Okay, lo so, sto recensendo con un ritardo mostruoso. Purtroppo, tra scuola e altri impegni, non sono davvero riuscita a lasciarti questa recensione prima! >.<
(non è vero, avevo tanta roba che volevo scrivere e mi sono dedicata a quello, chiedo venia…)
Comunque, finalmente arrivo a recensire il finale di questa raccolta *si soffia il naso*
Lasciatelo dire Akemichan, hai davvero concluso in bellezza! *^*
Tanto per cominciare, volevo precisare che non c’era alcun bisogno di ringraziarmi. Tu sei troppo gentile, ma davvero, per me è un piacere lasciarti delle recensioni. Lo sai come la penso, quando una storia vale, è suo diritto ricevere una recensione; almeno per far sapere all’autore che è stata più che apprezzata. E m’imbestialisco quando, io stessa, non riesco a lasciarne una che sia, come minimo, decente (come in questo caso... *sigh*)
Io cerco di lasciarti più recensioni possibili e, anche se sembro una stalker, lo faccio perché il tuo stile di scrittura mi piace davvero tanto! <3
Quindi, boh, non so cos’altro dire…
Bene, lasciando da parte tutto questo zucchero (?), passiamo alla storia *si schiarisce la voce*
Ti dicevo prima, è stato un capitolo conclusivo davvero particolare. Okay che un po’ tutti i capitoli se la giocano, ma questo ha qualcosa di diverso, qualcosa che lo rende più drammatico.
Ecco, dopo tutti questi capitoli fluffluosi, avrei dovuto aspettarmelo, però mi è piaciuto davvero tanto. Soprattutto per l’inserimento che hai fatto della componente religiosa, cosa che francamente non avrei mai paragonato a One Piece.
È stato interessante leggere del dibattito tra Marco e Ace, di come la pensassero diversamente sull’esistenza dell’aldilà.
Mi è piaciuto anche l’utilizzo che hai fatto delle credenze basilari di un cristiano per legarle, seppur lievemente, alla vicenda di Ace. Come mi ha entusiasmato da morire il racconto di Marco sul suo passato.
Sai, anch’io penso che il nostro pennuto abbia mangiato il Frutto da piccolo. Credo che sia una cosa su cui difficilmente potrei cambiare idea, salvo che non sia lo stesso Oda a smentire tutto :’)
(e mi auguro che, con la presunta riapparizione di quest’ultimo, Oda ci faccia sapere di più su di lui e sugli altri membri della flotta del Babbo. Oltre al fatto che mi piacerebbe rivederli troppo a Wa, ma son dettagli! *0*)
E si allungò verso di lui per baciarlo, posando le sue labbra secche per il caldo sulle sue, lasciando che le fiamme vi scorressero libere. Marco alzò le braccia per prendergli il viso fra le mani e stringerlo più vicino a sé, ma non incontrò la consistenza del suo corpo. Il bacio svanì nella consistenza del nulla, con la consapevolezza che non avrebbe potuto baciarlo mai più.
In un attimo, non c'era più la nave, non c'era più il rumore delle onde, non c'era più Ace accanto a sé, ma solo la sua schiena che si appoggiava alla pietra dura della lapide. Un altro miraggio, un'altra illusione.
Lo sguardo di Marco si perse in lontananza, in quel campo dove i fiori erano stati sostituiti dalle spade e che ormai aveva eletto a sua dimora. Il vento gli fischiò fra le orecchie, mentre faceva tintinnare fra loro le lame, ma non era lo stesso vento che si poteva avvertire sulla Moby Dick. Questo era un vento di terra, il vento della sedentarietà.
Per Marco andava bene, dato che non sarebbe riuscito ad immaginare una vita su una nave che non fosse la Moby Dick, senza il Babbo come Capitano e Ace al suo fianco come compagno, di ciurma e di vita. Per questo aveva deciso di rimanere nel campo dove erano stati sepolti e dove aveva fatto il funerale. Gli altri si erano limitati a lasciare le loro armi, spade soprattutto, e poi avevano ripreso il proprio percorso.
Marco no. Per quanto quel campo gli facesse venire sempre le illusioni, che si fondevano con i ricordi del poco tempo che aveva avuto a disposizione con Ace, aveva deciso di restarvi, guardiano di quelle tombe finché il suo Frutto gliel'avrebbe permesso.
Il suo Frutto, che era tornato ad odiare quando aveva visto Ace cadere per mano dell'Ammiraglio Akainu, per una ferita che per lui avrebbe potuto rigenerare. Aveva visto i suoi compagni feriti e si era bendato per solidarietà, ma non aveva più alcun danno fisico. Un Frutto che non rendeva possibile nemmeno il suicidio era una propria e vera maledizione.
Però, rimanendo in quel campo preda delle illusioni, alla fine aveva trovato una sorta di pace. Anche se non poteva più avere Ace, non poteva più toccarlo né baciarlo, ne conservava il ricordo, che era l'unica cosa che gli rimaneva. E quelle illusioni, in fondo, gli avevano fatto capire che era di nuovo sopravvissuto a tutti per un motivo.
Perciò sarebbe rimasto in quel campo, in attesa del momento in cui il suo Frutto sarebbe tornato ad essere una benedizione.
In attesa del futuro Re dei Pirati.
Se il tuo scopo era di creare l’effetto sorpresa, sappi che è riuscito benissimo…
Cioè, un attimo prima stavo sospirando estasiata (anche se il mio respiro si è appena interrotto leggendo della s sbarrata… PERCHE’?) per il bacio che si stavano scambiando, e un attimo dopo… no, meglio che non dica le condizioni in cui riversavo…
Il fatto che Marco si senta in colpa, perché lui quelle ferite, diamine, le poteva curare come se non nulla fosse, mi ha fatto soffrire… cavolo!
E poi, seriamente, vogliamo parlare della frase finale, santo cielo?
Marco è rimasto lì ad aspettare Rufy. Ad. Aspettare. Rufy.
Perché lo sa, lo sa che verrà a trovare suo fratello, e Dio solo sa quanto aspetto questo momento!
Per la sanità mentale mia e di tutto il mondo, è meglio che Oda mi accontenti!
Che dire, seguire questa raccolta è stato davvero un piacere, e mi spiace davvero di essere arrivata alla fine. Ma a quanto pare ne hai altre in mente, no? Tra cui una su Sabo e Koala, giusto? *W*
*saltella*
Non vedo l’ora di scoprire cosa mi riserverai <3
Alla prossima raccolta di sei capitoli, allora ;)
Ancora perdono per il ritardo (lo so, sono una frana :c)
_Lady di inchiostro_ che ama tanto il numero sei ^^ |
