I'll come back when you call me

di Kia85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Soulmate ***
Capitolo 2: *** Kings and Queens return ***
Capitolo 3: *** An arranged marriage ***
Capitolo 4: *** Caspian's prayer and Aslan's terms ***
Capitolo 5: *** A royal outsider in the night ***
Capitolo 6: *** Without choice ***
Capitolo 7: *** Lost in your thought ***
Capitolo 8: *** Doubtful king ***
Capitolo 9: *** Royal council ***
Capitolo 10: *** True love kiss ***
Capitolo 11: *** Prisoners ***
Capitolo 12: *** Sweet dreams ***
Capitolo 13: *** Under an angelic protection ***
Capitolo 14: *** The Moon and the Sun ***
Capitolo 15: *** High King's decision ***



Capitolo 1
*** Soulmate ***


You might need to call me again

Quando ho letto che nel film del Principe Caspian ci sarebbe stata una casta love story fra lui e Susan, ho pensato “come è possibile? Nel libro non c’è”. Ma non appena ho visto quelle meravigliose scene fra la gentile Susan e il bel Caspian, mi sono proprio innamorata di questo nuovo pairing. E, ovviamente, è nata questa fan fiction, dal titolo abbastanza banale. Ma trovo che sia il più adatto per questa storia che si è evoluta proprio sulle note della canzone “The call”, che fa da colonna sonora al film.

Spero che piaccia a quanti vorranno leggerla.

 

 

 

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 1: “Soulmate”

 

Una danza di petali di ciliegio iniziò nel momento esatto in cui giunse una folata di vento particolarmente forte. I petali rosa chiaro sembravano muoversi con estrema grazia sulle note di un silenzioso valzer. E, seguendo quella melodia, l’armoniosa danza floreale stava creando una sagoma…umana.

Sdraiata sull’erba, Susan si era sollevata all’improvviso, puntando i gomiti sul terreno. Per un istante credette davvero di aver visto qualcosa o qualcuno di molto familiare, qualcosa di magico, dunque non appartenente al suo mondo, l’elegante Inghilterra.

Il suo mondo…definitivo…

Susan sospirò, tornando a sdraiarsi per terra, mentre un petalo si posò con delicatezza sulla copertina del libro di Letteratura latina che stava studiando. Lei, la Gentile Regina di Narnia, due anni dopo il ritorno da quella magica terra, era ormai una studentessa universitaria, nella prestigiosa università di Oxford. Certo, la sua non era una delle famiglie più ricche di Londra, ma i suoi genitori erano comunque riusciti ad iscrivere sia lei che Peter, il fratello maggiore, anche grazie a un aiuto economico da parte dello zio Diggory e a una borsa di studio vinta da Susan. Così, ora Susan era all’università, come aveva sempre sognato: i suoi voti erano fra i più alti del suo corso, aveva fatto amicizia con molte ragazze della sua stessa età e poteva vedere suo fratello ogni giorno, mentre Lucy ed Edmund venivano a trovarli con i loro genitori due volte al mese. Eppure, era perfettamente consapevole che le mancava qualcosa e sapeva anche cosa, o meglio chi avrebbe potuto colmare quel vuoto che percepiva dentro di sé ormai da esattamente due anni.

Susan scosse lievemente il capo: si trovava con le sue compagne nell’immenso giardino della loro università, cercando di studiare uno dei più famosi autori latini, Gaio Valerio Catullo. E, considerata l’importanza e la difficoltà della materia, certamente non poteva permettersi magici voli di fantasia.

“Dunque, sentite questa poesia di Catullo, dedicata naturalmente alla sua Lesbia!- esclamò, all’improvviso, la sua amica Emma- Dammi baci, cento baci, mille baci e ancora baci, cento baci e mille baci! Le miriadi dei nostri baci tante saranno che dovremo poi, per non cadere nelle malie di un invidioso che sappia troppo, perderne il conto, scordare tutto.”

Jane ridacchiò: “Oh, cielo! Catullo era davvero incontentabile!”

“Peccato che Lesbia non poteva fare a meno di tormentarlo! La loro fu una relazione estremamente altalenante!” commentò Elizabeth, chiudendo il suo libro.

“Diciamo la verità, Lesbia era una donna…dai facili costumi!” disse Emma, ma venne subito richiamata da Jane.

“Emma!!”

Emma, dal canto suo, sorrise ingenuamente, facendo spallucce: “Beh…lo era davvero, però!”

“Ad ogni modo, lui era seriamente innamorato di lei! – commentò Elizabeth- Infatti la odiava, ma nello stesso tempo l’amava!”

“Esatto, sentite questa: Mia Lesbia, sei stata amata da me in modo così totale che in modo uguale amata
non c'è donna e non ci sarà. Non si vedrà mai più in amorosi legami tanto rigore di fedeltà quanto si vide in me e nell'amore che ti portai.” lesse Jane con estrema enfasi.

Emma sospirò e si sdraiò con le mani sotto la testa: “Certo che Lesbia era davvero strana! Aveva un uomo che l’amava più di ogni altra cosa e lei neanche aveva capito quanto fosse fortunata!”

“Già, ci sono persone che cercano l’anima gemella per tutta la vita e non riescono a trovarla, mentre altre la incontrano e neanche se ne accorgono!” esclamò Elizabeth.

A quel punto, notando il silenzio così prolungato della loro amica Susan, tutte e tre la fissarono.

Dopodiché Jane si sporse su di lei: “Tu non sei d’accordo, Susan?”

La domanda improvvisa di Jane la colse un po’ di sorpresa.

“D’accordo?” ripetè Susan, cercando di ricordare con tutte le sue forze il discorso che avevano appena affrontato le sue amiche.

“Sì, non stavi ascoltando?”

“Oh, ma certo!- rispose Susan, con un sorriso lievemente imbarazzato- Stavo ascoltando!”

“E allora, sei d’accordo?” domandò Emma, con estrema curiosità.

Susan riuscì a ricordarsi di cosa stavano parlando le sue amiche e rivolse lo sguardo a terra: “L’anima gemella non esiste!”

“Non esiste? Cos’è questa ventata di cinismo?” esclamò Emma.

Susan si alzò in piedi, il libro sottomano, ignorando la sua domanda: “Credo sia meglio rientrare. Sono quasi le 17! È l’ora del tè!”

“Ehi, Susan! Non scappare!”

La giovane Pevensie non ascoltò i richiami delle sue amiche e continuò a camminare, fino a quando esse non la raggiunsero e la fermarono.

“Susan, dai, che ti succede? Sei così strana oggi!” le fece notare gentilmente Jane.

Susan le sorrise, altrettanto gentilmente: “Scusatemi se vi sto facendo preoccupare. Ma non mi va di parlarne, d’accordo?”

Le ragazze si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi annuirono.

“Come vuoi, Susan!”

“Non possiamo certo costringerti!”

“Grazie, siete delle vere amiche!” esclamò Susan, riprendendo a camminare.

Mentre tornavano all’ingresso principale dell’università, Susan ascoltò silenziosamente i nuovi discorsi delle amiche, riflettendo su quanto lei stessa aveva affermato poco prima. L’anima gemella non esiste.

Lei aveva già incontrato la sua: il principe…no, il re di Narnia, re Caspian. Era talmente palese che lui fosse per lei la sua anima gemella: Caspian aveva ricevuto il suo corno, l’aveva suonato, riportando lei e i suoi fratelli a Narnia…e poi, prima di tornare in Inghilterra, lei, in un attimo di pura e irresistibile follia, lo aveva baciato. Da quel giorno aveva pensato a lui ogni santo giorno. Dunque, Caspian doveva essere assolutamente la sua anima gemella, sebbene il loro fosse un amore impossibile, visto che appartenevano a due mondi diversi e non si sarebbero più potuti vedere. Però lei lo amava ed era convinta fosse Caspian la persona a cui era destinata.

O forse no?

Tutto sommato, da quando lei era tornata da Narnia, erano passati ben due, lunghissimi, strazianti anni. E lui non aveva mai suonato il corno, neanche per richiamare Edmund e Lucy. Almeno loro avrebbero potuto tornare a Narnia e verificare se Caspian stesse bene oppure no, al contrario di Susan e Peter. Chissà quanto tempo era trascorso a Narnia, chissà se Caspian si era sposato e aveva avuto dei figli e, soprattutto, chissà se era ancora vivo…

Prima che una straziante angoscia le lacerasse il cuore per quei pensieri tristi, qualcuno la chiamò: “Susan!”

Susan si guardò intorno e vide suo fratello Peter e il suo amico John correre verso di loro.

“Per l’amor del cielo!”  esclamò Jane.

“Oddio, è Peter!” disse Elizabeth, stranamente eccitata.

Emma ridacchiò: “Oh, avete visto quant’è carino?”

“Beh, anche il suo amico non è niente male!” commentò Elizabeth.

In effetti, John era veramente carino: così alto, con capelli castani e non troppo corti e occhi di un delizioso verde giada. Ma in quegli occhi Susan non riusciva a trovare ciò che cercava: la dolcezza e l’irresistibile insicurezza degli occhi scuri di Caspian.

Peter e John le raggiunsero.

“Ciao, ragazze!”

“Ciao!” esclamarono le amiche di Susan, con aria sognante.

“Tutto bene, sorellina?” domandò Peter.

“Sì, benissimo!”

“Dunque, John voleva dirti una cosa, vero?” domandò Peter, dando una lieve gomitata sul fianco dell’amico.

John si fece avanti titubante e le porse un quaderno: “Ti…ti ringrazio molto per avermi prestato i tuoi appunti di storia!”

Susan prese il suo quaderno e lo ringraziò.

Peter sospirò, portandosi una mano sulla fronte: “Sicuro che non dovevi dirle nient’altro?”

L’amico, messo alle strette, arrossì lievemente e si schiarì la voce.

“Ecco, io volevo chiederti…se…per caso ti andasse di unirti al mio gruppo di studio di stasera. Ci troviamo in biblioteca!”

Susan fulminò con lo sguardo suo fratello: lo stava facendo di nuovo! Da quando lei era entrata all’università, il suo caro fratellino aveva cercato in tutti i modi di affiancarle qualche bravo ragazzo adatto a lei, ignorando totalmente la volontà di Susan.

“Mi dispiace, John, e ti ringrazio dell’offerta. Ma io preferisco studiare da sola!”

Il ragazzo cercò di nascondere il dispiacere per quel rifiuto, ma era fin troppo evidente. Anche Susan ci rimase male. Così, per fargli un piccolo favore, deviò l’attenzione di tutti, rivolgendosi a Peter.

“Peter, potrei parlarti un attimo…da sola?”

Peter la guardò sorpreso: “Ma certo, sorellina!”

“Magnifico!- esclamò Susan, con un sorriso- Vogliate scusarci, ragazzi! Ci vediamo dopo!”

Così dicendo, Susan afferrò il braccio di Peter e lo trascinò lontano dall’edificio.

“C’è qualche problema, Susan?” chiese Peter, preoccupato.

Susan si fermò proprio davanti a lui e gli rivolse una delle sue occhiate più infastidite: “Direi di sì!”

“E quale sarebbe?”

“Tu!”

Peter inarcò un sopracciglio, mentre sul suo viso si dipinse un’espressione di perplessità mista a divertimento.

“Scusa?”

“Oh, per favore. Non fare finta di non capire! Ormai è da settembre che cerchi di trovarmi un ragazzo!” sbottò Susan, irritata.

Peter sembrò colpito dalla reazione della sorella: “Deduco che John non ti interessi, allora?”

“Né lui, né quel ragazzo del mese scorso…come si chiamava…Frank, né nessun altro dei tuoi amici! In tutti questi mesi siete stati a dir poco asfissianti!”

Peter la guardò per qualche secondo, con un velo di tristezza negli occhi, e sospirò: “Ti prego, perdonami, Susan. Non avrei dovuto intromettermi in questo modo!”

Alla vista del fratello maggiore così dispiaciuto, Susan sospirò, rilassandosi, e appoggiò una mano sulla sua spalla.

“Sì, non avresti dovuto farlo. Ma so che ti sei interessato a me per farmi felice!”

“E’ solo che mi dispiace molto vederti così. In certi momenti non sei più tu! E io farei di tutto per renderti di nuovo felice!”

Susan, sorridendo, gli diede un bacio sulla guancia: “Grazie, Peter!”

“Peter! Susan!”

I due fratelli si voltarono e videro in lontananza due figure umane molto, troppo familiari che si stavano avvicinando, guidate dalla direttrice del dormitorio femminile, la professoressa Knightley: erano Edmund e Lucy.

Susan e Peter si guardarono sorridendo, mentre la loro sorellina Lucy li raggiungeva di corsa.

“Lucy! Edmund!”

Lucy si gettò fra le braccia dei suoi fratelli maggiori: “Oh, che bello rivedervi!”

“Che cosa ci fate qui?” chiese Peter, sorpreso.

“Volevamo farvi una sorpresa e ci siamo riusciti, vero, Ed?” esclamò Lucy, rivolgendosi al fratello.

“Direi di sì!” rispose Edmund, mentre salutava i fratelli.

A quel punto, si intromise la professoressa Knightley: “Signor Pevensie, signorina Pevensie, vi concedo un’ora per questa visita extra. Non di più, mi raccomando!”

“Sì, grazie, professoressa!” disse Peter.

E non appena la professoressa si allontanò, Susan chiese:“E mamma e papà? Dove sono?”

“A Londra, che domande!” esclamò Edmund, turbando con le sue parole il fratello maggiore.

“Vuoi dire che siete venuti fin qui da soli?”

“Proprio così!” esclamò Lucy, con un sorriso innocente.

“Ma…papà e mamma ve l’hanno permesso?” domandò nuovamente Peter, con un lieve tremore nella voce.

Edmund lo guardò quasi indignato: “Ehi, io ho quasi 18 anni, ormai, so perfettamente in grado di viaggiare da solo!”

“Beh, ricordati che per me sei ancora il mio fratellino più piccolo!” ribattè Peter.

“E tu ricorda che sono sempre un re di Narnia e non ho bisogno della balia!”

A quella parola…Narnia… Susan si costrinse a reagire, evitando di pensare a quel mondo che si abbinava sempre e naturalmente ad un altro nome, e, da brava sorella pacata com’era, fu costretta a intervenire: “Ora direi di smetterla! Edmund…Peter ha tutto il diritto di preoccuparsi per i suoi fratelli. E Peter…Edmund e Lucy sono arrivati fin qui sani e salvi, senza alcun problema; quindi, rilassati!”

Peter annuì, seppur controvoglia: “Sì, va bene!”

“D’accordo!” sbottò Edmund, incrociando le braccia sul petto.

“Non siamo certo venuti fin qui per litigare!- fece notare Lucy- Vero, Ed?”

“Ehi, basta così, Lucy! Ho capito! Ora, per favore, ci vogliamo sedere? Mi fanno male le gambe!” esclamò Edmund, sdraiandosi sull’erba tenera del prato.

I quattro fratelli Pevensie si sedettero per terra, cominciando a parlare e chiacchierare di ciò che avevano fatto in quel mese passato dall’ultima volta che si erano riuniti: gli esami di Peter e Susan, le verifiche di Lucy ed Edmund…

“E quindi Ed è riuscito a prendere un dignitoso 6 nell’ultimo compito di matematica!-esclamò Lucy, sotto lo sguardo fulminante del fratello- E per questo motivo la mamma, che era tanto felice, ha preparato una bella crostata di marmellata di fragole!”

“Lucy!” la rimproverò lui, arrossendo.

“Signore e signori, mio fratello! Il genio!” commentò Peter a gran voce.

“Peter!”

“Peter, dai, smettila!- gli disse Susan- Edmund non è mai stato portato per le materie scientifiche. Quindi, io trovo che sia un gran risultato per lui. Caro Ed, da questo 6 conquistato con il sudore della fronte, potrai ora partire per rincorrere risultati più importanti!”

Edmund guardò la sorella con perplessità per qualche secondo; dopodiché le disse semplicemente: “Grazie!”

L’espressione incerta di Edmund divertì un po’ tutti e i quattro fratelli cominciarono a ridere.

Poi, all’improvviso, si udì una voce, o almeno, Peter udì quella voce: la voce femminile più suadente e armoniosa che avesse mai udito prima d’allora. E lo chiamava…

“Peter…”

Peter, turbato, scattò in piedi: “Avete sentito?”
I tre fratelli lo guardarono sorpresi e sconcertati.

“Cosa?”

“Una voce di donna che…chiamava…me!”

“Una donna che chiamava te? Sicuro di star bene, Peter?” chiese Edmund, ma tutto d’un tratto anche lui sentì una voce.

“Edmund…Lucy…”

I due fratelli udirono una voce che non aveva niente di femminile: era una voce potente, ma nello stesso tempo molto dolce, quasi paterna. E sicuramente una voce inconfondibile.

“Ehi, ho appena sentito Aslan!” esclamò Lucy, con un gran sorriso.

Lei, come Edmund, si alzò subito in piedi.

“Anch’io ho sentito la sua voce!” fece notare il fratello, altrettanto felice.

Peter, Edmund e Lucy sembravano più eccitati che mai e pronti a qualunque cosa fosse accaduta nei prossimi istanti. E tutti e tre fissarono il loro sguardo su Susan, aspettando una qualche conferma anche da parte sua.

“Io non sento alcuna vo…” iniziò a dire Susan, ma si interruppe perché anche lei sentì qualcuno.

“Susan…”

Una voce maschile, profonda, calda, dolcissima e così dolorosamente familiare. Sicuramente Caspian la stava chiamando. E qualunque cosa fosse successa, lei avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo.

Susan balzò in piedi e Peter, con una semplice occhiata, sembrò capire chi aveva sentito Susan.

“Caspian?” domandò lui.

Susan annuì ansiosa, guardando i suoi fratelli, mentre il cuore sembrava batterle in gola: “Cosa facciamo?”  

“E io che ne so? Non possiamo andare a Narnia solo desiderandolo!” rispose Edmund.

“Soprattutto noi!” aggiunse Peter, con una nota di malinconia, guardando la sorella.

“Ma io devo andare! Lui mi sta chiamando!- esclamò Susan, con occhi imploranti- Glielo avevo detto: chiamami, quando avrai bisogno di me!”

 E poi accadde!

 

 

 

Dunque, spero che questo primo capitolo sia stato abbastanza interessante. La storia terrà conto degli eventi del film, ma anche del libro. Per esempio, la regina Susan viene definita Dolce nel film, ma io preferisco l’appellativo Gentile dal libro. La storia prevede, al momento, 17 capitoli.

Ah, in questo capitolo i nomi dei personaggi inventati da me provengono dai libri della Austen, di cui io sono una grande fan!

Bene, a presto!

 

Kia85

 

 

 

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Capitolo 2
*** Kings and Queens return ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 2: “Kings and Queens return”

 

Accadde così, all’improvviso, con la semplicità e l’incanto di un unico, preziosissimo desiderio. Eppure, dietro tutto ciò, c’era sicuramente un aiuto magico, quasi trascendentale.

Senza bisogno di dirlo, i quattro fratelli Pevensie afferrarono subito le mani gli uni degli altri, formando un cerchio, mentre attorno a loro soffiava un vento di una forza immane. Era come trovarsi nell’occhio di un uragano. Ormai non riuscivano a vedere niente, oltre loro stessi. Ma questo non li preoccupava: sapevano che ciò che stava accadendo era magia, la magia di Narnia. Lo sentivano dal più profondo del cuore e, perciò, non potevano che essere felici e fiduciosi.

Alla fine, con la velocità con cui li aveva circondati, quella specie di uragano scomparve nel nulla. Il tutto sembrò durare per non più di cinque minuti, ma i quattro fratelli furono particolarmente turbati dal viaggio e le loro gambe cedettero, facendoli crollare a terra. Guardandosi attorno, non riuscivano a capire dove si trovassero esattamente. Il college era scomparso, ora intorno a loro c’erano ampie valli e colline verdi e in lontananza si scorgeva una foresta. E che dire del cielo? Quel celeste brillante e rilassante era a dir poco incantevole. Il paesaggio era davvero meraviglioso, ma anche molto familiare.

“Siamo a Narnia…- mormorò Lucy-…di nuovo?”

“Io credo di sì!” disse Susan, più incredula che mai.

Peter si alzò in piedi e salì rapidamente lungo il pendio della collina più vicina: il suo sguardo cristallino si perse all’orizzonte e un sorriso sincero si dipinse sulle sue labbra.

“Sì, siamo decisamente a Narnia!”

I tre fratelli, a quelle parole, scattarono in piedi e raggiunsero Peter. Da quella posizione si vedeva una costruzione di pietre che i quattro fratelli riconobbero essere la Casa di Aslan, il luogo della battaglia contro re Miraz.

“Questa è…” iniziò a dire Edmund.

“Sì, è proprio la casa di Aslan!” esclamò Lucy, eccitata.

Peter guardò pensieroso il panorama: “A me sembra tale e quale a come l’avevamo lasciata!”

“Può darsi che l’abbiano fatta ricostruire!” fece notare Edmund.

Susan annuì: “Già, ma, allora, quanto tempo sarà passato?”

“Non ne ho la più pallida idea! Probabilmente altri 1000 e più anni!” spiegò Edmund.

Quelle parole infusero in Lucy e nei suoi fratelli grande tristezza: “Troveremo ancora qualcuno che ci conosce?”

“Ma certamente, Vostra Maestà!” disse una voce alle sue spalle.

I quattro fratelli si voltarono e videro, proprio di fronte a loro, il piccolo, caro amico Briscola.

“Briscola!” esclamò Lucy, prima di correre ad abbracciarlo.

E la giovane regina lo strinse talmente forte che Briscola non riuscì più a respirare.

“Vostra Maestà, vi prego, così mi soffocate!”

“Oh, scusa!- disse Lucy, sciogliendosi dall’abbraccio- Ma sono tanto felice di rivederti!”

“Sì, è bello essere di nuovo qui!” commentò Peter.

“Il nostro popolo sarà molto felice di riabbracciarvi!”

“Scusa, P.C.A., come è possibile che anche Peter e io siamo stati riportati qui? Aslan aveva detto chiaramente che non saremmo più tornati!” disse Susan, impaziente di conoscere il motivo di quel ritorno del tutto inaspettato.

“Vostra Maestà, a questo non so rispondere. Se volete seguirmi, vi condurrò da re Caspian. Sarà lui a spiegarvi tutto!”

“Re…Caspian?” balbettò Susan.

Briscola stava forse dicendo che Caspian era ancora vivo?

“Proprio lui, Caspian X. Non vi ricordate del nostro re?” domandò Briscola, perplesso.

Se Briscola avesse saputo quanto Caspian fosse stato presente nella mente e nel cuore di Susan ogni giorno in quegli ultimi due anni, non avrebbe mai osato fare una domanda del genere.

E la gioia per quella scoperta fu così improvvisa per Susan che il suo cuore divenne leggero e una strana sensazione si impossessò di lei.

“Certamente ci ricordiamo di lui, Briscola. – intervenne Peter, notando l’improvviso mutismo della sorella-  Quindi, portaci da lui!”

“Subito!”

“Ma si può sapere allora quanto tempo è passato da quando siamo andati via?” esclamò Edmund, anche lui sorpreso nel venire a sapere che Caspian era ancora vivo.

“Beh, due anni esatti, Maestà!”

“Due anni? E come è possibile?”

“Portate pazienza, Maestà. Presto saremo da Sua Maestà re Caspian e lui saprà rispondere a ogni domanda!- disse Briscola- Vogliamo andare?”

“A piedi?” chiese Edmund.

“Certo che no! Alla Tavola di Pietra ci attendono i cavalli! Sempre che siate ancora in grado di montare a cavallo, Maestà!” commentò Briscola, ridendo sotto i baffi.

Lucy, Susan e Peter risero, mentre Edmund sbuffò: “Il tuo carattere non è cambiato per niente, vero P.C.A.?”

“Cambiare non rientra nella mentalità di un nano!”

“Comunque, non ti preoccupare. Sono ancora molto abile a montare un cavallo!”

“Eccellente!”

*******

Re Caspian, il valoroso e coraggioso re di Narnia, colui che dal giorno del suo insediamento si era fatto benvolere da tutti i suoi sudditi, camminava avanti e indietro nell’ampia e regale sala del trono. Il passo svelto era indice della sua ansia interiore. Ormai l’incantesimo di Aslan era stato compiuto da diversi giorni, quindi i re e le regine dell’età d’oro di Narnia dovevano essere già tornati. E probabilmente erano già in viaggio verso il suo castello. Certo, quando fossero stati tutti e quattro al suo cospetto, avrebbe dovuto spiegare come mai li aveva richiamati a Narnia. Peter e Susan, in particolare, dovevano essere profondamente sorpresi per questo ritorno inaspettato.

Il giovane re si sedette sul trono e si passò una mano fra i capelli: come avrebbe potuto spiegare proprio alla regina Susan quello che sarebbe successo da lì a un mese? Con che coraggio avrebbe potuto guardarla negli occhi? Eppure se lui aveva accettato le condizioni di Aslan, era stato per un buon motivo.

“Vostra Maestà!”

Lord Cornelius, dottore e suo fidato consigliere, entrò nella sala e si intromise bruscamente nei suoi pensieri. Perciò Caspian riportò la propria mente alla realtà.

“Sì, dottore?”
“Le Loro Maestà sono giunte al castello!”

Da qualche parte dentro di lui, Caspian avvertì l’ansia aumentare ogni secondo, ma si costrinse a calmarsi. D’altronde era pur sempre un re di Narnia. E come tale doveva apparire a tutti, qualunque problema lo turbasse.

“Molto bene. Li riceverò immediatamente. Nel frattempo, avvertite la principessa e conducetela qui! Vorrei presentarla ai nostri regali ospiti.”

“Come desiderate, mio signore!” disse il dottore, accennando un inchino.

Non appena lord Cornelius scomparve, Caspian inspirò profondamente e, subito, una piacevole sensazione di serenità interiore lo invase. E, prima che se ne rendesse conto, stava già camminando con passo svelto verso il piccolo balcone che dava sul cortile d’ingresso del castello. Il giovane re guardò verso il ponte levatoio, completamente abbassato, da dove entrarono quattro cavalli al trotto: re Edmund e dietro di lui, sulla sella, Briscola, la regina Lucy e, infine, uno accanto all’altra, re Peter e la regina Susan. Le mani del sovrano, appoggiate al muretto davanti a lui, furono percorse da un lieve tremore; ma Caspian non ci fece molto caso. La felicità per il ritorno dei quattro sovrani, in particolare della regina Susan, lo aveva frastornato piacevolmente. E quando lei, scesa da cavallo, alzò lo sguardo verso il cielo, incrociando i suoi occhi, Caspian non potè fare a meno di sorriderle. Susan indossava degli strani vestiti, ma ai suoi occhi era bellissima, come la prima volta che l’aveva vista.

Susan non riuscì a ricambiare il sorriso, un po’ perché lui scomparve rapidamente all’interno del castello, un po’ perché il suo aspetto così regale l’aveva sorpresa. Certo, quando se ne era andata Caspian era già re; ma solo da pochi giorni e, tutto sommato, aveva ancora tracce di quella insicurezza, di quel timore che gli conferivano un’espressione irresistibile. Adesso, dopo due anni, tutto di lui emanava una regalità suprema ed estremamente raffinata.

“Sue, andiamo?” gli chiese Peter, appoggiando una mano sulla spalla della sorella.

Finalmente, Susan distolse il suo sguardo da dove si era affacciato Caspian e si voltò verso il fratello.

“Peter, io…” iniziò a dire lei con voce tremante.

Peter sembrò realizzare perfettamente come si sentisse Susan in quel momento: perciò fece intrecciare le loro mani e le sorrise dolcemente.

“Andrà tutto bene. Ricorda che sono sempre accanto a te, qualunque cosa accada!”

Susan annuì, più rassicurata.

Fu così che i quattro sovrani di Narnia furono condotti da Briscola e due guardie nella sala del trono.

“Sua Maestà, Re Edmund.- cominciò ad annunciare una delle due guardie- Sua Maestà, la Regina Lucy. Sua Maestà, il Re Supremo Peter. Sua Maestà, la Regina Susan!”

Caspian corse subito incontro ai nuovi arrivati: “Amici, che bello avervi ancora qui con noi!”

“Il piacere è nostro, Caspian!” disse Peter, con tono solenne.

Caspian abbracciò tutti uno alla volta e, quando giunse di fronte a Susan, il suo sorriso sembrò assumere una sfumatura più dolce.

“Sono davvero contento di rivederti, Susan!” mormorò lui, nel momento stesso in cui la abbracciò.

“Sì, anch’io!” riuscì a dire lei, rilassandosi improvvisamente tra le sue braccia.

Con enorme dispiacere, Caspian fu costretto a sciogliersi da quell’abbraccio.

“Spero che il viaggio sia stato di vostro gradimento: non avevo idea di come sarebbe avvenuto!” spiegò Caspian.

“Oh, beh, siamo arrivati a Narnia con mezzi più comodi, ma per fortuna è andato tutto bene!” disse Peter.

“Magnifico! In effetti non sapevo neanche dove sareste arrivati, ma ho mandato dei messaggeri in tutti i posti più importanti di Narnia: Cair Paravel, la Tavola di Pietra e via dicendo.”

A quel punto si intromise Edmund: “Scusa, Caspian, avrei una domanda da porti!”

“Chiedi pure tutto quello che desideri!”

“Come è possibile che siano passati due anni sia nel nostro mondo che a Narnia? Il tempo qui non scorre in modo diverso?”

“Sì, capisco a cosa ti riferisci. Aslan mi ha spiegato cosa è successo!”

“E cosa è successo esattamente?” chiese Peter.

“Ecco…Aslan ha detto che, nel momento stesso in cui avete attraversato l’arco per tornare a casa, uno di voi deve aver desiderato fortemente che il tempo a Narnia trascorresse come nel vostro mondo.- spiegò Caspian, rivolgendo un rapido sguardo verso Susan- E così è stato!”

Susan arrossì lievemente, percependo tutti i pensieri dei presenti focalizzati su se stessa: allora era stata lei, con il suo desiderio di poter rivedere almeno un’altra volta Caspian, a cambiare lo scorrere del tempo a Narnia

“Beh, non mi dispiace che sia andata così!” commentò Edmund.

“Neanche a me. La volta scorsa è stato molto triste non ritrovare i castori e il signor Tumnus!” disse Lucy, con un’espressione mogia.

Peter sorrise fra sé, portando lo sguardo da Susan a Caspian: “Comunque, chiunque sia stato a desiderarlo, avrà avuto sicuramente un buon motivo per farlo!”

“Sì, lo penso anch’io!” esclamò Caspian, guardando la sua regina per l’ennesima volta.

Fortunatamente, in quel momento, entrò lord Cornelius, che si inchinò di fronte ai quattro fratelli Pevensie.

“Porgo i miei umili omaggi alle Maestà Vostre! Siamo lieti che siate tornati fra noi!”

“Vi ringrazio, lord Cornelius! Siamo felici anche noi di essere di nuovo qui!” esclamò Peter.

Dopodiché il dottore si rivolse a re Caspian: “Maestà, la principessa è pronta!”

“Bene! Fatela entrare!”

“Sua Altezza, la principessa Aisleen!” annunciò una guardia.

 E, da una porta laterale, entrò la più bella fanciulla che Peter avesse mai visto: una ragazza alta, dagli occhi azzurri come due zaffiri e i capelli con perfetti riccioli d’oro. Sembrava un angelo.

“Amici, vi presento la principessa Aisleen, figlia di re Alastair e della regina Sybil, della terra di Archen.- disse Caspian- Principessa Aisleen, ti presento i sovrani dell’età d’oro di Narnia.”

La principessa Aisleen si inchinò profondamente al loro cospetto: “E’ un onore e un privilegio fare la conoscenza delle Maestà Vostre!”

La voce suadente e armoniosa della principessa turbò Peter, in quanto proprio quella voce lo aveva chiamato per nome un momento prima di essere trascinato nuovamente a Narnia. E per questo Peter si chiese come mai aveva sentito proprio la principessa Aisleen chiamarlo per nome.

Poi, senza rendersene conto, Peter si avvicinò alla principessa e con una mano la aiutò ad alzarsi: “Vi assicuro, Altezza Reale, che l’onore è tutto mio!”

Dopodiché le fece un delicato baciamano e il gesto divertì Lucy, che si scambiò uno sguardo eloquente con Edmund, altrettanto divertito dal comportamento del fratello. La principessa Aisleen lo fissò per qualche secondo con quegli occhi espressivi; e subito dopo gli sorrise.

“Voi dovete essere il Re Supremo. Peter, il Magnifico!”

Il tono usato dalla principessa lo turbò ancor di più e Peter si sentì arrossire.

“E…ehm…questi sono i miei fratelli!” disse Peter.

“Ma certo. Re Edmund, il Giusto. La Regina Lucy, la Valorosa. E la Regina Susan, la Gentile! So tutto su di voi! Nella nostra terra le vostre imprese sono su tutti i libri di storia!”

“Beh, questo sì che è gratificante!” commentò Edmund, soddisfatto.

“Anche se, e vi chiedo di perdonare questa mia osservazione, non siete proprio come vi immaginavo!” spiegò la principessa, trattenendo a stento un sorriso divertito.

Peter rivolse uno sguardo a Caspian: “Non preoccupatevi, Altezza, anche il qui presente re Caspian ha avuto la stessa reazione al nostro primo incontro!”

“Ehm…Peter, era solo la prima impressione. Non mi sono pentito di avervi chiamato.”
“Tranquillo, Caspian, non avevo alcuna intenzione di fare polemiche.”

“Sapete, Maestà, avete anche degli abiti strani!” commentò la principessa, squadrandoli da capo a piedi.

“Beh, sono gli abiti in uso nel nostro mondo!” spiegò Peter.

“E nel vostro mondo vi permettono di indossare gonne così corte?” domandò Aisleen, sempre più incuriosita dagli abiti delle due sorelle Pevensie.

In realtà, le gonne indossate da Susan e Lucy arrivavano alle ginocchia, ma per una principessa abituata a portare abiti lunghi fino a terra quella era una grande novità.

“Anche nel nostro mondo le donne portavano abiti lunghi fino all’inizio del secolo. Ma poi gli stilisti si sono accorti che le gonne più corte erano più comode per camminare e correre!” spiegò Susan.

“Capisco! Magari un giorno anche a Narnia si potranno portare abiti di questo tipo!” esclamò Aisleen, ridacchiando.

Susan sorrise: quella principessa era davvero strana, ma tutto sommato simpatica. Però la giovane regina non riusciva ancora a capire come mai Aisleen si trovasse nel castello di Caspian.

“E ditemi, principessa Aisleen, come mai vi trovate qui?” chiese Susan.

A quel punto Caspian fu costretto a intervenire.

“Ecco…è proprio questo il motivo per cui ho fatto in modo che tornaste qui!”

Susan rivolse uno sguardo emblematico verso Caspian: “Qual è il motivo?”

Caspian capì improvvisamente di non essere pronto per affrontare la questione con Susan. Non sapeva come avrebbe reagito. Ma doveva farlo: era giusto nei suoi confronti. E, inoltre, non aveva altra scelta.

“Amici, avrei molto piacere se partecipaste a un evento importante che coinvolgerà sia la principessa Aisleen che il sottoscritto.”

“Caspian, sei così misterioso. Qual è questo importante evento?” chiese Peter, con un sorriso divertito.

Caspian guardò Susan, poi prese la mano della principessa Aisleen e inspirò profondamente.

“Il nostro matrimonio!”

 

 

Oh, bene, sono felice che il primo capitolo sia piaciuto. Spero che anche questo sia stato di vostro gradimento. Il prossimo si intitola “An arranged marriage”.

Ringraziamenti.

Junna: ti ringrazio molto per la recensione. Sì, vedo che abbiamo alcune cose in comune. Anch’io adoro Ben!!^__^ E, mi raccomando, ti consiglio vivamente di leggere Emma! È troppo bello!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto!

minny: ti ringrazio per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

bulmettina: grazie mille per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere!

 

A presto

Kia85

 

 

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Capitolo 3
*** An arranged marriage ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 3: “An arranged marriage”

 

“Il nostro matrimonio…”

Per un attimo Susan credette di non aver capito bene.

“Matrimonio?” ripetè con un filo di voce.

“Sì, è così!” rispose Caspian, evitando accuratamente di guardarla negli occhi.

Perché se l’avesse fatto, il dolore che sicuramente stava provando Susan sarebbe diventato solo suo e sarebbe stato così insopportabile che Caspian avrebbe sicuramente fatto di tutto per annullare il matrimonio.

Peter, ben conscio di ciò che poteva provare Susan dopo una tale rivelazione, la guardò, cercando di capire cosa stesse per fare. Ma Susan, lo sguardo costantemente posato su Caspian, rivolse un sorriso al re di Narnia.

“Bene, allora…credo di poter parlare a nome di tutti e quattro nel porti le nostre più sentite congratulazioni!- disse Susan, serena- Vero, ragazzi?”

I tre fratelli, spiazzati dalla reazione della sorella, annuirono vagamente.

“Oh, ma certamente. – aggiunse Peter- Congratulazioni vivissime!”

“Infinite grazie, Maestà!” esclamò la principessa Aisleen.

A quel punto, Caspian si costrinse a rivolgere lo sguardo verso Susan, almeno per cercare di capire se stesse bene come voleva far credere a tutti. Ed effettivamente sembrava davvero molto tranquilla. Forse quel turbamento iniziale era dovuto solo alla sorpresa di quella notizia. Forse Caspian si era un po’ illuso pensando che lei lo portasse ancora nel suo cuore dopo ben due anni trascorsi l’uno lontano dall’altra.

“E come mai hai deciso di sposarti?” chiese Lucy, che, con la sua tenera ingenuità, aveva tirato in ballo un argomento che né Susan né Peter né tanto meno Caspian avrebbero avuto il coraggio di fare.

“Dunque, Narnia e Archen sono due regni che hanno avuto sempre rapporti molto cordiali fra di loro. Così re Alastair ed io siamo giunti alla conclusione che sarebbe stato molto appropriato legare ancor di più i nostri due regni con questo matrimonio. La principessa Aisleen è molto entusiasta e anch’io lo sono.”

“E’ giusto che sia così. – disse Susan, rivolgendogli uno sguardo molto dolce- Un matrimonio è la nascita di una nuova famiglia. Porta sempre grande gioia in tutti!”

La sincerità di quel meraviglioso gesto colpì Caspian nel più profondo del suo cuore. Sì, forse per Susan la breve e intensa storia che li aveva coinvolti non aveva avuto la stessa importanza che, al contrario, aveva avvertito lui.

“Questo vuol dire che resterete fino al matrimonio?” chiese, infine, Caspian.

“Assolutamente sì!” rispose Edmund.

Lucy annuì, con un sorriso: “Sì!”

“Se ne abbiamo la possibilità, allora sì!- rispose Peter, rivolgendosi poi verso Susan- Sue?”

Susan guardò prima il fratello, poi Caspian: “Direi proprio di sì!”

“Eccellente. In questo caso vi faccio subito condurre nei vostri appartamenti. Ho già dato ordine di prepararli!-esclamò Caspian- Lord Cornelius, vi dispiacerebbe condurre i nostri regali ospiti negli appartamenti?”

“Provvedo subito, sire!” disse il dottore con un lieve inchino.

Fu così che Peter, Lucy, Edmund e Susan seguirono il dottor Cornelius. E, prima di uscire dalla sala, Susan si voltò verso Caspian, accorgendosi che il suo sguardo un po’ accigliato la stava seguendo. E, senza neanche rendersene conto, gli sorrise.

Caspian, alquanto turbato, non riuscì a capire il significato di quel suo gesto. Ma, trovandolo irresistibile come sempre, le sorrise a sua volta. E Susan, più serena, si affrettò a seguire i fratelli, dopo aver ricevuto il suo personalissimo ‘Bentornata’ da re Caspian.

*****

Peter, nella sua ampia camera da letto, aveva ritrovato tutti i suoi effetti personali da Re Supremo di Narnia: la sua inseparabile spada e il suo fidato scudo. Ma, per quanto fosse felice di essere tornato a Narnia, non poteva fare a meno di preoccuparsi per Susan. Sapeva bene quanto lei avesse sofferto dopo essersi separata da Caspian e non riusciva a credere che quella notizia non l’avesse turbata per nulla. Anzi, proprio per questa sua reazione, Peter era ancora più preoccupato. Susan era sempre stata una ragazza molto razionale e, probabilmente, anche in quel caso stava cercando di sembrare agli occhi di tutti matura come al solito. Ma, così facendo, rischiava di soffrire di più.

Perciò, dopo aver indossato abiti più “narniani”, Peter uscì dalla sua camera e si recò in quella di Susan. Quando fu davanti alla sua porta, bussò.

“Avanti!” disse la voce della sorella dall’interno.

Peter aprì la porta ed entrò: “Ciao!”

Anche Susan si era già cambiata e, in quel momento, stava osservando attentamente il suo arco, perfettamente lucido anche dopo due anni, seduta vicino alle grandi finestre che davano sulla foresta dietro il castello.

“Ciao!” disse lei, voltandosi verso di lui.

“Posso sedermi?” chiese Peter, indicando il letto.

“Certo!”

Peter si sedette sul morbido materasso, ricoperto da un copriletto bordeaux con ricami dorati, e guardò insistentemente la sorella, che dopo un po’, sospirò.

“Cosa succede, Peter?”

“Credo che questa domanda dovrei farla io a te!”

Susan aggrottò la fronte, ben consapevole di ciò a cui si stava riferendo suo fratello.

“Allora, visto che sai sempre tutto, spiegami un po’ tu cosa sta succedendo!” gli chiese lei, con un tono quasi da sfida.

“Molto bene.- esclamò lui, incrociando le braccia- Sono seriamente preoccupato per te!”

Susan sorrise:”Beh, fin qui ci arrivo anche da sola, sai? Ormai so riconoscere alla perfezione il tuo sguardo apprensivo tipico del fratello maggiore!”

“Quindi, immagino che non ti sarà difficile capire anche perché sono preoccupato!”

Susan distolse il suo sguardo da quello azzurrino di Peter e si alzò in piedi, appoggiando con delicatezza l’arco sulla scrivania.

“Per favore, Peter…- iniziò lei, perdendosi con lo sguardo da qualche parte nella foresta dietro il castello-…non ho alcuna voglia di parlarne!”

“Così non soffrirai di meno! Anzi, chiuderti in te stessa in questo modo ti farà ancora più male!”

Il tono usato da Peter fu volutamente brutale, ma la sorella non mostrò alcuna reazione. Perlomeno nessuna reazione che Peter potesse notare seduto dietro di lei. Così il giovane re si alzò in piedi e affiancò Susan, riuscendo finalmente a scorgere una lacrima che, ribellandosi al volere della ragazza, stava ora percorrendo una guancia insolitamente pallida.

“Susan…” mormorò lui, attirandola a sé con un braccio intorno alle spalle e appoggiandosi con una guancia sul capo della sorella.

Da parte sua, Susan non riuscì a lasciarsi andare del tutto, ma la vicinanza del fratello era già un palliativo molto efficace. Perciò lasciò che il fratello la abbracciasse.

“Sono stata una stupida!”

“Perché?” le chiese lui gentilmente.

“Perché ho sperato che lui aspettasse il mio ritorno, sapendo, tuttavia, che non sarei mai più potuta tornare! Questo è totalmente illogico!”

“Sì, lo è. È illogico, prezioso ed è il tuo amore! E, sai come si dice, no? L’amore è la follia del saggio e la saggezza del folle. Tu sei decisamente una persona molto saggia, ma sono sicuro che ti batterai per il tuo amore!”

All’improvviso Susan si scostò dal fratello e lo guardò perplessa: “Cosa stai dicendo? Caspian si sta per sposare con quella principessa. È praticamente impossibile che lui annulli il suo matrimonio solo per causa mia!”

“Niente è impossibile. E noi lo abbiamo appena scoperto!- esclamò Peter, appoggiando le mani sulle sue spalle e guardandola fiducioso- Fino a qualche ora fa noi due pensavamo che fosse impossibile ritornare a Narnia. Invece ora siamo ancora qui. E ti ricordi a casa del professor Kirke? Credevamo fosse impossibile l’esistenza del paese che aveva visitato Lucy dentro l’armadio. Ma c’era davvero un altro mondo dentro l’armadio ed era proprio Narnia!”

“No, Peter. Questo è impossibile! Non posso fare questo a Caspian!”

“Questo…cosa?”

“Non hai visto quanto fosse entusiasta all’idea di sposarsi con quella principessa? Lei è praticamente perfetta, qualunque ragazzo sarebbe felice di sposarsi con lei. Perfino tu!” disse lei, rivolgendogli un’occhiata allusiva.

Peter si sentì arrossire nuovamente: “Ma che dici?”

“Pensi che non mi sia accorta di come sei arrossito quando lei ti ha rivolto quello sguardo?” domandò Susan, sorridendo.

Peter si sentì molto felice per averla fatta sorridere, però non era proprio il caso di parlare di come quella ragazza lo aveva piacevolmente colpito. Non era pronto.

“Noi non stavamo parlando di te?”

Il mezzo sorriso di Susan sparì all’istante e Peter si maledì.

“Sì, ma…non mi farai cambiare idea. Non farò niente per impedire questo matrimonio!”

Peter scosse il capo, contrariato: “Sei proprio una sciocca, Sue! Per una volta, prova a dare ascolto al tuo cuore e non alla ragione!”

E, così dicendo, Peter uscì dalla camera di Susan. Bene, se lei non aveva intenzione di combattere per la sua felicità, allora ci avrebbe pensato lui, da bravo fratello maggiore qual’era. E la prima cosa da fare era parlare con Caspian.

Non appena giunse davanti alla camera di Caspian, Peter notò una guardia proprio fuori dalla porta. E quando il re si avvicinò, la guardia si mise subito sull’attenti.

“Vorrei conferire con Sua Maestà!” disse Peter, con tono regale.

“Subito, Maestà!”

La guardia bussò e, quando il re gli diede il permesso di entrare, sparì dentro la camera. Dopo pochi minuti, la guardia uscì, lasciando la porta aperta.

“Sua Maestà può ricevervi, sire!”

“Grazie!” disse Peter, entrando nella camera, mentre la guardia si inchinava al suo passaggio.

Non appena Peter entrò, si chiuse la porta dietro di sé: quella non era la camera da letto di Caspian. Era una sorta di stanza personale del re, molto grande, con una scrivania di legno di ciliegio finemente decorato e una enorme libreria con volumi di ogni genere e grandezza.

“Peter! Come mai qui? La camera non è di tuo gradimento?” chiese Caspian, andandogli incontro.

“Al contrario. È perfetta. Io volevo solo parlare un po’ con te!”

“Ma certamente! Accomodati!” disse Caspian, invitandolo a sedersi su delle comode poltroncine vicino al balcone.

“Grazie!”

“Allora, di cosa volevi parlarmi?”

Peter tamburellò con le dita sulle ginocchia per qualche attimo, pensando a come entrare in argomento.

“Come…come ti trovi nei panni del re di Narnia?”

Caspian gli rivolse un sorriso accondiscendente.

“Bene, ovviamente! Non è facile, ma sto cercando di fare del mio meglio e il popolo mi ha accettato di buon cuore!”

“Sì, certo! La gente di Narnia è meravigliosa!” commentò Peter.

Seguirono pochi istanti di silenzio, in cui Peter rivolse lo sguardo a terra, mentre Caspian fissò il Re Supremo.

“Suvvia, Peter, sappiamo entrambi perché sei qui. Quindi non indugiare ulteriormente!” esclamò Caspian, con un sorriso d’incoraggiamento.

Peter, sorpreso da quel nuovo Caspian, sicuro di sé e perfettamente a suo agio nei panni del re di Narnia, annuì e inspirò profondamente.

“Dunque, in verità volevo parlarti di…Susan!”

“Naturalmente!”

“Lei non lo vuole far vedere, ma la notizia del tuo matrimonio l’ha sconvolta!”

“Davvero? A me non ha dato questa impressione!”

“Ti assicuro che è così! D’altronde c’era da aspettarselo che lei reagisse in questo modo, dopo quello che è successo due anni fa! Però, a questo punto, vorrei sapere se tu credi davvero in questo matrimonio!”

Caspian gli rivolse uno sguardo perplesso: “Come scusa?”

“Due anni fa, l’attrazione che provavi per mia sorella era evidente a tutti. Era molto più evidente di quella che provava lei per te. Insomma, io l’avevo capito per come ti guardava o prendeva le tue difese. Quindi, adesso, mi chiedo come mai questo matrimonio. Se sei riuscito a convincere Aslan a farci ritornare per il tuo matrimonio, perché non farci ritornare prima? Non hai mai sentito la mancanza di Susan?”

Improvvisamente Caspian scattò in piedi, sconvolto: “Sì, dannazione! È naturale che io abbia sentito la sua mancanza dopo la vostra partenza! Io desideravo rivederla più di qualunque altra cosa al mondo! Non credo di aver mai provato sofferenza più grande!”

 La reazione di Caspian lasciò Peter alquanto turbato.

“Ma…allora…perché non hai…”

“Vuoi sapere cosa è successo veramente?” sbottò Caspian, nervoso.

“Sì!”

“Allora ti racconterò tutto!”

 

 

 

Chissà cosa racconterà Caspian a Peter…Lo scopriremo nel prossimo capitolo: “Caspian’s prayer and Aslan’s terms”, ovvero la preghiera di Caspian e le condizioni di Aslan.

Non avendo molto tempo, oggi, ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno lasciato una recensione, ovvero Bulmettina, Clacly, Minny, Kia_do87, Junna. Grazie veramente per le recensioni tanto gentili!!

 

A presto

Kia85

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Capitolo 4
*** Caspian's prayer and Aslan's terms ***


I’ll come back when you call me

Per festeggiare l’uscita del dvd del Principe Caspian (e vi consiglio vivamente di prendere l’edizione a due dischi!!!) ho deciso di aggiornare prima! Il capitolo è il racconto di Caspian a Peter, ma non è raccontato da lui in prima persona. Diciamo che è un capitolo flashback! Spero vi piaccia!

 

 

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 4: “Caspian’s prayer and Aslan’s terms”

 

Re Caspian era seduto nel suo studio, leggendo un libro di cui, però, non riusciva ancora a capirne la trama. Parlava di una famiglia non particolarmente ricca, composta da sette persone: i genitori e cinque figlie femmine. E la madre stava cercando di rimediare un buon matrimonio a tutte le ragazze. Ma Caspian non stava capendo nient’ altro del libro in questione. Questo perché la sua mente vagava altrove e, più precisamente, seguiva il percorso intrapreso dai suoi messaggeri. Infatti, il giovane re aveva inviato diversi messaggeri in tutta Narnia, affinché avvistassero il grande leone, Aslan.

Quand’è che sarebbe tornato? Caspian aveva un disperato bisogno di parlargli, per chiedergli un favore grandissimo, ma preziosissimo.

In quel momento qualcuno bussò alla porta.

“Avanti!”

“Vostra Maestà!” salutò il dottor Cornelius, con un inchino.

“Sì, dottore?”

“Aslan è stato avvistato!”

A quelle parole, Caspian scattò in piedi, lanciando il libro per terra: “Dove?”

“Ad est. Sembra che si stia dirigendo alla Tavola di Pietra!”

“Bene. Date immediatamente ordine di preparare Destriero!”

“Posso chiedervi quando avete intenzione di partire, sire?”

“Appena possibile! E partirò da solo.”

“Da solo, Maestà?” ripetè Lord Cornelius, evidentemente perplesso.

“Sì, esattamente! Questa volta non ho bisogno di accompagnamento!”

“Come desiderate, Vostra Maestà!”

Lord Cornelius accennò un inchino, dopodiché uscì dalla camera, mentre Caspian guardò fuori dalla finestra: il sole era sorto già da qualche ora a est, lì dove era stato avvistato Aslan. Il giovane re sorrise fra sé: finalmente il momento era giunto. Finalmente poteva chiedere ad Aslan di far ritornare la regina Susan.

Tutto d’un tratto sentì una morsa allo stomaco. Chissà se Aslan avrebbe accettato la sua richiesta! Ma quello non era ancora il momento di pensarci. Doveva prepararsi velocemente.

Così, non appena Caspian fu pronto per partire, corse alle scuderie, dove Destriero era già stato sellato.

“Maestà, siete sicuro di voler andare da solo?” chiese Cornelius.

“Certamente, dottore! Non preoccupatevi per me! Non mi accadrà nulla!”

Lord Cornelius sospirò, consapevole che non avrebbe mai convinto il suo cocciutissimo re a farsi accompagnare dai soldati dell’esercito. Perciò Caspian partì alla volta della Tavola di Pietra. Cavalcò per miglia e miglia in direzione sud-est, seguendo il corso del Grande Fiume e fermandosi solo per far riposare il suo cavallo.

Finalmente, dopo un intero giorno di viaggio, avvistò la Casa di Aslan. Caspian scese da cavallo e si guardò intorno ansioso, ma non vide Aslan da nessuna parte. Perciò condusse Destriero all’interno della struttura, che, dopo la battaglia contro Re Miraz e i Telmarini, era stata ricostruita proprio per volontà sua. Tutto era come prima della battaglia, persino gli antichi graffiti raffiguranti i quattro leggendari sovrani di Narnia al momento del loro insediamento. Erano stati solo un poco rovinati dalla guerra, ma Caspian aveva provato un enorme dispiacere, in quanto era la sola immagine che aveva dei suoi amici e, ovviamente, della regina Susan. Lo sguardo di Caspian si soffermò proprio su di lei, anche se quella raffigurazione non rendeva giustizia alla sua bellezza. Chissà che tipo di regina era stata, chissà se era sempre stata così dolce, chissà se, e questo pensiero gli risultò alquanto fastidioso, quando si trovava a Narnia aveva ricevuto qualche proposta di matrimonio da qualche principe dei regni circostanti…

“Il tuo cuore è in tumulto, giovane re di Narnia!”

La voce maestosa e, nello stesso tempo, molto dolce di Aslan risuonò nell’ambiente. E Caspian si voltò immediatamente: Aslan era proprio ai piedi della Tavola di Pietra. Perciò si affrettò a raggiungerlo e, non appena fu al suo cospetto, si inchinò umilmente.

“Aslan, finalmente! Sono davvero lieto che tu sia tornato!”

“Ne sono lieto anch’io, Maestà. Ma, ti prego, confidami cosa ti angoscia. Sono qui per questo!”

Caspian sollevò il capo e fissò gli occhi chiari ed intensi del grande leone.

“È una regina che mi tormenta…o almeno, il suo pensiero costante!”

“Ed è una regina di Narnia?”

“Sì, ma lei non appartiene al nostro mondo!”

Aslan scosse lievemente la sua criniera: “Comprendo bene a chi corre il tuo pensiero. Ma sai anche che lei non può più tornare a Narnia! Non avrebbe più nulla da imparare qui a Narnia!”

“Ma, Aslan, tu hai creato questo mondo e tutto quello che è accaduto a Narnia è accaduto per volontà tua. Se solo volessi, potresti far tornare la regina Susan qui a Narnia!”

“Perché dovrei farla tornare? Lei, ora, sarà cresciuta ed è molto probabile che si stia dimenticando di te, di me e del tempo trascorso qui, a Narnia!”

Caspian scattò in piedi, spaventato e inorridito da quella terribile possibilità. Susan che si dimenticava di lui…impossibile! Non lei, non la sua Susan!

“No! Non ci credo! Hai sempre detto che quando si è re o regine di Narnia si è re o regine per sempre. E io sono sicuro che lei non abbia dimenticato di essere una regina di Narnia. Una delle migliori regine di Narnia…”

Aslan, pensieroso, si avvicinò di pochi e silenziosissimi passi verso il re e lo guardò gentilmente.

“Dimmi, Caspian X, re di Narnia…perché mai tu vorresti far tornare la regina Susan? Per quale motivo il tuo pensiero corre sempre verso di lei?”

Caspian distolse il suo sguardo da quello indagatore di Aslan. Riusciva a mettergli i brividi, eppure riusciva anche a rendere sicuri e preziosi i suoi più intimi pensieri e sentimenti e a infondergli un coraggio e una fiducia tali che Caspian non aveva mai provato.

“Perché ne sono innamorato!”

Aslan sembrò sorridere e girò attorno a lui, emettendo un verso simile alle fusa di un gatto.

“L’amore è qualcosa di puro e prezioso e quando giunge a noi dobbiamo tenerlo caro! Ma, come ho già detto, non posso far tornare la regina Susan, né suo fratello Peter!”

A quelle parole, gli occhi di Caspian si riempirono di una tale disperazione che sembrò colpire persino il maestoso Aslan.

“Ti prego, mio Signore, Aslan…- esclamò Caspian, prostrandosi nuovamente al suo cospetto-…ti prego con tutto me stesso, fa’ in modo che possa rivederla ancora una volta. Ho bisogno di lei! Sai bene che è così e che farei di tutto per averla ancora qui con me!”

Aslan continuava a guardarlo, stavolta con amorevole comprensione.

“D’accordo, Maestà. Esaudirò la tua preghiera!”

Caspian guardò il grande leone, incredulo e, nello stesso tempo, felice: “Davvero?”

“Certo! Richiamerò lei e i suoi fratelli! Ma tu dovrai accettare una mia condizione!”

“Farò tutto quello che mi chiederai!”

“E sia. Tu dovrai accettare la proposta di re Alastair. Dovrai accettare di sposare sua figlia!”

Era incredibile come poche e semplici parole potessero rendere infelice addirittura un re di Narnia. Perché davvero quelle parole per re Caspian furono insopportabili da accettare. Ma se era la condizione per poter rivedere Susan, allora a lui non restava che accettarla.

“Come desideri, Aslan!” esclamò Caspian, la mascella serrata.

“Hai accettato la mia condizione, nonostante l’amore che provi per la regina Susan. Il tuo desiderio è molto forte!”

“È così. Lo è davvero. Aspetto questo momento da due anni!”

“Se tu continuerai ad avere costanza in amore come in ogni altro aspetto della tua vita, ogni cosa si sistemerà!” esclamò Aslan, solennemente.

“Cosa vuol dire?” chiese Caspian, non riuscendo a capire cosa volesse dire Aslan.

“Tutto a suo tempo, giovane re, tutto a suo tempo. Ora è giunto il momento di richiamare i leggendari sovrani di Narnia!”

Detto questo, il leone ruggì e il suo ruggito scosse cielo e terra, come se volesse raggiungere qualunque punto al di là dello spazio e del tempo.

*****

Caspian tornò al castello, felice per il suo desiderio esaudito, ma afflitto per ciò che gli aveva chiesto Aslan. Il grande leone gli aveva dato anche altre indicazioni. Una volta arrivati a Narnia, i quattro leggendari sovrani sarebbero rimasti sorpresi dal nuovo scorrere del tempo, così Caspian avrebbe spiegato loro il perché di quel cambiamento: uno fra i fratelli Pevensie, attraversando la porta tracciata nell’aria, aveva espresso il desiderio che il tempo a Narnia trascorresse come nell’altro mondo. Aslan non gli aveva spiegato il motivo di quel desiderio, ma Caspian sperava con tutto se stesso che fosse stata Susan a esprimerlo. Magari in un attimo di pura follia aveva sperato di poter tornare a Narnia proprio per rivedere lui. E questo non potè che aumentare il suo desiderio di lei.

Aslan, inoltre, gli aveva consigliato di motivare quel ritorno inaspettato con l’invito dei quattro re al suo matrimonio. Ma con che coraggio Caspian avrebbe potuto invitare Susan alle sue nozze?

Eppure, l’incontro con Aslan lo aveva reso improvvisamente sereno e più determinato che mai, pieno di una notevole fiducia in se stesso.

“Maestà, bentornato!” lo salutarono Tartufello e Briscola, quando fece ritorno al suo castello.

“Grazie!- esclamò Caspian, scendendo da cavallo- Lord Cornelius è nel suo studio?”

“Sì, Maestà!”

“Molto bene!”

Con passo svelto, Caspian salì le scale, entrò nel castello e corse in direzione dello studio del dottor Cornelius, mentre al suo passaggio le guardie scattavano sull’attenti. Arrivato davanti alla porta, bussò energeticamente.

“Avanti!”

“Salve, dottore!” esclamò Caspian, entrando nello studio.

Lord Cornelius si alzò subito in piedi e si inchinò: “Maestà, che sorpresa!”

“Scusate l’intromissione, ma dovrei parlare con voi urgentemente!”

“Ma certamente, Maestà. Il viaggio è andato bene?”

“Sì, benissimo!- rispose Caspian, con fare sbrigativo- Dottore, ricordate la lettera che, appena il mese scorso, mi inviò re Alastair del regno di Archen?”
“La ricordo perfettamente!”

“Credete sia una buona cosa accettare la proposta di sposare sua figlia, la principessa Aisleen?”

Lord Cornelius sembrò sorpreso da quella domanda e Caspian ne comprese bene il motivo: da due anni non faceva che chiedergli informazioni sempre più dettagliate sulla storia dei Pevensie, sul loro regno e le loro imprese. Tutto, ovviamente, per essere più vicino a Susan. Perfino un bambino si sarebbe accorto del suo interesse per lei.

“Avete intenzione di accettare?”

Caspian perse il proprio sguardo da qualche parte fuori dalla finestra e rispose, cercando di sembrare pienamente convinto della sua scelta.

“Sì!”

Il dottore sospirò: “Certo, questo matrimonio porterebbe molti vantaggi. Ultimamente i rapporti con re Alastair non sono più gli stessi. È diventato più irascibile e agitato, proprio come l’attuale re di Calormen. E, considerata anche la relativa vicinanza fra Archen e Calomen, la vostra unione con la principessa Aisleen legherebbe molto di più i nostri due regni, mettendoci al riparo da eventuali alleanze poco favorevoli!”

“Quindi, ne deduco che voi siete favorevole?”

“Se Vostra Maestà è davvero convinto…sì!”
Il problema non era essere convinto o meno. Il problema era che Caspian non aveva scelta, se voleva rivedere Susan.

“Allora, provvedete a scrivere una lettera per re Alastair. Sposerò la principessa Aisleen!”

“Come desiderate, Maestà!”

 

 

Allora, come vi è sembrato? Spero non sia stato caotico! Il prossimo si intitola  “A royal outsider in the night”, ovvero un intruso reale nella notte. Chissà chi sarà l’intruso, ma vi anticipo che sarà un capitolo dedicato a Susan e Caspian!! Ah, qualcuno ha riconosciuto la trama del libro che sta leggendo Caspian all'inizio del capitolo?^_^

Ringraziamenti…

Clacly: sì, lo so che susan è un mito! Pensavo fosse l’unica reazione possibile per lei, considerato che tipo di personaggio è. Comunque, ti ringrazio per la recensione e  spero di aver soddisfatto la tua curiosità!

Junna: grazie per la recensione! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Ah, anch’io adoro Peter! Vorrei un fratello maggiore come lui!! Susan è doppiamente fortunata!! Sigh…

Kia_do87: grazie per la recensione! Spero che il capitolo ti sia piaciuto e ti abbia fatto saltellare come l’altro!^_^

 

A presto!

Kia85

 

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Capitolo 5
*** A royal outsider in the night ***


I’ll come back when you call me

Hello everyone! Allora, nuovo capitolo, ma prima un piccolo avviso. Probabilmente, a un certo punto, Susan e Caspian sembreranno un po’ strani, anzi, out of character. E magari avrete voglia di sistemare per le feste sia loro che la sottoscritta. Ma, please, abbiate pazienza!

 

 

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 5: “A royal outsider in the night”

 

“E questo è quanto!” sospirò Caspian, abbandonandosi sulla poltroncina.

Peter fissava Caspian, sbigottito. Non riusciva a credere a ciò che aveva appena udito.

“Ma come è possibile che Aslan ti abbia chiesto questo?”

Caspian si strinse nelle spalle: “Non ne ho idea, Peter!”

Il Re Supremo fece intrecciare le mani e fissò il pavimento di marmo lucido con un’espressione delle più pensierose.

“Dove si trova adesso Aslan?” chiese dopo qualche minuto.

“È partito di nuovo per uno dei suoi viaggi!”

Peter sbuffò spazientito: “Questo non ci voleva proprio! Avrei voluto parlargli per chiedergli spiegazioni personalmente!”

“Peter, va bene così. Susan e tutti voi siete tornati e non sai quanto ne sia felice. Abbiamo un intero mese da trascorrere insieme, prima delle nozze! Non devi preoccuparti, d’accordo?”

Peter si alzò in piedi: era incredibile! Sia Susan che Caspian non avevano la minima intenzione di combattere per ciò che li legava. Nella visione di Peter non tutto era perduto e per questo il re non riusciva a comprendere la totale apatia dei due amanti separati. Era davvero così debole il loro amore? Ma se i loro sentimenti erano perdurati in quei due anni, forse il loro non era un amore fiacco, bensì uno tra i più puri e sinceri. E Aslan sapeva perfettamente che Susan non avrebbe potuto dimenticare Caspian tanto facilmente.

“Aslan deve aver capito la sincerità e l’intensità dei tuoi sentimenti per Susan. Per questo sono sicuro che andrà tutto bene tra voi. Sì, sono convinto che Aslan abbia un piano ben determinato, altrimenti non ti avrebbe chiesto di accettare questa sua condizione!”

“Lo credi davvero?” chiese Caspian, un po’ meno scoraggiato.

Sembrava che il tono deciso e ottimista di Peter avesse contagiato anche lui.

“Conosco bene Aslan e credo che prima o poi tutto si sistemerà!”

“Se ne sei convinto, allora ti credo.”

“Sì, devi solo avere fiducia in Aslan!”

Già, fidarsi di Aslan era la cosa migliore da fare, per quanto risultasse difficile in quel momento anche per un re come Peter.

*****

Il cielo notturno di Narnia era di una bellezza inestimabile. Le stelle e i pianeti brillavano alti nel cielo e riuscivano a trasmettere una pace interiore che poteva allontanare qualunque pensiero negativo. Per questo motivo Susan era sgattaiolata fuori dal castello, subito dopo cena. Con sé aveva portato  il suo prezioso arco per verificare quanto ancora fosse precisa la sua mira. E tutto sommato, nonostante ci fosse solo la luce degli astri ad illuminare l’ambiente, Susan fu molto soddisfatta della sua ritrovata abilità. Era anche un bel modo per sfogare i suoi turbamenti interiori, le sue pene d’amore, causate da Caspian.

Caspian…lo stesso che stava per sposarsi…con una ragazza bellissima. E aveva anche avuto il coraggio di invitarla.

Coraggio o…sfacciataggine?

Oh, che sciocca! Come poteva avere un’opinione tanto bassa di lui? Lui, Caspian, il suo re, il coraggioso cavaliere che le aveva salvato la vita, il giovane che le rivolgeva quel suo sguardo pieno di calore e amore, con cui era riuscito a far sciogliere il suo cuore.

Possibile che in lui non ci fosse più alcun sentimento per lei?

Purtroppo sì, possibilissimo. Dopotutto anche Caspian era un uomo con passioni e desideri.  E la lontananza, unita alla convinzione che lei non potesse più tornare, aveva sicuramente fatto affievolire i suoi sentimenti, fino a farli sparire del tutto. Neanche il calore del suo abbraccio e il suo sorriso mozzafiato di qualche ora prima avevano potuto convincerla del contrario.

Susan si pentì di essere uscita all’aperto: quell’atmosfera le aveva fatto nascere troppi pensieri per la testa. Ma, anche se non era convinta di riuscire a dormire, la regina tornò nel castello.

Quando giunse davanti alla sua porta, vide che questa era appena socchiusa. Susan rimase ferma e ansiosa proprio di fronte all’entrata: sicuramente qualcuno era entrato in camera sua, ma dall’interno non proveniva alcuna luce. Così Susan appoggiò una freccia sull’arco e, facendosi coraggio, entrò. Si mosse silenziosa, con passo felino, e finalmente intravide una sagoma umana affacciata al balcone della sua camera. Il viso di quello che sembrava un uomo era rivolto verso il basso e si muoveva lentamente da sinistra a destra, come se stesse cercando qualcosa al di fuori del castello. Sempre con molta cautela, anche perché la stanza era immersa nel buio, la giovane Pevensie si avvicinò fino a quando non fu proprio dietro di lui e appoggiò la punta della freccia sulla sua schiena.

“Chi sei?” chiese, ansiosa.

L’uomo sobbalzò e si voltò verso di lei: “Susan!”

“Caspian?” balbettò lei, incredula.

“Sì!”

Ora che Caspian era rivolto verso di lei e gli astri illuminavano con il loro bagliore argenteo il suo viso perfetto e bellissimo, Susan si calmò e abbassò il suo arco, perché ogni volta che era accanto a lui sapeva che non poteva accaderle nulla di spiacevole.

“Che cosa ci fai qui a quest’ora della notte?” domandò sorpresa.

“Sono venuto a cercarti per parlare un po’ con te, ma tu non c’eri. Devo dire che stavo cominciando a preoccuparmi. Dove sei andata?” esclamò lui, il cui sguardo cadde proprio sull’arco della ragazza.

Susan tornò all’interno della camera e posò il suo arco sulla scrivania: “A fare una passeggiata e ad esercitarmi con l’arco!”

Caspian la seguì, immergendosi nel buio della stanza, e non potè fare a meno di notare quanto stesse bene con quel vestito narniano. Il vestito era bordeaux, con una striscia color oro sul petto che si estendeva lungo tutta la gonna. Le maniche si allargavano all’altezza del gomito, lasciando scoperti gli esili avambracci, dalla pelle bianchissima, e sul petto si incrociavano dei laccetti rosso scuro.

“A quest’ora?”

“Beh, sì. Anche se mi fossi messa a letto, non sarei riuscita a dormire. Quindi, tanto valeva approfittare di un po’ di tempo a mia completa disposizione.- spiegò Susan, rivolgendogli poi uno sguardo di sottecchi-Ho forse infranto qualche regola del castello?”

“Certo che no! Solo…mi sono un po’ preoccupato per te!” aggiunse lui, lievemente imbarazzato.

Se solo ci fosse stata la luce del giorno, Susan si sarebbe sicuramente accorta di quanto fosse arrossito.

“Gentile da parte tua! Piuttosto, qual’era l’argomento tanto urgente che ti ha spinto a violare l’intimità della mia camera nel bel mezzo della notte?” chiese Susan, così vicina a lui che Caspian poteva vedere ogni singolo riflesso argenteo sui suoi capelli lisci.

La domanda di Susan e la sua incredibile vicinanza lo imbarazzarono non poco, ma Caspian rispose compostamente: “Non lo immagini?”

Susan ridacchiò e si sedette su una comoda poltroncina.

“Oh, sì, sì, lo immagino benissimo! E mi chiedo come mai tu voglia parlare proprio con me del tuo matrimonio!”

Caspian si inginocchiò ai suoi piedi: “Volevo solo essere sicuro che avessi preso bene questa notizia!”

“Io non capisco. Perché mai dovrei avere dei problemi con questa tua decisione?”

Caspian rimase turbato dal comportamento di Susan. Sembrava così diversa dal solito, lontana dalla dolcissima regina che gli aveva stregato anima e corpo; sembrava quasi che non le importasse più nulla di lui. Eppure Peter aveva detto che era preoccupato anche lui per la sua reazione.

“Beh…- iniziò il re, senza sapere bene cosa dire con esattezza-…per quello che è successo tra noi prima che tu tornassi nel tuo mondo.”

“Intendi forse qualche rapido scambio di sguardi e un bacio?”

Certo, detto in quel modo sembrava davvero che non fosse successo poi molto, ma per lui anche quel poco che era successo era di inestimabile valore.

“S-sì!”

“Oh, suvvia, Caspian. Te l’ho già detto prima di partire. Non poteva funzionare tra di noi e non certo perché avessi 1300 anni più di te. Ma perché questo non è il mio mondo, è il tuo. Io appartengo alla mia Inghilterra.”

Caspian si allontanò da lei, alzandosi in piedi e chinando il capo per non farle notare la sua espressione delusa.

“Questo vuol dire che non sei felice di essere di nuovo qui?”

Anche Susan si alzò in piedi, preoccupata, e appoggiò una mano sul suo braccio; e proprio in quel punto sembrò che la sua mano e il braccio di Caspian avessero preso fuoco.

“Al contrario, ne sono molto felice perché non me lo aspettavo proprio. Forse due anni fa ero davvero innamorata di te, ma ero anche certa che non sarei mai tornata a Narnia e che non  ti avrei più visto; per questo ho sempre evitato di pensare a te; anzi, a dire la verità, speravo di dimenticarmi di te. Dopotutto era meglio che continuare a soffrire inutilmente. E ,finalmente, a un certo punto mi sono resa conto che pensarti era sempre meno doloroso e che quello che provavo per te era totalmente svanito nel nulla. Questo non vuol dire che tu mi sia indifferente, adesso. Io ti considero semplicemente il mio più caro amico, a cui devo ancora la vita. Ma niente di più. Quindi non ti devi preoccupare per me. Sono, anzi, felice che tu stia per sposarti.”

Caspian si sentì improvvisamente svuotato. Se anche ci fosse stata una piccolissima possibilità per loro, adesso Susan l’aveva spazzata via con quelle parole, dette sì con tono gentile, ma, nello stesso tempo, crudeli: era come se Susan gli avesse trafitto il cuore con le frecce dalle piume rosse della sua faretra.

Ora che lei non provava più lo stesso affetto che li aveva avvicinati due anni prima, era totalmente inutile soffrire ancora per Susan. E, soprattutto, non avrebbe dovuto in alcun modo farle intuire ciò che ancora legava il suo cuore a lei.

“Oh, meglio così allora. In effetti, ero abbastanza preoccupato che la notizia avesse sconvolto la mia cara amica. Ma noto con piacere che stai molto bene, quindi ora sono decisamente più tranquillo!- esclamò lui, con un sorriso imbarazzato, ma anche alquanto altezzoso- Immagino che anche tu avrai conosciuto qualche, ecco, tuo coetaneo che…”

“Che?”

“Beh, che ti abbia aiutato a non soffrire più!”

Susan gli rivolse uno sguardo decisamente sconvolto. Perché ora si stava comportando così? Da quando Caspian era diventato il tipo d’uomo che poneva domande sconvenienti a una fanciulla del tutto rispettabile come lei?

“Ma sì, naturalmente! Da quando sono entrata al college, Peter mi ha presentato molti suoi amici. Sono davvero uno più simpatico dell’altro!” mentì lei, ignorando i rimproveri che questa volta venivano dal cuore e dalla mente.

“Certo, capisco! E ti sei…innamorata?”

Susan, sempre più confusa dall’atteggiamento di Caspian, si passò una mano tra i capelli, sorridendo nervosamente.

“No, ma potrei anche farlo. L’ultimo ragazzo che mi ha presentato Peter è carino e assai gentile. E sembra molto interessato a me!”

“Bene, sono davvero felice per te!”

“Grazie!”

Dopodiché nella camera calò un silenzio decisamente imbarazzante. Caspian, lo sguardo rivolto verso la porta semiaperta, era totalmente immerso nelle sue riflessioni, mentre Susan cercava di capire a cosa stesse pensando. Lui fissava la porta, ma non sembrava voler andar via.

“Volevi dirmi qualcos’ altro, Caspian?” chiese a un certo punto lei.

In effetti lui stava cercando disperatamente un argomento di cui parlare, perché non voleva lasciarla. Anche se lei gli aveva detto cose terribili, era pur sempre la sua Susan, la regina che lui amava. E dopo due anni di lontananza Caspian voleva restarle accanto il più possibile.

Così quando lei gli rivolse quella domanda, Caspian sorrise: probabilmente aveva appena fatto la figura dell’idiota!

“Oh, no…cioè, sì!” ammise lui.

“Cosa?”

“Sai, questa era la mia camera, quando c’era ancora mio zio!”

“Davvero?”

Caspian ridacchiò, notando l’espressione imbarazzata di Susan: “Sì!”

“E perché l’avresti data a me?”

“Ci tenevo molto che l’avessi tu. E, a questo proposito, guarda un po’ cosa c’è qui!”

Caspian le afferrò la mano e la condusse velocemente verso l’armadio più piccolo di fronte al letto. Quel gesto la sorprese notevolmente e Susan si sentì imporporare le guance, imbarazzata.

“Guarda!” disse Caspian, spalancando le ante dell’armadio.

Susan si accostò di più al re e sbirciò dentro l’armadio. Caspian aveva aperto una porta nel fondo dell’armadio: questo rivelava l’ingresso di un passaggio segreto, non particolarmente stretto, che spariva giù, verso il basso.

“Un passaggio segreto?”

“Proprio così! È grazie a questo che mi sono salvato la notte in cui Lord Cornelius mi ha aiutato a scappare!”

Susan si voltò a guardarlo, divertita: “Allora, è un passaggio davvero prezioso. Ti ringrazio per avermelo fatto notare!”

“Di niente. Sappi, che puoi usarlo ogni volta che vuoi. Conduce alle scuderie!” esclamò Caspian, chiudendo le ante dell’armadio.

“Ne farò buon uso, te lo garantisco!”

“Lo so bene! Mi fido di te, Susan!”

Susan gli sorrise e Caspian sentì il cuore balzargli in gola e il suo animo agitarsi: se continuava così, Susan non avrebbe impiegato molto tempo a capire quanto profondi e sinceri fossero ancora i suoi sentimenti per lei.

“Ora devo andare! Ti ho importunata troppo a lungo e me ne rammarico!”

“Niente affatto! È stato un gesto molto gentile da parte tua e la nostra chiacchierata è stata molto interessante!”

“Sì, è davvero così!”

Caspian si avviò verso la porta e la aprì. Poi, improvvisamente, si voltò nuovamente verso Susan.

“Susan?”

“Sì?” disse lei, avvicinandosi alla porta.

“Stavo pensando di organizzare un ballo per festeggiare il vostro ritorno. Cosa ne pensi?”

“Trovo che sia un’idea fantastica!- rispose lei, entusiasta- Noi adoriamo i balli di Narnia!”

“Magnifico! Allora, credo proprio che dovrò invitare anche i sovrani di Archen, i genitori della principessa Aisleen. È giusto che vi conoscano!”

“Oh…ma certamente! È giusto così!”

“Allora, buonanotte, Susan!”

“Buonanotte a te, Caspian!”

E, detto questo, Susan chiuse la porta della camera e vi appoggiò la fronte, stravolta. Per tutto il tempo in cui Caspian era stato con lei, nella sua camera, Susan aveva costantemente percepito una morsa alla bocca dello stomaco. E il modo in cui lui si era comportato con lei, così ambiguo, a tratti adorabile, a tratti irritante…la stava sfinendo. Ma perché Caspian li aveva richiamati tutti e quattro a Narnia? Voleva davvero solo invitarli al suo matrimonio con la perfezione fatta persona?

E lei, per tutta risposta, si era comportata come una vera, stupidissima civetta, comportamento che non le si addiceva per nulla.

Dannazione! Adesso sicuramente non sarebbe più riuscita a dormire. Dannato Caspian! E dannato il suo cuore così follemente innamorato!

 

 

 

Essendo questo il primo capitolo veramente suspian, mi piacerebbe sapere come è venuto! Nel prossimo, ovvero “Without choice”, ci sarà il ballo, come in ogni fan fiction che si rispetti! Ah, a proposito del quiz dello scorso capitolo, era ovviamente Orgoglio e Pregiudizio. Non ho potuto fare a meno di questo piccolo omaggio a questa grandissima scrittrice! ^_^

Ringraziamenti…

Junna: grazie per la recensione. Spero tu non desideri ancora la morte di Caspian dopo questo capitolo! Ma, come già detto nel capitolo, dobbiamo tutti fidarci di Aslan! Comunque, spero tu sia riuscita a trovare il dvd!

AlexiaLil: grazie per la recensione. Spero tanto che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Clacly: grazie per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento!

Kia_do87: sì, sì, è orgoglio e pregiudizio. Brava! Ti ringrazio per la recensione e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Non temere, sono sicura che Aslan ha un piano ben preciso in testa!

Rubs: beata te che hai un fratello come Peter! Io ho una sorella più piccola di me! Ma sono contenta lo stesso. È molto importante per me! Comunque, grazie per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

 

A presto!

Kia85

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Without choice ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 6: “Without choice”

 

Sua Maestà, Re Caspian entrò nella sala da ballo. Era addobbata a festa, come richiedeva una tale occasione, ovvero il ritorno dei quattro leggendari sovrani di Narnia. La sala era immensa e le pareti erano di un colore che, grazie alle luci calde e tremolanti dei candelieri appesi, ricordava l’oro. Negli angoli erano state deposte piante verdi e rigogliose e nella parte più alta delle pareti erano appese semplici composizioni floreali di gelsomino e violette che con la loro tenue fragranza profumano tutto l’ambiente. Caspian si era assicurato personalmente che tutto fosse perfetto quella sera. E tutto sommato ne era valsa la pena: tutti i suoi invitati, nobili dei regni circostanti, sembravano estasiati da un tale splendore. Ora mancavano soltanto i suoi illustri ospiti.

La principessa Aisleen, appena annunciata, entrò nella sala, raggiante come sempre, e subito raggiunse Caspian: il suo vestito era di tessuto broccato rosso con una scollatura quadrata, decorata da merletto dorato, e maniche a palloncino, alle quali erano allacciate maniche di velluto che andavano stringendosi verso i polsi. Sulle spalle e sulla vita alta erano state applicate delle passamanerie nere con una striscia dorata in mezzo.

“Maestà…- disse la principessa, inchinandosi-…mi congratulo con voi per come avete organizzato la serata. Questa sala è uno splendore!”

Caspian sorrise e le si avvicinò, aiutandola ad alzarsi, dopo un delicato baciamano: “Graziosa Altezza Reale, voi siete uno splendore, questa sera come le altre, naturalmente!”

“Sua Maestà sa essere un grande adulatore!” esclamò lei, sorridendo divertita.

In quel preciso momento, i due vennero raggiunti dai genitori della principessa: re Alastair e la regina Sybil. Il padre della principessa era un uomo non particolarmente alto, dalla corporatura robusta e lo sguardo color miele sempre un po’ accigliato: i capelli, una volta neri come il carbone, erano ora colorati dall’argento della vecchiaia e la barba folta gli ricopriva i contorni del viso. La regina era una donna molto bella, non alta, ma slanciata. Gli occhi erano turchesi e i capelli biondo cenere erano raccolti in un’elegante acconciatura.

“Vostra Maestà! Siamo onorati di essere qui, in questa meravigliosa serata!” esclamò re Alastair, con un inchino.

Caspian ricambiò l’inchino rispettosamente: “L’onore è tutto mio, Maestà! Sapete bene quanto mi renda felice il mio prossimo matrimonio con vostra figlia!

“Dunque, è questo il motivo per cui avete organizzato questo ballo?”

“Mi rincresce deludervi, sire. Ma il motivo è un altro!”

Il disappunto di re Alastair  per quella risposta si fece ampio spazio sul suo viso: “Sarebbe a dire?”

“Siamo tutti qui riuniti per festeggiare il ritorno dei quatto leggendari sovrani di Narnia!”

“I leggendari sovrani?” ripetè la regina Sybil, incredula.

“E’ così, milady. I re Peter ed Edmund e le regine Susan e Lucy, che tanto hanno dato al nostro regno, sono tornati per volontà mia e del grande Aslan.

“Quand’è così, non possiamo che esserne tutti lieti!” disse, infine, re Alastair.

Aisleen appoggiò una mano sul braccio del padre e gli sorrise: “Caro padre, Sua Maestà ha avuto un’ottima idea per festeggiare il loro ritorno. Noi tutti dobbiamo molto ai leggendari sovrani.

“E quando potremo conoscere le Reali Maestà?” chiese la regina Sybil.

“Al più presto! Tra qualche minuto verranno annunciati!”

E, infatti, il gran ciambellano di corte annunciò: “Sua Maestà, Re Peter, il Magnifico! Sua Maestà, Re Edmund, il Giusto! Sua Maestà, la Regina Susan, la Gentile! Sua Maestà, la Regina Lucy, la Valorosa!”

Finalmente i quattro sovrani, venuti dall’altro mondo, fecero la loro entrata nella grande sala uno accanto all’altro, vestiti come richiedeva un ballo di tale importanza. Ma, fra l’eleganza in fiore della regina Lucy, il portamento regale di re Peter e l’umile atteggiamento di re Edmund, brillava, fulgida come la stella più luminosa del firmamento, la regina Susan, in uno splendore tale che toglieva il fiato a chiunque, primo fra tutti, Sua Maestà, re Caspian. Il suo vestito, di una squisita fattura, era color del cielo, con fili argentati e rosati che decoravano la stoffa fino all’orlo e le spalle erano coperte da una mantellina di seta d’argento, lo stesso tessuto di cui erano costituiti i guanti che le arrivavano fino al gomito. I capelli sciolti, lunghi e appena mossi le sfioravano la schiena proprio a metà e sul capo risplendeva la fine coroncina dai fiorellini dorati che la rendeva Regina di Narnia.

I quattro fratelli Pevensie raggiunsero Caspian e si inchinarono di fronte a lui, come il protocollo di corte prevedeva in queste occasioni.   

“Maestà, è un onore e un piacere essere di nuovo qui, con la meravigliosa gente di Narnia!” affermò Peter, parlando a nome di tutti.

Caspian stava tentando di tutto per non portare così frequentemente lo sguardo sulla regina Susan. Ma era troppo complicato. Sembrava che Susan fosse diventata una specie di calamita per i suoi occhi e qualcosa che gli rendesse difficile la respirazione.

“Vi assicuro, Maestà, che l’onore e il piacere di noi Narniani è ricambiato!” disse Caspian, costringendosi a guardare Peter.

“Maestà, la sala è magnifica!” intervenne Lucy, estasiata.

“La mia cara sorellina ha perfettamente ragione!- affermò Susan, sorridendo in direzione di Caspian- Lo splendore di questa sala toglie il fiato!”

Con più decisione e senza neanche rendersene conto, Caspian incrociò lo sguardo di Susan ed esclamò estremamente serio: “E’ così, toglie il fiato!”

Improvvisamente Susan provò una stretta al cuore e appoggiò una mano all’altezza del diaframma: la sala divenne troppo stretta, il respiro le si fermò in gola, il caldo la sopraffece tutto ad un tratto e le gote si tinsero di rosso, tutto per colpa dello sguardo e delle parole così semplici di Caspian. Cosa avevano di speciale quegli occhi color ebano per farla sentire così?

Caspian si accorse di aver messo in imbarazzo Susan e si maledì. Così pensò a come uscire da quella situazione disagevole.

“Bene, e ora, che inizino le danze!”

******

Caspian, seduto sul suo trono, sospirò, appoggiando il mento sul palmo della mano. Il ballo sembrava divertire tutti, meno che lui. Re Alastair continuava stranamente a scrutarlo, quasi volesse tenere d’occhio ogni sua mossa. Così lui si sentiva costretto a dedicare ogni sua attenzione alla principessa Aisleen, perdendo spesso di vista la regina Susan; avrebbe tanto voluto danzare con lei, almeno una volta sola, per stringerla ancora fra le sue braccia. Ma i suoi balli, fino ad allora, lo avevano affiancato alla principessa Aisleen. Solo da qualche minuto era riuscito a liberarsi e a riposare con tranquillità sul suo trono: la principessa stava, ora, danzando con re Edmund.

“Tutto bene, Caspian?”

Peter si era appena seduto accanto a lui: erano state disposte, infatti, accanto al trono di Caspian, altri quattro troni più modesti per i fratelli Pevensie.

“Sì…” rispose Caspian, poco convinto.

“Siamo sicuri? È da un po’ che ti osservo e ho come l’impressione che qualcosa di tormenti! Credo anche di sapere cosa, pardon, chi ti tormenti!

“Molto bene!- sbottò Caspian- E hai qualche consiglio da darmi?”

Peter sospirò e sorrise:”Prima di darti consigli, dovresti prima confidarmi qual è esattamente il tuo problema!”

Il re ridacchiò: sì, effettivamente Peter aveva ragione.

“Ad essere sinceri, non so bene cosa mi tormenti! E ormai non so più da quanto tempo mi sento così!” iniziò Caspian, lo sguardo sempre puntato su Susan.

Peter lo studiò a fondo e quel suo sguardo perso e fisso su sua sorella rispecchiava tutto l’amore che Caspian provava per lei.

“Lo sai, Peter…-continuò Caspian-…la sera in cui siete arrivati, sono andato in camera sua a trovarla!”

Peter sbattè le palpebre, incredulo: “In che senso…a trovarla?”

“Sono andato da lei per parlare un po’ e assicurarmi che stesse bene dopo la notizia del mio matrimonio!”

“Ah…- sospirò Peter, più sollevato-…in quel senso!”

“Sì. Cos’altro avrei potuto fare?” chiese Caspian, la cui espressione era l’ingenuità personificata.

“No, hai ragione. Nient’altro!- esclamò Peter, sorridendo fra sé- E, allora, avete parlato?

“Sì. Io le ho spiegato il motivo della mia visita improvvisa e lei mi ha fatto capire che non prova nient’altro che semplice affetto per me! Insomma, non è innamorata!”

Peter gli rivolse un sguardo vagamente interessato: “Ma davvero? Ha detto proprio così?”

“Certo è quello che ho udito io. Ma non dovresti esserne sorpreso, visto che quel che è successo è accaduto anche per causa tua!” esclamò Caspian, riportando lo sguardo alquanto infastidito su di lui.

Peter inarcò le sopracciglia, sorpreso: “Scusa? Colpa mia? Si può sapere cosa mai avrei fatto?”

“Non sei stato forse tu a presentarle i tuoi amici per far sì che si dimenticasse di me?” ribattè Caspian, prendendo in contropiede il Re Supremo.

Peter sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Ora sì che tornava tutto! E, ovviamente, Susan non si smentiva mai!

“Sì, in effetti, le ho presentato qualche amico. Ma l’ho fatto solo per farla distrarre un po’. Ero molto preoccupato per lei. Se ne stava sempre da sola e, anche se ogni tanto rideva insieme a noi, non era più la stessa. Ero perfettamente a conoscenza di ciò che provava per te e, sapendo anche che non saremmo più tornati a Narnia, ho cercato un modo per risollevarle il morale! Puoi biasimarmi se ho cercato di aiutare una sorella che soffriva per amore?

Caspian esitò a rispondere: tutto sommato Peter aveva ragione.

“No, certo che no. Ma, allora, questo vuol dire che ha pensato un po’ a me?

Peter ridacchiò: “Solo un po’?! Dai suoi occhi si poteva intuire che c’eri solo tu nei suoi pensieri!

Caspian, a quelle parole, sembrò disorientato: la situazione era strana, i conti non tornavano.

“Ma lei mi ha detto che ha sempre evitato di pensare a me per non soffrire. E ha aggiunto che potrebbe innamorarsi dell’ultimo ragazzo che le hai presentato.

Peter fissò prima Caspian, poi sua sorella Susan intenta a parlottare con Lucy. Che cosa stava combinando Susan? Perché aveva mentito a Caspian? Non era assolutamente vero che avesse evitato di pensare a lui e sicuramente Susan non si stava innamorando di John, considerato il modo con cui lo aveva respinto.

“Senti, Caspian, io non so cosa abbia in mente Susan. A questo punto, io non posso più dire né fare niente. Tocca a te provare a parlare con lei e capire cosa le stia succedendo. E credo che un buon inizio sia invitarla a danzare con te nel prossimo ballo!

“Come se potessi. –sospirò Caspian- Se al più presto non invito ancora la principessa Aisleen, ho come l’impressione che suo padre mi sbranerà!

Peter gli sorrise, malizioso, e si alzò in piedi, sistemandosi il mantello sulle spalle: “Ma come potrebbe danzare con te se la invitassi prima io?”

“Lo faresti davvero?” chiese Caspian, raggiante.

“Oh, sì, direi proprio di sì!”

“Ti ringrazio!”

Fu così che re Peter si avvicinò alla principessa Aisleen, che stava ringraziando Edmund per il ballo, e si intromise nella conversazione.

Perdonami, fratello, vorrei conferire con Sua Altezza!”

“Certamente, Peter. È tutta per te!”

Edmund si allontanò e Peter rivolse un gran sorriso alla principessa, che quella sera era veramente più bella del solito.

“Di cosa avevate bisogno, Maestà?” chiese la principessa.

“Vi prego, Graziosa Altezza, chiamatemi solo Peter, d’accordo?”

“Ma, Maestà, è davvero possibile? Voglio dire…voi siete il Re Supremo e io sono solo una principessa!

“Oh, certo sarebbe sconveniente agli occhi, pardon, alle orecchie di un perfetto sconosciuto. Vorrà dire che mi chiamerete Peter solo in occasioni informali!

Aisleen sorrise: “D’accordo!”

“E ora, posso chiedervi l’onore di concedermi questo ballo?”

Aisleen arrossì lievemente, mentre Peter le prese una mano.

“Certamente…- disse lei, in un sussurro-…Peter!”

Peter, divertito, la condusse al centro della sala e cominciarono a danzare.

Con un sospiro, Susan fissò suo fratello danzare con Aisleen: lo conosceva abbastanza bene da capire che lei gli piaceva molto. E se da una parte questo le dava grande gioia in quanto non aveva mai visto Peter così coinvolto da una ragazza, dall’altra era sicura che, ben presto, Peter avrebbe condiviso la sua sofferenza, perchè, purtroppo per lui e per se stessa, Aisleen era destinata a Caspian.

“Vostra Maestà?”

Una voce maschile la destò dai suoi pensieri tristi e Susan si voltò, ritrovandosi di fronte a un ragazzo più o meno della sua età, i cui tratti somatici e i vestiti le fecero subito ricordare l’esotica terra di Calormen.

“Sì?”

Il giovane si inchinò rispettosamente: “Mi chiamo Jervis, sono il principe di Calormen, figlio di re Basil!”

Il principe Jervis era un giovane uomo alto poco più di lei: la pelle era di un affascinante color ambra e i lati del viso erano spruzzati da una fine e scura barba; i capelli corvini erano raccolti in un piccolo codino e gli occhi erano di un nero pece inquietante.

“E’ un piacere fare la vostra conoscenza, Altezza Reale!”

“Il piacere, ve lo assicuro, è tutto mio!” disse lui, il cui sguardo conteneva un pizzico di malizia.

“Desideravate qualcosa da me, principe Jervis?”

“A dire il vero, sì. Spero di non sembrarvi avventato, ma mi chiedevo se potevate concedermi il prossimo ballo!

Susan esitò un secondo, fissando la mano che lui le stava porgendo. E, per un istante, all’immagine del principe Jervis si sovrappose quella di Caspian, mentre le rivolgeva un inchino e il suo sguardo pieno d’ardore. Susan sentì le gote prendere fuoco per quel desiderio che aveva di ballare con il re, ma scosse lievemente il capo e riuscì a riprendersi un po’.

“Certamente!”

Detto questo, Susan porse la sua mano al giovane cavaliere di fronte a lei e, con sua grande sorpresa, questa non si appoggiò sulla mano del principe, bensì su quella di re Caspian.

“Caspian?”

“Perdonatemi, Maestà, se mi intrometto così bruscamente nella discussione, ma temo che questo non sia possibile!” esclamò Caspian, stringendole delicatamente la mano e rivolgendole un sorriso furbesco.

“Per quale motivo, se non oso troppo?” domandò Jervis.

“Altezza, dovete sapere che la nostra gentile regina Susan ha già promesso di danzare con me!”

“Davvero?” chiesero Susan e Jervis, all’unisono.

Caspian sorrise, con disinvoltura: “Oh, Maestà! Amate sempre scherzare, vero? Non vi ricordate della vostra promessa?”

Susan, incerta, non seppe che rispondere: “Ecco…io…

“Maestà, io non credo che la regina Susan desideri ballare con voi!” commentò Jervis, lo sguardo posato sulla regina.

“Io credo, invece, che sia proprio così, non è forse vero, Maestà?”

Susan fissò l’espressione maliziosa di Caspian e il suo cuore palpitante non riuscì a resistergli.

“Perdonatemi, Altezza, ma ho dimenticato la promessa che avevo fatto a Sua Maestà. Mi vedo costretta, quindi, a declinare il vostro gentile invito e porgervi le mie scuse. Devo proprio ballare con Sua Maestà! Non si dica mai che la regina Susan non mantiene le sue promesse!” disse Susan, riuscendo a sembrare più convincente che mai.

“Quand’è così, allora, non posso che farmi da parte! Sarà per un’altra volta, Maestà!”

“Con molto piacere!” esclamò Susan, mentre il principe le rivolgeva un inchino.

Finalmente, Jervis si allontanò e Caspian condusse Susan nel centro della sala, cominciando a danzare insieme a lei. Averla fra le sue braccia, come desiderava da tanto tempo, era un piccolo, delizioso sogno che diveniva realtà. Ma Susan non riusciva a smettere di guardarlo come se avesse fatto qualcosa di assolutamente inconcepibile per un sovrano. E Caspian la fissava, divertito, ma nello stesso tempo adorante.

“Lo so. – sospirò lui- È decisamente disdicevole che un sovrano di Narnia menta ad altre Altezze Reali. È questo che vorresti rimproverami, vero?

“Sì, direi di sì! E più spiacevole di tutto è il fatto che hai costretto anche me a mentire!” sbottò Susan, portando lo sguardo altrove.

Era vero che lei desiderava danzare con lui, ma era anche scorretto mentire alle persone come avevano appena fatto lei e Caspian.

“Su questo non sono d’accordo. Io non ti affatto costretta a mentire!”

“Oh, mi hai costretta eccome, invece! Ho dovuto mentire per salvarti!”

“Salvarmi?”

“Sì, certamente! Non potevo certo farti sembrare un bugiardo agli occhi di un’Altezza Reale! Dopotutto sei l’attuale re di Narnia! Così ho pensato che fosse meglio far passare la sottoscritta per una semplice smemorata. Mi auguro solo che il mio sacrificio sia servito e che il principe Jervis non abbia capito la grande menzogna che gli abbiamo rivolto!

“Sono sicuro che non l’ha capito!”

“Può essere, ma chissà che idea si sarà fatto di me il principe Jervis, adesso! Una sciocca e smemorata regina che non ricorda la promessa di un ballo fatta a un re!

Caspian le rivolse uno sguardo di pura gelosia: “Certo! Avrei dovuto capirlo subito, considerato che stavi accettando il suo invito!

“Cosa avresti dovuto capire?”

“Che avresti preferito ballare con lui!”

“Non ho detto questo! E non cambiare argomento!” lo rimproverò lei, rivolgendogli uno sguardo altezzoso, e Caspian non potè trattenere un sorriso, dimenticando per un momento la gelosia per quel piccolo, sciocco principe.

Era alquanto strano, ma a Caspian piaceva vedere in Susan quell’atteggiamento un tantino severo. Le conferiva un’aria così regale, che la rendeva così adatta a un re come lui.

“Allora, perché ti interessa tanto quello che pensa quel principe?”

“La questione non è tanto quello che pensa lui di me, quanto l’ immagine che diamo agli altri regni della sottoscritta! Sono stata una regina di Narnia nella sua età d’oro e, in quanto tale, non mi posso permettere atteggiamenti così sconvenienti!

“Sì, scusa! Hai perfettamente ragione!”

“Grazie!- disse Susan, più rilassata- Inoltre, devi sapere che…ho avuto dei problemi con i Calormeniani quando ero regina di Narnia!”

Caspian rise, divertito: “Che genere di problemi avrà mai avuto la gentile regina Susan con i Calormeniani?”

“Ecco, durante la nostra reggenza, ci fu un principe di Calormen, si chiamava Rabadash. Lui aveva chiesto la mia mano e all’inizio avevo accettato, perché era gentile e talmente umile! Così Edmund ed io andammo a Calormen e lì vidi il principe Rabadash per come era veramente: un essere sanguinario, crudele, orgoglioso, dedito alla lussuria e un tiranno dei più presuntuosi!

“Ah, adesso ricordo. Lord Cornelius mi ha raccontato quella storia, omettendone però il motivo. Allora è per colpa tua che ci fu quella battaglia al castello di Archen?!

“Beh, colpa…come potevo accettare di sposare quell’essere ignobile e rovinare per sempre la mia vita?”

“Ti porgo le mie scuse, Susan, ma, sono davvero felice che tu non abbia sposato quel principe!”

Susan gli rivolse uno sguardo perplesso e Caspian si sentì arrossire appena sulla guance.

“Perché mai?”

“Perché se l‘avessi sposato, probabilmente non ti avrei mai incontrata!”

Quelle parole, pronunciate con una sincerità assoluta, fecero palpitare il giovane cuore della regina che distolse lo sguardo da quello di Caspian, divenuto improvvisamente troppo pesante. E, come pochi minuti prima, Susan si sentì mancare l’aria. Caspian se ne accorse e pensò a come toglierla da quella situazione di disagio.

“A proposito di matrimonio, non ti ho ancora chiesto cosa ne pensi di Aisleen!”

Improvvisamente, Susan riprese a respirare e si ridestò. Non doveva fargli notare quanto certe sue parole o sguardi la mettessero in imbarazzo.

“E’ una principessa adorabile, dolce e simpatica; inoltre è davvero molto bella. Insomma, non mi stupisce che tu ti sia innamorato di lei. Possiede tutte le qualità che un uomo apprezza in una donna!

“Tu credi che sia innamorato di lei?”

Come faceva a non accorgersi che lo sguardo che riservava a lei era così diverso da quello che rivolgeva alla principessa Aisleen e a qualunque altra donna?

“Sì, naturalmente. Altrimenti, perché mai la vorresti sposare?

L’espressione di Caspian si rabbuiò improvvisamente: “Potrebbe esserci anche un altro motivo, dietro a questo matrimonio!”

“E quale sarebbe questo motivo?”

“Per esempio, il non aver altra scelta!”

Susan lo guardò, perplessa: “Nel senso che qualcuno ti sta costringendo a sposarti? Ma perché mai?”

Ecco, adesso cosa le rispondeva? Si era cacciato proprio in una brutta situazione e Caspian divenne più ansioso che mai.

“Non…non sono tenuto a dirtelo.”

“Scusa, ma non puoi dirmi certe cose e poi lasciarmi così, senza darmi alcuna spiegazione!”

“Sai, sono un po’ deluso! Pensavo che tu potessi capirlo! Hai sempre avuto un ottimo spirito di osservazione. Ma, evidentemente, anche questo è sparito in questi due anni, come il tuo amore per me! Non pensavo fossi una persona così…”

“Così come, Caspian? Finisci pure la frase!”

“Così…superficiale!”

Susan indietreggiò improvvisamente di un paio di passi, sfuggendo alle braccia di Caspian. Sul suo viso si dipinse un’aria estremamente disgustata.

“Ma chi ti credi di essere? Sei re da un paio d’anni e osi rivolgerti a me in questo modo?! Lasciami in pace!”

E, così dicendo, Susan girò sui tacchi e lo abbandonò in mezzo alla sala.

Il ballo finì proprio in quel momento e Peter, così vicino a loro, aveva assistito all’esibizione di Susan e Caspian. Così sospirò sconsolato ed, essendo l’unico ad aver udito ogni più piccolo dettaglio di quella discussione, decise che doveva assolutamente andare a vedere come stava Susan, visto che aveva tutte le ragioni del mondo per arrabbiarsi! Caspian si era lasciato scappare che qualcuno lo stava costringendo a sposarsi con Aisleen e, ovviamente, Susan aveva chiesto maggiori delucidazioni, che lui non aveva voluto darle. E per di più l’aveva anche insultata! Un comportamento del genere non era certo adatto a un re. Ma Peter riuscì a non arrabbiarsi perché conosceva il motivo dietro quella discussione; un motivo che era semplicissimo, ma importantissimo: Caspian e Susan si amavano più che mai.

“Principessa, è stato un onore poter danzare con voi. Ora, però, sono costretto a lasciarvi. Perdonatemi, vi prego!”

“Non preoccupatevi, Maestà. Anche per me è stato un onore danzare con voi!” disse la principessa, con un inchino rispettoso.

Peter ricambiò l’inchino e si allontanò, seguendo la sorella: Susan era uscita sul balcone e il suo sguardo si era perso al di là delle mura di recinzione del castello.

“Sue!”

Susan gli rispose senza neanche voltarsi a guardarlo.

“Santo cielo, Peter! È possibile starsene un po’ per conto proprio?” sbottò evidentemente infastidita.

“In effetti, no. E’ ora che qualcuno cominci a comportarsi da persona matura!

La sorella si voltò verso di lui, rivolgendogli uno sguardo fulminante, uno di quegli sguardi che aveva quando era davvero arrabbiata.

“Senti un po’, ma che cos’avete tu e Caspian? Vi siete alleati per insultarmi?”

“Come ti salta in mente? Tu, piuttosto, si può sapere cosa ti sta succedendo?

“Non ho voglia di parlarne!” esclamò Susan, voltandosi a guardare il cortile in basso.

“Sue, per favore!- ribattè Peter, più dolcemente-La mamma non ci diceva sempre che è sbagliato mentire, soprattutto a persone a noi care?”

“Mentire?”

Peter le sorrise e incrociò le braccia: “Ah-a, sorellina, non ci provare. Sai perfettamente a cosa mi riferisco!”

“Dunque?”

“Dunque, ti sembra giusto mentire al re di Narnia?”

Susan capì a cosa si stava riferendo Peter: evidentemente Caspian aveva parlato con lui del loro incontro notturno.

“Io davvero non so perché l’ho fatto!”

Peter le sorrise, appoggiando una mano su quella della sorella: “Io penso di sì!”

“Oh, dimmi, allora, sono tutt’orecchie!”

“Tu sei innamorata di lui, ma hai paura di affrontare questa situazione perché pensi sia tutto perduto e così menti, chiudendoti in te stessa come una specie di riccio. E se qualcuno prova ad avvicinarsi a te, lo respingi come stai facendo con Caspian! Lui sta cercando di riallacciare il vostro rapporto, ma tu gli racconti un sacco di frottole e lo allontani da te!

Susan si passò una mano sugli occhi, che avevano cominciato a lacrimare mentre Peter la rimproverava.

“Allora, cosa mai potrei fare?”

“Non dominarti!” esclamò Peter, serio, mentre lei gli rivolgeva uno sguardo perplesso.

“Dominarmi?”

“Sì, dominarti! Tu hai paura di lasciarti coinvolgere dai tuoi sentimenti per Caspian. Perché credi che, lasciandoti andare, non riuscirai più a ragionare con lucidità. Ma devi capire che l’amore non è ragione! Tutti gli esseri umani sono fatti per amare e vivere di passioni, perfino tu. Quindi, Susan, prima di tutto, prova a riflettere su ciò che ti ha detto Caspian. È molto probabile che sia vero che sia stato costretto a prendere la decisione di sposarsi. E, in secondo luogo, sai perfettamente che devi combattere per il tuo amore! E come sai non tutte le battaglie si combattono con le armi. Per questo genere di combattimenti esistono le parole!

“Parole?” ripetè Susan.

“Sì, parole. Innanzitutto devi cominciare a dire la verità a Caspian! E poi, vediamo, due anni fa glielo hai detto con un bacio. Adesso prova a dirglielo con le parole! Così gli sarà tutto più chiaro!- esclamò Peter, facendole l’occhiolino e asciugandole le lacrime con una mano- Allora, siamo d’accordo, mia reale sorella?

Susan rise: “Sì, va bene!”

*****

Nonostante fosse ancora turbato per ciò che aveva detto a Susan e per come lei aveva reagito, Caspian fu comunque costretto a danzare con la principessa Aisleen. Re Alastair continuava a fissarlo in modo decisamente insolito. Ma a Caspian non importava poi molto: si sentiva male per come si era comportato con Susan. Ma come gli era saltato in mente di rivolgersi a lei in quel modo? Proprio lei, la leggendaria regina Susan dell’età d’oro di Narnia…Susan la Gentile…la sua Susan…

“Tutto bene, Maestà?” chiese la principessa Aisleen.

“Oh, sì, certamente, mia cara!”

Aisleen sorrise: “Sire, non dovete sentirvi obbligato a rivolgervi così a me.”

“Come?”

“In questo modo. Suvvia, sappiamo benissimo entrambi che questo non è un matrimonio d’amore!

Caspian trattenne il fiato per un secondo, sorpreso dall’affermazione della principessa: “Ma cosa state dicendo, principessa?”

“Vi prego, Maestà, non dovete mentire. È alquanto disdicevole per un sovrano come voi.

E quella sera non era la prima a rivolgergli quel rimprovero!

“Come l’avete capito?” chiese Caspian, accettando con un sorriso quella scoperta.

“Oh, è talmente palese. Si capisce dal modo in cui guardate la regina Susan!

Sulle prime Caspian non rispose e guardò la principessa per pochi minuti.

“Davvero?” chiese, poi, alquanto interessato.

“Ve lo assicuro. Non c’è fanciulla in questo mondo che non vorrebbe essere guardata in tal modo da voi, a parte me, forse!

Caspian ridacchiò: “Parlate sul serio?”

“Oh, sì, sono serissima. Non siete l’uomo per me, sire. Ho qualcun altro per la testa!”

“Sono felice per voi, principessa Aisleen. Ma non credo che il matrimonio si possa annullare per questo motivo!

“Lo immaginavo! Ma, sapete, Maestà, se desiderate davvero qualcosa…allora questa si avvererà prima o poi. Ve lo assicuro!”

Il ballo terminò in quel momento e Caspian si avvicinò all’orecchio della principessa: “Vi prometto che farò ciò che posso, affinchè possiamo essere entrambi felici con chi amiamo!”

“E io vi prometto che ve ne sarò eternamente grata!”

Così dicendo, la principessa Aisleen gli rivolse un inchino e si allontanò. E non appena la principessa fu abbastanza lontana, Caspian venne raggiunto da re Alastair.

“Maestà, il ballo è di vostro gradimento?” chiese subito Caspian.

Gli sguardi che il re riservava a lui erano davvero inquietanti.

“Non quanto immaginavo!”

“Oh, ne sono molto dispiaciuto.-disse Caspian, sorpreso- Posso chiedervi come mai?”

“Mi dispiace farvelo notare, Maestà, ma avete rivolto ben poche attenzioni alla mia Aisleen.”

“Ho danzato con lei in ben cinque balli. Nessun’altra dama, in questa sala, ha ricevuto da me tutte le attenzioni che ho, al contrario, rivolto a vostra figlia!

Vedete, Maestà, tra poche settimane voi vi sposerete con mia figlia. E io voglio essere sicuro che questo matrimonio avvenga!

Caspian lo guardò turbato, ansioso, con uno strano presentimento che le parole di re Alastair confermarono.

“Perché se così non fosse, allora Archen dichiarerà guerra a Narnia!”

 

 

 

E siamo a sei! Il capitolo è un po’ più lungo degli altri, abbiate pazienza! Una piccola delucidazione per chi non ha letto il libro delle cronache di Narnia: ciò che racconta Susan sulla sua avventura a Calormen è riportato nel libro Il cavallo e il ragazzo, terzo libro della saga. Per quanto riguarda il prossimo si intitola “Lost in your thougth” e i protagonisti faranno una gita in un posto…^_^

Ringraziamenti…

Rubs: grazie per la recensione. Eh sì, ho una sorella, che però non è come Lucy, anzi è una specie di Peter al femminile, anche se è più piccola di me! ^_^  sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo scorso e anche la parte del passaggio segreto. Confesso che l’ho aggiunta all’ultimo momento e non nutrivo tante aspettative su di lei. Perciò mi ha sorpreso leggere che è piaciuta molto! Beh, sono contenta. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Clacly: grazie per la recensione. Sono contenta che sia piaciuta anche a te la parte del passaggio segreto, mi avete sorpresa molto!! ^_^ Spero quindi che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Posso farti una domanda? Tu sei sul forum di ben?

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Lost in your thought ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 7: “Lost in your thought”

 

La guerra a Narnia! Di nuovo!

Dopo tutti i sacrifici affrontati durante la guerra contro re Miraz, la prospettiva di un’altra guerra era impensabile.

Caspian, in quanto sovrano del regno, doveva fare di tutto per evitarlo, ma come poteva rassegnarsi a tutto ? Come poteva abbandonarsi a un futuro di pace per il regno, ma di tormento interiore per non poter amare liberamente la fanciulla che gli aveva stregato anima e corpo? Era giusto che la colonna portante di un regno rinunciasse alla propria felicità per il bene di tutto il suo popolo? Forse no…o forse sì…

Tutto sommato Susan gli aveva mentito, ma lui non poteva sapere quali fossero i suoi reali sentimenti. Quindi, perché mai rischiare una guerra per qualcosa di totalmente ignoto?

E la principessa Aisleen? Lei gli aveva fatto capire di essere innamorata di qualcuno. Ma, in quanto Altezza Reale di Archen, anche lei doveva sacrificarsi per il suo popolo.

Probabilmente era proprio questo il motivo per cui Aslan aveva dettato quella condizione: sposare la principessa Aisleen per evitare una guerra tra Archen e Narnia.

Però…c’era sempre un però. Ci voleva una grande forza d’animo per rinunciare alla propria felicità. E lui non era sicuro di averla. Perché da troppo tempo inseguiva la felicità che solo una persona avrebbe potuto donargli.

La decisione era tra le più difficili davanti cui Caspian si fosse mai trovato. Per cui avrebbe avuto bisogno di tempo per rifletterci seriamente e, non di meno, di uno stato d’animo sereno. E in quel momento Caspian era ben lontano dall’essere sereno.

Così, per rilassarsi un po’, organizzò una piccola gita con le Reali Maestà, la principessa Aisleen e qualche amico alla Lanterna Perduta, il luogo dove per la prima volta comparvero Peter, Susan, Edmund e Lucy. Sicuramente avrebbe fatto molto piacere ai quattro fratelli Pevensie.

“Dove andiamo?” chiese Lucy, mentre, bendata come i suoi fratelli, saliva su una carrozza.

“Maestà, è una sorpresa!” replicò Briscola, aiutandola.

“Ma io sono curiosa!”

“Mi permetto di contraddirvi nuovamente, Maestà. Se vi dicessi dove andiamo, l’effetto sorpresa sparirebbe!

“Hai ragione, P.C.A!- ammise Lucy, sorridendo rassegnata-Ti prometto che non farò più domande!”

“E che non sbircerai!- aggiunse Edmund, sedendosi al suo fianco- Ne saresti capace!”

“Oh, Ed, smettila! Sarò buona e paziente fino a quando non mi toglieranno questa benda!

“A questo proposito, Caspian…-iniziò a dire Edmund-…ti sembra opportuno bendare in tal modo i leggendari sovrani di Narnia! Devi essere molto coraggioso per fare un’azione simile o molto stolto!

“Edmund!” lo rimproverò Susan.

Caspian ridacchiò, mentre la aiutava a salire su una seconda carrozza: “E’ così a quanto pare, caro Edmund. Ma se puoi perdonarmi, ti assicuro che la sorpresa sarà molto piacevole per tutti e quattro!

“Credo che a questo punto non abbiamo altra scelta, Ed.- disse Susan, salendo sulla carrozza scoperta- Sono sicura che Caspian abbia riservato per noi una sorpresa con i fiocchi! Propongo, quindi, di fidarci di lui!”

Caspian, ancora a terra, guardò Susan, che, dalla carrozza, gli sorrise, nonostante fosse bendata: perché non sembrava arrabbiata con lui dopo l’offesa che Caspian le aveva rivolto al ballo?

“Non ve ne pentirete, amici!” disse lui, sedendosi accanto a lei.

“Oh, beh, sarà meglio per te!” commentò Peter, salendo sulla carrozza insieme alla principessa Aisleen.

Anche lui era stato bendato e la principessa si era cortesemente offerta di aiutarlo per salire sulla carrozza.

“Se la sorpresa non sarà di vostro gradimento, mie Reali Maestà, sarete liberi di sfidarmi a duello. Gareggerò con chiunque di voi voglia sfidarmi!” esclamò Caspian.

Susan appoggiò una mano sul braccio del re: “Sta’ tranquillo, Caspian! I miei fratelli stanno solo scherzando un po’, come è nella loro natura. Ma, adesso, sono sicura che la smetteranno, non è forse così, Peter e Edmund?

“Ma sì, naturalmente! È così!” disse Peter, sorridendo fra sé.

“Parla per te! – ribattè Edmund dalla seconda carrozza- Io avrei proprio voglia di un bel duello! Mi sento un po’ arrugginito!”

“Quando saremo arrivati a destinazione, sarò ben lieto di aiutarvi, Maestà! Duellerò con voi!” disse Briscola.

“Ottimo! Non vedo l’ora!”

“Bene! Ora che siamo pronti, credo che possiamo partire!” esclamò Caspian e subito i cocchieri spronarono i cavalli al trotto.

Anche se era bendata e non vedeva assolutamente nulla, Susan rivolse lo sguardo alla sua sinistra, al paesaggio che si muoveva intorno a lei. Perché era perfettamente consapevole che alla sua destra era seduto Caspian: poteva percepire l’inconfondibile tepore del suo corpo.

Dopo il ballo di qualche sera prima, Caspian si era improvvisamente rinchiuso nei suoi appartamenti, uscendo solo per il pranzo e la cena. Susan cominciò a chiedersi se si stesse comportando così solo per causa sua. Insomma, Caspian probabilmente la stava evitando dopo quello che era successo mentre stavano danzando.

Certamente questo non era un atteggiamento da persona matura: un adulto, almeno in teoria, avrebbe affrontato i problemi e non sarebbe scappato. Ma Susan, tutto sommato, non riusciva proprio a biasimarlo per come si stava comportando. Da quando lei e i suoi fratelli erano stati richiamati a Narnia, Caspian era sempre stato molto gentile con lei o, perlomeno, ci aveva provato; invece, Susan lo aveva sempre trattato con freddezza e fare altezzoso e, di conseguenza, lo aveva allontanato da . Forse, Caspian, intelligente com’era, avrebbe potuto capire perché mai Susan si stesse comportando in tal modo. Ma, anche se era un Narniano, Caspian era pur sempre un uomo con le eterne difficoltà dell’uomo di capire la donna.

Di conseguenza, Susan non poteva che dare ragione a Peter: doveva spiegargli a parole cosa provava per lui. Altrimenti Caspian, pur con tutta la buona volontà, non l’avrebbe mai capito e lei sarebbe tornata nel suo mondo, con il rimpianto di non aver fatto nulla per impedire quel matrimonio che ogni giorno, per lei, diventava più strano.

Strano perché Caspian e Aisleen non si stavano comportando esattamente come due promessi sposi. Sì, avevano danzato insieme per ben cinque balli durante la festa per il ritorno di Susan e dei suoi fratelli. Ma, a parte questo, non c’era nient’altro in loro che potesse essere considerato come una prova dell’amore che nutrivano l’una per l’altro. Nessuno sguardo dolce, nessun sorriso complice, nessun gesto intimo…

A questo punto, Susan cominciò a chiedersi se Caspian non avesse ragione a dire ciò che le aveva fatto capire al ballo. Forse qualcuno lo stava davvero costringendo a sposarsi. Il che significava che non era tutto perduto per Susan e per il suo amore.

*****

Il viaggio durò per un paio di abbondanti ore e, tutto sommato, fu abbastanza piacevole. Il tempo era benevolo: il cielo era terso, il sole di Narnia splendeva alto e riscaldava l’aria e gli uccellini cinguettavano allegramente, volando da un albero all’altro.

Quando le carrozze si fermarono, Lucy esclamò, eccitata: “Siamo arrivati?”

“Sì, cara amica!- rispose Caspian- Siamo finalmente giunti a destinazione!”

P.C.A., ti prego, aiutami a scendere. Sto morendo di curiosità!”

“Subito, Maestà!”

E, così dicendo, il piccolo nano aiutò la regina Lucy a scendere dalla carrozza.

“Fate attenzione!” le disse Briscola, guidandola a terra.

“Grazie!”

“Mio signore, possiamo togliere le bende ai leggendari sovrani?” domandò cortesemente il dottor Cornelius.

“Direi proprio di sì, caro dottore!”

Fu così che i quattro re riacquistarono la vista e, dopo che i loro occhi si abituarono nuovamente alla luce del giorno, si guardarono intorno. Tutto attorno si ergevano alberi dal tronco sottile e dalle fitte fronde, che filtravano i raggi solari: la foresta era così illuminata da divertenti bagliori dorati e smeraldini.

“Questo luogo mi è familiare!” disse Edmund, scendendo dalla carrozza.

Anche Peter e Susan raggiunsero i fratelli a terra.

“Sì, molto familiare!” aggiunse Peter.

Poi, finalmente, lo videro. Tra tutti gli alberi ce n’era uno che di naturale aveva solo l’edera che lo ricopriva interamente: perché non era un albero, bensì un lampione, come quelli che si trovavano nelle strade più trafficate di Londra.

Lucy lo riconobbe subito ed esclamò: “Armadio guardaroba!”

Era talmente felice, che cominciò a correre in direzione di un piccolo gruppo di alberi più folti del normale. Ma non fece in tempo a fare neanche due passi che Peter la fermò, afferrandola per un braccio.

“No, Lu, non andare! Non ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che ci siamo addentrati là dentro?

Lucy guardò il fratello e subito capì a cosa si stesse riferendo. Quando erano ancora re e regine di Narnia, avevano ritrovato il lampione, si erano addentrati nella foresta, i cui alberi piano piano avevano lasciato il posto a delle calde pellicce, ed erano tornati nel loro mondo, nel momento esatto in cui lo avevano lasciato. Dopodiché non erano più riusciti a passare dall’armadio guardaroba per tornare a Narnia, perché come aveva detto Aslan: “le cose non accadono mai per due volte allo stesso modo”.

“Peter ha ragione, Lucy. Non siamo certi che l’armadio guardaroba funzioni ancora. È meglio non addentrarsi in quella zona!” disse Susan.

“Sì, è vero! Non lo farò!”

“Molto bene!”

A quel punto Caspian, preoccupato, si intromise nella discussione: “La mia sorpresa non è di vostro gradimento?”

“Oh, no, non è assolutamente così!- si affrettò a dire Susan- Questa è davvero una sorpresa bellissima! Il problema è che questo è il luogo da cui siamo improvvisamente spariti quando eravamo i sovrani di Narnia!

“Sì, ma è anche il luogo in cui siete per la prima volta apparsi nel nostro mondo! È un luogo magico e importantissimo, la Lanterna perduta!

“Già, è un luogo quasi sacro per noi! Grazie ad esso voi siete giunti fin qui e grazie a voi Narnia ha conosciuto la sua età d’oro!” aggiunse il dottor Cornelius.

“Bene, direi che abbiamo compreso appieno ciò che volevate dire.- esclamò Edmund- Ma, che ne dite di mangiare qualcosa? Tutto questo viaggio mi ha messo una gran fame!

“Sì, Maestà! È già tutto pronto!” esclamò Briscola.

“Allora, mangiamo!”

Fu così che il gruppetto reale preparò tutto l’occorrente per il pic-nic e mangiarono tutte le delizie preparate dai cuochi del castello: roast beef con un contorno molto simile al pudding dello Yorkshire inglese, purè di patate, crocchette di salmone, fagottini con ripieno di verdure e come dolci torta di mele e budino al cioccolato.

“Devo dire che i cuochi di Narnia hanno superato loro stessi, oggi!” esclamò Edmund.

Lucy appoggiò sulla tovaglia il suo bicchiere di acquavite: “Hai ragione, Ed. Era tutto decisamente squisito!”

“Non credo di aver mai mangiato meglio di così!” commentò Aisleen, entusiasta.

“Anch’io mi unisco ai complimenti  ai nostri eccellenti cuochi!- intervenne Ripicì- Ma trovo che ogni pietanza sia più deliziosa se inspiriamo a fondo l’aria pura di Narnia!”

“Quel che dici, valoroso Ripicì, è sicuramente vero!” disse Peter, dopo aver preso un altro sorso del buon vino narniano.

“Sapete di cosa abbiamo bisogno adesso?” chiese Lucy, scattando in piedi.

Edmund sembrò intuire l’idea di Lucy dai suoi occhi brillanti e si sdraiò a terra: “Lu, ti prego, non ho alcuna voglia di giocare!”

“Dai, Ed, non fare il guastafeste!!!” esclamò Lucy, tirandolo per un braccio.

“A cosa vorrebbe giocare Sua Maestà?” chiese Briscola interessato.

“Mosca cieca!”

“Non credo di conoscerlo!- disse Tartufello- In cosa consiste?”

Mosca cieca, come spiegò Lucy ai Narniani che non conoscevano quel gioco divertente, era un gioco molto famoso fra i bambini del loro mondo: una persona veniva bendata, mentre tutti gli altri si nascondevano e cercavano di non farsi prendere dalla mosca cieca.

Il gioco entusiasmò i Narniani. Bisognava solo decidere chi doveva fare la mosca cieca.

Estrassero a sorte utilizzando dei bastoncini lunghi: quello più corto avrebbe decretato la mosca cieca.

Uff…” sbuffò Susan, estraendo il bastoncino più corto.

“Ottimo, così sarà molto più divertente!” commentò Edmund, che si era deciso a giocare.

“Perché?” chiese Caspian, mentre Susan rivolgeva uno sguardo infastidito al fratellino.

“Perché Susan non è molto brava a mosca cieca!!!” rispose Peter, sorridendo divertito.

“Bando alle ciance. Iniziamo a giocare!” disse Edmund, recuperando una benda.

Così Susan fu bendata, le fecero fare qualche giro per confonderla e poi tutti cominciarono a nascondersi. Susan sentì i loro passi che diventavano sempre più impercettibili e cominciò a vagare lì attorno, tenendo le braccia alzate, nella speranza di sfiorare qualcuno. Ma sembravano essersi dileguati tutti quanti. Nonostante questo, tutta la situazione la faceva divertire; non le piaceva mosca cieca perché era un gioco in cui si ragionava poco. Una volta bendata  doveva lasciarsi andare ai suoi sensi per cercare di raggiungere la sua preda. Ma, in quel momento, con quel silenzio, quella pace attorno a lei, Susan pensò che tutto sommato non era così male e cominciò a ridere da sola.

“Dove siete? Non vale nascondersi! Non è divertente!”

Eppure rideva!

Poi le sue mani sfiorarono due braccia e la sua risata svanì improvvisamente.

“Preso! Ma chi sei?”

Le mani di Susan salirono su per le braccia della persona che si era lasciata prendere con fin troppa facilità e seguirono la forma delle spalle: sicuramente era un uomo, ma chi poteva essere?

“Sono sicura che tu non sia il dottor Cornelius, né tanto meno P.C.A! Non credo neanche che sia Edmund, perché non è ancora così alto!”

Allora rimanevano solo Peter e Caspian. Ma solo uno di loro poteva lasciarsi prendere da lei gettandosi praticamente fra le sue braccia…

Susan fece scorrere le sue mani sul collo, poi sul viso e lo accarezzarono, perché quello era Caspian. Sentiva che era lui dal più profondo del suo cuore. Le dita sottili della sua mano sinistra sfiorarono quelle labbra, che aveva già assaggiato una volta, e Susan sentì Caspian trattenere il fiato. Infine la sua mano destra finì tra i lisci capelli di Caspian e non si mosse più.

Ma cosa stava facendo?

Susan scosse il capo, tornando a essere se stessa e, a dispetto di ciò che le aveva consigliato Peter, dominando i suoi impulsi, e indietreggiò di qualche passo.

“Caspian?!” mormorò Susan, togliendosi la benda.

“Indovinato!”

Susan fu colta da improvvisa agitazione e si guardò intorno nervosamente: tutti i loro compagni erano scomparsi.

“Co…come mai non c’è nessuno? Dove sono finiti tutti?”

Caspian inclinò di poco la testa a sinistra, sorridendo vagamente: “Beh…ecco, all’improvviso hanno cambiato idea e hanno espresso il desiderio di fare una passeggiata qui intorno!”

“Sicuro?” domandò lei, percependo una notevole insicurezza nel suo tono di voce.

Caspian sorrise, con l’espressione di chi sapeva che sarebbe finita così: “No. Sono stato io a chiedere a tutti di allontanarsi e lasciarci da soli per un po’!

Improvvisamente un tremolio la percorse da capo a piedi.

“E perché mai lo avresti fatto?”

Perché non appena l’aveva vista bendata, a vagare con passo incerto fra gli alberi e baciata da un raggio di sole, quasi fosse la sua prediletta, si era formata nella sua mente la sciocca immagine della giovane fanciulla in cerca del suo grande amore e non aveva resistito al dolce richiamo delle sue braccia. E, anche se non era certo dei sentimenti di Susan verso di lui, aveva deciso di rispondere a quel richiamo e aveva pregato i suoi amici di lasciarlo solo con la regina Susan.

“Perché volevo parlare con te!”

Susan sospirò, rassegnata: “Così all’improvviso?”

“Sì!”

“Allora, giacchè siamo qui, parla pure!”

“Susan, io volevo…-iniziò Caspian, afferrandole una mano e portandosela sul cuore-…volevo chiederti scusa! Io ti ho insultata e tu non lo meritavi assolutamente! Sono un vero idiota! Potrai mai perdonarmi?”

Susan desiderava vivamente sfuggire a quel contatto, ma una parte di lei, la sua parte più folle e per questo più bella, voleva restare lì con lui, con quella mano sul suo petto, percependo il dolce tepore del suo corpo.

“Caspian, non devi scusarti. In realtà, è tutta colpa mia!”

“Colpa tua? In che senso? Sono io che ti ho insultato fino a prova contraria!” ribattè lui, convinto.

Susan gli sorrise gentilmente: “E’ vero, ma solo perché io ti ho trattato male. Tu cercavi di essere gentile con me. Io, invece, sono stata scortese e ho cercato di allontanarti da me in ogni modo! Per questo e per tutto il resto devo chiederti scusa!

“Tutto il resto?”

Susan allontanò le mani dal suo petto e si voltò dalla parte opposta, mentre le tornarono in mente le parole di Peter: tutto ciò che doveva fare era spiegare a Caspian quali fossero i suoi sentimenti e avrebbe dovuto farlo, lasciandosi guidare, no, trasportare dal suo cuore, come una piccola barca in balia del mare in tempesta. Ed era decisamente una tempesta piacevole per quanto scatenata.

“Caspian…- iniziò lei, tornando a guardarlo con sicurezza-…devo confessarti che ti ho mentito.”

“Mentito? Riguardo cosa?”

“Riguardo tutto. Non è vero che non ho mai pensato a te in questi anni.

Le parole di Susan stordirono Caspian abbastanza da lasciare sul suo volto un’espressione da ebete.

“Ah no?”

Susan scosse il capo appena: “Al contrario, eri sempre nei miei pensieri. Non è vero neanche che mi piacciono gli amici di Peter. Credo, invece, di odiarli, perché potrei averli tutti per me, ma non sono te.

“Susan, ti prego, cosa stai cercando di dirmi?”

La regina Susan tornò a guardarlo e gli sorrise.

“Io sono innamorata di te, Caspian.”

Caspian sembrò non capire cosa gli avesse appena detto perché la fissava con uno sguardo abbastanza stupito. In realtà, aveva capito perfettamente ciò che Susan gli aveva detto: stava solo cercando di adattarsi alla meravigliosa scoperta appena fatta. La sua Susan…lo amava ancora…

E lui? Lui naturalmente provava esattamente la stessa cosa, la amava, la adorava come fosse una dea.

E se solo avesse potuto le avrebbe confessato tutto, proprio come gli stava suggerendo il suo istinto. Ma subito gli tornò in mente il problema del matrimonio e della guerra promessa da re Alastair! E non era neanche un problemino da nulla.

La sua mano si mosse involontariamente e afferrò quella di Susan, che non potè fare altro che sorridergli.

“Mi dispiace di non averlo capito subito!” disse lui, chinando il capo.

“Come avresti potuto? Sono stata alquanto intrattabile in questi giorni!  Credo che perfino i miei fratelli abbiano dubitato dell’ affetto che nutro per loro!”

“Ascolta, Susan, se adesso non vorrai venire al matrimonio, ti capisco perfettamente. Potresti tornare nel tuo mondo, anche se questa volta sarà per sempre!

Susan rimase piuttosto colpita e delusa dalle sue parole. In fondo al suo cuore sperava fortemente che la reazione di Caspian alla sua confessione fosse diversa, totalmente diversa. Perché stava cominciando a credere che fosse ancora innamorato di lei. Invece, probabilmente, si era solo illusa. E la colpa era solo di Caspian e di Peter. Erano stati certi comportamenti del re, certe sue premure nei suoi confronti, nonché le parole fiduciose di Peter a convincerla a confessare i suoi sentimenti a Caspian. Ma, adesso, era davvero tutto perduto: improvvisamente si sentì così vuota che, se avesse potuto, si sarebbe lasciata cadere a terra. Così facendo, però, avrebbe fatto preoccupare Caspian e Susan non poteva permetterselo.

“No, perché mai? Mi farebbe davvero piacere rimanere qui tutto il tempo che mi è concesso.

“Sei sicura?”

“Ma sì, non ti preoccupare. Non ti ho rivelato i miei sentimenti con la speranza che tu annullassi il matrimonio. In questi anni ho sempre pensato che non ti avrei più rivisto, neanche se fossi tornata a Narnia. Ma eccomi di nuovo qua! Anzi, eccoci di nuovo qua…- disse lei, accarezzandogli il viso- Io ti consideravo già morto per via del tempo che scorre in modo diverso nei nostri due mondi. E scoprire che, al contrario, eri ancora qui è stata per me una gioia immensa! Quindi, saperti vivo e felice, accanto a una ragazza deliziosa come Aisleen è tutto ciò di cui ho bisogno. Non mi devi nient’altro, mio caro Caspian!

A quel punto, Caspian non riuscì a trattenersi e l’abbracciò: quella era la vera Susan, colei che lo aveva fatto innamorare, la leggendaria regina che gli aveva stregato anima e corpo. E se solo avesse potuto le avrebbe raccontato tutta la verità: il motivo per cui li aveva richiamati, la condizione di Aslan che era stato costretto ad accettare, suo malgrado, e, adesso, perfino la minaccia di re Alastair. Se solo avesse potuto le avrebbe detto che anche lui l’amava.

*****

Approfittando del favore chiesto da Caspian, Edmund accettò la proposta di Briscola di duellare. Cosi, dopo essersi allontanati, trovarono uno spiazzo adatto ad ospitare un duello.

“Ed, sei sicuro di avere ancora l’abilità di una volta?” chiese Lucy.

Edmund le rivolse uno sguardo perplesso: “Com’è che l’altra volta non avevi dubbi in proposito?”

“Beh, era passato solo un anno!”

“E adesso sono passati due anni! Non vedo molta differenza!”

“E’ vero! Ma, caro Ed, la mancanza di allenamento ha proprio un brutto effetto su di te!” commentò Lucy, divertita.

“Lucy, come ti permetti? Peter, dille qualcosa!” esclamò Edmund, indignato.

Peter scoppiò a ridere: “Oh, ma sentitevi, voi due! Non crescerete mai! Resterete per sempre dei bambini.”

“Io non sono un bambino!”

“Tu sarai sempre un bambino, Ed, il mio fratellino più piccolo!”

Edmund gli rivolse uno sguardo abbastanza infastidito e decise di ignorare le sue affermazioni: “Briscola, preparati!”

“Però è anche vero, Lu, che Ed ha dimostrato grande abilità nel’arte della spada. Per cui sono convinto che ci mostrerà tutto il suo valore!

A quell’affermazione Edmund rivolse al fratello uno sguardo sorpreso di sottecchi.

“Maestà, siete pronto?” domandò Briscola, impugnando la spada.

“Sì, certamente!”

E il duello cominciò! Nonostante gli anni passati senza impugnare più la sua spada, Edmund aveva conservato la sua grande capacità nel duellare e ciò gratificò lui stesso e inorgoglì Peter.

“Sua Maestà se la cava davvero molto bene!” commentò Aisleen, accanto al re supremo.

“Avete ragione, Altezza. Ma credo che una principessa graziosa come voi non sia abituata ad assistere a scene di questo genere!

Aisleen lo guardò perplessa, inarcando un sopracciglio: “State forse insinuando che non so riconoscere il valore di un cavaliere?”

Peter scoppiò a ridere.

“Ovviamente no, cara principessa. Stavo solo chiedendomi se vi andava di accompagnarmi in una passeggiata lungo il fiume!

Aisleen lo guardò imbarazzata e sorpresa, arrossendo lievemente sulle gote, cosa che Peter trovò adorabile.

“Oh…sì. Con grande piacere!”

Peter le sorrise e le porse la mano.

“Ottimo!”

Fu così che mentre Edmund duellava con Briscola e Lucy li incitava, Peter e la principessa Aisleen si allontanarono per la loro passeggiata. Si avvicinarono al fiume che scorreva pigramente, godendo della pace che trasmetteva quel paesaggio naturale.

La principessa Aisleen era terribilmente graziosa quel giorno, con una lunga treccia di capelli dorati e due zaffiri splendenti al posto degli occhi. Perciò, una volta rimasto solo con lei, Peter evitò accuratamente di guardarla più dello stretto necessario. Il suo autocontrollo vacillava pericolosamente.

Al contrario, lei gli rivolgeva spesso uno sguardo sfuggente, ma non sembrava più in imbarazzo di lui.

Infine Aisleen sospirò.

“Mi domando cosa mai Sua Maestà avesse di così urgente da riferire alla regina Susan…” iniziò a dire Aisleen, volgendo definitivamente lo sguardo verso re Peter.

Peter, imbarazzato ora più che mai, deglutì sonoramente: la principessa aveva un’espressione così innocente che era praticamente impossibile mentirle.

“Ah…io…credo fosse qualcosa di molto importante. Sapete, Aisleen, quando regnavamo su Narnia mia sorella era sicuramente la più saggia fra tutti e quattro. Anche se ero io a prendere le decisioni finali, in qualità di  Re Supremo di Narnia, mi affidavo sempre a Susan e ai suoi preziosi consigli. Lei prendeva ogni decisione riflettendo a lungo e basandosi esclusivamente su ciò che era giusto e ciò che era sbagliato, in poche parole teneva conto solo di ciò che le dettava la sua ragione. Non ha mai agito seguendo il suo cuore. Quindi, penso che Caspian voglia conferire con lei per chiederle qualche consiglio su un’importante questione!

Aisleen lo osservò a lungo, con un dolce sorriso sulle labbra. Poi accennò una risata cristallina, che lasciò Peter turbato.

“Maestà…” esordì lei.

“Avevamo detto Peter, se non ricordo male!” la corresse lui.

“Oh, sì, ricordo anch’io così. Allora…Peter…siete veramente adorabile!”

Peter arrossì violentemente: “In…in che senso?”

“Nel senso che non avete bisogno di affannarvi in tal modo per tranquillizzarmi su Sua Maestà e la regina Susan! So perfettamente cosa li lega!”

“Ma davvero?”

“Sì, sono innamorati. E non vi è cosa più meravigliosa dell’amore, non siete d’accordo, Peter?

Peter le sorrise: ” Ovviamente sì. Ciò che rende felice mia sorella rende felice anche me. Ma a voi sta bene? Tutto sommato si tratta del vostro futuro marito!

“Certamente! Non sono neanche lontanamente entusiasta di questo matrimonio. Non pensate male, io stimo moltissimo Sua Maestà re Caspian: è un uomo di bell’aspetto, valoroso e dai modi gentili. Qualunque fanciulla aspirerebbe a essere la sua regina. Ma è anche vero che chiunque si accorgerebbe dei sentimenti del re per la regina Susan.

“Allora, perché avete accettato di sposarlo?”

“Io non ho accettato assolutamente nulla. È stato mio padre a impormi questo matrimonio!

“Posso chiedervi come mai?”

“Qualche mese fa, mio padre, di ritorno da un viaggio nella terra di Calormen, ha improvvisamente pensato che sarebbe stato magnifico se avessi sposato il re di Narnia. Io ho provato a oppormi, ma c’era qualcosa in lui di talmente diverso che mi ha fatto quasi paura e non ho avuto il coraggio di andare contro la sua volontà!”

Peter si fermò e Aisleen lo imitò.

“In che senso diverso?”

“Mio padre è sempre stato molto dolce e premuroso nei miei confronti. Poi, tutto d’un tratto, dopo il suo viaggio è divenuto scontroso e sembrava aver un solo scopo, cioè quello di farmi sposare Caspian. Non so cosa gli sia successo!”

“Non avete indagato?” chiese lui, guardandola preoccupato.

Lei distolse lo sguardo, rivolgendolo distrattamente verso il fiume: “Perdonatemi, Peter, ma non sapevo proprio cosa fare. Vedevo mio padre così diverso e strano che ho pensato solo di accontentarlo in tutto ciò che mi chiedeva!

Aisleen sembrò sconvolta mentre gli raccontava la sua storia e Peter si maledì per averla messa a disagio. Così le passò un braccio attorno le spalle e la strinse a sé.

“No, sono io a dovervi chiedere scusa! Non avrei dovuto farvi agitare in questo modo!

“D’accordo, Peter. Accetto le vostre scuse!”

“Non siete in collera con me?”

“Certo che no! Non potrei mai essere in collera con voi, Peter!

Detto questo gli rivolse un sorriso teneramente malizioso, cosicché Peter si sentì nuovamente arrossire, mentre lo stomaco fece una capriola all’indietro.

“Ah…molto bene. Che ne dite di tornare, Aisleen? Devo controllare che Ed non stia disturbando troppo il povero Briscola!

“Certamente, Peter!”

  

 

Un po’ in ritardo, ma ce l’ho fatta a pubblicarlo! Spero vi sia piaciuto, ma non credo che sia il migliore che abbia scritto. Il prossimo si intitola “Doubtful king”. Se non riesco a pubblicare il prossimo prima di Natale, il che è molto probabile,vi auguro Buon Natale!!!!

Ringraziamenti…

Clacly:wow, grazie per la recensione, sei stata molto gentile. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Junna:che super recensione! Ti ringrazio molto per le parole gentili! Fai bene a fidarti di Aslan, brava! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Bibina_88: grazie anche a te per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

Ashley96: ti ringrazio per aver recensito lo scorso capitolo. Spero ti sia piaciuto anche quest’ultimo.

Rubs: ti ringrazio per la bella recensione. Apprezzo il consiglio che mi hai dato e come hai potuto leggere c’è qualche scena in più con Lucy e Edmund. Ma avranno più spazio anche negli altri capitoli. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Su re Alastair…non è proprio come hai detto tu, ma ci avviciniamo…

Fanny91: ti ringrazio per la recensione. Sono contenta che questa storia ti stia piacendo.

xSeryChanx: grazie per la tua recensione. Non preoccupati, la storia finirà prima o poi. Credo che arriverò a 17 capitoli.

 

 

A presto

Kia85

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Capitolo 8
*** Doubtful king ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 8: “Doubtful King”

 

Un pallido raggio del sole appena sorto fece capolino tra le tende della camera da letto di Caspian. E un po’ controvoglia il giovane re aprì gli occhi: aveva passato la notte insonne, rigirandosi continuamente nel letto, ed era riuscito ad addormentarsi solo qualche ora prima.

Caspian sospirò, si sdraiò sulla schiena e si passò una mano sul viso, abbandonandola poi sulla fronte. Il motivo della sua insonnia era davvero più che ovvio: la notte scorsa, non appena si era ritrovato da solo, nella sua stanza, aveva ripensato alla gita appena terminata. La sua sorpresa era piaciuta a tutti. Ma la sorpresa più grande l’aveva ricevuta lui. Infatti, non era stata tanto la gita a occupargli i pensieri in quella notte, quanto le parole di Susan.

La sua Susan che lo amava ancora…

La sorpresa più bella e nello stesso tempo così inopportuna.

Susan non avrebbe dovuto dirgli quelle cose, non ora che Caspian stava cominciando lentamente ad abituarsi all’idea di sposarsi con Aisleen. E se da un lato desiderava ardentemente poterle rivelare i suoi sentimenti per lei, dall’altro non poteva farlo per via della minaccia di re Alastair e della condizione di Aslan.

Sospirando nuovamente, Caspian si mise a sedere: l’unica sua consolazione, in quel momento, era che, con certi pensieri, neanche il più saggio dei re avrebbe dormito sonni tranquilli.

Ma continuare a pensare ai suoi problemi non lo avrebbe portato a una soluzione. Così si alzò e si preparò per affrontare una nuova giornata da re di Narnia.

A proposito di re di Narnia…lui non era certo l’unico sovrano presente in quel castello. Ce n’erano altri 4. E in particolare Caspian aveva bisogno di parlare con Peter, sicuramente lui lo avrebbe aiutato.

Perciò si recò subito nella sala del trono, dove lord Cornelius attendeva il re per discutere gli impegni del giorno.

“Buongiorno, Vostra Maestà!” lo salutò lui, con un inchino.

“Buongiorno a voi, lord Cornelius!”

“Mi auguro che Vostra Maestà abbia trascorso una notte tranquilla!” esclamò il dottore.

Sbuffando, Caspian si abbandonò sul suo trono: “Al contrario. Ho passato una notte agitata e insonne!”

“Ammetto che ciò non mi sorprende. Sua Maestà sembrava molto nervoso ieri sera, al ritorno dalla gita. Forse vi siete stancato troppo, sire!”

“Nient’affatto, dottore. Non ero stanco. Avevo solo troppi pensieri per la testa. Per questo motivo dovrei chiedervi un favore, lord Cornelius.”

“Tutto ciò che Vostra Maestà desidera!”

“Vi prego di condurre qui Sua Maestà il Re Supremo. Ho urgente bisogno di conferire con lui!”

“Sarà fatto, Maestà!”

Lord Cornelius si congedò da Caspian e uscì dalla sala. Sua Signoria, invece, seduto sul suo trono, attese impaziente di chiedere consiglio a Peter e giungere al più presto a una soluzione.

Quando dopo pochi minuti il Re Supremo entrò nella grande sala, non vi era alcun rumore, eccetto quello delle dita del re che tamburellavano sul bracciolo del trono, segno del suo evidente nervosismo.

“Caspian, mi hai mandato a chiamare?” chiese Peter, intromettendosi nelle riflessioni del re.

Caspian lo guardò e sorrise: “Sì, ti ringrazio di essere venuto e mi scuso per l’ora; ma avrei bisogno urgente di un tuo consiglio!”

“Riguardo cosa esattamente?”

Caspian fissò a lungo gli occhi azzurri di Peter che erano così simili a quelli di Susan…e il suo sguardo cristallino aveva un potere incredibile su Caspian. Bastava che i suoi occhi incrociassero per pochi secondi quelli della giovane regina e la sua concentrazione svaniva, mentre l’agitazione prendeva possesso di lui. Caspian scosse il capo, si alzò e si sedette sugli scalini davanti al trono.

“Susan…”sospirò.

Peter sorrise fra sé e si sedette accanto a lui: “Sì, certo…come mai non l’ho capito subito?”

“Già…”

“Allora, quale sarebbe il problema?”

“Ieri, quando vi ho chiesto di lasciarci da soli, Susan ed io abbiamo parlato. Io le ho chiesto scusa per averla offesa. Ma poi lei mi ha detto che…che…”

“Che cosa ti ha detto, Caspian?”

Caspian si voltò a guardarlo seriamente.

“Che è innamorata di me!”

Peter sospirò, molto sollevato per quella notizia.

“Finalmente, Sue ce l’ha fatta! Ma, in verità, non vedo dove sia il problema…”

“Ci sono molti problemi!- sbottò Caspian, scattando in piedi-  Primo fra tutti la condizione posta da Aslan!”

Effettivamente Caspian non aveva tutti i torti. Ma a Peter bastarono pochi minuti di riflessione per arrivare a una soluzione accettabile.

“Hai ragione, Caspian, ma rifletti bene sulle parole di Aslan. Lui ti ha semplicemente detto che per farci tornare avresti dovuto accettare di sposare Aisleen, non di sposarla!”

Caspian inarcò le sopracciglia e lo guardò perplesso: “Cosa significa?”

“Beh, tra accettare di sposarsi e sposarsi effettivamente c’è una bella differenza. Aslan ti avrebbe detto subito si sposare Aisleen, non semplicemente di accettare la proposta di suo padre. Quando qualcuno accetta di fare qualcosa, alla fine può sempre cambiare idea!”

“In effetti, se la vediamo in questo modo, allora il problema non sussiste! Ma ho l’impressione che sia sorto un secondo problema!”

Peter lo guardò, sorpreso: “E quale sarebbe?”

“La sera del ballo ho avuto una piccola e inquietante conversazione con re Alastair: mi ha detto che se nella data stabilita per il matrimonio io non sposerò sua figlia…lui attaccherà Narnia!”

Peter strabuzzò gli occhi, totalmente incredulo per l’affermazione di Caspian.

“Attaccherà Narnia?”

“Esattamene! Significa guerra! Se non sposo la principessa Aisleen, Archen dichiarerà guerra a Narnia!”

“Ma…come è possibile? Non possiamo riportare la guerra a Narnia.”

“Lo so perfettamente, anche se questo significherà per sempre l’infelicità di Susan, di Aisleen e la mia, ovviamente! Un sovrano non può concedersi il lusso della felicità eterna con la persona amata!”

“La felicità non è un lusso, Caspian, è un diritto a cui ognuno di noi può aspirare!” esclamò Peter, scattando in piedi.

Caspian si mise le mani fra i capelli: “Ma come faccio ad affrontare una guerra sicura? Non ne ho il coraggio…”

Peter non rispose e guardò fuori dalla finestra con aria pensierosa, le mani dietro la schiena. In quel momento era tornato a essere il Re Supremo, il Magnifico, il valoroso, il saggio…

“Hai detto anche la felicità di Aisleen?” domandò Peter, sempre più pensieroso.

“Sì!”

“Cosa intendevi dire?”

“Che neanche lei è entusiasta di questo matrimonio. Sembra che sia innamorata di qualcun altro…”

Peter non si scompose, anche se la notizia era decisamente più che piacevole. Certo, non era sicuro fosse lui quel qualcun altro. Ma d’altra parte la speranza era l’ultima a morire.

“Parli seriamente?”

“Ma certo! È davvero così!”

“Quindi sapevi che la principessa Aisleen è stata costretta da suo padre ad accettare questo matrimonio?”

“No, ma l’avevo intuito dopo che lei mi ha confessato di amare un’altra persona!”

Peter si voltò a guardarlo, l’espressione più preoccupata che mai.

“Caspian, ieri, durante la gita, la principessa mi ha confidato che ha accettato di sposarti solo per un improvviso cambiamento del padre!”

“Che cosa intende con cambiamento?”
“Non saprei con precisione. Lei mi ha raccontato di essere a conoscenza dei tuoi sentimenti per Susan; dopodiché mi ha detto che suo padre è cambiato totalmente dopo un viaggio a Calormen e lei ne ha avuto paura. Così si è sentita costretta ad accettare la sua proposta!”

Anche Caspian sembrò preoccuparsi quanto Peter: “Quindi, tu cosa ne deduci?”

“E’ ovvio che deve essere successo qualcosa a re Alastair durante il viaggio e noi abbiamo il dovere di scoprire cosa ha determinato questo cambiamento improvviso!”

Il morale di Caspian sembrava essersi risollevato improvvisamente: “Qual è il tuo piano, Peter?”

“Oramai è chiaro che né tu né la principessa desideriate sposarvi. Di conseguenza, la cosa migliore da fare è annullare il matrimonio, cosicché Edmund ed io possiamo accompagnare la principessa Aisleen al castello di Anvard e indagare su cosa sta accadendo al sovrano di Archen.”

“E io cosa dovrei fare qui? Aspettare che inizi la guerra?”

Peter scrollò le spalle: “Beh, in un certo senso sì. Tu, Susan e Lucy comincerete ad organizzare le truppe per un’eventuale guerra!”

Caspian si voltò verso la finestra e guardò l’orizzonte, mentre il sole si dirigeva lentamente verso il punto più alto del cielo. Il suo sguardo cadde in mezzo al prato, dove la regina Susan si esercitava con il suo arco. Le sue frecce non mancavano mai il bersaglio. Così come non avevano mancato il suo cuore. E se ogni cosa avveniva per un motivo, allora anche il loro amore aveva uno scopo e non poteva svanire come una bolla di sapone. Così, alla fine, il re sospirò.

“D’accordo! Agiremo come da te programmato!”

*****

Susan sistemò una freccia sull’arco, socchiuse gli occhi, prendendo la giusta mira, e scagliò la freccia che sibilò nell’aria e andò a conficcarsi nel bel mezzo del bersaglio. Era decisamente il rimedio migliore per i pensieri negativi.

La regina abbassò l’arco e, in quell’istante, sentì qualcuno battere le mani alle sue spalle. Perciò si voltò, notando la principessa Aisleen, che le stava rivolgendo un inchino e un sorriso molto dolce.

“Ottimo tiro, Maestà! Siete davvero in gamba con l’arco!”

“Vi ringrazio, principessa!”

Aisleen si avvicinò alla regina Susan: “Sapete, invidio molto la vostra abilità, come invidio il fatto che abbiate combattuto in ben due battaglie!”

Susan non lasciò trasparire alcuna emozione dal viso, ma distolse lo sguardo da quello della principessa.

“Le battaglie non sono mai belle!- esclamò poi, preparando una nuova freccia sull’arco- Non ne vado fiera!”

Detto questo, scagliò la freccia che andò a conficcarsi proprio accanto all’altra.

“Oh, ne sono convinta. Ma quello che intendevo io era che avete fatto qualcosa per il vostro regno. Mio padre non me lo avrebbe mai concesso! Da quando ero piccola mi ha sempre tenuta in casa a studiare, a ricamare e a imparare le buone maniere di una principessa!”

“Principessa, dimenticate che io non sono nata né cresciuta qui. Probabilmente avrei avuto anch’io la vostra stessa sorte! Come, d’altronde, mia sorella Lucy! Ma, conoscendola, avrebbe adorato tutto questo!”

“E, se foste nati e cresciuti tutti e quattro qui, cosa sarebbe successo ai vostri fratelli?”

Susan trovò la domanda strana, ma, pensando che fosse alquanto scortese fare scena muta, si affrettò rispondere.

“Dunque, vediamo, Ed probabilmente non sarebbe cambiato molto. Credo che si sarebbe divertito a crescere qui, in mezzo alla natura, tra balli e duelli. Sì, gli sarebbe piaciuto!” rispose Susan, sorridendo fra sé.

“E…Peter?” chiese Aisleen, timorosa.

Susan appoggiò l’arco a terra e, pensierosa, si portò un dito sulle labbra: “Peter…non so, forse anche a lui sarebbe piaciuto vivere qui. Sicuramente non ci sarebbe stata la guerra del nostro mondo a turbarlo, nostro padre non sarebbe partito per il fronte e Peter non avrebbe avuto tutte quelle responsabilità che l’hanno fatto crescere troppo in fretta.”

Aisleen sembrava decisamene interessata: “Cosa significa?”
“Con l’assenza di nostro padre, Peter è diventato l’uomo di casa, il capo famiglia. E tutti noi ci siamo affidati a lui, a parte Edmund. Con lui, Peter ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Il quale, però, si è risolto proprio qui, a Narnia.”
“Quindi, adesso, va tutto bene fra loro?”

“Oh, certamente! Ogni tanto capita che ci sia ancora qualche battibecco fra loro, ma tra fratelli è normale.”

“Anch’io avrei voluto dei fratelli. Invece, al castello di Anvard sono sempre stata sola. Mio padre e mia madre, per quanto fossero disponibili e gentili con me, erano sempre in viaggio. E io non avevo altra compagnia di quella della mia istitutrice!”

Susan appoggiò una mano sul braccio della principessa: “Non dovete preoccuparvi. Una volta sposati, Caspian non vi lascerà mai sola. Non è da lui. Sarete in cima al suo cuore e nei suoi pensieri in ogni attimo della giornata.”

Dire quelle cose le causò un dolore lacerante al cuore, ma la regina non lo fece notare alla principessa, o almeno questo era ciò che lei credeva. Perciò prese nuovamente l’arco fra le mani e sfilò una freccia dalla faretra.

Aisleen la guardò, gentilmente: “A proposito di Sua Maestà, vorrei chiedervi una cosa!”

“Dite pure, Altezza!” disse Susan, prendendo la mira, pronta a scagliare.

“Se vi confidassi che non ho alcun sentimento d’amore per Sua Maestà, voi come reagireste?”

La mano di Susan ebbe un fremito nel momento in cui lasciò andare la freccia e questa mancò totalmente il bersaglio, conficcandosi nel terreno a decine di metri di distanza.

Sul viso di Aisleen nacque un sorriso spontaneo, mentre Susan, incredula, si sentì stranamente felice, nonostante avesse vistosamente mancato il suo bersaglio. E per pochi istanti la regina rimase immobile, con l’arco ancora sollevato e il respiro lievemente affannato. Quando riuscì a calmarsi, abbassò la sua arma e si voltò verso la principessa, con le gote leggermente arrossate.

“Ecco…io…non capisco perché state dicendo queste cose proprio a me!”

“Oh, sì, lo sapete perfettamente. Anche se sposassi re Caspian, non sarei io ad avere il primo posto nel suo cuore e nei suoi pensieri. È talmente evidente che lui sia innamorato di qualcun’altra!”

“Io non ne sono così convinta!” sbottò Susan, ricordando le parole del re del giorno prima.

“Al contrario, io sì. E sappiate che neanche lui è in cima ai miei pensieri. Credo di avere già qualcuno nel mio cuore!”

Susan la guardò sorpresa: “Sul serio?”

“Oh, sì. Sarebbe un segreto, ma a voi posso confidarlo!”

“Dunque chi è il vostro amato?”
Aisleen arrossì: “Vostro fratello Peter!”

“Peter?” domandò Susan.

“E’ così! Credo sia stato un amore improvviso, sbocciato nel momento in cui l’ho visto per la prima volta!”

Susan contemplò l’espressione della principessa, che sembrava molto dolce, come quella di qualsiasi fanciulla innamorata. Dopodichè sorrise.

“Sono molto felice per voi. Davvero non sapete neanche quanto! Ma come farete con Caspian?”

“Beh, lui sa già che provo dei sentimenti d’amore per qualcun altro. Ma, nella sua opinione, un sovrano deve saper sacrificare la propria felicità per il bene del suo regno!”

“Che cosa significa? Vuole comunque sposarvi?”

“A quanto pare sì!” rispose la principessa, incupendosi improvvisamente.

Così Susan ribattè, ansiosa: “Ma voi non dovete permetterlo! Insomma, ne va della vostra felicità!”

“Avete ragione, ma non ho altra scelta!”

“Sì, invece. Abbiamo tutti una seconda scelta!” esclamò una voce alle loro spalle.

Susan ed Aisleen si voltarono e videro il re di Narnia, Caspian, più bello che mai, baciato dal sole. Aisleen si inchinò rispettosamente, ma il re la invitò a rialzarsi.

“Caspian! Si può sapere che sta succedendo?” chiese Susan, nervosa.

“Vi prego di perdonarmi, principessa Aisleen, ma vorrei portare con me Sua Maestà! Devo parlare con lei!”

“Fate pure, sire! Sua Maestà ed io avevamo concluso il nostro discorso!”

“Magnifico!”

Così dicendo, Caspian porse la mano destra a Susan, che lo guardò titubante.

“Vogliamo andare?”

Dopo aver esitato qualche attimo, Susan annuì e appoggiò la mano in quella di Caspian. E insieme si diressero verso l’interno del castello.

 

 

Salve a tutti! Allora, passato bene il Natale? Mi scuso per il ritardo! Il prossimo capitolo si intitola “Royal council”, il consiglio reale. Avremo tutti i re riuniti a discutere di questioni importanti. Nel frattempo, buon anno a tutti!!

Ringraziamenti:

clacly: ahahah, sono contenta che ti sia piaciuta la parte del picnic. Il cibo è una parte importante della nostra vita. Comunque spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.

bibina_88: grazie mille per la recensione. Spero tanto che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Le cose si sistemeranno sicuramente per le due coppiette.

junna: grazie per la recensione. Forse hai ragione, la frase che hai citato deve essere il riflesso inconscio di orgoglio e pregiudizio. Anch’io sono un po’ fissata con il film, è davvero bello. Neanche a me piaceva mosca cieca e ovviamente non mi è mai capitata la fortuna di Susan di ritrovarsi fra le braccia uno come Caspian. Ma che ci possiamo fare? Beh, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto…

xSerychanx: grazie per la recensione. Non sei l’unica a voler essere al posto di Susan. Sigh… vabbè, spero che il capitolo ti sia piaciuto!

 

A presto

Kia85

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Capitolo 9
*** Royal council ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 9: “Royal council”

 

“Potrei sapere gentilmente dove stiamo andando?”

Susan non riusciva a capire dove la stesse portando Caspian, ma improvvisamente il re aveva accelerato il passo.

A quella domanda, Caspian si voltò verso la regina e le sorrise: “Nel mio rifugio segreto!”

Nel tuo cosa?”

“Aspetta e vedrai!” la rassicurò lui.

Susan continuò a guardarlo, perplessa. Poi, finalmente, si rece conto della mano di Caspian che stringeva la sua e arrossì tutto d’un tratto.

“Ma…ecco…mi chiedevo se fosse opportuno andare in giro per il castello così!” esclamò Susan, imbarazzata.

“Così come?”

“Beh, mano nella mano!”

Caspian posò lo sguardo sulle loro mani intrecciate: “A te da fastidio?”

Susan, arrossendo ancor più violentemente, si affrettò a rispondere.

“No, no, certo che no!”

“Allora, va bene così!” esclamò lui, con un sorriso da mozzare il fiato.

Susan chinò il capo e non disse più niente: si lasciò condurre da Caspian, docile come un agnellino.

Finalmente arrivarono davanti a una piccola porta di legno su cui era stata intagliata l’immagine di una quercia dalla folta fronda, con i cardini d’oro massiccio. Caspian appoggiò la mano libera sul pomello d’oro e, prima di aprire la porta, si voltò verso Susan. La regina gli rimandò un sorriso dolce e il re aprì la porta.

Con un gesto della mano Caspian invitò la regina ad entrare e Susan, passando davanti a lui, entrò. Caspian la seguì e chiuse la porta dietro di sé.

La sala era piccola e tre quarti delle pareti erano costituiti esclusivamente da finestre, dietro cui si estendeva un panorama mozzafiato: la foresta a nord del castello, con le sue sfumature verdi, e dietro questa le montagne, dalle cime innevate, che si ergevano verso il cielo azzurro. Ma ciò che più di tutto colpì l’attenzione della regina Susan fu la presenza di quattro statue a grandezza naturale che ritraevano i leggendari sovrani di Narnia.

“Ma questi…” iniziò Susan, raggiungendo il centro della sala e guardandosi intorno.

“Sì, siete voi!”

“E’ incredibile!”

Susan si avvicinò alla statua di Edmund e le parve di risentire la voce di Aslan, durante la loro incoronazione.

Dal grande bosco dell' ovest, re Edmund, il Giusto!

Edmund era stato ritratto con la sua corona sul capo e una spada puntata a terra. Ed era davvero uguale a suo fratello: la stessa espressione infantile ma, nello stesso tempo, in via di maturazione.

Poi Susan raggiunse la statua di Peter.

Dal limpido cielo del nord ecco re Peter, il Magnifico!

Peter, con la sua espressione fiera e il suo portamento regale, indossava la corona e il mantello che gli ricopriva le spalle. In una mano sorreggeva lo scudo con il leone e con l’altra la sua spada: i regali di Babbo Natale. Susan, lo sguardo puntato sulla statua, sorrise fra sé. Peter era nato per essere re.

Verso est c’era la statua di Lucy.

Dallo splendido mare dell'est la regina Lucy, la Valorosa!

Lucy era proprio carina, con il suo bel vestitino e la sua coroncina. Tra le mani teneva la fialetta con il liquido per curare i feriti e, legato alla cintura, c’era il suo piccolo pugnale. Il suo visino era ancora un po’ paffutello, ma in via di sviluppo e molto fine: i suoi occhi e il suo sorriso erano i più dolci che Susan avesse mai visto.

Infine, ecco la sua statua.

Dallo splendente sole del sud la regina Susan, la Gentile!

Lei era stata ritratta, come i suoi fratelli, con la corona sul capo, e i capelli leggermente mossi ricadevano dietro le spalle. Sulla schiena portava la faretra con le frecce, in mano l’arco e legato al fianco il suo corno.

Susan restò a guardare la propria statua, senza dire nulla. Aveva sempre pensato che fra tutti e quattro lei era la meno adatta a essere regina. Persino in quel momento le faceva uno strano effetto vedere se stessa vestita in quel modo. I suoi fratelli avevano l’espressione e il portamento adatti, ma lei no. Si era sempre sentita a disagio, anche se non lo dava a vedere. Eppure sapeva comportarsi come una vera regina e tutti la rispettavano come tale. La verità era che lei sapeva essere regina solo grazie ai suoi fratelli e a Caspian.

Poi si accorse dello sguardo dolce del re posato su di lei e tornò a guardarsi intorno.

“Perché mai ci sono queste statue?”

Caspian si avvicinò a lei: “Le ho commissionate ai più bravi artigiani. Dopodiché le ho fatte sistemare qui. Questa stanza è a mio personalissimo uso, nessuno può entrare. La uso per riflettere e prendere decisioni importanti per il regno. E, sapervi in qualche modo accanto a me, mi aiuta a prendere la decisione migliore. È come se riuscissi a percepire la determinazione di Peter, l’innocenza di Lucy, la correttezza di Edmund e…il tuo amore!

“Caspian…” mormorò lei, quasi inconsciamente.

Ma non voleva interromperlo, non ne aveva alcuna intenzione, perché sarebbe volentieri rimasta per sempre lì, ad ascoltare la sua voce suadente rivolgerle quelle parole stupende.

“Non era come averti di nuovo qui, ma almeno potevo vederti ancora. Mi mancavi terribilmente!- esclamò Caspian, prendendole entrambe le mani e attirandola a sé- E credo che sia giunto il momento di dirti tutta la verità!

“La verità su che cosa?” domandò lei, leggermente in imbarazzo.

“La verità sul perché siete tornati qui anche tu e Peter!”

Susan si scostò dall’abbraccio e lo guardò negli occhi, vicinissima al suo viso: “E quale sarebbe?”

Caspian aprì la bocca per rispondere, ma in quell’istante qualcuno bussò alla porta. Perciò sospirò e andò ad aprire.

Nella piccola sala entrarono Peter, Aisleen, Edmund e Lucy, i quali furono tutti sorpresi di notare le quattro statue.

“Caspita, queste sì che sono delle belle statue!” commentò Edmund, correndo a guardare la sua statua.

“Hai fatto le cose alla grande, eh, Caspian?” esclamò Peter.

“In effetti, sì. Dopotutto mi avete aiutato a sconfiggere re Miraz! Ho voluto farvi un piccolo omaggio!”

“Allora, grazie mille!” disse Edmund.

“Sì, grazie. Sono bellissime!” disse Lucy, entusiasta.

“Bando alle ciance. Caspian ci ha convocato qui con urgenza per discutere di una questione importante!” disse Peter.

“Di cosa si tratta?” domandò Lucy, preoccupata.

“Riguarda il vostro ritorno a Narnia e il mio matrimonio!”

“Caspian, non fare tanto il misterioso e vieni al sodo!” sbottò Peter, ansioso.

“Sì, hai ragione, non abbiamo tempo da perdere. Ho aspettato che Aslan tornasse per chiedergli di farvi tornare, perché sentivo la mancanza di Susan. Io sono innamorato di lei, lo sono sempre stato in questi anni e non potevo sopportare l’idea che non sarebbe più tornata da me. Perciò ho implorato Aslan di farvi tornare tutti e quattro. Ma lui ha posto come condizione che io accettassi la proposta di re Alastair di sposare sua figlia!

All’improvviso tutto era più chiaro per Susan ed era anche meraviglioso. Caspian l’amava davvero. Probabilmente in quel momento sul suo viso si era dipinta una espressione da ebete, ma a Susan non importava poi molto. Non le importava più di nulla, perché ora aveva ciò che desiderava con tutto il suo cuore.

“Ora capisco. È per questo che avete accettato di sposarmi!” disse la principessa Aisleen.

“Proprio così! Ma il problema non è questo!”

“No? E quale sarebbe?” chiese Lucy.

“Re Alastair ha minacciato di dichiarare guerra a Narnia se io non sposo sua figlia!”

Dopo quella affermazione nessuno parlò per qualche minuto: il silenzio li avvolse.  A parte Peter, erano tutti esterrefatti.

“Sì, direi che questo è un bel problema!” commentò Edmund.

“Mio padre che vuole la guerra? Ma è totalmente inconcepibile! Lui ha sempre odiato la guerra!” esclamò Aisleen, quasi inorridita.

Peter la guardò estremamente preoccupato: “Eppure è così, principessa!”

“Dunque che cosa facciamo, a questo punto?” chiese Lucy.

“L’idea era questa!- iniziò a dire Peter- Caspian annullerà il matrimonio. Edmund ed io accompagneremo la principessa Aisleen al castello di Anvard, mentre Caspian, Susan e Lucy rimangono qui ad organizzare le truppe di Narnia. Così, nel caso in cui re Alastair volesse attaccare seriamente Narnia, non ci faremo trovare impreparati. Nel frattempo, Edmund ed io, con l’aiuto della principessa, potremo indagare su ciò che sta accadendo a re Alastair.

“In che senso?” chiese Edmund.

“La principessa Aisleen ritiene che suo padre abbia qualcosa di insolito.- disse Peter, appoggiando una mano sulla spalla della principessa- Deve essergli accaduto qualcosa durante il suo ultimo viaggio a Calormen. E nessuno meglio di lei lo conosce. Caspian ed io siamo d’accordo. Voi cosa ne pensate?”

“Approvo in pieno! È giusto provare a capire cosa si nasconda dietro il suo comportamento anomalo!” rispose Susan, mentre Caspian le rivolgeva il più adorante degli sguardi.

Lucy annuì energicamente: “Sì, sono d’accordo!”

“Quando partiamo?” domandò Edmund, convinto.

“Bene, allora è deciso! Vado ad informare lord Cornelius, cosicché possa organizzare il vostro viaggio!” esclamò Caspian.

“Io, nel frattempo, preparerò i bagagli!” disse la principessa Aisleen.

“Se volete vi do una mano!” propose Lucy.

Aisleen le sorrise: “E’ molto gentile da parte vostra, Maestà, e sarebbe un onore per me. Ma ho le mie ancelle!”

“Non vi preoccupate. Mi farebbe piacere aiutarvi. Inoltre, non ho assolutamente niente da fare!” insistette Lucy.

“Se proprio insistete, Maestà, accetto il vostro aiuto!”

“Io, invece, vado a raccogliere i miei effetti!” annunciò Edmund.

Fu così che nel piccolo rifugio di Caspian rimasero solo Susan e Peter. I due fratelli si guardarono negli occhi per qualche attimo, in silenzio.

Poi fu Susan a parlare per prima.

“Peter, è andata veramente così?” chiese titubante.

La scoperta appena fatta era così bella che Susan non riusciva ancora a crederci e voleva essere sicura che fosse vera. Non voleva che Caspian le sfuggisse nuovamente dalla mani. Aveva commesso questo errore una volta e non l’avrebbe ripetuto.

“Cosa?”

“Caspian ci ha richiamati perché voleva rivedermi?!

Peter ridacchiò: “Ma certamente! Caspian ti ama davvero. Perché dubiti di lui?”

Susan chinò il capo, guardando per terra e sospirando.

“Non so, è da quando sono tornata a Narnia, che continuo a sentirmi così piena di dubbi, prima sui miei sentimenti, poi su Caspian!”

“Susan, cara sorella, tu presenti tutti i sintomi dell’amore! È così normale quello che provi! -esclamò Peter, ridacchiando- Ma sono sicuro che andrà tutto bene!”

Susan inarcò un sopracciglio e guardò il fratello, con un sorriso divertito sulle labbra. Non era certo l’unica a presentare tutti i sintomi dell’amore.

“A proposito di amore, non ti ho mai visto così coinvolto da qualcuno che non sia Lucy o Ed o me!”

Peter arrossì lievemente, assumendo un’espressione così imbarazzata da risultare piacevolmente inedita per la sorella.

“A…chi ti riferisci, scusa?”

“Oh, lo sai perfettamente a chi mi riferisco!- ripose Susan, incrociando le braccia sul petto- Alla principessa Aisleen!”

“Davvero?- esclamò lui, vagamente- Io non me ne sono accorto!”

Il solito Peter! Tanto fiero e valoroso come re, quanto restio a parlare di sé e delle sue debolezze.

“Ma smettila! Si vede lontano un miglio che ti piace!” esclamò Susan, dandogli una pacca sul torace.

Lo sguardo pensieroso di Peter si perse per pochi secondi al di là delle finestre, per poi tornare sulla sorella.

“Oltre a te, l’ha capito qualcun altro?”

“Non che io sappia! Sicuramente lei non lo sa!”

Peter si abbandonò per terra, seduto con la testa fra le mani. E Susan, colpita dal suo turbamento, si sedette accanto a lui, circondandogli le spalle con un braccio.

“E’ così strano, Susan, quello che provo per lei. Non mi sono mai sentito così. Non è un semplice affetto, è qualcosa di più: non voglio solo proteggerla o aiutarla, vorrei stare con lei in ogni momento del giorno e vorrei che sorridesse sempre per me!

Susan sorrise fra sé e appoggiò il capo sulla spalla del fratello: “Beh, credo che anche tu presenti proprio tutti i sintomi dell’amore!”

Peter rise, molto più sollevato.

“Sì, lo credo anch’io! Allora, a questo punto, cosa dovrei fare?

“Dirle tutto, no?”

Peter deglutì, con un’espressione quasi terrorizzata: “Ah, non so se ne sono capace!”

“Come, il Magnifico Peter, il Re Supremo di Narnia, il Flagello dei lupi, colui che ha cacciato da Narnia i giganti…non ha il coraggio di dichiararsi a una fanciulla?” esclamò Susan, sorpresa, guardandolo negli occhi.
“Beh, se la metti così, in effetti, sembrerebbe una passeggiata per me, ma non lo è affatto!”

“Perché non hai mai provato! Ma se cogli l’attimo giusto, la guardi negli occhi e le parli con il cuore in mano, vedrai che sarà molto facile, sarà, anzi, la cosa più naturale che tu abbia mai fatto! Perché, tutto sommato, l’amore fa parte della nostra natura!

“Noto che la tua insicurezza è sparita del tutto.”

Susan sorrise, lusingata: “Sapere che anche il mio fratellone è così pieno di timori in amore mi ha tranquillizzata molto! Dopotutto per me, per Ed e per Lucy tu sarai sempre un importante punto di riferimento!

“Già, una grande responsabilità!”

“Un’enorme responsabilità. Ma tu hai sempre fatto un ottimo lavoro!” esclamò lei, dandogli poi un bacio sulla fronte.

“Grazie, Sue!”

Peter si alzò e Susan lo imitò.

“Adesso sarà meglio che mi prepari anch’io!” disse Peter, dirigendosi verso l’uscita.

“Ah, Peter!”

“Sì?” chiese lui, voltandosi.

“Hai a disposizione almeno un intero giorno di viaggio prima di arrivare ad Anvard. Vedi di approfittarne!”

E, così dicendo, lei gli fece l’occhiolino.

Peter alzò il pollice della mano destra: “Contaci!”

 

 

 

Ehilà, la befana, ovvero io, non viene di notte, ma di pomeriggio e porta alle brave persone un nuovo capitolo! Beh, che dire, siamo quasi in dirittura d’arrivo. Mancano almeno7-8 capitoli. Il prossimo, intanto, si intitola “True love kiss”. Ma non aggiungo niente!! Non so se avete capito a cosa mi sono ispirata per la scena iniziale di questo capitolo, quella di caspian che tiene per mano susan…vi do un indizio: è un manga/anime. Ihih!

Ringraziamenti…

Junna: grazie per la recensione. Sono davvero contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo. Anche a me piace il rapporto da cognatini fra caspian e peter e ovviamente fra susan e aisleen. Anche se adesso si separeranno per un po’. Hai ragione, fra un po’ ci sarà un po’ d’azione, già fra due capitoli. Spero che anche questo capitolo ti sia piaicuto.

Clacly: grazie per la recensione. Eheh, le parole di aslan vanno prese alla lettera, non parla mica a caso lui!! Dopotutto è il creatore di narnia!! E si fa aspettare proprio come un gran divo, ma arriverà nel momento giusto! Peter e susan…mm, non so se resteranno a narnia. Certo, se facessero i bravi e si comportassero come due bravi sovrani, magari potrei anche farci un pensierino. Ahah! Comunque, spero il capitolo i sia piaciuto.

Bibina_88: ti ringrazio per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Quelli più avvincenti arriveranno già dal prossimo!

rubs: grazie per gli auguri, che ricambio, e per la bella recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Finalmente caspian diventa un po’ più sicuro di sé!

 

 

A presto

Kia85

 

 

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Capitolo 10
*** True love kiss ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 10: “True love kiss”

 

Tutto era pronto per la partenza di Peter, Edmund e della principessa Aisleen: i bagagli, la carrozza, le provviste, un’esigua ma affidabile scorta… mancavano solo i due Pevensie e la principessa, che si trovavano nel cortile d’ingresso del castello, insieme a Caspian, alle due regine e ai consiglieri di Sua Maestà.

Sono alquanto preoccupata.- disse la principessa- Non vorrei essere la causa di un’insulsa guerra!”

Peter, con un profondo respiro, raccolse tutto il suo coraggio e appoggiò una mano sulla spalla della fanciulla: “Non vi preoccupate, Altezza, andrà tutto bene! Ve lo assicuro!”

E poi, cara principessa, dovete sapere che, qualunque cosa accada, ci sarà mio fratello a proteggervi. Siete in buone mani!” esclamò Susan.

“Ne sono convinta!” disse lei, rivolgendo un sorriso al Re Supremo.

Peter arrossì, ma si riprese, parlando nuovamente: “E, a proposito, Caspian, ti affido le mie sorelle. Se dovesse accadere qualcosa a Susan o Lucy, dovrai vedertela con me!”

A quelle parole, Susan sospirò, mentre Lucy alzò gli occhi al cielo. Caspian, invece, rispose con il suo sguardo più sicuro e il tono di voce più fermo.

“Le proteggerei a costo della mia stessa vita, non devi dubitare di me!”

“Lo so. Volevo solo mettere le cose in chiaro!”

Sospirando nuovamente, Susan si sentì costretta ad intervenire: “Sono convinta che Caspian abbia compreso esattamente ciò che intendevi, Peter. Ma ricordati che Lucy ed io siamo perfettamente in grado di cavarcela da sola!”

Peter stava per ribattere, quando si intromise Edmund.

“D’accordo, basta così! Peter, sono sicuro che le ragazze sono in buone mani. Susan, anche se non fosse così, sappiamo perfettamente che tu e Lucy siete in grado di pensare a voi stesse senza l’aiuto di nessuno! E, adesso, per favore, andiamo. Abbiamo un compito importante da portare a termine e non possiamo perdere tempo!”

Ed ha ragione, ragazzi!” disse Lucy.

Peter chinò il capo, rilassandosi: “Sì, perdonatemi!”

“Il fatto è che Peter, anche se non lo da a vedere, è nervoso come tutti noi!” commentò Susan, ricevendo un’occhiata gelida da parte del fratello.

“E’ più che comprensibile!” si intromise Aisleen, guardando preoccupata il re in questione.

“Esattamente. Quindi, conto su di voi, Altezza, affinché riusciate a calmarlo!”

Aisleen sorrise: “Ci penserò io, Maestà! Non temete!”

Peter arrossì, mentre Susan gli fece l’occhiolino.

“Adesso, sarà meglio andare!” disse nuovamente Edmund, che cominciò a salutare le sorelle.

Caspian, invece, si rivolse a Peter e Aisleen.

“Spero che il viaggio sia gradevole e che non ci siano problemi con re Alastair!”

“Non preoccuparti per questo! È tutto sotto controllo!” disse Peter.

Caspian annuì, pensieroso: “Comunque, Peter, devi fidarti di me. Non lascerò che accada qualcosa né a Susan né a Lucy. Non potrei mai perdonarmelo!”

Peter gli sorrise, decisamente più tranquillo, e gli porse una mano.

“Ne sono convinto. Mi fido ciecamente di te!”

“Ti ringrazio!” replicò Caspian, stringendogli la mano.

Dopodiché Peter salutò le sorelle, abbracciandole entrambe nello stesso momento.

“Fate molta attenzione, mi raccomando!” disse lui.

Anche tu. Sii prudente, per carità!” esclamò Susan.

Lucy, invece, gli baciò una guancia: “Torna presto, Peter!”

“Sì!”

E dopo i saluti e le varie raccomandazioni, la principessa Aisleen salì sulla carrozza, mentre Edmund e Peter la affiancavano, sui loro destrieri. Dietro di loro procedevano quattro soldati dell’esercito di Caspian.

Le due regine e re Caspian guardarono la carrozza e i cavalieri partire e, nel momento in cui uscirono dal castello, Susan e Lucy notarono quattro topolini salire sul retro della carrozza. Non erano altri che Ripicì e i suoi compagni.

“Caspian, cosa stanno facendo Ripicì e gli altri?” chiese Lucy, perplessa.

“Stanno eseguendo i miei ordini!”

“E quali sarebbero questi ordini?” domandò Susan.

“Di andare con loro! Quei topolini potrebbero essere molto utili se succedesse loro qualcosa!”

”Naturalmente hai ragione.- esclamò Susan- Ma perché non ne hai parlato con Peter?”

Caspian guardò le due sorelle: “Perché avrebbe detto che non ce n’era alcun bisogno e che aveva tutto sotto controllo!”

Lucy ridacchiò, mentre Susan sorrise e si scambiò uno sguardo con la sorella. Ormai anche Caspian conosceva molto bene Peter.

“Sì, avrebbe detto proprio così!”

“Maestà, vogliamo andare?” intervenne, a quel punto, Briscola, rivolgendosi alla piccola Pevensie.

“Dove devi andare?” chiese Susan.

“Ah, già!- esclamò Lucy, sbattendo la mano sulla propria fronte- Ho promesso a Briscola che lo aiutavo a dare da mangiare ai cavalli!”

“Ma…- esclamò Briscola-…se Sua Maestà non approva, posso anche farlo da solo! Le ho detto molte volte che non è un lavoro adatto a una regina.”

Susan, con un sorriso gentile, si affrettò a rispondere: “Oh, no, io ero solo curiosa. Vai pure, Lucy! Anche io ho qualcosa da fare!”

“Grazie, Sue!”

E, così dicendo, Lucy e Briscola si avviarono verso le stalle. Caspian si voltò verso Susan, che era rimasta a guardare la sorella mentre si allontanava con il nano, e il suo respiro accelerò rapidamente. Non erano ancora rimasti da soli dopo la sua dichiarazione…indiretta… Come avrebbe dovuto comportasi?

Ma Susan non gli lasciò molto tempo per riflettere su come agire, perché girò sui tacchi e si allontanò. Caspian rimase lievemente turbato, in quanto non gli aveva rivolto la parola, ma forse conosceva il motivo di quel suo strano comportamento: lui l’avrebbe seguita e Susan ne era certa.

Così, con un sorriso stampato sulle labbra, Caspian si affrettò ad affiancare Susan.

“Potrei sapere qual è il tuo impegno?”

Susan si voltò a guardarlo e gli sorrise.

“Vorrei solo fare un po’ di pratica con la spada!”

“E perché mai?” domandò lui, perplesso.

Susan rise, ma era una risata senza alcuna gioia: “Perché? Forse per la probabile guerra che scoppierà fra Narnia e Archen? Diciamoci la verità, anche se me la cavo con arco e frecce, la spada non è proprio il mio forte! Per questo ho deciso di allenarmi un po’, nel caso in cui mi ritrovassi in uno scontro diretto con i soldati di Archen. Le frecce sono scomode da vicino!”

“Non intendevo questo!” esclamò lui, scuotendo il capo.

“Ah no?”

“No. Tu non prenderai parte alla guerra!”

A quelle parole, Susan si bloccò e Caspian la imitò.

“Come, scusa?”

“Hai capito. Né tu né Lucy combatterete con noi. È troppo pericoloso e io ho una promessa da mantenere con tuo fratello!”

Susan chinò il capo, respirando a fondo. Caspian aveva cominciato a dare retta a Peter nel momento peggiore.

Innanzitutto, ignora la promessa che hai fatto a Peter. Io e Lucy non abbiamo bisogno della balia da molto tempo, da prima che tu nascessi! E, secondo, non hai alcun diritto di dirmi cosa fare o non fare!”

“Io non te lo sto semplicemente dicendo.- esclamò Caspian, provando a imporre la sua decisione- Io te lo sto ordinando, come re di Narnia!”

“Beh, sappi, mio caro re, che non puoi dare ordini a me. Sono stata una regina di Narnia anch’io. E quando si è re o regine di Narnia, si è re o regine per sempre. O forse l’hai dimenticato?”

“Certo che no.- disse Caspian, chinando il capo e la sua voce fu percorsa da un fremito- Ma…non posso permettere che ti accada qualcosa. Ho creduto di averti persa per sempre una volta. Non voglio che succeda ancora!”

Le parole così inaspettate di Caspian la scossero profondamente. Caspian sapeva ammorbidirla con poche parole e con il suo sguardo dolce e ingenuo. Ma lei era pur sempre una regina combattente. Così, appoggiò una mano sulla sua spalla.

“Caspian, ti ringrazio molto. Sei davvero gentile a preoccuparti per me, ma quando parli così è come se non avessi fiducia nelle mie capacità!”

Caspian si affrettò a scuotere il capo energicamente: “Ti assicuro che non è così! Io ho la fiducia più totale in te, lo sai bene!”

“Allora, ti prego, lascia che combatta anch’io, insieme a te, al tuo fianco.- lo implorò lei, afferrandogli la maglia con entrambe le mani, mentre gli angoli degli occhi cominciarono a pizzicarle- Impazzirei se restassi al castello, sapendo che tu, Peter ed Edmund siete in mezzo a una guerra. Non puoi chiedermi di sopportare tutto questo. Sarebbe crudele da parte tua.”

Caspian la fissò a lungo e sulla pallida guancia della regina scivolò una lacrima, che si era ribellata al tentativo di dominarsi della giovane. Il re stava pensando seriamente a ciò che gli aveva detto Susan e non poteva darle torto: per lei, come per Lucy, sarebbe stata una vera tortura non poter partecipare alla guerra, sapendo che i loro cari stavano combattendo. Così, con una mano, asciugò la lacrima ribelle, prolungando però il tenero contatto con il suo viso, e sospirò.

“Sei davvero testarda, regina Susan!” esclamò lui, sorridendo.

“Non più di te!”

Susan, più sollevata, arrossì, rendendosi conto di quanto fosse vicina a lui. Perciò si allontanò da lui e, così facendo, Caspian si sentì come se si stesse allontanando metà della sua anima. Ormai erano una cosa sola  e lo sarebbero stati per sempre. Perciò rise e poi prese le mani di Susan fra le sue, riavvicinandola a sé.

“Però, voglio che accetti una mia condizione!”

Susan annuì: “Tutto quello che desideri!”

“Ti lascerai aiutare dal sottoscritto!”

“Con la spada?”

“E’ ovvio!”

“Sì, è una proposta allettante. Quando cominciamo?”

“Anche subito!”

*****

La notte calò rapidamente su Narnia e Peter decise che si sarebbero accampati prima del tramonto del sole, in prossimità della biforcazione del grande fiume, appena fuori dal villaggio di Beruna.

Edmund si offrì di preparare il cibo per tutti, mentre i soldati sistemavano le tende. La cena era ottima, Edmund era diventato davvero un cuoco provetto. Dopo mangiato, Peter decise che avrebbe fatto il primo turno di guardia. Così, mentre tutti provavano a dormire, Peter si sistemò vicino al falò acceso per la notte.

Chissà se ci sarebbe stata veramente la guerra… Chissà se sarebbero sopravvissuti…Chissà se Aslan li avrebbe aiutati prima o poi…

“Maestà!”

 Peter si voltò e vide la principessa Aisleen. Subito scattò in piedi: non l’aveva sentita arrivare, il che significava che era davvero soprappensiero.

“Perdonatemi, vi ho spaventato?” chiese lei, proprio di fronte alla sua tenda.

“No, affatto. Ma cosa ci fate qui?”

Peter fece un passo incerto verso di lei, provando a rilassarsi.

“Ho pensato di farvi un po’ di compagnia! È permesso?”

Peter sorrise fra sé e le porse una mano: “Solo se abbandonate tutte queste formalità con me!”

Aisleen arrossì lievemente e appoggiò una mano su quella di Peter, che la aiutò a sedersi accanto a lui.

“Allora…grazie mille!” disse lei, sorridendogli.

Peter, sentendo le guance prendere fuoco a causa di un suo semplice, meraviglioso sorriso, si voltò a guardare il falò che scoppiettava allegramente.

“E di che cosa? Mi fa piacere avere un po’ compagnia. Anche se non vorrei che ti affatichi troppo. Il viaggio è stato lungo e stancante! E domani non sarà molto diverso da oggi, sebbene preveda di giungere ad Archen poco prima del tramonto!”

“Non ti preoccupare per me. Sto bene. Piuttosto, credo di essere io a dovermi preoccuparmi per te!” esclamò Aisleen, senza togliergli gli occhi di dosso.

Peter se ne accorse e sentì il cuore accelerare, ma cercò di controllarsi. Come faceva Susan a dominare i propri sentimenti? Per lui sembrava un’impresa troppo ardua!

Co-come mai?”

“Mi sembri un po’ teso, Peter!” rispose lei, appoggiando una mano sul suo braccio.

Se avesse parlato subito, la sua voce avrebbe tremato esageratamente. Ma, per fortuna, Peter aspettò un secondo e prese un respiro profondo.

“E’ vero, ma chiunque lo sarebbe con la minaccia di una guerra all’orizzonte.”

“Sei preoccupato?”

Peter decise che non poteva continuare a evitare di guardarla. Così si voltò verso di lei e per un istante gli si mozzò il respiro. Aisleen era davvero la creatura più incantevole che lui avesse mai visto: era bella perfino di notte, con il viso illuminato solo dalla luce calda e tremula del falò.

“Io…sono preoccupato per le mie sorelle e…per te!” disse Peter, ritrovando un po’ del coraggio del Re Supremo che era in lui.

“Perché? Fintanto che sarai al mio fianco, sento che non mi può accadere niente di spiacevole!”

Peter sorrise, più sollevato dalle parole di Aisleen: “Sono preoccupato per come reagirai se tuo padre volesse attaccarci!”

“Mio padre non lo farà mai.- affermò lei, convinta, scuotendo il capo- E anche se fosse così, dopo quello che mi hai detto durante la gita, vorrà dire che c’è qualcosa che non va in lui.”

“Esatto!”

“Ma sono sicura che tutto si sistemerà, grazie a te!” esclamò Aisleen, appoggiando il capo sulla spalla di Peter, che arrossì.

“Ah…sì…certo…”

Era forse quello uno di quei momenti in cui avrebbe dovuto approfittare della situazione? Uno dei momenti di cui aveva parlato anche Susan?

“Sai, non ho mai conosciuto nessuno come te. Un cavaliere così gentile, valoroso, forte, sempre pronto a rischiare la vita per le persone che ama!”

Peter sbattè le palpebre, perplesso: “Come fai a saperlo?”

“Che rischieresti la vita per i tuoi cari?”

Peter annuì. Aisleen lo guardò dolcemente e gli accarezzò il viso, avvicinandosi pericolosamente a lui, che si sentì mancare l’aria.

“Si capisce dai tuoi occhi. Sono i più dolci che abbia mai visto! Anche se, a dire il vero, mi piace tutto di te!”

Aisleen continuava ad avvicinarsi a lui, senza alcun timore, e Peter si sentì improvvisamente paralizzato, come se non potesse né volesse muoversi.

“Davvero?”

“Sì!”

E, subito dopo, delle labbra sottili e rosee si appoggiarono su quelle di Peter, nel più casto e dolce dei baci.

*****

I raggi del sole, che brillava alto nel cielo, illuminavano e riscaldavano tutto il paesaggio. Era una mattina incantevole e il tempo benevolo aveva permesso a Caspian e Susan di allenarsi all’aperto.

“Bravissima!” esclamò Caspian, puntando la spada a terra.

Era solo il secondo giorno di allenamento, ma Susan aveva rivelato un’abilità notevole nell’arte della scherma.

“Come?”

“Ho detto bravissima! Non te la cavi affatto male, al contrario di ciò che pensi tu!”

“Lo pensi seriamente?” domandò lei, sorpresa.

Caspian ridacchiò: “Certo, perché mai dovrei mentirti?”

“Giusto!- disse Susan, convinta- Ma, se non ti dispiace, vorrei provare ancora un duello!”

“Come voi desiderate, mia regina!” esclamò lui, inchinandosi rispettosamente.

“Oh, Caspian, se ti rivolgi in questo modo a me, come potrei mai affrontarti?”

“Buono a sapersi!” esclamò Caspian, rivolgendole uno sguardo di pura dolcezza.

Susan arrossì: “Ma…non ne devi approfittare!”

Incurante delle sue parole, Caspian si avvicinò a lei e prese fra le mani una ciocca di capelli di Susan.

“Allora, non devi svelare le tue debolezze al nemico!” ribattè lui, chinandosi e baciando la ciocca di capelli che profumava di muschio e gelsomino.

Susan si sentì mancare: aveva letto da qualche parte che baciare i capelli era simbolo di adorazione. Caspian che l’adorava…chissà per quanto ancora il suo cuore avrebbe retto. Doveva reagire in qualche modo, eppure si sentiva incapace di compiere qualunque movimento a causa della vicinanza del suo re.

“Ma…- iniziò a dire lei, appoggiando una mano sul suo braccio-… fino a prova contraria, tu non sei mio nemico, o sbaglio?”

La regina gli rivolse un’occhiata maliziosa e questa volta fu Caspian ad arrossire.

“No, no, certo.- si affrettò a rispondere lui- Allora…ehm…cominciamo?”

Caspian si allontanò da lei e Susan, ritrovando la concentrazione, sollevò la sua spada in posizione di guardia.

“Sì!”

Fu così che Caspian la attaccò, Susan parò e nell’aria le spade vibrarono, producendo un suono metallico e forte.

“Ottima parata!” commentò Caspian.

Aha, mio caro, vietato parlare!”

“Giusto! Chiedo venia!”

“Concessa!”

Il duello riprese. Caspian continuava ad attaccarla e Susan parava e, nel frattempo, indietreggiava sempre di più. Ma la regina non demordeva e i suoi occhi erano concentrati più che mai. Così, all’improvviso, Susan raccolse tutte le sue energie e cominciò ad attaccare Caspian. I ruoli si invertirono e Caspian, sbalordito, arretrò verso i bordi della foresta. Questo incoraggiò maggiormente Susan, che continuò, imperterrita, ad attaccarlo.

Poi, tutto ad un tratto, Caspian inciampò in una radice d’albero e Susan, spaventata, si fermò.

“Caspian!”

“Per la criniera di Aslan! Questo non me lo sarei mai aspettato!” esclamò il re, divertito.

“Stai bene?”

“Sì, sto bene.”

Caspian appoggiò la spada per terra e la guardò, sorridendo: “Sei stata veramente grandiosa! Complimenti!”

Il complimento era sincero e stuzzicò quel pizzico di vanità che è nascosto in ogni donna. Perciò Susan gli sorrise, compiaciuta, abbassando la spada.

“Grazie! Ho lasciato che tu mi attaccassi, per poi raccogliere tutte le mie forze e sferrare l’attacco finale!”

“Un’ottima strategia, davvero! Ma…- disse Caspian, guardandola di sottecchi-…se non mantieni la concentrazione, qualcuno potrebbe approfittarne!”

“In che senso?” chiese lei, perplessa.

Caspian, con un rapido movimento, si alzò in piedi e sfilò la spada dalle mani di Susan.

“In questo senso!”

Susan lo guardò più sorpresa che mai. Era stato così veloce che se lo ritrovò davanti, senza neanche rendersi conto del movimento compiuto.

“E, a quel punto, potresti essere davvero in pericolo!”

“Hai ragione, scusa!”

“Ma, per tua fortuna, adesso sei con me e io non ti farei mai del male!” disse lui, lasciando cadere la spada a terra.

Tutto ad un tratto, gli occhi di Susan erano diventati una calamita per il giovane re innamorato, che non potè fare a meno di afferrarle una mano e avvicinarla a sé. Il cuore di Susan si scatenò nel suo petto, ma la gentile regina non ci fece caso. In quel momento anche Caspian era diventato per lei il centro di ogni sua attenzione.

“Lo so!”

“E…sai anche perché?” domandò lui, appoggiando la fronte su quella di Susan.

“Perché sei un re gentile, dall’animo nobile e il coraggio pari a quello di un leone!”

Caspian sorrise, godendo della vicinanza alla sua meravigliosa regina, e scosse piano il capo.

“No, per un motivo più semplice.”

Susan chiuse gli occhi, trattenendo il respiro: attendeva quel momento con grande ardore da anni…

“Dimmelo, ti prego…”

“Ti amo immensamente, mia cara, dolce Susan!”

Con gli occhi ancora chiusi, Susan sorrise beata al suo più tenero sogno divenuto realtà; ed era tutto merito del suo gentile, perfettissimo re.

“Ti amo anch’io!”

“Sì, lo so!” esclamò Caspian.

Detto questo, si chinò su di lei e la baciò. Il momento era tanto atteso da entrambi, sognato da due anni, ma mai veramente sperato. E forse anche per questo fu davvero il più prezioso dei baci.

Fu come se non fossero passati due anni, come se non fossero mai stati separati, ma avessero trascorso ogni giorno l’uno in compagnia dell’altra.

Quando si allontanarono, Susan era lievemente arrossita, il che la rendeva deliziosa agli occhi di Caspian.

“Cosicché…-iniziò a dire lei, imbarazzata-…questa sarebbe la mia ricompensa per aver combattuto bene?”

“Beh…sì, direi di sì!”

“Quindi, in quest’ottica, per avere una seconda ricompensa, dovrei batterti ancora in un duello con la spada?”

Caspian rise: “No, non ce n’è bisogno!”

“Ah no?” chiese Susan, mentre lui si avvicinava nuovamente a lei e le passava un braccio intorno alla vita.

“No. Sei stata lontana da me per due insopportabili anni. Puoi chiedere tutte le ricompense che desideri!”

“Oh, ne sono lusingata!” disse Susan, sorridendo, prima di essere nuovamente baciata dal suo re.

 

 

E siamo a 10! Beh, spero che questo capitolo non sia stato troppo sdolcinato!! O forse sì…no, tragedia!!!!!

Vabbè, pazienza! Il prossimo si intitola “Prisoners” e sarà incentrato soprattutto sulle vicende di Peter, Aisleen ed Edmund. Ah, già, la scena suspian dello scorso capitolo era ispirata al manga marmelade boy!!!

Ringraziamenti…

Junna: grazie per la recensione, sei sempre molto gentile! Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Non so se la scena fra Peter ed Aisleen ti abbia soddisfatto, certo non c’è stata la dichiarazione vera e propria, ma penso che si siano capiti! Anche perché non li vedevo molto a loro agio in una scena come quella finale fra susan e caspian.

Bibina_88: grazie per la recensione. Spero che il capitolo così melenso non ti abbia disgustata! Ah, sì, aslan dovrebbe arrivare fra un paio di capitoli…

Clacly: grazie per la recensione, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Non so chi e se rimarrà a narnia. Non è vero, lo so, ma non posso dirlo!! ^_^ comunque la storia è quasi finita di scrivere, mi mancano due capitoli. Sono un po’ difficili, spero di farcela…

 

 

A presto

Kia85

 

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Capitolo 11
*** Prisoners ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 11: “Prisoners”

 

A metà del secondo giorno di viaggio, il reale gruppetto  finalmente scorse il castello di Anvard all’orizzonte. La mattina stessa avevano superato il valico che separava Narnia dalla terra di Archen e sul calar del sole riuscirono a giungere al castello.

Il ponte levatoio fu abbassato e tutto il gruppo entrò nel cortile del castello. Non appena la carrozza si fermò nel centro del cortile, Peter smontò da cavallo e corse ad aprire la portiera della carrozza, aiutando poi la principessa Aisleen a scendere a terra.

“Grazie!” disse lei, sorridendogli.

Il ricordo del suo bacio non l’aveva mai abbandonato e continuava a provocare nel Re Supremo sensazioni meravigliose e inedite. Il modo in cui lei lo coinvolgeva lo sorprese, ma piacevolmente: Peter era felice di scoprirsi così capace di amare qualcuno al di fuori della sua famiglia, proprio lui che viveva per i suoi fratelli e i suoi genitori.

Arrossendo lievemente, Peter le lasciò andare la mano. La principessa Aisleen avanzò di qualche passo e si fermò a osservare dal basso il castello che si ergeva davanti e tutto intorno a lei. La sua espressione si incupì improvvisamente e Peter la affiancò, come se con la sua sola vicinanza volesse infonderle coraggio. Aisleen cercò la sua mano e, quando la trovò, fece intrecciare le loro mani. Peter, rincuorato dalla ricerca di quel contatto, avvicinò la mano della principessa alle labbra, baciandole le dita sottili.

E per quel gesto Aisleen gli rivolse uno sguardo dolcissimo, che Peter ricambiò con un cenno di incoraggiamento.

“Andiamo?” domandò lui.

“Sì!”

Così i due, insieme a Edmund e la scorta, si recarono nella grande sala del trono, dove su due regali mobilii, sedevano re Alastair e la regina Sybil, i quali non mostrarono alcuna gioia nel rivedere la figlia.

“Madre! Padre! Che bello rivedervi!” esclamò la principessa, inchinandosi davanti a loro.

I due fratelli con i soldati rimasero più indietro, ma si inchinarono allo stesso modo.

“Aisleen, per quale motivo ti trovi qui?” chiese il re, con tono altero, che turbò la principessa.

“Caro padre, mi duole doverti avvisare che re Caspian ed io abbiamo deciso di annullare il matrimonio.”

“Che cosa?” tuonò il re, scattando in piedi.

“Perdonate l’intrusione, Maestà, ma lasciate che sia io a spiegarvi il motivo di tutto questo.- intervenne Peter, affiancando la principessa- Sua Maestà, re Caspian non può sposare la principessa Aisleen in quanto è da molto tempo che prova un grande amore per la mia sorella minore, la regina Susan. E la principessa…credo che lei non ami il re. Perché costringerla a sposare un uomo che non ama?

“Trovo la vostra intrusione alquanto irritante, re Peter. Ma riconosco che l’argomento vi riguarda, dunque, sappiate che non avevo intenzione di far sposare mia figlia con Caspian per amore!

Dopo un momento di smarrimento, Aisleen scosse il capo e guardò il padre, preoccupata.

“Padre, che state dicendo?”

“La verità, mia cara. Tu dovevi sposare re Caspian per un semplicissimo motivo!

L’espressione fredda di re Alastair e la totale apatia della regina Sybil stavano confondendo la povera Aisleen.

“Vale a dire?” balbettò la principessa, incerta.

“Vale a dire…la conquista di Narnia!”

Negli occhi del re brillò qualcosa di simile alla vendetta. Ma non era da lui, lui che per Aisleen era sempre stato un padre affettuoso, pur con tutti i suoi impegni da sovrano.

“Padre, state farneticando! Che cosa significa tutto ciò?”

“Come osi rivolgerti a me in questo modo?! E, soprattutto, come hai osato annullare il matrimonio?! Non capisci?! Se avessi sposato re Caspian, avremmo avuto in pugno Narnia e la Strega Bianca sarebbe tornata al potere!

Quel nome allarmò praticamente tutti e Peter, inconsciamente, afferrò la mano di Aisleen e la avvicinò a sé.

La Strega Bianca? Ma, padre, come potete farlo? Sapete perfettamente quali e quanti danni ha arrecato a Narnia. Non potete farlo!”

“Oh, ma lo farà…grazie a me!” disse una voce stridula, che proveniva dalla loro destra.

Nella sala, infatti, entrò una strega, molto anziana e di bassa statura: aveva il viso coperto dal cappuccio del mantello, la schiena curvata da una gobba, gli abiti logori, e in una mano stringeva un bastone di legno bianco, sulla cui estremità scintillava una lama di ghiaccio: l’arma della Strega Bianca…ricostruita…

Peter spinse ulteriormente la principessa dietro di sé. Dopodiché sfoderò la sua spada, così come Edmund e i soldati.

“Chi siete?” domandò Peter, all’erta.

“Mi chiamo Ivy e sono una strega!”

“Per quale motivo vi trovate qui? I miei genitori non tollerano le streghe!

Le labbra sottili e livide della strega si stirarono in un ghigno fastidioso.

“Allora, a quanto pare, hanno cambiato idea. Perché, vedete, principessina, è stato vostro padre a invitarmi a palazzo!

“State mentendo! Mio padre non ospiterebbe mai una strega!” esclamò Aisleen, inorridita.

“Oh, ma è andata proprio così. Ho incontrato vostro padre nel deserto di Calormen. Io ero appena stata aggredita da un lupo e re Alastair mi ha soccorsa. Dopodichè mi ha gentilmente inviata a palazzo per ricevere le migliori cure dai vostri dottori di fiducia!

“Ma certo! E voi avete pensato bene di ringraziarlo ingannando la sua mente e controllandolo come un burattino fra le vostre mani!” esclamò Peter, rivolgendole uno sguardo di puro disprezzo.

La strega sorrise nuovamente e si avvicinò a re Alastair, appoggiando poi una mano sul suo braccio.

“Non temete, Maestà! La Strega Bianca tornerà molto presto in questo mondo, così non avremo più bisogno di re Alastair né della sua amata consorte!

Aisleen, angosciata, strinse più forte la mano di Peter.

“Ma noi non lo permetteremo!” esclamò il Re Supremo, convinto e con lo sguardo accigliato.

“Allora, sono costretto ad intervenire io!” disse il re, facendo un cenno con la mano.

E subito i soldati dell’esercito di Archen li raggiunsero e li circondarono. I narniani erano decisamente in minoranza.

“Vi conviene arrendervi!” propose Alastair.

“Giammai!”

Così dicendo, Peter, Edmund e i quattro soldati attaccarono l’esercito di Archen. Ma i loro avversari continuavano ad aumentare a dismisura. Ben presto, infatti, nonostante tutti i loro sforzi, si ritrovarono nuovamente circondati e furono costretti ad arrendersi, quando il generale dell’esercito riuscì a prendere in ostaggio la principessa, mentre Peter affrontava due soldati avversari. 

“Portateli via!- esclamò il re- E preparatevi a marciare su Narnia. A quanto pare re Caspian vuole davvero la guerra!

*****

Le prigioni erano umide, piccole, fredde e luride. In una cella si trovavano Peter ed Edmund, in quella accanto i quattro soldati e in quella di fronte la principessa Aisleen.

Peter aveva appoggiato la fronte alle sbarre, fissando insistentemente la principessa. Lei era seduta in un angolino, con la schiena appoggiata alla parete fredda e lo sguardo perso fuori dalla piccola finestrella in cima alla cella. Da lì, entrava un fioco raggio di luna che le illuminava il viso dalla pelle bianchissima e creava brillanti riflessi sui capelli dorati. Tanto bella era in quel momento, quanto triste e sconvolta più che mai, anche se non lo dimostrava. Peter riusciva a intuire la sua disperazione dagli occhi, insolitamente cupi per la recente scoperta. Suo padre controllato da una viscida strega, il cui scopo era riportare in vita la Strega Bianca, una scoperta che aveva messo i brividi persino al Re Supremo.

“Lo so che siamo in una brutta situazione…-iniziò a dire Edmund, con le mani appoggiate dietro la testa-…ma trovo che la tua espressione, negli ultimi giorni, sia più rimbambita del solito!”

“Mm…” mormorò Peter, distratto.

Notando la mancanza di reazione del fratello, Edmund sorrise: “Santo cielo! Non ti sarai innamorato della principessa?!

Peter sospirò, con il cuore leggero, nonostante si trovassero in una situazione spiacevole: “Sì!”

“Ma che cosa si respira a Narnia? Ormoni?”

“Mi dispiace contraddirvi, Maestà, ma l’aria di Narnia è fra le più sane e pure di tutti i regni che abbia visitato!” disse una vocina.

Peter ed Edmund, sorpresi, si guardarono intorno. Alla fine, si ritrovarono davanti Ripicì e due dei suoi compagni.

“Ripicì!” esclamò Edmund.

“Che cosa ci fai qui?” chiese Peter.

“Vi abbiamo seguiti, Maestà!”

“Per quale motivo?”

“Ordini di Sua Maestà!”

“Caspian?- esclamò Peter, rilassandosi subito in un sorriso- Ah, quella specie di re! Ricordami di ringraziarlo quando torniamo, Ripicì!

“Certamente, Maestà! A proposito, quando abbiamo capito che vi avevano fatto prigionieri,  ho inviato Pipicì ad avvertire Sua Maestà riguardo l’imminente guerra!”

“Ottimo lavoro, Ripicì. Venendo a noi, pensi di poter recuperare le chiavi dalla guardia all’ingresso dei sotterranei?

Ripicì esibì come per incanto un bel mazzo di chiavi allungate.

“Già fatto, Maestà! Ho sfidato quella sottospecie di soldato a singolar tenzone. Detto soldato aveva osato ridere in faccia a me per il mio essere topo e, come potete ben immaginare, nessun affronto è per me più intollerabile!

“Comprendo bene, Ripicì! E compatisco quel povero stolto!” esclamò Peter, con tono comprensivo.

La principessa Aisleen, che stava seguendo la scena dall’altra cella, soffocò una risatina, distraendosi per un momento dalle sue angosce.

“Esattamente. Perciò io e miei soldati lo abbiamo affrontato e lo abbiamo sconfitto!

“Molto bene! Potresti gentilmente passarmi le chiavi, adesso?” tagliò corto Peter.

“Ai vostri ordini, Maestà!”

Così dicendo, Ripicì fece scivolare le chiavi sotto le sbarre e Peter le afferrò con un rapido movimento.

Per fortuna non vi erano molte chiavi nel mazzo e Peter trovò celermente quella per aprire la cella. Una volta liberi, Peter pensò a liberare Aisleen e i soldati, mentre Edmund e i valorosi topolini corsero a recuperare i loro effetti personali.

“Stai bene?” chiese Peter alla principessa.

“Sì, grazie. Sono solo preoccupata per i miei genitori!

Lo so.- disse lui, prendendole delicatamente una mano- Ma aver scoperto che sono sotto il controllo della strega è già una buona cosa. Adesso siamo sicuri che non sta agendo di sua spontanea volontà!”

Aisleen annuì, lievemente rassicurata: “E’ sempre una cosa terribile! Oh, Peter, come possiamo aiutarli?”

“Dobbiamo sconfiggere la strega, suppongo, e disintegrare una volta per tutte quel bastone magico!”

“Sì, sono d’accordo!”

Nel frattempo, sopraggiunse Edmund, che consegnò a ciascuno i propri effetti, tra cui le loro spade.

“Ah, principessa, ho trovato questo. – disse, porgendo ad Aisleen un sottile, ma affilato pugnale- Potrebbe tornarvi utile!”

“Ottima idea, Edmund!” commentò Peter.

Aisleen, sorpresa, lo prese tra le mani: “Per me?”

“Sì, è necessario se vuoi venire con noi!”

“Posso venire con voi?”

“Certo, perché dovresti restare qui? Non vuoi combattere per salvare i tuoi genitori e il tuo popolo?

“Sì!- rispose Aisleen, convinta- Ma non ho mai usato un’arma!”

“Imparerai a maneggiarla se ce ne sarà bisogno. Sta’ tranquilla!”

“Ma, Peter, non possiamo andare allo sbaraglio. Non hai nessun piano?” chiese Edmund.

“Sì, certamente! Dobbiamo cercare il re, la regina e la strega. Una volta catturata quest’ultima la costringeremo a liberare i sovrani dall’incantesimo.

Edmund sorrise, allettato all’idea di impedire nuovamente alla Strega Bianca di tornare a Narnia.

“Che aspettiamo ad entrare in azione?”

*****

Caspian si aggirava nel castello in cerca della regina Susan. L’aveva vista a pranzo, poi era sparita, suscitando la sua preoccupazione. Il re uscì nel cortile del castello e guardò verso l’alto: l’illuminazione diminuiva, segno che il sole stava tramontando, e la sera avvolgeva lentamente ogni cosa con il suo manto scuro.

Finalmente il re trovò l’oggetto delle sue ricerche: Susan era affacciata al balcone che dava sul cortile e, quando si accorse di lui, gli sorrise.

“Ti ho trovata, finalmente!” esclamò lui, cominciando a salire le scale per raggiungerla.

“Mi stavi cercando?”

“E’ così!”
“Come mai?”

Il re la raggiunse e le prese una mano, baciandola sul dorso.

“Beh, non c’è un preciso motivo. Non ti vedevo da qualche ora e mi stavo preoccupando. Dove sei stata?”

“Ho usato il passaggio segreto che mi hai indicato e sono uscita a fare una passeggiata!”

“Potevi chiamarmi, ti avrei accompagnato volentieri.”

“E’ vero. Ma sapevo che dovevi controllare il tuo esercito e ho preferito evitare.

“La prossima volta mi chiamerai?”

“Naturalmente!”

“Maestà, sta arrivando qualcuno!” esclamò all’improvviso una guardia dalla vedetta del castello.

Caspian e Susan, ansiosi di scoprire chi fosse il nuovo arrivato, cominciarono a scendere le scale, mentre nel cortile si riversavano anche Lucy, lord Cornelius e gli altri consiglieri avvertiti dal grido della guardia.

Quando furono tutti nel cortile, sopraggiunse Pipicì, che sembrava davvero esausto dal viaggio, ma si inchinò rispettosamente.

“I miei omaggi, Maestà!”

“Pipicì, cosa succede?” chiese Caspian, ansioso.

“Porto notizie da Archen. Re Alastair e la regina Sybil sono sotto l’incantesimo di una strega, il cui obiettivo è quello di far tornare la Strega Bianca. Per questo stanno mandando un grande esercito per attaccare Narnia!

Lucy emise un lieve gemito e si portò una mano sulla bocca.

“Dove sono Peter e gli altri?” chiese Susan, preoccupata.

“Purtroppo il re li ha fatti rinchiudere nelle loro prigioni. Ma il comandante e i miei compagni sicuramente li avranno già liberati.

“Pipicì, quando sei partito?” domandò Caspian, aggrottando le sopracciglia.

“Da qualche ora!”

“E come è possibile che sia già arrivato?”

“Credo…Maestà, credo di aver viaggiato velocemente insieme al potente Aslan!”

Sui volti di tutti i presenti si dipinse un’espressione sorpresa, ma anche piena di gioia.

“Aslan è tornato…” mormorò Susan.

“Allora, perché non viene da noi?” chiese Caspian, turbato.

Lucy gli rivolse un sorriso speranzoso: “Tranquillo, Caspian, Aslan ci raggiungerà nel momento giusto! Sno sicura che lo farà, come l’altra volta!

Caspian annuì, non del tutto rassicurato: “Molto bene! Allora, Pipicì, ti sono molto grato per aver intrapreso questa missione. Adesso, vai pure a riposare!”

“Grazie, Maestà!”

“Briscola, occupati di lui!”

“Come desiderate!”

Briscola prese tra le braccia il valoroso topolino e sparì dentro il castello, mentre tutti rivolsero il loro sguardo verso Caspian.

“Maestà, i vostri ordini?” chiese lord Cornelius.

“Radunate l’ esercito e prepariamoci a partire. Ci aspetta una difficile guerra.”

“Sarà fatto, Maestà!”

Il cortile si svuotò. Tutti corsero ad adempiere ai loro impegni: Lucy, lord Cornelius, i consiglieri, le guardie.

Rimasero solo Caspian e Susan, uno accanto all’altra. Susan lo guardava, preoccupata più che mai. Poi sentì la mano del re cercare la sua e stringerla.

“Resterai al mio fianco?” chiese lui, serio.

Susan appoggiò il capo sulla sua spalla: “Sempre e dovunque!”

 

 

Eccoci! Oddio, ho preso uno spavento oggi, perché sembrava che  il mio computer stupido avesse cancellato l’intero capitolo! Per fortuna non era così! Allora, il prossimo si intitola “Sweet deams” e sarà molto, ma molto incentrato su Caspian e Susan, forse anche troppo!

Ringraziamenti…

Clacly: ti ringrazio molto per la tua recensione. Fa piacere portare un po’ di felicità anche solo con un capitolo dopo giornate no! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Altre spiegazioni si avranno più avanti! ^_^

 

A presto

Kia85

 

 

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Capitolo 12
*** Sweet dreams ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 12: “Sweet dreams

 

L’accampamento era pronto. L’esercito, le armi, i cavalli…tutto era pronto per la guerra. Gli esploratori mandati da Caspian avevano visto l’esercito di Archen avanzare lentamente oltre il prato ballerino. Così il re aveva deciso di sistemare l’accampamento al di qua della catena montuosa che si estendeva tutto attorno alla casa di Aslan. Più o meno in quella zona era stata combattuta la guerra tra l’esercito di Narnia, guidato da re Peter e quello Strega Bianca. I soldati di Archen avrebbero raggiunto l‘accampamento narniano la mattina seguente.

Re Caspian , dopo aver controllato gli ultimi preparativi, si allontanò dall’accampamento, verso il limite della foresta. Alzò lo sguardo verso il cielo blu notte, dove le stelle accese brillavano come mai prima di quella sera, quasi fossero incuranti della guerra che stava per iniziare. Perciò il giovane re si sdraiò per terra, portando le mani dietro la testa.

Narnia e Archen…Come erano giunti a questo? Due regni sempre in pace e in rapporti di fratellanza. Perché doveva accadere? Perché Aslan voleva che accadesse tutto questo? Oppure, era tutta colpa di Caspian e della sua decisione… Era stato il suo egoismo a causare quella guerra?

“Caspian?!”

Sentendosi chiamare, Caspian voltò la testa verso la sua sinistra, notando la regina Susan avanzare lentamente e silenziosamente verso di lui.

“Ciao, Susan!”

“Ti ho cercato dappertutto. Sei scomparso dopo cena!” esclamò Susan, sedendosi accanto a lui.

Caspian sorrise fra sé e si mise a sedere: “Ti ho fatto preoccupare?”

Susan arrossì lievemente, ma probabilmente Caspian non se ne accorse per colpa del buio.

“Mentirei se dicessi di no!”

“Allora, ti prego di perdonarmi!” disse lui, baciandole il dorso di una mano.

Quel gesto così elegante, raffinato, eppure così intimo la turbò piacevolmente, ma la regina non allontanò la mano da quella del re.

“Cosa…cosa stavi facendo qui?”

Caspian distolse lo sguardo pensieroso da quello della sua regina.

“Niente, stavo solo riflettendo su un paio di cose!”

“Posso sapere che tipo di cose?” domandò Susan, dolcemente.

Caspian sospirò e tornò a guardarla negli occhi: “Pensavo che questa guerra scoppierà per causa mia!”

“Questo non è assolutamente vero, Caspian!” ribattè lei, determinata.

“Se avessi sposato la principessa Aisleen, ora non saremo qui, a poche ore da una guerra.”

Susan, sorpresa, turbata, delusa, guardò per terra, ritirando la mano da quella di Caspian: “Certo! Hai ragione. Avrei dovuto impedirti di prendere una tale decisione!”

Forse Caspian non avrebbe dovuto dirle quelle cose, non dopo la sua dichiarazione di qualche giorno prima. Non doveva essere piacevole per lei sentirsi riversare addosso quei dubbi che riguardavano la scelta di Caspian.

“Parli sul serio?”

“Ma certamente.- esclamò lei, sfoggiando un sorriso per nulla convincente- Chiunque farebbe di tutto per evitare una guerra.

“E’ così!”

Detto questo, Caspian sospirò e Susan rivolse lo sguardo a terra, rigirando un filo d’erba fra le mani. Il re la fissò per qualche istante, mentre sentiva una morsa stringergli il cuore: era terribile vederla soffrire. Perciò  avvicinò il viso a quello della regina.

“Ma…- iniziò a dire lui, in un sussurro-… è anche vero che se non avessi preso questa decisione, il rimorso mi avrebbe perseguitato per tutta la vita. E avrei continuato a chiedermi: cosa sarebbe successo se mi fossi rifiutato di sposare la principessa Aisleen e Susan avesse potuto restare per sempre a Narnia?”

Susan alzò improvvisamente il viso per rivolgergli uno sguardo spaventato sì, ma in un modo molto positivo.

“Caspian!” esclamò Susan, mentre lui le prendeva nuovamente la mano.

“Cosa sarebbe successo se, invece della principessa Aisleen, avessi sposato Susan?”

“Caspian, ti prego, calmati!” gli consigliò lei.

Ma, in realtà, non voleva che si calmasse, perché le cose che Caspian stava farneticando avevano un suono meraviglioso e una bellezza irresistibile.

“Hai ragione, mi devo calmare!”

Così dicendo, Caspian lasciò andare improvvisamente le sue mani e si alzò in piedi, rivolgendole le spalle.

“Susan…” disse lui, con tono improvvisamente serio.

“Dimmi…”

“Quando questa guerra sarà finita, io ti chiederò di sposarmi!”

Susan si portò una mano sulla bocca, incapace di una reazione: Caspian stava veramente delirando?

E’ impossibile, lo sai! Non posso restare a Narnia per sempre…”

Caspian si voltò a guardarla e le rivolse un sorriso di pura dolcezza, che la riscaldò improvvisamente.

“Questo significa che se potessi, accetteresti la mia proposta?”

Susan scattò in piedi e balbettò qualcosa come: “Non ho mai detto questo!”

“Allora, promettimi che rifletterai bene su questa mia intenzione!”

“Ma io…” iniziò a dire lei.

Susan non riuscì a parlare perché Caspian, con un rapido movimento, la baciò. Fu il più casto e innocente dei baci, ma bastò per turbare la regina.

“Promettilo!”

Susan fissò i suoi occhi, tanto neri quanto sicuri di sé: improvvisamente erano diventati più attraenti del solito. E con quegli occhi Caspian avrebbe potuto chiederle qualunque cosa.

“Lo prometto!”

*****

“Susan!”

Non appena la regina Susan entrò nella sua tenda, Lucy si accorse subito che c’era qualcosa di diverso nel bel viso di sua sorella. Era stranamente assorta nei suoi pensieri. Ed era così insolito per una come lei, che aveva sempre i piedi per terra, che Lucy non potè fare a meno di preoccuparsi.

“Susan!”

Niente, la sua cara sorellina proseguì verso la sua branda, ignorandola totalmente.

“Susan!” ripetè spazientita Lucy, parandosi davanti a lei.

Susan sobbalzò per lo spavento improvviso: “Lucy!”

“Già, Lucy! È la terza volta che provo a chiamarti!” esclamò lei, mentre la sorella le sorrideva dolcemente.

“Scusa, sorellina!”

“Si può sapere cosa è successo? Se vedessi la tua faccia…”

La giovane regina, turbata, si portò le mani sul viso, accorgendosi di quanto scottassero le sue guance.

“Perché? Cos’ho di strano?” chiese poi, cercando di sembrare incurante di tutto ciò che le stava accadendo.

“Sei tutta rossa e sembra che tu abbia la testa fra le nuvole!”

Susan, lievemente imbarazzata, si sedette sulla sua brandina, fissando il proprio sguardo a terra.

“Davvero?”

“Sì, cosa ti è successo?”

A quel punto, Susan guardò la sua adorata sorellina, chiedendosi se fosse il caso di dirle la verità. Ma sì, era pur sempre Lucy, poteva fidarsi di lei, poteva contare sul suo consiglio. E anche se non fosse stata lei a dirle tutto, Lucy l’avrebbe capito da sola, prima o poi.

Caspian mi ha chiesto una cosa…” cominciò a dire lei, con voce tremante.

Lucy inarcò un sopracciglio: “Che cosa ti ha chiesto per turbarti in questo mo…”

La giovane regina non riuscì a finire la frase perché fu colta da una illuminazione e si portò le mani sulle labbra, assumendo un’espressione di pura sorpresa. Susan se lo aspettava: dopotutto era una ragazzina intelligente.

“Ti ha…- disse Lucy, sedendosi accanto a lei-…ti ha chiesto di…sposarlo?

Susan arrossì appena e annuì: “Una cosa del genere…”

Lucy  appoggiò una mano su quelle di Susan, mentre con l’altra si asciugò una lacrima che le sfuggì dagli occhi.

“E’…meraviglioso!” disse Lucy.

“Lo pensi davvero?”

“Certamente. E tu? Cosa gli hai risposto?” domandò lei, ansiosa.

Susan intrecciò le proprie mani, arrossendo ancora di più: “Ancora niente!”

“Come?”

“Beh…a dire il vero, lui mi ha detto che mi avrebbe chiesto di sposarlo dopo la fine della guerra. Nel frattempo io avrei pensato a cosa rispondergli!”

“Allora, cosa vorresti rispondergli?”

“Non so!”

Lucy sorrise, divertita: “Come fai a non saperlo? Sue, lui è Caspian, colui per cui hai pianto negli ultimi due anni.”

“Come…come fai a saperlo?” domandò Susan, veramente sorpresa.

Lucy sospirò: “Perché anche se cercavi di nasconderti, nella nostra camera, di notte, sentivo che piangevi sommessamente…per lui. Io non avrei mai immaginato che qualcuno avesse potuto meritare le tue lacrime, perché questo voleva dire che tu l’amavi. E sapere che anche Caspian ti ama nello stesso modo mi rende felice. Nessuno ti merita più di lui.”

“Ma, Lucy cara, se io dovessi accettare, probabilmente rimarrei qui per sempre. E…non ci vedremo mai più!”

Lucy non riuscì più a trattenere le lacrime, ma continuò a sorridere alla sorella.

“E’ vero, ma…preferirei saperti felice accanto all’uomo che ami e non vederti più, piuttosto che stare sempre con te e conoscere la tua sofferenza, che sarà eterna senza Caspian!”

Susan sorrise: “Quindi, credi che dovrei dirgli di sì?”

“Dovresti dirgli mille volte sì, sorellina!” esclamò Lucy, abbracciando Susan.

Le due sorelle e regine cominciarono a ridere; poi, non riuscendo a dormire a causa di quella buona nuova, parlarono ancora un po’.

“Lucy…credi che anche Peter e Edmund approveranno?” chiese Susan, sdraiata su un fianco proprio di fronte alla sorellina.

“Ed sicuramente sì. Peter…probabilmente avrà qualche difficoltà ad accettare questa cosa, ma alla fine lo farà. Perché, come tutti noi, tiene molto alla tua felicità e sa che saresti felice solo vicino a Caspian!”

“Sono preoccupata, non so se sarà così facile. – disse Susan, con un sospirò- Ha impiegato molto tempo prima di fidarsi di Caspian. Cosa farà ora che Caspian vuole addirittura sposarmi? Non oso immaginarlo!”

“Sorellina, devi avere più fiducia in lui. È nostro fratello: è il ragazzo più in gamba che io abbia mai conosciuto, intelligente e affettuoso. Pensa sempre al bene dei suoi fratelli prima che a se stesso. E non ci deluderà neanche in questa occasione.”

Susan annuì, più convinta: “Sì, lo credo anch’io!”

La notte passò tranquilla per tutti, sovrani e soldati. Fu come se un magico velo calasse su tutto l’accampamento, isolandolo dalla guerra che stava per scoppiare sulle terre di Narnia. Così le paure, le ansie che giustamente turbavano gli animi dei narniani svanirono improvvisamente, concedendo agli abitanti dell’accampamento un sonno ristoratore, costellato dai più bei sogni. Quando Lucy si svegliò, notò che la sorella stava sorridendo nel sonno e pensò che, probabilmente, stesse sognando il suo Caspian. La giovane regina di Narnia si alzò e si preparò più in fretta che poteva. Voleva assolutamente assistere al sorgere del sole di Narnia, perché l’alba in quella terra dolcissima era la più bella a cui Lucy avesse mai assistito. Così uscì dalla tenda. Il cielo era colorato da miriadi di sfumature dalle tonalità più disparate. A ovest il blu notte, con qualche pigra stella ancora accesa, sembrava non voler lasciare il posto ai colori del giorno: lentamente,sfumava in un tenero celeste, uno dei colori più rilassanti che il cielo potesse offrire. Verso est esplodevano tutte le altre sfumature: prima un rosa delicato, che, facendosi più intenso, diveniva un allegro arancione fino a diventare rosso fuoco attorno al sole che faceva capolino a oriente. Dall’accampamento narniano si poteva scorgere in lontananza la casa di Aslan. Lucy rivolse lo sguardo proprio in quella direzione, mentre in sottofondo diversi rumori e voci le fecero intuire che i soldati si stavano lentamente svegliando. All’improvviso, un raggio di sole, più intenso degli altri, illuminò la casa di Aslan e il paesaggio divenne talmente accecante che Lucy fu costretta a socchiudere gli occhi per poter continuare a guardare in quella direzione. Ma, nonostante ciò, le parse di intravedere, al centro di quel raggio luminoso, un leone dall’aspetto maestoso.

“Aslan?!”

Il nome del Signore di Narnia le uscì dalle labbra come un sospiro di sollievo, proprio come accade quando qualcosa a lungo anelato finalmente appare dinnanzi a noi. E a quel sospiro, il grande leone rispose con un sorriso, che le infuse una sensazione di armonia interiore. Lucy capì che la pace e la serenità che, durante la notte, avevano avvolto l’accampamento erano opera di Aslan. Certo, avrebbe dovuto immaginarlo subito.

“Aslan, aiutaci!”

Non temere, piccola, e fatti coraggio.

“Ma con che forza possiamo combattere contro Archen? Dopotutto, sono nostri fratelli!”

Hai ragione, mia cara. Ma la guerra non durerà a lungo.

“Sarai al nostro fianco?”

Non fisicamente. Ho un compito da svolgere e ho bisogno che tu venga con me.

“Ma…in questo modo Susan e Caspian resteranno da soli a comandare l’esercito!”

È vero, ma è giusto che sia così.

“Aslan, perché? chiese Lucy, turbata.

Perché questa sarà una prova per loro, una prova che devono superare insieme.

Il raggio di sole che illuminava il leone divenne all’improvviso ancor più luminoso e Lucy chiuse gli occhi per un istante. Quando li riaprì, la giovane regina di Narnia si accorse che dinnanzi a lei stava Aslan: era proprio come lo ricordava lei, maestoso, grande, con la criniera folta e il pelo lucente.

“Aslan!”

Lucy corse ad abbracciarlo, inspirando a fondo il dolce profumo che emanava il Signore di Narnia. E, da parte sua, Aslan le dimostrò la sua gioia, facendo le fusa.

“Piccola, andiamo adesso!”

“Ma come faccio ad avvisare Susan e Caspian? Se si svegliano e non mi trovano potrebbero preoccuparsi.

“Ho già avvisato io re Caspian e la regina Susan!”

“In che modo?”
“Con un sogno!”

Lucy sorrise e montò in groppa al grande leone: “Allora, andiamo!”

*****

Caspian si svegliò e, pensieroso, rimase nel suo letto. Aveva fatto uno strano sogno, in cui era apparso Aslan e gli aveva parlato.

Maestà, non colpevolizzarti per questa guerra. Non sei tu il responsabile. Ma abbi fiducia nel tuo popolo e in te stesso e tutto andrà bene. Sappi, che hai un dolce angelo al tuo fianco. Veglierà su di te e ti proteggerà. Per questo ti salverai; e, quando sarà il momento, non lasciarti prendere dal panico e non perdere mai la speranza. Solo con la speranza si possono affrontare e superare i problemi. Ricordatelo sempre.

Caspian avrebbe volto chiedergli chi mai fosse questo angelo custode, se fosse una persona accanto a lui oppure uno spirito magico, come i suoi genitori. E soprattutto, cosa voleva dire “…quando sarà il momento, non lasciarti prendere dal panico…”? Voleva forse dire che sarebbe accaduto qualcosa di grave?

“Maestà, il sole è sorto!” si intromise il generale dell’esercito, entrando nella sua tenda.

Caspian si mise a sedere, sospirando: “Grazie, generale!”

“Raduno l’esercito?”

“Sì!”

Caspian si alzò e cominciò a prepararsi. Indossò i pantaloni, la cotta di maglia di ferro, l’armatura, la cintura con la spada in vita, gli stivali… Quando fu pronto, uscì dalla tenda e si accorse del gran movimento che animava l’accampamento. Soldati che indossavano le armi, i cavalli che venivano sfamati e sellati…

“Sire, avete ordini particolari?” chiese il generale.

“Sì. Ma prima, ditemi: ci sono notizie dagli esploratori?”

“Sissignore. L’esercito di Archen sta marciando verso di noi! Saranno qui fra un’ora o poco più!”

“D’accordo. Concedete ai vostri uomini mezz’ora per la colazione. Dopodiché radunateli e ordinate loro di raggiungere le rispettive postazioni!”

“Sarà fatto, Maestà!”

Caspian si congedò dal generale e si incamminò verso la tenda della regina Susan. Chissà se si era svegliata…

Quando giunse dinnanzi, il re accostò l’orecchio all’entrata e sentì il rumore di passi lievi, il che significava che Susan era sveglia.

“Susan, posso entrare?”

“Certamente!”

Caspian entrò, un po’ titubante, e notò che Susan era già pronta, con la sua armatura leggera addosso, la faretra sulla schiena, la spada leggera legata in vita. I capelli lunghi erano raccolti in un’elegante treccia, ma qualche ciocca le era sfuggita e ricadeva ai lati del viso.

“Buongiorno!!” gli disse lei, sorprendendolo a fissarla.

Caspian scosse lievemente il capo per destarsi dai suoi pensieri: “Buongiorno a te, Susan!”

“Hai dormito bene?”

“Sì, molto bene. Tu?”

Anch’io. Ma credo che sia stata opera di Aslan!” disse lei, con un sorriso.

Caspian le rivolse uno sguardo perplesso: “Aslan?”

“Sì, proprio lui. Non avevo mai riposato così bene. Inoltre, questa notte mi è apparso in sogno!”

“Davvero?-esclamò lui, turbato da quella coincidenza- E…cosa ti ha detto?”

“Mi ha detto che, svegliandomi, questa mattina non avrei trovato Lucy accanto a me!”

Caspian si guardò in giro e si accorse effettivamente che Lucy non c’era.

“E’ vero, come mai?”

“Ha semplicemente detto che doveva portare mia sorella con sé, per andare ad aiutare Peter e gli altri!”

“Ma…così restiamo solo tu ed io al comando dell’esercito.”

Susan si avvicinò a lui e gli prese una mano fra le sue: “Tranquillo, Caspian, se Aslan ha agito in questo modo, vuol dire che ha fiducia in noi e sa che andrà tutto bene! E poi, se Edmund e Peter sono nei guai, è giusto che Aslan corra ad aiutarli!”

Il sorriso dolce della sua Susan e le parole di Aslan che riaffiorarono nella sua mente lo rilassarono immediatamente. Perciò il re sospirò.

“Hai ragione, Susan. Perdonami se mi lascio prendere dal panico!”

“E’ comprensibile. Ma ricorda che ho fiducia in te e per questo andrà tutto bene!”

Caspian annuì e le sorrise.

“Aslan non ti ha detto nient’ altro?” chiese il re.

Susan distolse improvvisamente lo sguardo da quello di Caspian.

Regina Susan, c’è un’altra cosa di cui devo parlarti. Ora che rimarrete solo tu e Caspian, dovrai avere fiducia nelle sue capacità e, soprattutto, non dovrai perderlo di vista. Perché avrà bisogno di te prima o poi. Ricorda che c’è un sentimento speciale che vi lega e, per questo sentimento, sii per lui il suo angelo custode.

Angelo custode…significava che lei avrebbe dovuto proteggerlo da qualcosa.

Sempre pensierosa, Susan gli sorrise: “Le solite cose da Aslan!”

Caspian ridacchiò, tornando subito serio.

“Allora, ci siamo. Un’ altra guerra sta cominciando sul suolo di Narnia.

“Già!”

Seguì un lungo e religioso silenzio, in cui Caspian non poté fare a meno di distogliere i suoi occhi color cioccolato da quelli azzurro ghiaccio di Susan.

“Susan, ti prego…abbracciami…”

Susan non poté rispondere alcunché, in quanto Caspian la afferrò e la strinse tra le sue braccia. La giovane regina di Narnia si sentì mozzare il fiato, mentre il suo re la stringeva a sé. Poteva percepire il battito regolare e intenso del suo cuore, anche sotto quell’armatura pesante.

Poi, Susan lo guardò negli occhi, preoccupata: “Caspian, sei sicuro di stare bene? Mi sembri così pallido…”

Lei gli accarezzò la guancia con una mano e Caspian le sorrise, coprendo quella delicata mano con la propria.

“Sto bene, te lo assicuro!”

“Però…c’è qualcosa che ti preoccupa. Si nota dai tuoi occhi!”

Caspian si avvicinò al viso di Susan, appoggiando la fronte su quella della ragazza, che arrossì vistosamente.

“Starò davvero bene quando tutta questa storia sarà finita.- le disse lui, quasi in un sussurro- Nel frattempo, aiutami tu, mia regina…”

Così dicendo la baciò, come se l’attesa di quel momento lo avesse perseguitato per giorni e giorni. E quel bacio fu decisamente diverso da quello della sera precedente: così dolce, ma pieno di tutta la passione e l’ardore che Caspian provava per lei. Susan non aveva mai conosciuto sensazioni più sconvolgenti. Tutto di lui la stava mandando in estasi: la mano di Caspian sulla sua guancia, l’altra sulla schiena, che la attirava delicatamente a sé, il suo respiro che le accarezzava la pelle del viso…

Oh, una regina come lei non avrebbe mai dovuto lasciarsi andare in quel modo, soprattutto prima di una guerra. Ma in quel momento lei non riusciva a pensare ad altro che a quel bacio e a quel suo giovane, meraviglioso uomo. E per questo, avvolse le sue braccia intorno alle spalle di Caspian,  stringendolo a sé, come se non volesse più lasciarlo andar via.

Dopo qualche istante, o forse minuti (Susan non ne era sicura, era abbastanza sconvolta), Caspian si allontanò da lei e sorrise, guardandola mentre inclinava lievemente la testa da un lato, gli occhi ancora chiusi, quasi non volesse più svegliarsi dal più delizioso dei sogni.

“Susan?!”

Mmm…”

Caspian rise e, così facendo, riportò alla realtà Susan: la giovane regina scosse il capo, tutta rossa in viso.

“Scusa…io non so cosa mi è preso…” disse lei, abbassando il capo.

“Ma…fino a prova contraria, sono stato io a cominciare.”

“Sì, è vero…”

“Allora, dovrei chiederti scusa?”

Susan tornò a guardarlo: “No…non è necessario…”

“In effetti…credo che non sia dispiaciuto né a te né a me, giusto?”

“Giusto. Anzi, è stato meraviglioso!”

Susan gli sorrise e gli rivolse uno sguardo così malizioso, che anche Caspian arrossì.

“Beh…allora…- disse lui, imbarazzato, schiarendosi la voce -…adesso vado.

“Va bene!”

Continuando a guardarla, Caspian indietreggiò e si avvicinò all’uscita della tenda.

“Ho concesso ai nostri soldati mezz’ora per la colazione!”

“Ottima idea! Hanno bisogno di molte energie.” 

“Sì, beh…adesso ti farò portare la colazione. Anche tu ne hai bisogno!”

“Grazie!”

Caspian si ritrovò sulla soglia della tenda e, dopo averle sorriso un’ultima volta, uscì. Si avviò di nuovo verso la sua tenda, ripensando al bacio che aveva appena dato alla sua regina. Averla avuta fra le sue braccia, anche solo per pochi minuti, era stato semplicemente unico. E ora più che mai Caspian si sentì sicuro della decisione presa.

*****

La colazione fu tra le più abbondanti che Susan avesse mai visto, tanto che si chiese se fosse rimasto qualcosa per gli altri. Quel Caspian…la stava proprio viziando!

Quando la regina fu definitivamente pronta, Susan uscì dalla tenda e godette del paesaggio circostante e dell’aria fresca del mattino per qualche istante.

“Sei pronta?”

Caspian la raggiunse, sul suo fidato Destriero, e Susan gli sorrise.

“Sì!”

“Vieni, ti do un passaggio!” esclamò lui e le porse una mano.

Susan acconsentì e si lasciò aiutare dal re, sistemandosi dietro di lui.

“Grazie!” gli disse lei, avvolgendo le braccia intorno al suo torace.

Caspian incitò Destriero al trotto: “Di niente!”

Mentre si dirigevano sull’altura che sovrastava quell’ampia pianura, Susan notò che l’esercito era praticamente tutto schierato. E in lontananza, proprio sulla linea dell’orizzonte, intravide l’esercito di Archen avanzare verso di loro.

“Stanno arrivando!” disse lei, in un sussurro.

“Sì, li ho visti poco fa!”

“Tu sarai in prima linea, come al solito?” chiese Susan, con una nota preoccupata.

“E’ naturale. Sono il re e ho deciso io di andare incontro a questa guerra!”

“Sarai prudente, vero?”

Destriero si fermò: erano arrivati alla postazione degli arcieri. Così il re potè voltarsi verso di lei senza problemi.

“Ci proverò. Tu sarai al comando degli arcieri. Questa è una postazione abbastanza sicura: potete aiutarci ad abbattere qualche soldato durante la carica, ma dovrai fare molta attenzione anche tu.

“Sì, sta’ tranquillo!”

“E devi promettermi che accorrerete in nostro soccorso solo se strettamente necessario!”

“D’accordo!”

Così dicendo, Susan scese da cavallo, aiutata da Caspian. Ma la mano di Susan rimase tra quelle di Caspian, che sembrava non voler allontanarsi da lei.

“Caspian…”

“Ricorda quello che ti ho detto ieri sera. Mi raccomando!”

“Come potrei dimenticarlo?- esclamò Susan, sorridendogli- Non riesco a pensare ad altro!”

“Allora, per questo dovremo superare la battaglia…entrambi!”

Caspian le sorrise e poi le baciò il dorso della mano. Dopodichè, il re si allontanò in groppa al suo fidato Destriero e Susan, guardandolo andar via, sospirò. Chissà se la vita di Caspian era veramente a rischio in quell’imminente guerra, come le aveva detto Aslan! Che fosse vero oppure no, Susan avrebbe vegliato su di lui da quella postazione molto favorevole per lei e sarebbe intervenuta in caso di pericolo. 

“Maestà?”

Susan si voltò e si ritrovò di fronte un uomo di mezz’età, alto e robusto, che indossava una delle armature più pregiate di Narnia: era il generale degli arcieri.

“Sì, generale?”

“Siamo in attesa dei vostri ordini, Maestà!”

“Che ognuno assuma la propria postazione!- esclamò Susan, con il suo tono più regale e rispettabile- E tenetevi pronti. La guerra sta per iniziare!”

“Sarà fatto, Maestà!” disse il generale, rivolgendole un umile inchino.

Susan si avvicinò allo strapiombo e guardò in basso. L’esercito di Narnia si estendeva sotto di lei: i soldati avevano le armature lucenti, le armi erano affilate, i cavalli perfettamente allineati…e Caspian davanti a tutti, accanto al Generale Capo.  Lo sguardo di Susan si levò e la regina vide l’esercito di Archen schierarsi a qualche centinaia di metri di distanza: era cospicuo all’incirca quanto l’esercito di Caspian. Ormai mancava pochissimo. Da un momento all’altro, Caspian avrebbe dato inizio a questa guerra.

Il cuore di Susan batteva rapidamente, tanto che sembrava volesse uscirle dal petto. Così, si portò una mano sul cuore e provò a respirare lentamente con l’intento di calmarsi. In quel momento, la regina si accorse che Caspian la stava guardando, come se volesse avere da lei il permesso di attaccare. Susan esitò, perché nella valle risuonò il corno di battaglia di Archen e, subito dopo, i loro avversari si riversarono nella valle con una velocità impressionante.

Susan tornò a guardare Caspian e con un cenno del capo gli fece intuire che era pronta ad attaccare. Caspian annuì.

E fu così che, a un ordine della regina Susan, miriadi di frecce furono scagliate dagli arcieri e si riversarono sull’esercito di Archen. Molti soldati furono colpiti e caddero a terra.

Tutte quelle più o meno giovani vite stroncate, figli, mariti, padri …Susan non poteva pensarci. Certi pensieri non sono adatti ad una guerra. E lei, in quel momento, non doveva fare altro che combattere, perché la guerra era davvero iniziata.

 

 

 

  Ed ecco che la guerra è iniziata! Ma chissà come andrà a finire. Il prossimo capitolo si intitola “Under an angelic protection”, vedremo se Caspian è davvero in pericolo e cosa stanno combinando gli altri Pevensie!

Ringraziamenti…

Clacly: grazie mille per la recensione. Anch’io adoro Ripicì e nel film l’ho trovato troppo carino, anche se lui preferirebbe termini come valoroso, ecc… spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Junna: grazie per la recensione! Non ti preoccupare, anche a me capitano i momenti di pigrizia. L’importante è che ti sia piaciuto il capitolo!

Kia_do87: grazie anche a te per la recensione. Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento. Come si vede, anch’io ho una predilezione per Caspian e Susan!

Ludina: grazie mille per il triplo wow! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

 

 

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Under an angelic protection ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 13: “Under an angelic protection”

 

Aslan correva quasi alla velocità della luce e il vento sferzava contro il viso della regina Lucy con ferocia, nonostante la folta criniera del grande leone la proteggesse in parte. Da quando erano partiti, Lucy continuava a chiedersi il motivo di quella partenza improvvisa, ma era molto difficile parlare con quel vento. Alla fine Lucy si costrinse a parlare, perché la curiosità la stava facendo impazzire.

“Aslan! Dove stiamo andando esattamente?” chiese lei, anche se non era sicura che Aslan l’avesse sentita. Ma Aslan era il signore di Narnia e per lui nulla era impossibile.

“Da Peter ed Edmund!”

“Sono…in pericolo? È successo qualcosa a uno dei miei fratelli?”

“Se arriviamo in tempo, potremo anche evitarlo! Ma, piccola, resta calma!”

Come se fosse facile dopo una rivelazione del genere…

*****

Peter, Aisleen, Edmund e il resto del gruppetto riuscirono ad uscire dai sotterranei, sconfiggendo le poche guardie che incrociarono durante quel tragitto. Peter si guardò intorno: sicuramente i sovrani di Archen si trovavano nella sala del trono. Ma Peter non era mai stato in quella zona del castello. La principessa si accorse della sua esitazione e gli appoggiò una mano sul braccio.

“Qualche problema, Peter?”

“No! Ma, Aisleen, devi guidarci alla sala del trono!”

“Io?” domandò lei, incredula.

“Certo!- esclamò lui, con un sorriso d’incoraggiamento- Conosci il castello meglio di noi altri!”

Aisleen annuì, più determinata: “Hai ragione, Peter! Andiamo!”

Fu così che, con molta cautela, il gruppetto si avviò verso la sala del trono. Peter ed Edmund si guardavano intorno con circospezione, stando attenti a ogni minimo particolare. Dovevano fare attenzione all’attacco di  eventuali soldati comparsi dal nulla.

“Cosa hai intenzione di fare quando saremo arrivati?” chiese Aisleen, preoccupata.

“Se non sbaglio la sala del trono ha più entrate, vero?” domandò a sua volta Peter.

“Sì, è così!”

“Allora, i nostri soldati circonderanno la sala. Noi entreremo per primi per cercare di risolvere la questione da persone civili. Se ce ne sarà bisogno, allora a un mio cenno i soldati faranno irruzione nella sala! Il nostro obiettivo principale è catturare la strega, a qualunque costo!”

Aisleen, sempre più preoccupata, guardò in basso, rigirando tra le mani il piccolo pugnale datole da Edmund. Al suo fianco, Peter comprese la sua preoccupazione e appoggiò una mano sulla spalla della principessa, sorridendole.

“Tranquilla, mia cara. Non ho alcuna intenzione di fare del male ai tuoi genitori!”

Aisleen sospirò: “Ne sono convinta! Ma, Peter, la strega… Lei ha dei poteri magici spaventosi. Noi, invece, abbiamo solo delle armi! Come potremo contrastarla solo in questo modo?”

”Ci riusciremo! Non preoccuparti! Abbi fiducia in noi!”

Peter le strinse una mano e le sorrise, provando a infonderle un po’ di calma. Dopotutto era la prima volta che la principessa si trovava in una tale situazione e lui la capiva perfettamente: anche Peter si era sentito insicuro e spaventato durante la sua prima battaglia contro la Strega Bianca. Ma il coraggio era sopraggiunto nel momento più opportuno.

“Sì…”

Pochi minuti dopo, il gruppetto arrivò in prossimità della sala del trono e cominciarono ad avanzare nel silenzio più totale. Peter spiegò a tutti il piano, dopodiché lui, Edmund ed Aisleen si avvicinarono a una porta.

“Chissà cosa stanno facendo…”

“Maestà…-iniziò a dire Ripicì, dopo aver inspirato a fondo-…ammetto che le mie dimensioni sono poco notevoli; di conseguenza, se lo desiderate, potrei facilmente andare a spiarli!”

“Ottima idea, Ripicì! Ma fai attenzione!-bisbigliò Peter- Ci serve solo sapere in che posizione si trovano.”

“Come comandate, Maestà!”

Fu così che Ripicì, zampettando piano piano, si sporse in avanti e si infilò nella sala del trono. Peter, Aisleen ed Edmund, appoggiati alla parete, aspettavano, non senza una certa ansia in corpo. Il Re Supremo riusciva a sentire il respiro accelerato della principessa accanto a lui, indice della sua agitazione. Era più che comprensibile, considerato anche che i suoi genitori erano sotto il controllo di una strega e lei avrebbe dovuto affrontarli per cercare di salvarli. Peter non se ne accorse, ma la sua mano scivolò su quella della principessa e la strinse. La spontaneità di quel gesto sorprese il re e calmò la principessa, che appoggiò il capo sulla spalla di Peter.

Edmund osservò tutta la scena con la coda dell’occhio e, notando il fratello arrossire lievemente, alzò gli occhi al cielo. Peter innamorato era davvero uno spettacolo molto buffo!

All’improvviso Ripicì ricomparve di fronte a loro e le tre Altezze Reali si inginocchiarono vicino a lui, curiosi.

“Allora, cosa stanno facendo?” domandò Peter.

“Re Alastair, la regina Sybil e la strega sono radunati intorno a un tavolo, sopra cui vi è una sfera di cristallo!”

“Una sfera di cristallo?” ripetè Edmund, perplesso.

“Proprio così, Maestà. Credo che tramite quella sfera riescano a vedere cosa succede sul campo di battaglia.”

“Interessante. Immagino sia opera della strega!” commentò Peter.

“E’ ciò che sospetto anch’io, Maestà!”

“E il tavolo dove si trova?”

“Esattamente di fronte ai due troni.”

“Quindi all’incirca nel centro della sala!”

“Sì!”

Dopo un momento di riflessione, Peter si alzò in piedi e, impugnando bene la sua spada, assunse la sua espressione da Re Supremo.

“D’accordo. Ripicì avverti gli altri soldati che stiamo per entrare. Se mai dovessimo avere bisogno del loro aiuto, accorreranno solo a un mio preciso ordine!”

“Come desiderate, Maestà!” disse Ripicì, inchinandosi rispettosamente.

Dopodiché corse a fare il giro dei soldati.

Edmund controllò la sua spada e fece qualche mossa per verificare quanto fosse affilata la lama.

“Allora, andiamo?” chiese Edmund.

Peter annuì e si voltò verso l’entrata della sala, pronto a varcare quella soglia. Ma prima che potesse compiere un passo, il re si sentì trattenere per un braccio.

“Aspetta, ti prego!” gli disse Aisleen, con il fiato corto.

“Aisleen, che succede? Non ti senti bene?” domandò Peter, accarezzandole una guancia.

Aisleen guardò per terra, agitata, e prese fra le mani la maglia di Peter: “Sto bene, ma…ti prego, Peter, dimmi ancora una volta che andrà tutto bene!”

“Andrà tutto bene, te lo prometto!” rispose lui, dolcemente.

“Questo non riguarda solo i miei genitori, devi promettermi che anche tu starai bene!”

“Te lo prometto, non mi accadrà niente!”

Aisleen tornò a guardarlo, sia con ansia, sia con determinazione. E dopo pochi istanti lo baciò, attirandolo a sé, le mani ancora appoggiate sul suo petto. Edmund si voltò dalla parte opposta, picchiando una mano sulla fronte.

Peter si sentì improvvisamente leggero come se il suo corpo fosse composto unicamente da aria. Era davvero stupendo ciò che gli stava trasmettendo Aisleen con quel semplice bacio, ogni più piccola preoccupazione sembrava svanire con quella meravigliosa sensazione. Si era anche dimenticato che stava per affrontare una strega. Se ne avesse avuto la possibilità, Peter avrebbe desiderato potersi sentire in quel modo per sempre. Ma, in quel momento, avevano preoccupazioni più urgenti a cui pensare.

Quando Aisleen si allontanò da lui, gli rivolse un sorriso timido, ma molto tenero.

“Beh…questo era proprio quello di cui avevo bisogno!” disse Peter, piacevolmente scosso.

Edmund riuscì a stento a soffocare una risatina, ma per questo ricevette una gomitata sul fianco proprio da parte del fratello.

“Quindi…- iniziò a dire Edmund, tossendo-…ehm… adesso possiamo andare una volta per tutte?”

“Direi di sì!”

Peter scosse il capo per ridestarsi definitivamente e strinse la presa sull’elsa della sua spada.

“Coraggio! Per Narnia e per Aslan!”

Fu così che Peter, Aisleen ed Edmund fecero irruzione nella sala del trono.

“Fermi dove siete!” esclamò Peter, con voce potente, puntando la spada verso le tre persone al centro della sala.

I due sovrani si voltarono subito verso i nuovi arrivati e li guardarono senza alcun turbamento in volto. La strega, invece, afferrò subito il suo bastone bianco, ma Edmund le fu subito accanto, minacciandola con la lama della sua spada che le sfiorava il collo.

“Non ci provare, strega!”

“Come avete fatto a liberarvi?” domandò il re.

“Con un piccolo aiuto giunto al momento più opportuno!” rispose Peter.

“Dove sono gli altri prigionieri?”

“Non credo di potervelo dire, Maestà!”

“Sono proprio fuori da questa sala, sire, in attesa di fare irruzione nella sala a un ordine del piccolo re!” rispose la strega, sogghignando.

“Certo, questo avrei dovuto immaginarlo!” commentò amaramente Peter, ma non si lasciò turbare dalla scoperta della strega.

“E avreste dovuto immaginare anche questo!”

Così dicendo, dal bastone della strega si sprigionò una luce bianca accecante che invase tutta la sala. Peter, Edmund ed Aisleen si coprirono gli occhi per non restare abbagliati. Quando la luce si dissolse Peter si guardò intorno e si ritrovò circondato da soldati dell’esercito di Archen. Subito si parò davanti alla principessa ed Edmund si avvicinò a loro.

“Da dove sono arrivati?” chiese Aisleen, in un soffio.

“Magia, mia cara, semplice magia!” rispose la strega, indietreggiando insieme ai due sovrani.

Aisleen guardava esterrefatta i suoi genitori, le loro espressioni vacue e la loro incapacità di riconoscere lei, la figlia prediletta. Peter si accorse dell’angoscia che turbava la sua principessa e la rendeva perfino incurante dei soldati che li circondavano.

“Aisleen, stammi sempre vicino, mi raccomando!” le sussurrò Peter, gli occhi puntati sui soldati di fronte a lui.

La principessa non rispose, anzi, sembrava addirittura non aver udito ciò che lui le aveva appena detto. Perciò Peter mosse lentamente una mano verso di lei, per avvicinarla a sé. Ma in quel momento re Alastair ordinò ai suoi soldati di attaccarli.

“Questi ragazzini ci stanno infastidendo. Liberatecene!” ordinò re Alastair.

Le parole del re riuscirono a destare Aisleen dai suoi pensieri: infatti la giovane principesse fece qualche passo in avanti.

“Padre, ma…”

Fortunatamente, Peter riuscì ad afferrarla e attirarla a sé, prima che lei si gettasse fra i soldati pronti ad attaccarli.

“Ripicì…ORA!”

Nello stesso momento in cui i loro avversari attaccarono Peter ed Edmund, i pochi soldati di Narnia fecero irruzione nella sala, iniziando a duellare proprio come i due Pevensie. Aisleen restò accanto a Peter, ma non poteva fare alcunché, perché lui e il fratello si coprivano le spalle a vicenda. Perciò il suo sguardo vagò nuovamente alla ricerca dei suoi genitori e della strega. Poco prima, quando si trovavano ancora nei sotterranei, Peter aveva detto che era necessario disintegrare il bastone della strega. Al momento i due sovrani erano occupati e lei non stava contribuendo in nessun modo, quando, al contrario, avrebbe desiderato aiutare i suoi genitori, il suo popolo, Peter…

Con tutta quella confusione, probabilmente nessuno avrebbe fatto molto caso a lei. Così si allontanò, tenendo lo sguardo fisso sulla strega, la quale era troppo attenta a osservare come duellava Edmund per accorgersi dei suoi spostamenti. Per fortuna neanche Peter se ne accorse. Soddisfatta della sua iniziativa, Aisleen fece il giro della sala, evitando abilmente i soldati che duellavano fra di loro e giunse proprio dietro la strega. Non sapeva bene cosa fare, ma probabilmente non doveva fare altro che agire d’istinto.

Così, con il pugnale in mano, la principessa si avvicinò alla strega e puntò la sua arma nella schiena della vecchia donna.

“Arrenditi, strega!”

La strega non sembrò minimamente sorpresa e ridacchiò, come se si aspettasse un’azione del genere da parte di Aisleen.

“Piccola principessa, non comportarti da sciocca!”

“Stai zitta e libera i miei genitori dal tuo incantesimo!”

“Stupida!- esclamò la strega, voltandosi con un rapido scatto verso di lei- Perché hai rovinato tutto? Se avessi sposato re Caspian, avrei potuto prendere il controllo anche della sua e della tua mente. A quel punto sarebbe stato un gioco da ragazzi far tornare in vita la Strega Bianca, grazie al vostro sangue!”

La Strega Bianca ha portato Narnia alla rovina e nessuno ne sente la mancanza!”

“Ma ti avrebbe reso una grande regina!”

“Questo non è vero! I fratelli Pevensie sono stati grandi re e regine non grazie alla Strega Bianca, ma grazie al loro animo gentile e al loro coraggio. E se un giorno sarò ricordata come una grande regina, sarà solo per aver seguito il loro esempio!”

Detto questo, la principessa attaccò con il suo pugnale la strega, che parò perfettamente il colpo con il bastone dalla lama di ghiaccio e spinse a terra la ragazza. Aisleen battè violentemente la schiena contro il pavimento.

“Ah!”

Nel momento in cui la principessa cadde, Peter si accorse di cosa stava combinando.

“Aisleen!”

Cercò di farsi strada per raggiungerla, ma davanti a sé c’erano ancora due soldati da sconfiggere.

La strega incombeva pericolosamente sulla principessa, la lama di ghiaccio puntata sul delicato collo della giovane.

“Sei stata davvero incosciente. I tuoi genitori credevano in te e li hai delusi!”

“No. I miei genitori sono manipolati dalla tua magia. Non li ho delusi, al contrario, credo che se potessero vedermi, sarebbero molto fieri di me!”

La strega rise di gusto: “Ma questo non lo sapremo mai. Il re e la regina resteranno per sempre così e io cancellerò dalle loro menti ogni più insignificante ricordo che ti riguardi!”

La strega straparlava e Aisleen, inchiodata al pavimento freddo, non riusciva a muoversi. Con la coda dell’occhio riuscì a scorgere Peter a pochi metri da lei, che con tutte le sue forze combatteva contro due soldati nel disperato tentativo di raggiungerla. All’improvviso si sentì male: forse era stata davvero incosciente, forse avrebbe dovuto stare vicino a Peter, come lui le aveva raccomandato. Però era anche vero che se non si fosse messa in gioco e non avesse fatto niente per salvare i suoi genitori, sarebbe stato ancora peggio.

“Mentre tu…tu sparirai per sempre, grazie a me!”

La strega levò il bastone in aria, pronta per affondarlo sulla principessa.

“AISLEEN!!!” urlò Peter.

Aisleen chiuse gli occhi terrorizzata e il bastone della strega sferzò l’aria, con l’intento di colpire la principessa. Ma Peter riuscì a liberarsi in tempo dei suoi avversari e si fiondò tra la principessa e la strega. La lama di ghiaccio affilatissima non colpì Aisleen, bensì andò a conficcarsi nella gamba di re Peter.

Aisleen, notando che il colpo tardava ad arrivare, socchiuse gli occhi e intravide Peter in piedi di fronte a lei, con la gamba insanguinata.

“Peter!”

La strega rimase piuttosto sorpresa dall’intervento del Re Supremo e non si accorse di re Edmund che sopraggiunse e con la sua spada spezzò il bastone della strega, il quale si dissolse completamente.

La strega spaventata indietreggiò fino a scontrarsi contro la parete. Ma Edmund si avvicinò a lei e le puntò la spada alla giugulare.

“Non ti muovere!” sibilò il giovane re, con sguardo minaccioso.

Nel momento stesso in cui il bastone si dissolse nel nulla, fu come se fosse svanito anche l’incantesimo della strega. Infatti i soldati di Archen si arrestarono e si guardarono intorno con aria disorientata, proprio come accadde a re Alastair e alla regina Sybil, che posarono il loro sguardo sulla principessa.

“Aisleen, cosa sta succedendo?”

“Rimandiamo le spiegazioni a dopo, Maestà…per il momento…ordinate di imprigionare questa strega…” disse Peter, accasciandosi a terra esausto.

Re Alastair si rivolse a due dei suoi soldati: “Fate come ha detto!”

La strega fu portata via e Edmund potè correre accanto al fratello.

“Peter, come stai?” chiese poi, preoccupato.

Peter accennò un sorriso: “Potrei stare meglio!”

Anche Aisleen era accanto a lui e, per quanto fosse felice per la liberazione dei suoi genitori, ora guardava Peter con ansia, mordendosi il labbro inferiore. Peter se ne accorse.

“Non sto così male!” si affrettò a dirle.

“Ma…stai perdendo molto sangue!”

“La ferita si rigenererà!”

Aisleen fissò i suoi occhi azzurri, sempre più angosciata.

“Perché l’hai fatto?”

“Non è chiaro?- disse Peter, sorridendole- Io ti amo e, se non avessi fatto niente per proteggerti, non me lo sarei mai perdonato!”

“Tipico di te, no?” intervenne Edmund, con un cenno del capo, e Peter ridacchiò.

“Oh, Peter…perdonami, sono stata così avventata.- esclamò lei, abbracciandolo- Avrei dovuto riflettere più a lungo prima di agire!”

“Va bene così, Aisleen…non devi scusarti! Hai agito in quel modo solo perché desideravi il bene dei tuoi genitori! Non posso biasimarti per questo!”

Aisleen si avvicinò il viso a quello di Peter e gli baciò la fronte: “Ti amo anch’io, mio re!”

Dopodichè, Peter si rilassò e chiuse gli occhi, adagiando il capo sul grembo di Aisleen: sentiva tutta la sua forza fuoriuscire dal suo corpo con una lentezza quasi insopportabile.

“Peter! Edmund!” esclamò una voce.

Sulla soglia di una delle entrate c’era la giovane regina Lucy, accanto al grande Aslan.

“Lucy…” mormorò Peter, gli occhi ancora chiusi.

“Piccola, corri. Il Re Supremo ha bisogno di te!” disse Aslan.

Lucy, senza pensarci due volte, cose accanto al fratello e si inginocchiò vicino al suo capo.

“Peter…cosa ti è successo?” esclamò lei, preoccupata, guardando la gamba insanguinata del fratello.

Le lacrime le spuntarono agli angoli degli occhi, ma la giovane regina le ricacciò indietro perché non era il momento di piangere.

Peter ignorò la domanda della sorella: “Lu…come mai sei qui?”

“Non è questo il momento delle spiegazioni, Peter!- commentò Aslan, che con passo silenzioso, li aveva raggiunti- Lucy, cara, solo tu puoi guarire il re Supremo!”

Lucy annuì, convinta, e afferrò subito la piccola fiala con il magico filtro. Tolse il tappino e versò una goccia del liquido sulle labbra sottili di Peter, leggermente schiuse.

Passarono pochi secondi e la ferita di Peter si rimarginò completamente e lui aprì gli occhi: il re era salvo.

“Peter!” esclamarono Aisleen e Lucy all’unisono.

Erano entrambe sollevate e felici. Peter sollevò il busto e scosse leggermente il capo.

“Oh…così va molto meglio!” esclamò Peter, guardandosi la gamba non più ferita.

I pantaloni erano sporchi di sangue e stracciati, ma la ferita era svanita nel nulla: era come se non ci fosse mai stata.

Aisleen gli buttò le braccia al collo, stringendosi a lui: “Grazie al cielo! Sono così contenta, Peter!”

 “Anch’io!” disse Peter, sorridendo, e ricambiò l’abbraccio.

Lucy guardò i due giovani e sorrise fra sé, mentre Edmund sbuffò esausto.

“Ecco che ci risiamo con le smancerie!”

“Perché? Sono talmente carini!” commentò Lucy.

A quelle parole, Peter si voltò verso la sorellina: “Grazie, Lu! Ma se tu sei qui, significa che Susan e Caspian sono da soli…”

 “Sì, è così!”

“E a questo proposito, Maestà, osservate tutti qui!” disse Aslan, indicando con la punta del naso la sfera di cristallo della strega, che, con tutta quella confusione, era rotolata ai piedi del trono.

I sovrani di Archen, Peter, Lucy, Edmund ed Aisleen corsero vicino ad Aslan e guardarono nella sfera. Impiegarono poco tempo per capire cosa stavano osservando: la guerra tra i due eserciti e sull’altopiano dove si trovavano gli arcieri di Narnia, c’era…

“Susan!” esclamarono i tre fratelli Pevensie.

Edmund e Lucy si volsero subito a guardare Aslan, mentre Peter aveva lo sguardo fisso sulla sfera, l’espressione profondamente turbata e la mano appoggiata sul tavolo percorsa da fremiti impercettibili.

“Aslan, ti prego, portami subito da lei!” esclamò Lucy, ansiosa.

“Ci andremo tutti e viaggeremo alla velocità della luce! Stai tranquilla, piccola, la salveremo!”

“Allora, muoviamoci!” sbottò Peter, più preoccupato che mai.

*****

La battaglia infervorava, Caspian duellava con i soldati avversari, Susan, dall’alto, continuava a lanciare frecce, colpendo più nemici che poteva. Ma una parte dell’esercito di Archen riuscì a staccarsi dal gruppo centrale che combatteva a valle, aggirò l’altopiano sopra cui si trovavano gli arcieri di Narnia e salirono, raggiungendo i loro avversari. Susan se ne accorse e subito caricò una freccia sull’arco.

“Ci stanno attaccando! Pronti a duellare con le spade!”

Tutti gli arcieri riposero arco e frecce e passarono alla spada. E lo scontro con i loro avversari iniziò. Susan continuava a lanciare frecce, cercando di colpire i nemici. Ma questi si avvicinavano troppo rapidamente e lei non poteva rischiare di colpire uno dei suoi soldati. Decise di passare alla spada, ma prima sentì il bisogno di guardare un’ultima volta come se la stava cavando Caspian. Al momento duellava con ben due soldati. E con angoscia, Susan si accorse di un soldato che stava dirigendosi proprio verso Caspian, il quale sembrava non averlo notato. Il suo re era in pericolo! E lei non poteva non fare niente. Fu in quel momento che si ricordò delle parole che Aslan le aveva detto in sogno: “ Ora che rimarrete solo tu e Caspian, dovrai avere fiducia nelle sue capacità e, soprattutto, non dovrai perderlo di vista. Perché avrà bisogno di te a un certo punto. Ricorda che c’è un sentimento speciale che vi lega e, per questo sentimento, sii per lui il suo angelo custode.”

Ora capiva cosa voleva dire Aslan. Perciò, senza pensarci due volte, ignorò gli avversari che le si stavano avvicinando e riprese la sua arma. La regina tese l’arco, prese la mira e scagliò una freccia. La freccia colpì in pieno petto il nemico, che cadde a terra, senza vita, proprio dietro il re.

Caspian riuscì a liberarsi e si accorse dell’uomo deceduto alle sue spalle. Quando vide la freccia dalle piume rosse che gli si era conficcata nel mezzo del torace, fece correre lo sguardo verso l’alto e notò la sua regina con l’arco teso tra le mani. Gli aveva salvato la vita, come un angelo custode, come aveva detto Aslan.

Perciò le sorrise pieno di gratitudine e Susan, dal canto suo, gli rimandò un sorriso e un cenno del capo.

Quel che accadde in seguito, per entrambi, fu come una scena a rallentatore. Un soldato di Archen giunse alle spalle di Susan, che si era distratta per aiutare Caspian, e le trafisse il fianco con la lama della spada.

“Susan…”

Il suo fu solo un mormorio, ma Caspian, in realtà, avrebbe voluto urlarlo e sovrastare il fracasso della battaglia.

La vista di Susan si fece all’improvviso offuscata. Non poteva più distinguere il volto di Caspian in mezzo all’esercito e la sua mente non riusciva a capire cosa stesse succedendo. L’unica cosa di cui era certa era quella sensazione di calore che la stava abbandonando, come il sangue che sgorgava dalla ferita e veniva assorbito dai sui abiti.

La testa le girò tutto d’un tratto e Susan perse i sensi, cadendo a terra.

“SUSAN!”

Senza pensarci due volte, Caspian si fece largo tra i soldati e, recuperato Destriero, vi montò in groppa, incitandolo a correre più veloce che poteva. Il cuore batteva con una velocità esagerata e, di questo passo, gli si sarebbe spezzato. Ma, prima che questo avvenisse, doveva raggiungere la sua Susan e salvarla a qualunque costo.

 

Perdonate il ritardo, sono stata un po’ impegnata! Ma finalmente ecco il nuovo capitolo! Povero Peter e povera Susan! Chissà se se la caverà! Lo scopriremo nel prossimo capitolo “The Moon and the Sun”.

Ringraziamenti…

Clacly: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo. In effetti caspian che chiedeva la mano di susan in ginocchio mi sembrava abbastanza banale. Così ho deciso di fare qualcosa di diverso. Ora però bisogna vedere se riusciranno davvero a sposarsi. Chi lo sa? Spero che il capitolo ti sia piaciuto!

Kia_do87: grazie per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, anche se la fine è un po’ in sospeso…

Ludina:wow, grazie per la recensione! Sono davvero felice che il capitolo scorso ti abbia un po’ commossa. Quindi mi immagino cosa penserai di questo! Ahahah! Comunque, spero ti piaccia!

 

 

A presto

Kia85

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Capitolo 14
*** The Moon and the Sun ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me


Capitolo 14: “The Moon and the Sun”


Improvvisamente i soldati di Archen si svegliarono da una specie di trance e si guardarono intorno disorientati, cominciando a chiedersi dove si trovassero e cosa stessero facendo esattamente. Così smisero di combattere contro i narniani.

Ma di tutto questo Caspian non se ne accorse, perché la sua mente aveva altri pensieri cui dedicarsi, pensieri disperati e struggenti. Finalmente, il re raggiunse Susan e scese da cavallo. Stranamente le gambe lo ressero più di quanto lui avesse sperato. Il suo sguardo si posò sulla sua regina a terra, circondata dai loro arcieri. Dalla ferita al fianco fuoriusciva sangue rosso vivo…troppo sangue che le sporcava i vestiti e si riversava a terra. Quella visione gli provocò un brivido di paura, proprio a lui, il coraggioso re di Narnia. Le sue mani cominciarono a tremare più del normale e il suo sguardo divenne vacuo e perso.

Maestà!”

Fu il generale degli arcieri a richiamare la sua attenzione.

Maestà, bisogna riportarla all’accampamento, in infermeria.”

Caspian annuì vagamente: chissà, non era neanche sicuro che fosse stato il generale degli arcieri a parlare.

Così, con passo incerto, Caspian si avvicinò a Susan e le si inginocchiò accanto, prendendole una mano.

Caspian…” mormorò lei, con voce flebile.

Susan aveva gli occhi chiusi, ma era ancora cosciente. Non era svenuta come aveva pensato lui.

Sì, Susan…sono io…” disse Caspian, accostando la mano della ragazza al proprio viso.

Resta con me…”

Sarò sempre al tuo fianco, cara, te lo prometto!- disse lui, baciandole la fronte con labbra tremanti- Ora non preoccuparti, ti porto in infermeria!”

Così dicendo, Caspian strappò un pezzo della propria camicia e lo legò attorno alla ferita di Susan per cercare di arginare tutta quella fuoriuscita di sangue. Dopodiché la prese tra le braccia, percependo la sua improvvisa fragilità. Si lasciò aiutare dai soldati per sistemare la regina su Destriero. Dopodiché si sistemò dietro di lei, stringendola a sé con delicatezza, e incitò il cavallo a partire. Durante il tragitto, sul volto di Susan si susseguivano smorfie di dolore e Caspian si costrinse a non guardarla per non pensare a tutta la sofferenza che lei provava in quel momento.

Resisti…ti prego…”

Il sangue continuava a fuoriuscire e sporcava ora anche gli abiti di Caspian: non era affatto un buon segno. Se Susan avesse perso troppo sangue, sarebbe morta nel giro di pochi minuti.

Quando arrivò all’accampamento, Caspian si diresse verso l’infermeria e chiamò aiuto a gran voce. Subito accorsero il dottor Cornelius e alcune sue assistenti.

Cos’è successo?” chiese il dottore, guardando spaventato Caspian e la regina tra le sue braccia.

Hanno ferito Susan. Vi prego, dottore, aiutatela!”

Portatela dentro!” disse il dottore, indicando la tenda da cui era apparso.

Così Caspian riuscì a portare Susan dentro una piccola tenda e le assistenti cominciarono a toglierle i vestiti.

Maestà, dovete uscire!” esclamò il dottore.

Caspian non capì il motivo di quell’affermazione. Lui doveva restare accanto a Susan, glielo aveva promesso.

No, io resto con lei. Ha bisogno di me!”

Maestà, vi prego. La regina ha bisogno di cure urgenti e voi dovete rispettare la sua intimità!”

Improvvisamente il re capì a cosa si stava riferendo il dottore, annuì, arrossendo lievemente, e uscì dalla tenda. Non poter stare accanto alla sua Susan era terribile, ma era anche vero che il dottor Cornelius aveva ragione. Susan aveva diritto alla propria privacy, anche se era incosciente, ormai.

All’improvviso un rumore di zoccoli che scalpicciavano sul terreno attirò la sua attenzione. Erano i fratelli di Susan: Lucy era in groppa ad Aslan, Edmund e Peter montavano i loro cavalli. C’era anche Aisleen, seduta dietro Peter. Il cavallo non si era ancora fermato quando Peter scese a terra e corse subito verso Caspian.

Dov’è Susan?” gli chiese, la rabbia negli occhi.

Caspian guardò l’entrata della tenda: “Lì. Il dottor Cornelius si sta occupando di lei!”

Cosa le è successo?” chiese Aisleen, che, fra tutti, era l’unica ad aver mantenuto un po’ di razionalità.

L’hanno ferita al fianco…in un momento di distrazione!” rispose lui e, con aria colpevole, chinò il capo.

Lo sguardo furioso di Peter non aveva alcuna intenzione di allontanarsi da lui.

Mia sorella non si distrae mai in battaglia. Deve essere successo qualcosa per farla distrarre, non è così?” domandò Peter, come se sapesse già cosa fosse successo.

Anche Caspian stava cominciando ad alterarsi.

D’accordo! È stata colpa mia, è questo che vuoi sentire, vero? Susan si è distratta per salvare me! Dovrei esserci io al suo posto!”

Peter lo afferrò per il colletto, rivolgendogli uno sguardo di pura disperazione: “Esatto! Dovresti esserci tu al suo posto! Anche perché avevi promesso che non le avresti fatto accadere nulla!”

Smettetela!” urlò Lucy.

Peter e Caspian la guardarono, ansimando per l’accesa discussione.

Così non aiuterete Susan. E lei non avrebbe mai voluto vedere una scena del genere, soprattutto fra voi due!” disse Lucy, guardandoli con un’espressione da rimprovero.

Detto questo, Lucy entrò nella tenda per andare ad aiutare Susan con il suo filtro magico. Peter fissò il punto in cui era scomparsa la sua sorellina e lasciò andare Caspian. Poi il suo sguardo incrociò quello di Caspian e in quegli occhi neri il Re Supremo vi lesse la stessa disperazione che provava lui in quegli istanti terribili.

Dopotutto non era l’unico a preoccuparsi per Susan. Ora c’era anche Caspian, così innamorato di sua sorella.

Scusa, Caspian…non volevo aggredirti in questo modo né dirti quelle cose!”

Caspian annuì e lo guardò più tranquillo.

Non c’è problema!”

Andrà tutto bene!” si intromise Aisleen, rivolgendo il suo sorriso più dolce sia a Peter sia a Caspian.

Sì, sarà così per forza.- aggiunse Edmund- Susan è forte!”

In quel momento Lucy fece capolino dalla tenda.

Venite!”

Tutti i presenti entrarono nella tenda e circondarono il lettino dove era stesa Susan: indossava una veste bianchissima, in contrasto con il rosso sangue che fino a qualche minuto prima fuoriusciva dalla ferita. Caspian la guardò, ancora lievemente preoccupato: sembrava un angelo, il suo angelo. I capelli sciolti si spargevano sul cuscino, il viso pallido non aveva perso la sua bellezza incantevole, la piccola mano era appoggiata sul materasso più delicata che mai…e gli occhi erano chiusi, donando l’unico effetto negativo a quella visione. Così pallida, immobile e incosciente sembrava...morta…la sua Susan…

Dottore, come sta? Perché non si è ripresa?” chiese Peter, preoccupato.

Il filtro di Sua Maestà ha rimarginato la ferita, ma la regina Susan non riprende conoscenza in quanto ha perso troppo sangue!”

Questo vuol dire che prima o poi si riprenderà…non è così?” chiese Lucy.

Lo spero, Maestà. Lo spero vivamente!”

Caspian, improvvisamente, si sentì come imprigionato in quella tenda. L’atmosfera era troppo soffocante per lui. Stava per sentirsi male. Così, il re, senza proferire parola, uscì dalla tenda. Se Susan si fosse risvegliata e lo avesse visto in quello stato si sarebbe preoccupata. Era meglio andare da qualche parte a calmarsi, prima di rivedere la sua regina…sempre che si risvegliasse.

Caspian scosse il capo per scacciare quel pensiero terribile, che gli toglieva il fiato. Sicuramente Susan si sarebbe svegliata presto così lui avrebbe potuto rimproverarla per avergli fatto prendere lo spavento più grande di tutta la sua vita e poi le avrebbe chiesto di sposarlo.

Il rifugio scelto da Caspian era la sua tenda: lì nessuno avrebbe potuto disturbarlo.

*****

Susan socchiuse gli occhi: si sentiva stordita e non ricordava granchè di ciò che era accaduto. Perciò si mise a sedere con estrema lentezza, dato che la testa le girava. In questo modo si accorse dei suoi fratelli, accampati in qualche modo nella tenda, tutti addormentati. C’era perfino Aisleen, accanto a Peter, il capo appoggiato sulla sua spalla. Susan sorrise nel vederli lì, tutti sani e salvi. Avrebbe voluto svegliarli per assicurarli che stava bene dopo…ah, sì, ora ricordava! Uno dei soldati di Archen l’aveva ferita al fianco. La regina si passò una mano lì dove era stata ferita. Ma questa era svanita nel nulla. Sicuramente era merito del filtro magico di Lucy.

Con molta cautela e senza far rumore, Susan scese dal letto e uscì dalla tenda. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Non era neanche l’alba, probabilmente stavano dormendo tutti. La giovane regina si chiese dove mai fosse Caspian, sicuramente anche lui era in pensiero per lei e Susan non desiderava altro che rassicurarlo sulle sue condizioni. Ma sentiva che qualcosa o qualcuno la stava chiamando. Così si lasciò guidare da una forza misteriosa che le indicava la strada. E man mano che avanzava, Susan si sentì sempre meglio, come se ogni passo che compiva le infondesse una nuova energia.

La sua guida invisibile la condusse nel giardino dove si era rifugiato Caspian, la sera prima della battaglia. Proprio nel centro, vi era Aslan, maestoso come sempre, nonostante la posizione accucciata.

Avvicinati, piccola!”

Susan obbedì e si avvicinò al grande leone.

Aslan, che bello rivederti!”

Lo è di più vederti sana e salva, regina Susan!”

Susan sorrise: “Grazie!”

Per cosa?”

E’ tutto merito tuo, se Lucy è riuscita ad arrivare in tempo per aiutarmi! Non è forse così?”

Aslan ridacchiò: “Hai ragione! Ma ora siediti accanto a me, piccola cara. Non sei ancora nel pieno delle tue forze e noi dobbiamo parlare di qualcosa d’importante!”

Susan gli rivolse uno sguardo perplesso, mentre si accomodava accanto a lui: “Di cosa esattamente?”

Per esempio del tuo futuro!”

Il mio…futuro?”

Precisamente!”

Susan abbassò lo sguardo, divenendo improvvisamente triste. Sapeva con certezza che Aslan le avrebbe detto che doveva tornare nel loro mondo, insieme ai suoi fratelli. Il che significava che doveva separarsi nuovamente da Caspian e, ovviamente, non poteva sposarlo.

Cosa ti turba?” le chiese Aslan.

Quello che stai per dirmi!”

E cosa credi che io voglia dirti?”

Che devo tornare nel mio mondo, insieme ai miei fratelli e vivere la mia vita, perché qui non ho più niente da imparare!”

Aslan non rispose subito, si limitò a guardare dritto davanti a sé, lì dove c’era l’accampamento.

Lo sai, Susan, credo tu abbia ancora qualcosa da imparare a Narnia.”

Le parole di Aslan la lasciarono senza fiato per qualche istante, ma Susan si costrinse a respirare con molta calma.

Cosa intendi dire, Aslan?”

Lascia che ti spieghi!”

*****


La regina Susan è morta, Maestà. Sono profondamente addolorato!”

Le parole del dottor Cornelius erano così lontane, così irreali…tanto da non sembrare vere.

No, non può essere!”ribattè Caspian, disperato.

Maestà, è così. Non ha superato la notte!”

Non ci credo. Mi state mentendo. Susan non può morire!”

Il dolore che gli lacerava il petto era insopportabile, così tanto che Caspian avrebbe voluto strapparsi il cuore per non soffrire più. Senza Susan niente aveva senso.

Caspian avvicinò una mano al viso di Susan: la pelle era fredda come il ghiaccio, gli occhi azzurri erano chiusi per sempre e le labbra sottili non gli avrebbero più sorriso nè lo avrebbero più baciato.

Susan…non mi lasciare da solo…ti prego…” mormorò lui, baciandole la fronte liscia e gelida.

Caspian…non sei solo…”

La voce era senza ombra di dubbio quella di Susan, ma lei non si era mossa e nella tenda non c’era più nessuno.

Susan…senza di te, sono solo. Tu non ci sei più…”

Allora, svegliati…e non sarai più solo!”

Caspian non riuscì a capire cosa significassero quelle parole, ma seguì il consiglio di Susan. Chiuse gli occhi e li riaprì subito, ritrovandosi sul proprio letto. Il re si portò una mano sul viso e si accorse che era freddo e umido.

Sospirò e un’ondata di sollievo lo travolse. Era stato solo un incubo.

Così il re si alzò e uscì dalla tenda. Ormai la notte stava passando, ad oriente sulla linea dell’orizzonte il sole cominciò a fare capolino oltre le montagne e ad occidente la luna piena perdeva lentamente la sua argentea luminosità. Era un’aurora davvero incantevole…se solo ci fosse stata Susan accanto a lui. Già…Susan…chissà come stava…

Caspian corse attraverso l’accampamento e giunse alla tenda dove si trovava Susan. Ma quando entrò vide che il letto della ragazza era vuoto. Nella tenda si trovavano proprio tutti: Peter, Aisleen appoggiata alla sua spalla, Lucy ed Edmund…tutti addormentati. Ma Susan non c’era. Così Caspian uscì nuovamente all’aria aperta e si guardò in giro preoccupato, ma anche eccitato. Se Susan non era nel suo letto, questo significava che si era svegliata.

Caspian cominciò a camminare, lasciandosi l’accampamento alle spalle. Non sapeva dove stesse andando, ma una forza misteriosa guidava i suoi passi. E dopo pochi minuti arrivò in un prato verde e fiorito, lo stesso in cui si era rifugiato la notte prima della battaglia. Qualche metro più in là, c’erano Aslan, seduto a terra e splendente anche nella poca luce dell’aurora, e Susan, con la sua veste bianca e il capo appoggiato sul dorso del grande leone.

Quella visione lo rincuorò e la sensazione che lo avvolse era piacevolissima, così tanto che le gambe furono percorse da un fremito e a fatica restò in piedi.

Susan…”

Il suo fu solo un sussurro, ma arrivò fino alle orecchie di Aslan, che guardò nella sua direzione. E lo sguardo di Susan, alquanto provato, lo seguì. Riconoscendo il suo Caspian, sul viso della giovane regina nacque un meraviglioso sorriso e Caspian sentì l’improvviso desiderio di correre da lei.

Poi Aslan si alzò e cominciò a camminare verso Caspian. Passò accanto al re, rivolgendogli un cenno del capo, e si allontanò. Caspian tornò a guardare Susan e lei tese una mano verso di lui. Come resistere a quell’invito? Fu così che Caspian si ritrovò a camminare a una notevole velocità e in pochi passi raggiunse Susan, inginocchiandosi di fronte a lei.

Susan, cara..- disse lui, prendendo la mano di Susan fra le sue-…ti sei svegliata…grazie al cielo!”

Caspian le baciò il dorso della mano bianchissima, trattenendola contro le sue labbra e respirando a fondo il suo buon odore. In quel momento, Caspian si sentì meravigliosamente bene, come se non avesse mai provato gioia più grande.

Sì…”

Non sai che gioia saperti sana e salva!”

Caspian sollevò lo sguardo per incrociare quello di Susan e le sorrise.

Sono felice anche io, Caspian!”

Bene, così posso permettermi di rimproverarti un po’!”

Susan inclinò il capo da un lato: “Come mai?”

Ti sei distratta durante una battaglia!”

Per aiutare te…”

Sì, ma…se non fosse andato tutto per il meglio, io sarei comunque morto di dolore per averti perduta per sempre!”

Susan guardò Caspian ed esitò a rispondere: sapeva perfettamente che, più che rimproverare lei, Caspian stava rimproverando se stesso per non averle risparmiato questa terribile avventura.

Caspian…basta così. Ho agito in questo modo perché era ciò che volevo fare, era ciò che dettava il mio cuore. E per fortuna è andato tutto bene! Quindi ora allontana tutti i pensieri negativi e calma il tuo animo turbato.”

Caspian la fissò, titubante. Così Susan si avvicinò a lui, appoggiando la fronte a quella di Caspian, e chiuse gli occhi. Il cuore di Caspian fece una piacevole capriola all’indietro, sapendola così vicina a lui, così viva e calda.

Se non altro, fallo per me…” continuò Susan.

Per te farei di tutto, lo sai!”

Allora, rilassati…mio caro…” mormorò lei, accarezzandogli il petto con la mano libera.

L’altra era ancora fra quelle di Caspian, che non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare. Caspian chiuse gli occhi, avvicinando la bocca all’orecchio di Susan e sfiorandolo leggermente. La sua regina aveva davvero un profumo delizioso, sapeva di muschio e gelsomino, un mix dolcissimo e sensuale.

Caspian?” lo chiamò Susan.

Mm…”

Non avevi qualcosa da chiedermi?”

A quelle parole, Caspian si allontanò di poco da lei, quel tanto che bastava per guardarla negli occhi e notare le sue gote lievemente arrossate. La sua domanda lo agitò non poco, ma quella visione incantevole gli diede coraggio e determinazione.

Lo desideri davvero?”

Solo se ne sei convinto anche tu…” rispose lei, accennando un sorriso.

Io lo sono veramente!”

Susan, tranquillissima, fece spallucce: “Beh, anch’io!”

Caspian annuì e inspirò profondamente. Il cuore stava accelerando i suoi battiti in modo irregolare, come se facesse di tutto per saltargli fuori dal petto. Ma, ormai, era deciso ad andare avanti. Il sorriso e gli occhi di Susan gli donavano una grande forza.

Susan…mia adorata, i sentimenti che provi per me mi lusingano. Sei la regina di Narnia e lo sarai per sempre. Ma sarei l’uomo più felice di questo mondo se accettassi di diventare la mia regina. Per questo…vuoi sposarmi?”

Susan gli sorrise e prese le mani di Caspian fra le sue, mentre lui tratteneva il respiro.

Sì, Caspian…desidero sposarti più di qualunque altra cosa.”

Caspian sospirò, sollevato, come se avesse appena affrontato la più impegnativa delle prove.

Adesso…posso anche morire in pace…” commentò Caspian, sorridendo.

Susan rise, divertita: “E mi lasceresti sola prima del matrimonio?”

Questo mai perché ti amo!”

Ti amo anch’io, Caspian!”

Caspian divenne improvvisamente serio e fece stendere Susan a terra con estrema delicatezza. Susan lo guardava dolcemente, mentre il re le accarezzava i capelli, steso sopra di lei.

A proposito, di cosa stavi parlando con Aslan?”

Susan gli sorrise, maliziosa: “Di quello che stavi per chiedermi…”

Davvero?” esclamò lui, sorpreso.

Sì…”

E posso sapere riguardo cosa esattamente?”
“Dunque, Aslan ha detto che posso restare a Narnia per sempre, se è ciò che voglio!”

Beh, mi sembra giusto, visto che vogliamo sposarci. Sarebbe un matrimonio difficile se mia moglie ed io fossimo in due mondi diversi!”

Io gli ho chiesto se fosse davvero sicuro di quello che mi stava dicendo e lui mi ha detto che io, come anche Peter, ho ancora molto da imparare a Narnia!”

Ovvero?”

Imparare ad essere veramente felice con qualcuno come te al mio fianco!”

Caspian sorrise: “Sono lieto di saperlo. Adesso non ci sarà più alcun ostacolo sul nostro cammino!”

Detto questo, Caspian scivolò accanto a lei e si sdraiò sul fianco sinistro, appoggiando il capo alla mano, rivolto verso Susan.

Lo sai, Caspian, in certi momenti pensavo che il nostro fosse un amore impossibile, proprio come il sole e la luna!” disse Susan, indicando con il sottile indice il sole che stava sorgendo.

Il sole e la luna?” ripetè Caspian, perplesso.

Esatto. Nel mondo da dove vengo io, esiste una leggenda sul sole, la luna e il loro amore.”

Mi piacerebbe sentirla!”

D’accordo. Quando il Sole e la Luna si incontrarono per la prima volta, si innamorarono perdutamente e iniziarono a vivere un grande amore. Il mondo ancora non esisteva e un giorno Dio lo creò, dandogli il tocco finale...la luce. Decise così che il Sole avrebbe illuminato il giorno e la Luna avrebbe illuminato la notte e sarebbero stati obbligati a vivere separati. Si abbattè su di loro una grande tristezza nell'apprendere che mai e poi mai si sarebbero potuti incontrare. La Luna era ogni notte sempre più malinconica e avvertiva la solitudine a cui era costretta. Anche il Sole, nonostante si fosse guadagnato il titolo di "Re degli astri" per la luce che era in grado di emanare, era infelice. Dio allora li chiamò e spiegò loro: 'Non dovete sentirvi tristi, ognuno di voi possiede già una luce propria. Tu, Luna, illuminerai sia le notti calde sia quelle fredde, incanterai gli innamorati e sarai spesso ispirazione di poesia. Quanto a te, Sole, onorerai il tuo titolo perchè sarai il più importante di tutti gli astri, illuminerai la terra durante il giorno e darai calore agli esseri umani e la tua semplice presenza renderà tutti più felici'. Ma questo non bastò a consolare la Luna, che spesso piangeva. Il Sole era consapevole che l'unica cosa che fosse in grado di fare era darle forza e aiutarla ad accettare ciò che Dio aveva deciso, ma, vedendola soffrire così tanto, si preoccupò sempre più e decise di avanzare una richiesta a Dio: 'Signore, aiuta la Luna, per favore, lei è più fragile di me e mai sopporterà la solitudine!'. E Dio nella sua immensa bontà creò le stelle per farle compagnia. La Luna continuava ad essere molto triste nonostante le stelle facessero di tutto per consolarla. Oggi, loro vivono insieme ma separati. Il Sole finge di essere felice e la Luna non riesce mai a nascondere la propria insoddisfazione. Il Sole continua a splendere perchè arde di passione per la Luna e lei continua a vivere nella oscurità della solitudine. Si dice che nel progetto di Dio la Luna avrebbe dovuto essere sempre piena e luminosa ma così non fu quasi mai, perchè lei è donna e la donna si comporta così. Quando è felice è piena ma quando è infelice è calante e di conseguenza non è possibile vederne la luce. Il Sole e la Luna seguono il loro destino: lui solitario e più forte, lei in compagnia delle stelle e più fragile. Si racconta che Dio decise che nessun amore sulla terra sarebbe stato del tutto impossibile, nemmeno quello tra la Luna e il Sole e fu così che creò l'eclisse. Oggi, Sole e Luna vivono nella speranza di questo momento, nell'attesa di questi rare situazioni che sono loro consentite e che quasi mai accadono. Quando guardiamo il cielo e vediamo il Sole coprire la Luna significa che lui è sdraiato su di lei e cominciano ad amarsi. A questo atto d'amore Dio diede il nome di eclisse. E la luce della loro estasi è così forte che si sconsiglia di guardare il cielo in quel momento perchè i nostri occhi potrebbero essere accecati dalla vista di tanto amore…”

Quindi se è possibile l’amore tra il sole e la luna, anche il nostro è stato possibile.”

Già!”

Con la differenza che noi non dobbiamo aspettare l’eclissi per vederci ed amarci…”

No, certo che no!”

Perché, per esempio, in questo momento sto morendo dalla voglia di baciarti!”

Susan arrossì, ma sostenne il suo sguardo dolce e intenso.

Allora, perché non lo fai?”

Non gli era mai stato rivolto invito più dolce e Caspian ne approfittò subito. Così si chinò su di lei, con una lentezza insopportabile, almeno per Susan, e la baciò sulle labbra. Dolcemente, delicatamente, ma anche pieno di passione. Le mani di Susan si intrecciarono fra i capelli di Caspian, mentre quella di Caspian le accarezzò l’addome e poi il fianco. A quel tocco, Susan fece una smorfia di dolore e Caspian si ritrasse immediatamente.

Che succede? Ti ho fatto male?” domandò Caspian, preoccupato.

La smorfia di Susan si trasformò lentamente in un sorriso.

Scusa, stavo scherzando!”

Caspian ridacchiò e si chinò nuovamente su di lei, cominciando a sfiorare la pelle del suo viso con le labbra. Susan trattenne improvvisamente il respiro, sentendo il suo corpo paralizzato, ma non fermò Caspian. Le labbra sottili del re le baciarono la guancia e poi cominciarono a scendere sul mento, sul collo e dietro l’orecchio, lasciandosi dietro una scia di baci bollenti.

Caspian…”

Vedere la razionale Susan lasciarsi andare ai suoi baci e alle sue carezze stava mettendo a dura prova l’autocontrollo del re. Ma lui cercò di darsi un contegno: non potevano ancora spingersi troppo in là.

Così si sollevò a guardare Susan negli occhi, la baciò un’ultima volta e tornò a sedersi. Susan non riuscì a nascondere il suo dispiacere. Non poteva mentire a se stessa: le attenzioni di Caspian la stavano mandando in estasi e avrebbe voluto che lui non si fosse fermato. Scoprirsi così passionale e sensibile al suo tocco caldo e intimo la lasciò stordita per pochi istanti.

Quando fu sicura di essersi ripresa, si mise a sedere accanto a lui.

Come…ehm…come mai ti sei…fermato?” chiese lei, cercando di sembrare indifferente.

Beh…tu hai bisogno di riposare ancora un po’. Quindi sarà meglio tornare nella tenda prima che i tuoi fratelli si sveglino.”

Caspian si alzò in piedi e le porse la mano.

Perché? È così bello stare qui con te!”

E’ meglio così, cara, questo pomeriggio torneremo al castello. Devi rimetterti in forze.”

Susan non aveva alcuna intenzione di alzarsi: “Non ne ho bisogno. Sto benissimo!”

Ne sono convinto. Ma mi sentirei più tranquillo se riposassi ancora un po’. E sono sicuro che Peter e il dottor Cornelius saranno d’accordo con me!”

Se non volessi alzarmi?”

Non è un problema!”

Così dicendo, Caspian si chinò e la prese tra le sue braccia.

Caspian!”

Caspian rise, incamminandosi verso la tenda.

Dai, mettimi giù!”

Perché invece non ti rilassi?- le consigliò Caspian- Dopotutto prima ho seguito il tuo consiglio!”

Susan sospirò, rassegnata, e si accoccolò tra le sue braccia, appoggiando il capo al petto di Caspian e godendo del suo calore dolcissimo.

Caspian…grazie…”

Una sensazione di improvviso torpore la colpì e piano piano Susan chiuse gli occhi.

Quando Caspian arrivò alla tenda, entrò e pose delicatamente Susan sul letto. La regina, nel frattempo, si era addormentata. Caspian rimase a guardarla per qualche istante.

Che stai facendo?” chiese la voce di Peter.

Caspian si voltò a guardarlo.

Ho riportato Susan a letto. Era uscita a parlare con Aslan!”

Peter sembrò sollevato: “Questo vuol dire che Susan si è risvegliata?”

Sì, e sta benissimo! Un po’ pallida, ma è viva!” disse lui, accarezzando il viso di Susan con il dorso della mano.

Sì…sì…-disse Peter, coprendosi il viso con le mani-…grazie al cielo!”

Improvvisamente Caspian si rese conto che non aveva rispettato le tradizionali regole del corteggiamento. Avrebbe dovuto chiedere la mano di Susan a un uomo della sua famiglia, possibilmente il padre. Ma suo padre era nell’altro mondo, quindi il più adatto ad affrontare quell’argomento era Peter.

Peter?”

Sì?” chiese lui, guardandolo negli occhi.

Possiamo parlare un attimo?”

Peter annuì: “Certamente!”



Bentrovati! Il ritardo nell'aggiornamento è immenso. Più di un anno. E dire che avevo il capitolo praticamente pronto, solo che non mi ricordavo. Che sbadata... ^_^ ringrazio tutti quelli che hanno recensito la storia fino ad adesso, spero che la seguiranno ancora. Ormai manca poco e farò di tutto per terminarla!! il prossimo capitolo si intitola “High King's decision”.


A presto

kia85

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Capitolo 15
*** High King's decision ***


I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me


Capitolo 15 : “High King’s decision”


Caspian uscì dalla tenda, seguito da Peter. Ogni fibra del suo corpo tremava impercettibilmente e lui non poteva evitarlo in alcun modo. Come avrebbe reagito Peter alla sua proposta?

Allora, di cosa si tratta?” chiese Peter, incrociando le braccia sul petto.

Caspian esitò a parlare e lo fissò per qualche istante. Nonostante tutto Peter gli incuteva ancora un certo timore. Era pur sempre il fratello maggiore di Susan, nonché Re Supremo di Narnia, il Magnifico, il Flagello dei lupi...mentre lui, Caspian X era un semplice re, senza appellativi onorifici fino ad allora. Ma doveva parlare con Peter e non importava quanto fosse ansioso. Magari, chissà, Peter avrebbe approvato senza tante storie e ne sarebbe stato entusiasta. Certo, sarebbe stata una grande sorpresa, per tutti. Ma , in fondo al suo cuore, Caspian aveva un buon presentimento. Così si schiarì la voce.

Ecco…tu sai bene quanto io tenga a Susan…”

Sì, l’ho intuito!” disse Peter, sorridendo.

Il sentimento è reciproco...”

Peter sospirò: “Ho intuito anche questo. Siamo fratelli, ricordi?”

Caspian imprecò nella sua mente: non era una cosa facile per lui parlare con il Re Supremo di sua sorella, ma ci stava provando, impegnandosi con tutte le sue forze. E Peter con la sua facile ironia stava complicando ulteriormente le cose.

Lo ricordo perfettamente, Peter!”

Allora perchè non arrivi subito al dunque?”

Forse Caspian aveva iniziato il suo discorso con qualche giro di parole di troppo. D'accordo, sarebbe subito giunto al succo del discorso.

Bene, allora! - affermò con decisione- L' amore di Susan mi rende l’uomo più felice di questo mondo. E, sai Peter, quando due persone si amano, desiderano stare insieme…per tutta la vita!”

Peter socchiuse gli occhi, fissandolo con più attenzione: “Continua!”

Quel tono interessato e lievemente preoccupato provocò un brivido di freddo nel giovane re di Narnia. Ma l’amore per la sua regina era più forte di qualsiasi altro sentimento e il desiderio di vivere insieme a lei era lo scopo della sua vita.

Non so come funzionano le cose da voi, ma vorrei chiederti il permesso di sposare Susan!”

Peter non disse niente e la sua espressione non lasciava trapelare alcun indizio sulla sua reazione. Lo sguardo divenne pensieroso e la mano destra strofinava il mento. Se non altro ci stava riflettendo sopra e non aveva risposto subito con un secco no. Era un gran buon segno!

Questo significa che lei dovrebbe restare qui per sempre…”

Caspian annuì: “Sì, naturalmente. Aslan ha detto che se lei lo desidera può trasferirsi a Narnia per sempre.”

E lei lo desidera, immagino!” sospirò Peter, dando le spalle a Caspian.

Il suo sguardo dubbioso si perse tra le verdi colline che li circondavano e Caspian era sulle spine. Il suo cuore batteva forte, tanto che da un momento all'altro sarebbe saltato fuori dal suo petto se al più presto la risposta di Peter non avrebbe alleviato la sua sofferenza.

Sì, così mi ha detto poco fa!”

Quindi le hai già fatto la tua proposta!”

Caspian annuì, titubante: “In un certo senso...”

Caspian, anche se dicessi di no, non sarà questo a impedirti di sposare Susan. Mia sorella è molto testarda a volte: non accade quasi mai, ma quando si impunta con qualcosa è sempre per un buon motivo. E questo... è un buon motivo!”

Il respiro di Caspian si fece più rapido e ogni parte di lui cominciava a degustare la quasi certa risposta affermativa.

Quindi, cosa significa?”

Peter tornò a guardarlo negli occhi e gli sorrise: “Significa che, in qualità di rappresentante della famiglia Pevensie, ti concedo di buon cuore la mano di Susan. A patto che non la farai soffrire troppo!”

Le parole di Peter lo rincuorarono e calmarono il suo animo fremente. Adesso che tutte le normali convenzioni erano state rispettate, Caspian poteva finalmente sposare la regina Susan. La sua felicità era immensa e il suo cuore divenne leggero come una piuma.

Io...ecco...non accadrà, te lo prometto!”

Peter ridacchiò, divertito: “Non è vero, accadrà. Litigherete, ma alla fine farete sempre pace, perché siete troppo innamorati l’uno dell’altra. E questo è l’importante!”

Grazie davvero, Peter!” esclamò Caspian raggiante e subito porse la mano a Peter.

Il Re Supremo la strinse e l'espressione sul suo viso era serena e felice, perchè sapeva che aveva fatto la cosa migliore per la sua amata sorella, qualcosa che l'avrebbe resa felice. E la felicità dei suo fratelli era anche la sua felicità.

Non c'è di che...fratello!” ribattè Peter, dandogli una pacca sulla spalla.

Caspian sorrise, soddisfatto di essere stato accettato da Peter nella sua famiglia.

Ora, ti dispiace se vado da lei? Vorrei essere il primo a riferirle la bella notizia!” chiese Caspian, ansioso.

Vai pure!” esclamò Peter, con vago cenno della mano.

Caspian sparì all’interno della tenda e Peter sospirò. Non poteva che essere felice per sua sorella, ma provava un po’ di tristezza all’idea di allontanarsi per sempre da lei. Non era sicuro di essere pronto a separarsi da uno qualunque dei suoi fratelli, che fosse Susan, Lucy o Edmund. Aveva speso tutte le sue energie per accudirli, ogni volta che i loro genitori andavano a lavorare, ogni volta che erano tornati a Narnia. Ma ora erano tutti cresciuti e ognuno avrebbe preso la propria strada. E la prima sarebbe stata proprio Susan. Era triste, ma era la loro vita.

Hai fatto la cosa giusta, Peter!”

La voce dolce e profonda di Aslan vibrò alle sue spalle. Peter si voltò e vide il maestoso Aslan accanto a sé.

Lo credo anch’io, Aslan!- sospirò il Re Supremo, tornando a guardare la tenda in cui era sparito Caspian – Anche se sarà difficile la separazione da lei, sia per me che per Lucy ed Edmund!”

Sono sicuro che anche loro penseranno unicamente alla felicità di Susan e approveranno questa sua scelta. Ed inoltre, quando qualcosa è scritto nel destino, si avvererà qualunque cosa accada. Soprattutto se si tratta del più giusto degli eventi, ovvero la realizzazione di un amore!”

Ma non tutti gli amori possono avverarsi!” commentò Peter amaramente.

Nessun amore è davvero impossibile. Bisogna solo crederci! E tu, Peter, credi nel tuo amore per la principessa Aisleen?”

Peter, sorpreso, arrossì e chinò il capo: ma come poteva ancora sorprendersi di Aslan, della sua capacità di leggere nel cuore delle persone? Ormai avrebbe dovuto conoscerlo bene, lui, il vero signore di Narnia.

Io...sì...ne sono innamorato veramente!”

Allora, cosa temi?”

Il momento in cui dovrò separarmi anche da lei.”

E se quel giorno non dovesse arrivare?”

Peter guardò Aslan con gli occhi sbarrati. Non riusciva a credere a ciò che gli aveva appena chiesto Aslan e il suo cuore che sembrava essersi fermato era indice del suo turbamento interiore.

Cosa...cosa vuoi dire?”

Se ti dicessi che anche tu, come Susan, puoi restare a Narnia per sempre, cosa mi risponderesti?”

Allora aveva capito bene: poteva restare a Narnia anche lui per sempre. Il che significava inevitabilmente la possibilità di condividere la vita insieme alla sua Aisleen. E come poteva rifiutare un'offerta talmente deliziosa?

Così...istintivamente, direi di sì. Restare qui con Aisleen, magari sposarla…sarebbe meraviglioso. Ma, allora, che ne sarà di Edmund e Lucy?”

Sono convinto che resteranno qui con te e Susan, se glielo chiedessi.”

Certamente, sarebbe andata così. Però Peter non riusciva a capire il motivo di questa offerta improvvisa. Che cosa stava spingendo Aslan a comportarsi in quel modo?

Aslan, perché stai facendo questo?”

Cosa di preciso, Maestà?”

Questo! Perché permetti a tutti noi di rimanere a Narnia per sempre?”

Perché avete donato molto al nostro mondo e avete instaurato dei rapporti importanti e profondi con alcuni abitanti, in particolare tu e Susan. Non trovo giusto spezzare questi legami. E, dato che anche voi siete affezionati a Narnia e ai suoi abitanti, mi sembra la cosa più corretta da fare…proporvi un trasferimento definitivo.”

Quindi...dovremo abbandonare il nostro mondo per sempre...” disse lui, titubante.

Il pensiero del giovane re corse subito ai suoi genitori, che vivevano ancora nel loro mondo. Lui e i suoi fratelli avrebbero avuto nuovamente il coraggio di allontanarsi da loro?

Temo di sì! Ma, vedi, Peter, ti svelo un segreto. Fin dai tempi antichi era già scritto che tutto ciò avvenisse: il vostro primo viaggio a Narnia, così come i successivi, fino ad ora. Era destino che voi continuaste a vivere e regnare felicemente su Narnia, non più da soli, ma con le persone che amate di più al vostro fianco!”

Allora, perché dicesti che Susan ed io non potevamo più tornare? Perché Caspian ha dovuto pregarti tanto prima di richiamarci?”

Vi dissi quelle cose per mettere alla prova il vostro attaccamento al nostro mondo: fortunatamente siete rimasti legati a Narnia e a tutti noi; ma, crescendo, avreste potuto facilmente dimenticarvi delle vostre esperienze in questo mondo. Per quanto riguarda Caspian, ho voluto mettere alla prova anche i suoi sentimenti, ma confesso che era un modo per farvi arrivare al problema che si era instaurato nel regno di Archen!”

Peter sospirò: “Certo, naturalmente! Resta solo un altro piccolo grande problema!”

Quale sarebbe il problema che vi da pensiero, Maestà?”

Devo chiedere ad Aisleen di sposarmi!”

Aslan rise, o almeno così parve a Peter.

Allora forza e coraggio, Vostra Maestà!” disse poi, in una specie di ruggito.

Peter annuì e sospirò: “Senti, Aslan, prima di darti la risposta definitiva, posso consultarmi con i miei fratelli?”

Certamente! È una importante decisione per la vostra vita. Prendete pure tutto il tempo che volete!”

Grazie ancora, Aslan!”

Fu così che, dopo essersi congedato da Aslan, Peter entrò nella tenda e trovò Susan, sveglia, seduta nel suo letto, circondata da Lucy ed Edmund. Caspian era in piedi di fronte al letto ed Aisleen era accanto a lui. Non appena si accorse di Peter, Susan gli sorrise.

Peter…”

Peter le fu subito accanto e le prese una mano: “Sue, sono così felice che tu stia bene. Mi hai fatto prendere un bello spavento questa volta!”

Detto questo le baciò la fronte e Susan gli accarezzò il viso.

Scusa, Peter!”

Sì, sì...non importa! Ciò che conta è che tu stia bene adesso!”

Peter ha ragione, Susan. Non ci pensiamo più!” esclamò Lucy, più sorridente che mai.

Peter appoggiò una mano sul capo della più piccola Pevensie e le accarezzò i capelli: era sicuro che Lucy, la prima ad aver scoperto il magico mondo di Narnia, sarebbe stata la più felice nell'accettare la proposta di Aslan. Così il Re Supremo sospirò e rivolse uno sguardo sereno verso Aisleen e Caspian.

Maestà, Altezza...devo chiedervi cortesemente il favore di lasciarci da soli. Ho bisogno di conferire con i miei fratelli!”

Riunione di famiglia?” chiese Edmund, emettendo un sospiro.

Mmm...qualcosa del genere!” rispose Peter.

D'accordo, Peter, usciamo subito!” disse Caspian.

Aisleen annuì: “Sì, a dopo!”

Peter seguì con lo sguardo Caspian ed Aisleen mentre uscivano dalla tenda.

Allora, di cosa si tratta?” domandò Lucy, interessata.

Peter si sedette sul letto di Susan, guardandola con un sorriso.

E’ un argomento di cui Susan è già a conoscenza, ma riguarda anche tutti noi.”

Oh, Peter, non fare tanto il misterioso!!” sbottò Edmund.

Evidemente anche lui stava diventando curioso, solo che a differenza di Lucy, non riusciva a trattenere la sua ansia.

D'accordo, Ed. Allora Aslan ha proposto a tutti e quattro di restare a Narnia...per sempre.”

Le labbra di Lucy si stesero in un sorriso sincero, come se si aspettasse una simile notizia, mentre Edmund sembrava sorpreso sì, ma entusiasta.

Per sempre...sempre?” domandò Lucy.

Sì, Lucy!”

Oh, sarebbe delizioso, vivere per sempre qui a Narnia tutti insieme!” esclamò Lucy, battendo le mani.

Sì, è davvero grandioso! Ma come mai Aslan ci ha fatto questa proposta? La volta precedente disse che tu e Susan non potevate più tornare e, adesso, arriva addirittura a chiederci di trasferirci tutti quanti qui a Narnia!” disse Edmund.

Beh…in effetti, adesso c’è qualcosa di diverso rispetto alle altre volte…”

Intendi, il matrimonio di Susan e Caspian?” chiese Lucy.

Peter rivolse uno sguardo sorpreso prima a Lucy poi a Susan.

Gliel’ho già detto poco fa insieme a Caspian!- spiegò Susan, sorridendo come per scusarsi- Lui mi ha detto che ha ottenuto il tuo consenso, perciò non abbiamo voluto più aspettare.”

Ah, molto bene. Comunque, sì, il motivo sarebbe questo. Ma, invero, ci sarebbe anche un’altra...questione!” aggiunse Peter.

Immagino che sia un argomento facente parte della stesso ambito...” mormorò Edmund, non potendo trattenere un profondo sbadiglio.

Evidentemente Edmund aveva già capito di cosa si trattasse, nonostante non fosse tra i suoi interessi principali...non ancora se non altro. Per cui Peter chinò il capo e arrossì lievemente. Era davvero tanto difficile mostrarsi così sensibile e vulnerabile, in fondo era ancora il maggiore dei Pevensie, l'uomo di casa e dentro di lui percepiva ancora piccole tracce di quel suo grande difetto...l'orgoglio. Ma la tragica lezione che gli era stata impartita due anni prima, a Narnia, aveva causato grandi cambiamenti nel suo carattere. Non era più orgoglioso e, sì, in qualche modo prepotente. Ora riusciva ad affrontare i problemi con più serenità e cercava il consiglio e il sostegno dei suoi fratelli e di Caspian.

Perciò era convinto che i suoi fratelli avrebbero compreso i suoi sentimenti e sarebbero stati entusiasti della sua decisione.

Vedete, io…vorrei restare qui a Narnia con voi e chiedere alla principessa Aisleen di sposarmi!”

Ecco, lo sapevo!” commentò Edmund, allargando le braccia.

In realtà si vedeva lontano un miglio che era felice per il fratello maggiore.

Ah, che bella notizia!!” esclamò Lucy, probabilmente l'unica veramente sorpresa dalla rivelazione.

E, così dicendo, la piccola ma valorosa regina corse ad abbracciare il fratello.

E' stupendo, Peter.- esclamò Susan- Siamo tutti così felici per te!”

La principessa Aisleen è davvero graziosa e simpatica!” commentò Lucy.

Grazie, ma voi credete che lei accetterà?”

Peter era a conoscenza dei sentimenti che Aisleen provava per lui, ma chissà se avrebbe accettato veramente di diventare sua moglie e vivere per sempre insieme a lui.

Sì, ovviamente!- esclamò Edmund, convinto- E' fin troppo chiaro che la principessa ricambi i tuoi sentimenti. Non vedo il motivo per cui debba rifiutare la tua proposta!”

Ed ha ragione, Peter. La principessa è innamorata di te.” aggiunse Susan.

Anche Lucy lo guardò, fiduciosa: “Ma certo! E sono sicura che accetterà di sposarti!”

Peter sorrise e rivolse a tutti loro uno sguardo pieno di gratitudine: “Ragazzi, grazie mille...davvero.”

E quando glielo chiederai?” esclamò Lucy, ansiosa.

Ecco, non lo so...io non ho ancora deciso. Ma comunque, prima di parlare con lei, devo chiedere la sua mano a re Alastair.”

Mi sembra giusto!” commentò Edmund.

Lucy sorrise e gli diede una sonora pacca sulla spalla: “Oh, beh...non c'è fretta! In fondo avete tutta la vita davanti!”

E poi Peter capirà quando sarà il momento giusto per chiederglielo!” aggiunse Susan.

Peter ridacchio: “Ah....sì, speriamo...”

Ora...- continuò Susan, alzandosi dal letto-...se Peter ed Edmund mi fanno la cortesia di uscire io vorrei vestirmi, con l'aiuto di Lucy!”

Ehm...Susan, ti sembra il caso di alzarti? Non è un po' presto?” chiese Peter, apprensivo.

No, io sto bene e voglio uscire da questa tenda al più presto!”

Ma sei ancora così pallida e debole, dovresti riposare a letto ancora un po'!”

Ti assicuro, caro Peter, che non sono affatto debole. Al contrario mi sento piena di energie. Perciò fidati di me, d'accordo?”

Peter le rivolse uno sguardo scettico e poi sospirò, rassegnato: “D'accordo, andiamo, Ed!”


*****


La carrozza con Sua Maestà la regina Susan viaggiava lentamente su ordine di Sua Maestà re Caspian. Susan, dopo essersi rivestita, aveva espresso il desiderio di tornare al castello e, sebbene Peter e Caspian fossero contrari all'idea di mettersi in viaggio così presto, riuscì a convincerli anche grazie al supporto di Lucy ed Edmund che volevano tornare nel tranquillo castello di Telmar. La guerra non era durata poi molto, ma era stata pur sempre una guerra. Per cui tutti, soldati e sovrani, erano stremati nel corpo e nell'animo e, giustamente, il loro unico desiderio era quello di tornare a casa, dai propri cari.

La giornata era davvero splendida, il sole era caldo, il cielo limpido. Il tempo ideale per mettersi in viaggio. I sovrani e l'esercito di Narnia si misero in viaggio nel primo pomeriggio, dopo che Caspian riuscì a far accettare a Susan una sua condizione: ovvero quella di evitare il viaggio a cavallo.

E così Susan si ritrovò nell'abitacolo della carrozza insieme a Caspian.

Comunque...non è giusto! Sarebbe stato un viaggio delizioso!” ribattè Susan, incrociando le braccia sul petto.

Suvvia, Susan, per una volta che io e tuo fratello siamo subito d'accordo su una questione, non essere arrabbiata...”

Caspian le rivolse uno sguardo implorante e le accarezzò una mano. Susan sospirò e voltò il capo verso di lui. In fondo sia lui, sia Peter agivano sempre per il suo bene. Era così fortunata ad avere loro, una famiglia affettuosa, un compagno gentile, la possibilità di essere felice per sempre...

Ma le parole usate da Caspian le fecero nascere un dubbio nella mente.

Subito d'accordo...voi due?” chiese scettica Susan.

Sì!”

Susan aggrottò la fronte: “Allora, quando gli hai parlato del nostro matrimonio? Ha fatto storie?”

Caspian si affrettò a negare e scuotere il capo, energicamente. Si era tradito con le sue stesse parole e ora Susan non gli avrebbe dato pace se prima lui non le avesse rivelato tutta la verità e nient'altro che la verità.

No, no....assolutamente no!”

E perchè prima hai detto 'per una volta'? Cosa ha combinato mio fratello?”

Caspian sospirò: “Non ha fatto alcuna obiezione, ma sai...lui è sempre Peter...”

Già, lui è sempre Peter!” ripetè lei, quasi fosse una verità universalmente riconosciuta.

Però ti assicuro sul mio onore che mi ha subito dato il suo consenso!”

Meglio così!” esclamò Susan con un sorriso sincero.

Quindi non ti arrabbierai con lui, vero?”

No, per questa volta no. In fondo ha già troppi pensieri per la testa e non sarò certo io a complicargli ulteriormente la vita!”

Caspian la guardò, incuriosito dalle sue parole: “Che genere di pensieri?”

Peter vuole chiedere la mano di Aisleen, ma prima deve parlare con re Alastair e chiedere la sua benedizione!”

E' una notizia bellissima. Sono molto contento per Peter e la principessa!”

Sì, stanno bene insieme. Sono sicura che Aisleen riuscirà ad ammorbidire il carattere gentile, ma certe volte troppo possessivo di Peter. In fondo, è una ragazza dolce e determinata e Peter è pazzo di lei.”

Ne sono convinto anche io! - affermò Caspian- Quindi, Peter ha solo bisogno di un'occasione per parlare con tranquillità con re Alastair!”

Susan annuì: “Sì, certo!”

Allora credo di avere in mente l'occasione ideale!”

E quale sarebbe?”

Avevo intenzione di organizzare una festa di fidanzamento per...noi due. Potremmo invitare anche i genitori della principessa, così Peter avrebbe tutto il tempo per parlare prima con loro e poi con Aisleen!! Cosa ne pensi?”

Gli occhi di Susan furono percorsi da un brillio e la regina rivolse un sorriso meraviglioso al suo compagno, abbracciandolo subito dopo: “E' un'idea stupenda, Caspian. Grazie!”

Per la nostra festa o per l'occasione di Peter?”

Per tutte e due, ovviamente, mio caro!”

E, così dicendo, gli baciò una guancia teneramente, facendo comparire un sorriso sulle labbra di Caspian. Poi le braccia di Susan avvolsero il braccio destro del re e lei appoggiò il capo sulla sua spalla.

Bene, ora abbiamo dato un'occasione a Peter. Adesso è tutto nelle sue mani.”

Caspian ridacchiò: “Dubiti di lui?”

No. Ma oggi l'ho visto stranamente insicuro di sé e delle sue capacità. E, sai bene che per me come per i miei fratelli è qualcosa di insolito. Lui è sempre stato il nostro punto di riferimento, il forte e determinato fratello maggiore.”

Eppure...- iniziò a dire lui, sfiorandole la fronte con le labbra-...sono sicuro che ritroverà il coraggio che da sempre lo contraddistingue. E farà uscire nuovamente il Re Supremo che è in lui!”

Sì! Lo credo anche io!”

Lo sguardo di Susan si perse oltre il finestrino della carrozza, nel meraviglioso paesaggio che offriva Narnia. Le dolci colline verdeggianti, le foreste rigogliose, brulicanti di creature magiche, il fiume che pigramente scorreva tra le valli e sosteneva la vita di quel mondo magico. La regina aveva sempre amato quei paesaggi naturali, fin dalla prima volta che li aveva visti. Ma ora che avrebbe per sempre vissuto a Narnia, ora che quel magico mondo sarebbe stato il suo nuovo mondo, ai suoi occhi tutto sembrava ancor più meraviglioso.

E l'unico fautore di quella sua immensa fortuna non era altri che il suo preziosissimo Caspian.





Ok, stavolta sono stata più rapida, ma perchè il capitolo era già mezzo scritto. Adesso gli ultimi due sono tutti da scrivere, quindi impiegherò più tempo credo. Ma alla fine ce la farò!! intanto il prossimo si intitola “Will you be my Queen?”

Ringraziamenti...

clacly: ciao e grazie per la recensione. Hai ragione, peter è sempre peter. E come hai visto non si smentisce mai. Però l'ho ammorbidito un po'...ihihi!! ah, mulan, bellissimo film, lo adoro!! ^^

rubs: ciao!! grazie per la recensione!! sei stata molto gentile! A me il secondo film è piaciuto e comunque tieni presente che nel libro caspian è un ragazzino (non un bel ragazzone come ben!! ihihihihih *_*) e non c'è la storia con susan! Magari è per questo che possono sembrare un po' statici, come hai detto tu. Adesso è uscito il trailer del terzo film dove non ci dovrebbero essere per nulla peter e susan e invece si intravedono...mi chiedo perchè...


A presto

kia85







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