Colours of Narnia - Wellness

di Rinalamisteriosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Waiting for Narnia (Edmund - Orange) ***
Capitolo 2: *** Queen of Golden Age (Lucy - Yellow) ***
Capitolo 3: *** Beyond the cloud (Trumpkin - Grey) ***
Capitolo 4: *** You're not the only one (Peter - Red) ***
Capitolo 5: *** La regina e lo scoiattolo (Susan - Brown) ***



Capitolo 1
*** Waiting for Narnia (Edmund - Orange) ***


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Waiting for Narnia

 

 

 

"Edmund…"

Il richiamo giunse ovattato e distante alle sue orecchie, ma era troppo preso a contemplare il paesaggio che gli stava innanzi per chiedersi chi fosse a chiamarlo.

Si trovava su una balconata a Cair Paravel, precisamente nella torre ovest dell'imponente castello, quella destinata alle sue stanze.

A Narnia il tramonto era uno spettacolo fantastico, il cielo si colorava di un intenso arancione che poteva sfumare nel giallo solare oppure tingersi di un acceso rosso. Persino le nuvole perdevano il loro candore originale, adeguandosi a quell'atmosfera suggestiva.

D'altronde era questo l'arancione: la fusione e l'equilibrio tra giallo e rosso, tra solarità e forza.

Un colore vivace, equilibrato, rassicurante.

Veramente niente male.

"Ed... svegliati!"

"Ma io sono sveglio!" sbottò con crescente perplessità e una nota di fastidio. Si voltò e non trovò nessuno. Chissà da dove proveniva quella voce tenue e dolce: non solo stava disturbando un momento di calma assoluta, ma improvvisamente si alzò di tono ed esclamò:

"Avanti dai, sveglia!"

Fu allora che Edmund spalancò davvero gli occhi; al posto di quel tramonto c'era... beh, c'era la parete della camera, il piumone caldo del letto e una mano che lo scuoteva gentilmente per la spalla. Stava solamente sognando. Effettivamente era troppo bello per essere vero.

"Oh, finalmente!" constatò la voce di Lucy, forte e chiara. "Per un attimo ho pensato di dovermi procurare un secchio d’acqua fredda".

"Spiritosa" mugugnò in risposta al suo sospiro sollevato.

"Come ti senti?" s'informò, togliendo la mano e sedendosi sul materasso.

"Bene" rispose semplicemente, per poi sbadigliare. 

"Stanotte ad un certo punto ho sentito qualcuno tossire. Eustachio mi ha detto che eri tu… è vero?"

Si massaggiò le tempie prima di tranquillizzarla. "E' stato un colpo di tosse, Lu. Nulla di preoccupante, credimi. Eustachio esagera".

Voleva aggiungere inoltre che la stanza di quel lamentoso del cugino puzzava di insetti morti e calzini sporchi, soprattutto di notte, ma preferì evitare di farla preoccupare. Comunque domandò: "Lui non è qui, vero?"

"E’ in cucina, con la zia. Prima di fare colazione sono corsa a svegliarti, almeno..."

"Ho sognato Narnia…" mormorò pensoso Edmund, interrompendola e facendola sussultare di stupore.

"Oh, sul serio? E che cosa, precisamente?" gli chiese curiosa e interessata.

"Un tramonto. Ero affacciato sul balcone e osservavo soltanto il cielo", ricordò.

"E poi?"

"Eh, poi mi hai svegliato sai?"

"Ops" si scusò la sorellina, l'espressione colpevole. Attraverso l'accenno di un sorriso le fece intendere che non se l'era presa.

"Adesso però mi domando una cosa: se fosse un segno?"

Detto questo, portò le braccia incrociate dietro la testa e sopra il cuscino. La sua voce seria e profonda non era più impastata dal sonno.

"Un segno..." rimuginò anch'ella, toccandosi il mento e assottigliando gli occhi chiari finché non comprese. "Se così fosse... saremo pronti, no?"

"Io sono già pronto. Non aspetto altro!"

Come per avvalorare ed alimentare la stessa forte speranza, entrambi si sorrisero apertamente.

In fondo Edmund non si sentiva né nostalgico, né infelice, né arrabbiato.

Anzi, il sogno gli aveva fatto proprio bene.

 

 

 

******

Disclaimer: Le Cronache di Narnia e i suoi personaggi appartengono a C.S. Lewis. Nel fruire di essi non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Nota: Finalmente mi sono decisa a pubblicare il primo capitolo della raccolta a cui sto pensando da tempo.

Stento a crederci!! >.<

 

Vabbè, largo alle spiegazioni, sperando che l'idea vi piaccia ^^

Per prima cosa, dovete sapere che ad otto personaggi delle Cronache di Narnia ho assegnato otto colori. Leggendone i vari significati che gli si attribuiscono, ho trovato delle affinità e ho pensato che magari un certo colore può far stare bene (e da qui la parola "Wellness" nel titolo) un dato personaggio.

Oltretutto avrete notato che non è mia intenzione essere soltanto introspettiva, ma far interagire tra loro due o più personaggi, mantenendo però come centrale quello selezionato.

 

La prima flash che mi è venuta in mente è ambientata poco tempo prima dell'avventura riportata ne "Il viaggio del veliero", quindi per chi non ha mai letto il libro può essere *SPOILER*.

Ho interpretato il sogno del tramonto (collegamento tra Edmund e l'arancione) come un segno positivo, che alimenta la sua speranza e anche quella di Lucy.

La speranza che Aslan li richiami presto a Narnia.

 

Mi sembrava una cosa carina da scrivere, in attesa del film *__*

 

Inoltre, questa flash è dedicata con tanto affetto alla carissima Claudia.

Per la sua amicizia, il suo incoraggiamento e i suoi consigli. Grazie! ^O^

 

I prossimi colori (in caso vogliate azzardare qualche ipotesi XD) saranno blu, giallo, rosso, marrone, verde, grigio e viola.

Non saranno necessariamente in quest'ordine, eh.

Mi lascio guidare dalla casualità, anche se un capitolo è finito, un altro è a metà e di un altro ho scritto solo le prime tre righe.

Poi che altro?

Per qualsiasi dubbio chiedete ^^ risponderò volentieri la prossima volta!

 

Ogni vostro complimento, consiglio o critica sarà per me uno stimolo a fare sempre meglio =)

 

Un bacione!

Rinalamisteriosa

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Capitolo 2
*** Queen of Golden Age (Lucy - Yellow) ***


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Queen of Golden Age

 

 

 

Stava attraversando senza fretta il cortile interno del castello.

Indossava un vestito giallo che si sposava perfettamente con il suo buonumore e la sua allegria.

La sua risata cristallina riempì l'aria già pregna del gradevole profumo dei fiori d'aiuola, dell'odore d'erba fresca e di foglie.

Arrivata in prossimità della fontana di marmo, Lucy si fermò, per godere di uno dei suoi ambienti preferiti e anche per specchiarsi nell'acqua trasparente. Il riflesso che ricambiava il suo sguardo non era più quello della bambina curiosa che scopriva Narnia per la prima volta, ma di una giovane donna dai capelli lunghi, lucenti e lisci, dall'aria perennemente allegra e serena, dai lineamenti marcati e raffinati al tempo stesso.

Il riflesso di una regina amabile, ottimista, saggia e incrollabile nella propria fede e nelle proprie idee.

Affidabile, generosa e sensibile - anche troppo, a volte.

Determinata, fiera e coraggiosa come una leonessa - quando serviva.

"A cosa pensi?" domandò una voce gentile alle sue spalle. A parlare, il suo più caro amico e confidente, il fauno Tumnus.

Non l'aveva disturbata anzi, era arrivato lì con la stessa delicatezza che lo caratterizzava. Ormai Lucy lo considerava al pari di uno di famiglia, quasi un quarto fratello maggiore. Inevitabilmente, il tempo stava passando anche per lui: infatti era divenuto grassottello e gli erano comparse le prime rughe.

"Penso che oggi sia una splendida giornata, e spero vivamente accada qualcosa di bello..." rispose in un sussurro, per poi volgersi a contemplare il tetto azzurro, terso e sconfinato del cielo di Narnia.

Il sole brillava alto in tutta la sua abbagliante magnificenza, baciando con i suoi raggi ogni cosa.

"Lo spero anch'io."

A rompere il religioso e tranquillo silenzio che li avvolse e che regnò per qualche minuto, in cui Lucy decideva come avrebbe potuto occupare il proprio tempo libero, fu un'altra voce familiare, precisamente quella della sorella maggiore, che stava arrivando da uno degli archi che circondavano il cortile.

"Lucy cara, eccoti qui!" esclamò ansante la regina Susan.

Dando le spalle alla fontana notò subito che, malgrado l'affanno, ella aveva l'espressione di quando le recava lieti novelle.

"Sì Susan, sono qui. Che succede?" s'informò pacatamente mentre la sorella si fermava, le prendeva una mano tra le sue e cercava nel contempo di regolarizzare il respiro.

Doveva aver corso parecchio: che fosse uscita fuori per una passeggiata e avesse scoperto qualcosa?

"Sono tornati" disse soltanto.

E Lucy capì, mostrandosi ancora più radiosa di quanto già non fosse.

Raggiante come il sole, luminosa come ciò che indossava.

Susan non poteva riferirsi che a loro, glielo leggeva negli occhi.

Le strinse le mani come fosse un tacito ringraziamento per averla avvisata, scoccò a Tumnus un'occhiata che lasciava intendere che aveva proprio ragione a credere che quel giorno sarebbe successo qualcosa di bello, e con un largo sorriso si congedò da entrambi per correre a salutare i due fratelli.

Perché Lucy poteva anche essere cresciuta e tutto il resto, ma rimaneva pur sempre la più piccola e affettuosa componente della famiglia reale.

 

 

 

*****

Ecco a voi puntuale il secondo capitolo della raccolta, questa volta incentrato su Lucy, un personaggio su cui adoro cimentarmi – penso si sarà capito, ormai XD

E come potevo non assegnarle il giallo, colore solare per eccellenza?

Caldo, vivace, gaio, dinamico, creativo, saggio, ottimista, coraggioso e persino fiducioso: queste le qualità principali del colore.

Spero che questa flash dal finale aperto vi sia piaciuta ^^ qui i riferimenti sono tre: uno è nel titolo, mentre gli altri due sono il vestito giallo e il sole.

 

Chiarisco un’altra cosa riguardo all’abbinamento Edmund/arancione: tra le caratteristiche del colore, vi è l’atteggiamento brillante e positivo, la coerenza, il coraggio, il rispetto per tutti, l’essere dotato di grande umanità e la capacità di cambiare che mi hanno convinto nella scelta; sono qualità che personalmente vedo nell’evoluzione del personaggio.

Inoltre “La sensazione da sconfiggere, nell'arancione, è la colpa” è stata un’altra frase abbastanza convincente XD

 

Risposte alle recensioni:

 

Eve_Cla84: Figurati cara, ti meriti questo e molto altro ^^

Come ben sai, ormai mi sono affezionata alla tua Evelyn, quindi sghignazzo nell’immaginare lei e Lucy che tramano questa cosa per destare il fratello XD d'altronde nei libri si legge che Edmund è difficile da svegliare, eh. Non me lo sono inventata sul momento ^^'

Grazie di tutto, spero davvero di non deluderti con le prossime *__*

(PS: 500 parole esatte anche qui XD)

 

Freddy Barnes: Come sei gentile, grazie mille!

Uhm... diciamo che sono una fan di zio Lewis e facciamo prima, okay? XD Adoro più di uno dei suoi fantastici personaggi. Anche Edmund naturalmente.  

Bella la camera arancione: sai che è un colore antidepressivo? Ciò significa che dovresti essere immune alla tristezza ^_^

Allora aspetto il tuo prossimo parere, un bacione anche a te!

 

ranyare: Sì, ho notato cara XD

Ed e Lucy piacciono tantissimo anche a me, lo sai, e il bello è che li adoro anche quando si stuzzicano ^^’

Che ne pensi di questa? Io Lucy versione donna la vedo così. Ho scritto di lei bambina, di lei ragazzina, di lei neo regina... mi mancava solo donna ^^

Un bacione anche a te e infiniti grazie!

 

_L a l a: Ma salve =)

Nessun problema per il ritardo, grazie mille per i complimenti a questa e anche a Talking quietly!

Pensa che io per Ed ero indecisa tra arancione, blu e marrone... fortunatamente poi ho fatto la mia scelta XD e sono lieta di averti convinto, davvero.

E se tutto procede come programmato, ti anticipo che Edmund farà sicuramente altre due o tre comparse.

 

Dedico questo capitolo a ognuna di voi!

Perché, leggendo i vostri commenti, penso di aver provato nel profondo la stessa fulgida felicità di Lucy >.<

 

Per finire, grazie ai lettori silenziosi!

Ogni vostro complimento, consiglio o critica sarà per me uno stimolo a fare sempre meglio =)

 

Un bacione!

Rinalamisteriosa

 

 

 

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Capitolo 3
*** Beyond the cloud (Trumpkin - Grey) ***


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Beyond the cloud

 

 

 

Era stanco.

Aveva assistito a troppe stragi, a troppo dolore, a troppe sconfitte, a troppi eventi negativi per credere fermamente che le cose sarebbero cambiate a favore dei Narniani.

A volte era stato costretto a scappare, a nascondersi e la poca fede che possedeva si era sbriciolata. Franata come la dura pietra grigia delle montagne, o abbandonata come i sassolini su una spiaggia.

 

E proprio quando pensava che fosse giunta la sua fine, ecco che arrivavano loro.

 

 

In un primo momento, li aveva scambiati per ragazzi di Telmar che senza un'espressiva richiesta d'aiuto lo avevano salvato - salvato dal nemico? Questo il suo orgoglio non l'avrebbe mai ammesso, oh no! - e gli avevano chiesto spiegazioni per il suo comportamento.

 

Infatti il suo sguardo cupo e le sue risposte brevi tradivano fin da subito diffidenza, il suo tono beffardo non era altro che una protezione, una corazza per difendere una fievole e vacillante speranza.

 

Così, non solo scoprì che non sapevano di Telmar, ma intuì anche la loro vera identità.

 

E non era esattamente una cosa facile da accettare, perché... insomma, se n'erano andati più di un millennio prima, rinnegando il ruolo di Sovrani che gli era stato dato, e abbandonando il loro regno e il loro popolo.

Avevano lasciato che Narnia sprofondasse nel caos; che gli alberi e molti animali si chiudessero in loro stessi, smettendo rispettivamente di danzare e di parlare; che i Narniani venissero decimati e quelli che rimanevano perdessero la loro libertà.

E ora, quei quattro ritornavano come se non fosse successo nulla?!

 

Il suo scetticismo doveva essere evidente, perché gli venne proposta una dimostrazione, una sfida; allora la accettò, senza ingenti aspettative in realtà.

 

 

Ciò che scorse, prima di essere abilmente e rapidamente disarmato, cadendo in ginocchio per lo stupore, fu la matura fermezza nello sguardo del suo momentaneo avversario, il quale aveva certo un'esperienza con la spada che andava al di là della mera apparenza.

"Fulmini e saette!" esclamò colpito, sbattendo più volte le palpebre mentre li osservava bene e una rinnovata consapevolezza si faceva largo nella sua mente. "Deve aver funzionato quel corno..."

 

Fu allora che lo capì.

Capì che quei quattro avevano bisogno di qualcuno che li guidasse, e quello doveva essere lui.

Capì che doveva indirizzarli, mostrando loro che Narnia non era più la terra prospera e felice che ricordavano.

E soprattutto capì di dover obbedire e di potersi affidare, così come loro si sarebbero presumibilmente affidati al suo aiuto e ai suoi consigli.

 

Forse non era troppo tardi, per riattivare quella fede che credeva essere andata in pezzi e riaccendere la speranza. Per ritrovarle oltre una nube carica di pessimismo.

Non immediatamente, certo, ma pian piano ci avrebbe provato.

 

*449 parole*

 

 

 

 

 

***

Rieccomi!!

Bene, bene. Il mio primo aggiornamento del 2011 è una riflessione, certo che non mi smentisco mai XD e sarà meglio che passi subito alle spiegazioni. Dunque...

 

Tra le sue qualità, il grigio indica incertezza, franchezza, sensibilità; ha un carattere inflessibile e tende a giudicare severamente gli altri. Può sembrare freddo, chiuso, inavvicinabile e poco cordiale; indica umiltà. E' una via di mezzo tra bianco e nero, tra positività e negatività, quindi in un certo senso anche questo colore ha il suo equilibrio.

 

Ringrazio tantissimo Claudia, a cui dedico il capitolo, per averla letta in anteprima e perché era stata lei a farmi notare che Trumpkin poteva essere perfetto per questo colore ^^ all'inizio è così, è un personaggio diffidente, se non vede non crede, ma in fondo sappiamo che è buono, deve solo conoscerli meglio *__* spero che l'abbinamento convinca anche voi. (Ovviamente se c'è qualche dubbio sulla resa chiedete, perché... non so, mi sembra un po' contorto come ragionamento >.<)

Chiaramente qui mi sono ispirata soltanto ad una scena del film "Le Cronache di Narnia: Il Principe Caspian", con una citazione in proposito, e credo sarà l'unica flash totalmente introspettiva della raccolta ^^'' sono spiacente, ma questa volta l'ispirazione non mi ha portato a nulla di originale... comunque che ne pensate?

 

 

Sono contentissima che la flash su Lucy Pevensie sia piaciuta così tanto *__* non ho parole, se non mille grazie a chi ha commentato - presto risponderò a tutte ^_^ - o anche a chi ha solo letto, grazie davvero!!

 

Ogni vostro complimento, consiglio o critica sarà per me uno stimolo a fare sempre meglio =)

 

Alla prossima!

 

Un bacione!

 

Rinalamisteriosa

 

 

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Capitolo 4
*** You're not the only one (Peter - Red) ***


Doc

You’re not the only one

 

 

 

Re Peter stava rigidamente seduto su una seggiola bordata di rosso, un calice nella mano destra e lo sguardo perso nel vuoto. Appariva assorto, però in verità la sua mente era tutta concentrata nell’impedire che il peso delle responsabilità e delle incombenze lo schiacciasse.

Doveva continuamente garantire la pace e la serenità ai cari abitanti di Narnia, non solo devoti sudditi, ma anche amici.

In caso di conflitto con i territori confinanti, doveva ristabilire velocemente l’ordine, evitando più perdite possibili, combattendo in prima fila, mostrandosi forte, prendendo le giuste decisioni, allenando il buonsenso e concedendo clemenza laddove fosse necessario.

Doveva vincere le guerre e stringere utili alleanze.

E soprattutto, doveva pensare ai suoi fratelli, proteggerli e confidare che i loro consigli e il loro aiuto non gli sarebbe mai mancato.

Era un adulto responsabile e attento, lui.

Bevendo qualche sorso, con moderazione, Peter appurò ancora una volta quanto il vino di Narnia fosse piacevole, leggero e invitante.

Scendeva giù per la gola leggero come l’acqua.

Poi fece oscillare distrattamente il contenuto scarlatto, prestando attenzione a non versarlo sulla casacca pulita. Finché non fermò la mano, finché non fissò il vino rimasto nel calice. A Narnia, il rosso era un colore dominante, presente negli stendardi, nelle armature e persino nei suoi doni.

Acceso, vivace, gli infondeva determinazione, coraggio.

Rosso era il colore del suo sangue quando si feriva, e lo stesso sangue scorreva nelle vene degli altri tre assennati e stimati sovrani di Narnia.

Fece per portarselo alle labbra, intenzionato a finirlo, quando bussarono alla porta di legno della stanza in cui si era isolato.

“Avanti”, si fece sentire.

Entrarono due giovani donne che conosceva molto bene.

“Oh. Allora eri qui! Ti ho cercato dappertutto, sai? Mi avevi promesso una cavalcata”, esordì la voce cristallina della regina Lucy.

“Non ti stavi mica ubriacando, vero? Lucy cara, mi sa che dovrete rimandare”, s’intromise una seconda voce, quella biasimevole e ironica della regina Susan.

Fu ben felice di rinunciare a terminare il vino e a perdersi in altre elucubrazioni, e il suo rinnovato buonumore emerse quando sorrise apertamente alle sue sorelle e rispose a tono, placando entrambe e seguendole fuori dalla stanza.

Verso una piacevole cavalcata.

Perché non era solo. Non lo sarebbe mai stato.

 

        

 

 

 

 

Era seduto su una comoda poltrona rossa, un bicchiere di vetro nella mano destra e lo sguardo perso nel vuoto, precisamente nei ricordi e nelle avventure vissute a Narnia.

E pensare che poco prima, approfittando del fatto che il professore era andato in paese e Miss Macready a fare visita a una cugina, si era messo a curiosare in giro, stanco di ascoltare Susan e Lucy che parlavano tra loro del più e del meno, e all’interno di un mobiletto aveva trovato una bottiglia di vino rosso.

Eppure, bevendo qualche sorso, Peter si era accorto che era amaro e fastidioso, non come quello piacevole e invitante che servivano ai banchetti di Cair Paravel insieme alla cena.

A Narnia il vino era migliore, oh sì, scendeva giù per la gola leggero come l’acqua.

In entrambi i casi però non si doveva esagerare, quindi ebbe l’accortezza, dopo essersi servito, di chiudere la bottiglia e rimetterla esattamente dov’era.

Però una minima quantità era rimasta, nel bicchiere, e ogni tanto faceva oscillare distrattamente il contenuto scarlatto, prestando attenzione a non versarlo sulla camicia pulita.

“Alzarti un attimo per chiudere la finestra no? Non senti che l'aria si è raffreddata?”.

Non aveva sentito il fratello entrare nella stanza, non prima che lo riprendesse così.

Forse pensare troppo gli stava facendo venire, oltre al mal di testa, qualche problema all’udito.

Liquidò la questione con un seccato “Non m'importa”, anche perché al momento un pensiero insistente premeva per uscire. E Peter, i pensieri assillanti non li sopportava proprio.

“Edmund...” iniziò, ma aspettò che gli prestasse attenzione per proseguire, poiché lui stava chiudendo le ante cigolanti della finestra. “Secondo te come se la stanno cavando, a Narnia, senza di noi? Cosa sarà successo?”.

Lo vide irrigidirsi e rispondere un vago “Non lo so”.

Effettivamente era una domanda ostica, un mistero che non si poteva risolvere facilmente.

“Sai, trovo difficile riabituarmi a questa vita statica”, confidò con apatia. “Mi sento spesso impotente, insoddisfatto, deluso”.

Mentre affermava questo, fissò nuovamente il vino rosso attraverso il bicchiere.

Fece per portarselo alle labbra, intenzionato a finirlo, ma l’altro, avvicinatosi nel frattempo, lo bloccò stringendogli l’avambraccio.

“Oh, allora cosa fai? Pensi che bevendo risolverai tutto?”.

“Ma è poco!” replicò contrariato, sostenendo lo sguardo critico e impensierito di Edmund.

“Peter, tu non sei l’unico impotente qui. Non sei l’unico a cui manca Narnia!” sbottò, facendo intendere che si riferiva più all’affermazione precedente; tuttavia, e questo Peter non se l’aspettava, gli strappò di mano il bicchiere, esibendo una buffa smorfia di disgusto quando glielo riconsegnò vuoto.

“Guarda che se lo volevi bastava chiedere, invece di farmi la predica”, conferì in tono divertito, rasserenandosi poiché comunque sapevano che sarebbero tornati a Narnia: non attraverso l’armadio però, il professore era stato chiaro a riguardo.

E non da soli, ma assieme alle loro sorelle.

“Mi domando come sia possibile che abbiamo lo stesso sangue...” aggiunse poi, trattenendosi dal ridere.

Edmund inarcò un sopracciglio.

“Devo prenderlo come un ringraziamento?”.

 

[372 + 490 parole]

 

 

 

 

 

 

 

___

Note: Salve.

Lo so, lo so, merito la gogna per questo ritardo immenso. Chiedo venia! >.<

 

Comunque, vi aspettavate che a Peter avrei assegnato il rosso?

 

Sinceramente è stato un abbinamento su cui non ho avuto alcun dubbio, perché è un colore impulsivo, ottimista, vivace, deciso, combattivo, estroverso, coraggioso e autonomo. Vuole dominare, prende le sue decisioni senza farsi influenzare dagli altri e rappresenta la forza vitale, principalmente perché legato al sangue.

 

 

 

Passando al capitolo, questa volta, per completare meglio la raccolta, ho optato per una doppia flashfic. Una sola mi sembrava troppo poco.

La prima è ambientata a Narnia nella Golden Age, mentre la seconda è ambientata dopo due settimane dalla fine de “Il leone, la strega e l'armadio”, quindi i Pevensie sono tornati ragazzini e stanno ancora a casa del professor Digory. Nel finale del libro (perché io tengo conto anche del libro), lui dice: - Sì, naturalmente ci tornerete, un giorno o l’altro, ma non cercate di passare due volte per la stessa strada. Anzi, non cercate di andarci di proposito. Capiterà quando meno ve l'aspettate. -

Però siccome l’inizio del secondo film mi dà l’impressione non proprio positiva che, malgrado sia passato un anno, Peter non abbia accettato del tutto questa condizione, deve essere stato complicato anche nei primi tempi riabituarsi ad essere un ragazzo.

 

Il bicchiere di vino rosso è solo il pretesto per evidenziare meglio il suo stato d’animo e i suoi pensieri, soprattutto quelli con riferimento al rosso di Narnia. Non voglio certo farlo passare per ubriacone, tranquilli/e! XD

 

Le ripetizioni invece sono volute, volevo creare una sorta di parallelismo tra le due parti.

 

E spero che sia trapelata come volevo anche la funzione “supportiva” delle sorelle nella prima scena, di Edmund nella seconda (l’avevo detto che sarebbe comparso ancora XD), nonché il finale ironico.

 

 

 

 

Alla prossima!

 

 

 

Un bacione,

Rinalamisteriosa

 

 

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Capitolo 5
*** La regina e lo scoiattolo (Susan - Brown) ***


La regina e lo scoiattolo

 

 

 

La grande foresta di Narnia era oltremodo incantevole e suggestiva. Mai tenebrosa, mai avvolta da misteri ignoti, nemmeno durante la notte più buia. Non incuteva timore, ansia, né preoccupazioni di ogni sorta.

Susan si mostrava lieta e bendisposta nel dedicare alcuni pomeriggi a lunghe cavalcate nella selva magica e pittoresca di Narnia.

Innumerevoli tinte di marrone la accompagnavano lungo la strada selvatica. A partire dal lungo mantello che le avvolgeva spalle e schiena, Susan le scorgeva nei tronchi solidi, nelle cortecce resistenti e nei rami degli alberi, nel terreno circostante, nei vestiti eterei delle driadi che si inchinavano al suo passaggio. Nella pelliccia dei cari signori Castoro e nelle gambette caprine del fidato signor Tumnus.

Persino le redini del suo cavallo erano marroni.

La regina trovava quel colore piacevole, stimolante, in un certo senso faceva parte della sua anima tradizionalista. Lei era gentile e cordiale, ma sapeva anche essere dura e realista se la situazione lo richiedeva. Prudente, ancorata ai propri principi, naturalmente legata alla famiglia, restava con i piedi ben piantati al suolo e sognava di nascosto una vita normale.

Forse per questo la sua arma era l’arco. Non bramava avventure spericolate.

Era come se in fondo sapesse che le sue origini non erano a Narnia, ma in una terra diversa, e che si fosse affezionata e adattata a quel fantastico mondo soltanto per affrontare meglio un altro viaggio, uno più difficile, in un futuro prossimo.

Per questo era cresciuta, consapevole di essere una donna diversa dalla bambina diffidente introdotta, anni prima, in una foresta ghiacciata che aveva inizialmente creduto trattarsi di un’invenzione fantasiosa della sorellina Lucy.

Sostò in una bella e silenziosa radura, smontò da cavallo, mentre la gonna del vestito dal tessuto violetto frusciava a ogni passo cadenzato e tranquillo. Si aggiustò la corona d’oro, che le era scivolata obliquamente verso destra, scombinandole un poco i boccoli castani.

Sorrise teneramente all’arrivo di un piccolo scoiattolo: era sceso da un albero apposta per tenderle timido una ghianda.

“Mia bella regina, è tutto quello che posso offrirle”, lo sentì mormorare, cosa per nulla insolita in un posto come Narnia, dove gli alberi danzavano e gli animali parlavano.

Susan si inginocchiò cautamente, attenta a non rovinare la gonna, reggendola con una mano mentre con l’altra accettava il dono.

“Ti sono grata per la tua offerta. Ti prego, chiamami Susan. È il mio nome. Il tuo qual è?” s’interessò benevola.

“N-non ho nome, vostra grazia”, rispose, sempre con timidezza, il piccolo amico.

“Allora dovremo trovarne uno…”, mostrò un’espressione meditabonda, ma la risposta in realtà era più vicina di quanto si aspettasse e non impiegò che qualche secondo per approvarla mentalmente. “Che ne pensi di Brownie?” riferì la Dolce, serena.

Sempre seguendo una sua logica, costantemente coerente con se stessa, Susan respirava e si adattava, Susan cercava di andare d’accordo con tutti e tutti la stimavano, nei suoi pregi e pure nei suoi difetti.

Il colore marrone le calzava come un guanto, era un cappotto che la proteggeva dal freddo, era il calore della sua famiglia, era la sicurezza dell’amicizia.

Il timido scoiattolo dal pelo marroncino gradì il nome, scoprendo quel giorno che la regina, così come gli altri sovrani, trattavano i loro sudditi come amici.

 

[510 parole, secondo utelio]

 

 

 

 

 

 

 

___

Note: Nostalgia, portami via.

Ultimamente ho fatto una maratona dei film e ho pensato di portare a termine questa raccolta.

“Finalmente!” direte voi xD

Così ho ripreso questa vecchia bozza incentrata su Susan come regina di Narnia e sul colore marrone, sistemandola a dovere. Ho sforato di 10 parole, ma non sono riuscita a tagliare più di così ^^’ pazienza.

Spero vi piaccia! ^^

 

Riporto le caratteristiche attribuite al marrone: “il colore della terra, del tronco degli alberi, della sicurezza, dell’amore per le proprie origini, della prudenza, della pazienza e tenacia. Desidera molto la tranquillità della casa. È una persona fidata, calma, riflessiva, passiva, integra. Il carattere è semplice e lineare, con grande forza d’animo, crede nelle tradizioni e non ama troppo le novità, ha concentrazione, perseveranza, logica, ricchezza interiore”.

 

Pensate anche voi che la scelta sia stata azzeccata? Fatemi sapere ^^

 

Alla prossima!

 

Un bacione,

Rina

 

 

PS: In questa nuova stesura, apporto un cambiamento. I colori (e i personaggi) non sono più otto, ma sette. Tolgo il viola perché non ho idea di come renderlo, non m’ispira più, purtroppo. Rimangono dunque due colori, blu e verde. Vi va di provare a indovinare a chi li ho assegnati? ^_^

 

 

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