Eccomi qui a recensire un altro pezzo sul tuo amato Alessandro.
Un po' per forza di cose, un po' per sbadataggine, non sto riuscendo proprio a rispettare quella scaletta cronologica che mi avevi gentilmente fornito; ma, in fin dei conti, non percepisco la cosa come un reale problema e quindi va bene anche così... – piuttosto: hai mai pensato di far una serie, intendo qui, sul sito, con tutte le tue one shot a tema alessandrino? Se non sbaglio, credo che i vari pezzi si possano anche mettere nell'ordine che più si preferisce!
La qualità del testo, al solito, è davvero molto alta... e solamanete qua e là, io che sono la più pignola fra le pignole, ho trovato qualche piccolezza che potrebbe, magari, esser cambiata: per esempio "stato" che va in maiuscolo o, altra banalità, quella virgola prima di "e una folata improvvisa" che mi pare un pochino fuori posto, o, ancora, "Dei" senza accento – e cosette del genere: in pratica, per i comuni e sani mortali, il pezzo è davvero perfetto! ;P In ogni caso, se per assurdo fossi così masochista da voler sapere quali, piccoli cambiamenti avrei suggerito, posso mandarti, con calma, una lista più dettagliata. XD
È che una volta tanto non mi va – perché sono stanchissima, come sai, e perché la mia maniacalità deve essere placata un poco, soprattutto di fronte a testi che hanno davvero pochissimo bisogno di esser riguardati – di mettermi a fare l'aspirante editor rompiscatole. Preferisco concentrarmi di più sulla storia in se, sui suoi protagonisti e sulle emozioni che hanno saputo trasmettermi.
L'unica cosa che, però, mi sento un pochino di – fra virgolette – rimproverarti è che di tanto in tanto ti lasci prendere la mano da espressioni un po' troppo abusate, che vorrebbero aggiungere dettagli alle varie scene ma che, per la loro natura così comune, risultano un poco cliché, invece: penso alla neve, la cui coltre è da te descritta nella maniera più tipica possibile, ovvero "soffice e candida" e, stessa storia, si ripete quando, per esempio, accenni allo studio di Aristotele, "stipato di pergamene e vecchi papiri ingialliti" – ovviamente sono tutte frasi calzanti, perché la neve è certamente soffice e candida, soprattutto se non è caduta da molto, ed è facile immaginare la tana di un uomo come Aristotele piena di quelle cose, ma paradossalmente, a mio avviso, simili descrizioni, topoi troppo usati, tolgono vera caratterizzazione al testo.
Tornando alle sensazioni ed alla storia in generale, mi è piaciuto leggere questo tuo pezzo, soprattutto nelle sue più... caste parti! ;P
Ammetto che, anche se avevo notato il rating e le note, nonché letto la corta introduzione, non mi aspettavo una tale rilevante presenza di continuti sessuali... e la cosa mi ha preoccupato non poco: non che mi scandalizzi per l'atto in sé, e di ciò sei consapevole, ma sei pure a conoscenza del mio assurdo imbarazzo nel leggere scene di sesso! XD Eppure, pur rossa in viso e piuttosto imbarazzata, alla fine sono riuscita a sopravvivere alla vergogna! ù\\\ù
Era chiaro come il sole, comunque, dopo le prime righe, dove si andasse a parare... ma non prendere questa mia frase come un rimprovero, perché non lo è: del resto, non hai cercato di sorprendere il lettore, nel senso di fargli credere di trovarsi di fronte ad un pezzo di tutt'altro genere per poi spiazzarlo. Hai, invece, semplicemente e diligentemente seguito il percorso da te stessa stabilito, senza deragliare fuori dai binari.
Personalmente non amo questo genere di racconto, così... carnale: in un testo che non sia specificatamente erotico, l'ideale, per quanto mi riguarda, è che le scene sessuali siano ridotte quanto più possibile all'osso; non tanto nel loro numero, quanto alla misura in cui ognuno dei rapporti viene illustrato – non amando questo tipo di scene, che mi imbarazzano davvero tanto, preferisco esse vengano più vagamente raccontate che effettivamente mostrate.
Ho apprezzato molto di più, quindi, tutte le varie parti in cui l'attività sessuale fra Alessandro e Efestione non risultasse in primissimo piano – ma mi rendo pienamente conto che si tratta di un mio problema di iper sensibilità, quindi tale considerazione lascia il tempo che trova agli occhi altrui, perché, in modo assolutamente innegabile, è scaturita da una mia turbe particolare.
In ogni caso, resto quel tanto che basta lucida per rendermi conto che, soprattutto rispetto alla – secondo il mio modesto giudizio, naturalmente – pessima qualità media con cui vengono descritti i rapporti sessuali nelle fanfiction e persino nei libri veri e propri, anche quei pezzi riguardanti il rapporto fisico fra i due protagonisti è scritto molto bene: alcune frasi, specialmente quelle che si discostano un poco dalla più stretta fisicità, sono davvero belle, poetiche.
Il legame fra i personaggi è forte, indissolubile – anche se, in un certo senso, minacciato dalla realtà della vita, che richiede siano assolti certi obblighi, e dall'incertezza del futuro, a cui, comunque, Alessandro si oppone con certezza, fra l'ingenuità della giovinezza e l'estrema determinazione che solamente uomi fuori dal comune possiedono; Efestione pare, invece, coi piedi un po' più ben piantati a terra, meno... grande anche nell'immaginare e sognare rispetto l'amato.
Sui dettagli storici, purtroppo, non posso esprimermi a fondo, perché non è questa l'epoca di mia competenza... ma ho fiducia nella passione che provi per i personaggi e ti credo, quindi, quando racconti della dedizione che metti nella ricerca – è arduo credere che ci sia ancora qualcuno, al giorno d'oggi, che si faccia un... didietro enorme al solo fine di sfornare un testo storicamente accurato, eppure, per esperienza diretta, so che queste persone, anche se poche, esistono ancora! Del resto, non senza un certo orgoglio, posso affermare di essere una di loro! ùù
Al solito, ho amato con tutta me stessa le note. Per me, ecco, sono qualcosa di essenziale in un testo, soprattutto se di mezzo c'è la Storia: piacevolissime da leggere, aiutano nella comprensione del periodo chi non è molto pratico dell'epoca alessandrina e permettono perciò di calarsi meglio nell'ambientazione e, anche, nei panni dei personaggi.
Bandierina verde, con un tocco di porpora – sulle mie quasi innocenti guance. ù\\ù |