Ciao!
Arrivo con un mortale ritardo, ma ci sono. Ho letteralmente divorato i due capitoli, ma ci tengo a lasciare due recensioni distinte, anche se leggendoli uno dopo l’altro ho avuto la sensazione di essere davanti a un romanzo, infatti soffro perché mi sono dovuta fermare.
Dunque, senza fare lo spiegone dell’altra volta del bla bla bla sul perché non leggo mai storie ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale e precisamente sul Nazismo (parentesi inutile, ma c’è gente che non sa scollegare le due cose, anche se strettamente legate, sulla Seconda Guerra c’è tanto da raccontare, anche oltre Oceano, ma vabbeh). Ma questa tua storia mi ha da subito incuriosita e lo sai perché. Da tempo volevo leggere qualcosa che puntasse lo sguardo sulla vera figura dell’SS. Quella vera. Non quell’omino su cento, se non su mille, che aveva conservato un barlume di lucidità e umanità (nel senso positivo del termine, per nell’umanità ci sono anche quei comportamenti purtroppo naturali che noi menti sensibili dichiariamo “inumani”) ma la psicologia di un uomo che in mano una delle più grandi armi che l’umano ha sull’umano: il potere. Mi vorrei dilungare su un esperimento sociale realmente avvenuto che avvalora questa mia tesi, ma te ne parlerò in privato, che magari ti tedia la faccenda nella recensione.
Adoro lo stile, un po’ più lineare ma non noioso, questo capitolo ha avuto un ritmo lento, ma ben scandito, non ci sono stati momenti di vuoto, sono riuscita a percepire la noia di Lawrence, anche se sono certa, non era l’unico ad annoiarsi e purtroppo la noia porta a fare cose anche più terribili del… “necessario”. Parliamo dei personaggi che nel prologo erano solo accennati: Till credo di doverlo ancora esaminare bene, e penso sia il tuo intento, farcelo scoprire pian piano, così come Lawrence. Till mi sembra una sorta di ritratto dell’ambizione: è ligio alle regole, ha una mente impostata su certi costrutti mentali (e sarebbe diverso il contrario, anche se non erano modelli di comportamento, al di là delle regole). Mi piace che hai mostrato la vita segreta – neanche tanto segreta – delle SS all’interno dei campi di concentramento. Passando a Lawrence per me è già amore, perché mi piacciono i personaggi del genere che hanno qualcosa di contorto, anche se sono totalmente negativi, non importa, non sono una di quelle che disprezza il “cattivo perché sì” e deve vederci un qualche trauma psicologico a ogni costo. Le menti crudeli esistono e a volte sono le stesse che negano che esistano in natura. Lawrence me lo immagino con una vocetta dal timbro acido eppure mellifluo, con una strana cadenza nel camminare (non so perché, ho avuto questa immagine nella mia mente), e con questi occhi blu su cui hai concentrato tanto l’attenzione, che mi sono appunto rimasti impressi. Che in lui ci sia qualcosa di particolare, si percepisce, anche se è fumosa la cosa e non si capisce se è spietatezza o qualcosa di più paranormale (avendo letto le note so che è uno spin-off e quindi azzardo). Il modo in cui ha minacciato Till mi è piaciuto, non nel senso di divertimento, ma ha un che del maniaco omicida sociopatico che lo rendono molto attraente. C’è questa normalità assurda nei suoi discorsi, è un personaggio davvero ben costruito.
Grazie alla tua abilità ho proprio assaggiato l’angoscia e l’atmosfera tetra della storia, l’odore di morte e disperazione (e non ultimo di pura ingiustizia) che si respira. Credo proprio che questa storia mi piacerà molto, anche per le premesse fatte all’inizio. Boh, spero che la mia recensione abbia un senso XD
Alla prossima, vado subito al secondo capitolo.
Un baciotto.
Selene. |