Mi spiace doverlo dire, ma questa shot è vuota. A parte che il font è troppo piccolo, il layout è perfetto, ma questo non basta a compensare. Ci sono diversi errori di battitura - come "inspiegabilemente", "vuriosità " e simili - per cui ti consiglio una rilettura generale, ma questi sono dettagli tutto sommato inutili. Il difetto non è qui. Dovresti anche rivedere la punteggiatura, ma quello puoi sempre farlo in seconda o terza battuta.
Dai troppo peso alle descrizioni fisiche, ma di caratterizzazione psicologica (che giustifichi il genere Introspettivo da te indicato) non c'è niente; eppure, la narrazione in prima persona tende a favorire l'introspezione. A volte, spinge persino troppo su quel versante. Invece qui non accade di fatto nulla di significativo. La ragazza viene adottata di punto in bianco, ma dov'è la trama? Dove sono inizio, svolgimento e conclusione? Mi spiego meglio. Lei vive in questo centro dal nome molto allegro, è in terapia per il suo vissuto tragico, ma viene adottata da questo zio, che come unica spiegazione le dice "Sono il fratellastro di tuo padre.", e poi sviene. Arrivata a questo punto, ero già piena di dubbi - tra cui "Dopo circa venti miglia, entriamo in una città": ero certa che in Italia il sistema metrico non prevedesse le miglia - e questa reazione mi è sembrata abbastanza fuori luogo. Ancor di più il finale mi è sembrato inadatto, per un motivo molto semplice. Mettiamo pure che lo svenimento ci stesse, per un attimo. Lei si riprende, ma non chiede spiegazioni, motivi, niente. Non domanda nemmeno "Beh, come mi hai trovato?", né altro. Si lascia pilotare fuori dalla stanza come un automa e basta. Perdonami, ma è illogico, sia umanamente che dal punto di vista di gestione della trama. Avresti potuto sfruttarlo per infilarci, finalmente, un po' di movimento che divenisse il fulcro della storia, invece niente. Per di più, essendo lui il fratellastro non della madre, ma del padre, sarebbe stato logico aspettarsi una reazione di rabbia da parte di lei, o almeno di stupore; invece è del tutto passiva. Non posso accettarlo, da un testo che definisci introspettivo. Scrivere in prima persona non basta, per entrare nella categoria. Prima che tu mi risponda "Eh, ma lei si è chiusa nel mutismo per il lutto.", voglio precisare: il mio accenno al chiedere spiegazioni era un esempio e ci sono molti modi di esprimere stupore - anche solo sgranare gli occhi - o rabbia. Non era necessario che parlasse. Potevi offrirle uno spazio in cui, chiusasi in camera o scappata in giardino (o rimasta sola in altro modo, io faccio solo esempi) pensa a quello che le è successo e reagisce con gesti o pensieri che restano confinati nel suo angolo di solitudine. Potevi lasciarla svenire e svegliarsi sola per concederle qualcosa di questo tipo, magari interrotto bruscamente dall'arrivo dei suoi nuovi parenti. Oppure, se questa opzione non ti piace, inventarti altro, ma comunque darle modo di essere un essere umano dotato di ragione e non una sorta di ameba che vegeta in uno stato di indifferenza non solo verso il mondo, ma verso se stessa.
In buona sostanza - e chiudo, perché credo di aver messo non poca carne al fuoco - sei passata dall'introduzione alla conclusione saltando a pie' pari svolgimento e spannung. E' un peccato, perché l'idea era davvero carina. Mi è piaciuto molto l'idea di questa camera tutta gialla e mi sarebbe piaciuto leggere l'impressione che le fa, invece nemmeno in questo mi hai dato soddisfazione.
Per questo, a costo di sembrarti un mostro di crudeltà, devo ribadire che la storia è vuota. Puoi farne qualcosa di buono, ma devi rivederla a fondo.
Spero non mi giudicherai troppo male per la mia brutale sincerità e di poterti essere utile, almeno un pizzico. |