Recensioni per
L'agonia della Luce.
di Makil_

Questa storia ha ottenuto 38 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 5 (guarda)


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Recensore Veterano
11/09/15, ore 18:34

Makil_,
premetto che reputo il fantasy molto difficile da scrivere perché, a parte un’alta dose di fantasia, appunto, bisogna saper orchestrare tanti personaggi particolari che questi siano umani e non. Di più: bisogna inventarsi un mondo totalmente nuovo e fare in modo che il tutto sia corale e amalgamato al meglio.

Personalmente mi attengo a una regola fondamentale: mai si può contestare l’idea che c’è alla base di una storia. Se questa è frutto del proprio pensare non può essere opinabile. Può piacere, può annoiare, può essere banale, ma, in ogni caso, nessuno può dire a nessun altro che la storia in sé non vada bene.
Puoi scrivere di un rigatone che veste pantaloni alla zuava il lunedì e suona il piffero il giovedì e io, più di dirti se la tua idea mi è piaciuta o no non posso permettermi di fare.
Altro discorso, invece, è la messa in opera dell’idea.

Come spesso ho detto (su efp), qui nessuno è Dante, e per l’occasione dico Tolkien, ma questo non deve permetterci di scrivere senza attenzione, senza cura; dobbiamo sempre dare il meglio, al massimo delle nostre possibilità.
Ecco, Makil_, la tua messa in opera, a parer mio, è piuttosto opinabile; per questo ho molte cose di cui parlarti e vado a iniziare, premettendoti che questa recensione si limita, come ben vedi, alla prima parte della tua storia.

Per quanto riguarda la trama, dopo questo primo capitolo non mi è arrivato alcun input e non ho capito su cosa si basi la tua storia.
È vero, potresti dirmi “beh, prosegui nella lettura” ma ti rispondo che non mi regolo mai in questo modo.
Sono un’istintiva e se il primo capitolo non mi prende, per quel che mi riguarda il discorso finisce lì.
Certo, ognuno scrive come meglio crede; magari il “clou” è nel secondo capitolo o forse nel terzo, ma, le storie scritte in questo modo non sono di mio gradimento.
Mi avrebbe fatto piacere se la tua storia mi avesse preso al laccio, mi avesse sorpresa senza darmi altra possibilità se non quella di correre a leggere gli altri capitoli; ma così non è stato. Questo, ammetto, può essere un mio limite.

I personaggi sono piuttosto stereotipati sia nel carattere che nel fisico e nessuno di loro mi è particolarmente simpatico o antipatico. Non ho trovato alcuna peculiarità, ma questo, sicuramente è dovuto al fatto che stiamo parlando del primo capitolo.

Ho avuto l’impressione che tu volessi, a tutti i costi, farci conoscere molto (e troppo) del mondo che hai inventato; il risultato è un fin troppo variegato miscuglio di persone, luoghi, legni e pavimenti.

Probabilmente il "Qesitay" (pietra luminescente che mi ricorda il Loc-Nar di “Heavy Metal” ) è fondamentale, ma lo hai gettato lì in mezzo a tante parole e nell’arco della lettura me lo sono perso, nonostante sia collocato alla fine del capitolo.

Usi termini in modo erroneo; per farti qualche esempio: "aleggiare" ha un significato come di volo leggero, quasi impalpabile, soffiato, lieve: le leggi del Re di Fentos non sono affatto lievi e leggere;
o in modo ambiguo come "bastione": non si capisce se è il "bastione" in quanto tale (e cioè la porzione di muro di cinta, posta agli angoli del perimetro - quadrilatero o poligonale – della fortificazione) o "bastione" nel senso esteso del termine, che identifica proprio la costruzione muraria fortificata. In entrambi i casi, architettonicamente, non sono riuscita a immaginarlo.
Vintarige è il Re di Darlas eppure tu lo chiami Sovrintendente. Anche qui, un termine usato a sproposito: il Sovrintendente sovrintende ma non è il Re. Quindi decidi la carica di Vintarige in modo da non confondere o fuorviare chi legge.
Chi come te ignora il significato di alcuni vocaboli, può essere informato in malo modo delle loro peculiarità e sul loro uso e chi scrive non si può certo permettere di essere inattendibile con i propri lettori.
Essere alti, magri, biondastri e pescatori, non vuol dire essere virtuosi. La "virtù" è un'altra cosa.

Anche la tua grammatica, la sintassi, la punteggiatura sono piuttosto fallaci:
Alcuni verbi sono sbagliati e per questo non rispetti la regola che vuole un racconto narrato con lo stesso tempo verbale.
Mischi la lingua italiana a tuo piacimento, con modi e intercalari dialettali e non va bene. A questo proposito devo segnalarti la ricorrente formula di collocare il verbo alla fine della frase. L'italiano non è il latino e non prevede ciò. Mi viene da pensare che il tuo, sia un modo sbagliato, per dare al racconto un'aria forbita. Se non fosse questo, il tuo intento, allora vuol dire che probabilmente sei del Sud (come lo era il mio papà) e, comunque, non esentato dallo scrivere in italiano. Se proprio non vuoi o non puoi farne a meno, dovresti avvertire il lettore che si troverà di fronte a forme “particolari” quali, ad esempio "... mentre che...".
Fai un po' di confusione con “suo” e “proprio”.
"...non per nulla di minor importanza..." la doppia negazione rivela proprio come "quei luoghi" siano di minor importanza.
"...per lo più formata solamente da bambini..." insomma, è "per lo più" o "solamente"?
"banchetto": non mi sembra che Vergar Lewin abbia approntato un pranzo.
"bambocciona" è sì, dispregiativo, ma sempre riferito a una persona adulta: è un termine che non si adatta mai a una persona di giovane età e in questo caso quindi, alla bambina. Se poi quello è il modo di parlare, evidentemente sbagliato, di Vergar, allora dovresti precisare che si tratta di un truffaldino che si diverte a giocare con le parole alle quali non dà il significato giusto.
" 'Sta mattina" non esiste: o scrivi "questa mattina" o "stamattina" o se vuoi un più poetico e letterario "stamane".
Il "NO!" di Vergar, scritto a lettere maiuscole è esagerato: basta il punto esclamativo per dare vigore.
E’ con l’apostrofo, è sbagliato: quando scrivi, se hai word, vai su “simbolo” e cerca il corretto È. Oppure, sempre con word, ti basterà scrivere è. e quando darai la barra spaziatrice, in automatico diventerà maiuscolo; torni indietro e togli il punto. Ok, complicato, ma meglio che E’ sicuramente.

A parte i problemi che ti può dare l'html, e ti capisco, la tua punteggiatura è sbagliata. Se è vero che serve per dare cadenza a una frase e a un racconto, è altrettanto vero che ha delle regole e queste vanno rispettate.
Usi il punto e virgola in modo arbitrario, così come la virgola;
i due punti li salti a pie' pari;
il punto fermo e il punto e accapo hanno, per te, la stessa funzione e va da sé che non sia così;
disattendi le lettere maiuscole dove servono;
il punto esclamativo, per definizione, esclama! Il punto interrogativo presuppone una domanda, una richiesta. Non si esclama una domanda; semmai si può porre in tono provocatorio, scherzoso, indifferente, ecc. Foneticamente, come fai ad esclamare una domanda?

Di norma, si dà per scontato che, le leggi fisiche che governano il nostro mondo siano rispettate; nel caso non fosse così, è vero, sì, che per licenza poetica si può scrivere di tutto ma, se non si vuole etichettare con Nonsense il proprio lavoro, è opportuna una spiegazione.
Epoglo: è, l'ho scoperto da sola perché non lo spieghi, una suddivisione temporale e potrebbe essere un’idea suggestiva, come invenzione, ma poi l'assoggetti agli "anni" che appartengono a questa dimensione reale.
In ogni caso mi sono fatta due conti: Casa Polfinger perde tutto e dopo varie vicissitudini conosce Galioph, il futuro Re, che edifica la città di Darlas. Isaac e Camlie hanno un figlio, Demien, che ha Jorin, che ha Oswald, che sembra essere il nostro protagonista, sedicenne.
Sul nostro pianeta, la Terra, potrebbero essere passati più o meno una settantina di anni. Ho preso ad esempio la mia famiglia: Isaac è mio nonno, Demien è mia madre, Jorin sono io e Oswald, mia figlia; settant’anni, appunto.
Ora: o i Polfinger sono i co-fondatori della città di Darlas e questa ha poco più di 70 anni di vita, oppure sul pianeta che hai inventato tu il tempo scorre in modo diverso che da noi. Se fosse questo il caso dovresti spiegarlo in maniera esaustiva e non lasciare che il lettore si perda in improbabili calcoli… perché credimi, c’è chi, come me, se li fa.
Stesso discorso vale per la descrizione di Iranis, la mamma di Oswald, che ha il volto rovinato dalla maternità: sono madre e passi che la struttura del bacino, cambi; che il seno, dopo l'allattamento, diventi più morbido; che la pelle, con lo stiramento della pancia, possa essere segnato da smagliature, ma, non ho mai sentito che una donna per via della gravidanza, si ritrovi col viso rovinato. Se questa è una peculiarità delle femmine del tuo pianeta, anche qui è necessaria una spiegazione.
Telanor: è una carica (presumo) e va con la maiuscola e dovresti spiegarne l’origine; non basta, a pie' pagina, avvertire che usi dei termini di tua invenzione.
Potresti elencare un glossario a parte, il che farebbe del tuo racconto, un qualcosa di ancora più speciale.

Questa mia, insomma, per dirti che del tuo racconto ho di sicuro sentita l’intenzione ma l’ho vista anche lasciare il passo a un’esecuzione piuttosto sommaria.
Ti sei perso e/o dimenticato la spiegazione del conteggio del tempo; parli di “pollo” ma lo lasci cuocere così rapidamente che può essere tutto tranne che pollo; la cura che hai nell’usare parole e frasi ricercate e altisonanti ti si rivolta contro se poi le usi a sproposito o in modo esagerato: nelle descrizioni snoccioli aggettivi a profusione e questo distrae. Non dimenticare che la semplicità paga. È molto meglio scrivere semplice ma chiaro e scorrevole, piuttosto che forbito ma poco comprensibile. Non solo, invece di elencare tutti gli aggettivi che usi per colorare un personaggio o un luogo, fai economia; ti torneranno utili in seguito.

Per gli errori di distrazione ho un consiglio: prima di pubblicare leggi il tuo racconto al contrario partendo dall’ultima parola fino alla prima; gli errori ti salteranno agli occhi più facilmente.

Per l’html, se apri la finestra di correzione (in alto a sinistra della pagina del tuo racconto, trovi “modifica testo capitolo”) puoi aumentare il numero che compare vicino al font e avrai le lettere un po’ più grandi (font size 16 px - ad esempio) e se non ti piace “verdana” puoi provare, in modo analogo, un “georgia, serif” e cambiare carattere;
inserendo br / (tra le mono virgole basse ) alla fine di un periodo, vai accapo.
Constaterai che non è difficile usare l’html del sito. E poi, come si dice? Dove uno arriva, mette il punto!
Per quel che mi riguarda uso molto il “modifica testo” perché non sono mai soddisfatta e come per tutte le cose, più le usi più ne diventi padrone.

Nonostante l’intenzione e l’impegno che immagino sia tanto e il “coraggio”, perché checché se ne dica, pubblicare non è poi così facile: ci rimettiamo al giudizio degli altri, facciamo conoscere una parte di noi o, per lo meno, quale sia stata la cosa che ci ha portato via del tempo e alla quale ci siamo dedicati, in tutta onestà non posso recensirti con una bandierina che non sia rossa: tanti, troppi errori; tante, troppe le cose da rivedere.
Mai vorrei, con questa recensione, buttarti giù il morale, tutt’altro: sforzati di migliorare e sicuramente la tua fantasia verrà premiata. E non dimenticare che c’è sempre da imparare; che sfogliare un vocabolario è indice di umiltà e apertura mentale; che se ti piace internet, ripassare un po’ di grammatica fa sempre bene e in rete ne trovi a iosa, finché basta, finché non ne puoi più.
Mai, mai dare per scontato di sapere: è il più grosso errore che chi si cimenta nello scrivere (e poi pubblicare) può fare.
Quando hai finito la tua storia lasciala da parte; riprendila dopo qualche giorno e controlla. A scanso d’equivoci informati se quel termine è giusto, se andare accapo è meglio, se quella forma verbale è corretta, se tutte le virgole, i punti, le virgolette sono messe al punto giusto; e solo dopo che tutto è “quadrato” e preciso, pubblica: meglio per te e soprattutto meglio per chi ti legge. E non disdegnare l’aiuto di un beta o di un revisore che possano spiegarti in dettaglio dove, come, quando e se sbagli.

Un ultima cosa: immagino che ai tuoi occhi dia una certa parvenza di serietà, ufficialità, e perché no, di superiorità ma reputo non solo un po' sciocco ma anche inutile sbandierare il Copyright.
Lo hai messo? Ben per te: nessuno potrà copiare la tua opera senza pagarti i diritti. Averlo sottolineato, però, è a mio avviso, un vanesio peccatuccio di superbia. Se tu non l'avessi scritto nelle note, il Copyright sarebbe comunque valido e non avresti fatto la figura del fanatico.

Spero che la mia recensione ti torni utile anche se ti chiederai “ma chi me l’ha fatto fare, d’andarla a stuzzicare questa tizia?”
Ciao.
Monty
(Recensione modificata il 05/11/2015 - 06:04 pm)
(Recensione modificata il 05/11/2015 - 06:11 pm)

Recensore Master
30/08/15, ore 21:44

Ciao!
Mi dispiace molto lasciare una bandierina vermiglia alla storia, ma, purtroppo, penso che tu abbia bisogno di ricevere pareri schietti, in questo momento, onde evitare di farti illusioni.
Per prima cosa, ti segnalo che c’è qualche problema con la riga nell’introduzione, che deforma la pagina.
Ma passiamo alla storia.
Purtroppo, devo consigliarti di lasciar perdere il fantasy e dedicarti ad altro. Ci sono molte criticità in questa storia, troppe per poter essere sistemate col tempo e anche questo capitolo fa intuire molto chiaramente che sono altri i generi più adatti a te. Premetto a tutto (ti spiegherò, punto per punto, cosa non va) che hai delle ottime potenzialità come scrittore, che col tempo e molto esercizio potrai concretizzare in qualcosa di bello, ma secondo altre forme.
Faccio un elenco per comodità, d’accordo?

- Il capitolo è troppo denso. Ci sono troppi avvenimenti, troppe scene, troppi cambiamenti spazio-temporali, che, invece, non dovrebbero andare oltre i due/tre. Inoltre, a volte condensi in due righe avvenimenti che richiederebbero pagine intere, come la storia del Regno in cui ci troviamo o la spiegazione sulla pietra. Certo, è ovvio che, temporalmente, certi avvenimenti abbiano la stessa durata, ma il compito dello scrittore è anche dilatare il tempo a suo piacimento, sfruttandolo per dare più o meno importanza a certi fatti piuttosto che ad altri.
- La forma. Apparte la punteggiatura messa spesso a casaccio, a volte violi le più elementari regole della grammatica italiana, come quella che prevede non vi sia niente fra soggetto e verbo, men che mai virgole o punti e virgola! Ti consiglio, pertanto, un bel ripasso della stessa. Su internet trovi dei siti molto carini e completi, migliori anche dei tomi scolastici.
- I personaggi. Non hanno spessore, né introspezione e i loro stessi comportamenti, a volte (anzi, spesso) suonano artificiosi, come se fossero delle marionette mosse dal burattinaio! I dialoghi fra di loro, inoltre, sono poco realistici e ben lontani da quelli che avvengono nella vita reale.
Un esempio? Oswald discute di importanti argomenti con sua madre come se fossero due amici, ma poche righe dopo si rivolge a lei chiamandola “madre”. Come può essere possibile? E’ incoerente! Soprattutto perchè un simile linguaggio, così eccessivamente... formale può al massimo essere usato da un membro dall’aristocrazia o della famiglia reale e i nostri due non appartengono certo a nessuno dei due!
Anche il loro modo di trattare argomenti delicati (come la politica) viene fatto con la stessa superficialità con cui una persona parlerebbe della lista della spesa o degli ultimi avvenimenti nel vicinato.
- Infine, le descrizioni. Tu pecchi di un errore comune fra gli scrittori amatoriali che si chiama “info dump”. Consiste nel fornire subito al lettore tutte le informazioni su un personaggio o una situazione, invece di dargliele pian piano attraverso il racconto come andrebbe fatto. Ma in questo modo sembra una scheda identificativa!

Dovrei aver detto tutto, o, perlomeno, le questione più centrali/critiche.
Un carissimo saluto e buona fortuna per tutto,
Viviana

Recensore Veterano
28/08/15, ore 00:26

Ciao :) Sono riuscita finalmente a passare. Dunque, stavolta ho deciso per la bandierina neutra perchè ho riscontrato molte incoerenze all'interno del testo. Per prima cosa il capitolo è davvero troppo lungo, per leggerlo tutto ci ho messo un sacco di tempo e per arrivare alla fine ho faticato tantissimo. 
La grammatica è migliorata, ho notato qualche presente che non ci doveva essere e virgole sbagliate (es: Oswald ed Alais guardarono sospetti, lo sguardo vitreo e perplesso -> non serve la virgola fra soggetto e complemento oggetto), però a volte trovo degli aggettivi che non c'entrano un bel nulla con il sostantivo a cui sono legati (es: una lussureggiante spada di acciaio -> cosa c'entra lussureggiante con una spada? Significa florido, rigoglioso, vuole dire che la spada è ricca di ornamenti?). E ho visto errori di distrazione (es: il Liffàr, non ci deve essere l'articolo), ma comunque sono normali, tutti li fanno. 
Passiamo al contenuto che penso sia la parte in cui ci ho capito sempre meno. Partiamo dal re, o meglio, di un omino di nome Vintarige che è la brutta copia di un tiranno, la domanda che mi sorge spontanea è: com'è possibile che un re, educato fin da piccolo al comando, sia così ... così incapace? Un re può diventare ambizioso, bramoso di potere ma ... così? Mi sembra solo un uomo isterico, preda di attacchi d'ira, narcisista e incapace. Lui, un politico che sa destreggiarsi con il cattivo di turno, ma quando mai? Non avrà vita lunga, gli do uno, massimo due capitoli di vita. Poi, le due guardie reali che lo difendono, ennesima domanda spontanea: come hanno fatto a diventare guardie reali? Ci sarà un addestramento per assumere un ruolo così importante, insomma, difendere il re a costo della propria vita è una posizione a cui molti vorrebbero arrivare, eppure qui mi ritrovo due incapaci: un'idiota e uno fuori forma. Sono abbastanza perplessa, però forse è una cosa voluta per sottolineare la stupidità del re. 
La parte di Vergar e il palazzo non mi è parsa molto chiara. Questa frase non la capisco: Il suo straziante grido fu lacerato dall’aria, lo scalpellino venne trainato con forza aldilà della piazza, lontano, dagli sguardi esilarati di Alasi e Oswald. Esilarati? Stanno ridendo del povero scapellino che sta per essere buttato in cella, forse assieme alla sua famiglia? Devo dire che è una reazione alquanto strana.
Il palazzo, nota dolente. Ma il sovrano ha solamente due guardie reali? Perchè il palazzo non sembra essere sorvegliato quando Oswald e il suo amico si avvicinano al portone per origliare? Insomma, può avvicinarsi chiunque così? E poi, come diavolo fanno a sentire le urla e le voci provenienti da dentro al palazzo, il portone lo descrivi come imponente, non basta appoggiare l'orecchio e ascoltare, possiede uno spessore notevole visto che in teoria deve tenere fuori i nemici dalla struttura, la scena mi è parsa molto surreale.
Poi non ho capito bene il resto: Oswald sente il resto o no? All'inizio credevo di sì, poi mi è venuto un dubbio quando ho letto: « La Torre Alta è il luogo in cui porteranno Vergar, non è così? », Oswald lo chiede ma pensavo che lo avesse sentito prima nel palazzo. Ok, sono molto confusa. 
Passa del tempo e la madre cerca in tutti i modi di dissuadere Oswald nell'impresa, e questo mi sta bene, si comporta da madre. Dici che alla fine Oswald si scorda della storia di Vergar, ma poi: Erano giorni che non stava nella pelle in attesa di questo momento; anche questo passaggio mi lascia perplessa, prima dice che si è quasi dimenticato del folletto, poi sembra che sia da giorni che pensa ad un modo per portarlo fuori da lì. 
Sunto dopo tutta questa papardella, il capitolo non è male ma è molto più pesante del primo, a volte penso che ci sia troppo dentro (es: gli occhi che gli erano d’ausilio per osservare: non era necessario dirlo), troppe cose che rallentano la lettura, anche se devo dire che le descrizioni sono meno farcite di dettagli, un punto sicuramente a tuo favore. 
Dopo l'incontro con il lepricauno (suppongo che dirai più avanti come ha fatto a scoprire che Oswald aveva la pietra), sono curiosa di sapere cosa accadrà, insomma c'è un esercito di mostricciatoli che sta marciando verso la città, fra poco ci dovrà essere una battaglia e io amo le battaglie. 
Ah, volevo avvertirti che sto revisionando la mia storia perciò quando incomincerai a leggerla, troverai tra il primo e il secondo capitolo delle incongruenze, ma è normale e la storia si legge senza problemi, mi sembrava giusto avvisarti :) A presto.
Arya373 
(Recensione modificata il 28/08/2015 - 12:30 am)
(Recensione modificata il 28/08/2015 - 12:32 am)

Recensore Veterano
24/08/15, ore 16:49

Dunque, cercherò di andare con ordine, partendo con le segnalazioni meno piacevoli e le critiche:
- la lunghezza del capitolo; mi duole ammetterlo ma ho fatto davvero fatica a finirlo, è troppo lungo e zeppo di avvenimenti. Questo lo rende noioso e non ne incentiva la lettura. Il mio consiglio è di spezzettarlo o sfoltirlo: elimina qualche avvenimento di minor importanza e non dilungarti troppo a descrivere ogni minimo particolare e qui si va al punto due
- non c'è bisogno che specifichi ogni minimo particolare, dovresti semplificare, rendere il testo più scorrevole e piacevole alla lettura; presa dalla smania del raccontare inserisci particolari ridondanti o inutili; è molto poetico il modo in cui ogni volta descrivi il temporale, ma non c'è bisogno di nominarlo ogni volta, basta un accenno ogni tanto (questo per farti un esempio)
- l'uso della punteggiatura, oltre che essere lungo il capitolo è anche poco segmentato; alcune parti abbondano di virgole, altre ne sono completamente prive. Inoltre la descrizione iniziale è piuttosto pesante da leggere di seguito, io sarei andata a capo più spesso
- il linguaggio, apprezzo molto il fatto che cerchi di utilizzare parole ricercate e inusuali che danno una sfumatura quasi epica e poetica alla storia, ma spesse volte le usi a sproposito, in contesti che non c'entrano nulla e fanno stonare l'intera frase (es. si sbraita quando si è molto arrabbiati, quindi se lo associ alla madre che sgrida Oswald ci sta, ma non va bene quando Oswald richiama l'attenzione di Alais al portone)
- alcuni controsensi o contraddizioni (ovvero le mie pare mentali): mi sembra alquanto strano che esista una città così piena di contraddizioni: come è possibile che abbia scalini in marmo prezioso e strade in terra battuta? Inoltre case in granito (pietra piuttosto inusuale per la costruzione delle case) e paglia?
La madre, poi, mi sembra un po' schizofrenica, nel senso che cambia repentinamente il proprio stato d'animo, non può passare così improvvisamente dall'essere arrabbiata, poi incuriosita, poi furiosa, poi malinconica ecc. Anche il figlio devo ancora inquadrarlo e anche lui ha atteggiamenti contraddittori (a volte sembra un bravo ragazzo, tenero e affettuoso con la madre, altre strafottente e impertinente)
- errori veniali di distrazione, spesso e volentieri dimentichi articoli, preposizioni o addirittura sostantivi, ti consiglierei di rileggerlo

Ora passiamo alle più gradite note di merito:
- i nomi di personaggi e luoghi davvero molto originali e bellissimi, me ne sono innamorata
- la parte iniziale è davvero sublime ed evocativa, ti immerge pian piano nell'atmosfera e nel mondo della storia...Sarebbe un prologo meraviglioso, mi ha ricordato il ciclo di Shannara di Brooks
- la pietra e tutta la storia legata ad essa, invece, mi ha ricordato tantissimo la storia dei Silmaril di Tolkien
- le descrizioni, ne sono gelosa; sono davvero meravigliose, esaustive e ricche di dettagli, molto poetiche, soprattutto quelle degli ambienti
- le immagini che riesci a creare, anche attraverso le similitudini, sono davvero molto suggestive (anche se non sempre azzeccate e a volte azzardate)

Concludendo, la materia prima è buona, la storia è intrigante, ti incuriosisce e ti affascina; anche il linguaggio, se aggiustato, può risultare davvero bello e accattivante.
Insomma, penso che la tua storia sia come un pezzo di marmo da scolpire, levigare a aggiustare, da cui può derivare un'opera d'arte d'impareggiabile bellezza e splendore.
Un ultimo consiglio: i pensieri dei personaggi mettili in corsivo, senza il bisogno delle virgolette.

Recensore Junior
21/08/15, ore 16:09

Ciao! Questo capitolo mi ha fatto molto pensare e quasi quasi avrei voluto prendere appunti per darti un'opinione più completa, ma spero di essere abbastanza esauriente. Cominciò dalle cose che mi sono piaciute. L'idea è carina perché, pur utilizzando elementi già sentiti nel mondo del fantasy, sei riuscito a dare una tua connotazione personale. I nomi sono belli e originali e le tue descrizioni sono esaustive (sebbene su questo argomento tornerò in seguito) cosa che rende la storia nel complesso meritevole di essere seguita. Passando alle note dolenti mi trovò a dover fare dei punti per chiarirsi le idee:
1- il capitolo è molto lungo e risente delle lunghe descrizioni, ma allo stesso tempo tante cose sono taciute. È bello sapere come è fatta la città, ma molti personaggi sono solo abbozzati senza una vera introspezione psicologica. Dal punto di vista della formattazione questa non aiutava a distinguere bene il narrato dal parlato
2- La Punteggiatura!!! È casuale (a volte abbondi, a volte latita) e non aiuta a leggere, anzi ostacola la leggibilità soprattutto nella parte iniziale. Il mio consiglio è rileggerlo ad alta voce: ogni volta che hai bisogno di fermarti un secondo a prendere fiato, metti una virgola; se la frase è finita, metti un punto; se vuoi staccare una affermazione senza interrompere la frase e dare più enfasi, metti un punto e virgola; se la pausa serve per spiegare allora metti i due punti.
3- il linguaggio è enfatico e a tratti epico cosa che alla lunga stona anche alla luce del comportamento dei personaggi. Mio personalissimo suggerimento: semplifica!
4- il comportamento dei personaggi mi ha lasciata stranita; quando Oswald parla con la madre prima sembra bravo, poi strafottente (nel modo di cambiare argomento mentre viene sgridato) e la madre niente... Neanche una parola... L'avessi fatto io da piccola mi sarebbe arrivata una di quelle pizze in faccia da farmi guardare dietro le spalle per un mese!
Quindi bandierina bianca che va intesa come invito a migliorare una bella idea. Alla prossima, Francesca