediatamente gli occhi azzurri andarono a puntare la figura di Carlisle che sembrava stesse combattendo contro la voglia di precipitarsi alla velocità della luce nell'aula di Incantesimi.
"Amico mio…" cominciò mettendogli una mano sulla spalla "… stai tranquillo, ora andremo subito a controllare e ritroveremo tua moglie".
"Bene, allora che cosa aspettiamo?" domandò seriamente il dottore che non sembrava comunque aver ripreso il pieno controllo delle sue emozioni.
Jasper vedendolo in quello stato decise di intervenire ma Carlisle lo bloccò dopo neanche un paio di secondi "No, Jasper, non lo fare".
Il vampiro indietreggiò di un paio di passi.
"Tu servi qui, Carlisle, andremo io ed altri professori a cercare tua moglie" continuò Silente con la solita voce calma e confortante.
"No, Silente, non puoi farlo! Io devo esserci!" rispose il medico con vigore.
"Carlisle per favore, me l'hai insegnato tu che a volte bisogna mettere da parte l'orgoglio, e non eri sempre tu quello che diceva che dovevamo avere fiducia nei nostri amici?" domandò Edward.
"Tu resteresti in disparte se si trattasse di Bella?" gli domandò Carlisle senza alcun cenno di astio nella voce ma guardando il figlio adottivo dritto negli occhi.
"Lo farei se fosse necessario e se sapessi che è in buone mani" rispose il vampiro senza staccare lo sguardo da lui "Queste persone hanno bisogno del tuo aiuto".
Carlisle si costrinse a guardare il "panorama" che si offriva si suoi occhi: molti maghi stavano male e soffrivano, lui sapeva di poter lenire quei dolori e confortare quelle persone. Avrebbero dovuto continuare a soffrire a causa del suo egoismo e della sua infondata prepotenza? Esme era in buone mani.
"Avete ragione" disse infine osservando dapprima Edward e poi Silente "Perdonami, sono stato uno stupido".
Silente gli sorrise gentile "Affatto, sei stato solo umano".
A quelle parole tutti sorrisero finchè Piton non raggiunse il gruppo interrompendo l'atmosfera di tranquilla speranza che si era formata.
"Scusatemi Preside ma temo che il tempo a nostra disposizione si stia rapidamente esaurendo" azzardò con quella sua solita voce melliflua e leggermente irritante.
Silente annuì "Sì hai ragione, Piton, allora andiamo nell'aula di Incantesimi… sei sicura che siano lì, cara?" domandò ad Alice.
"Sì signor Preside, Lui è lì" rispose la vampira pronta.
"Bene allora io, Remus, Alastor, il professor Piton e la professoressa McGranitt andremo là, voi restate tutti qui" cominciò il Preside soffermandosi poi sulle figure dei gemelli Weasley, Ron ed Hermione "E quando dico tutti intendo proprio tutti".
"Ma signor Preside, con tutto il rispetto, non può escluderci così proprio ora!" protestò Fred seguito dal fratello.
Hermione senza pensarci due volte gli tirò una gomitata nel fianco "Stai zitto Fred!".
"Io sono George" la scimmiottò quest'ultimo.
"Non è vero, sei Fred" rispose lei tutta soddisfatta.
I due gemelli si guardarono sbalorditi, nemmeno Molly era mai riuscita a dinstinguerli.
"Come hai fatto?" le sussurrò Ron.
"Basta tirare ad indovinare e mostrare un po' di convinzione" rispose lei come se fosse la cosa più semplice del mondo.
"Io però voglio venire con voi" intervenne Edward ad un certo punto "Potrei esservi utile, non è così facile uccidermi. Inoltre qui non c'è bisogno di me".
Silente osservò il ragazzo "Il Signore Oscuro non combatte in un corpo a corpo, se dovesse colpirti con una maledizione non ti salverai anche se sei un vampiro".
"Lo so, ma le ripeto che so badare a me stesso, non vi sarò d'intralcio" confermò Edward sicuro di sé.
Silente sembrava piuttosto indeciso "Minerva?" domandò alla vice preside.
"Per me sta bene, suppongo che i signori Cullen ci abbiano dato prova delle loro abilità già innumerevoli volte, senza contare che questo ragazzo ha più esperienza sia di me che di te, Albus".
Tutti strabuzzarono gli occhi. La McGranitt che accettava di mettere a rischio la vita di uno studente (seppure vampiro) era pura fantascienza. Mai si era verificata una cosa simile prima d'ora.
"Bene, allora se al qui presente… coso, vampiro-capo… sta bene, è deciso" esordì Alastor Moody cercando di spiegarsi alla bell'e meglio e non riuscendo a trattenere l'innata repulsione per i vampiri, cosa che lo accomunava con Lupin.
Ormai avevano capito che i Cullen erano diversi e che di loro ci si poteva fidare, ma con i succhia sangue preferivano comunque averci a che fare il meno possibile.
Carlisle gli sorrise "Sì, al vampiro-capo sta bene" rispose gentilmente utilizzando la medesima espressione adottata dall'ex auror per auto definirsi.
Ginny stava accanto ad Harry e quando fu il momento per i "veterani" di lasciare la Sala Grande, rivolse loro un muto saluto, stessa cosa fecero anche gli altri ragazzi.
"Sembra così strano che per una volta non saremo in prima fila" commentò Ron.
"Ti dispiace?"gli domandò Hermione stringendogli la mano.
"Un po' sì, quando sei là non pensi alla fine, cerchi di fare di tutto per portare a termine il tuo compito e per non rischiare di rimanerci secco; ora invece non possiamo far altro che aspettare pieni d'ansia il loro ritorno… lo trovo straziante".
"E' vero, ma possiamo renderci utili anche qui e poi con loro c'è Silente, che cosa vuoi che gli succeda?".
"Io spero niente di male, ma teniamo conto che non dovranno affrontare un mangiamorte sprovveduto o un vampiro, qui si tratta del Signore Oscuro".
"Che cosa vorresti dire?" tintinnò Alice raggiungendo i due seguita da Jasper "Che noi vampiri siamo delle mezze calzette per caso?" domandò ironicamente.
"Bè…" cercò di spiegarsi Ron un po' imbarazzato "…insomma, voi con un Avada Kedavra siete morti, il Signore Oscuro non si lascerà sorprendere così facilmente invece…".
Hermione decise che era giunto il momento di intervenire "Attenta perché stai parlando con uno che dopo un Mangia Lumache era k.o., ma è ovvio che per lui i vampiri sono delle bazzecole… giusto Ronald?" domandò con sarcasmo facendo scoppiare a ridere i due vampiri e facendo mettere il broncio a Ron.
"Su, Ron ,lo sai che scherzo!" esclamò subito dopo dandogli un bacio sulla guancia.
"Femmine…" commentò Ron osservando Jasper "… prima ti pugnalano alle spalle e poi ti fanno le fusa".
Il vampiro sorrise gentilmente. In seguito i ragazzi decisero che era ora di darsi da fare, consapevoli che ai piani superiori la situazione fosse assai differente.



"Fatemi andare per primo, se mi dovesse lanciare qualche incantesimo potrei schivarlo senza problemi" suggerì Edward.
La porta dell'aula di Incantesimi era socchiusa e dal suo interno non si sentiva alcun rumore.
"D'accordo, vai" gli rispose Lupin con voce bassa.
Edward annuì impercettibilmente ed, una volta giunto vicino alla porta di legno pesante, la scostò quel tanto da permettergli di entrare. In fondo alla stanza c'erano Esme e Jane. La prima non appena vide il volto del figlio lanciò un urlo nella sua direzione "Edward, attento!".
Il vampiro non fece nemmeno in tempo a girarsi che una serie di corde invisibili gli avvolsero il corpo stringendolo in una morsa indistruttibile ed incredibilmente stretta.
"Ma bene, chi si è aggiunto?" domandò una voce melliflua.
Nell'udire le urla i vari insegnanti corsero verso l'aula ma il portone di legno si chiuse non appena essi cercarono di varcarne la soglia, vani furono i tentativi di aprirlo, sia con la forza che con il più potente degli incantesimi: sembrava saldata alla parete.
Edward nel frattempo cercava di soffocare i gemiti sconnessi che gli fuoriuscivano involontariamente dalle labbra mentre le corde penetravano nella pelle dura come il marmo e la scalfivano senza alcun problema, non per niente si trattava di magia.
"No!" urlò nuovamente Esme "Lascialo andare!" continuò gettandosi in una corsa sfrenata verso l'Oscuro Signore, nel tentativo di liberare suo figlio.
Voldemort trattenne a stento una risata e le puntò velocemente la bacchetta addosso "Crucio!" esclamò con voce bassa ma decisa.
Esme cadde rovinosamente a terra cominciando a contorcersi dal dolore e, in quel momento, qualcuno che finora se n'era stato in disparte decise di intervenire.
La piccola Jane si alzò in piedi e cominciò ad usare il suo potere su Voldemort che non fece nemmeno in tempo a chiedersi che cosa gli stesse accadendo che già si trovò con le ginocchia sul pavimento. La testa sembrava volergli esplodere da un momento all'altro e un dolore atroce ed assolutamente insopportabile andava diffondendosi per tutto il corpo.
Edward si ritrovò libero e ne approffittò per levargli di mano la bacchetta per poi correre ad aiutare Esme che sembrava essersi acquietata.
"Tu non farai più del male a nessuno" disse Jane con una vocina poco rassicurante per poi estendere al massimo il suo potere.
n quel momento la porta si aprì e tutti gli insegnanti furono liberi di entrare ed assistere all'agonizzante morte di Lord Voldemort.
Silente era rimasto a bocca aperta, per non parlare della McGranitt e degli altri. Jane incrociò il loro sguardo e sorrise nella loro direzione "Scusate, volevate divertirvi anche voi?" domandò passando dall'espressione felice di un attimo prima ad una teneramente colpevole.
"Ehm… no, cara… non ti preoccupare" balbettò la McGranitt facendo spostare la vampirella per poi raggiungere Silente fermo di fronte al cadavere di Voldemort.
"Quindi è tutto finito" affermò Moody lanciando una rapida occhiata al cadavere del Signore Oscuro per poi osservare Silente come in attesa di una conferma.
"Così sembrerebbe Alastor, ma per toglierci ogni dubbio consiglierei vivamente di bruciare il cadavere" disse il Preside con tono grave.
"State bene?" domandò poi Lupin avvicinandosi ad Edward ed Esme.
"Sì, grazie" rispose la vampira sorridendogli "Sono ancora un po' debole ma non è niente di grave" continuò sorreggendosi ad Edward.
"Mamma, mamma!" piagnucolò Jane avvinghiandosi alla vita di Esme "Ti ha fatto tanto male?" le domandò poi osservandola con i suoi occhioni rossi.
"No, tesoro, la mamma sta bene" confermò Esme accarezzandole la testolina bionda.
"Ci occupiamo noi di lui, nel frattempo le consiglio di raggiungere il suo marito-vampiro, sembrava piuttosto ansioso di rivederla…" disse Moody interrompendo la momentanea riunione di famiglia "Ragaz-… ehm… vampi-… insomma pensaci tu" continuò poi rivolgendosi ad Edward che trattenne a stento una risata. Moody non era una cattiva persona, era solo un po' goffo e restio a fidarsi di coloro che non conosceva personalmente.
Nessuno riusciva a crederci: era veramente tutto finito.




Note dell'Autrice

Dopo un paio di millenni ecco il penultimo capitolo, la storia sta per finire (finalmente direte voi xD), le recensioni sono diminuite abbastanza drasticamente, così come coloro che seguono questa ff e io non posso assolutamente biasimarvi: è stato un parto molto difficile, soprattutto verso la fine e comprendo pienamente il vostro "rompimento di scatole" ad attendere più di due settimane per ogni capitolo. Comunque un grazie particolarissimo a chi ancora mi segue e recensisce. Vi adoro!
Una piccola precisazione: inserire anche gli Horcrux sarebbe stato eccessivo, Voldy è morto così ed è morto morto; niente anima suddivisa ed inserita nei vari oggetti e/o animali.


x DarkViolet92: bene, sono contenta di essere stata esauriente nella spiegazione e ti ringrazio infinitamente per aver recensito il capitolo precedente e per avermi seguita fino a qui. Grazie ancora!!!

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Capitolo 21
*** Capitolo 20: Say goodbye ***


L'unione fa la forza





Capitolo 20: Say goodbye


Where can I go to find you?
What must I do to feel you?
Always looking, but too blind to see
You were there, right by my side

Say goodbye, I'll never forget
Say goodbye, I believe in the day
Say goodbye, our hearts could beat both together
'cause we, we'll find a way...one day
(Say Goodbye, Bonnie Tyler)





Era davvero tutto finito.
Sia i maghi che i vampiri potevano tirare un sospiro di sollievo, Voldemort ed Aro non avrebbero più turbato la quiete di quelli che come loro, non chiedevano altro che vivere in pace con i loro cari e le loro famiglie.
Non vi erano state vittime, solo qualche lieve ferita che venne presto sanata dal dott. Cullen.
Mai un anno ad Hogwarts passò così velocemente, Ron, Harry ed Hermione quasi non se ne accorsero impegnati com'erano nei "ripassi dell'ultimo minuto" in vista dei famigerati e tanto temuti M.A.G.O.. Ovviamente, alla luce dei recenti avvenimenti gli esami risultarono per tutti una passeggiata, Emmett compreso che sembrava aver sviluppato una certa avversione per la magia, specie per "incantesimi". Piton si dimostrò magnanimo e sebbene secondo il suo modesto parere un troll di montagna avrebbe saputo preparare una pozione migliore di quelle di Harry e Ron messe assieme, li promosse entrambi con una tremolante A di Accettabile.
Hermione fece faville guadagnandosi una serie infinite di E (Eccellente) e una O (Oltre ogni previsione) in Difesa Contro le Arti Oscure.
Alice, Jasper, Bella, Edward e Rosalie non furono da meno: sui loro diplomi spiccavano un buon numero di O e un paio di E; l'unico a doversi accontentare di una serie di A, interrotta da una O in Cura delle Creature Magiche fu come di consueto Emmett, ma Esme e Carlisle non potevano comunque sperare di meglio.
L'evento più atteso dell'anno stava per arrivare, non era uso ad Hogwarts festeggiare la fine dell'anno scolastico e degli esami con un ballo, ma visto che erano ben altre le ragioni per cui festeggiare, il corpo insegnanti decise di fare uno strappo alla regola e di indire la seconda edizione del Ballo del Ceppo come tributo alla libertà riconquistata e questa volta per sempre.



"Alice ti avverto, lascia stare i miei capelli o ti trasformo in una ranocchia!" la minacciò Hermione dopo una folle corsa per il dormitorio femminile puntandole la bacchetta contro.
"Ti prego, Herm, ho in mente un'acconciatura che ti starebbe divinamente" la supplicò la vampira.
"Ti ho detto di tenere giù le mani dai miei capelli, non ho bisogno di nessun aiuto per acconciarli!".
"Sei una bugiarda, Ginny mi ha detto che all'ultimo ballo sei ricorsa alla magia per realizzare la tua acconciatura" la prese in giro Alice facendo diventare la povera streghetta rossa come un peperone.
"Ehm… sì è vero… solo che era necessario…" balbettò Hermione imbarazzata.
"Stai tranquilla, giuro che non ti tirerò nemmeno un capello ed il risultato sarà fenomenale!" continuò Alice. "Ti conviene accettare, ti stresserà l'anima finchè non dirai di sì" disse Rosalie avviandosi verso la sala comune. I lunghi capelli biondi erano stati acconciati in una raffinatissima pettinatura e indosso portava un lungo vestito color azzurro chiaro in alto e sfumato di bianco in fondo: sembrava una dea.
Hermione fissò la vampira a bocca aperta per poi tornare ad osservare la sua persecutrice "D'accordo mi arrendo" concluse infine rendendosi conto che quella era forse l'unica occasione che avesse di poter assomigliare, seppure alla lontana, a Rosalie.
Quando Alice ebbe compiuto la sua magia anche Ginny ed Hermione avrebbero tranquillamente potuto essere scambiate per vampire, se non fosse stato per il colorito decisamente meno smorto ovviamente.
Ginny vestiva un abito color verde smeraldo e i capelli rossi le ricadevano in morbidi boccoli lungo le spalle, Harry quando la vide rimase a fissarla imbambolato, probabilmente non aveva mai visto niente di più bello in tutta la sua vita, nemmeno Cho reggeva il paragone; Ron smise di respirare per un tempo indefinito quando Hermione, nel suo abito di raso dorato, gli si parò d'innanzi agli occhi, alcune rose rose dorate le erano state acconciate nei capelli che le ricadevano morbidi sulla schiena nuda. Alice e Bella nei loro abiti rispettivamente rosso e blu (perché ormai tutti sapevano che secondo Edward era il colore che le donava maggiormente) facevano l'ovvio figura di due dee scese in mezzo ai mortali per beare i loro occhi della loro bellezza divina.
La festa era stata così lungamente attesa che sembrò non finire mai, tutti i partecipanti sentirono il bisogno di esprimere la loro felicità con canti, balli e acrobazie scatenate; quella notte era ancora loro e tutti cercavano di non pensare che con il nuovo giorno sarebbe anche inevitabilmente arrivata l'ora di separarsi e di affrontare la loro nuova vita da adulti.



"Niente dura" disse qualcuno una volta.
Harry non immaginava che dire addio ai suoi nuovi amici gli sarebbe costato così tanto, si era affezionato ad ognuno di loro, specialmente ad Edward che in qualche modo aveva sostituito Cedric, seppure involontariamente, e colmato il vuoto e la sensazione di colpevolezza che sentiva dentro di sé ogni volta che gli capitava di ripensare a quella maledetta notte di tre anni prima.
"Ebbene è arrivato il momento" annunciò Silente.
Nello studio del preside erano presenti i signori Weasley, che avevano il compito di scortare i Cullen oltre i confini di Hogwarts e di lì fino al Paiolo Magico, i gemelli, Ron, Hermione, Ginny e ovviamente Harry.
"E' stato bello avervi per compagni, dico davvero, ci mancherete molto" intervenne Hermione rompendo il silenzio e rivolgendosi in particolar modo a Bella ed Alice che erano quelle che aveva avuto occasione di conoscere meglio.
"Anche tu Hermione, ci mancherai tanto" rispose Bella abbracciandola.
Quel gesto diede la spinta anche agli altri presenti: Ron strinse la mano ad Emmett e Jasper per poi venire intrappolato nell'abbraccio stritolatore di Alice che ripetè la stessa azione con Ginny, Hermione ed Harry.
Harry si avvicinò ad Edward "Mi dispiace per aver dubitato di te e grazie di tutto" disse sinceramente guardando il vampiro negli occhi dorati.
"Non ti preoccupare Harry, è come se non fosse mai successo" rispose quest'ultimo sorridendogli e stringendogli delicatamente la mano.
"Siete sicuri che riuscerete a cavarvela con i Volturi rimasti?" domandò Silente avvicinandosi a Carlisle.
"Non ci sono problemi" rispose quest'ultimo "Alec, Demetri e Felix hanno subito la cancellazione della memoria quindi si rifaranno una vita altrove e ci assicureremo personalmente che non nuocciano a nessuno, Jane per ora starà con noi e per quanto riguarda i vampiri di Volterra non saranno un problema: Caius e Marcus sono diversi da Aro, sono sicuro che riusciremo a trovare un accordo".
"I Malfoy saranno confinati ad Azkaban?" s'informò Esme.
Silente annuì "Sì, i dissennatori sono stati sostituiti con guardie più fidate, Draco probabilmente riceverà uno sconto della pena, non credo sia così irrecuperabile; per quanto riguarda il padre e gli altri mangiamorte mi assicurerò che abbiano quello che meritano".
"Nel caso non ci riuscisse mi chiami pure, ho un conto in sospeso con quei vermi" intervenne Emmett.
Rosalie abbracciò il marito e Silente gli sorrise "Lo terrò a mente" rispose con un mezzo sorriso osservando il vampiro.
"Ci rivedremo un giorno?" domandò Ginny sull'orlo delle lacrime.
"Chi lo può sapere, mai dire mai" rispose Carlisle.
"Magari prima che trasformarci in vecchi bacucchi" intervenne Ron "Voi siete a lunga conservazione ma noi abbiamo una data di scadenza" continuò ironicamente provocando le risate generali dei compagni.
"Ce lo segneremo" gli rispose Alice sorridendogli.
Rimasero tutti immobili per un altro paio di minuti finchè il signor Weasley non prese parola.
"Bene, allora se volete seguirmi, Molly ed io vi riporteremo a Londra in un batter d'occhio".
Detto questo si avviò verso l'uscita dello studio di Silente seguito dalla moglie che, dopo essersi raccomandata con i gemelli, seguì il marito.
I Cullen non poterono fare altro che seguirli seppure, specie i ragazzi, i loro sguardi continuavano a rivolgersi indietro, almeno finchè la porta non si chiuse dietro di loro.
Nessuno di loro poteva sapere come sarebbe andata a finire, se si sarebbero rivisti prima o poi, o se quello era un addio definitivo; persino Alice, che già sapeva come si sarebbero svolti gli eventi, preferì tacere. Ciò che è certo è che nessuno di loro potè mai dimenticare le avventure vissute con i nuovi amici e quello che ognuno di essi aveva fatto per loro.





Note dell'Autrice

Non pensavo che sarei mai riuscita a scrivere questo capitolo e a mettere la parola "fine" a questa fan fiction, ma visto che -niente è impossibile- ci siamo: la storia finisce qui. Non ho in mente un probabile seguito quindi per ora direi che questa è proprio la fine, anche se poi non si sa mai. Ho scelto la canzone "Say Goodbye" di Bonnie Tyler perché secondo me è perfetta per questo capitolo; l'ho conosciuta attraverso il cartone animato "Asterix conquista l'America" e mi è piaciuta un sacco. Io vi consiglierei di ascoltarla mentre leggete (tanto la trovate su youtube compresa di testo) poi fate voi.^^ Ok, ora è giunto veramente il momento di "Dire addio"… o magari "arrivederci", chi lo sa.
Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguirmi fino a qua e soprattutto a coloro che hanno lasciato una "traccia" del loro passaggio!


x Ramona37: per ora direi di sì: è veramente finita, ma in futuro… chissà… Grazie per avermi seguita ^^
x DarkViolet92: grazie a te per avermi seguita e spero che questo finale ti abbia lasciata soddisfatta! ^^

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