Recensioni per
Il tocco del fuoco
di Flora

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
08/04/16, ore 22:45
Cap. 4:

Cara Flora,
eccomi, come promesso, a recensire (giusto per iniziare) la primissima tra le storie che hai pubblicato sulla vita di Alessandro; e, nella fattispecie, ambientata durante il periodo di apprendistato presso Aristotele, insieme agli altri giovani che sarebbero divenuti suoi collaboratori e amici. Possiamo già delinearne alcuni: Efestione, Tolomeo, Cassandro e altri nominati. Efestione...mi riservo di parlare di lui alla fine ;) Tolomeo l'ho sempre immaginato cosi come lo hai descritto: un giovane dall'istinto paterno nei confronti di Alessandro, teoria poi avvalorata se si pensa che secondo alcune fonti (tuttavia rigettate dalla storiografia moderna) Tolomeo sia stato in realtà fratellastro di Alessandro, nato da Filippo e dalla moglie di Lago. Che sia vero o si tratti di una diceria postuma magari per dare alla dinastia tolemaica maggiore prestigio, si è certi che l'affetto tra il principe e Tolomeo sia stato profondo e più che ricambiato.
Cassandro. ..beh, come hai messo in evidenza anche tu, le fonti ci riportano senza mezzi termini il suo carattere decisamente ostico, che lo rendeva odioso ai più. Se non sbaglio, durante le campagne militari di Alessandro, a Cassandro venne assegnata la reggenza di Macedonia. Una responsabilità importante se si pensa che tra i due non scorresse Buon sangue, ma credo che Alekos lo abbia concesso per "salvare la faccia" nei confronti di Antipatro, suo padre, che aveva sempre servito la corona macedone con una fedeltà senza pari.
Grazie per le postille su Aristotele, molte cose non le sapevo. E in quanto ad Efestione...c'è da dire che, nonostante sia consapevole delle sue possibili origini ateniesi, mi è sempre piaciuto immaginarlo di ceppo macedone. Naturalmente ciascuno può pensarla come vuole, dopotutto su di lui non è scritto molto, e tutto ciò che fa è strettamente collegato ad Alessandro. I buchi della Storia servono anche a questo, come dico sempre, per permetterci di sognare come più ci piace. Dolcissime le scene romantiche tra di loro. Mi hanno riempito il cuore di felicità.
Passo ad un'altra fic :)
♡♡♡♡♡

Recensore Master
23/02/16, ore 10:45
Cap. 4:

Ciao! Posso finalmente dire che è stata una bellissima storia, sempre nuova in ogni capitolo, piena di sfaccettature.
In questo ultimo capitolo hai dato voce a Cassandro, figura che non mi è mai stata particolarmente simpatica, ma attraverso lui sei riuscita a delineare l'altra faccia della medaglia: Alessandro, infatti, non è visto come un eroe ma come un ragazzo tracotante e pieno di pecche, un ragazzino egocentrico che si sente già uomo.
L'ultima parte, invece, è stata dolce e amara allo stesso tempo: se inizialmente ci hai presentato uno scorcio della vita intima dei due amanti, un assaggio del loro amore, nella seconda hai anche fatto intravedere quel futuro già scritto che sembra aspettarli inesorabile, lo stesso che lascia nel lettore un retrogusto amaro.
Concludo facendoti i complimenti per il modo in cui hai affrontato questa tematica, per le descrizioni puntuali e lo stile di scrittura privo di errori grammaticali e fluido. Brava, davvero! ;)

Alla prossima,
V.

Recensore Master
22/02/16, ore 17:52
Cap. 3:

E rieccomi qui, pronta a recensire questo terzo capitolo.
Tolomeo è stato un degno narratore, se così possiamo dire, per questo capitolo: attraverso di lui hai approfondito l'amicizia che ha caratterizzato l'infanzia di Alessandro, non solo con Efestione, ma anche con altri giovani macedoni.
Lo hai presentato molto bene, come un ragazzo - e un amico - leale, attento ai piccoli dettagli, di animo buono; mi è piaciuto come, attraverso di lui, hai dipinto per l'ennesima volta Alessandro ed Efestione - molto bello anche lo sviluppo del loro rapporto così speciale e quasi sacro -, riuscendo a non essere mai banale, a conferire alle loro personalità delle sfumature sempre nuove.
Inoltre, mi piace come le figure di Achille e Patroclo ritornino ad ogni capitolo, quasi fossero un rilflesso passato di Alessandro ed Efestione.
Che altro aggiungere? Stile fluido, niente errori, lettura piacevole. Brava! ;)

Alla prossima,
V.

Recensore Master
19/02/16, ore 17:41
Cap. 2:

Hello, again!
Se nel primo capitolo si ha un leggero scorcio del rapporto tra Alessandro ed Efestione, in questo secondo si è subito catapultati nella loro particolare amicizia, tanto che in alcuni momenti viene voglia di allontanarsi dalla pagina per togliere il disturbo.
Mi piace molto Efestione, mi piace il suo carattere, come non si sia fatto sopraffare dal dolore del suo passato, dalla perdita di sua madre, dall'odio verso Filippo e i suoi uomini; mi piace come affronta la vita, cogliendo quello che gli viene dato, e mi è piaciuto moltissimo leggere delle sue riflessioni nella parte finale.
Alessandro si conferma un ragazzo avido di sapere, dal carattere forte, in ogni cosa che dice o fa si intravede il grande condottiero che diventerà.
Le descrizioni sono molto belle, quasi eteree in alcuni punti, e lo stile scorre fluido e senza impedimenti. Insomma, questo per dirti che la storia mi sta piacendo, quindi brava!

Alla prossima,
V.

Recensore Master
18/02/16, ore 14:38
Cap. 1:

Ciao!
Prima di tutto ti devo fare i complimenti per la puntualità con cui questo primo capitolo è scritto: si vede che dietro c'è un attento studio della società, della storia, e dei costumi ellenici.
La narrazione del punto di vista di Aristotele, se così vogliamo dire, è originale, riesce a dare una buona panoramica su quella che è la situazione in Grecia, su Filippo e il suo rapporto burrascoso con i greci, su suo figlio Alessandro che, sin da piccolo, mostra un carattere particolare e una curiosità militare e culturale non indifferente.
Su Efestione, invece, confesso di saperne meno, quindi questa tua descrizione mi ha dato modo di approfondire di più sulle sue origini e la sua vita.
Durante la lettura non ho trovato errori grammaticali, lo stile è fluido, anche se in alcuni punti risulta complesso non è mai pesante. Brava! ;)

Alla prossima,
V.

Recensore Master
11/12/15, ore 21:02
Cap. 4:

Ciau ~
Sono ancora qui, ebbene sì. Mie ro messa in testa di voler finire questa storia per poi passare alla successiva il prima possibile e non ho saputo resistere! Il motivo è lo stesso: scrivi bene, dannatamente bene, e lasciare in sospeso qualcosa del genere è come sapere di avere un libro sul comodino che attende di essere aperto e sfogliato.
Cassandro e le sue introspezioni mi hanno colpito non poco. Ancora una volta ti sei concentrata su un focus esterno al mini-universo di Alessandro ed Efestione per poi sondarlo lentamente attraverso gli occhi di Cassandro. Ed è stato proprio quest’altro lato della medaglia a farmi esclamare un semplice Wow!  Perché per quanto semplice sia stato, in fondo, per me conteneva ben più di una parola e ben più di un pensiero. Tralasciando le descrizioni minuziose e sempre pertinenti, ciò che mi ha colpita di più è stato il rendere concreto un aspetto finora non toccato. Ed è oltre ‘ambivalenza bonaria di Tolomeo, è oltre l’analisi di Aristotele! Ecco, sì, credo che tu abbia delineato Cassandro in modo a dir poco eccelso. Mi ha dato parecchie sensazioni diverse e ho potuto scorgere la sua invidia, i suoi crucci, il magone che si porta dietro e perfino uno stridere di denti. La rabbia, l’insofferenza, l’intolleranza. Se era questo che intendevi esprimere, ci sei riuscita alla grande.
Ancora una volta, poi, mi hai sorpresa con i dialoghi. Già dai primi del capitolo si comprende quanto tu sia brava, ma d’altro canto è assodato. Ciò che più mi ha affascinata, però, è stato il modo in cui Efestione si è rivolto a Cassandro. Letale, ecco. Lo definirei proprio così! Ha replicato in modo perfetto, testardo e implacabile. E lì per lì non sapevo se applaudire o sorridere. Amo il temperamento che hai voluto impostargli, il modo in cui ha continuato a tenere alta a testa dinanzi a Cassandro, perfino quello in cui si è lamentato con Alessandro dopo essere stato interrotto prima della zuffa ♥
Per quanto concerne il resto, devo dire che amo quando si parla di cibi e pietanze dell’epoca in cui si narra. È una cosa che non molti fanno e che noto solo nei romanzi storici. Quindi complimenti!
Se poi dovessi soffermarmi sulla scena seguente, beh, posso solo dire che la motivazione di Alessandro è stata ciò che più mi ha fatto battere il cuore. Perentoria, altezzosa, a dir poco volubile e piena di un amore etereo, ultraterreno. Il primo posto *sospir* tipico di una figura come la sua ♥
Bellissimo il richiamo a Platone e alla citazione, per nulla forzato. E anche la descrizione dell’incubo di Alessandro, perché mi ha messo i brividi addosso. Amo le introspezioni almeno quanto le descrizioni ben fatte e in questa storia c’è davvero tutto, perfino l’angst.
E le note mi hanno straziata tanto quanto il finale. Perché avevo la sensazione che era a quello che avrebbero fatto rimando e non ne sono affatto rimasta delusa.
In conclusione è una storia che non può non restare tra le mie preferite. È bellissima.
Ti faccio ancora i miei complimenti, cara.
Alla prossima,
xoxo

Recensore Master
11/12/15, ore 14:55
Cap. 3:

Ciau ~
In questi giorni ho avuto un po’ di problemini, mi sono discostata dall’anst – troppo angst nella vita vera – e infine sono tornata. Perché? Ammetto che mi mancava il tuo modo di scrivere, mi mancava troppo, davvero! ♥
Il capitolo che ho letto questa volta torna sulla scia del primo e riecheggia della presenza di Aristotele. Mi è piaciuto, perché tutto sommato sposta il focus su un personaggio diverso, su un uomo diverso – con dei pensieri e degli atteggiamenti ben lungi dal riguardare quelli di Aristotele. Insomma, ho potuto fare mia un’introspezione tipica, il suo crucciarsi per l’assenza di Alessandro ed Efestione – più per il tempo perso che per altro, s’intende. E tutti i discorsi che ne concernono l’identità nel luogo e nel tempo in cui vive lo rendono palpabile. Ecco perché mi piace ciò che ho letto ed ecco perché dico che si tratta di una figura diversa da quella introduttiva – Aristotele e il suo fare meditabondo, quasi calcolatore e minuzioso, cozza con la figura di Tolomeo che è molto, molto più terrena! Gli stessi rimandi alla sua vita di combattente ne sono testimonianza diretta, per non parlare del crucciarsi nell’attesa.
È reso molto bene, quasi insofferente. E mi spiego: non intendo dire che non si trovi bene dove si trova, anzi, ma questo lo ha detto lui stesso e non mi sento di dover fare altri rimandi. In pratica sono riuscita a vederlo nella sua pienezza, nel suo essere duale come una medaglia.
In questi momenti di stallo è facile diventare noiosi, ma con te non capita affatto. Come sempre, la narrazione è perfetta, lineare, intervallata dai pensieri e dalle azioni. È fantastica, è caratteristica. Per questo meriti i miei complimenti: anche nell’immobilità riesci a intraprendere la via del movimento attraverso ricordi, racconti nel racconto, focus importanti. E poi scivoli verso il soggetto de focus, lo rendi di nuovo protagonista! Che dire, leggerti è un’emozione continua. Mi sembra di avere un libro sottomano, sei davvero accurata! E questo discorso vale sia dal passaggio Tolomeo-Alessandro, sia dall’introspezione di Alessandro a Efestione.
I rimandi mitologici, quelli classici, sono un tocco di classe. Spesso vedo persone che si perdono in un bicchier d’acqua e tentennano, non azzardano, si limitano a dire gli Dei senza scendere nel particolare. L’analisi di Alessandro, invece, ne è ricca – ed è ricca anche di angst, perché sì: io lo vedo, lo percepisco. Ho avuto un brivido nella sua contemplazione di Efestione, davvero.
Nella parte finale del capitolo, tra l’altro, hai brillato come solo tu sai fare. Il dialogo a tre è pertinente, realistico, e qui mi sento in dovere di ricambiare i complimenti che fai a me per rigirarteli di conseguenza! Non credo che sia facile far interagire dei personaggi, in special modo nel contesto storico. E se dapprima avevo notato la spontaneità di Alessandro ed Efestione, subito dopo ho visto come anche Tolomeo fosse avvolto dalla stessa atmosfera. Insomma: pare proprio che tu abbia un dono caratteristico ♥
Non mi risulta difficile immaginare nitidamente tutto ciò che ho letto, viaggiare di fantasia. E non parlo di un film, no, parlo di una storia vera e propria, della realtà, perché in un contesto come questo, dopo aver ritenuto il tuo scritto una sorta di romanzo in piena regola, non posso paragonarlo a una trasposizione cinematografica! Ho immaginato e visto come avrei immaginato e visto leggendo un romanzo storico – perfettamente, minuziosamente. L’atmosfera era già carica e pregna dal primo capitolo, dall’introduzione di Aristotele, e non mi è difficile immaginare il calare della sera. Poi le introspezioni sono state il top, ma questo l’ho già detto.
Ancora compimenti, cara, e alla prossima!
xoxo

Recensore Master
09/12/15, ore 00:46
Cap. 2:

Ciau ~
Eccomi ancora qui. Non immaginavo che sarei riuscita a recensire questo capitolo così presto, lo ammetto. Oggi ho un po’ sonno e credevo di avere un’attenzione pressoché inesistente, ma temo proprio di essermi sbagliata. Sarà colpa – o merito – del flusso narrativo, della voce di Alessandro che riesco a percepire nitida e cristallina, a tratti euforica e un po’ infantile – riesco a figurarmelo così: spensierato e al contempo pretenzioso, giovane e già adulto.
Torno a ribadire il concetto di natura e armonia che ho percepito nel primo capitolo, nel focus di Aristotele. È bellissimo immergersi in una lettura de genere, mi ricorda lo stesso fervore trasmesso da quelli che ritengo capolavori di romanzi storici. M’immergo nell’atmosfera senza fatica e questo è soltanto merito tuo. Complimenti, complimenti davvero!
Lo stile è fluido, scorrevole, ed entra dentro, rilassa, calamita il lettore.
Non ho potuto fare a meno di notare l’epico parallelismo con Achille e Patroclo. Azzeccato è dire poco, ameno a mio avviso. Ed è stato emozionante entrare nel piccolo di Alessandro ed Efestione, perché più questi parlavano e più mi sembrava di essere presente, di capire i loro sguardi e i loro gesti da cui traevo chissà quali e quante considerazioni – lo stesso colpetto sulla spalla di Efestione mi ha fatto sorridere, per esempio!
Poi il temperamento volubile di Alessandro, il dolore di Efestione che tuttavia non intacca il presente. Quel non capirsi e capirsi al contempo che mi spiazza e mi brucia. Fantastico, davvero.
Ho trovato i dialoghi particolarmente interessanti, tra l’altro, e te lo dico perché non è facile parlare e spiegare in modo tanto nitido senza descrivere esattamente. È una forma di show don’t tell che adoro, che mi affascina e che apprezzo.
Spero di leggere presto i prossimo capitolo ♥
Alla prossima,
xoxo

Recensore Master
07/12/15, ore 03:54
Cap. 1:

Ciau ♥
Come ben sai, da brava piattola, sono ancora qui a sondare i tuo profilo e a romperti le scatole per leggere, leggere e ancora leggere. Amo come scrivi, amo le sensazioni che delinei, perciò perché non continuare su questa scia? E ti ringrazio tanto per la info – lo dico di nuovo – perché non avrei voluto fare qualche caos di lettura nell’approcciarmi a questa serie su Alessandro in modo errato, magari partendo dal mezzo e fustigandomi mentalmente per l’errore – meglio chiedere, sempre meglio!
Ad ogni modo inizio con il dire che il mio amore per Alessandro è nato dal tanto lontano quanto vicino 2005. Ho amato il film, ho amato la caratterizzazione, infine ho amato la figura di Alessandro attraverso il romanzo Il ragazzo Persiano. Ed eccomi qui a leggere qualcosa su di lui a distanza di ben dieci anni ~
Che dire, le info iniziali sono molto più che esplicative. Si capisce quanto il tuo amore per questo personaggio storico sia radicato, perciò mi permetto una domanda: Come e quando è nato? Sì, lo so, sembrano due – e tecnicamente lo sono. Ma anche quando andavo al liceo mi capitavano domande infide con più interrogativi, quindi ti tocca rispondere a entrambe in un massimo di dieci righe (?) totali *rool* (scherzo, ovviamente!)
L’atmosfera è qualcosa di superbo. Stupenda, palpabile, esattamente come in un romanzo storico. Mi hai fatto ricordare i giorni che trascorrevo a leggere Wilbur Smith e Lynda Robinson, dico davvero! Mai pesante, sempre scorrevole. E non mi sorprende, perché questo significa che ci avevo visto giusto nel dire: Lei scrive bene a prescindere dal contesto e a prescindere della storia. Ecco, dopo “Gioco di specchi” non mi aspettavo altro che questo! Non mi hai delusa, anzi!
Il profilo che hai delineato in questo primo capitolo è a dir poco affascinante e curato, niente d’aggiungere. Semplicemente perfetto, immortale. L’idea di vedere con gli occhi di Aristotele non mi è mai balenata per la testa, eppure con queste pagine ci sono in qualche modo riuscita – solo ed esclusivamente grazie a te. Ho respirato la stessa atmosfera che aleggiava nelle pagine de “L’Amicizia” di Cicerone e giuro che è davvero sorprendente. Entrare in un vortice, vederlo con i propri occhi, sentire perfino le stesse considerazioni come proprie – epico.
Ci tenevo tanto a recensire questo primo capitolo e spero che il mio mal di testa non abbia influito negativamente nelle analisi che faccio di solito – certo che mi perdo in chiacchiere, ma questo succede spessissimo!
Che dire, domani continuerò sicuramente la lettura ♥
Alla prossima,
xoxo

Recensore Junior
14/11/15, ore 16:02
Cap. 4:

E ecco che siamo all’ultimo capitolo.
Per prima cosa, grazie, GRAZIE mille per le note finali, davvero interessantissime per chi voglia saperne di più, ben fatte e descrittive. *-*
Passando al capitolo vero e proprio, questa volta la voce è quella di Cassandro, l’”antagonsita”.
Devo dire che mi piace molto come tu l’abbia legato al concetto del “sentirsi soffocare”: dal clima, dalle aspettative, dal rapporto con gli altri. Ne risulta un personaggio molto umano: non il più simpatico del reame, certamente, ma sicuramente non un antagonista monodimensionale, privo totalmente di cuore e di affetti.
Particolarmente mi è piaciuta la menzione del fratellino, ma credo sia significativo che l’unico a cui riesca ad attaccarsi e che riesca ad attaccarglisi a sua volta, sia un ragazzino tanto più piccolo di lui. Il bisogno di Cassandro di comandare, di prevalere, mi sembra evidente, ed evidentemente frustrato.
Non rappresenta neanche un degno opponente per Alessandro, e il suo unico compagno, Filota, non è neppure un amico ma un mero compagno di stanza per necessità. L’opinione di Efestione su di lui espressa nella seconda parte è di certo la più accurata, e anche la più sinistra, considerando come poi sarebbero andate le cose in futuro: di certo troviamo in lui desiderio di far parte della cerchia di Alessandro, in virtù, se non della propria abilità, almeno del proprio status; frustrato in questo, non può fare a meno di disprezzare quanto di fatto comprerebbe, se potesse, riversando l’odio verso di sé su Alessandro – e su Efestione, perché sono l’uno parte dell’altro.
La sua vita è un susseguirsi di paragoni con Alessandro: anche la sua descrizione della scena di battaglia mostra un timore che a malapena cela, di lui, e sottolinea ancora una volta la natura bestiale e divina di Alessandro; entrambe le cose riemergono quando i due si scontrano per Efestione, così come le insicurezze sia sue, che di Alessandro, si esplicitano nella seconda parte, che segue il momento di intimità tra loro (meraviglioso, delicato, seducente).
Come Alessandro, Efestione è spaventato dal loro legame, ma allo stesso tempo onorato, forse, di esercitare tanto potere su un essere già così straordinario quanto è Alessandro – sono indispensabili, l’uno per l’altro, e disposti a gettarsi nel fuoco l’uno per l’altro.
La metafora di Orfeo è ben azzeccata – e se non ricordo male, tornerà in un altro tuo scritto, ma rovesciata: come per Patroclo e Achille, sottopelle la sensazione è che sarà Alessandro/Achille a morire per primo, ma in entrambe le occasioni il Fato si beffa delle aspettative, e, come il Pelide, per Alessandro si avvererà il peggiore incubo.
Un paio di annotazioni:
“cazzone” -- > posso capire che tipo di sensazione tu voglia creare con questo termine, ma l’ho trovato dal gusto un po’ troppo moderno per la materia trattata. Magari trovare un sinonimo più “anticheggiante”?
“sesso” --- > ecco, parlare di sesso in questo momento storico è proprio anacronistico: fino al ‘700, la parola “sesso” indicava solamente quello biologico, non l’atto sessuale (non lo sapevo neanche io ma ora che lo so, lo sto predicando un po’ ovunque).
La valutazione complessiva è assolutamente positiva: ho adorato la storia, leggere una versione così evidentemente documentata, così accurata, così ben fatta dal punto di vista della caratterizzazione. ç_ç
Niente, leggerò il seguito col massimo piacere!

Recensore Junior
14/11/15, ore 15:15
Cap. 3:

Altro capitolo, altra voce.
Tolomeo ha subito incontrato le mie simpatie. Il tono è scivolato sullo scherzoso, ma non sono mancati i momenti seri, una coniugazione che apprezzo sempre.
Mi piace come, nonostante il protagonista sia Alessandro, tu riesca a dare una dignità a tutte le voci che hai fatto parlare nella storia. Tolomeo non fa eccezione: i dettagli della sua vita sono interessanti e realistici, e contribuiscono a farsi un’idea non solo dell’infanzia di Alessandro ma anche nella vita a corte a quei tempi.
Il fatto che egli sia un fratello maggiore per Alessandro, che non sia molto a proprio agio di fronte ad Efestione, sono dettagli coerenti con l’impressione che ci si fa di lui inizialmente: Efestione gli risulta estraneo, mentre Alessandro, in virtù dei momenti passati insieme e di quella sua doppia natura un po’ barbara e un po’ divina, risulta un terreno più familiare.
E poi, arriviamo ad Alessandro stesso, che si rivela coerente ma appena diverso da quello che gli occhi dei suoi amici e familiari vedono. Non è privo di difetti, ma si tratta id qualcosa di ben più profondo di quanto non veda Aristotele. Il fatto di non essere davvero al proprio posto nel contesto di corte, di non riuscire ad empatizzare né con la madre né col padre, lo rende molto umano e anche vicino, perché a chi, ancora, non succede.
L’incontro con Efestione – e l’ultimo stralcio tra lui e Tolomeo mostrano quanto profonda e unica sia la comprensione che Alessandro ha per il suo amico – pare avere aperto quella valvola che tratteneva le emozioni di Alessandro; e qui, rivedo la similitudine con Achille e Patroclo, l’idea che Patroclo sia una spinta per la parte umana di Achille quanto Efestione lo sia per Alessandro. Efestione funge quasi dalla porta che introduce Alessandro a un mondo reale, non a quello popolato di eroi di cui egli sente di far parte.
Il fatto che Alessandro l’abbia inizialmente invidiato, poi, non fa altro che rendere il rapporto più realistico e Alessandro comprensibile e meno senza macchia. Impreziosisce, forse, ancora di più la loro relazione al momento della storia – il fatto che Alessandro stesso riconosca che Efestione gli sia indispensabile, ora come ora, e che tale sentimento riesca a mettere in soggezione persino lui che è abituato a privarsi di qualsiasi cosa.
Detto questo, qualche piccola nota sparsa:
L’immagine della pace interiore di Tolomeo e della carezza di Artemide è davvero meravigliosa.
Qualche dettaglio che è forse un po’ impreciso è l’utilizzo, di nuovo, del concetto di “temperatura” e l’uso di “neonato”: un neonato non può gattonare, al massimo si tratta di un poppante o di un moccioso. XD #dettagli
Infine, il fatto che Tolomeo ribadisca ad Alessandro che Lanice è la sua balia mi sembra appena un filo poco realistico. Fossi in te, terrei solamente “la tua balia”, eliminando il nome che in fin dei conti è abbastanza superfluo.
E adesso passo all’ultimo. *sfrega le manine*

Recensore Junior
14/11/15, ore 15:14
Cap. 2:

Continuo la lettura.
In questo secondo capitolo, troviamo Alessandro ed Efestione immersi in questa atmosfera bucolica che avvolgeva anche Aristotele. Trovo le tue descrizioni della natura bellissime ed estremamente evocative, così come con accuratezza sei riuscita a dipingere la scena di Alessandro ed Efestione seduto insieme contro l’albero.
Una nota di merito, perché ho sempre difficoltà a figurarmi le posizioni (fisiche) dei personaggi, mentre qui ho subito capito e di conseguenza dipinto nella mia mente in che modo sono messi, l’uno contro l’altro.
Mi piace questa vicinanza fisica che rispecchia l’intimità così evidente, tra loro, la naturalezza con cui l’uno si accosti all’altro non solo col corpo ma anche con lo spirito. Anche il fatto che Efestione sia tanto a proprio agio a parlare del proprio passato con Alessandro (evidentemente un punto dolente) parla di un cameratismo profondissimo.
In poche righe, riesci a dare l’idea del rapporto assoluto e totale che li lega. Efestione, non più filtrato dallo sguardo di Aristotele, appare più umano e insicuro. Anche la leggera tensione che si avverte da un certo punto in poi, quando guarda Alessandro e ne vede i germi del conquistatore con evidente inquietudine aiutano la sua caratterizzazione, provocano empatia nel lettore.
Leggendo di loro, mi sono tornati alla mente Achille e Patroclo, e non a caso: Efestione è il Patroclo dell’Achille di Alessandro, un Patroclo consapevole di essere solo in parte attore e soprattutto spettatore di un destino più grande di lui, e che appartiene a un altro. Un po’ lo teme e un po’ riconosce che è proprio della natura di Alessandro, di quell’Alessandro che ama.
Alessandro è una fiamma accecante, ma il problema delle fiamme è che bruciano e si consumano. Mi è piaciuta anche la rabbia improvvisa di Alessandro, che pare, appunto, una sorta di incarnazione del fuoco, con piccole, brevi esplosioni improvvise, ma che poi torna subito mite e carezzevole col suo amico.
Nota positiva va alla descrizione della società, per niente forzata nello scorrere perfetto del dialogo, e il riferimento a figure familiari per i personaggi e per il lettore. Rende il tutto estremamente realistico e aiuta ad immergersi nel momento: è quasi uno spiare vero e proprio, spinge a farsi domande sui personaggi e li rende persone, coi loro conoscenti, amici e ricordi passati.
Devo dire che la caratterizzazione di Efestione è davvero molto ben riuscita. Mi piace questa sua quieta saggezza col contraltare di insicurezza; così come bellissima è la metafora di Alessandro, un felino in attesa, ed è un richiamo sottile ad Achille, sul cui scudo figuravano appunto leoni.
Insomma. Bellissimo capitolo. Unico minuscolo appunto è la tua menzione della “temperatura”, che ho trovato un termine un po’ stonato con l’atmosfera, lievemente anacronistico.
Detto questo, procedo avanti.

Recensore Junior
14/11/15, ore 15:13
Cap. 1:

Dunque dunque, era da un po’ che occhieggiavo questa storia e finalmente sono riuscita a fermarmi e a leggerla con calma.
Per prima cosa, ho apprezzato la scelta del narratore esterno, che entra ed esce dalla mente di Aristotele. Per creare un’ambientazione così ricca e descrivere un contesto così ampio, è la scelta ideale.
In secondo luogo, è ottima la scelta di abbondare coi punti di vista. Di base, la narrazione copre un periodo abbastanza breve, ma raccontato tanto minuziosamente e nel dettaglio da fare in modo che il tempo si dilati, e che il lettore, arrivato alla fine, sia completamente sazio – per il momento.
In questo primo capitolo, la voce narrante è quella di Aristotele. Devo dirti che in un primo momento sei quasi riuscita a fregarmi: inserendolo in un contesto tanto ameno e bucolico – bellissime le immagini iniziali della primavera a Mieza – avevo pensato di trovarmi davanti un vecchio saggio à la “Mago Merlino”, per così dire: un uomo in armonia con la natura, la cui mente è troppo impegnata a discorrere tra sé sui massimi sistemi per badare alle cose del mondo.
Niente di più distante dalla realtà: ho adorato (non che non avrei amato anche l’altra versione, LOL) la tua caratterizzazione di Aristotele, così umano, così imperfetto, così stonato rispetto all’ambiente che lo circonda.
Ho amato la sua vanità, il timore a malapena soffocato della vecchiaia – uno status ambito, in Grecia, ma che per lui è una limitazione: non gli basterà tutta la vita per catalogare tutto lo scibile, e lo sa bene, e non gli piace affatto – che sistematicamente nega, incolpando l’ambiente umido che lo circonda.
L’ho trovato estremamente pieno di sé (e non del tutto a torto), estremamente pragmatico, materiale: un uomo che sa quanto vale, sa come vendersi, e che vuole farsi un nome, anche se, per riuscirci, è stato costretto a vendersi a un nemico che ammira con ritrosia per prevalere sull’ex amica che l’ha rifiutato, Atene, che gli ha preferito un inferiore (che lui non esita a definire tale).
La sua assoluta mancanza di patriottismo mi è davvero piaciuta, così come le motivazioni che lo muovono: educare un re, essere l’autore immobile del giovane Alessandro, con cui ha un evidente rapporto di amore e odio. Ad Aristotele non piace essere sfidato, e ha compreso che non potrà mai davvero domare Alessandro; inoltre, non lo capisce del tutto, se ne lascia stupire continuamente, e per uno che si crede il più furbo del reame, le sorprese non devono essere mai cosa gradita.
Ed è questo il fulcro del capitolo, questo sguardo acuto puntato su Alessandro, che riassume in sé il barbaro bestiale e l’intelligenza sopraffina. E’ un ritratto credibile ma evidentemente di parte, quanto quello che si fa di Efestione, che ne esce con mille lodi probabilmente perché non rappresenta qualcosa di estraneo, per Aristotele, né qualcuno che possa essere, in qualche modo, un avversario.
La descrizione della loro amicizia, che viene messa al disopra del semplice eros, elevata allo statuto del sentimento più alto, è fatta benissimo. Altre bellissime immagini sono quella della Grecia che diventa un’amante presa con la forza e una sposa ritrosa, che Filippo tenta di domare con le buone o con le cattive.
U_U Niente, amato. Ora procedo col prossimo capitolo.

Recensore Master
04/08/06, ore 00:38
Cap. 1:

Ho già letto le tue storie molto tempo fa, in Ml ysal. Ma sono così meravigliose -e dirlo è ancora poco- che è doveroso da parte mia ringraziarti anche qui per queste perle rare. Sei riuscita a farmi innamorare di Alessandro ed Efestione.. Grazie.

Recensore Veterano
26/03/06, ore 14:27
Cap. 1:

ebbene, non guarderò più la ciropedia con gli stessi occhi.

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