The way I am

di xxdreamerxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chimera ***
Capitolo 2: *** Dark Side ***
Capitolo 3: *** Ωmega ***
Capitolo 4: *** Workout ***
Capitolo 5: *** Anger ***
Capitolo 6: *** Step Backwards ***
Capitolo 7: *** The Truth Behind ***
Capitolo 8: *** Self Control ***
Capitolo 9: *** One in a Million ***
Capitolo 10: *** EXTRA: Memory Lost ***



Capitolo 1
*** Chimera ***


CHIMERA

"Si sentì uno sparo, accompagnato da un urlo di dolore. Il mio addome cominciò a sanguinare senza sosta, e le forze cominciavano ad abbandonare il mio corpo. Una persona dall'alto mi osservava con aria compiaciuta, alzai il capo per capire chi fosse la persona che mi aveva sparato, e mentre alzavo sempre più lo sguardo, un senso di disgusto mi pervase, e quando arrivai a scrutare il volto, riconobbi il viso di quel ragazzo che per tanto tempo amavo, cioè Stiles. «Sei sempre così debole e ingenua, così ingenua che non sei stata neanche in grado di capire che sono sempre stato interessato a Lydia e non a te» disse Stiles con un sorrisino malefico stampato in faccia. Ero paralizzata e non sapevo che fare. A quel punto Stiles alzò la pistola e la puntò in direzione del cuore. «Ci rivedremo» e sparò".

 

Mi svegliai di colpo, cercando qualcuno che fosse al mio fianco, ma non ci poteva essere nessuno, non avevo più nessuno. In quel momento mi sentivo sola al mondo e incompresa da tutti. Volevo solo restare a casa e non incontrare più nessuno. Ma non potevo, dovevo andare a scuola. L'unico problema era che lì avrei incontrato la persona che mi aveva spezzato il cuore… ma dovevo essere forte e andare avanti. Voglio diplomarmi e andare ad un buon college, e senza alcuna distrazione ce la farò.
Mi preparai in fretta e andai a scuola, dove incontrai gli altri: Scott, Lydia e per mio immenso disappunto anche Stiles. Andai verso di loro e li salutai con un bel sorriso. Quando toccò a Stiles, lo guardai male, ma lo salutai lo stesso. Ce l'avevo soltanto con lui, perché era lui che aveva causato tutto il mio dolore. Non ho niente contro Lydia, è la mia migliore amica e so benissimo che non prova niente per Stiles, perché è interessata ad altri tipi di ragazzi, come ad esempio Parrish, infatti spero che alla fine quei due si mettano insieme. Desidero per Lydia e Jordan tutta la felicità del mondo, che lei non prova più da tanto tempo.
La mattinata passò rapidamente, e mentre mi dirigevo verso il cortile incontrai Lydia.
«Riley eccoti qua! Volevo chiederti se ti andava di venire insieme a me a mangiare qualcosa, così perlomeno ti distrai un po'» propose Lydia, che sapeva che era la cosa migliore da fare dati tutti i problemi che stavo avendo. Lei e Scott si erano accorti dal primo momento di quello che stavo passando, ma dopotutto solo uno stupido come Stiles, non si sarebbe accorto che provavo rancore nei suoi confronti.
«Non so se posso Lydia...» dissi non molto convinta
«Dai ci divertiremo! Così almeno ti distrai un po', e non rimugini sui tuoi pensieri».
Alla fine dopo tante suppliche da parte sua, accettai. Dopotutto mi andava di uscire insieme alla mia migliore amica, e magari sarei riuscita a divertirmi. Il suo programma era quello di mangiare qualcosa insieme, e forse avremmo anche fatto una partita a bowling. Ero contenta di aver accettato l'invito di Lydia, speravo davvero che sarei riuscita a distrarmi, ne avevo bisogno.
Lydia suonò il campanello. Aprii la porta e trovai una Lydia super sorridente. «Pronta?» chiese Lydia «Certo, andiamo!» esclamai.
Andammo in un ristorante, non troppo di classe. Passammo la serata a parlare e scherzare, ma più passava il tempo, e più avevo uno strano presentimento.
«Lydia c'è qualcosa che non va» le dissi.
«Cosa di preciso?»
«Non so esattamente, ma qualcosa non mi torna» risposi con un volto interrogativo
«Magari è solo un brutto presentimento. Adesso non pensarci e goditi la serata».
Cercai di ignorare la cosa, e la serata continuò tranquillamente. Alla fine andammo a pagare la cena che avevano consumato.
«Dobbiamo pagare il nostro conto» disse Lydia al cameriere
«Scusate ma il vostro conto è già stato pagato» rispose il cameriere controllando il registro dei pagamenti
«Com'è possibile?» esclamai
«È stato un ragazzo che è uscito poco fa, ed ha pure aggiunto di porgere dei saluti speciali alla signorina Blake».
Guardai stranita il cameriere non capendo quello che stava succedendo, sapevo che il suo non era solo un presentimento, ma qualcosa di più, però non riuscivo ancora a capire cosa fosse la ciò che mi turbava tanto, lasciammo stare per ora tutto ciò, salutammo il cameriere, e uscimmo da quel ristorante.
«Senti, se non hai più voglia di andare alla partita di bowling, non ti costringo a venire, so che quello che è appena successo ti ha turbata» disse Lydia
«Non preoccuparti, anzi ho voglia di giocare e soprattutto di batterti!» risposi cominciando a ridere
«Questo è ancora da vedere» disse Lydia ridendo.
Arrivammo alla sala da bowling e cominciammo a giocare. Eravamo entrambe in parità, e la cosa stava durando un più del previsto, quindi decidemmo di fare una pausa e prenderci un bicchiere d'acqua.
«Hai idea di chi possa essere il ragazzo del ristorante?» mi chiese Lydia prendendo un sorso d'acqua
«Non ne ho idea, ma credo proprio che sia qualcuno che conosciamo, se no tutta questa storia non avrebbe senso» risposi posando il bicchiere sul bancone.
Le due si alzarono dirigendosi verso la pista «Come hai detto tu deve essere qualcuno che conosciamo, ma il punto è chi?»
«È quello che mi chiedo pure io» risposi semplicemente per poi sferrare un lancio che mi fece guadagnare tanti punti.
«Beh abbiamo una cerchia molto ristretta, per non dire nulla. Allora Scott e Stiles sono esclusi a priori visto che loro stasera dovevano studiare»
quando sentii pronunciare il nome di Stiles storsi il naso, e questa cosa Lydia la notò, ma volle continuare a parlare
«Quindi a parte loro due non saprei chi potrebbe essere...oppure sì» esclamò lei
«Cioè?» chiesi io incuriosita
«Presumo che sia una persona vicina a te dal momento che ti ha posto dei speciali saluti» ancora non capivo cosa volesse dire «Che dici di Peter?» disse non più così tanto convinta
«La cosa è poco probabile visto che è stato dimesso solo qualche giorno fa, e poi se fosse stato seriamente lui il cameriere di sicuro non lo avrebbe chiamato 'ragazzo'. Vorrei tanto sapere chi era quel tipo».

«Ero io» esclamò qualcuno alle loro spalle.

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Capitolo 2
*** Dark Side ***


DARK SIDE

Ci voltammo di scatto e ci ritrovammo davanti la figura possente e muscolosa di Theo. Io tirai fuori immediatamente gli artigli e i miei occhi divennero di un verde intenso, e lo avrei anche attaccato se Lydia non mi avesse preso il polso prima che potessi fiondarmi su di lui
«Ferma! Non è il momento… non qui almeno». 
Aveva ragione, qualcuno poteva vedermi, se non era già successo, ma ignorammo la cosa e ritrassi gli artigli.
«Cosa ci fai qui? Non eri all’inferno? E cosa vuoi da me?» gli dissi con un tono basso ma pieno di rabbia. 
«L’unica cosa che devi sapere è che non sarà facile togliermi di mezzo» mi disse con un’espressione divertita, poi fece un occhiolino e se ne andò.
Quella serata, che doveva servire a staccare la spina e farmi divertire, si era trasformata in una serata intensa, che mi aveva turbata. Non mi sarei mai immaginata di rivedere Theo, il ragazzo che era stato la causa della mia attuale condizione di mostro. 
È stato lui a rapirmi e a portarmi dai Dottori del terrore, è sua la colpa se ora mi sveglio con gli incubi e temo di far del male alle persone che amo. Sono un miscuglio di un giaguaro mannaro e, da come ho capito, anche un garuda … bho. Ancora non capisco cosa significano queste cose, né tantomeno riesco a controllarmi. Mi piaceva essere una ragazza normale, la cui unica preoccupazione era andare bene a scuola. 
La mia vita è cambiata da un giorno all’altro e tutto per colpa di Theo.
Arrivai a casa, Lydia mi chiese se stessi bene, ma ovviamente conosceva già la risposta. Non stavo per niente bene, ma l’unica cosa che volevo fare era dormire… questa serata è stata troppo carica di novità.


«Senti amico, devo dirti una cosa» disse Scott.
«Spara» rispose Stiles un po’ preoccupato.
«Devi parlare con Riley, perché andrà a finire che perderai anche lei, come è successo con Malia. So che provi qualcosa di forte per Lydia, ma so anche che ci tieni a Riley… o almeno era così prima che venisse trasformata… »
Stiles ascoltava in silenzio. Scott aveva centrato il punto senza neanche essersene accorto. Stiles era certo dei suoi sentimenti quando ancora era umana, come lui… adesso non sapeva più cosa provava e aveva paura di scoprirlo, ma non voleva ammetterlo.
Per evitare che Scott arrivasse alla conclusione iniziò a parlare
«Si hai ragione, ma non mi parla neppure» cercò di giustificarsi.
«Tu insisti e vedrai che cederà e ti darà ascolto»
Il caso vuole che io in quel momento fossi nel loro stesso corridoio.
«Eccola! Vai!» e diede uno spintone all'amico
Stiles si fece coraggio è urlò «Riley!» per attirare a mia attenzione, ma non ce n'era bisogno, avevo gli occhi puntati su di lui
«Che c'è?» Dissi con un tono il più seccato possibile
«Volevo parlarti... - ma mentre lui mi parlava vedevo qualcosa che cambiava nel suo sguardo, anche se non capivo cosa, ma non mi piaceva - di noi»
«Ah si? - risposi - e perché adesso e non prima? »
Lui non sapeva cosa rispondere e intanto il suo sguardo cambiava ancora. Io guardai alle sue spalle e vidi subito Scott, che cercava di ascoltare la conversazione
«Ah no, ora lo so. Te lo ha detto Scott. Altrimenti non saresti qui». 
Ero ferita e sapevo che passando ancora qualche secondo di fronte a lui sarei scoppiata a piangere, ma in quel momento qualcosa in Stiles scattò. 
«Certo, io non volevo parlare con te, non dopo il mostro che sei diventata» 
«Non voglio più ascoltarti! » gli urlai. «Le cose non torneranno mai le stesse, perché io non voglio che lo siano» 
Forse era una mia impressione, ma i suoi occhi sembravano neri come la pece e carichi di odio. Non potevo sopportare quel confronto, così me ne andai verso l'aula della professoressa Finch.
«O forse no» disse sconsolato Scott sconsolato. «Ma sei stupido? Perché le hai detto così?»
Stiles turbato chiese «Cosa le ho detto di male?»
Scott non aveva parole, così si diresse verso la palestra senza dare una risposta all'amico, che rimase impietrito con quella domanda che gli frullava nella testa. 


Mentre camminavo pensavo a quegli occhi, scuri e malvagi. Quello sguardo mi ha lasciata perplessa, ma sapevo che non volevo riprovarci con Stiles perché non voglio impegnarmi in una relazione, a prescindere da lui.
L’unica cosa di cui mi pento è di non averlo preso a pugni! Come poteva avermi detto che ero diventata un mostro, solo io posso dirlo di me stessa.
Mentre ancora ero immersa nei miei pensieri spuntò un ragazzo da dietro l’angolo. Theo.
«Bel discorso» sbottò lui.
Gli ringhiai contro per fargli capire che non era ben accetto.
«Io lo so piccola»
«Cosa?» chiesi sorpassando sul fatto che  mi avesse chiamato piccola.
«Il fatto che volessi picchiare Stiles. Sentivo la tua voglia di trasformarti e farlo soffrire, ma qualcosa ti ha frenata»
Theo si avvicinò sempre di più, e più la distanza tra noi diminuiva, più la mia voglia di picchiare lui aumentava.
«Io lo so… tu nascondi un lato oscuro… e io voglio tirarlo fuori»
Io rimasi pietrificata. Un lato oscuro… io?! Forse è vero, ma perché lui è interessato a questo mio lato. Lo guardai fisso negli occhi e gli ringhiai di andarsene.
Lui, con un ghigno compiaciuto, se ne andò soddisfatto. 
Era riuscito a insinuarsi nei miei pensieri, il mio chiodo fisso, ormai Stiles era un lontano ricordo.



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Ciao a tutti, spero che la storia vi piaccia. Mi sto impegnando tanto affinchè venga il meglio possibile, quindi se avete dei commenti, belli o brutti, sono ben accetti, anzi richiesti.
Ditemi cosa ne pensate, cosa vi piace e cosa no, aiutatemi a migliorare la mia storia ^-^
Grazie
Mary :D

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Capitolo 3
*** Ωmega ***


ΩMEGA

  L’ora di biologia passò in fretta e al termine mi diressi verso il mio armadietto per cambiare i libri. Improvvisamente qualcuno si appoggiò agli armadietti a fianco al mio, ne riconobbi subito l’odore, quindi dissi bruscamente
«Cosa vuoi ancora?»
«Sono venuto a rispondere alle tue domande» rispose Theo.
«Io non ho niente da chiederti, quindi sparisci» dissi chiudendo bruscamente l’armadietto
«Invece si! Lo sento»
«Vai a farti controllare allora, se senti le voci non è colpa mia»
«Che peperino! Non sei curiosa di sapere come mai sono interessato al tuo lato oscuro?»
«Per niente!»
«Beh, se sei interessata ti aspetto fuori da scuola alla fine dell’ultima ora» e detto questo se ne andò.
Quel ragazzo mi faceva irritare, ma la curiosità è sempre stata una delle mie più grandi debolezze, per questo, al termine della sesta ora, aspettai Theo all’ingresso. Sapevo che stavo per mettermi nei guai, ma non mi importava…
Lui uscì con no-calanche dalla porta principale, con i suoi occhiali da sole scuri e la sua aria spavalda. Sapeva benissimo che mi avrebbe trovata lì ad aspettarlo, così mi face cenno di seguirlo.
 «Dunque cosa faremo?» chiesi incuriosita
«Zitta e seguimi, gli altri non devono vederci» e così aumentò il passo
Ma ormai era troppo tardi, perché Lydia ci vide mentre salivamo sul suo pick up. Era solo questione di tempo prima che ne facesse parola con gli altri, ma a me non importava. 
Non ero veramente parte del branco, e non credo lo sarei mai stata. Forse ero destinata ad essere sola, proprio come Theo.
Rimasi seduta al suo fianco, ipnotizzata dalla strada e immersa in quei pensieri cupi. Forse Theo era interessato per questo… ma non mi importava, io e lui non siamo amici e non lo saremo mai, non lo perdonerò mai per avermi rapita.
Lui continuava a guidare, ma ci stavamo sempre più allontanando dalle case della cittadina. Poi, dopo altri 20 minuti di macchina si fermò.
«Siamo arrivati, scendi pure piccola»
«Non chiamarmi piccola»
«Cosa ci posso fare, essere alta 1.50 m non è a tuo favore»
«Credi di essere il primo che ironizza sulla mia altezza? Se lo vuoi sapere, le cose sugli scaffali alti le prendo con la telepatia e no, non sono un tavolo su cui puoi appoggiarti quando vuoi»
«Scusa, non pensavo fossi così permalosa. Un’altra cosa che abbiamo in comune»
«Un’altra?»
«Aspetta, non avere fretta»
Ovviamente non eravamo a casa sua, ma nel bosco di Beacon Hills, il centro di tutta l’attività supernaturale.
«Bella casa tua! Come fai a mantenere le piante sempre così rigogliose e verdi?»
Theo si voltò e mi guardò
«Ora capisco perché tu e Stiles stavate insieme: due umani armati di sarcasmo…»
«Non parlare di Stiles!»
«Siamo qui proprio per questo. Io voglio farti capire quanto sei forte e  potente… tutti vorrebbero avere i tuoi poteri, ma solo tu puoi sostenere il loro peso»
«Che cosa stai dicendo?!?»
«Aspetta un altro po’ e ti spiegherò tutto. Io so che mi odi per quello che ti ho fatto, ma voglio dirti il perché»
 Mi fermai di colpo. Theo Raeken, un ragazzo che io odiavo profondamente, voleva farmi capire il motivo delle sue azioni. Ma perché? Non era tenuto a farlo… lui è cattivo no? 
«Che stai facendo Bambi? Perché ti sei fermata?»
«Perché vuoi spiegarmi? E perché adesso?»
«Sei in pericolo. Devi capire cosa sei, e soprattutto devi imparare a combattere. Sei piccola ma sei anche furba e scaltra, ma devi imparare a difenderti, e io voglio insegnartelo»
«Perché?»
«Perché a quanto pare ti rifiuti di far parte del branco di Scott. Se non sei con loro, non potranno proteggerti»
«Io non voglio essere una di loro… l’idea del branco non mi entusiasma»
«Lo so, per questo voglio addestrarti»
«Perché mi hai rapita?»
«Vieni dentro»
Senza che me ne accorgessi, Theo mi aveva portato nella vecchia casa degli Hale, o almeno quello che ne rimaneva. Ne avevo sentito parlare, ma non l’avevo mai vista.
«Posto interessante, come mai qui?»
«Ho intenzione di insegnarti tutto ciò che devi sapere sul mondo soprannaturale e come combattere, non voglio essere troppo vicino a occhi o orecchie indiscreti»
«E perché dovrei accettare?»
«Per il tuo bene, mi sembra ovvio. Tu non vuoi far parte di un branco, e se non sei adeguatamente addestrata morirai. Questo è il destino degli Omega»
«Omega?»
«Quante cose devi ancora imparare dolcezza… allora, sei interessata?»
«Tu cosa ci guadagni?»
«Forse, dopo il mio aiuto, smetterai di odiarmi. Mi accontenterei di questo per ora»
«Ah ecco, mi sembrava strano… per ora»
«Cosa verrà dopo nessuno può saperlo. A meno che non si parli di morte, allora in questo caso forse Lydia lo saprà»
Theo era l’unico che poteva scherzare su una cosa del genere.
«Ci sto. Iniziamo il corso intensivo. Guida di sopravvivenza per Omega ti piace?»
«Iniziamo domani. Alle 8 in punto qui.»
«Scusa ma con la scuola come facciamo?»
«Sarà chiusa. Vieni, ti riporto a casa»


«Ragazzi avete visto Riley?» chiese Lydia agli altri
«Io non la vedo da economia» rispose Hayden.
«Tu fai economia?» le chiese Liam
«Quando avevate lezione?» domandò Lydia ignorando completamente il ragazzo
«All’ultima ora. È tutto ok?»
«No. L’ho vista andare via con Theo»
«Cosa? Theo? Ma non lo odiava a morte?!» disse Hayden sconvolta
«Adesso come adesso, credo che il suo odio per Stiles superi quello per Theo»
«Ma cosa ci importa, non vuole fare parte del branco. Se ha deciso di stare dalla sua parte faccia pure» 
«Ma che stai dicendo Liam, ti sei bevuto il cervello?!» gli gridò la sua ragazza
«Ma è vero…»
«Lei si unirà presto a noi, deve solo accettare la cosa. È l’ultima chimera prima della Bestia, ed era rimasta in incubazione per molto tempo. Solo alla fine di tutto siamo riusciti a liberarla. Non ha avuto molto tempo per elaborare la cosa, non credi?» spiegò Lydia
«Si, ma non è l’unica ad aver vissuto tutto questo. Hayden, Corey, Theo stesso… molti altri sono morti. Non è che lei sia speciale, anzi è stata fortunata»
«Tu non capisci –gli disse Hayden- io so cosa sta passando. Ha bisogno di noi. Se non ci fossi stato tu…»
«Ok, forse hai ragione»
«Devo capire cosa ha in mente quel tipo» disse Lydia con aria determinata.



Ciao a tutti, 
la storia procede, anche se forse questo capitolo non è uno dei più avvincenti. Continuate a leggere e scrivetemi se vi piace o meno, se siete interessati ad andare avanti. Ci sono tante cose da scoprire.
Aspetto commenti,
un bacio
Mary :D



 

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Capitolo 4
*** Workout ***


WORKOUT


Ore 7.55, rovine di casa Hale, pronta per l’allenamento con Theo. Ma lui ancora non c’è… chissà cosa avrà fatto per far chiudere la scuola.
Sentii la macchina parcheggiare e lui aprire la portiera. Fu molto sorpreso di trovarmi già lì, pronta per la prima lezione.
«Da cosa iniziamo?» dissi con forse un po’ troppa eccitazione
«Teoria»
«Ma come teoria, mi aspettavo qualcosa di più figo!»
«Se non conosci il tuo avversario non puoi sapere qual è la strategia migliore da adottare per sconfiggerlo» rispose in modo fermo e rigoroso. Sembrava un ufficiale dell’esercito, e vedendolo in quel odo non riuscii a fare a meno di ridere
«Perché ridi? Non mi sembra di aver detto niente di divertente»
«Niente, lascia perdere. Piuttosto, perché la scuola è chiusa? Dovrei dirlo ai miei»
«Digli che si sono rotte le tubature e che ora l’edificio è in isolamento per riparazioni»
«Certo che ti sei impegnato per queste lezioni». Theo arrossì, anche se in modo quasi impercettibile.
«Forza. Cominciamo. Iniziamo dalle basi: che cosa siamo»
Theo mi spiegò dei dottori del terrore, il loro obiettivo di creare l’assassino perfetto, creando chimere da persone che erano già biologicamente predisposte. Nel mio caso, ho un rene del mio fratello gemello Roy, morto qualche anno fa in un incidente in moto. È questo che mi ha resa un elemento perfetto per gli esperimenti. Ma mentre erano alle prese con la mia mutazione, i Dottori scoprirono che una delle loro chimere era riuscita, pronta per diventare la Bestia, Mason. A liberarlo fu l’urlo di Lydia, una Banshee, in grado di segnalare e predire la morte.
Mi spiegò cosa era lui: metà lupo mannaro e metà coyote mannaro, per questo era in grado di assumere completamente la forma animale.
Io invece non sono così chiara da definire: giaguaro mannaro, come anche Hayden, che spiega i miei occhi verdi e il colore blu della mia pelle quando mi trasformo, e un garuda, dimostrato dai miei artigli trasparenti.
Interessante delle mie capacità è che posso assorbire qualsiasi potere, abilità, forza fisica e vitale, persino di un Alpha se riuscissi (e se mi interessasse, quindi non accadrà mai). Questo è il motivo per cui, secondo Theo, sono una minaccia per molti esseri soprannaturali, e di conseguenza un probabile bersaglio. Posso anche volare, manipolare l’energia elettromagnetica e la corrente e guarire più velocemente di qualsiasi altro.
Dopo questa lezione ho capito quanto io possa diventare potente. Con queste abilità, dopotutto, potrei anche sopravvivere come Omega.
«Ora parliamo dei lupi mannari e degli Alpha»
Anche questo fu un argomento interessantissimo: i diversi colori degli occhi, l’Alpha bestia come fu Peter, il Vero Alpha che è Scott. Ho sempre pensato che fosse una persona straordinaria, ma non pensavo a tal punto: diventato Alpha per la sua forza di volontà e il suo carattere, senza aver ucciso un altro lupo per ottenere il suo potere. Era forse un onore essere membro del suo branco?
«A cosa pensi?» mi chiese Theo
«Niente. Solo che Scott è davvero eccezionale»
«Si lo è, devo ammetterlo. Per adesso abbiamo finito, fai una pausa, tornerò presto»
«Dove vai?»
«Devo controllare una persona»
Non ho neanche avuto il tempo di chiedere chi dovesse controllare che già era salito in macchina.
Io rimasi lì, a pensare a Scott, al branco, agli altri… come mai non volevo essere una di loro?
Dopo qualche minuto il mio cellulare iniziò a squillare. Era Lydia «Pronto?»
«Riley, ciao! Dove sei? Visto che la scuola è chiusa pensavo che potessimo farci un giro tutti insieme: io, te, Scott e gli altri»
«Non posso Lydia, voi andate, io devo… studiare»
«Studiare? Cosa?»
«Ehm… storia! Si, devo fare una ricerca sulla storia di Beacon Hills»
«Ok, ho capito. Allora ci sentiamo, mi raccomando»
«Sisi, certo, a presto» e chiusi la chiamata
“E gli altri”… era questo che mi turbava. Stare con Stiles. Averlo vicino mi avrebbe ricordato come ero prima, e avremmo sofferto entrambi. O forse solo io visto che lui adesso mi odia.
Per scacciare questo pensiero lessi tutti gli appunti che mi aveva preparato Theo, tutti gli esseri soprannaturali che conosceva: kanima, druidi, darach, segugi inferali, kitsune, nogitsune, oni, berserker, wendigo e chi più ne ha più ne metta. Lessi anche di tutti i simboli come la triskele e il jiko, e infine dello strozzalupo, del sorbo degli uccellatori, del vischio e della luna piena, che hanno un forte ascendente.
Theo ritornò dopo due ore
«Tranquillo, non hai lasciato una ragazza indifesa in un bosco, tutta sola»
«Ma tu non sei una ragazza indifesa, no?»
«Chi dovevi sorvegliare?»
«Nessuno che ti interessi. Allora, dove eravamo rimasti?»
«Mentre il mio prof era assente ho studiato tutte le sue dispense e avrei delle domande»
«Fai pure, prima della classe» mi disse, e così andammo avanti per qualche ora, io facendo domande e lui rispondendo nel modo più esaustivo possibile.
Era un tipo molto informato… chissà se gli altri ne sanno quanto lui.
«Direi che per oggi abbiamo finito, sono le 16, è ora di tornare a casa»
«Senti Theo, perché tu appoggiavi i Dottori del terrore?». Forse era troppo presto per porre quella domanda, ma volevo sapere.
«Perché il mio unico scopo era diventare, oltre che un Alpha, un essere superiore, e pensavo che loro potessero rendermi tale»
«E adesso cosa pensi»
«Che oltre a non essere un Alpha, sono solo al mondo»
Queste parole mi rattristarono molto. Credo che ormai avesse capito che quello che aveva fatto era un grande errore, che non avrebbe mai commesso di nuovo
«E quindi sei tornato a Beacon Hills per…»
«Per dimostrare che sono cambiato, si»
«Come hai fatto a tornare? L’ultima volta che gli altri ti avevano visto eri stato trascinato sotto terra da sua sorella»
«Lunga storia, ti dispiace se te la racconto un’altra volta? Ora ti riporto a casa»
Io annuii. Dev’essere stato molto doloroso per lui.
Salii in macchina senza dire una parola e, quando fummo davanti al vialetto di casa mia gli dissi «Ci stai riuscendo»
«Cosa scusa?»
«A farmi cambiare idea. Sto iniziando a capire, forse»
«Tu sei troppo buona, per questo devo far uscire il tuo lato oscuro»
«Si, ho capito. Domani stesso posto stessa ora?»
Lui sorrise «No, ti vengo a prendere io. A domani»
«A domani»
 


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Ciao a tutti, spero che la storia vi stia piacendo. So che in questo capitolo non succede molto, ma era necessario per far iniziare il rapporto tra Riley e Theo. Spero che continuiate a seguire e, ripeto, se avete dei commenti, belli o brutti, sono ben accetti, anzi richiesti.
Ditemi cosa ne pensate e continuate con la lettura perchè credo sia una storia interessante ^-^
In attesa di commenti
Un bacio
Mary :D

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Capitolo 5
*** Anger ***


ANGER


«Oggi ti mostro il tuo lato oscuro, che ne dici?»
«Ancora questa storia? Pensavo ti riferissi al fatto che sono un mix di poteri strani»
«No, mi riferisco al tuo impulso di picchiare qualcuno, alla tua rabbia. Devi essere sempre in grado di sfruttarla a tuo vantaggio»
Theo si accorse della mia espressione perplessa, così semplificò per farmi capire meglio
«Voglio che tu tiri fuori tutta la rabbia che hai dentro»
«E come dovrei fare?»
«Combattendo!» esclamò piazzandosi di fronte a me. Per un attimo fui sorpresa, ma accettai e sorrisi con aria di sfida.
«Bene, vedo con piacere che quest’idea non ti dispiace troppo» disse con sguardo divertito e incrociando le braccia al petto muscoloso
«Taci e iniziamo» gli risposi mentre mi mettevo in posizione da combattimento
«So che non hai mai combattuto, per questo devi pensare a qualcosa o qualcuno che ti provoca una forte voglia di picchiarlo»
«Non sarà molto difficile visto che ce l’ho davanti» dissi con l’obiettivo di stuzzicarlo
«Non ti posso dare torto, ma so per certo che qualcuno ti irrita ancora di più di me»
‘Era così evidente?’ dissi tra me e me
«Ogni volta che lo vedi il tuo sangue comincia a ribollire nelle vene, provi una sensazione di formicolio alle mani… significa solo una cosa»
Fece una pausa di sospensione e poi ricominciò a parlare «che vorresti far del male a Stiles per fargli capire quanto tu hai sofferto per il suo abbandono e per le parole che ti ha detto»
Sentendo pronunciare quelle parole mi ribollì veramente il sangue e, senza che me ne accorgessi, i miei occhi divennero verde smeraldo
«Brava Bambi, così ti voglio»
«Non chiamarmi Bambi»
«Ok, ma adesso pensa a quando ti ha lasciato sola nel momento in cui avevi più bisogno di lui, pensa a come ha giocato con i tuoi sentimenti e a come ti ha presa in giro per tutto questo tempo»
A quel punto feci uscire zanne e artigli, ringhiandogli contro e sferrando il primo colpo
«Ricorda le sue parole»
Io ringhiai più forte e spinsi Theo contro il muro
«Ricorda come è finita»
In preda alla rabbia più totale lo buttai a terra, mi misi a cavalcioni su di lui e iniziai a graffiargli il petto con gli artigli.
In quel momento mi sentii più potente che mai, libera dalla rabbia che tenevo dentro da troppo tempo.
«Riley» sussurrò Theo con il poco fiato che aveva in corpo
Sentendo pronunciare il mio nome mi fermai. Ma cosa stavo facendo?! Se avessi continuato così lo avrei ucciso.
Mi alzai in piedi e lo guardai con aria sconvolta e spaventata. Zanne e artigli si ritrassero e i miei occhi tornarono color nocciola.
«Ma che diamine ti passava per la testa» urlai incredula verso Theo che piano piano si stava rialzando
«Ti ho dimostrato che dentro di te hai una rabbia incontrollata che non riesci a tenere a bada» mi disse avvicinandosi per potermi guardare dritto negli occhi
«Tu sei pazzo»
«No, non sono pazzo, sono realista e vedo il tuo lato oscuro crescere ogni giorno»
Ero senza parole, non potevo credere a quello che aveva appena detto. Mi sedetti pesantemente su un divano mezzo distrutto e lui si sedette al mio fianco
«Ci sei andata pesante eh dolcezza» disse alzandosi la maglietta ormai ridotta a brandelli «spero solo non si infettino»
Mi girai per vedere le ferite che gli avevo procurato… in effetti erano tante e piuttosto profonde
«Dovresti andare da Deaton»
«Cos’è, adesso ti preoccupi per me?» con un sorrisetto furbo
«Dov’è il bagno?»
«Di sopra, corridoio, prima porta a sinistra»
Seguii le sue istruzioni e, una volta in quello pseudo bagno, cominciai a frugare nei vari armadi e cassetti, finché non trovai disinfettante, garze e una fascia.
«Se non vuoi andare da Deaton, allora ti disinfetto le ferite»
Theo mi guardò sorpreso «Adesso giochiamo al paziente e all’infermiera? Dov’è il tuo completino?»
«Zitto e sta fermo»
Cercai di fare del mio meglio, e alla fine fui abbastanza soddisfatta.
«È ora di andare, dammi le chiavi, guido io» per tutto il viaggio non feci altro che pensare a come lo avevo ridotto, a cosa la mia rabbia poteva fare. Arrivai fino a casa mia, lì scesi e Theo si sedette al volante
«Io non sarò mai come te» gli dissi impulsivamente
«Ricorda Bambi, l’oscurità più è grande e meno si vede»
Lì capii che per lui era una cosa seria, non un gioco.

 
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Ciao a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto perché io sono molto fiera.
Riley sta scoprendo questo suo lato aggressivo, quindi Theo aveva ragione.... e sul pericolo invece? Continuate a seguire la storia per vedere come va a finire
In attesa dei vostri commenti
Un bacio
Mary :D

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Capitolo 6
*** Step Backwards ***


STEP BACKWARDS
 

Una volta in camera mi lasciai cadere a peso morto sul letto e nella mia mente cominciarono a farsi largo numerosi pensieri. 
All’inizio credevo che Theo scherzasse, che lo dicesse per attirare la mia attenzione, ma dopo quella frase capii che faceva sul serio. E poi perché sono sempre più attratta da questa storia, perché voglio andare fino in fondo?
Avevo bisogno di schiarirmi le idee, così uscii di nuovo e lasciai che le mie gambe mi portassero dove volevano. 
Quando finalmente il mio cervello riprese il controllo, mi accorsi che mi trovavo sull’uscio della casa di Stiles, con la chiave di riserva in mano, pronta a entrare. Non sapevo bene cosa fare, ma alla fine entrai lo stesso e mi diressi automaticamente in camera sua.
Calde lacrime scendevano imperterrite sul mio volto; inumidivano le ciglia, percorrevano l'intera guancia fino ad arrivare alla fine del loro percorso e scendere giù, in terra.
Mi guardavo intorno, perduta in quel turbine di ricordi; lasciavo che gli occhi ricadessero nello spazio intorno a me. Mi ritrovai inaspettatamente in quella stanza, in cui ero entrata così tante volte da conoscerne i particolari a memoria. Era un luogo familiare, quello dai bei ricordi che parevano ormai esser volati via come foglie portate altrove dal vento, lontane dal proprio albero di origine. 
Mi sentivo fuori posto, come un uccellino caduto dal nido quando era ancora troppo piccolo per poter spiegare le ali e allontanarsi, pronto a morire di stenti senza il calore della madre che si prendeva cura di lui. Eppure, quelle mura erano state una sorta di casa, il mio luogo preferito dove dimoravano i ricordi più belli con l'unica persona in grado di farmi sentire il cuore battere all’impazzata. 
La stanza di Stiles, in cui ogni cosa odorava di lui, con il letto disfatto, le carte sulla scrivania che creavano un turbine di fogli disordinati e la parete composta da fili di vario colore, foto di casi risolti e non, che lo facevano sembrare tanto un detective con anni di esperienza e studi sulle spalle e non un normale adolescente. 
Perché dopo essere scesa dalla macchina sono andata a casa di Stiles? Perché sono entrata furtivamente in camera sua? Io lo odio, no?! Il mio cuore vorrebbe tanto credere a questa bugia, ma in fondo sa che ancora lo amo, con tutta me stessa, e tornare lì è stato come fare un passo indietro. 
Ero lì. Ero lì perché avevo bisogno di lui. Ero lì perché lo amo ancora, e forse inconsciamente avevo deciso di dirglielo.
L’abitudine mi spinse ad indossare una delle sue camice, e successivamente iniziai a stringere il suo cuscino, immaginando di stringere il mio Stiles; le sue calde mani che mi prendevano per i fianchi e le labbra che delicatamente si posavano sul collo e sulla bocca, esprimendo tutto ciò che c'era da dire senza lasciar sfuggire alcun tipo di parola. 
Eravamo amanti silenziosi, due anime legate da un sentimento tanto forte da non avere bisogno di parole, suoni così futili per noi, in grado di esprimere tutto e niente con uno sguardo ed un bacio. 
Affondai il volto in quel cuscino, anch'esso ora estraneo. Come se non lo avessi condiviso con Stiles. Lui, che non riusciva a dormire senza quel che cuscino, e io.. che non riuscivo a dormire senza Stiles. 
Stavo ferma davanti alla finestra, stringendomi nella camicia a quadretti troppo grande per me e che ero abituata a vedere addosso a qualcun altro. Le sensazioni che provavo stando in quella camera erano infinite, passavano dall'amarezza per i soliti, piccoli litigi, alla nostalgia di quei baci dati sul letto accanto alla parete e che spesso si trasformavano in qualcosa di più. 
Mi tornavano in mente i pomeriggi passati davanti al pannello trasparente, con i pennarelli e i fili in mano. Non avevo mai notato quanto il rosso dominasse la  nostra vita. In quella stanza mi ritornava in mente la nostra storia, nata così velocemente, nel casino più totale. 
Nessuno capiva come potesse essere nata così velocemente, neanche noi. Qualcuno avrebbe potuto parlare di relazione morbosa, perché nessuno dei due riusciva a fare a meno dell'altro, ed era come se ogni bacio fosse una dose di eroina: ne volevi sempre di più. 
In realtà era qualcosa di più profondo, più intimo di una dipendenza. Era essere un'ancora di salvezza, non qualcosa che a lungo andare ti uccide: era qualcosa che, costantemente, ti riportava a stare bene davvero. 
Tenevo gli occhi chiusi, non mi serviva guardare per sapere quando sarebbe arrivato. E chiudere gli occhi mi aiutava, almeno un po', a riorganizzare i pensieri. ‘Vi siete lasciati, non puoi stare qui. Non devi stare qui. Perché sei venuta proprio a casa sua?’ 
L'inconfondibile rumore della jeep che si fermava sul vialetto raggiunse il mio udito. Respirai profondamente, inalando quell'odore inebriante che si faceva molto più forte ad ogni passo che lui faceva sulle scale, avvicinandosi così alla camera. Rimasi davanti alla finestra, dando le spalle alla porta. 
Stiles aprì la porta, tranquillamente, senza aspettarsi nulla di diverso dal solito. Nemmeno guardò davanti a sé, andò dritto alla lavagna con un pennarello rosso in mano. Fu proprio là che vide un riflesso, il mio riflesso ancora immobile davanti alla finestra. 
Il pennarello gli cadde di mano, ma continuò a non girarsi e a guardare l’immagine specchiata. Si inumidì le labbra, non riusciva a trovare la forza di parlarle. Nemmeno ci eravamo lasciati parlando. Avevamo semplicemente sbattuto, contemporaneamente, le portiere della Jeep, lui era entrato in casa mentre io mi ero messa a correre. Non ci siamo più visti da quel momento. 
«Cosa ci fai qui? -mormorò girandosi, finalmente, verso di me- Sono passati venti giorni... eravamo preoccupati» 
«Avevo bisogno di stare da sola»
Stiles fece qualche passo verso di me, tirandosi le dita per la sola ansia di parlarmi più da vicino. Si fermò a pochi centimetri di distanza, cercando il mio  sguardo dal riflesso sul vetro della finestra, ma anche se avevo aperto gli occhi li tenevo comunque abbassati.  Saremmo mai riusciti a guardarci negli occhi? 
«Perché hai la mia camicia? »
«Non lo so, ne avevo bisogno».
Sapevo di non riuscire a controllare la raffica di emozioni contrastanti che provavo per quel ragazzo. Lui mi guardò attentamente, non più dal vetro ma mai negli occhi. Il suo sguardo continuò a vagare. Non riuscì a far a meno di sorridere. 
«Ehi... » Poggiò una mano sulla mia spalla, e mi fece girare delicatamente verso di lui. D'altra parte, io non opposi la minima resistenza. Sussultai quando sentii la sua mano addosso, e il cuore mi batteva più forte che mai. 
Sollevai lo sguardo verso di lui, senza posarlo mai sul suo viso, ma soffermandomi sui dettagli del suo volto: le sue adorabili fossette, quel neo sulla sua guancia… ma poi  non riuscì più a staccare lo sguardo da quelle labbra appena inumidite, increspate in una smorfia che sembrava pronta a trasformarsi in un sorriso. 
«Guardami»
Nel sentire la sua voce tanto dolce e rassicurante, alzai lo sguardo. E ci guardammo, finalmente, davvero.
Lui mi mise una mano sul mio viso, sorridendomi e scuotendo la testa, chissà a cosa stava pensando quella testa incasinata e geniale di cui mi sono innamorata follemente. 
«Mi dispiace per essere entrata in casa e aver preso la tua camicia» dissi mormorando con quella che sembrava un’aria timida, in soggezione, ma in realtà era solo lo sforzo di non piangere e, allo stesso tempo, di non baciarlo. 
Adesso che i nostri occhi si erano trovati ero rimasta totalmente paralizzata, non riuscivo più a chiudere neanche i miei. L’espressione di Stiles si era addolcita, il suo sguardo era tornato ad essere quello dell’inizio: innamorato di ciò che aveva davanti. Fece scorrere la mano che aveva sulla mia spalla verso i bottoni della camicia, iniziando a sbottonali lentamente, uno ad uno.
La mia mente fu pervasa da una raffica di pensieri e sensazioni che non riuscivo a controllare. 
«Stiles... non credo sia il momento»
La mia mente mi diceva di andare via, ma il mio cuore voleva restare e le mie gambe erano immobili. 
«Sei tu che sei venuta qui» 
«Si, ma ora penso sia stato uno sbaglio… e poi tu dovevi scrivere qualcosa alla lavagna, avevi bisogno di pensare. I-io vado» 



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Ma quindi? Questi due si amano o si odiano? E se il loro rapporto era così forte come racconta Riley, perché si sono lasciati in maniera così rapida?
Chissà se a queste risposte risponderà il prossimo capitolo… fatemi sapere cosa ne pensate^-^
In attesa di commenti
Un bacio
Mary :D

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Capitolo 7
*** The Truth Behind ***


THE TRUTH BEHIND
 

(Stiles’ pov)
Era lì, piccola e indifesa come me la ricordavo. Era lì, affacciata alla finestra, con la mia camicia e i capelli crespi e ricci che amavo. Era lì e me la sono lasciata scappare.
Cos’ho che non va?
Stiles si buttò sul suo letto e pensò a loro. Non poteva essere finita lì. Ma d’altronde era colpa sua, l’aveva lasciata nel momento del bisogno ripudiandola, respingendola per l’essere che era diventata.
Ma perché l’aveva fatto? D’altronde tutti i suoi amici sono creature soprannaturali, tutti sono per metà mostri, eppure li amava comunque. Perché per lei si era comportato in modo diverso?
Lei era la sua ancora, ciò che più amava era la sua semplicità, il suo sorriso e i suoi occhi puri ma scaltri. Insieme avevano passano momenti di felicità, spensieratezza, normalità, stava bene con lei.
Stiles si rigirò nel letto e affondò la testa nel cuscino, sentendo così l’odore che Riley aveva lasciato.
«Volevo nascere senza pensieri, senza le crisi di panico quando penso troppo. E ora me ne resto da solo con il mio orgoglio che uccide quello che voglio» disse con un tono incazzato e disperato.
«Perché scappo davanti ai problemi? Questo vuol dire che non sono un uomo»
«Non è che non sei uomo, solo che a volte vuoi essere qualcun altro» disse una voce alle sue spalle.
Stiles si girò e con grande stupore vide un altro se stesso intento a scrivere alla lavagna
«Chi sei tu?»
«Sono te, non ti sembra ovvio?» rispose quell’individuo alludendo alla grande somiglianza
«Allora è ufficiale, sono pazzo»
«O forse è un sogno… eppure mi reputavo un ragazzo sveglio»
«E cosa dovresti rappresentare?»
«Sono la tua coscienza, piacere. Sai com’è, non abbiamo mai avuto occasione di presentarci visto che tu fai tutto come ti capita e senza pensarci»
«Ok coscienza, allora dimmi cosa ne pensi di questa situazione»
«Non sono io che do le risposte mio caro, ma tu»
«Ma scusa, tu non sei me?»
«Certo»
«E quindi se rispondi tu non è come se rispondessi io?»
«Ma se io so la risposta vuol dire che la sai anche tu»
«Ok ok, va bene, va bene. Ho capito» rispose infine Stiles
«Perché ami Riley ma la odi?» domandò la sua coscienza con fare da psicologo
«Credo sia perché è diventata una chimera»
«Mh, ma Scott è un Vero Alpha, Lydia è una Banshee, Malia una coyote, solo per nominare solo i tuoi amici stretti…»
«M-ma è diverso»
«Perché?»
«Perché lei era come me.»
«Ragionamento interessante – disse la coscienza come se non sapesse niente a riguardo – vai avanti»
«Io…. ce l’ho con lei perché mi ha abbandonato, lasciandomi… umano»
«mhhhh e poi…»
«Io con lei stavo bene perché eravamo uguali, mi capiva più di chiunque altro, persino più di Scott, ma ora non è più così»
«e…»
«e sono invidioso, come lo ero di Scott quando abbiamo scoperto cosa fosse»
«Quindi quella sera, in macchina, quando hai detto quelle cose a Riley… ricordi cosa le hai detto?»
«Che non mi era mai interessata veramente, che l’unica per me è sempre stata Lydia e che mi ha sempre fatto pena e…»
 
Stiles si svegliò di colpo sussurrando la fine della frase: «non l’ho mai amata»
Era confuso, ancor più di prima. Cosa provava veramente per Riley? Insomma, qualche ora fa aveva appena cercato di baciarla, eppure qualcosa non andava… E se il sentimento che provava per lei era veramente dato esclusivamente dal fatto che fossero entrambi umani? Questo spiegava perché ora non la desiderava come prima. Però era certo che ci fosse qualcosa di più profondo, che li aveva legati e che li aveva portati a condividere dei momenti speciali e indimenticabili che con nessuna aveva mai provato.
Non ci capiva più niente. Aveva bisogno di parlarne con qualcuno… di parlarne con Scott.

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Ciao a tutti. Alla fine ho deciso di non fare un vero e proprio falshback, ma fare un giro nella testa di Stiles per capire cosa lo spingesse a compiere determinate azioni. Non so se il mio intento è riuscito con successo come lo immaginavo (perché nella mia testa era fighissimo, in pratica non so)… fatemi sapere se è stata o no una buona idea. Se non è chiaro chiedete 
in attesa di commenti
un bacione
Mary :P

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Capitolo 8
*** Self Control ***


SELF CONTROL
 
  Passò una settimana da quella sera, e tanti pensieri ancora mi frullavano nella testa. I miei pensieri rimbalzavano da Stiles a Theo, poi di nuovo Stiles e poi ritornavano da Theo. Stavo letteralmente impazzendo, e inoltre non avevo notizie né dell’uno né dell’altro. Decisi che, per allentare la tensione, mi sarei fatta un bel bagno, tanto il tempo non mi mancava.
Quel bagno fu veramente rigenerante e mi aiutò a dimenticare per un po’ tutti quei pensieri.
Per tirarmi su il morale mi vestii bene, più del solito, volevo coccolarmi un po’: misi il mio top corto preferito color Tiffany, dei pantaloni neri a vita alta e un paio di stivaletti con il tacco.
Quando ebbi finito di truccarmi era già ora di andare, così presi lo zaino e uscii.

«Cosa vedono i miei occhi?» urlò Lydia accompagnata da Malia «sei stupenda Riley!» 
A quell’affermazione diventai paonazza in viso, e mi accorsi che qualcun altro in corridoio si era accorto del mio cambio look, e sembrava anche apprezzare.
«Grazie Lydia, ci vediamo a matematica? Tienimi il posto»
«Ovvio, a dopo»
Quando Lydia e Malia si allontanarono io mi diressi verso l’aula di storia, ma prima feci una pausa veloce
«Vuoi un fazzoletto per asciugarti la bavetta Theo?»
«Come sei presuntuosa, mica guardavo te»
«Vuoi dire che non apprezzi il mio outfit?»
«Ti sembro mica un fashion blogger?»
«Ok, scusa» e me ne andai verso l’aula fingendo che mi avesse offesa profondamente
Durante la lezione lo schermo del mio cellulare si illuminò e lo presi per leggere il messaggio arrivato.
Sconosciuto: Da me,17.30. Oggi lezione pratica
Ovviamente sapevo chi fosse il mittente, così risposi subito e salvai il suo numero. Arrivò immediatamente un messaggio di risposta
Theo: Vedi di non cambiarti, così sei carina
Mi venne quasi da ridere leggendo quelle parole, non perché ci fosse qualcosa da divertente, ma solo per il semplice motivo che le avesse detto lui.
La giornata passò in fretta, tornai a casa e iniziai a studiare per portarmi avanti, perdendo del tutto di vista l’ora. Quando mi accorsi del tempo che era passato era ormai tardi e non sapevo se andare o no da Theo. Ma la curiosità stava prendendo il sopravvento: non vedevo l’ora di scoprire cosa avremmo fatto a “lezione”, quindi decisi di presentarmi nonostante l’ora. 
Theo mi aveva mandato l’indirizzo, così mi ritrovai davanti a casa sua alle 21. Sollevai la mano per bussare e in quel momento mille dubbi mi invasero la mente: era la cosa giusta da fare? La scorsa settimana, invasa dai dubbi, sono andata a casa di Stiles per poter pensare meglio alla situazione che stavo vivendo, e ora mi trovavo davanti a casa di Theo.
Non ebbi neanche il tempo di ripensarci che Theo aprì la porta, a torso nudo, bagnato e con addosso solo un asciugamano.

«Santi Numi Theo!» urlai distogliendo lo sguardo dal suo corpo
«Ma smettila e entra, tanto so che ti piace» esclamò lui con un sorriso ambiguo 
«Faccio ancora in tempo ad andare via, ho altre cose da fare»
«Ma chi ti crede… vieni di sopra»
«Perché dovrei venire con te di sopra scusa?» dissi con voce un po’ irritata e imbarazzata
«Primo perché la lezione sarà in camera mia, secondo perché i miei vestiti non appariranno per magia» disse lui trionfante perché sapeva che erano delle ragioni plausibili per convincermi.

Io annuii sconfitta e iniziai a salire le scale e, in fondo al corridoio, entrai nella sua stanza.  
«Siediti sul letto se ti va, io mi vesto» Io annuii e mi sedetti
«Come mai sei arrivata a quest’ora? Non ti aspettavo più»
«Stavo studiando e ho perso la cognizione del tempo, tutto qui»
«Mh… ok» disse Theo mentre entrava nella sua cabina armadio
In quel breve lasso di tempo il mio sguardo cadde su una fotografia sul comodino: erano Theo e sua sorella da piccoli. È stato bello vedere per la prima volta un piccolo Theo sorridente, non il solito sorriso di un ragazzo scaltro e sfuggente, ma di un bambino felice e innocente, ancora ignaro della malvagità del mondo
«Io le volevo bene veramente» disse Theo con voce un po’ malinconica.
Le voleva bene ma l’ha uccisa per avere il suo cuore… mi turbava ancora tanto questa sua dualità. Cercai allora di allontanare quei pensieri
«Allora, cosa si fa?» chiesi
«Semplice, ci concentriamo sull’autocontrollo» disse lui piazzandosi al centro della stanza
«E io cosa dovrei fare di preciso?»
Lui mi fece cenno di avvicinarmi a lui, e così feci. Una volta di fronte continuò a spiegare
«Come abbiamo potuto notare l’ultima volta che ci siamo visti, non sai controllarti, e se non ti controlli potresti ferire a morte qualcuno…»
«Ti ho già detto che mi dispiace» risposi io alzando gli occhi al cielo
«…quindi adesso chiudi gli occhi e comincia a respirare lentamente, in modo da stabilizzare il tuo battito»
Detto questo io chiusi gli occhi e presi un bel respiro, poi lentamente espirai
«Brava, adesso concentrati sulla mia voce. Tutto intorno a te non c’è più, esistiamo solo noi due - continuò Theo con un tono di voce basso e rassicurante – devi ignorare quello che succede intorno a te ok? Qualunque cosa accada dovrai avere il pieno controllo di te stessa»
Io annuii silenziosamente e continuai a inspirare ed espirare.
A quel punto Theo mi lanciò una palla in piena fronte. Io aprii gli occhi e lo guardai malissimo
«Ma che cazzo fai?!»
«Non ti avevo detto di ignorare tutto quello che ti succede intorno?»
«Si scusa, ricominciamo» e richiusi gli occhi. A quel punto allora Theo schioccò le dita a fianco al mio orecchio, e io non mi mossi di una virgola
«Brava Bambi, così è giusto, riproviamo»
Ma mentre aspettavo qualche rumore strano o che un oggetto contundente mi colpisse, Theo mi si avvicinò e vi baciò. A quel contatto sentii un brivido attraversarmi la schiena. Io decisi che non dovevo muovermi, pensavo fosse uno dei suoi trucchetti per distrarmi, ma le sue labbra premevano sempre di più sulle mie e lui mi cinse i fianchi con le sue braccia possenti.
«Dimmi soltanto che non lo vuoi e io mi allontanerò» mi sussurrò dolcemente.
Io mi stavo letteralmente sciogliendo e, spinta dal mio istinto che in quel momento mi diceva che era quello che volevo, ricambiai il suo bacio e misi le mie braccia intorno al suo collo. Le distanze tra noi erano completamente azzerate. 
Theo staccò le sue labbra dalle mie e iniziò a baciarmi il collo, poi mi prese in braccio e mi portò sul letto, e il nostro istinto animale a quel punto emerse. Se prima era romantico e dolce, ora era passionale e aggressivo.
Iniziammo a lasciarci segni di morsi e lividi, non riuscivamo a trattenere i nostri artigli e a fatica le zanne. Questa era la nostra vera natura e nessuno dei due voleva reprimerla. 
Per un attimo mi fermai a guardare i suoi occhi dorati e lui mi guardò a sua volta, ma non ci fu verso di fermare quello che avevamo cominciato. Ogni bacio era come droga, che provocava un desiderio insaziabile, ogni graffio era un segno di passione. 
Mi sentii protetta, voluta, desiderata. Theo mi faceva sentire al sicuro. Era forse amore?
Eravamo affannati. Era davvero successo? Lo avevamo fatto davvero.
Theo mi avvolse nelle sue braccia, io mi appoggiai sul suo petto e lui mi strinse forte a sé. Sentivo il suo calore, il battito del suo cuore, il contatto con la mia pelle, poi mi diede un bacio sulla fronte
«Adesso non ti lascio andare da nessuna parte, Bambi» sussurrò Theo
Fu la prima volta che accettai quel nomignolo che mi aveva dato sin dall’inizio. Era il suo modo di dirmi che ci teneva
«Ti proteggerò da tutto e da tutti, se mai ci sarà un pericolo. Riley – disse con tono dolce ma fermo cercando il mio sguardo – io non voglio più essere un Omega. Voglio stare con te»



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Olè! Non ho altro da aggiungere come commento al capitolo. 
Vi annuncio che io prossimo capitolo sarà l’ultimo di questa storia, perchè non voglio dilungarmi troppo. Spero vi sia piaciuta e che vi piaccia anche la fine, forse con l'aggiunta di qualcosina... 
Fatemi sapere cosa ne pensate con i vostri commenti
Un Baci8
Mary :P

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Capitolo 9
*** One in a Million ***


ONE IN A MILLION
 
La notte passò e al mio risveglio eravamo una tra le braccia dell’altro. Per un po’ guardai Theo dormire, era così bello, come ho fatto a non notarlo prima? Poi decisi di svegliarlo, anche perché dovevamo andare a scuola. Quando aprì gli occhi mi sorrise dolcemente
«Buongiorno Bambi»
«Buongiorno anche a te» e gli diedi un bacio
Lui cominciò ad accarezzarmi la guancia per poi darmi un altro bacio, dai quali ormai eravamo dipendenti.
Immersa nei miei pensieri mentre lo guardavo, mi scappò una risatina
«Perché ridi?» mi chiese incuriosito
«Perché non credevo che fossi un bravo ragazzo»
«Io sono un cattivo ragazzo» replicò Theo per poi prendermi tra le sue braccia e rubarmi avidamente un altro bacio «Molto cattivo» aggiunse con un sussurro.
«Ma se non andassimo a scuola?» mi propose
«Per quanto la proposta sia allettante non possiamo… ti devi diplomare quest’anno no?»
«Forse… o forse rimango un altro anno con te»
«Alziamoci dai»  e così ci preparammo per il nuovo giorno di scuola. Theo prese il mazzo di chiavi e uscimmo.
Io mi stavo dirigendo al pick up, ma lui andò nella direzione opposta. Sentii un motore accendersi e Theo spuntò in sella alla sua bellissima moto
«Forza, alta su» mi disse mentre mi porgeva un casco
«Mi raccomando, tieniti forte» e io, un po’ spaventata, lo strinsi forte
 
Arrivammo a scuola e tutti iniziarono a fissarci per capire chi fossimo, e rimasero tutti a bocca aperta quando mi tolsi il casco e mossi leggermente la testa per sistemare i capelli. Anche io immaginai quanto potesse essere stana questa scena, ma in quel momento poco mi importava, perché dopo tanto tempo ero finalmente felice.
Io e Theo ci avviammo verso l’entrata della scuola, ancora con tutti gli occhi puntati addosso e una volta dentro Theo mi sussurrò all’orecchio «Ci vediamo dopo» e si avviò verso la sua classe.
Io andai al mio armadietto, ma il mio udito captò delle voci di un gruppo di ragazze che parlavano non troppo distante da me
«Ma avete saputo l’ultima? Riley e Theo»
«Noooo, ma davvero?»
«Sisi te lo giuro»
«No va beh, Stiles la lascia e si butta tra le braccia di Theo»
«Ha anche gli stessi vestiti di ieri»
«Ma come fa a piacere a uno come Theo? Posso capire Stiles, ma Theo è.. Theo»
«Ma infatti: è bassa, ha i capelli crespi, non è niente di che»
«Massi è una cosa passeggera… è UNA DELLE TANTE»
Quando sentii quelle parole mi pietrificai. Una delle tante. Davvero per lui ero solo il nuovo passatempo? Questo pensiero mi fece molto pensare.
 
Mentre camminavo in corridoio assorta sei miei pensieri, qualcuno mi prese per i polsi e mi immobilizzò contro gli armadietti
«C-cosa stai facendo Stiles?»
«Stai con lui adesso?» disse rosso dalla rabbia
«Ci stanno guardando tutti»
«Non mi interessa! Stai con lui o no?»
«Lasciala» interruppe con tono minaccioso Theo
«Non ti immischiare tu, non hai nient’altro da fare?»
«Sai, sei proprio uno stupido Stiles»
Stiles lasciò la presa e si voltò verso di lui
«Ti dico solo una cosa, amico: tu sei stato il suo primo amore, io ho intenzione di essere il prossimo» e mi prese la mano per portarmi via
 
Una volta lontani, mi fermai di colpo e lo guardai negli occhi
«Theo, dobbiamo parlare»
«Se vuoi il secondo round possiamo farlo dove vuoi» mi disse cingendomi i fianchi
«Sono seria» gli dissi respingendolo
«Cosa è successo?»
«Ho sentito delle ragazze parlare di te… dicevano che io sono solo una delle altre… è vero?»
«Ma certo che no, tu sei diversa, speciale. Tu mi capisci, non come le atre»
«Ma le altre ci sono»
«Non voglio mentirti, non sei la prima ragazza con cui sono stato, ma loro non significano niente, solo una notte e via»
Mi ero dimenticata di quanto fosse popolare tra le ragazze e non avevo minimamente pensato che forse io non significavo niente, solo un’altra da aggiungere alla collezione.
«Riley, devi credermi. Tutto è partito perché volevo insegnarti tutto del nuovo mondo in cui vivi, ma stare con te anche solo per poche ore mi ha reso diverso… ti prego credimi»
Lui mi guardò con occhi profondi e sinceri, in cuor mio sapevo che non mentiva, perché sapevo che io e lui eravamo connessi in qualche modo.
«Ti credo. Scusa se ho dubitato, ma sentire quelle ragazze dire che non ero alla tua altezza…»
«Non ci pensare neanche, sono solo gelose perché non sono belle come te» e mi baciò.
Mi sento veramente al sicuro con lui, lui mi ama davvero. È un sentimento diverso da quello che avevo con Stiles: anche quello era vero amore, ma non averi mai potuto provare quel sentimento per lui.. ha ragione. Sono cambiata e non sarò mai più la stessa. Stiles è stato il mio passato, uno stupendo, ma non potrà mai essere il mio futuro. Theo lo è.
«Sei l’unica Riley… come te non esiste nessuna: sei una su un milione»
 
La giornata passò in fretta, la scuola finì. Mi avviai verso il cortile per incontrare Theo, vidi un mucchio di ragazzi ammassati intorno a una rissa. Mi avvicinai per vedere chi fossero i due ragazzi in questione e mi pietrificai quando vidi Theo e Stiles.
«Sei un uomo morto Stiles» ringhiò Theo. Stiles aveva già il labbro spaccato, ma Theo gli tirò un altro pugno.
«La stai solo usando» sussurrò Stiles
«Tu l’hai usata! L’hai ferita e l’hai abbandonata. Così ti comporti con una ragazza che ha bisogno di te? Che grande uomo» I suoi occhi si colorarono di giallo e si preparò per tirare un altro pugno al ragazzo
«NO» urlai e gli presi il braccio prima che potesse colpirlo. Lo costrinsi a girarsi verso di me e vidi i suoi occhi pieni di rabbia e rancore. Aveva perso il controllo.
«Theo guardami» gli dissi dolcemente
«No, stammi lontana. Ho perso il controllo, potrei fare del male anche a te»
«No, guardami!» gli urlai prendendo tra le mani il suo viso «Riuscirai a mantenere il controllo, lo so»
«Non ci riesco! Voglio solo sentire le sue ossa spezzarsi» disse serrando i pugni e girandosi verso Stiles, che nel frattempo era stato raggiunto da Scott, Lydia e Malia.
«Guardami» gli ordinai, girando la sua testa verso di me e, dopo qualche secondo, lo baciai cercando di infondergli più tranquillità possibile.
Theo rispose a quel bacio, i suoi pugni si sciolsero e mi strinse forte a se. Il suo respiro si era stabilizzato e quando ci staccammo mi fece un sorriso.
 
Stiles aveva assistito alla scena in prima fila, forse inizialmente con l’amaro in bocca, ma lì capì che non ci sarebbe stato più niente tra di noi, perché io e Theo eravamo ormai un tutt’uno, perché adesso siamo uguali e condividiamo la stessa natura di chimere.
Theo si voltò, ora molto più sereno e aiutò Stiles ad alzarsi
«Sai, devo rimangiarmi quello che ti ho detto oggi: tu sarai anche stato il suo primo amore, ma io ho intenzione di essere l’ultimo» e detto questo mi prese per mano e cercammo di farci spazio tra la folla. Però, prima che potessimo andarcene, Stiles mi afferrò il braccio e io mi girai. Lo guardai negli occhi e vidi che non aveva più intenzione di discutere, e mi sussurrò «Voglio solo parlarti»
Theo mi guardò, ma io gli sorrisi dolcemente e gli feci cenno di aspettarmi alla moto
«Sai Riley, ora ho capito. È finita veramente»
«Stiles» iniziai a dire io, ma lui mi interruppe
«No aspetta, lasciami finire. Stavo per dire che sono contento che sia andata così. Con te ho passato alcuni momenti più belli della mia vita e non li dimenticherò mai»
«Neanche io» lo interruppi per fargli capire che anche io condividevo la sua opinione.
Lui sorrise e continuò «Ma ora siamo diversi da quando abbiamo iniziato. Per quanto riguarda Theo, sai che non penso sia un bravo ragazzo, ma tu forse potresti cambiarlo veramente… in meglio ovviamente. Sei speciale, e io vorrei non interrompere il nostro rapporto, ma cambiarne la natura. Tutti dicono che gli ex non possono essere amici, ma io penso che sia una cazzata… che dici?»
«Dico che hai ragione!» scoppiai a ridere «D’altronde io e te non è che adesso siamo così diversi, zanne e artigli a parte. La pensiamo sempre allo stesso modo su molte cose. Saremo grandi amici, ne sono convinta»
Entrambi felici della soluzione presa ci abbracciammo.
«Ci si vede a scuola Riley»
«A domani allora, ciao»
«Ciao»
 
Non rinnegherò mai l’importanza che ha avuto Stiles nella mia vita, mai, e Theo questo lo sa. Ma adesso lui mi proteggerà sempre e insieme saremo felici. Non sarà un Alpha e non avrà un vero branco, ma di sicuro non è un Omega: d’ora in poi sarà il Mio Alpha e io sarò il suo Branco.
 
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La storia è ufficialmente finita, ma ho aggiunto un breve capitolo, come extra
Spero vi sia piaciuta e spero anche apprezzerete l’extra. Attenzione che potrebbe contenere spoiler, quindi se non avete visto almeno la prima puntata della sesta stagione vi consiglio di non leggerlo se non volete anticipazioni.
Mary :P

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Capitolo 10
*** EXTRA: Memory Lost ***


EXTRA: MEMORY LOST
 
«R-RILEY!!» urlò in preda al panico Hayden non appena risposi al telefono
«Hey dimmi, che succede»
«Hai la macchina vero? Devi venire subito qui! Noi – in panne – soli – macchina – bambino – v-vieni subito ti pregoooo»
Ovviamente non avevo capito niente, ma corsi a prendere le chiavi della macchina e uscii di corsa per andare nel luogo in cui dovevano incontrarsi lei e Liam per il loro appuntamento romantico.
Ero sulla strada, diretta verso il luogo in cui pensavo fossero quando me li trovai a metà strada.
«Hayden, cosa è successo?»
«Ecco, abbiamo bucato, non avevamo la ruota di riserva, così abbiamo pensato di chiedere aiuto alla macchina che stava arrivando… ma al volante non c’era nessuno»
Hayden parlava a macchinetta, così si fermò per riprendere fiato, poi riprese «Poi abbiamo trovato Alex in macchina, spaventato a morte, che continuava a dire ‘Non lasciate che mi prendano, non fate prendere anche me’. Devi aiutarci a portarlo dalla polizia»
Così li caricai tutti in macchina e ci dirigemmo in centrale
 
«Stiles, Scott! Che ci fate anche voi qui?» chiesi un po’ stupita. Entrambi arrivarono in centrale poco dopo il nostro arrivo
«Hey Riley, ci ha chiamato mio padre, che ci fai tu qui?»
«Forza ragazzi, tutti dentro» ci interruppe lo sceriffo, così entrammo tutti nel suo ufficio
«Alex, abbiamo dei problemi a trovare i tuoi genitori, e, dato che tu non ricordi niente, noi abbiamo un metodo… un po’ inusuale che potrebbe far male» disse lo sceriffo chiudendo la porta e avvicinandosi dolcemente ad ragazzino.
«Non mi interessa, voglio solo trovare i miei genitori» rispose il piccolo Alex, e detto questo, Scott gli si avvicinò e mise la sua mano dietro la testa del bambino.
«Cosa vuole fare?» sussurrai all’orecchio di Stiles
«Scott è in grado di entrare nella tua testa e assorbire i ricordi, praticamente li vede come fosse una puntata di Supernatural»
«Figo» risposi stupita, e rimasi a guardare imbambolata mentre Scott infilava le unghie nel collo di Alex.
Scott si staccò e Alex iniziò a dire che sarebbero tornati per lui. Chi sarebbe  tornato?
Lo sceriffo lo fece uscire dall’ufficio e così Scott ci disse che aveva visto una strana figura a cavallo che ha improvvisamente bloccato la strada alla macchina, ma nient’altro. Stiles era stranamente eccitato, ma suo padre ci mandò tutti a casa e io accompagnai Hayden e Liam mentre Stiles corse come un razzo verso la sua Jeap. Chissà cosa stava per combinare…
La mattina seguente ci furono le foto per l’annuario e Stiles rovinò tutti i tentativi di Malia perché voleva convincere lei e gli altri che ciò che era successo la notte passata abbia a che fare con il sovrannaturale.
«Stiles devi smetterla! Beacon Hills non ha più bisogno di noi, fattene una ragione»
La campanella suonò e io approfittai del momento «Ragazzi, visto che siete tutti qui volevo dirvi che vi ringrazio molto. Theo è davvero cambiato e vi ringrazio per avergli dato una possibilità. So che ancora non vi fidate, ma per noi è un grande passo avanti»
Stiles stava per dire qualcosa, di non molto gentile credo, ma Scott iniziò a parlare per primo
«Figurati Riley. Ma per adesso io mi fido di te, abbiamo ancora tanta strada davanti» rispose con un sorriso dolce e rassicurante. Tipico di Scott, non lascia indietro nessuno
«Bene, allora vi auguro un buon ultimo anno» dissi rivolta a tutti loro
«Grazie!» risposero Scott, Lydia, Stiles e Malia in coro.
Raggiunsi Hayden, Liam, Mason e Cory nell’aula di fisica e assistetti alla prima lezione del professor Douglas, fin troppo bello e sprecato per fare il prof. Non so con quale criterio, ma Mason si accorse che la geo-localizzazione dei telefoni non funzionava ed ebbe la brillante idea di seguire la bussola per vedere dove ci avrebbe portato. Non c’era un motivo, forse spinti dalla noia, ma decidemmo tutti di seguire questo piano assurdo
Alla fine delle lezioni, 15.30, uscii dalla classe e per poco non venivo investita da quei due terremoti di Scott e Stiles, ma dove correvano così in fretta? Centrava forse con Alex? Probabilmente si… Incontrai anche Lydia, ma era molto turbata
«Che ti succede? Sei bianca come un lenzuolo»
«N-niente, sta succedendo qualcosa Riley, e devo capire cosa» e se ne andò, con gli occhi sgranati e un’andatura da zombie. Non ebbi il tempo di pensare a lei che subito gli altri arrivarono
«Dove sono Cory e Hayden?»
«Non vengono, dobbiamo andare» mi presero di peso e iniziammo a seguire la bussola.
Arrivammo in una casa abbandonata e incontrammo Scott
«hey, che ci fai qui?» chiese Liam sorpreso
«È casa di Alex, che ci fate voi qui?!» rispose Scott
«Ci ha portati la bussola»
«Quale bussola?» e così Mason glie mostrò la bussola impazzita, che tutto a un tratto si ruppe e sentimmo un rumore provenire dal piano di sopra
«Stiles, che succede?» chiese Scott preoccupato
«Era qui, mi ha sparato» balbettò girandosi verso la porta, ma non c’era alcun segno di proiettili, così continuò  «l’uomo che hai visto nel ricordo di Alex»
«Che ha rapito i genitori» aggiunse Mason
«Nonono non li ha solo rapiti, li ha fatti scomparire, per questo non ci sono mobili e non sono in nessuna foto… li ha cancellati» ed entrò velocemente nella camera alle sue spalle, completamente vuota.
Quindi Alex è il prossimo.
Tornammo tutti a scuola visto che c’erano gli allenamenti di lacrosse e Stiles corse a parlare con Lydia, mentre io rimasi seduta sugli spalti a pensare. Era passata una buona mezz’ora e io non avevo formulato un solo pensiero che avesse senso, ma mi arrivò un messaggio urgente da Lydia che chiedeva a me e Malia di raggiungerla.
«Hey, ha bisogno del nostro aiuto?» chiese Malia entrando in classe «Oh no… quel tipo di aiuto» continuò dopo averla guardata.
Io ancora non avevo capito.
«Sta per accadere qualcosa di terribile…»
«D’accordo – rispose la coyote con un’aria di rassegnazione – che c’è?»
«Ancora non lo so, per questo mi servite»
«Quando hai avuto la premonizione?» le chiese Malia. Io ero un po’ confusa… non ero abituata a questo genere di cose, era tutto nuovo per me
«Ero con Stiles… mi sono ricordata della Caccia Selvaggia, i cavalieri, i cavalli, le anime che vengono portate via»
«Conosco questo mito!» finalmente forse stavo capendo. «Aspe, com’è che faceva quel verso…. Ah si ‘chi assiste alla Caccia Selvaggia stia in guardia perché è già perdut’» non finii neanche la frase
«Lui li ha visti, ha visto la Caccia Selvaggia! DOV’È STILES?» iniziò a domandare Lydia disperata
«Chi è Stiles?» chiese Malia… lo aveva già dimenticato
«Lydia corri, dobbiamo trovarlo!» le urlai
Iniziammo a correre e ci dividemmo. Corsi da una parte all’altra della scuola, come una forsennata: entrai in tutte le aule, urlai il suo nome fino a perdere la voce.
 ‘Verrà cancellato, verrà cancellato’ continuavo a ripetere nella mia testa con le lacrime che scendevano sul mio volto.
Poi tutto a un tratto mi fermai...
Non avevo più ragione di correre…
Perché stavo correndo?
Non me lo ricordo.
 
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Ebbene si, ho ripreso la trama della prima puntata della sesta stagione. Vi chiederete perché visto che la storia è finita. Ho dei progetti per un sequel con un’altra storia. Inizierò a pubblicarla dopo che questa avrà ricevuto in totale 15 commenti. Per ora siamo a tre, vedremo quanto tempo ci vorrà, ma aspetterò.
Alla prossima storia
Mary :D

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