Eccomi ;)
Allora… questo capitolo mi è piaciuto TANTISSIMOOOOOO!!! ;) *____*
A quanto pare ai optato per i piccoli gesti… Sono perfettamente d’accordo!!! *____*
Stavo per aprire la mia portiera quando Alexander mi anticipò, aspettando che scendessi. Alexander Wilson che faceva addirittura il galante con me? Faceva parte della messinscena?
----
«Prego, scegliete una maschera, vi servirà per il ballo finale». I miei occhi si illuminarono dall’entusiasmo e una maschera rossa dalle decorazioni argentee e una piuma rossa catturò la mia attenzione. Scelsi quella, mostrandola tutta gongolante ad Alexander che alzò gli occhi senza nascondere un sorrisetto divertito, tenendo per le mani una maschera nera e argento che mi chiese di infilare nella mia borsetta. Mi porse il braccio e io mi aggrappai ad esso per entrare.
Povera Sara, quel Patrick dev’essere davvero inquietante, mamma mia!!! >_< Il pizzicotto sul sedere, comunque, è stata una trovata GENIALE!!! XD =P ;)
«Potresti gentilmente non darmi pizzicotti sul sedere?», ringhiai sottovoce, facendo subito dopo un sorriso estremamente falso alla coppia che ci stava salutando.
«Alexander»
«Mr Taylor», ricambiò lui educatamente, senza fermarsi. «Beh, tu giochi alla bella statuina», replicò poi sottovoce, divincolandosi da un gruppo di signore che lo stava letteralmente investendo. «Quello era Patrick Swan, il proprietario di questa reggia. Ed è con lui che devo stringere un accordo, quindi svegliati un po’», fece bruscamente, arrivando al bancone delle bibite.
Questa parte mi ha fatta morire dal ridere!!!!! XD XD Ehehehehe!!!!! XD XD
«Quella vestita di oro è la moglie di Swan». Ovviamente, mi venne da aggiungere: tutta sbrilluccicante e piena di gioielli costosi e diamantini tra i suoi capelli corvini non poteva essere che lei. Ed era anche una donna piuttosto affascinante e piuttosto giovane: arrivava a stento ai trent’anni mentre Mister Bicolore ne doveva avere una sessantina!
«Ma potrebbe essere sua figlia», sussurrai incredula. Lui emise un grugnito.
«L’ha sposato per i suoi soldi… lo vedi quell’uomo accanto a Mr Swan?». Mi indicò con un cenno della mano che reggeva il bicchiere un uomo che chiacchierava con lui ed io annuii. «Brandon Cooper, il suo amante», fece enigmatico. Non riuscii a trattenere una risata divertita e Alexander mi fissò perplesso, sbattendo le palpebre.
«Wow, non credevo che ti dedicassi agli inciuci da signora, Alexander Wilson», lo presi in giro, senza smettere di ridere. Lui parve imbarazzato e si passò la mano libera sul collo, grattandosi la nuca.
«Lo sanno tutti», borbottò in sua difesa, facendo spallucce.
Anche questa parte mi è piaciuta TANTISSIMOOOO!!! ;) *____* Non ho scampo quando si tratta di uomini con occhi azzurri… =P ;)
«Se posso dirlo, invidio con tutto me stesso Alexander». Mi voltai di scatto verso un uomo che si era appoggiato spavaldamente al bancone, fissandomi con i suoi occhi azzurri. Era giovane quanto Alexander, alto, dalle spalle larghe, i capelli neri elegantemente pettinati all’indietro e aveva un sorriso smagliante.
«Per la sua carriera?», lo punzecchiai io, ricambiando un sorriso imbarazzata.
«Per sua moglie», replicò lui schietto, sfilandosi una mano dalla tasca. «Vincent Sharman, al suo servizio», si presentò con un inchino fin troppo plateale. Scoppiai a ridere divertita.
«La faccio ridere, miss?», fece rallegrato, facendo un cenno al cameriere dietro al bancone che capì al volo, neanche avessero un linguaggio in codice.
«Mi scusi», mugolai, mordendomi le labbra.
«Lo prendo come un complimento», fece spallucce fingendosi paziente, mettendomi davanti un bicchiere di liquido trasparente.
«Grazie», sorrisi, assaggiando il drink. Era così forte che feci una smorfia, facendolo ridere.
----
«Ma piantala! Posso assicurarti, Sara, che le mie intenzioni erano tra le più caste». I suoi occhi maliziosi e il suo tono di voce ironico la dicevano lunga sulle sue intenzioni.
----
«E la tua maschera dov’è?», fece Vincent. Mi voltai e notai che indossava una bellissima maschera dorata. Pescai la mia dalla borsetta e cercai di annodarla.
«Girati, ti aiuto io», si offrì lui quasi prepotentemente, circondando le mie mani per afferrare i nastrini. Lasciai che mi aiutasse.
Jeremy, comunque, è sempre dolcissimo!!! *____* Lo ADOROOOO!! *___*
Queste parti le ho semplicemente ADORATEEEE!!!!! *___* Per prima cosa, Alexander qui è terribilmente geloso e poi… c’è Darren!!!!! *___* Che belloooooo!!!! *___* Grazie di averlo inserito!!!! *_____* Sexy come sempre!!!!! >_< *___*
«Sara». La voce di Alexander mi fece voltare di scatto e lo osservai che mi stava porgendo la mano per esortarmi ad andare con lui. Mugolai un “grazie” a Vincent, che fece un cenno prima di salutarlo e presi la mano di Alexander che mi strinse forte, conducendomi a grandi passi verso la pista.
«Non indossi la maschera?»
«L’hai conservata tu»
«Oh». Sfilai la mano dalla sua presa forte e mi fermai per prendere la maschera dalla borsetta. La indossò velocemente e mi tornò ad afferrare, scegliendo un posto tra le tante coppiette.
----
Alexander mi poggiò una mano sul fianco e mi prese l’altra con fare esperto mentre io, impacciata, non potevo fare altro che assecondarlo. Incrociai il suo sguardo incorniciato dalla maschera nera che gli dava l’aria da cavaliere oscuro e capii che c’era qualcosa che non andava: mi guardava con freddezza anche se le sue mani erano bel salde su di me. O forse era la maschera ad ingannarmi e lui era come sempre.
«Questo ballo è proprio necessario?»
«Sì», tagliò corto.
«Ma io non so…». I signori Swan diedero l’inizio alle danze e Alexander iniziò improvvisamente a muoversi non appena partì la musica. «… ballare», mi morì sulle labbra, mentre lui mi trascinava con sé facendomi volteggiare. Era una strana sensazione sentire le sue mani contro di me, essere così vicina al suo viso, muovere i nostri passi in sincronia. Mi riusciva un po’ difficile stargli dietro ma lui, con la sua solita prepotenza, mi stava quasi obbligando a stare al suo passo. Chissà quanto sembravo goffa…
«E così hai conosciuto Vincent», fece all’improvviso, strappandomi dal mio mondo di sogni, musica, giravolte. Lo fissai perplessa, cercando di interpretare il suo tono di voce indifferente. Stava solo cercando di conversare o c’era dell’altro?
«Sì, lo conosci?»
«Un amico di infanzia», si limitò a dire. Se Jeremy lo conosceva era quasi scontato che lo conoscesse anche Alexander, dopotutto.
«Mi è sembrato un tipo simpatico», osservai e dalla sua smorfia intuii che Alexander non nutriva una certa simpatia per il suo vecchio amico “di infanzia”. Non l’aveva nemmeno salutato…
«Come sei stupida e ingenua, Sara. Ti stava spogliando con gli occhi», bofonchiò con tono accusatorio.
«Da quanto, Alexander Wilson, ti importa qualcosa di me?», lo punzecchiai, scettica.
«Da quando sei mia moglie».
----
Mi concentrai su chi avevo davanti, che mi stava stringendo un po’ troppo a sé per essere uno sconosciuto. Aveva una maschera bianca che gli copriva l’intero viso e faceva contrasto con i suoi occhi e i capelli neri. Mi fissava senza dire nulla e, attraverso la fessura della maschera, lo vedevo sorridere lievemente. Aveva anche lui un’aria familiare, probabilmente era un altro degli amici di Alexander che avevo visto tanto tempo fa.
Sperai che parlasse, che dicesse qualsiasi cosa: era imbarazzante continuare a fissarci negli occhi senza far nulla. Mi fece fare due passi a destra, due a sinistra, facendomi poi volteggiare. Quando finisce questo ballo?! Mi riprese al volo e il dorso della sua mano iniziò ad accarezzarmi la guancia lentamente, salendo sullo zigomo e scendendo giù.
«Ehm», mugolai imbarazzata, cercando Alexander con lo sguardo nella speranza che venisse a salvarmi come aveva fatto prima con Vincent. Ma il signorino era troppo preso a ballare con la smorfiosa col vestito bordeaux. La gola mi si era seccata, il suo sguardo stava diventando davvero opprimente. Chi diavolo era?
Avvertii il ritmo familiare della musica e capii che stavo per cambiare partner. Lui andò contro tutte le regole e gli schemi del ballo e mi allacciò le mani dietro la schiena, costringendomi ad aderire al suo petto, fermandosi in mezzo alla pista e andando quasi addosso alle altre coppie.
«È stato bello rivederti, cucciolo di Bambi», sussurrò al mio orecchio, facendomi volteggiare.
«Darren!», esclamai, ritrovandomi di nuovo tra le braccia del mio cavaliere.
«Cosa c’è?», sussurrò Alexander perplesso. Restai a fissare scossa la folla, in cerca di Darren, senza riuscire a trovarlo. Non l’avevo riconosciuto. Se non fosse stato per il soprannome non l’avrei mai capito… e quel bastardo non aveva aperto bocca apposta per non essere riconosciuto.
«Di che stavamo parlando? Ah, sì, ti da fastidio il comportamento di Vincent?», sorrisi maliziosamente e lui serrò le mascelle rimanendo impassibile.
«Mi da fastidio se gli altri guardano che mia moglie ci sta provando con un altro. O viceversa. Ci mettono due secondi ad inventarsi storie e a farmi passare per il cornuto della situazione». Poi il ballo finì, proprio quando iniziavo a divertirmi nel punzecchiare Alexander.
E la scena successiva?! Semplicemente PERFETTA!!!! XD XD Mi ha fatta morireeeee!! XD XD In ogni caso, ha fatto molto bene!!!!!! Tiè!!!!!! ;) =P Quella tipa era davvero insopportabile!!!!
Che teneraaaa la figlia di Patrick!!!!! *___* DOLCISSIMAAAAA!!! *___*
Un’altra parte che ho adorato è questa!! *___* Anche se Alexander fa la ramanzina a Sara, traspare comunque qualcos’altro!!! ;) *___* Tante piccole cose, ma moooolto INTERESSANTI!!!! ;) *___* =P
«Deborah, ti dispiace lasciarci soli?». La voce minacciosa di Alexander mi fece impallidire. La ragazza si voltò a fissarlo e diventò del colore del mio vestito. Cosa le era preso?
«Alexander! Ma certo», fece imbarazzata, voltandosi poi verso di me. «È stato un piacere conoscerti, Sara», aggiunse lasciandomi una carezza sul braccio prima di andare via.
No, ti prego, non lasciarmi qui da sola… qualcuno dei due potrebbe rimetterci la vita!
Alexander mi afferrò le spalle, costringendomi a voltarmi per incrociare i suoi occhi.
«Sei completamente impazzita?». Il suo tono di voce estremamente calmo era preoccupante. Aveva già architettato la sua vendetta o stava solo cercando di controllarsi per non commettere un omicidio?
«Lo so, è stato un gesto stupido, ha iniziato a parlare male di me e mia madre e… c’era il bicchiere pieno davanti a me e non mi sono controllata», feci tutto d’un fiato, abbassando il capo mortificata ed imbarazzata.
«Ti sei messa a fare la gatta morta con Vincent, non hai fermato Darren che si metteva a fare il coglione in mezzo alla pista e hai versato un Bloody Mary su uno degli invitati. Non sai proprio cos’è l’autocontrollo!». La sua voce andò man mano ad aumentare, fino a terminare in uno sgrido come un padre che rimprovera sua figlia per una marachella.
«Non ho fatto la gatta morta con nessuno. E Darren non l’avevo riconosciuto!», replicai capricciosamente, imbronciandomi.
«Sembra sempre che cadi dalle nuvole», sbottò, passandosi una mano per i capelli mentre si allontanava leggermente da me per darmi le spalle. Restò a fissare il vuoto per qualche secondo e quando si voltò nuovamente aveva assunto di nuovo la sua espressione contegnosa e distaccata.
«Io non lo so se fai finta o sei veramente così». Lo disse così a bassa voce che sembrava una confessione.
«Così come?», feci esitante. Si strinse le spalle.
«Sei… non lo so. Tutti sono stati a farmi i complimenti, passi per la donna perfetta e poi ti comporti come una bambina. Ma sei cresciuta?»
«Ora non esagerare», borbottai infastidita, stringendo la borsa tra le mani. Se il discorso continua così lo prendo a pugni, altro che Bloody Mary.
«Non fraintendermi», scosse il capo, «mi riferisco al fatto che tutti ti vedono così innocente… non ci hanno provato spudoratamente perché sapevano con chi eri ma tutti avevano gli occhi su di te», sussurrò scrutandomi per valutare la mia reazione. Deglutii, divincolandomi dai suoi occhi azzurri per fissare in basso.
«Non mi è sembrato che mi guardassero…»
«Vedi che cadi dalle nuvole?», fece in tono di cantilena.
----
Alexander mi spinse contro il muro e si spiaccicò letteralmente contro di me per nascondersi dietro la siepe e non farci vedere dalla donna.
Non vedevo nulla se non il suo corpo contro il mio che mi schiacciava fino a togliermi il fiato. Il mio cuore andava a mille all’ora, le mie gambe indolenzite stavano per cedere. E Alexander, dall’alto, mi stava fissando insistentemente, portandosi l’indice alle labbra per mimare di fare silenzio.
----
«Stai sorridendo», gli feci notare con tono accusatorio, osservando l’espressione divertita di Alexander. La sua rabbia sembrava essere svanita. «Non negare che ti sei divertito pure tu»
«Non lo nego». Si staccò da me e mi sentii quasi incompleta ora che non c’era più il suo calore. «Forse è meglio che ce ne andiamo»
«Sì, lo penso anch’io», mugolai. Lo seguii in silenzio lungo la strada, aspettai che l’uomo in divisa ci desse le chiavi e ci infilammo in auto.
Non era stata la serata che mi aspettavo ma potevo dire che era stato molto utile, oltre che divertente: aver scoperto tante nuove sfaccettature di Alexander.
Tranquilla,il capitolo non era assolutamente pesante, anzi!!! ;) *___* Bellissime le foto!! *__*
Sono già in ansia per il prossimo capitolooo!!!! *____* Dalle tue parole, deve essere una bomba!!!!! *___* Non vedo l’oraaaaaaa!!!!! *___*
A presto!!! ;) |