Recensioni per
Un eroe mancato
di Lara Ponte

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/06/15, ore 13:58
Cap. 1:

Mi piace tanto come inizia questo breve long. Mi piace che cominci in medias res, narrato in prima persona, costringendo il lettore ad essere attento. È un mezzo narrativo, inoltre, diffuso nel genere fantascientifico.
È uno stile asciutto, abbastanza secco, senza fronzoli. Fronzoli che stonerebbero con il contesto. 

Futuro dal sapore distopico a quanto intuisco arrivata a tre/quarti del primo capitolo. La cosa non mi dispiace. Se non ci l'aggettivo "nuova" davanti a molte località geografiche, il futuro rimarrebbe in sordina. Finché, certo, non si scopre che l'umanità si è imbarcata in un gigantesco esodo. 

Evidentemente la lotta contro i Separatisti è un argomento gettonato quando ci si addentra nella sezione fantascientifica. Uno dei temi, dei cliché del genere. Tuttavia non è un male. L'importante è come l'idea viene sviluppata. 

Non me ne intendo particolarmente di tattiche militari e similia, ma nella mia ignoranza penso che tu le abbia descritte abbastanza bene. 

Per ora davvero niente male. 

Recensore Master
18/10/14, ore 14:26
Cap. 2:

VALUTAZIONE DEL CONTEST: "THIS IS WAR"



UNDICESIMA CLASSIFICATA






SOTTOTENENTE

 

Lara Ponte

 

Un eroe mancato

 

“Devo almeno provarci. Al diavolo tutti: hanno fatto di noi carne da macello. Non lascerò che le vite dei miei ragazzi vengano dimenticate.”

 

 

Grammatica e Sintassi: 9/15

 

Va bene, ammetto che questo è stato un po’ un punto dolente, ma lo è tutt’ora per me in tutti i Contest cui partecipo, sappilo… ^^’’

Hai commesso svariati errori durante tutto il testo e, visto che questo era comunque di dimensioni più contenute rispetto a tanti altri che mi sono arrivati, le tue sviste sono pesate un po’ di più che ad altri.

Mi avevi detto che eri preparata agli errori perché, come me, partecipavi al Contest “Eroi nel Vento” è probabile che molti errori siano solo delle ripetizioni di quelli che ti ha segnalato Releeshahn, ma mi sembrava giusto segnarli di nuovo, a dimostrare che non ho proprio battuto la fiacca! :P

Allora, prima di iniziare, vorrei dirti che rivedrei un attimo tutta la punteggiatura del testo… e poi ti vorrei segnalare un errore che hai commesso svariate volte (non è molto importante, però, mi sembra giusto fartelo notare): la “a” e la “e” di congiunzione non necessitano mai della “d” se non precedono parole che iniziano con la stessa vocale.

Per esempio: “ed ero morto” à Corretto.

“ed ogni volta” à Sbagliato.

“ed io sono” à Corretto, in quanto si tratta di un’eccezione, se la sola “e” di congiunzione precede il soggetto “io” la “d” ci vuole.

Spero di essere stata chiara.

 

Stile e Lessico: 7,5/10

 

La scrittura in prima persona solitamente mi piace, anzi, mi fa veramente impazzire, se usata bene: è uno Stile cui da poco mi sono avvicinata anch’io e trovo che permetta di imprimere una dose di se stessi all’interno della storia, di caricare al massimo il protagonista di turno con sentimenti, sensazioni e pensieri che, altrimenti, verrebbero in parte persi.

Con questo non sto assolutamente dicendo che non l’hai usato bene… semplicemente mi è parso uno Stile piuttosto asciutto: privo di pathos, che non mi ha permesso di interagire meglio con Leandro. Il giovane militare si limita a descrivere e formulare una serie di pensieri ravvicinati e brevissimi, senza enfatizzare più di tanto. Per dirla semplice: accade tutto troppo in fretta, troppo in sequenza, non si sono emozioni forti o almeno io non le ho sentite.

In alcuni punti, sarei anche andata a capo, in altri avrei usato il corsivo per sottolineare meglio il concetto, il pensiero o la parola importante in quel momento. C’erano anche delle ripetizioni un po’ troppo ravvicinate sparse per il testo; per questo ti consiglio una bella rilettura generale per poterle scovare tutte.

Per quanto riguarda il Lessico mi è parso mediamente semplicistico e molto parlato, ma questo è normale se si considera che la storia era scritta in prima persona. C’erano dei contenuti che, normalmente, avrei considerato errori, ma che, proprio per la scelta stilistica, non li considererò come tali. Nonostante questo la rosa di aggettivi mi è sembrata un pochino ristretta, però, di nuovo è anche vero che, trattandosi dei pensieri diretti di Leandro, non credo che si curi molto di quello che pensa, semplicemente lascia tutto fluire.

Sono stata a lungo indecisa sul voto da darti, poi ho optato per un punteggio intermedio sperando che, benché le piccole critiche e i consigli, ti vada comunque bene.

 

Caratterizzazione del Soldato: 13/20

 

Ruolo: Ufficiale in Comando (2/5)

 

Purtroppo il punteggio in questo parametro è più che dimezzato poiché anche se accenni che Leandro è l’Ufficiale in Comando all’inizio della storia e durante l’imboscata, poi il suo ruolo “si perde per strada” se mi passi il termine.

Una volta tornato in servizio, appena uscito dall’ospedale in cui è stato ricoverato, non riesco a capire che Ruolo ricopra all’interno dell’esercito: si parla di addestrare le reclute, ma è un breve accenno nell’insieme che non è stato molto esaustivo dal mio punto di vista.

Sono proprio spiacente di darti un punteggio così basso.

 

Nazionalità: Spagnola (2,5/5)

 

Anche qui, non posso darti tanto, per il semplice fatto che, oltre al nome e al fatto che diverse volte affermi che Leandro è spagnolo, non ho trovato altri riferimenti che mi permettessero di identificarlo come tale.

Più volte ci sono dei piccoli confronti tra lui e i suoi conoscenti, a sottolinearne le differenze, però non è stato sufficiente.

Capisco la difficoltà scrivendo la storia in futuro prossimo in cui gli esseri umani hanno abbandonato la Terra, ma si potevano inserire dei riferimenti a delle tradizioni, di quelle che bene o male non muoiono mai, o dei detti della sua nazione d’origine, cose così.

 

Caratterizzazione Vera e Propria (8,5/10)

 

Il nostro giovane Sottotenente mi sembrava abbastanza ben caratterizzato, anche perché il testo rappresenta i suoi pensieri diretti, quindi è normale che la caratterizzazione fosse abbastanza pronunciata.

Tuttavia ci sono alcuni punti che mi hanno lasciato un po’ perplessa: il primo sono alcuni suoi ragionamenti, non so bene perché, ma così a pelle mi sono sembrati piuttosto forzati, in particolare molti dialoghi mi sono sembrati per così dire “artificiali” come se qualcuno gli puntasse una pistola alla testa e gli facesse leggere un copione… ok, è un esempio un po’ estremo, ma rende bene l’idea! XD

In seguito il suo comportamento come quello di Reeves mi sono parsi estremizzati: sono stati attaccati dai ribelli che hanno ucciso i loro compagni e tutti e due, nel giro di pochissimo tempo, si alleano con loro?

Potranno disporre di tutte le buone intenzioni di questo mondo, ma un minimo di rancore lo porta chiunque e il loro comportamento mi è parso, appunto, strano. Un po’ anche come quello della dottoressa… perché hanno mandato lei a uccidere Leandro quando potevano disporre di un lungo elenco di altri militare corrotti che, senza dubbio, sapevano fare meglio di lei quel lavoro?

Ecco, queste sono delle cose che non mi sono tanto suonate e che, secondo me, stonavano con l’idea che uno si era fatto dei personaggi, per così dire.

 

Attinenza al Genere Guerra: 7/10

 

La storia inizia con una guerra, uno di quei soliti conflitti in cui i “sottomessi” vogliono ottenere l’indipendenza, mentre il governo centrale tendevo a mantenere tutto legato a sé.

È un’idea classica, ma che non muore mai, solamente che… ecco, non ho sentito il Genere Guerra come il principale, mi sembrava più un genere secondario, di contorno in un certo senso. La Guerra c’è, questo è ovvio, ma fa da sfondo per le indagini del Sottotenente e quindi viene un po’ accantonata.

Spero di aver reso abbastanza l’idea.

 

Uso della Citazione: 4,5/5

 

“Le guerre vanno e vengono, ma i miei soldati vivranno in eterno” Tupac

 

Mi piace che la Citazione fosse anche la preferita del padre di Leandro ed era anche abbastanza centrale ai fini della storia: fin dall’inizio il nostro Sottotenente si dimostra apprensivo nei confronti dei suoi uomini e li ricorda con affetto e nostalgia, per loro vuole trovare giustizia a tutti i costi. Loro resteranno sempre nel suo cuore e per questo vivranno in eterno.

Non ti do il punteggio pieno per quello che ti ho scritto sopra: per il modo in cui Leandro si è comportato appena riconosciuto Reeves, perché se teneva tanto ai suoi uomini non avrebbe dovuto allearsi così alla leggera con quelli che li hanno uccisi.

 

Sviluppo dell’Introduzione: 7,5/10

 

“Durante una ricognizione, lui e i suoi compagni finiscono in un’imboscata.”

 

La ricognizione su quel piccolo pianeta è senza dubbio l’evento scatenante della discesa negli inferi di Leandro: la fine della sua carriera, la rottura di qualcosa di prezioso dentro di lui e molte altre cose.

L’evento in sé è senza dubbio importante, ma trovo che sia stato descritto in modo troppo sommario per poterlo assimilare bene: avrei aggiunto dei dettagli di come si stono svolte le cose che, invece, sono accadute troppo in fretta. Più avanti, poi, avrei speso qualche parola in più per ricordare l’accaduto, con degli incubi che tengono sveglio Leandro descritti un po’ più nel dettaglio, così che anch’io, lettrice di questa storia, potessi sentire quello che ha provato lui mentre i suoi compagni morivano uno a uno e, perché no, avvertire su di me quella sensazione viscida e fredda di rimorso.

Questi, secondo me, erano buoni spunti per far alzare un po’ il punteggio in questo pezzo.

 

Rispetto del Tema: 3/5

 

Come ho già detto, il tema della Guerra è presente soprattutto all’inizio e alla fine della storia, mentre nella parte centrale, più che con un soldato mi sembra di avere a che fare con un detective privato.

In poche parole, il tema del Contest non è stato molto rispettato.

 

Ambientazione: 2,5/5

 

Qui, purtroppo, sono costretta a riprendere parte di quello che ho detto in “Stile e Lessico” … ci sono poche descrizioni che mi impediscono di immaginarmi bene gli ambienti che circondano il Signor Castillo.

L’unico che ho avvertito bene sulla pelle è il degrado che regna sulla vecchia Terra, ma per il resto non posso darti molto, mi dispiace.

 

Originalità: 7/10

 

La trama della storia che mi hai presentato si legge bene, non c’è nulla da dire, però, in certi punti e per certe scelte mi è sembrata un po’ scontata e fin troppo classica.

L’idea che un gruppo di soldati sia stato mandato sul campo di battaglia come carne da macello solo per alimentare l’odio che una parte del “popolo” dimostra verso l’altro è un tema visto più e più volte. Come anche il fatto che l’unico apparente sopravvissuto al massacro cerchi in tutti i modi di scoprire la verità invece che starsene zitto e ringraziare di essere vivo è qualcosa di abbastanza standard. Così come il tradimento di un amico e il ritrovare chi si credeva morto vivo e vegeto che combatte per i “nemici” che, stramente, quando si cambia fazione si scopre abbiano ragione su tutto e su tutti.

Capisci, purtroppo, benché sia una storia piacevole, non mi è sembrata molto originale; il finale in particolare mi ha lasciato molto .___. … visto che, in un certo senso, me lo aspettavo.

 

Gradimento Personale: 3,5/5

 

Come storia non mi è per niente dispiaciuta: si lascia leggere volentieri, ma l’avrei ampliata un pochino, aggiunto dettagli per far stare il lettore ancora più col fiato sospeso e soprattutto mi sarei presa più tempo nel raccontare gli avvenimenti che lo vedono coinvolto, altrimenti, descritti così, tutto inizia e termina in modo troppo veloce.

 

Titolo: 1/2

 

Dal mio punto di vista, alla fine, Leandro è un vero e proprio Eroe, magari non lo è per l’esercito per cui lavorava, ma se i suoi uomini avessero potuto di certo sarebbero fieri di lui… quindi, non vedo il perché dovrebbe essere considerato un “Eroe Mancato” come, invece, lasci intendere.

 

Bonus: 2/3

 

Grado Scelto: Sottotenente

 

Elementi presenti nel Grado: “Prompt: la fotografia della famiglia” presente anche se non molto rilevante. (+1 Punto)

Il Grado Sottotenente corrispondeva al Grado del tuo Soldato quando era ancora tale. (+1 Punto)

 

 

 


Totale: 67,5/100

Recensore Veterano
16/09/14, ore 21:47
Cap. 2:

Valutazione ricevuta al contest "Eroi nel Vento"

Ed eccomi alla tua storia. Vorrei iniziare dicendo che non mi era mai capitato di dover giudicare un racconto di un autore che, nel contempo, concorre con la stessa opera contro di me :D È una sensazione strana: mi ha affascinato leggere, ad appena un giorno di distanza, la storia che è scaturita dagli stessi paletti della mia; e doverla giudicare mi è sembrato strano, anche se spero di aver fatto del mio meglio (e di essere stata all’altezza della valutazione che riceverai dall’altro giudice!)
Partiamo con il punto che mi ha messa più in difficoltà: lo stile! 
Come per la storia di Nelith, anche la tua mi ha fatto dubitare un po’ circa il modo migliore di giudicarla, e questo per via della scelta dello stile di narrazione (sebbene nella tua la decisione sia stata presa più facilmente). Solitamente non considero ogni errore eventuale che c’è nelle parti di “discorso”, ossia in quelle dove è il personaggio stesso a parlare o scrivere; questo perché una correzione può essere una modifica alla caratterizzazione (che magari vuole il personaggio non molto colto), o una virgola sbagliata solo un indice di qualche inflessione strana, di pause nel parlato laddove, in un testo, non dovrebbero esserci. 
Il tuo personaggio è al contempo protagonista e narratore in prima persona. Si segue il filo dei suoi ricordi, rivivendo assieme a lui il dolore e le ferite emotive lasciate da una guerra cui è costretto. Egli parla con la naturalezza di un soldato in uno stile spartano e diretto che forse è suo, forse è solo l’impronta dello scrittore. Non posso appurarlo, dato che non c’è un momento nella storia in cui il personaggio si estranea dal racconto e la narrazione passa ad un ipotetica terza persona. Dunque l’ho giudicata col mio solito criterio, ossia segnandoti quelle rare imprecisioni che mi sono saltate agli occhi nei dialoghi ma non conteggiandole ai fini del punteggio, come ho fatto per gli altri.
Rimango ancora un po’ sullo stile. L’ho definito spartano, ed è vero: il linguaggio è semplice e diretto come lo è il tuo protagonista, le frasi sono corte, incisive, a volte fin troppo brevi; dettano un ritmo incalzante che trascina attraverso il ricordo e l’intera vicenda fino alla conclusione, che arriva forse troppo bruscamente, troncando la storia e lasciando il lettore a chiedersi “E ora?”. Lo stile è comunque in linea con la storia e l’hai gestito molto bene: Leandro si descrive raccontando fatti e sentimenti, senza soffermarsi troppo sulle descrizioni delle azioni che sono, a mio parere, la cosa più sbagliata da inserire se si sceglie questo stile narrativo (chi mai, prendendo una tazza, ad esempio, pensa “allungo la mano e la stringo lungo il bordo caldo…”? è più logico pensare “prendo la tazza e poi vado che è tardi, mi sento stanco, ho sonno…”). Non amo molto la prima persona per il fatto che è facile cadere nell’errore che ti ho appena descritto, ma devo dire che l’ho apprezzata nella tua storia: non sei caduta nel tranello e per questo ti faccio i miei complimenti. 
La presentazione non è molto curata: il testo non è giustificato (cosa che ti suggerisco di fare, perché migliora di molto l’impatto visivo della storia) e il titolo - col suo grassetto in minuscolo e nelle dimensioni del testo - non è messo molto in risalto. 
Il punteggio nella voce “stile” risente molto degli errori di battitura, abbastanza frequenti, e delle imprecisioni nella punteggiatura, che tuttavia sono più numerose che gravi, a mio parere. 
Per quanto riguarda la grammatica e il lessico, sei stata una di quelle che ha peccato meno in ripetizioni. Gli errori grammaticali consistono in due tempi verbali non corretti, a mio avviso, mentre gli altri non sono molti e riguardano soprattutto il lessico fine a sé stesso, con la correzione di frasi talvolta ridondanti. Nulla di grave, in fondo. Ho notato solo un’incongruenza, che ti ho segnalato nella correzione. 
La tua storia non è molto originale, sebbene questo a mio parere non sia dovuto tanto alla trama in sé quanto alla mera lunghezza del testo. Mi spiego: la tua è la storia di un uomo in pezzi che fugge da un passato che lo vuole cadavere, con l’unica colpa di essere sopravvissuto – fin qui non c’è molto d’innovativo. Ha una famiglia a cui teneva e un uomo che è come un padre: un militare potente il cui affetto è, forse, l’unico motivo per cui Leandro è ancora in vita dopo l’agguato. La sequela di eventi che lo portano a scoprire del complotto e dei traditori - che tenterà di smascherare - è veloce: vediamo Leandro ristabilirsi e parlare di sé e poco dopo lo troviamo in piedi, intento a scoprire che l’uomo nel quale ha riposto fiducia lo voleva morto. Qualche riga ed è in fuga e poi ancora, scoperto, arruolato, ribelle. Fine. L’idea di base era valida ma è mancato quel fattore sorpresa, quella nota di fiato sospeso tipica del racconto giallo che qualche riga in più avrebbe dato. Le rivelazioni sono veloci e vengono digerite in fretta, mentre il colpevole si riconosce senza traumi per il lettore, che non ne è affezionato e non prova interesse per lui, a differenza di Leandro.
Così è per gli altri personaggi: sono appena abbozzati, simili a ricordi sbiaditi: non c’è tempo per affezionarsi, appena si palesano sono già passati. Solo Leandro conta, e questo è sia un bene che un male. Un bene, perché è un ottimo personaggio, ben delineato e con un proprio volto e carattere; un male, perché una componente emotiva verso gli altri avrebbe reso il tradimento subito peggiore. 
La conclusione mi ha lasciata spiazzata: come ha potuto Leandro allearsi con gli assassini dei suoi uomini e coi traditori della sua fiducia? Io non ce l’avrei fatta. La bontà della causa è qualcosa d’innegabile, per lui: viene perorata dalle parole di uno dei suoi uomini e avvalorata dalle gesta del governo. Ma come non desiderare la vendetta ad personam? Confesso, mi sarebbe piaciuto vederlo sorgere e cadere a causa della sete di vendetta. 
Restando su Leandro, mi sposto al “rispetto del tema”. Il tuo protagonista è un eroe nel senso più militare del termine: un bravo soldato che combatte per il suo paese una causa che gli hanno insegnato a reputare giusta, che lotta per l’ingiusta morte subita dal suo plotone; ma è anche un eroe mancato perché si arrende, smettendo di lottare per gli uomini di cui era responsabile e si dà alla fuga, cercando di salvarsi. Un coraggioso e un vile, in fondo. Il tema è stato rispettato in parte: vediamo sorgere un eroe, lo vediamo scappare e poi sorgere ancora, come un ribelle, difensore di ciò che ritiene giusto. È altalenante, ma a modo suo pur sempre un eroe vero e proprio; e non è questo ciò che chiedevo, anche se ci sei andata vicina. Simili sono i superiori di Leandro, che sembrano eroi della patria ma si scoprono traditori degli uomini che dovrebbero guidare e dei governi che dovrebbero proteggere – eppure sono anche eroi, perché macchiano il loro onore per una causa che rendono giusta e superiore, ma da eroi mancati non temono il tradimento verso chi ha fiducia in loro pur di raggiungere il loro scopo.
Non hai guadagnato nessun bonus perché la canzone non è presente, o almeno io non l’ho vista :D
In complesso, però, è una storia che ho apprezzato molto. Si lascia leggere e godere con tutta la semplicità di una schermaglia, ma ha in sé l’amaro risvolto che tutte le guerre possiedono: tradimento, delitto, interesse personale. In poche righe hai saputo sviluppare un tema delicato e renderlo bene, e per questo ti faccio i complimenti.

Recensore Junior
16/09/14, ore 15:42
Cap. 2:

Ciao! La mia abilità nello scrivere recensioni è pari solo alle mie doti culinarie (ho appena bruciato un paio di bistecche. ...), ma ci tenevo a dirti che la tua storia mi ha colpito. Parecchio, dato che questa è la terza volta che la leggo:mi è piaciuto soprattutto il
fatto che tu non abbia descritto il tradimento in sé, ma le ragioni che portano a tradire, cosa molto più
interessante. Mi piacerebbe
leggere ancora storie su Castillo e
Co., e sulla guerra tra impero e indipendentisti. Saluti! :)