Bellissimo!
Questo capitolo mi ha avvinto molto più del precedente, sicuramente per l'introduzione del personaggio di Karina. Insomma, l'insensatezza e la cruenza della sua agonia fanno il loro lavoro, deprimendo e nello stesso tempo coinvolgendo il lettore. Anche in questo capitolo l'atmosfera è palpabile (anche se ci hai dato meno dentro coi paroloni, ma secondo me è quasi un bene. Sei riuscito comunque a ficcare qualche bell'immagine poetica senza strafare, quindi tanto di cappello) e la suspance cresce: si ha l'impressione di scivolare sempre di più verso un epilogo non inevitabile, ma che i personaggi stanno scegliendo per sè stessi, rendendolo tale.
Quindi ottimo lavoro, attendo il seguito, ma nel frattempo ti lascio con qualche appunto:
- "così tanto da intromettersi quasi nella realtà" non è sbagliata, ma mi suona male...che ne dici di "così tanto da riuscire quasi ad intromettersi nella realtà"?
- mi turba l'uso improvviso del presente per un flashback. Non che non ci possa stare, un cambio di tempo, visto che è una specie di parte a sé...tuttavia il presente...bah, io mi sarei tenuto sul passato, vedi tu!
- "Ragazzina silenziosa quando ci sono altri bambini" basterebbe dire che è silenziosa, ma se vuoi dare enfasi al fatto che è silenziosa solo con gli altri, allora metterei "in presenza di altri bambini" o "davanti ad altri"..."quando ci sono" mi sembra un poco rozzo.
- "afferrò entrambi bambini che giaceva" giacevano?
- "lasciarono dietro di se" dietro di sé?
Per il resto è tutto ok, complimenti e insulti, alla prossima! |