Non è vero che non è un capitolo molto intesnso: a metà mi veniva quasi da piangere!! Quando Kaoru è uscita dal cimitero lasciando Kenshin solo davanti alla tomba, per la precisione. ^^
Però c'è un errore che all'inizio confonde un po' il lettore: hai scritto "Kaoru" nella banda in alto, ma il POV è di Kenshin. E' vero che la cosa risulta subito palese, ma due o tre secondi di disorientamento al lettore non li leva nessuno...
Sempre per stare sul tecnico, ti consiglierei inoltre di inserire qualche nota nella presentazione della storia che segnali che è riferita solo ed esclusivamente all'anime. Infatti tutto quello che stai scrivendo nel manga è accaduto e stra-accaduto (compresa questa confessione che inizia davvero con "Tomoe era la moglie che ho straziato con le mie mani"), anche se con modalità e con tempistiiche leggermente diverse, quindi per chi come me viene dal manga, la tua storia è una specie di "What if". Saperlo fin da subito renderebbe la lettura più chiara.
Ultima nota tecnica, in uno degli scorsi capitoli (sorry, non ricordo quale) c'è scritto "albero" al posto di "albergo". :P
Finita questa antipatica parte della rompiscatole che guarda il pelo nell'uovo, torniamo all storia.
Voglio proprio complimentarmi perché nella tua storia Kenshin è proprio Kenshin. Mi spiego: ho iniziato a leggere pochissime fanfic su questo manga, e le ho tutte piantate lì dopo due o tre capitoli, perché trovavo che il protagonista fosse snaturato. Ho sempre avuto l'impressione che ben pochi fan l'avessero colto nella sua essenza, e la cosa mi infastidiva. Al limite passava per uno timido e un po' impacciato (tardo?? XD) nelle vicende amorose, ma io non penso che questa fosse la natura che l'autore voleva comunicare sul suo personaggio. A volte Kenshin FA il tardo, ma non lo è mai, proprio per niente. Anzi, ci vede benissimo in ogni campo, e legge alla perefezione gli animi di chi lo circonda. E se non si butta con Kaoru, non è certo per timidezza, ma perché egli porta dentro di sé ancora molte questioni irrisolte, che si sopiscono quando vagabonda, ma tornano a galla ogni volta che si ferma e che, in sostanza, gli impediscono di provare a costruirsi una vita sua. E così Kenshin cerca un po' di serenità nel guardar vivere gli altri...
La tua storia è molto semplice a livello di intreccio (almeno fin qui), tuttavia trovo che per la prima volta la natura di Kenshin sia stata compresa e rispettata. Per questo mi piace, pur nella sua semplicità.
Mi è piaciuto molto quando pensa che i suoi amici SANNO di lui, ma non COMPRENDONO. L'ho trovato uno dei passaggi più toccanti.
Altro punto a favore del tuo racconto è la compostezza e l'ottima ricostruzione delle atmosfere pacate e armoniose che fanno da sfondo alle parti della storia che non siano d'azione o di vera e propria battaglia. Ma questo te l'avevo già detto, no?
Ok, mi spengo che è meglio. Alla prossima! ^_^ (Recensione modificata il 03/02/2014 - 10:52 am) |