Eccoci qui con la recensione! Ci scusiamo per l’attesa, ma tra sessioni d’esame e problemi di salute i mesi sono volati e non c’è stato praticamente mai il tempo di metterci con calma a leggere e buttare giù una valutazione dettagliata per la tua storia… per cui arriviamo in grande ritardo, ma speriamo comunque che ti faccia piacere ricevere il nostro giudizio fuori gara.
Per quanto riguarda la grammatica, non abbiamo corretto gli errori perché la storia era, appunto, fuori gara: in generale non ne abbiamo trovati di gravi, tranne qualche refuso facilmente correggibile con una lettura più attenta. Il tuo uso del lessico è appropriato ad una storia di questo genere, ricco e anche forbito nell’uso di alcune espressioni, peccato solo che a volte le descrizioni un po’ troppo ampie rallentino il ritmo della narrazione. Non fraintenderci, entrambe le amiamo moltissimo e pensiamo che sia importante caratterizzare in maniera precisa il contesto della storia, ma quando dettagli secondari tolgono spazio a vicende più importanti l’intero assetto narrativo finisce per risentirne.
La storia inizia introducendo due figure che faranno da cardine all’intera narrazione, Einar e suo nipote Thorulf: entrambi ridotti in schiavitù e privati del potere che detenevano, finiscono per separarsi a causa di eventi più grandi di loro. Sembra di vederli chiaramente lavorare e faticare immersi nella natura che li circonda, continuamente minacciati dalla Foresta di Ydalir che custodisce creature spaventose, pronte a riversarsi nel mondo degli uomini e a renderlo proprio una volta avvicinatasi la notte, dettaglio molto interessante. Nonostante finiscano in due luoghi lontani, nonno e nipote incontrano personaggi destinati a ricoprire un ruolo fondamentale nell’intreccio della loro storia. Mentre Einar viene catturato dallo Jarl Dakken e dai suoi uomini e torturato perché riveli dove si trova il nipote, il ragazzo riesce a sfuggire alle bestie che lo inseguivano solo per finire tra le grinfie di uno strano individuo, Bjarnen l’Uomo dei Boschi, che sembra conoscere molto bene gli spiriti e la natura o almeno avere una sorta di legame con loro. L’incontro dei due con altri uomini che vivono nei boschi e la comparsa di un edificio diroccato misterioso accrescono la sensazione di mistero che serpeggia per gli ultimi capitoli, raccogliendo elementi come il sogno di Thorulf e il rituale di Bjarnen presso la torre in rovina, forse le parti più “fantasy” nel pieno senso del termine dell’intera storia e che hanno subito catturato il nostro interesse. Purtroppo non possiamo fornirti una valutazione completa perché il racconto si interrompe bruscamente a metà: hai tirato le fila di due universi vicini che a volte si intersecano – gli spiriti notturni e gli uomini, la politica e ciò che è intangibile, magico – ma tutte le premesse interessanti che ci hai fornito non portano a una risoluzione precisa degli eventi. Chi sono gli spiriti che invoca Bjarnen? Cosa vuole ottenere col rituale, e cosa significano le sue visioni, nonché i sogni di Thorulf? Per quale motivo Oryk e Dakken volevano il ragazzo? Forse per vendetta, dato che il padre Karthark aveva “condannato alla rovina le isole”? Purtroppo le domande che restano irrisolte sono parecchie e il lettore si trova a doversi destreggiare con tanti accenni e inizi di spunti che non vengono ampliati, lasciando un po’ l’amaro in bocca a lettura finita. Capiamo che tu abbia deciso di lasciarla in stallo per poi ampliarla in seguito, ma come giudici siamo costrette a valutare quello che ci presentate come storia completa e non possibili ampliamenti o parti di serie più lunghe… in questo caso, il racconto appare come incompleto ed è un vero peccato, perché di potenziale ne aveva veramente moltissimo. Anche per questo motivo, la parte fantasy risulta essere meno completa e prevalente rispetto a quella politica, alla quale hai dedicato molto più spazio forse proprio perché pensavi di allargare in seguito tutta la narrazione.
I personaggi rappresentano il tuo punto di forza: sono realistici e si confrontano con grande efficacia, così come efficaci e ben padroneggiati sono i dialoghi. Thorulf appare subito come un ragazzo coraggioso e molto legato al nonno, uomo che conserva ancora il suo orgoglio da guerriero e non si piega nemmeno davanti alle umiliazioni del nuovo Jarl. Il loro carattere risulta essere ben tratteggiato, così come interessanti sono anche gli uomini dei boschi (da Bjarnen ai suoi compagni) e lo Jarl col suo Huskarl. Di nuovo, peccato che questi individui – compreso Papa Owle, forse una sorta di divinità con poteri da metamorfo – abbiano così poco spazio all’interno della storia, ci sarebbe davvero piaciuto vederli agire di più e scoprire qualcosa sulle origini degli uomini misteriosi e sul perché dell’incontro con Thorulf.
Il vero punto debole della storia riguarda l’utilizzo dei Pacchetti. Ci rendiamo conto che, una volta ritirato dal contest, il racconto non partecipa più in via ufficiale e quindi il punteggio viene a cadere, ma trattandosi di una gara che prevedeva l’uso di alcuni spunti suggeriti da noi e scelti da voi avremmo comunque voluto valutare il tuo modo di inserirli nella narrazione. Non sappiamo se tu li abbia rimossi dando alla storia una nuova forma proprio perché non partecipava effettivamente, ma per quanto riguarda la Classe – da assegnare obbligatoriamente al protagonista – non c’è traccia dell’Evocatore, o almeno Thorulf non presenta caratteristiche proprie di un personaggio simile. Per quanto riguarda l’Immagine, invece, l’unico limite stava nel non cambiare il/i personaggio/i al suo interno e cercare di inserirla nel modo più fluido e riconoscibile possibile: nel tuo caso non solo gli uomini dei boschi sono effettivamente di sesso maschile, ma non somigliano nemmeno molto alle tre streghe raffigurate e vengono, come abbiamo detto, appena accennati di sfuggita e subito accantonati. L’unico elemento ben presente e importante ai fini narrativi è la Situazione, esplicitata nella torre diroccata che fa da sfondo al rituale dell’ultimo capitolo e che sicuramente avrebbe ricoperto un ruolo ancora più importante in seguito. Ci dispiace essere così sintetiche, ma purtroppo non abbiamo molti elementi da utilizzare per valutare la storia ed è stato un peccato, il tuo stile è molto buono e con qualche spiegazione e arricchimento in più la storia avrebbe avuto tutti i numeri per piazzarsi in alto nella classifica.
Speriamo comunque che la nostra valutazione non ti offenda, alla fine si tratta di semplici consigli da “scrittore a scrittore” e non di verità assolute. Ti ringraziamo comunque per aver avuto la pazienza di terminare la storia e farcela leggere anche fuori gara, hai fatto un ottimo lavoro e non può non farci piacere!
- Ino e Tsunade - |