Cupcakes e Arcobaleni

di kunoichi_chan009
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inviti ***
Capitolo 2: *** Trecce ***
Capitolo 3: *** Emergenze ***
Capitolo 4: *** Ritorno al passato ***



Capitolo 1
*** Inviti ***


                                                                                         Inviti


 
-Fammi passare!
-Scordatelo!
-E dai! Sono già stata in casa tua!
-Infatti non vedo perché dovresti rientrarci! - mi risponde Branch stringendosi contro il petto il tappeto con la scritta “andate via” appena tolto dall’ingresso*, sbuffo contrariata cercando di passare ma lui copre totalmente la porta rendendo vano il mio tentativo
-Stai nascondendo qualcosa, vero? Oh andiamo Branch, così mi rendi solo più curiosa!
-Bhe Poppy dovrai trattenere la curiosità.- brontola a mezzabocca lui tentando di chiudere la porta di casa dopo aver buttato dentro il tappeto, se voglio entrare in casa sua questo è il momento
-Hai tolto il tappeto ma non vuoi cambiare davvero, non è così? Per te tutto è come prima!- esclamo coprendomi la faccia con le mani
-Ma no che non è così, Poppy io…- non lo lascio finire, con un colpo di testa uso i miei capelli per spostarlo e lui, preso alla sprovvista, non può fare altro che darmi “dell’imbrogliona” guardandomi scomparire dietro l’uscio.
Scendo velocemente le poche scale, salto agilmente oltre il tappeto gettato alla rinfusa poco prima e mi guardo intorno  curiosa: ci sono degli scaffali coperti da delle tende, diverse file di libri, delle lampade, una scrivania e alcuni tubi che scendono ben attaccati dal soffitto. Tutto ben pulito. Tutto normale.
-Sei soddisfatta adesso?- mi chiede Branch raggiungendomi e guardandomi risentito
-Non troppo, perché non volevi farmi entrare?- domando sospettosa notando il suo sguardo correre dalle tende ai miei occhi, subito mi muovo per andarle a tirare ma, esattamente come me prima, lui mi avvolge con i suoi capelli  impendendomi ogni movimento. Inizia a trascinarmi verso la porta ma non sarei la regina Poppy se mi arrendessi così facilmente e, usando a mia volta i capelli, mi libero ingaggiando una piccola lotta in cui le nostre capigliature si mischiano. Blu e rosa stretti insieme. Finiamo con l’urtare contro la scrivania e creare uno scompiglio tale da far cadere qualcosa dagli scaffali.
 Un biglietto.
 Mi libero dalla stretta di Branch e lo raccolgo riconoscendo l’invito che gli avevo dato per la festa che ci ha fatti scoprire, sposto le tende e vengo quasi sommersa dai biglietti delle feste che ho dato negli anni, ci sono tutti: quelli delle numerose sere passate a festeggiare il cambio delle stagioni, quelli per il mio compleanno e per quello dei nostri amici, ogni singolo biglietto è davanti a me e tutti suonano la propria melodia creando una confusione piacevole nel silenzio che si è venuto a creare nella stanza; mi volto verso Branch ma lui fissa intensamente i propri piedi rosso in faccia, mi prendo un momento per ammirare il gioco di colori che gli mette in risalto gli occhi prima di scuotermi e guardarlo
-Era questo che cercavi tanto testardamente di nascondermi?
Silenzio
-Sai…io credevo tu li buttassi.
-E avresti dovuto continuare a crederlo.- borbotta arrossendo ancora di più, improvvisamente lo immagino seduto alla scrivania che abbiamo rovesciato poco fa con i suoi vecchi colori smunti, che guarda angosciato il biglietto di turno mentre questo suona e, in lontananza, i rumori della festa nel pieno dello svolgimento gli arrivano ovattati.
-Perché fai quella faccia ora?- mi chiede scuotendomi dai miei pensieri e chiudendo di nuovo le tende così da nascondere tutto come prima, mi piego insieme a lui per rimettere in piedi la scrivania e lo guardo esitante, come quando ho scoperto il vero motivo dietro il suo rifiuto per il canto
-Ecco io…spero davvero tu venga alle prossime feste.- gli sussurro schiacciata nuovamente dal silenzio della stanza, questa volta non coperto dai vari biglietti sonori. Improvvisamente Branch si muove verso la piattaforma guardandomi impacciato
-Io…ehm, io devo ancora controllare i danni che gli altri avranno sicuramente fatto al buncher nei due giorni in cui l’hanno abitato. Vuoi aiutarmi?
-Certo!- rispondo raggiante raggiungendolo e spingendo la leva al posto suo, mentre scendiamo ci guardiamo timidi finché lui non distoglie lo sguardo
-Ecco io, stavo pensando, a queste ipotetiche feste dovrò cantare, vero?- mi chiede tornando a guardarmi negli occhi, un momento prima che la piattaforma raggiunga completamente terra azzero la distanza tra noi e lo abbraccio stretto, Branch resta un momento immobile prima di ricambiarmi con pari forza. Mi allontano leggermente prima di chiudere gli occhi ed avvicinare il mio viso al suo che, delicatamente, poggia le labbra sulle mie.
Certo che dovrà cantare, sua Nonna aveva ragione, Branch ha la voce di un angelo.
 
 
 
* Si, so che nel film il tappeto è tipo una lastra con uno spioncino che si può spostare, qui tuttavia è un semplice tappeto. Magari possiamo immaginare che ora Branch ne metterà uno nuovo con scritto “welcome”(sempre usato some lastra). ;-)
 
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Ma salve!

Mi sento leggermente strana nello scrivere qualcosa su un fandom che ancora non esiste (ma che spero davvero aggiungano presto su Efp), comunque Trolls mi è piaciuto troppo e, essendoci solo una storia da poter leggere così da soddisfare la mia ossessione, ho dovuto fare da me in attesa che arrivi anche qualcun altro.

In questa parte ho voluto mettere in risalto il fatto che Branch è da poco tornato ai colori che aveva da bambino (come era carino!), e che tra lui e Poppy la relazione è ancora agli inizi, entrambi infatti sono leggermente impacciati.

La regina si rende davvero conto della solitudine in cui viveva il suo ehm…“ragazzo”? E ha una reazione che, secondo me, è molto tenera.
Un curiosità: anche voi vi chiedete come fanno ad arrossire i Troll? Insomma loro hanno la pelle di colori particolari, il rossore si vedrà? Comunque qui ho deciso di fare un bel miscuglio. Spero di averci azzeccato.
Probabilmente questa diventerà una piccola serie con spaccati quotidiani riguardanti Branch, Poppy e tutti i loro amici. Spero di fare un buon lavoro.

Alla prossima!

Kunoichi_chan009

 
p.s. Solo a me fa paura la vecchia versione dei troll? 

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Capitolo 2
*** Trecce ***


                                                                            Trecce
 


 
Poppy poteva vantare una vasta varietà di emozioni: felicità (la sua preferita), speranza, entusiasmo, eroismo e, negli ultimi tempi, amore. In comune avevano il fatto di essere tutte positive quindi, davvero, non poteva essere un’emozione negativa quella che le attanagliava lo stomaco. Assolutamente no!
Eppure una nuova stretta le fece storcere il naso davanti alla scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi: Branch accerchiato da diverse ragazze che cercavano in tutti i modi di ballare con lui e, nel mentre, lo supplicavano di cantare ancora. Ecco, la stretta era aumentata. Il suo, e si premurò di sottolinearlo anche se non stava parlando con nessuno, Branch cercava in tutti i modo di sgattaiolare via da quelle ammiratrici esaltate senza offenderne nessuna, mentre perlustrava la zona in cerca di qualcuno, probabilmente di lei.
Moriva dalla voglia di andarlo a riprendere ma, se lo avesse fatto, avrebbe anche dovuto dare un nome a ciò che provava e non ne aveva nessuna intenzione. Finalmente il troll trovò i suoi occhi ed era chiara la supplica di essere salvato, improvvisamente Poppy si riscosse, quella era la sua prima festa dopo vent’anni di solitudine e non avrebbe permesso a delle troll troppo entusiaste di rovinargliela; la rosa si incamminò a passo di marcia verso il gruppetto cercando di convincere se stessa che agiva per gentilezza e giustizia, per un attimo quasi ci credette, ma una tipa tutta glitterata aveva appena infilato una mano tra i capelli blu del suo fidanzato e questo fece traboccare il vaso.
Non diede a nessuno il tempo di agire, agguantò il povero troll per un braccio e lo trascinò via scoccando un sorriso zuccherino alle altre invitandole a mangiare qualche cupcakes, dall’altra parte della piazza.
-Poppy?
Nessuna risposta. Avevano superato la calca di ballerini.
-Poppy?
Indifferenza. Ormai le case erano lontane.
-Poppy!
-Che vuoi?
-Che ti è preso? Stai bene?
-Benissimo.- quasi ringhiò la troll girandosi verso l’altro, lo aveva trascinato lontano e i rumori della festa ormai arrivavano leggeri, si girò verso la fonte limpida che forniva loro acqua fresca da anni e la fissò cercando di calmarsi
-Poppy- sussurrò esitante Branch cercando di capire che stava succedendo, cosa aveva sbagliato questa volta?
-Mhm?
-Ho stonato per caso? Pestato i piedi a qualcuno? Sono venuti a lamentarsi per la mia presenza?
La rosa lo guardò confusa per qualche momento per poi tornare, con un sospiro mal trattenuto, a guardare l’acqua –No, anzi direi che ti sei fatto particolarmente apprezzare questa sera!- rispose girandosi nuovamente di scatto e fissando il povero troll furiosa –La potevi anche allontanare quella mano sai? Non era necessario che lei ti toccasse i capelli.
-Ma di cosa stai parlando?- chiese l’accusato non riuscendo a capire dove la fidanzata volesse andare a parare
-Non fare il finto tonto, passino gli abbracci e le strette di mano, ma i capelli sono strettamente personali! Solo tra fidanzati bisognerebbe avere tutta questa libertà, i bambini sono esclusi loro usano quelli degli adulti come rifugio e- -Aspetta- la fermò Branch incredulo – Non dirmi che sei gelosa-. Ed eccola, la parola che Poppy aveva evitato per tutta la sera. Pronunciata in maniera tanto leggera. La troll si rifiutò di rispondere girando le spalle all’altro che, incredulo, iniziò a ridere di cuore.
-Non c’è niente da ridere!
-Oh Poppy non ci credo! Tu sei gelosa!
-Piantala di usare quella parola, non lo sono affatto!- sbuffo buttandosi a terra chiedendosi perché mai Branch avesse la risata facile proprio in certe situazioni
-Dai, non c’è nulla di male! Anch’io l’ho provata spesso.
La rosa aprì la bocca pronta a rispondere prontamente un bel “Si, ma tu sei un caso a parte, eri senza emozioni positive!” però si fermò senza emettere una sola parola, girandosi poi di scatto colta da un pensiero improvviso
-E quando?- chiese stupita
-Beh, ero geloso di Creek.- confessò il troll deviando lo sguardo dell’altra
-Perché? Non avevo nessun rapporto con lui, era solo un amico.
-Ma se avevi una sua foto tra i capelli!
-Era la foto di tutti!
-Ma la sua era in primo piano! E poi dai, si vedeva che gli interessavi, ti stava sempre attorno!
-Non è vero, e poi quel traditore non mi piaceva in quel senso. Tra l’altro io ti stavo antipatica, perché mai saresti dovuto essere geloso?- chiese Poppy senza ottenere risposta, si fissarono a lungo in silenzio finche Branch non sospirò
-I capelli sono riservati alle coppie dunque?- domandò ricevendo un si appena accennato come risposta - Allora sciogli la coda di cavallo per favore- Poppy non capiva cosa voleva fare ma ubbidì girandosi mentre Branch le toccava i capelli girandoli e attorcigliandoli a suo piacimento, poco dopo le prese l’elastico per rifare la coda e Poppy toccò immediatamente la propria capigliatura per capire cosa aveva appena fatto e sussultò, nel sentire una treccia partirle dal centro della nuca e arrivarle fino in cima
-Cosa significa?- chiese confusa godendosi tuttavia le guance rosee del troll
-I capelli sono solo per le coppie e farsi una treccia del genere da soli è impossibile, non so proprio come renderlo più ufficiale di così- rispose lui deviando il suo sguardo ma girandosi velocemente non appena la troll gli saltò addosso per stringerlo in un forte abbraccio, velocemente lo fece sedere per fare anche a lui la treccia e, una volta completata, gli si accomodò vicino posandogli il capo su una spalla. In lontananza la festa continuava e le troll che avevano scatenato tutta quella situazione si abbuffavano di cupcakes continuando a ballare senza chiedersi dove fossero finiti la regina e il suo fidanzato.
Poppy dovette ammetterlo, poteva provare emozioni poco positive. Ma andava bene così.
 


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Ecco qui il secondo capitolo!

Volevo far affrontare a Poppy la gelosia e spero di esserci riuscita in maniera credibile.
Abbiamo a che fare con la prima festa di Branch e, manco a dirlo, il nostro bel troll attrae molto.
Dato che durante il film è diventato chiaro (almeno per me che gridavo a gran voce la PoppyxBranch) quanto lui fosse geloso di Creek una volta resosi conto di provare qualcosa per Poppy, mi sembrava giusto che provasse anche lei un’emozione del genere.
Parlando del film io sono certa che la gelosia nasca quasi senza che Branch se ne accorga e, mano sul cuore, chi di voi non ha riso nel vedere la sua soddisfazione mentre Poppy strozzava Mr lo faccio per te? Io ho rivisto tante volte quella scena, mi faceva troppo ridere!

L’idea delle trecce mi è venuta così, senza una ragione. Quei capelli hanno la funzione di borsa\rifugio\fune ecc. ed ho pensato che fossero tipo impossibili da manipolare ma Poppy riesce a farsi la coda di cavallo e, desiderosa di trovare una scusa per scrivere ciò che volevo, l’ho data per buona.

Non ho tanto da aggiungere se non che, e lo ammetto a mani basse, il prossimo capitolo è il mio prediletto (senza togliere nulla agli altri).
Ho deciso che aggiornerò ogni domenica e ci saranno almeno altri tre capitoli, spero la notizia vi faccia piacere.

A presto

Kunoichi_chan009
 

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Capitolo 3
*** Emergenze ***


                                                                                     EMERGENZE
 
                  
-Branch, Poppy…dovete aiutarmi!-esclamò Brigida agitando i codini, nonostante ormai fosse la regina dei bergen da diversi anni non aveva cambiato molto il proprio aspetto, rimanendo sempre  timida e impacciata ma comunque con la testa ben alta e fiera
-Cosa succede Brigida? Qual è l’emergenza?- chiese preoccupata Poppy vedendo la vecchia amica sedersi affranta sul piccolo letto freddo nell’ala della servitù, la bergen ovviamente aveva cambiato stanza appena sposata ma, nonostante la corona e i vestiti eleganti, aveva ancora l’abitudine di scendere nella vecchia camera e passarci qualche ora da sola; perlomeno nei giorni un po’ cupi in cui Re Gristle si doveva allontanare dal castello per svolgere qualche mansione e lei, per un motivo o per l’altro, non riusciva ad accompagnarlo.
Ma quella non sembrava una semplice giornata cupa, i due troll avevano ricevuto un messaggio dai toni urgenti e si erano sbrigati a raggiungere Bergentown dove, appena messo piede a palazzo, erano stati raccattati da un’agitata e scompigliata Brigida per poi ritrovarsi in pochi minuti nella stanza che in quel momento era, probabilmente, il solo posto in cui nessuno sarebbe mai entrato ad interrompere, perfetto per affrontare temi delicati o emergenze.
-Si, così ci fai preoccupare- rincarò Branch sedendo accanto alla propria compagna e posandole una mano sulla schiena in una carezza leggera, Brigida li fissò per un momento prima di scostare le vecchie tende rosa e guardare il collage che spiccava ancora sul muro; la vista sembrò darle coraggio perché si girò di scatto verso i suoi amici esclamando  -Aspetto un bambino!- con tono deciso e, in sottofondo, intenerito.
Poppy e Branch rimasero un momento in silenzio prima di saltare in piedi e farsi più vicini così da poter stringere, per quanto possibile, le mani della bergen –Oh Brigida ma è stupendo! Congratulazioni!
-Grazie Poppy
-Ma aspetta, perché hai parlato di un’emergenza?- chiese Branch fissandola confuso –Insomma, tra noi troll si parla di “miracolo”, “grazia divina” o “benedizione”. Tra i bergen no?- finì guardando Poppy che annuiva convinta
-Certo, anche tra noi…bhe forse non con queste parole, ma i bambini sono ben visti.
-Non so te ma “emergenza” non mi sembra un sinonimo di “benedizione”.- continuò convinto scrutandola attentamente, Brigida si alzò per raccogliere diversi fogli appallottolati sotto al letto per poi risedersi e posarli davanti i due troll una volta spiegazzati –Fuochi d’artificio.  Una canzone. Una lettera. Una serata romantica.  Un giro per la città. Uno spettacolo messo in scena dai trollBrigida, cosa significa?- lesse Poppy ad alta voce guardando confusa prima Branch e poi l’amica – Sono idee, per dire a Gristle che aspetto un figlio.
-Ma sono tutte cancellate- fece notare confuso Branch gettando un’altra occhiata al foglio martoriato
-Lo so, per questo vi ho chiamati. Quali possono essere le parole giuste da usare? Mi dovete suggerire qualcosa!
-Noi?- chiese sconvolta Poppy – Ma come? Brigida non possiamo suggerirti le parole per una notizia del genere.
-Ma mi avete suggerito con successo quando ero Lady Glitter Brillantina- protestò la regina guardando Branch – Oh andiamo, tira fuori la vena poetica che hai sprigionato quel giorno. “E il tuo sorriso, persino il sole ne è geloso…”, pensa a mio marito e tira fuori una cosa del genere!
-Brigida, in quel momento non è che stessi pensando a lui…lo sai vero?- chiese a disagio il troll cercando con gli occhi un po’ di sostegno dalla sua compagna che ricambiò l’occhiata felice
-Mhm, lo so ma…non so che fare!- si sfogò lasciando cadere qualche lacrima, Branch guardò per un momento Poppy prima di avvicinarsi alla bergen e posarle una mano sull’indice attirando la sua attenzione –Brigida, un’idea mancante non può ridurti così…qual è il vero problema?- chiese con voce gentile non sorprendendosi del sussulto che le scosse le spalle
-Io…Noi…Gristle ed io intendo…ecco noi non abbiamo mai parlato di figli. Cioè certo, prima o poi ne avremmo voluto qualcuno ma…e se lui non ne volesse  adesso?- confessò deviando lo sguardo dei due –Brigida, i figli arrivano quando è il momento. Per quanto ci si provi non si può controllare la natura.- tentò di consolarla Poppy –Ha ragione lei, e poi sono certo che tuo marito sarà felice. Come potrebbe non esserlo?- aggiunse Branch sorridendo nel vedere il viso dell’amica più felice
-Avete ragione, devo dirglielo almeno ne potremo parlare! Ma…continuo a non sapere come fare, voglio che sia una serata speciale.
I tre restarono un momento in silenzio, ragionando, fin quando Branch posò lo sguardo sul collage seminascosto dalle tende –Non è detto che speciale sia il contrario di semplice, giusto?- chiese guardando Brigida che annuì curiosa –In questo caso perché non tornare alle origini? Per una sera sarete solamente moglie e marito che vanno a mangiare una pizza alla pista di pattinaggio, parlerete un po’ del più e del meno e dopo gli darai la notizia. Lascia stare i fuochi d’artificio, le poesie o i concerti di noi troll, dovreste essere semplicemente voi.- spiegò mentre la bergen, entusiasta, si alzava di scatto prendendoli tra le mani e stringendoseli al petto mentre piroettava per la piccola stanza, evitando come solo lei poteva fare i vari ostacoli sul pavimento.
-Hai ragione, hai perfettamente ragione!- esclamò appena si fu fermata –Farò così e sarà perfetto, grazie mille!
-Non c’è di che.- esclamarono ridendo i due troll.

 
Mentre la coppia reale si allontanava verso la pista di pattinaggio Branch e Poppy , seduti sull’albero dei troll a guardare la scena, si concessero un’altra risata –Ormai dovremmo tornare a casa, sta iniziando a fare freddo.
-Hai ragione-  concordò Poppy alzandosi in piedi –Sai, credo che dirlo al proprio compagno sia la parte che più fa paura. Almeno una lista si finisce per farla.
-Forse è vero, comunque mi stupisce che in quella di Brigida mancasse l’opzione più importante.
-Ossia?- chiese curiosa la troll
-Fare un album di ritagli- le sussurrò Branch prendendole una mano e scoppiando a ridere per l’espressione della compagna – Senti, ero in preda al panico e per calmarmi ho iniziato a ritagliare, non è colpa mia se alla fine sei entrato in casa prima che chiudessi l’album!
-Ma io non mi lamento, quando mi chiederà come ho scoperto del suo arrivo potrò dirgli con fierezza “tua madre ha fatto un album di ritagli che, per i troppi glitter, mi è esploso in faccia facendomi quasi perdere i sensi” sai che storia!- la prese bonariamente in giro lui posandole una mano sulla pancia e spingendola con l’altra verso l’accesso al vecchio tunnel di fuga.
-Si, sarà proprio una bella storia.- concesse lei coprendo la sua mano con la propria e lasciandosi una leggera carezza sul ventre ancora piatto.
 
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Salve a tutti, eccomi qui con un altro capitolo.

Anche questo si è scritto da solo e alla fine è venuto fuori molto diversamente da come lo avevo immaginato, Brigida e Poppy aspettano entrambe dei bambini, che puntualità! Non ho molto da dire, se non garantirvi che anche Griste, come Branch, ha fatto i salti di gioia.
Una sola cosa: nel capitolo Branch si riferisce a Poppy come la sua compagna e viceversa, mentre Brigida e Gristle sono marito e moglie. Dato che il film non lo specifica mi sono sentita libera di immaginare le loro relazioni e, secondo me, i Trolls non si sposano. Hanno figli e stanno insieme ma solo questo, convivono e sono compagni per tutta la vita. I Bergen invece, sempre secondo me, si sposano. Ho immaginato ci fossero delle differenze culturali tra i due popoli e l’unione di due individui è una di queste, comunque l’intensità della relazione non cambia ;-).
Non credo ci sia molto altro da dire, oltre al fatto che ho riso da sola per la storia dell’album di ritagli.

Ci risentiamo per il prossimo capitolo!

Kunoichi_chan009

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Capitolo 4
*** Ritorno al passato ***


                                                              Ritorno al passato
 
 


 
Mancavano poche ore al tramonto, Bergen Town iniziava ad essere silenziosa e, nonostante i vari bergen che si affrettavano a tornare a casa, nessuno notava il piccolo troll che si muoveva a passo incerto sul vecchio albero ormai portato a nuova vita. Branch atterrò leggero e guardò il ramo cercando segni che sapeva non avrebbe trovato.
 Non sapeva cosa l’aveva portato lì, si era ripromesso di affrontare la cosa una volta pronto e lui non lo era. Le venature dell’albero, la vista e l’altezza erano come se le ricordava, ma cercò ugualmente di convincersi di aver sbagliato ramo.
Non poteva essere tutto scomparso, non sarebbe stato giusto. Il troll si sedette con le gambe a penzoloni guardando l’orizzonte senza vederlo, la mente ben concentrata nel rivangare la settimana precedente in cui aveva appreso che sarebbe diventato padre.
Sulle prime era rimasto perplesso, non capita tutti i giorni di scoprire che si sta per diventare genitori con un album di ritagli che ti esplode in faccia…beh probabilmente lui era il primo troll a scoprirlo in quel modo, ma ne era felice. Lui e Poppy erano compagni da molto ormai e, nonostante non fosse programmato, un bambino era la felicità più grande.
Tornando a concentrarsi sul ramo Branch capì perché era lì, stava per diventare padre, non poteva lasciare ancora in sospeso la faccenda. Facendosi forza si alzò in piedi e raggiunse la parte di ramo più vicina al tronco cercando di ricordare con esattezza com’era tutto quando aveva sei anni.
-Branch?
-Poppy- sussurrò sorpreso girandosi per poi darsi dell’idiota, era ovvio che fosse lei, c’era sempre quando stava male
-Non tornavi più…ormai il sole è tramontato e mi sono preoccupata
-È già tramontato? Non me ne ero accorto- rispose facendo vagare lo sguardo sulla strada piena di lampioni accesi
-Cosa ci fai qui con quello sguardo tormentato? Non sarà per…
-No! No Poppy non è per il piccolo, te lo giuro.- la fermò facendola sospirare di sollievo
-Allora perché te ne stai qui, su un ramo, a guardarti intorno tristemente?
-Perché questo è…è il ramo su cui vivevo con mia nonna- rivelò Branch in un sospiro fingendo di non notare lo sguardo di Poppy, la sua compagna aveva cambiato completamente espressione e lo fissava aspettando che continuasse –Io…dovevo venire qui-
-Perché adesso?
-Per il piccolo. Non posso lasciare che questa situazione continui, devo mettere un punto.
Branch sapeva cosa stava pensando la sua compagna, eccome se lo sapeva! Vedeva quanto si stava sforzando per non iniziare a cantare (anche se ormai per lui non era più un problema da tempo) e finire quel discorso seriamente.
-Poppy, davvero, sto bene. Solo che…mi aspettavo fosse rimasto qualcosa, una traccia della sua esistenza, del suo passaggio. Una prova della sua vita.
-Non dovevi andare molto lontano- si intromise la troll guardando il proprio compagno  con cipiglio serio, rarissimo sul suo viso, e avvicinandoglisi per posargli una mano sulla guancia
-Che vuoi dire? Qui non è rimasto niente.
-Branch, la prova che cerchi non è in una casa, quelle le costruiamo tutte simili e ogni due giorni ne spunta una nuova. Se è una prova della sua esistenza, del suo passaggio, quella che vuoi ebbene è qui davanti a me. Tu sei la prova! Tua nonna ha messo al mondo tuo padre senza il quale tu non saresti nato, il semplice fatto che respiri testimonia la sua esistenza.- spiegò Poppy continuando a guardare Branch mentre quest’ultimo allargava gli occhi –So che ti sei dato spesso la colpa per la sua morte, ma lei si è sacrificata perché ti amava.Le avevano portato via tuo nonno, tuo padre e tua madre, non avrebbe permesso loro di portarle via anche l’adorato nipote. Tu sei la prova che non solo lei, ma tutti loro sono esistiti e soprattutto- finì prendendo la mano del compagno per posarla sul suo ventre –Sono ciò che permetterà a lei di esistere.-
I due troll rimasero in silenzio per qualche istante, la rosa cercando di sorridere incoraggiante e il blu guardando la compagna come se la vedesse per la prima volta. Si riscossero dal momento di incanto quando, guardandosi attorno con tranquillità, una guardia passò vicino all’albero canticchiando mentre controllava la piazza. I due la guardarono sparire dietro l’angolo e solo allora tornarono a guardarsi
-Hai detto “lei”?- chiese Branch per spezzare il silenzio
-Si, lei. È una femmina.
-Ma non puoi saperlo!
-Io non lo so Branch, io lo sento- rispose prendendolo per mano e avviandosi verso le gallerie per tornare a casa, ormai la notte era inoltrata e le luci iniziavano a spengersi nelle case dei bergen, il troll si lasciò trascinare ma, poco prima di calarsi nel vecchio condotto, abbraccio saldamente la compagna
-Poppy…grazie.
La troll si godette l’abbraccio sorridendo, perché per la prima volta il suo compagno era completamente in pace.
 
 
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Salve a tutti!

Il lato negativo di scrivere assecondando l’ispirazione? Ritrovarsi con dei capitoli cronologicamente sfasati e dover lavorare velocemente perché si ha perso tempo nel finire il quarto anziché scrivere il secondo…già.

Questa parte ci tenevo molto a scriverla, perché personalmente adoro Rosiepuff (la nonna di Branch) e anche perché volevo esprimere la mia idea del “lasciare una traccia”, idea che mi ha aiutata molto nell’andare avanti quando persone a me care sono venute a mancare.
Branch aveva davvero bisogno di chiarire questo aspetto e, secondo me, ora può lasciar tramutare il dolore in ricordo.

Non ho molto da dire se non che ho ascoltato a ripetizione “A voce bassa” di GionnyScandal mentre scrivevo, una canzone che mi getta in una mare di emozioni. Lo trovo perfetto come pezzo per questo capitolo.

Corro a scrivere il prossimo, a presto!

Kunoichi_chan009
 

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