SESTO POSTO ALINICOKITE CON LA CADUTA DEI BISCOTTI
Grammatica: 6,2
Ho trovato vari doppi spazi tra una parola e l’altra, oppure la mancanza di essi dopo la punteggiatura — “... di uno spostato fissato con gli…” ci sono due spazi tra “spostato” e “fissato” — “...al mondo,a tutti…”, ci vuole lo spazio dopo la virgola.
Il discorso diretto con il trattino vuole quello lungo e dopo ci va lo spazio: “-Cos’è il destino terribile…” La frase corretta è: “— Cos’è il destino terribile…”
Il vocativo vuole la virgola: “-Mi ...dispiace tanto, Luke.”
“Attorno a me, la anime…” — le.
“E’ un ricordo…” — È.
“... nel Conneticut…” — Connecticut.
“... mi chiedevano che fine aveva fatto mio padre…” — avesse.
Ci sono alcune ripetizioni: “La cosa peggiore era quando arrivavo a casa, quando dicevo “mamma, sono arrivato.”” — ripetizione del verbo arrivare, e poi “quando dicevo “mamma, sono arrivato”” è una frase che risulta ridondante, si potrebbe anche omettere.
“... sembrava, sopra a tutto, veramente…” — soprattutto.
“Non avrebbe mai capito non era più una casa…” — ci vuole un segno di interpunzione tra “capito” e “non”.
“Quando le lacrime nel volto di mia madre si arrestarono…” — sul volto.
Stile/Lessico: 7
Lo stile l’ho trovato alquanto adatto al racconto, seppur un po’ semplicistico. Dal punto di vista lessicale non è il massimo; la storia è scritta con la prima persona singolare e quindi un lessico poco ricercato va bene, ma avresti potuto usare vocaboli più adatti in alcuni punti. Ad esempio: “... uno spostato fissato…” suona molto male.
“Di lei, dopo, della ragazza con la Vista bella e dolce…” — penso intendessi dire che la ragazza è bella e dolce, ma da come è formulata la frase sembra ti riferisca alla Vista. Una Vista bella e dolce non ha molto senso.
“Per ogni cosa che succedeva aveva una lista,breve perché così me la ricordavo, di cose da fare.” — a parte che tra la virgola e "breve" ci vuole lo spazio, essendo questo un inciso che spezza molto il periodo, al posto delle virgole ci sarebbero stati meglio i trattini lunghi.
“Mi avrebbe aspettato ad ogni pranzo come avevo detto…” — questa frase mi ha resa un po’ perplessa: quando Luke avrebbe detto alla madre di aspettarlo per ogni pranzo?
“Quando le lacrime nel volto di mia madre si arrestarono il suo sguardo…” — tra “arrestarono” e “il” ci vuole una pausa.
Caratterizzazione/IC: 10
Ho riconosciuto il Luke da bambino nel tuo racconto. Il suo terrore verso sua madre è vivo, si sente. Il suo bisogno di creare delle abitudini è perfettamente in linea con un personaggio il cui desiderio più grande è quello di avere una famiglia, qualcosa di stabile e sicuro, come, appunto, le abitudini. La madre è descritta solo come una specie di mostro, qualcosa da temere, ma essendo dal punto di vista di un bambino l’ho trovata adeguata. Brava.
Originalità/Trama/Svolgimento della traccia: 8
Molto buono lo svolgimento della trama, dall’inizio, in cui Luke cerca di ricordare la sua vita, al flashback, in cui le parole della madre acquisiscono un senso, quello del destino che le Parche gli hanno affibbiato, alla fine, con il fiume Lete e l’oblio. Kudos anche per l’originalità. Non parli della fine di Luke intesa come morte, ma come oblio, la fine di una vita infelice e l’inizio di qualcos’altro. “Le acque del fiume Lete si infrangono a riva: mi stanno già aspettando.” un finale molto forte e sentito. Ti ho tolto due punti per alcune incongruenze nella trama "Mi avrebbe aspettato ad ogni pranzo come avevo detto".
Eventuali punti bonus: 5
Per aver utilizzato prompt e obbligo.
Gradimento personale: 4
Punto forte della tua storia è senza dubbio la caratterizzazione di Luke e il finale. Luke muore sapendo di aver infranto una promessa (quella fatta ad Annabeth e Talia), ma mentre aspetta di tuffarsi nel fiume Lete per ricominciare ne ricorda un’altra, di promessa, quella fatta alla madre: non avere rimpianti. Mi è piaciuto molto. Quel punto in meno è causato dai troppi errori che purtroppo non mi hanno fatto apprezzare la storia al meglio.
Totale: 40,2 |