Recensioni per
Paris
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 823 recensioni.
Positive : 815
Neutre o critiche: 8 (guarda)


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Recensore Junior
28/05/21, ore 15:33
Cap. 39:

Buongiorno Capo Rouge, avevo immaginato che ci fosse un conto in sospeso tra Alain e Oscar dopo lo scontro avvenuto tra i soldati della guardia e i soldati della guardia reale.
A volte l'ottusità di Alain, o forse dovrei dire la testardaggine con cui accusava Oscar di ogni nefandezze, la trovavo irritante ma comprensibile, aveva dovuto affrontare la scomparsa di sua sorella Diane, forse rapita, forse uccisa. Non si era mai fidato del nuovo comandante, un nobile eppure donna, per lui pensare che tutto ciò che era successo a sua sorella doveva avere un collegamento con la donna comandante.
Dopo aver ritrovato Diane, cioè dopo aver ritrovato la giovane donna che si ritrova difronte, che ha le fattezze di sua sorella minore e che non ha più nulla della persona che era, non mi ha meravigliato la sua reazione. L’avevo messa in conto e non mi ha sorpresa, mi pare chiaro che dovesse capire, sapere cosa fosse successo alla sua adorata sorellina, ha trovato alcune tessere di questo puzzle impazzito, ha un disegno parziale di ciò che è successo la sera in cui Diane è stata aggredita ed è sparita, ora il puzzle sarebbe facile da ricomporre nella sua interezza se lui seguisse la logica del cuore, se ammettesse a se stesso quello che non può non aver capito già da un pezzo, con questo voglio dire che se non fosse così sarebbe tonto, caratteristica che non gli si addice, anzi non l’ha mai fatto!
Alain sa del famoso biglietto che non è mai giunto ad André, sa che fu consegnato ad Oscar e ne ha tratto le conseguenze più logiche, ma errate, cieco a quello che non può accettare.
Lei prese il biglietto e non lo consegnò André, ed è questo che scatenò e scatena ancora i sensi di colpa che l'hanno portata a San Pietroburgo senza tentare la fuga, senza opporre resistenza a tutti i ricatti dei tre pazzi maniaci della fredda Russia.
Ciò che non può sapere Alain, è che Oscar aveva davvero voluto allontanare André da Diane, ma non per i motivi che crede e immagina lui.
Il confronto tra lei e Alain è serrato, non si difende perché vorrebbe dire confessare il suo amore per André, ammettere di averlo voluto tutto per sé anche se per poco tempo. Il lampo del secondo dove amare è permesso.
André ha capito che, seppur per un folle momento, Oscar lo ha voluto tutto per sé e il loro bacio sa di voglia disperata, lui che ora cerca una ammissione che Oscar non vuole fare.
Ho sorriso un po’ perché involontariamente ho associato Oscar al soldato dal fazzoletto rosso... entrambi fanno fatica a verbalizzare quel che sentono, quel che sanno e che è troppo “grande” da ammettere ad alta voce.
Anzi, lei alza un ulteriore muro forse quello più invalicabile, mette tra sé e lui, Diane. Rende, ancora una volta, la libertà ad André, precisamente quella che lui non desidera, e gli affida Diane, un peso che, sono certissima, lui non vuole.
E Oscar è davvero testarda, prima o poi dovrà capire che lui non può essere libero perché non smetterà mai di amarla.
E ci mancava il ritorno di Dorian con le sue arti “ipnotiche” che riesce ad avere la meglio anche sulla suora timorata di Dio e pure del Diavolo!! Altro che vigilare sulle povere anime perdute!
Ah la magnifica ironia di questa storia!!
E per fortuna che Sabin non ha le stesse doti diaboliche di Dorian altrimenti sarebbero stati grossi guai per la piccola Soisson! Non che con Dorian si navighi in acque tranquille e pulite... in effetti, qualunque cosa abbia detto a Diane, non sembra essere niente di buono né per lei stessa, né probabilmente per i nostri.
All'arrivo di André, del resto, Diane reagisce come sempre dopo essere stata a contatto con Dorian, cioè è imbambolata! È strana sembra quasi che il russo le abbia dato precise istruzioni su come comportarsi con André. Lui non può che essere soggiogato da ciò che gli dice Diane, sembra davvero sentire il profumo, e le labbra di Oscar sul corpo dell'altra.
È più che evidente che qualcosa accadrà, perché Diane in veste di seduttrice deve avere un senso e uno scopo.
È ovvio che André voglia sapere cosa sia successo tra lei e Oscar, lui ha capito a cosa allude la ragazza è il suo insinuarsi nel desiderio che gli brucia l'anima è la carta vincente. Sinceramente penso che Diane, dietro suggerimento di Dorian, abbia creato questa scena seduttiva solo per poter uscire dall'ospedale e poter essere libera, di far cosa non mi è chiaro, non so, forse io sogno ad occhi aperti ma, nonostante il senso di diffidenza verso di lei che ormai è difficile da scrollarsi di dosso, vorrei che lei si salvasse anche se non so quanto, in questa fiction, sia praticabile la strada della redenzione.
Ovviamente André non può far altro che portarla via di lì, per proteggerla da Dorian, da Sabin, ma anche perché vuole, anzi no, deve sapere cosa ha detto Oscar in quel momento di abbandono. I tuoi personaggi sono ancora tutti intrappolati perché li hai messi, e ce li consegni, con le spalle al muro, le loro gesta sono ancora dettate dall’imposizione di situazioni che appaiono senza via d’uscita per chi, come loro, ha una morale e un senso dell’onore e della giustizia, di ferro!
Immagino che dovranno trovare, prima o poi, una benedetta via d’uscita senza che la bellezza e la forza di quegli ideali vengano meno, senza far ricorso a inaccettabili compromessi, e allora sarà bellissimo osservarli sotto la nuova ‘veste’ della libertà.
La scena è bella e molto intensa e poi è piaciuto molto l'incontro con Lassalle, che  è uno dei miei personaggi preferiti, spero che abbia davvero l'opportunità di vivere, almeno lui, il suo amore con Helena. Lui è così timido, ingenuo ma ha un cuore grande, vive una storia segreta, difficile sia per la vita che conduce lei, sia per la tenutaria del bordello.
Un altro momento molto toccante di questo capitolo è stato l'incontro proprio con Helena, ci hai mostrato ancora una volta il lato più oscuro di Parigi. Quella  che non dà chance a chi è nato dalla parte sbagliata della barricata, bello ma tanto struggente da fare male.
Helena è una giovane donna che non ha avuto opportunità dalla vita, si è vista costretta ad accettare la vita del bordello ma ha anche deciso di essere padrona di se stessa, di migliorare la propria condizione e di essere quello che vuole essere. Atteggiamento ammirevole anche nella miseria di quella che è la sua situazione!
Ha, però, trovato sulla sua strada un uomo buono come Gerard che le ha offerto il suo amore e poco altro, Helena è consapevole di non avere molte alternative, ogni notte muore un pezzo della sua anima, ma sa anche che da qualche parte, in qualche modo è amata e non solo desiderata, ci vuole poco e niente a desiderare una donna ma altro conto è amare e amarla!
Un'altra giovane donna vittima di un mondo duro che non fa sconti e il mio pensiero è tornato, inevitabilmente, alla piccola Mimose.
Comunque la trama procede quasi inesorabile e grazie a Gerard e Helena, André trova un rifugio per la notte ma iniziano i guai perché Diane non demorde e riprende il suo tentativo di seduzione; l'incedere delle carezze di lei e il suo desiderio sfacciato e quasi arrogante, nascondono la volontà di soddisfare la richiesta di Dorian e così la speranza di salvezza si assottiglia. Adesso Diane ha un incedere diverso da quella ragazzina che lo baciò, sfrutta la debolezza di lui, che vuole ad ogni costo sapere cosa ha sussurrato Oscar nel momento dell'abbandono. Ora Diane prende ciò che vuole, sfrutta le debolezze di André a suo vantaggio, qualunque sia lo scopo che si è prefissati, sa perfettamente come raggiungerlo.
Anche André deve essere alla mercé del desiderio senza più volontà e coscienza, anche se io in fondo non ci credo. Lui deve sapere, perché così potrà conoscere ciò che il cuore di Oscar nasconde.
Diane è determinata, ha ciò che lui vuole, sarebbe facile perdersi nell'eco del profumo di Oscar, nella pelle e nel corpo dell'altra.
Non mi resta che leggere il prossimo e sperare che Diane non ottenga ciò che vuole.
Sempre magnifica, grazie.
PrincessLena

Recensore Junior
13/04/21, ore 21:29

Buonasera Capo Rouge, dunque ciò che sarebbe successo un po' lo avevo immaginato, nel  senso che da ciò che era accaduto nel precedente capitolo era logico supporre che Oscar la sua decisione definitiva l'avesse già presa.
Ed era logico supporre che Oscar sarebbe tornata, dopo un brevissimo periodo di riposo e riflessione, al suo posto e in caserma, di nuovo al comando dei suoi uomini.
Tenendo conto di ciò che era successo a San Pietroburgo, la reazione degli uomini di Oscar, di Romanov e Voltaire, perché su Lassalle non avevo dubbi lui era già stato conquistato da Oscar, immaginavo che, una volta tornati a Parigi, questi due irruenti e sanguigni soldati, avrebbero guardato Oscar in modo diverso, non solo come un capo indiscusso, non solo un leader qualunque, ma uno da ammirare e sul quale riporre ogni anelito di speranza. Finalmente come il loro comandante, seppur nobile e donna, ne hanno riconosciuto il valore, il coraggio e l'integrità. 
Fra Voltaire e Romanov mi sembra che il primo tenga particolarmente al ritorno di Oscar, l'ansia con cui incita André ad affrettarsi per andare a parlare con Oscar mi ha fatto sorridere e sciogliere il cuore.
È lui che prende il comando per impedire ai damerini della guardia reale di interrompere la conversazione tra Oscar e André, gliene sono stata grata e ho fatto il tifo per lui, e lo ha fatto con entusiasmo e divertimento, con convinzione. Vuole che Oscar resti al comando, senza se e senza ma, la sua sincerità e il suo entusiasmo sono palesi. Mi piace veramente il tuo Voltaire!
L'incontro tra André e Oscar è intenso, e mi aspettavo fosse così, ma lascia ancora senza risposte, almeno per André è proprio così perché è difficile superare e abbattere il muro che Oscar ha innalzato, è difficilissimo capire e i sensi di colpa sono inevitabili, purtroppo riaffiorano e sinceramente io li comprendo e li condivido anche se nel caso di Diane li comprendo un po' meno. Difficile comprendere come Oscar avrebbe potuto contrastare il potere che Dorian ha esercitato su Diane, anche lei che è indubbiamente la nostra eroina non è onnipotente e a dir la verità la preferisco umana con le sue colpe e le sue mancanze, è assolutamente una di noi ed è bella così, anzi è ancora più bella e convincente!
Invece penso che ciò che prova Diane è un sentimento che è difficile da decifrare, un vero lavaggio del cervello.
Oscar ha cercato fin dal principio, fin dal viaggio verso San Pietroburgo, di sottrarre Diane al potere oscuro di Dorian. È stato impossibile, per questo, nonostante l'integrità di Oscar, non ne comprendo fino in fondo il senso di colpa verso Diane.
È umano che, sapendo che tipo di ospedale sia la Bicetre, Oscar provi dei sensi di colpa, dei rimorsi, ma non credo, personalmente, che abbia nulla da rimproverarti nei confronti di Diane, si è quasi immolata per lei!
Sinceramente comprendo meglio, e quasi mi immedesimo, nei sentimenti che Oscar prova per Mimose e per la sua tragica fine. Era una bambina che non ha mai avuto la possibilità di scegliere.
In effetti è sempre stata usata Mimose come arma di ricatto da Stevenov, perché la piccola, al contrario di Diane, non si è consegnata volontariamente nelle mani di Dorian. Era una bambina che ha creduto di avere una opportunità, una nuova vita con i russi, ha fatto ciò che non poteva scegliere li ha seguiti ma solo dopo essere caduta, dall’alto di un tetto, nelle loro salde braccia.  Almeno lei era disposta a tornare indietro con Oscar, a lasciare tutta la ricchezza che sfoggiavano i russi per tornare a Parigi con Oscar, certamente più giudiziosa che la giovane rampolla Soisson.
Ed è quindi facile comprendere perché Oscar si senta in colpa nei suoi confronti, Mimose è un personaggio che si è fatto amare in questa storia, Diane un po’ meno.
André “legge” in Oscar  come ha sempre fatto, riconosce i segnali che indicano che Oscar tornerà a congelare i suoi sentimenti, a chiudere se stessa in una corazza impenetrabile, a non concedere a se stessa e soprattutto a lui una seppur piccola possibilità. Io intanto impreco e proseguo la lettura e mi consolo pensando che non siamo ancora in chiusura di storia e che, quindi, tutto è ancora in ballo.
Però  per Oscar diventa quasi inaccettabile il cedimento che ha avuto con André, quei pochi momenti di passione, di desiderio, quella piccola e debole speranza che per poco tempo ha accompagnato André, non se lo concede e non se lo perdona, dura come non mai con se stessa, purtroppo!
Non ha scelta André, mette Oscar letteralmente al muro, in un bacio che sa di amore disperato e di desiderio, affinché lei non dimentichi ciò che per un attimo è stata lei. Se fossi stata in compagnia avrei tirato su un coro da stadio per il nostro André!  Finalmente insomma gli stupidi indugi sono stati frantumati.
L'irruzione di Voltaire e del soldato della guardia reale, forse dovrei dire, l'invasione dell'ufficio di Oscar, mi ha strappato una risata fragorosa!!! Sempre lui, Voltaire il più accanito sostenitore di Oscar, del comandante Oscar de Jarjayes, è un mito! Io lo adoro.
Girodel, bellissima nota dolente, non si smentisce nemmeno questa volta, davvero non ragiona quando vede André, eppure lo ha visto per anni al fianco di Oscar. 
Ora sembra consapevole che il sentimento che prova André trascende il confine tra le classi sociali, trascende il legame di lealtà e fedeltà che può intercorrere tra attendente e ufficiale, tra nobile e servitore e non può accettarlo e diventa ancora più subdolo, insinuare che André possa aver voluto davvero la morte per una vendetta insensata sa di gesto di un uomo che ormai sa di aver perso. Girodel è l’aristocratico perfetto e mo chiedo se anche in questa storia alla fine riuscirà a compiere quel “passo indietro” famoso sotto la pioggia per lei, solo per lei. Per ora desidera solo e ad ogni costo allontanare Oscar dalla caserma, dalla vita militare, da tutto ciò che lei è sempre stata, usa l'attentato al Louvre come uno spauracchio, come monito di ciò che potrebbe ancora accadere e soprattutto si fa forte del rifiuto che avevano mostrato i soldati della guardia nei confronti di Oscar, dipinge un quadro a tinte fosche della scarsa fiducia che Oscar può riporre nei suoi soldati, machiavellico è dir poco.
Ho sorriso di gusto invece quando Oscar ha mostrato di conoscere il piano che aveva ordito dal generale Bouillé per costringerla a dimettersi, ho sorriso del compito ridicolo e inutile che hanno dovuto adempiere i suoi soldati, soprattutto Oscar conosce il coinvolgimento di Girodel, ancora più meschino da parte di quest’ultimo far pressione affinché André, Alain e gli altri soldati della guardia rivelino il nome di colui che è responsabile dell'attentato al Louvre, mi ha fatto venire un nervoso che non ti dico.
Tutti conoscono il nome di quel soldato, anche Oscar lo conosce, i soldati non possono svelare quel nome perché non si può tradire il patto che unisce i soldati tra loro.
Tutti loro vorrebbero che Sabin fosse punito, tutti loro lo disprezzano e vorrebbero vendicarsi, ma non si può tradire quel legame, è comprensibile ma duro da accettare e il tuo modo di raccontare queste faccende, queste impossibilità insopportabili, rendono la storia credibile e veritiera, assolutamente imperdibile!
Grazie, grazie, grazie.
PrincessLena 

Recensore Junior
08/04/21, ore 12:30
Cap. 37:

Buongiorno Capo Rouge, gli avvertimenti c'erano tutti, capitolo lungo e intenso e non hai tradito i tuoi stessi avvertimenti. 
Un po' ingenuamente avevo quasi sperato che un chiarimento, uno scontro, qualsiasi cosa insomma, ci sarebbe stata tra Oscar e André anche se non durante il viaggio, perché era evidente che sulla nave, tra la scarsa intimità, le crisi di Diane e la presenza costante di Alain e compagni, una qualunque conversazione sarebbe stata impossibile, così purtroppo è stato. 
Ho sperato poi in un chiarimento una volta arrivati a Parigi, ma tutto è ancora rimandato e adesso comincio a disperare.
Hanno lasciato una San Pietroburgo gelida e trovano una Parigi altrettanto gelida, i mesi sono passati ma il calore tarda ad arrivare, a farsi sentire, non so forse è così perché il gelo nel cuore non si è ancora sciolto. È troppo duro il ricordo di ciò che è accaduto a Mimose, un'anima persa che nessuno rimpiangerà, il cui ricordo resterà solo nel cuore di Oscar e di André. E mi è sembrato di camminare accanto ad André per quanto intense sono le sue emozioni, con il rimorso, che attanaglia, di non aver fatto tutto il possibile per salvarla, perché Oscar sarebbe stata sempre al primo posto. 
La primavera, la nuova stagione, si annuncia ricca di cambiamenti, perché il popolo inizia a prendere coscienza di sé, perché Parigi ha voglia di mutamenti e questo si avverte chiaramente negli “umori” del capitolo, eppure ad André non sembra quasi interessare, ha un solo posto nel quale vorrebbe restare, un solo cambiamento vorrebbe vivere nella sua vita; semplicemente essere finalmente e totalmente nella vita di Oscar. Desiderio semplice che apparentemente è irrealizzabile e la sua frustrazione melanconica emerge, chiara e palese, lì a casa di Rosalie, in quel caffè che ha il sapore di tutto ciò che lui non ha e che vorrebbe, una vita più semplice per lui e Oscar, una dove ci sono solo loro, una dove essere finalmente felici.
La contrapposizione, il contrasto di sentimento e di intenti fra lui e Bernard è calzante, rende benissimo l’idea, il punto in cui le loro vite sono arrivate. Bernard sempre più proiettato verso i nuovi ideali che infiammano gli animi dei parigini e pronto a combattere per un nuovo mondo che sta per nascere e, invece, 
André per il quale nulla cambia perché è evidente che il suo destino è un altro, Oscar sempre e solo anteposta ad ogni cosa. Penso che ora la questione sia chiara pure a Bernard.
La “faccenda ” Diane invece si colora di toni ancora più foschi e cupi, era stato evidente a San Pietroburgo che il suo destino  era segnato, adesso è diventata un vero pericolo per se stessa lì “libera” a Parigi. La sua mente è sempre più persa e vaga alla ricerca di Dorian in un amore ossessivo che non le lascia scampo, povera! In quelle condizioni l'unica soluzione è, purtroppo, quella prospettata da Alain, cioè di portarla in quel l'ospedale per disperati e perduti come lei.
Un altro brutto colpo per la coscienza di Oscar che sembra davvero non avere tregua, difficile metterla a tacere perché è consapevole che la “piccola” è stata semplicemente un ingranaggio della macchinazione ordita da Dorian, suo padre e suo fratello per poter rapire e tenere in pugno proprio lei, Oscar.
Il legame che unisce il demone e Diane non è spezzato, lui continua a guidare la sua mente, ad avere un qualche contatto con lei, e ciò che accade nel momento in cui André le fa visita conferma il legame, lei seppur persa nel suo mondo così strano ritrova una sorta di lucidità pervasa da questo sentore indefinibile.
Il tocco sulla guancia è quello di Diane ma conserva l'impronta e il profumo di quella notte in cui Diane, lì sulla nave che li portava a San Pietroburgo, ha seguito gli ordini di Dorian e ha "mostrato" ad Oscar il lato oscuro del desiderio.
André non può capire cosa si nasconda dietro a quello strano tocco che lui non riconosce come quello di Diane, ha un vago sentore che quella carezza, quel profumo appartengano a Oscar, ma è solo un vago ricordo perché dal loro rientro a Parigi, André non ha potuto più vedere o parlare con Oscar e ora parlare con lei diventa un bisogno impellente.
Deve sapere quali progetti lei abbia, niente è più importante.
A casa André scopre che Oscar è ospite a Versailles e che i progetti matrimoniali del generale Jarjayes non sono stati accantonati.
La ragione gli dice che lasciare l'uniforme, cambiare vita, sarebbe la salvezza per lei, perché Parigi sta diventando una polveriera, troppo pericolosa ora che si prospettano grandi cambiamenti politici.
Ma la ragione va in frantumi alla sola idea di perdere Oscar per davvero, ciò che hanno condiviso a San Pietroburgo non può essere stato solo il frutto di emozioni dettate dagli avvenimenti. Ricorda ogni tocco, ogni sensazione provata e è incredibilmente bello quel suo cercarla nella sua stanza come se lei fosse lì. 
Mi è piaciuto tantissimo il confronto tra Oscar e la Regina, non si può giudicare male Maria Antonietta se ha tentato di organizzare una cena a sorpresa tra Oscar e Girodel, si è comportata da amica vera!
Maria Antonietta è una donna che conosce bene il ruolo di moglie e madre, per lei è normale voler vedere al sicuro la sua amica Oscar come moglie di un uomo che la stima e prova dell'affetto per lei.
Ma Oscar è Oscar rivendica il diritto, giustamente, di decidere della sua vita, di non sottostare al volere di altri, anche se Girodel si dichiara innamorato di lei.
Vuole riprendere la sua vita, tornare tra i soldati della guardia, perché è la sua scelta, soltanto sua.
Ha ragione quando dice alla Regina che non può arrendersi, non è il suo destino essere una dama qualunque ed è oltremodo giusto il discorso franco che fa alla nonna, mi spiace vedere infrante le sue ultime speranze ma anche lei non può non sapere in fondo al cuore quale sia la verità, non può non aver capito! I suoi “bambini” li conosce fin troppo bene, dovrà rassegnarsi.
Come sempre ti ringrazio e rinnovo anche i miei complimenti.
Ti aspetto sempre anche con l’aggiornamento dell’altra storia.
Ciao, Lena

Recensore Master
21/03/21, ore 19:38
Cap. 20:

Ma fosse Oscar che porta sfiga? Tutte le creaturine indifese che incontra finiscono malissimo, il conto lo fa anche lei da sola: la piccola Mimose, il principe Joseph, la piccola Diane.
Rosalie la sfanga perché ad un certo punto si è tolta dai piedi da sola.
André ha superato l'età critica, ma non ne è uscito indenne.

Non pensavo saremmo arrivati a Saint Antoine - c'è dunque l'epifania e fa piacere, ma è da vedere cosa ne farà: la tua storia ha ritmi lenti, che però consumano pochi giorni. E' bella, ma ricordi i giorni di un lutto, quando il tempo sembra non passare mai.

Mimose, tra l'altro, penso sia con "Dorian". Diane segue le orme di Cécile con Valmont: i discorsi sono gli stessi... conoscere il piacere, saper dare il piacere, sapere prendere il piacere.

Recensore Master
21/03/21, ore 19:05

A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto.
Diane è il Calimero del fandom ed il complemento ad 1 di Oscar: Oscarina bella è l'asso pigliatutto, piace ad André che per lei ha lasciato che l'orgoglio se ne andasse senza lasciare un recapito, piace ad Alain, sia nella versione goffa e scontrosa del manga che in quella cialtrona dell'anime, piace a Girodel, uomo di solito freddo e malinconico, piace a Rosalie per cui è una specie di primo amore, figura materna, figura paterna, forse amica...
Ha posizione sociale, lavoro figo, promozioni e denaro, amicizie altolocate.

Diane, invece, è uno zero sociale - è nobile, ma di questa nobiltà non ne fa nulla, non sembra colta, e il lavoro che fa è di quelli per tirare avanti senza grosse prospettive. Se non muore (e ancora non è detta l'ultima), nelle nostre storie le tocca la parte dell'innamorata illusa. Dorian qui la sa troppo lunga ed è troppo manipolatore per essere davvero interessato a lei. Che va cercando? Un mezzo anche lui per arrivare ad Oscar? E' quindi la versione un poco più protetta della piccola Mose?

Il tono prosegue triste ed angosciante - si questa è Parigi e sembra proprio un postaccio

Recensore Master
21/03/21, ore 18:36
Cap. 18:

Il primo impulso, quando leggo un tuo capitolo, è riaprire l'ultimo che ho scritto e farcirlo di dettagli. Oscar da te si sveglia lentamente e viene risucchiata in un buco nero di considerazioni sulla vita e la morte; da me, chi si sveglia, pensa a lavarsi e stringe i denti.

Su Mose avevo dei sospetti, ma non mi aspettavo sarebbe sparita così, come non ho chiaro chi ci fosse sul tetto.

Il clima della storia non è da thriller, ma, piuttosto, angosciante. Forse avrebbero anche loro tutto più chiaro se stessero bene, ma l'idea è che un po' tutti si siano persi.

Recensore Master
21/03/21, ore 18:13

Riprendo questa bella storia terribilmente triste, e soprattutto, angosciosa, lontanissima da quelle che sono le mie corde.
Scrivi bene, e leggendoti si finisce per condividere l'umore dei tuoi personaggi, che sembrano non sapere dove andare quando si parla di sentimenti e progetti per il futuro.
Spiace per Diane, che meriterebbe un amore, spiace per André che lo meriterebbe anche lui e forse meriterebbe anche una vita un po' meno nota a margine di quella di Oscar e spiace tanto per Girodel, perché pure lui ha provato a dire la sua e forse meriterebbe un no netto, invece di dover scoprire da sé quanto conti un ex valletto.

Recensore Veterano
17/03/21, ore 19:43

Una bella storia che mi ha lasciato con il fiato sospeso fino alla fine, ringrazio la persona che mi ha consigliato di leggerla.

Recensore Junior
17/03/21, ore 19:18

Buonasera Capo Rouge, si potrebbe dire che questo è il capitolo dei duelli, dei confronti, delle accuse e delle relative recriminazioni, in maniera molto “allargata” lo descriverei proprio in questo modo. E della resa dei conti, almeno per quanto riguarda la parentesi russa.

È un po’ difficile doverlo scrivere di nuovo, sembrerà strano perché pare quasi che io sia un recensore un po’ volubile e che continua a cambiare parere e idea, ma reputo, anzi eleggo, questo capitolo il migliore della storia, almeno finora intendo, poi si vedrà ma mi pare che ti superi di volta in volta. È eccezionale! Il pathos raggiunge livelli altissimi, si resta con il fiato sospeso in più di un'occasione, decisamente alta anche la tensione emotiva tanto che più di una volta la commozione mi ha serrato la gola. 
È davvero un capitolo ben scritto e strutturato, pieno, denso, pregno di eventi e di significato, è il capitolo della resa dei conti, dell’addio alla gelida Russia e della chiusura di una lunga fase della storia, di un lungo de-tour che ha prima allontanato Oscar e André e che poi li ha fatti incontrare. A prescindere da dove li condurrai da questo momento in poi, André non può non aver capito cosa Oscar provi per lui e anche lei adesso non potrà più dubitare di se stessa e di ciò che sente. Uniti anche dall’egoismo che mette l’altro al di sopra di ogni altro bene e che li rende “indistinguibili”. Anche gli avvenimenti gettano più di un'ombra su un sentimento che sembra non avere ostacoli, la cui forza trascende ogni avversità. 

Si parte subito in apnea con l’incontro scontro tra Oscar e Diane, una resa dei conti dove quest’ultima si mostra per ciò che è adesso, per ciò che è diventata, per ciò in cui è stata trasformata dalla forza di persuasione di Dorian e dall’amore in cui lei crede e che è convinta di provare per lui. Nel suo soggiorno a San Pietroburgo Diane ha mostrato quanto sia "cambiata", anche se credo che non si tratti di un cambiamento caratteriale, normale quando ci si innamora, Diane sembra completamente posseduta dalla mente e dalla volontà di Dorian. Al punto che è pronta ad uccidere Oscar per lui, per poter in qualche riottenere l'amore di Dorian.
Tutto l'affetto per suo fratello sembra svanito, fagocitato da questo oscuro sentimento che la lega a Dorian.
La scena è molto grafica e lascia sinceramente affranti non solo per lei, per una ragazza giovane e dolce che ha perso se stessa per nulla ma anche per Alain che adesso davvero capisce tutto e che si rende conto di aver perduto veramente la sua adorata sorellina. Non vi è più nulla di lei, sembra una bambola vuota, svuotata anche della stoffa che dovrebbe sorreggerla un po’ come Mimose che penzola senza vita dall’albero della serra, e fa un certo effetto vederla così manipolata o ossessionata al punto da riversare su Oscar un odio senza senso, colpe che Oscar non ha e che la porteranno inevitabilmente a sentirsi responsabile per ciò che è accaduto.
È con cattiveria feroce che Diane svela la verità, non sono stati Voltaire e Romanov a liberarla, per questo motivo Mimose è ancora lì, in mano ai due fratelli.

Ed eccolo l'altro scontro, il fronteggiare una realtà che per Oscar è inaccettabile, André le ha mentito, o per lo meno le ha nascosto la verità, pur di portarla via da quella cella gelida, pur di salvarle la vita. E Alain ha fatto la stessa cosa, inspiegabilmente non poteva sopportare che Oscar restasse lì, condannata ad una morte certa, mi sbaglierò ma suppongo che il sentimento oscuro di Alain sia più forte di quello che ci è dato conoscere al momento.
Oscar capisce che è stato l'amore a spingere André a scegliere tra lei e Mimose, si rende conto che l'amore è una forza oscura e che travolge, che chiede tutto a chi ama. Si rende conto, e la cosa è a dir vero ancor più sconvolgente, che anche lei stessa desiderava essere, anzi “scomparire”,  tra le braccia di André, come se il richiamo alla vita, alla sopravvivenza e all’amore fosse davvero quello più forte di tutto, anche a costo di essere crudele e forse ingiusto. 
Vivida e da mozzare il fiato la corsa verso Palais Meinsinkov che brucia, lì tra il fumo e le fiamme alla disperata ricerca di Mimose, fin dentro quel giardino d'inverno. La commozione non può non stringere la gola, immaginare quel piccolo corpo indifeso ormai privo di vita. Una vita spezzata prima che potesse iniziare, che ha conosciuto solo dolore e violenza. Quella immagine, seppur solo descritta e non realmente vista da noi lettori, è un vero pugno in pieno viso. C'è tutta la sofferenza di quella povera bambina e pensarla lì, impiccata come un fantoccio al ramo di quell'albero. Mentre leggevo mi sono chiesta quanta malvagità e sangue freddo deve aver guidato la mano di Stevenov e quanto devono essere stati terribili gli ultimi istanti di Mimose.
Nessuno può rimanere insensibile davanti a quella scena orribile, neanche i duri soldati Voltaire e Romanov. 
E poi finalmente ciò che ho sempre desiderato leggere, dall’inizio della sua comparsa in scena, si avvera, cioè il duello tra Oscar e Stevenov; serrato e carico di tensione, scena e combattimento epico dove lei si ritrova ancora una volta, come tanti anni prima, a sfidare un nobile come lei che come lei però non è.
Sotto i mille cliché associati al rango, qualsiasi rango, si è tutti individui e si può scegliere chi si vuole o si preferisce essere. Lei in cuor suo ha già scelto da tempo, uomo o donna fa lo stesso, sa che genere di persona vuole essere.
Anch'io come tutti ho avuto paura per lei, troppo debole per fronteggiare quel demonio ma troppo determinata per accettare interferenze.
Solo Desillian si intromette nel duello e ne ricava una ferita, per fortuna c'è André che, come sempre riesce ad anticipare ogni gesto di Oscar impedendo che Stevenov la uccida.
Le ultime parole che Stevenov ascolterà sono incredibilmente potenti, per Mimose, per tutto ciò che egli ha fatto, ma sono parole che Oscar regala anche a se stessa. Lei è libera!

Sulla nave che li riporta in Francia, c'è un altro confronto che è pura emozione. Quello tra Oscar e André, c'è l'ombra di Mimose tra loro, c'è un sentimento non ancora completamente accettato da Oscar, perché è talmente forte e immenso che tutto può trascinare con sé. Comprende Oscar che André non avrebbe potuto fare altrimenti, ma l'avrebbe lasciata in quella cella, mai potrebbe anteporre qualcosa o qualcuno al suo amore per lei. È quello stesso amore, così potente e assoluto, ha portato Oscar solo poche ore prima a cercarlo, a condividere lo stesso desiderio che divora anche lui. Una consapevolezza difficile da accettare, seguire solo i dettami del cuore e accettare il lato oscuro di un sentimento positivo e bello come l’amore.

Sono preoccupata per il loro futuro, per ciò che li attende a Parigi.
Speriamo che se la cavino, complimenti.

Lena

Recensore Veterano
17/03/21, ore 15:46
Cap. 1:

Ciao! Sono arrivata a leggere il penultimo capitolo e ho un po' paura di ciò che mi aspetta. Detto ciò, questa non è una fanfiction, questo è un romanzo che si intreccia perfettamente con le vicende dei nostri beneamati. Non so che dire, tranne che sono impressionata dalla tua bravura. Nel tuo scritto mi sembra di percepire piccole sfumature del Maestro e Margherita e di sicuro tu sai benissimo chi è Rasputin! L'unico appunto negativo, hai scritto un'idiota con l'apostrofo riferito ad un personaggio maschile. Per il resto, mi inchino rispettosamente e ringrazio per la lettura avvincente, pensando che se Oscar si fosse fatta meno pare mentali, sarebbero stati tutti più felici. Grazie ancora!
(Recensione modificata il 17/03/2021 - 03:47 pm)

Recensore Junior
16/03/21, ore 21:25

Mi e' piaciuto il finale della tua fan fiction lo rileggero' tutto con più calma sapere che non sono morti mi riempi di gioia x quanto possa sembrare strano è ciò che tutti noi avremmo voluto credo....

Recensore Junior
22/02/21, ore 15:20
Cap. 35:

Salve Capo Rouge, tutto alla fine si riduce a questo, alla sete di potere che prevarica annienta ogni cosa e tutti, che calpesta e se ne infischia del dolore altrui, perché per Tichinov e Dorian distruggere delle esistenze è assolutamente irrilevante.
Ciò che guida questi tre uomini uniti da un legame di sangue indissolubile ha motivazioni diverse tra loro, ma tutti e tre sono spinti dalla stessa arroganza e dalla stessa sete di potere, a prescindere da che tipo di potere in sé si tratti, tutti e tre vogliono solo piegare il loro prossimo. Impossibile stabilire chi, tra i tre esemplari di assoluta mancanza di umanità, sia il peggiore ma chi di certo chi fa loro da contraltare è il “tuo” André sempre così umano e bellissimo, personaggio che nella tua “interpretazione” si esalta e viene esaltato.
Maledice se stesso per non aver ceduto alla richiesta di Oscar, per non aver ceduto al desiderio di farla sua, di prendere ciò che lei gli offriva prima che uno dei russi prendesse con la forza la sua purezza e per non aver accontentato né lei né se stesso.
Comprensibile che per lei quel dono, perché per lei era un dono offerto solo a lui, doveva avere un valore inestimabile e André a sua volta non può non sapere che quella di Oscar non era solo disperazione, sa che quel dono rispecchiava un desiderio sincero ma sa anche che non avrebbe potuto accettarlo perché sarebbe stato accettare qualcosa che era offerto in un momento sbagliato.
L'integrità, la stessa che guida Oscar sempre in ogni azione, guida anche André che non poteva semplicemente cedere al desiderio, per quanto forte e profondo esso fosse.
Sono così simili loro due, mai cedere se una loro azione può ferire un'altra persona, soprattutto se quella persona è uno di loro, anche se poi accade perché arriva sempre il momento di compiere scelte che non si vorrebbe mai fare.
E succede purtroppo che la scelta sia dovuta cadere proprio tra Mimose, Diane ed Oscar, la più dura e la più difficile, ed è inevitabile poi biasimarsi per la decisione presa anche se in realtà André fa la cosa più giusta e non solo perché salva la persona che ama ma perché non avrebbe avuto senso non salvare l’unica tra le tre a prescindere che quella persona fosse proprio Oscar) che al momento fosse salvabile! È stato risoluto e pratico perché una vita è una vita e vale sempre la pena provare a salvarla.
È assolutamente comprensibile la sua decisione di non lasciare quel Palazzo senza Oscar, qualunque cosa accada, perché sa che non avrà un'altra opportunità di tirarla fuori di lì e poi ha dovuto lasciarla andare troppe volte e sarebbe insopportabile farlo ancora. Ne è consapevole anche Joaquin Desillian che ancora una volta comprende la grandezza di questa donna soldato.
Non credo che André avrebbe avuto altra scelta se non quella di salvare lei.

Quasi invece mi si mozza il respiro per il gelo, perché sembra di sentirlo quel gelo fino nelle ossa, esattamente come quel gelo ha preso Oscar, sei bravissima nelle descrizioni di sensazioni e sentimenti, avevano ragione i russi non c'è bisogno di catene quando il freddo più intenso imprigiona il corpo e lo spirito. Per Oscar non c'è solo il freddo insopportabile a fungere da catene invisibili ma una catena vera che sarebbe comunque inutile perché mai fuggirebbe senza Mimose è Diane.
Dorian la vuole, vuole prendersi ciò che desidera così tanto suo padre, vuole che Oscar si arrenda a lui senza usare la forza.
Come ha sempre fatto cerca di insinuarsi nella volontà, nei desideri di lei, usando quelle parole, quella litania che ha piegato tutte le altre ragazze uccise in Francia e forse non solo lì. 
Dorian è un pazzo, vuole raggiungere la sua personale gloria nel piegare la volontà altrui al suo volere, è questa la sua arroganza, il suo scopo, entrare nella mente delle persone e manipolarle.
Oscar è diversa dalle altre donne con cui Dorian ha avuto a che fare e con cui è riuscito nell’intento. Lei non cede perché è più  intelligente, più sicura e meno credula, ha una forza di volontà non comune e non può e non vuole cedere al desiderio di lui  così simile a quello di suo padre in fondo.
Non ha quasi più forze, non le resta che usare gli stessi mezzi che usa Dorian per cercare di prendere tempo perché sperare che lui di ravveda sembra davvero una follia.
Usa la confidenza che le ha fatto Mimose, cercando di capire se davvero Dorian è un uomo diverso da suo fratello Stevenov perché, lui non ha mai fatto del male alla piccola.
Per me non è stata una sorpresa scoprire che Dorian si è limitato ad impersonare un ruolo che è molto lontano dalla sua vera natura, ha fatto in modo che Mimose si fidasse di lui, che lo credesse migliore di suo fratello affinché potesse dirlo ad Oscar e carpirne la fiducia affinché anche lei credesse che lui fosse diverso, le rivela ciò che ha fatto in Francia, era lui ad adescare le ragazze, a conquistarle ma poi a servirle su un piatto d'argento a suo padre così che ne potesse fare ciò che voleva. Non importa alla fine chi commette il crimine in sé, sono tutti colpevoli in modo eguale, tutti malvagi allo stesso modo!
Un capitolo duro dove Dorian non vuole arrendersi, vuole Oscar a qualunque costo e ho temuto davvero che lei non riuscisse a fermarlo e, quando stavo per tirare su un sospiro di sollievo, quel tremendo colpo al torace di Oscar ha tolto il respiro anche a me. Mi ha fatto male!
Decisamente è difficile stabilire chi sia il peggiore tra padre e figlio, Tichinov è disposto anche a picchiare selvaggiamente suo figlio pur di poter soddisfare i suoi orribili desideri. La sua reazione la dice lunga sul rapporto che hai con loro, sono pedine manovrabili per raggiungere i suoi scopi, cresciuti nel culto dell'arroganza che tutto ottiene, e nulla più.
L'assalto di Tichinov è brutale, quel colpo di bastone inferto con tanta violenza mi ha fatto temere davvero il peggio, difficile pensare che Oscar potesse uscire in qualche modo indenne da quell’aggressione, André arriva proprio al momento giusto, il confronto con Tichinov è epico, talmente realistica la scena da averla "vista" con una grande emozione rafforzata dal ricordo di loro due ragazzi che si esercitavano con le pistole. Geniale il colpo a l’espediente dell’autrice.
Non ho potuto non esultare per la morte di Tichinov, sorte meritatissima la sua, non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se Oscar avesse mancato il colpo. Scena macabra dove i “rantoli” finali con le ultime parole del prelato tengono banco più di quel “buco” in faccia! Bello e raccapricciante al tempo stesso.
Decisamente è. meglio morto che vivo e ancora in cerca di vendetta o peggio ancora, pronto a terminare ciò che aveva iniziato. Un diavolo in meno quindi! Ne mancano due all’appello ma credo che, presto, vedranno anche loro la propria degna fine.
André, Oscar e Alain sembrano tutti e tre disposti a mentire a se stessi, o forse voler credere ciecamente che Mimose e  Diane siano state trovate e salvate da Romanov e Voltaire. 
Non si può certo condannare Oscar se non ha indagato più a fondo, né André che non vuole sapere e preferisce credere alla penosa bugia di Alain.
Qui Alain ha il completo riscatto ai miei occhi perché finalmente ha capito che Oscar non è colpevole di nulla, non ha portato lei sua sorella e Mimose in Russia e che anzi era pronta a qualsiasi sacrificio pur di salvarle. Lei nobile, pronta a sacrificare se stessa per due ragazzine di cui non importa nulla a nessuno. 
Ha capito Alain e anche lui giustamente vuole Oscar fuori da quel posto infernale.
A casa dell'ambasciatore sono al sicuro ma non per molto perché se la notizia della morte di Tichinov scatenerà l'ira della sovrana, Oscar potrebbe essere ancora più in pericolo e questa volta André non potrebbe salvarla.
Bellissimo l'esitazione tra Oscar e André, quelle parole non dette, quelle spiegazioni non date, sarebbe troppo facile se improvvisamente si chiarissero e così si va avanti!
Ci sono ancora molte ombre tra loro, non perdo la speranza perché Oscar non vorrebbe che André andasse via e per lei e già tanto ammettere ciò che prova a se stessa. 
La confusione di André ha radici più profonde, non sa cosa prova realmente Oscar per lui, il bacio che lei si è presa alla Basse-Geole gli brucia l'anima esattamente come la richiesta che gli fatto poche ore prima in quella cella gelida.
Non può sapere cosa abbia spinto Oscar in entrambi i casi, non può sapere se sia stato semplice desiderio, disperazione o altro ma mi ripeto che sì, che in fondo lo sappia perché lo ha “sempre saputo”.
Lui sa che gli importa solo che Oscar sia libera, sia al sicuro con lui, nessun rimorso per il destino di Mimose è Diane perché l'amore per Oscar supera ogni altro istinto o pensiero.
E poi finalmente quella porta della stanza si è aperta e mi sono ritrovata a leggere una delle scene più sensuali che avessi mai letto. Un incanto il loro modo di avvicinarsi e l’ammissione di Oscar di volerlo davvero, di non averlo desiderato solo nella disperazione del momento e della situazione. 
Sarebbe stato bello se non fossero stati interrotti sul più bello ma va bene anche così, in fondo sotto questa luce qui non si sono mai visti, si può dire non si conoscono ed i preliminari sono sempre belli e fanno bene.
Ciao, grazie a te anche per le risposte.
A presto,
Lena

Recensore Junior
17/02/21, ore 21:41
Cap. 34:

Buona sera Capo Rouge, non appena penso di aver letto il più bel capitolo di questa fantastica storia, mi trovo a dovermi ricredere perché il capitolo successivo lo supera: è ancora più bello!
Si trattiene il respiro dalla prima all'ultima parola mentre si viene risucchiati da un tornado di emozioni in attesa di sapere cosa accadrà. Si è pervasi da un senso di anticipazione continuo perché mentre si è ancora lì a “cuocere” in padella si finisce inevitabilmente nella brace.
Anche un  personaggio “minore” come l'ambasciatore de Rougeror, che è nuovo nella storia e della storia, ha la sua bella e brava importanza e mi è sembrato proprio di vederlo davanti alla Grande Caterina II, rispettoso, intimorito, impacciato nel dover spiegare una situazione strana per evitare la guerra contro la Francia ma sempre arguto e splendidamente elegante.
Hai la mia più sincera ammirazione per aver creato un personaggio così, in fin dei conti un  “gregario” che permette di risolvere i problemi logistici di una trama intricata e assolutissimamente originale, tutta tua e fantasticamente accattivante. Tanto di cappello perché lo trovo riuscitissimo.
Altra novità, un colpo di scena se vogliamo, è la “introduzione” di un altro personaggio “nuovo” e cioè la zarina. Nelle
scorse settimane ho avuto modo di guardare la serie televisiva dedicata a Caterina II e il mio pensiero è corso a lei mentre leggevo questo capitolo, adesso e per sempre (almeno per me perché tutto è soggettivo) lei avrà il volto di Helen Mirren e sarà legata  alla trama della tua Paris, insomma per me il cerchio si è chiuso.
Comunque, e torno all’ambasciatore, per  quanto lui dovesse essere abituato a conferire con la grande sovrana, un certo timore lo prova, la situazione è grave, ciò che hanno fatto Stevenov e Tichinov ha messo Oscar in una posizione estremamente difficile da qualunque parte la si voglia osservare. Il ragionamento che fa Caterina II è ragionevole, se è vero che, evidentemente, Oscar è così fedele al suo sovrano ella avrebbe potuto tranquillamente eseguire l'ordine di uccidere lei, la zarina, per far scoppiare una guerra tra Francia e Russia. È donna saggia, la zarina, sa comprendere che la stessa fedeltà incrollabile che lega Oscar a Luigi XVI le impedirebbe di prendere una iniziativa così deleteria per il nome e l'onore del suo sovrano.
Un ragionamento giusto che porta la zarina a rassicurare l'ambasciatore sul timore che egli ha di una possibile guerra contro la Francia, è più che consapevole, Caterina II, che ci sono nobili che mettono il loro interesse personale al di sopra della fedeltà che dovrebbero nutrire nei suoi confronti.
Tichinov è uno di questi nobili, lo sa anche lei, ma sa anche che non può far molto per fermare il prelato e i suoi figli.
Di sicuro non può e non vuole dare un ordine scritto a Rougeror che possa costringere il prelato Tichinov a rilasciare Oscar ma la chiacchierata è rassicurante. L'ambasciatore può solo provare a chiedere a Tichinov di rilasciare Oscar. 
E la scena dei due a confronto è così vivida da sembrare reale! Io li ho visti Tichinov e Rougeror che si affrontano, il primo in preda ad un furore, da una rabbia senza limiti certo che il piano per far scoppiare una guerra è miseramente naufragato e con lesso i sogni di gloria e potere di suo figlio Stevenov; l'altro in preda al l'impotenza e alla paura di fronte a ciò che rivela il prelato. Ostinatamente aggrappato a quella porta, deciso a non mollare seppur costretto a farlo.
Il piano di Tichinov è terrificante agli occhi di de Rougeror perché è evidente che in ogni caso Oscar è stato costretta dalla violenza a cedere al prelato, il subdolo dubbio che lei abbia ceduto è lì nella mente di chi legge e nella mente del “pover’uomo”! Può solo sperare che non sia troppo tardi per Oscar che si possa arrivare in tempo per salvarla.
Romanov è invece assolutamente meraviglioso nel definire finalmente Oscar "il Comandante " (mi sono commossa)
non è stata una accettazione conquistata a Parigi, in caserma dando ordini, è stata una accettazione del ruolo di "comandante" dettato dal rispetto che Oscar si è guadagnata fuori dalla caserma. Disposta a qualunque sacrificio pur di portare in salvo due ragazzine di cui il destino non interessa a nessuno. 
Sapere che alcuni dei suoi compagni sono stati catturati senza sapere, nello specifico,  chi sia stato catturato è una vera doccia fredda per Romanov, anche se il peggio de Rougeror lo deve ancora rivelare.
Alla fine tutto questo pazzesco piano di Tichinov e dei suoi figli si riduce ad un piano ancora più folle, il prelato "vuole" Oscar per poter concepire un figlio con lei, il desiderio più animalesco e primordiale: non morire mai e diventare immortale attraverso il concepimento e la nascita di un figlio!!
È un rapimento in grande stile, tutto giustifica il “fine”: azioni ignobili nei confronti di due ragazzine, continui ricatti della peggior specie, tutto per ottenere, per costringere Oscar a cedere ad un bieco desiderio dettato dalla smania del potere e, cosa ancora peggiore, dal desiderio di piegare al loro volere gli altri. 
Sono con Romanov, Tichinov e i suoi figli meritano assolutamente una punizione esemplare e non  potevo aspettarmi una reazione diversa da André, anche solo immaginare che Oscar possa essere vittima dei desideri lascivi di quei russi è un pensiero insopportabile, ovvio che con tutto se stesso voglia entrare nel palazzo Meinsinkov per portarla fuori di lì a qualunque costo.
Non so dire se la parte di questo capitolo che mi è piaciuta di più sia stata quella in cui Oscar cerca di tenere in vita Mimose, ma essa è stata quella che indubbiamente mi ha fatto piangere più amaramente,  perché leggere della sua storia è stato straziante, povera piccola quanta sofferenza deve aver sopportato! Una bambina così vilmente ricattata, usata, venduta da una donna che tale non può ritenersi e il freddo di quella cella mi è entrato nel corpo, nel cuore, nel sangue tanto che avrei voluto abbracciarle. Mi sono sentita profondamente indignata.

Stevenov però ha un altro piano per cercare di piegare Oscar, assurdo il pensiero di cercare di convincerla ad uccidere uno dei suoi soldati. Inconcepibile come Oscar avrebbe potuto scegliere tra Lassalle, Voltaire oppure Alain... è pura e semplice utopia di pazzi maniaci immaginare che lei lo avrebbe fatto! E ho visto davvero Oscar alzare la mano con la pistola e puntarla alla sua tempia, momento di pathos nella sua massima espressione dove il mio cuore si è veramente fermato.
La scena è ulteriore prova dell'immensa integrità di Oscar che non sceglie mai di far del male agli altri, che mette sempre gli altri al primo posto. Piuttosto che scegliere uno dei suoi soldati a cui indubbiamente non deve niente, sceglie se stessa per interrompere quel continuo ed estenuante ricatto. È magnifica ed io non l’avevo mai vista in un simile splendore, è indimenticabile.
Ora, dopo aver letto  questo capitolo, ho la certezza che il peggiore di tutti è Dorian, non ha bisogno di usare la violenza come Stevenov, lui intuisce le debolezze di chi lo circonda e le sfrutta a suo vantaggio.
È sempre stato consapevole che la più grande debolezza di Oscar è André e che lui farebbe qualsiasi cosa per Oscar. Ha calcolato ogni dettaglio, far cadere in trappola Lassalle, Voltaire e Alain, portare Oscar al punto di scegliere tra uno dei suoi soldati con la certezza che André sarebbe corso ad aiutare i suoi amici è indice di un piano e di un ragionamento perfetto.
Un altro ricatto, sembra che questi russi non sappiano fare altro, se Oscar si toglie la vita Dorian ucciderà André e lei non ha avuto altra scelta che cedere nuovamente. 
L'arroganza che non accetta di essere contraddetta, ecco cosa spinge Dorian e Stevenov. 
Rinchiusa nuovamente in quella cella con la piccola Mimose, lo strazio si rinnova perché assistiamo tutti al lento spegnersi di quell’anima innocente, il momento ha toccato il mio cuore come poche altre cose nella mia vita, di una tristezza infinita perché vera e plausibile, non c’è niente di incredibile da accettare, assistiamo passivamente al dispiegamento di una realtà vera e crudele alla quale non possiamo opporci.
E poi ci sono loro: André e Oscar e quel "ti amo" ripetuto, con sempre più forza è finalmente la totale accettazione di un amore che non è nato improvvisamente ma che è cresciuto piano piano e che non è stato una sorprendente scoperta per lei anche se in realtà l’ha sconvolta!
Il suo amore per André è sempre stato lì nel suo cuore, così come c'è sempre stato André. Ora Oscar lo sa e può assaporare il suono di quel "ti amo" che è vita e speranza per lei e per loro.
Niente e nessuno sembra poter fermare André sebbene tutto è dannatamente troppo facile, il palazzo nuovamente deserto è una immensa trappola, e, del resto è quell’istinto che ha sempre guidato André quando si tratta di Oscar che anche ora lo conduce in quei sotterranei gelidi e lo porta da lei. Poi l’immaginabile accade, quella Oscar incatenata e pur meravigliosa, arresa al suo terribile destino ma che chiede ad André di amarla, di essere "solo lui"  il primo e l’unico prima che il prelato Tichinov faccia scempio del suo corpo.
Non importa il posto e la situazione, il “non” momento, perché  il  loro cercarsi finalmente consapevoli del desiderio che li unisce è tangibile e basterebbe poco, basterebbe il semplice sì a fungere da compimento di tutto, perché il cerchio si chiuda davvero, sarebbe il classico  “the end” dei vecchi film di Hollywood ed invece no, non accade, non succede e ci ritroviamo tutti a sospirare al più classico dei “to be continued”.
Questa storia non mi fa dormire, mi sfinisce ma è bello così.
Grazie di tutto e per tutto, 
PrincessLena. 

Recensore Junior
17/01/21, ore 23:02
Cap. 33:

Buona sera Capo Rouge, sono rimasta con il fiato sospeso per tutto il capitolo, ammetto che la tensione sempre più intensa inizia a diventare insopportabile per me povera lettrice.

Mi aspettavo che Dorian, ma soprattutto Stevenov, avrebbero fatto pagare caro ad Oscar il breve ed intenso incontro con André, mi aspettavo un'altra aggressione fisica o qualcosa del genere ma invece quello che i due fratelli russi le riservano è possibilmente qualcosa di più basso e diabolico.

Dorian e Stevenov hanno ormai la certezza che André ed altri soldati sono a San Pietroburgo per Oscar, e cosa può esserci di più sadico e crudele che fare cercare a lei i "ribelli”?
È, per sfortuna di Oscar, un ordine più che legittimo per Stevenov da impartirle (in virtù proprio di quel nuovo
incarico ufficiale nell’esercito dell'imperatrice di Russia che le è stato appiccicato addosso) cioè cercare degli stranieri che sono considerati un pericolo per la sicurezza dell'ordine pubblico, è evidente che lo scopo è un altro, molto più subdolo e perfido. Non pensavo però che Oscar avrebbe portato i russi esattamente dove si trovano André e gli altri, non nascondo di aver pensato che fosse impazzita davvero, sembrava una mossa da traditore ma, in realtà, il suo scopo recondito, è davvero molto astuto. Mossa intelligente dell’autrice e della protagonista.
Cioè quello era l’unico modo per avvertire André e gli altri, mostrare loro direttamente il pericolo, e, sinceramente non posso che pensare che ci sia stato anche il suo cuore di donna a rivendicare il suo posticino esigendo così di vedere André ancora una volta. Voltaire e Romanov, lasciamelo dire, sono fantastici, saranno pure brutti e rozzi ma me ne sono innamorata!! E poi senza di loro il diversivo non avrebbe funzionato!
Ogni gesto e ogni personaggio è incredibilmente funzionale alla narrazione di questa storia, direi anzi che nulla è superfluo neanche il più piccolo dettaglio che, quando sfugge, poi ritorna.

Ciò che mi sconcerta sempre è invece la grande arroganza di Stevenov, così compiaciuto di essere riuscito ancora una volta a far fare ad Oscar ciò che vuole, portare lui e i suoi soldati da André e gli altri; e con quale soddisfazione le diceva di essere stato lui a spararle lì a Parigi. Perché, ovviamente Stevenov ogni volta riesce a infliggere un colpo sempre più duro ad Oscar, che lentamente può iniziare adesso a  capire quanto sia difficile fuggire dalla rete in cui è caduta.

È, poi, meravigliosa quella corsa con André, sarebbe così facile seguirlo e tutto quell'assurdo incubo finirebbe, la tentazione deve essere stata tanta, ma Oscar non può farlo, non può dimenticare il vile ricatto di Stevenov e mi è sembrato di vederla Oscar, così bella e fiera, che punta la pistola contro André, sperando che lui capisca, che si salvi. Scena da brivido! Ci vuole Alain per portarlo via, per costringerlo ad una salvezza che per lui è una condanna, perché è stato veramente così vicino stavolta p dal portarla via. L’ha avuta tra le braccia che ora sono tornate vuote, una beffa incredibile!

Alain è un vero testardo, proprio non vuole dare fiducia al suo vecchio Comandante, per certi versi posso capirlo, difficile fidarsi di qualcuno che si crede unico responsabile di tutto ciò che è accaduto a sua sorella. Per lui è davvero incomprensibile il legame che lega Oscar e André eppure a Dessilian sono bastati pochi secondi mentre Oscar era immersa nelle acque gelide della Loira per capire chi sia in realtà lei, quale integrità la guidi.

E mentre vedere Oscar nelle mani spietate di Stevenov è sempre una emozione che mi indigna (lo vorrei prendere io per il collo) altre tessere del puzzle si palesano e vanno ad incastrarsi al loro posto nel quadro mostrando un piano che è sempre più malvagio e folle.
Mentre leggevo mi sono chiesta che senso avesse organizzare tutto questo piano così machiavellico per un semplice attentato, poi tutto è stato chiaro. Ogni russo implicato in questa macchinazione ha un suo tornaconto personale.

Quando Stevenov ha ordinato ad Oscar di uccidere l'imperatrice Caterina in cambio della vita di Mimose, mi sono davvero preoccupata visto che Oscar pare disposta a tutto pur di salvare questa bambina indifesa. Oscar non avrebbe ceduto al ricatto, non questa volta mi sono detta, non avrei immaginato però come sarebbero precipitati gli eventi. Sai come tenere la tensione a mille perché mi ritrovo a leggere andando apnea.

Fantastica lei che si ribella e infrange la rigida etichetta della corte, che indietreggia invece di colpire l'imperatrice, con quel pugnale nascosto nel palmo della mano, tutto, finalmente e incredibilmente appare chiaro. Che Oscar uccidesse o meno l'imperatrice ha poca importanza per Stevenov, ciò che più gli preme è che l'imperatrice sia in debito con lui per averle salvato la vita e avere la possibilità di guidare l'esercito contro la Francia. Perché includere un presunto ordine del Re di Francia che avrebbe spinto Oscar a chiedere a Stevenov di poter entrare al servizio dell'imperatrice è la ciliegina sulla torta. Il  trionfo totale!
Mentre lei affronta tutto questo, anche a palazzo Meinsinkov. tutto sembra andare per il verso sbagliato, troppo facile entrarvi improvvisamente privo di sorveglianza, però stavolta mi sento di assolvere Alain, la preoccupazione per Diane è evidente che gli offuschi la mente mettendo a tacere l'istinto di soldato, io avrei fatto lo stesso commettendo lo stesso errore di valutazione. Dessilian è quello che ha sempre le idee chiare, è una sorta di coscienza del gruppo, ha capito perfettamente che Diane ha davvero qualcosa che non va, non ha un comportamento sano, la sua mente è decisamente instabile per usare un eufemismo. 

Sembra quasi impossibile che non ricordi più il legame che la legava ad Alain, che tutto sia stato messo un un angolo perduto della sua mente per lasciare il posto ad una vera ossessione per Dorian che sfocia in una vera idolatria, nemmeno sapere suo fratello in pericolo la fa tornare in sé, nella sua mente c'è solo Dorian.
La situazione è davvero grave adesso con Alain e compagni prigionieri, per fortuna lo spagnolo è come un gatto ed è riuscito a fuggire, potrà avvertire gli altri ma anche in questa strana trappola c'è qualcosa che non torna, mi chiedo perché i soldatini prigionieri non sono stati uccisi subito, di sicuro serviranno per altri scopi.
Ma è ciò che accade in un altro palazzo che mi fa paura e mi preoccupa molto, perché il piano di Stevenov è davvero diabolico, ha scatenato un gran pandemonio con la messa in scena dell'attentato. Ciò che ha detto l'ambasciatore de Rougeror ad André e Romanov ha un senso, molto contorto, eppure lo ha, perché tutto ciò che è accaduto torna a vantaggio del colonnello russo. Un ufficiale francese che lascia la Francia, che assume un incarico nella guardia personale dell'imperatrice, che attenta alla sua vita, e poi c'è ciò che è accaduto al porto con André e gli altri. Tutto fa pensare ad un piano ben congegnato per far scoppiare una guerra tra la Francia e la Russia. Nessuno crederebbe che Oscar sia stata rapita e ricattata da Stevenov, soprattutto se il ricatto si basa sulla vita di una bambina e di una ragazzina assolutamente insignificanti agli occhi del mondo. Un nobile che accetta di sacrificare la sua vita per così poco, talmente assurdo da non poter neanche essere dichiarato all'imperatrice, Oscar non ha nessun modo di difendersi. L'unica speranza è l'ambasciatore Rougeror e André. 
Mi è sembrato di sentirlo quel gelo che imprigiona Oscar più di una catena, in quella gelida cella l'unica fonte di calore è André. Nella mente, nel cuore di Oscar, nel suo passato lui è sempre stato lì, nel suo cuore e Oscar, finalmente può comprendere quanto lui sia stato sempre davvero nel suo cuore.
Lo ha amato anche quando non sapeva di amarlo, ed è bellissimo il modo in cui tu lo fai accettare ad Oscar, lei non si arrenderà per lui, non all'ultima follia di Tichinov che scopre tutte le carte. Possedere Oscar, fare un figlio con lei, decisamente un piano mostruoso, il disgusto mi ha assalito, solo una mente malata può concepire un simile piano. Oscar deve reagire, deve trovare la forza per lottare contro Tichinov, anche se il corpo è spezzato dal freddo, anche se ora la piccola Mimose è davvero in pericolo, ma non posso pensare che Tichinov, Stevenov e Dorian riescano nel loro intento. Non ci credo!
Un capitolo di una bellezza “raggelante”.
Brava e a presto.
Lena

P.S. non mi è molto chiaro cosa fosse successo ma sono felicissima di aver trovato un nuovo aggiornamento di Pur, grazie.
 

Recensore Junior
06/12/20, ore 21:36
Cap. 32:

Buonasera Capo Rouge, le emozioni in questa storia sono sempre in un crescendo che sembra non avere limiti. È come un incantesimo da cui non ci si può strappare questa Paris!
Dopo tutte le emozioni del capitolo precedente, pensavo che in questo avrei tirato un po' il fiato, invece mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo!
L'ambasciatore de Rougeror porta poche notizie, poche certezze mentre i dubbi crescono sempre di più nell'animo di Alain e André. Le uniche notizie positive che l'ambasciatore può riferire sono la presenza di Diane e della piccola Mimose a palazzo Meinsinkov. Altre buone notizie non può darle perché neanche lui ha potuto sapere molto da quel breve e, molto ben sorvegliato dal prelato Tichinov, colloquio con Oscar. Può solo riportare la notizia che Diane è fidanzata, anzi ha seguito il suo fidanzato a San Pietroburgo, e che presto si sposerà. Buone notizie purtroppo non ce ne sono.
La reazione di Alain, incredula e furiosa, è più che comprensibile; lui che ha sempre creduto di avere la totale fiducia di sua sorella, ora si trova a sentirsi dire che Diane  ha lasciato Parigi senza dirgli nulla. Una realtà difficile da accettare, più facile dare la colpa da Oscar che, per un motivo oscuro a tutti, avrebbe deciso di lasciare Parigi per San Pietroburgo portandosi dietro Diane e la piccola Mimose. Se non fosse accecato dal dolore e dalla rabbia, forse Alain si renderebbe conto di quanto la sua teoria faccia acqua da tutte le parti, capirebbe che le sue accuse sono infondate e che sicuramente ha ragione André. C'è "dell'altro" che sfugge loro, che non sanno. Molto in effetti sfugge pure a me... l’autrice è brava a mischiare le carte e a confondere le acque!
Qualcosa che ha spinto Oscar ad andarsene da Parigi, anche se l'ipotesi per André resta assurda. Se solo sapesse quello che è dato sapere al lettore!! Dio mio!
È bellissimo il suo cercare ad ogni costo una risposta anche se questo implica il dover affrontare il momento più doloroso del suo rapporto con Oscar, la sua colpa più oscura. I sensi di colpa parlano per lui, ed è una alternanza di emozioni per lui e per noi che toglie il fiato.
Non resta, per lui, che aspettare l'incontro con Oscar che l'ambasciatore ha potuto organizzare con lei. Rivederla, toccarla, cercare di capire cosa sia successo, perché lei sia lì, perché Oscar sembri davvero così spaventata, questo è ora l'unico obiettivo di André. 
La descrizione del mercato di San Pietroburgo è incredibilmente realistica, sembra di essere trasportati indietro nel tempo tra odori e voci lontani, in un mondo così remoto eppure vivido e reale. 
Siamo a Les Halles in tutto e per tutto, sembra quasi di essere a casa!! Meraviglia delle meraviglie! 
Il piano è semplice e ben congegnato, creare un diversivo, confusione e allontanare Oscar dalla sua guardia del corpo.
È estremamente bello, quasi magico, quell'abbraccio, André che "inghiotte" Oscar nel calore del suo mantello. I corpi che si toccano, vicini, finalmente, incredibilmente vicini dopo un tempo che sembrava infinito, senza quasi più la speranza di incontrarsi di nuovo, con tante domande e così poco tempo per avere una qualche spiegazione. 
Ci sono le parole di Dorian Vessiliev che incombono su Oscar come una minaccia, lui saprà, si renderà conto che lei ha incontrato André ed è un altro peso sul già fragile equilibrio di Oscar. "Voi avete paura di perderlo…avete paura di perdere voi stessa e ciò che vedete in lui di voi stessa. La vostra paura l’ascolto ogni giorno…nel vostro sangue…
Terribile!!
Struggente anzi! Sarà pure un povero diavolo ma sputa fuori verità assolute!!
Se quel profumo inconfondibile mutasse anche solo d’un battito io lo comprenderei…”. Davvero il diavolo ha il potere di scoprire l'animo di chi cerca di possedere. La personalità del “diavolo” mi frustra e mi scuote.
Le poche spiegazioni che Oscar può offrire appaiono confuse e senza senso, eppure non spezzano la fiducia che ha sempre legato André a se stessa, l'evidenza che ci sia Tichinov dietro tutto ciò che accade ed è accaduto a lei, a Diane e a Mimose è ormai lampante. Solo Alain resta ostinatamente legato alla sua idea di un qualche coinvolgimento o peggio di Oscar in ciò che sta accadendo. Almeno una piccola certezza ora André può averla, Oscar non è fuggita da lui, o meglio per colpa sua e di ciò che aveva fatto in preda alla disperazione. Non tutto il male è riconducibile allo strappo.
Ero certa che il colonnello Stevenov non l'avrebbe fatta passare liscia ad Oscar, mi ha fatto una tenerezza incredibile quel suo modo frenetico di lavarsi per cancellare l'odore di André su di sé, una qualunque traccia che possa far insospettire  uno dei due fratelli, sarebbe la fine per André, Alain e gli altri, Oscar ne è più che consapevole. Immancabilmente arriva Stevenov con la sua consueta violenza. Sapere André vivo e così vicino ha trasmesso in Oscar una nuova forza, fa male vederla costretta ad imbrigliare quel nuovo coraggio, quella nuova voglia di lottare.
La sua ribellione a quella nuova violenza che ha come vittima Mimose, e  piega Oscar perché lei può lottare, reagire, accettare la violenza di Stevenov ma non può sopportare che a farne le spese sia una bambina che non ha colpe. 
È un peso terribile da sopportare per Oscar, la parte peggiore di tutto ciò che le accade. Un peso troppo incombente per chiunque abbia un pizzico di umanità!
Dalla conversazione tra i due fratelli è possibile capire ora fin dove si sono spinti questi russi per poter ottenere Oscar, per poterla avere in loro completo potere. Il quadro che emerge è dei più terrificanti. Che fosse stato Stevenov a sparare ad Oscar lì nella piazza Dauphine era stato chiaro fin dall'inizio, che Girodel avesse sparato ad André lo sapevamo, ma che ci fosse un piano così diabolico, mi sembra il termine esatto in questo frangente, non lo avrei mai detto.
Con astuzia Dorian riesce a sapere che André è vivo, sicuramente Stevenov non conosce quale sia stato il destino di André, sa che è vivo e questa è l'informazione che Dorian pensa di utilizzare contro Oscar. Avere la certezza di ciò che ha fatto Stevenov a Mimose è stato un vero colpo al cuore per me. Mimose, così piccola e indifesa, non posso immaginarla straziata nel corpo e nell'anima da quel mostro di Stevenov e tutto per spezzare per sempre la volontà di Oscar. 
Non c'è solo un desiderio sessuale perverso dei tre russi dietro tutto questo, c'è uno scopo ben più grave è preciso: Oscar dovrà uccidere l'Imperatrice. Il piano non è ancora completamente chiaro, ma è comunque terribile perché porterà Oscar a subire la violenza di Tichinov con lo scopo di dargli un figlio.
Con quanta arrogante sicurezza Dorian si presenta da Oscar pensando che, portandolo la notizia che André è vivo, lei gli sarà grata, gli concederà fiducia e forse altro. Visto che Dorian è le diable non può non accorgersi che qualcosa in Oscar è cambiato, che ora ha una nuova forza, la forza che l'ha sempre legata ad André. 
Reagisce come un diavolo Dorian Vessiliev, riversa su Oscar tutta la sua malvagità, sezionando l'animo già così tanto provato di Oscar, mettendo a nudo le sue debolezze perché, nonostante tutto, ha ragione le diable: Oscar ha voluto, ha desiderato André, era pronta a tutto per quel desiderio. 
Io sono con lei!!  Desiderare quando si ama non è peccato!
Dorian la mette davanti alla debolezza del suo desiderio che ha messo in pericolo Diane. Altri sensi di colpa, altro dolore che scava e rende il sangue e il cuore di ghiaccio. 
Dietro la sua parvenza di uomo più "onesto" rispetto a suo fratello Stevenov e a suo padre, Dorian è esattamente come gli altri due, violento e brutale. Assurdo che sia proprio Tichinov a impedire che Dorian porti a termine la violenza, non perché è un uomo degno di essere chiamato uomo, ma perché il privilegio deve essere il suo.
Forse il secondo incontro con André in quel palazzo gremito di una nobiltà così diversa eppure così simile a quella di Versailles è quello che mi  ha emozionato di più. È difficile vedere Oscar piegata alla volontà altrui, preda di un ricatto che soffoca la volontà di fuggire e che inevitabilmente cambia persino il carattere.
Sorvegliata da Stevenov, consapevole che nonostante tutte le precauzioni che prende per confondere il suo "odore" con quello che lei porta nel cuore e sotto la pelle: l'odore di André, non servono a farsì che Dorian capisca che André e lì e che una nuova scintilla di ribellione sta illuminando la coscienza di Oscar. 
André è proprio lì e sono magici e bellissimi quegli istanti che tu descrivi in modo incredibile. 
In una stanza in cui si incontrano amanti segreti e furtivi è strano immaginare Oscar e André vicini su quel divano. Per fortuna ora André ha la risposta che cercava, Oscar non è scappata da lui o per lui, è stata costretta a seguire quei russi. Il ricatto la lega ancora a quel luogo e non può accettare l'intento che vorrebbe mettere in atto Alain.
Quel bacio è fantastico, meraviglioso, unico, quella confessione rubata a se stessa.
Se solo Oscar non avesse uno spirito così generoso, questo potrebbe essere un nuovo inizio per loro. Ci sono Mimose e Diane da difendere, da portare in salvo e Oscar torna dai suoi aguzzini. 
Temo che ora la resa dei conti sia giunta, saprà Oscar cosa vogliono da lei, qual è il piano dei tre russi e mi fa molta paura.
Un capitolo gigantesco!!! Bravissima.
A presto, Lena.