E lo sapevo che avrei fatto bene a leggermi questo capitolo dopo Natale, che altrimenti me lo sarei intossicato! :)
No, scherzi a parte, ho letto con grande interesse il tuo finale, anche se probabilmente per deformazione professionale l'occhio mi è caduto per prima cosa sugli aspetti legali e poi su quelli "emotivi" del racconto.
Riguardo a questo primo aspetto, mi ha incuriosito l'idea della riabilitazione agganciata alla posizione di qualcuno che, come Harlock, non ha mai scontato manco un giorno di pena (in verità non so nemmeno se sia mai stato processato in contumacia/assenza, anzi sarei curiosa di saperlo: è un aspetto che viene mai affrontato nell'anime?), poi la seconda cosa che mi è venuta in mente è il discorso dell'art. 51 c.p. e la disobbedienza rispetto a un ordine manifestamente criminoso (la distruzione di Tocarga). Insomma, considerata la criminosità dell'ordine ricevuto, non obbedendo il nostro eroe sarebbe andato esente da pena!
Passando al secondo aspetto, forse il cuore del capitolo, confesso che al di là del sunto della storia (l'eroina muore tra le braccia del suo amato) in fondo mi aspettavo una chiusa del genere: Undine aveva già cominciato a prendere congedo dal mondo, un mondo troppo ordinario e mediocre per lei, un mondo al quale in fondo lei non sentiva di appartenere davvero, vivendo in un iperuranio di alti ideali (a proposito, il mese vespertino mi ha ricordato i nomi dei mesi del calendario della rivoluzione francese).
Poi, mi piace pensare che lei abbia avuto ciò che veramente voleva e che in fondo la morte non sia stata per lei un prezzo troppo elevato da pagare in cambio di una speranza non solo per il suo amato, ma per l'intero pianeta Terra.
Forse sbaglio, ma credo che tu abbia regalato alla tua eroina il finale più adatto a lei. :)
Complimenti per questa profonda e originalissima storia, che mi ha accompagnato con piacere in queste settimane.
Alla prossima, un abbraccio. C. |