Ci tengo veramente a lasciarti una recensione degna, che contenga parole sensate; ma soprattutto ho davvero la necessità di trasmetterti ciò che tu sei riuscita a trasmettere a me tramite queste due piccoli testi.
Partendo dal fatto che non avevo alcun dubbio sulle tue capacità, passo a dirti che questa storia (come la classifichiamo? Facciamo che la chiamiamo così) è il tipico testo che mi piace leggere: introspettivo, denso di significati, superficialmente Non Sense, ma in realtà più profondo di qualsiasi altro racconto frivolo. Quindi apprezzo già in primis tutto questo.
In secondo luogo, adoro il titolo: "Riflessi di specchi rotti" rimanda a un qualcosa che sei riuscita a disegnare in modo esemplare nel secondo capitolo, quello che mi ha colpito di più. Devo ammettere che hai trattato delle tematiche davvero interessanti, con una scioltezza che mi ha stupito. Sicuramente non è semplice scrivere di argomenti così intrinsechi nell'animo umano -ma soprattutto così personali e intimi- e io credo che tu sia riuscita a farlo con un'originialità che non è da tutti. Di solito quando si affrontano argomenti del genere si fa spesso l'errore di abbandonarsi ad una scrittura molto melodrammatica, straziante: tu hai mescolato la malinconia e la tristezza con l'autocritica, la consapevolezza; hai parlato di tutto ciò con estrema critica, come se non ci fosse niente per cui essere tristi, ma stessi solo raccontando i fatti: è così e basta. Non so se mi sono spiegata bene.
"Che cosa vuoi fare da grande? Il bambino" mi ha fatta sorridere, ma allo stesso tempo pensare con malinconia al tempo in cui anche noi eravamo bambine e, ovviamente, non ho potuto che ritrovarmi in questo tutt'altro che banale titolo. Anche qua c'è un argomento come la scelta, che viene preso in considerazione quasi con scientificità: porti a galla la verità e la mostri al lettore, che si trova smarrito e confuso di fronte a tanta limpidezza; sembra quasi scritto con ingenuità, quasi stessi pensando "beh, che c'è di male? è così." Credo che sia questo il punto di forza del testo. Un testo del genere non può che portia riflettere, a chiederti se ti ritrovi un po' in questi personaggi ambigui. E sono certa che una storia che ti porta alla riflessione non è che la migliore.
Con questo "Cara Catastrofe" non ho potuto non pensare alle Luci della Centrale Elettrica, cosa che mi ha indotta a leggere il capitolo sentendo nella testa la canzone: ha reso il tutto più surreale. Io credo che sia in questa seconda parte che viene fuori tutta la tua capacità e il tuo stile: frasi spezzate, confuse, forti che quasi ti portano a sussultare. Hai uno stile ricco di metafore e paragoni, tutti azzeccati; non ho trovato una sola metafora fuori luogo (le apprezzo particolarmente, quindi mi è piaciuto molto). Sembra quasi che tu abbia una telecamera e stia filmando la scena: mandi al lettore immagini sfocate e confuse di una vita irreale, ma allo stesso tempo estremamente radicata in ognuno di noi. Chi non si ritrova un po' in questo personaggio che cerca disperatamente di amare sè stesso? Anche qui, una tematica estremamente toccante affrontata con uno stile impeccabile e originale, che non annoia per niente. Se ho capito bene il testo (perdonami se inizio a dire fesserie) sei riuscita a portare a galla questo tema del non amarsi inventandoti un amore tra due persone identiche: ovviamente, un amore che non avrà mai un lieto fine. Bene, io l'ho trovata un'idea geniale e molto, molto originale. Non si trovano storie come la tua facilmente, purtroppo, perché leggere è un vero e proprio piacere.
Riassumendo: il tuo stile è veramente originale, non ho trovato errori grammaticali (Sia lodato!) e riesci a trasmettere ciò che vuoi dire: il lettore è parte integrante del tuo racconto, su questo non c'è scampo.
Hai delle buone idee e riesci a svilupparle in modo eccellente.
Quindi per me è sì.
Sei brava. Sei davvero molto brava. Continua a lavorarci su perché secondo me hai delle grandi possibilità e, certamente, un gran talento tra le mani.
Mi è piaciuto molto.
(Ok, era abbastanza seria? Adesso posso tornare a fare la cazzona?)
Kina.
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