Buon pomeriggio!
Quando si parla di "sogno" si immagina subito a qualcosa di estremamente etereo, dalle dimensioni sempre così eterogenee ma al tempo stesso quasi palpabili, un qualcosa che lega il nostro animo alla pura ambizione, fin da quando siamo piccoli e stiamo crescendo.
La visione del sogno nel suo essere positivo, misterioso e arricchito di colori positivi e caldi è senza dubbio la più comune tra queste (non a caso viene usato il suggestivo aggettivo “acquamarina”) ma è tutto l'organico di parole a rendere il tutto piuttosto singolare, quasi unico.
Strutturalmente parlando, la poesia è senza dubbio semplice, mi ha ricordato diverse composizioni che mi capitava di leggere alle elementari e che riuscivano ad ammaliare con la musicalità intrinseca che possedevano tutti i versi.
Qua inoltre c’è una crescente coerenza di fotogrammi che si susseguono con la giusta velocità, una continuità che ho apprezzato notare e vivere da lettore di questi versi; c’è un proseguire inesorabile e necessario affinché l'anima possa sentirsi sempre in evoluzione e che non sia affatto priva di qualcosa, si senta vuota senza un qualcosa di astratto che possa dare vigore al proprio spirito.
Mi ha come suggerito una sorta di preservazione verso quell'universo infantile che ha un po' di magia nella sua essenza, ma al contempo gli occhi di chi racconta sono così grandi ed esperti nel sapere come trattare i sogni e appunto vederli nella quotidianità, in modo da non rispecchiarsi mai come quei creduloni (citati nel penultimo verso) che parlano, parlano ma in realtà non sanno nemmeno come afferrarli, quei sogni che circolano durante la giornata e anche durante la cosiddetta fase REM, non dandogli per nulla l'importanza dovuta e che scivolano via senza troppi complimenti.
In sostanza, è una poesia che non può che essere estatica nella sua semplice profondità e nel messaggio sfaccettato che voleva e vuole trasmettere, con quelle rime baciate che si incastrano in un modo adagiato e quasi sfizioso, creando una poesia disinvolta e ispiratrice, con la giusta quantità di immagine e di fugaci visioni (in tutti i sensi possibili e immaginabili).
Davvero un buon lavoro!
Un abbraccio grande,
Watashiwa |
