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Autore: FabTaurus    03/09/2015    5 recensioni
Nel lungo periodo senza legge che seguì la morte del Re del Sale e del Legno, l'insieme di Isole conosciuto come la Cintura, cadde in un abisso di violenza, poi ricordato come la guerra dei Diecimila Re. Nel Frattempo, sulla Terraferma, l'intricato complesso di foreste conosciuto come Ydalir celava segreti antichi e terribili pericoli.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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  10.L'Uomo Dei Boschi




 
    

    Quando la pioggia cessò, Bjarnen, l'Uomo dei Boschi, era sveglio. Seduto su di un letto di felci, al riparo dentro la sua tenda, ascoltava lo sgocciolio dell'acqua muoversi di foglia in foglia.
   Il ragazzo delle isole dormiva alla sua sinistra, nascosto sotto un muschio di pellicce. Il suo respiro era calmo e regolare. L'uomo si perse un istante a guardare le coltri che si alzavano e si abbassavano. Invidiava i suoi sogni placidi.
   Un po' gli dispiaceva doverlo vendere agli schiavisti delle miniere. Certo, l'incursione sulla Costa era stata misera. Avesse trovato qualche altra persona da scambiare per sale e ferro...
    “No, se mi oppongo alla vendita del ragazzo gli altri mi fanno la pelle” si disse, cercando di convincersi.
   Uno squarcio però si aprì fra le nubi e la Luna comparve nel cielo, illuminando con il proprio splendore la radura del Vecchio Salice.
    Era giunta l'ora.
   Muovendosi con cautela Bjarnen uscì all'aperto. L'accampamento sorgeva a ridosso della parete di pietra del Broch, il torrione abbandonato. Gli sarebbe bastato sfiorare le altre tende per chiamare i suoi compagni, tuttavia tirò dritto.
   La sua ombra silenziosa si mosse nella notte umida, girando attorno alla torre, fino a raggiungere l'ingresso invaso dai rovi. Qui si fermò e una lama d'ossidiana balenò alla luce della luna. Un colpo veloce e dall'avambraccio partì una fitta di dolore.
    Mentre una piccola ciotola d'osso si riempiva di sangue, il suo sangue, Bjarnen cominciò a mormorare una cupa litania:

    Linfa della vita raccolta nel cranio del nemico.
   
Sangue fresco e osso secco.
   
L'uno donato, l'altro strappato.
   
Linfa della vita raccolta nel cranio del nemico.
   Cibo degli spiriti, bevanda degli Dei.


   Quando la coppa fu colma, Bjarnen chiuse la ferita con un impasto vegetale e la raccolse. Con estrema lentezza entrò nel Broch.
   Davanti ai suoi occhi il tronco massiccio del Vecchio Salice si ergeva come una colonna contro il cielo, la corteccia muscosa bagnata di pioggia e di luce lunare. Un passo dopo l'altro l'uomo avanzò con molta cautela. Le radici della pianta avevano infatti divelto il pavimento da decenni e ora si accavallavano le une alle altre in una complessa scalinata naturale.
   Salendo quei sacri gradini Bjarnen chinò il capo in segno di rispetto e alzò in alto la sua offerta.
   -Bren, Looch, Wudan, Norr.- La sua voce era un sussurro. -Ogma, Bolch, Nadea, Gadh-
  -Bren, Looch, Wudan, Norr. Ogma, Bolch, Nadea, Gadh.- disse di nuovo, questa volta sentendo vibrare i nomi nel petto.
  -Bren, Looch, Wudan, Norr. Ogma, Bolch, Nadea, Gadh. Ascoltate Alti Spiriti della Foresta: io, Bjarnen, offro a voi questo sangue- e detto ciò versò fra le radici il contenuto della coppa.
   Il liquido nero colò sul terreno e filtrò nel sottosuolo. In risposta, un fruscio di foglie si levò tutto attorno.
    Vieni Bjarnen figlio di Brenn, la tua offerta è accolta.
   
Gli Spiriti gli erano favorevoli quella notte.
  L'uomo ubbidì. Sentiva le ginocchia fiaccate dalla paura tuttavia sapeva di doversi dimostrare saldo e fiero.
    Cosa vuoi uomo mortale.
    
Era a domanda, ma che suonava quanto un comando.
   -Grandi Spiriti, io vi chiedo di poter guardare nello Specchio.-
   Silenzio. Poi un forte colpo di vento fece turbinare le fronde dell'albero e un raggio lunare colpì una polla d'acqua piovana racchiusa fra due grosse radici.
   Concesso.
   
Bjarnen si avvicinò ancora e una volta giunto davanti alla pozza cadde in ginocchio.
   -Mostrami cosa devo fare- sussurrò all'acqua. Poi vi immerse il viso.
   E infine vide.
    
    Vide un Orso fare a pezzi la foresta in cerca di qualcosa.
    Vide un Barbagianni aprire le sue ali nere fino ad oscurare la luce del sole.
    Vide quattro lupi accudire una ghianda d'argento.


   Riemerse affamato d'aria. Rivoli d'acqua segnavano la sua barba, mentre la frequenza del respiro tornava normale.
   -Grazie- sussurrò, prima di alzarsi.





E così siamo arrivati alla fine di questa avventura. Una fine che (eh eh) lascia molto alla vostra fantasia e molta libertà d'azione a me, qualcora volessi( e vi dico già, lo voglio) ritornare a Ydalir. Questa è un'avventura durata quasi tre mesi( e solo nella stesura che avete letto voi) il periodo per me più continuativo su una stessa storia. Lo dirò con sincerità, non pensavo sarei mai arrivato a questo punto. Però eccomi, contro ogni aspettativa. 
Spero vivamente che seguire questa storia vi sia piaciuto almeno un decimo di quanto è piaciuto a me scriverla, perchè io ne sono felicissimo. Non è una versione perfetta, è tutto fuor che una versione perfetta, tuttavia editing e riscrittura dovranno attendere domani. Oggi Voglio solo godermi la bellissima sensazione che si prova arrivando alla fine di un percorso. 
Ora tuttavia mi cedo costretto a lasciare la parola a Bilbo, perchè non c'è niente di meglio di una citazione quando non si sa più cosa dire.

"
Conosco la metà di voi solo a metà e nutro per meno della metà di voi metà dell'affetto che meritate. Io... Io ho da fare. Ho rimandato troppo a lungo. Mi duole annunciare che questa è la fine. Io me ne vado. Vi saluto dal più profondo del cuore. Addio."


p.s. Un ringraziamento speciale alla mia Salamandra, per aver tenuto sempre accese le braci di questa storia.  



 
 

 



 

 

 

 

 


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