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Quando ho letto che nel film del
Principe Caspian ci sarebbe stata una casta love story fra lui e Susan, ho
pensato “come è possibile? Nel libro non c’è”. Ma non appena ho visto quelle meravigliose
scene fra la gentile Susan e il bel Caspian, mi sono proprio innamorata di
questo nuovo pairing. E, ovviamente, è nata questa fan fiction, dal titolo
abbastanza banale. Ma trovo che sia il più adatto per questa storia che si è
evoluta proprio sulle note della canzone “The call”, che fa da colonna sonora
al film.
Spero che piaccia a quanti vorranno
leggerla.
I’ll
come back when you call me
Capitolo 1: “Soulmate”
Una danza
di petali di ciliegio iniziò nel momento esatto in cui giunse una folata di
vento particolarmente forte. I petali rosa chiaro sembravano muoversi con
estrema grazia sulle note di un silenzioso valzer. E, seguendo quella melodia, l’armoniosa
danza floreale stava creando una sagoma…umana.
Sdraiata
sull’erba, Susan si era sollevata all’improvviso, puntando i gomiti sul
terreno. Per un istante credette davvero di aver visto qualcosa o qualcuno di
molto familiare, qualcosa di magico, dunque non appartenente al suo mondo,
l’elegante Inghilterra.
Il suo
mondo…definitivo…
Susan
sospirò, tornando a sdraiarsi per terra, mentre un petalo si posò con
delicatezza sulla copertina del libro di Letteratura latina che stava
studiando. Lei, la Gentile Regina
di Narnia, due anni dopo il ritorno da quella magica terra, era ormai una
studentessa universitaria, nella prestigiosa università di Oxford. Certo, la
sua non era una delle famiglie più ricche di Londra, ma i suoi genitori erano
comunque riusciti ad iscrivere sia lei che Peter, il fratello maggiore, anche
grazie a un aiuto economico da parte dello zio Diggory e a una borsa di studio
vinta da Susan. Così, ora Susan era all’università, come aveva sempre sognato:
i suoi voti erano fra i più alti del suo corso, aveva fatto amicizia con molte
ragazze della sua stessa età e poteva vedere suo fratello ogni giorno, mentre
Lucy ed Edmund venivano a trovarli con i loro genitori due volte al mese.
Eppure, era perfettamente consapevole che le mancava qualcosa e sapeva anche
cosa, o meglio chi avrebbe potuto colmare quel vuoto che percepiva dentro di sé
ormai da esattamente due anni.
Susan
scosse lievemente il capo: si trovava con le sue compagne nell’immenso giardino
della loro università, cercando di studiare uno dei più famosi autori latini,
Gaio Valerio Catullo. E, considerata l’importanza e la difficoltà della
materia, certamente non poteva permettersi magici voli di fantasia.
“Dunque,
sentite questa poesia di Catullo, dedicata naturalmente alla sua Lesbia!-
esclamò, all’improvviso, la sua amica Emma- Dammi baci, cento baci, mille baci e
ancora baci, cento baci e mille baci! Le miriadi dei nostri baci tante saranno
che dovremo poi, per non cadere nelle malie di un invidioso che sappia troppo, perderne
il conto, scordare tutto.”
Jane ridacchiò: “Oh,
cielo! Catullo era davvero incontentabile!”
“Peccato che Lesbia non
poteva fare a meno di tormentarlo! La loro fu una relazione estremamente
altalenante!” commentò Elizabeth, chiudendo il suo libro.
“Diciamo la verità,
Lesbia era una donna…dai facili costumi!” disse Emma, ma venne subito
richiamata da Jane.
“Emma!!”
Emma, dal canto suo,
sorrise ingenuamente, facendo spallucce: “Beh…lo era davvero, però!”
“Ad ogni modo, lui era
seriamente innamorato di lei! – commentò Elizabeth- Infatti la odiava, ma nello
stesso tempo l’amava!”
“Esatto, sentite questa:
Mia Lesbia, sei stata amata da me in modo così totale che in modo uguale
amata non c'è donna e non ci sarà. Non si vedrà mai più in amorosi
legami tanto rigore di fedeltà quanto si vide in me e nell'amore che ti portai.”
lesse Jane con estrema enfasi.
Emma sospirò e si sdraiò con le mani sotto la testa: “Certo che Lesbia
era davvero strana! Aveva un uomo che l’amava più di ogni altra cosa e lei
neanche aveva capito quanto fosse fortunata!”
“Già, ci sono persone che cercano l’anima gemella per tutta la vita e
non riescono a trovarla, mentre altre la incontrano e neanche se ne accorgono!”
esclamò Elizabeth.
A quel punto, notando il silenzio così prolungato della loro amica
Susan, tutte e tre la fissarono.
Dopodiché Jane si sporse su di lei: “Tu non sei d’accordo, Susan?”
La domanda improvvisa di Jane la colse un po’ di sorpresa.
“D’accordo?” ripetè Susan, cercando di ricordare con tutte le sue forze
il discorso che avevano appena affrontato le sue amiche.
“Sì, non stavi ascoltando?”
“Oh, ma certo!- rispose Susan, con un sorriso lievemente imbarazzato-
Stavo ascoltando!”
“E allora, sei d’accordo?” domandò Emma, con estrema curiosità.
Susan riuscì a ricordarsi di cosa stavano parlando le sue amiche e
rivolse lo sguardo a terra: “L’anima gemella non esiste!”
“Non esiste? Cos’è questa ventata di cinismo?” esclamò Emma.
Susan si alzò in piedi, il libro sottomano, ignorando la sua domanda: “Credo
sia meglio rientrare. Sono quasi le 17! È l’ora del tè!”
“Ehi, Susan! Non scappare!”
La giovane Pevensie non ascoltò i richiami delle sue amiche e continuò a
camminare, fino a quando esse non la raggiunsero e la fermarono.
“Susan, dai, che ti succede? Sei così strana oggi!” le fece notare
gentilmente Jane.
Susan le sorrise, altrettanto gentilmente: “Scusatemi se vi sto facendo
preoccupare. Ma non mi va di parlarne, d’accordo?”
Le ragazze si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi annuirono.
“Come vuoi, Susan!”
“Non possiamo certo costringerti!”
“Grazie, siete delle vere amiche!” esclamò Susan, riprendendo a
camminare.
Mentre tornavano all’ingresso principale dell’università, Susan ascoltò
silenziosamente i nuovi discorsi delle amiche, riflettendo su quanto lei stessa
aveva affermato poco prima. L’anima
gemella non esiste.
Lei aveva già incontrato la sua: il principe…no, il re di Narnia, re
Caspian. Era talmente palese che lui fosse per lei la sua anima gemella:
Caspian aveva ricevuto il suo corno, l’aveva suonato, riportando lei e i suoi
fratelli a Narnia…e poi, prima di tornare in Inghilterra, lei, in un attimo di
pura e irresistibile follia, lo aveva baciato. Da quel giorno aveva pensato a
lui ogni santo giorno. Dunque, Caspian doveva essere assolutamente la sua anima
gemella, sebbene il loro fosse un amore impossibile, visto che appartenevano a
due mondi diversi e non si sarebbero più potuti vedere. Però lei lo amava ed
era convinta fosse Caspian la persona a cui era destinata.
O forse no?
Tutto sommato, da quando lei era tornata da Narnia, erano passati ben
due, lunghissimi, strazianti anni. E lui non aveva mai suonato il corno,
neanche per richiamare Edmund e Lucy. Almeno loro avrebbero potuto tornare a
Narnia e verificare se Caspian stesse bene oppure no, al contrario di Susan e
Peter. Chissà quanto tempo era trascorso a Narnia, chissà se Caspian si era
sposato e aveva avuto dei figli e, soprattutto, chissà se era ancora vivo…
Prima che una straziante angoscia le lacerasse il cuore per quei
pensieri tristi, qualcuno la chiamò: “Susan!”
Susan si guardò intorno e vide suo fratello Peter e il suo amico John
correre verso di loro.
“Per l’amor del cielo!”esclamò
Jane.
“Oddio, è Peter!” disse Elizabeth, stranamente eccitata.
Emma ridacchiò: “Oh, avete visto quant’è carino?”
“Beh, anche il suo amico non è niente male!” commentò Elizabeth.
In effetti, John era veramente carino: così alto, con capelli castani e
non troppo corti e occhi di un delizioso verde giada. Ma in quegli occhi Susan
non riusciva a trovare ciò che cercava: la dolcezza e l’irresistibile insicurezza
degli occhi scuri di Caspian.
Peter e John le raggiunsero.
“Ciao, ragazze!”
“Ciao!” esclamarono le amiche di Susan, con aria sognante.
“Tutto bene, sorellina?” domandò Peter.
“Sì, benissimo!”
“Dunque, John voleva dirti una cosa, vero?” domandò Peter, dando una
lieve gomitata sul fianco dell’amico.
John si fece avanti titubante e le porse un quaderno: “Ti…ti ringrazio
molto per avermi prestato i tuoi appunti di storia!”
Susan prese il suo quaderno e lo ringraziò.
Peter sospirò, portandosi una mano sulla fronte: “Sicuro che non dovevi
dirle nient’altro?”
L’amico, messo alle strette, arrossì lievemente e si schiarì la voce.
“Ecco, io volevo chiederti…se…per caso ti andasse di unirti al mio
gruppo di studio di stasera. Ci troviamo in biblioteca!”
Susan fulminò con lo sguardo suo fratello: lo stava facendo di nuovo! Da
quando lei era entrata all’università, il suo caro fratellino aveva cercato in
tutti i modi di affiancarle qualche bravo ragazzo adatto a lei, ignorando
totalmente la volontà di Susan.
“Mi dispiace, John, e ti ringrazio dell’offerta. Ma io preferisco
studiare da sola!”
Il ragazzo cercò di nascondere il dispiacere per quel rifiuto, ma era
fin troppo evidente. Anche Susan ci rimase male. Così, per fargli un piccolo
favore, deviò l’attenzione di tutti, rivolgendosi a Peter.
“Peter, potrei parlarti un attimo…da sola?”
Peter la guardò sorpreso: “Ma certo, sorellina!”
“Magnifico!- esclamò Susan, con un sorriso- Vogliate scusarci, ragazzi!
Ci vediamo dopo!”
Così dicendo, Susan afferrò il braccio di Peter e lo trascinò lontano
dall’edificio.
“C’è qualche problema, Susan?” chiese Peter, preoccupato.
Susan si fermò proprio davanti a lui e gli rivolse una delle sue
occhiate più infastidite: “Direi di sì!”
“E quale sarebbe?”
“Tu!”
Peter inarcò un sopracciglio, mentre sul suo viso si dipinse
un’espressione di perplessità mista a divertimento.
“Scusa?”
“Oh, per favore. Non fare finta di non capire! Ormai è da settembre che
cerchi di trovarmi un ragazzo!” sbottò Susan, irritata.
Peter sembrò colpito dalla reazione della sorella: “Deduco che John non
ti interessi, allora?”
“Né lui, né quel ragazzo del mese scorso…come si chiamava…Frank, né nessun
altro dei tuoi amici! In tutti questi mesi siete stati a dir poco asfissianti!”
Peter la guardò per qualche secondo, con un velo di tristezza negli
occhi, e sospirò: “Ti prego, perdonami, Susan. Non avrei dovuto intromettermi
in questo modo!”
Alla vista del fratello maggiore così dispiaciuto, Susan sospirò, rilassandosi,
e appoggiò una mano sulla sua spalla.
“Sì, non avresti dovuto farlo. Ma so che ti sei interessato a me per farmi
felice!”
“E’ solo che mi dispiace molto vederti così. In certi momenti non sei
più tu! E io farei di tutto per renderti di nuovo felice!”
Susan, sorridendo, gli diede un bacio sulla guancia: “Grazie, Peter!”
“Peter! Susan!”
I due fratelli si voltarono e videro in lontananza due figure umane
molto, troppo familiari che si stavano avvicinando, guidate dalla direttrice
del dormitorio femminile, la professoressa Knightley: erano
Edmund e Lucy.
Susan e Peter si guardarono sorridendo, mentre la loro sorellina Lucy li
raggiungeva di corsa.
“Lucy! Edmund!”
Lucy si gettò fra le braccia dei suoi fratelli maggiori: “Oh, che bello
rivedervi!”
“Che cosa ci fate qui?” chiese Peter, sorpreso.
“Volevamo farvi una sorpresa e ci siamo riusciti, vero, Ed?” esclamò
Lucy, rivolgendosi al fratello.
“Direi di sì!” rispose Edmund, mentre salutava i fratelli.
A quel punto, si intromise la professoressa Knightley: “Signor
Pevensie, signorina Pevensie, vi concedo un’ora per questa visita extra. Non di
più, mi raccomando!”
“Sì, grazie, professoressa!” disse Peter.
E non appena la professoressa si allontanò, Susan chiese:“E mamma e
papà? Dove sono?”
“A Londra, che domande!” esclamò Edmund, turbando con le sue parole il
fratello maggiore.
“Vuoi dire che siete venuti fin qui da soli?”
“Proprio così!” esclamò Lucy, con un sorriso innocente.
“Ma…papà e mamma ve l’hanno permesso?” domandò nuovamente Peter, con un
lieve tremore nella voce.
Edmund lo guardò quasi indignato: “Ehi, io ho quasi 18 anni, ormai, so
perfettamente in grado di viaggiare da solo!”
“Beh, ricordati che per me sei ancora il mio fratellino più piccolo!”
ribattè Peter.
“E tu ricorda che sono sempre un re di Narnia e non ho bisogno della
balia!”
A quella parola…Narnia… Susan
si costrinse a reagire, evitando di pensare a quel mondo che si abbinava sempre
e naturalmente ad un altro nome, e, da brava sorella pacata com’era, fu
costretta a intervenire: “Ora direi di smetterla! Edmund…Peter ha tutto il
diritto di preoccuparsi per i suoi fratelli. E Peter…Edmund e Lucy sono
arrivati fin qui sani e salvi, senza alcun problema; quindi, rilassati!”
Peter annuì, seppur controvoglia: “Sì, va bene!”
“D’accordo!” sbottò Edmund, incrociando le braccia sul petto.
“Non siamo certo venuti fin qui per litigare!- fece notare Lucy- Vero,
Ed?”
“Ehi, basta così, Lucy! Ho capito! Ora, per favore, ci vogliamo sedere?
Mi fanno male le gambe!” esclamò Edmund, sdraiandosi sull’erba tenera del
prato.
I quattro fratelli Pevensie si sedettero per terra, cominciando a
parlare e chiacchierare di ciò che avevano fatto in quel mese passato dall’ultima
volta che si erano riuniti: gli esami di Peter e Susan, le verifiche di Lucy ed
Edmund…
“E quindi Ed è riuscito a prendere un dignitoso 6 nell’ultimo compito di
matematica!-esclamò Lucy, sotto lo sguardo fulminante del fratello- E per
questo motivo la mamma, che era tanto felice, ha preparato una bella crostata
di marmellata di fragole!”
“Lucy!” la rimproverò lui, arrossendo.
“Signore e signori, mio fratello! Il genio!” commentò Peter a gran voce.
“Peter!”
“Peter, dai, smettila!- gli disse Susan- Edmund non è mai stato portato
per le materie scientifiche. Quindi, io trovo che sia un gran risultato per lui.
Caro Ed, da questo 6 conquistato con il sudore della fronte, potrai ora partire
per rincorrere risultati più importanti!”
Edmund guardò la sorella con perplessità per qualche secondo; dopodiché
le disse semplicemente: “Grazie!”
L’espressione incerta di Edmund divertì un po’ tutti e i quattro
fratelli cominciarono a ridere.
Poi, all’improvviso, si udì una voce, o almeno, Peter udì quella voce:
la voce femminile più suadente e armoniosa che avesse mai udito prima d’allora.
E lo chiamava…
“Peter…”
Peter, turbato, scattò in piedi: “Avete sentito?”
I tre fratelli lo guardarono sorpresi e sconcertati.
“Cosa?”
“Una voce di donna che…chiamava…me!”
“Una donna che chiamava te? Sicuro di star bene, Peter?” chiese Edmund,
ma tutto d’un tratto anche lui sentì una voce.
“Edmund…Lucy…”
I due fratelli udirono una voce che non aveva niente di femminile: era
una voce potente, ma nello stesso tempo molto dolce, quasi paterna. E
sicuramente una voce inconfondibile.
“Ehi, ho appena sentito Aslan!” esclamò Lucy, con un gran sorriso.
Lei, come Edmund, si alzò subito in piedi.
“Anch’io ho sentito la sua voce!” fece notare il fratello, altrettanto
felice.
Peter, Edmund e Lucy sembravano più eccitati che mai e pronti a
qualunque cosa fosse accaduta nei prossimi istanti. E tutti e tre fissarono il
loro sguardo su Susan, aspettando una qualche conferma anche da parte sua.
“Io non sento alcuna vo…” iniziò a dire Susan, ma si interruppe perché
anche lei sentì qualcuno.
“Susan…”
Una voce maschile, profonda, calda, dolcissima e così dolorosamente
familiare. Sicuramente Caspian la stava chiamando. E qualunque cosa fosse
successa, lei avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo.
Susan balzò in piedi e Peter, con una semplice occhiata, sembrò capire
chi aveva sentito Susan.
“Caspian?” domandò lui.
Susan annuì ansiosa, guardando i suoi fratelli, mentre il cuore sembrava
batterle in gola: “Cosa facciamo?”
“E io che ne so? Non possiamo andare a Narnia solo desiderandolo!”
rispose Edmund.
“Soprattutto noi!” aggiunse Peter, con una nota di malinconia, guardando
la sorella.
“Ma io devo andare! Lui mi sta chiamando!- esclamò Susan, con occhi
imploranti- Glielo avevo detto: chiamami, quando avrai bisogno di me!”
E poi accadde!
Dunque, spero che questo primo
capitolo sia stato abbastanza interessante. La storia terrà conto degli eventi
del film, ma anche del libro. Per esempio, la regina Susan viene definita Dolce
nel film, ma io preferisco l’appellativo Gentile dal libro. La storia prevede,
al momento, 17 capitoli.
Ah, in questo capitolo i nomi dei
personaggi inventati da me provengono dai libri della Austen, di cui io sono
una grande fan!
Accadde
così, all’improvviso, con la semplicità e l’incanto di un unico, preziosissimo desiderio.
Eppure, dietro tutto ciò, c’era sicuramente un aiuto magico, quasi
trascendentale.
Senza
bisogno di dirlo, i quattro fratelli Pevensie afferrarono subito le mani gli
uni degli altri, formando un cerchio, mentre attorno a loro soffiava un vento
di una forza immane. Era come trovarsi nell’occhio di un uragano. Ormai non
riuscivano a vedere niente, oltre loro stessi. Ma questo non li preoccupava:
sapevano che ciò che stava accadendo era magia, la magia di Narnia. Lo
sentivano dal più profondo del cuore e, perciò, non potevano che essere felici
e fiduciosi.
Alla fine,
con la velocità con cui li aveva circondati, quella specie di uragano scomparve
nel nulla. Il tutto sembrò durare per non più di cinque minuti, ma i quattro
fratelli furono particolarmente turbati dal viaggio e le loro gambe cedettero,
facendoli crollare a terra. Guardandosi attorno, non riuscivano a capire dove
si trovassero esattamente. Il college era scomparso, ora intorno a loro c’erano
ampie valli e colline verdi e in lontananza si scorgeva una foresta. E che dire
del cielo? Quel celeste brillante e rilassante era a dir poco incantevole. Il
paesaggio era davvero meraviglioso, ma anche molto familiare.
“Siamo a
Narnia…- mormorò Lucy-…di nuovo?”
“Io credo
di sì!” disse Susan, più incredula che mai.
Peter si
alzò in piedi e salì rapidamente lungo il pendio della collina più vicina: il
suo sguardo cristallino si perse all’orizzonte e un sorriso sincero si dipinse
sulle sue labbra.
“Sì, siamo
decisamente a Narnia!”
I tre
fratelli, a quelle parole, scattarono in piedi e raggiunsero Peter. Da quella
posizione si vedeva una costruzione di pietre che i quattro fratelli
riconobbero essere la Casa
di Aslan, il luogo della battaglia contro re Miraz.
“Questa è…”
iniziò a dire Edmund.
“Sì, è
proprio la casa di Aslan!” esclamò Lucy, eccitata.
Peter
guardò pensieroso il panorama: “A me sembra tale e quale a come l’avevamo
lasciata!”
“Può darsi
che l’abbiano fatta ricostruire!” fece notare Edmund.
Susan
annuì: “Già, ma, allora, quanto tempo sarà passato?”
“Non ne ho
la più pallida idea! Probabilmente altri 1000 e più anni!” spiegò Edmund.
Quelle parole
infusero in Lucy e nei suoi fratelli grande tristezza: “Troveremo ancora
qualcuno che ci conosce?”
“Ma
certamente, Vostra Maestà!” disse una voce alle sue spalle.
I quattro
fratelli si voltarono e videro, proprio di fronte a loro, il piccolo, caro amico
Briscola.
“Briscola!”
esclamò Lucy, prima di correre ad abbracciarlo.
E la
giovane regina lo strinse talmente forte che Briscola non riuscì più a
respirare.
“Vostra
Maestà, vi prego, così mi soffocate!”
“Oh,
scusa!- disse Lucy, sciogliendosi dall’abbraccio- Ma sono tanto felice di
rivederti!”
“Sì, è
bello essere di nuovo qui!” commentò Peter.
“Il nostro
popolo sarà molto felice di riabbracciarvi!”
“Scusa,
P.C.A., come è possibile che anche Peter e io siamo stati riportati qui? Aslan
aveva detto chiaramente che non saremmo più tornati!” disse Susan, impaziente
di conoscere il motivo di quel ritorno del tutto inaspettato.
“Vostra
Maestà, a questo non so rispondere. Se volete seguirmi, vi condurrò da re
Caspian. Sarà lui a spiegarvi tutto!”
“Re…Caspian?”
balbettò Susan.
Briscola
stava forse dicendo che Caspian era ancora vivo?
“Proprio
lui, Caspian X. Non vi ricordate del nostro re?” domandò Briscola, perplesso.
Se Briscola
avesse saputo quanto Caspian fosse stato presente nella mente e nel cuore di
Susan ogni giorno in quegli ultimi due anni, non avrebbe mai osato fare una
domanda del genere.
E la gioia
per quella scoperta fu così improvvisa per Susan che il suo cuore divenne
leggero e una strana sensazione si impossessò di lei.
“Certamente
ci ricordiamo di lui, Briscola. – intervenne Peter, notando l’improvviso
mutismo della sorella- Quindi, portaci
da lui!”
“Subito!”
“Ma si può
sapere allora quanto tempo è passato da quando siamo andati via?” esclamò
Edmund, anche lui sorpreso nel venire a sapere che Caspian era ancora vivo.
“Beh, due
anni esatti, Maestà!”
“Due anni?
E come è possibile?”
“Portate
pazienza, Maestà. Presto saremo da Sua Maestà re Caspian e lui saprà rispondere
a ogni domanda!- disse Briscola- Vogliamo andare?”
“A piedi?”
chiese Edmund.
“Certo che
no! Alla Tavola di Pietra ci attendono i cavalli! Sempre che siate ancora in
grado di montare a cavallo, Maestà!” commentò Briscola, ridendo sotto i baffi.
Lucy, Susan
e Peter risero, mentre Edmund sbuffò: “Il tuo carattere non è cambiato per niente,
vero P.C.A.?”
“Cambiare
non rientra nella mentalità di un nano!”
“Comunque,
non ti preoccupare. Sono ancora molto abile a montare un cavallo!”
“Eccellente!”
*******
Re Caspian,
il valoroso e coraggioso re di Narnia, colui che dal giorno del suo insediamento
si era fatto benvolere da tutti i suoi sudditi, camminava avanti e indietro
nell’ampia e regale sala del trono. Il passo svelto era indice della sua ansia
interiore. Ormai l’incantesimo di Aslan era stato compiuto da diversi giorni,
quindi i re e le regine dell’età d’oro di Narnia dovevano essere già tornati. E
probabilmente erano già in viaggio verso il suo castello. Certo, quando fossero
stati tutti e quattro al suo cospetto, avrebbe dovuto spiegare come mai li
aveva richiamati a Narnia. Peter e Susan, in particolare, dovevano essere
profondamente sorpresi per questo ritorno inaspettato.
Il giovane
re si sedette sul trono e si passò una mano fra i capelli: come avrebbe potuto
spiegare proprio alla regina Susan quello che sarebbe successo da lì a un mese?
Con che coraggio avrebbe potuto guardarla negli occhi? Eppure se lui aveva
accettato le condizioni di Aslan, era stato per un buon motivo.
“Vostra
Maestà!”
Lord Cornelius,
dottore e suo fidato consigliere, entrò nella sala e si intromise bruscamente nei
suoi pensieri. Perciò Caspian riportò la propria mente alla realtà.
“Sì,
dottore?”
“Le Loro Maestà sono giunte al castello!”
Da qualche
parte dentro di lui, Caspian avvertì l’ansia aumentare ogni secondo, ma si
costrinse a calmarsi. D’altronde era pur sempre un re di Narnia. E come tale
doveva apparire a tutti, qualunque problema lo turbasse.
“Molto
bene. Li riceverò immediatamente. Nel frattempo, avvertite la principessa e
conducetela qui! Vorrei presentarla ai nostri regali ospiti.”
“Come
desiderate, mio signore!” disse il dottore, accennando un inchino.
Non appena
lord Cornelius scomparve, Caspian inspirò profondamente e, subito, una
piacevole sensazione di serenità interiore lo invase. E, prima che se ne
rendesse conto, stava già camminando con passo svelto verso il piccolo balcone
che dava sul cortile d’ingresso del castello. Il giovane re guardò verso il
ponte levatoio, completamente abbassato, da dove entrarono quattro cavalli al
trotto: re Edmund e dietro di lui, sulla sella, Briscola, la regina Lucy e,
infine, uno accanto all’altra, re Peter e la regina Susan. Le mani del sovrano,
appoggiate al muretto davanti a lui, furono percorse da un lieve tremore; ma
Caspian non ci fece molto caso. La felicità per il ritorno dei quattro sovrani,
in particolare della regina Susan, lo aveva frastornato piacevolmente. E quando
lei, scesa da cavallo, alzò lo sguardo verso il cielo, incrociando i suoi
occhi, Caspian non potè fare a meno di sorriderle. Susan indossava degli strani
vestiti, ma ai suoi occhi era bellissima, come la prima volta che l’aveva
vista.
Susan non
riuscì a ricambiare il sorriso, un po’ perché lui scomparve rapidamente
all’interno del castello, un po’ perché il suo aspetto così regale l’aveva
sorpresa. Certo, quando se ne era andata Caspian era già re; ma solo da pochi
giorni e, tutto sommato, aveva ancora tracce di quella insicurezza, di quel
timore che gli conferivano un’espressione irresistibile. Adesso, dopo due anni,
tutto di lui emanava una regalità suprema ed estremamente raffinata.
“Sue,
andiamo?” gli chiese Peter, appoggiando una mano sulla spalla della sorella.
Finalmente,
Susan distolse il suo sguardo da dove si era affacciato Caspian e si voltò
verso il fratello.
“Peter, io…”
iniziò a dire lei con voce tremante.
Peter
sembrò realizzare perfettamente come si sentisse Susan in quel momento: perciò
fece intrecciare le loro mani e le sorrise dolcemente.
“Andrà
tutto bene. Ricorda che sono sempre accanto a te, qualunque cosa accada!”
Susan
annuì, più rassicurata.
Fu così che
i quattro sovrani di Narnia furono condotti da Briscola e due guardie nella
sala del trono.
“Sua
Maestà, Re Edmund.- cominciò ad annunciare una delle due guardie- Sua Maestà, la Regina Lucy. Sua Maestà, il Re
Supremo Peter. Sua Maestà, la Regina Susan!”
Caspian
corse subito incontro ai nuovi arrivati: “Amici, che bello avervi ancora qui
con noi!”
“Il piacere
è nostro, Caspian!” disse Peter, con tono solenne.
Caspian
abbracciò tutti uno alla volta e, quando giunse di fronte a Susan, il suo
sorriso sembrò assumere una sfumatura più dolce.
“Sono
davvero contento di rivederti, Susan!” mormorò lui, nel momento stesso in cui
la abbracciò.
“Sì,
anch’io!” riuscì a dire lei, rilassandosi improvvisamente tra le sue braccia.
Con enorme
dispiacere, Caspian fu costretto a sciogliersi da quell’abbraccio.
“Spero che
il viaggio sia stato di vostro gradimento: non avevo idea di come sarebbe
avvenuto!” spiegò Caspian.
“Oh, beh, siamo
arrivati a Narnia con mezzi più comodi, ma per fortuna è andato tutto bene!”
disse Peter.
“Magnifico!
In effetti non sapevo neanche dove sareste arrivati, ma ho mandato dei
messaggeri in tutti i posti più importanti di Narnia: Cair Paravel, la Tavola di Pietra e via
dicendo.”
A quel
punto si intromise Edmund: “Scusa, Caspian, avrei una domanda da porti!”
“Chiedi
pure tutto quello che desideri!”
“Come è
possibile che siano passati due anni sia nel nostro mondo che a Narnia? Il
tempo qui non scorre in modo diverso?”
“Sì,
capisco a cosa ti riferisci. Aslan mi ha spiegato cosa è successo!”
“E cosa è
successo esattamente?” chiese Peter.
“Ecco…Aslan
ha detto che, nel momento stesso in cui avete attraversato l’arco per tornare a
casa, uno di voi deve aver desiderato fortemente che il tempo a Narnia
trascorresse come nel vostro mondo.- spiegò Caspian, rivolgendo un rapido
sguardo verso Susan- E così è stato!”
Susan
arrossì lievemente, percependo tutti i pensieri dei presenti focalizzati su se
stessa: allora era stata lei, con il suo desiderio di poter rivedere almeno
un’altra volta Caspian, a cambiare lo scorrere del tempo a Narnia
“Beh, non
mi dispiace che sia andata così!” commentò Edmund.
“Neanche a
me. La volta scorsa è stato molto triste non ritrovare i castori e il signor
Tumnus!” disse Lucy, con un’espressione mogia.
Peter
sorrise fra sé, portando lo sguardo da Susan a Caspian: “Comunque, chiunque sia
stato a desiderarlo, avrà avuto sicuramente un buon motivo per farlo!”
“Sì, lo
penso anch’io!” esclamò Caspian, guardando la sua regina per l’ennesima volta.
Fortunatamente,
in quel momento, entrò lord Cornelius, che si inchinò di fronte ai quattro
fratelli Pevensie.
“Porgo i
miei umili omaggi alle Maestà Vostre! Siamo lieti che siate tornati fra noi!”
“Vi
ringrazio, lord Cornelius! Siamo felici anche noi di essere di nuovo qui!”
esclamò Peter.
Dopodiché
il dottore si rivolse a re Caspian: “Maestà, la principessa è pronta!”
“Bene!
Fatela entrare!”
“Sua
Altezza, la principessa Aisleen!” annunciò una guardia.
E, da una porta laterale, entrò la più bella
fanciulla che Peter avesse mai visto: una ragazza alta, dagli occhi azzurri
come due zaffiri e i capelli con perfetti riccioli d’oro. Sembrava un angelo.
“Amici, vi
presento la principessa Aisleen, figlia di re Alastair e della regina Sybil,
della terra di Archen.- disse Caspian- Principessa Aisleen, ti presento i
sovrani dell’età d’oro di Narnia.”
La
principessa Aisleen si inchinò profondamente al loro cospetto: “E’ un onore e
un privilegio fare la conoscenza delle Maestà Vostre!”
La voce
suadente e armoniosa della principessa turbò Peter, in quanto proprio quella
voce lo aveva chiamato per nome un momento prima di essere trascinato
nuovamente a Narnia. E per questo Peter si chiese come mai aveva sentito
proprio la principessa Aisleen chiamarlo per nome.
Poi, senza
rendersene conto, Peter si avvicinò alla principessa e con una mano la aiutò ad
alzarsi: “Vi assicuro, Altezza Reale, che l’onore è tutto mio!”
Dopodiché
le fece un delicato baciamano e il gesto divertì Lucy, che si scambiò uno
sguardo eloquente con Edmund, altrettanto divertito dal comportamento del
fratello. La principessa Aisleen lo fissò per qualche secondo con quegli occhi
espressivi; e subito dopo gli sorrise.
“Voi dovete
essere il Re Supremo. Peter, il Magnifico!”
Il tono
usato dalla principessa lo turbò ancor di più e Peter si sentì arrossire.
“E…ehm…questi
sono i miei fratelli!” disse Peter.
“Ma certo.
Re Edmund, il Giusto. La
Regina Lucy, la Valorosa.
Ela Regina Susan,
la Gentile!
So tutto su di voi! Nella nostra terra le vostre imprese sono su tutti i libri
di storia!”
“Beh,
questo sì che è gratificante!” commentò Edmund, soddisfatto.
“Anche se,
e vi chiedo di perdonare questa mia osservazione, non siete proprio come vi
immaginavo!” spiegò la principessa, trattenendo a stento un sorriso divertito.
Peter
rivolse uno sguardo a Caspian: “Non preoccupatevi, Altezza, anche il qui
presente re Caspian ha avuto la stessa reazione al nostro primo incontro!”
“Ehm…Peter,
era solo la prima impressione. Non mi sono pentito di avervi chiamato.”
“Tranquillo, Caspian, non avevo alcuna intenzione di fare polemiche.”
“Sapete,
Maestà, avete anche degli abiti strani!” commentò la principessa, squadrandoli
da capo a piedi.
“Beh, sono
gli abiti in uso nel nostro mondo!” spiegò Peter.
“E nel
vostro mondo vi permettono di indossare gonne così corte?” domandò Aisleen,
sempre più incuriosita dagli abiti delle due sorelle Pevensie.
In realtà,
le gonne indossate da Susan e Lucy arrivavano alle ginocchia, ma per una
principessa abituata a portare abiti lunghi fino a terra quella era una grande
novità.
“Anche nel
nostro mondo le donne portavano abiti lunghi fino all’inizio del secolo. Ma poi
gli stilisti si sono accorti che le gonne più corte erano più comode per
camminare e correre!” spiegò Susan.
“Capisco!
Magari un giorno anche a Narnia si potranno portare abiti di questo tipo!”
esclamò Aisleen, ridacchiando.
Susan
sorrise: quella principessa era davvero strana, ma tutto sommato simpatica.
Però la giovane regina non riusciva ancora a capire come mai Aisleen si
trovasse nel castello di Caspian.
“E ditemi,
principessa Aisleen, come mai vi trovate qui?” chiese Susan.
A quel
punto Caspian fu costretto a intervenire.
“Ecco…è
proprio questo il motivo per cui ho fatto in modo che tornaste qui!”
Susan
rivolse uno sguardo emblematico verso Caspian: “Qual è il motivo?”
Caspian
capì improvvisamente di non essere pronto per affrontare la questione con
Susan. Non sapeva come avrebbe reagito. Ma doveva farlo: era giusto nei suoi
confronti. E, inoltre, non aveva altra scelta.
“Amici, avrei
molto piacere se partecipaste a un evento importante che coinvolgerà sia la
principessa Aisleen che il sottoscritto.”
“Caspian,
sei così misterioso. Qual è questo importante evento?” chiese Peter, con un
sorriso divertito.
Caspian
guardò Susan, poi prese la mano della principessa Aisleen e inspirò
profondamente.
“Il nostro
matrimonio!”
Oh, bene, sono felice che il primo
capitolo sia piaciuto. Spero che anche questo sia stato di vostro gradimento. Il
prossimo si intitola “An arranged marriage”.
Ringraziamenti.
Junna: ti ringrazio molto per la recensione. Sì, vedo che abbiamo alcune cose
in comune. Anch’io adoro Ben!!^__^ E, mi raccomando, ti consiglio vivamente di
leggere Emma! È troppo bello!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
minny: ti ringrazio per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto!
bulmettina: grazie mille per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto! Fammi sapere!
Per un
attimo Susan credette di non aver capito bene.
“Matrimonio?”
ripetè con un filo di voce.
“Sì, è
così!” rispose Caspian, evitando accuratamente di guardarla negli occhi.
Perché se
l’avesse fatto, il dolore che sicuramente stava provando Susan sarebbe
diventato solo suo e sarebbe stato così insopportabile che Caspian avrebbe
sicuramente fatto di tutto per annullare il matrimonio.
Peter, ben
conscio di ciò che poteva provare Susan dopo una tale rivelazione, la guardò,
cercando di capire cosa stesse per fare. Ma Susan, lo sguardo costantemente
posato su Caspian, rivolse un sorriso al re di Narnia.
“Bene,
allora…credo di poter parlare a nome di tutti e quattro nel porti le nostre più
sentite congratulazioni!- disse Susan, serena- Vero, ragazzi?”
I tre
fratelli, spiazzati dalla reazione della sorella, annuirono vagamente.
“Oh, ma
certamente. – aggiunse Peter- Congratulazioni vivissime!”
“Infinite
grazie, Maestà!” esclamò la principessa Aisleen.
A quel
punto, Caspian si costrinse a rivolgere lo sguardo verso Susan, almeno per
cercare di capire se stesse bene come voleva far credere a tutti. Ed
effettivamente sembrava davvero molto tranquilla. Forse quel turbamento iniziale
era dovuto solo alla sorpresa di quella notizia. Forse Caspian si era un po’
illuso pensando che lei lo portasse ancora nel suo cuore dopo ben due anni
trascorsi l’uno lontano dall’altra.
“E come mai
hai deciso di sposarti?” chiese Lucy, che, con la sua tenera ingenuità, aveva
tirato in ballo un argomento che né Susan né Peter né tanto meno Caspian
avrebbero avuto il coraggio di fare.
“Dunque,
Narnia e Archen sono due regni che hanno avuto sempre rapporti molto cordiali
fra di loro. Così re Alastair ed io siamo giunti alla conclusione che sarebbe
stato molto appropriato legare ancor di più i nostri due regni con questo
matrimonio. La principessa Aisleen è molto entusiasta e anch’io lo sono.”
“E’ giusto
che sia così. – disse Susan, rivolgendogli uno sguardo molto dolce- Un
matrimonio è la nascita di una nuova famiglia. Porta sempre grande gioia in
tutti!”
La
sincerità di quel meraviglioso gesto colpì Caspian nel più profondo del suo
cuore. Sì, forse per Susan la breve e intensa storia che li aveva coinvolti non
aveva avuto la stessa importanza che, al contrario, aveva avvertito lui.
“Questo
vuol dire che resterete fino al matrimonio?” chiese, infine, Caspian.
“Assolutamente
sì!” rispose Edmund.
Lucy annuì,
con un sorriso: “Sì!”
“Se ne
abbiamo la possibilità, allora sì!- rispose Peter, rivolgendosi poi verso
Susan- Sue?”
Susan
guardò prima il fratello, poi Caspian: “Direi proprio di sì!”
“Eccellente.
In questo caso vi faccio subito condurre nei vostri appartamenti. Ho già dato
ordine di prepararli!-esclamò Caspian- Lord Cornelius, vi dispiacerebbe
condurre i nostri regali ospiti negli appartamenti?”
“Provvedo
subito, sire!” disse il dottore con un lieve inchino.
Fu così che
Peter, Lucy, Edmund e Susan seguirono il dottor Cornelius. E, prima di uscire
dalla sala, Susan si voltò verso Caspian, accorgendosi che il suo sguardo un
po’ accigliato la stava seguendo. E, senza neanche rendersene conto, gli
sorrise.
Caspian,
alquanto turbato, non riuscì a capire il significato di quel suo gesto. Ma,
trovandolo irresistibile come sempre, le sorrise a sua volta. E Susan, più
serena, si affrettò a seguire i fratelli, dopo aver ricevuto il suo
personalissimo ‘Bentornata’ da re Caspian.
*****
Peter,
nella sua ampia camera da letto, aveva ritrovato tutti i suoi effetti personali
da Re Supremo di Narnia: la sua inseparabile spada e il suo fidato scudo. Ma,
per quanto fosse felice di essere tornato a Narnia, non poteva fare a meno di
preoccuparsi per Susan. Sapeva bene quanto lei avesse sofferto dopo essersi
separata da Caspian e non riusciva a credere che quella notizia non l’avesse
turbata per nulla. Anzi, proprio per questa sua reazione, Peter era ancora più
preoccupato. Susan era sempre stata una ragazza molto razionale e,
probabilmente, anche in quel caso stava cercando di sembrare agli occhi di
tutti matura come al solito. Ma, così facendo, rischiava di soffrire di più.
Perciò,
dopo aver indossato abiti più “narniani”, Peter uscì dalla sua camera e si recò
in quella di Susan. Quando fu davanti alla sua porta, bussò.
“Avanti!”
disse la voce della sorella dall’interno.
Peter aprì
la porta ed entrò: “Ciao!”
Anche Susan
si era già cambiata e, in quel momento, stava osservando attentamente il suo
arco, perfettamente lucido anche dopo due anni, seduta vicino alle grandi
finestre che davano sulla foresta dietro il castello.
“Ciao!”
disse lei, voltandosi verso di lui.
“Posso
sedermi?” chiese Peter, indicando il letto.
“Certo!”
Peter si
sedette sul morbido materasso, ricoperto da un copriletto bordeaux con ricami
dorati, e guardò insistentemente la sorella, che dopo un po’, sospirò.
“Cosa
succede, Peter?”
“Credo che
questa domanda dovrei farla io a te!”
Susan aggrottò
la fronte, ben consapevole di ciò a cui si stava riferendo suo fratello.
“Allora, visto
che sai sempre tutto, spiegami un po’ tu cosa sta succedendo!” gli chiese lei,
con un tono quasi da sfida.
“Molto
bene.- esclamò lui, incrociando le braccia- Sono seriamente preoccupato per
te!”
Susan
sorrise:”Beh, fin qui ci arrivo anche da sola, sai? Ormai so riconoscere alla
perfezione il tuo sguardo apprensivo tipico del fratello maggiore!”
“Quindi,
immagino che non ti sarà difficile capire anche perché sono preoccupato!”
Susan
distolse il suo sguardo da quello azzurrino di Peter e si alzò in piedi,
appoggiando con delicatezza l’arco sulla scrivania.
“Per
favore, Peter…- iniziò lei, perdendosi con lo sguardo da qualche parte nella
foresta dietro il castello-…non ho alcuna voglia di parlarne!”
“Così non
soffrirai di meno! Anzi, chiuderti in te stessa in questo modo ti farà ancora
più male!”
Il tono
usato da Peter fu volutamente brutale, ma la sorella non mostrò alcuna
reazione. Perlomeno nessuna reazione che Peter potesse notare seduto dietro di
lei. Così il giovane re si alzò in piedi e affiancò Susan, riuscendo finalmente
a scorgere una lacrima che, ribellandosi al volere della ragazza, stava ora
percorrendo una guancia insolitamente pallida.
“Susan…”
mormorò lui, attirandola a sé con un braccio intorno alle spalle e
appoggiandosi con una guancia sul capo della sorella.
Da parte
sua, Susan non riuscì a lasciarsi andare del tutto, ma la vicinanza del
fratello era già un palliativo molto efficace. Perciò lasciò che il fratello la
abbracciasse.
“Sono stata
una stupida!”
“Perché?”
le chiese lui gentilmente.
“Perché ho
sperato che lui aspettasse il mio ritorno, sapendo, tuttavia, che non sarei mai
più potuta tornare! Questo è totalmente illogico!”
“Sì, lo è.
È illogico, prezioso ed è il tuo amore! E, sai come si dice, no? L’amore è la
follia del saggio e la saggezza del folle. Tu sei decisamente una persona molto
saggia, ma sono sicuro che ti batterai per il tuo amore!”
All’improvviso
Susan si scostò dal fratello e lo guardò perplessa: “Cosa stai dicendo? Caspian
si sta per sposare con quella principessa. È praticamente impossibile che lui annulli
il suo matrimonio solo per causa mia!”
“Niente è
impossibile. E noi lo abbiamo appena scoperto!- esclamò Peter, appoggiando le
mani sulle sue spalle e guardandola fiducioso- Fino a qualche ora fa noi due
pensavamo che fosse impossibile ritornare a Narnia. Invece ora siamo ancora
qui. E ti ricordi a casa del professor Kirke? Credevamo fosse impossibile
l’esistenza del paese che aveva visitato Lucy dentro l’armadio. Ma c’era
davvero un altro mondo dentro l’armadio ed era proprio Narnia!”
“No, Peter.
Questo è impossibile! Non posso fare questo a Caspian!”
“Questo…cosa?”
“Non hai
visto quanto fosse entusiasta all’idea di sposarsi con quella principessa? Lei
è praticamente perfetta, qualunque ragazzo sarebbe felice di sposarsi con lei.
Perfino tu!” disse lei, rivolgendogli un’occhiata allusiva.
Peter si
sentì arrossire nuovamente: “Ma che dici?”
“Pensi che
non mi sia accorta di come sei arrossito quando lei ti ha rivolto quello
sguardo?” domandò Susan, sorridendo.
Peter si
sentì molto felice per averla fatta sorridere, però non era proprio il caso di
parlare di come quella ragazza lo aveva piacevolmente colpito. Non era pronto.
“Noi non
stavamo parlando di te?”
Il mezzo
sorriso di Susan sparì all’istante e Peter si maledì.
“Sì, ma…non
mi farai cambiare idea. Non farò niente per impedire questo matrimonio!”
Peter
scosse il capo, contrariato: “Sei proprio una sciocca, Sue! Per una volta,
prova a dare ascolto al tuo cuore e non alla ragione!”
E, così
dicendo, Peter uscì dalla camera di Susan. Bene, se lei non aveva intenzione di
combattere per la sua felicità, allora ci avrebbe pensato lui, da bravo
fratello maggiore qual’era. E la prima cosa da fare era parlare con Caspian.
Non appena
giunse davanti alla camera di Caspian, Peter notò una guardia proprio fuori
dalla porta. E quando il re si avvicinò, la guardia si mise subito
sull’attenti.
“Vorrei
conferire con Sua Maestà!” disse Peter, con tono regale.
“Subito,
Maestà!”
La guardia
bussò e, quando il re gli diede il permesso di entrare, sparì dentro la camera.
Dopo pochi minuti, la guardia uscì, lasciando la porta aperta.
“Sua Maestà
può ricevervi, sire!”
“Grazie!”
disse Peter, entrando nella camera, mentre la guardia si inchinava al suo
passaggio.
Non appena
Peter entrò, si chiuse la porta dietro di sé: quella non era la camera da letto
di Caspian. Era una sorta di stanza personale del re, molto grande, con una
scrivania di legno di ciliegio finemente decorato e una enorme libreria con
volumi di ogni genere e grandezza.
“Peter!
Come mai qui? La camera non è di tuo gradimento?” chiese Caspian, andandogli
incontro.
“Al
contrario. È perfetta. Io volevo solo parlare un po’ con te!”
“Ma
certamente! Accomodati!” disse Caspian, invitandolo a sedersi su delle comode
poltroncine vicino al balcone.
“Grazie!”
“Allora, di
cosa volevi parlarmi?”
Peter
tamburellò con le dita sulle ginocchia per qualche attimo, pensando a come
entrare in argomento.
“Come…come ti
trovi nei panni del re di Narnia?”
Caspian gli
rivolse un sorriso accondiscendente.
“Bene,
ovviamente! Non è facile, ma sto cercando di fare del mio meglio e il popolo mi
ha accettato di buon cuore!”
“Sì, certo!
La gente di Narnia è meravigliosa!” commentò Peter.
Seguirono
pochi istanti di silenzio, in cui Peter rivolse lo sguardo a terra, mentre
Caspian fissò il Re Supremo.
“Suvvia,
Peter, sappiamo entrambi perché sei qui. Quindi non indugiare ulteriormente!”
esclamò Caspian, con un sorriso d’incoraggiamento.
Peter,
sorpreso da quel nuovo Caspian, sicuro di sé e perfettamente a suo agio nei
panni del re di Narnia, annuì e inspirò profondamente.
“Dunque, in
verità volevo parlarti di…Susan!”
“Naturalmente!”
“Lei non lo
vuole far vedere, ma la notizia del tuo matrimonio l’ha sconvolta!”
“Davvero? A
me non ha dato questa impressione!”
“Ti
assicuro che è così! D’altronde c’era da aspettarselo che lei reagisse in
questo modo, dopo quello che è successo due anni fa! Però, a questo punto,
vorrei sapere se tu credi davvero in questo matrimonio!”
Caspian gli
rivolse uno sguardo perplesso: “Come scusa?”
“Due anni
fa, l’attrazione che provavi per mia sorella era evidente a tutti. Era molto
più evidente di quella che provava lei per te. Insomma, io l’avevo capito per
come ti guardava o prendeva le tue difese. Quindi, adesso, mi chiedo come mai
questo matrimonio. Se sei riuscito a convincere Aslan a farci ritornare per il
tuo matrimonio, perché non farci ritornare prima? Non hai mai sentito la
mancanza di Susan?”
Improvvisamente
Caspian scattò in piedi, sconvolto: “Sì, dannazione! È naturale che io abbia
sentito la sua mancanza dopo la vostra partenza! Io desideravo rivederla più di
qualunque altra cosa al mondo! Non credo di aver mai provato sofferenza più
grande!”
La reazione di Caspian lasciò Peter alquanto
turbato.
“Ma…allora…perché
non hai…”
“Vuoi
sapere cosa è successo veramente?” sbottò Caspian, nervoso.
“Sì!”
“Allora ti
racconterò tutto!”
Chissà cosa racconterà Caspian a
Peter…Lo scopriremo nel prossimo capitolo: “Caspian’s prayer and Aslan’s terms”,
ovvero la preghiera di Caspian e le condizioni di Aslan.
Non avendo molto tempo, oggi,
ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno lasciato una recensione, ovvero Bulmettina,
Clacly, Minny, Kia_do87, Junna. Grazie veramente per le recensioni tanto
gentili!!
Capitolo 4 *** Caspian's prayer and Aslan's terms ***
I’ll come back when you call me
Per festeggiare l’uscita del dvd del
Principe Caspian (e vi consiglio vivamente di prendere l’edizione a due
dischi!!!) ho deciso di aggiornare prima! Il capitolo è il racconto di Caspian
a Peter, ma non è raccontato da lui in prima persona. Diciamo che è un capitolo
flashback! Spero vi piaccia!
I’ll
come back when you call me
Capitolo 4: “Caspian’s
prayer and Aslan’s terms”
Re Caspian
era seduto nel suo studio, leggendo un libro di cui, però, non riusciva ancora
a capirne la trama. Parlava di una famiglia non particolarmente ricca, composta
da sette persone: i genitori e cinque figlie femmine. E la madre stava cercando
di rimediare un buon matrimonio a tutte le ragazze. Ma Caspian non stava
capendo nient’ altro del libro in questione. Questo perché la sua mente vagava altrove
e, più precisamente, seguiva il percorso intrapreso dai suoi messaggeri.
Infatti, il giovane re aveva inviato diversi messaggeri in tutta Narnia,
affinché avvistassero il grande leone, Aslan.
Quand’è che
sarebbe tornato? Caspian aveva un disperato bisogno di parlargli, per
chiedergli un favore grandissimo, ma preziosissimo.
In quel
momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti!”
“Vostra
Maestà!” salutò il dottor Cornelius, con un inchino.
“Sì,
dottore?”
“Aslan è
stato avvistato!”
A quelle
parole, Caspian scattò in piedi, lanciando il libro per terra: “Dove?”
“Ad est.
Sembra che si stia dirigendo alla Tavola di Pietra!”
“Bene. Date
immediatamente ordine di preparare Destriero!”
“Posso
chiedervi quando avete intenzione di partire, sire?”
“Appena
possibile! E partirò da solo.”
“Da solo,
Maestà?” ripetè Lord Cornelius, evidentemente perplesso.
“Sì,
esattamente! Questa volta non ho bisogno di accompagnamento!”
“Come
desiderate, Vostra Maestà!”
Lord Cornelius
accennò un inchino, dopodiché uscì dalla camera, mentre Caspian guardò fuori
dalla finestra: il sole era sorto già da qualche ora a est, lì dove era stato
avvistato Aslan. Il giovane re sorrise fra sé: finalmente il momento era
giunto. Finalmente poteva chiedere ad Aslan di far ritornare la regina Susan.
Tutto d’un
tratto sentì una morsa allo stomaco. Chissà se Aslan avrebbe accettato la sua
richiesta! Ma quello non era ancora il momento di pensarci. Doveva prepararsi
velocemente.
Così, non
appena Caspian fu pronto per partire, corse alle scuderie, dove Destriero era
già stato sellato.
“Maestà,
siete sicuro di voler andare da solo?” chiese Cornelius.
“Certamente,
dottore! Non preoccupatevi per me! Non mi accadrà nulla!”
Lord Cornelius
sospirò, consapevole che non avrebbe mai convinto il suo cocciutissimo re a
farsi accompagnare dai soldati dell’esercito. Perciò Caspian partì alla volta
della Tavola di Pietra. Cavalcò per miglia e miglia in direzione sud-est,
seguendo il corso del Grande Fiume e fermandosi solo per far riposare il suo
cavallo.
Finalmente,
dopo un intero giorno di viaggio, avvistò la Casa di Aslan. Caspian scese da cavallo e si
guardò intorno ansioso, ma non vide Aslan da nessuna parte. Perciò condusse
Destriero all’interno della struttura, che, dopo la battaglia contro Re Miraz e
i Telmarini, era stata ricostruita proprio per volontà sua. Tutto era come
prima della battaglia, persino gli antichi graffiti raffiguranti i quattro
leggendari sovrani di Narnia al momento del loro insediamento. Erano stati solo
un poco rovinati dalla guerra, ma Caspian aveva provato un enorme dispiacere,
in quanto era la sola immagine che aveva dei suoi amici e, ovviamente, della
regina Susan. Lo sguardo di Caspian si soffermò proprio su di lei, anche se quella
raffigurazione non rendeva giustizia alla sua bellezza. Chissà che tipo di
regina era stata, chissà se era sempre stata così dolce, chissà se, e questo
pensiero gli risultò alquanto fastidioso, quando si trovava a Narnia aveva
ricevuto qualche proposta di matrimonio da qualche principe dei regni
circostanti…
“Il tuo
cuore è in tumulto, giovane re di Narnia!”
La voce
maestosa e, nello stesso tempo, molto dolce di Aslan risuonò nell’ambiente. E
Caspian si voltò immediatamente: Aslan era proprio ai piedi della Tavola di
Pietra. Perciò si affrettò a raggiungerlo e, non appena fu al suo cospetto, si
inchinò umilmente.
“Aslan,
finalmente! Sono davvero lieto che tu sia tornato!”
“Ne sono
lieto anch’io, Maestà. Ma, ti prego, confidami cosa ti angoscia. Sono qui per
questo!”
Caspian
sollevò il capo e fissò gli occhi chiari ed intensi del grande leone.
“È una
regina che mi tormenta…o almeno, il suo pensiero costante!”
“Ed è una
regina di Narnia?”
“Sì, ma lei
non appartiene al nostro mondo!”
Aslan
scosse lievemente la sua criniera: “Comprendo bene a chi corre il tuo pensiero.
Ma sai anche che lei non può più tornare a Narnia! Non avrebbe più nulla da
imparare qui a Narnia!”
“Ma, Aslan,
tu hai creato questo mondo e tutto quello che è accaduto a Narnia è accaduto
per volontà tua. Se solo volessi, potresti far tornare la regina Susan qui a
Narnia!”
“Perché
dovrei farla tornare? Lei, ora, sarà cresciuta ed è molto probabile che si stia
dimenticando di te, di me e del tempo trascorso qui, a Narnia!”
Caspian
scattò in piedi, spaventato e inorridito da quella terribile possibilità. Susan
che si dimenticava di lui…impossibile! Non lei, non la sua Susan!
“No! Non ci
credo! Hai sempre detto che quando si è re o regine di Narnia si è re o regine
per sempre. E io sono sicuro che lei non abbia dimenticato di essere una regina
di Narnia. Una delle migliori regine di Narnia…”
Aslan,
pensieroso, si avvicinò di pochi e silenziosissimi passi verso il re e lo
guardò gentilmente.
“Dimmi,
Caspian X, re di Narnia…perché mai tu vorresti far tornare la regina Susan? Per
quale motivo il tuo pensiero corre sempre verso di lei?”
Caspian
distolse il suo sguardo da quello indagatore di Aslan. Riusciva a mettergli i
brividi, eppure riusciva anche a rendere sicuri e preziosi i suoi più intimi
pensieri e sentimenti e a infondergli un coraggio e una fiducia tali che
Caspian non aveva mai provato.
“Perché ne
sono innamorato!”
Aslan
sembrò sorridere e girò attorno a lui, emettendo un verso simile alle fusa di
un gatto.
“L’amore è
qualcosa di puro e prezioso e quando giunge a noi dobbiamo tenerlo caro! Ma,
come ho già detto, non posso far tornare la regina Susan, né suo fratello
Peter!”
A quelle
parole, gli occhi di Caspian si riempirono di una tale disperazione che sembrò
colpire persino il maestoso Aslan.
“Ti prego,
mio Signore, Aslan…- esclamò Caspian, prostrandosi nuovamente al suo
cospetto-…ti prego con tutto me stesso, fa’ in modo che possa rivederla ancora
una volta. Ho bisogno di lei! Sai bene che è così e che farei di tutto per
averla ancora qui con me!”
Aslan
continuava a guardarlo, stavolta con amorevole comprensione.
“D’accordo,
Maestà. Esaudirò la tua preghiera!”
Caspian
guardò il grande leone, incredulo e, nello stesso tempo, felice: “Davvero?”
“Certo!
Richiamerò lei e i suoi fratelli! Ma tu dovrai accettare una mia condizione!”
“Farò tutto
quello che mi chiederai!”
“E sia. Tu
dovrai accettare la proposta di re Alastair. Dovrai accettare di sposare sua
figlia!”
Era
incredibile come poche e semplici parole potessero rendere infelice addirittura
un re di Narnia. Perché davvero quelle parole per re Caspian furono
insopportabili da accettare. Ma se era la condizione per poter rivedere Susan,
allora a lui non restava che accettarla.
“Come
desideri, Aslan!” esclamò Caspian, la mascella serrata.
“Hai
accettato la mia condizione, nonostante l’amore che provi per la regina Susan. Il
tuo desiderio è molto forte!”
“È così. Lo
è davvero. Aspetto questo momento da due anni!”
“Se tu
continuerai ad avere costanza in amore come in ogni altro aspetto della tua
vita, ogni cosa si sistemerà!” esclamò Aslan, solennemente.
“Cosa vuol
dire?” chiese Caspian, non riuscendo a capire cosa volesse dire Aslan.
“Tutto a
suo tempo, giovane re, tutto a suo tempo. Ora è giunto il momento di richiamare
i leggendari sovrani di Narnia!”
Detto
questo, il leone ruggì e il suo ruggito scosse cielo e terra, come se volesse
raggiungere qualunque punto al di là dello spazio e del tempo.
*****
Caspian
tornò al castello, felice per il suo desiderio esaudito, ma afflitto per ciò
che gli aveva chiesto Aslan. Il grande leone gli aveva dato anche altre
indicazioni. Una volta arrivati a Narnia, i quattro leggendari sovrani
sarebbero rimasti sorpresi dal nuovo scorrere del tempo, così Caspian avrebbe
spiegato loro il perché di quel cambiamento: uno fra i fratelli Pevensie,
attraversando la porta tracciata nell’aria, aveva espresso il desiderio che il
tempo a Narnia trascorresse come nell’altro mondo. Aslan non gli aveva spiegato
il motivo di quel desiderio, ma Caspian sperava con tutto se stesso che fosse
stata Susan a esprimerlo. Magari in un attimo di pura follia aveva sperato di
poter tornare a Narnia proprio per rivedere lui. E questo non potè che
aumentare il suo desiderio di lei.
Aslan,
inoltre, gli aveva consigliato di motivare quel ritorno inaspettato con
l’invito dei quattro re al suo matrimonio. Ma con che coraggio Caspian avrebbe
potuto invitare Susan alle sue nozze?
Eppure,
l’incontro con Aslan lo aveva reso improvvisamente sereno e più determinato che
mai, pieno di una notevole fiducia in se stesso.
“Maestà,
bentornato!” lo salutarono Tartufello e Briscola, quando fece ritorno al suo
castello.
“Grazie!-
esclamò Caspian, scendendo da cavallo- Lord Cornelius è nel suo studio?”
“Sì,
Maestà!”
“Molto
bene!”
Con passo
svelto, Caspian salì le scale, entrò nel castello e corse in direzione dello
studio del dottor Cornelius, mentre al suo passaggio le guardie scattavano
sull’attenti. Arrivato davanti alla porta, bussò energeticamente.
“Avanti!”
“Salve,
dottore!” esclamò Caspian, entrando nello studio.
Lord Cornelius
si alzò subito in piedi e si inchinò: “Maestà, che sorpresa!”
“Scusate
l’intromissione, ma dovrei parlare con voi urgentemente!”
“Ma
certamente, Maestà. Il viaggio è andato bene?”
“Sì,
benissimo!- rispose Caspian, con fare sbrigativo- Dottore, ricordate la lettera
che, appena il mese scorso, mi inviò re Alastair del regno di Archen?”
“La ricordo perfettamente!”
“Credete
sia una buona cosa accettare la proposta di sposare sua figlia, la principessa Aisleen?”
Lord Cornelius
sembrò sorpreso da quella domanda e Caspian ne comprese bene il motivo: da due
anni non faceva che chiedergli informazioni sempre più dettagliate sulla storia
dei Pevensie, sul loro regno e le loro imprese. Tutto, ovviamente, per essere
più vicino a Susan. Perfino un bambino si sarebbe accorto del suo interesse per
lei.
“Avete
intenzione di accettare?”
Caspian
perse il proprio sguardo da qualche parte fuori dalla finestra e rispose,
cercando di sembrare pienamente convinto della sua scelta.
“Sì!”
Il dottore
sospirò: “Certo, questo matrimonio porterebbe molti vantaggi. Ultimamente i
rapporti con re Alastair non sono più gli stessi. È diventato più irascibile e agitato,
proprio come l’attuale re di Calormen. E, considerata anche la relativa
vicinanza fra Archen e Calomen, la vostra unione con la principessa Aisleen legherebbe
molto di più i nostri due regni, mettendoci al riparo da eventuali alleanze
poco favorevoli!”
“Quindi, ne
deduco che voi siete favorevole?”
“Se Vostra
Maestà è davvero convinto…sì!”
Il problema non era essere convinto o meno. Il problema era che Caspian non
aveva scelta, se voleva rivedere Susan.
“Allora,
provvedete a scrivere una lettera per re Alastair. Sposerò la principessa Aisleen!”
“Come
desiderate, Maestà!”
Allora, come vi è sembrato? Spero
non sia stato caotico! Il prossimo si intitola “A royal outsider in the night”, ovvero un
intruso reale nella notte. Chissà chi sarà l’intruso, ma vi anticipo che sarà
un capitolo dedicato a Susan e Caspian!! Ah, qualcuno ha riconosciuto la trama del libro che sta leggendo Caspian all'inizio del capitolo?^_^
Ringraziamenti…
Clacly: sì, lo so che susan è un mito! Pensavo fosse l’unica reazione possibile
per lei, considerato che tipo di personaggio è. Comunque, ti ringrazio per la
recensione espero di aver soddisfatto
la tua curiosità!
Junna: grazie per la recensione! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Ah,
anch’io adoro Peter! Vorrei un fratello maggiore come lui!! Susan è doppiamente
fortunata!! Sigh…
Kia_do87: grazie per la recensione! Spero che il capitolo ti sia piaciuto e ti
abbia fatto saltellare come l’altro!^_^
Hello everyone!
Allora, nuovo capitolo, ma prima un piccolo avviso. Probabilmente,
a un certo punto, Susan e Caspian sembreranno un po’ strani, anzi, out of
character. E magari avrete voglia di sistemare per le feste sia loro che la
sottoscritta. Ma, please, abbiate pazienza!
I’ll come back when you call me
Capitolo 5: “A royal outsider in the
night”
“E questo è
quanto!” sospirò Caspian, abbandonandosi sulla poltroncina.
Peter
fissava Caspian, sbigottito. Non riusciva a credere a ciò che aveva appena
udito.
“Ma come è
possibile che Aslan ti abbia chiesto questo?”
Caspian si
strinse nelle spalle: “Non ne ho idea, Peter!”
Il Re
Supremo fece intrecciare le mani e fissò il pavimento di marmo lucido con
un’espressione delle più pensierose.
“Dove si
trova adesso Aslan?” chiese dopo qualche minuto.
“È partito
di nuovo per uno dei suoi viaggi!”
Peter
sbuffò spazientito: “Questo non ci voleva proprio! Avrei voluto parlargli per
chiedergli spiegazioni personalmente!”
“Peter, va
bene così. Susan e tutti voi siete tornati e non sai quanto ne sia felice.
Abbiamo un intero mese da trascorrere insieme, prima delle nozze! Non devi
preoccuparti, d’accordo?”
Peter si
alzò in piedi: era incredibile! Sia Susan che Caspian non avevano la minima
intenzione di combattere per ciò che li legava. Nella visione di Peter non
tutto era perduto e per questo il re non riusciva a comprendere la totale
apatia dei due amanti separati. Era davvero così debole il loro amore? Ma se i
loro sentimenti erano perdurati in quei due anni, forse il loro non era un
amore fiacco, bensì uno tra i più puri e sinceri. E Aslan sapeva perfettamente
che Susan non avrebbe potuto dimenticare Caspian tanto facilmente.
“Aslan deve
aver capito la sincerità e l’intensità dei tuoi sentimenti per Susan. Per
questo sono sicuro che andrà tutto bene tra voi. Sì, sono convinto che Aslan
abbia un piano ben determinato, altrimenti non ti avrebbe chiesto di accettare
questa sua condizione!”
“Lo credi
davvero?” chiese Caspian, un po’ meno scoraggiato.
Sembrava
che il tono deciso e ottimista di Peter avesse contagiato anche lui.
“Conosco
bene Aslan e credo che prima o poi tutto si sistemerà!”
“Se ne sei
convinto, allora ti credo.”
“Sì, devi
solo avere fiducia in Aslan!”
Già,
fidarsi di Aslan era la cosa migliore da fare, per quanto risultasse difficile
in quel momento anche per un re come Peter.
*****
Il cielo
notturno di Narnia era di una bellezza inestimabile. Le stelle e i pianeti
brillavano alti nel cielo e riuscivano a trasmettere una pace interiore che
poteva allontanare qualunque pensiero negativo. Per questo motivo Susan era
sgattaiolata fuori dal castello, subito dopo cena. Con sé aveva portatoil suo prezioso arco per verificare quanto
ancora fosse precisa la sua mira. E tutto sommato, nonostante ci fosse solo la
luce degli astri ad illuminare l’ambiente, Susan fu molto soddisfatta della sua
ritrovata abilità. Era anche un bel modo per sfogare i suoi turbamenti
interiori, le sue pene d’amore, causate da Caspian.
Caspian…lo
stesso che stava per sposarsi…con una ragazza bellissima. E aveva anche avuto
il coraggio di invitarla.
Coraggio o…sfacciataggine?
Oh, che
sciocca! Come poteva avere un’opinione tanto bassa di lui? Lui, Caspian, il suo
re, il coraggioso cavaliere che le aveva salvato la vita, il giovane che le
rivolgeva quel suo sguardo pieno di calore e amore, con cui era riuscito a far
sciogliere il suo cuore.
Possibile
che in lui non ci fosse più alcun sentimento per lei?
Purtroppo sì,
possibilissimo. Dopotutto anche Caspian era un uomo con passioni e desideri. E la lontananza, unita alla convinzione che
lei non potesse più tornare, aveva sicuramente fatto affievolire i suoi
sentimenti, fino a farli sparire del tutto. Neanche il calore del suo abbraccio
e il suo sorriso mozzafiato di qualche ora prima avevano potuto convincerla del
contrario.
Susan si
pentì di essere uscita all’aperto: quell’atmosfera le aveva fatto nascere
troppi pensieri per la testa. Ma, anche se non era convinta di riuscire a
dormire, la regina tornò nel castello.
Quando
giunse davanti alla sua porta, vide che questa era appena socchiusa. Susan
rimase ferma e ansiosa proprio di fronte all’entrata: sicuramente qualcuno era
entrato in camera sua, ma dall’interno non proveniva alcuna luce. Così Susan appoggiò
una freccia sull’arco e, facendosi coraggio, entrò. Si mosse silenziosa, con
passo felino, e finalmente intravide una sagoma umana affacciata al balcone
della sua camera. Il viso di quello che sembrava un uomo era rivolto verso il
basso e si muoveva lentamente da sinistra a destra, come se stesse cercando
qualcosa al di fuori del castello. Sempre con molta cautela, anche perché la
stanza era immersa nel buio, la giovane Pevensie si avvicinò fino a quando non
fu proprio dietro di lui e appoggiò la punta della freccia sulla sua schiena.
“Chi sei?”
chiese, ansiosa.
L’uomo
sobbalzò e si voltò verso di lei: “Susan!”
“Caspian?”
balbettò lei, incredula.
“Sì!”
Ora che Caspian
era rivolto verso di lei e gli astri illuminavano con il loro bagliore argenteo
il suo viso perfetto e bellissimo, Susan si calmò e abbassò il suo arco, perché
ogni volta che era accanto a lui sapeva che non poteva accaderle nulla di
spiacevole.
“Che cosa
ci fai qui a quest’ora della notte?” domandò sorpresa.
“Sono
venuto a cercarti per parlare un po’ con te, ma tu non c’eri. Devo dire che
stavo cominciando a preoccuparmi. Dove sei andata?” esclamò lui, il cui sguardo
cadde proprio sull’arco della ragazza.
Susan tornò
all’interno della camera e posò il suo arco sulla scrivania: “A fare una
passeggiata e ad esercitarmi con l’arco!”
Caspian la
seguì, immergendosi nel buio della stanza, e non potè fare a meno di notare quanto
stesse bene con quel vestito narniano. Il vestito era bordeaux, con una
striscia color oro sul petto che si estendeva lungo tutta la gonna. Le maniche
si allargavano all’altezza del gomito, lasciando scoperti gli esili avambracci,
dalla pelle bianchissima, e sul petto si incrociavano dei laccetti rosso scuro.
“A
quest’ora?”
“Beh, sì.
Anche se mi fossi messa a letto, non sarei riuscita a dormire. Quindi, tanto
valeva approfittare di un po’ di tempo a mia completa disposizione.- spiegò
Susan, rivolgendogli poi uno sguardo di sottecchi-Ho forse infranto qualche regola
del castello?”
“Certo che
no! Solo…mi sono un po’ preoccupato per te!” aggiunse lui, lievemente
imbarazzato.
Se solo ci
fosse stata la luce del giorno, Susan si sarebbe sicuramente accorta di quanto
fosse arrossito.
“Gentile da
parte tua! Piuttosto, qual’era l’argomento tanto urgente che ti ha spinto a
violare l’intimità della mia camera nel bel mezzo della notte?” chiese Susan,
così vicina a lui che Caspian poteva vedere ogni singolo riflesso argenteo sui
suoi capelli lisci.
La domanda
di Susan e la sua incredibile vicinanza lo imbarazzarono non poco, ma Caspian
rispose compostamente: “Non lo immagini?”
Susan
ridacchiò e si sedette su una comoda poltroncina.
“Oh, sì,
sì, lo immagino benissimo! E mi chiedo come mai tu voglia parlare proprio con
me del tuo matrimonio!”
Caspian si
inginocchiò ai suoi piedi: “Volevo solo essere sicuro che avessi preso bene
questa notizia!”
“Io non capisco.
Perché mai dovrei avere dei problemi con questa tua decisione?”
Caspian
rimase turbato dal comportamento di Susan. Sembrava così diversa dal solito,
lontana dalla dolcissima regina che gli aveva stregato anima e corpo; sembrava
quasi che non le importasse più nulla di lui. Eppure Peter aveva detto che era
preoccupato anche lui per la sua reazione.
“Beh…-
iniziò il re, senza sapere bene cosa dire con esattezza-…per quello che è
successo tra noi prima che tu tornassi nel tuo mondo.”
“Intendi
forse qualche rapido scambio di sguardi e un bacio?”
Certo,
detto in quel modo sembrava davvero che non fosse successo poi molto, ma per
lui anche quel poco che era successo era di inestimabile valore.
“S-sì!”
“Oh, suvvia,
Caspian. Te l’ho già detto prima di partire. Non poteva funzionare tra di noi e
non certo perché avessi 1300 anni più di te. Ma perché questo non è il mio
mondo, è il tuo. Io appartengo alla mia Inghilterra.”
Caspian si
allontanò da lei, alzandosi in piedi e chinando il capo per non farle notare la
sua espressione delusa.
“Questo
vuol dire che non sei felice di essere di nuovo qui?”
Anche Susan
si alzò in piedi, preoccupata, e appoggiò una mano sul suo braccio; e proprio
in quel punto sembrò che la sua mano e il braccio di Caspian avessero preso fuoco.
“Al
contrario, ne sono molto felice perché non me lo aspettavo proprio. Forse due
anni fa ero davvero innamorata di te, ma ero anche certa che non sarei mai
tornata a Narnia e che nonti avrei più
visto; per questo ho sempre evitato di pensare a te; anzi, a dire la verità,
speravo di dimenticarmi di te. Dopotutto era meglio che continuare a soffrire
inutilmente. E ,finalmente, a un certo punto mi sono resa conto che pensarti
era sempre meno doloroso e che quello che provavo per te era totalmente svanito
nel nulla. Questo non vuol dire che tu mi sia indifferente, adesso. Io ti
considero semplicemente il mio più caro amico, a cui devo ancora la vita. Ma niente
di più. Quindi non ti devi preoccupare per me. Sono, anzi, felice che tu stia
per sposarti.”
Caspian si
sentì improvvisamente svuotato. Se anche ci fosse stata una piccolissima
possibilità per loro, adesso Susan l’aveva spazzata via con quelle parole,
dette sì con tono gentile, ma, nello stesso tempo, crudeli: era come se Susan
gli avesse trafitto il cuore con le frecce dalle piume rosse della sua faretra.
Ora che lei
non provava più lo stesso affetto che li aveva avvicinati due anni prima, era
totalmente inutile soffrire ancora per Susan. E, soprattutto, non avrebbe
dovuto in alcun modo farle intuire ciò che ancora legava il suo cuore a lei.
“Oh, meglio
così allora. In effetti, ero abbastanza preoccupato che la notizia avesse
sconvolto la mia cara amica. Ma noto con piacere che stai molto bene, quindi
ora sono decisamente più tranquillo!- esclamò lui, con un sorriso imbarazzato,
ma anche alquanto altezzoso- Immagino che anche tu avrai conosciuto qualche, ecco,
tuo coetaneo che…”
“Che?”
“Beh, che
ti abbia aiutato a non soffrire più!”
Susan gli
rivolse uno sguardo decisamente sconvolto. Perché ora si stava comportando
così? Da quando Caspian era diventato il tipo d’uomo che poneva domande
sconvenienti a una fanciulla del tutto rispettabile come lei?
“Ma sì,
naturalmente! Da quando sono entrata al college, Peter mi ha presentato molti
suoi amici. Sono davvero uno più simpatico dell’altro!” mentì lei, ignorando i
rimproveri che questa volta venivano dal cuore e dalla mente.
“Certo,
capisco! E ti sei…innamorata?”
Susan,
sempre più confusa dall’atteggiamento di Caspian, si passò una mano tra i
capelli, sorridendo nervosamente.
“No, ma potrei
anche farlo. L’ultimo ragazzo che mi ha presentato Peter è carino e assai gentile.
E sembra molto interessato a me!”
“Bene, sono
davvero felice per te!”
“Grazie!”
Dopodiché
nella camera calò un silenzio decisamente imbarazzante. Caspian, lo sguardo
rivolto verso la porta semiaperta, era totalmente immerso nelle sue
riflessioni, mentre Susan cercava di capire a cosa stesse pensando. Lui fissava
la porta, ma non sembrava voler andar via.
“Volevi
dirmi qualcos’ altro, Caspian?” chiese a un certo punto lei.
In effetti
lui stava cercando disperatamente un argomento di cui parlare, perché non
voleva lasciarla. Anche se lei gli aveva detto cose terribili, era pur sempre
la sua Susan, la regina che lui amava. E dopo due anni di lontananza Caspian
voleva restarle accanto il più possibile.
Così quando
lei gli rivolse quella domanda, Caspian sorrise: probabilmente aveva appena
fatto la figura dell’idiota!
“Oh,
no…cioè, sì!” ammise lui.
“Cosa?”
“Sai,
questa era la mia camera, quando c’era ancora mio zio!”
“Davvero?”
Caspian
ridacchiò, notando l’espressione imbarazzata di Susan: “Sì!”
“E perché
l’avresti data a me?”
“Ci tenevo
molto che l’avessi tu. E, a questo proposito, guarda un po’ cosa c’è qui!”
Caspian le
afferrò la mano e la condusse velocemente verso l’armadio più piccolo di fronte
al letto. Quel gesto la sorprese notevolmente e Susan si sentì imporporare le
guance, imbarazzata.
“Guarda!” disse
Caspian, spalancando le ante dell’armadio.
Susan si accostò
di più al re e sbirciò dentro l’armadio. Caspian aveva aperto una porta nel
fondo dell’armadio: questo rivelava l’ingresso di un passaggio segreto, non
particolarmente stretto, che spariva giù, verso il basso.
“Un passaggio
segreto?”
“Proprio
così! È grazie a questo che mi sono salvato la notte in cui Lord Cornelius mi
ha aiutato a scappare!”
Susan si
voltò a guardarlo, divertita: “Allora, è un passaggio davvero prezioso. Ti
ringrazio per avermelo fatto notare!”
“Di niente.
Sappi, che puoi usarlo ogni volta che vuoi. Conduce alle scuderie!” esclamò
Caspian, chiudendo le ante dell’armadio.
“Ne farò
buon uso, te lo garantisco!”
“Lo so
bene! Mi fido di te, Susan!”
Susan gli
sorrise e Caspian sentì il cuore balzargli in gola e il suo animo agitarsi: se
continuava così, Susan non avrebbe impiegato molto tempo a capire quanto
profondi e sinceri fossero ancora i suoi sentimenti per lei.
“Ora devo
andare! Ti ho importunata troppo a lungo e me ne rammarico!”
“Niente
affatto! È stato un gesto molto gentile da parte tua e la nostra chiacchierata
è stata molto interessante!”
“Sì, è
davvero così!”
Caspian si
avviò verso la porta e la aprì. Poi, improvvisamente, si voltò nuovamente verso
Susan.
“Susan?”
“Sì?” disse
lei, avvicinandosi alla porta.
“Stavo
pensando di organizzare un ballo per festeggiare il vostro ritorno. Cosa ne
pensi?”
“Trovo che
sia un’idea fantastica!- rispose lei, entusiasta- Noi adoriamo i balli di
Narnia!”
“Magnifico!
Allora, credo proprio che dovrò invitare anche i sovrani di Archen, i genitori
della principessa Aisleen. È giusto che vi conoscano!”
“Oh…ma
certamente! È giusto così!”
“Allora,
buonanotte, Susan!”
“Buonanotte
a te, Caspian!”
E, detto
questo, Susan chiuse la porta della camera e vi appoggiò la fronte, stravolta.
Per tutto il tempo in cui Caspian era stato con lei, nella sua camera, Susan
aveva costantemente percepito una morsa alla bocca dello stomaco. E il modo in
cui lui si era comportato con lei, così ambiguo, a tratti adorabile, a tratti
irritante…la stava sfinendo. Ma perché Caspian li aveva richiamati tutti e quattro
a Narnia? Voleva davvero solo invitarli al suo matrimonio con la perfezione
fatta persona?
E lei, per
tutta risposta, si era comportata come una vera, stupidissima civetta,
comportamento che non le si addiceva per nulla.
Dannazione!
Adesso sicuramente non sarebbe più riuscita a dormire. Dannato Caspian! E
dannato il suo cuore così follemente innamorato!
Essendo questo il primo capitolo
veramente suspian, mi piacerebbe sapere come è venuto! Nel prossimo, ovvero “Without
choice”, ci sarà il ballo, come in ogni fan fiction che si rispetti! Ah, a
proposito del quiz dello scorso capitolo, era ovviamente Orgoglio e
Pregiudizio. Non ho potuto fare a meno di questo piccolo omaggio a questa
grandissima scrittrice! ^_^
Ringraziamenti…
Junna: grazie per la recensione. Spero tu non desideri ancora la morte di
Caspian dopo questo capitolo! Ma, come già detto nel capitolo, dobbiamo tutti
fidarci di Aslan! Comunque, spero tu sia riuscita a trovare il dvd!
AlexiaLil: grazie per la recensione. Spero tanto che anche questo capitolo ti sia
piaciuto!
Clacly: grazie per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo
e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento!
Kia_do87: sì, sì, è orgoglio e pregiudizio. Brava! Ti ringrazio per la recensione e
spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Non temere, sono sicura che
Aslan ha un piano ben preciso in testa!
Rubs: beata te che hai un fratello come Peter! Io ho una sorella più piccola
di me! Ma sono contenta lo stesso. È molto importante per me! Comunque, grazie
per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Sua Maestà,
Re Caspian entrò nella sala da ballo. Era addobbata a festa, come richiedeva
una tale occasione, ovvero il ritorno dei quattro leggendari sovrani di Narnia.
La sala era immensa e le pareti erano di un colore che, grazie alle luci calde
e tremolanti dei candelieri appesi, ricordava l’oro. Negli angoli erano state
deposte piante verdi e rigogliose e nella parte più alta delle pareti erano
appese semplici composizioni floreali di gelsomino e violette che con la loro
tenue fragranza profumano tutto l’ambiente. Caspian si era assicurato
personalmente che tutto fosse perfetto quella sera. E tutto sommato ne era
valsa la pena: tutti i suoi invitati, nobili dei regni circostanti, sembravano
estasiati da un tale splendore. Ora mancavano soltanto i suoi illustri ospiti.
La
principessa Aisleen, appena annunciata, entrò nella sala, raggiante come sempre,
e subito raggiunse Caspian: il suo vestito era di tessuto broccato rosso con
una scollatura quadrata, decorata da merletto dorato, e maniche a palloncino,
alle quali erano allacciate maniche di velluto che andavano stringendosi verso
i polsi. Sulle spalle e sulla vita alta erano state applicate delle
passamanerie nere con una striscia dorata in mezzo.
“Maestà…-
disse la principessa, inchinandosi-…mi congratulo con voi per come avete
organizzato la serata. Questa sala è uno splendore!”
Caspian
sorrise e le si avvicinò, aiutandola ad alzarsi, dopo un delicato baciamano:
“Graziosa Altezza Reale, voi siete uno splendore, questa sera come le altre,
naturalmente!”
“Sua Maestà
sa essere un grande adulatore!” esclamò lei, sorridendo divertita.
In quel
preciso momento, i due vennero raggiunti dai genitori della principessa: re
Alastair e la regina Sybil. Il padre della principessa era un uomo non
particolarmente alto, dalla corporatura robusta e lo sguardo color miele sempre
un po’ accigliato: i capelli, una volta neri come il carbone, erano ora
colorati dall’argento della vecchiaia e la barba folta gli ricopriva i contorni
del viso. La regina era una donna molto bella, non alta, ma
slanciata. Gli occhi erano turchesi e i capelli biondo cenere
erano raccolti in un’elegante acconciatura.
“Vostra Maestà! Siamo onorati di essere qui, in questa meravigliosa
serata!” esclamò re Alastair, con un inchino.
Caspian ricambiò l’inchino rispettosamente: “L’onore è tutto mio, Maestà! Sapete bene quanto mi renda felice
il mio prossimo matrimonio con vostra figlia!”
“Dunque, è
questo il motivo per cui avete organizzato questo ballo?”
“Mi
rincresce deludervi, sire. Ma il
motivo è un altro!”
Il
disappunto di re Alastairper quella risposta si fece ampio
spazio sul suo viso: “Sarebbe a dire?”
“Siamo
tutti qui riuniti per festeggiare il ritorno dei
quatto leggendari sovrani di Narnia!”
“I
leggendari sovrani?” ripetè la regina Sybil,
incredula.
“E’ così,
milady. I re Peter ed Edmund e le regine Susan e Lucy, che tanto hanno dato al
nostro regno, sono tornati per volontà mia e del grande Aslan.”
“Quand’è
così, non possiamo che esserne tutti lieti!” disse, infine, re Alastair.
Aisleen
appoggiò una mano sul braccio del padre e gli sorrise:
“Caro padre, Sua Maestà ha avuto un’ottima idea per festeggiare il loro
ritorno. Noi tutti dobbiamo molto ai leggendari sovrani.”
“E quando
potremo conoscere le Reali Maestà?” chiese la regina Sybil.
“Al più
presto! Tra qualche minuto verranno annunciati!”
E, infatti, il gran ciambellano di corte annunciò: “Sua Maestà, Re
Peter, il Magnifico! Sua Maestà, Re Edmund, il Giusto! Sua Maestà, la Regina Susan, la Gentile! Sua Maestà, la Regina Lucy,
la Valorosa!”
Finalmente
i quattro sovrani, venuti dall’altro mondo, fecero la loro entrata nella grande sala uno accanto all’altro, vestiti come richiedeva
un ballo di tale importanza. Ma, fra l’eleganza in fiore della regina Lucy, il
portamento regale di re Peter e l’umile atteggiamento di re Edmund, brillava,
fulgida come la stella più luminosa del firmamento, la regina Susan, in uno
splendore tale che toglieva il fiato a chiunque, primo fra tutti, Sua Maestà, re
Caspian. Il suo vestito, di una squisita fattura, era color del cielo, con fili
argentati e rosati che decoravano la stoffa fino all’orlo e le spalle erano
coperte da una mantellina di seta d’argento, lo stesso tessuto di cui erano
costituiti i guanti che le arrivavano fino al gomito. I capelli sciolti, lunghi
e appena mossi le sfioravano la schiena proprio a metà e sul capo risplendeva
la fine coroncina dai fiorellini dorati che la rendeva Regina di Narnia.
I quattro fratelli
Pevensie raggiunsero Caspian e si inchinarono di fronte a lui, come il
protocollo di corte prevedeva in queste occasioni.
“Maestà, è
un onore e un piacere essere di nuovo qui, con la meravigliosa gente di
Narnia!” affermò Peter, parlando a nome di tutti.
Caspian
stava tentando di tutto per non portare così frequentemente lo sguardo sulla
regina Susan. Ma era troppo complicato. Sembrava che Susan fosse diventata una
specie di calamita per i suoi occhi e qualcosa che gli rendesse difficile la
respirazione.
“Vi
assicuro, Maestà, che l’onore e il piacere di noi Narniani
è ricambiato!” disse Caspian, costringendosi a guardare Peter.
“Maestà, la
sala è magnifica!” intervenne Lucy, estasiata.
“La mia
cara sorellina ha perfettamente ragione!- affermò Susan, sorridendo in
direzione di Caspian- Lo splendore di questa sala toglie
il fiato!”
Con più
decisione e senza neanche rendersene conto, Caspian incrociò lo sguardo di
Susan ed esclamò estremamente serio: “E’ così, toglie il fiato!”
Improvvisamente
Susan provò una stretta al cuore e appoggiò una mano all’altezza del diaframma:
la sala divenne troppo stretta, il respiro le si fermò
in gola, il caldo la sopraffece tutto ad un tratto e le gote si tinsero di
rosso, tutto per colpa dello sguardo e delle parole così semplici di Caspian.
Cosa avevano di speciale quegli occhi color ebano per farla sentire così?
Caspian si
accorse di aver messo in imbarazzo Susan e si maledì. Così pensò a come uscire
da quella situazione disagevole.
“Bene, e
ora, che inizino le danze!”
******
Caspian,
seduto sul suo trono, sospirò, appoggiando il mento sul palmo della mano. Il
ballo sembrava divertire tutti, meno che lui. Re Alastair continuava
stranamente a scrutarlo, quasi volesse tenere d’occhio ogni sua mossa. Così lui
si sentiva costretto a dedicare ogni sua attenzione alla principessa Aisleen,
perdendo spesso di vista la regina Susan; avrebbe tanto voluto danzare con lei,
almeno una volta sola, per stringerla ancora fra le sue braccia. Ma i suoi
balli, fino ad allora, lo avevano affiancato alla
principessa Aisleen. Solo da qualche minuto era riuscito a liberarsi e a
riposare con tranquillità sul suo trono: la principessa stava, ora, danzando
con re Edmund.
“Tutto
bene, Caspian?”
Peter si
era appena seduto accanto a lui: erano state disposte, infatti, accanto al trono
di Caspian, altri quattro troni più modesti per i fratelli Pevensie.
“Sì…”
rispose Caspian, poco convinto.
“Siamo
sicuri? È da un po’ che ti osservo e ho come l’impressione che qualcosa di
tormenti! Credo anche di sapere cosa, pardon, chi ti tormenti!”
“Molto bene!-
sbottò Caspian- E hai qualche consiglio da darmi?”
Peter
sospirò e sorrise:”Prima di darti consigli, dovresti
prima confidarmi qual è esattamente il tuo problema!”
Il re
ridacchiò: sì, effettivamente Peter aveva ragione.
“Ad essere sinceri, non so bene cosa mi tormenti! E ormai non so
più da quanto tempo mi sento così!” iniziò Caspian, lo sguardo sempre puntato
su Susan.
Peter lo
studiò a fondo e quel suo sguardo perso e fisso su sua sorella rispecchiava
tutto l’amore che Caspian provava per lei.
“Lo sai,
Peter…-continuò Caspian-…la sera in cui siete
arrivati, sono andato in camera sua a trovarla!”
Peter sbattè le palpebre, incredulo: “In
che senso…a trovarla?”
“Sono
andato da lei per parlare un po’ e assicurarmi che stesse bene dopo la notizia
del mio matrimonio!”
“Ah…-
sospirò Peter, più sollevato-…in quel
senso!”
“Sì. Cos’altro avrei potuto fare?” chiese Caspian, la cui
espressione era l’ingenuità personificata.
“No, hai
ragione. Nient’altro!- esclamò Peter, sorridendo fra sé- E, allora, avete
parlato?”
“Sì. Io le
ho spiegato il motivo della mia visita improvvisa e lei mi ha fatto capire che
non prova nient’altro che semplice affetto per me! Insomma,
non è innamorata!”
Peter gli
rivolse un sguardo vagamente interessato: “Ma davvero?
Ha detto proprio così?”
“Certo è quello che ho udito io. Ma non dovresti esserne sorpreso,
visto che quel che è successo è accaduto anche per causa tua!” esclamò Caspian,
riportando lo sguardo alquanto infastidito su di lui.
Peter inarcò le sopracciglia, sorpreso: “Scusa? Colpa mia? Si
può sapere cosa mai avrei fatto?”
“Non sei stato
forse tu a presentarle i tuoi amici per far sì che si dimenticasse di me?”
ribattè Caspian, prendendo in contropiede il Re Supremo.
Peter
sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Ora sì che tornava tutto! E, ovviamente,
Susan non si smentiva mai!
“Sì, in
effetti, le ho presentato qualche amico. Ma l’ho fatto solo per farla distrarre
un po’. Ero molto preoccupato per lei. Se ne stava sempre da sola e, anche se
ogni tanto rideva insieme a noi, non era più la stessa. Ero perfettamente a
conoscenza di ciò che provava per te e, sapendo anche che non saremmo più
tornati a Narnia, ho cercato un modo per risollevarle il morale! Puoi
biasimarmi se ho cercato di aiutare una sorella che soffriva per amore?”
Caspian
esitò a rispondere: tutto sommato Peter aveva ragione.
“No, certo
che no. Ma, allora, questo vuol dire che ha pensato un po’ a me?”
Peter
ridacchiò: “Solo un po’?! Dai suoi occhi si poteva
intuire che c’eri solo tu nei suoi pensieri!”
Caspian, a
quelle parole, sembrò disorientato: la situazione era strana, i conti non
tornavano.
“Ma lei mi
ha detto che ha sempre evitato di pensare a me per non soffrire. E ha aggiunto
che potrebbe innamorarsi dell’ultimo ragazzo che le hai presentato.”
Peter fissò
prima Caspian, poi sua sorella Susan intenta a parlottare con Lucy. Che cosa
stava combinando Susan? Perché aveva mentito a Caspian? Non era assolutamente
vero che avesse evitato di pensare a lui e sicuramente Susan non si stava
innamorando di John, considerato il modo con cui lo aveva respinto.
“Senti,
Caspian, io non so cosa abbia in mente Susan. A questo punto, io non posso più
dire né fare niente. Tocca a te provare a parlare con lei e capire cosa le stia succedendo. E credo che un buon inizio sia invitarla
a danzare con te nel prossimo ballo!”
“Come se
potessi. –sospirò Caspian- Se al più presto non
invito ancora la principessa Aisleen, ho come l’impressione che suo padre mi
sbranerà!”
Peter gli sorrise, malizioso, e si alzò in piedi, sistemandosi il
mantello sulle spalle: “Ma come potrebbe danzare con te se la invitassi prima
io?”
“Lo faresti
davvero?” chiese Caspian, raggiante.
“Oh, sì,
direi proprio di sì!”
“Ti
ringrazio!”
Fu così che
re Peter si avvicinò alla principessa Aisleen, che stava ringraziando Edmund
per il ballo, e si intromise nella conversazione.
“Perdonami, fratello, vorrei conferire con Sua Altezza!”
“Certamente,
Peter. È tutta per te!”
Edmund si
allontanò e Peter rivolse un gran sorriso alla principessa, che quella sera era
veramente più bella del solito.
“Di cosa
avevate bisogno, Maestà?” chiese la principessa.
“Vi prego, Graziosa Altezza, chiamatemi solo Peter, d’accordo?”
“Ma,
Maestà, è davvero possibile? Voglio dire…voi siete il Re Supremo e io sono solo
una principessa!”
“Oh, certo
sarebbe sconveniente agli occhi, pardon, alle
orecchie di un perfetto sconosciuto. Vorrà dire che mi chiamerete Peter solo in
occasioni informali!”
Aisleen
sorrise: “D’accordo!”
“E ora,
posso chiedervi l’onore di concedermi questo ballo?”
Aisleen
arrossì lievemente, mentre Peter le prese una mano.
“Certamente…-
disse lei, in un sussurro-…Peter!”
Peter,
divertito, la condusse al centro della sala e cominciarono a danzare.
Con un
sospiro, Susan fissò suo fratello danzare con Aisleen: lo conosceva abbastanza
bene da capire che lei gli piaceva molto. E se da una parte questo le dava
grande gioia in quanto non aveva mai visto Peter così coinvolto da una ragazza,
dall’altra era sicura che, ben presto, Peter avrebbe
condiviso la sua sofferenza, perchè, purtroppo
per lui e per se stessa, Aisleen era destinata a Caspian.
“Vostra
Maestà?”
Una voce
maschile la destò dai suoi pensieri tristi e Susan si voltò, ritrovandosi di
fronte a un ragazzo più o meno della sua età, i cui tratti somatici e i vestiti
le fecero subito ricordare l’esotica terra di Calormen.
“Sì?”
Il giovane
si inchinò rispettosamente: “Mi chiamo Jervis, sono il principe di Calormen,
figlio di re Basil!”
Il principe
Jervis era un giovane uomo alto poco più di lei: la pelle era di un affascinante
color ambra e i lati del viso erano spruzzati da una fine e scura barba; i
capelli corvini erano raccolti in un piccolo codino e gli occhi erano di un nero pece inquietante.
“E’ un
piacere fare la vostra conoscenza, Altezza Reale!”
“Il
piacere, ve lo assicuro, è tutto mio!” disse lui, il cui sguardo conteneva un
pizzico di malizia.
“Desideravate
qualcosa da me, principe Jervis?”
“A dire il
vero, sì. Spero di non sembrarvi avventato, ma mi chiedevo se potevate
concedermi il prossimo ballo!”
Susan esitò
un secondo, fissando la mano che lui le stava porgendo. E, per un istante,
all’immagine del principe Jervis si sovrappose quella di Caspian, mentre le
rivolgeva un inchino e il suo sguardo pieno d’ardore. Susan sentì le gote
prendere fuoco per quel desiderio che aveva di ballare con il re, ma scosse
lievemente il capo e riuscì a riprendersi un po’.
“Certamente!”
Detto
questo, Susan porse la sua mano al giovane cavaliere di fronte a lei e, con sua
grande sorpresa, questa non si appoggiò sulla mano del principe, bensì su
quella di re Caspian.
“Caspian?”
“Perdonatemi,
Maestà, se mi intrometto così bruscamente nella discussione, ma temo che questo
non sia possibile!” esclamò Caspian, stringendole delicatamente la mano e
rivolgendole un sorriso furbesco.
“Per quale motivo,
se non oso troppo?” domandò Jervis.
“Altezza,
dovete sapere che la nostra gentile regina Susan ha già promesso di danzare con
me!”
“Davvero?”
chiesero Susan e Jervis, all’unisono.
Caspian sorrise, con disinvoltura: “Oh, Maestà! Amate sempre scherzare, vero? Non vi ricordate della vostra promessa?”
Susan,
incerta, non seppe che rispondere: “Ecco…io…”
“Maestà, io
non credo che la regina Susan desideri ballare con voi!” commentò Jervis, lo
sguardo posato sulla regina.
“Io credo,
invece, che sia proprio così, non è forse vero,
Maestà?”
Susan fissò
l’espressione maliziosa di Caspian e il suo cuore palpitante non riuscì a
resistergli.
“Perdonatemi, Altezza, ma ho dimenticato la promessa che avevo fatto a
Sua Maestà. Mi
vedo costretta, quindi, a declinare il vostro gentile invito e porgervi le mie
scuse. Devo proprio ballare con Sua Maestà! Non si dica mai
che la regina Susan non mantiene le sue promesse!” disse Susan, riuscendo a
sembrare più convincente che mai.
“Quand’è
così, allora, non posso che farmi da parte! Sarà per un’altra
volta, Maestà!”
“Con molto
piacere!” esclamò Susan, mentre il principe le rivolgeva un inchino.
Finalmente,
Jervis si allontanò e Caspian condusse Susan nel centro della sala, cominciando
a danzare insieme a lei. Averla fra le sue braccia, come desiderava da tanto
tempo, era un piccolo, delizioso sogno che diveniva realtà. Ma Susan non
riusciva a smettere di guardarlo come se avesse fatto qualcosa di assolutamente
inconcepibile per un sovrano. E Caspian la fissava, divertito, ma nello stesso
tempo adorante.
“Lo so. –
sospirò lui- È decisamente disdicevole che un sovrano di Narnia menta ad altre
Altezze Reali. È questo che vorresti rimproverami, vero?”
“Sì, direi di sì! E più spiacevole di tutto è il fatto che hai costretto anche me a mentire!” sbottò Susan, portando lo sguardo altrove.
Era vero
che lei desiderava danzare con lui, ma era anche scorretto mentire alle persone
come avevano appena fatto lei e Caspian.
“Su questo
non sono d’accordo. Io non ti affatto costretta a
mentire!”
“Oh, mi hai
costretta eccome, invece! Ho dovuto mentire per salvarti!”
“Salvarmi?”
“Sì,
certamente! Non potevo certo farti sembrare un bugiardo agli occhi di un’Altezza Reale! Dopotutto sei l’attuale re di Narnia! Così
ho pensato che fosse meglio far passare la sottoscritta per una semplice
smemorata. Mi auguro solo che il mio sacrificio sia servito e che il principe
Jervis non abbia capito la grande menzogna che gli abbiamo rivolto!”
“Sono
sicuro che non l’ha capito!”
“Può
essere, ma chissà che idea si sarà fatto di me il principe Jervis, adesso! Una
sciocca e smemorata regina che non ricorda la promessa di un ballo fatta a un
re!”
Caspian le rivolse uno sguardo di pura gelosia: “Certo! Avrei dovuto capirlo subito,
considerato che stavi accettando il suo invito!”
“Cosa
avresti dovuto capire?”
“Che avresti
preferito ballare con lui!”
“Non ho detto questo! E non cambiare argomento!” lo rimproverò
lei, rivolgendogli uno sguardo altezzoso, e Caspian non potè
trattenere un sorriso, dimenticando per un momento la gelosia per quel piccolo,
sciocco principe.
Era alquanto
strano, ma a Caspian piaceva vedere in Susan quell’atteggiamento un tantino
severo. Le conferiva un’aria così regale, che la rendeva così adatta a un re
come lui.
“Allora,
perché ti interessa tanto quello che pensa quel principe?”
“La
questione non è tanto quello che pensa lui di me, quanto l’ immagine
che diamo agli altri regni della sottoscritta! Sono stata una regina di Narnia
nella sua età d’oro e, in quanto tale, non mi posso permettere atteggiamenti
così sconvenienti!”
“Sì, scusa!
Hai perfettamente ragione!”
“Grazie!- disse
Susan, più rilassata- Inoltre, devi sapere che…ho avuto dei problemi con i Calormeniani quando ero regina di Narnia!”
Caspian
rise, divertito: “Che genere di problemi avrà mai avuto la gentile regina Susan
con i Calormeniani?”
“Ecco, durante
la nostra reggenza, ci fu un principe di Calormen, si chiamava Rabadash. Lui aveva chiesto la mia mano e all’inizio avevo
accettato, perché era gentile e talmente umile! Così Edmund ed io andammo a
Calormen e lì vidi il principe Rabadash per come era
veramente: un essere sanguinario, crudele, orgoglioso, dedito alla lussuria e un
tiranno dei più presuntuosi!”
“Ah, adesso
ricordo. Lord Cornelius mi ha raccontato quella storia, omettendone però il
motivo. Allora è per colpa tua che ci fu quella battaglia al castello di Archen?!”
“Beh,
colpa…come potevo accettare di sposare quell’essere ignobile e rovinare per
sempre la mia vita?”
“Ti porgo
le mie scuse, Susan, ma, sono davvero felice che tu non abbia sposato quel
principe!”
Susan gli
rivolse uno sguardo perplesso e Caspian si sentì arrossire appena sulla guance.
“Perché
mai?”
“Perché se
l‘avessi sposato, probabilmente non ti avrei mai incontrata!”
Quelle
parole, pronunciate con una sincerità assoluta, fecero palpitare il giovane
cuore della regina che distolse lo sguardo da quello di Caspian, divenuto
improvvisamente troppo pesante. E, come pochi minuti prima, Susan si sentì mancare
l’aria. Caspian se ne accorse e pensò a come toglierla da quella situazione di
disagio.
“A
proposito di matrimonio, non ti ho ancora chiesto cosa ne pensi di Aisleen!”
Improvvisamente,
Susan riprese a respirare e si ridestò. Non doveva fargli notare quanto certe
sue parole o sguardi la mettessero in imbarazzo.
“E’ una
principessa adorabile, dolce e simpatica; inoltre è davvero molto bella.
Insomma, non mi stupisce che tu ti sia innamorato di lei. Possiede tutte le
qualità che un uomo apprezza in una donna!”
“Tu credi
che sia innamorato di lei?”
Come faceva
a non accorgersi che lo sguardo che riservava a lei era così diverso da quello
che rivolgeva alla principessa Aisleen e a qualunque altra donna?
“Sì,
naturalmente. Altrimenti, perché mai la vorresti sposare?”
L’espressione
di Caspian si rabbuiò improvvisamente: “Potrebbe esserci anche un altro motivo,
dietro a questo matrimonio!”
“E quale
sarebbe questo motivo?”
“Per
esempio, il non aver altra scelta!”
Susan lo guardò, perplessa: “Nel senso che qualcuno ti sta costringendo
a sposarti? Ma perché mai?”
Ecco,
adesso cosa le rispondeva? Si era cacciato proprio in una brutta situazione e
Caspian divenne più ansioso che mai.
“Non…non
sono tenuto a dirtelo.”
“Scusa, ma
non puoi dirmi certe cose e poi lasciarmi così, senza darmi alcuna
spiegazione!”
“Sai, sono
un po’ deluso! Pensavo che tu potessi capirlo! Hai sempre avuto un ottimo
spirito di osservazione. Ma, evidentemente, anche questo è sparito in questi
due anni, come il tuo amore per me! Non pensavo fossi una
persona così…”
“Così come,
Caspian? Finisci pure la frase!”
“Così…superficiale!”
Susan indietreggiò
improvvisamente di un paio di passi, sfuggendo alle braccia di Caspian. Sul suo
viso si dipinse un’aria estremamente disgustata.
“Ma chi ti
credi di essere? Sei re da un paio d’anni e osi rivolgerti a me in questo modo?!Lasciami in pace!”
E, così
dicendo, Susan girò sui tacchi e lo abbandonò in mezzo alla sala.
Il ballo
finì proprio in quel momento e Peter, così vicino a loro, aveva assistito
all’esibizione di Susan e Caspian. Così sospirò sconsolato ed, essendo l’unico
ad aver udito ogni più piccolo dettaglio di quella
discussione, decise che doveva assolutamente andare a vedere come stava Susan,
visto che aveva tutte le ragioni del mondo per arrabbiarsi! Caspian si era
lasciato scappare che qualcuno lo stava costringendo a sposarsi con Aisleen e,
ovviamente, Susan aveva chiesto maggiori delucidazioni, che lui non aveva
voluto darle. E per di più l’aveva anche insultata! Un comportamento del genere
non era certo adatto a un re. Ma Peter riuscì a non arrabbiarsi perché conosceva
il motivo dietro quella discussione; un motivo che era semplicissimo,
ma importantissimo: Caspian e Susan si amavano più che mai.
“Principessa,
è stato un onore poter danzare con voi. Ora, però, sono costretto a lasciarvi. Perdonatemi, vi prego!”
“Non preoccupatevi, Maestà. Anche per me è
stato un onore danzare con voi!” disse la principessa, con un inchino
rispettoso.
Peter
ricambiò l’inchino e si allontanò, seguendo la sorella: Susan era uscita sul
balcone e il suo sguardo si era perso al di là delle mura di recinzione del
castello.
“Sue!”
Susan gli
rispose senza neanche voltarsi a guardarlo.
“Santo cielo, Peter! È possibile starsene un po’ per conto
proprio?” sbottò evidentemente infastidita.
“In
effetti, no. E’ ora che qualcuno cominci a comportarsi da persona matura!”
La sorella
si voltò verso di lui, rivolgendogli uno sguardo fulminante, uno di quegli
sguardi che aveva quando era davvero arrabbiata.
“Senti un
po’, ma che cos’avete tu e Caspian? Vi siete alleati per insultarmi?”
“Come ti salta in mente? Tu, piuttosto, si può sapere cosa ti sta succedendo?”
“Non ho
voglia di parlarne!” esclamò Susan, voltandosi a guardare il cortile in basso.
“Sue, per
favore!- ribattè Peter, più dolcemente-La mamma non ci diceva sempre che è
sbagliato mentire, soprattutto a persone a noi care?”
“Mentire?”
Peter le sorrise e incrociò le braccia: “Ah-a,
sorellina, non ci provare. Sai perfettamente a cosa mi riferisco!”
“Dunque?”
“Dunque, ti
sembra giusto mentire al re di Narnia?”
Susan capì
a cosa si stava riferendo Peter: evidentemente Caspian aveva parlato con lui
del loro incontro notturno.
“Io davvero
non so perché l’ho fatto!”
Peter le
sorrise, appoggiando una mano su quella della sorella: “Io penso di sì!”
“Oh, dimmi,
allora, sono tutt’orecchie!”
“Tu sei
innamorata di lui, ma hai paura di affrontare questa situazione perché pensi
sia tutto perduto e così menti, chiudendoti in te stessa come una specie di
riccio. E se qualcuno prova ad avvicinarsi a te, lo respingi come stai facendo
con Caspian! Lui sta cercando di riallacciare il vostro rapporto, ma tu gli
racconti un sacco di frottole e lo allontani da te!”
Susan si
passò una mano sugli occhi, che avevano cominciato a lacrimare mentre Peter la
rimproverava.
“Allora, cosa
mai potrei fare?”
“Non
dominarti!” esclamò Peter, serio, mentre lei gli rivolgeva uno sguardo
perplesso.
“Dominarmi?”
“Sì,
dominarti! Tu hai paura di lasciarti coinvolgere dai tuoi sentimenti per
Caspian. Perché credi che, lasciandoti andare, non riuscirai più a ragionare
con lucidità. Ma devi capire che l’amore non è ragione! Tutti gli esseri umani
sono fatti per amare e vivere di passioni, perfino tu.
Quindi, Susan, prima di tutto, prova a riflettere su ciò che ti ha detto
Caspian. È molto probabile che sia vero che sia stato costretto a prendere la decisione
di sposarsi. E, in secondo luogo, sai perfettamente che devi combattere per il
tuo amore! E come sai non tutte le battaglie si combattono con le armi. Per
questo genere di combattimenti esistono le parole!”
“Parole?” ripetè Susan.
“Sì, parole.
Innanzitutto devi cominciare a dire la verità a Caspian! E poi, vediamo, due
anni fa glielo hai detto con un bacio. Adesso prova a dirglielo con le parole!
Così gli sarà tutto più chiaro!- esclamò Peter, facendole l’occhiolino e
asciugandole le lacrime con una mano- Allora, siamo d’accordo, mia reale
sorella?”
Susan rise:
“Sì, va bene!”
*****
Nonostante
fosse ancora turbato per ciò che aveva detto a Susan e per come lei aveva
reagito, Caspian fu comunque costretto a danzare con la principessa Aisleen. Re
Alastair continuava a fissarlo in modo decisamente insolito. Ma a Caspian non
importava poi molto: si sentiva male per come si era comportato con Susan. Ma
come gli era saltato in mente di rivolgersi a lei in quel modo? Proprio lei, la
leggendaria regina Susan dell’età d’oro di Narnia…Susan la Gentile…la sua Susan…
“Tutto
bene, Maestà?” chiese la principessa Aisleen.
“Oh, sì,
certamente, mia cara!”
Aisleen
sorrise: “Sire, non dovete sentirvi obbligato a rivolgervi così a me.”
“Come?”
“In questo modo. Suvvia, sappiamo benissimo entrambi
che questo non è un matrimonio d’amore!”
Caspian
trattenne il fiato per un secondo, sorpreso dall’affermazione della principessa:
“Ma cosa state dicendo, principessa?”
“Vi prego, Maestà, non dovete mentire. È alquanto disdicevole
per un sovrano come voi.”
E quella
sera non era la prima a rivolgergli quel rimprovero!
“Come
l’avete capito?” chiese Caspian, accettando con un sorriso quella scoperta.
“Oh, è
talmente palese. Si capisce dal modo in cui guardate la regina Susan!”
Sulle prime
Caspian non rispose e guardò la principessa per pochi minuti.
“Davvero?”
chiese, poi, alquanto interessato.
“Ve lo
assicuro. Non c’è fanciulla in questo mondo che non vorrebbe essere guardata in
tal modo da voi, a parte me, forse!”
Caspian
ridacchiò: “Parlate sul serio?”
“Oh, sì,
sono serissima. Non siete l’uomo per me, sire. Ho qualcun altro per la testa!”
“Sono felice
per voi, principessa Aisleen. Ma non credo che il matrimonio si possa annullare
per questo motivo!”
“Lo
immaginavo! Ma, sapete, Maestà, se desiderate davvero qualcosa…allora questa si
avvererà prima o poi. Ve lo assicuro!”
Il ballo
terminò in quel momento e Caspian si avvicinò all’orecchio della principessa:
“Vi prometto che farò ciò che posso, affinchè possiamo
essere entrambi felici con chi amiamo!”
“E io vi
prometto che ve ne sarò eternamente grata!”
Così
dicendo, la principessa Aisleen gli rivolse un inchino e si allontanò. E non
appena la principessa fu abbastanza lontana, Caspian venne raggiunto da re
Alastair.
“Maestà, il
ballo è di vostro gradimento?” chiese subito Caspian.
Gli sguardi
che il re riservava a lui erano davvero inquietanti.
“Non quanto
immaginavo!”
“Oh, ne
sono molto dispiaciuto.-disse Caspian, sorpreso- Posso
chiedervi come mai?”
“Mi
dispiace farvelo notare, Maestà, ma avete rivolto ben poche attenzioni alla mia
Aisleen.”
“Ho danzato
con lei in ben cinque balli. Nessun’altra dama, in questa sala, ha ricevuto da
me tutte le attenzioni che ho, al contrario, rivolto a vostra figlia!”
“Vedete, Maestà, tra poche settimane voi vi sposerete con mia
figlia. E io voglio essere sicuro che questo matrimonio avvenga!”
Caspian lo
guardò turbato, ansioso, con uno strano presentimento che le parole di re
Alastair confermarono.
“Perché se
così non fosse, allora Archen dichiarerà guerra a Narnia!”
E siamo a sei! Il capitolo è un po’ più lungo degli altri, abbiate
pazienza! Una piccola delucidazione per chi non ha letto il libro delle
cronache di Narnia: ciò che racconta Susan sulla sua avventura a Calormen è
riportato nel libro Il cavallo e il ragazzo, terzo libro della saga. Per quanto
riguarda il prossimo si intitola “Lost in yourthougth” e i protagonisti
faranno una gita in un posto…^_^
Ringraziamenti…
Rubs: grazie per la recensione. Eh sì, ho una sorella, che però non è come
Lucy, anzi è una specie di Peter al femminile, anche se è più piccola di me!
^_^sono
contenta che ti sia piaciuto il capitolo scorso e anche la parte del passaggio
segreto. Confesso che l’ho aggiunta all’ultimo momento e non nutrivo tante
aspettative su di lei. Perciò mi ha sorpreso leggere che è piaciuta molto! Beh,
sono contenta. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Clacly: grazie per la recensione. Sono contenta che sia piaciuta anche a te la
parte del passaggio segreto, mi avete sorpresa molto!!
^_^ Spero quindi che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Posso farti una
domanda? Tu sei sul forum di ben?
Dopo tutti
i sacrifici affrontati durante la guerra contro re Miraz,
la prospettiva di un’altra guerra era impensabile.
Caspian, in
quanto sovrano del regno, doveva fare di tutto per evitarlo, ma come poteva
rassegnarsi a tutto? Come poteva abbandonarsi a un
futuro di pace per il regno, ma di tormento interiore per non poter amare
liberamente la fanciulla che gli aveva stregato anima e corpo? Era giusto che la
colonna portante di un regno rinunciasse alla propria felicità per il bene di
tutto il suo popolo? Forse no…o forse sì…
Tutto
sommato Susan gli aveva mentito, ma lui non poteva sapere quali fossero i suoi
reali sentimenti. Quindi, perché mai rischiare una guerra per qualcosa di
totalmente ignoto?
E la
principessa Aisleen? Lei gli aveva fatto capire di essere innamorata di
qualcuno. Ma, in quanto Altezza Reale di Archen, anche lei doveva sacrificarsi
per il suo popolo.
Probabilmente
era proprio questo il motivo per cui Aslan aveva dettato quella condizione:
sposare la principessa Aisleen per evitare una guerra tra Archen e Narnia.
Però…c’era
sempre un però. Ci voleva una grande forza d’animo per rinunciare alla propria
felicità. E lui non era sicuro di averla. Perché da troppo tempo inseguiva la
felicità che solo una persona avrebbe potuto donargli.
La
decisione era tra le più difficili davanti cui Caspian
si fosse mai trovato. Per cui avrebbe avuto bisogno di tempo per rifletterci
seriamente e, non di meno, di uno stato d’animo sereno. E in quel momento
Caspian era ben lontano dall’essere sereno.
Così, per
rilassarsi un po’, organizzò una piccola gita con le Reali Maestà, la
principessa Aisleen e qualche amico alla Lanterna Perduta, il luogo dove per la
prima volta comparvero Peter, Susan, Edmund e Lucy. Sicuramente avrebbe fatto
molto piacere ai quattro fratelli Pevensie.
“Dove
andiamo?” chiese Lucy, mentre, bendata come i suoi fratelli, saliva su una
carrozza.
“Maestà, è
una sorpresa!” replicò Briscola, aiutandola.
“Ma io sono
curiosa!”
“Mi
permetto di contraddirvi nuovamente, Maestà. Se vi
dicessi dove andiamo, l’effetto sorpresa sparirebbe!”
“Hai
ragione, P.C.A!- ammise Lucy, sorridendo rassegnata-Ti
prometto che non farò più domande!”
“E che non
sbircerai!- aggiunse Edmund, sedendosi al suo fianco- Ne saresti capace!”
“Oh, Ed,
smettila! Sarò buona e paziente fino a quando non mi toglieranno questa benda!”
“A questo
proposito, Caspian…-iniziò a dire Edmund-…ti sembra
opportuno bendare in tal modo i leggendari sovrani di Narnia! Devi essere molto
coraggioso per fare un’azione simile o molto stolto!”
“Edmund!”
lo rimproverò Susan.
Caspian
ridacchiò, mentre la aiutava a salire su una seconda carrozza: “E’ così a quanto pare, caro Edmund. Ma se puoi perdonarmi, ti assicuro
che la sorpresa sarà molto piacevole per tutti e quattro!”
“Credo che
a questo punto non abbiamo altra scelta, Ed.- disse Susan, salendo sulla
carrozza scoperta- Sono sicura che Caspian abbia riservato per noi una sorpresa
con i fiocchi! Propongo, quindi, di fidarci di lui!”
Caspian,
ancora a terra, guardò Susan, che, dalla carrozza, gli
sorrise, nonostante fosse bendata: perché non sembrava arrabbiata con lui dopo
l’offesa che Caspian le aveva rivolto al ballo?
“Non ve ne
pentirete, amici!” disse lui, sedendosi accanto a lei.
“Oh, beh,
sarà meglio per te!” commentò Peter, salendo sulla carrozza insieme alla
principessa Aisleen.
Anche lui
era stato bendato e la principessa si era cortesemente offerta di aiutarlo per
salire sulla carrozza.
“Se la sorpresa non sarà di vostro gradimento, mie Reali Maestà, sarete
liberi di sfidarmi a duello. Gareggerò con chiunque di voi voglia
sfidarmi!” esclamò Caspian.
Susan
appoggiò una mano sul braccio del re: “Sta’ tranquillo,
Caspian! I miei fratelli stanno solo scherzando un po’, come è nella loro
natura. Ma, adesso, sono sicura che la smetteranno, non è forse così, Peter e
Edmund?”
“Ma sì, naturalmente! È così!” disse Peter, sorridendo fra sé.
“Parla per
te! – ribattè Edmund dalla seconda carrozza- Io avrei proprio voglia di un bel
duello! Mi sento un po’ arrugginito!”
“Quando saremo arrivati a destinazione, sarò ben lieto di aiutarvi,
Maestà! Duellerò con voi!” disse Briscola.
“Ottimo! Non vedo l’ora!”
“Bene! Ora che siamo pronti, credo che possiamo partire!” esclamò Caspian
e subito i cocchieri spronarono i cavalli al trotto.
Anche se
era bendata e non vedeva assolutamente nulla, Susan rivolse lo sguardo alla sua
sinistra, al paesaggio che si muoveva intorno a lei. Perché era perfettamente
consapevole che alla sua destra era seduto Caspian: poteva percepire
l’inconfondibile tepore del suo corpo.
Dopo il
ballo di qualche sera prima, Caspian si era improvvisamente rinchiuso nei suoi
appartamenti, uscendo solo per il pranzo e la cena. Susan cominciò a chiedersi
se si stesse comportando così solo per causa sua. Insomma, Caspian probabilmente
la stava evitando dopo quello che era successo mentre
stavano danzando.
Certamente
questo non era un atteggiamento da persona matura: un adulto, almeno in teoria,
avrebbe affrontato i problemi e non sarebbe scappato. Ma Susan, tutto sommato,
non riusciva proprio a biasimarlo per come si stava comportando. Da quando lei
e i suoi fratelli erano stati richiamati a Narnia, Caspian era sempre stato
molto gentile con lei o, perlomeno, ci aveva provato; invece, Susan lo aveva sempre
trattato con freddezza e fare altezzoso e, di conseguenza, lo aveva allontanato
da sè. Forse, Caspian, intelligente com’era, avrebbe
potuto capire perché mai Susan
si stesse comportando in tal modo. Ma, anche se era un Narniano,
Caspian era pur sempre un uomo con le eterne difficoltà dell’uomo di capire la
donna.
Di
conseguenza, Susan non poteva che dare ragione a Peter: doveva spiegargli a
parole cosa provava per lui. Altrimenti Caspian, pur con tutta la buona
volontà, non l’avrebbe mai capito e lei sarebbe tornata nel suo mondo, con il
rimpianto di non aver fatto nulla per impedire quel matrimonio che ogni giorno,
per lei, diventava più strano.
Strano
perché Caspian e Aisleen non si stavano comportando esattamente come due
promessi sposi. Sì, avevano danzato insieme per ben cinque balli durante la
festa per il ritorno di Susan e dei suoi fratelli. Ma, a parte questo, non
c’era nient’altro in loro che potesse essere considerato come una prova
dell’amore che nutrivano l’una per l’altro. Nessuno sguardo dolce, nessun
sorriso complice, nessun gesto intimo…
A questo
punto, Susan cominciò a chiedersi se Caspian non avesse ragione a dire ciò che
le aveva fatto capire al ballo. Forse qualcuno lo stava davvero costringendo a
sposarsi. Il che significava che non era tutto perduto per Susan e per il suo
amore.
*****
Il viaggio
durò per un paio di abbondanti ore e, tutto sommato, fu abbastanza piacevole.
Il tempo era benevolo: il cielo era terso, il sole di Narnia splendeva alto e
riscaldava l’aria e gli uccellini cinguettavano allegramente, volando da un
albero all’altro.
Quando le
carrozze si fermarono, Lucy esclamò, eccitata: “Siamo arrivati?”
“Sì, cara
amica!- rispose Caspian- Siamo finalmente giunti a
destinazione!”
“P.C.A., ti prego, aiutami a scendere. Sto
morendo di curiosità!”
“Subito,
Maestà!”
E, così
dicendo, il piccolo nano aiutò la regina Lucy a scendere dalla carrozza.
“Fate
attenzione!” le disse Briscola, guidandola a terra.
“Grazie!”
“Mio
signore, possiamo togliere le bende ai leggendari sovrani?” domandò
cortesemente il dottor Cornelius.
“Direi
proprio di sì, caro dottore!”
Fu così che
i quattro re riacquistarono la vista e, dopo che i loro occhi si abituarono
nuovamente alla luce del giorno, si guardarono intorno. Tutto attorno si
ergevano alberi dal tronco sottile e dalle fitte fronde, che filtravano i raggi
solari: la foresta era così illuminata da divertenti bagliori dorati e
smeraldini.
“Questo
luogo mi è familiare!” disse Edmund, scendendo dalla carrozza.
Anche Peter
e Susan raggiunsero i fratelli a terra.
“Sì, molto
familiare!” aggiunse Peter.
Poi,
finalmente, lo videro. Tra tutti gli alberi ce n’era uno che di naturale aveva
solo l’edera che lo ricopriva interamente: perché non era un albero, bensì un
lampione, come quelli che si trovavano nelle strade più trafficate di Londra.
Lucy lo
riconobbe subito ed esclamò: “Armadio guardaroba!”
Era
talmente felice, che cominciò a correre in direzione di un piccolo gruppo di
alberi più folti del normale. Ma non fece in tempo a fare neanche due passi che
Peter la fermò, afferrandola per un braccio.
“No, Lu,
non andare! Non ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che ci siamo
addentrati là dentro?”
Lucy guardò
il fratello e subito capì a cosa si stesse riferendo. Quando erano ancora re e
regine di Narnia, avevano ritrovato il lampione, si erano addentrati nella
foresta, i cui alberi piano piano avevano lasciato il
posto a delle calde pellicce, ed erano tornati nel loro mondo, nel momento
esatto in cui lo avevano lasciato. Dopodiché non erano più riusciti a passare
dall’armadio guardaroba per tornare a Narnia, perché come aveva detto Aslan: “le cose non accadono mai per due volte allo stesso modo”.
“Peter ha ragione, Lucy. Non siamo certi che l’armadio guardaroba funzioni ancora. È meglio non addentrarsi in quella zona!” disse Susan.
“Sì, è
vero! Non lo farò!”
“Molto
bene!”
A quel
punto Caspian, preoccupato, si intromise nella discussione: “La mia sorpresa
non è di vostro gradimento?”
“Oh, no,
non è assolutamente così!- si affrettò a dire Susan- Questa
è davvero una sorpresa bellissima! Il problema è che questo è il luogo da cui
siamo improvvisamente spariti quando eravamo i sovrani di Narnia!”
“Sì, ma è
anche il luogo in cui siete per la prima volta apparsi nel nostro mondo! È un
luogo magico e importantissimo, la
Lanterna perduta!”
“Già, è un luogo quasi sacro per noi! Grazie ad esso
voi siete giunti fin qui e grazie a voi Narnia ha conosciuto la sua età d’oro!”
aggiunse il dottor Cornelius.
“Bene,
direi che abbiamo compreso appieno ciò che volevate dire.- esclamò Edmund- Ma, che ne dite di mangiare qualcosa? Tutto questo
viaggio mi ha messo una gran fame!”
“Sì, Maestà!
È già tutto pronto!” esclamò Briscola.
“Allora,
mangiamo!”
Fu così che
il gruppetto reale preparò tutto l’occorrente per il pic-nic e mangiarono tutte
le delizie preparate dai cuochi del castello: roastbeef con un contorno molto simile al pudding dello Yorkshire inglese, purè di
patate, crocchette di salmone, fagottini con ripieno di verdure e come dolci
torta di mele e budino al cioccolato.
“Devo dire
che i cuochi di Narnia hanno superato loro stessi, oggi!” esclamò Edmund.
Lucy
appoggiò sulla tovaglia il suo bicchiere di acquavite: “Hai ragione,
Ed. Era tutto decisamente squisito!”
“Non credo
di aver mai mangiato meglio di così!” commentò Aisleen, entusiasta.
“Anch’io mi
unisco ai complimentiai
nostri eccellenti cuochi!- intervenne Ripicì- Ma
trovo che ogni pietanza sia più deliziosa se inspiriamo a fondo l’aria pura di
Narnia!”
“Quel che
dici, valoroso Ripicì, è sicuramente vero!” disse Peter, dopo aver preso un
altro sorso del buon vino narniano.
“Sapete di
cosa abbiamo bisogno adesso?” chiese Lucy, scattando in piedi.
Edmund sembrò
intuire l’idea di Lucy dai suoi occhi brillanti e si sdraiò a terra: “Lu, ti
prego, non ho alcuna voglia di giocare!”
“Dai, Ed,
non fare il guastafeste!!!” esclamò Lucy, tirandolo
per un braccio.
“A cosa
vorrebbe giocare Sua Maestà?” chiese Briscola interessato.
“Mosca
cieca!”
“Non credo
di conoscerlo!- disse Tartufello- In cosa consiste?”
Mosca cieca,
come spiegò Lucy ai Narniani che non conoscevano quel
gioco divertente, era un gioco molto famoso fra i bambini del loro mondo: una
persona veniva bendata, mentre tutti gli altri si nascondevano e cercavano di
non farsi prendere dalla mosca cieca.
Il gioco
entusiasmò i Narniani. Bisognava solo decidere chi
doveva fare la mosca cieca.
Estrassero
a sorte utilizzando dei bastoncini lunghi: quello più corto avrebbe decretato
la mosca cieca.
“Uff…” sbuffò Susan, estraendo il bastoncino più corto.
“Ottimo,
così sarà molto più divertente!” commentò Edmund, che si era deciso a giocare.
“Perché?”
chiese Caspian, mentre Susan rivolgeva uno sguardo infastidito al fratellino.
“Perché
Susan non è molto brava a mosca cieca!!!” rispose Peter,
sorridendo divertito.
“Bando alle ciance. Iniziamo a giocare!” disse Edmund,
recuperando una benda.
Così Susan
fu bendata, le fecero fare qualche giro per confonderla e poi tutti cominciarono
a nascondersi. Susan sentì i loro passi che diventavano sempre più
impercettibili e cominciò a vagare lì attorno, tenendo le braccia alzate, nella
speranza di sfiorare qualcuno. Ma sembravano essersi dileguati tutti quanti. Nonostante
questo, tutta la situazione la faceva divertire; non le piaceva mosca cieca
perché era un gioco in cui si ragionava poco. Una volta bendatadoveva lasciarsi
andare ai suoi sensi per cercare di raggiungere la sua preda. Ma, in quel
momento, con quel silenzio, quella pace attorno a lei, Susan pensò che tutto
sommato non era così male e cominciò a ridere da sola.
“Dove
siete? Non vale nascondersi! Non è divertente!”
Eppure
rideva!
Poi le sue
mani sfiorarono due braccia e la sua risata svanì improvvisamente.
“Preso! Ma chi sei?”
Le mani di
Susan salirono su per le braccia della persona che si era lasciata prendere con
fin troppa facilità e seguirono la forma delle spalle: sicuramente era un uomo,
ma chi poteva essere?
“Sono sicura
che tu non sia il dottor Cornelius, né tanto meno P.C.A!
Non credo neanche che sia Edmund, perché non è ancora così alto!”
Allora
rimanevano solo Peter e Caspian. Ma solo uno di loro poteva lasciarsi prendere
da lei gettandosi praticamente fra le sue braccia…
Susan fece
scorrere le sue mani sul collo, poi sul viso e lo accarezzarono, perché quello
era Caspian. Sentiva che era lui dal più profondo del suo cuore. Le dita
sottili della sua mano sinistra sfiorarono quelle labbra, che aveva già
assaggiato una volta, e Susan sentì Caspian trattenere il fiato. Infine la sua
mano destra finì tra i lisci capelli di Caspian e non si mosse più.
Ma cosa
stava facendo?
Susan
scosse il capo, tornando a essere se stessa e, a dispetto di ciò che le aveva
consigliato Peter, dominando i suoi impulsi, e indietreggiò di qualche passo.
“Caspian?!” mormorò Susan, togliendosi la benda.
“Indovinato!”
Susan fu
colta da improvvisa agitazione e si guardò intorno nervosamente: tutti i loro
compagni erano scomparsi.
“Co…come
mai non c’è nessuno? Dove sono finiti tutti?”
Caspian
inclinò di poco la testa a sinistra, sorridendo vagamente: “Beh…ecco,
all’improvviso hanno cambiato idea e hanno espresso il desiderio di fare una
passeggiata qui intorno!”
“Sicuro?”
domandò lei, percependo una notevole insicurezza nel suo tono di voce.
Caspian sorrise, con l’espressione di chi sapeva che sarebbe finita
così: “No. Sono
stato io a chiedere a tutti di allontanarsi e lasciarci da soli per un po’!”
Improvvisamente
un tremolio la percorse da capo a piedi.
“E perché
mai lo avresti fatto?”
Perché non
appena l’aveva vista bendata, a vagare con passo incerto fra gli alberi e
baciata da un raggio di sole, quasi fosse la sua prediletta, si era formata
nella sua mente la sciocca immagine della giovane fanciulla in cerca del suo
grande amore e non aveva resistito al dolce richiamo delle sue braccia. E, anche
se non era certo dei sentimenti di Susan verso di lui, aveva deciso di
rispondere a quel richiamo e aveva pregato i suoi amici di lasciarlo solo con
la regina Susan.
“Perché
volevo parlare con te!”
Susan
sospirò, rassegnata: “Così all’improvviso?”
“Sì!”
“Allora, giacchè siamo qui, parla pure!”
“Susan, io
volevo…-iniziò Caspian, afferrandole una mano e portandosela sul cuore-…volevo
chiederti scusa! Io ti ho insultata e tu non lo meritavi assolutamente! Sono un
vero idiota! Potrai mai perdonarmi?”
Susan
desiderava vivamente sfuggire a quel contatto, ma una parte di lei, la sua
parte più folle e per questo più bella, voleva restare lì con lui, con quella
mano sul suo petto, percependo il dolce tepore del suo corpo.
“Caspian,
non devi scusarti. In realtà, è tutta colpa mia!”
“Colpa tua?
In che senso? Sono io che ti ho insultato fino a prova
contraria!” ribattè lui, convinto.
Susan gli sorrise gentilmente: “E’ vero, ma solo perché io ti ho
trattato male. Tu cercavi di essere gentile con me. Io, invece, sono stata
scortese e ho cercato di allontanarti da me in ogni modo! Per questo e per
tutto il resto devo chiederti scusa!”
“Tutto il
resto?”
Susan
allontanò le mani dal suo petto e si voltò dalla parte opposta, mentre le
tornarono in mente le parole di Peter: tutto ciò che doveva fare era spiegare a
Caspian quali fossero i suoi sentimenti e avrebbe dovuto farlo, lasciandosi
guidare, no, trasportare dal suo cuore, come una piccola barca in balia del
mare in tempesta. Ed era decisamente una tempesta piacevole per quanto scatenata.
“Caspian…-
iniziò lei, tornando a guardarlo con sicurezza-…devo confessarti che ti ho
mentito.”
“Mentito?
Riguardo cosa?”
“Riguardo
tutto. Non è vero che non ho mai pensato a te in questi anni.”
Le parole
di Susan stordirono Caspian abbastanza da lasciare sul suo volto un’espressione
da ebete.
“Ah no?”
Susan scosse il capo appena: “Al contrario, eri sempre nei miei pensieri. Non è vero neanche che mi
piacciono gli amici di Peter. Credo, invece, di odiarli, perché potrei averli
tutti per me, ma non sono te.”
“Susan, ti
prego, cosa stai cercando di dirmi?”
La regina
Susan tornò a guardarlo e gli sorrise.
“Io sono
innamorata di te, Caspian.”
Caspian
sembrò non capire cosa gli avesse appena detto perché la fissava con uno
sguardo abbastanza stupito. In realtà, aveva capito perfettamente ciò che Susan
gli aveva detto: stava solo cercando di adattarsi alla meravigliosa scoperta
appena fatta. La sua Susan…lo amava ancora…
E lui? Lui
naturalmente provava esattamente la stessa cosa, la amava, la adorava come fosse
una dea.
E se solo avesse
potuto le avrebbe confessato tutto, proprio come gli stava suggerendo il suo
istinto. Ma subito gli tornò in mente il problema del matrimonio e della guerra
promessa da re Alastair! E non era neanche un problemino da nulla.
La sua mano
si mosse involontariamente e afferrò quella di Susan, che non potè fare altro che sorridergli.
“Mi
dispiace di non averlo capito subito!” disse lui, chinando il capo.
“Come
avresti potuto? Sono stata alquanto intrattabile in questi giorni!Credo che perfino i miei fratelli abbiano
dubitato dell’ affetto che nutro per loro!”
“Ascolta,
Susan, se adesso non vorrai venire al matrimonio, ti capisco perfettamente.
Potresti tornare nel tuo mondo, anche se questa volta sarà per sempre!”
Susan
rimase piuttosto colpita e delusa dalle sue parole. In fondo al suo cuore
sperava fortemente che la reazione di Caspian alla sua confessione fosse
diversa, totalmente diversa. Perché stava cominciando a credere che fosse
ancora innamorato di lei. Invece, probabilmente, si era solo illusa. E la colpa
era solo di Caspian e di Peter. Erano stati certi comportamenti del re, certe
sue premure nei suoi confronti, nonché le parole fiduciose di Peter a
convincerla a confessare i suoi sentimenti a Caspian. Ma, adesso, era davvero
tutto perduto: improvvisamente si sentì così vuota che, se avesse potuto, si
sarebbe lasciata cadere a terra. Così facendo, però, avrebbe fatto preoccupare
Caspian e Susan non poteva permetterselo.
“No, perché
mai? Mi farebbe davvero piacere rimanere qui tutto il tempo che mi è concesso.”
“Sei
sicura?”
“Ma sì, non
ti preoccupare. Non ti ho rivelato i miei sentimenti con la speranza che tu
annullassi il matrimonio. In questi anni ho sempre pensato che non ti avrei più
rivisto, neanche se fossi tornata a Narnia. Ma eccomi di nuovo qua! Anzi,
eccoci di nuovo qua…- disse lei, accarezzandogli il viso- Io ti consideravo già
morto per via del tempo che scorre in modo diverso nei nostri due mondi. E
scoprire che, al contrario, eri ancora qui è stata per me una gioia immensa!
Quindi, saperti vivo e felice, accanto a una ragazza deliziosa come Aisleen è
tutto ciò di cui ho bisogno. Non mi devi nient’altro, mio caro Caspian!”
A quel
punto, Caspian non riuscì a trattenersi e l’abbracciò: quella era la vera
Susan, colei che lo aveva fatto innamorare, la leggendaria regina che gli aveva
stregato anima e corpo. E se solo avesse potuto le avrebbe raccontato tutta la
verità: il motivo per cui li aveva richiamati, la condizione di Aslan che era
stato costretto ad accettare, suo malgrado, e, adesso, perfino la minaccia di
re Alastair. Se solo avesse potuto le avrebbe detto che anche lui l’amava.
*****
Approfittando
del favore chiesto da Caspian, Edmund accettò la proposta di Briscola di
duellare. Cosi, dopo essersi allontanati, trovarono uno spiazzo adatto ad
ospitare un duello.
“Ed, sei
sicuro di avere ancora l’abilità di una volta?” chiese Lucy.
Edmund le
rivolse uno sguardo perplesso: “Com’è che l’altra volta non avevi dubbi in
proposito?”
“Beh, era
passato solo un anno!”
“E adesso
sono passati due anni! Non vedo molta differenza!”
“E’ vero!
Ma, caro Ed, la mancanza di allenamento ha proprio un brutto
effetto su di te!” commentò Lucy, divertita.
“Lucy, come ti permetti? Peter, dille qualcosa!” esclamò Edmund,
indignato.
Peter scoppiò a ridere: “Oh, ma sentitevi, voi due! Non crescerete mai! Resterete per sempre dei bambini.”
“Io non
sono un bambino!”
“Tu sarai
sempre un bambino, Ed, il mio fratellino più piccolo!”
Edmund gli
rivolse uno sguardo abbastanza infastidito e decise di ignorare le sue
affermazioni: “Briscola, preparati!”
“Però è
anche vero, Lu, che Ed ha dimostrato grande abilità nel’arte della spada. Per
cui sono convinto che ci mostrerà tutto il suo valore!”
A
quell’affermazione Edmund rivolse al fratello uno sguardo sorpreso di
sottecchi.
“Maestà,
siete pronto?” domandò Briscola, impugnando la spada.
“Sì,
certamente!”
E il duello
cominciò! Nonostante gli anni passati senza impugnare più la sua spada, Edmund
aveva conservato la sua grande capacità nel duellare e ciò gratificò lui stesso
e inorgoglì Peter.
“Sua Maestà
se la cava davvero molto bene!” commentò Aisleen, accanto al re supremo.
“Avete ragione, Altezza. Ma credo che una principessa graziosa come
voi non sia abituata ad assistere a scene di questo genere!”
Aisleen lo
guardò perplessa, inarcando un sopracciglio: “State forse insinuando che non so
riconoscere il valore di un cavaliere?”
Peter
scoppiò a ridere.
“Ovviamente
no, cara principessa. Stavo solo chiedendomi se vi andava di accompagnarmi in
una passeggiata lungo il fiume!”
Aisleen lo
guardò imbarazzata e sorpresa, arrossendo lievemente sulle gote, cosa che Peter
trovò adorabile.
“Oh…sì. Con grande piacere!”
Peter le
sorrise e le porse la mano.
“Ottimo!”
Fu così che
mentre Edmund duellava con Briscola e Lucy li incitava, Peter e la principessa
Aisleen si allontanarono per la loro passeggiata. Si avvicinarono al fiume che
scorreva pigramente, godendo della pace che trasmetteva quel paesaggio
naturale.
La
principessa Aisleen era terribilmente graziosa quel giorno, con una lunga
treccia di capelli dorati e due zaffiri splendenti al posto degli occhi.
Perciò, una volta rimasto solo con lei, Peter evitò accuratamente di guardarla
più dello stretto necessario. Il suo autocontrollo vacillava pericolosamente.
Al contrario,
lei gli rivolgeva spesso uno sguardo sfuggente, ma non sembrava più in
imbarazzo di lui.
Infine
Aisleen sospirò.
“Mi domando
cosa mai Sua Maestà
avesse di così urgente da riferire alla regina Susan…” iniziò a dire Aisleen,
volgendo definitivamente lo sguardo verso re Peter.
Peter, imbarazzato ora più che mai, deglutì sonoramente: la
principessa aveva un’espressione così innocente che era praticamente
impossibile mentirle.
“Ah…io…credo
fosse qualcosa di molto importante. Sapete, Aisleen, quando regnavamo su Narnia
mia sorella era sicuramente la più saggia fra tutti e quattro. Anche se ero io
a prendere le decisioni finali, in qualità diRe Supremo di Narnia, mi affidavo
sempre a Susan e ai suoi preziosi consigli. Lei prendeva ogni decisione riflettendo
a lungo e basandosi esclusivamente su ciò che era giusto e ciò che era
sbagliato, in poche parole teneva conto solo di ciò che le dettava la sua
ragione. Non ha mai agito seguendo il suo cuore. Quindi, penso che Caspian
voglia conferire con lei per chiederle qualche consiglio su un’importante
questione!”
Aisleen lo
osservò a lungo, con un dolce sorriso sulle labbra. Poi accennò una risata
cristallina, che lasciò Peter turbato.
“Maestà…”
esordì lei.
“Avevamo
detto Peter, se non ricordo male!” la corresse lui.
“Nel senso
che non avete bisogno di affannarvi in tal modo per tranquillizzarmi su Sua
Maestà e la regina Susan! So perfettamente cosa li lega!”
“Ma
davvero?”
“Sì, sono
innamorati. E non vi è cosa più meravigliosa dell’amore, non siete d’accordo,
Peter?”
Peter le sorrise: ” Ovviamente sì. Ciò che rende felice mia sorella rende felice anche
me. Ma a voi sta bene? Tutto sommato si tratta del vostro futuro marito!”
“Certamente!
Non sono neanche lontanamente entusiasta di questo matrimonio. Non pensate
male, io stimo moltissimo Sua Maestà re Caspian: è un uomo di bell’aspetto,
valoroso e dai modi gentili. Qualunque fanciulla aspirerebbe a essere la sua
regina. Ma è anche vero che chiunque si accorgerebbe dei sentimenti del re per
la regina Susan.”
“Allora,
perché avete accettato di sposarlo?”
“Io non ho
accettato assolutamente nulla. È stato mio padre a impormi questo matrimonio!”
“Posso chiedervi
come mai?”
“Qualche
mese fa, mio padre, di ritorno da un viaggio nella terra di Calormen, ha
improvvisamente pensato che sarebbe stato magnifico se avessi sposato il re di
Narnia. Io ho provato a oppormi, ma c’era qualcosa in lui di talmente diverso
che mi ha fatto quasi paura e non ho avuto il coraggio
di andare contro la sua volontà!”
Peter si
fermò e Aisleen lo imitò.
“In che
senso diverso?”
“Mio padre
è sempre stato molto dolce e premuroso nei miei confronti. Poi, tutto d’un
tratto, dopo il suo viaggio è divenuto scontroso e sembrava aver un solo scopo,
cioè quello di farmi sposare Caspian. Non so cosa gli sia
successo!”
“Non avete
indagato?” chiese lui, guardandola preoccupato.
Lei distolse lo sguardo, rivolgendolo distrattamente verso il fiume: “Perdonatemi,
Peter, ma non sapevo proprio cosa fare. Vedevo mio padre così diverso e strano che ho
pensato solo di accontentarlo in tutto ciò che mi chiedeva!”
Aisleen sembrò
sconvolta mentre gli raccontava la sua storia e Peter si maledì per averla messa
a disagio. Così le passò un braccio attorno le spalle
e la strinse a sé.
“No, sono
io a dovervi chiedere scusa! Non avrei dovuto farvi agitare in questo modo!”
“D’accordo,
Peter. Accetto le vostre scuse!”
“Non siete
in collera con me?”
“Certo che
no! Non potrei mai essere in collera con voi, Peter!”
Detto
questo gli rivolse un sorriso teneramente malizioso, cosicché Peter si sentì
nuovamente arrossire, mentre lo stomaco fece una capriola all’indietro.
“Ah…molto
bene. Che ne dite di tornare, Aisleen? Devo
controllare che Ed non stia disturbando troppo il povero Briscola!”
“Certamente,
Peter!”
Un po’ in ritardo, ma ce l’ho fatta
a pubblicarlo! Spero vi sia piaciuto, ma non credo che sia il migliore che
abbia scritto. Il prossimo si intitola “Doubtfulking”. Se non riesco a pubblicare il prossimo prima di
Natale, il che è molto probabile,vi auguro Buon Natale!!!!
Ringraziamenti…
Clacly:wow, grazie per la
recensione, sei stata molto gentile. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto!
Junna:che super recensione!
Ti ringrazio molto per le parole gentili! Fai bene a fidarti di Aslan, brava!
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Bibina_88: grazie anche a te per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti
sia piaciuto.
Ashley96: ti ringrazio per aver recensito lo scorso capitolo. Spero ti sia
piaciuto anche quest’ultimo.
Rubs: ti ringrazio per la bella
recensione. Apprezzo il consiglio che mi hai dato e come hai potuto leggere c’è
qualche scena in più con Lucy e Edmund. Ma avranno più spazio anche negli altri
capitoli. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Su re Alastair…non è
proprio come hai detto tu, ma ci avviciniamo…
Fanny91: ti ringrazio per la recensione. Sono contenta che questa storia ti stia
piacendo.
xSeryChanx: grazie per la tua recensione. Non
preoccupati, la storia finirà prima o poi. Credo che arriverò a 17 capitoli.
Un pallido
raggio del sole appena sorto fece capolino tra le tende della camera da letto di
Caspian. E un po’ controvoglia il giovane re aprì gli occhi: aveva passato la
notte insonne, rigirandosi continuamente nel letto, ed era riuscito ad
addormentarsi solo qualche ora prima.
Caspian
sospirò, si sdraiò sulla schiena e si passò una mano sul viso, abbandonandola
poi sulla fronte. Il motivo della sua insonnia era davvero più che ovvio: la
notte scorsa, non appena si era ritrovato da solo, nella sua stanza, aveva
ripensato alla gita appena terminata. La sua sorpresa era piaciuta a tutti. Ma
la sorpresa più grande l’aveva ricevuta lui. Infatti, non era stata tanto la
gita a occupargli i pensieri in quella notte, quanto le parole di
Susan.
La sua
Susan che lo amava ancora…
La sorpresa
più bella e nello stesso tempo così inopportuna.
Susan non
avrebbe dovuto dirgli quelle cose, non ora che Caspian stava cominciando
lentamente ad abituarsi all’idea di sposarsi con Aisleen. E se da un lato
desiderava ardentemente poterle rivelare i suoi sentimenti per lei, dall’altro
non poteva farlo per via della minaccia di re Alastair e della condizione di
Aslan.
Sospirando
nuovamente, Caspian si mise a sedere: l’unica sua consolazione, in quel momento,
era che, con certi pensieri, neanche il più saggio dei re avrebbe dormito sonni
tranquilli.
Ma
continuare a pensare ai suoi problemi non lo avrebbe portato a una soluzione.
Così si alzò e si preparò per affrontare una nuova giornata da re di
Narnia.
A proposito
di re di Narnia…lui non era certo l’unico sovrano presente in quel castello. Ce
n’erano altri 4. E in particolare Caspian aveva bisogno di parlare con Peter,
sicuramente lui lo avrebbe aiutato.
Perciò si
recò subito nella sala del trono, dove lord Cornelius attendeva il re per
discutere gli impegni del giorno.
“Buongiorno, Vostra Maestà!” lo
salutò lui, con un inchino.
“Buongiorno
a voi, lord Cornelius!”
“Mi auguro
che Vostra Maestà abbia trascorso una notte tranquilla!” esclamò il
dottore.
Sbuffando,
Caspian si abbandonò sul suo trono: “Al contrario. Ho passato una notte agitata
e insonne!”
“Ammetto
che ciò non mi sorprende. Sua Maestà sembrava molto nervoso ieri sera, al
ritorno dalla gita. Forse vi siete stancato troppo, sire!”
“Nient’affatto, dottore. Non ero
stanco. Avevo solo troppi pensieri per la testa. Per questo motivo dovrei
chiedervi un favore, lord Cornelius.”
“Tutto ciò
che Vostra Maestà desidera!”
“Vi prego
di condurre qui Sua Maestà il Re Supremo. Ho urgente bisogno di conferire con
lui!”
“Sarà
fatto, Maestà!”
Lord
Cornelius si congedò da Caspian e uscì dalla sala. Sua Signoria, invece, seduto
sul suo trono, attese impaziente di chiedere consiglio a Peter e giungere al più
presto a una soluzione.
Quando dopo
pochi minuti il Re Supremo entrò nella grande sala, non vi era alcun rumore,
eccetto quello delle dita del re che tamburellavano sul bracciolo del trono,
segno del suo evidente nervosismo.
“Caspian,
mi hai mandato a chiamare?” chiese Peter, intromettendosi nelle riflessioni del
re.
Caspian lo
guardò e sorrise: “Sì, ti ringrazio di essere venuto e mi scuso per l’ora; ma
avrei bisogno urgente di un tuo consiglio!”
“Riguardo
cosa esattamente?”
Caspian
fissò a lungo gli occhi azzurri di Peter che erano così simili a quelli di
Susan…e il suo sguardo cristallino aveva un potere incredibile su Caspian.
Bastava che i suoi occhi incrociassero per pochi secondi quelli della giovane
regina e la sua concentrazione svaniva, mentre l’agitazione prendeva possesso di
lui. Caspian scosse il capo, si alzò e si sedette sugli scalini davanti al
trono.
“Susan…”sospirò.
Peter
sorrise fra sé e si sedette accanto a lui: “Sì, certo…come mai non l’ho capito
subito?”
“Già…”
“Allora,
quale sarebbe il problema?”
“Ieri,
quando vi ho chiesto di lasciarci da soli, Susan ed io abbiamo parlato. Io le ho
chiesto scusa per averla offesa. Ma poi lei mi ha detto
che…che…”
“Che cosa
ti ha detto, Caspian?”
Caspian si
voltò a guardarlo seriamente.
“Che è
innamorata di me!”
Peter
sospirò, molto sollevato per quella notizia.
“Finalmente, Sue ce l’ha fatta! Ma,
in verità, non vedo dove sia il problema…”
“Ci sono
molti problemi!- sbottò Caspian, scattando in piedi- Primo fra tutti la condizione posta da
Aslan!”
Effettivamente Caspian non aveva
tutti i torti. Ma a Peter bastarono pochi minuti di riflessione per arrivare a
una soluzione accettabile.
“Hai
ragione, Caspian, ma rifletti bene sulle parole di Aslan. Lui ti ha
semplicemente detto che per farci tornare avresti dovuto accettare di sposare
Aisleen, non di sposarla!”
Caspian
inarcò le sopracciglia e lo guardò perplesso: “Cosa
significa?”
“Beh, tra
accettare di sposarsi e sposarsi effettivamente c’è una bella differenza. Aslan
ti avrebbe detto subito si sposare Aisleen, non semplicemente di accettare la
proposta di suo padre. Quando qualcuno accetta di fare qualcosa, alla fine può
sempre cambiare idea!”
“In
effetti, se la vediamo in questo modo, allora il problema non sussiste! Ma ho
l’impressione che sia sorto un secondo problema!”
Peter lo
guardò, sorpreso: “E quale sarebbe?”
“La sera
del ballo ho avuto una piccola e inquietante conversazione con re Alastair: mi
ha detto che se nella data stabilita per il matrimonio io non sposerò sua
figlia…lui attaccherà Narnia!”
Peter
strabuzzò gli occhi, totalmente incredulo per l’affermazione di
Caspian.
“Attaccherà
Narnia?”
“Esattamene! Significa guerra! Se
non sposo la principessa Aisleen, Archen dichiarerà guerra a
Narnia!”
“Ma…come è
possibile? Non possiamo riportare la guerra a Narnia.”
“Lo so
perfettamente, anche se questo significherà per sempre l’infelicità di Susan, di
Aisleen e la mia, ovviamente! Un sovrano non può concedersi il lusso della
felicità eterna con la persona amata!”
“La
felicità non è un lusso, Caspian, è un diritto a cui ognuno di noi può
aspirare!” esclamò Peter, scattando in piedi.
Caspian si
mise le mani fra i capelli: “Ma come faccio ad affrontare una guerra sicura? Non
ne ho il coraggio…”
Peter non
rispose e guardò fuori dalla finestra con aria pensierosa, le mani dietro la
schiena. In quel momento era tornato a essere il Re Supremo, il Magnifico, il
valoroso, il saggio…
“Hai detto
anche la felicità di Aisleen?” domandò Peter, sempre più
pensieroso.
“Sì!”
“Cosa
intendevi dire?”
“Che
neanche lei è entusiasta di questo matrimonio. Sembra che sia innamorata di
qualcun altro…”
Peter non
si scompose, anche se la notizia era decisamente più che piacevole. Certo, non
era sicuro fosse lui quel qualcun altro. Ma d’altra parte la speranza era
l’ultima a morire.
“Parli
seriamente?”
“Ma certo!
È davvero così!”
“Quindi
sapevi che la principessa Aisleen è stata costretta da suo padre ad accettare
questo matrimonio?”
“No, ma
l’avevo intuito dopo che lei mi ha confessato di amare un’altra
persona!”
Peter si
voltò a guardarlo, l’espressione più preoccupata che mai.
“Caspian,
ieri, durante la gita, la principessa mi ha confidato che ha accettato di
sposarti solo per un improvviso cambiamento del padre!”
“Che cosa
intende con cambiamento?” “Non saprei con precisione. Lei mi ha raccontato di
essere a conoscenza dei tuoi sentimenti per Susan; dopodiché mi ha detto che suo
padre è cambiato totalmente dopo un viaggio a Calormen e lei ne ha avuto paura.
Così si è sentita costretta ad accettare la sua proposta!”
Anche
Caspian sembrò preoccuparsi quanto Peter: “Quindi, tu cosa ne
deduci?”
“E’ ovvio
che deve essere successo qualcosa a re Alastair durante il viaggio e noi abbiamo
il dovere di scoprire cosa ha determinato questo cambiamento
improvviso!”
Il morale
di Caspian sembrava essersi risollevato improvvisamente: “Qual è il tuo piano,
Peter?”
“Oramai è
chiaro che né tu né la principessa desideriate sposarvi. Di conseguenza, la cosa
migliore da fare è annullare il matrimonio, cosicché Edmund ed io possiamo
accompagnare la principessa Aisleen al castello di Anvard e indagare su cosa sta
accadendo al sovrano di Archen.”
“E io cosa
dovrei fare qui? Aspettare che inizi la guerra?”
Peter
scrollò le spalle: “Beh, in un certo senso sì. Tu, Susan e Lucy comincerete ad
organizzare le truppe per un’eventuale guerra!”
Caspian si
voltò verso la finestra e guardò l’orizzonte, mentre il sole si dirigeva
lentamente verso il punto più alto del cielo. Il suo sguardo cadde in mezzo al
prato, dove la regina Susan si esercitava con il suo arco. Le sue frecce non
mancavano mai il bersaglio. Così come non avevano mancato il suo cuore. E se
ogni cosa avveniva per un motivo, allora anche il loro amore aveva uno scopo e
non poteva svanire come una bolla di sapone. Così, alla fine, il re
sospirò.
“D’accordo!
Agiremo come da te programmato!”
*****
Susan
sistemò una freccia sull’arco, socchiuse gli occhi, prendendo la giusta mira, e
scagliò la freccia che sibilò nell’aria e andò a conficcarsi nel bel mezzo del
bersaglio. Era decisamente il rimedio migliore per i pensieri
negativi.
La regina
abbassò l’arco e, in quell’istante, sentì qualcuno battere le mani alle sue
spalle. Perciò si voltò, notando la principessa Aisleen, che le stava rivolgendo
un inchino e un sorriso molto dolce.
“Ottimo
tiro, Maestà! Siete davvero in gamba con l’arco!”
“Vi
ringrazio, principessa!”
Aisleen si
avvicinò alla regina Susan: “Sapete, invidio molto la vostra abilità, come
invidio il fatto che abbiate combattuto in ben due
battaglie!”
Susan non
lasciò trasparire alcuna emozione dal viso, ma distolse lo sguardo da quello
della principessa.
“Le
battaglie non sono mai belle!- esclamò poi, preparando una nuova freccia
sull’arco- Non ne vado fiera!”
Detto
questo, scagliò la freccia che andò a conficcarsi proprio accanto
all’altra.
“Oh, ne
sono convinta. Ma quello che intendevo io era che avete fatto qualcosa per il
vostro regno. Mio padre non me lo avrebbe mai concesso! Da quando ero piccola mi
ha sempre tenuta in casa a studiare, a ricamare e a imparare le buone maniere di
una principessa!”
“Principessa, dimenticate che io non
sono nata né cresciuta qui. Probabilmente avrei avuto anch’io la vostra stessa
sorte! Come, d’altronde, mia sorella Lucy! Ma, conoscendola, avrebbe adorato
tutto questo!”
“E, se
foste nati e cresciuti tutti e quattro qui, cosa sarebbe successo ai vostri
fratelli?”
Susan trovò
la domanda strana, ma, pensando che fosse alquanto scortese fare scena muta, si
affrettò rispondere.
“Dunque,
vediamo, Ed probabilmente non sarebbe cambiato molto. Credo che si sarebbe
divertito a crescere qui, in mezzo alla natura, tra balli e duelli. Sì, gli
sarebbe piaciuto!” rispose Susan, sorridendo fra sé.
“E…Peter?”
chiese Aisleen, timorosa.
Susan
appoggiò l’arco a terra e, pensierosa, si portò un dito sulle labbra: “Peter…non
so, forse anche a lui sarebbe piaciuto vivere qui. Sicuramente non ci sarebbe
stata la guerra del nostro mondo a turbarlo, nostro padre non sarebbe partito
per il fronte e Peter non avrebbe avuto tutte quelle responsabilità che l’hanno
fatto crescere troppo in fretta.”
Aisleen
sembrava decisamene interessata: “Cosa significa?” “Con l’assenza di nostro
padre, Peter è diventato l’uomo di casa, il capo famiglia. E tutti noi ci siamo
affidati a lui, a parte Edmund. Con lui, Peter ha sempre avuto un rapporto
conflittuale. Il quale, però, si è risolto proprio qui, a Narnia.” “Quindi,
adesso, va tutto bene fra loro?”
“Oh,
certamente! Ogni tanto capita che ci sia ancora qualche battibecco fra loro, ma
tra fratelli è normale.”
“Anch’io
avrei voluto dei fratelli. Invece, al castello di Anvard sono sempre stata sola.
Mio padre e mia madre, per quanto fossero disponibili e gentili con me, erano
sempre in viaggio. E io non avevo altra compagnia di quella della mia
istitutrice!”
Susan
appoggiò una mano sul braccio della principessa: “Non dovete preoccuparvi. Una
volta sposati, Caspian non vi lascerà mai sola. Non è da lui. Sarete in cima al
suo cuore e nei suoi pensieri in ogni attimo della
giornata.”
Dire quelle
cose le causò un dolore lacerante al cuore, ma la regina non lo fece notare alla
principessa, o almeno questo era ciò che lei credeva. Perciò prese nuovamente
l’arco fra le mani e sfilò una freccia dalla faretra.
Aisleen la
guardò, gentilmente: “A proposito di Sua Maestà, vorrei chiedervi una
cosa!”
“Dite pure,
Altezza!” disse Susan, prendendo la mira, pronta a
scagliare.
“Se vi
confidassi che non ho alcun sentimento d’amore per Sua Maestà, voi come
reagireste?”
La mano di
Susan ebbe un fremito nel momento in cui lasciò andare la freccia e questa mancò
totalmente il bersaglio, conficcandosi nel terreno a decine di metri di
distanza.
Sul viso di
Aisleen nacque un sorriso spontaneo, mentre Susan, incredula, si sentì
stranamente felice, nonostante avesse vistosamente mancato il suo bersaglio. E
per pochi istanti la regina rimase immobile, con l’arco ancora sollevato e il
respiro lievemente affannato. Quando riuscì a calmarsi, abbassò la sua arma e si
voltò verso la principessa, con le gote leggermente
arrossate.
“Ecco…io…non capisco perché state
dicendo queste cose proprio a me!”
“Oh, sì, lo
sapete perfettamente. Anche se sposassi re Caspian, non sarei io ad avere il
primo posto nel suo cuore e nei suoi pensieri. È talmente evidente che lui sia
innamorato di qualcun’altra!”
“Io non ne
sono così convinta!” sbottò Susan, ricordando le parole del re del giorno
prima.
“Al
contrario, io sì. E sappiate che neanche lui è in cima ai miei pensieri. Credo
di avere già qualcuno nel mio cuore!”
Susan la
guardò sorpresa: “Sul serio?”
“Oh, sì.
Sarebbe un segreto, ma a voi posso confidarlo!”
“Dunque chi
è il vostro amato?” Aisleen arrossì: “Vostro fratello
Peter!”
“Peter?”
domandò Susan.
“E’ così!
Credo sia stato un amore improvviso, sbocciato nel momento in cui l’ho visto per
la prima volta!”
Susan
contemplò l’espressione della principessa, che sembrava molto dolce, come quella
di qualsiasi fanciulla innamorata. Dopodichè sorrise.
“Sono molto
felice per voi. Davvero non sapete neanche quanto! Ma come farete con
Caspian?”
“Beh, lui
sa già che provo dei sentimenti d’amore per qualcun altro. Ma, nella sua
opinione, un sovrano deve saper sacrificare la propria felicità per il bene del
suo regno!”
“Che cosa
significa? Vuole comunque sposarvi?”
“A quanto
pare sì!” rispose la principessa, incupendosi
improvvisamente.
Così Susan
ribattè, ansiosa: “Ma voi non dovete permetterlo! Insomma, ne va della vostra
felicità!”
“Avete
ragione, ma non ho altra scelta!”
“Sì,
invece. Abbiamo tutti una seconda scelta!” esclamò una voce alle loro
spalle.
Susan ed
Aisleen si voltarono e videro il re di Narnia, Caspian, più bello che mai,
baciato dal sole. Aisleen si inchinò rispettosamente, ma il re la invitò a
rialzarsi.
“Caspian!
Si può sapere che sta succedendo?” chiese Susan, nervosa.
“Vi prego
di perdonarmi, principessa Aisleen, ma vorrei portare con me Sua Maestà! Devo
parlare con lei!”
“Fate pure,
sire! Sua Maestà ed io avevamo concluso il nostro
discorso!”
“Magnifico!”
Così
dicendo, Caspian porse la mano destra a Susan, che lo guardò
titubante.
“Vogliamo
andare?”
Dopo aver
esitato qualche attimo, Susan annuì e appoggiò la mano in quella di Caspian. E
insieme si diressero verso l’interno del castello.
Salve a tutti! Allora, passato bene
il Natale? Mi scuso per il ritardo! Il prossimo capitolo si intitola “Royal
council”, il consiglio reale. Avremo tutti i re riuniti a discutere di questioni
importanti. Nel frattempo, buon anno a tutti!!
Ringraziamenti:
clacly:
ahahah, sono contenta che ti sia
piaciuta la parte del picnic. Il cibo è una parte importante della nostra vita.
Comunque spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.
bibina_88: grazie mille per la recensione.
Spero tanto che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Le cose si sistemeranno
sicuramente per le due coppiette.
junna: grazie per la recensione. Forse hai
ragione, la frase che hai citato deve essere il riflesso inconscio di orgoglio e
pregiudizio. Anch’io sono un po’ fissata con il film, è davvero bello. Neanche a
me piaceva mosca cieca e ovviamente non mi è mai capitata la fortuna di Susan di
ritrovarsi fra le braccia uno come Caspian. Ma che ci possiamo fare? Beh, spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto…
xSerychanx: grazie per la recensione. Non sei
l’unica a voler essere al posto di Susan. Sigh… vabbè, spero che il capitolo ti
sia piaciuto!
Susan non
riusciva a capire dove la stesse portando Caspian, ma
improvvisamente il re aveva accelerato il passo.
A quella
domanda, Caspian si voltò verso la regina e le sorrise: “Nel mio rifugio
segreto!”
“Nel tuo cosa?”
“Aspetta e
vedrai!” la rassicurò lui.
Susan
continuò a guardarlo, perplessa. Poi, finalmente, si rece conto della mano di
Caspian che stringeva la sua e arrossì tutto d’un tratto.
“Ma…ecco…mi
chiedevo se fosse opportuno andare in giro per il castello così!” esclamò
Susan, imbarazzata.
“Così
come?”
“Beh, mano
nella mano!”
Caspian
posò lo sguardo sulle loro mani intrecciate: “A te da fastidio?”
Susan,
arrossendo ancor più violentemente, si affrettò a rispondere.
“No, no,
certo che no!”
“Allora, va
bene così!” esclamò lui, con un sorriso da mozzare il fiato.
Susan chinò
il capo e non disse più niente: si lasciò condurre da Caspian, docile come un
agnellino.
Finalmente
arrivarono davanti a una piccola porta di legno su cui era stata intagliata
l’immagine di una quercia dalla folta fronda, con i cardini d’oro massiccio.
Caspian appoggiò la mano libera sul pomello d’oro e, prima di aprire la porta, si
voltò verso Susan. La regina gli rimandò un sorriso dolce e il re aprì la
porta.
Con un
gesto della mano Caspian invitò la regina ad entrare e Susan, passando davanti
a lui, entrò. Caspian la seguì e chiuse la porta dietro di sé.
La sala era
piccola e tre quarti delle pareti erano costituiti esclusivamente da finestre,
dietro cui si estendeva un panorama mozzafiato: la
foresta a nord del castello, con le sue sfumature verdi, e dietro questa le
montagne, dalle cime innevate, che si ergevano verso il cielo azzurro. Ma ciò
che più di tutto colpì l’attenzione della regina Susan fu la presenza di
quattro statue a grandezza naturale che ritraevano i leggendari sovrani di
Narnia.
“Ma
questi…” iniziò Susan, raggiungendo il centro della sala e guardandosi intorno.
“Sì, siete
voi!”
“E’
incredibile!”
Susan si
avvicinò alla statua di Edmund e le parve di risentire la voce di Aslan,
durante la loro incoronazione.
Dal grande bosco dell'
ovest, re Edmund, il Giusto!
Edmund era
stato ritratto con la sua corona sul capo e una spada puntata a terra. Ed era
davvero uguale a suo fratello: la stessa espressione infantile ma, nello stesso
tempo, in via di maturazione.
Poi Susan
raggiunse la statua di Peter.
Dal limpido cielo del nord ecco re
Peter, il Magnifico!
Peter, con
la sua espressione fiera e il suo portamento regale, indossava la corona e il
mantello che gli ricopriva le spalle. In una mano sorreggeva lo scudo con il
leone e con l’altra la sua spada: i regali di Babbo Natale. Susan, lo sguardo
puntato sulla statua, sorrise fra sé. Peter era nato per essere re.
Verso est
c’era la statua di Lucy.
Dallo splendido mare dell'est la regina
Lucy, la Valorosa!
Lucy era proprio carina,
con il suo bel vestitino e la sua coroncina. Tra le mani teneva la fialetta con
il liquido per curare i feriti e, legato alla cintura, c’era il suo piccolo
pugnale. Il suo visino era ancora un po’ paffutello, ma in via di sviluppo e
molto fine: i suoi occhi e il suo sorriso erano i più dolci che
Susan avesse mai visto.
Infine, ecco la sua
statua.
Dallo splendente sole del sud la regina
Susan, la Gentile!
Lei era stata ritratta,
come i suoi fratelli, con la corona sul capo, e i capelli leggermente mossi
ricadevano dietro le spalle. Sulla schiena portava la faretra con le frecce, in
mano l’arco e legato al fianco il suo corno.
Susan restò a guardare la
propria statua, senza dire nulla. Aveva sempre pensato che fra tutti e quattro
lei era la meno adatta a essere regina. Persino in quel momento le faceva uno
strano effetto vedere se stessa vestita in quel modo. I suoi fratelli avevano
l’espressione e il portamento adatti, ma lei no. Si era sempre sentita a
disagio, anche se non lo dava a vedere. Eppure sapeva comportarsi come una vera
regina e tutti la rispettavano come tale. La verità era che lei sapeva essere
regina solo grazie ai suoi fratelli e a Caspian.
Poi si accorse dello
sguardo dolce del re posato su di lei e tornò a guardarsi intorno.
“Perché mai ci sono
queste statue?”
Caspian
si avvicinò a lei: “Le ho commissionate ai più bravi artigiani. Dopodiché le ho fatte sistemare qui. Questa
stanza è a mio personalissimo uso, nessuno può entrare. La uso per riflettere e
prendere decisioni importanti per il regno. E, sapervi in qualche modo accanto
a me, mi aiuta a prendere la decisione migliore. È come se riuscissi a
percepire la determinazione di Peter, l’innocenza di Lucy, la correttezza di
Edmund e…il tuo amore!”
“Caspian…” mormorò lei,
quasi inconsciamente.
Ma non voleva
interromperlo, non ne aveva alcuna intenzione, perché sarebbe volentieri
rimasta per sempre lì, ad ascoltare la sua voce suadente rivolgerle quelle
parole stupende.
“Non era come averti di
nuovo qui, ma almeno potevo vederti ancora. Mi mancavi terribilmente!- esclamò Caspian,
prendendole entrambe le mani e attirandola a sé- E credo che sia giunto il
momento di dirti tutta la verità!”
“La verità su che cosa?”
domandò lei, leggermente in imbarazzo.
“La verità sul perché
siete tornati qui anche tu e Peter!”
Susan si scostò
dall’abbraccio e lo guardò negli occhi, vicinissima al suo viso: “E quale
sarebbe?”
Caspian aprì la bocca per
rispondere, ma in quell’istante qualcuno bussò alla porta. Perciò sospirò e
andò ad aprire.
Nella piccola sala
entrarono Peter, Aisleen, Edmund e Lucy, i quali furono tutti sorpresi di
notare le quattro statue.
“Caspita, queste sì che
sono delle belle statue!” commentò Edmund, correndo a guardare la sua statua.
“Hai fatto le cose alla
grande, eh, Caspian?” esclamò Peter.
“In effetti, sì.
Dopotutto mi avete aiutato a sconfiggere re Miraz! Ho voluto farvi un piccolo omaggio!”
“Allora, grazie mille!”
disse Edmund.
“Sì,
grazie. Sono
bellissime!” disse Lucy, entusiasta.
“Bando
alle ciance. Caspian ci ha convocato qui con urgenza per discutere di una
questione importante!” disse Peter.
“Di cosa si tratta?”
domandò Lucy, preoccupata.
“Riguarda il vostro
ritorno a Narnia e il mio matrimonio!”
“Caspian, non fare tanto
il misterioso e vieni al sodo!” sbottò Peter, ansioso.
“Sì, hai ragione, non
abbiamo tempo da perdere. Ho aspettato che Aslan tornasse per chiedergli di
farvi tornare, perché sentivo la mancanza di Susan. Io sono innamorato di lei,
lo sono sempre stato in questi anni e non potevo sopportare l’idea che non
sarebbe più tornata da me. Perciò ho implorato Aslan di farvi tornare tutti e
quattro. Ma lui ha posto come condizione che io accettassi la proposta di re
Alastair di sposare sua figlia!”
All’improvviso tutto era
più chiaro per Susan ed era anche meraviglioso. Caspian l’amava davvero.
Probabilmente in quel momento sul suo viso si era dipinta una
espressione da ebete, ma a Susan non importava poi molto. Non le
importava più di nulla, perché ora aveva ciò che desiderava con tutto il suo
cuore.
“Ora
capisco. È per questo che avete accettato di sposarmi!” disse la principessa
Aisleen.
“Proprio così! Ma il problema non è questo!”
“No? E quale sarebbe?” chiese Lucy.
“Re Alastair ha
minacciato di dichiarare guerra a Narnia se io non sposo sua figlia!”
Dopo quella affermazione
nessuno parlò per qualche minuto: il silenzio li avvolse.A parte Peter, erano tutti esterrefatti.
“Sì, direi che questo è
un bel problema!” commentò Edmund.
“Mio
padre che vuole la guerra? Ma è totalmente inconcepibile! Lui ha sempre odiato
la guerra!” esclamò Aisleen, quasi inorridita.
Peter la guardò
estremamente preoccupato: “Eppure è così, principessa!”
“Dunque che cosa facciamo,
a questo punto?” chiese Lucy.
“L’idea era questa!-
iniziò a dire Peter- Caspian annullerà il matrimonio.
Edmund ed io accompagneremo la principessa Aisleen al castello di Anvard, mentre Caspian, Susan e Lucy rimangono qui ad
organizzare le truppe di Narnia. Così, nel caso in cui re Alastair volesse
attaccare seriamente Narnia, non ci faremo trovare impreparati. Nel frattempo,
Edmund ed io, con l’aiuto della principessa, potremo indagare su ciò che sta
accadendo a re Alastair.”
“In che senso?” chiese
Edmund.
“La principessa Aisleen
ritiene che suo padre abbia qualcosa di insolito.- disse Peter, appoggiando una
mano sulla spalla della principessa- Deve essergli accaduto qualcosa durante il
suo ultimo viaggio a Calormen. E nessuno meglio di lei lo conosce. Caspian ed io
siamo d’accordo. Voi cosa ne pensate?”
“Approvo
in pieno! È giusto provare a capire cosa si nasconda dietro il suo comportamento
anomalo!” rispose Susan, mentre Caspian le rivolgeva il più adorante degli
sguardi.
Lucy annuì energicamente:
“Sì, sono d’accordo!”
“Quando partiamo?”
domandò Edmund, convinto.
“Bene,
allora è deciso! Vado ad informare lord Cornelius, cosicché possa organizzare il
vostro viaggio!” esclamò Caspian.
“Io, nel frattempo,
preparerò i bagagli!” disse la principessa Aisleen.
“Se volete vi do una
mano!” propose Lucy.
Aisleen
le sorrise: “E’ molto gentile da parte vostra, Maestà, e sarebbe un onore per
me. Ma ho
le mie ancelle!”
“Non vi preoccupate. Mi
farebbe piacere aiutarvi. Inoltre, non ho assolutamente
niente da fare!” insistette Lucy.
“Se proprio insistete,
Maestà, accetto il vostro aiuto!”
“Io, invece, vado a
raccogliere i miei effetti!” annunciò Edmund.
Fu così che nel piccolo
rifugio di Caspian rimasero solo Susan e Peter. I due fratelli si guardarono
negli occhi per qualche attimo, in silenzio.
Poi fu Susan a parlare
per prima.
“Peter, è andata
veramente così?” chiese titubante.
La scoperta appena fatta
era così bella che Susan non riusciva ancora a crederci e voleva essere sicura
che fosse vera. Non voleva che Caspian le sfuggisse nuovamente dalla mani. Aveva commesso questo errore una volta e non
l’avrebbe ripetuto.
“Cosa?”
“Caspian ci ha richiamati
perché voleva rivedermi?!”
Peter
ridacchiò: “Ma certamente! Caspian ti ama davvero. Perché dubiti di lui?”
Susan chinò il capo, guardando
per terra e sospirando.
“Non so, è da quando sono
tornata a Narnia, che continuo a sentirmi così piena di dubbi, prima sui miei
sentimenti, poi su Caspian!”
“Susan, cara sorella, tu
presenti tutti i sintomi dell’amore! È così normale quello che provi! -esclamò Peter, ridacchiando- Ma sono sicuro che andrà tutto bene!”
Susan inarcò un
sopracciglio e guardò il fratello, con un sorriso divertito sulle labbra. Non
era certo l’unica a presentare tutti i sintomi dell’amore.
“A proposito di amore,
non ti ho mai visto così coinvolto da qualcuno che non sia Lucy o Ed o me!”
Peter arrossì lievemente,
assumendo un’espressione così imbarazzata da risultare piacevolmente inedita
per la sorella.
“A…chi ti riferisci, scusa?”
“Oh, lo sai perfettamente
a chi mi riferisco!- ripose Susan, incrociando le braccia sul petto- Alla
principessa Aisleen!”
“Davvero?- esclamò lui,
vagamente- Io non me ne sono accorto!”
Il solito Peter! Tanto
fiero e valoroso come re, quanto restio a parlare di sé e delle sue debolezze.
“Ma
smettila! Si vede lontano un miglio che ti piace!” esclamò Susan, dandogli
una pacca sul torace.
Lo sguardo pensieroso di
Peter si perse per pochi secondi al di là delle finestre, per poi tornare sulla
sorella.
“Oltre a te, l’ha capito
qualcun altro?”
“Non che io sappia! Sicuramente lei non lo sa!”
Peter si abbandonò per
terra, seduto con la testa fra le mani. E Susan, colpita dal suo turbamento, si
sedette accanto a lui, circondandogli le spalle con un braccio.
“E’ così strano, Susan,
quello che provo per lei. Non mi sono mai sentito così. Non è un semplice
affetto, è qualcosa di più: non voglio solo proteggerla o aiutarla, vorrei
stare con lei in ogni momento del giorno e vorrei che sorridesse sempre per me!”
Susan sorrise fra sé e
appoggiò il capo sulla spalla del fratello: “Beh, credo che anche tu presenti
proprio tutti i sintomi dell’amore!”
Peter rise, molto più
sollevato.
“Sì, lo credo anch’io!
Allora, a questo punto, cosa dovrei fare?”
“Dirle tutto, no?”
Peter deglutì, con
un’espressione quasi terrorizzata: “Ah, non so se ne sono capace!”
“Come, il Magnifico
Peter, il Re Supremo di Narnia, il Flagello dei lupi, colui che ha cacciato da
Narnia i giganti…non ha il coraggio di dichiararsi a una fanciulla?” esclamò
Susan, sorpresa, guardandolo negli occhi.
“Beh, se la metti così, in effetti, sembrerebbe una passeggiata per me, ma non
lo è affatto!”
“Perché non hai mai
provato! Ma se cogli l’attimo giusto, la guardi negli occhi e le parli con il
cuore in mano, vedrai che sarà molto facile, sarà, anzi, la cosa più naturale
che tu abbia mai fatto! Perché, tutto sommato, l’amore fa parte della nostra
natura!”
“Noto che la tua
insicurezza è sparita del tutto.”
Susan
sorrise, lusingata: “Sapere che anche il mio fratellone è così pieno di timori
in amore mi ha tranquillizzata molto! Dopotutto per me, per Ed e per Lucy tu sarai sempre un importante
punto di riferimento!”
“Già, una grande
responsabilità!”
“Un’enorme
responsabilità. Ma tu hai sempre fatto un ottimo lavoro!” esclamò lei, dandogli poi
un bacio sulla fronte.
“Grazie, Sue!”
Peter si alzò e Susan lo
imitò.
“Adesso sarà meglio che
mi prepari anch’io!” disse Peter, dirigendosi verso l’uscita.
“Ah, Peter!”
“Sì?” chiese lui,
voltandosi.
“Hai a disposizione
almeno un intero giorno di viaggio prima di arrivare ad Anvard.
Vedi di approfittarne!”
E, così dicendo, lei gli fece l’occhiolino.
Peter alzò il pollice
della mano destra: “Contaci!”
Ehilà, la befana, ovvero io, non
viene di notte, ma di pomeriggio e porta alle brave persone un nuovo capitolo!
Beh, che dire, siamo quasi in dirittura d’arrivo. Mancano almeno7-8 capitoli.
Il prossimo, intanto, si intitola “True love kiss”. Ma non aggiungo niente!! Non
so se avete capito a cosa mi sono ispirata per la scena iniziale di questo
capitolo, quella di caspian che tiene per mano susan…vi do un indizio: è un manga/anime. Ihih!
Ringraziamenti…
Junna: grazie per la recensione. Sono
davvero contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo. Anche a me piace il
rapporto da cognatini fra caspian
e peter e ovviamente fra susan
e aisleen. Anche se adesso si separeranno per un po’.
Hai ragione, fra un po’ ci sarà un po’ d’azione, già fra due capitoli. Spero
che anche questo capitolo ti sia piaicuto.
Clacly: grazie per la recensione. Eheh, le parole di aslan vanno
prese alla lettera, non parla mica a caso lui!!
Dopotutto è il creatore di narnia!!
E si fa aspettare proprio come un gran divo, ma arriverà nel momento giusto!
Peter e susan…mm, non so se resteranno a narnia. Certo, se facessero i bravi e si comportassero come
due bravi sovrani, magari potrei anche farci un pensierino. Ahah!
Comunque, spero il capitolo i sia piaciuto.
Bibina_88: ti ringrazio per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto. Quelli più avvincenti arriveranno già dal prossimo!
rubs: grazie per gli auguri, che ricambio, e per la bella recensione. Spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Finalmente caspian
diventa un po’ più sicuro di sé!
Tutto era
pronto per la partenza di Peter, Edmund e della principessa Aisleen: i bagagli,
la carrozza, le provviste, un’esigua ma affidabile scorta… mancavano solo i due
Pevensie e la principessa, che si trovavano nel cortile
d’ingresso del castello, insieme a Caspian, alle due regine e ai consiglieri di
Sua Maestà.
“Sono alquanto preoccupata.- disse la principessa- Non vorrei
essere la causa di un’insulsa guerra!”
Peter, con
un profondo respiro, raccolse tutto il suo coraggio e appoggiò una mano sulla
spalla della fanciulla: “Non vi preoccupate, Altezza,
andrà tutto bene! Ve lo assicuro!”
“E poi, cara principessa, dovete sapere che, qualunque cosa
accada, ci sarà mio fratello a proteggervi. Siete in buone
mani!” esclamò Susan.
“Ne sono
convinta!” disse lei, rivolgendo un sorriso al Re Supremo.
Peter
arrossì, ma si riprese, parlando nuovamente: “E, a proposito, Caspian, ti affido
le mie sorelle. Se dovesse accadere qualcosa a Susan o Lucy,
dovrai vedertela con me!”
A quelle
parole, Susan sospirò, mentre Lucy alzò gli occhi al cielo. Caspian, invece,
rispose con il suo sguardo più sicuro e il tono di voce più
fermo.
“Le
proteggerei a costo della mia stessa vita, non devi dubitare di
me!”
“Lo so.
Volevo solo mettere le cose in chiaro!”
Sospirando
nuovamente, Susan si sentì costretta ad intervenire: “Sono convinta che Caspian
abbia compreso esattamente ciò che intendevi, Peter. Ma ricordati che Lucy ed io
siamo perfettamente in grado di cavarcela da
sola!”
Peter stava
per ribattere, quando si intromise Edmund.
“D’accordo,
basta così! Peter, sono sicuro che le ragazze sono in buone mani. Susan, anche
se non fosse così, sappiamo perfettamente che tu e Lucy siete in grado di
pensare a voi stesse senza l’aiuto di nessuno! E, adesso, per favore, andiamo.
Abbiamo un compito importante da portare a termine e non possiamo perdere
tempo!”
“Ed ha ragione, ragazzi!” disse Lucy.
Peter chinò
il capo, rilassandosi: “Sì, perdonatemi!”
“Il fatto è
che Peter, anche se non lo da a vedere, è nervoso come
tutti noi!” commentò Susan, ricevendo un’occhiata gelida da parte del
fratello.
“E’ più che
comprensibile!” si intromise Aisleen, guardando
preoccupata il re in questione.
“Esattamente. Quindi, conto su di voi, Altezza, affinché riusciate a
calmarlo!”
Aisleen
sorrise: “Ci penserò io, Maestà! Non temete!”
Peter arrossì, mentre Susan gli fece
l’occhiolino.
“Adesso,
sarà meglio andare!” disse nuovamente Edmund, che cominciò a salutare le
sorelle.
Caspian,
invece, si rivolse a Peter e Aisleen.
“Spero che
il viaggio sia gradevole e che non ci siano problemi con re
Alastair!”
“Non
preoccuparti per questo! È tutto sotto controllo!”
disse Peter.
Caspian
annuì, pensieroso: “Comunque, Peter, devi fidarti di
me. Non lascerò che accada qualcosa né a Susan né a Lucy. Non potrei mai
perdonarmelo!”
Peter gli sorrise, decisamente più tranquillo, e gli porse una
mano.
“Ne sono
convinto. Mi fido ciecamente di te!”
“Ti
ringrazio!” replicò Caspian, stringendogli la mano.
Dopodiché
Peter salutò le sorelle, abbracciandole entrambe nello stesso
momento.
“Fate molta
attenzione, mi raccomando!” disse lui.
“Anche tu. Sii prudente, per carità!”
esclamò Susan.
Lucy,
invece, gli baciò una guancia: “Torna presto, Peter!”
“Sì!”
E dopo i
saluti e le varie raccomandazioni, la principessa Aisleensalì sulla carrozza, mentre
Edmund e Peter la affiancavano, sui loro destrieri.
Dietro di loro procedevano quattro soldati dell’esercito di Caspian.
Le due
regine e re Caspian guardarono la carrozza e i cavalieri partire e, nel momento
in cui uscirono dal castello, Susan e Lucy notarono quattro topolini salire sul
retro della carrozza. Non erano altri che Ripicì e i suoi
compagni.
“Caspian,
cosa stanno facendo Ripicì e gli altri?” chiese Lucy,
perplessa.
“Stanno
eseguendo i miei ordini!”
“E quali
sarebbero questi ordini?” domandò Susan.
“Di andare
con loro! Quei topolini potrebbero essere molto utili se succedesse loro
qualcosa!”
”Naturalmente hai ragione.- esclamò
Susan- Ma perché non ne hai parlato con
Peter?”
Caspian
guardò le due sorelle: “Perché avrebbe detto che non ce n’era alcun bisogno e
che aveva tutto sotto controllo!”
Lucy
ridacchiò, mentre Susan sorrise e si scambiò uno sguardo con la sorella. Ormai
anche Caspian conosceva molto bene Peter.
“Sì,
avrebbe detto proprio così!”
“Maestà,
vogliamo andare?” intervenne, a quel punto, Briscola, rivolgendosi alla piccola
Pevensie.
“Dove devi
andare?” chiese Susan.
“Ah, già!-
esclamò Lucy, sbattendo la mano sulla propria fronte- Ho promesso a Briscola che lo aiutavo a dare da mangiare ai
cavalli!”
“Ma…-
esclamò Briscola-…se Sua Maestà non approva, posso anche farlo da solo! Le ho
detto molte volte che non è un lavoro adatto a una
regina.”
Susan, con
un sorriso gentile, si affrettò a rispondere: “Oh, no, io ero solo curiosa. Vai
pure, Lucy! Anche io ho qualcosa da fare!”
“Grazie,
Sue!”
E, così dicendo, Lucy e Briscola si
avviarono verso le stalle. Caspian si voltò verso Susan, che era rimasta a
guardare la sorella mentre si allontanava con il nano, e il suo respiro accelerò
rapidamente. Non erano ancora rimasti da soli dopo la sua
dichiarazione…indiretta… Come avrebbe dovuto comportasi?
Ma Susan
non gli lasciò molto tempo per riflettere su come agire, perché girò sui tacchi
e si allontanò. Caspian rimase lievemente turbato, in quanto non gli aveva
rivolto la parola, ma forse conosceva il motivo di quel suo strano
comportamento: lui l’avrebbe seguita e Susan ne era certa.
Così, con
un sorriso stampato sulle labbra, Caspian si affrettò ad affiancare Susan.
“Potrei
sapere qual è il tuo impegno?”
Susan si
voltò a guardarlo e gli sorrise.
“Vorrei
solo fare un po’ di pratica con la spada!”
“E perché
mai?” domandò lui, perplesso.
Susan rise,
ma era una risata senza alcuna gioia: “Perché? Forse per la probabile guerra che
scoppierà fra Narnia e Archen? Diciamoci la verità, anche se me la cavo con arco
e frecce, la spada non è proprio il mio forte! Per questo ho deciso di allenarmi
un po’, nel caso in cui mi ritrovassi in uno scontro diretto con i soldati di
Archen. Le frecce sono scomode da vicino!”
“Non
intendevo questo!” esclamò lui, scuotendo il capo.
“Ah
no?”
“No. Tu non
prenderai parte alla guerra!”
A quelle
parole, Susan si bloccò e Caspian la imitò.
“Come,
scusa?”
“Hai
capito. Né tu né Lucy combatterete con noi. È troppo pericoloso e io ho una
promessa da mantenere con tuo fratello!”
Susan chinò
il capo, respirando a fondo. Caspian aveva cominciato a dare retta a Peter nel
momento peggiore.
“Innanzitutto, ignora la promessa che hai fatto a Peter. Io e
Lucy non abbiamo bisogno della balia da molto tempo, da prima che tu nascessi!
E, secondo, non hai alcun diritto di dirmi cosa fare o
non fare!”
“Io non te
lo sto semplicemente dicendo.- esclamò Caspian, provando a imporre la sua decisione- Io te lo sto ordinando, come re
di Narnia!”
“Beh,
sappi, mio caro re, che non puoi dare ordini a me. Sono
stata una regina di Narnia anch’io. E quando si è re o
regine di Narnia, si è re o regine per sempre. O forse
l’hai dimenticato?”
“Certo che
no.- disse Caspian, chinando il capo e la sua voce fu percorsa da un fremito-
Ma…non posso permettere che ti accada qualcosa. Ho creduto di averti persa per
sempre una volta. Non voglio che succeda ancora!”
Le parole
così inaspettate di Caspian la scossero profondamente. Caspian sapeva
ammorbidirla con poche parole e con il suo sguardo dolce e ingenuo. Ma lei era
pur sempre una regina combattente. Così, appoggiò una mano sulla sua
spalla.
“Caspian,
ti ringrazio molto. Sei davvero gentile a preoccuparti per me, ma quando parli
così è come se non avessi fiducia nelle mie capacità!”
Caspian si affrettò a scuotere il capo
energicamente: “Ti assicuro che non è così! Io ho la fiducia
più totale in te, lo sai bene!”
“Allora, ti
prego, lascia che combatta anch’io, insieme a te, al tuo fianco.- lo implorò
lei, afferrandogli la maglia con entrambe le mani, mentre gli angoli degli occhi
cominciarono a pizzicarle- Impazzirei se restassi al castello, sapendo che tu,
Peter ed Edmund siete in mezzo a una guerra. Non puoi chiedermi di sopportare
tutto questo. Sarebbe crudele da parte tua.”
Caspian la
fissò a lungo e sulla pallida guancia della regina scivolò una lacrima, che si
era ribellata al tentativo di dominarsi della giovane. Il re stava pensando
seriamente a ciò che gli aveva detto Susan e non poteva darle torto: per lei,
come per Lucy, sarebbe stata una vera tortura non poter partecipare alla guerra,
sapendo che i loro cari stavano combattendo. Così, con una mano, asciugò la
lacrima ribelle, prolungando però il tenero contatto con il suo viso, e
sospirò.
“Sei
davvero testarda, regina Susan!” esclamò lui, sorridendo.
“Non più di
te!”
Susan, più
sollevata, arrossì, rendendosi conto di quanto fosse vicina a lui. Perciò si
allontanò da lui e, così facendo, Caspian si sentì come se si stesse
allontanando metà della sua anima. Ormai erano una cosa solae lo sarebbero
stati per sempre. Perciò rise e poi prese le mani di Susan fra le sue,
riavvicinandola a sé.
“Però,
voglio che accetti una mia condizione!”
Susan
annuì: “Tutto quello che desideri!”
“Ti
lascerai aiutare dal sottoscritto!”
“Con la
spada?”
“E’
ovvio!”
“Sì, è una
proposta allettante. Quando
cominciamo?”
“Anche
subito!”
*****
La notte
calò rapidamente su Narnia e Peter decise che si sarebbero accampati prima del
tramonto del sole, in prossimità della biforcazione del grande fiume, appena
fuori dal villaggio di Beruna.
Edmund si
offrì di preparare il cibo per tutti, mentre i soldati sistemavano le tende. La
cena era ottima, Edmund era diventato davvero un cuoco
provetto. Dopo mangiato, Peter decise che avrebbe fatto il primo turno di
guardia. Così, mentre tutti provavano a dormire, Peter si sistemò vicino al falò
acceso per la notte.
Chissà se
ci sarebbe stata veramente la guerra… Chissà se sarebbero sopravvissuti…Chissà
se Aslan li avrebbe aiutati prima o poi…
“Maestà!”
Peter si voltò e vide la principessa
Aisleen. Subito scattò in piedi: non l’aveva sentita arrivare, il che
significava che era davvero soprappensiero.
“Perdonatemi, vi ho spaventato?”
chiese lei, proprio di fronte alla sua tenda.
“No,
affatto. Ma cosa ci fate qui?”
Peter fece
un passo incerto verso di lei, provando a rilassarsi.
“Ho pensato
di farvi un po’ di compagnia! È permesso?”
Peter
sorrise fra sé e le porse una mano: “Solo se abbandonate tutte queste formalità
con me!”
Aisleen
arrossì lievemente e appoggiò una mano su quella di Peter, che la aiutò a
sedersi accanto a lui.
“Allora…grazie mille!” disse lei,
sorridendogli.
Peter,
sentendo le guance prendere fuoco a causa di un suo semplice, meraviglioso
sorriso, si voltò a guardare il falò che scoppiettava
allegramente.
“E di che
cosa? Mi fa piacere avere un po’ compagnia. Anche se non vorrei che ti affatichi
troppo. Il viaggio è stato lungo e stancante! E domani
non sarà molto diverso da oggi, sebbene preveda di giungere ad Archen poco prima del tramonto!”
“Non ti
preoccupare per me. Sto bene. Piuttosto, credo di
essere io a dovermi preoccuparmi per te!” esclamò Aisleen, senza
togliergli gli occhi di dosso.
Peter se ne
accorse e sentì il cuore accelerare, ma cercò di controllarsi. Come faceva Susan
a dominare i propri sentimenti? Per lui sembrava un’impresa troppo
ardua!
“Co-come mai?”
“Mi sembri
un po’ teso, Peter!” rispose lei, appoggiando una mano sul suo
braccio.
Se avesse parlato subito, la sua voce
avrebbe tremato esageratamente. Ma, per fortuna, Peter aspettò un secondo e prese un respiro
profondo.
“E’ vero,
ma chiunque lo sarebbe con la minaccia di una guerra
all’orizzonte.”
“Sei
preoccupato?”
Peter
decise che non poteva continuare a evitare di guardarla. Così si voltò verso di
lei e per un istante gli si mozzò il respiro. Aisleen era davvero la creatura
più incantevole che lui avesse mai visto: era bella perfino di notte, con il
viso illuminato solo dalla luce calda e tremula del falò.
“Io…sono
preoccupato per le mie sorelle e…per te!” disse Peter, ritrovando un po’ del
coraggio del Re Supremo che era in lui.
“Perché?
Fintanto che sarai al mio fianco, sento che non mi può accadere niente di
spiacevole!”
Peter
sorrise, più sollevato dalle parole di Aisleen: “Sono preoccupato per come
reagirai se tuo padre volesse attaccarci!”
“Mio padre
non lo farà mai.- affermò lei, convinta, scuotendo il capo- E anche se fosse così, dopo quello che mi hai detto durante la gita,
vorrà dire che c’è qualcosa che non va in lui.”
“Esatto!”
“Ma sono
sicura che tutto si sistemerà, grazie a te!” esclamò Aisleen, appoggiando il
capo sulla spalla di Peter, che arrossì.
“Ah…sì…certo…”
Era forse
quello uno di quei momenti in cui avrebbe dovuto approfittare della situazione?
Uno dei momenti di cui aveva parlato anche Susan?
“Sai, non
ho mai conosciuto nessuno come te. Un cavaliere così gentile,
valoroso, forte, sempre pronto a rischiare la vita per le persone che
ama!”
Peter sbattè le palpebre, perplesso: “Come fai a
saperlo?”
“Che
rischieresti la vita per i tuoi cari?”
Peter
annuì. Aisleen lo guardò dolcemente e gli accarezzò il viso, avvicinandosi
pericolosamente a lui, che si sentì mancare l’aria.
“Si capisce
dai tuoi occhi. Sono i più dolci che abbia mai visto! Anche
se, a dire il vero, mi piace tutto di te!”
Aisleen
continuava ad avvicinarsi a lui, senza alcun timore, e Peter si sentì
improvvisamente paralizzato, come se non potesse né volesse
muoversi.
“Davvero?”
“Sì!”
E, subito
dopo, delle labbra sottili e rosee si appoggiarono su quelle di Peter, nel più
casto e dolce dei baci.
*****
I raggi del
sole, che brillava alto nel cielo, illuminavano e riscaldavano tutto il
paesaggio. Era una mattina incantevole e il tempo benevolo aveva permesso a
Caspian e Susan di allenarsi all’aperto.
“Bravissima!” esclamò Caspian,
puntando la spada a terra.
Era solo il
secondo giorno di allenamento, ma Susan aveva rivelato
un’abilità notevole nell’arte della scherma.
“Come?”
“Ho detto
bravissima! Non te la cavi affatto male, al contrario
di ciò che pensi tu!”
“Lo pensi
seriamente?” domandò lei, sorpresa.
Caspian
ridacchiò: “Certo, perché mai dovrei mentirti?”
“Giusto!-
disse Susan, convinta- Ma, se non ti dispiace, vorrei provare ancora un
duello!”
“Come voi
desiderate, mia regina!” esclamò lui, inchinandosi
rispettosamente.
“Oh,
Caspian, se ti rivolgi in questo modo a me, come potrei mai
affrontarti?”
“Buono a
sapersi!” esclamò Caspian, rivolgendole uno sguardo di pura
dolcezza.
Susan
arrossì: “Ma…non ne devi approfittare!”
Incurante
delle sue parole, Caspian si avvicinò a lei e prese fra le mani una ciocca di
capelli di Susan.
“Allora,
non devi svelare le tue debolezze al nemico!” ribattè lui, chinandosi e baciando
la ciocca di capelli che profumava di muschio e gelsomino.
Susan si
sentì mancare: aveva letto da qualche parte che baciare i capelli era simbolo di
adorazione. Caspian che l’adorava…chissà per quanto ancora il suo cuore avrebbe
retto. Doveva reagire in qualche modo, eppure si sentiva incapace di compiere
qualunque movimento a causa della vicinanza del suo re.
“Ma…-
iniziò a dire lei, appoggiando una mano sul suo braccio-… fino a prova
contraria, tu non sei mio nemico, o sbaglio?”
La regina
gli rivolse un’occhiata maliziosa e questa volta fu Caspian ad
arrossire.
“No, no,
certo.- si affrettò a rispondere lui-
Allora…ehm…cominciamo?”
Caspian si allontanò da lei e Susan,
ritrovando la concentrazione, sollevò la sua spada in posizione di
guardia.
“Sì!”
Fu così che
Caspian la attaccò, Susan parò e nell’aria le spade vibrarono, producendo un
suono metallico e forte.
“Ottima
parata!” commentò Caspian.
“Aha, mio caro, vietato parlare!”
“Giusto!
Chiedo venia!”
“Concessa!”
Il duello
riprese. Caspian continuava ad attaccarla e Susan parava e, nel frattempo,
indietreggiava sempre di più. Ma la regina non demordeva e i suoi occhi erano
concentrati più che mai. Così, all’improvviso, Susan raccolse tutte le sue
energie e cominciò ad attaccare Caspian. I ruoli si invertirono e Caspian,
sbalordito, arretrò verso i bordi della foresta. Questo incoraggiò maggiormente
Susan, che continuò, imperterrita, ad attaccarlo.
Poi, tutto
ad un tratto, Caspian inciampò in una radice d’albero e Susan, spaventata, si
fermò.
“Caspian!”
“Per la
criniera di Aslan! Questo non me lo sarei mai aspettato!” esclamò il re,
divertito.
“Stai
bene?”
“Sì, sto
bene.”
Caspian
appoggiò la spada per terra e la guardò, sorridendo: “Sei stata veramente
grandiosa! Complimenti!”
Il
complimento era sincero e stuzzicò quel pizzico di vanità che è nascosto in ogni
donna. Perciò Susan gli sorrise, compiaciuta,
abbassando la spada.
“Grazie! Ho
lasciato che tu mi attaccassi, per poi raccogliere tutte le mie forze e sferrare
l’attacco finale!”
“Un’ottima
strategia, davvero! Ma…- disse Caspian, guardandola di
sottecchi-…se non mantieni la concentrazione, qualcuno potrebbe
approfittarne!”
“In che
senso?” chiese lei, perplessa.
Caspian,
con un rapido movimento, si alzò in piedi e sfilò la spada dalle mani di
Susan.
“In questo
senso!”
Susan lo
guardò più sorpresa che mai. Era stato così veloce che se lo ritrovò davanti,
senza neanche rendersi conto del movimento compiuto.
“E, a quel
punto, potresti essere davvero in pericolo!”
“Hai
ragione, scusa!”
“Ma, per
tua fortuna, adesso sei con me e io non ti farei mai del male!” disse lui,
lasciando cadere la spada a terra.
Tutto ad un
tratto, gli occhi di Susan erano diventati una calamita per il giovane re
innamorato, che non potè fare a meno di afferrarle una
mano e avvicinarla a sé. Il cuore di Susan si scatenò nel suo petto, ma la
gentile regina non ci fece caso. In quel momento anche Caspian era diventato per
lei il centro di ogni sua attenzione.
“Lo
so!”
“E…sai
anche perché?” domandò lui, appoggiando la fronte su quella di
Susan.
“Perché sei
un re gentile, dall’animo nobile e il coraggio pari a quello di un
leone!”
Caspian
sorrise, godendo della vicinanza alla sua meravigliosa regina, e scosse piano il
capo.
“No, per un
motivo più semplice.”
Susan
chiuse gli occhi, trattenendo il respiro: attendeva quel momento con grande
ardore da anni…
“Dimmelo,
ti prego…”
“Ti amo
immensamente, mia cara, dolce Susan!”
Con gli
occhi ancora chiusi, Susan sorrise beata al suo più tenero sogno divenuto
realtà; ed era tutto merito del suo gentile, perfettissimo re.
“Ti amo
anch’io!”
“Sì, lo
so!” esclamò Caspian.
Detto
questo, si chinò su di lei e la baciò. Il momento era tanto atteso da entrambi,
sognato da due anni, ma mai veramente sperato. E forse anche per questo fu
davvero il più prezioso dei baci.
Fu come se
non fossero passati due anni, come se non fossero mai stati separati, ma
avessero trascorso ogni giorno l’uno in compagnia
dell’altra.
Quando si
allontanarono, Susan era lievemente arrossita, il che
la rendeva deliziosa agli occhi di Caspian.
“Cosicché…-iniziò a dire lei, imbarazzata-…questa sarebbe la mia
ricompensa per aver combattuto bene?”
“Beh…sì,
direi di sì!”
“Quindi, in
quest’ottica, per avere una seconda ricompensa, dovrei batterti ancora in un
duello con la spada?”
Caspian
rise: “No, non ce n’è bisogno!”
“Ah no?”
chiese Susan, mentre lui si avvicinava nuovamente a lei e le
passava un braccio intorno alla vita.
“No. Sei
stata lontana da me per due insopportabili anni. Puoi chiedere tutte le
ricompense che desideri!”
“Oh, ne
sono lusingata!” disse Susan, sorridendo, prima di essere nuovamente baciata dal
suo re.
E siamo a 10! Beh, spero che questo
capitolo non sia stato troppo sdolcinato!! O forse
sì…no, tragedia!!!!!
Vabbè, pazienza! Il prossimo si intitola “Prisoners” e sarà
incentrato soprattutto sulle vicende di Peter, Aisleen ed Edmund. Ah, già, la
scena suspian dello scorso capitolo era ispirata al
manga marmelade boy!!!
Ringraziamenti…
Junna: grazie per la recensione, sei
sempre molto gentile! Spero che il capitolo ti sia
piaciuto. Non so se la scena fra Peter ed Aisleen ti abbia soddisfatto, certo non c’è stata la
dichiarazione vera e propria, ma penso che si siano capiti! Anche perché non li vedevo molto a loro agio in una scena
come quella finale fra susan e caspian.
Bibina_88:
grazie per la recensione. Spero che
il capitolo così melenso non ti abbia disgustata! Ah, sì, aslan dovrebbe arrivare fra un paio di
capitoli…
Clacly: grazie per la recensione, spero che
ti sia piaciuto anche questo capitolo. Non so chi e se rimarrà a narnia. Non è vero, lo so, ma non posso dirlo!! ^_^ comunque la storia è quasi
finita di scrivere, mi mancano due capitoli. Sono un po’
difficili, spero di farcela…
A metà del
secondo giorno di viaggio, il reale gruppettofinalmente scorse il castello di Anvard all’orizzonte. La mattina stessa avevano superato il
valico che separava Narnia dalla terra di Archen e sul calar del sole riuscirono
a giungere al castello.
Il ponte
levatoio fu abbassato e tutto il gruppo entrò nel cortile del castello. Non
appena la carrozza si fermò nel centro del cortile, Peter smontò da cavallo e
corse ad aprire la portiera della carrozza, aiutando poi la principessa Aisleen
a scendere a terra.
“Grazie!”
disse lei, sorridendogli.
Il ricordo
del suo bacio non l’aveva mai abbandonato e continuava a provocare nel Re
Supremo sensazioni meravigliose e inedite. Il modo in cui lei lo coinvolgeva lo sorprese, ma piacevolmente: Peter era felice di scoprirsi
così capace di amare qualcuno al di fuori della sua famiglia, proprio lui che
viveva per i suoi fratelli e i suoi genitori.
Arrossendo lievemente, Peter le lasciò andare la mano. La principessa
Aisleen avanzò di qualche passo e si fermò a osservare dal basso il castello
che si ergeva davanti e tutto intorno a lei. La sua espressione si incupì improvvisamente
e Peter la affiancò, come se con la sua sola vicinanza volesse infonderle
coraggio. Aisleen cercò la sua mano e, quando la trovò, fece intrecciare le
loro mani. Peter, rincuorato dalla ricerca di quel contatto, avvicinò la mano
della principessa alle labbra, baciandole le dita sottili.
E per quel
gesto Aisleen gli rivolse uno sguardo dolcissimo, che Peter ricambiò con un
cenno di incoraggiamento.
“Andiamo?”
domandò lui.
“Sì!”
Così i due,
insieme a Edmund e la scorta, si recarono nella grande sala del trono, dove su
due regali mobilii, sedevano re Alastair e la regina
Sybil, i quali non mostrarono alcuna gioia nel rivedere la figlia.
“Madre!
Padre! Che bello rivedervi!” esclamò la principessa,
inchinandosi davanti a loro.
I due
fratelli con i soldati rimasero più indietro, ma si inchinarono allo stesso
modo.
“Aisleen,
per quale motivo ti trovi qui?” chiese il re, con tono altero, che turbò la
principessa.
“Caro
padre, mi duole doverti avvisare che re Caspian ed io abbiamo deciso di
annullare il matrimonio.”
“Che cosa?”
tuonò il re, scattando in piedi.
“Perdonate
l’intrusione, Maestà, ma lasciate che sia io a spiegarvi il motivo di tutto
questo.- intervenne Peter, affiancando la principessa-
Sua Maestà, re Caspian non può sposare la principessa Aisleen in quanto è da
molto tempo che prova un grande amore per la mia sorella minore, la regina Susan.
E la principessa…credo che lei non ami il re. Perché costringerla a sposare un
uomo che non ama?”
“Trovo la
vostra intrusione alquanto irritante, re Peter. Ma riconosco che l’argomento vi
riguarda, dunque, sappiate che non avevo intenzione di far sposare mia figlia
con Caspian per amore!”
Dopo un
momento di smarrimento, Aisleen scosse il capo e guardò il padre, preoccupata.
“Padre, che
state dicendo?”
“La verità,
mia cara. Tu dovevi sposare re Caspian per un semplicissimo motivo!”
L’espressione
fredda di re Alastair e la totale apatia della regina Sybil stavano confondendo
la povera Aisleen.
“Vale a
dire?” balbettò la principessa, incerta.
“Vale a
dire…la conquista di Narnia!”
Negli occhi
del re brillò qualcosa di simile alla vendetta. Ma non era da lui, lui che per
Aisleen era sempre stato un padre affettuoso, pur con tutti i suoi impegni da
sovrano.
“Padre,
state farneticando! Che cosa significa tutto ciò?”
“Come osi
rivolgerti a me in questo modo?! E, soprattutto, come
hai osato annullare il matrimonio?! Non capisci?! Se avessi sposato re Caspian, avremmo avuto in pugno
Narnia e la Strega
Bianca sarebbe tornata al potere!”
Quel nome
allarmò praticamente tutti e Peter, inconsciamente, afferrò la mano di Aisleen
e la avvicinò a sé.
“La Strega Bianca? Ma, padre, come
potete farlo? Sapete perfettamente quali e quanti danni ha arrecato a Narnia. Non potete farlo!”
“Oh, ma lo
farà…grazie a me!” disse una voce stridula, che proveniva dalla loro destra.
Nella sala, infatti, entrò una strega, molto anziana e di bassa statura:
aveva il viso coperto dal cappuccio del mantello, la schiena curvata da una
gobba, gli abiti logori, e in una mano stringeva un bastone di legno bianco,
sulla cui estremità scintillava una lama di ghiaccio: l’arma della Strega
Bianca…ricostruita…
Peter
spinse ulteriormente la principessa dietro di sé. Dopodiché sfoderò la sua
spada, così come Edmund e i soldati.
“Chi
siete?” domandò Peter, all’erta.
“Mi chiamo Ivy e sono una strega!”
“Per quale
motivo vi trovate qui? I miei genitori non tollerano le streghe!”
Le labbra
sottili e livide della strega si stirarono in un ghigno fastidioso.
“Allora, a
quanto pare, hanno cambiato idea. Perché, vedete, principessina, è stato vostro
padre a invitarmi a palazzo!”
“State mentendo! Mio padre non ospiterebbe mai una strega!” esclamò
Aisleen, inorridita.
“Oh, ma è
andata proprio così. Ho incontrato vostro padre nel deserto di Calormen. Io ero
appena stata aggredita da un lupo e re Alastair mi ha soccorsa. Dopodichè mi ha gentilmente inviata a palazzo per ricevere
le migliori cure dai vostri dottori di fiducia!”
“Ma certo!
E voi avete pensato bene di ringraziarlo ingannando la sua
mente e controllandolo come un burattino fra le vostre mani!” esclamò Peter,
rivolgendole uno sguardo di puro disprezzo.
La strega
sorrise nuovamente e si avvicinò a re Alastair, appoggiando poi una mano sul
suo braccio.
“Non temete, Maestà! La Strega Bianca tornerà molto presto in questo
mondo, così non avremo più bisogno di re Alastair né della sua amata consorte!”
Aisleen,
angosciata, strinse più forte la mano di Peter.
“Ma noi non
lo permetteremo!” esclamò il Re Supremo, convinto e con lo sguardo accigliato.
“Allora,
sono costretto ad intervenire io!” disse il re, facendo un cenno con la mano.
E subito i
soldati dell’esercito di Archen li raggiunsero e li circondarono. I narniani erano decisamente in minoranza.
“Vi
conviene arrendervi!” propose Alastair.
“Giammai!”
Così dicendo, Peter, Edmund e i quattro soldati attaccarono
l’esercito di Archen. Ma i loro avversari continuavano ad aumentare a
dismisura. Ben presto, infatti, nonostante tutti i loro sforzi, si ritrovarono
nuovamente circondati e furono costretti ad arrendersi, quando il generale
dell’esercito riuscì a prendere in ostaggio la principessa, mentre Peter
affrontava due soldati avversari.
“Portateli via!- esclamò il re- E preparatevi a marciare su Narnia. A quanto pare re Caspian vuole davvero
la guerra!”
*****
Le prigioni
erano umide, piccole, fredde e luride. In una cella si trovavano Peter ed
Edmund, in quella accanto i quattro soldati e in
quella di fronte la principessa Aisleen.
Peter aveva
appoggiato la fronte alle sbarre, fissando insistentemente la principessa. Lei
era seduta in un angolino, con la schiena appoggiata alla parete fredda e lo
sguardo perso fuori dalla piccola finestrella in cima alla cella. Da lì,
entrava un fioco raggio di luna che le illuminava il viso dalla pelle
bianchissima e creava brillanti riflessi sui capelli dorati. Tanto bella era in
quel momento, quanto triste e sconvolta più che mai, anche se non lo
dimostrava. Peter riusciva a intuire la sua disperazione dagli occhi,
insolitamente cupi per la recente scoperta. Suo padre controllato da una
viscida strega, il cui scopo era riportare in vita la Strega Bianca, una scoperta che
aveva messo i brividi persino al Re Supremo.
“Lo so che
siamo in una brutta situazione…-iniziò a dire Edmund, con le mani appoggiate
dietro la testa-…ma trovo che la tua espressione,
negli ultimi giorni, sia più rimbambita del solito!”
“Mm…”
mormorò Peter, distratto.
Notando la mancanza di reazione del fratello, Edmund sorrise: “Santo
cielo! Non ti
sarai innamorato della principessa?!”
Peter
sospirò, con il cuore leggero, nonostante si trovassero in una situazione
spiacevole: “Sì!”
“Ma che
cosa si respira a Narnia? Ormoni?”
“Mi
dispiace contraddirvi, Maestà, ma l’aria di Narnia è fra le più sane e pure di
tutti i regni che abbia visitato!” disse una vocina.
Peter ed
Edmund, sorpresi, si guardarono intorno. Alla fine, si ritrovarono davanti
Ripicì e due dei suoi compagni.
“Ripicì!”
esclamò Edmund.
“Che cosa
ci fai qui?” chiese Peter.
“Vi abbiamo
seguiti, Maestà!”
“Per quale
motivo?”
“Ordini di
Sua Maestà!”
“Caspian?-
esclamò Peter, rilassandosi subito in un sorriso- Ah, quella specie di re!
Ricordami di ringraziarlo quando torniamo, Ripicì!”
“Certamente,
Maestà! A proposito, quando abbiamo capito che vi avevano fatto prigionieri,ho inviato Pipicì ad
avvertire Sua Maestà riguardo l’imminente guerra!”
“Ottimo
lavoro, Ripicì. Venendo a noi, pensi di poter recuperare le chiavi dalla
guardia all’ingresso dei sotterranei?”
Ripicì
esibì come per incanto un bel mazzo di chiavi allungate.
“Già fatto,
Maestà! Ho sfidato quella sottospecie di soldato a singolar tenzone. Detto
soldato aveva osato ridere in faccia a me per il mio essere topo e, come potete
ben immaginare, nessun affronto è per me più intollerabile!”
“Comprendo bene, Ripicì! E compatisco quel povero
stolto!” esclamò Peter, con tono comprensivo.
La
principessa Aisleen, che stava seguendo la scena dall’altra cella, soffocò una
risatina, distraendosi per un momento dalle sue angosce.
“Esattamente.
Perciò io e miei soldati lo abbiamo affrontato e lo abbiamo sconfitto!”
Così
dicendo, Ripicì fece scivolare le chiavi sotto le sbarre e Peter le afferrò con
un rapido movimento.
Per fortuna
non vi erano molte chiavi nel mazzo e Peter trovò celermente quella per aprire
la cella. Una volta liberi, Peter pensò a liberare Aisleen e i soldati, mentre
Edmund e i valorosi topolini corsero a recuperare i loro effetti personali.
“Stai
bene?” chiese Peter alla principessa.
“Sì,
grazie. Sono solo preoccupata per i miei genitori!”
“Loso.- disse lui, prendendole
delicatamente una mano- Ma aver scoperto che sono sotto il controllo della
strega è già una buona cosa. Adesso siamo sicuri che non sta
agendo di sua spontanea volontà!”
Aisleen annuì, lievemente rassicurata: “E’ sempre una cosa terribile! Oh, Peter, come
possiamo aiutarli?”
“Dobbiamo sconfiggere
la strega, suppongo, e disintegrare una volta per tutte quel bastone magico!”
“Sì, sono
d’accordo!”
Nel
frattempo, sopraggiunse Edmund, che consegnò a ciascuno i propri effetti, tra
cui le loro spade.
“Ah,
principessa, ho trovato questo. – disse, porgendo ad Aisleen un sottile, ma affilato pugnale- Potrebbe tornarvi utile!”
“Ottima
idea, Edmund!” commentò Peter.
Aisleen,
sorpresa, lo prese tra le mani: “Per me?”
“Sì, è
necessario se vuoi venire con noi!”
“Posso
venire con voi?”
“Certo, perché
dovresti restare qui? Non vuoi combattere per salvare i tuoi genitori e il tuo
popolo?”
“Sì!-
rispose Aisleen, convinta- Ma non ho mai usato un’arma!”
“Imparerai
a maneggiarla se ce ne sarà bisogno. Sta’ tranquilla!”
“Ma, Peter, non possiamo andare allo sbaraglio. Non hai nessun
piano?” chiese Edmund.
“Sì,
certamente! Dobbiamo cercare il re, la regina e la strega. Una volta catturata
quest’ultima la costringeremo a liberare i sovrani dall’incantesimo.”
Edmund
sorrise, allettato all’idea di impedire nuovamente alla Strega Bianca di
tornare a Narnia.
“Che
aspettiamo ad entrare in azione?”
*****
Caspian si
aggirava nel castello in cerca della regina Susan. L’aveva vista a pranzo, poi
era sparita, suscitando la sua preoccupazione. Il re uscì nel cortile del
castello e guardò verso l’alto: l’illuminazione diminuiva, segno che il sole
stava tramontando, e la sera avvolgeva lentamente ogni cosa con il suo manto
scuro.
Finalmente il
re trovò l’oggetto delle sue ricerche: Susan era affacciata al balcone che dava
sul cortile e, quando si accorse di lui, gli sorrise.
“Ti ho
trovata, finalmente!” esclamò lui, cominciando a salire le scale per
raggiungerla.
“Mi stavi
cercando?”
“E’ così!”
“Come mai?”
Il re la
raggiunse e le prese una mano, baciandola sul dorso.
“Beh, non
c’è un preciso motivo. Non ti vedevo da qualche ora e mi stavo preoccupando.
Dove sei stata?”
“Ho usato
il passaggio segreto che mi hai indicato e sono uscita a fare una passeggiata!”
“Potevi
chiamarmi, ti avrei accompagnato volentieri.”
“E’ vero.
Ma sapevo che dovevi controllare il tuo esercito e ho preferito evitare.”
“La
prossima volta mi chiamerai?”
“Naturalmente!”
“Maestà,
sta arrivando qualcuno!” esclamò all’improvviso una guardia dalla vedetta del
castello.
Caspian e
Susan, ansiosi di scoprire chi fosse il nuovo arrivato, cominciarono a scendere
le scale, mentre nel cortile si riversavano anche Lucy, lord Cornelius e gli
altri consiglieri avvertiti dal grido della guardia.
Quando
furono tutti nel cortile, sopraggiunse Pipicì, che sembrava davvero esausto dal
viaggio, ma si inchinò rispettosamente.
“I miei
omaggi, Maestà!”
“Pipicì,
cosa succede?” chiese Caspian, ansioso.
“Porto
notizie da Archen. Re Alastair e la regina Sybil sono sotto l’incantesimo di
una strega, il cui obiettivo è quello di far tornare la Strega Bianca. Per questo
stanno mandando un grande esercito per attaccare Narnia!”
Lucy emise
un lieve gemito e si portò una mano sulla bocca.
“Dove sono
Peter e gli altri?” chiese Susan, preoccupata.
“Purtroppo
il re li ha fatti rinchiudere nelle loro prigioni. Ma il comandante e i miei compagni
sicuramente li avranno già liberati.”
“Pipicì,
quando sei partito?” domandò Caspian, aggrottando le sopracciglia.
“Da qualche
ora!”
“E come è
possibile che sia già arrivato?”
“Credo…Maestà,
credo di aver viaggiato velocemente insieme al potente Aslan!”
Sui volti
di tutti i presenti si dipinse un’espressione sorpresa, ma anche piena di
gioia.
“Aslan è
tornato…” mormorò Susan.
“Allora,
perché non viene da noi?” chiese Caspian, turbato.
Lucy gli rivolse un sorriso speranzoso: “Tranquillo, Caspian, Aslan ci
raggiungerà nel momento giusto! Sno sicura che lo farà, come
l’altra volta!”
Caspian annuì, non del tutto rassicurato: “Molto bene! Allora, Pipicì, ti sono molto
grato per aver intrapreso questa missione. Adesso, vai pure a
riposare!”
“Grazie,
Maestà!”
“Briscola, occupati di lui!”
“Come
desiderate!”
Briscola
prese tra le braccia il valoroso topolino e sparì dentro il castello, mentre
tutti rivolsero il loro sguardo verso Caspian.
“Maestà, i
vostri ordini?” chiese lord Cornelius.
“Radunate l’ esercito e prepariamoci a partire. Ci
aspetta una difficile guerra.”
“Sarà
fatto, Maestà!”
Il cortile
si svuotò. Tutti corsero ad adempiere ai loro impegni:
Lucy, lord Cornelius, i consiglieri, le guardie.
Rimasero
solo Caspian e Susan, uno accanto all’altra. Susan lo guardava, preoccupata più
che mai. Poi sentì la mano del re cercare la sua e stringerla.
“Resterai
al mio fianco?” chiese lui, serio.
Susan
appoggiò il capo sulla sua spalla: “Sempre e dovunque!”
Eccoci! Oddio, ho preso uno spavento
oggi, perché sembrava cheil mio computer stupido avesse
cancellato l’intero capitolo! Per fortuna non era così! Allora, il prossimo si
intitola “Sweetdeams” e
sarà molto, ma molto incentrato su Caspian e Susan, forse anche troppo!
Ringraziamenti…
Clacly: ti ringrazio molto per la tua
recensione. Fa piacere portare un po’ di felicità anche solo con un capitolo
dopo giornate no! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Altre
spiegazioni si avranno più avanti! ^_^
L’accampamento era pronto.
L’esercito, le armi, i cavalli…tutto era pronto per la guerra. Gli esploratori
mandati da Caspian avevano visto l’esercito di Archen avanzare lentamente oltre
il prato ballerino. Così il re aveva deciso di sistemare l’accampamento al di
qua della catena montuosa che si estendeva tutto attorno alla casa di Aslan. Più
o meno in quella zona era stata combattuta la guerra tra l’esercito di Narnia,
guidato da re Peter e quello Strega Bianca. I soldati di Archen avrebbero
raggiunto l‘accampamento narniano la mattina
seguente.
Re
Caspian , dopo aver controllato gli ultimi preparativi,
si allontanò dall’accampamento, verso il limite della foresta. Alzò lo sguardo
verso il cielo blu notte, dove le stelle accese brillavano come mai prima di
quella sera, quasi fossero incuranti della guerra che stava per iniziare. Perciò
il giovane re si sdraiò per terra, portando le mani dietro la
testa.
Narnia e
Archen…Come erano giunti a questo? Due regni sempre in pace e in rapporti di
fratellanza. Perché doveva accadere? Perché Aslan voleva che accadesse tutto
questo? Oppure, era tutta colpa di Caspian e della sua
decisione… Era stato il suo egoismo a causare quella
guerra?
“Caspian?!”
Sentendosi
chiamare, Caspian voltò la testa verso la sua sinistra, notando la regina Susan
avanzare lentamente e silenziosamente verso di lui.
“Ciao,
Susan!”
“Ti ho
cercato dappertutto. Sei scomparso dopo cena!” esclamò Susan, sedendosi accanto
a lui.
Caspian
sorrise fra sé e si mise a sedere: “Ti ho fatto preoccupare?”
Susan
arrossì lievemente, ma probabilmente Caspian non se ne accorse per colpa del
buio.
“Mentirei
se dicessi di no!”
“Allora, ti
prego di perdonarmi!” disse lui, baciandole il dorso di una
mano.
Quel gesto
così elegante, raffinato, eppure così intimo la turbò piacevolmente, ma la
regina non allontanò la mano da quella del re.
“Cosa…cosa
stavi facendo qui?”
Caspian
distolse lo sguardo pensieroso da quello della sua regina.
“Niente,
stavo solo riflettendo su un paio di cose!”
“Posso
sapere che tipo di cose?” domandò Susan, dolcemente.
Caspian
sospirò e tornò a guardarla negli occhi: “Pensavo che questa guerra scoppierà
per causa mia!”
“Questo non
è assolutamente vero, Caspian!” ribattè lei, determinata.
“Se avessi
sposato la principessa Aisleen, ora non saremo qui, a poche ore da una
guerra.”
Susan,
sorpresa, turbata, delusa, guardò per terra, ritirando la mano da quella di
Caspian: “Certo! Hai ragione. Avrei dovuto impedirti di prendere una tale
decisione!”
Forse
Caspian non avrebbe dovuto dirle quelle cose, non dopo la sua dichiarazione di
qualche giorno prima. Non doveva essere piacevole per lei sentirsi riversare
addosso quei dubbi che riguardavano la scelta di
Caspian.
“Parli sul
serio?”
“Ma
certamente.- esclamò lei, sfoggiando un sorriso per nulla convincente- Chiunque
farebbe di tutto per evitare una guerra.”
“E’
così!”
Detto
questo, Caspian sospirò e Susan rivolse lo sguardo a terra, rigirando un filo
d’erba fra le mani. Il re la fissò per qualche istante, mentre sentiva una morsa
stringergli il cuore: era terribile vederla soffrire. Perciòavvicinò il viso a quello
della regina.
“Ma…-
iniziò a dire lui, in un sussurro-… è anche vero che se non avessi preso questa
decisione, il rimorso mi avrebbe perseguitato per tutta la vita. E avrei
continuato a chiedermi: cosa sarebbe successo se mi fossi rifiutato di sposare
la principessa Aisleen e Susan avesse potuto restare per sempre a
Narnia?”
Susan alzò
improvvisamente il viso per rivolgergli uno sguardo spaventato sì, ma in un modo
molto positivo.
“Caspian!”
esclamò Susan, mentre lui le prendeva nuovamente la mano.
“Cosa
sarebbe successo se, invece della principessa Aisleen, avessi sposato
Susan?”
“Caspian,
ti prego, calmati!” gli consigliò lei.
Ma, in
realtà, non voleva che si calmasse, perché le cose che Caspian stava
farneticando avevano un suono meraviglioso e una bellezza
irresistibile.
“Hai
ragione, mi devo calmare!”
Così
dicendo, Caspian lasciò andare improvvisamente le sue mani e si alzò in piedi,
rivolgendole le spalle.
“Susan…”
disse lui, con tono improvvisamente serio.
“Dimmi…”
“Quando
questa guerra sarà finita, io ti chiederò di sposarmi!”
Susan si
portò una mano sulla bocca, incapace di una reazione: Caspian stava veramente
delirando?
“E’ impossibile, lo sai! Non posso restare a Narnia per sempre…”
Caspian si voltò a guardarla e le rivolse
un sorriso di pura dolcezza, che la riscaldò
improvvisamente.
“Questo
significa che se potessi, accetteresti la mia
proposta?”
Susan
scattò in piedi e balbettò qualcosa come: “Non ho mai detto
questo!”
“Allora,
promettimi che rifletterai bene su questa mia intenzione!”
“Ma io…”
iniziò a dire lei.
Susan non
riuscì a parlare perché Caspian, con un rapido movimento, la baciò. Fu il più
casto e innocente dei baci, ma bastò per turbare la regina.
“Promettilo!”
Susan fissò
i suoi occhi, tanto neri quanto sicuri di sé: improvvisamente erano diventati
più attraenti del solito. E con quegli occhi Caspian avrebbe potuto chiederle
qualunque cosa.
“Lo
prometto!”
*****
“Susan!”
Non appena
la regina Susan entrò nella sua tenda, Lucy si accorse subito che c’era qualcosa
di diverso nel bel viso di sua sorella. Era stranamente assorta nei suoi
pensieri. Ed era così insolito per una come lei, che
aveva sempre i piedi per terra, che Lucy non potè fare
a meno di preoccuparsi.
“Susan!”
Niente, la
sua cara sorellina proseguì verso la sua branda, ignorandola
totalmente.
“Susan!”
ripetè spazientita Lucy, parandosi davanti a
lei.
Susan
sobbalzò per lo spavento improvviso: “Lucy!”
“Già, Lucy!
È la terza volta che provo a chiamarti!” esclamò lei,
mentre la sorella le sorrideva dolcemente.
“Scusa,
sorellina!”
“Si può
sapere cosa è successo? Se vedessi la tua
faccia…”
La giovane
regina, turbata, si portò le mani sul viso, accorgendosi di quanto scottassero
le sue guance.
“Perché?
Cos’ho di strano?” chiese poi, cercando di sembrare
incurante di tutto ciò che le stava accadendo.
“Sei tutta
rossa e sembra che tu abbia la testa fra le nuvole!”
Susan,
lievemente imbarazzata, si sedette sulla sua brandina, fissando il proprio
sguardo a terra.
“Davvero?”
“Sì, cosa
ti è successo?”
A quel
punto, Susan guardò la sua adorata sorellina, chiedendosi se fosse il caso di
dirle la verità. Ma sì, era pur sempre Lucy, poteva
fidarsi di lei, poteva contare sul suo consiglio. E anche se non fosse stata lei
a dirle tutto, Lucy l’avrebbe capito da sola, prima o
poi.
“Caspian mi ha chiesto una cosa…” cominciò a dire lei, con
voce tremante.
Lucy inarcò
un sopracciglio: “Che cosa ti ha chiesto per turbarti in questo
mo…”
La giovane
regina non riuscì a finire la frase perché fu colta da una
illuminazione e si portò le mani sulle labbra, assumendo un’espressione
di pura sorpresa. Susan se lo aspettava: dopotutto era una ragazzina
intelligente.
“Ti ha…- disse Lucy, sedendosi accanto a lei-…ti ha chiesto
di…sposarlo?
Susan
arrossì appena e annuì: “Una cosa del genere…”
Lucyappoggiò una
mano su quelle di Susan, mentre con l’altra si asciugò una lacrima che le sfuggì
dagli occhi.
“E’…meraviglioso!” disse
Lucy.
“Lo pensi
davvero?”
“Certamente. E tu? Cosa gli hai risposto?” domandò lei, ansiosa.
Susan
intrecciò le proprie mani, arrossendo ancora di più: “Ancora
niente!”
“Come?”
“Beh…a dire
il vero, lui mi ha detto che mi avrebbe chiesto di sposarlo dopo la fine della
guerra. Nel frattempo io avrei pensato a cosa
rispondergli!”
“Allora,
cosa vorresti rispondergli?”
“Non
so!”
Lucy
sorrise, divertita: “Come fai a non saperlo? Sue, lui è Caspian, colui per cui hai pianto negli ultimi due
anni.”
“Come…come
fai a saperlo?” domandò Susan, veramente sorpresa.
Lucy
sospirò: “Perché anche se cercavi di nasconderti, nella nostra camera, di notte,
sentivo che piangevi sommessamente…per lui. Io non avrei mai immaginato che
qualcuno avesse potuto meritare le tue lacrime, perché questo voleva dire che tu
l’amavi. E sapere che anche Caspian ti ama nello stesso modo mi rende felice.
Nessuno ti merita più di lui.”
“Ma, Lucy
cara, se io dovessi accettare, probabilmente rimarrei qui per sempre. E…non ci vedremo mai più!”
Lucy non
riuscì più a trattenere le lacrime, ma continuò a sorridere alla
sorella.
“E’ vero,
ma…preferirei saperti felice accanto all’uomo che ami e non vederti più,
piuttosto che stare sempre con te e conoscere la tua sofferenza, che sarà eterna
senza Caspian!”
Susan
sorrise: “Quindi, credi che dovrei dirgli di sì?”
“Dovresti
dirgli mille volte sì, sorellina!” esclamò Lucy, abbracciando
Susan.
Le due
sorelle e regine cominciarono a ridere; poi, non riuscendo a dormire a causa di
quella buona nuova, parlarono ancora un po’.
“Lucy…credi
che anche Peter e Edmund approveranno?” chiese Susan, sdraiata su un fianco
proprio di fronte alla sorellina.
“Ed
sicuramente sì. Peter…probabilmente avrà qualche difficoltà ad accettare questa
cosa, ma alla fine lo farà. Perché, come tutti noi, tiene molto alla tua
felicità e sa che saresti felice solo vicino a
Caspian!”
“Sono
preoccupata, non so se sarà così facile. – disse Susan, con un sospirò- Ha impiegato molto tempo prima di fidarsi di
Caspian. Cosa farà ora che Caspian vuole addirittura sposarmi? Non oso
immaginarlo!”
“Sorellina,
devi avere più fiducia in lui. È nostro fratello: è il ragazzo più in gamba che
io abbia mai conosciuto, intelligente e affettuoso. Pensa sempre al bene dei
suoi fratelli prima che a se stesso. E non ci deluderà neanche in questa occasione.”
Susan
annuì, più convinta: “Sì, lo credo anch’io!”
La notte
passò tranquilla per tutti, sovrani e soldati. Fu come se un magico velo calasse
su tutto l’accampamento, isolandolo dalla guerra che stava per scoppiare sulle
terre di Narnia. Così le paure, le ansie che giustamente turbavano gli animi dei
narniani svanirono improvvisamente, concedendo agli
abitanti dell’accampamento un sonno ristoratore, costellato dai più bei sogni.
Quando Lucy si svegliò, notò che la sorella stava sorridendo nel sonno e pensò
che, probabilmente, stesse sognando il suo Caspian. La giovane regina di Narnia
si alzò e si preparò più in fretta che poteva. Voleva assolutamente assistere al
sorgere del sole di Narnia, perché l’alba in quella terra dolcissima era la più
bella a cui Lucy avesse mai assistito. Così uscì dalla tenda. Il cielo era
colorato da miriadi di sfumature dalle tonalità più disparate. A ovest il blu notte, con qualche pigra stella ancora accesa,
sembrava non voler lasciare il posto ai colori del giorno: lentamente,sfumava in
un tenero celeste, uno dei colori più rilassanti che il cielo potesse offrire.
Verso est esplodevano tutte le altre sfumature: prima un rosa delicato, che,
facendosi più intenso, diveniva un allegro arancione fino a diventare rosso
fuoco attorno al sole che faceva capolino a oriente. Dall’accampamento narniano si poteva scorgere in lontananza la casa di Aslan.
Lucy rivolse lo sguardo proprio in quella direzione, mentre in sottofondo
diversi rumori e voci le fecero intuire che i soldati si stavano lentamente
svegliando. All’improvviso, un raggio di sole, più intenso degli altri, illuminò
la casa di Aslan e il paesaggio divenne talmente accecante che Lucy fu costretta
a socchiudere gli occhi per poter continuare a guardare in quella direzione.
Ma, nonostante ciò, le parse di intravedere, al centro di quel
raggio luminoso, un leone dall’aspetto maestoso.
“Aslan?!”
Il nome del
Signore di Narnia le uscì dalle labbra come un sospiro di sollievo, proprio come
accade quando qualcosa a lungo anelato finalmente appare dinnanzi a noi. E a
quel sospiro, il grande leone rispose con un sorriso,
che le infuse una sensazione di armonia interiore. Lucy capì che la pace e la
serenità che, durante la notte, avevano avvolto l’accampamento erano opera di
Aslan. Certo, avrebbe dovuto immaginarlo subito.
“Aslan,
aiutaci!”
Non temere, piccola, e fatti coraggio.
“Ma con che
forza possiamo combattere contro Archen? Dopotutto, sono nostri fratelli!”
Hai ragione, mia cara. Ma la guerra
non durerà a lungo.
“Sarai al
nostro fianco?”
Non fisicamente. Ho un compito da
svolgere e ho bisogno che tu venga con me.
“Ma…in
questo modo Susan e Caspian resteranno da soli a comandare
l’esercito!”
È vero, ma è giusto che sia
così.
“Aslan,
perché? chiese Lucy, turbata.
Perché questa sarà una prova per
loro, una prova che devono superare insieme.
Il raggio
di sole che illuminava il leone divenne all’improvviso ancor più luminoso e Lucy
chiuse gli occhi per un istante. Quando li riaprì, la giovane regina di Narnia
si accorse che dinnanzi a lei stava Aslan: era proprio come lo ricordava lei,
maestoso, grande, con la criniera folta e il pelo lucente.
“Aslan!”
Lucy corse
ad abbracciarlo, inspirando a fondo il dolce profumo che emanava il Signore di
Narnia. E, da parte sua, Aslan le dimostrò la sua gioia, facendo le
fusa.
“Piccola,
andiamo adesso!”
“Ma come
faccio ad avvisare Susan e Caspian? Se si svegliano e non mi trovano potrebbero
preoccuparsi.”
“Ho già
avvisato io re Caspian e la regina Susan!”
“In che
modo?” “Con un sogno!”
Lucy
sorrise e montò in groppa al grande leone: “Allora,
andiamo!”
*****
Caspian si
svegliò e, pensieroso, rimase nel suo letto. Aveva fatto uno strano sogno, in
cui era apparso Aslan e gli aveva parlato.
Maestà, non colpevolizzarti per
questa guerra. Non sei tu il responsabile. Ma abbi fiducia nel tuo popolo e in
te stesso e tutto andrà bene. Sappi, che hai un dolce angelo al tuo fianco.
Veglierà su di te e ti proteggerà. Per questo ti salverai; e, quando sarà il
momento, non lasciarti prendere dal panico e non perdere mai la speranza. Solo
con la speranza si possono affrontare e superare i problemi. Ricordatelo
sempre.
Caspian
avrebbe volto chiedergli chi mai fosse questo angelo custode, se fosse una
persona accanto a lui oppure uno spirito magico, come i suoi genitori. E
soprattutto, cosa voleva dire “…quando sarà il momento, non lasciarti prendere
dal panico…”? Voleva forse dire che sarebbe accaduto qualcosa di
grave?
“Maestà, il
sole è sorto!” si intromise il generale dell’esercito, entrando nella sua
tenda.
Caspian si
mise a sedere, sospirando: “Grazie, generale!”
“Raduno
l’esercito?”
“Sì!”
Caspian si
alzò e cominciò a prepararsi. Indossò i pantaloni, la cotta di maglia di ferro,
l’armatura, la cintura con la spada in vita, gli stivali… Quando fu pronto, uscì
dalla tenda e si accorse del gran movimento che animava l’accampamento. Soldati
che indossavano le armi, i cavalli che venivano sfamati e
sellati…
“Sire,
avete ordini particolari?” chiese il generale.
“Sì. Ma prima, ditemi: ci sono notizie dagli
esploratori?”
“Sissignore. L’esercito di Archen
sta marciando verso di noi! Saranno qui fra un’ora o poco
più!”
“D’accordo.
Concedete ai vostri uomini mezz’ora per la colazione. Dopodiché radunateli e ordinate loro di raggiungere le rispettive
postazioni!”
“Sarà
fatto, Maestà!”
Caspian si
congedò dal generale e si incamminò verso la tenda della regina Susan. Chissà se
si era svegliata…
Quando
giunse dinnanzi, il re accostò l’orecchio all’entrata e sentì il rumore di passi
lievi, il che significava che Susan era sveglia.
“Susan,
posso entrare?”
“Certamente!”
Caspian
entrò, un po’ titubante, e notò che Susan era già pronta, con la sua armatura
leggera addosso, la faretra sulla schiena, la spada leggera legata in vita. I
capelli lunghi erano raccolti in un’elegante treccia,
ma qualche ciocca le era sfuggita e ricadeva ai lati del
viso.
“Buongiorno!!” gli disse lei, sorprendendolo a
fissarla.
Caspian
scosse lievemente il capo per destarsi dai suoi pensieri: “Buongiorno a te,
Susan!”
“Hai
dormito bene?”
“Sì, molto
bene. Tu?”
“Anch’io. Ma credo che sia stata opera di
Aslan!” disse lei, con un sorriso.
Caspian le
rivolse uno sguardo perplesso: “Aslan?”
“Sì,
proprio lui. Non avevo mai riposato così bene. Inoltre, questa notte mi è
apparso in sogno!”
“Davvero?-esclamò lui, turbato da
quella coincidenza- E…cosa ti ha detto?”
“Mi ha
detto che, svegliandomi, questa mattina non avrei trovato Lucy accanto a
me!”
Caspian si
guardò in giro e si accorse effettivamente che Lucy non
c’era.
“E’ vero,
come mai?”
“Ha
semplicemente detto che doveva portare mia sorella con sé, per andare ad aiutare
Peter e gli altri!”
“Ma…così
restiamo solo tu ed io al comando dell’esercito.”
Susan si
avvicinò a lui e gli prese una mano fra le sue:
“Tranquillo, Caspian, se Aslan ha agito in questo modo, vuol dire che ha fiducia
in noi e sa che andrà tutto bene! E poi, se Edmund e
Peter sono nei guai, è giusto che Aslan corra ad
aiutarli!”
Il sorriso
dolce della sua Susan e le parole di Aslan che
riaffiorarono nella sua mente lo rilassarono immediatamente. Perciò il re
sospirò.
“Hai
ragione, Susan. Perdonami se mi lascio prendere dal
panico!”
“E’
comprensibile. Ma ricorda che ho fiducia in te e per
questo andrà tutto bene!”
Caspian
annuì e le sorrise.
“Aslan non
ti ha detto nient’ altro?” chiese il re.
Susan
distolse improvvisamente lo sguardo da quello di Caspian.
Regina Susan, c’è un’altra cosa di
cui devo parlarti. Ora che rimarrete solo tu e Caspian, dovrai avere fiducia
nelle sue capacità e, soprattutto, non dovrai perderlo di vista. Perché avrà
bisogno di te prima o poi. Ricorda che c’è un sentimento speciale che vi lega e,
per questo sentimento, sii per lui il suo angelo
custode.
Angelo
custode…significava che lei avrebbe dovuto proteggerlo da
qualcosa.
Sempre
pensierosa, Susan gli sorrise: “Le solite cose da
Aslan!”
Caspian
ridacchiò, tornando subito serio.
“Allora, ci
siamo. Un’ altra guerra sta cominciando sul suolo di Narnia.”
“Già!”
Seguì un
lungo e religioso silenzio, in cui Caspian non poté fare a meno di distogliere i
suoi occhi color cioccolato da quelli azzurro ghiaccio di
Susan.
“Susan, ti
prego…abbracciami…”
Susan non
poté rispondere alcunché, in quanto Caspian la afferrò e la strinse tra le sue
braccia. La giovane regina di Narnia si sentì mozzare il fiato, mentre il suo re
la stringeva a sé. Poteva percepire il battito regolare e intenso del suo cuore,
anche sotto quell’armatura pesante.
Poi, Susan
lo guardò negli occhi, preoccupata: “Caspian, sei sicuro di stare bene? Mi
sembri così pallido…”
Lei gli
accarezzò la guancia con una mano e Caspian le sorrise, coprendo quella delicata
mano con la propria.
“Sto bene,
te lo assicuro!”
“Però…c’è
qualcosa che ti preoccupa. Si nota dai tuoi occhi!”
Caspian si
avvicinò al viso di Susan, appoggiando la fronte su quella della ragazza, che
arrossì vistosamente.
“Starò
davvero bene quando tutta questa storia sarà finita.-
le disse lui, quasi in un sussurro- Nel frattempo, aiutami tu, mia
regina…”
Così
dicendo la baciò, come se l’attesa di quel momento lo avesse perseguitato per
giorni e giorni. E quel bacio fu decisamente diverso da
quello della sera precedente: così dolce, ma pieno di tutta la passione e
l’ardore che Caspian provava per lei. Susan non aveva mai conosciuto sensazioni
più sconvolgenti. Tutto di lui la stava mandando in estasi: la mano di Caspian
sulla sua guancia, l’altra sulla schiena, che la attirava delicatamente a sé, il
suo respiro che le accarezzava la pelle del viso…
Oh, una
regina come lei non avrebbe mai dovuto lasciarsi andare in quel modo,
soprattutto prima di una guerra. Ma in quel momento lei non riusciva a pensare
ad altro che a quel bacio e a quel suo giovane, meraviglioso uomo. E per questo,
avvolse le sue braccia intorno alle spalle di Caspian,stringendolo a sé, come se non
volesse più lasciarlo andar via.
Dopo
qualche istante, o forse minuti (Susan non ne era sicura, era abbastanza
sconvolta), Caspian si allontanò da lei e sorrise, guardandola mentre inclinava
lievemente la testa da un lato, gli occhi ancora chiusi, quasi non volesse più
svegliarsi dal più delizioso dei sogni.
“Susan?!”
“Mmm…”
Caspian
rise e, così facendo, riportò alla realtà Susan: la giovane regina scosse il
capo, tutta rossa in viso.
“Scusa…io
non so cosa mi è preso…” disse lei, abbassando il capo.
“Ma…fino a
prova contraria, sono stato io a cominciare.”
“Sì, è
vero…”
“Allora,
dovrei chiederti scusa?”
Susan tornò
a guardarlo: “No…non è necessario…”
“In
effetti…credo che non sia dispiaciuto né a te né a me,
giusto?”
“Giusto.
Anzi, è stato meraviglioso!”
Susan gli sorrise e gli rivolse uno sguardo così malizioso, che
anche Caspian arrossì.
“Beh…allora…- disse lui,
imbarazzato, schiarendosi la voce -…adesso vado.”
“Va
bene!”
Continuando
a guardarla, Caspian indietreggiò e si avvicinò all’uscita della
tenda.
“Ho
concesso ai nostri soldati mezz’ora per la colazione!”
“Ottima
idea! Hanno bisogno di molte energie.”
“Sì,
beh…adesso ti farò portare la colazione. Anche tu ne
hai bisogno!”
“Grazie!”
Caspian si
ritrovò sulla soglia della tenda e, dopo averle sorriso un’ultima volta, uscì.
Si avviò di nuovo verso la sua tenda, ripensando al bacio che aveva appena dato
alla sua regina. Averla avuta fra le sue braccia, anche solo per pochi minuti,
era stato semplicemente unico. E ora più che mai Caspian si sentì sicuro della
decisione presa.
*****
La
colazione fu tra le più abbondanti che Susan avesse mai
visto, tanto che si chiese se fosse rimasto qualcosa per gli altri. Quel
Caspian…la stava proprio viziando!
Quando la
regina fu definitivamente pronta, Susan uscì dalla tenda e godette del paesaggio circostante e dell’aria fresca del
mattino per qualche istante.
“Sei
pronta?”
Caspian la
raggiunse, sul suo fidato Destriero, e Susan gli
sorrise.
“Sì!”
“Vieni, ti
do un passaggio!” esclamò lui e le porse una mano.
Susan
acconsentì e si lasciò aiutare dal re, sistemandosi dietro di
lui.
“Grazie!”
gli disse lei, avvolgendo le braccia intorno al suo
torace.
Caspian
incitò Destriero al trotto: “Di niente!”
Mentre si
dirigevano sull’altura che sovrastava quell’ampia pianura, Susan notò che
l’esercito era praticamente tutto schierato. E in lontananza, proprio sulla
linea dell’orizzonte, intravide l’esercito di Archen avanzare verso di
loro.
“Stanno
arrivando!” disse lei, in un sussurro.
“Sì, li ho
visti poco fa!”
“Tu sarai
in prima linea, come al solito?” chiese Susan, con una nota
preoccupata.
“E’
naturale. Sono il re e ho deciso io di andare incontro a questa
guerra!”
“Sarai
prudente, vero?”
Destriero
si fermò: erano arrivati alla postazione degli arcieri. Così il re potè voltarsi verso di lei senza
problemi.
“Ci
proverò. Tu sarai al comando degli arcieri. Questa è una postazione abbastanza
sicura: potete aiutarci ad abbattere qualche soldato durante la carica, ma
dovrai fare molta attenzione anche tu.”
“Sì, sta’
tranquillo!”
“E devi
promettermi che accorrerete in nostro soccorso solo se strettamente
necessario!”
“D’accordo!”
Così
dicendo, Susan scese da cavallo, aiutata da Caspian. Ma la mano di Susan rimase
tra quelle di Caspian, che sembrava non voler allontanarsi da
lei.
“Caspian…”
“Ricorda
quello che ti ho detto ieri sera. Mi raccomando!”
“Come
potrei dimenticarlo?- esclamò Susan, sorridendogli- Non riesco a pensare ad
altro!”
“Allora,
per questo dovremo superare la battaglia…entrambi!”
Caspian le
sorrise e poi le baciò il dorso della mano. Dopodichè, il re si allontanò in
groppa al suo fidato Destriero e Susan, guardandolo andar via, sospirò. Chissà
se la vita di Caspian era veramente a rischio in quell’imminente guerra, come le
aveva detto Aslan! Che fosse vero oppure no, Susan avrebbe vegliato su di lui da
quella postazione molto favorevole per lei e sarebbe intervenuta in caso di
pericolo.
“Maestà?”
Susan si
voltò e si ritrovò di fronte un uomo di mezz’età, alto e robusto, che indossava
una delle armature più pregiate di Narnia: era il generale degli
arcieri.
“Sì,
generale?”
“Siamo in
attesa dei vostri ordini, Maestà!”
“Che ognuno
assuma la propria postazione!- esclamò Susan, con il suo tono più regale e
rispettabile- E tenetevi pronti. La guerra sta per
iniziare!”
“Sarà
fatto, Maestà!” disse il generale, rivolgendole un umile
inchino.
Susan si
avvicinò allo strapiombo e guardò in basso. L’esercito di Narnia si estendeva
sotto di lei: i soldati avevano le armature lucenti, le armi erano affilate, i
cavalli perfettamente allineati…e Caspian davanti a tutti, accanto al Generale
Capo.Lo sguardo di Susan si levò e
la regina vide l’esercito di Archen schierarsi a
qualche centinaia di metri di distanza: era cospicuo all’incirca quanto
l’esercito di Caspian. Ormai mancava pochissimo. Da un momento all’altro,
Caspian avrebbe dato inizio a questa guerra.
Il cuore di
Susan batteva rapidamente, tanto che sembrava volesse uscirle dal petto. Così,
si portò una mano sul cuore e provò a respirare lentamente con l’intento di
calmarsi. In quel momento, la regina si accorse che Caspian la stava guardando,
come se volesse avere da lei il permesso di attaccare. Susan esitò, perché nella
valle risuonò il corno di battaglia di Archen e, subito dopo, i loro avversari
si riversarono nella valle con una velocità
impressionante.
Susan tornò
a guardare Caspian e con un cenno del capo gli fece intuire che era pronta ad
attaccare. Caspian annuì.
E fu così
che, a un ordine della regina Susan, miriadi di frecce furono scagliate dagli
arcieri e si riversarono sull’esercito di Archen. Molti soldati furono colpiti e
caddero a terra.
Tutte
quelle più o meno giovani vite stroncate, figli, mariti, padri …Susan non poteva
pensarci. Certi pensieri non sono adatti ad una guerra. E lei, in quel momento,
non doveva fare altro che combattere, perché la guerra era davvero
iniziata.
Ed ecco che la guerra è iniziata! Ma chissà come andrà a finire. Il prossimo capitolo si intitola “Under anangelicprotection”, vedremo
se Caspian è davvero in pericolo e cosa stanno
combinando gli altri Pevensie!
Ringraziamenti…
Clacly: grazie mille per la recensione.
Anch’io adoro Ripicì e nel
film l’ho trovato troppo carino, anche se lui preferirebbe termini come
valoroso, ecc… spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto!
Junna: grazie per la recensione! Non ti
preoccupare, anche a me capitano i momenti di pigrizia. L’importante è che ti
sia piaciuto il capitolo!
Kia_do87:
grazie anche a te per la recensione.
Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente e spero che anche
questo sia stato di tuo gradimento. Come si vede, anch’io ho una predilezione
per Caspian e Susan!
Ludina: grazie mille per il triplo wow!
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Aslan
correva quasi alla velocità della luce e il vento sferzava contro il viso della
regina Lucy con ferocia, nonostante la folta criniera del grande leone la
proteggesse in parte. Da quando erano partiti, Lucy continuava a chiedersi il
motivo di quella partenza improvvisa, ma era molto difficile parlare con quel
vento. Alla fine Lucy si costrinse a parlare, perché la curiosità la stava
facendo impazzire.
“Aslan!
Dove stiamo andando esattamente?” chiese lei, anche se non era sicura che Aslan
l’avesse sentita. Ma Aslan era il signore di Narnia e per lui nulla era
impossibile.
“Da Peter
ed Edmund!”
“Sono…in
pericolo? È successo qualcosa a uno dei miei fratelli?”
“Se
arriviamo in tempo, potremo anche evitarlo! Ma, piccola, resta calma!”
Come se
fosse facile dopo una rivelazione del genere…
*****
Peter,
Aisleen, Edmund e il resto del gruppetto riuscirono ad uscire dai sotterranei,
sconfiggendo le poche guardie che incrociarono durante quel tragitto. Peter si
guardò intorno: sicuramente i sovrani di Archen si trovavano nella sala del
trono. Ma Peter non era mai stato in quella zona del castello. La principessa
si accorse della sua esitazione e gli appoggiò una mano sul braccio.
“Qualche problema,
Peter?”
“No! Ma, Aisleen,
devi guidarci alla sala del trono!”
“Io?”
domandò lei, incredula.
“Certo!-
esclamò lui, con un sorriso d’incoraggiamento- Conosci il castello meglio di
noi altri!”
Aisleen
annuì, più determinata: “Hai ragione, Peter! Andiamo!”
Fu così
che, con molta cautela, il gruppetto si avviò verso la sala del trono. Peter ed
Edmund si guardavano intorno con circospezione, stando attenti a ogni minimo
particolare. Dovevano fare attenzione all’attacco dieventuali soldati comparsi dal nulla.
“Cosa hai
intenzione di fare quando saremo arrivati?” chiese Aisleen, preoccupata.
“Se non
sbaglio la sala del trono ha più entrate, vero?” domandò a sua volta Peter.
“Sì, è così!”
“Allora, i
nostri soldati circonderanno la sala. Noi entreremo per primi per cercare di
risolvere la questione da persone civili. Se ce ne sarà bisogno, allora a un
mio cenno i soldati faranno irruzione nella sala! Il nostro obiettivo
principale è catturare la strega, a qualunque costo!”
Aisleen,
sempre più preoccupata, guardò in basso, rigirando tra le mani il piccolo
pugnale datole da Edmund. Al suo fianco, Peter comprese la sua preoccupazione e
appoggiò una mano sulla spalla della principessa, sorridendole.
“Tranquilla,
mia cara. Non ho alcuna intenzione di fare del male ai tuoi genitori!”
Aisleen
sospirò: “Ne sono convinta! Ma, Peter, la strega… Lei ha dei poteri magici
spaventosi. Noi, invece, abbiamo solo delle armi! Come potremo contrastarla
solo in questo modo?”
”Ci
riusciremo! Non preoccuparti! Abbi fiducia in noi!”
Peter le
strinse una mano e le sorrise, provando a infonderle un po’ di calma. Dopotutto
era la prima volta che la principessa si trovava in una tale situazione e lui
la capiva perfettamente: anche Peter si era sentito insicuro e spaventato
durante la sua prima battaglia contro la Strega Bianca. Ma il coraggio
era sopraggiunto nel momento più opportuno.
“Sì…”
Pochi
minuti dopo, il gruppetto arrivò in prossimità della sala del trono e
cominciarono ad avanzare nel silenzio più totale. Peter spiegò a tutti il
piano, dopodiché lui, Edmund ed Aisleen si avvicinarono a una porta.
“Chissà
cosa stanno facendo…”
“Maestà…-iniziò
a dire Ripicì, dopo aver inspirato a fondo-…ammetto che le mie dimensioni sono
poco notevoli; di conseguenza, se lo desiderate, potrei facilmente andare a
spiarli!”
“Ottima
idea, Ripicì! Ma fai attenzione!-bisbigliò Peter- Ci serve solo sapere in che
posizione si trovano.”
“Come
comandate, Maestà!”
Fu così che
Ripicì, zampettando piano piano, si sporse in avanti e si infilò nella sala del
trono. Peter, Aisleen ed Edmund, appoggiati alla parete, aspettavano, non senza
una certa ansia in corpo. Il Re Supremo riusciva a sentire il respiro
accelerato della principessa accanto a lui, indice della sua agitazione. Era
più che comprensibile, considerato anche che i suoi genitori erano sotto il
controllo di una strega e lei avrebbe dovuto affrontarli per cercare di
salvarli. Peter non se ne accorse, ma la sua mano scivolò su quella della
principessa e la strinse. La spontaneità di quel gesto sorprese il re e calmò
la principessa, che appoggiò il capo sulla spalla di Peter.
Edmund
osservò tutta la scena con la coda dell’occhio e, notando il fratello arrossire
lievemente, alzò gli occhi al cielo. Peter innamorato era davvero uno
spettacolo molto buffo!
All’improvviso
Ripicì ricomparve di fronte a loro e le tre Altezze Reali si inginocchiarono
vicino a lui, curiosi.
“Allora,
cosa stanno facendo?” domandò Peter.
“Re
Alastair, la regina Sybil e la strega sono radunati intorno a un tavolo, sopra
cui vi è una sfera di cristallo!”
“Una sfera
di cristallo?” ripetè Edmund, perplesso.
“Proprio
così, Maestà. Credo che tramite quella sfera riescano a vedere cosa succede sul
campo di battaglia.”
“Interessante.
Immagino sia opera della strega!” commentò Peter.
“E’ ciò che
sospetto anch’io, Maestà!”
“E il
tavolo dove si trova?”
“Esattamente
di fronte ai due troni.”
“Quindi
all’incirca nel centro della sala!”
“Sì!”
Dopo un
momento di riflessione, Peter si alzò in piedi e, impugnando bene la sua spada,
assunse la sua espressione da Re Supremo.
“D’accordo.
Ripicì avverti gli altri soldati che stiamo per entrare. Se mai dovessimo avere
bisogno del loro aiuto, accorreranno solo a un mio preciso ordine!”
“Come
desiderate, Maestà!” disse Ripicì, inchinandosi rispettosamente.
Dopodiché
corse a fare il giro dei soldati.
Edmund
controllò la sua spada e fece qualche mossa per verificare quanto fosse
affilata la lama.
“Allora,
andiamo?” chiese Edmund.
Peter annuì
e si voltò verso l’entrata della sala, pronto a varcare quella soglia. Ma prima
che potesse compiere un passo, il re si sentì trattenere per un braccio.
“Aspetta,
ti prego!” gli disse Aisleen, con il fiato corto.
“Aisleen,
che succede? Non ti senti bene?” domandò Peter, accarezzandole una guancia.
Aisleen
guardò per terra, agitata, e prese fra le mani la maglia di Peter: “Sto bene,
ma…ti prego, Peter, dimmi ancora una volta che andrà tutto bene!”
“Andrà
tutto bene, te lo prometto!” rispose lui, dolcemente.
“Questo non
riguarda solo i miei genitori, devi promettermi che anche tu starai bene!”
“Te lo
prometto, non mi accadrà niente!”
Aisleen
tornò a guardarlo, sia con ansia, sia con determinazione. E dopo pochi istanti
lo baciò, attirandolo a sé, le mani ancora appoggiate sul suo petto. Edmund si
voltò dalla parte opposta, picchiando una mano sulla fronte.
Peter si
sentì improvvisamente leggero come se il suo corpo fosse composto unicamente da
aria. Era davvero stupendo ciò che gli stava trasmettendo Aisleen con quel
semplice bacio, ogni più piccola preoccupazione sembrava svanire con quella
meravigliosa sensazione. Si era anche dimenticato che stava per affrontare una
strega. Se ne avesse avuto la possibilità, Peter avrebbe desiderato potersi sentire
in quel modo per sempre. Ma, in quel momento, avevano preoccupazioni più
urgenti a cui pensare.
Quando
Aisleen si allontanò da lui, gli rivolse un sorriso timido, ma molto tenero.
“Beh…questo
era proprio quello di cui avevo bisogno!” disse Peter, piacevolmente scosso.
Edmund
riuscì a stento a soffocare una risatina, ma per questo ricevette una gomitata
sul fianco proprio da parte del fratello.
“Quindi…-
iniziò a dire Edmund, tossendo-…ehm… adesso possiamo andare una volta per
tutte?”
“Direi di
sì!”
Peter
scosse il capo per ridestarsi definitivamente e strinse la presa sull’elsa
della sua spada.
“Coraggio!
Per Narnia e per Aslan!”
Fu così che
Peter, Aisleen ed Edmund fecero irruzione nella sala del trono.
“Fermi dove
siete!” esclamò Peter, con voce potente, puntando la spada verso le tre persone
al centro della sala.
I due
sovrani si voltarono subito verso i nuovi arrivati e li guardarono senza alcun
turbamento in volto. La strega, invece, afferrò subito il suo bastone bianco,
ma Edmund le fu subito accanto, minacciandola con la lama della sua spada che
le sfiorava il collo.
“Non ci
provare, strega!”
“Come avete
fatto a liberarvi?” domandò il re.
“Con un
piccolo aiuto giunto al momento più opportuno!” rispose Peter.
“Dove sono
gli altri prigionieri?”
“Non credo
di potervelo dire, Maestà!”
“Sono
proprio fuori da questa sala, sire, in attesa di fare irruzione nella sala a un
ordine del piccolo re!” rispose la strega, sogghignando.
“Certo,
questo avrei dovuto immaginarlo!” commentò amaramente Peter, ma non si lasciò
turbare dalla scoperta della strega.
“E avreste
dovuto immaginare anche questo!”
Così
dicendo, dal bastone della strega si sprigionò una luce bianca accecante che
invase tutta la sala. Peter, Edmund ed Aisleen si coprirono gli occhi per non
restare abbagliati. Quando la luce si dissolse Peter si guardò intorno e si
ritrovò circondato da soldati dell’esercito di Archen. Subito si parò davanti
alla principessa ed Edmund si avvicinò a loro.
“Da dove
sono arrivati?” chiese Aisleen, in un soffio.
“Magia, mia
cara, semplice magia!” rispose la strega, indietreggiando insieme ai due
sovrani.
Aisleen
guardava esterrefatta i suoi genitori, le loro espressioni vacue e la loro
incapacità di riconoscere lei, la figlia prediletta. Peter si accorse
dell’angoscia che turbava la sua principessa e la rendeva perfino incurante dei
soldati che li circondavano.
“Aisleen, stammi
sempre vicino, mi raccomando!” le sussurrò Peter, gli occhi puntati sui soldati
di fronte a lui.
La
principessa non rispose, anzi, sembrava addirittura non aver udito ciò che lui
le aveva appena detto. Perciò Peter mosse lentamente una mano verso di lei, per
avvicinarla a sé. Ma in quel momento re Alastair ordinò ai suoi soldati di
attaccarli.
“Questi
ragazzini ci stanno infastidendo. Liberatecene!” ordinò re Alastair.
Le parole
del re riuscirono a destare Aisleen dai suoi pensieri: infatti la giovane
principesse fece qualche passo in avanti.
“Padre,
ma…”
Fortunatamente,
Peter riuscì ad afferrarla e attirarla a sé, prima che lei si gettasse fra i
soldati pronti ad attaccarli.
“Ripicì…ORA!”
Nello
stesso momento in cui i loro avversari attaccarono Peter ed Edmund, i pochi
soldati di Narnia fecero irruzione nella sala, iniziando a duellare proprio
come i due Pevensie. Aisleen restò accanto a Peter, ma non poteva fare
alcunché, perché lui e il fratello si coprivano le spalle a vicenda. Perciò il
suo sguardo vagò nuovamente alla ricerca dei suoi genitori e della strega. Poco
prima, quando si trovavano ancora nei sotterranei, Peter aveva detto che era
necessario disintegrare il bastone della strega. Al momento i due sovrani erano
occupati e lei non stava contribuendo in nessun modo, quando, al contrario,
avrebbe desiderato aiutare i suoi genitori, il suo popolo, Peter…
Con tutta
quella confusione, probabilmente nessuno avrebbe fatto molto caso a lei. Così
si allontanò, tenendo lo sguardo fisso sulla strega, la quale era troppo
attenta a osservare come duellava Edmund per accorgersi dei suoi spostamenti. Per
fortuna neanche Peter se ne accorse. Soddisfatta della sua iniziativa, Aisleen
fece il giro della sala, evitando abilmente i soldati che duellavano fra di
loro e giunse proprio dietro la strega. Non sapeva bene cosa fare, ma
probabilmente non doveva fare altro che agire d’istinto.
Così, con
il pugnale in mano, la principessa si avvicinò alla strega e puntò la sua arma
nella schiena della vecchia donna.
“Arrenditi,
strega!”
La strega
non sembrò minimamente sorpresa e ridacchiò, come se si aspettasse un’azione
del genere da parte di Aisleen.
“Piccola
principessa, non comportarti da sciocca!”
“Stai zitta
e libera i miei genitori dal tuo incantesimo!”
“Stupida!-
esclamò la strega, voltandosi con un rapido scatto verso di lei- Perché hai
rovinato tutto? Se avessi sposato re Caspian, avrei potuto prendere il
controllo anche della sua e della tua mente. A quel punto sarebbe stato un
gioco da ragazzi far tornare in vita la Strega Bianca,
grazie al vostro sangue!”
“La Strega Bianca ha portato Narnia
alla rovina e nessuno ne sente la mancanza!”
“Ma ti
avrebbe reso una grande regina!”
“Questo non
è vero! I fratelli Pevensie sono stati grandi re e regine non grazie alla
Strega Bianca, ma grazie al loro animo gentile e al loro coraggio. E se un
giorno sarò ricordata come una grande regina, sarà solo per aver seguito il
loro esempio!”
Detto
questo, la principessa attaccò con il suo pugnale la strega, che parò perfettamente
il colpo con il bastone dalla lama di ghiaccio e spinse a terra la ragazza.
Aisleen battè violentemente la schiena contro il pavimento.
“Ah!”
Nel momento
in cui la principessa cadde, Peter si accorse di cosa stava combinando.
“Aisleen!”
Cercò di
farsi strada per raggiungerla, ma davanti a sé c’erano ancora due soldati da
sconfiggere.
La strega
incombeva pericolosamente sulla principessa, la lama di ghiaccio puntata sul
delicato collo della giovane.
“Sei stata
davvero incosciente. I tuoi genitori credevano in te e li hai delusi!”
“No. I miei
genitori sono manipolati dalla tua magia. Non li ho delusi, al contrario, credo
che se potessero vedermi, sarebbero molto fieri di me!”
La strega
rise di gusto: “Ma questo non lo sapremo mai. Il re e la regina resteranno per
sempre così e io cancellerò dalle loro menti ogni più insignificante ricordo
che ti riguardi!”
La strega
straparlava e Aisleen, inchiodata al pavimento freddo, non riusciva a muoversi.
Con la coda dell’occhio riuscì a scorgere Peter a pochi metri da lei, che con
tutte le sue forze combatteva contro due soldati nel disperato tentativo di
raggiungerla. All’improvviso si sentì male: forse era stata davvero incosciente,
forse avrebbe dovuto stare vicino a Peter, come lui le aveva raccomandato. Però
era anche vero che se non si fosse messa in gioco e non avesse fatto niente per
salvare i suoi genitori, sarebbe stato ancora peggio.
“Mentre tu…tu
sparirai per sempre, grazie a me!”
La strega levò
il bastone in aria, pronta per affondarlo sulla principessa.
“AISLEEN!!!”
urlò Peter.
Aisleen
chiuse gli occhi terrorizzata e il bastone della strega sferzò l’aria, con
l’intento di colpire la principessa. Ma Peter riuscì a liberarsi in tempo dei
suoi avversari e si fiondò tra la principessa e la strega. La lama di ghiaccio
affilatissima non colpì Aisleen, bensì andò a conficcarsi nella gamba di re Peter.
Aisleen,
notando che il colpo tardava ad arrivare, socchiuse gli occhi e intravide Peter
in piedi di fronte a lei, con la gamba insanguinata.
“Peter!”
La strega
rimase piuttosto sorpresa dall’intervento del Re Supremo e non si accorse di re
Edmund che sopraggiunse e con la sua spada spezzò il bastone della strega, il
quale si dissolse completamente.
La strega
spaventata indietreggiò fino a scontrarsi contro la parete. Ma Edmund si
avvicinò a lei e le puntò la spada alla giugulare.
“Non ti
muovere!” sibilò il giovane re, con sguardo minaccioso.
Nel momento
stesso in cui il bastone si dissolse nel nulla, fu come se fosse svanito anche l’incantesimo
della strega. Infatti i soldati di Archen si arrestarono e si guardarono
intorno con aria disorientata, proprio come accadde a re Alastair e alla regina
Sybil, che posarono il loro sguardo sulla principessa.
“Aisleen, cosa
sta succedendo?”
“Rimandiamo
le spiegazioni a dopo, Maestà…per il momento…ordinate di imprigionare questa
strega…” disse Peter, accasciandosi a terra esausto.
Re Alastair
si rivolse a due dei suoi soldati: “Fate come ha detto!”
La strega
fu portata via e Edmund potè correre accanto al fratello.
“Peter,
come stai?” chiese poi, preoccupato.
Peter
accennò un sorriso: “Potrei stare meglio!”
Anche
Aisleen era accanto a lui e, per quanto fosse felice per la liberazione dei
suoi genitori, ora guardava Peter con ansia, mordendosi il labbro inferiore.
Peter se ne accorse.
“Non sto
così male!” si affrettò a dirle.
“Ma…stai
perdendo molto sangue!”
“La ferita
si rigenererà!”
Aisleen
fissò i suoi occhi azzurri, sempre più angosciata.
“Perché
l’hai fatto?”
“Non è
chiaro?- disse Peter, sorridendole- Io ti amo e, se non avessi fatto niente per
proteggerti, non me lo sarei mai perdonato!”
“Tipico di
te, no?” intervenne Edmund, con un cenno del capo, e Peter ridacchiò.
“Oh,
Peter…perdonami, sono stata così avventata.- esclamò lei, abbracciandolo- Avrei
dovuto riflettere più a lungo prima di agire!”
“Va bene
così, Aisleen…non devi scusarti! Hai agito in quel modo solo perché desideravi
il bene dei tuoi genitori! Non posso biasimarti per questo!”
Aisleen si
avvicinò il viso a quello di Peter e gli baciò la fronte: “Ti amo anch’io, mio
re!”
Dopodichè,
Peter si rilassò e chiuse gli occhi, adagiando il capo sul grembo di Aisleen:
sentiva tutta la sua forza fuoriuscire dal suo corpo con una lentezza quasi
insopportabile.
“Peter!
Edmund!” esclamò una voce.
Sulla
soglia di una delle entrate c’era la giovane regina Lucy, accanto al grande
Aslan.
“Lucy…”
mormorò Peter, gli occhi ancora chiusi.
“Piccola,
corri. Il Re Supremo ha bisogno di te!” disse Aslan.
Lucy, senza
pensarci due volte, cose accanto al fratello e si inginocchiò vicino al suo
capo.
“Peter…cosa
ti è successo?” esclamò lei, preoccupata, guardando la gamba insanguinata del
fratello.
Le lacrime
le spuntarono agli angoli degli occhi, ma la giovane regina le ricacciò
indietro perché non era il momento di piangere.
Peter ignorò
la domanda della sorella: “Lu…come mai sei qui?”
“Non è
questo il momento delle spiegazioni, Peter!- commentò Aslan, che con passo
silenzioso, li aveva raggiunti- Lucy, cara, solo tu puoi guarire il re Supremo!”
Lucy annuì,
convinta, e afferrò subito la piccola fiala con il magico filtro. Tolse il
tappino e versò una goccia del liquido sulle labbra sottili di Peter,
leggermente schiuse.
Passarono
pochi secondi e la ferita di Peter si rimarginò completamente e lui aprì gli
occhi: il re era salvo.
“Peter!”
esclamarono Aisleen e Lucy all’unisono.
Erano
entrambe sollevate e felici. Peter sollevò il busto e scosse leggermente il
capo.
“Oh…così va
molto meglio!” esclamò Peter, guardandosi la gamba non più ferita.
I pantaloni
erano sporchi di sangue e stracciati, ma la ferita era svanita nel nulla: era
come se non ci fosse mai stata.
Aisleen gli
buttò le braccia al collo, stringendosi a lui: “Grazie al cielo! Sono così
contenta, Peter!”
“Anch’io!” disse Peter, sorridendo, e ricambiò
l’abbraccio.
Lucy guardò
i due giovani e sorrise fra sé, mentre Edmund sbuffò esausto.
“Ecco che
ci risiamo con le smancerie!”
“Perché?
Sono talmente carini!” commentò Lucy.
A quelle
parole, Peter si voltò verso la sorellina: “Grazie, Lu! Ma se tu sei qui,
significa che Susan e Caspian sono da soli…”
“Sì, è così!”
“E a questo
proposito, Maestà, osservate tutti qui!” disse Aslan, indicando con la punta
del naso la sfera di cristallo della strega, che, con tutta quella confusione,
era rotolata ai piedi del trono.
I sovrani
di Archen, Peter, Lucy, Edmund ed Aisleen corsero vicino ad Aslan e guardarono
nella sfera. Impiegarono poco tempo per capire cosa stavano osservando: la
guerra tra i due eserciti e sull’altopiano dove si trovavano gli arcieri di
Narnia, c’era…
“Susan!”
esclamarono i tre fratelli Pevensie.
Edmund e
Lucy si volsero subito a guardare Aslan, mentre Peter aveva lo sguardo fisso
sulla sfera, l’espressione profondamente turbata e la mano appoggiata sul
tavolo percorsa da fremiti impercettibili.
“Aslan, ti
prego, portami subito da lei!” esclamò Lucy, ansiosa.
“Ci andremo
tutti e viaggeremo alla velocità della luce! Stai tranquilla, piccola, la
salveremo!”
“Allora,
muoviamoci!” sbottò Peter, più preoccupato che mai.
*****
La
battaglia infervorava, Caspian duellava con i soldati avversari, Susan,
dall’alto, continuava a lanciare frecce, colpendo più nemici che poteva. Ma una
parte dell’esercito di Archen riuscì a staccarsi dal gruppo centrale che
combatteva a valle, aggirò l’altopiano sopra cui si trovavano gli arcieri di
Narnia e salirono, raggiungendo i loro avversari. Susan se ne accorse e subito
caricò una freccia sull’arco.
“Ci stanno
attaccando! Pronti a duellare con le spade!”
Tutti gli
arcieri riposero arco e frecce e passarono alla spada. E lo scontro con i loro
avversari iniziò. Susan continuava a lanciare frecce, cercando di colpire i
nemici. Ma questi si avvicinavano troppo rapidamente e lei non poteva rischiare
di colpire uno dei suoi soldati. Decise di passare alla spada, ma prima sentì
il bisogno di guardare un’ultima volta come se la stava cavando Caspian. Al
momento duellava con ben due soldati. E con angoscia, Susan si accorse di un
soldato che stava dirigendosi proprio verso Caspian, il quale sembrava non
averlo notato. Il suo re era in pericolo! E lei non poteva non fare niente. Fu
in quel momento che si ricordò delle parole che Aslan le aveva detto in sogno: “ Ora che rimarrete solo tu e Caspian,
dovrai avere fiducia nelle sue capacità e, soprattutto, non dovrai perderlo di
vista. Perché avrà bisogno di te a un certo punto. Ricorda che c’è un
sentimento speciale che vi lega e, per questo sentimento, sii per lui il suo
angelo custode.”
Ora capiva
cosa voleva dire Aslan. Perciò, senza pensarci due volte, ignorò gli avversari
che le si stavano avvicinando e riprese la sua arma. La regina tese l’arco,
prese la mira e scagliò una freccia. La freccia colpì in pieno petto il nemico,
che cadde a terra, senza vita, proprio dietro il re.
Caspian
riuscì a liberarsi e si accorse dell’uomo deceduto alle sue spalle. Quando vide
la freccia dalle piume rosse che gli si era conficcata nel mezzo del torace,
fece correre lo sguardo verso l’alto e notò la sua regina con l’arco teso tra
le mani. Gli aveva salvato la vita, come un angelo custode, come aveva detto
Aslan.
Perciò le
sorrise pieno di gratitudine e Susan, dal canto suo, gli rimandò un sorriso e
un cenno del capo.
Quel che
accadde in seguito, per entrambi, fu come una scena a rallentatore. Un soldato
di Archen giunse alle spalle di Susan, che si era distratta per aiutare Caspian,
e le trafisse il fianco con la lama della spada.
“Susan…”
Il suo fu
solo un mormorio, ma Caspian, in realtà, avrebbe voluto urlarlo e sovrastare il
fracasso della battaglia.
La vista di
Susan si fece all’improvviso offuscata. Non poteva più distinguere il volto di
Caspian in mezzo all’esercito e la sua mente non riusciva a capire cosa stesse
succedendo. L’unica cosa di cui era certa era quella sensazione di calore che
la stava abbandonando, come il sangue che sgorgava dalla ferita e veniva
assorbito dai sui abiti.
La testa le
girò tutto d’un tratto e Susan perse i sensi, cadendo a terra.
“SUSAN!”
Senza
pensarci due volte, Caspian si fece largo tra i soldati e, recuperato
Destriero, vi montò in groppa, incitandolo a correre più veloce che poteva. Il
cuore batteva con una velocità esagerata e, di questo passo, gli si sarebbe
spezzato. Ma, prima che questo avvenisse, doveva raggiungere la sua Susan e
salvarla a qualunque costo.
Perdonate il ritardo, sono stata un
po’ impegnata! Ma finalmente ecco il nuovo capitolo! Povero Peter e povera
Susan! Chissà se se la caverà! Lo scopriremo nel prossimo capitolo “The Moon
and the Sun”.
Ringraziamenti…
Clacly: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo. In effetti caspian
che chiedeva la mano di susan in ginocchio mi sembrava abbastanza banale. Così
ho deciso di fare qualcosa di diverso. Ora però bisogna vedere se riusciranno
davvero a sposarsi. Chi lo sa? Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Kia_do87: grazie per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto, anche se la fine è un po’ in sospeso…
Ludina:wow, grazie per la recensione! Sono davvero felice che il capitolo
scorso ti abbia un po’ commossa. Quindi mi immagino cosa penserai di questo!
Ahahah! Comunque, spero ti piaccia!
Improvvisamente
i soldati di Archen si svegliarono da una specie di trance e si
guardarono intorno disorientati, cominciando a chiedersi dove si
trovassero e cosa stessero facendo esattamente. Così smisero
di combattere contro i narniani.
Ma
di tutto questo Caspian non se ne accorse, perché la sua mente
aveva altri pensieri cui dedicarsi, pensieri disperati e struggenti.
Finalmente, il re raggiunse Susan e scese da cavallo. Stranamente le
gambe lo ressero più di quanto lui avesse sperato. Il suo
sguardo si posò sulla sua regina a terra, circondata dai loro
arcieri. Dalla ferita al fianco fuoriusciva sangue rosso vivo…troppo
sangue che le sporcava i vestiti e si riversava a terra. Quella
visione gli provocò un brivido di paura, proprio a lui, il
coraggioso re di Narnia. Le sue mani cominciarono a tremare più
del normale e il suo sguardo divenne vacuo e perso.
“Maestà!”
Fu
il generale degli arcieri a richiamare la sua attenzione.
“Maestà,
bisogna riportarla all’accampamento, in infermeria.”
Caspian
annuì vagamente: chissà, non era neanche sicuro che
fosse stato il generale degli arcieri a parlare.
Così,
con passo incerto, Caspian si avvicinò a Susan e le si
inginocchiò accanto, prendendole una mano.
“Caspian…”
mormorò lei, con voce flebile.
Susan
aveva gli occhi chiusi, ma era ancora cosciente. Non era svenuta come
aveva pensato lui.
“Sì,
Susan…sono io…” disse Caspian, accostando la mano
della ragazza al proprio viso.
“Resta
con me…”
“Sarò
sempre al tuo fianco, cara, te lo prometto!- disse lui, baciandole la
fronte con labbra tremanti- Ora non preoccuparti, ti porto in
infermeria!”
Così
dicendo, Caspian strappò un pezzo della propria camicia e lo
legò attorno alla ferita di Susan per cercare di arginare
tutta quella fuoriuscita di sangue. Dopodiché la prese tra le
braccia, percependo la sua improvvisa fragilità. Si lasciò
aiutare dai soldati per sistemare la regina su Destriero. Dopodiché
si sistemò dietro di lei, stringendola a sé con
delicatezza, e incitò il cavallo a partire. Durante il
tragitto, sul volto di Susan si susseguivano smorfie di dolore e
Caspian si costrinse a non guardarla per non pensare a tutta la
sofferenza che lei provava in quel momento.
“Resisti…ti
prego…”
Il
sangue continuava a fuoriuscire e sporcava ora anche gli abiti di
Caspian: non era affatto un buon segno. Se Susan avesse perso troppo
sangue, sarebbe morta nel giro di pochi minuti.
Quando
arrivò all’accampamento, Caspian si diresse verso
l’infermeria e chiamò aiuto a gran voce. Subito
accorsero il dottor Cornelius e alcune sue assistenti.
“Cos’è
successo?” chiese il dottore, guardando spaventato Caspian e la
regina tra le sue braccia.
“Hanno
ferito Susan. Vi prego, dottore, aiutatela!”
“Portatela
dentro!” disse il dottore, indicando la tenda da cui era
apparso.
Così
Caspian riuscì a portare Susan dentro una piccola tenda e le
assistenti cominciarono a toglierle i vestiti.
“Maestà,
dovete uscire!” esclamò il dottore.
Caspian
non capì il motivo di quell’affermazione. Lui doveva
restare accanto a Susan, glielo aveva promesso.
“No,
io resto con lei. Ha bisogno di me!”
“Maestà,
vi prego. La regina ha bisogno di cure urgenti e voi dovete
rispettare la sua intimità!”
Improvvisamente
il re capì a cosa si stava riferendo il dottore, annuì,
arrossendo lievemente, e uscì dalla tenda. Non poter stare
accanto alla sua Susan era terribile, ma era anche vero che il dottor
Cornelius aveva ragione. Susan aveva diritto alla propria privacy,
anche se era incosciente, ormai.
All’improvviso
un rumore di zoccoli che scalpicciavano sul terreno attirò la
sua attenzione. Erano i fratelli di Susan: Lucy era in groppa ad
Aslan, Edmund e Peter montavano i loro cavalli. C’era anche
Aisleen, seduta dietro Peter. Il cavallo non si era ancora fermato
quando Peter scese a terra e corse subito verso Caspian.
“Dov’è
Susan?” gli chiese, la rabbia negli occhi.
Caspian
guardò l’entrata della tenda: “Lì. Il
dottor Cornelius si sta occupando di lei!”
“Cosa
le è successo?” chiese Aisleen, che, fra tutti, era
l’unica ad aver mantenuto un po’ di razionalità.
“L’hanno
ferita al fianco…in un momento di distrazione!” rispose
lui e, con aria colpevole, chinò il capo.
Lo
sguardo furioso di Peter non aveva alcuna intenzione di allontanarsi
da lui.
“Mia
sorella non si distrae mai in battaglia. Deve essere successo
qualcosa per farla distrarre, non è così?”
domandò Peter, come se sapesse già cosa fosse successo.
Anche
Caspian stava cominciando ad alterarsi.
“D’accordo!
È stata colpa mia, è questo che vuoi sentire, vero?
Susan si è distratta per salvare me! Dovrei esserci io al suo
posto!”
Peter
lo afferrò per il colletto, rivolgendogli uno sguardo di pura
disperazione: “Esatto! Dovresti esserci tu al suo posto! Anche
perché avevi promesso che non le avresti fatto accadere
nulla!”
“Smettetela!”
urlò Lucy.
Peter
e Caspian la guardarono, ansimando per l’accesa discussione.
“Così
non aiuterete Susan. E lei non avrebbe mai voluto vedere una scena
del genere, soprattutto fra voi due!” disse Lucy, guardandoli
con un’espressione da rimprovero.
Detto
questo, Lucy entrò nella tenda per andare ad aiutare Susan con
il suo filtro magico. Peter fissò il punto in cui era
scomparsa la sua sorellina e lasciò andare Caspian. Poi il suo
sguardo incrociò quello di Caspian e in quegli occhi neri il
Re Supremo vi lesse la stessa disperazione che provava lui in quegli
istanti terribili.
Dopotutto
non era l’unico a preoccuparsi per Susan. Ora c’era anche
Caspian, così innamorato di sua sorella.
“Scusa,
Caspian…non volevo aggredirti in questo modo né dirti
quelle cose!”
Caspian
annuì e lo guardò più tranquillo.
“Non
c’è problema!”
“Andrà
tutto bene!” si intromise Aisleen, rivolgendo il suo sorriso
più dolce sia a Peter sia a Caspian.
“Sì,
sarà così per forza.- aggiunse Edmund- Susan è
forte!”
In
quel momento Lucy fece capolino dalla tenda.
“Venite!”
Tutti
i presenti entrarono nella tenda e circondarono il lettino dove era
stesa Susan: indossava una veste bianchissima, in contrasto con il
rosso sangue che fino a qualche minuto prima fuoriusciva dalla
ferita. Caspian la guardò, ancora lievemente preoccupato:
sembrava un angelo, il suo angelo. I capelli sciolti si spargevano
sul cuscino, il viso pallido non aveva perso la sua bellezza
incantevole, la piccola mano era appoggiata sul materasso più
delicata che mai…e gli occhi erano chiusi, donando l’unico
effetto negativo a quella visione. Così pallida, immobile e
incosciente sembrava...morta…la sua Susan…
“Dottore,
come sta? Perché non si è ripresa?” chiese Peter,
preoccupato.
“Il
filtro di Sua Maestà ha rimarginato la ferita, ma la regina
Susan non riprende conoscenza in quanto ha perso troppo sangue!”
“Questo
vuol dire che prima o poi si riprenderà…non è
così?” chiese Lucy.
“Lo
spero, Maestà. Lo spero vivamente!”
Caspian,
improvvisamente, si sentì come imprigionato in quella tenda.
L’atmosfera era troppo soffocante per lui. Stava per sentirsi
male. Così, il re, senza proferire parola, uscì dalla
tenda. Se Susan si fosse risvegliata e lo avesse visto in quello
stato si sarebbe preoccupata. Era meglio andare da qualche parte a
calmarsi, prima di rivedere la sua regina…sempre che si
risvegliasse.
Caspian
scosse il capo per scacciare quel pensiero terribile, che gli
toglieva il fiato. Sicuramente Susan si sarebbe svegliata presto così
lui avrebbe potuto rimproverarla per avergli fatto prendere lo
spavento più grande di tutta la sua vita e poi le avrebbe
chiesto di sposarlo.
Il
rifugio scelto da Caspian era la sua tenda: lì nessuno avrebbe
potuto disturbarlo.
*****
Susan
socchiuse gli occhi: si sentiva stordita e non ricordava granchè
di ciò che era accaduto. Perciò si mise a sedere con
estrema lentezza, dato che la testa le girava. In questo modo si
accorse dei suoi fratelli, accampati in qualche modo nella tenda,
tutti addormentati. C’era perfino Aisleen, accanto a Peter, il
capo appoggiato sulla sua spalla. Susan sorrise nel vederli lì,
tutti sani e salvi. Avrebbe voluto svegliarli per assicurarli che
stava bene dopo…ah, sì, ora ricordava! Uno dei soldati
di Archen l’aveva ferita al fianco. La regina si passò
una mano lì dove era stata ferita. Ma questa era svanita nel
nulla. Sicuramente era merito del filtro magico di Lucy.
Con
molta cautela e senza far rumore, Susan scese dal letto e uscì
dalla tenda. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Non era
neanche l’alba, probabilmente stavano dormendo tutti. La
giovane regina si chiese dove mai fosse Caspian, sicuramente anche
lui era in pensiero per lei e Susan non desiderava altro che
rassicurarlo sulle sue condizioni. Ma sentiva che qualcosa o qualcuno
la stava chiamando. Così si lasciò guidare da una forza
misteriosa che le indicava la strada. E man mano che avanzava, Susan
si sentì sempre meglio, come se ogni passo che compiva le
infondesse una nuova energia.
La
sua guida invisibile la condusse nel giardino dove si era rifugiato
Caspian, la sera prima della battaglia. Proprio nel centro, vi era
Aslan, maestoso come sempre, nonostante la posizione accucciata.
“Avvicinati,
piccola!”
Susan
obbedì e si avvicinò al grande leone.
“Aslan,
che bello rivederti!”
“Lo
è di più vederti sana e salva, regina Susan!”
Susan
sorrise: “Grazie!”
“Per
cosa?”
“E’
tutto merito tuo, se Lucy è riuscita ad arrivare in tempo per
aiutarmi! Non è forse così?”
Aslan
ridacchiò: “Hai ragione! Ma ora siediti accanto a me,
piccola cara. Non sei ancora nel pieno delle tue forze e noi dobbiamo
parlare di qualcosa d’importante!”
Susan
gli rivolse uno sguardo perplesso, mentre si accomodava accanto a
lui: “Di cosa esattamente?”
“Per
esempio del tuo futuro!”
“Il
mio…futuro?”
“Precisamente!”
Susan
abbassò lo sguardo, divenendo improvvisamente triste. Sapeva
con certezza che Aslan le avrebbe detto che doveva tornare nel loro
mondo, insieme ai suoi fratelli. Il che significava che doveva
separarsi nuovamente da Caspian e, ovviamente, non poteva sposarlo.
“Cosa
ti turba?” le chiese Aslan.
“Quello
che stai per dirmi!”
“E
cosa credi che io voglia dirti?”
“Che
devo tornare nel mio mondo, insieme ai miei fratelli e vivere la mia
vita, perché qui non ho più niente da imparare!”
Aslan
non rispose subito, si limitò a guardare dritto davanti a sé,
lì dove c’era l’accampamento.
“Lo
sai, Susan, credo tu abbia ancora qualcosa da imparare a Narnia.”
Le
parole di Aslan la lasciarono senza fiato per qualche istante, ma
Susan si costrinse a respirare con molta calma.
“Cosa
intendi dire, Aslan?”
“Lascia
che ti spieghi!”
*****
“La
regina Susan è morta, Maestà. Sono profondamente
addolorato!”
Le
parole del dottor Cornelius erano così lontane, così
irreali…tanto da non sembrare vere.
“No,
non può essere!”ribattè Caspian, disperato.
“Maestà,
è così. Non ha superato la notte!”
“Non
ci credo. Mi state mentendo. Susan non può morire!”
Il
dolore che gli lacerava il petto era insopportabile, così
tanto che Caspian avrebbe voluto strapparsi il cuore per non soffrire
più. Senza Susan niente aveva senso.
Caspian
avvicinò una mano al viso di Susan: la pelle era fredda come
il ghiaccio, gli occhi azzurri erano chiusi per sempre e le labbra
sottili non gli avrebbero più sorriso nè lo avrebbero
più baciato.
“Susan…non
mi lasciare da solo…ti prego…” mormorò
lui, baciandole la fronte liscia e gelida.
“Caspian…non
sei solo…”
La
voce era senza ombra di dubbio quella di Susan, ma lei non si era
mossa e nella tenda non c’era più nessuno.
“Susan…senza
di te, sono solo. Tu non ci sei più…”
“Allora,
svegliati…e non sarai più solo!”
Caspian
non riuscì a capire cosa significassero quelle parole, ma
seguì il consiglio di Susan. Chiuse gli occhi e li riaprì
subito, ritrovandosi sul proprio letto. Il re si portò una
mano sul viso e si accorse che era freddo e umido.
Sospirò
e un’ondata di sollievo lo travolse. Era stato solo un incubo.
Così
il re si alzò e uscì dalla tenda. Ormai la notte stava
passando, ad oriente sulla linea dell’orizzonte il sole
cominciò a fare capolino oltre le montagne e ad occidente la
luna piena perdeva lentamente la sua argentea luminosità. Era
un’aurora davvero incantevole…se solo ci fosse stata
Susan accanto a lui. Già…Susan…chissà
come stava…
Caspian
corse attraverso l’accampamento e giunse alla tenda dove si
trovava Susan. Ma quando entrò vide che il letto della ragazza
era vuoto. Nella tenda si trovavano proprio tutti: Peter, Aisleen
appoggiata alla sua spalla, Lucy ed Edmund…tutti addormentati.
Ma Susan non c’era. Così Caspian uscì nuovamente
all’aria aperta e si guardò in giro preoccupato, ma
anche eccitato. Se Susan non era nel suo letto, questo significava
che si era svegliata.
Caspian
cominciò a camminare, lasciandosi l’accampamento alle
spalle. Non sapeva dove stesse andando, ma una forza misteriosa
guidava i suoi passi. E dopo pochi minuti arrivò in un prato
verde e fiorito, lo stesso in cui si era rifugiato la notte prima
della battaglia. Qualche metro più in là, c’erano
Aslan, seduto a terra e splendente anche nella poca luce dell’aurora,
e Susan, con la sua veste bianca e il capo appoggiato sul dorso del
grande leone.
Quella
visione lo rincuorò e la sensazione che lo avvolse era
piacevolissima, così tanto che le gambe furono percorse da un
fremito e a fatica restò in piedi.
“Susan…”
Il
suo fu solo un sussurro, ma arrivò fino alle orecchie di
Aslan, che guardò nella sua direzione. E lo sguardo di Susan,
alquanto provato, lo seguì. Riconoscendo il suo Caspian, sul
viso della giovane regina nacque un meraviglioso sorriso e Caspian
sentì l’improvviso desiderio di correre da lei.
Poi
Aslan si alzò e cominciò a camminare verso Caspian.
Passò accanto al re, rivolgendogli un cenno del capo, e si
allontanò. Caspian tornò a guardare Susan e lei tese
una mano verso di lui. Come resistere a quell’invito? Fu così
che Caspian si ritrovò a camminare a una notevole velocità
e in pochi passi raggiunse Susan, inginocchiandosi di fronte a lei.
“Susan,
cara..- disse lui, prendendo la mano di Susan fra le sue-…ti
sei svegliata…grazie al cielo!”
Caspian
le baciò il dorso della mano bianchissima, trattenendola
contro le sue labbra e respirando a fondo il suo buon odore. In quel
momento, Caspian si sentì meravigliosamente bene, come se non
avesse mai provato gioia più grande.
“Sì…”
“Non
sai che gioia saperti sana e salva!”
Caspian
sollevò lo sguardo per incrociare quello di Susan e le
sorrise.
“Sono
felice anche io, Caspian!”
“Bene,
così posso permettermi di rimproverarti un po’!”
Susan
inclinò il capo da un lato: “Come mai?”
“Ti
sei distratta durante una battaglia!”
“Per
aiutare te…”
“Sì,
ma…se non fosse andato tutto per il meglio, io sarei comunque
morto di dolore per averti perduta per sempre!”
Susan
guardò Caspian ed esitò a rispondere: sapeva
perfettamente che, più che rimproverare lei, Caspian stava
rimproverando se stesso per non averle risparmiato questa terribile
avventura.
“Caspian…basta
così. Ho agito in questo modo perché era ciò che
volevo fare, era ciò che dettava il mio cuore. E per fortuna è
andato tutto bene! Quindi ora allontana tutti i pensieri negativi e
calma il tuo animo turbato.”
Caspian
la fissò, titubante. Così Susan si avvicinò a
lui, appoggiando la fronte a quella di Caspian, e chiuse gli occhi.
Il cuore di Caspian fece una piacevole capriola all’indietro,
sapendola così vicina a lui, così viva e calda.
“Se
non altro, fallo per me…” continuò Susan.
“Per
te farei di tutto, lo sai!”
“Allora,
rilassati…mio caro…” mormorò lei,
accarezzandogli il petto con la mano libera.
L’altra
era ancora fra quelle di Caspian, che non aveva alcuna intenzione di
lasciarla andare. Caspian chiuse gli occhi, avvicinando la bocca
all’orecchio di Susan e sfiorandolo leggermente. La sua regina
aveva davvero un profumo delizioso, sapeva di muschio e gelsomino, un
mix dolcissimo e sensuale.
“Caspian?”
lo chiamò Susan.
“Mm…”
“Non
avevi qualcosa da chiedermi?”
A
quelle parole, Caspian si allontanò di poco da lei, quel tanto
che bastava per guardarla negli occhi e notare le sue gote lievemente
arrossate. La sua domanda lo agitò non poco, ma quella visione
incantevole gli diede coraggio e determinazione.
“Lo
desideri davvero?”
“Solo
se ne sei convinto anche tu…” rispose lei, accennando un
sorriso.
“Io
lo sono veramente!”
Susan,
tranquillissima, fece spallucce: “Beh, anch’io!”
Caspian
annuì e inspirò profondamente. Il cuore stava
accelerando i suoi battiti in modo irregolare, come se facesse di
tutto per saltargli fuori dal petto. Ma, ormai, era deciso ad andare
avanti. Il sorriso e gli occhi di Susan gli donavano una grande
forza.
“Susan…mia
adorata, i sentimenti che provi per me mi lusingano. Sei la regina di
Narnia e lo sarai per sempre. Ma sarei l’uomo più felice
di questo mondo se accettassi di diventare la mia regina. Per
questo…vuoi sposarmi?”
Susan
gli sorrise e prese le mani di Caspian fra le sue, mentre lui
tratteneva il respiro.
“Sì,
Caspian…desidero sposarti più di qualunque altra cosa.”
Caspian
sospirò, sollevato, come se avesse appena affrontato la più
impegnativa delle prove.
“Adesso…posso
anche morire in pace…” commentò Caspian,
sorridendo.
Susan
rise, divertita: “E mi lasceresti sola prima del matrimonio?”
“Questo
mai perché ti amo!”
”Ti
amo anch’io, Caspian!”
Caspian
divenne improvvisamente serio e fece stendere Susan a terra con
estrema delicatezza. Susan lo guardava dolcemente, mentre il re le
accarezzava i capelli, steso sopra di lei.
“A
proposito, di cosa stavi parlando con Aslan?”
Susan
gli sorrise, maliziosa: “Di quello che stavi per chiedermi…”
“Davvero?”
esclamò lui, sorpreso.
“Sì…”
“E
posso sapere riguardo cosa esattamente?” “Dunque,
Aslan ha detto che posso restare a Narnia per sempre, se è ciò
che voglio!”
“Beh,
mi sembra giusto, visto che vogliamo sposarci. Sarebbe un matrimonio
difficile se mia moglie ed io fossimo in due mondi diversi!”
“Io
gli ho chiesto se fosse davvero sicuro di quello che mi stava dicendo
e lui mi ha detto che io, come anche Peter, ho ancora molto da
imparare a Narnia!”
“Ovvero?”
“Imparare
ad essere veramente felice con qualcuno come te al mio fianco!”
Caspian
sorrise: “Sono lieto di saperlo. Adesso non ci sarà più
alcun ostacolo sul nostro cammino!”
Detto
questo, Caspian scivolò accanto a lei e si sdraiò sul
fianco sinistro, appoggiando il capo alla mano, rivolto verso Susan.
“Lo
sai, Caspian, in certi momenti pensavo che il nostro fosse un amore
impossibile, proprio come il sole e la luna!” disse Susan,
indicando con il sottile indice il sole che stava sorgendo.
“Il
sole e la luna?” ripetè Caspian, perplesso.
“Esatto.
Nel mondo da dove vengo io, esiste una leggenda sul sole, la luna e
il loro amore.”
“Mi
piacerebbe sentirla!”
“D’accordo.
Quando il
Sole e la Luna si incontrarono per la prima volta, si innamorarono
perdutamente e iniziarono a vivere un grande amore. Il mondo ancora
non esisteva e un giorno Dio lo creò, dandogli il tocco
finale...la luce. Decise così che il Sole avrebbe illuminato
il giorno e la Luna avrebbe illuminato la notte e sarebbero stati
obbligati a vivere separati. Si abbattè su di loro una grande
tristezza nell'apprendere che mai e poi mai si sarebbero potuti
incontrare. La Luna era ogni notte sempre più malinconica e
avvertiva la solitudine a cui era costretta. Anche il Sole,
nonostante si fosse guadagnato il titolo di "Re degli astri"
per la luce che era in grado di emanare, era infelice. Dio allora li
chiamò e spiegò loro: 'Non dovete sentirvi tristi,
ognuno di voi possiede già una luce propria. Tu, Luna,
illuminerai sia le notti calde sia quelle fredde, incanterai gli
innamorati e sarai spesso ispirazione di poesia. Quanto a te, Sole,
onorerai il tuo titolo perchè sarai il più importante
di tutti gli astri, illuminerai la terra durante il giorno e darai
calore agli esseri umani e la tua semplice presenza renderà
tutti più felici'. Ma questo non bastò a consolare la
Luna, che spesso piangeva. Il Sole era consapevole che l'unica cosa
che fosse in grado di fare era darle forza e aiutarla ad accettare
ciò che Dio aveva deciso, ma, vedendola soffrire così
tanto, si preoccupò sempre più e decise di avanzare una
richiesta a Dio: 'Signore, aiuta la Luna, per favore, lei è
più fragile di me e mai sopporterà la solitudine!'. E
Dio nella sua immensa bontà creò le stelle per farle
compagnia. La Luna continuava ad essere molto triste nonostante le
stelle facessero di tutto per consolarla. Oggi, loro vivono insieme
ma separati. Il Sole finge di essere felice e la Luna non riesce mai
a nascondere la propria insoddisfazione. Il Sole continua a splendere
perchè arde di passione per la Luna e lei continua a vivere
nella oscurità della solitudine. Si dice che nel progetto di
Dio la Luna avrebbe dovuto essere sempre piena e luminosa ma così
non fu quasi mai, perchè lei è donna e la donna si
comporta così. Quando è felice è piena ma quando
è infelice è calante e di conseguenza non è
possibile vederne la luce. Il Sole e la Luna seguono il loro destino:
lui solitario e più forte, lei in compagnia delle stelle e più
fragile. Si racconta che Dio decise che nessun amore sulla terra
sarebbe stato del tutto impossibile, nemmeno quello tra la Luna e il
Sole e fu così che creò l'eclisse. Oggi, Sole e Luna
vivono nella speranza di questo momento, nell'attesa di questi rare
situazioni che sono loro consentite e che quasi mai accadono. Quando
guardiamo il cielo e vediamo il Sole coprire la Luna significa che
lui è sdraiato su di lei e cominciano ad amarsi. A questo atto
d'amore Dio diede il nome di eclisse. E la luce della loro estasi è
così forte che si sconsiglia di guardare il cielo in quel
momento perchè i nostri occhi potrebbero essere accecati dalla
vista di tanto amore…”
“Quindi
se è possibile l’amore tra il sole e la luna, anche il
nostro è stato possibile.”
“Già!”
“Con
la differenza che noi non dobbiamo aspettare l’eclissi per
vederci ed amarci…”
“No,
certo che no!”
“Perché,
per esempio, in questo momento sto morendo dalla voglia di baciarti!”
Susan
arrossì, ma sostenne il suo sguardo dolce e intenso.
“Allora,
perché non lo fai?”
Non
gli era mai stato rivolto invito più dolce e Caspian ne
approfittò subito. Così si chinò su di lei, con
una lentezza insopportabile, almeno per Susan, e la baciò
sulle labbra. Dolcemente, delicatamente, ma anche pieno di passione.
Le mani di Susan si intrecciarono fra i capelli di Caspian, mentre
quella di Caspian le accarezzò l’addome e poi il fianco.
A quel tocco, Susan fece una smorfia di dolore e Caspian si ritrasse
immediatamente.
“Che
succede? Ti ho fatto male?” domandò Caspian,
preoccupato.
La
smorfia di Susan si trasformò lentamente in un sorriso.
“Scusa,
stavo scherzando!”
Caspian
ridacchiò e si chinò nuovamente su di lei, cominciando
a sfiorare la pelle del suo viso con le labbra. Susan trattenne
improvvisamente il respiro, sentendo il suo corpo paralizzato, ma non
fermò Caspian. Le labbra sottili del re le baciarono la
guancia e poi cominciarono a scendere sul mento, sul collo e dietro
l’orecchio, lasciandosi dietro una scia di baci bollenti.
“Caspian…”
Vedere
la razionale Susan lasciarsi andare ai suoi baci e alle sue carezze
stava mettendo a dura prova l’autocontrollo del re. Ma lui
cercò di darsi un contegno: non potevano ancora spingersi
troppo in là.
Così
si sollevò a guardare Susan negli occhi, la baciò
un’ultima volta e tornò a sedersi. Susan non riuscì
a nascondere il suo dispiacere. Non poteva mentire a se stessa: le
attenzioni di Caspian la stavano mandando in estasi e avrebbe voluto
che lui non si fosse fermato. Scoprirsi così passionale e
sensibile al suo tocco caldo e intimo la lasciò stordita per
pochi istanti.
Quando
fu sicura di essersi ripresa, si mise a sedere accanto a lui.
“Come…ehm…come
mai ti sei…fermato?” chiese lei, cercando di sembrare
indifferente.
“Beh…tu
hai bisogno di riposare ancora un po’. Quindi sarà
meglio tornare nella tenda prima che i tuoi fratelli si sveglino.”
Caspian
si alzò in piedi e le porse la mano.
“Perché?
È così bello stare qui con te!”
“E’
meglio così, cara, questo pomeriggio torneremo al castello.
Devi rimetterti in forze.”
Susan
non aveva alcuna intenzione di alzarsi: “Non ne ho bisogno. Sto
benissimo!”
“Ne
sono convinto. Ma mi sentirei più tranquillo se riposassi
ancora un po’. E sono sicuro che Peter e il dottor Cornelius
saranno d’accordo con me!”
“Se
non volessi alzarmi?”
“Non
è un problema!”
Così
dicendo, Caspian si chinò e la prese tra le sue braccia.
“Caspian!”
Caspian
rise, incamminandosi verso la tenda.
“Dai,
mettimi giù!”
“Perché
invece non ti rilassi?- le consigliò Caspian- Dopotutto prima
ho seguito il tuo consiglio!”
Susan
sospirò, rassegnata, e si accoccolò tra le sue braccia,
appoggiando il capo al petto di Caspian e godendo del suo calore
dolcissimo.
“Caspian…grazie…”
Una
sensazione di improvviso torpore la colpì e piano piano Susan
chiuse gli occhi.
Quando
Caspian arrivò alla tenda, entrò e pose delicatamente
Susan sul letto. La regina, nel frattempo, si era addormentata.
Caspian rimase a guardarla per qualche istante.
“Che
stai facendo?” chiese la voce di Peter.
Caspian
si voltò a guardarlo.
“Ho
riportato Susan a letto. Era uscita a parlare con Aslan!”
Peter
sembrò sollevato: “Questo vuol dire che Susan si è
risvegliata?”
“Sì,
e sta benissimo! Un po’ pallida, ma è viva!” disse
lui, accarezzando il viso di Susan con il dorso della mano.
“Sì…sì…-disse
Peter, coprendosi il viso con le mani-…grazie al cielo!”
Improvvisamente
Caspian si rese conto che non aveva rispettato le tradizionali regole
del corteggiamento. Avrebbe dovuto chiedere la mano di Susan a un
uomo della sua famiglia, possibilmente il padre. Ma suo padre era
nell’altro mondo, quindi il più adatto ad affrontare
quell’argomento era Peter.
“Peter?”
“Sì?”
chiese lui, guardandolo negli occhi.
“Possiamo
parlare un attimo?”
Peter
annuì: “Certamente!”
Bentrovati! Il ritardo
nell'aggiornamento è immenso. Più di un anno. E dire
che avevo il capitolo praticamente pronto, solo che non mi ricordavo.
Che sbadata... ^_^ ringrazio tutti quelli che hanno recensito la
storia fino ad adesso, spero che la seguiranno ancora. Ormai manca
poco e farò di tutto per terminarla!! il prossimo capitolo si
intitola “High King's decision”.
Caspian
uscì dalla tenda, seguito da Peter. Ogni fibra del suo corpo
tremava impercettibilmente e lui non poteva evitarlo in alcun modo.
Come avrebbe reagito Peter alla sua proposta?
“Allora,
di cosa si tratta?” chiese Peter, incrociando le braccia sul
petto.
Caspian
esitò a parlare e lo fissò per qualche istante.
Nonostante tutto Peter gli incuteva ancora un certo timore. Era pur
sempre il fratello maggiore di Susan, nonché Re Supremo di
Narnia, il Magnifico, il Flagello dei lupi...mentre lui, Caspian X
era un semplice re, senza appellativi onorifici fino ad allora. Ma
doveva parlare con Peter e non importava quanto fosse ansioso.
Magari, chissà, Peter avrebbe approvato senza tante storie e
ne sarebbe stato entusiasta. Certo, sarebbe stata una grande
sorpresa, per tutti. Ma , in fondo al suo cuore, Caspian aveva un
buon presentimento. Così si schiarì la voce.
“Ecco…tu
sai bene quanto io tenga a Susan…”
“Sì,
l’ho intuito!” disse Peter, sorridendo.
“Il
sentimento è reciproco...”
Peter
sospirò: “Ho intuito anche questo. Siamo fratelli,
ricordi?”
Caspian
imprecò nella sua mente: non era una cosa facile per lui
parlare con il Re Supremo di sua sorella, ma ci stava provando,
impegnandosi con tutte le sue forze. E Peter con la sua facile ironia
stava complicando ulteriormente le cose.
“Lo
ricordo perfettamente, Peter!”
“Allora
perchè non arrivi subito al dunque?”
Forse
Caspian aveva iniziato il suo discorso con qualche giro di parole di
troppo. D'accordo, sarebbe subito giunto al succo del discorso.
“Bene,
allora! - affermò con decisione- L' amore di Susan mi rende
l’uomo più felice di questo mondo. E, sai Peter, quando
due persone si amano, desiderano stare insieme…per tutta la
vita!”
Peter
socchiuse gli occhi, fissandolo con più attenzione:
“Continua!”
Quel
tono interessato e lievemente preoccupato provocò un brivido
di freddo nel giovane re di Narnia. Ma l’amore per la sua
regina era più forte di qualsiasi altro sentimento e il
desiderio di vivere insieme a lei era lo scopo della sua vita.
“Non
so come funzionano le cose da voi, ma vorrei chiederti il permesso di
sposare Susan!”
Peter
non disse niente e la sua espressione non lasciava trapelare alcun
indizio sulla sua reazione. Lo sguardo divenne pensieroso e la mano
destra strofinava il mento. Se non altro ci stava riflettendo sopra e
non aveva risposto subito con un secco no. Era un gran buon segno!
“Questo
significa che lei dovrebbe restare qui per sempre…”
Caspian
annuì: “Sì, naturalmente. Aslan ha detto che se
lei lo desidera può trasferirsi a Narnia per sempre.”
“E
lei lo desidera, immagino!” sospirò Peter, dando le
spalle a Caspian.
Il
suo sguardo dubbioso si perse tra le verdi colline che li
circondavano e Caspian era sulle spine. Il suo cuore batteva forte,
tanto che da un momento all'altro sarebbe saltato fuori dal suo petto
se al più presto la risposta di Peter non avrebbe alleviato la
sua sofferenza.
“Sì,
così mi ha detto poco fa!”
“Quindi
le hai già fatto la tua proposta!”
Caspian
annuì, titubante: “In un certo senso...”
“Caspian,
anche se dicessi di no, non sarà questo a impedirti di sposare
Susan. Mia sorella è molto testarda a volte: non accade quasi
mai, ma quando si impunta con qualcosa è sempre per un buon
motivo. E questo... è un buon motivo!”
Il
respiro di Caspian si fece più rapido e ogni parte di lui
cominciava a degustare la quasi certa risposta affermativa.
“Quindi,
cosa significa?”
Peter
tornò a guardarlo negli occhi e gli sorrise: “Significa
che, in qualità di rappresentante della famiglia Pevensie, ti
concedo di buon cuore la mano di Susan. A patto che non la farai
soffrire troppo!”
Le
parole di Peter lo rincuorarono e calmarono il suo animo fremente.
Adesso che tutte le normali convenzioni erano state rispettate,
Caspian poteva finalmente sposare la regina Susan. La sua felicità
era immensa e il suo cuore divenne leggero come una piuma.
“Io...ecco...non
accadrà, te lo prometto!”
Peter
ridacchiò, divertito: “Non è vero, accadrà.
Litigherete, ma alla fine farete sempre pace, perché siete
troppo innamorati l’uno dell’altra. E questo è
l’importante!”
“Grazie
davvero, Peter!” esclamò Caspian raggiante e subito
porse la mano a Peter.
Il
Re Supremo la strinse e l'espressione sul suo viso era serena e
felice, perchè sapeva che aveva fatto la cosa migliore per la
sua amata sorella, qualcosa che l'avrebbe resa felice. E la felicità
dei suo fratelli era anche la sua felicità.
“Non
c'è di che...fratello!” ribattè Peter, dandogli
una pacca sulla spalla.
Caspian
sorrise, soddisfatto di essere stato accettato da Peter nella sua
famiglia.
“Ora,
ti dispiace se vado da lei? Vorrei essere il primo a riferirle la
bella notizia!” chiese Caspian, ansioso.
“Vai
pure!” esclamò Peter, con vago cenno della mano.
Caspian
sparì all’interno della tenda e Peter sospirò.
Non poteva che essere felice per sua sorella, ma provava un po’
di tristezza all’idea di allontanarsi per sempre da lei. Non
era sicuro di essere pronto a separarsi da uno qualunque dei suoi
fratelli, che fosse Susan, Lucy o Edmund. Aveva speso tutte le sue
energie per accudirli, ogni volta che i loro genitori andavano a
lavorare, ogni volta che erano tornati a Narnia. Ma ora erano tutti
cresciuti e ognuno avrebbe preso la propria strada. E la prima
sarebbe stata proprio Susan. Era triste, ma era la loro vita.
“Hai
fatto la cosa giusta, Peter!”
La
voce dolce e profonda di Aslan vibrò alle sue spalle. Peter si
voltò e vide il maestoso Aslan accanto a sé.
“Lo
credo anch’io, Aslan!- sospirò il Re Supremo, tornando a
guardare la tenda in cui era sparito Caspian – Anche se sarà
difficile la separazione da lei, sia per me che per Lucy ed Edmund!”
“Sono
sicuro che anche loro penseranno unicamente alla felicità di
Susan e approveranno questa sua scelta. Ed inoltre, quando qualcosa è
scritto nel destino, si avvererà qualunque cosa accada.
Soprattutto se si tratta del più giusto degli eventi, ovvero
la realizzazione di un amore!”
“Ma
non tutti gli amori possono avverarsi!” commentò Peter
amaramente.
“Nessun
amore è davvero impossibile. Bisogna solo crederci! E tu,
Peter, credi nel tuo amore per la principessa Aisleen?”
Peter,
sorpreso, arrossì e chinò il capo: ma come poteva
ancora sorprendersi di Aslan, della sua capacità di leggere
nel cuore delle persone? Ormai avrebbe dovuto conoscerlo bene, lui,
il vero signore di Narnia.
“Io...sì...ne
sono innamorato veramente!”
“Allora,
cosa temi?”
“Il
momento in cui dovrò separarmi anche da lei.”
“E
se quel giorno non dovesse arrivare?”
Peter
guardò Aslan con gli occhi sbarrati. Non riusciva a credere a
ciò che gli aveva appena chiesto Aslan e il suo cuore che
sembrava essersi fermato era indice del suo turbamento interiore.
“Cosa...cosa
vuoi dire?”
“Se
ti dicessi che anche tu, come Susan, puoi restare a Narnia per
sempre, cosa mi risponderesti?”
Allora
aveva capito bene: poteva restare a Narnia anche lui per sempre. Il
che significava inevitabilmente la possibilità di condividere
la vita insieme alla sua Aisleen. E come poteva rifiutare un'offerta
talmente deliziosa?
“Così...istintivamente,
direi di sì. Restare qui con Aisleen, magari sposarla…sarebbe
meraviglioso. Ma, allora, che ne sarà di Edmund e Lucy?”
“Sono
convinto che resteranno qui con te e Susan, se glielo chiedessi.”
Certamente,
sarebbe andata così. Però Peter non riusciva a capire
il motivo di questa offerta improvvisa. Che cosa stava spingendo
Aslan a comportarsi in quel modo?
“Aslan,
perché stai facendo questo?”
“Cosa
di preciso, Maestà?”
“Questo!
Perché permetti a tutti noi di rimanere a Narnia per sempre?”
“Perché
avete donato molto al nostro mondo e avete instaurato dei rapporti
importanti e profondi con alcuni abitanti, in particolare tu e Susan.
Non trovo giusto spezzare questi legami. E, dato che anche voi siete
affezionati a Narnia e ai suoi abitanti, mi sembra la cosa più
corretta da fare…proporvi un trasferimento definitivo.”
“Quindi...dovremo
abbandonare il nostro mondo per sempre...” disse lui,
titubante.
Il
pensiero del giovane re corse subito ai suoi genitori, che vivevano
ancora nel loro mondo. Lui e i suoi fratelli avrebbero avuto
nuovamente il coraggio di allontanarsi da loro?
“Temo
di sì! Ma, vedi, Peter, ti svelo un segreto. Fin dai tempi
antichi era già scritto che tutto ciò avvenisse: il
vostro primo viaggio a Narnia, così come i successivi, fino ad
ora. Era destino che voi continuaste a vivere e regnare felicemente
su Narnia, non più da soli, ma con le persone che amate di più
al vostro fianco!”
“Allora,
perché dicesti che Susan ed io non potevamo più
tornare? Perché Caspian ha dovuto pregarti tanto prima di
richiamarci?”
“Vi
dissi quelle cose per mettere alla prova il vostro attaccamento al
nostro mondo: fortunatamente siete rimasti legati a Narnia e a tutti
noi; ma, crescendo, avreste potuto facilmente dimenticarvi delle
vostre esperienze in questo mondo. Per quanto riguarda Caspian, ho
voluto mettere alla prova anche i suoi sentimenti, ma confesso che
era un modo per farvi arrivare al problema che si era instaurato nel
regno di Archen!”
Peter
sospirò: “Certo, naturalmente! Resta solo un altro
piccolo grande problema!”
“Quale
sarebbe il problema che vi da pensiero, Maestà?”
“Devo
chiedere ad Aisleen di sposarmi!”
Aslan
rise, o almeno così parve a Peter.
“Allora
forza e coraggio, Vostra Maestà!” disse poi, in una
specie di ruggito.
Peter
annuì e sospirò: “Senti, Aslan, prima di darti la
risposta definitiva, posso consultarmi con i miei fratelli?”
“Certamente!
È una importante decisione per la vostra vita. Prendete pure
tutto il tempo che volete!”
“Grazie
ancora, Aslan!”
Fu
così che, dopo essersi congedato da Aslan, Peter entrò
nella tenda e trovò Susan, sveglia, seduta nel suo letto,
circondata da Lucy ed Edmund. Caspian era in piedi di fronte al letto
ed Aisleen era accanto a lui. Non appena si accorse di Peter, Susan
gli sorrise.
“Peter…”
Peter
le fu subito accanto e le prese una mano: “Sue, sono così
felice che tu stia bene. Mi hai fatto prendere un bello spavento
questa volta!”
Detto
questo le baciò la fronte e Susan gli accarezzò il
viso.
“Scusa,
Peter!”
“Sì,
sì...non importa! Ciò che conta è che tu stia
bene
adesso!”
“Peter
ha ragione, Susan. Non ci pensiamo più!” esclamò
Lucy, più sorridente che mai.
Peter
appoggiò una mano sul capo della più piccola Pevensie e
le accarezzò i capelli: era sicuro che Lucy, la prima ad aver
scoperto il magico mondo di Narnia, sarebbe stata la più
felice nell'accettare la proposta di Aslan. Così il Re Supremo
sospirò e rivolse uno sguardo sereno verso Aisleen e Caspian.
“Maestà,
Altezza...devo chiedervi cortesemente il favore di lasciarci da soli.
Ho bisogno di conferire con i miei fratelli!”
“Riunione
di famiglia?” chiese Edmund, emettendo un sospiro.
“Mmm...qualcosa
del genere!” rispose Peter.
“D'accordo,
Peter, usciamo subito!” disse Caspian.
Aisleen
annuì: “Sì, a dopo!”
Peter
seguì con lo sguardo Caspian ed Aisleen mentre uscivano dalla
tenda.
“Allora,
di cosa si tratta?” domandò Lucy, interessata.
Peter
si sedette sul letto di Susan, guardandola con un sorriso.
“E’
un argomento di cui Susan è già a conoscenza, ma
riguarda anche tutti noi.”
“Oh,
Peter, non fare tanto il misterioso!!” sbottò Edmund.
Evidemente
anche lui stava diventando curioso, solo che a differenza di Lucy,
non riusciva a trattenere la sua ansia.
“D'accordo,
Ed. Allora Aslan ha proposto a tutti e quattro di restare a
Narnia...per sempre.”
Le
labbra di Lucy si stesero in un sorriso sincero, come se si
aspettasse una simile notizia, mentre Edmund sembrava sorpreso sì,
ma entusiasta.
“Per
sempre...sempre?” domandò Lucy.
“Sì,
Lucy!”
“Oh,
sarebbe delizioso, vivere per sempre qui a Narnia tutti insieme!”
esclamò Lucy, battendo le mani.
“Sì,
è davvero grandioso! Ma come mai Aslan ci ha fatto questa
proposta? La volta precedente disse che tu e Susan non potevate più
tornare e, adesso, arriva addirittura a chiederci di trasferirci
tutti quanti qui a Narnia!” disse Edmund.
“Beh…in
effetti, adesso c’è qualcosa di diverso rispetto alle
altre volte…”
“Intendi,
il matrimonio di Susan e Caspian?” chiese Lucy.
Peter
rivolse uno sguardo sorpreso prima a Lucy poi a Susan.
“Gliel’ho
già detto poco fa insieme a Caspian!- spiegò Susan,
sorridendo come per scusarsi- Lui mi ha detto che ha ottenuto il tuo
consenso, perciò non abbiamo voluto più aspettare.”
“Ah,
molto bene. Comunque, sì, il motivo sarebbe questo. Ma,
invero, ci sarebbe anche un’altra...questione!” aggiunse
Peter.
“Immagino
che sia un argomento facente parte della stesso ambito...”
mormorò Edmund, non potendo trattenere un profondo sbadiglio.
Evidentemente
Edmund aveva già capito di cosa si trattasse, nonostante non
fosse tra i suoi interessi principali...non ancora se non altro. Per
cui Peter chinò il capo e arrossì lievemente. Era
davvero tanto difficile mostrarsi così sensibile e
vulnerabile, in fondo era ancora il maggiore dei Pevensie, l'uomo di
casa e dentro di lui percepiva ancora piccole tracce di quel suo
grande difetto...l'orgoglio. Ma la tragica lezione che gli era stata
impartita due anni prima, a Narnia, aveva causato grandi cambiamenti
nel suo carattere. Non era più orgoglioso e, sì, in
qualche modo prepotente. Ora riusciva ad affrontare i problemi con
più serenità e cercava il consiglio e il sostegno dei
suoi fratelli e di Caspian.
Perciò
era convinto che i suoi fratelli avrebbero compreso i suoi sentimenti
e sarebbero stati entusiasti della sua decisione.
“Vedete,
io…vorrei restare qui a Narnia con voi e chiedere alla
principessa Aisleen di sposarmi!”
“Ecco,
lo sapevo!” commentò Edmund, allargando le braccia.
In
realtà si vedeva lontano un miglio che era felice per il
fratello maggiore.
“Ah,
che bella notizia!!” esclamò Lucy, probabilmente l'unica
veramente sorpresa dalla rivelazione.
E,
così dicendo, la piccola ma valorosa regina corse ad
abbracciare il fratello.
“E'
stupendo, Peter.- esclamò Susan- Siamo tutti così
felici per te!”
“La
principessa Aisleen è davvero graziosa e simpatica!”
commentò Lucy.
“Grazie,
ma voi credete che lei accetterà?”
Peter
era a conoscenza dei sentimenti che Aisleen provava per lui, ma
chissà se avrebbe accettato veramente di diventare sua moglie
e vivere per sempre insieme a lui.
“Sì,
ovviamente!- esclamò Edmund, convinto- E' fin troppo chiaro
che la principessa ricambi i tuoi sentimenti. Non vedo il motivo per
cui debba rifiutare la tua proposta!”
“Ed
ha ragione, Peter. La principessa è innamorata di te.”
aggiunse Susan.
Anche
Lucy lo guardò, fiduciosa: “Ma certo! E sono sicura che
accetterà di sposarti!”
Peter
sorrise e rivolse a tutti loro uno sguardo pieno di gratitudine:
“Ragazzi, grazie mille...davvero.”
“E
quando glielo chiederai?” esclamò Lucy, ansiosa.
“Ecco,
non lo so...io non ho ancora deciso. Ma comunque, prima di parlare
con lei, devo chiedere la sua mano a re Alastair.”
“Mi
sembra giusto!” commentò Edmund.
Lucy
sorrise e gli diede una sonora pacca sulla spalla: “Oh,
beh...non c'è fretta! In fondo avete tutta la vita davanti!”
“E
poi Peter capirà quando sarà il momento giusto per
chiederglielo!” aggiunse Susan.
Peter
ridacchio: “Ah....sì, speriamo...”
“Ora...-
continuò Susan, alzandosi dal letto-...se Peter ed Edmund mi
fanno la cortesia di uscire io vorrei vestirmi, con l'aiuto di Lucy!”
“Ehm...Susan,
ti sembra il caso di alzarti? Non è un po' presto?”
chiese Peter, apprensivo.
“No,
io sto bene e voglio uscire da questa tenda al più presto!”
“Ma
sei ancora così pallida e debole, dovresti riposare a letto
ancora un po'!”
“Ti
assicuro, caro Peter, che non sono affatto debole. Al contrario mi
sento piena di energie. Perciò fidati di me, d'accordo?”
Peter
le rivolse uno sguardo scettico e poi sospirò, rassegnato:
“D'accordo, andiamo, Ed!”
*****
La
carrozza con Sua Maestà la regina Susan viaggiava lentamente
su ordine di Sua Maestà re Caspian. Susan, dopo essersi
rivestita, aveva espresso il desiderio di tornare al castello e,
sebbene Peter e Caspian fossero contrari all'idea di mettersi in
viaggio così presto, riuscì a convincerli anche grazie
al supporto di Lucy ed Edmund che volevano tornare nel tranquillo
castello di Telmar. La guerra non era durata poi molto, ma era stata
pur sempre una guerra. Per cui tutti, soldati e sovrani, erano
stremati nel corpo e nell'animo e, giustamente, il loro unico
desiderio era quello di tornare a casa, dai propri cari.
La
giornata era davvero splendida, il sole era caldo, il cielo limpido.
Il tempo ideale per mettersi in viaggio. I sovrani e l'esercito di
Narnia si misero in viaggio nel primo pomeriggio, dopo che Caspian
riuscì a far accettare a Susan una sua condizione: ovvero
quella di evitare il viaggio a cavallo.
E
così Susan si ritrovò nell'abitacolo della carrozza
insieme a Caspian.
“Comunque...non
è giusto! Sarebbe stato un viaggio delizioso!” ribattè
Susan, incrociando le braccia sul petto.
“Suvvia,
Susan, per una volta che io e tuo fratello siamo subito d'accordo su
una questione, non essere arrabbiata...”
Caspian
le rivolse uno sguardo implorante e le accarezzò una mano.
Susan sospirò e voltò il capo verso di lui. In fondo
sia lui, sia Peter agivano sempre per il suo bene. Era così
fortunata ad avere loro, una famiglia affettuosa, un compagno
gentile, la possibilità di essere felice per sempre...
Ma
le parole usate da Caspian le fecero nascere un dubbio nella mente.
Susan
aggrottò la fronte: “Allora, quando gli hai parlato del
nostro matrimonio? Ha fatto storie?”
Caspian
si affrettò a negare e scuotere il capo, energicamente. Si era
tradito con le sue stesse parole e ora Susan non gli avrebbe dato
pace se prima lui non le avesse rivelato tutta la verità e
nient'altro che la verità.
“No,
no....assolutamente no!”
“E
perchè prima hai detto 'per una volta'? Cosa ha combinato mio
fratello?”
Caspian
sospirò: “Non ha fatto alcuna obiezione, ma sai...lui è
sempre Peter...”
“Già,
lui è sempre Peter!” ripetè lei, quasi fosse una
verità universalmente riconosciuta.
“Però
ti assicuro sul mio onore che mi ha subito dato il suo consenso!”
“Meglio
così!” esclamò Susan con un sorriso sincero.
“Quindi
non ti arrabbierai con lui, vero?”
“No,
per questa volta no. In fondo ha già troppi pensieri per la
testa e non sarò certo io a complicargli ulteriormente la
vita!”
Caspian
la guardò, incuriosito dalle sue parole: “Che genere di
pensieri?”
“Peter
vuole chiedere la mano di Aisleen, ma prima deve parlare con re
Alastair e chiedere la sua benedizione!”
“E'
una notizia bellissima. Sono molto contento per Peter e la
principessa!”
“Sì,
stanno bene insieme. Sono sicura che Aisleen riuscirà ad
ammorbidire il carattere gentile, ma certe volte troppo possessivo di
Peter. In fondo, è una ragazza dolce e determinata e Peter è
pazzo di lei.”
“Ne
sono convinto anche io! - affermò Caspian- Quindi, Peter ha
solo bisogno di un'occasione per parlare con tranquillità con
re Alastair!”
Susan
annuì: “Sì, certo!”
“Allora
credo di avere in mente l'occasione ideale!”
“E
quale sarebbe?”
“Avevo
intenzione di organizzare una festa di fidanzamento per...noi due.
Potremmo invitare anche i genitori della principessa, così
Peter avrebbe tutto il tempo per parlare prima con loro e poi con
Aisleen!! Cosa ne pensi?”
Gli
occhi di Susan furono percorsi da un brillio e la regina rivolse un
sorriso meraviglioso al suo compagno, abbracciandolo subito dopo:
“E' un'idea stupenda, Caspian. Grazie!”
“Per
la nostra festa o per l'occasione di Peter?”
“Per
tutte e due, ovviamente, mio caro!”
E,
così dicendo, gli baciò una guancia teneramente,
facendo comparire un sorriso sulle labbra di Caspian. Poi le braccia
di Susan avvolsero il braccio destro del re e lei appoggiò il
capo sulla sua spalla.
“Bene,
ora abbiamo dato un'occasione a Peter. Adesso è tutto nelle
sue mani.”
Caspian
ridacchiò: “Dubiti di lui?”
“No.
Ma oggi l'ho visto stranamente insicuro di sé e delle sue
capacità. E, sai bene che per me come per i miei fratelli è
qualcosa di insolito. Lui è sempre stato il nostro punto di
riferimento, il forte e determinato fratello maggiore.”
“Eppure...-
iniziò a dire lui, sfiorandole la fronte con le labbra-...sono
sicuro che ritroverà il coraggio che da sempre lo
contraddistingue. E farà uscire nuovamente il Re Supremo che è
in lui!”
“Sì!
Lo credo anche io!”
Lo
sguardo di Susan si perse oltre il finestrino della carrozza, nel
meraviglioso paesaggio che offriva Narnia. Le dolci colline
verdeggianti, le foreste rigogliose, brulicanti di creature magiche,
il fiume che pigramente scorreva tra le valli e sosteneva la vita di
quel mondo magico. La regina aveva sempre amato quei paesaggi
naturali, fin dalla prima volta che li aveva visti. Ma ora che
avrebbe per sempre vissuto a Narnia, ora che quel magico mondo
sarebbe stato il suo nuovo mondo, ai suoi occhi tutto sembrava ancor
più meraviglioso.
E
l'unico fautore di quella sua immensa fortuna non era altri che il
suo preziosissimo Caspian.
Ok,
stavolta sono stata più rapida, ma perchè il capitolo
era già mezzo scritto. Adesso gli ultimi due sono tutti da
scrivere, quindi impiegherò più tempo credo. Ma alla
fine ce la farò!! intanto il prossimo si intitola “Will
you be my Queen?”
Ringraziamenti...
clacly:
ciao e grazie per la recensione. Hai ragione, peter è sempre
peter. E come hai visto non si smentisce mai. Però l'ho
ammorbidito un po'...ihihi!! ah, mulan, bellissimo film, lo adoro!!
^^
rubs:
ciao!! grazie per
la recensione!! sei stata molto gentile! A me il secondo film è
piaciuto e comunque tieni presente che nel libro caspian è un
ragazzino (non un bel ragazzone come ben!! ihihihihih *_*) e non c'è
la storia con susan! Magari è per questo che possono sembrare
un po' statici, come hai detto tu. Adesso è uscito il trailer
del terzo film dove non ci dovrebbero essere per nulla peter e susan
e invece si intravedono...mi chiedo perchè...