Il Misterioso Caso Delle Mutandine di Wonder Woman

di Borghe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** L'intuizione ***
Capitolo 3: *** La ragazza scomparsa ***
Capitolo 4: *** Le Mutandine ***
Capitolo 5: *** Best Friends Forever ***
Capitolo 6: *** Il caso... ***
Capitolo 7: *** ...è chiuso! ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


Giovedì 2 Febbraio, 9.27

 

Il 2017 doveva essere l’anno in cui avrei realizzato i miei sogni: pubblicare un romanzo e diventare uno scrittore di successo; sposare Giovanna e mettere su famiglia; comprare una Lamborghini con i soldi guadagnati dalla mia pubblicazione. E invece no. Nel primo mese del 2017 tutti i miei sogni implosero. Il 13 gennaio l’editore che avrebbe dovuto pubblicare il mio libro mi chiamò e mi liquidò con un ”Non vorrei sembrarle scortese ma il suo libro fa schifo, non posso pubblicarglielo”. Il 20 gennaio ho portato a cena Giovanna, nel nostro ristorante preferito. Era il nostro settimo anniversario e avevo organizzato la serata perfetta per chiederle di sposarmi. Purtroppo, quando ha visto l’anello e le ho fatto la proposta è andata in panico, confessandomi che mi stava tradendo da circa due mesi con Arturo, l’uomo della caldaia. Avrei dovuto sospettarlo, la caldaia si rompeva solo quando io ero assente!
Ci siamo lasciati e a lei è rimasta la casa in cui avevamo iniziato a convivere. E così, senza lavoro e senza fidanzata, andai a vivere alcuni giorni con i miei, a Budrio. Infine, deciso a trovare un piccolo appartamento in cui sistemarmi da solo, il 25 gennaio presi la macchina e andai a visitare gli appartamenti meno costosi nei paesi vicini. Mentre stavo andando a visitare il secondo monolocale a Minerbio, ho preso male una curva e sono finito fuori strada. Quando sono rinvenuto in ospedale il dottore mi ha detto che non mi ero fatto nulla di grave ma la macchina era andata distrutta completamente.
Ed eccomi qui, una settimana dopo, senza lavoro, senza casa e senza macchina. 

<< Caspita Borghe, il tuo 2017 è iniziato da far schifo.>> commenta Seba, il mio amico più fidato, mentre sorseggia il suo terzo caffè.
<< Quest’anno per me invece sta andando alla grande! Ho iniziato a lavorare alla mia tesi per la laurea in Medicina e ne sono molto soddisfatto. Probabilmente sarà un’altro 110 e lode.>> afferma, con un sorrisetto. Seba è il ragazzo più geniale che conosca. Se non sbaglio questa dovrebbe essere la sua terza laurea. Si è laureato nel 2009 in Biotecnologie, specializzandosi in Biotecnologie Farmaceutiche. Successivamente nel 2012 ha conseguito la laurea in Chimica, sempre con il massimo dei voti. Adesso sta prendendo la sua terza laurea in Medicina.
<< Ah sì? beh, meglio per te. Io non so proprio cosa fare, anche perché non ho assolutamente intenzione di tornare a vivere dai miei.>> rispondo, dando un morso al bombolone alla crema che avevo ordinato.
<< Sai, forse so come aiutarti>>, annuncia Seba,<< Ho un amico che vive in un condominio molto economico in centro a Molinella e che, guarda caso, stamattina mi ha scritto dicendomi che si era appena liberato un appartamento. Che strana coincidenza, vero?>> Seba si alza, prendendo la giacca e avvicinandosi al bancone per pagare. Fortunatamente offre lui.
<< Sembra interessante. Non è che mi accompagneresti da questo tuo amico? Così vedo se accettare o meno.>> lo seguo fuori dal Caffè Filopanti di Budrio. Mi infilo il cappotto e i guanti, oggi fa veramente freddo.
<< Va bene ti accompagno, ma solo perché sei tu.>> mi fa l’occhiolino e mi fa accomodare nella sua modesta Fiat. Percorriamo velocemente la distanza che mi separa dal mio nuovo inizio.  Quando arriviamo, Molinella ci accoglie in modo pessimo. Sono le 10 del mattino e non c’è un parcheggio libero. Questo paese promette bene. Fortunatamente Seba riesce a trovare un posticino, probabilmente vi è anche il divieto di sosta ma al mio amico non sembra importargli più di tanto. Scendiamo e ci dirigiamo in via Calzolari, la via di fianco alla Gelateria Ponti. Seba suona al campanello di un certo “Pietro”.
<< Chi è? Non ho ordinato nessuna pizza!>> urla il ragazzo al citofono. In sottofondo si sente una canzone di Lady Gaga a tutto volume.
<< Non sono un fattorino, sono Seba. Ti ho chiamato prima, sono venuto a portare il mio amico a vedere l’appartamento libero.>>
<< Ah, sì! Adesso vi faccio entrare.>>
La porta si apre e iniziamo a salire le scale per arrivare al primo piano. La musica si fa sempre più alta man mano che ci avviciniamo alla porta del presunto ”Pietro”. Io guardo Seba lanciandogli uno sguardo interrogativo, ma lui fa un gesto con la mano come a dire ”Lascia perdere”. Varcata la soglia vedo un ragazzo attorno ai 25-27 anni, alto e magro, con occhiali a lenti sottili, che balla a ritmo di “Bad Romance”. Quando ci vede mette in pausa la musica e ci viene incontro.
<< Scusatemi, ma giocare a Just Dance è il modo migliore per mantenermi in forma.>> ci sorride, mostrandoci tutti i suoi bianchissimi denti.
<< Borghe, questo è Pietro. Pietro, questo è Borghe.>> Il ragazzo bizzarro mi saluta con una violenta stretta di mano:<< Ciao, io sono Pietro.>>
<< Sì, l’avevo capito.>> rispondo, imbarazzato e dolorante. Mi libero dalla stretta di mano e chiedo:<< Quindi qual’è l’appartamento libero?>>
<< Oh, questo qua di fianco. Sai, si è liberato perché l’uomo che ci viveva prima era coinvolto in un traffico di droga e io l’ho scoperto.>> afferma, fiero di sé. Sono ancora sconvolto, ma Seba interviene per farmi capire:<< Mi ero dimenticato di dirti che Pietro è un investigatore>>.
Non volevo credere alle mie orecchie. Come faceva il ragazzo davanti a me ad essere un investigatore? Ed anche piuttosto in gamba se ha scoperto quel traffico di droga.  Sono ancora assorto tra i miei pensieri mentre Seba e Pietro mi trascinano nell’appartamento di fianco per farmelo vedere. Il posto si presenta come un monolocale abbastanza spazioso: una camera da letto, un bagno, una piccola cucina e una sala da pranzo grande. Ci sono già tutti i mobili e gli accessori necessari quindi si possono evitare ulteriori spese oltre all’affitto. C’è anche il Wi-Fi!
<< Sembra carino…>> commento.
<< Sì, è l’appartamento adatto per un ragazzo che è appena uscito da una lunga relazione>>, inizia a dire Pietro. Io rivolgo lo sguardo verso di lui, sorpreso.
<< Inoltre l’affitto è davvero umile, puoi permetterlo senza problemi anche se attualmente sei disoccupato>>, come faceva a sapere tutte quelle cose della mia vita? Le ha forse dedotte semplicemente guardandomi? Forse mi sono sbagliato sul suo conto.
<< E poi, essendo in centro, non hai bisogno della macchina. Anche perché sei molto vicino alla stazione. Direi proprio che è l’appartamento perfetto per uno come te!>> esclama Pietro, dandomi una pacca sulla spalla.
<< Come facevi a sapere tutte queste cose? Non te le ho mai dette!>> sottolineo, sorpreso.
<< Beh, sono un investigatore di successo e anche piuttosto carino. Cosa ti aspettavi?>>
<< Quindi sei riuscito a dedurre le mie attuali condizioni semplicemente osservandomi?>> domando, curioso. Lui sospira, alzando le sopracciglia con fare superiore.
<< Che sciocco che sei. Ovvio che no, me le ha dette Seba al telefono!>> mi rimangio tutto quello che ho detto. Pietro non sembra per niente l’investigatore che mi ero immaginato.
Lancio un’occhiata di disappunto a Seba: come si era permesso di spifferare la mia vita privata a uno sconosciuto?
<< Ehi, non guardarmi così! Eri in una situazione di emergenza!>> si giustifica lui, alzando le spalle. Cerco di calmarmi, poi mi rivolgo a Pietro:<< Comunque non so ancora se prenderlo o…>> squilla il telefono del bizzarro “detective”.
<< Pronto? Sì. Davvero? Fantastico, arrivo subito!>> quando chiude la chiamata lo vedo più felice che mai.
<< Buone notizie?>> chiede Seba.
<< Altroché! Era il Commissario Roncassaglia. È scomparsa una ragazzina e hanno chiesto il mio aiuto!>> annuncia Pietro, al settimo cielo.
Lesto si infila il cappotto grigio a doppio petto e la coppola del medesimo colore e si precipita fuori di casa. Io e Seba rimaniamo da soli e confusi per qualche secondo, poi Pietro sbuca dalle scale.
<< Allora, venite? Tanto non avete niente da fare.>>
Io accetto e trascino Seba per un braccio mentre si lamenta di dover studiare, ma non mi interessa. Voglio vedere Pietro l’investigatore all’opera. 

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Capitolo 2
*** L'intuizione ***


Giovedì 2 Febbraio, 11,12

Stiamo correndo lungo via Mazzini, la via principale nonché cuore di Molinella, seguendo Pietro. È pieno giorno e la cittadella è accarezzata da una leggere brezza invernale.
<< Sai almeno dove andare?!>> urlo a gran voce a Pietro, che si trova ad almeno dieci passi più avanti di me. Abbiamo superato il Campanile Pendente, il simbolo del paese, e stiamo raggiungendo Piazza Massarenti.
<< Certo che lo so! Sono un detective, so sempre dove devo andare!>> esclama, girandosi verso di me.
<< Glielo ha detto il Commissario Roncassaglia, vero?>> chiedo a Seba e lui afferma, facendo un cenno con la testa. Perché quel ragazzo fa tanto il gradasso? Ho come l’impressione che io e Seba avremmo più possibilità di risolvere il caso che lui.
Improvvisamente Pietro si ferma in mezzo al marciapiedi su cui stiamo correndo.
<< Tutto bene?>> chiede Seba, avvicinandosi. La faccia dell’investigatore assume un’espressione concentrata, come se stesse cercando di ricordare qualcosa. Provo a scuoterlo, ma non si muove.
<< Ehi Seba, dici che si è rotto?>> scherzo, dando qualche colpetto sulla nuca del detective per vedere se si riprende.
<< Ah, ho capito!>> esclama Seba, battendo le mani, poi si rivolge a me:<< Imprimiti nella mente i prossimi cinque minuti, potrebbero succedere delle cose straordinarie.>> conclude lui, criptico.
<< Cioè? Di cosa stai parlando?>>
<< Sta per avere un’intuizione!>> afferma il mio amico, soffermandosi molto sulla parola “Intuizione”. La sua risposta mi ha incuriosito, sarà interessante vedere “l’intuizione” di Pietro.
D’un tratto l’investigatore si riprende e schiocca le dita:<< Devo prendere un caffè!>> esclama. Prendere il caffè è un bisogno banale e dovrei spacciarlo per un intuizione del bizzarro detective Pietro? Che sciocchezza. Guardo Seba, incredulo di quello che Pietro ha appena detto ma lui non sembra preoccuparsi. Mentre il detective entra nel bar più vicino, il Leon d’Oro, mi avvicino al mio amico.
<< E questa dovrebbe essere un’intuizione? E dire che sei un genio, dovresti sapere il significato di una parola semplice come “Intuizione”.>>
Lui mi rivolge un sorriso,<< Fidati di me. Presta attenzione ai prossimi cinque minuti e vedrai.>> dice, sicuro di avere ragione ed entrando nel bar. Sbuffando, decido di seguirlo e di fidarmi delle sue parole. Quando entro, un concentrato di fumo e alcool mi colpisce in faccia in modo talmente violento da farmi sentire sbronzo, anche senza aver bevuto.
<< Un espresso lungo con tre cucchiaini di zucchero, per favore.>> ordina Pietro al barista. Ci avviciniamo all’investigatore.
<< Amici, volete qualcosa? Offro io!>> esclama Pietro, esibendo l’ennesimo sorriso.
<< No grazie, ne ho già presi tre stamattina.>> Dice Seba. Rifiuto l’offerta pure io, anche perché mi ha chiamato con l’appellativo sbagliato. Io non sono suo amico. 

Pietro viene servito e paga.  
<< Ragazzi, che ne dite di andarci a sedere?>> propone il detective, prendendo il suo caffè.
<< Come vuoi.>> rispondo. Tanto vale rimanere al gioco, no? Pietro si gira per avviarsi a un tavolino quando un ragazzo si scontra con lui, rovesciando il caffè per terra e sullo stesso Pietro. L’investigatore bizzarro grida dal dolore, mentre il ragazzo si guarda attorno, confuso. Porta una giacca di pelle nera. Ha i capelli corti e castani. La sua pelle è leggermente abbronzata.
<< Sei stato tu?!>> ringhia Pietro contro il ragazzo, che tutto a un tratto assume un’espressione completamente differente, incazzandosi.
<<  COLPA MIA? PERCHÈ TU DIRE COLPA MIA? EH?>> grida, prendendo Pietro per il colletto del cappotto. Dal modo di parlare deduco che si è trasferito in Italia da poco.
<< TU URTATO ME! TU, PIEZZO DI MERDA! IO NO STATO!>> lo vedo in procinto di sferrare un pugno al detective, quindi decido di intervenire per evitare che qualcuno si faccia male.
<< Ragazzi basta, non è successo niente. Smettetela.>> mi pongo in mezzo tra i due. Pietro mi guarda con gli occhi dolci, come se fossi appena intervenuto per salvarlo. In effetti è quello che ho fatto, ma solo perché mi fa schifo vedere del sangue uscire da un essere umano. L’altro ragazzo mi rivolge uno sguardo minaccioso, poi lascia andare Pietro.
<< Io ricordarmi di voi. Io un giorno farvi pagare tanto assai.>> indica me e l’investigatore con il dito indice, poi se ne esce dal bar sbattendo la porta.
 << Fiu! Ancora qualche secondo e quel ragazzo si sarebbe ritrovato qualche osso rotto. Meno male che sei intervenuto, Giuseppe!>> dichiara Pietro, sistemandosi il cappotto.
<< Guarda che mi chiamo Borghe.>>
<< Sì sì, va bene.>> l’investigatore fa a me e Seba cenno di andare via e noi tre usciamo dal bar.
<< Allora Borghe, l’hai notato?>> mi domanda il mio amico.
<< Che cosa? La rissa che stava per esplodere?>>
<< No, il risultato dell’intuizione.>> non stavo capendo. Quale sarebbe dovuto essere il risultato dell’intuizione? La minaccia di morte di quel tizio?
<< Seba ormai mi capisce. Vedi, Arturo…>>
<< Borghe. Mi chiamo Borghe. È così difficile da capire?>>
<< Avanti, non fare il permaloso! Stavo dicendo…vedi, quando io ho un’intuizione devo assolutamente seguirla perché so che mi porterà in un determinato posto a fare una determinata cosa che mi fornirà un elemento fondamentale per la risoluzione di un caso, qualunque esso sia!>> afferma, soddisfatto delle sue “particolari capacità”.
<< E il ragazzo che ci ha minacciati sarebbe un elemento per la risoluzione del caso?>> chiedo, cercando di seguire il filo del ragionamento del detective. Lui annuisce, quasi fiero di me.
<< Vedo che stai iniziando a capire.>> commenta Seba. Ma io ho ancora molti dubbi.
<< Ma quale sarebbe il collegamento tra questo ragazzo e la ragazzina scomparsa?>>
<< E chi lo sa? Lo scopriremo in futuro.>> afferma Pietro, per nulla preoccupato e riprendendo la marcia verso il luogo della scomparsa della ragazza.
<< Che tipo bizzarro…>> sussurro a bassa voce, ma abbastanza forte per farmi sentire da Seba.
<< E non hai ancora visto niente>>, aggiunge lui con tono misterioso,<< Andiamo, o si farà tardi e non riuscirò a studiare niente.>> conclude, facendomi un cenno con la testa.
E così, insieme, torniamo a seguire Pietro verso il luogo del rapimento. Chissà quante altre sorprese mi aspettano!


Ciao ragazzi! Ecco il secondo capitolo della storia! Se vi sta piacendo fatemelo sapere con una recensione! 
Ah, dalla prossima settimana le pubblicazioni dovrebbero essere più regolari(salvo imprevisti) e perciò vi troverete un nuovo capitolo ogni lunedì e venerdì! Alla prossima! 

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Capitolo 3
*** La ragazza scomparsa ***


Giovedì 2 Febbraio, 11,34

 

Giungiamo finalmente sul luogo del crimine, all’incrocio tra via Mazzini e via Domenico Ferri.
<< Oh, eccoti qua Pietro.>> un uomo sulla trentina, di bell’aspetto e con i capelli ricci va incontro all’investigatore, stringendogli la mano.
<< Buongiorno Commissario.>> Pietro ricambia il saluto, poi si gira verso di noi, indicandoci con un gesto della mano<< Mi sono permesso di portare due miei amici, è un problema?>> il Commissario ci squadra dalla testa ai piedi per qualche interminabile secondo, poi alza le spalle<> l’uomo avanza con passo deciso verso di me, poi si presenta:<< Sono il Commissario Roncassaglia, il miglior Commissario di Molinella ed anche quello più in forma! Piacere di conoscerti.>> mi stringe la mano in maniera molto sbrigativa.
<< Piacere mio. Sono Matteo Borghe, ma può chiamarmi Borghe.>> Roncassaglia si presenta anche a Seba, poi torna da Pietro. L'investigatore è assorto ad ispezionare il luogo del crimine.
Il capo della polizia inizia a descrivere la ragazza scomparsa:<< Si chiama Erica Vaselli, ha 18 anni ed è una studentessa del Liceo Giordano Bruno di Budrio. Ed è anche molto attraente.>> fa una piccola pausa e dà un colpo di tosse.
<< Stavo dicendo… l’ultima volta è stata vista martedì 31 gennaio alle 15.45. Era in giro con alcune amiche, poi un suo conoscente l’ha avvicinata e da lì nessuno l’ha più vista.>>
Vaselli… dove ho già sentito questo nome? Possibile che la sua sia una famiglia importante?
<< Ormai sono passate circa 48 ore, sembra proprio che sia scomparsa.>> afferma Pietro, accarezzandosi il mento, senza distogliere lo sguardo dal marciapiede.
<< E per il momento non sono stati trovati indizi di nessun tipo: né cellulare, né portafoglio. Niente. Il rapitore o i rapitori non hanno neanche contattato la famiglia per chiedere un riscatto. Non vorrei tirare le somme, ma a quest’ora potrebbe essere già morta.>> il poliziotto non ha tutti i torti. Dopo un lasso di tempo così lungo, potrebbe non esserci più speranza.
<< Questa faccenda mi puzza. Rapire la figlia della famiglia più ricca della provincia e non chiedere un riscatto? Il rapitore è per caso un’imbecille?>> ragiona il detective a voce alta.
Mi ricordavo bene! Quel nome mi è famigliare perché avevo letto sul giornale qualche settimana fa che i Vaselli si erano trasferiti in una villa poco distante dal centro di Molinella.
<< Signor Commissario, ho trovato qualcosa!>> grida uno degli agenti di polizia che stava ispezionando la zona insieme a Pietro, alzando un oggetto bianco. Quando ci avviciniamo, Pietro lo strappa dalle mani dell’agente e lo osserva attentamente.
<< Sembra un fazzoletto di carta bagnato>>, avvicina il naso al pezzo di carta poi si scosta immediatamente.
<< È strano, sembra quasi dolce!>>
Dopo l’affermazione di Pietro, Seba sbarra gli occhi, esclamando:<< Allontanati subito!>> e il mio amico strappa a sua volta il fazzoletto dall’investigatore.
<< Ehi, mollalo! Potrebbe essere un’indizio!>> il Commissario prova a riprendersi il pezzo di carta ma l’investigatore interviene:<< Aspetti, lo lasci fare, è uno studente di chimica, potrebbe dirci qualcosa!>>
Dopo averlo annusato accuratamente, Seba afferma:<< Come sospettavo, questo è Cloroformio, una sostanza tossica che viene spesso impiegata come anestetico. É stato sicuramente usato per il rapimento.>> dichiara Seba, seguito da commenti di approvazione.
<< Il tuo amico è in gamba.>> sottolinea il Commissario. Seba però non ha ancora mollato il fazzoletto e sta continuando a studiarlo. Ha l’aria confusa.
<< Tutto bene?>> chiedo al mio amico.
<< Sì, però c’è qualcosa di strano. L’odore è ancora molto forte, nonostante siano passate quasi 48 ore dal rapimento. Inoltre è ancora molto umido!>> spiega, consegnando l’indizio al Commissario.
<< Interessante, non me l’aspettavo.>> Roncassaglia mette al sicuro il pezzo di carta, poi fa cenno ai suoi subordinati di andare in macchina ad aspettarlo.
<< Noi adesso andiamo ad interrogare le amiche che erano con Erica al momento della scomparsa. Pietro, tu e i tuoi amici volete venire?>> il detective fa i salti di gioia dall’emozione.
<< Sarebbe bellissimo! Finalmente parteciperò ad un vero interrogatorio!>> poi torna a fissare me e Seba con atteggiamento minaccioso, puntandoci un dito contro:<< Voi venite, vero?>>
Alziamo le spalle e rispondiamo, in coro:<



<< Quando è stata l’ultima volta che avete visto Erica Vaselli?>> chiede Roncassaglia.
<< Era il 31 gennaio e stavamo facendo una passeggiata dopo scuola…>> inizia Anna, una delle due amiche di Erica, con le lacrime agli occhi.
<< Avevamo già superato il Leon d’Oro e stavamo per girare a sinistra, quando… quando…>> la ragazzina scoppia in lacrime, l’altra, Caterina, riprende il discorso:<< Quando Erica riceve la telefonata da un amico, dicendo che era dietro l’angolo e che voleva salutarla.>> io, Pietro e Seba siamo fuori dalla stanza dell’interrogatorio ad osservare la scena da un vetro antiriflesso.
<< Perché non avete chiamato subito la polizia?>>
<< Pensavamo fosse andata via col suo amico. Ci è sembrato strano che fosse andata via senza avvisarci, ma non volevamo preoccuparci troppo. Però, quando il giorno dopo non l’abbiamo vista a scuola e, chiamando i suoi genitori, abbiamo scoperto che non era neanche tornata a casa, abbiamo chiamato la polizia.>> conclude Anna, cercando di trattenere le lacrime.
<< Dopo aver denunciato la scomparsa di Erica, abbiamo chiamato anche la sua migliore amica: Martina Numa. Le abbiamo spiegato la situazione e lei ci ha urlato contro, ritenendoci responsabili della scomparsa di Erica>>, aggiunge Caterina,<< Ma non è stata colpa nostra!>>
<< Capisco, non preoccupatevi.>> il Commissario congiunge le mani e si sporge in avanti<< Ditemi una cosa. Dopo che vi siete accorte che Erica non tornava siete andate a vedere se era con il suo amico?>>
<< Sì, certamente.>> risponde Anna.
<< E avete per caso notato un fazzoletto simile, per terra?>> Roncassaglia fa vedere il pezzo di carta con il cloroformio e le studentesse fanno una faccia confusa.
<< No, non c’era niente del genere.>> dichiara Caterina.
<< Interessante…>> sussurra il capo della polizia, poi aggiunge:<< Lo abbiamo ritrovato un’ora fa sul luogo del rapimento.>>
Caterina sbarra gli occhi<< Un’ora fa? Ma io sono passata di lì anche stamattina, verso le otto, e non c’era niente!>> il caso si fa sempre più misterioso. Come faceva il fazzoletto ad essere sul luogo del crimine alle undici e mezza ma non alle otto?
Il Commissario guarda Caterina, incredulo, poi si alza per accompagnare le studentesse all’uscita.
<< Grazie per il vostro contributo. Lasciatemi il vostro numero di telefono, così se avrò bisogno di contattarvi non avrò problemi.>>
Roncassaglia apre la porta per farle uscire,<< Ah, un’ultima cosa. Siete single?>>
Le ragazzine si scambiano uno sguardo confuso e blaterano qualche parola a caso, colte di sorpresa.
<< Accidenti, è vero che siete ancora minorenni! Fa niente, andate pure, buona giornata!>>
il Commissario le fa uscire dalla stanza e indica loro l’uscita dalla centrale, ma Pietro le ferma prima che possano uscire.
<< Scusatemi ragazze ma ho assolutamente bisogno di sapere una cosa.>>
<< E tu chi sei?>> domanda Anna, aggrottando le sopracciglia.
<< Ciao, sono Pietro! Molto piacere>> stringe velocemente la mano ad entrambe le studentesse, poi continua:<< Per favore rispondete a questa domanda: Qual’è il supereroe preferito di Erica?>>
<< Ma questo cosa c’entra con…>>
<< Rispondete e basta, per favore.>>
<< Credo Wonder Woman, ma non ne sono troppo sicura.>> risponde Anna. Pietro sembra soddisfatto della risposta e le lascia andare via.
<< Credevo volessi anche tu il loro numero.>> scherza Seba, dando al detective un colpetto sulle spalle.
<< Macché! Mi avete scambiato per il Commissario?>> controbatte l’investigatore, provocando Roncassaglia.
<< Attento a come parli, altrimenti ti tolgo dal caso!>> minaccia lui e Pietro alza le mani in segno di resa. Io e Seba iniziamo a ridere ma veniamo interrotti dall’arrivo di uno dei funzionari di polizia.
<< Capo, potrebbe essere interessante! È stato trovato un oggetto che forse è collegato alla ragazza scomparsa, dia un’occhiata!>>
Il giovane poliziotto consegna nelle mani del Commissario quelle che sembrano essere delle mutandine colorate.
<< C’è un simbolo.>> afferma Roncassaglia, poi si rivolge a noi<< Qualcuno lo riconosce? Fate qualche ricerca, su!>> ordina, eccitato dalla possibilità che possa essere un altro indizio. Mi avvicino alle mutandine per vedere il simbolo e cercare di capire di cosa si tratti. La grande “W” è inconfondibile.
<< Lo conosco!>> grido, felice di tornare utile. Tutti gli anni spesi a leggere fumetti sono serviti a qualcosa, finalmente.
<< È il simbolo di Wonder Woman!>> 


Ciao ragazzi! Ecco qua, come promesso, il terzo capitolo di questa storia! Vi sta piacendo? Mi farebbe molto piacere se lasciaste anche una breve recensione, giusto per sapere se è di vostro gradimento oppure no! Ci vediamo venerdì!
 

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Capitolo 4
*** Le Mutandine ***


Giovedì 2 Febbraio,14.16

 

<< E così appartengono a Erica Vaselli, eh?>> domanda il Commissario, senza smettere di osservare le mutandine.
Pietro si schiarisce la gola, poi inizia a spiegare:<< Beh, considerando il fatto che neanche mezz’ora fa sono venuto a sapere dalle amiche di Erica che Wonder Woman è la sua supereroina preferita e che su queste mutandine c’è il simbolo della medesima…>> il detective fa una pausa per riprendere fiato.
<< …credo ci siano buone possibilità che le mutandine appartengano proprio alla ragazza scomparsa.>> sorride, sicuro della sua deduzione.
<< Potrebbe essere una semplice coincidenza.>> ipotizza Seba ma Pietro si mette a ridacchiare.
<< Una coincidenza? Suvvia, amico mio, non essere così fantasioso.>> l’investigatore dà due colpi sulle spalle di Seba, poi si avvicina al poliziotto per continuare ad esaminare le mutandine.
<< Sai, Pietro, se non ti conoscessi così bene saresti tra i principali sospettati. L’intuizione che hai avuto prima è stata incredibile, i miei complimenti.>> afferma Roncassaglia, senza distogliere gli occhi dall’intimo femminile. Immaginavo che il capo della polizia e il bizzarro Pietro si conoscessero, ma non pensavo che la loro fosse un’amicizia di lunga data.
<< Da quanto vi conoscete? Lavorate molto insieme?>> chiedo, curioso.
<< Tre settimane>>, risponde Pietro,<< Siamo andati a prendere un caffè assieme e gli ho detto che sono un investigatore privato.>> conclude, rapido. Tre settimane? Così poche?
<< Sì, l’ho visto avere qualche intuizione, ogni tanto. E poi mi ha aiutato denunciando il traffico di droga dei suoi vicini, così stamattina l’ho chiamato per sapere se voleva collaborare al caso.>> interviene Roncassaglia.
A quanto pare Pietro non ha difficoltà a farsi nuovi amici.
<< Ragazzi scusatemi ma ora dovrei proprio andare a casa a studiare.>> Seba prova ad andarsene ma lo fermo a metà strada.
<< Non andartene, si sta facendo divertente!>> provo di convincerlo.
<< No, sul serio, se non studio almeno sei ore non riuscirò mai a laurearmi con 110 e lode.>>
<< Fermo lì!>> Pietro punta il dito contro Seba, poi gli consegna le mutandine.
<< Sarai libero di andare non appena mi dirai cosa c’è di strano in queste mutandine.>> il mio amico sbuffa e inizia ad analizzare l’intimo.
<< Sono semplici mutandine. Sono un po' sporche ma è normale perché il poliziotto le ha recuperate dalla strada.>> le annusa e gli si illuminano gli occhi.
<< Profumano di lavanda! Ciò significa che sono state lavate da poco.>>
<< Esattamente>>, conferma Roncassaglia.<< Motivo per cui è arrivato il momento di andare a fare qualche domanda alla famiglia Vaselli.>>. Si alza e si congeda:<< Scusate ma devo proprio andare.>>
<< Ma come, lei non viene?>> domando.
<< Vorrei venire, ma devo andare in palestra. Sai, questo fisico non si mantiene da solo. Buona fortuna!>> il Commissario Roncassaglia sorride ed esce dalla porta.
<< Che faccia tosta.>> commenta Seba.
Il capo della polizia si affaccia alla porta e aggiunge:<< Ah, Seba, vai tu al mio posto, vero? Ci conto!>> e si dilegua.
Il mio amico rimane fermo qualche secondo a fissare la porta, poi esclama:<< Che bastardo!>> 

 

Arriviamo davanti alla villa dei Vaselli, in via Fiume Vecchio 67, non molto distante dalla centrale di polizia, in via Podgora. Dopo aver cercato di dimostrare alla famiglia Vaselli che Pietro è veramente un detective e che siamo stati mandati dal Commissario Roncassaglia per porgere alcune domande, ci hanno miracolosamente fatti entrare.
Siamo seduti attorno a un tavolo, mentre sorseggiamo il the caldo che ci è stato servito dalle domestiche.
<< Siete qui per investigare, giusto? Fateci qualche domanda, così possiamo aiutarvi.>> invita il padre di Erica, Germano. Prende la mano di sua moglie, Barbara, mentre lei cerca di trattenere le lacrime. È ancora visibilmente molto scossa. Per provare a calmarsi beve un sorso di the.
<< Sì, certamente.>> risponde Pietro, posando la tazza e appoggiando il mento sui dorsi delle mani.
<< Posso vedere le mutandine di vostra figlia?>>
La signora Barbara inizia a tossire e quasi si strozza dopo l’affermazione del detective.
<< Ma sei cretino?>> sussurriamo io e Seba in coro, mentre lui solleva le mani e cerca di giustificarsi:<>
<< Ma lei è veramente l’investigatore che dice di essere? O è un pervertito?>> accusa il marito, giustamente.
<< Non sono un pervertito! Le spiego brevemente la faccenda.>>
Pietro fa vedere le mutandine di Wonder Woman ai coniugi e comunica a loro tutto ciò che avevamo scoperto in quelle ore.
<< Non riesco a capire>>, risponde Barbara, aggrottando le sopracciglia,<< Ricordo perfettamente di averle lavate e stirate proprio ieri pomeriggio. Aspettate un attimo.>>
La signora corre su per le scale e, dopo qualche interminabile secondo, ricompare nella sala, affaticata:<< È incredibile…non ci sono…>>
Il marito aiuta sua moglie a sedersi e a tranquillizzarsi, mentre Pietro chiarisce la situazione:<< Probabilmente qualcuno ieri sera si è intrufolato dalla finestra e ha rubato quel paio di mutandine.>>
<< Ma perché avrebbe dovuto farlo? A cosa gli servono?>> domanda Germano, confuso.
<< Questo ancora non lo sappiamo. Però potrebbe aiutarci sapere la storia di queste mutandine e il legame che hanno con vostra figlia.>> il detective si sistema le lenti sottili e si sporge in avanti, invitando i coniugi a parlare.
<< Sì, capisco. Vi dirò tutto.> dice Barbara.
<< Conosco perfettamente quelle mutandine. Le sono state regalate dalla sua madre biologica il giorno del suo sedicesimo compleanno.>> sbarriamo gli occhi.
<< Il Commissario non ci aveva detto che era stata adottata.>> commento e Germano interviene:<< Nessuno lo sapeva. Abbiamo fatto in modo di tenerlo nascosto. Ve lo abbiamo rivelato perché potrebbe esservi utile nell’indagine.>>
<< E la sua madre biologica? Sono molto legate lei e vostra figlia?>> domanda Seba.
I coniugi si scambiano uno sguardo, indecisi se rivelarci tutta la storia o meno. Dopo un cenno di assenso, Barbara inizia a raccontare:<< Io e mio marito non abbiamo mai potuto avere figli. Perciò, verso Marzo del 1998, decidemmo di adottare una bambina. Visitammo un sacco di orfanotrofi e più ne visitavamo più ci convinceva l’idea di adottare una bambina appena nata, in modo che potesse vederci come i suoi veri genitori.>>
<< Alla fine, dopo alcuni mesi di ricerca, ricevemmo una chiamata dall’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Al telefono ci venne comunicato che una donna che stava per partorire non voleva tenere la bambina. Ci chiese se volevamo prenderla noi. Accettammo e il 15 luglio 1998 portammo a casa Erica. Era una bambina molto tranquilla e trascorse un’infanzia serena.>>
<< Purtroppo a 12 anni scoprì di non essere figlia nostra, così fummo costretti a rivelarle di essere stata adottata. La scoperta fu un trauma per lei e cadde in una fase di ribellione. Non studiava, non mangiava, usciva di casa senza permesso. Io e Germano non sapevamo più cosa fare.>>
<< Poi, un giorno, ci disse che voleva conoscere la sua mamma biologica. Riuscimmo a contattarla e combinammo un incontro. Erica e la sua madre biologica, Amanda Ropena, si trovarono bene insieme e così gli incontri divennero sempre più frequenti man mano che passavano gli anni.>>
A Barbara scese una lacrima. I ricordi l’avevano commossa.
<< Il giorno del suo sedicesimo compleanno, Amanda le regalò le mutandine di Wonder Woman, aggiungendo qualche frase sul fatto che fosse “ Una donna forte e indipendente come lei”. Da quel giorno Wonder Woman divenne la sua supereroina preferita, tanto da tappezzare camera sua di poster e oggetti con il suo simbolo.>> Barbara termina il racconto e scoppia in lacrime.
<< Scusatemi.>> esce dal salotto, lasciandoci col marito.
<< Meglio se andiamo anche noi. Dobbiamo aggiornare il Commissario.>> dichiara Pietro.
<< Un’ultima cosa>>, interviene Germano,<< Grazie per l’aiuto che ci state dando. Anche noi adesso faremo il possibile per ritrovarla. Buona giornata.>> ci accompagna alla porta e noi usciamo.
<< Cosa voleva dire secondo voi con “Anche noi adesso faremo il possibile per ritrovarla?”>> domanda Seba e io scuoto la testa:<< Non ne ho idea.>>
<< Borghe, Seba, controllate Facebook. Io devo fare una telefonata.>> ci ordina Pietro, tirando fuori il telefono per chiamare il Commissario Roncassaglia. Mentre scrolliamo la bacheca del social network senza sapere di preciso in cosa dovremmo imbatterci, Pietro aggiorna il capo della polizia. Mi accorgo che il detective ha attivato il vivavoce perché sento chiaramente la voce di Roncassaglia.
<< Sì, adesso andiamo da Amanda a farle qualche domanda. È successo qualcosa, nel frattempo?>>
Il Commissario risponde:<< Nah, niente di che. L’unica cosa interessante che è successa in questi giorni, oltre alla scomparsa di Erica, è stato l’inseguimento di una moto per eccesso di velocità. So che non ti interesserà, però un mio uomo ha rintracciato la targa del veicolo e presto andrà ad arrestarlo. Ehi, ci sei?>>
La voce impetuosa del Commissario riscuote Pietro, che si riprende dalla sua stasi:<< Eh? Ah, sì sì. Bene, a dopo.>>
Il detective chiude la telefonata e si rivolge a noi:<< Trovato niente?>>
<< No.>> purtroppo sulla mia bacheca non compare nulla di interessante.
<< Un inseguimento, eh? Quel ragazzo adesso sarà nei guai.>> aggiungo, senza staccare gli occhi dallo schermo.
<< Sì, ma non mi interessa. Per il momento.>> risponde Pietro, misterioso come sempre.
Dopo cinque minuti di ricerca e un consumo ingente di 3G, Seba esclama:<< Oh, Dio. Ora ho capito cosa intendeva Germano con quella frase.>> gira il cellulare, in modo che io e l’investigatore possiamo vedere lo schermo. Quello che leggo mi fa restare a bocca aperta:”Scomparsa Erica Vaselli. La famiglia informa che offrirà un milione di euro a chiunque riuscirà a ritrovarla. Mettete like e spargete la voce!”.
<< Un motivo in più per ritrovarla!>> commenta Pietro, ridendo.  


Ciao ragazzi! Ecco qua come promesso il quarto capitolo della storia! Lasciate una recensione se vi sta piacendo! A lunedì :)

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Capitolo 5
*** Best Friends Forever ***


Giovedì 2 Febbraio, 15.20

 

Stiamo percorrendo la strada per andare a interrogare Amanda Ropena, la madre biologica di Erica. La famiglia Vaselli ci ha detto che abita vicino a Castenaso, quindi dovremmo riuscire ad arrivare da lei prima delle 16. Stiamo per arrivare a Miravalle, quando squilla il cellulare di Pietro.
<< Seba, rispondi tu per favore?>> chiede il detective, impegnato a guidare l’autovettura che Roncassaglia gli ha prestato. Il mio amico, seduto al posto del passeggero, acconsente alla richiesta di Pietro. Io sono seduto dietro e mi sto godendo la scena di Seba che sfila il cellulare dell’investigatore dalla tasca dei suoi pantaloni.
<< Pronto, Commissario? Sono Seba.>> risponde il mio amico, mettendo il vivavoce.
<< Ragazzi, è pazzesco! È assolutamente incredibile!>> esclama Roncassaglia, agitato.
<< I Vaselli hanno offerto un milione di euro a chiunque ritrovi Erica!>>
Seba è sollevato,<< Non si preoccupi, lo sapevamo g..>> non riesce a terminare la frase che il Commissario lo interrompe, più agitato di prima:<< No, no non capite! l’annuncio è diventato virale, capito? VIRALE!>> Seba è rimasto a bocca aperta. Noi tre ci scambiamo alcuni sguardi: non ci aspettavamo diventasse addirittura virale quell’annuncio!
<< Ne parlano su Facebook, su Twitter, su Instagram e anche su Google Plus, che nessuno considera! È ovunque, tutta l’Italia ne è a conoscenza!>> urla il Commissario, molto preoccupato.
<< Ragazzi, sapete cosa significa?>> domanda lui. Nessuno di noi sa cosa rispondere.
<< Che dobbiamo ritrovare quella ragazza oggi, sempre che non sia già morta, o da domani Molinella diventerà il più grande centro turistico del 2017. La gente è disposta a tutto per quella cifra.>> siamo sbigottiti dalla spiegazione del Commissario, però sappiamo che ha ragione.
<< Stiamo facendo il possibile. Ora stiamo andando dalla madre biologica.>> avvisa Seba.
<< Fate bene, bravi. Io vedo cosa posso fare. A dopo.>> Roncassaglia riattacca e Seba fa un profondo sospiro di sollievo: finalmente quella chiamata è finita!
<< Speriamo che l’incontro con Amanda ci porti a qualcosa di buono!>> esclamo, seguito da commenti di approvazione. Poi, a metà strada tra Miravalle e San Martino, Pietro inchioda, facendomi sbattere contro il sedile del passeggero. La sua frenata improvvisa è seguita da numerose strimpellate dei guidatori che ci sorpassano, accompagnate da fantasiose bestemmie.
Per fortuna, nessuno si è fatto male.
<< Ma cosa ti salta in mente, sei cretino?>> grida Seba al detective, ma lui è assorto nei suoi pensieri e ha lo sguardo fisso.
<< Ragazzi, abbiamo sbagliato tutto>>, Pietro riparte e fa inversione,<< Siamo stati dei deficienti!>>
<< Ehi, parla per te!>> commento, offeso.<>
<< Stavamo andando a interrogare la madre biologica di Erica, quando in realtà non abbiamo minimante considerato la persona più importante all’interno di questa vicenda!>> cerca di spiegare l’investigatore, ma io e il mio amico siamo ben lungi dal comprenderlo.
<< Martina Numa, la migliore amica di Erica! È lei che dobbiamo interrogare!>> conclude Pietro, spingendo l’auto oltre i cento chilometri orari.
<< Ma perché proprio lei? Hai avuto un’intuizione?>> chiede Seba.
<< Diciamo di sì. E’ che mi è tornata in mente quella frase di Caterina; Martina riteneva le due amiche responsabili dell’accaduto.>> Pietro incrocia i nostri sguardi, aspettandosi una nostra risposta. Noi però non apriamo bocca, così conclude lui:<< Non è un comportamento normale! Dobbiamo andare a farle delle domande, e anche in fretta!>>
Io e Seba alla fine acconsentiamo. Dopotutto, non è un ragionamento sbagliato quello del detective.
Giungiamo così in via Anna Frank 24, nella zona industriale di Molinella. Il Commissario ci ha fornito le indicazioni della casa dove abita Martina Numa. Mica male la sua casa! È una villetta, compresa di giardinetto e garage per la macchina. Suoniamo il citofono e, dopo aver spiegato chi siamo, ci lascia entrare. Davanti al garage è parcheggiata una bella moto nera. Che strano. Con un freddo del genere perché non ha messo la moto nel garage? La sella si congelerà!
Martina ci fa accomodare in sala da pranzo. È una ragazza mora, con i capelli a caschetto. Non dovrebbe avere più di 20 anni.
<< Lei ed Erica eravate molto amiche?>> domanda Pietro, per cominciare. Martina ci scruta uno ad uno, con occhi sottili, poi risponde:<< Sì, ci siamo conosciute alle superiori. Lei era in prima, io ero in terza. Siamo diventate molto amiche in breve tempo. Non c’è niente che io non farei per lei.>>
<< Mh-mh.>> mugugna il detective, prendendo il mano il telefono e inviando un messaggio, ma non riesco a leggere a chi lo ha mandato.
<< Siete davvero così legate? Non mi sembra molto triste per la sua scomparsa.>> sottolinea il detective, guardandola oltre le lenti, con aria sicura.
Lei si indispettisce,<< Come osa dire questo? È ovvio che sono triste per il rapimento di Erica, è la mia migliore amica! Però sono una persona molto fredda e mi è difficile dare sfogo ai miei sentimenti.>> si difende lei, incrociando le braccia.
Pietro sorride sotto i baffi,<< Io non ho mai parlato di rapimento.>>
Martina si ritrova senza difese e inizia a balbettare qualcosa:<< Beh, è p-per forza un r-rapimento, no?>>
Stavolta il detective è stato molto in gamba, l’avevo davvero sottovalutato!
Per spezzare la tensione che si è creata, faccio anche io una domanda alla signorina Numa, più per curiosità che per altro:<< Come mai ha lasciato la sua moto fuori dal garage? La sella si congelerà!>>
Lei si riprende dall’imbarazzo e risponde tranquillamente:<< No, non è mia. È del mio ragazzo, la lascia sempre fuori quando viene da me.>>
Il suo ragazzo è qua? Ormai sono circa venti minuti che siamo in casa e non ho visto nessun altro in giro. Sarà in bagno?
Suona il citofono e Martina si alza, ma viene fermata dall’investigatore.
<< Vado io, dovrebbe essere il Commissario Roncassaglia. L’ho contattato poco fa.>>
Ecco a chi aveva mandato il messaggio!
La ragazza non fa in tempo a reagire alle parole del detective che Seba le domanda:<< Potrebbe far venire qui il suo ragazzo? Pietro potrebbe voler fare qualche domanda anche a lui.>>
<< Adesso sta dormendo perché è molto malato.>> Martina liquida velocemente la richiesta di Seba e si alza per andare ad accogliere il Commissario.
<< Buonasera, Commissario.>>
Roncassaglia entra, molto agitato.<>, il capo della polizia nota la ragazzina e si distrae per qualche secondo,  
<< Buonasera, signorina. Lo sa che ha davvero dei bei capelli? E anche un buon profumo!>>
Il commento del Commissario infastidisce la ragazza, che fa una faccia disgustata, poi lui riprende a gridare:<< Allora, perché sono qui? Fammi capire!>>
Siamo tutti in attesa di spiegazioni, quando sentiamo una voce provenire da un’altra stanza:<< Amore, tu avere ragione! famiglia Vaselli avere pubblicato offerta da un milione di...>> Vedo uscire dalla porta un ragazzo con un cabaret in mano. Un momento, ma è il ragazzo che c’era stamattina al bar!
<< Tu! Piezo de merda!>> grida, notandomi. Poi nota Pietro e ripete la stessa frase anche a lui.
<< Adrian, sei guarito!>> esclama Martina, ma il suo ragazzo aggrotta le sopracciglia.
<< Ma io non essere malato.>>
Io e Seba ci guardiamo, confusi. Non ci stiamo capendo assolutamente niente, e a quanto pare non siamo gli unici.
<< Cosa sta succedendo? Pietro, vuoi darmi spiegazioni?>> domanda Roncassaglia, impaziente.
<< Non si preoccupi, Commissario, siamo giunti all’atto finale e adesso vi spiegherò tutto!>> 



We, ma salve! Anche questo lunedì è uscito il nuovo capitolo! Vi avviso che ci stiamo avvicinando alla fine! Se vi è piaciuto lasciate una recensione! Bye!

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Capitolo 6
*** Il caso... ***


Giovedì 2 Febbraio, ore 16.01

 

<< Quindi? Vuoi spiegarci o no?>> incalza il Commissario, piuttosto scocciato.
<< Ho appuntamento tra tre ore con una bella ragazza e non voglio arrivare in ritardo.>>
<< Ma, Commissario, tre ore sono tante! Ha un sacco di tempo per prepararsi.>> fa notare Seba. Roncassaglia guarda torvo il mio amico,<< Credi che questo magnifico corpo possa essere curato, lavato e vestito elegantemente in meno di tre ore? Caro mio, non sai assolutamente niente e ti consiglio di…>>
<< SILENZIO!>> l’urlo di Pietro interrompe la discussione tra Seba e il capo della polizia. Cala un silenzio imbarazzante. Innumerevoli sguardi vengono scambiati tra i presenti nel salotto. Eccetto Pietro, che se ne sta ad occhi chiusi, fermo immobile, senza neanche respirare( probabilmente), con entrambe le mani sospese a mezz’aria.
Poi, finalmente, un sospiro esce dalla bocca del detective, che riapre di nuovo gli occhi, piuttosto deluso.
<< Niente, non ci arrivo. Non so come spiegarvi la soluzione del caso.>>
<< Cosa? Che razza di detective sei? Credevo avessi capito!>> grida Martina, sorpresa dall’inefficienza di Pietro.
<< Quindi noi essere liberi? Potere io andare in bagno?>> chiede Adrian, alzando la mano.
<< Calma. Qui non si muove nessuno>>, interviene Roncassaglia,<< Avevi detto di aver risolto il caso.>> il Commissario guarda Pietro dritto negli occhi, furioso.
<< Beh, ecco, so che quei due sono colpevoli.>> il detective indica Martina e Adrian con il dito, poi continua:<< E so anche che c’è un terzo colpevole…>> fa qualche passo, cercando di riorganizzare i suoi pensieri.
<< Però non so come provarlo. Questo caso è un’enorme casino! Non riesco a collegare tutto!>> si siede, sfinito, sulla poltrona del salotto e inizia a massaggiarsi la testa.
<< Avete del the?>> chiede Pietro ai due ragazzi.
<< Pesca o limone?>>
<< Ma sei impazzito? Devi risolvere il caso, altrimenti non scopriremo mai che fine ha fatto Erica!>> cerco di convincerlo.
<< Sì, sì va bene. Però prima devo avere il mio the alla pesca.>> risponde Pietro, sbuffando.
Quando Martina porta la bevanda al bizzarro detective, lui si alza e ricomincia a parlare:<< Ricominciamo dall’inizio. Cerchiamo di collegare tutto.>> cammina avanti e indietro, poi schiocca le dita verso Roncassaglia.
<< Commissario, qual’è stato l’indizio più importante del caso?>>
<< Il cloroformio?>>
<< No.>>
Il Commissario ci pensa su per qualche secondo, poi gli si illuminano gli occhi.
<< Le mutandine di Wonder Woman!>>  
<< Esattamente. E grazie a Seba sappiamo che al momento del ritrovamento erano sì sporche, ma profumavano anche di lavanda. La mamma di Erica ha affermato di averle lavate ieri pomeriggio. Poi, misteriosamente, sono scomparse e sono state ritrovate oggi, poco distanti dalla centrale di polizia. Perché erano lì? Qualcuno deve essere entrato nella camera di Erica, ieri sera, averle prese ed essere scappato via. Ma con che mezzo?>> la mente di Pietro inizia a far girare gli ingranaggi, anche se sono un po' arrugginiti.
<< Non con una macchina. Sarebbe stato impossibile perdere le mutande.>> affermo.
<< Ottima osservazione. Ma allora cosa ha usato? Una bicicletta?>> ipotizza Seba.
<< No, no. Ha usato un mezzo a motore, ne sono sicuro.>> Pietro continua a ragionare.
<< Dobbiamo ancora aspettare molto? Inizio ad avere fame.>> si lamenta Martina. In effetti sto iniziando a sentire anche io un certo languorino.
<< Commissario, lei ha detto qualche ora fa che avevate trovato la targa di una moto, giusto?>>
<< Beh, sì. Ma non siamo ancora andati dal proprietario.>>
<< E quando c’è stato l’inseguimento con il motociclista?>> Roncassaglia cerca di ricordare.
<< Ieri sera, verso le dieci.>>
Pietro sembra abbastanza soddisfatto della risposta.
<< Mh. Interessante>>, il detective si rivolge a me<>
<< Ovvio. Con lui>> indico Adrian.
<< Essere stata colpa vostra! imbecilli!>> cerca di giustificarsi lui.
<< E dimmi, Bartolomeo…>>
<< Borghe.>>
<< Quello che è. Dimmi, come ti è sembrato Adrian?>>.
Rifletto sulla domanda del detective, poi rispondo:<< Piuttosto agitato. Si è arrabbiato per una cosa da niente, come se in realtà l’incidente non fosse stato il vero motivo della sua rabbia.>>
Pietro sorride.
<< Esatto. Questo perché Adrian aveva ben altri motivi di cui preoccuparsi.>> l’investigatore si rivolge al Commissario:<< Sarebbe così gentile da confrontare la targa della moto qua fuori con quella di ieri sera?>> Roncassaglia accetta ed esce di casa. Adrian comincia a sudare.
<< I-io davvero b-bisogno di f-fare pipì.>> vorrebbe lasciare la stanza ma io e Seba lo fermiamo. Martina scossa la testa. Ha capito che ormai il gioco è fatto.
Il Commissario rientra ed esclama:<< Sono uguali! È stato Adrian ad infrangere il limite di velocità, ieri sera!>>
<< Questo perché aveva appena rubato le mutandine e, per paura di essere scoperto, ha accelerato troppo. Di conseguenza, passando davanti alla centrale di polizia, è stato subito notato. Così un’autovettura è partita all’inseguimento. Adrian, che teneva le mutande in una mano, quando ha sentito le sirene della polizia si è spaventato, lasciando cadere le mutandine lungo via Podgora. Dopodiché, per qualche miracolo, è riuscito a sfuggire all’arresto. Fino ad oggi.>>
<< Non essere colpa mia! Io avere solo eseguito ordini di…>> il ragazzo viene interrotto da Pietro, che gli tappa la bocca con una mano:<< Zitto! Non è ancora il momento del cliffhanger!>>.
L’investigatore si schiarisce la voce, poi continua:<< Passiamo ora al luogo dove Erica è stata rapita. Che cosa sappiamo?>>
<< Abbiamo trovato un fazzoletto pieno di cloroformio, probabilmente usato per rapire la ragazzina>> rispondo.
<< Il termine”probabilmente” non poteva essere più adatto. Infatti sono venuti fuori dettagli interessanti, vero Seba?>>
<< Ehm, sì. Il fazzoletto è stato trovato stamattina, verso le undici. Però una delle amiche di Erica ha giurato di essere passata per la via verso le dieci e di non aver trovato tracce del fazzoletto. Inoltre, il pezzo di carta era ancora molto umido.>>
Pietro fa un breve applauso,<< Bravissimo! Si vede che hai preso dal sottoscritto.> fa l’occhiolino al mio geniale amico, poi continua:<>
<< Coincidenze?>> interviene Martina, per sviare il detective.
<< No, io non credo alle coincidenze. Io credo alle mie intuizioni>>, successivamente si rivolge a me,<< Ti ricordi con chi abbiamo litigato stamattina?>>
<< Ho un deja vù.>>
<< Avanti, Gargiulo, rispondimi senza fare storie. Roncassaglia e Seba sono bravissimi!>>
Sbuffo, seccato dal suo comportamento nei miei confronti.
<< Adrian, abbiamo litigato con Adrian!>>
<< E si trovava al bar Leon d’Oro perché aveva appena lasciato il fazzoletto sulla scena del rapimento e aveva deciso di premiarsi con un caffè. Ho ragione?>> Pietro guarda il ragazzo, aspettando una sua conferma.
<< Volevo a camomilla. Però tu avere ragione, io avere messo fazzoletto con cloroformio.>>
confessa. Allora è stato lui a rapire la ragazzina? Ci sono ancora molti elementi in sospeso che non capisco.
<< Bene, continuiamo!>> esclama il detective, pronto a proseguire alla risoluzione del caso.
<< Non possiamo saltare alle conclusioni? Ci stai mettendo troppo.>> afferma, seccato, Roncassaglia, incrociando le braccia. Pietro prova a controbattere, ma viene interrotto dall’entrata in scena di una ragazzina dai capelli ricci e castani. Indossa anche una maglietta dove è raffigurata un’enorme “W”.
<< Il Commissario ha ragione. È giunto il momento di rivelarvi tutto.>>
<< ERICA VASELLI?!>> esclamiamo in coro io, Seba e Roncassaglia. Martina e Adrian rivolgono lo sguardo altrove, sapendo che ormai le loro speranze di farla franca sono ormai sparite del tutto.
Pietro, invece, è molto compiaciuto dell’apparizione improvvisa di Erica.
<< Ecco il cliffhanger perfetto!>>


Ciao amici! ecco a voi il penultimo capitolo! lunedì pubblicherò l'ultimo! ciao

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Capitolo 7
*** ...è chiuso! ***


Giovedì 2 Febbriaio, 16.22

 

Io, Seba e il Commissario siamo ancora molto sbigottiti dall’arrivo improvviso di Erica, la ragazza scomparsa. Pietro, invece, sta ridacchiando sotto i baffi, come se avesse saputo che Erica sarebbe sbucata da un momento all’altro.
<< Signorina, sta bene?>>, domanda Roncassaglia,<>
<< Sto benissimo, non si preoccupi.>> abbozza un sorriso, poi con un gesto della mano invita a sederci.
<< Come promesso, adesso vi spiegherò come sono andate realmente le cose.>> abbiamo tutti gli occhi puntati su Erica. Lei ha un aspetto rilassato. Sembra quasi triste.
<< È iniziato tutto nel 2010, quando avevo appena compiuto 12 anni. Mi ricordo che ero felice. Avevo trascorso un’infanzia fantastica, con due genitori stupendi. Non mi era mai mancato nulla, fino a quel momento. Poi, in una calda sera di agosto, non riuscivo a prendere sonno così mi ero alzata con l’intenzione di andare a farmi una camomilla. Prima di arrivare in cucina, ho sentito i miei genitori parlare di me. Dopo alcuni minuti che stavo origliando, ho capito l’argomento della conversazione: i ricordi del giorno in cui mi adottarono.>>
<< È stato un duro momento per me. In un secondo, tutto il mio mondo mi era crollato addosso. Le mie certezze, le mie sicurezze, si erano dissolte. Nei giorni seguenti, Germano e Barbara mi avevano raccontato la storia di come mi avevano adottata. Ma io non riuscivo neanche più a guardarli in faccia. Ho pensato: per tutti questi anni ho vissuto con due sconosciuti? Chi sono io, veramente?>>
<< Sono stati mesi difficili. Germano e Barbara cercavano di aiutarmi, ma io non volevo il loro aiuto. Non volevo l’aiuto di due bugiardi.>> Erica fa una piccola pausa. La vedo lottare per respingere le emozioni, per sforzarsi di non piangere.
<< Nelle settimane successive, avevo solo una domanda che mi girava per la testa: Chi è la mia vera madre? Ero decisa a conoscerla. Ne avevo parlato con i miei genitori adottivi e loro avevano acconsentito. Fortunatamente siamo riusciti a combinare un incontro in poche settimane. E così, il 7 novembre 2010, ho conosciuto mia madre, Amanda Ropena. Quell’incontro ha cambiato la mia vita. Lei era una donna forte, coraggiosa, indipendente. La stimavo, anzi, la stimo tutt’oggi. Iniziammo a vederci sempre più spesso, anche perché insieme ci divertivamo molto. Quando ho compiuto 16 anni mi ha fatto un regalo bellissimo: un paio di mutandine di Wonder Woman. Da quel giorno, Wonder Woman è diventata la mia supereroina preferita e ho riempito la mia stanza di suoi gadget. Inoltre, ho comprato anche molti vestiti a tema. In un certo senso, Wonder Woman mi ricorda Amanda, mia madre.>>
il Commissario ha lo sguardo perso. Non capisco se è affascinato dal racconto o dalla bellezza di Erica. Pietro è immobile, ha le gambe e le braccia incrociate. Ho paura che si sia addormentato. Seba mi sembra l’unico veramente interessato alla storia di Erica, oltre a me. Martina, invece, non riesce a stare comoda, quindi cambia posizione continuamente. Adrian, d’altra parte, sta giocando a Candy Crush con il suo smartphone.
<< Tuttavia, anche se ero felice per il rapporto che stavo costruendo con mia madre, non riuscivo a perdonare Barbara e Germano. Non riuscivo più a fidarmi di loro. Ogni volta che aprivano bocca, io  chiudevo le orecchie. Non li ascoltavo e facevo sempre più fatica a stare in loro presenza. Passavo sempre più tempo o fuori o in camera mia. Mi sono accorta che, piano a piano, stavo iniziando ad odiarli. Mi confidai con Martina, la mia migliore amica. Lei era d’accordo con me: non dovevo continuare a vivere con due sconosciuti.>>
<< Ma ti hanno cresciuta! i signori Vaselli ti amano ancora!>> interviene Seba, interrompendo Erica. Lei non si scomoda e risponde, secca:<< Loro non contano più nulla per me.>>
<< Comunque, io e Martina, circa un mese fa, abbiamo iniziato a pianificare il modo migliore per separarmi dai miei. L’idea era molto semplice: Adrian, il ragazzo di Martina, avrebbe fatto finta di rapirmi e mi avrebbe portata a casa sua, dove convive assieme a Martina, e io sarei “vissuta” qualche giorno nel garage, per non farmi vedere in giro. Bastavano pochi giorni, perché sapevo che Germano e Barbara, vista la loro ricchezza, avrebbero offerto dei soldi a chiunque mi avesse ritrovata. Di conseguenza, io e Martina avremmo inscenato il mio ritrovamento e lei si sarebbe portata a casa i soldi. infine, avrei fatto i bagagli con le cose a cui tenevo di più e sarei fuggita assieme ad Adrian e Martina, per iniziare una  nuova vita.>>  Erica sospira profondamente. Io e Seba siamo ancora concentratissimi, mentre Pietro si è addormentato da un pezzo.
<< Purtroppo però sono andate storte alcune cose. Ieri, ad esempio, ho avuto un attimo di panico. Il pensiero che di lì a poco avrei cominciato una nuova vita mi aveva sopraffatta, facendomi dubitare di star facendo la cosa giusta. Così ho spiegato che l’unico modo per farmi riacquistare la forza per andare avanti era indossare le mutandine di Wonder Woman. Infatti, ieri sera, per aiutarmi, Adrian è andato a casa mia a prendere le mutande col suo motorino, ma ha superato i limiti della velocità ed è stato inseguito. La paura di essere arrestato lo ha distratto e la mia biancheria gli è scivolata dalla mano. Una volta tornato a casa, dovevamo cercare di rimediare all’accaduto. Quelle mutandine infatti potevano essere ricondotte facilmente a me, quindi dovevamo trovare un modo per convincere ulteriormente la polizia che fosse un rapimento a tutti gli effetti. Il giorno dopo, ovvero stamattina, Adrian si è procurato del cloroformio in farmacia, ha impregnato con esso un fazzoletto di carta, e ha lasciato l’oggetto sul luogo dove mi aveva “rapita”. Tutti i nostri sforzi, però, sono stati inutili.>> Erica ha finito di raccontare la storia della sua scomparsa e si è lasciata andare in un pianto liberatorio. Martina è subito andata ad abbracciarla. Anche Adrian ha gli occhi lucidi.
Il Commissario si alza dalla sedia, si stiracchia e dice:<< Molto bene, signorina. La ringrazio per la sua confessione. Adesso però voi tre dovete venire con me in centrale. Ho bisogno di mettere a verbale tutta questa storia.>> Roncassaglia si avvicina alla porta d’uscita, seguito da Erica, Martina e Adrian.
<< Commissario, che ne sarà di loro? Lì arresterà?>> domanda Seba.
<< Non lo so. Quello che so è che Adrian si beccherà una bella multa, mentre a Erica tocca una bella ramanzina da tutti i suoi genitori, sia adottivi che biologici. Poi si vedrà.>> il capo della polizia sta per uscire di casa, quando Pietro si risveglia improvvisamente dal suo sonno.
<< HO RISOLTO IL CASO! SONO UN GRANDE!>> il detective inizia a fare i salti di gioia per tutta la stanza, poi si guarda attorno e capisce che il morale di noi altri è piuttosto basso.
<< Ma cosa succede? È tutto a posto?>>
il Commissario, prima di uscire, si rivolge direttamente all’investigatore, con parole sincere:<< Sì, Pietro, hai risolto il caso. Sei in gamba per essere un detective alle prime armi.>> 

 


 

Lunedì 6 febbraio, 11.19


Sono appena arrivato all’indirizzo segnato sulla mail di Pietro, il 42 di via Giotto. La casa è la stessa della foto nel messaggio di Pietro. Sembra una bella villa. Ha anche un piccolo giardino e un garage privato. Il massimo del comfort!
Sono quasi le 11.30 e il detective non si è ancora presentato. Rileggo la mail, per essere sicuro al cento per cento di essere nel posto giusto.

Caro Vicino di Casa,

Settimana scorsa abbiamo proprio avuto una bella avventura, non è così? Certo, il mistero della ragazza scomparsa è stato risolto solo grazie alle mie infallibili intuizioni, però anche tu hai dato una mano, nel tuo piccolo, a risolvere il mistero. Sei impegnato lunedì? Scommetto di no(sei disoccupato!), perciò fidati di me e presentati alle 11.30 in via Giotto, al numero 42. Una volta arrivato aspettami, ovviamente. 

Tanti saluti, ci vediamo lunedì!

Pietro, l’investigatore più in gamba 

 

P.S: Se te lo stai chiedendo sì, ho avuto un’intuizione. E anche molto bella. 

 

Non ho sbagliato indirizzo, sono nel posto giusto. Mi appoggio sul cancello della villa, in attesa che arrivi il detective.
Dopo alcuni minuti riconosco l’auto di Seba. Cosa ci fa qui? Il mio amico parcheggia la sua fiat e mi viene incontro.
<< Hai ricevuto anche tu la mail di Pietro?>>
<< Sì, secondo te perché siamo qui?>>
<< Forse per un nuovo caso? Magari dentro questa villa c’è un cadavere.>> ipotizza Seba, ma io rabbrividisco al solo pensiero. Spero che il bizzarro detective ci abbia convocati per qualcosa di meno raccapricciante.
Sul fondo della strada scorgo una piccola macchia rossa che si avvicina a gran velocità, accompagnata da una canzone al massimo del volume. Quando arriva davanti a noi riconosco il modello: è una Lamborghini rossa fiammante!
Con una sgommata, l’eccentrico guidatore parcheggia la sua costosissima auto. Si apre lo sportello e, sulle note di Mr. Fantastic dei The Electric Diorama, esce Pietro.
<< Ciao amici!>> grida, alzando le braccia. Indossa sempre la sua inseparabile coppola grigia, abbinata al cappotto.
<< Quella macchina è tua? Ma come hai fatto a…>> Pietro mi interrompe prima che possa finire la domanda:<< Vi ho convocati qui per darvi una notizia molto importante.>>
<< Dovete sapere che i coniugi Vaselli, quando il Commissario ha spiegato loro cosa fosse veramente successo con Erica, mi hanno contattato e hanno insistito per darmi il milione di euro. Hanno detto che è stato solo grazie a me se sono riuscito a ritrovare la loro figlioccia.>> Pietro guarda prima Seba, poi me:<>
<< Beh, bravo Pietro. È fantastico.>> commenta Seba con poco entusiasmo.
<< Perciò, con tutti questi soldi mi sono detto: perché non spenderli? Ed eccomi qui con la mia nuova macchina>>, il ricco detective indica la Lamborghini, poi indica la villa,<< E la mia nuova casa. Vi piace?>>
Sul serio? Ha veramente avuto il coraggio di convocare me e Seba per mostrarci i suoi costosi acquisti? Che uomo irritante.
<< Wow, davvero bella.>> commento, freddo. Giuro che appena ho i soldi mi compro un cane solo per farlo cacare nel suo giardinetto.
<< Però adesso viene il bello. Visto che, facendo una piccola riflessione, mi sono accorto che in fondo voi due mi avete aiutato a risolvere il caso, ho deciso che questa casa, oltre ad essere la mia, sarà anche vostra! L’ho già intestata a tutti e tre!>> il detective esibisce un sorriso a sessantaquattro denti. Io non so come prendere la notizia. Una parte di me vorrebbe prendere a pugni Pietro, l'altra vorrebbe accettare la casa e trasferirsi immediatamente. Decido di dare retta alla seconda, anche perché Pietro lo posso picchiare in qualsiasi momento.
<< Avrò uno studio privato?>> chiede Seba.
<< Avrai tutto ciò che vuoi.>> risponde l'investigatore, scandendo bene ogni parola.
Seba ci pensa su un attimo, poi dice:<< Va bene, ci sto.>>
Di conseguenza annuisco anche io. Pietro esplode dalla felicità.
<< Evvai! Sarà bellissimo vivere sotto lo stesso tetto e risolvere i casi assieme!>> ci abbraccia e inizia a saltellare.
Mentre siamo coinvolti in questa strana danza, si sente il suono chiaro è distinto di un messaggio.
<< Oh, è il mio telefono.>> afferma il detective e dà un'occhiata al messaggio, poi assume un espressione confusa.
<< Tutto a posto? Chi è?>> domando.
<< È un numero privato. C'è scritto solamente "ti osservo".>> rimaniamo qualche secondo in silenzio a fissarci.
<< Mah, sarà un fan!>> Pietro alza le spalle, poi ci invita a entrare. << Vi mostro la nostra nuova casa!>>
Tutti e tre varchiamo la soglia della lussuosa villa, pronti a iniziare una nuova vita e ad affrontare le prossime avventure. 


Ciao belli! Così si conclude la prima avventura del detective Pietro! Fatemi sapere cosa ne pensate e lasciate una recensione! così magari faccio un sequel!

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