Come fare impazzire un Nara in poche mosse di missredlights (/viewuser.php?uid=104229)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shoji ***
Capitolo 2: *** Lingua ***
Capitolo 3: *** Schiaffo ***
Capitolo 4: *** Hokage ***
Capitolo 5: *** Rasengan ***
Capitolo 6: *** Volpe ***
Capitolo 7: *** Cotone ***
Capitolo 8: *** Sabbia ***
Capitolo 9: *** Iperattività ***
Capitolo 10: *** Vaniglia ***
Capitolo 11: *** Boxer ***
Capitolo 12: *** Cometa ***
Capitolo 13: *** Tuono ***
Capitolo 14: *** Fragole ***
Capitolo 15: *** Kimono ***
Capitolo 1 *** Shoji ***
cap
“Ma perché
dobbiamo giocare a Shoji quando abbiamo un’intera casa a disposizione per poter
giocare in un altro modo?”
A Shikadai
cadde la pedina dalle mani, l’ultima per la precisione, andandosi a infrangere
fra le altre, distruggendo l’ordine appena creato. Con Himawari era sempre
così. Era capace di distruggere l’ordine che avevi creato, sia interiormente
che esteriormente, lasciandoti il caos più totale, come con quella frase.
“Che
intendi dire?”
La Uzumaki
piegò le gambe, non avendo il minimo senso del pudore nel far vedere parecchi
centimetri di gambe scoperte in modo del tutto “casuale”, cosa che fece alzare
la temperatura al povero discendente del clan Nara.
“Sei
stupido, Shikadai. E pensare che Shikamaru-sama e Temari-sama sono dei veri
geni. Da chi hai preso questo quoziente intellettivo così basso?”
Himawari
adorava prendere in giro il suo ragazzo, specie quando metteva in dubbio il suo
quoziente intellettivo. Sapeva che a Shikadai dava fastidio una cosa del
genere, e lei glielo faceva di proposito.
“Che cosa
hai detto?”
“Che sei
stupido.”
“Rimangiati
quanto hai appena detto!”
Shikadai
si mise in posizione, pronto ad utilizzare la tecnica del controllo dell’ombra
sulla sua ragazza, facendole fare tutto quello che voleva, quando quest’ultima
gli si mise in braccio, bloccandolo.
“Sei
lento, Shika. E sei pure eccitato. E io che volevo giocare a nascondino come
facevamo da bambini.”
“Non dire
bugie! So benissimo che tipo di gioco volevi fare. Non fare la santa con me.”
Himawari
sorrise divertita, poggiando per un istante le labbra su quelle del suo ragazzo.
Quando si staccò, vide i pezzi degli shoji sparpagliati sulla scacchiera. Ne
prese uno e lo mise in posizione.
“Ho vinto,
Shika.”
Shikadai,
con ancora in braccio Himawari, si sporse per vedere la scacchiera, e con sommo
orrore vide che la ragazza aveva detto la verità. Aveva vinto contro di lui,
quindi…
“Ho vinto
la scommessa. Ora dovrai fare tutto quello che ti chiederò di fare per una
settimana.”
“Non
vale!”
“Vale
tutto, Nara. Sia nel gioco che in amore.”
Fece finta
di non sentire il “seccatura” borbottato a denti stretti, avvicinandosi
all’orecchio del moro.
“E poi,
chissà. Magari se adesso mi fai un massaggio, stasera potrei ricambiarlo.”
“HIMAWARI!”
Himawari, sei proprio sfrontata!
Eccomi qui con un'altra raccolta di flashfic!
Per questa
raccolta dovrete ringraziare mezzosangue230 che mi ha gentilemente dato
i prompt. Quindi, grazie, mezzosangue230 ♥ Senza i tuoi prompt
questa raccolta non sarebbe mai stata fatta :)
Spero che vi piaccia!
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Capitolo 2 *** Lingua ***
cap
Himawari
correva per tutta Konoha, diretta a casa di Shikadai. Si erano dati
appuntamento mezz’ora fa alle porte della città, ma del moro non c’era nessuna
traccia. Così la Uzumaki aveva deciso di andare a prendere il suo fidanzato fin
dentro casa, e tirargli le orecchie per il ritardo.
“Ora mi
sente. Mi aveva promesso che oggi ci saremmo allenati insieme!”
Sapeva che
era tornato quella notte dall’ultima missione, ma questo non giustificava quel
ritardo. Così, una volta arrivata a casa Nara, si aggiustò i capelli prima che
Temari aprisse la porta. La bionda non fu per niente sorpresa di trovarsi
Himawari davanti la porta di casa. Tutti sapevano che la Uzumaki e suo figlio
stavano insieme, e lei ne era davvero felice, felice che per una volta suo
figlio avesse fatto un’ottima scelta.
“Shikadai
sta dormendo.”
“Posso
andare a svegliarlo?”
“Certo.
Conosci la strada.”
Temari si
spostò di lato per far passare la ragazza. Non si era dimenticata dell’ultima
volta che Himawari aveva svegliato suo figlio, buttandogli addosso un secchio
di acqua ghiacciata. Aveva riso talmente tanto che si era dovuta tenere per non
cadere a terra, sotto lo sguardo sbigottito di Shikamaru e quello furente di
Shikadai. Era sicura che ne avrebbe combinata un’altra delle sue, e anche
Himawari era pronta a fare un altro scherzo al suo pigro fidanzato, ma quando
aprì la porta della stanza e lo trovò addormentato mezzo nudo, tutti i suoi
piani per uno scherzetto coi fiocchi vennero sostituiti da altro.
Si
avvicinò in punta di piedi, ben attenta a non fare rumore. Gli si mise affianco
e cominciò a leccarlo sul petto ben scolpito. Himawari adorava letteralmente
leccarlo, anche perché sapeva che era una cosa che mandava fuori di testa il
suo ragazzo.
“Cosa stai
facendo con quella lingua?”
“Ti lecco.
Non lo vedi?”
“Lo sento
più che altro.”
Shikadai
era già sveglio quando Himawari entrò nella sua stanza. Aveva calcolato ogni
cosa, sapendo che lei sarebbe andato a cercarlo.
“Sei in ritardo
per l’allenamento.”
“Potremmo
fare un altro tipo di allenamento.”
“C’è tua
madre di sotto e…”
“Shikadai,
Himawari. Vado a fare delle commissioni e torno. Ci vediamo fra quindici
minuti.”
Sentirono
la porta chiudersi. Fu una frazione di secondo in cui Shikadai si sdraiò sopra
Himawari.
“Adesso
siamo soli.”
“Non mi
dirai che duri solo quindici minuti. Dovrò chiedere a Sakura qualcosa per
tenerti ‘sveglio’.”
E prima
che potesse fermarla, Himawari lo spostò e si alzò, scappando non appena lo
vide in piedi, pronto ad inseguirla.
“HIMAWARI,
MALEDETTA SECCATURA. VIENI QUI!”
Anche questo prompt mi è stato dato da mezzosangue230, che ringrazio come sempre.
E niente, spero che vi piaccia.
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Capitolo 3 *** Schiaffo ***
cap
Himawari
correva verso le porte della città. Quel giorno sarebbe tornato Shikadai dalla
missione insieme a Inojin e Chocho e lei non vedeva l’ora di riabbracciarlo.
Era stato
via per tre settimane e della sua missione sapeva ben poco. Suo padre era stato
categorico nel non dirle assolutamente nulla, e anche Shikamaru e Sai avevano
mantenuto il segreto con lei. Le uniche cose che riuscì a scoprire, grazie ai
vari appostamenti e spionaggi, fu che dovevano portare al Villaggio una ragazza
e che la missione sarebbe dovuta durare tre settimane. Di più non era riuscita
a scoprire.
Così si
ritrovò ad accettare sempre missioni di poco conto, che durassero poco in modo
tale da essere al Villaggio per quando fossero tornati. Aveva addirittura
segnato i giorni sul calendario, in modo da essere sicura di non scordarsi
nulla. Boruto l’aveva presa in giro per quel suo modo bambinesco, scappando un
istante dopo dall’ira funesta della sorella.
Ok, dovrebbe arrivare fra poco.
Himawari
si appostò alle porte della città, nascondendosi. Le era sempre piaciuto
nascondersi e far spaventare il suo ragazzo.
“Shikadaaaaaai.”
“La vuoi
smettere?”
Di chi è questa voce?
La Uzumaki
si nascose ancora di più, fin quando non vide il suo fidanzato, Inojin, Chocho
e una ragazza che non aveva mai visto. Quello che vide le fece ribollire il
sangue nelle vene. La ragazza si teneva stretta a Shikadai, troppo per i suoi
gusti.
“Perché
sei così silenzioso? Mi costringi a parlare a più non posso allora.”
“Scordatelo.”
“Eppure
l’altra volta mi hai baciato. Perché non può succedere ancora?”
Baciato… Shikadai ha baciato
un’altra…
Himawari
sentì la terra franarle sotto i piedi, mentre una marea di emozioni prendeva possesso
del suo corpo. Rabbia, tristezza, delusione. Aveva sentito indistintamente il
cuore incrinarsi.
“Shikadai,
dovresti dirlo a Himawari.”
“No. Non
capirebbe.”
Per poi
rompersi in mille pezzi. Non solo Shikadai aveva baciato un’altra ragazza, ma
se lei non avesse sentito quella conversazione, lui non gliel’avrebbe mai
detto. Fu più forte di lei. Accecata dalla rabbia uscì dal suo nascondiglio,
vedendo le facce delle quattro persone che si erano girate per vedere da fonte
del rumore che avevano sentito. A passo di marcia si avvicinò al suo ragazzo e
gli diede uno schiaffo, talmente forte da farlo cadere per terra.
Non lo
degnò più di uno sguardo, non gli disse nulla.
Per il
bene del Paese del Fuoco, Shikadai aveva distrutto la sua relazione con
Himawari.
Ringrazio sempre mezzosangue230 per il prompt datomi.
Un bacio!
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Capitolo 4 *** Hokage ***
cap
Era
passata una settimana da quando Himawari aveva lasciato il Villaggio, diretta
in chissà quale missione. Shikadai non faceva altro che ripensare allo schiaffo
che lei gli aveva dato, allo sguardo d’odio e di tristezza che aveva visto nei
suoi occhi. Era stato pressato da Inojin e Chocho, dicendogli che se avesse
fatto passare troppo tempo, sarebbe stato più difficile far pace con Himawari.
Così si
era deciso ed era andato dall’Hokage. Aveva fatto tutto quello che gli avevano
chiesto di fare, aveva eseguito gli ordini alla lettera, riportando la spia al
Villaggio per interrogarla. Ma a che prezzo? Se ancora ci pensava, non era più
sicuro di nulla. La missione valeva molto più di Himawari? Fu solo quando si
trovò di fronte la porta dello studio dell’Hokage che si disse che no, la
missione non valeva più di Himawari, che avrebbe dovuto far qualcosa per
riaverla di nuovo con sé.
“Avanti.”
Aprì la
porta, ritrovandosi davanti suo padre e Naruto, che lo guardarono a loro volta.
“Shikadai,
che ci fa qui?”
Il moro si
fece avanti, chiudendo la porta alle sue spalle. Aveva provato talmente tante
volte quel discorso che adesso non gli veniva in mente. Perché era lì se non
per Himawari?
“Vorrei
sapere dove si trova Himawari. Le dovrei parlare.”
“Dovrai
aspettare. Si trova in missione in questo momento.”
Sia la
famiglia Uzumaki che la famiglia Nara si erano tenuti fuori da quella faccenda,
ben sapendo che Shikadai aveva sbagliato su tutti i fronti. Trovarselo lì
significava solo una cosa: voleva rimediare ai suoi errori.
“Hokage,
mi ascolti. Non posso aspettare che ritorni. Potrebbe essere troppo tardi. Ho
bisogno di sapere adesso dove si trova Himawari e parlare con lei.”
Naruto e
Shikamaru si guardarono un momento, per poi decidere la stessa cosa.
“È a Suna
per gli esami Chuunin.”
Shikadai
fece un breve inchino, ringraziando suo padre e Naruto, per poi andarsene in
fretta e furia per prepararsi per il viaggio.
“Pensi che
faranno pace?”
“Lo spero
per Shikadai. Temari non glielo perdonerebbe mai visto che adora tua figlia.”
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Capitolo 5 *** Rasengan ***
cap
Himawari
aveva accettato senza pensarci due volte l’incarico di fare da esaminatore agli
esami Chuunin di Suna. In questo modo avrebbe avuto l’opportunità di andarsene
dal Villaggio della Foglia per qualche tempo e pensare.
Ancora
stentava a credere che Shikadai l’avesse tradita con un’altra ragazza.
Cos’aveva quella ragazza più di lei? Perché l’aveva baciata?
Era
partita nel cuore della notte, evitando incontri inopportuni, arrivando a Suna
in due giorni e mezzo. Aveva corso come mai aveva fatto in vita sua, forse per
mettere quanta più strada possibile fra lei e i suoi problemi. Cosa doveva fare
con Shikadai? E perché non era venuto a parlarle?
Quanto vale per lui la nostra
storia?
“Himawari
attenta!”
Alle sue
spalle era comparso un mostro che si dirigeva a tutta velocità verso di lei.
Ebbe solo pochi secondi per pensare a qualche strategia, ma ogni volta le
veniva in mente il viso di Shikadai con quella ragazza. Qualcosa scattò in lei
ritrovandosi a pochi metri dal mostro.
“Rasengan!”
Lo scagliò
contro il mostro con tutta la forza che aveva nel corpo, distruggendolo.
Sentì dei
passi farsi sempre più vicini e quando si voltò vide gli altri esaminatori
venire verso di lei.
“Stai
bene, Uzumaki?”
“Sì, sto
bene.”
In realtà
non stava per niente bene. Ogni volta che pensava a Shikadai sentiva un dolore
sordo nel petto.
Devo andare avanti.
Nello
stesso momento in cui Himawari pensò di farla finita per sempre con Shikadai,
quest’ultima si mise in viaggio per poter rimediare ai suoi errori.
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Capitolo 6 *** Volpe ***
cap
Shikadai corse
come mai aveva corso in vita sua. Si fermava solo il minimo indispensabile per
potersi riposare, riprendendo quella corsa folle e disperata. Per tutto il
viaggio non aveva fatto altro che darsi dello stupido, cercando di non pensare
che, forse, era troppo tardi.
Devo farcela, devo arrivare il
prima possibile a Suna.
Ci arrivò
il secondo giorno, in piena notte, stremato e senza forze. Sentiva un dolore
sordo alle gambe mischiato alla stanchezza. Aveva dormito poco, mangiato e
bevuto ancor meno, tanto che si reggeva a stento sulle gambe.
Le guardie
appostate alle porte di Suna lo riconobbero e lo fecero passare senza che lui
dicesse qualcosa, mentre una terza correva al palazzo del Kazekage per
informarlo che suo nipote era lì.
“Sa’ per
caso dove alloggiano gli esaminatori Chuunin?”
“Nella
palazzina a sud-ovest della città, ma in questo momento sono tutti a
festeggiare nella locanda al centro della città.”
Himawari non andrebbe mai a bere
con degli sconosciuti…
Ma i suoi
piedi, invece di andare verso gli alloggi, si diressero verso la locanda. In fondo,
che male c’era a controllare cosa stesse succedendo in locanda? In fondo,
Himawari non sarebbe mai andata a bere con degli sconosciuti. In fondo, Himawari
era anche astemia e non reggeva nemmeno l’odore dell’alcol.
Eppure, quando
arrivò in locanda, notò indistintamente una chioma corvina seduta al bancone
della locanda, ed un tizio che gli stava vicino, troppo vicino.
Fu istintivo
stringere le mani a pugno ed entrare dentro la locanda, fermandosi di botto
quando vide il tizio avvicinarsi alla sua Himawari.
“Cosa ci
fa una piccola volpacchiotta da sola in questo posto?”
Himawari,
più ubriaca che mai dopo cinque bottiglie di sakè, alzò la testa verso il
ragazzo, guardandolo appena.
“Io lo so
chi sei. Sei la figlia del Jinchuuriki della volpe a nove code e so che la
prossima Jinchuuriki sarai tu…”
La corvina
rimase immobile sul posto. Chi cavolo era quella persona? Come faceva a sapere
tutte quelle cose? Che sarebbe stata lei la prossima forza portante lo sapeva
solo la sua famiglia, ma non poteva essere stata lei a dirlo. Quindi…
“Perché
non vieni con me, volpacchiotta? Non t-…”
Himawari sgranò
leggermente gli occhi quando vide Shikadai colpire il ragazzo accanto a lei,
accasciandosi sul posto. Il saké doveva averle giocato un brutto scherzo. Shikadai
non poteva essere lì davanti a lei, Shikadai non l’avrebbe mai guardata con
quello sguardo furente e ferito.
“Vieni,
andiamo in camera…”
L’ultima
cosa che Himawari vide, prima di perdere i sensi, furono le braccia di Shikadai
che la cingevano.
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Capitolo 7 *** Cotone ***
cap
Shikadai l’aveva
sorretta per non farla cadere a terra, spostando un attimo dopo lo sguardo
verso le bottiglie di sakè.
Cinque bottiglie di sakè… Perché hai
bevuto, Himawari?
Non riusciva
a credere che la sua Himawari si fosse ubriacata, chiedendosi per quale motivo
lo avesse fatto. Ma più ci pensava, più capiva che la risposta poteva essere
solamente una: per colpa sua. Per un istante si sentì talmente in colpa da
mettere in secondo piano la rabbia provata un istante prima.
“Shikadai.”
Il moro si
voltò verso la voce che lo aveva chiamato, vedendo di fronte a lui suo zio
Kankuro. Gli fece cenno di seguirlo fuori e così fece. Prese in braccio
Himawari e se ne andò da quel posto, seguendo lo zio fino a casa. Una volta
dentro l’edificio, gli indicò la sua stanza, ma prima che quest’ultimo potesse
chiudere la porta, Kankuro la bloccò e guardò intensamente il nipote.
“Vedi di
chiarire con Himawari, qualsiasi cosa sia successa.”
Prese la
maniglia della porta e la chiuse alle sue spalle, lasciando Shikadai da solo
con la ragazza.
“Hima…”
Portò la
ragazza verso il letto, adagiandola sul materasso. Faceva talmente tanto caldo
che non poté fare a meno di notare come la maglia di cotone si fosse attaccata
al corpo della mora, lasciando poco spazio all’immaginazione. Conosceva quel
corpo come le sue tasche. Si era fermato molte volte ad osservalo fra il
divertito e l’imbarazzato di Himawari che gli chiedeva di smetterla. Come erano
finiti in quella situazione?
“Perché…”
Shikadai guardò
la sua ragazza cercare di mettersi seduta sul letto, per poi cadere
rovinosamente sul materasso. Talmente tanto ubriaca da non reggersi in piedi.
“Perché cosa?”
“Perché hai
baciato un’altra?”
“Perché se
non lo avessi fatto saremmo morti. E tu perché non mi hai detto che sei la
prossima forza portante della volpe?”
“Avevo
paura che tu non mi avresti amata più, perché mi avresti vista come un mostro.”
Assurdo come
l’alcol riuscisse a far dire cose che da sobri non avremmo mai detto.
“Io ti
amerei comunque Uzumaki.”
Himawari lo
guardò per un attimo per poi alzare un braccio verso Shikadai. Lui lo prese
come un invito ad avvicinarsi, sdraiandosi accanto alla sua ragazza. Si guardarono
semplicemente negli occhi, non dicendo assolutamente nulla, perché tutto quello
che avevano da dirsi se lo erano già detti.
“Domani mi
racconterai ogni cosa. Se provi ancora a dire che non potrei capire, utilizzerò
il Byakugan su di te.”
Annuì a
quella minaccia per niente velata.
Mai soprannome fu più azzeccato per
te, Seccatura, o forse dovrei dire Red-Hot-Blooded Hanabero.
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Capitolo 8 *** Sabbia ***
cap
“Quindi?
Sto aspettando.”
Himawari
si era seduta su una coperta, messa precedentemente sopra la duna. Aveva deciso
che certe rivelazioni era meglio che se le facessero fuori dal villaggio. Per questo
aveva deciso di andare nel deserto, solo lei e Shikadai.
Guardò il
suo fidanzato sedersi di fronte a lei, incrociare le gambe e guardarla a sua
volta.
Perché devi essere così bello e
anche così stupido, Nara?
“Tuo
padre, l’Hokage, ci aveva mandati a recuperare una spia del Villaggio del Suono
che si era introdotta nel nostro Villaggio e aveva rubato delle pergamene
importanti. Non ti nascondo che è stata estenuante come missione. Avevamo pochi
indizi e due giorni di distanza dalla spia.”
Himawari ascoltava
attentamente il racconto di Shikadai, non distogliendo lo sguardo. La debole
fiamma della candela che si erano portati illuminava flebilmente le loro
figure.
“Riuscimmo
a raggiungerla dopo una settimana di viaggio, proprio al confine con il
Villaggio del Suono. La trovammo da sola, davanti ad un fuoco acceso e la
bloccai immediatamente con la tecnica del controllo dell’ombra. Inojin e Chocho
la legarono. Purtroppo per noi la spia cominciò ad urlare, tanto che dovemmo
tapparle la bocca. Inojin si beccò un bel morso sulla mano, e anche il bavaglio
fu inutile.”
“E allora
come avete fatto? Cosa c’entra il bacio che le hai dato?”
Shikadai sospirò,
prendendo fra le sue mani una mano di Himawari, stringendola.
“Quando
pensammo di essere spacciati, scoperti, la spia se ne uscì con una richiesta
strana. Disse di volere un bacio, una sorta di ultimo desiderio di qualcuno che
era stato catturato. E lo chiese a me.”
“Perché? Perché
tu e non Inojin?”
“Lo ha
voluto da me perché disse che ero la mente del gruppo e avrebbe cominciato ad
urlare di nuovo se non l’avessi accontentata. Solo per questo la baciai, per
avere salva la pelle e tornare a casa. Il problema è che non facemmo i conti
col fatto che le sue labbra fossero avvelenate. Meno male che avevamo con noi
un antidoto per i veleni, o adesso non sarei qui a parlare con te.”
La Uzumaki
strinse la mano del suo fidanzato, col cuore che le batteva troppo veloce nel
suo petto.
“Perché non
me lo volevi dire? Perché hai detto che non avrei capito?”
“Perché avresti
dato di matto e l’avresti riempita di botte, mentre a noi serve viva.”
“Non è una
scusa per non dirmi questa cosa! È stato meglio non dirmi nulla e rischiare di
lasciarci?”
Shikadai spostò
lo sguardo, fissando un punto impreciso della duna.
“E tu,
allora? Perché non mi hai detto che sei la prossima forza portante?”
“Perché le
forze portanti sono visti come dei mostri. Anche tuo zio e mio padre sono stati
visti e trattati in questo modo, e solo dopo la quarta guerra ninja sono stati
trattati come degli eroi, riscattandosi agli occhi delle persone. Io non ho
nulla con cui riscattarmi, con la quale far capire alle persone che io sono
sempre io, anche se sarò la prossima forza portante. Lo capisci, Shika? E se
nel tuo clan ci fosse qualcuno che non accetterà questa cosa? Che vedrà la
nostra relazione come qualcosa di sbagliato?”
“Ti
prometto che nessuno penserà questo. Ti prometto che nessuno ti vedrà come un
mostro.”
La tirò
verso di sé e la strinse forte. Adesso non c’era più nulla che li separava.
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Capitolo 9 *** Iperattività ***
cap
“Shikadai?
Che cosa stai facendo?”
Temari aveva
appena sceso le scale e guardava suo figlio con occhi sbarrati. Erano le sei
del mattino e suo figlio era ai fornelli a preparare la colazione.
Si stropicciò
gli occhi, credendo di avere qualche allucinazione, ma quando li riaprì lo vide
ancora lì, davanti a lei, e che la guardava con uno sguardo scocciato.
“Stai
bene?”
“Colpa di
Himawari. Ha detto che, per farmi perdonare, devo essere iperattivo per un
giorno intero, facendo tutto quello che tu e lei mi direte di fare, senza
protestare.”
“Quindi
avete fatto pace.”
“Se per te
questa si chiama pace.”
Più scocciato
che mai per essere stato buttato giù dal letto troppo presto, Shikadai levò il
riso dal fuoco, mettendolo a raffreddare dentro un bento. Temari sorrise
compiaciuta. Aveva già dato per spacciata la relazione fra suo figlio e
Himawari, e invece si era dovuta ricredere. Shikadai aveva fatto la cosa
giusta, dicendo la verità alla Uzumaki e facendosi perdonare. Forse anche lei
avrebbe preteso la stessa cosa da Shikamaru. Non c’era niente di peggio che
obbligare un Nara ad essere iperattivo.
“Di chi è
quel bento?”
“Per la
Seccatura. Vuole che le prepari la colazione e poi vuole anche il pranzo. E sai
cosa vuole per pranzo? Il ramen! Come diavolo si fa il ramen?!”
Temari si
ritrovò a ridere sommessamente. Adorava Himawari, e adorava molto di più vedere
come riusciva a comandare suo figlio. La maledizione dei Nara aveva colpito
anche suo figlio.
“Ti è
andata bene. Io a tuo padre avrei chiesto di essere iperattivo per almeno una
settimana. Reputati fortunato.”
A Shikadai
per poco non caddero le ciotole dalle mani. Una settimana per lui sarebbe stato
troppo, sarebbe morto prima.
Ora capisco perché vanno così d’accordo
queste due!
“Appena
finisci la colazione, fai la lavatrice, sistema casa, lavala e puliscila, e poi
prepara anche il pranzo per noi.”
“Aspetta
un attimo…!”
“Ha detto
che, per farmi perdonare, devo essere iperattivo per un giorno intero, facendo
tutto quello che tu e lei mi direte di fare, senza protestare. Non lo avevi
detto tu, prima?”
Il sorriso
compiaciuto di sua madre fu la fine per lui. Sibilò un “seccatura” a denti
stretti e continuò a preparare la colazione.
Promemoria: non cacciarmi mai più
in questi guai.
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Capitolo 10 *** Vaniglia ***
cap
“Dove
stiamo andando?”
Himawari correva
dietro Shikadai, non capendo dove la stesse portando. Le aveva accennato che
voleva farle vedere qualcosa che si trovava dentro al bosco di proprietà dei
Nara, ma non le aveva detto altro. E lei, da brava curiosona, non era riuscita
a frenare la serie di domande che gli fece, cercando di estorcergli qualche
altra informazione.
“Per la
milionesima volta, Seccatura, manca poco.”
Himawari sbuffò,
mettendosi accanto al suo fidanzato, per poi ritrovarsi, un istante dopo, a
terra.
“Ma che
fai?!”
Shikadai l’aveva
presa e fatta cadere per terra, mettendosi sopra di lei.
“Ora siamo
abbastanza lontani.”
“Ma che…?”
Non riuscì
a continuare che il Nara la baciò, rubandole il fiato. Si ritrovarono a
baciarsi con foga, a stringersi talmente tanto da non lasciar passare nemmeno l’aria
fra loro.
“Shika…”
Shikadai guardò
Himawari. Il respirò affannato, le labbra rosse dovute ai baci e lo sguardo
annebbiato da quella che doveva essere eccitazione.
“Ti voglio…”
“Ah…”
Il Nara
cominciò a lasciare una scia bi baci sul collo della Uzumaki, la quale si
ritrovò ad inarcarsi verso di lui e a far toccare il proprio bacino con quello
del suo fidanzato.
“Adoro
quando profumi di vaniglia.”
“Lo so…”
Himawari sorrise
e con un colpo di reni si ritrovò in braccio al suo fidanzato, che poggiò le
mani sui suoi fianchi.
“Ma adesso
‘sta zitto.”
L’ultima
cosa che Shikadai vide, prima di lasciarsi trascinare dalla libido, fu il
sorriso sensuale che Himawari gli rivolse.
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Capitolo 11 *** Boxer ***
cap
“Shika,
tieni! Buon compleanno!”
Himawari porse
il suo regalo al suo fidanzato, baciandolo davanti a tutti. Si allontanò da lui
solo quando sentì un colpo di tosse proveniente da suo fratello Boruto.
“Smettiamola
con queste smancerie, ok?”
Boruto era
felice che sua sorella stesse con Shikadai, ma un po’ meno che si baciassero
davanti a lui. Era sempre sua sorella, e lui ne era sempre geloso.
“Sei una
seccatura, Boruto!”
“Che cosa
h-…”
“Basta
tutti e due. Shika, apri i regali.”
Himawari incitò
il suo fidanzato ad aprire i regali davanti a tutti i suoi amici. Shikadai ricevette
dei nuovi giochi, un set nuovo di shoji e dei kunai.
“Forza,
manca il regalo di Hima. Scartalo!”
Sarada e
Chocho si morsero le labbra per non ridere davanti a tutti. Sapevano benissimo
che cosa Himawari aveva regalato al suo fidanzato e non vedevano l’ora di
vedere la reazione di Shikadai.
Quando Shikadai
scartò il regalo, rivelando un paio di boxer, calò il gelo nella stanza.
“Visto che
belli? Ho pensato a te quando ho visto i cervi disegnati.”
“Sono
renne.”
“E che
differenza fa, scusa?”
Shikadai cercò
di nascondere, ormai troppo tardi, il regalo della sua fidanzata, mentre nella
stanza proruppe una risata fragorosa. Tutti loro erano scoppiati a ridere,
incitati dallo sguardo di fuoco di Shikadai e lo sguardo angelico di Himawari.
“Comunque
non ti preoccupare. I boxer sono della tua taglia, ma il vero regalo te lo darò stanotte.”
“HIMAWARI,
MALEDETTA SECCATURA, VIENI QUI!”
“SHIKADAI,
CHE COSA VUOL DIRE QUESTA COSA?”
Himawari si
ritrovò a fuggire dall’ira di Shikadai e quest’ultimo dall’ira di Boruto. Una scenetta
talmente esilarante da lasciare tutti per terra, morti dal ridere.
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Capitolo 12 *** Cometa ***
cap
“Shika,
Shika! Guarda, una stella cadente! Esprimi un desiderio!”
Shikadai chiuse
gli occhi, stringendo la mano di Himawari nella sua. Aveva avuto tutto quello
che poteva desiderare dalla vita: una famiglia sempre presente e pronto a
spronarlo e dargli contro per farlo ragionare, una squadra affiatata, degli
amici, e la sua Himawari. Cosa poteva chiedere a quella stella cadente?
Una cosa ci sarebbe…
“Fatto?”
Shikadai aprì
gli occhi e si voltò verso la Uzumaki, annuendo semplicemente.
“Cosa hai
chiesto?”
“Non si
dicono i desideri. Poi non si avverano.”
Himawari gonfiò
le guance, indispettita dalla frase del suo fidanzato. Perché non poteva dirle
del desiderio?
“E tu? Cosa
hai desiderato?”
“Prima
devi dirmelo tu.”
Il Moro
alzò gli occhi al cielo, ma sorrise.
“E va
bene, ma prima devi chiudere gli occhi.”
La corvina
fece come gli era stato chiesto di fare, chiudendo gli occhi, mentre Shikadai
estraeva dalla tasca un cofanetto. Lo aprì e chiese alla sua fidanzata di
aprire gli occhi. La prima cosa che Shikadai vide fu la sorpresa negli occhi di
Himawari.
“Hima… ti
andrebbe di passare il resto della vita con me?”
“M-mi stai…
mi stai ch-chiedendo d-di sp-sposarti?”
Himawari si
ritrovò senza parole, a balbettare proprio come succedeva a Hinata i primi
tempi con Naruto. Shikadai, di contro, si portò una mano dietro la nuca,
paonazzo in volto. Aveva provato quel discorso per settimane davanti allo
specchio, quando era sicuro che in casa non ci fosse nessuno.
“Sì, se t-…”
“Hai
appena fatto avverare il mio desiderio.”
Questa volta
toccò a Shikadai rimanere senza parole, col fiato che gli si mozzò nel momento
esatto in cui vide il sorriso di Himawari. Un sorriso bellissimo e tutto per sé.
“Quindi è…”
“Certo che
ti voglio sposare!”
Con mani tremanti
le mise l’anello al dito, per poi baciarla. Non avrebbe mai pensato che il suo
desiderio si avverasse così in fretta.
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Capitolo 13 *** Tuono ***
cap
“Mi
accetteranno, secondo te?”
“Perché non
dovrebbero, scusa?”
“Lo sai.”
Himawari e
Shikadai stavano fuori la sala delle riunioni, dove si erano riuniti per l’occasione
tutti i Nara. Shikamaru e Temari erano dentro a tenere la riunione, lasciando
fuori i due ragazzi. Himawari sapeva benissimo che un argomento del giorno
sarebbe stato la sua entrata nel clan Nara, e aveva il terrore che non l’accettassero.
Shikadai come anche Shikamaru e Temari avevano cercato di tranquillizzare la
corvina in tutti i modi, invano.
La paura
dell’Uzumaki era una paura sorda, di quelle che non faceva dormire la notte e
che faceva ammalare. Sapeva bene che non tutti sarebbero stati d’accordo e non
voleva che il suo fidanzato e la sua famiglia litigassero per colpa sua. Ecco perché
quella sera si era tenuta una riunione straordinaria. Shikadai aveva chiesto a
Himawari di sposarlo, era normale che anche il clan ne fosse informato.
“Stai
tranquilla. Vedrai che…”
Ma quello
che disse Shikadai fu annullato dal lampo, seguito dal tuono, che rimbombò per
tutta la città. Aveva iniziato a piovere copiosamente, con lampi e tuoni. La corvina
strinse le mani a pugno, cercando di calmarsi, ma fu tutto inutile quando la
porta si aprì e Temari fece segno ai due di entrare.
Shikadai guardò
per un istante Himawari e poi la prese per mano, entrando nella stanza
circolare. Tutti i componenti del clan Nara erano presenti e li guardavano
impassibili. C’era anche Yoshino, la nonna di Shikadai, che le sorrise
impercettibilmente. Il moro guardò suo padre, che annuì, e si rivolse verso i
componenti della sua famiglia.
“Io,
Shikadai Nara, chiedo di poter avere la vostra benedizione per poter sposare la
qui presente Himawari Uzumaki.”
Si inchinò
appena, e tutti gli occhi si posarono su Himawari, le cui gote si tinsero di un
leggero rossore.
“Abbiamo
saputo che lei, Uzumaki, sarà la prossima forza portante della volpe a nove
code. Perché dovremmo accettarla nella nostra famiglia? Chi ci assicura che la
volpe non prenderà il sopravvento su di lei?”
La terra
cominciò a vacillare sotto i piedi di Himawari. Era sicura che sarebbe uscito l’argomento,
che gliele avrebbero fatto un problema. Strinse impercettibilmente la mano di Shikadai,
forse per trovare coraggio.
“Nessuno
potrà garantirvelo, nemmeno io, ma state sicuri che farò in modo che ciò non
avvenga, per il bene del Villaggio della Foglia. Vi chiedo di potermi accettare.”
Inchinò leggermente
il capo, chiudendo gli occhi. Li riaprì solo quando sentì una mano posarsi
sulla sua spalla. Di fronte a lei stava Yoshino, che le sorrideva.
“Benvenuta
in famiglia, Himawari Uzumaki.”
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Capitolo 14 *** Fragole ***
cap
“Shikadai-kun,
puoi sederti se vuoi.”
Hinata gli
aveva sorriso gentilmente, cercando di mettere il ragazzo a suo agio, cosa che
invece non stavano facendo Naruto e Boruto. Non perché non gli piacesse
Shikadai, ma perché Shikadai aveva appena chiesto a Naruto la mano di sua
figlia. Gli aveva detto che era venuto lì per chiedere a Naruto di sposare sua
figlia, che l’amava e l’avrebbe resa felice.
Naruto, di
contro, era rimasto paralizzato, non sapendo che cosa fare, ma soprattutto cosa
dire. Era stato trascinato da Hinata sul divano, facendolo sedere, mentre
Boruto era rimasto appoggiato alla parete tutto il tempo, non distogliendo lo
sguardo dal suo amico.
“Quindi
vuoi sposare la mia bambina.
“Sì.”
Naruto si
voltò verso la figlia. La vide prendere una fragola e mangiarla.
“Ho solo
una domanda fa farvi. Aspettate un bambino?”
Himawari si
strozzò con la fragola, mentre Shikadai con la saliva. Entrambi paonazzi, dopo
aver tossico per qualche minuto, guardarono Naruto come se avesse appena detto
qualche bestemmia.
“Ma cosa
vai dicendo, papà?!”
“Come che
cosa sto dicendo? Avete venti e ventidue anni! È normale che pensi queste cose!”
Himawari borbottò
qualcosa di incomprensibile, mentre Hinata sorrideva gentilmente.
“Naruto-kun…”
L’Hokage
sospirò per poi alzarsi in piedi e fare cenno a Shikadai di fare altrettanto. Quest’ultimo
non si era mai sentito così a disagio in tutta la sua vita, nemmeno quando lo
aveva detto ai suoi genitori. E dire che di sua madre aveva una paura folle, ma
dell’Hokage, padre della sposa, ne aveva allo stesso modo.
“Benvenuto
in famiglia, Shikadai.”
Naruto gli
sorrise, lo stesso identico sorriso che aveva anche la sua Himawari. Fu automatico
per lui sorridere di conseguenza, anche quando si ritrovò per un attimo
abbracciato all’Hokage. Naruto aveva un modo tutto suo di esternare le sue
emozioni.
“Boruto?”
Himawari si
avvicinò al fratello, porgendogli una fragola.
“Guai a te
se la fai piangere, sono stato chiaro?”
“Cristallino.”
Ma la mano
che gli porse e il sorriso che gli fece fecero capire a Shikadai di essere
appena stato accettato.
“Benvenuto
in famiglia, amico mio.”
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Capitolo 15 *** Kimono ***
cap
“E se non
dovesse presentarsi?”
“Quando si
tratta di mia sorella diventi proprio stupido, Shikadai.”
“E se se
ne dovesse pentire?”
“Stai
farneticando.”
C’erano
proprio tutti quel giorno. Boruto e Inojin erano accanto a lui, cercando di
farlo ragionare. Shikadai si sentiva euforico e preoccupato al tempo stesso. Non
riusciva a capire, a distinguere il suo stato d’animo viste le diverse emozioni
che stava provando.
“Guarda chi
c’è.”
Shikadai si
voltò e vide Himawari con Naruto che venivano verso di lui. Himawari era
semplicemente stupenda in quel kimono bianco e i capelli legati in una morbida
crocchia che glieli sollevava. Sul viso, uno splendido sorriso, tutto per lui.
“Che
ragazzo fortunato il nostro Shikadai.”
Il ragazzo
in questione scoccò uno sguardo di fuoco al discendente Yamanaka che sorrise
divertito.
Tutte le
persone presenti assistettero ad un bellissimo matrimonio, augurando agli sposi
tanta felicità e congratulandosi con i rispettivi clan.
E tutti,
ad un certo punto, poterono vedere Shikadai sbiancare e cadere a terra,
svenuto.
“Cosa è
successo?!”
Tutti quanti
si ammassarono verso i due sposi, ma Himawari sorrise divertita, facendo una
breve carezza al suo sposo.
“Niente di
che. Gli ho semplicemente detto che fra otto mesi diventerà papà ed è svenuto
dalla forte emozione.”
Inutile dire
che Naruto, Boruto e Shikamaru ebbero la stessa reazione di Shikadai, svenendo
davanti a tutti. Solo Hinata e Temari sorrisero compiaciute, abbracciando la
Uzumaki, mentre tutti cominciarono a congratularsi.
“Tu sì che
sai come far impazzire mio figlio.”
“Temari-san,
non è mica colpa mia se suo figlio è masochista.”
Temari sorrise.
Pensava di non poter essere più felice e invece si sbagliava. Sarebbe diventata
nonna e avrebbe avuto un altro Nara per casa. Anche Hinata riusciva a contenere
a stento la sua felicità. Sua figlia era un uragano di sorprese, proprio come
il suo Naruto.
Vi auguro una vita meravigliosa.
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