Figlio ritrovato di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Figlio ritrovato ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Ferite al braccio ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Amicizia accettata ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Videochiamata da Latveria ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Victor ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Loki e Johnny ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Johnny e Tony ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Johnny e Parker ***
Capitolo 9: *** Cap.9 La fiamma di Latveria ***
Capitolo 10: *** Cap.10 I panni sporchi si lavano in famiglia ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Tony e Doom si chiariscono ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Famiglia ritrovata ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Spiegazioni ***
Capitolo 1 *** Figlio ritrovato ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo In the end Dubstep.
Figlio ritrovato
“Il fatto che
mia madre si sia fatta fecondare dal tuo
sperma non fa di te mio padre! Lo sai che è per questo che
non si dice mai ai
donatori a chi finisce?!” gridò Johnny. I capelli
biondi presero fuoco e le
iridi azzurre divennero vermiglie.
“Lo so che non
ci sono stati, ma voglio solo conoscerti …”
ribatté Steve.
“Oppure puoi
baciarmi le chiappe, capitanuncolo”.
L’interno corpo del giovane Storm fu avvolto dalle
fiamme, i suoi vestiti presero fuoco lasciandolo coperto da una tuta
blu
aderente con un quattro argentato sul petto. Si voltò e
lanciò una fiammata,
questa colpì una bandiera americana dandogli fuoco.
“Johnny, non
osare offendere la tua patria!” gridò Steven.
Gli afferrò un braccio, l’altro si
voltò e lo spintonò indietro.
“Tornatene sotto
ghiaccio, magari ti sveglierai in un mondo
che crede di nuovo che la guerra sia qualcosa che porta a un
progresso”
ringhiò. Si voltò, raggiunse la porta e
uscì. Rogers sospirò e si massaggiò la
stessa sulla sua tuta all’altezza del petto.
“Ho sempre
desiderato un figlio e ora che ce l’ho, non so
che fare” mormorò.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Ferite al braccio ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.2
Ferite al braccio
Steve
si
grattò il collo pallido sotto il laccio del fazzoletto con
cui teneva fermo il
braccio ricoperto di scottature.
"Quindi,
se lo ricordi, deve avere fiducia in se stesso. Si ricordi, se ha
fiducia nella
sua identità in maniera stabile non cercherà
più il suo modello ideale negli
altri. Noi siamo il nostro corpo, ricordi" disse lo psicologo. Sorrise
e
socchiuse gli occhi. Steve si morse il labbro e abbassò il
capo, gli occhi
erano arrossati.
"Sono
un uomo che si ama e così può imparare ad amare
le altre" sussurrò con
voce roca.
"Cos'era
il Vangelo di Giovanni?" domandò una voce maschile. Steve si
sentì dare
una pacca sulle spalle, Tony sporse il capo e sogghignò
porgendo la mano.
"È un piacere rivederla, Capitano".
Steve
sgranò
gli occhi, impallidì e rizzò la schiena
irrigidendosi.
"Mr.
Stark" disse con voce roca.
Lo
psicologo
socchiuse gli occhi, guardò Tony e scosse il capo.
"Lei
scommetto che è quello che gli ha fatto sapere della gender
teory"
ringhiò.
Tony
abbassò
la mano, si voltò e sogghignò sfilandosi gli
occhiali da sole scuri. "Gli
ho fatto sapere della Fury teory, secondo cui il Direttore macchina per
fregarci tutti in ogni momento". Si appese gli occhiali alla maglia,
strinse le labbra piegando il capo di lato. "Purtroppo non sono
aggiornato
su la gender teory, ma può darmi delucidazioni lei, se
vuole".
Lo
psicologo
si voltò, oltrepassò la porta metallica e se la
chiuse alle spalle con un
tonfo.
"Niente
di importante Stark. E' una teoria che riguarda gli orientamenti
sessuali
secondo cui una donna può sentirsi dentro di sé
uomo e viceversa. Il corpo in
quel modo diventa un ostacolo e si smette di essere il proprio corpo"
spiegò Steve. La sua voce possente risuonò nel
corridoio.
Tony
sogghignò, scrollò le spalle. "Suppongo fosse un
no" disse, con tono
sarcastico. Si girò, piegò il capo addolcendo il
sorriso beffardo. "Ma
davvero? Deve prendere un caffè con me e parlarmene,
perché delle stranezze che
ho sentito questa è la più stupida in assoluto".
Steve
avvampò, si voltò e si allontanò a
passo di marcia.
Tony
aggrottò
le sopracciglia, lo superò e gli si mise davanti. "Visto che
nessuno dei
due vuole essere scambiato per un prepotente maleducato ..." disse, la
voce calcò sulle ultime due parole. "... Che ne dice di
accettare almeno
di farsi fasciare per bene quel braccio?".
"Mi
perdoni se l'ho offesa, ma anche il dottore mi ha specificato sia una
sciocchezza. Siamo ciò che siamo" rispose atono Steve. Tolse
il braccio
dalla fascia e lo porse ad Ironman.
Tony
gli
afferrò la mano, lo tirò fino ad una stanza dalla
porta aperta e lo trascinò
dentro; la porta automatica si chiuse con un sibilo e lui
lasciò andare Steve.
Sogghignò, si diresse verso un armadietto accanto ad un
letto. "È stupido.
È come dire che devi sentirti donna per farti piacere un
uomo. Come dire che
bisogna essere nero per giocare a basket o idiozie simili" disse.
Aprì un
cassetto, prese una cassetta del pronto soccorso. "Siediti sul letto.
Come
ti sei bruciato?".
"Ho
litigato con un esponente dei fantastici quattro" spiegò
Steve. Raggiunse
il letto e vi si sedette. Abbassò il capo e si
osservò gli stivaletti rossi.
"Lo
stress post-traumatico e l'eccessivo periodo con quelle ballerine
preoccupano
il dottore" borbottò.
Tony
posò la
cassetta del pronto soccorso sul comodino, la aprì e prese
del cotone. Aprì il
disinfettante, lo versò sul cotone e si voltò
piegandosi in avanti. "Viste
le bruciature, suppongo con Johnny" disse. Tamponò il
braccio di Steve,
inarcò un sopracciglio. "Che gli hai fatto?".
Steve
strinse il pugno sano, digrignò i denti e corrugò
la fronte.
"Non
sono affari vostri, Mr. Stark" sibilò.
Tony
tamponò
più volte, osservò la pelle arrossata leggermente
pulsante e strinse le labbra
rizzandosi. "È solo che lo conosco da una vita e l'ho visto
ultimamente" spiegò. Scrollò le spalle,
tornò alla cassetta posando il
cotone. Prese delle garze, torno dal capitano e le avvolse intorno al
braccio.
"La sorella mi ha chiesto dei soldi, perché ultimamente i
Fantastici
Idioti non vanno molto di moda e Johnny era finito in prigione per aver
detto
qualcosa che non ho mai saputo" disse. Sogghignò,
alzò il capo e le iridi
castano scuro brillarono. "Tu non ne sai niente, suppongo".
Steve
sgranò
gli occhi, le guance divennero più pallide e si
voltò. Il battito divenne
irregolare e chiuse gli occhi.
"In
prigione?" domandò.
Tony
strinse
la fasciatura, scrollò le spalle e gli si sedette accanto.
"Già. Forse ha
visto un militare e ha pensato volessero farlo rientrare".
Poggiò le mani
sul materasso, piegò il capo si lato sogghignando. "O ha
pensato tu
volessi copiargli il look".
"Hai
... hai qualche sua foto?" domandò Steve rendendo
più bassa la sua voce.
Strofinò il piede per terra, arcuando la schiena ed
espirò dalle narici.
Tony
sporse
le labbra aggrottando la fronte, inspirò. <
Quant'è faticoso fare finta di
niente con certa gente > pensò. Scrollò le
spalle, si alzò e chiuse la
cassetta del pronto soccorso rimettendola nel cassetto. "Ne ho a
decine.
Lo conosco da quasi tredici anni. Era entrato a lavorare in
un'industria dove
passavo parecchio tempo per affari". Si morse il labbro, la mano gli
tremò
e lui strinse il pugno voltandosi; sorrise in maniera forzata. "Dovrei
averle a Malibu. Sì, credo di avere a Malibu tutte le foto,
sicuramente Pepper
le ha messe lì; da qualche parte dove non posso buttarle,
anche se di solito
non lo faccio, tranne per le pulizie, s'intende" disse, con tono
concitato.
Steve
si
alzò in piedi, raddrizzò la schiena e
deglutì a vuoto un paio di volte.
"Mi
trovi su Facebook. Se me le carichi lì mi fai un favore, ma
... ora devo
andare" sussurrò.
Tony
aprì la
bocca battendo le palpebre, socchiuse un occhio sgranando l'altro.
"Facebook? E come ti trovo tra tutti i fake che ci sono?".
"Sono
l'unico Lolly Stark" boffonchiò Steve. Si morse l'interno
della guancia e
deglutì a vuoto.
Tony
sgranò
gli occhi sbiancando, si sedette sul letto sentendo i muscoli tremare e
annuì
più volte. "Okay ... Me ne farò una ragione"
sussurrò.
Steve
si
voltò, avanzò allargando al massimo le gambe con
una serie di larghi passi
cadenzati, aprì la porta e uscì sentendola
chiudere l'uscio alle spalle. Si
voltò e si mise a correre.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Amicizia accettata ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Thor, Steve.
Prompt: Troppo vecchio per morire giovane.
Cap.3 Amicizia accettata
Thor si tolse il mantello vermiglio e lo mise sopra Steve, coprendolo.
Osservò il petto del capitano alzarsi e abbassarsi.
"È stato gentile a venirmi a trovare" sussurrò
Thor con voce roca.
Loki si affacciò oltre il divano e schioccò la
lingua sul palato, socchiudendo gli occhi.
"Ringrazia che Victor ci abbia ospitato a Latveria piuttosto"
sussurrò.
Le iridi verdi gli brillarono, ghignò mostrando i denti
bianchi guardando lo schermo del computer illuminarsi.
"Il Capitano rischia di morire giovane. Stark gli ha mandato
l'amicizia" sibilò.
"Troppo vecchio per morire giovane. Inoltre l'uomo di metallo
è già nostro valido alleato" borbottò
Thor.
Loki scoppiò a ridere e scosse il capo.
"Oh fratello, non hai capito nulla" sussurrò.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Videochiamata da Latveria ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Tony, Loki.
Prompt: Ma come ti vesti?
Lanciata da: Claudia De Sessa.
Cap.4 Videochiamata da Latveria
Tony sentì il cellulare vibrare, infilò la mano
in tasca tirandolo fuori e girò attorno ad una serie di cavi
in mezzo al pavimento, indicò una parete.
"Ah, no, quella lasciatela rotta, l'ala va ingrandita" disse.
Il muratore sbuffò, annuì e si alzò
allontanandosi dalla parete per raggiungere un collega vicino ad una
serie di calcinacci. Tony guardò lo schermo orizzontale del
cellulare, inarcò un sopracciglio.
< Videochiamata da Lolly Stark? Cap sa fare le videochiamate con
facebook? > si chiese.
Accettò la chiamata, si spostò di lato evitando
dei calcinacci e si abbassò entrando in un buco in una delle
pareti. Guardò la figura olografica di Loki occupare lo
schermo, un elmo con due corna da cervo gli copriva il capo; un visone
le spalle e metà del volto. Tony sgranò gli
occhi, si fermò e batté le palpebre.
"Ma come ti vesti?!".
La figura di Loki roteò gli occhi, sbuffò.
"Non ti ho concesso di parlare con me per far criticare le mie vesti,
midgardiano".
Tony sogghignò, portò il cellulare davanti al
volto e continuò a camminare tra residui di calcinacci e
frammenti di tetto.
"No, ma te le cerchi. Guarda che se vuoi conquistare la Terra
utilizzando della pessima moda, dovrai metterti in fila".
L'immagine di Loki assottigliò lo sguardo, indurì
l'espressione assottigliando le labbra.
"Voglio che contatti il Capitano tramite questo vostro svago
tecnologico".
Tony inarcò un sopracciglio, passò tra cinque
operai e saltò oltre una trave; passò sotto dei
tubi e arricciò il naso.
"Chattare con Cap? Perché? Le foto non gli sono piaciute?".
La figura di Loki sogghignò melliflua, si carezzò
la pelliccia di visone passandoci le lunghe dita sottili.
"Oh, al contrario, vorrebbe ringraziarti. Ma non è in grado
di aprire una conversazione da solo" disse.
Tony s'infilò nell'ascensore, socchiuse gli occhi piegando
il capo di lato.
"Non me la bevo. Che incantesimo hai fatto a Cap e a tuo fratello per
lasciarti a chattare su facebook sotto falso nome?".
La figura di Loki ridacchiò, il suono frusciante
risuonò nell'ascensore con un eco metallico.
"Oh, niente meno che la verità. Un incanto assai efficace".
Tony osservò le porte dell'ascensore aprirsi,
uscì e camminò nell'atrio.
"Non credo che dovresti pronunciare quella parola, potrebbe venirti
l'orticaria".
L'immagine di Loki socchiuse gli occhi rendendoli due fessure, si
avvicinò allo schermo fino a che non si videro solo quelli.
"Non sfidare la sorte, midgardiano" sibilò.
Tony sogghignò, fece l'occhiolino e si spostò
lasciando passare tre operai con un tubo sulle spalle; alzò
le spalle scrollandole.
"Lo faccio sempre. Allora, cosa ci guadagni tu se contatto il
Capitano?".
La figura di Loki si allontanò dallo schermo fino a mostrare
metà del petto coperto da una maglia di ferro, sorrise.
"Credevo ti piacesse divertirti, Stark".
Tony arricciò le sopracciglia, si passò la mano
sull'accenno di barba e sul pizzetto, sogghignò e
guardò la porta d'ingresso della Tower.
"Ci sto. Ho anche la scusa delle foto, per contattarlo".
Raggiunse l'uscita, il suono del traffico gli fece girare la testa e
deglutì. Si voltò, tornò dentro e
strinse la presa sul cellulare. Guardò la figura di Loki,
vide le labbra del semidio arricciarsi scoprendo i denti leggermente
appuntiti e sentì il fiato mancare. Inspirò,
espirò e si poggiò alla parete.
"Fallo in fretta, prima che il tuo mondo esploda" sibilò
Loki.
Ci fu un click, Tony guardò lo schermo bluastro e
sospirò rimettendo il cellulare in tasca.
< Meglio controllare l'armatura > pensò.
Si poggiò alla parete, si mise dritto e camminò
lungo l'atrio.
< Poi contatterò Cap >.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Victor ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Ho citato i Lannister della storia fantasy: Cronache del ghiaccio e del fuoco di George Raymond
Cap.5 Victor
Tony spense il lanciafiamme, si tirò su gli occhiali da
saldatore e tirò indietro la sedia facendola ruotare su se
stessa; allargò le gambe scivolando verso il basso con gli
occhi chiusi.
< Le Mark dall'uno alla sette sono tutte come le avevo lasciate
e le ultime tre sono perfettamente funzionanti e aggiornate >
pensò.
Alzò il capo, aprì gli occhi osservando una serie
di schermi olografici davanti a lui.
"Cap si è connesso?" chiese.
"Negativo, signore. In linea ci sono però i signori Thor e
Loki di Asgard" rispose Jarvis.
Tony si tirò su, avvicinò uno degli schermi e
osservò la schermata.
"A quanto pare i contatti che aveva lo S.H.I.E.L.D. erano autentici"
sussurrò.
Guardò la foto del profilo, Thor sorrideva ampiamente
tenendo il martello sollevato in aria. Tony scosse il capo, scorse la
lista degli amici e arrivò alle parentele. Lesse 'relazione
aperta con Loki Laufeyson', aggrottò le sopracciglia verso
l'alto e tirò indietro il capo.
"Siamo seri?" borbottò.
Continuò verso il basso leggendo i nomi di Odino Borson come
padre e Frigga come madre, scese maggiormente leggendo alla voce zio il
nome Loki. Arricciò il naso passandosi la mano sul volto, si
grattò l'accenno di barba e cliccò sul profilo
del secondo Loki. Scese fino alle parentele, lesse 'divorziato con Thor
Odinson' e sgranò gli occhi.
"J, aprì la chat con Point Break, qui qualcosa non quadra"
ordinò.
Una schermata olografica si aprì, la finestrella della
videochiamata comparve in alto e Tony piegò il capo
all'indietro.
"Ehilà? Midgard chiama biondo palestrato, ci sei?".
"Fratello, fulmina quel coso, sta nuovamente suonando!" si
sentì urlare Thor.
"Va tutto bene, la gestisco io la tua pagina".
Rispose la voce del Dottor. Destino. Tony s'immobilizzò,
sgranò gli occhi sentendo il fiato mancare e si
alzò di scatto facendo cadere la sedia con un tonfo.
"Signore?" domandò Jarvis.
Tony scosse il capo, si voltò osservando FerroVecchio
rimettere in piedi la sedia e accennò un sorriso.
Tornò seduto, guardò lo schermo.
"Fammi segnare una visita dallo psicologo di Cap, soffro di
allucinazioni da assenza".
"Uomo di metallo, sei tu?" domandò Thor.
Il suo capo olografico si sporse con gli occhi sgranati. "Victor? Che
succede?" domandò la voce di Loki in lontananza.
Tony si portò le mani ai capelli, li scompigliò e
si sfilò gli occhiali da saldatore. Avvicinò lo
schermo facendosi riprendere il volto dagli occhi incavati e le spalle,
inarcò un sopracciglio.
"Point Break? Chi è Victor? Perché tuo fratello
parla per acuti?".
"Sì, ma il mio nome resta Thor figlio di Odino. Victor
è il veneratore di mio fratello che ci ospita. Mio fratello
è il suo amante e quindi fa ... preferisco non parlarne uomo
di metallo" spiegò Thor.
"Non lo so! Io sto cercando di legare il lupo mannaro!" si
sentì un grido di sottofondo.
Tony sospirò sonoramente, si massaggiò le
palpebre chiuse con due dita e scosse il capo. Guardò lo
schermo, si sporse a destra e sinistra vedendo solo il capo di Thor
occupare tutta la finestrella. Poggiò la schiena contro la
sedia, inarcò un sopracciglio allargando le gambe.
"Ma non stai con tuo fratello?" chiese.
"Va ad aiutare Thor e lascia stare il lupo!" si sentì
trillare Loki.
"Sì, certo che sto con mio fratello, ma gli amanti sono tra
noi ammessi mio compagno d'armi" spiegò Thor.
Annuì un paio di volte e fece roteare il martello. Si
voltò, inspirò e socchiuse gli occhi.
"Fratello necessito della tua venuta!" gridò con la voce
simile a un tuono.
Tony grugnì socchiudendo gli occhi leggermente arrossati,
sospirò e intravide la figura di Loki avvicinarsi. Si mise
davanti a Thor, si piegò posizionando il proprio capo sotto
quello del maggiore e sorrise malizioso. Tony roteò gli
occhi, sogghignò.
"Anche il tuo ex si chiamava Loki, mnh?".
Loki s'irrigidì, le iridi verdi brillarono di rosso e
soffiò mostrando i denti appuntiti.
"Gli Odinson fanno Thorki da generazioni" sibilò.
Tony socchiuse un occhio sgranando l'altro.
"Quanto tempo hai passato su facebook per conoscere i nomi delle ship?"
domandò.
Scosse il capo, sospirò e allargò le braccia, le
strinse battendo le mani.
"Ora ho le prove. Biondo, incestuoso, paga sempre i suoi debiti. Non
c'è dubbio, Thor è un Lannister!".
"Mio fratello passa innumerevole tempo su questo aggeggio, come il
capitano. Ognuno a guardare i propri figli. Spesso li ritrovo qui
assopiti" disse Thor.
Annuì alle proprie parole un paio di volte e si
grattò il mento sentendo la barba sotto le dita. Tony scosse
il capo, schioccò la lingua e mosse le mani in aria
aprendole e chiudendole.
"Sai, non credo che un cavallo, un lupo, un serpente e una mezza morta
possano avere un profilo facebook".
Strinse i denti, mosse il capo a destra e sinistra.
"Beh, in realtà pensavo che neanche gli dèi
nordici e gli antichi centurioni romani lo avessero".
Loki mugugnò stizzito, strinse il polso di Thor e socchiuse
gli occhi.
"Volevo tu contattassi il Capitano, non mio fratello" si
lamentò.
Tony roteò gli occhi, alzò le spalle.
"Non è colpa mia se non c'è. E poi la troppa
esposizione a facebook mi sta causando allucinazioni".
"I miei nipoti assumono raramente quelle forme" spiegò Thor.
Cliccò un tasto della tastiera e apparve una foto di un
cantante rock vestito da venom. Deglutì a vuoto guardando il
fratello tornare alla schermata precedente. Tony guardò la
foto, batté le palpebre e sospirò abbassando il
capo. Chiuse gli occhi, li strinse forte fino a sentirli pizzicare e li
riaprì osservando la schermata. Loki sporse il capo alle
spalle di Thor, lo allungò.
"Victor! Com'è che si fanno vedere le proprie foto private
ai comunicatori che utilizzano i video?" urlò.
"Gira la manopola, dopo il terzo getto di fumo e il secondo fischio
basta che fai come al solito".
Si sentì la voce nella stanza accanta seguita da due ululati.
"Papà, una mano farebbe comodo!" urlò il Dottor.
Destino.
"Sto leggendo".
Rispose una voce roca. Tony rise, scosse il capo e scivolò
maggiormente verso il basso.
"Ma vi siete rifugiati nel mondo dello streampunk?" chiese, con tono
sarcastico.
Loki tornò con il capo sotto quello di Thor,
sospirò e si tolse una ciocca nera da davanti il volto.
"Siamo a Latveria, ospiti del suo sovrano" rispose.
Tony sbiancò, si alzò e strinse i pugni
ringhiando.
"Ho da fare" sibilò.
Si voltò, diede una manata alla sedia facendola finire
dall'altro lato del laboratorio con un tonfo. Prese uno dei bracciali
dell'armatura, gli cadde di mano, li riprese e lo mise. Si
voltò verso lo schermo olografico.
"Latveria è ancora dov'era l'ultima volta, Loki?" chiese,
con tono cupo.
Loki deglutì, aderì con le spalle al petto di
Thor.
"Il tuo compagno d'armi sembra sul piede di guerra" sussurrò.
"Uomo di metallo, contro chi la tua arma si vuole levare?"
domandò Thor con voce roca.
Tony infilò l'altro bracciale, ringhiò stringendo
i pugni e sentì il ronzio della Mark dietro di sé.
"Latveria è sotto la mia protezione. Non m'interessa chi
è l'idiota che ne è diventato re, deve prima
avere la mia approvazione" sancì.
Loki si morse il labbro, alzò il capo battendo le palpebre e
sospirò abbassandolo.
"Il tuo comportamento diverge da quello dell'ultima volta che rimembro".
Tony soffiò aria dal naso, schiuse le mani e l'armatura gli
si montò addosso avvolgendolo del tutto; le rifiniture
argentate spiccavano sul rosso cremisi. Si alzò l'elmo
mostrando il volto.
"Non credo tu possa parlare, sei passato dal generale dei Chitauri alla
dama dei centri di piacere".
Victor uscì dalla stanza accanto, si passò una
pezza sulla fronte sudata di metallo e si avvicinò alle due
divinità. Si piegò e sgranò gli occhi
guardando l'immagine del contatto.
"Chi accidenti ha rubato il contatto di mio fratello?!"
ululò.
Tony alzò la mano che brillò di blu, la
puntò contro lo schermo olografico.
"Vieni fuori" ordinò.
Loki batté le palpebre più volte,
afferrò il braccio di Thor.
"Temo ci sarà un conflitto tra il mio amante e il tuo
compagno d'armi" sussurrò.
"Oh, Tony, sei davvero tu?" domandò Doom.
Si fece ricrescere la pelle, i corti capelli neri gli comparvero sul
capo.
"Fratello, non augurare litigi ad altri fratelli maggiori. Io ne so la
sofferenza" borbottò Thor.
Loki rise, accavallò le gambe intrecciando le mani.
"Auguro litigi a chi reagisce in tal modo alla vista del fratello
creduto perso" rispose.
Tony ansimò, sentiva il calore del colpo caricato sul volto.
Abbassò la mano, sospirò e si tolse l'armatura.
"J, chiudi tutto. Non voglio avere niente a che fare con tutto questo"
ordinò.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Loki e Johnny ***
Partecipa
alla fanfiction challenge II:
Personaggi:
Loki, nuovo personaggio (non dev'essere per forza descritto
minuziosamente,
basta che interagisca con il Dio)
Prompt:
Quindi ti vesti così perché piace a te? (cit-
Django Unchained <3 )
Cap.6
Loki e Johnny
Doom
sospirò, negò con il capo e si leccò
le labbra.
"Figuriamoci
se non chiudeva appena mi vedeva. Non mi perdonerà mai, non
è tipo da
dimenticare" biascicò con voce roca.
Si
voltò e
avanzò, raggiunse una porta, la aprì
oltrepassandola e se la chiuse alle spalle
con un tonfo.
<
Sarà
meglio evitare di far iniziare a mio fratello un discorso da vipera su
minori e
maggiori, prima che uccida di dolore il suo amante >
rifletté Thor.
Si
sdraiò
sul divano, si mise su un fianco e sbadigliò. Chiuse gli
occhi, regolò il
respiro e iniziò a russare. Loki lo guardò,
strinse le labbra fino a farle
sbiancare e assottigliò lo sguardo.
< Si
è
addormentato appositamente per evitare che io dica a Doom come ci si
comporta
con un fratello offeso > pensò.
Si
voltò
verso la porta, sogghignò.
< Forse
dovrei farlo lo stesso e vanificare i suoi sforzi > si disse.
Avanzò
fino
alla porta, ne toccò la maniglia e dilatò gli
occhi.
< Oppure
potrei accentuare l'astio tra il capitano e suo figlio. Se è
progenie del
soldato, non rimarrà adirato a lungo, senza i giusti stimoli
> pensò.
Ridacchiò,
abbassò la mano e una nebbiolina verde lo avvolse.
<
Imparerai, Thor, che per ogni intrigo sventato se ne crea uno peggiore
>.
Svanì
con un
sibilo simile al suono di un serpente. Riapparve con un crepito alle
spalle di
Johnny Storm. Il biondo sospirò, si passò una
mano tra i capelli e avvicinò il
cellulare al viso.
"Susan
non sono impazzito! L'analisi del DNA parla chiaro ... no, certo ... ti
voglio
come sorella! No, non piangere, dai! Lo so che ti dico sempre che non
sei mia
madre, ma ... sorellastra, parolona grossa ... no, non dare retta a
Richards,
quello parla solo per algoritmi. Che vuoi che ne sappia?! Aspett ...".
Si
sentì un
click e il giovane si tolse l'apparecchio dall'orecchio e se lo mise
davanti al
viso guardando lo schermo nero. Socchiuse gli occhi e le iridi azzurre
gli
divennero liquide.
"Nessuno
ascolta mai chi non mente, mnh?" disse Loki, con tono sensuale.
Girò
attorno
al ragazzo mettendoglisi davanti, socchiuse gli occhi e le iridi verdi
brillarono.
"Credo
che a tuo padre, il Capitano Rogers, farebbe piacere sapere che hai
rotto con
tua sorella. Odia tutte le donne".
Johnny
socchiuse un occhio, si leccò le labbra e ghignò.
"Chi ti
ha costretto a vestirti come un pagliaccio? O ti vesti così
perché piace a
te?" domandò ironico.
Mise il
cellulare nella fodera e lo infilò nella tasca dei jeans.
Loki ridacchiò, si
carezzò la pelliccia bianca e piegò il capo di
lato facendo strofinare contro
di essa le ciocche nere.
"Le
pretese dei maggiori sono senza fine".
Si
sistemò
la pelliccia bianca attorno alle spalle, facendola strofinare contro la
cotta
di maglia dorata.
< Gli
esseri inferiori come i midardiani capiscono della moda di Latveria
meno ancora
di quanto una capra comprenda le cerimonie di un banchetto >
pensò.
Arricciò
il
labbro, aggrottò le sopracciglia e osservò il
ragazzo biondo.
"Allora
è vero, hai così poco carattere che ti ci
obbligano a vestirti così".
Lo
punzecchiò Johnny, si avvicinò a un tavolo di
metallo e prese una chiave
inglese. La lanciò e la riprese al volo. I corti capelli
biondi gli
ondeggiarono intorno al viso. Loki scosse il capo, gli si
avvicinò abbassando
il capo e sogghignò mostrando i denti lievemente appuntiti.
"Io so
che dici il vero, su tuo padre. E so che la scoperta di una nuova
identità può
portare gli altri a spingerti a rinnegare la prima, sebbene tu non
vorresti
farlo" disse mellifluo.
“Che
gioia
sapere che a darmi ragione è un tizio con un pellicciotto
bianco da donna”
bisbigliò Storm.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Johnny e Tony ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challege II:
Personaggi: Tony, Loki.
Prompt: Sobborgo.
Lanciata da: La Morte Fidanzata.
Cap. 7 Johnny e Tony
Tony sospirò tirandosi su gli occhiali da
saldatore, si passò le nocche sulla palpebra sinistra
sbadigliando.
“Signore, i prototipi delle Mark 17, 18 e 19 sono operativi.
Vuole iniziare i preparativi anche per le Mark 20, 21 e 22?”.
Tony annuì, rilassò le spalle contro lo schienale
della sedia. “Mentre tu rendi operative queste, ne
inizierò un'altra, allora” disse.
“Non glielo consiglio signore, sono cinquantadue ore che non
dorme“ rispose Jarvis. Tony abbassò gli occhialoni
e si alzò raggiungendo degli schermi olografici disposti
attorno ad una piattaforma.
“Inizio progettazione” ordinò brusco.
Una delle pareti di vetro dietro di lui andò in frantumi e
le schegge si sparsero tutt'intorno, con un boato.
“Mettimi giù, pazzoide!”
gridò Johnny. La figura di Loki con il ragazzo, totalmente
di fuoco in braccio, apparve nella stanza. Tony sollevò il
capo oltre gli schermi, vide FerroVecchio avanzare dimenando
l'estintore e spargendo il contenuto contro i due ospiti e la porta
distrutta. Sospirò, roteò gli occhi castano scuro
e tornò a guardare gli schermi.
“FerroVecchio, non annegarli”. Johnny
tirò una testata a Loki, che lo lasciò andare.
Cadde per terra, spento e rotolò sul pavimento. I pezzi di
vetro gli strapparono la tuta aderente blu in più punti. Si
voltò e sgranò gli occhi, vedendo Tony.
“Che ci facciamo a casa di Stark?”
domandò con voce strozzata.
“Ti lamenti neanche ti avessi portato in un bieco
sobborgo” sibilò Loki. Schioccò le
dita, fu avvolto da un alone verdastro e la schiuma bianca
dell'estintore scomparve. Tony tracciò una serie di linee
sullo schermo davanti a sé, scrivendo dei numeri con l'altra
mano su uno accanto.
“Ma
la domanda è legittima, Loki. Il posto dove stavi non era
più all'altezza delle tue corna da cervo?” chiese,
sarcastico. Johnny si sedette sul pavimento e abbassò il
capo. “Casa era troppo figa per quegli abiti da demente che
indossa” spiegò, ironico. Tony roteò
gli occhi accennando un sorriso, continuò a digitare sugli
schermi velocemente.
“La verità è che cercava delle buone
boutique” disse. Johnny ridacchiò,
guardò a destra e a sinistra. Le iridi gli divennero liquide
guardando Ferro Vecchio.
“Se la passa bene signor Stark, ma non credo che per questo
dovrei abusare della sua accoglienza” sussurrò con
voce rauca. Tony sbuffò sonoramente, unì due
schermi creando un ologramma solido di un braccio. Lo infilò
e rigirò il finto arto.
“La perspicacia dei ragazzini si è notevolmente
ridotta” disse sarcastico. Guardò verso Loki,
inarcò un sopracciglio.
“Beh? Che vuoi?”. Loki osservò gli elmi
delle armature sparire oltre il varco nel pavimento, lo
guardò chiudersi e si girò.
“Ti ho portato il figlio del Capitano”
annunciò. Tony inarcò un sopracciglio, tolse il
braccio dalla riproduzione dell'armatura e riprese a digitare.
“Vuoi che gli paghi gli alimenti?” chiese
sarcastico.
"C'è
qualquadra che non cosa. Che dafug dici?"
domandò Johnny. Si grattò un sopracciglio e
piegò di lato il capo. Loki indicò Tony con il
mento e socchiuse gli occhi verdi.
“Ha dato le tue foto al Capitano”. Tony
roteò gli occhi, spostò gli schermi e
abbassò il capo.
“Solo per non farlo piangere”.
"Non lo sopporto quel prepotente" si lamentò Johnny.Tony
inarcò un sopracciglio, rise e scosse il capo.
“Oh, non Cap!” esclamò. Loki si sedette
sulla sedia girevole, accavallò le gambe e rizzò
il capo sogghignando. Tony roteò gli occhi, scese dal
ripiano e gli schermi si spensero.
“Cap è uno che si fa volere, non pretende solo
perché è suo diritto”. Loki
piegò il capo.
“Pensavo tu lo odiassi per il suo essere un
prepotente”. Tony scrollò le spalle,
afferrò una tazza e la alzò.
“Lo farei, se lo fosse sul serio. Non pretende più
di quel che guadagna, da solo fiato alla sua patriottica
bocca”. Johnny si avvicinò a un reattore arc
semi-costruito sul tavolo e socchiuse gli occhi. La luce blu si
rifletté nelle sue iridi azzurre.
“Io so solo che è spuntato a casa mia, dopo che mi
hanno buttato fuori dalla squadra che ho creato, per aver detto la
verità” ringhiò. Accarezzò
il vetro con l'indice. Tony guardò la tazza con il
caffè, raggiunse il ragazzo e gliela porse.
“Bevi. È un po' forte, ma per i rapimenti di Loki
un caffè corretto con doppio brandy è il
minimo” disse. Guardò il dito del ragazzo sul
reattore, fece l'occhiolino e sorrise.
“La pressurizzazione del vetro era troppo alta,
così è esploso” spiegò.
Johnny afferrò la tazza, se la portò alle labbra
e bevve una serie di sorsate.
“Ho praticamente ucciso Victor Von Doom due volte”
sussurrò con voce roca. Loki mosse una mano in aria, fece
alzare la sedia e ruotò due dita aggiungendo dei
pioggiabraccia.
“Stark ha degli screzi con lui, credo” disse, con
tono soave. Tony sbuffò roteando gli occhi.
“È inesatto. Sto solo cercando di ridimensionare
la cerchia delle persone a cui mandare gli auguri di Natale a quelli
che ricambierebbero”. Johnny finì il contenuto
della tazza e la appoggiò su un ripiano di metallo.
“Mio padre mi ci ha tolto da un pezzo, da quella
lista” sussurrò. Si voltò, si diresse
verso la finestra e la aprì.
“Grazie per il caffè”
sussurrò. Chiuse gli occhi, si voltò e si
lasciò cadere nel vuoto.
“Fiamma!” gridò. Prese fuoco e
spiccò il volo. Loki sporse le labbra osservandolo uscire,
sbuffò e accavallò le gambe.
“Molto scortese” si lamentò. Tony
strinse le labbra, guardò la tazza vuota sul tavolo e
sospirò tornando nello spiazzo; gli schermi si riaccesero.
“È un ragazzino senza più niente. Fanno
così” disse. Loki si girò,
inarcò un sopracciglio.
“E tu cos'hai intenzione di fare, Stark?” chiese.
Tony assemblò un'armatura olografica, annuì e
digitò una serie di numeri.
“Gli ho pagato la cauzione, versato soldi sulla carta di
credito con un codice criptato che può usare solo per se
stesso o per minori di sedici anni e offerto il caffè.
Evidentemente gli sono antipatico, o sarebbe rimasto”
rispose. Loki gonfiò le guance, piegò il capo
all'indietro.
< Almeno non ha fatto ancora pace con Victor, il guastafeste
> si lamentò mentalmente.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Johnny e Parker ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap. 8 Johnny e Parker
Peter si portò la tazza di cioccolata alle
labbra e la sorseggiò.
"Mi avevi detto che oggi rimanevi in casa a inventare" disse. Si
sollevò gli occhiali premendoli sul viso. Johnny
entrò dalla finestra e si spense. "Un pazzo scatenato mi
aveva rapito" borbottò. Peter ridacchiò e
piegò di lato il capo.
"Questo perché, mica cara Torcia, non hai
l'identità segreta come il sottoscritto" ribatté.
Johnny guardò il tavolo pieno di macchie di cioccolata e
sospirò.
"Quante volte ti ho detto di far cucinare me, tessiragnatele?"
domandò. Peter strofinò il piede a terra e
abbassò il capo.
"Da quando siamo venuti a vivere insieme l'anno scorso?" chiese. Johnny
si tolse la tuta blu rimanendo in boxer, raggiunse un grembiule bianco
appeso e se lo mise. Appoggiò la tuta su una sedia e
afferrò una pezzuola gialla dal bordo del lavandino.
"Rhodey è di nuovo venuto a prendere i soldi che la Stark ti
ha mandato" disse Peter. Si sedette sulla poltrona e
sorseggiò ancora la sua cioccolata.
"Poco male, la Osborn e co. troverà il modo per farceli
riavere" ribatté Johnny, Peter abbassò il capo e
si passò la mano tra i corti capelli castani.
"Mi chiedo chi la stia dirigendo, visto che il signor Norman
è morto e il mio amico Harry è diventato un
goblin" borbottò.
"Te l'ho detto, Norman non può essere morto, il signor Stark
è vivo" ribatté Johnny, pulendo la tavola.
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Capitolo 9 *** Cap.9 La fiamma di Latveria ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Oggi è Halloween,
perciò scenario in tema.
Cap.9 La fiamma di Latveria
"Stark, dimmi un po'
perché
mi stai accompagnando a Latveria" sussurrò Steve. Si strinse
di più
all'armatura di Tony, il vento gli sferzava il viso. "Certo che sei
lento
a capire vecchietto. Tuo figlio è lì e te lo
voglio presentare" spiegò
Tony. Steve inspirò ed espirò chiudendo gli
occhi. "Sì, ma perché me lo
vuoi presentare tu?" domandò.
Tony accelerò la
velocità di
volo, abbassò il capo e sogghignò.
“Punto
primo, perché io lo conosco meglio di te” disse.
Guardò
in avanti, socchiude gli occhi indurendo lo sguardo.
“Punto
secondo, perché solo io posso entrare e uscire da
Latveria”.
'' Non ho mai sentito
parlare di
questo paese '' rispose Steve. Il vento che gli sferzava il viso glielo
arrossò.
Tony iniziò a
scendere di quota.
“Impossibile.
La prima cosa che insegnano da sempre e ovunque è una sola:
nessuno entra e
nessuno esce da Latveria senza il permesso del Re”
recitò.
Scosse
il capo a destra e sinistra.
“Sai,
un decreto mondiale, una legge approvata da tutti; quel genere di cose”.
Steve deglutì a
vuoto un paio di
volte e strofinò le labbra tra loro.
"Andrà bene?"
domandò.
Tony scese maggiormente fino
ad
atterrare, indicò davanti a sé con il braccio.
“Tre
passi e siamo all'entrata. È contro tutte le leggi
universalmente valide, ma io
posso farlo”.
Avanzò
di due passi, ghignò e socchiuse gli occhi.
“Devi
solo fare un atto di fede nei miei confronti, Capitano”.
''Un atto di fede
è il minimo
per riavere mio figlio” rispose serio Steve, seguendolo.
A ogni passo affondava nel
terreno molle e scuro. Odore di muschio e umidità gli
pungeva le narici, il
vento gli faceva ondeggiare i corti capelli biondo cenere. Avanzarono
nella
foresta, dei pini riusciva a vedere solo i tronchi e ogni tanto schivava
dei rami più bassi. Saltò oltre una radice e
guardò aghi e pigne tutt'intorno.
In lontananza si sentiva un ruscello e si avvertirono dei versi
gutturali. Uno
scoiattolo con tre teste gli corse davanti e Steve sbatté un
paio di volte gli
occhi. Li chiuse e scosse il capo, espirò e li
riaprì. Avanzò raggiungendo
Tony, alzò il capo e spalancò la bocca vedendo un
castello medievale volare.
Estrasse dalle spalle lo scudo e lo strinse vedendo degli pterodattili
volare
in cielo.
"Incredibile"
sussurrò.
Tony sogghignò,
piegò il capo
all'indietro e socchiuse gli occhi allargando le braccia.
“E
siamo ancora solo nella foresta incantata” disse, divertito.
Mosse
le braccia scuotendo l'indice, avanzò superando un albero a
forma di nodo con i
rami dall'aspetto
di cappello.
“Se
entriamo nella tana del coniglio, raggiungiamo il paese dei balocchi; e
da lì
possiamo arrivare al castello del paese più inaccessibile
della galassia”.
"Non credo che siano veri,
questi nomi bizzarri" sussurrò Steve. Evitò un
verme che sputava fuoco e
proseguì tra due radici, saltando oltre il buco di una talpa
nel terreno.
Tony roteò gli
occhi, volò
attraverso un buco circondato di terra che stava al centro di un albero
di
cristallo; voltò il capo e sogghignò.
“A
Latveria tutto ciò che il suo sovrano desidera diventa
vero” sussurrò, con tono
roco.
Steve balzò
seguendolo e le
iridi azzurre gli divennero liquide.
"Queste cose, hanno la
fregatura" biascicò con voce afona.
Tony ridacchiò,
proseguì in
maniera spedita.
“Fidati.
Il sovrano ha una sorta di predilezione per me. Non ci
succederà niente, al
contrario di chiunque altro provi a pensare a Latveria”
assicurò.
Proseguì
fuori dal foro, un paio di diamanti caddero a terra e si sentirono
degli
strillò soffocati dal terreno. Tony volteggiò, si
girò.
“Avanti.
Tuo figlio vive a castello”.
Steve saltò
prendendolo al volo
e lo strinse a sé.
“Allora portami
con te” sussurrò.
Tony abbassò il
capo, socchiuse
gli occhi.
“Paura,
eh?” chiese, divertito.
Scrollò
le spalle, lo strinse.
“L'accoglienza
che riceverò ... che rimanga tra noi”
sussurrò, cupamente.
Volò
verso il castello che si vedeva volteggiare.
Atterrò
all'ingresso, Clint si
voltò e chiuse le ali da falco. Si inginocchiò,
abbassò il capo.
“Bentornato
a Latveria, mio signore” sussurrò suadente.
Le
armature nel corridoio si misero sull'attenti sollevando le armi.
Steve deglutì, si
staccò da Tony
e gli rimase affiancato. Rabbrividì guardando dei ritratti
voltarsi verso di
loro e degli araldi oscillare tutt'intorno.
Tony annuì in
maniera secca.
“Sono
qui per Johnny” disse.
Clint
si alzò, alcune piume caddero in terra e lui
indicò i corridoi.
“Seguitemi”.
S'incamminò
passando tra le armature, Tony inspirò.
“Puoi
insultare quanto vuoi, sento di meritarlo” disse sarcastico.
Steve sbatte un paio di
volte
gli occhi e deglutì.
"Clint si sente male?"
chiese.
Tony avanzò
seguendo Clint,
scosse il capo.
“Latveria,
come dovresti sapere, è una monarchia assoluta. Il sovrano
comanda, gli altri
sono al livello di schiavi” spiegò.
"Dobbiamo fare
qualcosa!" gridò Steve passando davanti a una porta d'ebano.
Tony guardò a
destra e sinistra,
si portò il dito alle labbra.
“Sssssh” sibilò.
Gli
diede una lieve spallata, scosse il capo.
“Sono
i latveriani ad aver scelto questa forma di governo. Ci sono stati
referendum e
tutto il resto. Costringerli a fare diversamente sarebbe brutto,
giusto?”.
Steve strano gli occhi,
aprì e
chiuse la bocca. "È ... è sbagliato" si
lamentò.
Tony espirò,
annuì proseguendo
dietro Clint; le armature scattavano sull'attenti al suo passaggio e i
quadri
piegavano la testa verso il basso. Stark deglutì,
scrollò le spalle.
“È
quello che hanno ripetutamente scelto. Il re ordina, loro
obbediscono”.
Incrociò
le braccia, abbassò il capo.
<
Ora aspetto solo che mi chieda io che c'entro > pensò.
"Anche ai miei tempi era
così. Qui Hitler non era neanche riuscito a entrare, ma non
c'ero mai
venuto" sussurrò Steve. Si mise dietro Tony, tenendo i pugni
stretti, i
suoi muscoli erano tesi.
Clint si fermò,
bussò ad una
porta. Tony aderì con la spalla a quella del capitano,
strinse le labbra.
“Va
così. Ora cerca di non protestare troppo, vediamo di
presentarti Roy Mustang”.
"Chi?" domandò a
bassa
voce Steve.
"Chi è
là?" chiese una
voce affabile, aldilà della porta. Alcuni ritratti
rabbrividirono.
“Vi vuole il
signor Stark”
annunciò Clint.
Batté
le ali, le piume arruffate fremettero. Tony incrociò le
braccia, roteò gli
occhi.
“Fullmetal
Alchemist, l'alchimista di fuoco, generale dell'esercito; capace di
creare
fuoco schioccando le dita” spiegò, con tono
divertito.
Johnny uscì a
passi cadenzati.
Era vestito di pelle nera e teneva gli occhi socchiusi.
"Io tra un'ora torno a
casa" spiegò atono.
Tony sporse il capo da oltre
l'ala di Clint, alzò la mano.
“Ciao
ragazzino” salutò.
Clint
indietreggiò fino ad aderire al muro, Tony
sogghignò allargando le braccia.
“Lo
so, lo so. Passavo per salutare“.
Steve cercò di
avvicinarsi a
Johnny e indietreggiò evitando una fiammata. "Salutare?"
domandò
Johnny.
Tony inarcò un
sopracciglio.
“Cosa,
non posso venire a trovarti?” chiese, sarcastico.
Johnny digrignò i
denti e chinò
il capo. "Potevi farlo prima" ribatte secco. Si voltò e
indicò Steve.
"E lui non è il benvenuto". Aggiunse.
Tony incrociò le
braccia, mosse
il capo a destra e sinistra.
“Sì,
beh, quella è una lunga storia. Però dovevo
presentarti tuo padre”.
Mosse
la mano in aria, sogghignò.
“Cioè,
l'altro padre. Quello da cui hai preso la pucciosaggine”.
Johnny spense le fiamme e
incrociò le braccia. "Di puccio c'è solo Peter
che mi aspetta a casa"
ribatte secco.
Tony aggrottò le
sopracciglia
corrucciando la fronte.
“Ho
detto puccio, non inesistente nei canoni comuni di grandezza
umana” si lamentò.
Steve arrossì e
gli diede le
spalle. "Non è così piccolo" brontolò.
Tony lo indicò,
mosse il dito a
destra e sinistra.
“Anche
più piccolo, credimi” disse.
Clint
annuì ripetutamente, rimanendo premuto contro la parete.
"Per anni non ci siete e
ora marchiate al passo di 'Invaders'" brontolò Johnny.
Tony ridacchiò,
allargò le
braccia dimenando le mani.
“È
un po' più complicato di così, ma tuo padre
voleva conoscerti; e non si nega un
favore ad un anziano patriota in difficoltà”.
Johnny guardò
Clint con la
fronte corrugata.
Clint scrollò le
ali da falco,
indicò con il capo Steve.
"Tra un'ora qui è
ora di
pranzo. Il padrone di casa vi vorrà avere ospiti. Parleremo
a tavola"
ribatté secco Johnny. Si voltò, aprì
una finestra e vi si lanciò fuori, volando
via. Steve sbatté un paio di volte gli occhi e
alzò un sopracciglio.
"Cosa?" chiese.
Tony scrollò le
spalle,
sogghignò.
“Andiamo
in sala da pranzo e aspettiamo di parlare a tavola come tutte le
antiche
famiglie che si rispettino” disse.
Clint
strozzò una risata, annuì.
“Vi
conduco nelle sale”.
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Capitolo 10 *** Cap.10 I panni sporchi si lavano in famiglia ***
bev.i
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10 I panni sporchi si lavano in
famiglia
Steve
guardò il ragno grosso quanto un pugno camminare sopra la
sua forchetta
d'argento e deglutì a vuoto. Si voltò verso Tony
e lo guardò
accarezzare un folletto grande un indice intento a saltellare sul bordo
del suo bicchiere. Si girò dall'altra parte e
guardò Clint in faccia.
"Tu
e Stark come conoscete questo posto? Cosa mi nascondete?" chiese.
Parker
raggiunse il tavolo, il ragazzino tremava leggermente e i suoi occhi
erano liquidi.
-
Speriamo di non incontrare un goblin - pensò,
sedendosi nella sedia dirimpetto a quella di Tony.
Steve guardò il ragazzino e inarcò un
sopracciglio, leccandosi le labbra.
-
E lui chi è? - pensò. La
porta si aprì con un tonfo ed entrò Thor con le
braccia aperte.
"Uomo
di metallo!" chiamò e il suo vocione risuonò
nella sala. Loki roteò gli
occhi e si accarezzò il pellicciotto bianco che portava al
collo.
"Per
l'amor delle Norne, non urlare così" si lamentò.
Tony
accavallò le gambe seduto a capo tavola, sorrise piegando il
capo
all'indietro.
"Fa
piacere sapere di essere ancora il benvenuto".
Clint unì le mani in grembo, strinse le labbra.
"Voi
siete sempre il benvenuto, a Latveria" disse.
Guardò Steve, spostò il peso da un piede
all'altro.
<
Il signor Stark probabilmente non gli ha spiegato nulla, gli
avrà
solo chiesto di mantenere il segreto in cambio di incontrare il figlio
> si disse.
Steve guardò le ali da falco di Clint gonfiarsi e si
voltò verso Loki, sospirò e si
massaggiò la tempia destra.
Thor
si sedette davanti a Steve e Loki a uno dei due posti a capotavola.
Guardò Tony e gli sorrise, le sue iridi brillarono di verde.
"Pensavo
ti saresti accomodato a cap tavola, Stark" sussurrò
mellifluo. Johnny
entrò e camminò radente alle pareti, sfiorando
gli arazzi con la mano.
Raggiunse il tavolo e si mise seduto davanti a Clint. Peter si
voltò
verso di lui e gli sorrise, trovandosi Thor tra loro.
Tony mise le braccia oltre lo schienale della sedia,
sogghignò.
"Sarebbe
molto poco carino privare il padrone di casa della sedia a capotavola
come hai fatto tu" disse.
Clint mosse le ali facendo frusciare le piume.
"Il
sovrano sarà più che lieto di cedervelo".
Tony inarcò un sopracciglio, allargò le
braccia.
"Attendo
il suo verdetto" disse.
Steve
mise la mano sul braccio di Tony e strinse. Johnny guardò la
sua mano e
ringhiò. Thor sbatté un paio di volte gli occhi
guardando Storm e
Rogers ripetutamente. Peter piegò all'indietro la sedia e
allungò la
mano verso Johnny trovandosi davanti le larghe spalle di Thor. La porta
dall'altra parte della sala si aprì e Doom entrò
a passo cadenzato. Il
suo lungo mantello verde strisciava e sul viso aveva una maschera di
ferro. Raggiunse il posto capotavola dall'altra parte e si sedette,
alzò il capo e le sue iridi blu intenso brillarono guardando
la figura
di Loki a capotavola di fronte a lui. Si voltò verso Tony,
prese un
tovagliolo e se lo mise sulle gambe.
"Perché
sei seduto lì?" chiese affabile.
Tony gli risolve un sorriso dolce, socchiuse gli occhi piegandosi in
avanti.
"Nessuno
mi ha offerto il posto a capotavola" ribatté, con tono
pacato.
Loki gonfiò le guance, tirò il braccio di Thor
abbassandolo e vi poggiò il capo, guardò Johnny e
ridacchiò.
-
E' geloso di Stark tanto quanto lo è Doom, forse anche di
più - pensò.
Victor socchiuse gli occhi e si sganciò il mantello,
adagiandolo sullo schienale della sedia.
"Noto
che tutti i vostri posti sono molto sconvenienti. Se ci fosse stato il
mio maggiordomo lo avremmo evitato. Pregherei di vederveli cambiare, se
non è uno spiacevole incomodo" sussurrò.
"Io
non ho intenzione di privarmi del posto che mi spetta" disse Loki.
Sorrise mellifluo a Tony, socchiuse le iridi verdi.
"Thor
può spostarsi, però, così i due
ragazzini potranno essere vicini" disse.
Tony si alzò, sorrise dolcemente e si sedette sulle gambe di
Victor.
"Io
sono a posto così" affermò.
Clint strozzò una risata, chiudendo le ali.
"Posso
portarvi una sedia più adeguata" propose.
Tony lo guardò, inarcò un sopracciglio.
"Solo
se al sovrano disdegna la mia presenza ...".
Steve si alzò in piedi e appoggiò le mani sul
tavolo, avvampando.
"Stark!"
si lamentò. Johnny
si alzò a sua volta e corrugò la fronte,
incrociando le braccia.
"E'
irrispettoso" ringhiò.
"A
me piace l'idea di sedermi accanto a Johnny" sussurrò Peter
e le sue
orecchie avvamparono. Victor passò un braccio intono alle
spalle di
Tony.
Thor guardò Clint e si grattò la testa.
"Mi
devo mettere accanto a fratello?" chiese.
Tony rise, roteò gli occhi.
"Su,
Johnny! Non dirlo come se non sapessi che tua madre adora avermi in
braccio!" esclamò.
Strofinò la guancia su quella di Victor, chiuse gli
occhi.
-
Mi
sei mancato - pensò.
Si morse il labbro. - Ma
se lo dimostro, Loki può usarlo contro di me -.
Riaprì gli occhi, ghignò.
"E
poi il tuo fidanzatino ti vuole vicino vicino". Aggiunse.
Loki ticchettò sul tavolo.
"Sì,
Thor, se non ti è di troppo disturbo!".
Thor
si sedette accanto a Loki al posto di Tony. Steve si sedette di nuovo,
espirando rumorosamente. Peter si sedette accanto a Johnny che
tornò a
sua volta seduto.
"Credevo
tu fossi arrabbiato" mormorò Doom all'orecchio di Tony. Prese
una campanella appoggiata al tavolo e la suonò. Thor
sbuffò sentendo lo scampanellio rimbombare nella sala.
Tony gli strinse la mano sotto al tavolo.
"Il
livello 'arrabbiato' lo abbiamo superato al terzo tentato suicidio"
sussurrò.
Accentuò la stretta, deglutì.
"Ma non serve che
Loki lo sappia".
Gli carezzò il palmo dolcemente, Loki li guardò e
Tony sogghignò.
"Problemi,
darling?
Volevi il posto a capo tavola, tutto tuo".
Loki grugnì, poggiò il capo contro Thor.
"E'
solo il posto che spetta ad un dio" disse.
Clint si diresse verso la porta, indirezionando i servi con le vivande
verso i posti.
Steve si massaggiò la fronte e chiuse gli occhi.
"Il
capitano e il ragazzo si somigliano" disse Thor. Peter
ridacchiò e
Johnny strinse le labbra fino a farle sbiancare, una venuzza
pulsò
sulla sua fronte.
"Sì,
sono qui per quello" biascicò Steve.
"Siamo
qui appunto per risolvere le difficoltà. I panni sporchi si
lavano in famiglia" spiegò Doom.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Tony e Doom si chiariscono ***
bev.i
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.11 Tony e Doom si chiariscono
Doom
si appoggiò contro la porta di legno ed incrociò
le braccia.
"Sono
felice che abbiate accettato il mio invito a rimanere per la notte.
Purtroppo la cena non è andata come volevo e il nostro
piccolo Johnny non sembra voler fare amicizia con il capitano".
La
sua voce risuonava nella maschera di ferro.
"A
quanto pare, hanno usato lo sperma del capitano, già sotto
ghiaccio da parecchio, per cercare di avere un piccolo capitan america.
Ecco perché la madre lo ha abbandonato... che sciocca. E'
così potente che è stato anche araldo di
Galaticus". La parte finale la borbottò.
Tony
infilò le mani in tasca camminando su e giù,
alzò le spalle.
"Johnny
perdona solo ad una persona comportamenti sconsiderati perpetrati per
anni. Che sarebbe a me, per la cronaca".
Doom
abbassò lo sguardo e sospirò.
"Sta
cercando di riallacciare i rapporti anche con me" ammise.
Appoggiò anche la testa sulla porta chiusa.
“Loki
mi ha salvato perché sono un suo veneratore, ma come sai
è venuto su Midgard di recente e perciò fino a
poco tempo fa ero una statua metallica in fondo al mare. Non sarei
dovuto diventare un supercattivo, lo so, ma la cosa è
più complicata di così”
cercò di scusarsi.
<
Tanto con lui è inutile > pensò.
Tony
scrollò le spalle, lo raggiunse e gli sollevò il
volto, si mise sulle punte per guardarlo e accennò un
sorriso.
"Ti
terrei il broncio anche solo perché veneri Loki
più di me, ma sono disposto a passarci sopra al giusto
prezzo".
Doom
abbassò il capo ed arrossì, si sfilò
il casco metallico.
"Non
veneravo Loki di mia scelta, mio padre mi diede a lui da bambino come
amante... anche se adesso Loki è parecchio diverso".
Tony
inarcò un sopracciglio, incrociò le braccia
muscolose al petto tenendo lo sguardo puntato sul volto di Victor.
"E
questo ti autorizza a venerarlo più di me in che modo?".
Scosse
il capo, poggiò il capo contro il suo petto e
sospirò chiudendo gli occhi.
"Tu
verrai con me ed io, te, Cap e quei due idioti nullafacenti di
divinità cresceremo Johnny e Peter, che si sposeranno e
avranno una figlia. Non è negoziabile".
Le
iridi di Doom divennero liquide.
"Non
posso lasciare Latveria...".
"Sai,
Clint è venuto a darmi una mano perché abbiamo un
problema con i lupi mannari".
Tony
sollevò lo sguardo, vide le iridi di Victor e
rilassò le spalle abbandonandosi contro di lui.
"Non
ti ho chiesto se puoi, quella parte la faccio io. Voglio solo sapere se
ti va ancora di giocare alla famiglia con me".
Doom
gli passò la mano tra i capelli, scompigliandoli.
"Pensavo
ti piacesse quel capitanino. Attraverso i facebook di Thor e Loki ho
visto che si è iscritto come Lolly Stark. Ed è
così antico dentro da credere al gender... sai che mette le
immagini con caféééé e
tanti uno tra i punti esclamativi?" chiese.
Tony
rise roco, strofinò la testa contro la mano di Doom e
socchiuse gli occhi.
"Risolvo
il tuo problema con i lupi mannari, taglio facebook al mio futuro
amante e mi faccio dare il freepass dalla tua divinità con
tendenze zoo-pedofile. Ci stai?".
Doom
s'inginocchiò davanti a lui e lo abbracciò,
stringendolo a sé.
"Prima
di tutto, hai dimenticato che Johnny ha bisogno di un padre che gli
faccia un discorsetto sul fare tanti ragnetti di fuoco".
Gli
diede un bacio sulla guancia, appoggiando la maschera di metallo sul
pavimento.
"E
poi Loki mi ha resuscitato solo perché teme che Thor ami
ancora il suo ex, il caro zietto Loki deceduto da parecchio e vuole un
aiuto in quel senso".
Tony
gli poggiò il capo nell'incavo del collo.
"Quello
che voglio è sentirti dire che tornerai a casa con me. I
problemi di figli, dèi e creature mitologiche varie posso
risolverli ad occhi chiusi".
Doom
gli prese il viso tra le mani e gli sorrise.
"Verrò
con te anche agl'inferi, se me lo chiederai" giurò.
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Capitolo 12 *** Cap.12 Famiglia ritrovata ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.12 Famiglia ritrovata
Clint
sbatté le ali da falco arruffate, facendo ondeggiare le
piume.
"Uno
dei motivi per cui sua maestà Doom non può
lasciare questo luogo e perché il lupo mannaro di cui si
occupa è suo padre" spiegò. Si voltò
verso Tony e gli sorrise.
"Mentre
vado a controllare che il giovane Johnny possa ricevere, vuole rimanere
con i due semidei. Io continuo ad avere difficoltà ad avere
rapporti con Loki, Mr. Stark" ammise.
Tony
incrociò le braccia, arricciò il naso
corrucciando la fronte.
"Questa
cosa che Vicky preferisce suo padre a me sta mettendo a dura prova la
mia intenzione di perdonarlo" sancì.
Clint
ticchettò la punta dei piedi tra loro e fissò
Tony.
"Se
davvero convincerete le divinità a lasciargli la
possibilità di lasciare questo luogo, vi seguirà
ovunque" disse indurendo il tono.
Tony
ondeggiò una mano in aria e avanzò di qualche
passo.
"Non
saprei. Ha continuato ad accampare scuse tutto il tempo" disse.
Sbuffò,
si passò la mano tra i capelli e scrollò le
spalle.
"Beh,
io ottengo il lasciapassare. Se dopo non mi vuole, io non
piangerò di certo".
Clint
schioccò la lingua sul palato.
"Li
troverà in quella stanza laggiù" disse indicando
una porta.
Tony
annuì, si voltò e raggiunse la stanza.
Aprì la porta, sollevò lo sguardo.
"Piccolo
cervo? Lascia uscire Vicky da qui o ti chiudo l'account Facebook".
"Proprio
ora che lo avevamo fatto in comune" borbottò.
Loki
si passò le dita tra il morbido pellicciotto bianco che gli
cingeva il collo.
"E
pensi verrà con te?" chiese.
Tony
scrollò le spalle, tirò fuori il cellulare e
attivò lo schermo olografico mostrando il profilo di Loki.
Thor
si nascose il viso tra le mani e sbuffò sonoramente.
"Uomo
di Metallo, uno ci mette secoli a rimettersi con il proprio fidanzato,
e tu fai saltare tutto" gemette.
Tony
roteò gli occhi, si avvicinò lo schermo.
"Ognuno
pensa al suo, immagino".
Guardò
Loki e socchiuse gli occhi.
Loki
avanzò e alzò le mani.
Thor
sporse il labbro inferiore e annuì.
"Suppongo
tu abbia ragione" rifletté.
Tony
chiuse la schermata, sorrise socchiudendo le iridi marroni brillanti di
riflessi oro.
"Bene.
Sblocca il problema, al resto penso io" dichiarò.
Loki
sospirò, annuì assottigliando le labbra.
"Esaudirò
la tua richiesta, ma sappi che le tue minacce sono sempre particolari".
Si
sentì bussare, la porta si aprì e Clint
affacciò il capo.
"Il
signorino Storm è pronto a riceverla" annunciò.
Tony
salutò gli dèi con la mano, si voltò e
uscì dalla stanza.
"Io
nella stanza dei giochi non ci entro, eh".
Clint
inarcò un sopracciglio biondo-grigio.
"Non
credo di aver inteso" disse. Avanzò lungo il corridoio, la
luce vermiglia delle torce gli illuminava il viso e i capelli, dandogli
dei riflessi castani. Un paio di quadri si voltarono a guardare Tony.
Tony
fece l' occhiolino ad un quadro femminile, ridacchiò e
scrollò le spalle.
Clint
si massaggiò le tempie e sospirò.
"Mia
moglie sì e alle volte anche Nat" gemette.
Tony
ghignò, accelerò l'andatura.
"Muoviamoci,
vorrei chiudere con questo posto prima del prossimo anniversario di
matrimonio".
Clint
accelerò a sua volta il passo. Raggiunse un'altra porta e la
aprì.
Dall'interno
si sentirono dei sospiri.
"Smettetela
di fare i bambini!" gemette la voce di Peter.
"E
tu smettila di fare l'adulto. È il lavoro di Cap e Vicky".
Peter
indietreggiò. Era in piedi tra il letto e la scrivania.
Steve
era appoggiato con la schiena a quest'ultimo, il capo chino e le mani
in tasca.
Johnny
era steso su un fianco sul letto, gli occhi brillavano riflettendo le
fiamme nere che gli avvolgevano la mano.
"Al
momento il tuo Cap è più impegnato a inventare
blande e squallide scuse" ringhiò.
Tony
sogghignò avanzando con le braccia allargate.
"È
evidente che non hai sentito quelle di tua madre, se pensi che le sue
siano patetiche" disse.
Si
mise seduto a lato del letto, abbassò il capo e strinse le
labbra.
"A
proposito. Io non ho scuse, solo sensi di colpa. Si accettano?".
Steve
si mordicchiò il labbro.
Johnny
si mise una mano sul fianco.
"Accettatissime,
visto che stai sopportando la mamma" rispose.
"I-io
vorrei sapere... perché la chiami mamma" biascicò
Peter, avvampando.
Tony
ridacchiò, alzò le spalle e si piegò
in avanti con le gambe larghe.
"Perché
io sono il papà".
Steve
si staccò dalla parete di un paio di passi.
"Dovrei
ringraziare te e Doom per esservi presi cura del ragazzo"
bisbigliò.
"Non
riesco a farli andare d'accordo. Insomma, scoprire chi è il
proprio padre dovrebbe essere un momento bellissimo"
brontolò Parker.
Tony
sollevò lo sguardo, intrecciò le mani tra loro e
strinse le labbra.
"Io
non mi sono preso cura di nessuno. Ma se vuoi puoi ringraziare Johnny
per essersi occupato di me" disse.
Guardò
Peter ,addolcì lo sguardo.
"Conta
chi ti ha cresciuto, e chi vuoi essere. Chi sono i tuoi genitori
è molto relativo, bimbetto".
Steve
strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.
"Io
voglio poter essere suo padre. Ho sempre desiderato una famiglia"
gemette.
"Pà,
dimmi la verità, ti stai facendo l'harem?"
sussurrò lascivo. Peter avvampò.
Tony
ghignò a propria volta, si sporse e diede una pacca al
braccio di Johnny.
"Che
vuoi che ti dica, prendo molto sul serio la frase 'farsi una famiglia',
Johnny" rispose, sarcastico.
Incrociò
le braccia e alzò lo sguardo.
"Non
dovete diventare migliori amici. Dovete convivere. E sì,
l'ho deciso io, quindi rassegnatevi".
"Per
me va bene, ma sappi che dovrai ospitarci tutti. Lupo mannaro compreso"
dichiarò Peter.
Johnny
lo guardò e ghignò.
"Anche
a me piacciono i tipetti, papà" rispose.
<
Io quando ho avuto un figlio con Stark? > si chiese.
Tony
sorrise, si alzò e scrollò le spalle.
"La
Torre sarebbe vuota senza qualche creatura che potrebbe ucciderci
tutti. Porta pure tutte quelle che ti piacciono".
Ghignò,
fece l'occhiolino a Johnny e raggiunse Steve. Gli mise la mano sulla
spalla.
"Hai
ritrovato un figlio. Vedi di esserne felice" disse.
Si
scostò, raggiunse la porta.
"E
ora papà va a farsi corteggiare. Preparate i bagagli e non
fatevi mordere".
Clint,
sulla porta, si fece da parte. Indicò davanti a
sé Victor intento a mettere una serie di valigie sopra una
tarantola gigante.
"Il
signore ha saputo che può finalmente venire con voi"
spiegò.
Tony
inarcò un sopracciglio, incrociò le braccia e si
avvicinò dell'animale.
"Questo
lo mettiamo in garage" dichiarò.
Victor
si voltò verso di lui e sorrise.
"Sarà
un piacere. Sperando non si inviti anche Galacticus una di queste
volte, gli manca Johnny come araldo" rispose.
Tony
camminò a passo lento verso di lui, socchiuse gli occhi e
arricciò il labbro.
"Niente
scuse" gli rispose.
Tony
portò il volto ad un palmo da quello dell'altro.
"Bene.
O ti avrei lasciato qui" sussurrò, roco.
Ghignò,
si scostò e poggiò la mano dell'animale gigante.
"Porta
anche i biscotti per cani, viene anche il lupo mannaro". Aggiunse.
"Abbiamo
tutti ritrovato una famiglia" rispose Victor.
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Capitolo 13 *** Cap.13 Spiegazioni ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Anita92 mi ha fatto notare che le dinamiche di questa storia non erano ben chiare. Perciò spero che con questo capitolo si chiariscano totalmente.
Cap.13 Spiegazioni
Peter sorseggiò una brodaglia nera, storse il naso ed espirò rumorosamente dalle narici. Chiuse gli occhi e scosse il capo.
“Le tue foto sono veramente bellissime, però sono un po’ monotone” disse Clint. Stava scorrendo l’album di foto della pagina facebook di Peter Parker. Peter scoppiò a ridere.
“Mi piace fotografare i supereroi e Spiderman è, ovviamente, quello che mi viene meglio” scherzò. Clint guardò l’uomo ragno e fece frullare le ali da falco sulla sua schiena.
“In ogni caso, non credo di aver ben capito quello che è successo qui. Lei lo sa?” domandò Peter, passandosi la mano tra i capelli castani, scompigliandoli.
Clint annuì.
“Si accomodi, le spiegherò tutto” disse. Peter si sedette sul letto a baldacchino.
“Il miliardario Tony Stark, il sovrano di questo regno Victor Von Doom, Reed Richards e Susan Storm erano tutti colleghi alla M.I.T.. Il signor Stark era solo un ragazzino, essendo entrato alla M.I.T. a soli quindici anni. Ed era compagno di Stark del mio re”. Iniziò a raccontare Clint.
Peter si sporse e appoggiò la tazza sul comodino. Clint chiuse la schermata olografica.
“Susan e suo fratello Johnny sono rimasti orfani da giovani e lei non sapeva a chi lasciare il fratellino. Perciò, illegalmente, lo ha nascosto nell’università. Mr. Stark e Victor Von Doom hanno giovato a fare i genitori con il bambino, ma quando è diventato IronMan e l’altro un supercattivo, si è sentito abbandonato e tradito. Perciò i rapporti con il giovane Storm e i due si sono interrotti malamente” spiegò.
Peter si mordicchiò il labbro.
“Perciò tra Victor e Tony…”. Iniziò a dire.
Clint scoppiò a ridere.
“Come ti ho detto, Mr. Stark era davvero piccolo. Il mio sovrano era più un fratello maggiore molto premuroso. Non sono ‘fratelli-amanti’ come Thor e Loki” ribatté.
Peter sbuffò, arrossendo.
“Il mio re, nel secondo scontro contro il gruppo di supereroi chiamato Fantastici quattro, di cui faceva parte anche Johnny, è caduto nell’oceano tramutandosi in una statua di metallo.
Johnny, sentendosi in colpa per aver ucciso la cosa più simile a un genitore che avesse mai avuto, è andato alla ricerca di informazioni sui suoi veri genitori. Ha scoperto che sua madre era un soldato e suo padre un generale dell’esercito americano. Si è informato di più e ha scoperto un segreto del governo. Vedi lui, in realtà, è una specie di clone di Capitan America ricavato dal suo sperma” proseguì Barton.
“Suppongo sia questa l’informazione che hanno messo a tacere quando l’hanno arrestato e cacciato dai fantastici quattro. Nessuno gli ha voluto credere” ringhiò Peter. Strinse un pugno conficcando le unghie nella pelle fino a lasciare delle mezzelune.
“Il giovane Storm, una volta uscito di prigione, è andato a cercare Galacticus. Quello che i fantastici quattro hanno distrutto, infatti, era la sua navicella. Galacticus ne ha fatto il suo araldo e c’è stato bisogno che io e un altro gruppo di fedeli Latveriani gli riportassimo Silver Surfer perché lo lasciasse andare, ma Johnny, a causa dell’esperienza, avrà per sempre le fiamme nere” disse Clint. Chiuse gli occhi e si massaggiò le palpebre.
“Il mio ragazzo temo che ogni tanto i guai se li cerchi” ammise Parker. Si sporse e prese un cuscino, appoggiandoselo sulle gambe.
“Non sapevo che fossi un latveriano, ma solo un Avengers normale” ammise.
Clint scrollò le spalle.
“Lo nascondo. Non voglio che mia moglie e i miei figli sappiano che in realtà sono metà uomo e metà falco latveriano. Però si sono risvegliate antiche maledizioni quando Loki, il dio dell’inganno, ha resuscitato il mio re e il regno aveva bisogno di me. Quando il signor Stark convincerà Loki a distruggere queste maledizioni, potrò tranquillamente tornare a casa” rispose.
Peter si grattò un sopracciglio con una mano, mentre con l’altra accarezzò il cuscino.
“Maledizioni?” domandò.
“Il vecchio re non poteva lasciare Latveria, con il rincarare della maledizione, è divenuto un lupo mannaro. Il sovrano attuale, invece, adesso non può lasciare Latveria. Ed è per questo che non ha fatto sapere a Tony che era vivo. Il signor Stark non l’ha perdonato per avergli tenuto il segreto e credo che terrà il muso anche a me, sapendo che a mia volta ho tenuto il segreto” spiegò Clint.
Peter si grattò la spalla.
“Almeno con quello che è successo, hanno fatto tutti pace. E Johnny accetterà che Cap è suo padre genetico, in un certo senso” esalò.
Clint si nascose la bocca con la mano e ridacchiò, le sue iridi color argento brillarono.
“Fattelo dire da uno che con il capitano ha lavorato spesso. E’ più la madre che il padre. Steve è un omosessuale represso con istinti materni. Se tutto andrà bene, stavolta la madre la fa lui e il signor Stark fa il padre. Quei due hanno una TSI immensa” sussurrò.
Peter batté la mano sul cuscino.
“Se Johnny è stato riportato a Latveria, come abbiamo fatto a conoscerci?” chiese.
“Il signorino va avanti e indietro da qui, insegue i suoi sogni di diventare un meccanico. In fondo vi permettiamo di convivere nello stesso appartamento anche se il sovrano è molto geloso di suo… figlio adottivo” spiegò Clint.
Peter alzò il capo, c’era appesa al muro una statuina con la forma delle corna di Loki.
< Qui al posto dei crocifissi, hanno le miniature degli elmi di Loki. Si vede proprio che lo venerano > pensò.
“Grazie per la concessione” borbottò.
“Si auguri che anche il capitano e il signor Stark siano così magnanimi” lo punzecchiò Clint.
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